MEDIA FACADE 1
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Liga Sparite - Giovanni Tanini - Letizia Tognolooni
MEDIA FACADE Nuove tecnologie multimediali applicate nel campo dell'architettura
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Sommario Media Facade................................................pag. 7 Trasparenze e Media Facade...........................pag. 11 -Galleria Hall West, Seoul, Arup, 2003-2004 -AAMP, Singapore, WOHA, Realitie United Mesh Metallico..............................................pag. 17 -Sede centrale Bayern, Leverkusen, HPP & Partners 2009 -Piazza Del Duomo, Milano -Atelier Relais, Torce, AG4 e GKD, 2007-2009 Sensori plug and play....................................pag. 23 -Storefront Art Installation, New York, Robert Stratton, 2009-2010 LED............................................................pag. 29 -Stealth™ -Nova® -SmartSlab -Active Learning Laboratory, Liverpool, Arup Lighting, Mark Lewis e John Waite, 2005-2008 -Dexia Tower, Bruxelles, Samyn & Partners, M. & J. & Partners, 2002-2006 -Full Moon Tower, Tianjin, TEON Environmental, TIR Systems, 2008 -Moorfield Eye Hospital, Londra, Penoyre & Prasad, 2006 -GreenPix - Zero Energy Media Wall, Pechino, Simone Giostra & Partners, Arup, 2008 -Rundle Lantern, Adelaide City, Digital Fusion Pty Ltd, 2008 -Yas Hotel, Abu Dhabi,
Asymptote Architecture, Arup -Led Action Facade, Madrid, Medialab Prado, Langarita Navarro Arquitectos,2008-2009 -LED Pixel Cloud, London, Jason Bruges Studio, 2007 -Wall of Africa, Zaragoza, Atelier Bruckner, 2008 Proiezioni.......................................... ..........pag. 49 -KUBIK 555, Hamburg, Daniel Rossa, 2009 -Vivid Sydney festival, Sidney, Brian Eno, 2009 Fibre Ottiche................................................pag. 53 -Amiri Air Terminal, Kuwait City, AFO, 2010 -Fiber Optic Room, San Francisco,Studio di architettura ISAR, 2006 -Tokyo Fiber Senseware, Kengo Kuma, 2009 -Tessuto luminoso -Sitooterie, Barnards Farm, Essex, Thomas Heatherwick 2007 -UK Pavilion, Expo 2010 Shanghai, Thomas Heatherwick, 2007-2010 Luci Fluorescenti...........................................pag. 61 -SPOTS, Postdammer Platz Berlino 2005 -Kunsthaus Graz, BIX, Graz, Realities United, Peter Cook, 2003 -Chrystal Mesh (Iluma), Singapore, Realities United, WOHA, 2009 Bibliografia Web................................. ..........pag. 69
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Media Facade Il termine Media Facade spesso è associato a schermi video sovradimensionati, insegne pubblicitarie illuminate e luoghi come Times Square o Hong Kong. La facciata stessa si smaterializza e si trasforma in un mezzo pubblicitario. Con il calare della luce del giorno, l’edificio stesso si sposta in secondo piano dando spazio all’attrazione principale: lo spettacolo di luce. Il ruolo della facciata, sia essa utilizzata per le pubblicità, istallazioni artistiche o per esprimere un messaggio sulla identità dell’utente, soprattutto deve sorprendere e attirare l’attenzione dei passanti. Negli anni passati per far emergere una facciata si utilizzavano le stampe di grandi dimensioni direttamente sull’involucro, testi, persino poesie o rivestimenti traslucidi: tutte forme di comunicazione statica. Questi tentativi li possiamo considerare come l’inizio di una nuova direzione per ricerche e sperimentazioni. La facciata del futuro deve diventare essa stessa mezzo di comunicazione attivo. Con l’impiego delle animazioni, del movimento, delle luci, dei colori e dei suoni, la facciata diventa un mezzo di comunicazione interattiva. Con alcuni progetti altamente tecnologici, che hanno dimostrato quanto sia adattabile l’involucro di un edificio alle esperienze interattive, la multimedialità della facciata è in continuo sviluppo. Vetro, colore e luci sono degli elementi fondamentali per creare un evento multimediale. In particolare la integrazione nell’involucro dei corpi illuminanti controllati digitalmente era una svolta nell’evolversi della Media Facade. In particolare ci riferiamo all’utilizzo dei LED (Light Emitting Diodes) che emettono la luce di certe lunghezze d’onda combinando i colori rosso, blu e verde (RGB) di varie intensità che all’occhio umano appariranno di innumerevoli tonalità complesse. Ma non basta attaccare queste luci alla facciata ed aspettare degli effetti speciali, il successo sta nella opportuna combinazione con i materiali
