I valori dello sport opuscolo

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Cerimonia di Intitolazione del Campo Sportivo Comunale Raffaele Capozzoli Aquara, 3 Giugno 2012 /$ 6725,$ ',

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DEFINIZIONE DI COMMEMORARE: richiamare alla memoria; far menzione, ricordare in modo alquanto solenne persone e fatti notevoli… Il significato letterale di questa giornata può essere compreso aprendo un vocabolario, ma il senso che ha per me il voler ricordare Raffaele va ben oltre le pagine di un dizionario. Per ricordarti in modo solenne nel tempo, ho deciso di scolpire il tuo nome nel marmo.

*** Raffaele, il mio fratello maggiore, la mia luce in mezzo al buio, il faro che mi ha guidato anche se per breve tempo, verso la strada giusta da percorrere. Il mio mentore, colui che mi ha trasmesso, più che come fratello, come un genitore, i valori che faccio miei ancora oggi e che in futuro trasmetterò ai miei figli: onestà, dedizione, rispetto e generosità.

In tua memoria.


Raffaele GRAZIE per il tuo esempio, noi non ti dimenticheremo mai. E sarai l’emblema di molte generazioni.


In memoria di

Raffaele Capozzoli tragicamente scomparso l’11 febbraio 1984

Ha amato i suoi cari con passione, forza e tenacia. Si è imposto al mondo con dignità e coraggio. Ha combattuto fieramente per una società più giusta. Chi lo ha conosciuto ha potuto ammirare la maturità del suo intelletto. Chi lo ha amato non può dimenticare la tenerezza del suo cuore, e piange per averlo troppo presto perduto.


Raffaele durante la leva militare (1981).


E una donna che reggeva un bambino al seno disse: Parlaci dei Figli. E lui disse: I vostri figli non sono figli vostri. Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa. Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi, e benché vivano con voi non vi appartengono. Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri: essi hanno i loro pensieri. Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime: esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno. Potete tentare di essere simili a loro, ma non farvi simili a voi: la vita procede e non s’attarda sul passato. Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti. L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane. Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere; poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell’arco. (Gibran Kalhil Gibran)

Dedicato a mia madre Elodia


La storia di Raffaele Capozzoli Raffaele è nato ad Aquara l’8 Dicembre 1955, dove ha trascorso la sua infanzia e la sua fanciullezza. Diplomatosi al Liceo Scientifico di Roccadaspide ha iniziato la sua carriera universitaria presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Salerno, ma dopo pochi esami dirottò i suoi studi a Roma, presso l’Università “La Sapienza” dove poi ha conseguito la Laurea di Dottore in Giurisprudenza con votazione 110 e lode, applauso della commissione di esame e pubblicazione della tesi. Unica testimone dell’evento, la fidanzata Manuela. Dopo la laurea, Raffaele svolse tirocinio e esame di stato che gli conferì il titolo di avvocato civilista e nel frattempo si era già iscritto alla Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Roma per conseguire la seconda laurea alla quale mancava solo l’ultimo esame e la discussione della tesi. In questo periodo ha visto pubblicare vari suoi articoli su testate nazionali e ha preso parte a convegni e stage in qualità di relatore. Sempre nei primi mesi dopo la sua laurea, Raffaele ricevette incarichi per chiamata diretta da importanti Istituti di Credito come la Banca Nazionale del Lavoro e il Banco di Napoli. Fu, inoltre, vincitore di numerosi concorsi nazionali, tra i più importanti e prestigiosi, presso la Banca d’Italia per la qualifica di funzionario, presso il Ministero degli Interni in qualità di Segretario Comunale e presso l’Istituto ENEA a cui Raffaele anelava particolarmente. Fu assistente universitario del Prof. Stefano Rodotà, Professore Emerito di Diritto civile della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università “La Sapienza” di Roma, giurista e politico italiano. Importante ricordare che Raffaele riuscì nel suo percorso universitario contando esclusivamente sulle sue forze e sulle sue capacità. Fu, infatti, vincitore di numerose borse di studio che gli permisero di 6 LA STORIA DI

