Riviera-Corallo-e-Golfo-Asinara

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Il tratto di costa compreso tra Castelsardo e Alghero, pur con una grande vocazione

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turistica, conserva preziosi tesori storici e naturalistici. Dal grazioso borgo medievale di Castelsardo, passando per Porto Torres, l’antica città romana di Turris Lybissonis, si raggiunge Stintino, con l’incantevole spiaggia La Pelosa, e l’isola Asinara che presenta un ambiente naturale assolutamente unico. Doppiato Capo Falcone, la costa prosegue alta e rocciosa sino ad Alghero, una delle più famose e rinomate località turistiche dell’isola, e Bosa, stretta tra il fiume Temo e l’altura su cui si erge il castello medievale di Serravalle.

L’Isola dei Tesori

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Alghero e la Riviera del Corallo

lghero, adagiata su un promontorio che domina la rada omonima, è da sempre una delle più rinomate e famose località turistiche dell’isola e questo ruolo le è proprio sia per uno storico passato di colonia catalana, sempre vivo nella lingua e nelle tradizioni, sia per le particolari bellezze dei suoi dintorni. L’origine di Alghero è alquanto controversa: sicuramente nel Medioevo era un villaggio di pescatori arabi che, nell’XI secolo, furono cacciati dalla famiglia genovese dei Doria, i quali fortificarono la città per difendersi dai continui attacchi dei Pisani. Nel 1353, gli Aragonesi sconfissero la flotta ligure presso Porto Conte, e gli abitanti di Alghero furono deportati alle Baleari. La città fu ripopolata da coloni catalani e rimase sotto l’egida degli spagnoli fino al 1720, quando tutta la Sardegna passò ai Savoia. Pagina accanto: la deliziosa insenatura della Dragunara. In alto: uno scorcio pittorico del porto.

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Riviera del Corallo e Golfo dell'Asinara

Sotto: la cupola policroma della chiesa di San Michele. In basso: i bastioni Cristoforo Colombo. A destra: una veduta aerea di Alghero.

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La dominazione aragonese ha lasciato un’impronta molto evidente nella città: gli stretti vicoli pavimentati di ciottoli si snodano lungo palazzi, portali e piazze che rivelano un chiaro influsso catalano, anche nella toponomastica bilingue. I canoni stilistici dell’architettura tardo-gotica catalana sono ben visibili nel campanile della cattedrale di Santa Maria, eretta nella seconda metà del '500. Non meno ricco di fascino è il paesaggio naturale che circonda la città, incastonata nelle tinte policrome del mare, delle spiagge, delle pinete della Riviera del Corallo. Partendo da sud, ed esattamente dal promontorio di Poglina, che forma una cala, le coste sono alte e rocciose fino alla caletta dell’Omomolt, alla quale seguono piccole insenature, tra le quali quelle di Calabona e di Las Tronas. Oltrepassato il porto troviamo la bella spiaggia di San Giovanni dalla finissima sabbia bianca. Nel tratto di mare prospiciente si trova l’isolotto La Maddalenetta.


Alghero e la Riviera del Corallo

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In alto: veduta aerea della cittĂ e sullo sfondo Capo Caccia. A lato: la caratteristica piazza Civica. Pagina successiva: in alto, il campanile della Cattedrale di Santa Maria; in basso uno scorcio del porto al tramonto.

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Alghero e la Riviera del Corallo

Proseguendo si incontra lo stagno del Calik, attraversato da un ponte romano interessante da vedere. Lasciando poi sulla sinistra il borgo di Fertilia, si costeggia il litorale fino a Punta Negra. A 8 km da Alghero, sulla statale per Porto Conte, si distendono la splendida spiaggia delle Bombarde, incassata tra le scogliere, e, un km dopo, quella del Lazzaretto, sulla quale domina la torre omonima, che deve il suo strano nome ad un edificio, che fu costruito nel 1722, per timore di una infezione di colera. L’insenatura del Lazzaretto si estende fino al Capo Galera, oltre il quale c’è Porto Agra, delimitato da Punta Giglio. Da qui la vista si apre su Porto Conte (il Portus Nimpharum di Tolomeo), profonda insenatura dalle trasparenti acque con infinite gradazioni di colori, che vanno dal verde all’azzurro cupo.

