JACI DI TIMPA

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VENEZIA, Marzo 2017

JACI DI TIMPA

relatore: Mauro Cristina Marzo

U n i ve r s i t Ă I u av d i Ve n ez i a | D i p a r t i m e n t o d i c u l t u r e d e l p r o g e t t o Tesi di laurea magistrale in Architettura e cultura del progetto

Graziano Camelia Relatore: Mauro Marzo Tesi di Laurea Magistrale in Architettura e cultura del progetto UniversitĂ IUAV di Venezia, 2015-16 24 Marzo 2017



Acireale:ampliamento della villa Belvedere e ricucitura tra il tessuto urbano e la riserva naturale "Timpa"

JACI DI TIMPA

VENEZIA, AMarzo c i r e a l e2017 :ampliamento della villa

dere e ricucitura tra il tessuto relatore:B e l ve u r b a n o e l a r i s e r va n a t u r a l e Mauro Cristina Marzo “Timpaâ€? U n i ve r s i t Ă I u av d i Ve n ez i a | D i p a r t i m e n t o d i c u l t u r e d e l p r o g e t t o Tesi di laurea magistrale in Architettura e cultura del progetto



Alla Timpa e alla sua Acireale


indice


ACIREALE La città La sua storia la timpa Rapporto tra Acireale e laTimpa La città e il mare Le discese storiche IL DISTACCO Sviluppo storico urbanistico della città Problematiche legate alla S.S.114 il progetto Punti attrattori Planivolumetrico Concept L’edificio e le sue funzioni BIBLIOGRAFIA SITOGRAFIA


C A RT I G L I O P I A N O S T O R I C O X I X S E C.

ACIREALE Ja c i - R i a l i o Ja c i i n s i c i l i a n o 37°36'45''N 15°09'56''E


Taormina

Calatabiano

Giardini-Naxsos

Fiumefreddo

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Mascali

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Catania

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ACIREALE È un comune italiano di 52 561 abitanti della città metropolitana di Catania in Sicilia. Città formatasi da piccole migrazioni dal territorio a sud, oggi l’impianto urbanistico è quello tipico delle città tardo-medievali della Sicilia. Il comune è il più popolato della città metropolitana dopo il capoluogo. È il centro principale dell’hinterland acese, comprendente, oltre ad Acireale, i comuni di Aci Catena, Aci Sant’Antonio, Aci Castello, Aci Bonaccorsi, Valverde e parte di Santa Venerina, in origine tutti ricompresi nel territorio dell’antica Aquilia, che insieme formano un’unica area urbana senza soluzione di continuità di oltre 130.000 abitanti. Sorge a metà della costa Ionica siciliana, è nota per il suo carnevale, per il barocco e, fino a pochi anni fa, per le sue terme. Vicina all’Etna, comprende nel suo territorio una serie di borghi marinari dotati di porticciolo, tra cui Santa Maria la Scala e Capo Mulini.

Vista aerea della città di Acireale

Vista della città del XVII sec (G.Platania, 1957, Pinacoteca Zelantea)

la storia Xiphonia Secondo tradizione Acireale e le altre Aci trassero la propria origine da Xiphonia, misteriosa città greca oggi del tutto scomparsa. I poeti Virgilio e Ovidio fanno risalire il mito della fondazione alla storia d’amore tra una ninfa chiamata Galatea ed un pastorello chiamato Aci, ucciso per gelosia dal ciclope Polifemo. Scomparsa Xiphonia, in epoca romana nello stesso territorio nacque una città chiamata Akis, e che storicamente partecipò alle guerre puniche. Il Medioevo Nel Medioevo il borgo si consoliderà attorno al castello (oggi in territorio di Aci Castello), cambiando la propria denominazione in Jachium, sotto i bizantini, Al-Yag con gli arabi e quindi in Aquilia. Del periodo normanno è la fondazione del Santuario di Valverde. Nel 1169 il territorio fu sconvolto da un terribile terremoto che provocò la dispersione della popolazione nell’entroterra e la nascita delle varie borgate di Aci. In particolare alcuni profughi fondarono nel promontorio a monte del castello un borgo chiamato Aquilia. Alla fine del XIV secolo una decina di nuclei familiari, si spostò ancora più a nord dove diedero vita ad Aquilia la nuova (anche Aci Aquilia) in contrapposizione alla precedente denomi nata da allora la vetere. Dopo le distruzioni angioine causate dalla Guerra del Vespro e dalla peste del 1466, il borgo si arricchì di un tempio votivo dedicato originariamente a San Sebastiano Martire e che, dopo il terremoto del 1693, venne dedicato a Sant’Antonio di Padova e conserva tutt’oggi un bellissimo portale, in stile gotico lombardo del 1475, unico ricordo dell’antico edificio e di Aquilia Nuova. Il borgo apparteneva alla parrocchia sacramentale di Aci San Filippo. A favore del nuovo borgo vi fu anche la benevolenza dei reali aragonesi che rafforzandolo volevano porre un freno alle ambizioni espansionistiche della vicina Catania, spesso ribelle alla casata regnante. Il XVI secolo Il 1500 fu un secolo importantissimo per la città di Acireale, dove si stava consolidando un forte ceto mercantile. Già nel 1528 dietro il pagamento di 72.000 fiorini, l’imperatore Carlo V liberava Aci ed il suo territorio da ogni vassallaggio, mantenendola nel demanio ed erigendola a Comune. Così nel fervore nel 1548 sorgeva, di fronte alla Cattedrale, l’ospedale, la prima 11


