Credo che molte persone abbiano delle ricette scritte su un quaderno, oppure su un foglietto strappato da chissà dove… magari unte, macchiate, con sbavi d’inchiostro… Ora mi accade spesso di trovare le ricette nei blogs; quelle che mi piacciono le trascrivo nel mio taccuino, ma in passato erano le zie, le amiche, le mamme delle amiche, le vicine di casa, che me le donavano. Quante volte, a casa loro, offrendomi un dolce, oppure invitata a cena ho esclamato « Mi dai la ricetta?». C’era chi prendeva con gioia il primo foglietto che aveva a portata di mano e mi scriveva la lista degli ingredienti spiegandomela a voce. C’era chi strappava con attenzione un foglio da un quaderno, cercava una penna e me la scriveva passo passo; oppure chi preferiva dettarmela perché diceva di avere una brutta scrittura… C’era chi mi narrava un racconto legato alla ricetta... Ogni volta che rileggo e preparo una ricetta che mi è stata donata penso a quella persona e nasce un sorriso.
Indice delle ricette La Trippa “Oh, bòna!” Plumcake alle noci e caffè... Raviole di Maria Paola Noi che... da bambini bevevamo il VOV Patè di borlotti e ricotta Chiacchiere di Carnevale Torta con ricotta e cioccolato Vitello tonnato di Mariuccia Le graffe della nonna La caponata di melanzane Castagnole yogurt Raviole bolognesi Pignolata al mandarino Mantovana Involtini di melanzane di mamma Maria Frappe o Chiacchiere o Cenci Fettuccine dolci
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Arancini di carnevale marchigiani Risotto all’arancia su crema di stracchino Pavlova con crema pasticcera, kiwi e marmellata di cedro Treccine dolci con le mandorle Chiacchiere e sanguinaccio, ricette di mamma...grazie! Torta rovesciata con ananas e noci Curambiè, sull’onda dei ricordi… Dolce alle nocciole Clafoutis La minestra dolce dei primi del ‘900 Dolce Anna Paola. Revival anni ‘70 Gnocchetti di spinaci e ricotta Le ali nel cuore... muffins I calzoni di mamma Gisella Caipirinha sicula I pancakes di Teatina Rotolo nutella e mascarpone super goloso
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Indice delle ricette Torta di mele Pennette panna rosa e salmone Crostata alla nutella e mascarpone Torta allo yogurt di nonna Caty Una torta di ricotta per ricordare... Torta di patate con cioccolato e cannella Daifuku e tsubu-an hand made Crostata di frutta Coconut milk jelly La pasta frolla per crostata della mia [bis]nonna Le trenette con il pesto genovese Le pupporine Quadrotti di pane, frutta secca e cacao La pizza di nonna Vittoria Torta della zia Luisa Torta di farro di mamma Torta di mele di Alba
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Agnello alla Sannita Biscotti con corn flakes Spezzatino di pollo alla soia Zucchine tonde ripiene Buccellati di zia Barbara! Torta di pane Torta di mandorle Torta al formaggio di Pasqua Torta di rose Torta di cioccolata del ‘700 Le olive ascolane della nonna... “o m’hai fregato...” Crostata solare
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Ricetta
La Trippa “Oh, bòna!”
Ingredienti (in quantità secondo i propri gusti):
E’ stata ri-go-ro-sa-men-te scritta a mano dalla mamma (Maria), su un pezzetto di carta reperito in un qualche angolo nascosto della borsa, e gelosamente passata alla figlia (Linda) nel bel mezzo di una dolorosissima seduta di famiglia dal flebologo. Si vede bene la differenza tra la calligrafia ordinata e regolare della mamma, che doveva ancora essere punzecchiata dal dottore, e gli scarabocchi tremolanti nei pochi interventi della figlia, già largamente punzecchiata dal dottore al momento del passaggio. Il prezioso papiro è ora archiviato, assieme a tutte le altre ricettine di famiglia, nel preziosissimo Quaderno delle ricette, in pregiata carta fiorentina, regalo della mamma di davvero tanti anni fa... ~ di Linda ~
(isaporidiromagna.blogspot.com)
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Trippa fresca tagliata a listarelle Carota, sedano, cipolla e aglio Polpa di pomodoro a cubetti Vino bianco Olio Sale e pepe Peperoncino in polvere Preparazione: Tagliate gli odori a piccoli cubetti e soffriggeteli in un tegame capiente con olio a temperatura media. Appena le verdure sono appassite, aggiungete al tegame la trippa. Occorre mescolare accuratamente per farla insaporire bene con gli odori. Versate quindi il vino bianco e lasciatelo sfumare bene a fiamma alta. A questo punto salate, pepate e aggiungete la polpa di pomodori a cubetti (ottimo risultato anche con quella in scatola) e una punta di peperoncino in polvere. Abbassate leggermente la fiamma e lasciate cuocere molto lentamente per almeno due ore, assaggiando al termine della preparazione per verificare cottura e sapidità (e per aggiungere altro peperoncino, se piace!).
Ricetta
Plumcake alle noci e caffè...
Ingredienti: 1 dl di caffè forte freddo 150 gr di gherigli di noci (ne ho tenuti 5 da parte per decorare) 100 gr di burro ammorbidito 150 gr di zucchero di canna 2 uova 200 gr di farina un cucchiaino di lievito Preparazione: Lavorare a lungo il burro con lo zucchero (ho usato la frusta k rivestita con il silicone, per questo tipo di impasti la preferisco alla frusta) poi aggiungere un’ uovo per volta, e lavorare fino ad ottenere un’impasto bello montato. Nel frattempo, setacciare bene la farina con il lievito, e spezzettare le noci, le lascio abbastanza grosse, mi piace che si sentano… Aggiungere all’impasto la farina alternando con il caffè, facendo attenzione a non formare grumi. A ultimo aggiungere le noci, versare l’ impasto in un stampo da plumcake da 25 centimetri.
Questa é una delle prime torte che ho imparato a fare,avrò avuto 14/15 anni,ancora oggi la faccio con piacere.Ho un vecchio quaderno di ricette,che custodisco con affetto e una punta di gelosia da piu di 20 anni,ricette scritte a mano da me da mia sorella,mio fratello,da un’amica insomma più collaborazioni,ritagli di giornale,e tanti tanti fogli svolazzanti. Anni fa avevo pensato di riscrivere e stampare le ricette,ma sinceramente mi piacciono più cosi,i fogli ingialliti con qualche macchia sanno di vissuto! Ogni tanto lo sfoglio e scelgo una ricetta oggi mi sono fatta ispirare da questa! ~ di Francesca ~
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(tortedecorazioni.blogspot.com)
Cuocere nel forno caldo 170° per circa 50 minuti, fare la prova stecchino. E’ più buona se mangiata un giorno o due dopo averla fatta, per una come me che adora le torte tiepide una vera tortura ma vale la pena aspettare. Per la decorazione di cioccolato, ho scaldato 50 grammi di panna fresca con una bustina di caffè solubile, fino a 40° fuori dal fuoco ho aggiunto 50 grammi di cioccolato fondente al 70% mescolato bene finché si e sciolto. Sconsiglio di portare la panna a ebollizione non e necessario, il cioccolato si scioglie a basse temperature basta pensare a quando lo mettiamo in bocca,la temperatura ideale per il cioccolato fondente è 32° scaldandolo troppo si “brucia” e il burro di cacao si separa infatti una volta freddo lo troviamo in superficie (non vi é mai capitato? A me si le prime volte poi ho capito perché) diventa opaco perde di sapore…
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Raviole di Maria Paola
Ricetta
Ingredienti: 600 gr. di farina 150 gr. di burro 150 gr. di zucchero 4 uova 1 bustina di lievito 1 bicchierino di cognac Alchermes un cucchiaino di lievito Preparazione: Impastare gli ingredienti in questo ordine: Farina + tuorli + burro fuso + zucchero + chiare montate + lievito + cognac. Stendere una sfoglia di 3-4 cm. Ritagliare dei cerchi riempire con Nutella o marmellata e ripiegare la pasta chiudendo bene i bordi. Cuocere in forno caldo per 10-12 minuti a 180-200 gradi. Lasciare raffreddare e bagnarle con liquore Alchermes. Spolverizzare con zucchero a velo.
Questa ricetta deliziosa scritta dalla mia amica Maria Paola, bolognese D.O.C., mi ricorda gli anni in cui lavoravo. Avevamo una sala dove facevamo le pause caffè e in occasione delle riunioni molti di noi preparavano dei dolci da offrire ai partecipanti, Maria Paola portava spesso le sue raviole e devo dire che duravano sempre pochissimi minuti. Quando li preparava le pause caffè duravano sempre un pò di più. Sono davvero buoni e semplici da fare. Conservo la ricetta da tantissimi anni, pur avendola ricopiata nel mio ricettario personale. E’ un piacere condividerla con te. ~ di Pamela ~
(sonoquellochesento.blogspot.com)
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Noi che... da bambini bevevamo il VOV
Ricetta
Ingredienti: Ho la fissa di togliere la pellicina del tuorlo perchè mi da fastidio la puzza dell’uovo. Quindi, nella ricetta, ho aggiunto un uovo per via dello scarto. Ma se per te non è un problema e la pellicina la vuoi tenere, puoi usare 4-5 uova. Ho scelto uova che hanno il tuorlo arancione. Quando ero bambina e andavo a trovare i miei nonni, mi facevano assaggiare un sorsino di VOV… quello con la bottiglia bianca, l’etichetta blu e gialla. Ricordo che ogni tanto, mentre tutti erano in cucina, andavo in salotto, chiudevo la porta, aprivo la credenza, che naturalmente cigolava, prendevo il VOV, ruotavo il tappo, mi attaccavo alla bottigliona e ne bevevo un sorso, con quella emozione inquieta di chi sa di fare qualcosa di trasgressivo. Crescendo non ho più bevuto il VOV anche se mi piace ... in generale bevo raramente alcolici, ma visto che ho trovato la ricetta per prepararlo in casa l’ho fatto e mentre lo sorseggiavo guardavo le fotografie di quando ero bambina. ~ di Barbara ~
(spelucchino.blogspot.com)
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1/2 litro di latte intero 6 tuorli d’uovo medie (uova gialle Tedaldi) 200 g di zucchero a velo 200 g di zucchero semolato 1 stecca di vaniglia 100 g di Marsala D.O.C. 100 g di alcool Preparazione: Fai bollire il latte con lo zucchero semolato e lascialo raffreddare. Togli la pellicina dai tuorli (separa l’albume dal tuorlo. Mettilo in un piattino o tazzina. Prendi delicatamente il tuorlo tra il pollice e l’indice rompendolo e tirando via la pellicina).
Sbattili con lo zucchero vanigliato... senza esagerare altrimenti i tuorli si schiariscono. Uniscili al latte e mescola bene con una frusta a mano. Aggiungi il Marsala e mescola bene. Unisci l’alcool e mescola bene. Agita bene per 8 giorni. Conservalo in luogo fresco e scuotilo prima di berlo. • Buonissimo caldo con panna fresca semimontata e un pizzico di cannella!
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Patè di borlotti e ricotta
Ricetta
Questa ricetta per me ha un legame affettivo, me la mandò mia figlia qualche anno fa da Tokio. Alle sue amiche giapponesi piacevano tanto gli ingredienti italiani, così una sera preparò per loro questo patè, sembra che lo gradirono così tanto che vollero la ricetta. Così mia figlia mi consigliò di provarla. Dovete sapere che i giapponesi mangiano molto con la vista, l’aspetto estetico del piatto è fondamentale, le loro esclamazioni a tavola quando una pietanza è di loro gradimento sono molto esplicative: cominciano con “Oishii so” (sembra buono), dopo avere assaggiato proseguono con “Oishiiiiiiiiii...” (buono) e alla fine del pasto “Ippai desu ne” che significa che sono sazi, che bella mangiata!!! Non mi resta che augurarvi “Shkuyoku” (Buon Appetito)!!! ~ di Sara ~ (www.dipastaimpasta.it)
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Ingredienti: 400 g di fagioli borlotti lessati 1 Spicchio di aglio 175 g di ricotta 50 g di burro 1/2 limone spremuto sale e pepe 30 g di prezzemolo 15 g di timo (solo se è fresco) Preparazione: Mettere tutti gli ingredienti nel bicchiere del frullatore ad immersione, frullare fino ad ottenere una crema omogenea. Ungere delle formine e riempire con il composto (io ho usato un coppapasta), lasciare riposare per almeno un’ ora in frigorifero. Servire con crostini di pane e insalata mista.
Ricetta
Chiacchiere di Carnevale
Ingredienti: 500 g di farina “00” 2 cucchiai di zucchero 3 uova intere 50 g di burro fuso buccia grattugiata di limone e arancio 2 cucchiai di liquore (rum o cognac) una bustina di lievito per dolci qualche cucchiaio di vino bianco olio per friggere zucchero a velo Preparazione: Su una spianatoia, fate la fontana con la farina miscelata con il lievito. In mezzo mettete le uova, lo zucchero, il burro fuso raffreddato, la buccia di limone e arancio e il liquore e cominciate ad impastare. Aggiungete a poco a poco il vino bianco fino ad ottenere un impasto omogeneo e bello elastico. Potete anche usare il mixer per impastare tutti gli ingredienti. Fate una palla, avvolgetela nella pellicola e lasciatela riposare per almeno un’ ora. Tirate la sfoglia sottile con la macchina della pasta, tagliatela a rettangoli, fate un taglietto al centro e friggete in abbondante olio ben caldo. Devono friggere pochissimi secondi per parte e risultare appena dorate. Scolatete su un foglio di carta assorbente e cospargetele con abbondante zucchero a velo.
Chiacchiere, bugie, frappe, chiamatele come volete. Per questi dolci tipici del Carnevale, ognuno ha la sua ricetta, io le vedevo fare dalla mamma e dalla nonna come molte di voi, le dosi e gli ingredienti scritte su un fogliettino ingiallito. Questo fogliettino mi è capitato tra le mani sfogliando un vecchio libricino di appunti di cucina e questa è la ricetta che mi è stata tramandata. ~ di Manuela ~
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(creacucina.blogspot.com)
Torta con ricotta e cioccolato
Ricetta
Il mio libro delle ricette inizia precisino, maniaco dell’ordine; le prime pagine sono tutte scritte per bene con titoli in grassetto e il resto piccolo... andando avanti il libro si trasforma...le pagine centrali sono tutte ormai scritte solo in nero e le note cominciano a scomparire... continuando a scorrere, le pagine diventano sempre più confuse, i colori aumentano perchè ormai appunto ricette anche con il sangue del pollo che ho lasciato sul tavolo... il libro si strasforma sempre più...le ultime pagine sembrano una lavagna di Hannibal Lecter...Ho pezzi di ritagli di giornale appuntati con le spillette...pagine rubate dai libri che leggevo dal dentista attaccate con lo scotch...e tra poco il mio libro arriverà all’ultima trasformazione... quella di essere vivente! Si perchè la pasta madre che ormai ho appiccicato su quasi tutte le pagine tra pochi giorni mi dirà: Beh? hai finito di leggere quanta farina occorre, che finalmente chiudo sto’ libro che sto prendendo freddo? (il mio lievito madre risente delle mie 3 lingue conosciute ciociaro-aquilano-romano). La pagina della ricetta è salva dall’appiccicume del mio lievito madre! Si capiscono gli ingredienti, di solito la preparazione la salto e faccio due disegni....faccio prima.... anche se molte volte non li capisco nemmeno io e quindi da una torta segnata ottengo un dolce tutto nuovo ! Anche questo è avere fantasia in cucina! ~ di Cranberry ~
(cappuccinoandcornetto.blogspot.com)
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Ingredienti: per la frolla: 150 g di zucchero 170 g di burro 1 bustina di vanillina 4 uova 250 g di farina per il ripieno : 100 g di gocce di cioccolato fondente 100 g di cioccolato fondente 500 g di ricotta Preparazione: Tagliate il burro a pezzetti e lasciatelo a temperatura ambiente per qualche minuto. Sul tavolo da lavoro mettete la farina disposta a fontana, al centro 4 tuorli d’uovo, e lo zucchero , la vanillina e il burro spezzettato. Lavorate il tutto fino ad ottenere un panetto morbido che ricoprirete con la pellicola e riporrete in frigo per una ventina di minuti. Per la crema, montate a neve ben ferma gli albumi, incorporare la ricotta e dividete l’impasto in due ciotole. Fate scio-
gliere il cioccolato fondente a bagno maria. Unite in una ciotola le gocce di cioccolato e nell’altra il cioccolato sciolto. Riprendete la pasta frolla e usate i 2/3 per rivestire uno stampo del diametro di 26 cm precedentemente imburrato; fate in modo che i la pasta fuoriesca dallo stampo ,bucherellate la base.
Versate prima la crema con le gocce e sopra quella scura, usate la restante pasta frolla per formare il coperchio della torta. Poggiatelo sopra lo strato di crema e ripiegate con attenzione i bordi verso l’interno. Infornate in forno già caldo per 45 minuti a 180°. E’ una semplice torta alla ricotta, ma la particolarità dei due ripieni di colore diverso, le dona un tocco di novità.
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Vitello tonnato di Mariuccia
Ricetta
Questa è una ricetta scritta da mia madre, penso negli anni quaranta, quando aveva una ventina d’anni. Mi raccontava sempre di una signora (la Mariuccia) che abitava nel suo palazzo e faceva la cuoca in un albergo della città. La ricordava per la sua gentilezza e le sue capacità culinarie e quando era possibile trascorreva con lei diverse ore parlando sempre di cucina, naturalmente! Da questi incontri ne uscì un quadernetto in cui mia madre scriveva le ricette della Mariuccia in bella copia, come si faceva allora! Questo cimelio lo conservo con tanto amore, anche se manca di diverse pagine, e da qui ho tratto la ricetta del vitello tonnato, uno dei miei piatti preferiti! ~ di Elena ~
(zibaldoneculinario.blogspot.com)
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Ingredienti: 800 g di vitello 100 g di tonno 50 g di capperi 50 g di cetrioli maionese 3 acciughe 1 limone carota sedano prezzemolo cipolla sale pepe Preparazione: Lessate la carne di vitello con sale, carota, cipolla, sedano e prezzemolo, quando sarà cotta , dopo circa 2 ore, fatela raffreddare sul tagliere con un leggero peso sopra. Preparate intanto la salsa tonnata nella seguente maniera: tritare finissimo il tonno, le acciughe, i capperi che poi pas-
serete al setaccio. Fate una maionese con 2 tuorli d’uovo, un bicchiere di olio, sale , pepe, succo di 2 limone, unite a questa maionese il passato di tonno e acciughe e mescolate. Tagliate a fette regolari il vitello, disponetelo in un piatto e copritelo con questa salsa. Guarnite il piatto con fettine di limone e cetriolini. Aspettate qualche ora prima di servirlo perchÊ abbia modo di insaporirsi. Questo scritto indica, al suo interno, anche la ricetta della maionese che doveva essere fatta rigorosamente a mano! In linea di massima questa ricetta la seguo ancora, anche se i cetriolini li ho banditi perchÊ mi rendo conto che spesso non piacciono e la maionese la faccio con il frullatore o il bimby.... me lo concedete?