Raffaele “Marmus, set magnus” (Piccolo ma grande)


mantenersi agli studi, svolgendo inoltre vari lavori saltuari, dall’insegnamento a quelli più umili, come vendere bibite allo Stadio Olimpico di Roma. Questo a dimostrazione che, oltre le capacità innate che riguardo a Raffaele sono indiscusse, l’impegno e l’umiltà, la perseveranza e la determinazione, il sacrificio e la lungimiranza possono portare a grandi risultati, in qualsiasi campo e in qualsiasi occasione la vita ci presenti. Al contrario, il lassismo, la superficialità e l’individualismo, purtroppo malattie dei nostri tempi e delle nostre istituzioni, si concretizzano invece nella non-azione e nella indifferenza.

Roma, 1982. Raffaele con i colleghi della Banca d’Italia.

Raffaele, Sei il fiore all’occhiello del piccolo paese di Aquara. La società ha bisogno di questi fiori per crescere. Che sia di esempio per le future generazioni.

7 I VALORI DELLO

Sport


Raffaele “Marmus, set magnus” (Piccolo ma grande, Papa Pio XII) L’onnipotente, ti aveva dato un’ingegno non comune. I tuoi talenti non l’avevi nascosti sotto terra; ma sfruttandoli al massimo. L’ingegno, unito alla saggezza, ti hanno reso grande. L’ardore di conoscere, era il connubio perfetto in te. Ricchezza morale ha fatto superare ricchezza socio economica. L’ultimo o quasi…! eri assurto ai vertici della società. Avevi imbroccato la via della difficoltà per ritemprarti con forza sulla strada dei prodi. Eri buono e amato, perché non ti vantavi e ne ti orgoglivi. Avevi bisogno, ma non ti lamentavi. Conoscevi, ma non soffocavi i tuoi amici. Ti cercavano, per starti vicino ed ammirarti. Eri perseguitato, ma non mollavi, perché tenace, forte e convinto. Il tempo stringeva e bisogna raggiungere la meta. 8 LA STORIA DI

Raffaele “Marmus, set magnus” (Piccolo ma grande)


La tua anima. Giunta alla purificazione, ha spiccato il volo per la cima più alta del monte innevato. Il candore di quella neve, ti ha inebriato il cuore. Con un balzo, l’ultimo balzo, sei volato al seno del sommo Padre. Sei il fiore all’occhiello del piccolo paese di Aquara. La società ha bisogno di questi fiori per crescere. Raffaele, GRAZIE per il tuo esempio, noi non ti dimenticheremo mai. E sarai l’emblema di molte generazioni. Manuela

Roma, 1983. Raffaele con la fidanzata Manuela.

9 I VALORI DELLO

Sport


La naturale solitudine di Raffaele

Caro Raffaele, in solitudine sei andato a studiare a Salerno. Con caparbietà e testardaggine hai deciso di iscriverti all’Università per raggiungere quegli obiettivi a te tanto cari. Dopo pochi anni, in solitudine, ti sei trasferito a Roma per continuare gli studi anche sapendo delle enormi difficoltà economiche in cui versavi. Hai fatto mille mestieri, hai vinto tante borse di studio, hai rinunciato al divertimento e a vivere la vita con spensieratezza. In solitudine ti sei laureato: noi non c’eravamo. Ma quando ce lo hai comunicato, abbiamo gioito senza neanche comprendere bene il significato dello straordinario risultato ottenuto. In solitudine hai affrontato il periodo della leva militare, con angoscia e sofferenza, senza avere una spalla su cui cercare conforto nei momenti più bui. In solitudine hai affrontato tanti esami, tra cui quello in magistratura: il più ambito, il più agognato. In solitudine sei partito per Aosta, per svolgere il tuo primo incarico importante in Banca d’Italia, senza neanche un vestito. Dovesti chiedere in prestito i soldi per poter acquistare una giacca e una cravatta. Anche quell’ultima mattina, quell’ultima partenza da Aquara, il destino volle che io e te fossimo insieme solo per pochi minuti, prima che l’autobus su cui viaggiavamo insieme si fermasse. Io continuai verso la mia destinazione grazie ad un passaggio; tu ripartisti più tardi, in solitudine. In solitudine hai fatto anche l’ultimo viaggio di ritorno a casa. Oggi sono sicuro, sono più che certo che non sei solo. Appartieni alla schiera di angeli mentre ci guardi e sorridi. Tuo Fratello