vera opera pubblica realizzata in città. L’opera sarà poi lesionata dal terremoto del 1693 e quindi abbattuta (1811) per ampliare la piazza. Nel 1587 si iniziarono i lavori della costruzione della via di Santa Maria La Scala (Le chiazzette). Nel 1577 un tumulto spontaneo e sanguinoso contro talune imposizioni delle milizie spagnole costava alla città 17 impiccagioni e 15.000 scudi per ottenere l’amnistia. La città in quel periodo oscillava tra i sei ed i settemila abitanti. Nel 1582 nell’attuale frazione di Santa Tecla sbarcarono da ben sette galee turche circa trecento pirati comandati da Luccialì. Grazie però alla mobilitazione della popolazione questa incursione fallì ed i pirati furono costretti alla fuga. Espansione del XVII secolo Sotto il dominio spagnolo, nel XVII secolo, la città oramai in ascesa si affermò ulteriormente come centro commerciale. Questa rapida ascesa causò una serie di contrasti e rivalità con gli altri casali, che ottennero di costituirsi in universitas (città). Nacquero: Aci Bonaccorsi (1652), Aci Castello (1647) (comprendente anche Aci Trezza), Aci San Filippo ed Aci Sant’Antonio (1628) (comprendente anche l’antica “Aci”Valverde, Aci Santa Lucia ed Aci Catena). La città vide realizzati importanti interventi di architettura religiosa, civile e militare. Alla fine del XVI secolo risalgono le realizzazioni di alcune importanti opere di fortificazione del litorale, fra cui la Torre Alessandrano, la torre quadrata di Sant’Anna a Capo Mulini (1585), la garitta di Santa Tecla e la Fortezza seu Bastione del Tocco sulla Timpa di Santa Maria La Scala (1592-1616).

Il Busto di Cesare (Pinacoteca Zelantea) 12

La fortezza del Tocco venne progettata dall’ingegner Camillo Camilliani (in seguito vi partecipò l’ingegnere acese Vincenzo Geremia,detto porcellana. Queste opere furono rese necessarie dall’intensificarsi delle scorrerie turche dopo la battaglia di Lepanto. Il forte, da cui si gode un ampio panorama sulla costa era a pianta irregolare ed ospitava un grande cannone che, sparando un colpo ad ogni avvistamento di navi pirata, avvertiva la popolazione del pericolo. Nel settore civile 1659 si avviano i lavori per la costruzione del Palazzo Comunale, ovvero la Loggia Giuratoria. Tra il 1658 ed il 1687 viene realizzata la cappella barocca di Santa Venera nella Cattedrale, per conservare le reliquie della Santa, che fino ad allora erano state