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Riviera del Corallo e Golfo dell'Asinara

Sotto: la spiaggia di Mugoni. In basso: le trasparenti acque della spiaggia del Lazzaretto. Pagina a lato: sopra, veduta aerea della torre del Lazzaretto; sotto, la spiaggia delle Bombarde.

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Ugualmente bello il panorama che si gode dalla vicina Torre Nuova, di fronte alla quale, su un promontorio, si trova la Torre del Tramariglio. Qui accanto si trova il Porto della Calcina, nel quale è situata la caletta della Dragunara. Da essa, attraverso una tortuosa stradina, si può raggiungere il faro di Capo Caccia, alto 169 metri sul livello del mare: inutile cercare di descrivere lo stupendo panorama che da qui si gode. Nell'imponente blocco calcareo di Capo Caccia (il Caput Hermeum di Tolomeo), si apre la grotta di Nettuno. Il duca di Buckingam la definì, a ragione, un prodigio degli dei. Ricchissima di stalattiti e stalagmiti, la grotta primeggia tra le altre dell’area mediterranea per bellezza e grandezza. Un po’ più a nord e quasi di fronte all’ingresso della grotta, emerge l’isola della Foradada, anch’essa di natura cal-


Alghero e la Riviera del Corallo

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L’imponente promontorio di Capo Caccia in una suggestiva veduta aerea.

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Bosa

osa è distesa fra i fianchi di un colle dominato dal castello di Serravalle e la sponda destra del fiume Temo. La città antica, fondata secondo alcune fonti dai Cartaginesi, sorgeva sul versante destro del fiume e in epoca romana ebbe grande importanza. Nel periodo di decadenza legato al crollo dell’impero romano l’insediamento si trasferì sulla riva sinistra dove i Malaspina intorno al 1100 d.C. eressero un maestoso castello per proteggere i bosani dalle ormai frequenti incursioni piratesche. Pagina a lato: riflessi sul Lungotemo. In alto: Torre Argentina nelle vicinanze di Bosa.

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Riviera del Corallo e Golfo dell'Asinara

Sotto: le acque cristalline della spiaggia di Bosa Marina, dominata da un'imponente torre costiera del XVI secolo. Pagina successiva: in alto la bellissima e riparata spiaggia di Compultittu; in basso la spiaggia S'Abba Druche.

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Attraversando la città, si sente l’antico segno dei fasti patrizi e del benessere di una borghesia opulenta. Oggi il monumento più importante di Bosa è senz’altro la cattedrale dell’Immacolata, in stile tardo barocco, che possiede un massiccio campanile e, all’interno, preziosi altari in marmo. Da qui ha inizio il corso Vittorio Emanuele dove s’incontra la piccola chiesa del Rosario, con il caratteristico orologio sporgente. La zona più suggestiva è sicuramente quella che si affaccia sul fiume, attraversato dal ponte vecchio, o ponte Nazionale. Sulla riva destra si trovano le antiche costruzioni delle concerie, ormai abbandonate. La costa presenta alte falesie, nelle quali si aprono deliziose calette dalle acque trasparenti.


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Da Castelsardo a Porto Torres

l Golfo dell’Asinara è un lungo arco costiero compreso tra il grazioso borgo medievale di Castelsardo e Stintino, già piccolo paese di pescatori e oggi una delle località turistiche più rinomate dell’isola. Castelsardo fu fondato dai Doria nel XII secolo con il nome di Castel Genovese. Più tardi passò sotto gli Aragonesi e la denominazione del paese fu mutata in Castel Aragonese; solo nel 1769, quando la Sardegna passò sotto i Savoia, ebbe il nome attuale. Il paese, adagiato sul versante occidentale di una rupe a picco sul mare, presenta una rete di vicoli, gradinate e sottopassaggi che lasciano intravedere di tanto in tanto splendidi scorci di mare. La cattedrale di Sant’Antonio Abate, risalente al XVII secolo, e la chiesa di Santa Maria, sulla parte opposta del promontorio, sono tra i monumenti più significativi di Castelsardo. Pagina a lato: la cattedrale di Sant’Antonio Abate a Castelsardo. In alto: una suggestiva veduta del paese.