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Raffaele “Marmus, set magnus” (Piccolo ma grande)


Il ricordo di un amico Perché intitolare a Raffaele Capozzoli proprio un campo di calcio? Cos’è che accomuna l’amico “grande” della mia adolescenza al calcio? In apparenza poco, se non la sua passione per uno sport cui si accostava a volte anche per scaricare la pesantezza dei tempi e dello studio; in realtà hanno in comune punti di contatto lessicali a definirli. Etica, onestà, lealtà, correttezza, fatica, educazione: sono questi i valori fondanti del calcio e sono questi i termini che definiscono, almeno in parte, Lillino, perché la sua essenza non può essere racchiusa solo in sei parole. Il calcio lo onorava giocando come ala destra di fuoco, così rapido e intelligente che ce lo invidiavano tutti e, se chiudo gli occhi, rivedo me spettatore e lui che corre nella polvere del campo, con quelle gambe così sottili, rivelate dai calzettoni sempre giù. Allora mi chiedevo come facessero a sorreggerlo. Io, di qualche anno più piccolo, lo vedevo già adulto e ammiravo la sua sicurezza, quella testardaggine che gli consentiva di affrontare gli ostacoli con leggerezza intelligente. Quando era con noi la strada da percorrere si precisava chiaramente, i suoi ideali erano i nostri ideali, e così avevamo l’impressione di sapere sempre dove andare. E quando la vita gli ha teso lo sgambetto, proprio mentre giocava la sua partita più importante – quella del futuro – lui è uscito dal campo portandosi via anche le parole per raccontare il vuoto e il dolore che si lasciava dietro. Ora che la sua memoria si è ben sedimentata in noi, anche le parole tornano, timide, ad accarezzarne il ricordo. E allora ci piace guardarlo rialzarsi, scuotersi la polvere da dosso e vederlo ancora sorridere, mentre si mette a correrci affianco per aiutarci a vincere la nostra partita. Vincenzo Luciano

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Sport


Io e Raffaele a Piazza Navona, Roma (1983).

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Lo sport unisce gli uomini. Di tutto il mondo e ciascuno a suo modo. LA STORIA DI

Raffaele “Marmus, set magnus” (Piccolo ma grande)


I VALORI DELLO SPORT

Lo sport concorre alla formazione di una personalità armonica ed equilibrata, che pone le basi per un’apertura a valori più alti quali la cultura, la partecipazione sociale e la ricerca di significati che vanno oltre gli aspetti materiali della vita. Al di là dei risultati conseguiti o dei gesti tecnici in sé, non siamo abituati a guardare l’evento sportivo dal punto di vista educativo e renderci conto di quanti siano i servizi che questo offre a una persona. Lo sport concorre alla formazione di una personalità armonica ed equilibrata, che pone le basi per un’apertura a valori più alti quali la cultura, la partecipazione sociale e la ricerca di significati che vanno oltre gli aspetti materiali della vita. La disciplina Fra i molti valori legati alla pratica sportiva, uno dei più importanti è quello della disciplina: per affrontare nelle migliori condizioni gli allenamenti e le competizioni, è necessario condurre una vita regolare, fatta di sane abitudini e di riposo, evitando eccessi di varia natura. Inoltre, la disciplina porta l’atleta a sapersi ascoltare e a conoscere i propri ritmi, divenendo maggiormente consapevole delle proprie capacità. La disciplina non porta solo ai risultati sportivi: si impara ad apprezzare la vita attiva e regolare, a non rimanere troppo a letto, al piacere di sentirsi in forma e a saper rispettare gli impegni presi senza lasciarsi trasportare da eventuali sbalzi di umore o da momenti di incostanza. Imparare a soffrire Per ottenere risultati in campo sportivo, è necessario saper soffrire in allenamento e durante le competizioni. Essere abituati a resistere per raggiungere un obiettivo, superare i momenti difficili 13 I VALORI DELLO