conservate nella chiesa di Gesù e Maria. Alla città vennero riconosciuti i privilegi della Fiera Franca e della demanialità. Nel 1642 Filippo III di Spagna conferì alla città lo status di città demaniale (reale appunto), dietro corresponsione di una grossa elargizione di denaro. Contemporaneamente si perse il sostantivo “Aquilia”. Nel 1669, la città accolse i numerosi profughi dalla eruzione dell’Etna che incombeva su Catania (Il capoluogo etneo contava in quel periodo sui 16.000 abitanti, Acireale circa 11.000). L’esuberanza di Acireale anche nel campo della cultura permise nel 1671 la fondazione della Accademia degli Zelanti. La città prese parte alla guerra francospagnola a partire dal 1675 che fu combattuta in molte parti della Sicilia. Acireale parteggiò per gli spagnoli e quando i messinesi coperti dai francesi occuparono la piazzaforte di Taormina, il Senato e la popolazione, sostenuta dal Viceré Aniello de Gusman (o de Guzman), marchese di Castel Roderigo, fortificarono la città, il mare presso l’attuale Capomulini e la parte boschiva a settentrione della città. Proprio a Capomulini durante i lavori per la fortificazione si rinvennero notevoli quantità di frammenti di statue marmoree databili in epoca romana, fra cui un busto marmoreo che venne attribuito a Giulio Cesare, noto come il Busto di Acireale e che ora è visibile alla Pinacoteca Zelantea. Venne inoltre eretta una porta fortificata (1676), nell’attuale piazza Gusmana, su disegno dell’ingegnere militare Carlos de Grunembergh ma di cui oggi non rimane traccia. Nello scontro che poi avvenne nel 1677 presso le alture della vicina San Leonardello, gli Acesi batterono alcuni reparti francesi arrivati in soccorso dei messinesi e successivamente respinsero attacco dal mare, cannoneggiando la flotta avversa dalla fortezza del Tocco e dalla Torre di Sant’Anna. Nel 1678 il Re Carlo II di Spagna concedeva alla città il titolo di Amplissima, per la fedeltà dimostrata. Il 1693 e la ricostruzione I processi di ascesa economica del XVI secolo e di affermazione della città nel XVII secolo vennero bruscamente interrotti la mattina dell’11 gennaio 1693, quando la città fu danneggiata dal terremoto che sconvolse tutta la Sicilia sud-orientale. Vennero rovinate: la corte del capitano di giustizia, la loggia dei giurati, tutte le chiese e i monasteri. Si è stimato che almeno il sessanta per cento del patrimonio


edilizio fu rovinato. Si contarono 739 vittime su una popolazione di quasi 13.000 abitanti. La scossa fu preceduta da alcune piccole e brevi scosse: l’usanza di allora di rifugiarsi in chiesa subito dopo una scossa sismica, fu per molti fatale. Nonostante gli ingenti danni riportati (comunque minori rispetto alle cittadine del Val di Noto). Superato il dramma della distruzione e avviati una serie di processi per la ricostruzione della città praticamente dalle fondamenta già nel 1713 la città iniziava a crescere superando i 12.000 abitanti. XVIII secolo Il 28 aprile 1714 Vittorio Amedeo II di Savoia giungeva in città accolto festosamente, ma già nel 1717 la città era pronta ad insorgere, invocando il ritorno degli spagnoli. Nel 1740 la città contava 13.500 abitanti. Nel 1743 verrà innalzata l’edicola del Santissimo Rosario in Piazza Marconi, per ringraziare la Madonna per lo scampato pericolo della peste. Nel 1781 scoppiò un primo dissidio fra Acireale e Catania a causa della tessitura della seta. Infatti la città di Catania si era alleata con Messina e Palermo per convincere il governo ad impedire alla città acese la tessitura della seta che godeva di notevole prestigio in tutto il regno per

via sia dei prezzi molto concorrenziali che della superiore qualità del prodotto. Comunque il Re Ferdinando I di Borbone respingeva l’istanza e confermava il diritto della tessitura ad Acireale. Nel censimento del 1793 Aci Reale ed il suo territorio contavano 19.732 abitanti. XIX secolo Nel 1806 il re Ferdinando I di Borbone visitò la città. Il re giunse da Mangano ed entrò in città in pieno giorno accolto dal senato vicino a Porta Gusmana e dalla popolazione al Duomo e fu ospite nella casa del barone Saverio Musmeci nel piano di San Domenico. Meravigliato dello splendore cittadino nominò la città amplissima e fedelissima e concesse il privilegio del nome di Senato per il governo cittadino. Poco dopo elesse la città capoluogo col distretto di 18 città e terre e diede l’ordinaria corte militare. Nel 1811 vengono inaugurate: la prima parte dell’attuale corso Savoia (allora via Carolina), la Villa Belvedere e l’Ospedale Santa Marta e Santa Venera. Nel 1813 Acireale venne aggregata al distretto di Catania dal Parlamento Siciliano e veniva privata della sede giudiziaria nonostante gli oltre 19.000 abitanti e le proteste. Si veniva a creare un nuovo dissidio fra le due città. Nel 1817 venne incluso tra i comuni compresi nel neo-costituito distretto di Catania. Nel 1818 un terremoto provocò danni gravi. Nel 1819 vi furono nuovi dissidi con Catania a causa di un prolungato ritardo nell’apertura del tratto acese della strada litoranea di collegamento con Messina. Inoltre nel 1835 la concessione di un porto a Capo Mulini fu rifiutata a vantaggio del porto di Catania.