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Le graffe della nonna
Ricetta
Sin da piccola, ho avuto sempre la tendenza a “recuperare” stralci di vita altrui, lasciati per caso sulla mia strada. Mia madre ha sempre definito questo modo di conservare ogni singolo pezzo di carta, un’insana mania di vivere tra scartoffie impolverate e avanzi di quotidiano inutili. Per me, suo esatto opposto caratteriale, è sempre stato un modo di fermare il momento, raccogliere quello che magari un giorno, avrei ritrovato, ricordando inevitabilmente il perché avessi scelto di non buttare, ma conservare… Riavvolgendo il nastro dei ricordi, tra i miei appunti di cucina, è spuntata una vecchia ricetta di chissà quale nonna (vista l’origine partenopea della suddetta, non certo le mie, che erano di origini diverse), che ho sempre conservato con la speranza un giorno, di darle la giusta collocazione: la vita ha voluto, che mio marito sia goloso delle Graffe o Zeppole che chiamar si vogliano, da queste parti, e così leggendo il blog di Spelucchino, ho trovato l’idea del suo contest, un sorriso per l’anima e ho deciso, premio fantastico a prescindere, di regalare alla sua collezione, la ricetta delle Graffe della Nonna, senza le quali non avrei visto il mio uomo sorridere, inzuccherato e felice! ~ di Claudia ~
(questionedigusto.wordpress.com)
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Ingredienti: Gli ingredienti sono i classici, l’unica accortezza è che essendo una ricetta di quelle di un tempo, molto della riuscita dell’impasto, dipende dalla vostra percezione di lievitazione e di impasto sodo ed elastico (quindi tenete vicina la farina, perché i quantitativi per lavorare le graffe, potrebbero richiederne in aggiunta!). Ah dimenticavo, nello scritto in foto, sembrerebbe mancare un passaggio: dopo aver passato le patate, saranno le prime ad esser aggiunte, una volta tiepide, alla farina, ma sulla ricetta originale questo non veniva detto… Vi serviranno 500 grammi di patate, 650 grammi di farina, 100 grammi di burro, 4 uova, 1 cucchiaino di sale, 2 dadi di lievito di birra, 2 cucchiai di zucchero + olio d’oliva per friggere e tanto zucchero per farcire le vostre graffe, una volta pronte. Preparazione: Il procedimento come per tante vecchie ricette è semplice: fate
bollire le patate per almeno 30 minuti (il controllo in punta di forchetta è migliore dell’orologio, se non siete sicuri), spellatele, passatele nello schiacciapatate e fatele raffreddare. Versate la farina a fontana ed aggiungete tutti gli ingredienti, patate comprese, con l’unica accortezza di aggiungere il sale in ultimo, in modo che non blocchi la lievitazione, sollecitata dallo zucchero. Finito di amalgare il vostro impasto, con l’aiuto, se necessario, di un pò di farina, formate dei filoncini di circa 20 cm che arrotolerete a ciambella (ricordate che le graffe hanno solitamente le due punte, che fuoriescono a fiocco, ma se preferite la forma di ciambelle ça va sans dire!), poggiateli su un piano infarinato e lasciateli lievitare per un’ ora. Al termine di questo riposo, preparate il vostro olio (la ricetta prevede l’olio d’oliva e la frittura tradizionale senza friggitrice, ma potete variare a seconda della vostra filosofia del fritto ideale) e appena sarà caldo a sufficienza, tuffate le vostre graffe in pentola e fatele girare di tanto in tanto, finché non avranno un colore dorato. Scolatele, lasciate che si asciughino un pò dell’olio in eccesso, e poi tuffatele in un piatto colmo di zucchero, dove vi basterà girarle un paio di volte perché siano magicamente zuccherose… Visto il periodo di Carnevale in corso, spero riusciate a provare quanto prima queste bontà, mentre continuo a pensare che se avessi buttato quel foglio, non avrei potuto lasciarvi con le dita zuccherate!
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La caponata di melanzane
Ricetta
Pranzi movimentati, allegria, odore di fritto, odore d’aceto, profumo d’estate…. La caponata di melanzane riesce a far affiorare alla mente miriadi di sensazioni, odori, sapori,davvero inscindibili da questo piatto vanto della cucina siciliana. La ricetta di oggi fa parte di quella miriade di pagine, fogli e “pizzini” volanti sui quali tutti prima o poi abbiamo trascritto ingredienti, procedimenti, tempi di cottura delle ricette prese al volo da parenti, amici o conoscenti, e che si trovano ancora tra le pagine di un’agenda, dove “un giorno” potrebbero essere trascritte, ma che puntualmente si ritrovano accanto a ciotole, pentole, farina, olio e quant’altro, impregnandosi di volta in volta di odori, sensazioni e profumi appunto, e dei vari ingredienti che vuoi o non vuoi ti ritrovi tra le mani e di conseguenza sul foglietto del momento! ~ di Lori ~
(maniamorefantasia.giallozafferano.it)
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Ingredienti: Ricopio la ricetta come da “pizzino”, anche se io ne ho fatto una dose ridotta a misura di famiglia! Come avrete capito al caponata è uno di quei piatti che si preparano nei pranzi “affollati” più o meno informali, ma se avanzasse, sappiate che diventa sempre più buona conservata in frigo in un contenitore per alimenti in vetro. 10 melanzane una grossa cipolla un bel mazzo di sedano 1 kg di pelati 2 cucchiai di capperi dissalati 300 g di olive verdi denocciolate olio extra vergine d’oliva olio per friggere sale q.b. 1/2 bicchiere d’aceto buono 3 cucchiai di zucchero Preparazione: Tagliare le melanzane a cubetti (4 cm circa) e metterli sotto
sale per almeno un’ora in uno scolapasta (considerate che rilasceranno il liquido amarognolo, quindi mettete un piatto o un recipiente sotto!) Nel frattempo preparate il sugo della caponata. Lavate bene il sedano, tagliatelo a tocchetti (anche le foglie) e mettetelo in un tegame ricoperto a filo d’acqua. Fate cuocere fino a far prosciugare l’acqua. A questo punto aggiungete la cipolla tritata e soffriggete il tutto con abbondante olio d’oliva. Aggiungete i capperi, le olive tagliate a metà o a rondelle, e il pelato passato al mixer o passaverdure (in mancanza di pelati utilizzate la conserva di pomodoro). Salate e fate cuocere a fuoco basso, fino ad ottenere una salsa densa e saporita. Prima di spegnere aggiungete lo zucchero e l’aceto per fare l’agrodolce, aggiustando secondo il vostro gusto. Friggete le melanzane. Tamponate per bene le melanzane con dello scottex, o uno strofinaccio pulito e friggetele in olio ben caldo e abbondante (raccomando l’olio abbondante perchè solo così non verrà assorbito dalle melanzane!). Unite le melanzane alla salsa preparata in precedenza (a fuoco spento!) e fate raffreddare completamente prima di servire. Vi consiglio di preparare taaanto pane per accompagnare la caponata, non se ne potrà fare a meno con tutto quel “sughetto”!!!
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Castagnole Yogurt
Ricetta
Tantissimi anni fa, prima di sposarmi, facevo parte del coro parrocchiale e ogni tanto organizzavamo delle cenette in cui, ognuno portava qualcosa e in più si comprava un secondo e poi si divideva. La ricetta che vi sto postando me la diede proprio una signora simpaticissima che le portò durante una serata organizzata proprio nel periodo di Carnevale, sono buonissime e veloci da preparare. ~ di Claudia ~
Ingredienti: 2 uova 3 cucchiai yogurt 3 cucchiai zucchero 1 limone grattugiato ½ bustina di lievito per dolci 10 cucchiai farina Preparazione: Riempire un tegame profondo con l’olio e far scaldare (oppure accendere la friggitrice). Mischiare col frullatore le uova, aggiungere lo yogurt, lo zucchero, il limone, la bustina ed infine la farina. Prendere l’impasto con un cucchiaino e con un altro farlo scendere nell’olio bollente. Scolarle, metterle in un piatto con tovagliolo assorbente e spolverare con zucchero a velo o passarle nello zucchero semolato. Rimangono morbide per diversi giorni.
(ildolcefornodiclaudia.blogspot.com)
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Ricetta
Raviole bolognesi
Ingredienti: 500 gr di farina 250 gr di zucchero 100 gr di burro 2 uova Scorza di limone 1 bustina di lievito latte q.b. 400 gr di marmellata Preparazione: Fare la fontana con la farina e lo zucchero. Rompere al centro le uova, mettere il burro sciolto e la scorza di limone. Distribuire il lievito sopra la farina. Impastare il tutto e se serve aggiungere un pochino di latte. Tirare una sfoglia non troppo sottile. Ricavare dei dischi con uno stampo oppure con una tazza da te, come faceva la mamma quando io ero piccola...Mettere un pochino di marmellata al centro del disco, chiudere le raviole senza spingere i bordi, appoggiandole soltanto, cercando di portare il lembo superiore oltre a quello inferiore.Cuocere in forno a 250° per 10 minuti. Far raffreddare le raviole e poi bagnarle nell’alchermes e poi nello zucchero semolato.
Queste sono le raviole bolognesi e la ricetta me la sono fatta dare dalla mia mamma la sera della Vigilia di Natale. Lei le fa da una vita, una volta le faceva sempre per Pasqua, ma da qualche anno invece spuntano anche a Natale. Quando la mamma fa le raviole mio papà le dà una mano. Il suo compito è quello di prendere le raviole appena sfornate e di intingerle nell’alchermes e poi nello zucchero. La cosa buffa è che una raviola su due mio papà se la mangia... e se mia mamma lo sgrida, lui ribatte che dovrà pure assaggiarle per verificare che siano buone!! ~ di Mirka ~
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(sdauramoderna.blogspot.com)
Pignolata al mandarino L’ultima volta che ho mangiato questi dolci avevo diciasette anni...una vita fa! Per chi è interessato solo alla ricetta, salti direttamente alla fine del post, che vi annuncio probabilmente lunghetto. Adesso seguitemi e anche se oggi c’è un freddo pazzesco, immaginatevi un fine luglio tanto caldo da togliere il fiato, una bimba di nove anni correre tra filari e filari di piccole piantine di pomodori in lontananza la voce tremula e buona di una donna chiama la bambinetta. Girasoli messi al sole a seccare, pomodori spaccati a metà e coperti di sale
Ricetta
riempiono l’aria di un profumo meraviglioso.... Ginestrina è contenta, non sa perchè le viene da ridere, non le era mai successo prima, ridere così senza motivo, in quel paese è tutto diverso da casa sua, può correre senza preoccuparsi delle macchine, di sudare o di sporcarsi... può mangiare lì in mezzo alle piante e nessuno le dice di stare seduta...e può ridere tanto per il gusto di ridere e nessuno lo trova strano! Ginestra guarda in sù, un cielo tanto azzurro e grande sembra quasi raccogliere tutto quello che la circonda, per la prima volta si sente libera anche se non comprende esattamente quella sensazione, ma non se ne cura e segue l’istinto, impara a mangiare i semini di girasole, strappandoli uno ad uno e spaccandoli con i denti...e i pomodorini, mentre corre li strappa e infila in bocca, come sono dissetanti!
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Ingredienti: Ricetta di zia Angelina 500 gr. di semola di grano duro 5 uova una manciata di zucchero un pizzico di sale miele Ricetta di Ginestra 250 gr. di farina 00 50 gr di semola di grano duro 4 uova la buccia grattuggiata di un mandarino non trattato mezzo bicchiere di mandarinetto 2 cucchiai d’olio d’oliva 1 cucchiaio di marmellata di mandarini possibilmente homemade 2 cucchiai di zucchero semolato 250 gr di miele di zagara olio per friggere zuccherini colorati per decorare chocaviar per decorare Preparazione: Lavorate le farine con le uova, la buccia del mandarino, il liquore e l’olio. Formate un bel panetto morbido e lasciate riposare un oretta. Prelevate poi dal panetto l’impasto poco alla volta, sul tavolo infarinato con la semola, formate un cordoncino dello spessore di un dito. Tagliate obliquamente tanti piccoli gnognetti, e nel caso abbiate bambini, lasciate che formino con l’impasto tante piccole palline, friggete in abbondante olio caldo le vostre “palline”,
poche per volta, vedrete che si gonfieranno durante la cottura. Una volta dorate, aiutandovi con una schiumarola, lasciatele sulla carta forno a perdere l’eccesso d’olio. In una capace padella mettete 2 cucchiai d’acqua, 2 di zucchero, la marmellata che dovrà essere del tipo senza buccia e il miele, non appena il composto si sarà liquefatto amalgamatelo insieme agli gnocchetti fritti, caramellateli facendo attenzione a non far bruciare il miele! A questo punto, spegnete il fuoco e versate, aiutandovi con un cucchiaio, in vari pirottini di carta la pignolata, oppure versatela tutta su un piatto di portata, bagnatevi le mani e compattate tutte le palline insieme. Successivamente decorate con zuccherini colorati, anicini e diavoletti. Ho decorato la pignolata dei pirottini con il chocaviar, e la pignolata sul piatto di portata l’ho lasciata decorare alle bambine con gli anicini e i classici zuccherini colorati. La presenza del mandarino, frutto che adoro, non ha fatto altro che migliorare l’aroma e il sapore dei biscottini. Ovviamente non deve predominare il mandarino, ma, vi accorgerete che le note dolci e profumate del miele di zagara si sposano perfettamente alla discreta presenza del mandarino.
La sera si ritorna a casa della zia e prima di cena si gioca un poco a nascondino, ma non come in città, non ci si nasconde in casa, c’è il quartiere a disposizione, dal benzinaio alla bottega della zia, dalla chiesa alla pasticceria, e tutto un campo giochi, e si gioca tutti insieme dai cinque ai sedici anni! Dopo cena la zia tira fuori la “pignolata” fatta apposta per la nipote di città “perchè poi chissà quando ti ricapita di mangiarla”. Le palline dolci vanno giù una dopo l’altra, non si riesce a smettere di mangiarle... Ieri friggevo con un nodo in gola per la commozione, quanti anni sono passati, non c’è più quella campagna, non c’è più quella zia, talmente cara che in uno dei periodi più bui della mia vita si fece un viaggio fino a casa mia per portarmi la sua pignolata, per dirmi con ogni piccolo biscottino, vedrai che passerà, che la vita va avanti. Ventanni fa. Ieri ho impastato con le mie nanocuoche, entrambe hanno fatto palline e palline, e una volta fritte e caramellate si sono divertite a riempirle di codette colorate. Il groppo in gola si è sciolto, perchè è bello avere bei ricordi ma bisogna ricordarsi di vivere il presente, soprattutto adesso che si stanno formando ricordi nella testolina di altre bimbette. ~ di Ginestra ~
(laginestraeilmare.blogspot.com)
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Mantovana
Ricetta
Era gennaio 2010 e sono andata a Civitanova Marche dai mie zii per festeggiare il compleanno dello zio ... e sono rimasta impressionata dalla quantità di ricette preparate dalla zia tra antipasti, primi, secondi, contorni e dolci... Sembrava una catena di montaggio ingredienti sparsi, ciotole, piatti secchiaio pieno di roba da lavare che veniva svuotato continuamente perchè altra roba sporca era in arrivo e curiosa ho chiesto alla zia se avesse un quaderno dove aveva annotato tutto …detto fatto... Leggevo le varie ricette (specie i dolci ) e lei ripeteva questo è semplice, questo è veloce e già preparava gli ingredienti per farmi assaggiare e trasformare in realtà quello che io leggevo... Ovviamente ho preso dei foglietti e ho trascritto alcune ricette (tra cui quella che vi vado a proporre)... Tornando a casa ripensavo alla facilità e velocità con cui lei si muoveva in cucina e penso che quel giorno mi abbia spronato a vivere la mia cucina in un’ottica diversa... infatti pochi giorni dopo mi sono iscritta sul forum di giallozafferano,ho aperto un blog (che non ha pretese) e partecipare a questi contest mi sprona a provare nuove cose e a dare libero sfogo alla mia fantasia ...
Ingredienti: 4 tuorli 1 uovo intero 100 gr di burro fuso 150 gr di zucchero 100 gr di fecola 100 gr di farina 1 bustina di vanillina 100 gr di mandorle tritate grossolanamente zucchero al velo per spolverizzare Preparazione: Separare i tuorli dagli albumi e lasciare solo un uovo intero. Amalgamare le uova con lo zucchero, aggiungere la farina setacciata insieme alla vanillina e infine il burro. Ungere e infarinare una tortiera bassa e rovesciare il composto, mettere sulla superficie le mandorle sbriciolate e infornare a 175° per circa 25 minuti. Sfornare, lasciar raffreddare e spolverizzare con zucchero a velo.
~ di Grazia ~ (gormito72.giallozafferano.it)
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Ricetta Ingredienti per 4 persone: 4 melanzane medie sugo di pomodoro 300 g di prosciutto cotto 4 sottilette parmigiano grattugiato Preparazione: Preparo il sugo di pomodoro, con passata di pomodoro, cipolla e ci aggiungo dello zucchero per togliere l’acidità, non faccio il soffritto, non serve, a piacere foglie di basilico. Lavo e taglio le melanzane nel senso della lunghezza, le griglio. Prendo la fetta di melanzana grigliata e sopra vi adagio mezza fetta di prosciutto cotto ed una strisciolina di sottiletta, la chiudo ad involtino. Depongo gli involtini in una pirofila da forno, che ho precedentemente cosparso di sugo di pomodoro, li sistemo uno accanto all’altro, poi su ciascuno metto un po’ di sugo (a piacere un altro pezzetto di sottiletta), e spolvero col parmigiano grattugiato. Inforno a 160° circa per 7-8’. Si possono servire caldi, oppure a temperatura ambiente, ideali per i buffet! Buon appetito!
Involtini di melanzane di mamma Maria
Questa è una ricetta che mi è stata donata da mia suocera, che io chiamo mamma Maria, (suocera non le si addice, trovo sia un termine troppo distaccato per l’affetto che provo per lei), quando in estate l’andiamo a trovare, lei su nostra richiesta la prepara sempre volentieri, mi è capitato di prepararla e portare gli involtini a cene tra amiche, devo dire che ho fatto una bella figura, grazie mamma Maria. ~ di Giancarla ~
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(cuocheacasatua.blogspot.com)
Frappe o Chiacchiere o Cenci
Ricetta
Qualche giorno fa mia sorella mi porta un fogliettino che aveva trovato in un centro commerciale e su questo c’ erano scritte le ricette dei dolci di carnevale; giovedÏ ho pensato di provare a fare le frappe e devo dire che sono venute ottime, mentre stavo eseguendo la ricetta mi sono resa conto che era proprio quella che facevo quando ero piccola ma utilizzavo, allora, la farina macinata dal mulino la mattina. ~ di Claudia ~
(ildolcefornodiclaudia.blogspot.com)
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Ingredienti: 250 gr farina per frittura 2 uova 1 noce di burro 1 cucchiaio di zucchero 1 cucchiaio di liquore (a piacere) 1 pizzico di sale Preparazione: Disporre la farina in una ciotola e versarci le uovo, il burro fuso, il liquore, il sale e lo zucchero, impastare (io ho utilizzato il Ken). Lavorare fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico. Formare una palla e far riposare in un canovaccio per 1 ora. Stendere una sfoglia sottile di 2-3 mm; io ho utilizzato la macchina sfogliatrice Marcato (al numero 7 di spessore) che possiedo da circa 6anni; la mia è dotata anche del Pastadrive (motore elettrico) che mi velocizza tutto il lavoro e poi non bisogna fissare la macchinetta al piano di lavoro. Sono venute vuote dentro e ottime anche il giorno dopo.
Ricetta
Ingredienti: 300 g di farina 2 cucchiai di zucchero 40 g di burro 3 uova la scorza grattugiata di 3 limoni e aranci non trattati pizzico di vanillina olio di semi di arachidi zucchero a velo Preparazione: -Impastare la farina con le uova, lo zucchero, il burro fuso e il pizzico di vanillina. -Tirare la sfoglia abbastanza sottile. -Cospargere la parte centrale della sfoglia di zucchero e la scorza grattugiata dei limoni e aranci. -Piegare la sfoglia prima un lato e poi l’altro e ripiegare di nuovo. -Tagliare a fettuccine larghezza di 1 cm circa. -Friggerle in abbondante olio di semi – devono essere dorate -Scolarle su una carta del pane per evitare che si attacchi. -Spolverare di zucchero a velo quando sono fredde.