dell’involucro e con le apposite tecnologie per rendere le facciate straordinarie. La prima introduzione del rivestimento con schermi video è stata nel 1982, nel film di Ridley Scott “Blade Runner”, rappresentando scene di città del futuro. Questo è diventato realtà nel 1999 a Times Square per l’edificio NASDAQ coperto da una parete video alta 10 piani. In breve tempo anche gli altri edifici circostanti si sono procurati degli schermi video e programmabili con display a LED. Comunque persisteva il problema che lo schermo video era un elemento aggiunto alla facciata, e non integrato, la sfida era di permettere un contenuto multimediale ma anche di permettere il passaggio di luce in ore diurne. E questo ha dato il via libera a tante ricerche e sviluppi che descriveremo in seguito. Un altro fattore decisivo nel disporre il contenuto multimediale dell’involucro è la distanza tra i punti luce o i pixel, siano essi composti dai LED o lampade fluorescenti, al fine di definire la risoluzione dell’immagine. Le facciate a bassa risoluzione possono essere usate per esporre le grafiche dinamiche su ampie superfici, sottolineando il loro valore comunicativo. Per ragioni economiche le proiezioni ad alta risoluzione verranno contenute su aree di dimensioni minore. Ci sono tre categorie di Media facades : interattive, auto-attive e reattive. Una caratteristica importante del media digitale è proprio la possibilità di interagire e partecipare. Se gli utenti e i visitatori vengono coinvolti nel contenuto multimediale dell’edificio, questo aumenta la percezione e il valore di tale spazio. Tramite una partecipazione ludica la Media facade viene percepite come una componente del ambiente urbano. Nuove forme di interazione tramite le connessioni alle reti telefoniche, dai propri notebook, touchpad etc estendono i limiti di gioco. Questi sistemi combinati con una Media Facade
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permettono di interagire stando di fronte all’edificio e introducono una nuova dimensione spaziale. Il contenuto auto-attivo consiste in immagini digitali, video o testi animati controllati da un sistema centrale e commissionati dallo staff dell’edificio. Questa modalità permette di esporre contenuto mirato per le utenze, in particolare per fornire delle informazioni o comunicazioni sul brand. Siccome la lunghezza limitata del contenuto visuale può portare a una ripetizione del messaggio, è importante presentare informazione in piccole porzioni frammentate che tra di loro possono creare sempre delle nuove combinazioni. Le facciate reattive reagiscono a seconda delle condizioni esterne all’involucro: la facciata può essere influenzata dalle condizioni atmosferiche, vento, pioggia, inquinamento, rumori etc. Con aiuto di tecnologie apposite questi eventi vengono rilevati e trasformati in contenuti multimediali. I fattori esterni influenzano la pelle dell’edificio e richiamano una reazione controllata elettronicamente. Il vantaggio di questo sistema è che il contenuto non è più legato alle sequenze tempistiche, ma ne crea uno nuovo ogni secondo.
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Trasparenze e Media Facade Il successo di queste facciate multimediale è basato su specifiche tecniche capaci di mantenere la trasparenza e, nello stesso tempo, la digitalizzazione di vaste aree di superficie. Il principio si basa sull’integrazione di LED in una struttura a doppia pelle
così che l’aspetto dell’edificio rimane inalterato, sia che sia visto dall’esterno che dall’interno, un fattore importante per l’integrazione a scala urbana. In una facciata così il contenuto digitale viene creato da LED RGB. Tre o cinque LED in questa combina-
zione di colori formano un pixel dell’immagine. La qualità finale delle proiezioni dipende dal numero e dalla densità dei LED. La risoluzione è influenzata anche da altri due fattori: dalla distanza dell’osservazione e sicuramente dal fattore economico.