Piazza Duomo agli inizi del Novecento

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Vista di Santa Tecla

LA TIMPA R i s e r va N a t u r a l e o r i e n t a t a 225,35 ettari


la timpa Di circa 225 ettari, la Timpa è Riserva naturale orientata dal 1999 e gestita dall’Azienda Regionale Foreste Demaniali della Regione Siciliana. Nel corso dei secoli, le comunità hanno identificato in questo unico complesso lavico un salubre avamposto su cui migrare, tendenzialmente da Sud a Nord. Così, il paesaggio dell’Aci trattiene geomorfologie e memorie antiche, permeate dal mito di Aci e Galatea (Ovidio, “Metamorfosi”,Libro XIII), del ciclope Polifemo (“Odissea”, Libro IX), dalle testimonianze greche, romane, arabe e normanne. Dal XV secolo, una classe borghese di proprietari terrieri metteva in produzione il fertile suolo vulcanico,

attraversa a zig-zag la parte centrale della Timpa (chiamate le chiazzette). Le discese storiche Acireale che costantemente dialoga con il mare di fatto non riesce a raggiungerlo agilmente, perchè la Timpa in passato rifugio contro le scorrerie pitaratesce è stata anche un limite, in quanto non permetteva il dialogo con i borghi marinari. Per tanto nel corso della storia della città sono state realizzate diverse discese storiche che portano al mare come la più blasonata e importante via delle chiazzette, ma non meno importanti le discese di Santa Caterina, Acque grandi, Pietra monaca, Malascesa

La geomorfologia della Timpa è caratterizzata da rocce di origine vulcanica gradinate e da diverse faglie dove cresce una fitta vegetazione. L’estensione totale è di 225,34 ha, Il territorio è costituito da una striscia che corre parallela ed a ridosso della costa di circa 7 km, che va da Acque Grandi (nella frazione di Capomulini) sino ai piedi della frazione di Santa Maria degli Ammalati. Si tratta di un massiccio formato a gradinate e faglie, originato sin dal cratere centrale, sembra emergere con le sue lave dal mare. È formato da una sovrapposizione di strati lavici avvenuti nelle varie epoche. Grazie alla particolare conformazione, che rende impervio l’accesso e la fruizione, il territorio della riserva si presenta conservato ed in larga parte assolutamente incontaminato, pur se inserita in un contesto particolarmente antropizzato, come la costa orientale a nord di Catania. Flora La flora della riserva è costituita da alcune tipiche piante pioniere mediterranee. Fra gli arbusti si può osservare l’euforbia arborea caratterizzata da arbusti di color rossiccio e dalla fioritura di mazzolini di colore gialloverde. Fauna La fauna è costituita da alcuni piccoli rapaci. Inoltre vi nidifica l’occhiocotto tipico uccello mediterraneo caratterizzato da un cappuccio nero e dal piumaggio, grigio biancastro. Ai piedi del tratto centrale della riserva si trova il borgo marinaro di Santa Maria La Scala, che si può raggiungere anche con una scalinata che partendo da Acireale 15


Malascesa

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Le Chiazzette

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Pietra Monaca

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Acque del ferro

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Acquegrandi

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Gazzena

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Gruppo scultoreo raffigurante Aci e galatea (Rosario Anastasi)

IL DISTACCO Galatea fu separata dal suo amato Aci dalla cieca gelosia del g i g a n t e p o l i f e m o. Acireale staccata dalla timpa dalla cecitĂ umana


la scissione La costante espansione urbanistica del territorio acese ma di tutte le citta lambite dalla costa ionica diventa sempre più importante, per tanto impellente il bisogno di collegare in maniera solida le varie città, infatti è dal XIX secolo che ad Acireale si ha la presenza della linea ferroviaria, ma nonostante la presenza imponente di tale infrastruttura si è riusciti a mantenere intatti i collegamenti della città con la Timpa, sopra è stato ricordato che il territorio della timpa in passato era coltivato per tanto vi era la necessità che tale dialogo tra città e area produttiva fosse mantenuto attivo. Cosa che non avvenne con la realizzazione della strada statale. strada statale 114 orientale sicula È una strada statale italiana che collega Messina con Siracusa, passando per Catania.

