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Florinda Bolkan: una brasiliana a Bracciano

La splendida attrice racconta pagine della sua vita. Dalla mondanità alla semplice vita di campagna tra amici vecchi e nuovi e gli amati cavalli

na brasiliana sui generis, che ama la

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Upoesia, i cavalli, lo stare con se stessa. Eppure il suo volto dall’incarnato olivastro e volitivo è stato un’icona per il cinema dalla fine degli anni Sessanta in poi.

Florinda Bolkan esce dagli schemi della brasiliana tutta forme ed incarna invece la donna riflessiva, tutta d’un pezzo, a volte autoritaria. Mai come in questo caso il personaggio si discosta dall’attrice in carne ed ossa. La vera Florinda Bolkan è tutt’altro che una donna altera, ma è piuttosto una donna semplice che ama la convivialità, lo stare insieme bevendo un buon bicchiere di vino rosso, chiacchierare con gli amici.

È questa la donna che con molta amabilità la redazione di Gente di Bracciano ha incontrato per un buon pranzo domenicale all’Agriturismo Voltarina, nascosto tra i boschi di Pisciarelli, frazione di Bracciano.

È qui che Florinda ha scelto di vivere.

Bastano pochi scambi di battute per comprendere che nella vita di Florinda è fortissimo il suo legamene con la famiglia d’origine che vive oltreoceano e soprattutto con il padre.

“Mio padre José Pedro Soares Bulcão era un poeta, un letterato, un politico. Io lo amavo profondamente e lo ammiravo. Era una figura molto importante che mi ha insegnato l’amore per la poesia. Ricordo che quando ero bambina mi portava al fiume per fare il bagno”. Quest’uomo si rileva una figura chiave nell’infanzia di Florinda, un imprinting che non la lascerà mai.

“Sono nata a Uruburetama, nello stato del Ceará, capitale Fortaleza. Questa era la terra di mio padre, ed è qui che lui ha voluto che nascessero i suoi tre figli, io mia sorella Alina e mio fratello Josè Maria. Fu lui - racconta ancora l’attrice - a regalarmi il primo cavallo. Me lo portò come regalo di compleanno”. E da allora l’amore per i cavalli non l’ha mai lasciata. “Tutto qui alla Voltarina iniziò con i cavalli.

Ero venuta da alcuni amici a Bracciano a vedere dei cavalli. Poi decisi di avviare io una mia scuderia. I cavalli sono stati la prima cosa che è nata qui. Ho realizzato la casa ed ora, con l’aiuto di una amica carissima, la principessa Anna Chigi, abbiamo questa attività…Io amo i cavalli…mi piace fare le passeggiate a cavallo qui nei dintorni”.

Tutte le passioni di Florinda partono dall’infanzia, tutte sono legate alla figura del padre. “Più che il lago - confessa Florinda - amo il rio, il fiume, dove facevo nuda il bagno da bambina ad 8 anni.

Non scorderò mai poi - racconta ancora - il mio primo cavallo”.

E così che la scomparsa del padre la vita di Florinda bambina cambia di netto. “Quando morì - dice - tutta la provincia lo pianse…ma poi a poco a poco lo dimenticarono…con mia madre e i miei fratelli ci

Il padre José Pedro Soares Bulcão

Florinda con la sorella Alina e il fratello Josè Maria

trasferimmo a Rio”. Ed è nella grande città brasiliana che Florinda, dopo aver ultimato gli studi al liceo scientifico e acquistato la padronanza di ben tre lingue, entra nella compagnia aerea Varig Airlines come excutive hostess. “La tratta che facevo più frequentemente era Rio-New York. Lì uscivo con i miei amici. New York è una città unica al mondo”. Ma la vita da executive hostess termina con uno degli incontri più importanti della vita di Florinda Bolkan, quello con il grande regista Luchino Visconti che nota subito la splendida Florinda e le offre un ruolo nel film che stava girando in quel momento La Caduta degli Dei. È il 1969. Florinda interpreta il ruolo di Olga. Tra Luchino e Florinda nasce un rapporto intenso, fino a ricalcare quello tra lei e il padre.

“Luchino era una persona eccezionale.

Solo con lui mi ritrovavo bene. Spesso prendevo la macchina e andavo a casa sua.

Entravo mi mettevo da una parte mentre Luchino continuava a lavorare.

“Florinda che c’è?” mi chiedeva. “Vuoi un caffè, un thè?”. A me bastava stare lì con lui, saperlo vicino”. In Luchino evidentemente Florinda ritrova la figura del padre scomparso troppo presto. Il grande regista le dà serenità e sicurezza. Ma intanto sono tanti altri i grandi registi a notarla. Sono ben 36 le pellicole alle quali Florinda Bolkan ha recitato. Tra queste spiccano come un faro Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e Anonimo Veneziano. Il primo film (1971), per la regia di Elio Petri e la colonna sonora di Ennio Morricone, nel quale Florinda

Florinda con Luchino Visconti Bolkan recita affianco a Gian Maria Volonté, ottiene il premio Oscar come migliore film straniero.

Il secondo film (1970) diretto da Enrico Maria Salerno, un duetto con Tony Musante nella decadente città lagunare sulla celeberrima colonna sonora scritta da Stelvio Cipriani, le vale il David di Donatello come miglior attrice protagonista.

Con quale spirito ha preso questi riconoscimenti? “Accidenti” esclama con ironia Florinda “lo stanno dando proprio a me, mi sono chiesta”. Una risposta che ancora una volta fa emergere la semplicità di una donna che oggi vede il cinema e tutto il suo mondo come un vissuto, una esperienza chiusa e conclusa.

“Non sono mai stata una salottiera. Per me gli attori ed i registi che hanno lavorato con me, a parte lo speciale rapporto con Luchino Visconti, sono stati dei colleghi di lavoro. Fuori dal set, avevo il mio mondo, i miei fidanzati, i miei amici”.

Si capisce allora che quello che conta

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