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Cupido - Cupid (207-408-906

Cupido

Eros, il dio greco dell’amore e del desiderio sessuale, chiamato dagli antichi Romani Cupido. Figlio di Afrodite e Ares, è rappresentato come un fanciullo alato armato di arco e di frecce con le quali feriva le divinità e gli uomini, suscitando in loro la passione amorosa. Fu rappresentato dagli artisti forse più di ogni altro dio: come un fanciullo o un efebo, spesso alato, armato di un arco con cui scaglia sugli uomini le frecce, più raramente con fiori o una lira. In età ellenistica la sua figura diviene più molle, femminea, sempre più infantile, finché venne rappresentato come un putto alato. A questo periodo risale anche la nascita del mito di Amore e Psiche.

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Roma, Musei Capitolini

Dio del Vino e della fertilità, Bacco, riceve la visita del Dio dell’amore, Cupido, e gli offre qualcosa da bere. Cupido (per i Greci Eros), è rappresentato come un fanciullo alato armato di arco e di frecce con le quali colpisce le divinità e gli uomini, suscitando in loro la passione amorosa. Bacco è una divinità della religione romana, il cui nome deriva dall’appellativo greco Bákkhos, con cui il dio greco Dioniso veniva indicato nel momento della possessione estatica. Viene raffigurato spesso come un uomo col capo cinto di pampini, solitamente ebbro, con in mano una coppa di vino o il tirso.

Copenaghen, Museo Thorvaldsen

Dioniso

Dioniso è una delle grandi divinità dell’Olimpo greco. Nacque da Zeus e da Semele, figlia di Cadmo. Era considerato l’inventore della vite, del melo, del vino; gli si attribuiva la crescita e il rinnovarsi della natura. Le sue epifanie erano caratterizzate dal polimorfismo: animali, esseri umani giovani e vecchi, femmineo nell’aspetto. All’inizio del II sec. a.C. i misteri dionisiaci penetrarono in Italia con il loro carattere orgiastico; il senato romano nel 186 a.C. proibì i Baccanali, ma nella religione mistica Dioniso ebbe grande importanza fino all’età imperiale. Fidia nel Partenone lo raffigura giovanile, nudo, imberbe. L’ellenismo preferì l’aspetto efebico, molle, del dio nudo, spesso ebbro e sorretto da Sileno. Dioniso compare anche in molte scene mitiche su vasi dipinti, rilievi, pitture, sarcofagi romani.

Roma, Musei Capitolini

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