Più alta è la risoluzione del display multimediale, più possiamo ridurre la distanza dell’osservazione. I costi aumentano con l’aumento di tale distanze e della risoluzione.
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Galleria Hall West in Seoul, Arup, 20032004 UN Studio, in collaborazione con Arup, per il progetto di Galleria Hall West in Seoul, Corea del Sud 2003-2004, ha usato la tecnologia dei LED. Un elemento di rivestimento curvo in vetro viene posizionato davanti ad un set di quattro LED. Il disco è formato da due strati di vetro satinato con una pellicola dicroica intermedia. La satinatura delle lastre è applicata su entrambe le superfici, fronte e retro, in modo da prevenire il riflesso della luce solare e renderla omogeneamente diffusa su tutta la superficie del pannello. Ci sono 4330 dischi di vetro appesi ad una struttura metal-
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A sinistra variazioni cromatiche dei pannelli illuminati con led In basso dettaglio dell’attacco e del sistema di sostegno dei pannelli
lica sottostante montata direttamente sul muro in cemento armato. Durante le ore buie i LED vengono elettronicamente controllati con un sistema di rete ethernet convertita in DMX-512. Il software tratta l’intera superfice della facciata come se fosse uno schermo gigante dove ogni LED equivale ad un pixel dello schermo. Siccome ogni LED può interpretare 16 milioni di colori, la facciata dell’edificio letteralmente diventa uno degli schermi TV più grandi del mondo, anche se di bassa risoluzione. La combinazione di luce e dei video permette a un designer di creare dei clip particolari. Il sistema di controllo della facciata converte poi i video digitali come dati DMX. Il sistema ha
un trasmettitore wireless che permette al designer di stare fuori davanti alla facciata e programmare l’evento multimediale a vista. Il vetro dicroico o bicolore si ottiene attraverso un processo di rivestimento multistrato. Cristalli di quarzo e ossidi di diversi metalli sono vaporizzati con un raggio elettronico in una camera sottovuoto, dove finiscono per condensarsi su una superficie in forma cristallina. Questo materiale è poi generalmente lavorato a caldo, ed è utilizzato nella sua forma grezza. La principale caratteristica del vetro dicroico è il colore cangiante della luce riflessa, questo perché il colore della luce trasmessa è differente da quello ottenuto per riflessione.
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Le superfici vetrate dicroiche presentano una varietà infinita di applicazioni. Frequentemente la luce visibile viene scomposta in colori di diverse lunghezze d’onda e filtrata a secnda della quantità. DMX - abbreviazione di Digital MultipleX o DMX512 - è un protocollo di comunicazione usato principalmente per il controllo dell’illuminazione di scena da computers o da centraline d’impianti d’illuminazione complessi.
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A destra porzione della facciata In basso diagramma di riproduzione delle immagini sui pannelli esterni
AAMP, Singapore, WOHA, Realitie United, 2008 AAMP (Architectureal advertising amplifier) è una Media Façade a bassa risoluzione unita ad uno schermo in LED. In questo progetto sono state combinate una facciata vetrata e un involucro dinamico che interagisce con l’ambiente circostante nelle ore notturne. Al di fuori della facciata vetrata c’è una doppia pelle in rete metallica, controllata digitalmente, che di sera trasforma la facciata dell’edificio in uno schermo luminoso. Le immagino vengono generate da proiettori a LED singoli posizionati dietro le vetrate. Sulla facciata Realities United propongono anche uno schermo da 500 unità LED full color per mostrare le pubblicità commerciali. Un software analizza le immagini commerciali da mostrare sullo schermo a LED e, nello stesso tempo, le trasforma in sequenze di luci sul resto della facciata a bassa risoluzione. L’istallazione riesce dunque a generare delle immagini leggibili e comprensibili. Il cervello umano riesce a riconoscere le variazioni dei colori come se fossero immagini mostrate sullo schermo principale ad alta definizione. In questo modo la facciata lavora come un
amplificatore del contenuto commerciale e riesce a coprire l’intero involucro dell’edificio inserendosi nel contesto urbano. La facciata dunque rimane un collage composto dalle immagini digitali elaborate dalla AAMP e dal materiale di rivestimento dell’involucro stesso.