Sport


di un allenamento o di una gara, sono condizioni che si verificano anche nella vita quotidiana. Spesso un obiettivo sportivo non può essere raggiunto in un tempo breve, ma può necessitare di diverse tappe di avvicinamento. I ragazzi si abituano a “tener duro”, a non fermarsi di fronte al primo ostacolo e a sviluppare un certo grado di tenacia. La capacità di saper soffrire, una volta appresa, viene poi trasportata in altri ambiti. Saper soffrire in certi momenti è necessario. L’ esperienza ci insegna che, solitamente, la sofferenza non dura per sempre, ma è una componente della vita che si alterna ad altri momenti più gradevoli. L’amicizia Il mondo dello sport è anche un terreno idoneo allo sviluppo dell’amicizia. Spesso tra compagni di allenamento si stabiliscono vincoli destinati a durare nel tempo. Le affinità di interessi e di carattere consentono di apprezzare la presenza degli altri. L’amicizia si estende anche agli avversari e non solo ai propri compagni di squadra. Anche negli sport più individuali, come la corsa, l’altro non è solo un avversario da battere, ma è anche e soprattutto colui che ci offre degli stimoli, che ci sprona a dare il massimo e ad esprimere appieno le nostre potenzialità. La formazione Migliorare le proprie abilità sportive o quelle della propria squadra è un compito che assomiglia al lavoro dell’artigiano di una volta. Lo sportivo fa del proprio miglioramento un investimento in termini di gratificazione e di soddisfazione personale. Il momento sportivo contribuisce alla formazione delle regole nei ragazzi. Propone loro uno schema di comportamenti entro il quale giocare o disputare la propria gara. Per potersi inserire nel gioco con i propri compagni, è necessario apprendere ciò che si può e non si può fare, conoscere i principi che stanno alla base del tipo 14 LA STORIA DI

Raffaele “Marmus, set magnus” (Piccolo ma grande)


di sport che si è scelto di praticare, rispettare le regole. Facendo nostre le regole della competizione, ci abituiamo anche a “come giocare” nella vita di tutti i giorni e a costruire un sistema di valori che ci servono per orientare le nostre scelte e le nostre decisioni, a dirigere secondo un ordine di importanza le nostre azioni e il nostro stile di vita. L’attività sportiva insegna a saper vincere e a saper perdere. Per comprendere a fondo questa affermazione è necessario assumere un punto di vista diverso dal solito. Non si intende lo sport finalizzato alla sola vittoria e alla pura ricerca del risultato, ma lo si considera principalmente nel suo aspetto ludico. La salute fisica e mentale L’attenzione viene spostata rispetto alla visione tradizionale, passa cioè dal mettere il risultato non al primo ma al secondo posto, e il “come” si è giocato al vertice delle nostre prestazioni. La vittoria, spesso legata anche a momenti episodici o fortuiti, è un qualcosa in più, che giunge in modo non forzato ma in maniera quasi naturale. Lo sport abitua i ragazzi a diventare più sensibili ai segnali che il proprio corpo e le proprie energie gli inviano e ciò permette di conoscersi meglio e di essere più consapevoli del proprio stato di salute. I princìpi dello Sport La pratica di una attività sportiva non può essere soltanto un mezzo per sviluppare determinate qualità fisiche e meno ancora un disinvolto trampolino verso il professionismo con i suoi miraggi di successo, denaro e notorietà; ma, in primo luogo, una palestra di virtù morali. Le culture orientali, che hanno creato antichissime discipline fisiche come il tai-chi o il kung-fu, per non parlare dello Yoga, non hanno mai perso di vista la funzionalità di esse nei confronti della dimensione spirituale. 15 I VALORI DELLO