litorale sabbioso fino a Catania, con l’Etna sullo sfondo. Nonostante l’apparente dialogo tra il territorio e la nuova infrastruttura le problematiche sono molteplici, per esempio il totale isolamento delle frazioni di santa maria delle Grazie e santa Caterina. Inoltre l’orientale sicula è classificata tra le strade più pericolose d’italia per numero di decessi per chilometro. Gran parte degli incidenti mortali sono avvenuti presso l’ingresso per le chiazzette, ne corso di 40 anni hanno perso la vita ben 24 persone, solamente nel 2008 la provincia di Catania ha provveduto alla realizzare un cavalcavia.

La parte centrale del percorso offre una costante vista dell’Etna. Secondo il Touring Club Italiano i tratti di maggiore interesse paesaggistico sono quelli tra Messina e Capo Scaletta, con panorama sullo stretto di Messina, in corrispondenza di Capo Taormina, con vista sull’isola Bella, di Acireale, sull’alta terrazza naturale della Timpa, e di Agnone Bagni, con vista sul

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Mappa del XVIIsecolo

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Mappa del XVIII secolo

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Mappa del XIXsecolo

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Mappa del XX secolo

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Gruppo scultoreo raffigurante Aci e galatea (Auguste Ottin)

L’UNIONE Il desiderio di ristabilire un contatto perduto


il progetto Il progetto si propone come l’opportunità di ristabilire un dialogo tra il tessuto urbanizzato e la riserva naturale La Timpa. Come prima accennato, il rapporto tra la Timpa e la città di Acireale è sempre stato intenso e produttivo, fino alla realizzazione della la rete ferrata e della strada statale. La necessità d’intervento a scala urbana vuole essere la risposta alle connessioni perdute tra città, la riserva naturale e il mare. Quest’ultimo è, ed è sempre stato, un elemento rappresentativo della storia di Acireale. Nel passato come importante via di scambio e commercio, oggi come rilevante attrazione turistica. Tale valore nel corso della storia della cittadina, è stato riconosciuto attraverso la creazione di una serie di “Discese Storiche”, oggi isolate e poco praticabili, che permettessero di collegare il centro storico con i piccoli borghi marinari

Da qui il visitatore potrà seguire l’andamento in discesa per raggiungere il suggestivo borgo marinaro di Santa Maria la Scala, o affrontare la breve salita per riemettersi all’interno del centro storico acese. Il parco di città si amplia, quindi, attraverso un nuovo edificio/infrastruttura che, oltre ad offrire un più esteso mirador sul mare, permette il superamento del dislivello con la strada Statale. Da qui si diparte il percorso pedonale, nuovo collegamento tra discese e centro storico. Tramite questo, abitanti e turisti potranno finalmente percorrere la riserva con le sue bellezze naturali, ricongiungendosi a quella che costituisce l’autentica ossatura della città : la Timpa.

L’intervento, che prende vita dalla Villa Belvedere, si pone come obiettivo il ricongiungimento non solo al territorio circostante, ma anche tra i diversi sentieri. La Villa Belvedere, realizzata nella metà 800 e situata alla fine di un’importante arteria stradale, si presenta come inglobata all’interno di un tessuto urbanizzato frutto dell’inarrestabile espansione degli anni 60. Da qui si diparte l’intervento, che costeggia diversi punti della riserva naturale per finire in quella che viene chiamata Fortezza del Tocco. Questa si posiziona sulla più suggestiva delle discese storiche:“Le Chiazzette”.