A destra veduta dell’edificio dalla strada In basso prospetto principale
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Mesh Metallico
Non solo il vetro si presta come un mezzo efficace per rendere gli effetti generati dai LED, ma può essere impiegato anche un materiale a maglia metallica. Un Azienda tedesca ,GKD e AG4 Media Texture Company, è specializzata nella produzione dei mesh metallici per l’impiego architettonico, come risposta alla ricerca sui Media Facades hanno lanciato sul mercato la
loro ultima invenzione: la Media Mesh. Questa maglia metallica contiene già dei profili LED integrati collegati tra di loro che creano un effetto luccicante. La Mesh trasforma la facciata in una piattaforma multimediale programmabile e permette la generazione di immagini e di videoclip ad alta risoluzione. Le rispettive unità di controllo possono essere integrate negli ele-
menti strutturali dell’involucro. Queste tecnologie offrono un modo semplice di riqualificare le facciate sotto una nuova luce. Per immagini a bassa risoluzione viene impiegata la soluzione Illumesh®, invece per mostrare design multimediale, immagini e video ad alta risolizione è più adatto la soluzione Mediamesh®. Mediamesh® : è un siste-
ma semitrasparente (40% -90%) in una tessitura di acciaio inossidabile con dei LED integrati che non dà una chiusura completa della facciata. Anche in modalità diurna, mentre i LED sono spenti, risulta essere un rivestimento gradevole e integrato nel design architettonico. I LED sono in posizione molto ravvicinata e emettono la luce direttamente verso l’esterno. La texture
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metallica semitrasparente permette di vedere la facciata sottostante diventando essa stessa un elemento della facciata. Di notte il Mediamesh® viene fuori proponendo uno show di luci. La Mesh è prodotta a rullo in qualsiasi lunghezza e fino a 8m di larghezza. Il sistema di supporto elettronico viene nascosto dietro la mesh. La scelta di risoluzione è flessibile e le immagini possono essere lette e azionate anche nelle ore diurne garantendo una buona leggibilità. Il software usato per la programmazione è IMPP® Illumesh® è ideata per la copertura di ampie superfici. Questo è un sistema a bassa risoluzione e usa I LED in modo da ottenere un riflesso di luce sulla Mesh, la luce viene diretta dall’interno verso la superficie da illuminare e crea un effetto di luce scintillante e di riflessioni multiple. I LED vengono posti sui profili esterni in acciaio e attaccati alla mesh mettalica. Questa tecnologia su grandi dimensioni permette di visualizzare anche delle immagini e delle scritte. Siccome il numero dei LED è basso, anche i l costo dell’impianto è contenuto. Illumesh è esso stesso un rivestimento di facciata: offre protezione contro la pioggia, il ven-
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In alto a sinstra dettagli del sistema Mediamesh con il diagramma di funzionamento In basso a sinistra esempio di una Mediamesh applicata alla facciata di un edificio A destra dettagli del sistema Illumesh In basso La Klimahaus Bremerhaven 8° Est, progetto dell’architetto Thomas Klumpp, ha un sistema di led Singol Dot integrati in facciata
to e il sole, ed è costituito da una pelle con texture in acciaio. Lavorando sulla superficie del tessuto metallico si possono aumentare o ridurre la riflessione della luce: una mesh densa rifletterà più luce di una rarefatta. Single Dot: questa tecnologia permette di digitalizzare superfici estremamente grandi. Singoli punti luminosi vengono distribuiti omogeneamente sull’area interessata. All’interno di ogni singolo punto luminoso si possono istallare fino a 8 unità LED e ogni punto deve essere opportunamente alimentato. Le caratteristiche di questa tecnologia tendono ad ottenere un’illuminazione atmosferica che non a rappresentare immagini o riprodurre video. Per esporre un contenuto grafico più specifico è necessario ridurre le distanze tra i singoli punti luminosi.