Sport


Sin dal suo nascere come fenomeno organizzato, lo sport contemporaneo ha giocato un ruolo importante nel favorire le relazioni, anche politiche. Avery Brundage, presidente del Comitato Olimpico Internazionale dal 1952 al 1972, consapevole della forza dello sport (e in particolare delle Olimpiadi), dichiarò: «La tregua olimpica, che proteggeva gli antichi giochi, era rispettata e imposta in tutto il mondo ellenico. Noi abbiamo esteso i giochi al mondo intero. Forse possiamo estendere anche la tregua. Forse lo sport, religione del XX secolo, col suo messaggio di lealtà e di cavalleria, avrà successo dove altre istituzioni hanno fallito». Brundage auspicava che amicizia e reciproca comprensione fossero la condizione fondamentale perché le federazioni possano continuare con successo la loro attività. Il modello della competizione pacifica, del rispetto delle regole e della considerazione per l’avversario, è stato spesso presentato come un ideale valido non solo per lo sport, ma per l’insieme delle relazioni fra paesi. Com’è possibile, dunque, che la pratica dello sport, nata e sviluppata come un’attività pacifica, leale, agonistica ma non violenta, possa aver subito una degenerazione culminante in incidenti, scontri tra tifosi e perdita di valori? I fattori e la cause sono molteplici ma, in campo, la responsabilità principale della condotta corretta nello sport a livello internazionale è degli stessi giocatori e atleti. Non esiste nessun surrogato della lealtà sportiva e dell’autodisciplina del singolo atleta. Vi sono tre regole ferree che tutti i praticanti di discipline sportive devono avere ben chiare: 1. l’atleta deve accettare senza commenti qualsiasi decisione dell’arbitro e dei giudici di gara 2. deve dimostrare e “sentire” per ciascuno dei suoi avversari lo stesso rispetto che sente per i membri della sua squadra 16 LA STORIA DI

Raffaele “Marmus, set magnus” (Piccolo ma grande)


3. deve essere consapevole che nello sport vincere con l’inganno, significa in realtà perdere. Lo spirito del vero sportivo - atleta e spettatore - è stato codificato dal CIO (Comitato Internazionale Olimpico) in un apposito codice; alcuni punti dovrebbero essere tenuti a mente quando lo sport perde di vista il suo scopo e i suoi principi. L’atleta è un vero sportivo quando: • pratica lo sport per passione; • lo pratica disinteressatamente; • segue i consigli di coloro che hanno esperienza; • accetta senza obiezioni le decisioni della giuria e dell’arbitro; • vince senza presunzione e perdi senza amarezza; • preferisce perdere piuttosto che vincere con mezzi sleali; • anche fuori dallo stadio ed in qualunque azione della tua vita si comporta con spirito sportivo e con lealtà. Lo spettatore è un vero sportivo quando: • applaude il vincitore, ma incoraggia il perdente; • pone da parte ogni pregiudizio sociale o nazionale; • rispetta la decisione della giuria e dell’arbitro anche se non la condivide; • sa trarre utili lezioni dalla vittoria e dalla sconfitta; • si comporta in maniera dignitosa durante una gara, anche se sta giocando la tua squadra; • agisce sempre ed in ogni occasione, tanto dentro quanto fuori dello stadio, con dignità e sentimento sportivo.

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Sport


Raffaele, in basso a sinistra, negli anni ‘70.

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Sport significa emozioni. Ma anche rispetto e responsabilità nei propri confronti e nei confronti degli altri. LA STORIA DI

Raffaele “Marmus, set magnus” (Piccolo ma grande)


LA CARTA DEL FAIR PLAY

1.

fare di ogni incontro sportivo, indipendentemente dalla posta e dalla virilitĂ della competizione, un momento privilegiato, una specie di festa;

2. conformarmi alle regole e allo spirito dello sport praticato; 3. rispettare i miei avversari come me stesso; 4. accettare le decisioni degli arbitri o dei giudici sportivi, sapendo che, come me, hanno diritto all’errore, ma fanno tutto il possibile per non commetterlo; 5.

evitare le cattiverie e le aggressioni nei miei atti, le mie parole o i miei scritti;

6. non usare artifici o inganni per ottenere il successo; 7.

rimanere degno nella vittoria, cosĂŹ come nella sconfitta;

8. aiutare chiunque con la mia presenza, la mia esperienza e la mia comprensione; 9. portare aiuto a ogni sportivo ferito o la cui vita sia in pericolo; 10. essere un vero ambasciatore dello sport, aiutando e far rispettare intorno a me i principi suddetti. Onorando questo impegno sarò un vero sportivo.

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Sport


La squadra di calcio del Liceo di Roccadaspide di cui faceva parte Raffaele.