Fettuccine dolci Ogni Carnevale mia madre ci coccolava con i dolci tipici della festa: castagnole, ravioli dolci e le immancabili Fettuccine dolci. Fin da bambina non sono stata una grande amante dei dolci, ma le Fettuccine dolci della mamma erano speciali e irrinunciabili anche per una non gran golosa di dolci come me. Ricordo che le portavo - erano espressamente richiestealle feste di Carnevale della scuola o casa delle
amichette/i, riscuotevano sempre un gran successo. Ho provato a cercare la ricetta tra i suoi appunti di cucina trascritti in vecchie agende, ma non l’ho trovata. Come immaginavo era una di quelle ricette che ricordava a memoria e non aveva bisogno di consultarla ogni volta. Quest’anno, proprio parlando con una delle mie zie dei dolci di carnevale, sono riuscita a recuperare le dosi della sua ricetta. Non sono venute proprio uguali, ma le sue erano speciali… ~ di Fr@ ~
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(sciroppodimirtilliepiccoliequilibri.blogspot.com)
Arancini di carnevale marchigiani
Ricetta
Ecco un’ altra ricetta della terra dove sono nata: le Marche. Fino a questa mattina non sapevo che cosa fossero. Mentre ero al telefono con la mia cara zietta Rosella mi parla degli arancini. Gli unici arancini che conosco sono siciliani... mi dice che dalle loro parti sono dolci di carnevale... ma daaai?... Mentre mi diceva di cosa sono fatti io mi sono messa a cercare un’ immagine in internet... wow! «Ziaaaaa! Mi dai la ricetta? » le domando entusiasta! Ho preso velocemente il taccuino, penna e mentre mi dettava gli ingredienti e la preparazione io scrivevo. Dopo pranzo mi sono messa all’opera e... sono buonissimiiiii! Li abbiamo mangiati questa sera e sono piaciuti a tutti, grandi e bambini! Li rifarò martedì perchè è stata richiesta la replica. ~ di Barbara ~ (spelucchino.blogspot.com/
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Ingredienti per 8 persone: 650 g di farina 3 uova fuori frigo 50 g di burro 25 g di lievito di birra fresco latte tiepido 250 g di zucchero 3 arance non trattate 2 limoni non trattati olio per friggere Carta paglia Preparazione: Con le dosi che mi ha dato ne vengono tanti... Nonostante ci sia il lievito di birra non ci sono tempi lunghi di riposo. Con un pela-pomodori (oppure un pelapatate, ma togli la parte bianca) preleva la scorza delle arance e limoni. Con un robot tritali insieme allo zucchero. Sciogli il burro in 100 grammi di latte caldo. Lascialo intiepidire e aggiungi il lievito di birra. Setaccia la farina nella spianatoia. Fai la fontana. Metti le uova leggermente sbattute, il latte con il burro e il lievito. Inizia a impastare e aggiungi il latte che serve per avere
un impasto consistente ma morbido (ho fatto ad occhio). Avvolgilo nella pellicola e lascialo riposare per circa 20-30 minuti (serve per tirarlo con più facilità). Con il mattarello tira l’impasto a forma di lungo rettangolo, largo circa 30 centimetri. Cospargi lo zucchero con gli agrumi ( io l’ho spalmato perchè si era creato del liquido). Arrotola bene. Prepara ciò che serve per friggere. Evita di usare carta assorbente perchè si attacca ai dolci... a me è successo. Meglio la carta paglia. Taglia il rotolo a rontelle dello spessore di circa 1 centimetro e mezzo. Friggili, scolali e adagiali nella carta paglia. Friggendo lo zucchero all’interno si scioglie e caramella gli arancini
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Risotto all’arancia su crema di stracchino
Ricetta
Ma che razza di tempo... =__= ci saranno 2 gradi fuori! E non ho la minima voglia di uscire di casa... ma, ahimè, mi tocca! Speriamo che l’inverno finisca presto... Sono stufa di fare lo slalom tra le pozzanghere e di starnutire continuamente. Per fare un bel pieno di vitamina C (che torna sempre utile) vi consiglio di provare questo risotto all’arancia... buonissimo! ;) ~ di Sayuri ~
(japanthewonderland.blogspot.com/
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Ingredienti: 2 pugni di riso carnaroli brodo vegetale vino bianco 1 noce burro sale 1 arancia 50 g stracchino (o crescenza) 20 g latte in polvere Naturei ricostituito Preparazione: Lavare e pelare l’arancia cercando di non tagliare il bianco della buccia. Spremere l’arancia e tenere da parte il succo. Sbollentare le scorze e scolarle. Fondere il burro in un tegame, aggiungere il riso e sfumare con un filo di vino. Unire il succo dell’arancia e due mestolate di brodo bollente. Cuocere per il tempo necessario il riso (a seconda della qualità) e unire quando serve altro brodo. Spegnere il gas e coprire per 10 minuti. Sciogliere lo stracchino nel latte caldo e versare la salsa su un piatto da portata. Posare il coppapasta a cuore Guardini al centro e versarvi il riso. Comprimere bene con lo stantuffo ed estrarre il coppapasta.
Ricetta
Ingredienti: 3 albumi grandi 150 g zucchero semolato 1/2 cucchiaio fecola di patate 1 busta di preparato per crema pasticcera kiwi marmellata di cedro Preparazione: Montare gli albumi a neve ferma, unire lo zucchero e la fecola e continuare a sbattere per 5 minuti. Disegnare sulla carta forno due dischi da 18cm di diametro e rivoltare la carta dal lato opposto. Riempire i cerchi con la meringa ripassando più volte il bordo esterno per renderlo più alto della base. Usate una siringa con la bocchetta grande. Cuocere a metà altezza in forno ventilato a 110° per 90 minu-
Pavlova con crema pasticcera, kiwi e marmellata di cedro Ciaooo.... ^___^ Non vi dirò Buon San Valentino perchè personalmente è una di quelle “ feste” consumiste che non concepisco. Come la festa della mamma, del papà, della cognata... U___U Comunque non voglio entrare nella polemica. Il 14 febbraio resta un giorno qualunque, con o senza moroso! Ne approfitto, però, per presentarvi un signor dolce che di sicuro i vostri morosi apprezzeranno anche durante gli altri 364 giorni dell’anno... la Pavlova! =) La Pavlova è una torta tipica dell’Australia e della Nuova Zelanda. Questo dolce è stato creato nel 1935, dallo chef di un hotel a Perth, in onore della ballerina Anna Pavlova. Il dolce è fatto da un “cestino” di meringa farcito con crema pasticcera, panna e frutta di stagione. Le varianti sono quasi infinite: potete aromatizzare la meringa con dell’acqua di rose e farcirla con crema pasticcera al cioccolato, potete mettere della panna montata aromatizzata alla mandorla.... Questi sono solo dei suggerimenti, poi sta a voi creare la vostra personalissima Pavlova! =) ~ di Sayuri ~
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(japanthewonderland.blogspot.com/
ti a valvola aperta. Per assicurarvi che la meringa sia cotta toccarla col dito: deve essere asciutta al tatto. Se guardate la meringa noterete che lo zucchero è trasudato formando una lievissima patina caramellata che darà un buon gusto di tostato alla torta. Se desiderate cuocere la meringa ad una temperatura maggiore vi conviene usare dello zucchero a velo. La meringa tenderà a scurirsi naturalmente e ad acquisire il sapore tostato. Se usaste lo zucchero semolato la meringa saprebbe di bruciato! Lasciar riposare 10 minuti le meringhe in forno semiaperto e trasferirle su una gratella. Farcire la pavlova solo al momento di servirla. Preparare la crema pasticcera. Disporre al centro della base di meringa il coppapasta a forma di cuore Guardini. Farcire con la crema pasticcera e versare nel coppapasta un pò di marmellata di cedro. Coprire la crema con fettine di kiwi disposte a raggiera e servire!
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Ricetta
Ingredienti: 450 grammi di farina 250 grammi di burro a tocchetti 2 uova 1 bustina scarsa di lievito chimico oppure ammoniaca per dolci 160 grammi di zucchero di canna spezie - miscela per dolci a piacere mandorle con la pellicina zucchero semolato Preparazione: Riporto la ricetta, anche se ora le faccio più corte. Sulla spianatoia fare la fontana. Mettere al centro lo zucchero, le uova e amalgamare i due ingredienti. Aggiungere il burro, le spezie, il lievito e impastare velocemente. Mettere in frigo per 30 minuti. Formare dei cordoncini di circa 20 cm. (anche meno). Piegare e attorcigliare. Passare nello zucchero e decorare con le mandorle. Cuocere a 180° per 12-15 minuti circa.
Treccine dolci con le mandorle
Ricordo che era primavera. Indossavo già le maniche corte e un paio di jeans. Ero contenta perchè, finiti i compiti, potevo andare di sotto a giocare. Avevo da poco imparato ad andare in bicicletta senza rotelle e giravo intorno alla casa, contando il tempo per fare tutto il giro... 1 2 3 4 5...20 21. Ogni volta cercavo di metterci meno tempo. Ma ecco che mentre stavo curvando striscio contro l’angolo del muro e cado... Inizio a piangere e mia mamma, che era in cucina, si affaccia alla finestra, mi vede e scende. Dove ti sei fatta male? Mi chiede preoccupata. Le faccio vedere il gomito. Vede che non è nulla di grave e mi da un bacino nella piccola sbucciatura. Passato? Domanda con un sorriso. Un pochino. Le dico io. Allora sai cosa facciamo? Le treccine dolci. A me piaceva tanto fare questi dolcetti! Mi divertivo a fare lunghi cordincini. Poi la mamma me li lasciava attorcigliare. Ogni volta che li preparo ricordo la dolcezza della mia mamma.” ~ di Orietta ~
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Chiacchiere e sanguinaccio, ricette di mamma...grazie! Cucinare con mamma è stato bellissimo, non lo facevamo da tempo, e quando ho letto di questa opportunità, mi è subito venuto in mente il suo quadernino delle ricette, scritto proprio da lei personalmente!! Vedere queste foto (anche se orrende come sempre…scusatemi!) e averla coinvolta in questa “missione” mi ha emozionato tanto. Chi non conosce le sue vicende di vita potrebbe ritenere tutto ciò smielato, ma per me non è così. Raccontare tutta la sua storia sarebbe lungo e noioso per voi, ma voglio, devo, dirvi solo un paio di cose per farvi capire l’importanza che questo quadernino ha per me: 1:credo sia stato uno delle ultime cose scritte da mia mamma: è infatti datato 1989, anno in cui è stata colpita da ictus; 2: da allora non è riuscita più a recuperare la parola, né tantomeno a scrivere, anche se, fortunatamente, fisicamente e mentalmente sta bene ed è in gran forma! ;-) Mia mamma, Maria, oggi ha 81 anni ed è, per me, la donna più straordinaria del mondo! Allora grazie all’iniziativa di Spelucchino…grazie di cuore, spero di riuscire a preparare ancora altre ricette per il tuo contest. Per ora queste sono le mie chiacchiere e il mio sanguinaccio, anzi quelle di mamma Maria. ~ di Rosalba ~
(buonumoreincucina.blogspot.com/
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Ricetta
Ingredienti Chiacchiere 350 g farina 30 g burro 50 g di zucchero 2 rossi d’uovo limone poco liquore Preparazione: Al centro della farina mettere i rossi, la buccia di limone grattugiato, zucchero, burro sciolto precedentemente con qualche cucciaio di liquore. Fare una sfoglia, tagliare a piacere, friggere e spolverare di zucchero.
Ingredienti sanguinaccio senza sangue: 1 litro di latte 800 g di zucchero 4 cucchiai di farina 100 g di cedro 300 g di cacao amaro 100 g di burro cannella vanillina Preparazione: Mettere a scaldare il latte, sciogliere a bagnomaria il burro. In una casseruola mettere farina, zucchero e cacao precedentemente mescolati tra loro. Versarci il latte tiepido e mescolare sul fuoco bassissimo, cuocere per una decina di minuti dal primo bollore, sempre mescolando energicamente. Aggiungere il burro fuso, continuare a mescolare, finchè non diventa una crema liscia e morbida. Spegnere il fuoco e aggiungere cannella e vaniglina. Una volta tiepido tagliate a pezzettini il cedro e mescolarlo al sanguinaccio. Se volete potete aggiungere anche gocce di cioccolato....e allora...nulla da dire di piÚ se non... buon appettito e buonumoreincucina a tutti!
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Torta rovesciata con ananas e noci
Ricetta
“Ciao mamma, ti ricordi quella torta che facevi quando ero piccola, quella con ananas e noci?” “Sì, certo, la torta rovesciata!” “Esatto, proprio quella, dimmi mamma, secondo te è abbastanza anni ‘80 come torta?” “Non so quanto sia anni 80, ti posso solo dire che io negli anni ‘80 te la facevo spesso” Il problema però si è posto quando ho chiesto con la mamma di portarmi il libro da cui veniva la ricetta... “mi spiace, ma non c’ è un libro, ho solo la ricetta scritta a mano su un foglietto...” “ma come mamma, non c’ è un libro? Non c’ è un’ illustrazione? ed io come faccio? Come faccio a partecipare al concorso???”... Ma come detto sopra, sono proprio una tipa testarda e dopo tutta la fatica che ho fatto per trovare la ricetta adatta non me la sento proprio di rinunciare oppure di partecipare con un’ altra ricetta di cui magari posso avere l ’illustrazione, ma che non ha nessun significato per me e così sono andata dritta per la mia strada ed ho detto alla mamma: “Vabbè, io ci provo lo stesso, mi dai la ricetta?” ed è stato così che qualche giorno dopo mi è arrivata questa: quando ho visto questo foglietto mezzo stracciato, pieno di macchie e con l’inchiostro talmente sbiadito che ho dovuto chiedere alla mamma di decifrarmi la ricetta ho pensato: “più vintage di questo non c’ è davvero nulla e niente come questa ricetta è più adatta a partecipare non solo al concorso di Spelucchino per la ricetta passata su un foglietto scritto a mano” ~ di Bietolina ~ (bietolinaincucina.blogspot.com/
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Ingredienti: 500 gr di noci compreso il guscio 200 gr di zucchero 4 uova 150 gr di burro 200 gr di farina antigrumi 50 gr di fecola di patate 1 barattolo di ananas sciroppato 1 bustina di lievito Preparazione: Sciogliere la metà dello zucchero (100 gr) con un cucchiaio d’acqua in una padellina antiaderente fino ad ottenere un liquido denso e scuro (caramello) quindi versarlo nel fondo di una tortiera a cerniera del diametro di 26 cm e lasciar raffreddare. Una volta freddo, quando il fondo di zucchero sarà indurito,
imburrarlo per bene ed imburrare anche i bordi della tortiera. Adagiare sullo zucchero le fette di ananas e riempire i buchi con le noci. Preparare quindi l’impasto. Montare a lungo i tuorli col restante zucchero (100 gr), quindi versare il burro fuso, aggiungere la farina, la fecola e 2 cucchiai di succo d’ananas. Sminuzzare finemente le noci avanzate e ridurre a tocchetti le fette d’ananas residue ed aggiungere al composto. Infine incorporare delicatamente gli albumi montati a neve e
per ultimo il lievito. Versare sul fondo di caramello, ananas e noci ed infornare a 160° C per circa 8 minuti, poi alzare a 180° C per altri 20-25 minuti. Lasciar raffreddare appena 3-4 minuti, non oltre, quindi sformare la torta e lasciar freddare completamente! Fare una sfoglia, tagliare a piacere, friggere e spolverare di zucchero.
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Curambiè, sull’onda dei ricordi…
Ricetta
17 gennaio 2009, fotografavo ancora con un telefonino che, inavvertitamente era rimasto dentro alla tovaglia che ho poi sbattuto fuori dalla finestra assieme alle briciole ..con le conseguenze che potete immaginare: telefonino intatto ma privo di vita, io abbacchiata e costernata. Poi è arrivato San Valentino e con lui la mia piccola adorata digitale. A causa di dispute sui “diritti d’autore” delle ricette, gli amministratori del forum desideravano che si citasse la loro fonte ed io così ho pensato di fotografare questo foglietto che era sopravvissuto a tutti i miei spostamenti su e giù per l’Italia. Questo foglietto ha quasi 40 anni, questi “curambiè” che forse si chiamano più precisamente “curabiè” li ho fatti soltanto una volta, quel remoto 17 gennaio del 2009 ed io ve li offro oggi, col cuore, come sempre... ~ di Libera ~
(accantoalcamino.wordpress.com/
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Ingredienti: 200 g. mandorle pelate 250 g. farina 00 200 g. burro 80 g. zucchero 1 pizzico di sale sciolto in un cucchiaio di acqua tiepida Preparazione: Ammorbidire un po’ il burro col cucchiaio, mescolare lo zucchero, le mandorle grattuggiate (io le ho messe con un po’ di zucchero nel mixer, senza però farle diventare farina, la mandorla si deve sentire sotto i denti!) la farina ed il sale.
Lavorare poco ed appena la pasta sarà sufficentemente amalgamata, formare dei piccoli chiffeletti e cuocerli in forno appena caldo (io ho usato il ventilato a 150° controllando sempre) per 25 – 30 minuti. Devono rimanere bianchi sopra, un po’ coloriti sotto, coprire ancora caldi di zucchero a velo vanigliato. Ps: se durante la lavorazione l’impasto s’ ammorbidisse troppo, lavorare metà impasto alla volta (l’altro metterlo in frigorifero). Con una metà io ho fatto 15 pezzi, con l’altra metà li farò più piccoli.
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Dolce alle nocciole
Ricetta
Visto che dalle mie parti l’ inverno sembra non volerci abbandonare, la torta con le nocciole ben si adatta ad una giornata grigia e piovosa. Con questa ricetta partecipo al contest del blog Spelucchino. La particolarità di questo contest è quella di “provare” la provenienza scritta della ricetta, quindi ecco la foto del mio adorato quaderno delle ricette... ~ di Sabrina ~
Ingredienti: 4 uova 250 gr di zucchero 200 ml di olio 200 ml di latte 200 gr di nocciole tritate 300 gr di farina 1 bustina di lievito Preparazione: In una terrina sbattete le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso, quindi aggiungete il latte e l’olio. Continuate ad amalgamare e aggiungete successivamente prima le nocciole tritate e poi la farina setacciata con il lievito. Imburrate ed infarinate una tortiera, versateci il composto ed infornate in forno caldo a 180 gradi per 40 minuti. Ottima per la colazione o per una merenda delicata.mandorla si deve sentire sotto i denti!) la farina ed il sale.
(sabrina.giallozafferano.it)
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Ricetta
Ingredienti: 300 gr di farina 3 uova 150 gr di zucchero 1 bicchiere di olio 1 bicchiere di latte 1 bustina di lievito 1 bicchierino di Vermouth Frutta a piacere Preparazione: In una terrina sbattere le uova con lo zucchero, fin quando saranno ben spumose, quindi aggiungere l’olio, il latte e il liquore. Infine aggiungere la farina setacciata con il lievito e la frutta (tipo 3 mele) a pezzetti piccoli. Imburrare un teglia e versarvi il composto, infornare in forno caldo e far cuocere a 180 gradi per una mezz’ ora. Questa per esempio è preparata con delle mele e potete gustarla così al naturale oppure spolverizzata con dello zucchero a velo.