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Sede centrale della Bayern, Leverkusen, HPP & Partners, 2009 L’edificio è stato costruito da HPP Hentrich Petschnigg & Partner in 1960, ma l’intervento riguarda la riqualificazione dell’involucro come una Media Facade. 5,6 milioni di LED hanno trasformato l’edificio in una grande insegna luminosa in mezzo alla città coprendo una superficie di 17,500 m². La trasparenza del tessuto metalicco permette di avere una visione chiara dell’edificio stesso.
Piazza Del Milano, 2007
Duomo,
Durante la ristrutturazione del museo Arengario in Piazza Duomo sull’impalcatura é stato aggiunto uno schermo gigante: l’Urban Screen in Mediamesh. Sopra vi erano mostrate informazioni sul museo e sugli eventi presenti in città. Questo schermo ha riprodotto anche delle trasmissioni live dall’ Opera della Scala e partite di calcio. La piazza ha acquisito così un potenziale non solo come meta turistica, ma anche come luogo di esperienze collettive. Urban Screen ha coperto 480mq di superficie disponendo di
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194 000 pixel capaci di garantire un’ottima qualità dell’immagine, dovuta anche dalla distanza tra l’osservatore e lo schermo. Mediamesh offre una costruzione molto leggera e facilmente montabile a costi relativamente contenuti. Questo era lo schermo outdoor più grande d’Europa formato da otto righe di Mediamesh (16,5 x 3,6m) stirate sopra le impalcature. La facciata storica del Museo Arengario è visibile attraverso la istallazione di Mediamesh creando un collegamento tra storia e tecnologie moderne.
In alto a sinstra Prospetto principale dell’edificio della Bayern Al centro a sinistra immagine del retro della mesh metallica In basso a sinistra porzione della mesh posta sopra la facciata del duomo di Milano
Atelier Relais, Torce, AG4 e GKD, 2007-2009
In alto Dettagli della facciata del prospetto dell’atelier A destra e in basso viste della facciata principale
Nel 2007 I produttori AG4 e GKD hanno istallato la prima facciata Illumesh® trasformando l’Atelier Relais in una attrazione visuale. L’edificio è diviso in due sezioni rettangolari di superficie totale 137,5 m². Il rivestimento con Illumesh® crea uno spettacolo di luci nelle ore buie come se l’Atelier fosse avvolto in una pellicola brillante. Sulla sezione sinistra una Mesh in acciaio inossidabile contiene dei LED attaccati in dieci file, che mostrano sequenze di colori cangianti, animazioni, testi e immagini grafiche. Sulla facciata destra l’installazione consiste in una sola fila di LED posta in cima e una posta in basso, ottenendo un effetto minimale di colori che sfumano creando una profondità cromatica nello spazio architettonico. In tal modo le facciate risultano comunicative quanto esteticamente apprezzabili. Due anni dopo la installazione degli Illumesh®, la parte destra della facciata è stata modificata portando il numero delle file dei LED a dieci e alla parte sinistra sono stati aggiunti 19 m² di schermo Mediamesh®.
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Sensori plug and play Abbiamo parlato di facciate capaci di trasmettere messaggi di diverso tipo, ma ci sono anche ricerche per rendere le superfici interattive con lo spettatore. Sensacell (sensor Surface Technology) è una superficie sensibile interattiva, disponibile in qualsiasi forma o dimensione, ideata per l’intrattenimento e e per l’architettura.