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L’etica nello sport non è un argomento di cui si parla molto, eppure è il più importante. LA STORIA DI

Raffaele “Marmus, set magnus” (Piccolo ma grande)


CARTA ETICA DELLO SPORT

Art. 1 Lo sport è gioco e fonte di divertimento: dà corpo al diritto alla felicità, intesa come benessere psico-fisico e piacere di stare insieme agli altri. Art. 2 Tutti hanno diritto di fare sport per stare bene. Art. 3 Ogni sport ha le proprie regole ed il loro rispetto è essenziale per il corretto svolgimento della pratica sportiva. Al pari di queste devono essere ugualmente osservati e fatti propri i principi che, sebbene non esplicitati nei regolamenti, danno un senso etico allo sport. Art. 4 La lealtà (fair play) è fondamentale in ogni disciplina sportiva, praticata sia a livello dilettantistico che professionistico. Art. 5 La pratica dello sport è componente essenziale nel processo educativo. Art. 6 La condivisione di regole comuni, l’elaborazione della sconfitta (saper perdere) e l’esclusione di ogni comportamento teso a umiliare gli avversari, hanno un fondamentale valore nella formazione dell’individuo. Art. 7 La crescita della persona attraverso lo sport si esprime nella comprensione e nell’accettazione dei propri limiti e nel rispetto degli avversari. Art. 8 Ogni forma di doping è una violazione dei principi dello sport. Art. 9 Il rispetto dei principi etici dello sport contribuisce alla formazione di un’etica della cittadinanza. Art. 10 La pratica sportiva, lealmente esercitata, genera reciproca fiducia e favorisce la socializzazione e la coesione sociale fornendo occasioni di conoscenza, comprensione e apprezzamento, anche tra persone di diverse origini culturali. 21 I VALORI DELLO

Sport


Art. 11 Lo sport contribuisce alla conservazione ed al miglioramento della salute di chi lo pratica, anche favorendo l’adozione di stili di vita salutari. Art. 12 Per i più giovani: una corretta pratica sportiva deve essere commisurata all’età. È fondamentale che sia anteposta la crescita della persona all’esasperata ricerca del successo agonistico. Art. 13 Per i meno giovani: una corretta pratica sportiva favorisce la conservazione dello stato di salute e la prevenzione dalle patologie dell’invecchiamento. Art. 14 La pratica sportiva deve essere adeguata alla personalità di ciascun individuo. La sua adeguatezza è valutata da personale qualificato in base a criteri anagrafici, biomedici e psicologici. Art. 15 Chiunque esercita una funzione educativa e di tutela nei confronti di chi pratica sport è tenuto a guidarne l’impegno psicofisico nel rispetto della centralità, affermata dalla Costituzione, della persona umana. Dichiarazione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli stati membri riuniti in sede di consiglio del 5 maggio 2003 «Il valore sociale dello sport per i giovani» (2003/C 134/03) Il consiglio e i rappresentanti dei governi degli stati membri riuniti in sede di consiglio: 1.

SOTTOLINEANDO la rilevanza sociale e sanitaria dello sport per i giovani di entrambi i sessi e il ruolo che esso assume nel forgiare l’identità e nel ravvicinare le persone, come affermato nella dichiarazione sull’importanza sociale dello sport allegata al trattato di Amsterdam,

2. RICORDANDO che la dichiarazione relativa alle caratteristiche specifiche dello sport e alle sue funzioni sociali in Europa, allegata alle conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Nizza del 7, 8 e 9 dicembre 2000, invita «le istituzioni comunitarie e gli Stati membri a proseguire l’esame delle loro politiche, nel 22 LA STORIA DI

Raffaele “Marmus, set magnus” (Piccolo ma grande)


rispetto del trattato e in base alle rispettive competenze, secondo detti principi generali», 3. RICORDANDO la risoluzione del Consiglio e dei ministri della gioventù, riuniti in sede di Consiglio, del 17 dicembre 1999, relativa alla dimensione educativa informale delle attività sportive nei programmi per la gioventù della Comunità europea (1), 4. SOTTOLINEANDO altresì che lo sviluppo delle capacità fisiche, intellettuali e sociali attraverso l’educazione fisica e lo sport dovrebbe essere incoraggiata per tutti, sia nell’ambito del sistema educativo che in altri aspetti della vita sociale, 5.

