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COSA E DOVE L’ORTO È UN’ESPERIENZA CHE CI PORTIAMO DENTRO
L’orto è un’esperienza che ci portiamo dentro
Parola dell’inventore dell’Orto Bioattivo, Andrea Battiata. L’ultimo realizzato per i ragazzi dell’associazione AlpaHa Onlus
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«Dobbiamo produrre cibi che facciano bene, perché nell’avanzatissimo Terzo Millennio non è possibile che si finisca per produrre cibi che fanno male», Andrea Battiata, agronomo, consigliere della Società Toscana di Orticultura è il divulgatore, ma potremmo dire l’inventore del metodo Ortobioattivo.
Che cos’è per lei un orto?
Belleza e casino, gioia e delusione.
Anche delusione?
Sì, certo perchè quando non otteniamo quello che vogliamo c’è delusione e quando dalla terra non tiriamo fuori il meglio c’è delusione.
E allora come si fa un Orto Bioattivo?
Per preparare un Orto Bioattivo, si segue “la regola delle tre M: materia organica, microorganismi e minerali. Se vogliamo ortaggi e verdure ricchi di sostanze ed antiossidanti dobbiamo ritornare alla coltivazione naturale, aumentando la sostanza organica del terreno. Sembra facile. Lo è perchè è il ritorno alla natura, l’agricoltore per primo ma anche il comune cittadino deve farsi carico di questa esperienza e tornare a produrre cibo da coltivare facilmente. Con i compost vegetali noi riproduciamo la simbologia di una foresta.
Come nasce l’esperienza dell’Orto Bioattivo?
Dalla necessità di capovolgere lo schema alimentare a cui siamo arrivati, noi oggi mangiamo soprattutto energia (di cui non abbiamo bisogno) e non assumiamo antiossidanti che si troverebbero facilmente in un agricoltura naturale.
IL PROGETTO
Il progetto OBA.NUTRA.FOOD vuole mettere a punto un modello produttivo replicabile per la produzione sostenibile di ortaggi ad elevato valore nutraceutico a partire dal sistema di coltivazione “Ortobioattivo”. Questo metodo di coltivazione non convenzionale bandisce l’utilizzo di input chimici e mira al mantenimento della sostanza organica e della biodiversità microbica del suolo. Progetto finanziato nell'ambito del Partenariato Europeo per l’Innovazione in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura - Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020 della Regione Toscana. Bando relativo al Sostegno per l’attuazione dei Piani Strategici e la costituzione e gestione dei Gruppi Operativi PEI-AGRI.
Per ribaltare questo schema l’orto è una delle soluzioni.
A quanti orti bioattivi ha dato vita?
Una cinquantina, grazie anche la progetto di ricerca OBA.NUTRA.FOOD dell’Università di Firenze. Il primo sulle colline di Firenze a Bellosguardo poi in giro per l’Italia ma sopratutto in Toscana.
E c’è anche quello per i ragazzi dell’associazione Alpaha
Bellissimo, i ragazzi con disabilità possono fare l’esperienza della coltivazione e mangiare il proprio cibo. I nostri orti sono rialzati da terra e quindi accessibili a tutti. Nel caso di questo orto usiamo anche il letame maturo degli alpaca che i ragazzi allevano.
Un invito a fare l’orto?
È un esperienza umana che ci portiamo dentro ma che abbiamo perso e con questo abbiamo perso anche il rapporto con la natura. Possiamo produrci un cibo che fa bene a noi e all’ambiente.