Clafoutis
Questo dolce è molto versatile, per farlo infatti si possono utilizzare diversi tipi di frutta a seconda dei gusti o della stagione. In questo periodo è quindi una ricetta perfetta per un’ ottima torta di mele o di pere, in estate invece possiamo spaziare dalle pesche, alle albicocche, alle susine. Con questa ricetta partecipo al contest la cui particolarità è quella di “provare” la provenienza scritta delle ricette…per cui ecco la foto della pagina del mio quaderno di ricette. ~ di Sabrina ~
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(sabrina.giallozafferano.it)
La minestra dolce dei primi del ‘900
Ricetta
La minestra dolce dei primi del ‘900 preparatela ai vostri bambini è molto buona. Questa non è una ricetta ma è pura poesia per tutti noi che sappiamo coglierne il suo intrinseco significato infatti è una ricetta di semplice pasta preparata con farina acqua e sale poi condita con olio e zucchero, deliziosa dovreste farla assaggiare a vostri bambini. Le mamme del secolo scorso la preparavano ai loro figli come dolce nelle giornate difficili dove le cre-
denze erano spesso vuote per loro e per la famiglia e anche nei periodi in cui i bimbi per vari motivi erano inappetenti proprio come oggi. Mi è stato chiesto se avevo una ricetta di casa ebbene questa è della mia nonna come il telo con iniziali ricamate da Lei, e anche il pizzo all’uncinetto e il piatto tutto è suo.
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Ingredienti: Per i Pici: 400 gr di farina per tutti gli usi 100 gr di farina di semola + per il tagliere 230 / 240 gr di acqua q.b. un pizzico di sale un piccolo uovo o anche solo l’albume Condimento: zucchero olio extra vergine d’oliva
Preparazione: Mettete l’acqua tiepida in una ciotola unire la farina mescolando con la forchetta fino ad ottenere un impasto molto morbido unire il sale e il piccolo uovo continuate a mescolare quando il composto è più sostenuto mettetelo sulla spianatoia e unite tutta la farina e impastate fino a quando si è formato un impasto morbido.
Copritelo con la ciotola e fatelo riposare per una mezz’oretta, a questo dividetelo in due e stendetene uno di uno spessore di 1 cm , ora tagliate delle striscioline e arrotolatele con il palmo delle mani sulla spianatoia per formare i pici . Per ultimo passateli nella semola prima di disporli in un vassoio ricoperto da un telo da cucina. Cuocere la pasta come di consueto condire con olio extra vergine d’oliva e zucchero buon appetito con i vostri bimbi
Mia nonna Pia è stata una buona persona con tutti, il suo nome era un presagio per la sua vita, una bravissima cuoca e instancabile lavoratrice spero di assomigliarle nelle piccole cose anche con le differenze che possono creare inevitabilmente i tempi. Mia nonna ci invitava tutti a casa sua aveva tre figli e allora 4 nipoti oggi 5, preparava grandi pranzi con pietanze deliziose era una Grande Donna curava con attenzione tutto e quando arrivava il momento di andare a tavola per Lei non si era messa il piatto ma mangiava in disparte come le era stato insegnato dalla sua famiglia, le moglie servivano durante il pranzo le numerose persone che componevano allora le famiglie e mangiavano dopo il marito, ci sono voluti anni e tutti noi i figli, i nipoti e i generi per portarla a tavola senza che si sentisse a disagio ma comunque era felice ..... mi scendono le lacrime ma non sono triste sono orgogliosa di lei e di come era. ~ di Stefania ~
(coolchicstyleconfidential.blogspot.com)
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Dolce Anna Paola. Revival anni ‘70
Ricetta
La ricetta risale agli anni ‘70, appunto! E’ ancora lì, nel ricettario, su un foglio a quadretti, scritta a mano dalla figlia della signora del piano di sopra: provalo! E’ ottimo! Si faceva presto a dire ottimo. Allora, a parte quelli della tradizione, erano pochi i dolci “particolari”, soprattutto al cucchiaio; ancora doveva trionfare il tiramisù e si godeva anche per una semplice crostata. E io, appena quattordicenne, ho seguito il consiglio della signora D’Ercole! Era piaciuto a tutti in famiglia e, dopo anni ( lasciate perdere i conti altrimenti scopriamo quanti anni ho!), ancora mi capita di riprendere quel foglio ingiallito... e mi mancano le mamme del condominio! ~ di Dana ~
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Ingredienti: un pan di spagna di 6 uova crema pasticcera utilizzando 1\2 l di latte e aromatizzata con 1\2 bacca di vaniglia 200 g di panna montata 1 foglio di gelatina da 2 g ( mia aggiunta) 2 arance 10 fette di ananas sciroppato e sciroppo maraschino a piacere ( la ricetta ne prevede 6 cucchiai ma io ne metto un pochino in più)
Preparazione: Pelare a vivo le arance, tagliarle a pezzettini. Ridurre a piccoli pezzi anche 6 fette di ananas. Mescolare la frutta e aggiungere un paio di cucchiai di maraschino. Unire altro maraschino allo sciroppo. Alla crema calda aggiungere la gelatina ammollata e strizzata e,quando sarà fredda, anche la panna montata. Tagliare il pan di spagna a strisce e sistemarlo sul fondo di uno stampo di vetro. Bagnare con lo sciroppo, distribuire 1\2 della crema, cospargere con 1\2 della frutta. Formare un altro strato di pan di spagna, bagnarlo, distribuirvi la rimanente frutta e coprire con l’altra metà della crema. Decorare con le fette di ananas e, dice la ricetta, qualche ciliegina candita.
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Gnocchetti di spinaci e ricotta
Ricetta
Questi gnocchi sono fatti con le spinaci e la ricotta, un abbinamento molto usato e molto gustoso. Si posso condire con del sugo d’arrosto oppure con della passata di pomodoro. Questa ricetta l’ho ereditata da Annuccia, una mia parente, molto brava in cucina e molto buona ed onesta nella vita. Ogni volta che andavo a pranzo da lei mi preparava con molto amore questi gnocchetti perchè sapeva che erano i miei preferiti. Quando avevo 10 anni chiedevo sempre a mia Madre quando andavamo a pranzo da Annuccia perchè volevo mangiarli. Quando diventai più grande ed iniziai a cucinare, decisi di chiederle la ricetta per poterli fare a casa ogni qualvolta che avevo voglia di mangiarli. Devo veramente ringraziarla per tutte le volte che mi invitò a pranzo per gli gnocchi e per tutto l’amore che mi ha dato in questi anni!!! Grazie Annuccia!!! ~ di Francesca ~
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Ingredienti: 500 gr di spinaci 300 gr di ricotta romana 1 uovo 3 cucchiai di farina di grano duro 4 cucchiai di pane grattugiato formaggio grana q.b Preparazione: Lessare le spinaci e passarle con poco condimento in un egame. Aggiungere la ricotta, l’uovo, la farina, il pangrattato ed il formaggio grana. Con un cucchiaio fare dei gnochetti e metterli su una carta con del pane grattugiato e rotolarli sul pangrattato. Cuocere 5-6 minuti dopo che sono venuti a galla. Condire con del burro, sugo d’arrosto o salsa di pomodoro.
Ricetta
Ingredienti: 280 gr. farina 120 gr. zucchero 1 vasetto yoghurt bianco 3 uova 60 gr. burro morbido 1 bustina lievito 4 gocce essenza limone (oppure scorza grattata) Crema Pasticcera 1 tuorlo 1 cucchiaio zucchero (molto colmo) 1 cucchiario maizena (molto colmo) 1 bicchiere di latte tiepido Preparazione: Per i muffins, procedere con il mixer e con tutti gli ingredienti liquidi. Solo dopo averli amalgamati bene, ag-
Le ali nel cuore... muffins Dietro questo post c’è una piccola storia mia, che risale a quando avevo meno di sette anni, in prima elementare e, rovistando per la dispensa di mamma trovai una scatola di preparato per muffins. Presa dalla smania, pregai la mamma di lasciarmeli cucinare. Ricordo ancora la scatola, di un colore verde acqua, con una piccola scritta in basso che diceva “istruzioni a tergo” (a tergo??!) e mi chiedevo cosa significasse, perché era chiarissimo che ssi trovavano dietro. Quella fu la mia prima volta in cucina e, ovviamente, porto con me nel cuore questo ricordo speciale. Da allora ho messo le mani in pasta tantissime altre volte, ancora piccina. Ad esempio riuscii a fare una capatanta alla maestra, che in terza elementare mi invitò a fare una torta a casa sua! Una bella ciambellona con le uvette. Cucinare mi piaceva così tanto che, in quarta elementare, decisi che da grande avrei fatto la cuoca. Alla fine della terza media, presa dal “ fuoco sacro”, preparai tutti i documenti necessari per l’iscrizione e, con la mia mamma andammo alla scuola alberghiera, che all’epoca era presente nella provincia di Bergamo solo a San Pellegrino. E’ piuttosto distante da dove abitiamo, si doveva restare via per tutta la settimana e durante le vacanze era previsto obbligatoriamente prendere parte a stage di due mesi, anche lontano, per acquisire pratica... Ebbene, dopo aver portato tutti gli incartamenti alla scuola ed aver confermato l’iscrizione, la mam-
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ma iniziò a pensare che con questa scelta io avrei preso il volo, per così dire, avrei iniziato una vita che, secondo lei, mi avrebbe portato definitivamente via da casa; lei avrebbe così perso un aiuto prezioso. Come ho già detto, ho tre fratelli più piccoli di me, la mia presenza in casa le era fortemente d’aiuto... e ci credo bene, già allora cucinavo alcune cose meglio di lei ;;) che comunque nelle sue poche preparazioni (siamo bergamaschi... fantasia poca) era pur brava. Cercò in tutti i modi di dissuadermi dalla mia scelta; insistette così tanto, piangendo e implorando, che infine lasciai perdere. Ripiegai su una scuola tecnica, dove comunque ho trovato un ambito che mi è congeniale ed ho proseguito su quella strada. Infatti il lavoro che svolgo tutt’ora non ha tradito quello che all’epoca fu comunque un ripiego. Ma la passione per la cucina non è mai passata, il desiderio di conoscere le materie ed accostare i sapori è sempre lì, ogni volta che vado a fare la spesa. Tutto questo lo porto nel cuore. A volte -molte volte- mi sono chiesta che cosa sarei oggi se avessi potuto fare quel che allora avevo in testa. Non c’è una risposta a questa domanda, c’è solo un occhietto che, ogni volta fa una piccola lacrima. Quel cuore che ha iniziato a battere per la cucina, ho voluto ricordarlo facendo i muffins della mia prima volta, con la mia ricetta ormai collaudatissima. E siccome nella famosa scatolina verde c’era anche il preparato per una cremina, ho fatto “un uovo” di crema pasticcera, in tre minuti complessivi ed ho riprodotto esattamente quei miei primi muffins, con l’unica differenza nell’incisione: a forma di cuore, con le ali, proprio come allora. ~ di Cinzia ~ (essenzaincucina.blogspot.com)
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giungere la farina, zucchero e lievito. Distribuire nei pirottini ed infornare a 160° ventilato per 18-20 min. Per la crema, in un pentolino, battere con la frusta il tuorlo e lo zucchero, con il limone, aggiungere poi la maizena e battere bene. Procedere incorporando il latte a piccolissime dosi, fino a completamento. Porre su fuoco lievissimo, mantenendo frustato fino a che si addensa. Basteranno tre minuti o poco più. A cottura e raffreddamento di muffins e crema, procedere con delle incisioni sulla superficie dei muffins, da riempire con poca crema. La parte di impasto asportata può essere ri-appoggiata sopra la crema. Io ho tagliato per il lungo i cuori e li ho messi come vedete in foto.
Ricetta
Ingredienti: 1 Kg. e mezzo di farina (1 Kg. 00 + 500 semola) 250 gr. di margarina 100 gr. di zucchero 50 gr. di lievito (25 gr. lievito di birra) sale (20 gr.) acqua (circa 650 gr.) Preparazione: Sciogliere in un pò di acqua tiepida appena zuccherata (presa dal totale) il lievito di birra e tenerlo da parte. Nella ciotola della planetaria versare la farina con lo strutto, con le mani amalgamare entrambi gli ingredienti, aggiungere lo zucchero e il lievito e cominciare ad impastare, aggiungendo piano piano l’acqua tiepida, impastare a lungo, circa 15 minuti, a metà lavorazione aggiungere il sale; l’impasto è pronto quando si otterrà un panetto morbido e non appiccicoso che si metterà a lievitare coperto in un posto caldo fino al raddoppiato (circa 4 ore). Trascorso il tempo di lievitazione, riprendere la pasta, versarla sulla spianatoia infarinata e fare tante palline di circa 35 gr. ciascuna.
I calzoni di mamma Gisella
Questa ricetta risale ai primi anni 80 quando ho conosciuto Mamma Gisella, cioè mia suocera, una donna con una personalità molto forte, schietta e senza peli sulla lingua, bionica, sa fare un sacco di cose e tutte le riescono bene...non ha quello che si può dire un buon carattere e non è facile andare d’accordo con lei....però quando questo succede è la persona più buona e generosa del mondo! Anche con me è stato così, i primi anni non sono stati certo facili, poi però abbiamo instaurato un bellissimo rapporto di rispetto e stima reciproca, io le voglio tantissimo bene ed anche lei me ne vuole, e me lo dimostra sempre... la considero la mia seconda mamma. Non parliamo poi di cucina, Mamma Gisella è una bravissima cuoca, il suo livello è molto alto, sa fare praticamente tutto, e anche qui tutto le riesce bene....ha solo un piccolissimo difetto ....quando ti dà una ricetta, il che non avviene spesso, scrive solo gli ingredienti, senza specificare nulla, in quanto
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per lei è scontato che poi si sappia fare! La ricetta di oggi ne è la dimostrazione, solo un elenco di ingredienti.
Stendere la pasta, aiutandosi con il mattarello, dare una forma arrotondata, mettere al centro il prosciutto e la mozzarella.
Ci sono voluti tanti anni e tanti tentativi prima di riuscire ad ottenere un risultato che si avvicinasse a quello suo, fino al giorno in cui mio marito, giudice “imparziale” mi ha detto che finalmente erano come quelli di mamma!!! Nel foglio ci sono due ricette, oggi posto solo i calzoni, trascrivo la ricetta per come mi è stata data, in rosso metto le mie modifiche, anche il procedimento è quello mio, perchè le spiegazioni sono state pochissime. ~ di Letizia ~
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Richiudere, sigillando bene i bordi, rimettere a lievitare per circa un’ ora. Nella friggitrice, versare abbondante olio di semi, portare a temperatura e friggere i calzoni. Ho voluto provare questo impasto anche al forno ed ecco cosa ne è venuto fuori: un simil danubio sofficissimo e gustoso.
Ricetta
Caipirinha sicula :-) quindi caipirina con prodotto nostrani :-)
Ingredienti: limoni (non trattati) zucchero ghiaccio mentuccia vodka acqua tonica (mia aggiunzione) Preparazione: Tagliare i limoni a cubetti con tutta la buccia e metterli in una ciotola con la mentuccia e il ghiaccio (lasciare qualche foglia di mentuccia per la decorazione) e con un batticarne cominciate a macinare il tutto. Aggiungere la vodka e lasciare riposare un pò. Per ultimo aggiungere l’acqua tonica (questa è facoltativa ma vi assicuro che ci sta divinamente) Potete fare anche una bella variante con del Bitter rosso ;-) Solo a vederla mi fa pensare all’estate
Vi capita mai con un’ amica o con una persona vista per la prima volta o dal dottore, che, parlando parlando, esce fuori una ricetta??? (non lo dite al mio dentista, ma a me è capitato pure di strappare la pagina di ungiornale perchè ho letto una ricetta interessanti). A me capita, ma chissà come mai, in quel momento, non si ha mai un taccuino dove prendere un appunto. E allora cerchi qualsiasi cosa su cui poter appuntarti quegli ingredienti di quella ricetta che ti ha incuriosito. Ecco, è questo uno dei casi :-), la mia amica, amica di una brasiliana, mi ha fatto bere questo buonissimo coktail in una scampagnata, mi è piaciuto tanto, soprattutto per questo suo potere digestivo, è mi son fatta dare la ricetta e anche se si trattava di pochi ingredienti, dovevo pur scrivermela...la prima cosa che mi è saltata in mano era un tovagliolo (l’80% delle ricette che mia suocera mi ha dato le ho scritte li :-)) e quindi, eccola :-). La caipirinha è un cocktail tipicamente brasiliano, a base di cachaça, lime, zucchero e ghiaccio, ma noi la facciamo con quello che abbiamo :-) Questo è un digestivo eccezionale, pure dopo aver mangiato un maiale intero, con questo, digerirete all’istante :-) ~ di Danita ~
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I pancakes di Teatina
Ricetta
Ho provato a preparare i pancakes per due mesi, prima di trovare, sul sito Coquinaria, la ricetta perfetta: quella di Teatina, una deliziosa signora che ha proposto dei pancakes leggeri e squisiti. Temendo di smarrirla, l’ho copiata sul quadernone che ho comprato pochi giorni fa e.. ve la propongo. A colazione, domenica, ho mangiato 3 mini pancakes con le fragole.. :-)
~ di Luisa ~
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Ingredienti: 80 g di farina 1 cucchiaio di zucchero 1 cucchiaino di lievito per dolci 1 uovo 100 g di latte 2 cucchiai d’olio mezzo cucchiaino di sale Preparazione: In una ciotola, versare la farina, lo zucchero, il lievito per dolci e mezzo cucchiaino di sale. Versarvi sopra una cremina ottenuta mescolando l’ uovo, il latte e d’ olio. Commescolare e poi versare a cucchiaiate in una padella antiaderente. Girare i pancakes una sola volta, quando, ai bordi, compariranno delle bollicine. Servirli caldi, con sciroppo d’acero o con miele, o con burro e marmellata, o con yogurt e frutta fresca. Vanno comunque bene con salati ( affettati e formaggi.)
Ricetta
Ingredienti: 5 uova 3 cucchiai di farina 3 cucchiai di zucchero 1 bustina di vanillina 250 gr. di mascarpone 200 gr. di nutella Preparazione: Impastate rapidamente i rossi d’uovo con lo zucchero, la farina, la vanillina fino ad avere un composto liscio e omogeneo. Aggiungete i bianchi d’uovo montati precedentemente a neve con l’aiuto di una frusta dall’alto verso il basso. Versate il composto su una teglia rettangolare da forno precedentemente foderata con carta forno bagnata. Cuocete in forno per 10 minuti a 200°. Mentre il rotolo cuoce mescolate in una ciotola il mascarpone con la nutella. Appena sfornato “ farcitelo” con la crema preparata.
Rotolo nutella e mascarpone super goloso
Per questa ricettina non pensate assolutamente alla dieta... e alla prova costume... perchè è tutto fuorchè un dolce dietetico... Ma ieri è venuto a pranzo il mio fratellino...(fratellino di un metro e ottantacinque per 29 anni di età!!!!!!... Insieme alla sua fidanzata...) e così ho preparato questo rotolone. La ricettina me l’ha passata mia suocera... la particolarità di questa ricetta è che la zia di mio marito l’ha data alle sorelle che a loro volta l’hanno data alle figlie (e nel mio caso a me-la nuora) ed io a mia volta la giro a tutte voi... è da un pò che girava nella mia agenda cercavo solo l’occasione giusta per preparla... Tra l’altro è rapidissima da preparare ed è una fetta tira l’altra... l’ho fatto assaggiare anche ai miei vicini ed il piatto è tornato lindo e pulito a casa dopo 10 minuti... mi hanno detto che se faccio esperimenti e servono cavie loro sono ben disposti......che dite gli sarà piaciuto?????!!!!! ~ di Stefy ~
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Fate un salsicciotto e mettete in frigorifero a riposare per almeno un’ oretta. Srotolate, tagliate a fette e decorate con zucchero a velo.