Quando un oggetto si avvicina alla superficie i LED si accendono in modo che ogni movimento rilevato in vicinanza della superficie lasci una traccia illuminata. I moduli Sensacell possono essere applicati sia all’interno che all’esterno e con la ripetizione del modulo base si possono coprire ampie superfici. I sensori possono individuare oggetti anche
attraverso dei materiali di rivestimento entro un limite di 15 cm di spessore (vetro, legno, plastica etc.). I moduli Sensacell di dimensioni base 15 x 15 cm, sono composti da quattro sensori non-contact capaci di ricevere le informazioni (input) e da LED RGB che visualizzano le immagini (output). Attualmente vengono prodotti in tre configurazioni:
Monocrome con 36 LED dello stesso colore, RGB con 36 LED full-color e White con 49 LED bianchi. Il prezzo varia da 150 $ 350 $ per 30 x 30cm, a seconda del modello e del colore dei LED. Il sistema Sensacell può essere collegato ad altri sistemi di controllo del suono, della luce, del video, HVAC o a sistemi di allarme tramite RS232,
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MIDI, DMX e TCP-IP. Essenzialmente una superficie montata funziona come uno touchscreen, ma grazie ai sensori reagisce anche senza che sia avvenuto contatto fisico. Ha un raggio di sensibilità di 15 cm. Un touchscreen raccoglie informazioni in un sistema bidimensionale XY, invece la superficie Sensacell può rilevare le distanze anche nella direzione Z. Il sistema può operare in modalità standalone rispondendo a degli Input dati direttamente dall’utente o preprogrammata da un computer per controllare un display o una interfaccia interattiva di grande scala mostrando delle immagini, video e altro contenuto multimediale. L’interfaccia seriale RS232 è uno standard costituito da una serie di protocolli meccanici, elettrici ed informatici che rendono possibile lo scambio di informazioni a bassa velocità tra dispositivi digitali. MIDI (Musical Instrument Digital Interface) si indica il protocollo standard per l’interazione degli strumenti musicali elettronici (anche tramite un computer) TCP-IP è un insieme di protocolli di rete che implementa la pila di protocolli su cui funziona Internet. A volte chiama-
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A sinistra schemi di funzionamento di sistemi plug and play In alto a destra pannelli sensibili Sensacell In basso a destra pannelli Sensacell montati, rivestiti da materiale traslucido
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ta suite di protocolli TCP/ IP, in funzione dei due piÚ importanti protocolli in essa definiti: il Transmission Control Protocol (TCP) e l’Internet Protocol (IP). Un indirizzo IP identifica ogni nodo della rete ed è sostanzialmente un identificativo numerico che viene utilizzato per identificare in modo univoco ogni scheda di rete connessa ad una rete IP. Il protocollo di trasporto TCP utilizza IP, e fornisce un canale di trasferimento dati affidabile al protocollo di Livello applicazioni HTTP.
In alto pannelli Sensacell montati su una parete In basso pannelli montati sotto il pavimento
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Storefront Art Installation, New York, Robert Stratton, 20092010 I s t a l l a z i o n e “Semiboneless” è posta in una vetrina sul livello di strada, in funzione 24h al giorno. La vetrina viene trasformata in un telo elettronico che cattura attraverso il vetro il movimento sulla strada, permettendo a l l ’ o s s e r va t o r e di modificare il “comportamento” dello schermo. La tela espone dei pattern, colori e forme generati da algoritmi che vengono influenzati dai gesti e movimenti dei passanti. Sono stati impiegati 192 moduli Sensacell HSI64-36RGB, un computer, un software apposito e un alimentatore.
In alto installazione di Robert Stratton a Manhattan dove utilizza pannelli interattivi In basso tavolino con installati pannelli Sensacell
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Led I LED (light –emittingdiode) sono fra i prodotti maggiormente utilizzati nel campo pubblicitario e per istallazioni luminose. Hanno consumi energetici minimi e producono poco calore. La parte più importante consiste nel poter essere controllati singolarmente e questo permette che non ci sia alcuna limitazione alla forma o dimensione della superficie
luminosa. I LED sono dei semiconduttori che emettono luce con corrente monodirezionale capaci di coprire una gamma diversa di spettri. I LED sono identici alle lampadine normali ma non contengono dei filamenti all’interno e quindi non si fulminano. Esse non si riscaldano ne producono irraggiamento infrarosso o ultravioletto, tecnicamente producono
più lumen per watt delle lampadine a incandescenza. I LED vengono illuminati dal movimento degli elettroni in un materiale semiconduttore e hanno una vita utile molto maggiore rispetto ad una lampadina normale. I LED sono di dimensioni molto piccole (2mm) e possono comporre qualsiasi forma e combinarsi con qualsiasi materiale con appositi
sistemi di integrazione. I LED possono essere controllati singolarmente variando l’intensità di luce, di colore .Con uno spettro di 16 milioni di colori possono emettere qualsiasi tonalità voluta. Negli ultimi anni, grazie alla loro natura flessibile e alle nuove tecnologie, i LED sono diventati parte integrante dell’architettura.