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Stazzo

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Santa Tecla

PRINCIPALI PUNTI ATTRATTORI

Corso

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DISCESE STORICHE

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Villa Belvedere

Villa Belvedere

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Piazza Roma

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Chiesa S.Domenico

Via Romeo

Via Galatea

Palazzo Musmeci Piazza Duomo Pietra monaca

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Basilica S.Sebastiano

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Parco delle Terme

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Villa Calanna

CapoMulini

Il contesto: discese e punti attrattori 30


Villa Belvedere

Biblioteca Zalantea Piazza Duomo

Chiesa S.Domenico Palazzo Musmeci

Palazzo di cittĂ

Le Chiazzette

Teatro Bellini

Basilica S.Sebastiano

Villa Pennisi Parco delle Terme Castello Pennisi di Floristella

Villa Calanna

Il contesto: ubicazione dei punti attrattori 31


Il progetto e il suo sviluppo lungo la Timpa 32


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Schema compositivo della struttura 33


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Luglio Carnevale Feste dei patroni Infiorata Nivarata Festa di s.Maria la scala Fiera dello jonio Magma festival Festival bellini Timpa Viva Il calendario delle attivitĂ 34


Schizzi “potesi compositive” schizzi “ipotesi 35


Rocca do San Leo

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sezione territoriale Sezione territoriale

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Sezione e vista dell’edificio


STRADA STATALE 114 Viale A.De Gasperi

LINEA FERROVIARIA ME-CT-SR

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Pianta del piano reticolato


I diversi piani dell’edificio

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Prospetto EST, SUD PROSPETTO EST 1:200


Ingresso dalla Villa Belvedere Ingresso da villa Belvedere

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STRUTTURA


LA STRUTTURA potente e muscolare, che tende a monumentale. Sono presenti due ordini di struttura e di materiale. Quelli che distinguono il piano superiore, e che permettono di ottenere grandi luci con sezioni ridotte, sono senza dubbio l’acciaio e le quattro grandi reticolari di tipologia Warren, con luce di 40m e altezza di 4,5m. Il piano reticolato appoggia su pilastri appositamente controventati e direttamente ancorati alla fondazione, di Il cemento armato rivestito dalla caratteristica pietra lavica siciliana, dona all’ordine inferiore della struttura un aspetto massivo ed ermetico. La parte superiore

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SCALA 1:200 AREA 120m

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Schema strutturale 46


SCALA 1:200 AREA 120m

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SCALA 1:200 AREA 120m

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1

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MAGLIA STRUTTURALE PIANO TIPO SCALA 1:200

Reticolari e maglia strutturale 47


Sezione trasversale 48


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Sezione trasversale lungo il percorso pedonale 50


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BIBLIOGRAFIA SITOGRAFIA 52


B ROCATO D., S CARCELLA G., Castelli e luoghi da Apt Catania, 2004. F ICHERA B. , Acireale “La timpa “, la fortezza del Tocco, edito da Majorana, 1994 G RAVA G NO G. - La Storia di Aci, edito dall’ Accademia di Scienze Lettere e Belle Arti degli Zelanti e dei Dafnici, Acireale 1992. G RAVA G NO M.C. - Aci nei secoli XVI e XVII, edito dall’ Accademia di Scienze Lettere e Belle Arti degli Zelanti e dei Dafnici, Acireale 1986. G RAVA G NO M.C. S CACCIANOCE A., Imago edito da Galatea Editrice, 2004 MACCARRONE M., entale della Timpa ad Acireale. edito dall’ Accademia di Scienze Lettere e Belle Arti degli Zelanti e dei Dafnici,Acireale 2005. M ARINO A. - Acireale, una città attraverso il barocco, edito da Skira, Milano 1999 R ACCU G LIA S. - Storia di Aci, ristampa, edito dall’ Accademia di Scienze Lettere e Belle Arti degli Zelanti e dei Dafnici, Acireale 1987. R ACITI R OMEO V. - Acireale e Dintorni. Guida storica monumentale, Acireale, 1927 (ristampa curata dall’ Accademia di Scienze Lettere e Belle Arti degli Zelanti e dei Dafnici, Acireale, 1980) R IZZO S. - Acireale. Guida monumentale e turistica, Acireale 1977. http://www.accademiadeglizelanti.it/ http://www.comune.acireale.ct.it/ http://www.etnanatura.it/ http://www.riservalatimpa.it/ https://acirealeblog.com/ https://it.wikipedia.org/

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Ringrazio La mia famiglia, per il costante supporto in questi anni lontano da casa. Il mio relatore, Mauro Marzo per il tempo che mi ha dedicato. Tutti gli amici che mi hanno consigliato, aiutato e voluto bene durante questa stagione della mia vita. E un ringraziamento speciale va a Valeria, che c’è sempre stata.




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