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Ricetta
Ingredienti: 300 gr di farina 800 gr di mele 200 gr di zucchero 150 gr di burro 4 uova un bicchiere di latte una bustina di vaniglia una bustina di lievito per dolci
Torta di mele Quando preparo questo dolce ripenso sempre a delle persone speciali con le quali ho trascorso cinque anni importanti della mia vita: sono gli alunni di una classe di un Istituto di Angri, a cui, negli anni novanta, ho insegnato matematica dalla prima fino al diploma. Li conobbi fragili ed incerti adolescenti e li lasciai uomini e donne pronti ad affrontare con sicurezza la vita, maturati anche dalle tante esperienze scolastiche fatte insieme. Il corso che frequentavano era un corso sperimentale, il Brocca, che nasceva in quella scuola proprio con loro e c’era tanto entusiasmo sia da parte degli alunni che dei docenti nell’affrontare quella nuova avventura. Fra le tante attività, il quarto e quinto anno realizzammo, nell’area di progetto, un interessante studio sulle industrie conserviere della zona dell’ Agro nocerino-sarnese partendo dalle origini ed arrivando a simulare una impresa vera e propria. In quei due anni organizzammo varie conferenze con imprenditori, politici, docenti universitari che approfondirono i temi affrontati durante il progetto. Alla fine di ogni riunione diventò consuetudine congedare gli ospiti offrendo loro un buffet preparato dagli allievi. Era un importante momento conviviale dove gli alunni erano orgogliosi di farci assaggiare le specialità realizzate da loro o dalle mamme. Io, già allora appassionata di cucina, mi facevo dare tutte le ricette dei dolci che mi piacevano particolarmente. La ricetta di quest’ottima torta di mele è stata scritta da un’ alunna di quella classe e rimane nel mio ricettario fra i ricordi più cari. Alcuni di questi allievi li ho ritrovati su Facebook. ~ di Laura~
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Preparazione: Sbucciare le mele, tagliarle a fettine sottili e pesarle. In un terrina montare il burro e lo zucchero, aggiungere uno alla volata i tuorli d’uovo e la farina sempre poco per volta. Sciogliere la bustina di lievito nel latte insieme alla vaniglia e versare il liquido nel composto. Infine unire le mele tagliate a fettine sottili precedentemente immerse nei 4 albumi montati a neve. Cuocere a fuoco 170/180° per circa tre quarti d’ora.
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Ricetta
Pennette panna rosa e salmone Come ti mando in fumo lo chef
Ingredienti per 1 persona 100 gr di pennette rigate senza glutine una confezione da 100 gr di panna da cucina 2 cucchiai di passata di pomodoro (variazione personale) 50 gr di salmone affumicato
Povero cameriere, mi dispiace ma questa volta ci sei capitato tu, posso solo dirti di portare pazienza, la serata passerà in fretta. Sono queste le poche parole di consolazione dette al cameriere. Mettete una sera a cena in una pizzeria un gruppo di 10 amici tra cui 7 donne e 3 uomini, il cameriere arriva, distribuisce i menù e ritorna dopo qualche minuto con il blocchetto e la penna per le ordinazioni. Cominciano gli uomini: convinti, decisi, sicuri della scelta e sopratutto senza variazioni. Ora tocca alle donne: per me una margherita col bordo ben cotto e poca mozzarella per me una margherita, anzi no, una marinara ma senza aglio, non lo sopporto, per me una margherita ma senza olio, sono a dieta per me una pomodorini e rucola, ma i pomodorini spellati, non digerisco la buccia per me una 4 stagioni, ma senza olive e carciofi, non mi piacciono per me una margherita al prosciutto, ma il prosciutto quello magro senza grasso per me un calzone ripieno, ma al posto del prosciutto il salame e ben cotto. Non è possibile! 7 donne su 7 hanno variato la pizza, non c’è nè stata una che l’abbia ordianta così com’è stata creata. Il cameriere scrive, cancella e riscrive le ordinazioni, facendo confusione tra le varie aggiunte e omissioni, poi stralunato e visibilmente scioccato passa l’ordinazione al pizzaiolo. E qui la cosa rientra ancora nei limiti del ragionevole, ma immaginate al ristorante con un menù
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composto da svariate portate, inizia ad essere davvero una cosa impossibile, oltre che una scocciatura per il povero cuoco. Adesso, mi chiedo: chissà per quale inconscio motivo, per quale ingiustificata ragione, o quale ribelle ormone dobbiamo stravolgere il menù del malcapitato chef? Non vi preoccupate se dalla cucina vedete uscire del fumo, non è l’arrosto che brucia, ma è il cuoco visibilmente arrabbiato al quale esce il fumo dalle orecchie (avete presente i cartoni animati?) Sarà forse il caso di essere meno esigenti e più comprensivi nei confronti di chi sta lavorando! Misteri dell’universo femminile! Con questa ricetta, io e mio figlio Lorenzo partecipiamo al concorso di spelucchino con la sua bellissima iniziativa. Era da tempo che mi chiedeva di poter scrivere anche lui qualcosina sul mio blog, ed allora eccolo accontentato (in un certo senso!) ~ di Concetta e Lorenzo~
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cipolla-prezzemolo olio sale Preparazione: Salate e portate ad ebollizione l’acqua. Intanto in un pentolino antiaderente fate dorare la cipolla finemente tritata e l’olio, aggiungete i 2 cucchiai di pomodoro o se preferite qualche spruzzo di concentrato di pomodoro, aggiungete il salmone tagliato filetti e fate cuocere un paio di minuti, aggiungete la panna e aggiustate di sale, ecco la salsa è pronta. Condite le pennette e spolverate con abbondante prezzemolo tritato. In origine questa ricetta era di sola panna, ma un tocco di colore secondo me ci stà bene, mentre per il formato di pasta erano previste le farfalle, mentre io ho usato le pennette, queste piccole variazioni devono essere frutto di quell’ormone ribelle di cui vi parlavo.
Ricetta
Crostata alla nutella e mascarpone
Ingredienti: Per la pasta frolla: 250g di farina 1 uovo 50g di farina di mandorle (io ne ho messo 100g) 100g di zucchero 120g di burro 2 cucchiaini di lievito per dolci Per la farcia: 250g di mascarpone (io ho usato la ricotta) 200g di panna montata 400g di nutella pan di Spagna tagliato a pezzettini piccoli ( io ho usato 7 o 8 savoiardi) gocce di cioccolato granella di nocciole ( io ho usato mandorle tostate e pestate grossolanamente) liquore Alchermes
Ecco, questa è una delle ricette raccolte nel tempo, era tra i tanti foglietti che ancora non ho trascritto nel taccuino delle ricette. Grazie a Barbara, del blog “Lo Spelucchino” e al suo contest “ Mi dai la ricette?” ho rovistato un po tra i tanti, tantissimi foglietti di ricette, trascritte spesso frettolosamente, tanto da non venirne a capo, ne della fonte ne del perché l’ abbia trascritta, e tante di queste sono ancora li, mai fatte. Diciamo che le ricette restano su foglietti volanti fino a quando non le provo personalmente, poi le trascrivo nel taccuino, le trascrivo pur avendo il blog, sul quale pubblico tutto quello che ho provato e sperimentato personalmente, perché per me, scrivere a mano queste ricette e quasi un rito che fa sentire quello che faccio più autentico e importante. Questa ricetta, che vi propongo, è la ricetta di questa buonissima crostata alla nutella e mascarpone, che mi diede Lucia, la fidanzata
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di mio fratello, la quale molto presto diventerà cognata a tutti gli effetti. Una domenica che era a pranzo da noi, portò una crostata fatta con le sue manine, ed era buonissima, e come sempre, quando un piatto m’interessa, chiesi la ricetta, e lei, gentilissima, qualche giorno dopo me la fece avere, trascritta di suo pugno su un foglio di quaderno. Beh, questa ricetta, era rimasta tra le tante che mi ero ripromessa di fare quanto prima, e che ancora non avevo fatto, e oggi, finalmente, grazie appunto al contest “mi dai la ricetta?”, ho fatto, e ne sono contentissima, perché è venuta buonissima, e ora è passata di diritto, a far parte del mio taccuino di ricette, e chi sa, forse, qualcun’altro incuriosito da questa crostata, la trascriverà su un foglietti no, e magari la proverà e.... Vi riporto gli ingredienti che lei mi ha dato, ma riporto anche alcune varianti che ho apportato, come la sostituzione del mascarpone con la ricotta, e la variante della marmellata, in quanto ho fatto le crostatine piccole con la nutella e la crostata grande con la marmellata di ciliege. ~ di Gabriella ~ (ricetteamorefantasia.blogspot.com)
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Preparazione: Preparare la pasta frolla, impastando tutti gli ingredienti, stenderla e rivestire uno stampo, precedentemente unto di burro e leggermente infarinato, e procedere con la cottura in bianco, ( cioè, mettere sullo strato di pasta frolla un foglio di carta forno, riempire quindi di legumi secchi, ( ceci, fagioli, o apposite pietruzze) questo farà sì, che, la pasta in cottura non gonfi troppo, e che sia cotta per essere farcita a freddo) Infornare per 30 minuti circa a 170 / 180°C, dipende un po dal forno, comunque fino a che risulta dorata ( se si fanno delle crostatine piccole, il tempo di cottura diminuisce, di circa la metà). Quando la crostata è dorata, toglierla dal forno, eliminare la carta forno con i legumi, e lasciare raffreddare. Intanto sciogliere la nutella, immergendo il barattolo in un bagno Maria, o nel microonde, versare la nutella nel fondo della crostata, cospargere di granella di nocciole o mandorle tostate e pestate. Lavorare il mascarpone o la ricotta, con lo zucchero, sbattendo con le fruste elettriche, aggiungere lentamente la panna montata, incorporandola delicatamente senza smontare la crema, versare la crema di mascarpone nella crostata a ricoprire perfettamente la nutella. Bagnare strisce di pan di Spagna o savoiardi, nel liquore Alchermes, tagliare a cubettini piccoli, e spargerli sulla crostata, terminare con manciate di gocce di cioccolato fatte cadere a pioggia. Lasciare riposare il dolce in frigo almeno un’ ora prima di servire.
Ricetta
Ingredienti: 1 yogurt 2 misurini di zucchero 3 misurini di farina 1 misurino di olio di semi 2 uova 1 bustina di lievito per dolci 1/2 mela tagliata a pezzettini piccoli 1/2 mela tagliata a fettine sottili Preparazione: Come misurino usare lo stesso bicchiere dello yogurt. Montare lo yogurt con lo zucchero, la farina, l’olio di semi e i tuorli d’uovo. A parte montare a neve le chiare d’uovo e aggiungerli al composto precedente, aggiungere anche la 1/2 mela tagliata a pezzetti e il lievito. Imburrare e infarinare una teglia, io ho saltato questo pas-
Torta allo yogurt di nonna Caty
Questa torta, semplicissima e conosciuta da tutti, è stata realizzata sabato scorso, insieme ad Alice, che doveva preparare un dolce da portare ad una riunione scout. Mia figlia, in verità, non ama molto l’arte culinaria, lei sostiene che preferisce mangiare piuttosto che cucinare, però si era impegnata e quindi doveva ottemperare, per cui mi ha chiesto aiuto, anzi mi ha chiesto di darle la prima ricetta che avessi realizzato io da sola. Sul momento non ricordavo nulla, però ho chiamato mia madre, che nonostante l’età ha un’ottima memoria, che non solo mi ha ricordato di quale torta si trattava, ma mi ha anche detto dove si trovava la ricetta. Riprendendo quel vecchio quaderno pieno di foglietti ingialliti dal tempo, tantissimi ricordi sono affiorati nella mia mente,... non sto qui a raccontare la mia emozione, nel rivedere la calligrafia
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incerta di mia nonna Caty. Ho rivisto quella bambina emozionata che per la prima volta, sotto l’occhio vigile della nonna, ha fatto la sua prima torta, che poi ha offerto ai ragazzini del condominio, dove abitava. Quanto mi sono sentita importante! Ne consegnare questa ricetta a mia figlia, che ripeto non ha nulla di particolare, mi sono emozionata, mi è sembrato di fare un passaggio di consegne....tanti anni fa nonna Caty mi ha consegnato la sua ricetta, oggi io la passo a mia figlia con la speranza che fra molti anni possa farlo anche lei. Spero che per Alice questo sia rappresenti l’inizio di un amore per la cucina, così come lo è stato ed ancora lo è per me. ~ di Letizia ~
(incucinaconletizia.blogspot.com)
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saggio perchè ho usato la taglia al silicone, mettere sopra le fettine di mela, tagliate prima e messe a bagno con un pò di limone e una spolverata di zucchero, versare l’impasto e infornare a 180° per circa 30 minuti.
Ricetta
Ingredienti: 600 gr di ricotta circa 400 gr di zucchero 250 gr di mandorle pelate 125 gr di amaretti 150 gr di cedro candito mezza fialetta di aroma di arancia 3 cucchiai circa di cacao amaro 9 uova una bustina di vanillina (io non l’ho messa) 400 gr di liquore alle mandorle amare (volendo potete usarne anche solo 300 gr e la torta sarà un pò più “leggera” e meno alcolica) Preparazione: Tostate le mandorle in forno con un filo d’olio, poi tritatele fini. Tritate fine anche il cedro candito.
Una torta di ricotta per ricordare...
Oggi vi lascio la ricetta di questa buonissima torta in ricordo della mia nonna e del mio nonno che non ci sono più e che potete vedere insieme a me nella foto qui sopra. La ricetta che vedete scritta accanto a loro non è proprio quella scritta dalla mia nonna, ma è comunque la sua ricetta... siccome non sono riuscita a trovarla nel suo quadernino ho dovuto chiederla a Teresa, la zia del mio papà, e fortunatamente lei l’aveva ancora. Sono veramente molto contenta di averla ritrovata anche perchè oltre ad essere una torta superbuona è una di quelle ricette che quando le assaggi ti fanno tornare in mente una persona cara e i bei momenti passati insieme a lei. E questa devo proprio dire che mi fa tornare in mente la mia nonna...
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Un pò come quando mangio il risotto ai funghi che la mia nonna faceva quasi tutte le domeniche o quando mangio i tortellini e quindi mi torna in mente quando a 7-8 anni li facevo insieme a lei mentre mi raccontava tantissime storie diverse e che ora purtroppo non ricordo quasi più...
Sbriciolate fini gli amaretti e bagnateli con poco liquore (il resto lo userete per bagnare la torta cotta). In una terrina amalgamate bene la ricotta al resto degli ingredienti (a parte il liquore). Mettete il composto in uno stampo rettangolare grande (io
Se vi state chiedendo perchè è anche in ricordo del mio nonno ve lo dico subito... io non l’ho quasi conosciuto, essendo morto prima che io compissi un anno, ma mi piace pensare che anche a lui piacesse questa torta come a me.. e sicuramente era così vista la sua bontà!! Ora però vi lascio la ricetta.. ah e dimenticavo di dirvi che questa torta veniva anche chiamata Torta degli Sposi... indovinate un pò perchè?? Semplice... perchè veniva fatta come torta nuziale ai tempi dei miei nonni qui nei dintorni di Imola. ~ di Gloria ~ (dolcissimidolcetti.blogspot.com)
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non lo avevo per cui con questa dose ho fatto 2 torte rotonde una di 27 cm e una di 24 cm)... l’altezza della torta cruda non deve superare i 3 cm (se sono meno è ancora meglio). Cuocete la torta in forno preriscaldato a 180° fino a che non si sarà completamente asciugata (io l’ho cotta per un ora e mezza, ma dipende molto dal forno per cui passati 40 minuti ogni tanto controllate se è pronta). Appena la torta è cotta bagnatela con il liquore e lasciate che lo assorba bene, poi quando si sarà un pò raffreddata sformatela e tagliatela a cubetti.
Ricetta
Ingredienti : 3 patate medie 100 gr di zucchero 50 gr di burro 4 uova mezzo bicchiere di panna da cucina 1 chiodo di garofano grattugiato 1 cucchiaio di cannella in polvere 100 gr di farina 1 bustina di lievito per dolci poca scorza di limone grattugiata 100 gr di Cioccolato fondente per ricoprire Preparazione : Bollire, pelare e passare al setaccio le 3 patate. In una terrina lavorare a crema lo zucchero, il burro morbido, i 4 tuorli (uno per volta), la panna, il chiodo di garofano grattuggiato, la cannella, la farina, il lievito e la scorza di limone grattigiata. Montare a neve i 4 albumi e incorporateli al composto, versate il tutto in uno stampo da torta (di diametro 26-27 cm) imburrato e infarinato e cuocete in forno a 180-200° per un ora e mezza. Sfornate e ricoprite con cioccolato fuso a bagno maria.
Torta di patate con cioccolato e cannella
Questa torta non è buona, è Fantasticaaaa!!! La ricetta è presa dal quadernino di ricette che mia mamma teneva quando aveva la mia età e dalla foto incollata sopra direi che è stata presa da un giornale... ma non chiedete quale perchè mia mamma non ne ha assolutamente idea!!! ;-D Io questa torta la faccio da quando avevo 10 anni e infatti, come potete vedere, il foglio contenete la ricetta è pieno di macchie.. per cui credetemi quando vi dico che questa torta è buonissima e di venuta assicurata. ~ di Gloria ~
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(dolcissimidolcetti.blogspot.com)
Daifuku e tsubu-an hand made
Ricetta
Dopo un fine settimana molto allegro i must sono due: la zuppa di finocchio e il totale bivacco. Proprio mentre rantolavamo come Paperino in quei giorni no dove vorrebbe solo pisolare, strisciando fra divano e letto, fra la zuppa e il pc, ecco che un neurone incomincia a lavorare e ci ricordiamo che avevamo prenotato una lezione di dolci giapponesi...Dramma, che fare? Lasciare il divano? Oddio se la prenderebbe troooppo a male, povero caro, sempre così disponibile con noi, sempre così presente...Certo anche non presentarci non sarebbe molto carino da parte nostra, possiamo fare solo una cosa: indossare gli occhialoni da sole e affrontare il pomeriggio fuori casa con stoico coraggio!