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Stealth™ Questo prodotto promosso dalla Creative Technologies è stato ideato principalmente per l’uso outdoor e per le installazioni temporanee. La leggerezza dei moduli ( 1kg per modulo 0,6 mq) e la trasparenza a 55% offre flessibilità nel montaggio garantendo un alta risoluzione delle immagini. I singoli LED sono distanziati fra loro di 2,5 cm. A seconda delle esigenze dell’istallazione si possono regolare la qualità e la luminosità delle immagini. Ogni modulo è dotato di un sistema semplice di connessione con altri moduli e di un sistema elettronico di elaborazione dei video e delle immagini. A destra teli scenografici relizzati attraverso la tecnologia Stealth In basso un pannello Stealth
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A destra display Nova utilizzato per installazioni indoor
Nova® Grazie a questa tecnologia possono essere ottenutte immagini e istallazioni 3-D. In collaborazione con ETH Zurich ( Swiss federal institute of tecnology) è stato creato uno software speciale in supporto ai voxels (volumetric pixels) per riprodurre immagini e video su uno supporto tridimensionale. Il display è costituito da 25000 pallini di luce ognuno contenente 12 LED all’interno. Il display può esporre 25 sequenze al secondo a 16 milioni di colori. Il Display raggiunge dimensioni 5 x 5 x 1m e pesa 3,3 tonnellate.
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SmartSlab SmartSlab ha introdotto il suo prodotto alla Biennale di Venezia già nel 2006. Questo materiale sfrutta due principi: la struttura a nido d’ape e la struttura dell’occhio. La stabilità della struttura offre una buona robustezza degli elementi e protezione per i sistemi elettronici annidati all’interno. Il materiale usato è il policarbonato in grado di offrire sia trasparenza che stabilità meccanica – per questo i pannelli SmartSlab sono perfetti per uso esterno. La struttura a nido d’ape inoltre offre un’immagine ad alta risoluzione.
A sinistra struttura a nido d’ape dei pannelli in policarbonato Al centro a sinistra sistema di controllo delle immagini In basso a sinistra schermo costituito da pannelli SmartSlab
In basso a destra viste del prospetto principale del Active Learning Laboratory
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Active Learning Laboratory, Liverpool, Arup Lighting, Mark Lewis e John Waite, 2005-2008 L’ illuminazione delle facciate dell’Active Learning Laboratory è stata sviluppata da Arup Lighting, Mark Lewis e John Waite, con il sostegno di Richard Morris Architects, con Sheppard Robson come parte dell ‘Università di ristrutturazione di Ingegneria di Liverpool. La facciata di vetro (1500 mq) è sospesa un metro sopra l’edificio principale ed è composta da righe alternate di 1.400 mm di un motivo punteggiato e 800 mm di pannel-
li in vetro trasparente su ciascuno dei sette livelli. Un totale di 413 pannelli punteggiati fornisce una superficie altamente riflettente per l’illuminazione, utilizzando apparecchi appositamente realizzati RGB (19.212x1W), di illuminazione a LED lineare dell’Azienda Siteco. Gli effetti di illuminazione possono essere programmati per visualizzare semplici numeri, lettere e figure geometriche, nonché una serie infinita di luci, colori, disegni e modelli morfologici con periodi di tempo di dissolvenza. Questo si ottiene assegnando un numero unico indirizzabile su tutti i corpi luminosi a LED, per consentire qualsiasi confi-
gurazione di colori da applicare. Il risultato è che uno schermo passivo di giorno si anima di notte, utilizzando una tela dinamica a bassa risoluzione. Gli apparecchi per l’illuminazione sono stati resi invisibili durante il giorno. Questo è stato ottenuto mediante l’installazione del cablaggio di alimentazione all’interno di un discreto sistema di canalizzazioni montato dietro il quadro della facciata. Il sistema di canalizzazioni si dirama dalla sala base, sulla facciata nord, e si innalza verticalmente sull’edificio dietro i pannelli di vetro in una spina centrale unica, prima di ramificarsi ad ogni livello al servizio degli ap-
parecchi a LED. Questi circuiti a nodo radiale hanno, dentro e fuori del PI, appropriate caselle per il driver LED, nascosto alla vista sopra le staffe strutturali della facciata. Ogni apparecchio LED è posizionato ad una determinata distanza (determinata mediante la realizzazione di modelli) alla base di ogni pannello di vetro. La stazione di controllo DMX si trova nella sala centrale alla base del palazzo e ha la possibilità di essere integrata e controllata a distanza dalla sede universitaria, attraverso gli impianti di gestione della rete del campus.
