Pensieri di Lucidina Marino

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Pensieri di

Lucidina Martino

RAFFAELE CAPOZZOLI EDITORE


Lucidina Martino Aquara n. 18/06/1944 m. 20/06/2016

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Hai sempre sognato un mondo di correttezza e di rispetto reciproco, dove la tua creatività e quella degli altri potesse rendere ricca, bella e felice la vita! Forse, in questo mondo non hai trovato tutto questo, hai reso però la nostra vita, bella allegra e felice, con la tua gioia infinita! Grazie da tutti noi! I tuoi cari

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A tutti quelli che soffrono Bisogna esorcizzare le cose brutte e tristi con l’allegria e l’ottimismo. Sostituire l’egoismo stupido con l’amore, bisogna che da ogni cuore sgorga tanto amore da inondare tutto. Non bisogna mai farsi sopraffare dalle cose negative. Sorridi, angelo mio, sorridi non essere triste.

Sentimenti “dolci” Sono angosciata, non riesco a togliermi dalla mente tutta la violenza che ci tocca subire ogni attimo della nostra vita. Che tristezza...! Mi pare quasi di morire... soffocata dalla morsa incalzante di un mondo arido, ostile, privo di armonia, di allegrezza. Disperatamente urlo: “basta!” e come svegliarmi da un incubo, guardo le macchine che gremiscono la piazza e le vedo tutte di cioccolato. Così sprofondo in un mare di dolcezza e come per incanto mi ritrovo felice in un giardino dove un mandorlo fiorito grida la sua gioia al cielo infinito.

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A tutti i giovani del mondo Esiste la forza del pensiero che può essere negativa e positiva. Forza positiva=dare. Forza negativa=prendere. Consideriamo che il cervello è il motore della macchina umana, la forza positiva lo fa funzionare, la forza negativa lo ferma. Osserviamo la macchina dei pomodori, se la forza negativa blocca il motore, la macchina si ferma, butta le bucce per aria e crea gran disordine tipo la munnezza di Napoli. La soluzione è mettere in moto la macchina umana. Bisogna rendersi disponibili, utilizzare la forza positiva che è dare, essere generosi e non egoisti che è la forza negativa la quale blocca il motore della macchia umana. Ci deve salvare la bontà d’animo che è la forza positiva che è inesauribile e può rendere il mondo un paradiso terreno. Vi amo con tutta la forza positiva del mondo.

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Aquara

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Il mio mondo migliore Ho osservato che quando la mente, idee dell’uomo, di tutti gli uomini volgono al bene, al donare, all’amore, tutto è armonia, ordine, felicità, serenità, libertà. Quando invece le idee volgono a prendere creano disordine, squilibrio rischiando di paralizzare tutto. Siccome due forze contrarie si respingono succedono le guerre. La forza sta tutta nella volontà. Ognuno di noi è quello che riesce a dare; più dai, più sei felice, più dai più sei libero. La mia volontà è quella di vedere un mondo dove tutti danno il loro contributo vivendo felici e liberi. Bisogna vincere ogni paura farsi coraggio a dare sempre di più.

Lo stagno Si parla sempre di chiarezza in una società dove il broglio è la regola. Quando mi è capitato di chiedere chiarimenti su un fatto a me capitato hanno cercato di nascondere le cose in tutti i modi accusandosi l’uno con l’altro creando una tale confusione da perdere la testa. Ora mi chiedo: a che servono tutti questi bei programmi quando mi viene negata la libertà, il mio modo di esprimermi, le mie idee soffocate, oppresse da squallidi interessi? Non voglio vivere in uno stagno dove l’acqua diventa sempre più putrida e mi soffoca irrimediabilmente. Sogno un mondo di correttezze, di rispetto reciproco, dove la mia creatività e quella degli altri possa rendere ricca, bella e felice la vita.

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Pasqua senza resurrezione Successe che la materia prese il sopravvento sullo spirito e tutto era squallido. Ogni individuo era triste, schiavo di questa materia ottusa, senza vita, che genera scontentezza. Non si viveva più per amore ma per egoismo, ognuno voleva possedere il mondo e non afferrava niente. L’insoddisfazione cresceva negli animi rendendo tutto vano, senza cognizione. Gesù crocifisso pendeva dalla croce con il volto glorioso mostrando una mano stanca; non riusciva a reggere il peso dell’ottusità umana e un’altra mano disperata, chiedeva un atto d’amore per poter risorgere tra gli uomini. Con la certezza che il sacrificio non era vano e che si sarebbe fatta la volontà del Padre Nostro che sta nei cieli.

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La regina Cannetella Sul pianeta Terra, in un angolo di paradiso, regna la regina Cannetella. I suoi sudditi sono tutti semplici contadini, boscaioli, artigiani. I cortigiani sono tutte persone molto sagge e dotte, perciò la regina aiutata da loro regna con serenità e armonia. È un mondo antico, genuino, autentico, dove tutti vivono felici. La regina Cannatella ha per amici il re e la regina Biancospino. Il loro regno, al contrario di quello della regina Cannatella è modernissimo e tutte le cose funzionano con le più grandi conquiste dell’era moderna. Tutti rispettano le leggi con ordine e disciplina, ognuno vive con amore e rispetto per gli altri. Un giorno la regina Cannatella decise di farsi un viaggio, di conoscere altri paesi, altra gente. E fu così che si trovò nel regno degli sciattoni. Che spavento! Un mondo di disordine, di discordie sociali e il re degli sciattoni, poverino, non riusciva a tenere la situazione sotto controllo. Una disperazione! Una disperazione! Quando la regina Cannatella arrivò in questo regno tutti restarono incantati dalla sua bellezza ma soprattutto dalla sua grazia, dalla sua dolcezza. Come per incanto tutto sembrò più ordinato, ognuno addolcì il proprio sguardo per sorridere alla regina. Il re fece un respiro di sollievo e pensò: “questa regina è una fata” e la pregò di fermarsi qualche giorno. La regina Cannatella amorevolmente restò in aiuto del re degli sciattoni in difficoltà. Fù necessario l’aiuto del re e della regina Biancospino e l’intervento di tutti i saggi cortigiani della regina Cannatella. Tutti collaborarono a costruire un regno armonioso e così non ci furono più sudditi primitivi nè sciattoni moderni, ma solo un regno nuovo dove tutti vivono felici con il loro re e la loro regina perchè il re degli sciattoni sposò la regina Cannetella.

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La gioia perfetta (scritto a Maggio 2016) Com’è triste un giorno di maggio in un vicolo povero e solo, di tanto sole neppure un raggio, di tante rondini, neppure un volo. Eppure c’era in quello squallore, in quello ugio grezzo ed amaro un barlume di gioia vera. C’erano tante rose affacciate a una finestra che ridevano come spose preparate per la festa. C’era seduto sui gradini di una casa di pezzenti un bimbo dagli occhi sorridenti. C’era in alto una voce di mamma che cantava la ninna nanna alla propria creatura. Di maggio, alla via poveretta basta una gioia, un bimbo, una culla che fa rumore per la gioia perfetta!

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La presente pubblicazione è stata realizzata con il contributo di: e

RAFFAELE CAPOZZOLI EDITORE

La vita è un viaggio spesso a colori, a volte in bianco e nero, viverla a tinte forti, questo è il nostro intento.


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