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Riviera del Corallo e Golfo dell'Asinara

Sotto: l’ampio arenile della spiaggia di Valledoria. In basso: mareggiata a Castelsardo. In basso nella pagina successiva: veduta aerea di Lu Bagnu.

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Superato il porticciolo di Castelsardo e la graziosa frazione di Lu Bagnu, la costa compresa tra Punta Tramontana e Platamona si presenta bassa e sabbiosa, ammantata da rigogliosi boschi di pini marittimi che fanno da cornice a lunghi arenili di sabbia bianchissima bagnata da acque chiare e trasparenti. La Torre di Abbacurrente segna la fine dell’ampia spiaggia di Platamona e l’inizio di un tratto di costa alto e calcareo che conduce fino a Porto Torres, uno dei principali porti che collegano la Sardegna al continente. Fondato dai Romani nel I secolo a.C., con il nome di Turris Lybissonis, questo centro in epoca imperiale divenne, grazie ai commerci con il porto di Ostia, uno dei più fiorenti centri dell’isola, come dimostrato dai cospicui ritrovamenti archeologici ancora visibili. Dopo un periodo di decadenza legato alle continue invasioni vandaliche, la città si riprese grazie agli scambi commerciali con le Repubbliche marinare di Genova e Pisa. A tale periodo risale la Basilica di San Gavino, uno dei più importanti monumenti dell’arte romanico-pisana in Sardegna.


Da Castelsardo a Porto Torres

A lato: la graziosa spiaggia di Balai a Porto Torres. Sotto: la basilica romanico-pisana di San Gavino.

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Stintino

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l'Isola dell'Asinara

importante località turistica di Stintino chiude, sul lato occidentale, il Golfo dell’Asinara. La sua fondazione risale al secolo scorso, allorché gli abitanti della vicina Asinara furono costretti a lasciare l’isola per consentire l’allestimento di una colonia penale. La posizione è ottima per gli amanti del mare, poiché l’agglomerato urbano è adagiato su un promontorio che forma due profonde anse, nelle quali sono stati ricavati due capienti porticcioli. Pagina a lato: veduta aerea della celebre spiaggia La Pelosa. Sopra: la bellissima e riparata Cala Sant’Andrea nell'isola dell'Asinara.

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Stintino e l'Isola dell'Asinara

Pagina accanto: in alto Cala Squalo a Capo Falcone; in basso l’incantevole spiaggia La Pelosa. A lato: la torre della Pelosa e l’isola Piana viste da Capo Falcone. Sotto: la sabbia bianchissima e l’acqua turchese della spiaggia La Pelosa.

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L'assoluta trasparenza delle acque della spiaggia La Pelosa.


Riviera del Corallo e Golfo dell'Asinara

In basso: magiche trasparenze del mare tra l’isola Piana e l’isola Asinara. Pagina a lato: due vedute di Cala Arena.

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Continuando oltre il paese, troviamo la spiaggia della Pelosa, che con il suo soffice arenile di sabbia impalpabile, è, probabilmente, la più bella dell’isola. In questo tratto di costa la natura ha saputo conservare l’incanto di un mare ricco di tesori nascosti. Dall’incredibile tavolozza di colori che formano le acque che circondano l’isola Piana, al paesaggio selvaggio e incontaminato dell’isola Asinara, diventata Parco Nazionale nel 1998, al candore della mezzaluna di sabbia dell’incantevole spiaggia La Pelosa, tutto fa pensare ad un vero e proprio angolo di paradiso.


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