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Preparazione: Iniziamo a raccontarvi la preparazione dello Tsubu-an, ovvero la famosa marmellata di azuki (fagioli rossi) di cui vanno ghiotti tutti gli amanti della cucina giapponese. Per preparare questa dolcezza esotica e stupire gli amici vi basta veramente poco: andate in qualsiasi supermarket fornito, o ancora meglio un biologico, e comprate una confezione di azuki, il gioco è fatto! Tutto il resto lo avete in casa! Le dosi sono 1a1, dunque per 200 gr. di azuki dovrete usare 200 gr. di zucchero (se volete fare una micro prova potete fare 100 e 100); poi vi servono un pizzico di sale e acqua. La parte più noiosa è quella iniziale: sciacquare i fagioli e poi lasciarli in ammollo una notte; fatto ciò dovrete mettere i fagioli in un pentolino, coprirli di acqua e farli bollire per 10 minuti. A questo punto aggiungere un bicchiere d’acqua, farli bollire per altri 10 minuti. Non è finita qui, dovrete scolarli, rimettere acqua fredda e ripete di nuovo l’operazione (quindi altre due bolliture da 10 minuti). Questa operazione (che in giapponese si chiama shibunuki) serve a togliere il sapore amaro ed è solo il preludio per la bollitura finale: scolarli, aggiungere acqua (circa il doppio rispetto al contenuto) e rimettere a bollire per 2 ore. Dopo le 2 ore è tutto in discesa, vi siete levati di torno la parte noisetta (era ora!). Bene i fagioli a questo punto sono morbidi (se non lo sono, ahivoi, attendete ancora), togliete l’acqua e aggiungete un pizzico di sale e la dose di zucchero. A questo punto avete di fronte a voi una marmellata come le altre: i vostri bicipiti dovranno avere la meglio sul composto e dovrete rimestare fino a che non avrete un composti denso e lucido. Se la verve esterofila nel frattempo vi è svanita potete fermarvi qui e usare la marmellata per condire per condire i pancakes o i dorayaki, se preferite la versione nipponica. Se invece siete stati folgorati sulla strada dell’esotico o vole-
te proprio sconvolgere i vostri invitati allora potete andare avanti e realizzare i Daifuku. Primo passo procacciarsi della frutta, il classico dei classici è con le fragole, ma è molto buono anche con le banane. Pulite la frutta, se usate le fragole potete lasciarle intere, le banane, invece, vanno tagliate a fette. Fatto ciò prendete lo tsubu-an (che avrete lasciato rafferddare) e preparate delle palline da 15-20 gr. e in ogni pallina inserite una fragola o un pezzo di frutta in questo modo: Ora potete dedicarvi al daifuku.
Per l’impasto, il mochi, vi servono (dosi riferite allo tsubu-an realizzato con 200 gr. di azuki): 50 gr. di farina di riso glutinoso 80 gr. di zuccero 100 cl di acqua fecola di patate q.b. Il procedimento è semplice: dovete mescolare la farina, lo
Intanto rincuoriamo il caro divano e gli diciamo che torneremo presto, non lo lasceremo solo troppo a lungo e poi se non combineremo disastri potremo invitare qualche amico a gustare il frutto del nostro corso e prendere un teuccio in compagnia... sul divano!... Le ricette che proponiamo sono frutto delle nostre manine, della nostra curiosità (non sottovalutiamo anche la dose di coraggio che ci ha portato fuori casa dopo la serata troppo allegra), ma anche di una sapiente lezione, della dolcezza e della competenza della deliziosa chef nipponica che ci ha regalato un po’ della sua conoscenza. ~ di La banda dei broccoli ~ (labandadeibroccoli.blogspot.com)
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zucchero e l’acqua ottenendo un composto abbastanza liquido. A questo punto lo potete passare se ci sono dei grumi, se siete pignoli passatelo in ogni caso...il grumo infido è sempre in agguato! Intanto preparate una teglia e spolveratela con fecola di patate. Ora ritirate fuori i bicipiti! Eheh dovete mettere il composto in un pentolino e cuocerlo a fuoco medio finché non si trasformerà in un blob, ovvero un composto gommoso. Ora potete mettere il vostro blob sulla teglia, contenetelo con la spatola dandogli una simil forma a mattonella e iniziate a tagliare piccoli pezzi da circa 20/25 gr.) Sporcate le mani con la fecola, prendete i pezzettini, trasformateli in dischetti e impacchettate la frutta circondata di tsubu-an:
L’impasto è molto bello perché leggermente trasparente. il marroncino che vedete nella foto altro non è che la marmellata di fagioli. A questo punto i vostri dolcetti sono pronti!
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Ricetta
Crostata di frutta Inizio parlando del mio trasloco, che mi ha fatto riscoprire molti foglietti dimenticati in mezzo ai libri... E poi mentre ne leggo uno... mi viene in mente il contest di Barbara... Mi dai una ricetta? Rileggo il foglietto e riaffiorano nella mia memoria una marea di ricordi e mi ritrovo a sorridere seduta con il caffè davanti e... e... in super ritardo per andare al lavoro!!!!!
Ingredienti : Pasta frolla: 300g farina 50g burro 100g zucchero 2 tuorli d’uovo 1 cucchiaio di marsala Scorza di limone grattugiata Un pizzico di sale per la crema pasticcera: ½ litro di latte 125g di zucchero 4 tuorli 50g di farina vaniglia scorza di limone frutta a piacere 2 fogli di colla di pesce
Con questa ricetta torno indietro negli anni... di tanti anni... diciamo che erano gli anni delle medie... ed io ed una mia amica avevamo deciso che per il nostro compleanno avremmo fatto la festa insieme (in quanto nate nello stesso mese...) ma la cosa più bella e pazzesca che solo le ragazzine (si è già ragazzine a 12 anni???) possono pensare è preparare da sole la propria festa, cibarie comprese... Sono stati giorni di fermento... cosa prepariamo? Dove andiamo? Ci riusciremo? Facciamo questa torta… no questa! Ma dai non ne abbiamo mai fatta una... Cerchiamone una semplice... Ecco, queste sono state le ultime parole famose... una semplice... e cosa c’ è di più semplice di una crostata di frutta??? Ricetta cercata e copiata su mitico foglietto... (anche la calligrafia è quella di ragazzina...) Dicevo, cosa c’ è di più semplice di una crostata di frutta??? Nulla direte... infatti... Non ci è riuscita! Ma siamo arrivate alla frolla, ad una crema pasticcera con qualche grumo... ad un ammasso di frutta che non riuscivamo a gestire... ed il bello è che avevamo anche fatto lo schizzo per
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posizionarla... Non vi pare carino???
Avevamo fatto sia la versione della crostata rotonda che di quella rettangolare... Fortunatamente sua nonna ci è arrivata in soccorso... ed abbiamo preparato una zuppa inglese... Invece questa è la crostata di frutta preparata domenica per la mia nipotina, con crema pasticcera perfetta e gelatina e non come avevamo scritto sul foglietto della ricetta o una o l’altra... ~ di Alessia ~
(timoemaggiorana.blogspot.com)
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Preparazione : Setacciare la farina a fontana, al centro mettere il burro a pezzetti, lo zucchero, i tuorli, il marsala, la scorza ed il sale. Lavorare velocemente la pasta, formare una palla da avvolgere nella carta oleata (la pellicola è quella che uso). Lasciare riposare almeno mezz’ ora. Tirare con il mattarello la pasta e foderare con il disco ottenuto il fondo di una tortiera unta ( poi con il tempo ho scoperto che doveva essere unta ed infarinata...) Mettere in forno già caldo e cuocere per circa mezz’ ora (forno a 170°, ma ogni forno ha la sua temperatura...) Per la crema: far bollire il latte con gli aromi, montare i tuorli con lo zucchero ed aggiungere la farina. Quando il latte arriva a bollore aggiungere il composto, far cuocere per 2 minuti e poi lasciare raffreddare. Per la gelatina: preparare la gelatina mettendo a scaldare un paio di cucchiai di marmellata con un po’ di succo di limone ed un cucchiaio di zucchero ed unire la gelatina (1 o 2 fogli) precedentemente ammollata, in modo che si sciolga. Preparata la crostata la copriamo con la crema, sistemiamo la frutta e poi spennelliamo con la gelatina per proteggere la frutta, aspettiamo che si raffredi bene e questo è stato il mio risultato...
Ricetta
Ingredienti : 1 pack of 12g agar2 powder 1 liter water 230g sugar 200 ml coconut milk food coloring jelly mould Preparazione : * Dissolve the agar2 powder with one liter of water in a deep pot. * Add sugar and bring to boil, stirring constantly, add a drop of food coloring, mixed well. * Now add the coconut milk and bring to boil again. * Pour into rinsed jelly mould and let them come to room temperature. * Place the jelly in a refrigerator to cool. * Serve cool.
Coconut milk jelly As requested my by son, I have prepared this popular jelly using agar2 powder. Really refreshing and yummy. Agar is the best substitute of gelatin and as thickening agent for custards, sauces, puddings and candies. This jelly is simple to prepare and much healthier than the egg and cream type. What you need is to stir the mixture of agar2 powder, sugar and coconut milk until boiling and thicken, pour into your favorite mould and once it
comes to room temperature place them in a refrigerator to chill. Beside coconut milk, you can add canned fruit, corn, cocoa or even fruit juice to the jelly, the choice is endless, just use your imagination to explore this versatile dessert. This handwritten recipe is my family favorite dessert. It was given by my aunt and I have made them on regular basis when we need a dessert in a jiffy. ~ di Treat and Trick~
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(treatntrick.blogspot.com)
Ricetta
La pasta frolla per crostata della mia [bis]nonna Diciamo che io sono un tipo “salato”, nel senso che preferisco il sale allo zucchero - e forse lo sono anche in senso figurato – ma esistono le dovute eccezioni. Diciamo anche che alle cose soffici preferisco quelle croccanti e friabili e a quelle spugnose le cremose e umide.
Ingredienti : 300 g di farina 3 rossi d’uovo 150 g di zucchero 150 g di burro 6 g di lievito (3/4 di bustina) 1 bicchierino di rum marmellata Sale 1 cucchiaino raso
Dunque la rusticissima crostata della nonna mi piace molto. E qui casca l’asino. Tralasciando le urende crostate commerciali, anche andando di casa in casa non è detto che la faccenda volga a sempre al meglio. Spesso sono troppo secche o troppo dolci, troppo sciape o troppo alte, con troppa marmellata o ibridate con la paradiso (a causa di un’ eccessiva quantità di lievito, nel caso venga messo). Poi c’ è quella della nonna, che in questo caso è mia nonna (Adele). Anzi, ad essere proprio precisi è la ricetta della mia bisnonna (Carolina, classe 1900), insomma una ricetta storica. Questa frolla oltre ad essere friabilissima, grazie alla punta di lievito, è salatina, cioè dolce ma con un fondo salato molto gradevole e che contribuisce ad aumentare la sensazione finale zuc-
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cherina (lo sapevate? Sembra un paradosso eppure è così: se volete dare un pò più sapore a un melone insipido salatelo). E’ anche saporita grazie ai tuorli (ben 3 per 300 gr) e profumatissima, non grazie alla vaniglia, nemmeno per via del limone (che non c’ è), ma grazie al Rum. Beh, che dire, questa ricetta ha fatto il giro di mezza Milano e io la ritengo invitta. Qui sotto vi riporto la ricetta scritta a macchina e plastificata da mia nonna Adele, che è decisa-
mente un tipo piuttosto preciso. Vedete anche che ci sono le dovute riduzioni per 2/3/4 etti. Lei usa sempre la dose per 3 etti (quella nell’ultima colonna) e io mi attengo a quella. ~ di Sara ~
(www.cookandthecity.it)
Preparazione : Preparate la frolla setacciando la farina insieme al lievito chimico, disporla a fontana su una spianatoia e inserire nel mezzo il burro tagliato a tocchetti piccolissimi. Iniziate a lavorare con le dita la farina e il burro; si realizzarà un composto piuttosto sfarinato. Unite lo zucchero, il sale (per 300 gr. di farina un filo meno di un cucchiaino raso di sale), il liquore e i tuorli d’uovo già sbattuti. Se avete la planetaria adottate la stessa procedura. Lavorate velocemente e mettete in frigorifero per 2 ore circa. Togliete la frolla dal frigorifero e stendetela con un mattarello su un piano infarinato. Imburrate e infarinate una teglia di circa 22/24 cm Ø. Togliete l’eccesso si farina e foderate la tortiera con la frolla. Con i rebbi di una forchetta premere i bordi, farcite la crostata con un pò di marmellata (non esagerate 3 /4 cucchiai sono più che sufficienti) e disponete a X le stiscie di pasta. Infornate a 180° per 30 minuti (la cottura può variare dai 25 ai 40 minuti a seconda del gusto: più “morbida” o più biscottata). Vini consigliatia cura di Giordana Talamona Brachetto d’Aqui Docg Malvasia di Casorzo Doc
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Ricetta
Le trenette con il pesto genovese L’aneddoto legato a questa ricetta è la storia d’amore della zia Anna (sorella di mia mamma) e dello zio Egidio (genovese DOC). Durante la seconda guerra mondiale, mio nonno materno (il nonno Totò) appuntato di Pubblica Sicurezza, si dovette spostare con tutta la sua famiglia da Palermo a Lecce. Famiglia composta da una moglie (nonna Gaetana) in attesa della sesta figlia (mia mamma... nata infatti a Lecce in tempo di guerra) e dai figli Anna, Benedetto, Eleonora, Rosalia ed Elena. Nonno Totò, uomo generoso e dal cuore d’oro,
Ingredienti : 250 grammi di foglie di basilico 2 spicchi d’aglio privati dell’anima interna 100 grammi di parmigiano grattugiato (oppure 50 parmigiano e 50 pecorino sardo per chi ama il sapore più forte) 20 grammi di pinoli olio extravergine di oliva Ligure sale qb. Preparazione : se volete seguire il procedimento all’antica bisognerebbe pestare tutto nel mortaio...ma è più pratico ormai usare il frullatore. Iniziare inserendo i pinoli, l’aglio e il formaggio e l’olio extravergine d’oliva a poco a poco e prima che diventi una poltiglia inserire a poco a poco le foglie di basilico e il sale.
si prese a simpatia un giovane soldato genovese, Egidio Casagrande anche lui semplice ed educato, con la nostalgia per la sua Genova e la sua famiglia. Lo accolse allora nella sua di famiglia per farlo sentire meno solo e a casa...Fu così che conobbe Anna, la più grande delle figlie allora quattordicenne... Finita la guerra, circa cinque anni dopo, prima di tornare ognuno nella propria città Egidio si dichiarò ad Anna e si lasciarono con la promessa di sposarsi non appena possibile...Ecco una foto che Anna spedì da Palermo al suo Egidio...(quella
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bimba piccolina accanto ad Anna è la mia mamma...) (Per il mio Egidio con grande amore Anna - Con tristezza nel cuore la ritorno alla mia cara Anna - Egidio) Questa la dedica dietro la foto... Dopo pochi anni il 9 aprile 1949, nella chiesa di San Lorenzo Colli a Palermo coronano il loro sogno d’amore. Ecco la famiglia al gran completo, in alto: Zio Benedetto, Zia Rosy, nonno Totò, zio Egidio, nonna Gaetana, zia Eleonora, zia Elena. In basso la mia mamma (con i fiori in mano) la zia Anna e....mio papà.... Fu così che la zia Anna, con molto coraggio, lasciò Palermo e la sua famiglia d’origine per formare la sua famiglia a Genova con il suo Egidio. Nacquero Rosa Gaetana e Angelo Salvatore ...i miei cugini anch’essi sposati (rispettivamente con Lillo e Maria Grazia) e con figli (Alessio e Giulia)... insomma ormai una parte importante della mia famiglia abita a Genova....volete che non abbia la ricetta originale delle trenette con il pesto???? Mia mamma me l’ha tramandata con dosi assolutamente ad occhio ma io ho chiesto a mia cugina
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Mettere il pesto dentro dei barattolini pressando bene e co-
prendo con altro olio...
Adesso che il pesto è pronto non rimane che far cuocere le trenette in abbondante acqua salata e con una patata grattugiata dentro (oppure tagliata a fettine), scolarla ma non
Maria Grazia le dosi originali... ed è quì che entra in scena il “pizzino” con la ricetta (ossia...l’appunto scritto a mano). ~ di Elena ~
troppo e condirla con il pesto... Questo è fra i migliori piatti estivi che possiamo gustare...Infine un grazie a Maria Grazia che mi ha fornito la ricetta con le dosi precise e alla mia mamma che mi ha raccontato la storia della zia Anna e dello zio Egidio che non ci sono più ma che rivivono ogni istante attraverso i racconti e le foto che custodisco gelosamente in un album di famiglia!!!
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(lamontagnaincantata.blogspot.com)
Le pupporine
Ricetta
Questa è la ricetta originale scritta da mia zia. Questi biscotti sono tipici del mio Paese e quando ero piccolina alcuni giorni prima del 24 agosto si preparavano e poi si portavano in processione fino ad una chiesina in Paese a festeggiare San Bartolomeo. Qui veniva fatta la benedizione, che era per benedire non il dolce in sè, ma ciò che questo rappresentava e cioè il seno (pupporine) di tutte le ragazze e adolescenti. Era una bella tradizione ma purtroppo già da molti anni penso una trentina non si festeggia più. L’unica cosa che è rimasta è di preparare questi dolcetti (abbiamo anche una sagra che li ricorda ). Qualche anno fa mi sono fatta dare la ricetta originale da mia zia che fortunatamente l’aveva ancora. ~ di Paola e Dany ~ (paoladany.blogspot.com)
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Ingredienti: 12 uova 1 kg zucchero 200 gr. vaniglia 200 gr. pinoli 1 limone grattugiato 2 kg farina 200 gr. burro 1 bicchiere liquore sassolino olio 1 bustina lievito bertolini ciliegine candite anici Preparazione: Sbattere molto bene le uva con lo zucchero (nella ricetta originale c’ è scritto per mezz’ ora... a mano... ma usando lo sbatti-
tore elettrico basta molto meno) Aggiungere la vaniglia e continuare a montare Aggiungere il burro ed il liquore ed il limone grattugiato Proseguire mettendo gli anici ed i pinoli Poi il lievito e la farina Rovesciare l’impasto su una spianatoia e continuare a impastare con le mani facendogli prendere quanta farina vuole (ci sta in più della dose scritta) fare un panetto, spianarlo in una sfoglia non troppo sottile e
ricavare delle forme ovali o tonde a “Pupporina” Sistemarli in una teglia, Dividere le ciliegine a metà e metterle al centro di ogni pupporina Cuocerle in forno preriscaldato fino a che non risultano belle colorite. * Se avete il forno a legna è l’ideale.
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Quadrotti di pane, frutta secca e cacao
Ricetta
“Le nonne ne sanno una più del diavolo” ...quanto ha ragione questa frase =) A me non è mai piaciuto il pane... non mi sa di nulla... e se proprio sono costretta a mangiarlo lo prendo con i cereali almeno ha un odore diverso. Mia nonna, una sera che ero a cena da lei quando ero molto piccola, porta in tavola un dolce che a prima vista non era un gran che. Io le domando subito che c’ è dentro ( è quello che fanno sempre i bambini no?! ) e lei risponde « assaggia ». Io, non molto convinta ne prendo un pezzettino talmente piccolo che farebbe concorrenza a un chicco di riso. Ne prendo un altro pezzettino (questa volta più grande) e con un enorme sorriso dico « mi garba! » (alla fiorentina). Allora ne prendo una bella fetta e dopo averla finita tutta la mi nonna mi dice che si trattava di una torta con pane, cacao e frutta secca. Non vi dico come era sconvolta la mi faccia nel ricevere quella notizia! Ma oggi le dico grazie per avermi donato una ricetta così preziosa e buonissima (anche economica direi)! Ti voglio bene nonna! ~ di Ele ~ (dolcele.blogspot.com)
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Ingredienti: 125 g di pane secco 250 ml di latte 1 uovo 2 cucchiai di cacao zuccherato 1 cucchiaio di zucchero
una bella manciata di uvetta una bella manciata di mandorle spellate burro q.b. Preparazione: Ammollare il pane tagliato a pezzettini nel latte caldo. Aggiungere l’uovo, il cacao, lo zucchero e la frutta secca e impastare il tutto. Trasferire il composto in una tortiera piccola rettangolare coperta con carta forno (la torta non deve essere
troppo spessa). Terminare con qualche ricciolo di burro e una spolverata di zucchero. Cuocere in forno preriscaldato a 180° per 45 minuti. Sfornare, far raffreddare, tagliarla in tanti quadratini e servirli.