RICONOSCENDO che l’attenzione rivolta alla dimensione economica dello sport in Europa rischia di indebolirne la funzione educativa, sociale e sanitaria per i giovani,

6. PRENDENDO ATTO con soddisfazione che il 2003 è stato dichiarato «Anno europeo delle persone con disabilità». SOTTOLINEANDO l’importanza della decisione che istituisce l’anno europeo dell’educazione attraverso lo sport 2004, 1.

PONGONO IN EVIDENZA la necessità di diffondere i valori dello sport: promozione del benessere fisico e mentale e miglioramento della qualità della vita,

2. SOTTOLINEANO che è possibile rendere i sistemi di istruzione più attraenti utilizzando lo sport quale strumento educativo per accrescere il coinvolgimento dei giovani nell’istruzione formale e nell’apprendimento informale, 3. PONGONO IN EVIDENZA l’importanza di promuovere i valori e le virtù dell’autodisciplina, della stima di sé e del duro sforzo che lo sport alimenta, aiutando in tal modo i giovani a identificare le loro capacità e i loro limiti, a superare le difficoltà alle quali sono confrontati nella vita di tutti i giorni, e, pertanto, a raggiungere i loro obiettivi e acquisire la loro autonomia, 23 I VALORI DELLO

Sport


4. SOTTOLINEANO che attraverso i valori della solidarietà, del rispetto degli altri, della partecipazione e del «fair play», lo sport contribuisce alla socializzazione dei giovani, li sprona a partecipare alla vita pubblica e promuove i valori democratici e di cittadinanza tra i giovani, 5.

SOTTOLINEANO il ruolo che lo sport può svolgere per la coesione sociale, in particolare tra i giovani svantaggiati,

6. SOTTOLINEANO che promuovendo la tolleranza, l’accettazione e il rispetto della diversità nei confronti di altri giovani atleti, lo sport può fornire un importante contributo alla comprensione interculturale e per combattere il razzismo, la xenofobia, il sessismo e altre forme di discriminazione, 7.

SOTTOLINEANO inoltre la necessità di assicurare che detti valori siano rispettati da tutti coloro che sono coinvolti nelle attività sportive e di promuovere misure destinate ai giovani, a favore del «fair play» e contro le minacce alla loro salute, in particolare il doping e la violenza nello sport,

8. SOTTOLINEANO che lo sport può migliorare la qualità della vita e favorire l’indipendenza dei giovani con disabilità e che esso può aiutarli a superare i pregiudizi sociali, e PONGONO IN EVIDENZA la necessità di rimuovere gli ostacoli che impediscono ai giovani con disabilità di avere accesso ad attività sportive, 9. CONSIDERANO essenziale salvaguardare le caratteristiche specifiche dello sport e promuoverne i valori etici e l’ideale olimpico ed evitare in tal modo eventuali rischi causati dall’eccessivo sviluppo della dimensione economica dello sport, 10. RITENGONO inoltre che si dovrebbero incoraggiare le attività volontarie nel campo dello sport, con la partecipazione e l’attivo contributo di tutti gli organismi interessati, in particolare delle associazioni e organizzazioni sportive giovanili volontarie. 24 LA STORIA DI

Raffaele “Marmus, set magnus” (Piccolo ma grande)


La famiglia Capozzoli sostiene:

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Lo sport consiste nel delegare al corpo alcune delle più elevate virtù dell ’animo.

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Si ringrazia per il patrocinio A.S.

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Si ringrazia per il contributo

Un ringraziamento particolare alla popolazione aquarese per l’affetto dimostrato verso Raffaele e la sua famiglia 4XHVWR ODYRUR q VWDWR UHDOL]]DWR FRQ LO FXRUH GDO IUDWHOOR 6HUJLR &DSR]]ROL FRQ OD SUH]LRVLVVLPD FROODERUD]LRQH GL 5RVDULD )DVDQR H $QQD 5RVDWL 6WDPSDWR QHO PHVH GL 0DJJLR QHOOD 7LSROLWRJUD¿ D

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