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La pizza di nonna Vittoria
Ricetta
Ingredienti:
Appena ho visto il concorso di Spelucchino: “mi dai la ricetta” ho subito saputo che dovevo parteciparvi...ci ho pensato su...e all’inizio avevo in mente di fare una ricetta che mi ha passato ultimamente un collega...ma poi...l’illuminazione. Solo una poteva essere la ricetta con la quale potevo partecipare: La pizza di mia nonna Vittoria 1) E’ una vita che voglio chiedere la ricetta a mia madre, per rifarla, e questa era l’occasione giusta 2) Ho bizzeffe e bizzeffe di aneddoti legati a questa ricetta, ed ho solo l’imbarazzo della scelta per sceglierne uno e partecipare al concorso 3) Mi piacerebbe parlare di mia nonna nel blog... Iniziamo dal nome della ricetta, “la pizza”, mia nonna l’ha sempre chiamata così anche se effettivamente era una ciambella da colazione. Era però tacito che se mia nonna diceva che aveva fatto la “pizza”si trattava di questa torta.
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2 uova 12 cucchiai di farina 7 cucchiai di olio 7 cucchiai di zucchero 1 bustina di lievito limone grattuggiato 1 bicchiere di latte Preparazione: Sbattete le uova e lo zucchero, unite i 7 cucchiai di farina e i 7 cucchiai di olio e il limone grattuggiato. Unire i 6 cucchiai di farina con il lievito sciolto nel latte. Amalgamare il tutto. Mettete in forno preriscaldato a 180° per circa 40 minuti. Io ho usato uno stampo da plum cake, lei ne usava uno a ciambella Io poi l’ho guarnita facendo una ghiaccia all’acqua con qualche goccia di limone.
La ghiaccia l’ho fatta unendo a 60 grammi di zucchero a velo un cucchiaio di acqua calda e qualche goccia di limone.
Tra tutti i ricordi legati a qiuesta ricetta, il primo che mi balza alla mente è quello di quando avevo circa 6 anni, mia nonna si era trasferita da noi per qalche tempo per aiutare mia madre, visto che era appena nato mio fratello. Era Estate, un pomeriggio d’estate per la precisione.Faceva caldo ed era ora di merenda. Io e le mie treccine, passiamo per la cucina, ala ricerca di qualcosa di buono. Non c’era nessuno in cucina, c’era la finestra aperta, e un bicchiere di latte sul tavolo. Invitantissimo. Senza nemmeno pensarc i 2 volte, me lo bevvi in un sorso solo, e ritornai a giocare in cameretta. Ancora un po’ affamata. Dopo poco, sentii la voce di mia nonna provenire dalla cucina, ritornai in cucina a reclamare la mia merenda. Mia nonna stava parlando da sola, chiedendosi se era diventata pazza o no, era sicura di aver preparato il bicchiere per la pizza, il bicchiera però era vuoto :D Confessai. A quel punto mia nonna mi disse, che nel latte ci aveva messo il lievito. Io le chiesi che cosa mi sarebbe successo...visto che lo avevo bevuto. E a quel punto nonna Vittoria si “vendicò” :) e mi disse che sarebbe successo alla mia pancia, quello che succede alle torte nel forno: si sarebbe gonfiata. Il languorino di colpo mi passò e trascorsi tutto il pomeriggio a monitorare la mia pancia... :) Nella foto che vedete...la ragazza ritratta è proprio mia nonna Vittoria :) ~ di Vissia ~
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(solopergusto.myblog.it)
Torta della zia Luisa
Ricetta
La ricetta di oggi è una torta molto morbida, soffice e semplice che preparava sempre la zia Luisa, oggi 100enne ancora in gambissima che vive a Parigi (questa è una foto che le ha scattato mio papà qualche anno fa). La sua ricetta mi è arrivata scritta dietro un foglio scritto in francesce che ho trovato nell’agenda delle ricette di mia mamma. ~ di Francesca ~ Ingredienti:
(blog.francescalorenzoni.com)
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1 bicchere di yogurt bianco 3 bicchieri di farina di riso 2 bicchieri di zucchero mezzo bicchiere di olio di semi 3 uova la buccia di 1 limone grattata mezza bustina di lievito istantaneo per dolci 10 minuti preparazione 30 minuti cottura Preparazione: In una ciotola capiente mescolare la farina con il lievito e lo zucchero. Aggiungere i tuorli, lo yogurt, la buccia del limone, l’olio e infine l’albume montato a neve. Rivestire uno stampo con la carta da forno, versare il composto e spolverare con un cucchiaio di zucchero. Cuocere in forno a 180° per 30 minuti. Lasciar raffreddare e poi tirare fuori dallo stampo.
Ricetta
Ingredienti : 200g. di farro della Garfagnana 3 uova 150 g. di parmigiano reggiano grattugiato 2 cucchiai di farina 2 cucchiai di latte fresco 50 g. di burro 4 cucchiai di olio evo noce moscata, sale e pepe q.b. Preparazione : Lavate il farro e fatelo bollire in abbondante acqua salata (seguite le indicazioni sulla vostra confezione), colatelo e mettetelo in una zuppiera. Aggungete tutti gli ingredienti. Versate l’impasto in una tortiera foderata con carta da forno e cuocete per circa mezz’ora a 180°. Servite tiepida, magari accompagnando un’ insalatina di pomodorini e rucola (ma è ottima anche con dei salumi e dei formaggi, ovviamente garfagnini!). Semplice, gustosa, ideale per un bel picnic al mare o in montagna a cui non si può dire di no in questo periodo!
Torta di farro di mamma
Finalmente dopo lunga attesa, sono riuscita a estorcere alla mia mamma la ricetta di un piatto tradizionale della Garfagnana, la torta salata di farro. Non si tratta né di un antipasto, né di un primo, né di un secondo, ma poiché appartiene alla tradizione povera dei contadini, è un piatto unico che nel tempo ha subito diverse modifiche, arricchendosi di vari ingredienti, tra cui il pregiato parmigiano, e le spezie come la noce moscata. ~ di Sara ~
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(cartadamusica.blogspot.com)
Torta di mele di Alba
Ricetta
Ingredienti:
Tanti auguri Birba!!!! Oggi è il suo compleanno e compie ben 8 anni!!!! Mi sembra ieri, quando l’ho portato a casa che aveva pochi mesi. Era una piccola peste e combinava tantissimi guai, adesso invece pensa solo a dormire!!!! Ormai è diventato grande, penso che per la loro vita, ha circa 50 anni. La ricetta di questa torta di mele me l’ha passata Alba, la compagna di mio cugino Roberto che abitano a Pordenone. In occasione di una loro visita ci avevano portato questa torta buonissima, così mi sono fatta lasciare la ricetta che ho più volte messo in uso visto che il risultato è assicurato!!! ~ di Laura ~ (zampetteinpasta.blogspot.com)
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6 belle mele Renette; 50 g farina; 100 g + 2 cucchiai zucchero; 130 g burro + 2 cucchiai burro fuso; 250 g latte; 2 uova; 1 bustina lievito x dolci; la scorza di 1/2 limone; un pizzico di sale. Preparazione: Battete in una ciotola il burro già ammorbidito a temperatura ambiente fin tanto che risulterà una crema spumosa. Aggiungete poco per volta e sempre mescolando bene, la farina, le uova, il sale, lo zucchero, la scorza grattugiata del limone, il lievito e il latte, sciogliendo bene i grumi con un
cucchiaio di legno. La pasta deve risultare piuttosto fluida. Sbucciate le mele e, tolti i torsoli, tagliatele a fette non troppo sottili. Versate l’impasto in una tortiera non troppo grande unta di
burro e infarinata. Disponete sulla superficie in cerchi concentrici, le fettine di mela, facendole penetrare nell’impasto e cospargetele con 2 cucchiai di zucchero e il burro fuso. Mettete in forno già caldo (180°) per circa 1 ora. Volendo si possono unire all’impasto uvette e pinoli.
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Agnello alla Sannita
Ricetta
Ci sono ricette che son difficili da raccontare, perchè hanno mille e una memoria appese alla pentola, tristi o allegre, vivaci, spensierate, di bronci o sorrisi. E ce ne sono altre invece che hanno con sé storie legate con nastri sgargianti fatti di ricordi e storie che fanno sorridere e scorrere una lacrima allo stesso tempo, come questa: Quando ero piccola non mi piaceva l’agnello. -No Papà, no neanche a Pasqua, non lo voglio... -si papà lo so che è tradizione e si deve mangiare, ma non mi piace... -No papà non mi piace, come te lo devo dire... -con le patate? mah, mangio solo el patate, ma con tanto rosmarino, se no sanno d’agnello... -non mi vanno i peperoni, mi rimangono sullo stomaco... -papà, ho le nausee, non ce la faccio a mangiarlo. lo sai che aspetto un bambino... Poi un bel giorno, quando la nostalgia si fa sentire, e i sapori della tradizione di famiglia cominciano a mancare e vuoi tenerti stretto quell’unico pezzettino di casa che puoi avere con te da lonta-
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Ingredienti: 1200 gr di carne d’agnello 500 gr di peperoni (gialli, verdi e rossi) 500 gr di pomodori maturi 1 grossa cipolla 1 bicchiere di vino bianco secco 1 tazzina di olio d’oliva extra vergine 1 peperoncino sale e pepe
Preparazione: Tagliare a pezzi la carne e farla rosolare nell’olio insieme alla cipolla e il peperoncino polverizzato. Appena si mostra cotta in superficie, bagnarla con un bicchiere d’acqua salata, coprire e cuocere molto dolcemente per 90 minuti. Aggiungere quindi i peperoni puliti e tagliati in listarelle. Lasciarli soffriggere per un quarto d’ora nel fondo ristretto della carne, aggiungere i pomodori in pezzi, il vino, le cipolline e qualche cucchiaiata d’acqua. Cuocere ancora per una ventina di minuti e appena le cipolle saranno cotte, trasferire a un piatto di portata e servirlo.
no, allora ti afferri a un ricordo, un sapore, un misto di colori e profumi che ti riportano indietro. E succede che i gusti cambiano. -papà l’agnello quello che fai sempre a Pasqua, quello con i peperoni e le cipolline... ...Mi dai la Ricetta? ~ di Eleonora ~
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(burro-e-miele.blogspot.com)
Biscotti con corn flakes
Ricetta
I biscotti, che bontà! Non bevendo il latte, non ho mai amato i biscotti secchi, che hanno un senso soprattutto quando vengono “inzuppati”. Sono quindi sempre alla ricerca di ricette particolari, ed oggi mi cimento con questo ottimo di mix di ingredienti saporitissimi!
Ingredienti:
Il foglio con ingredienti e procedimento fa parte della “Bibbia delle ricette” della mia compagna. ~ di Luca ~
(perunpugnodicapperi.blogspot.com)
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200 gr burro (morbido) 250 gr farina 100 gr zucchero 2 uova 1 bustina lievito per dolci 1 limone (buccia grattugiata) 50 gr uvetta 50 gr pinoli 150 gr cioccolato (gocce) corn flakes qb (circa 150 gr) zucchero a velo Preparazione: Sbattere con le fruste le uova e lo zucchero. Quando il composto sarà cremoso, aggiungere la buccia grattugiata del limone, il burro morbido e la farina setacciata unita al lievito. Tritare i corn flakes ed aggiugnerne un bicchiere all’impasto (conservando gli altri cornflakes interi per la copertura
finale). Unire al composto anche l’uvetta, i pinoli e le scaglie di cioccolato. L’impasto deve risultare piuttosto morbido ma compatto. Se risultasse troppo liquido, aggiustare con altri corn flakes tritati e uvetta o pinoli, a piacimento. Con il cucchiaio versare una pallina di impasto in un recipiente pieno di corn flakes e farla rotolare per far aderire bene e coprire interamente. Adagiare tutte le palline su una piastra ricoperta con carta da forno e cuocere a 180°, a forno già caldo, per 10-15 minuti circa. Lasciar raffreddare e spolverare con zucchero a velo.
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Spezzatino di pollo alla soia
Ricetta
Ho tenuto un diario per moltissimi anni. Eh no, non solo in adolescenza ma, quando più spesso e quando meno, fin verso i quarant’anni, quando sono (forse …) finalmente cresciuta e non mi è più venuto spontaneo farlo. Finché l’ho tenuto, ci ho riversato tutta me stessa. Non raccontavo tanto le cose che facevo, quanto le mie emozioni, la mia allegria o la mia tristezza, i miei entusiasmi ed i miei malumori, le mie considerazioni più o meno sagge (più meno che più …) sugli eventi mondiali o su quelli che si svolgevano intorno a me, nella cerchia dei miei amici o familiari. Durante i mesi di attesa della mia prima bambina, era a lei che scrivevo quasi tutti i giorni. Non sapevo se sarebbe stato un bimbo o una bimba ma ascoltavo con più emozione ogni attimo, in silenzio, quella vita che in me cresceva, si muoveva e diventava la cosa più importante della mia intera esistenza. E le scrivevo, a volte lunghe pagine, a volte poche righe, le scrivevo tutto quello che mi passava per la testa, tutto quello che mi attraversava il cuore e lo scalfiva in qualche modo. Tra le cose che le scrivevo, ovviamente non tutte serie (anzi!) c’era perfino qualche ricetta! A quel tempo vivevo con mio marito a casa dei miei genitori, in attesa che la casa in cui vivo attualmente venisse costruita, e mia mamma da brava cuoca aveva un modo tutto suo di coccolarmi: cucinava per me i piatti che amavo. Ed io li raccontavo, a volte, a quell’esserino minuscolo che stava cam-
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Ingredienti per 4-5 persone: 800 g di carne magra (petto di pollo, fesa di tacchino o carne rossa magra) 1 cipolla peperoncino salsa di soia (nel mio caso senza frumento, ho usato quella di marca LIma, versione Tamara) 350 g di riso Preparazione: Mettere a lessare il riso. Nel frattempo tagliare a listerelle sottili la carne (io uso sempre petto di pollo). Soffriggere la cipolla tagliata molto sottile in olio abbondante, aggiungere la carne e farla cuocere brevemente a fiamma piuttosto alta per evitare che “lessi”; se gradito mettere
un pizzico di peperoncino in polvere. Appena cotta (basterà un minuto per la carne rossa, e 2-3 minuti per quella bianca) spegnere il fornello e cospargere a piacere di salsa di soia. Servire caldo accompagnato dal riso in bianco.
Usare il liquido di cottura per insaporire il riso, e mettere in tavola la bottiglietta di salsa di soia per chi ne gradisse un’aggiunta su carne e riso. E come al solito ...
biando totalmente la mia vita. Quando ho letto del contest di Barbara non potevo non ricordare il diario di quei mesi … così l’ho ripreso in mano, sfogliato alla ricerca di una pagina che potesse partecipare al contest senza sconfinare (in fondo deve trattarsi solo di una ricetta scritta a mano!) ed ho scelto tra le tante queste due … dove parlo alla mia bambina e le descrivo il piatto che mia mamma aveva cucinato per me quella sera, e non svelo niente che non voglio venga svelato :)) La cosa buffa è che poche sere fa ho saputo sia da Stefania che da Felix che esiste una marca di salsa di soja che non contiene frumento … che per di più è presente nel prontuario … e di cosa parla questa pagina che ho scelto? Di uno spezzatino con salsa di soia! Pensavo di farne uno glutinoso e fotografarlo all’unico scopo di partecipare al contest … invece ho potuto cucinarlo per tutti compresa me, e dopo tanti anni gustarmi nuovamente questo piatto che adoro e che ha tre grandi pregi: è facilissimo, velocissimo e gustosissimo! Ed ora la ricetta scritta in modo più moderno …
... leccarsi i baffi !!!
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(aifornelliconlaceliachia.blogspot.com)
~ di Anna ~
Zucchine tonde ripiene
Ricetta Ingredienti: 2 zucchine tonde 50 grammi di formaggio 50 grammi di salame 2 pomodorini pan grattato qb 4 cucchiai di olio Sale e spezie qb Preparazione: Si prendono le zucchine tonde e le si svuotano conservando la polpa che va ripassata in padella con sale e spezie (pochi minuti per farla ammorbidire 8-10 minuti). Mischiate quest’ impasto con formaggi, salame. Riempite le zucchine con questo mix. Fate un tappo con il pan grattato ed il pomodorino tagliato a metà. Mettete in una pentola a pressione o in una padella (in entrambi i casi con un filo d’olio). Far cuocere a fuoco lento per circa 30 minuti. Con la pentola a pressione un po’ meno tempo di cottura, per la padella verificate quando si sono ammorbidite le zucchine prima di spegnere il fuoco. La cosa importante nel caso della cottura in padella e tenere ben saldo il coperchio.
Questa ricetta mi è stata proposta dalla mia amica Miriam. ~ di Mario ~
(amicidelcappero.blogspot.com)
Consiglio vino: Un bianco con struttura o un barbera si abbinano facilmente.
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Ricetta
Per il ripieno - Ingredienti : 300 g di mandorle spellate 300 g di pistacchi crudi 50 g di zucchero Mezzo bicchiere di acqua La scorza di un limone e di un ’arancia Preparazione : Mettete le mandorle e i pistacchi in un mixer e frullateli in modo da ridurli in piccolissimi pezzetti. Adesso trasferite il tutto in un tegame, aggiungete le scorze degli agrumi, lo zucchero e l’acqua e cuocete a fuoco dolce fino a quando lo zucchero si sarà sciolto, poi trasferite il tutto in un piatto e lasciate raffreddare.
Buccellati di zia Barbara! Care cuochine visto la piccola età del mio blog non ho partecipato a molti contest forse anche un po’ per paura di non essere all’altezza ma quando ho visto quello di barbara non ho saputo resistere. La ricetta che vi propongo oggi l’avevo già postata ma oltre alla ricetta che vi assicuro è buonissima quello che mi è molto caro è il ricordo a cui è legata. Come sapete io abito in Sicilia. Mia madre è nata in uno dei piccoli paesini dell’entroterra siciliano dove sono molto devoti a San Giuseppe, e proprio per il giorno di San Giuseppe si imbandisce una tavolata per ringraziarlo di aver ascoltato le loro preghiere. La tavolata è personale, cioè ogni famiglia devota prepara la sua e tutti gli altri vanno a vederla. La tavola è molto varia: dai cibi più poveri come le frittate di erbe selvatiche ai piatti più elaborati. La particolarità è il “pane di San Giuseppe” che raffigura il viso del santo. Tutti possono assaggiare e cibarsi ma ad “aprire le danze” sono dodici ragazzine dagli 8 ai 12 anni chiamate le Dodici Verginelle. La sorella di mia mamma, mia zia Barbara era molto conosciuta in paese per le sue doti culinarie e la sua tavolata era la più apprezzata . Lei era analfabeta e tutte le ricette le ricordava a memoria (infatti il foglietto con la ricetta che mi ha dato è stato scritto dalle figlie). Ricordo che la prima volta che ho partecipato alla tavolata è stato molto toccante: oltre ad essere un momento di svago è un momento di raccoglimento e di preghiera che unisce tutto il paese. Sfortunatamente non ho foto perché a quei tempi non si usava. Vi posto questa ricetta perché i buccellati erano i dolci più colorati ed erano ovviamente i preferiti dai bambini e mi ricorderanno sempre la mia dolce zietta. ~ di Dorotea ~
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(acenadadorris.blogspot.com)
Per la pasta - Ingredienti : 750 g di farina 00 250 g di farina di grano duro 200 g di zucchero 200 g di strutto fuso 3 uova 1 bustina di lievito per dolci 2 bustine di vanillina Martini bianco q.b. Preparazione :
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Setacciate insieme le due farine, aggiungete gradatamente tutti gli altri ingredienti e impastate fino ad ottenere un impasto sodo e liscio. Spianate l’impasto in fogli sottili poi ricavatene delle strisce larghe 3-4 cm e posizionate sopra le strisce dei mucchietti di ripieno distanziati uno dagli altri. A questo punto ripiegate le strisce a metà in modo da coprire il ripieno e con l’aiuto di una rondella ritagliate delle mezze lune. Chiudete bene i lembi delle mezzelune schiacciandoli con una forchetta in modo che durante la cottura non fuoriesca il ripieno. Gli scarti di pasta potrete rimpastarli e fare altri dolcetti. Cuocete in forno caldo per 5-6 minuti fino a doratura. Guarnite i dolcetti spennellandoli con una glassa (fatta con un albume, 100 g di zucchero a velo e qualche goccia di limone il tutto montato con un frullino elettrico fino ad ottenere un composto sodo). Potete anche aggiungere delle codette colorate!
Ricetta
Ingredienti :
250 gr di pane raffermo 1 litro di latte 6 cucchiai di zucchero 50 gr di burro 3 uova scorza grattuggiata di limone 200 gr di amaretti 150 gr di uvetta 50 gr di cacao rum q.b. (io ho usato il marsala)
Preparazione : tagliare il pane raffermo a pezzeti e lasciarlo a bagno nel latte zuccherato per 12 ore (io l’ho lasciato tutta una notte) Strizzare il pane e amalgamare con il burro ammorbidito, gli amaretti sbriciolati, le uova, 2 cucchiai di farina (si lo so non c’era negli ingredienti sopra....ma è la ricetta di mia mamma!!!!! è mia mamma!!!), la scorza di limoni grattuggiata
Torta di pane
32° C....pazzesco!!!! E’ la prima volta che vedo una cosa del genere (anche perchè i dati statistici parlano di un caldo uguale a questo nell’aprile di 45 anni fa...e io...non ero nemmeno in progetto!!! Sono tornata ora da una passeggiata sui miei monti...è tutto verde...tutto fiorito. Adoro il verde dell’erba, delle piante...mi mette pace. La gente fuori è in canotta e bermuda, si gusta gelati e sosta sulle panche dei giardinetti all’ombra!!! Ed ora sono qui pronta a postare la mia ricetta del giorno. Girando fra blogger mi sono imbattuta nel contest di Spelucchino “Mi dai la ricetta?” e mi è venuto in mente il cassetto di mia mamma....ve la ricordate vero? Ne ho parlato ieri. Beh mia mamma, quella con il vizio di cucinare ad occhio, non ha un libro di cucina sano...lei ha solo ricette strappate (come quella dello Strudel strappata dal calendario!) e ricette scritte su foglietti a mano (Alcuni non hanno nemmeno il nome della ricetta!! Partono direttamente dagli ingredienti o ad-
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dirittura dal procedimento...come si fa? come si fa?). Sono andata a bussare alla sua porta “Ciao ciao..sì sto bene...” ed ho aperto il cassetto. Avevo già un’idea su cosa avrei trovato grazie alla mia memoria visiva....erano due le ricette che volevo recuperare velocemente: il salame vichingo e la.....torta di pane. Il salame vichingo era famossissimo a casa mia (lo posterò prima o poi!), ma con questo caldo.... non ne avevo voglia.,..quindi....torta di pane!!! Al mio paesello c’è un solo negozio alimentari...anzi...c’è solo il negozio alimentari...null’altro (è così... per avere il resto ci facciamo 13 km di strada di lago). In questo negozio il pane (e tutto il resto...) lo compri solo se lo ordini....e se lo ordini.....lo porti a casa anche dopo due giorni! E non si discute (ve lo giuro....succede anche con i giornali quotidiani...al massimo lo leggi con 2-3 giorni di ritardo)!!! Quando ero piccola i miei genitori erano “conteggiati” come “compratori di pane” e se per sbaglio andavamo in vacanza qualche giorno...al ritorno....avevamo kg di pane raffermo in casa ad aspettarci!!!!! E quindi cosa si faceva?....colazione per giorni con la torta di pane. ~ di Alessia ~
e mescolare bene. Versate metà impasto in una tortiera ricoperta di carta forno (versione moderna del pan grattato di mia mamma!) e coprite con l’uvetta che avrete messo a mollo nel rum (marsala). Mescolate al resto il cacao e versare nella tortiera.
Ultimate con fiocchetti di burro e zucchero. Infornare a 180° per 40 minuti circa.
(dolcezzedinonnapapera.blogspot.com)
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Mia mamma è venuta a far colazione con me....” buona...ti è venuta bene! ma non sento le mele!!!” Mamma nella tua ricetta non ci sono le mele!.....”strano...io le metto sempre!!!!!!!” vedete... omette ingredienti nelle ricette per non far raggiungere i suoi risultati....va beh voi se volete alla fine con le uvette aggiungete le mele a pezzetti!!!!! Poi ditemi...
Ricetta
Ingredienti :
100 g di mandorle macinate 100 g di zucchero 50 g di farina 00 50 g di burro 4 uova (solo l’albume) Mezza bustina di lievito per dolci Zucchero a velo
Preparazione : Prendere gli albumi e montarli a neve. Mettere le mandorle e lo zucchero nel robot e macinarle. Io le ho macinate grossolanamente per sentire ancora i pezzettini di mandorla (altrimenti si poteva usare farina di mandorle). Mettere il burro in una padellina e farlo sciogliere. Aggiungere agli albumi montati la farina, le mandorle tritate con lo zucchero, il burro ed il lievito ed amalgamare bene il tutto. Imburrare una teglia da dolci e spolverare con la farina. Versare il composto uniformemente ed infornare nel forno già in temperatura a 180°C per 30 minuti. Lasciare raffreddare quindi spolverare con lo zucchero a velo e, volendo, decorare con mandorle intere fissandole con del miele.
Torta alle mandorle Quando ho conosciuto Emanuela, mia seconda moglie, suo padre Achille era morto da un anno e quindi non ho avuto il piacere di conoscerlo. Da quello che mi viene detto da mia moglie e da mia suocera, avremmo avuto molti interessi in comune. Questa assonanza fa sì che a volte mi venga detto che assumo atteggiamenti identici a quelli di Achille, neanche fossi suo figlio. Non ho modo di verificare la veridicità di queste informazioni anche se penso che siano un poco sviate dall’amore e dall’affetto che provano per loro. Achille era un amante della buona tavola e tra le varie ricette che apprezzava un posticino particolare era riservato alla torta di mandorle. Così ho chiesto a mia moglie se aveva la ricetta di questa torta e, dopo una ricerca tra i suoi quadernetti di appunti di ricette, mi ha dato un vecchio fogliettino con le scritte un pò sbiadite. Ho preparato questa torta perché penso che domani quando la offrirò a mia suocera le farà un immenso piacere e, magari, riuscirò a farla mangiare un pochino di più. ~ di Gianni ~
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(cocogianni.blogspot.com)
Torta al formaggio di Pasqua
Ricetta
E’ davvero un’ immagine impressa in noi quella del quaderno delle ricette di mia mamma, con una fantasia estremamente anni 70, il quaderno dai fogli leggeri, color avorio. La sua scrittura, quasi di una bambina, davvero irriconoscibile rispetto a quella di adesso… “le ricette di Gianna”. Questo quaderno dei segreti e dei desideri, che io e mia sorella ci contendiamo da tanto di quel tempo, davvero tanto visto che ci sono anche i nostri scarabocchi di quando eravamo cucciole. Quel quaderno, nel tempo, si è arricchito, ritagli di giornali, ricette sempre più elaborate, e un cartoncino…un cartoncino dall’aria vagamente familiare, lucido davanti e grezzo nella parte dietro, il cartoncino dell’incarto delle calze di nylon, un foglietto volante che all’occasione è servito a mia mamma per immortalare la ricetta della pizza di pasqua. E poi elaborare la ricetta insieme, riuscire a leggerle gli ingredienti facendo a gara a chi ne diceva di più, l’attesa infinita della lievitazione, palpitanti, alzavamo sempre il canovaccio umido che ricopriva le pizze..e ricordo la sorpresa e l’ovazione del vedere la pasta fare capolino. Poi finalmente poter cuocere quelle delizie. Questo è il cartoncino che desidero avere, ovvio la ricetta è finita subito nel mio quaderno personale, ma non è lo stesso…adesso la immortaliamo anche qui…chi la vincerà tra me e kya? ~ di Chiara e Giada ~ (www.sulemaniche.it)
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Ingredienti: 5 uova pepe 1 bicchiere di olio 200 gr pecorino 100 gr parmigiano 50 gr lievito di birra 1 kg farina latte tiepido sale Preparazione: Il procedimento è molto semplice. Ho sciolto il lievito in poco latte tiepido e ho incominciato ad impastare la farina. Poi ho aggiunto alternando i formaggi, l’olio e le uova una alla volta. Per ultimo ho messo il sale e una generosa dose di pepe. Sulla ricetta era scritto che la pasta andava battuta 30 minuti perchè la ricetta era stata data così a mia mamma, in realtà neanche lei l’ha mai fatto. Diciamo che la pasta va lavorata il tempo necessario a farla diventare liscia e vellutata. Poi ho messo tutto a lievitare o in una teglia dai bordi alti o nelle sagome di carta da panettone per circa 3 ore. La pizza al formaggio cuoce in forno già caldo a 140° per 1 ora e sentirete che profumino!
Ricetta Ingredienti : Per la pasta: 600 g di farina 4 cucchiai di olio di oliva 2 cucchiai di zucchero (80 g se il ripieno è a base di marmellata) 50 g di lievito di birra Latte quanto basta (circa 200 ml) Per il ripieno io ho usato: un barattolo di marmellata di albicocche Rigoni oppure, se preferite 200 g di burro 200 g uva sultanina (preventivamente “ammollata” con acqua e cognac e poi asciugata) 1 albume per spennellare Preparazione : la sera precedente preparate il lievitino con 260 g di farina e il lievito di birra sciolto nel latte tiepido. Il giorno successivo mettete la farina rimanente a fontana, aggiungete delicatamente i 6 tuorli, lo zucchero, il burro o (l’olio). Quando il tutto è ben amalgamato aggiungete il “lievitino”, lavorate bene la pasta. Stendetela con il matterello su carta forno , spalmate la marmellata sulla pasta, distribuendola in modo uniforme, arrotolate la pasta, allungate un po’ il rotolo con le mani, tagliatelo in metà e poi fino ad ottenere 12 “tocchetti”. Imburrate ed infarinate uno stampo “a cerniera” disponete i “tocchetti” di pasta, spennellate con l’albume dell’uovo leggermente sbattuto, spolverizzate con dello zucchero. Fate riposare un’ora, noterete che la pasta cresce. Infornate in forno preriscaldato a 180° per 45 minuti.
Torta di rose Questo foglietto risale a quasi quarant’anni fa: andavamo sempre in vacanza a Borghetto Santo Spirito in Liguria e, puntualmente, ritrovavamo ogni anno le amicizie estive, si creava una folta combriccola. Noi, ragazze di ieri, giocavamo, ci tuffavamo, ridevamo, mentre le nostre mamme si scambiavano spiegazioni di lavori a maglia, schemi di uncinetto e ricette. Ecco questa è proprio il frutto di uno di questi scambi. Mentre scrivo queste poche righe la mia mente corre indietro nel tempo e penso a quanto fossi fortunata, ri-
spetto ai ragazzi di oggi, nel poter trascorrere tre mesi interi di vacanza al mare, a come la vita fosse più semplice, schietta e, soprattutto, a quanto mi sono divertita! I ricordi legati a quelle estati sono tutti belli e, non perché il passato si colora, retoricamente, sempre di rosa, ma, perché realmente è stato così! Grazie a questi contest ho preparato, con qualche variante, questa torta che mi ha sempre affascinato, la cui ricetta era rimasta nascosta nel quadernone di mamma, ma, soprattutto, mi sono balzate alla memoria volti, nomi sopiti che hanno contribuito a scrivere indimenticabili pagine della mia vita. ~ di Helga e Magali ~ (patesetpattes.blogspot.com)
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Torta di cioccolata del ‘700
Ricetta
Ieri mi sono messa a rovistare un po’ tra i vecchi libri di mia madre e i suoi quaderni di appunti.. Cose molto interessanti :-) Ricette di dolci, di creme, di basi per dolci... appuntate sui nostri vecchi quadreni di scuola che lei gelosamente ha conservato. Ricette dettate per telefono da sua mamma, dalle sue sorelle, prese in tv, da vecchie riviste.. tutte annotate velocemente per non perderle di vista.. Sfogliando le pagine di uno dei quaderni mi è saltata agli occhi una ricetta in particolare.. il titolo mi ha incuriosito.. “torta di cioccolato del ’700. Interessante! Vediamo un po’ come facevano le torte qualche secolo fa! Farina, zucchero, cacao, burro.. cannella, chiodi di garofano... immaginavo il profumo mentre la leggevo! La cosa bella è che mi sono resa conto mentre la preparavo che mia mamma nella ricetta ha mancato l’uovo :-) beh! quello ci vuole! Io ho fatto metà della dose ottennedo un tortino di circa 20 cm, tagliato a cubetti e spolverata con zucchero a velo... E siccome la domenica è uno dei giorni in cui pasticcio di più perchè ho un po’ di tempo per me..ne ho subito approfittato! Tortino morbidissimo! Profumato, si scioglie in bocca! Provatela è davvero super! ~ di Vicky ~ (www.vickyart.it)
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Ingredienti: 250 grammi farina 250 grammi zucchero 80 grammi burro 80 grammi latte 80 grammi cacao amaro 1 uovo 1 pizzico sale 1 pizzico cannella q.b. chiodi di garofano in polvere 1 cucchiaio marsala 1 bustina lievito per dolci Preparazione: Accendere il forno a 180 gradi. Mescolare insieme tutti gli ingredienti, versare in un stampo rivestito con carta forno e cuocere 35 minuti.. Bon appétit..
Ricetta
Le olive ascolane della nonna... “o m’hai fregato...”
60-70 olive 3 etti di spezzatino di vitello 3 etti di maiale 1 petto di pollo 1 salsiccetta (opzionale) 1 pezzo di cipolla 1 costa di sedano 1 carota 1 po’ di brodo con un dado o del vino 2 etti di parmigiano 2 uova grosse o 3 medie (e dell’uovo sbattuto per l’impanatura) farina per impanare pan grattato per impanare Preparazione : Soffriggete in padella carota sedano e cipolla, rosolate la carne e aggiungete vino o brodo con un pezzo di dado. Cuo-
Sono molto affezionata a questa ricetta. Le olive ascolane di nonna. Una frase che non ha bisogno di predicato e complementi: nasce e finisce così, con un’oliva rubacchiata dal forno ancora caldo mentre aspetti che arrivino tutti i parenti a pranzo. E un’altra che ti mette in bocca direttamente nonna mentre ti dice “mangia un’anzegna che si ne stanno chissà quante” ...tutto vero, quando le fa non ne fa mai meno di un centinaio... belle sostanziose! Si sveglia la mattina presto, nonno va a comprare la carne, capano le olive mentre si lanciano frecciatine... perché nonno detesta vedere il lavandino impicciato e comincia a brontolare e a mettere bocca su tutto :D e nonna “Carlo ma stai un po’ zitto che sei vecchio” e poi va li e gli dà un bacio in testa... e nonno ride diventa tutto rosso e fa “eeeeeeeh Chiari’ o m’hai fregato o me stai pe’ frega...” :D Questi, l’avrete immaginato, sono loro. La prima foto, negli anni 50. La seconda l’anno scorso al compleanno di nonno che ha compiuto 79 anni :) Stanno insieme da quasi 60 anni e non mi vergogno di dire che il mio desiderio più grande è essere come loro. A volte quando vado a pranzo nonna si siede vicino a me e dopo avermi aggiornato sulle ultime novità (quello che pensa caterina, che dice caterina, caterina si è tagliata i capelli... io pensavo che fosse una vicina ma alla fine ho scoperto che è una ragazzetta che dirige un programma in tv che a nonna piace tanto :D) mi racconta di quando era giovane e nonno la corteggiava...quando c’è tempo prende la scatola con tutte le foto e me le fa vedere, con gli occhi che ritornano indietro di mezzo secolo e lo stesso identico cuore :) Questi sono il davanti ed il dietro di qualcuna di quelle foto...le ho scannerizzate per conservarle ma sono così dolci che non ho potuto fare a meno di condividerle :) La barca senza remi non puo antare io lontano da te non posso stare
Ingredienti :
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cete fino a cottura ultimata. Mentre aspettate che la carne si raffreddi prendete le olive e se non le avete prese snocciolate, apritele con il coltello a spirale in modo da lasciare intera la struttura e togliete il nocciolo. Quindi macinate la carne con due uova grosse e 2 etti di parmigiano. Mettete la carne lavorata all’interno delle olive e chiudetele, quindi passatele nella farina nell’uovo sbattuto e nel pane grattuggiato. Potete cuocerle subito o congelarle.
A chi amo per tutta la vita dono la mia foto...
Ogni volta che mi guarderai del tuo Carlo ti ricorderai...
Nello spuntar del sole ricordati di me mio primo amore
Questo è l’interno. Sono favolose...dopo averle assaggiate non riuscirete più a mangiare quelle surgelate delle pizzerie. A presto :)
Così, grazie per avermi letto fin qui :) Ora passo alla ricetta, regalo della mia nonnina marchigiana. ~ di Benedetta e Martina ~
(nasodatartufo.blogspot.com)
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Ricetta
Crostata solare
Ingredienti : 1 pasta frolla 2 tuorli 2 uova 300 ml succo d’ arancia 50 grammi farina 180 grammi zucchero 1 scorza d’ arancia 2 arance per decorazione 2 cucchiai succo d’ arancia 4 cucchiai zucchero Preparazione : Stendere la pasta frolla in una tortiera imburrata e infarinata, ricoprire con un foglio di carta alluminio e ponete dei fagioli. Cuocere per 15 minuti in forno preriscaldato a 170 gradi. Togliere la carta e i fagioli, terminare la cottura per altri 15 minuti e lasciate raffreddare. In un pentolino versa lo zucchero e le uova e mescolare, ag-
Non romperlo O-0 .. non sporcarlo, non pasticciarlo O-0.. nn sono più una bambina :D va beh! ad ogni modo dal suo quaderno saltano fuori ricette come il coniglio dal cilindro del mago! Questa..solo il nome mi ha fatto illuminare! crostata solare.. che bella dev’essere!! E ora vi posso dire che buonaaa!!! Non so da dove l’abbia presa ma… ha fatto bene! :D io l’ho realizzata mini utilizzando gli stampi per tartellette Pedrini. Questa vi consiglio vivamente di farla in uno stampo grande o comunque di farne tante se amate le arance! ~ di Vicky ~
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(www.vickyart.it/)
giungere la farina sempre mescolando e diluite con il latte e il succo d’ arancia. Ponete la crema sul fuoco a fiamma moderata senza smettere di mescolare e fatela addensare. Allontanatela dal calore ed aromatizzatela con la buccia di arancia grattuggiata.. distribuite sulla crema un cucchiaino di zucchero per evitare che si formi la pellicola in superficie. Intanto preparate uno sciroppo utilizzando una padella larga. Versate lo zucchero e il succo d’ arancia, ponetela sul fuoco a fiamma moderata e aggiungete l’ arancia tagliata a fettine. Lasciate cuocere per 10 minuti senza rimestare. Allontanatelo dal calore e lasciate raffreddare. Sformate il guscio della crostata e sistematelo sul piatto da portata, livellatelo con la crema e disponete le fettine d’ ararncia accavallandole. ricoprite tutto con lo sciroppo ottenuto durante la cottura delle fette d’ arancia. Bon appétit...
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Grazie!
Grafica Barbara Scarafiocca