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Dexia Tower, Bruxelles, Samyn & Partners, M. & J. & Partners, 20022006 Situata nel cuore di Bruxelles a Place Rogier, la Dexia Tower, con i suoi 38 piani per 145 m, è il terzo edificio per altezza della città. Su 4.200 delle 6.000 finestre sono situate 12 microlampade composte da tre LED (uno verde, uno rosso e uno blu) che accoppiandosi formano uno spettro completo di colori. La torre, di forma trapezoidale, di notte offre uno spettacolo di luce impressionante grazie alle variazioni di forme e colori che possono essere applicate rapidamente a ogni finestra, creando l’impressione del movimento. Dexia Tower è in realtà la più grande installazione interattiva permanente di Bruxelles. Per avviare il sistema di illuminazione, tutte le tende vanno chiuse, in quanto i led non sono abbastanza potenti da illuminare la facciata da soli. La riflessione sulle persiane chiuse illumina tutta la superficie della finestra. Il sistema è controllato da un computer centrale. La combinazione dei colori è iscritta in un programma che traduce il sistema di illuminazione dal computer. I dati sono inviati
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attraverso una rete informatica rapida a tre centri di distribuzione sparsi suivari piani della torre. Questi centri di traduzione dati gestiscono gruppi di circa 100 finestre. Il computer calcola più di 20 immagini al secondo e ciascuna delle 4.200 finestre ha un piccolo computer per controllare il colore visualizzato. La Torre Dexia è dotato di un sistema altamente efficace di risparmio energetico di illuminazione a LED (diodi elettroluminescenti). Ogni LED, nella sua capacità massima, utilizza 1 watt. Nei risultati dei vari colori ed effetti di movimento, questa capacità massima non è mai raggiunta. Le diverse creazioni presentate finora non hanno mai superato un terzo di tale capacità totale.
A destra viste dell’edificio con diverse possibili cromie in facciata
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Full Moon Tower, Tianjin, TEON Environmental, TIR Systems, 2008 La Full Moon Tower, con i suoi 52 metri di altezza, è rivestita di pannelli in verto trasparente e illuminato internamente da apparecchi di illuminazione, che creano un magico effetto dinamico starburst incandescente. La torre è dotata di scale a spirale a sbalzo rispetto al nucleo centrale della torre, che consenteno ai visitatori di salire e osservare l’ambiente circostante. L’effetto luminoso
è stato creato utilizzando 180 apparecchi TIR Systems Destiny CW per illuminare continuamente la parte inferiore della scala a spirale dipinta di bianco, all’interno della torre. Gli apparecchi CW Destiny, contenenti 60 LED ad alto flusso, sono programmati per una varietà di effetti, progettati per sottolineare la forma verticale della torre. L’effetto starburst viene creato attraverso 85 Destiny DL, montati sulle alette orizzontali in vetro esterne alla torre, distanziati in maniera d’avere una di densità maggiorenella parte alta
dell’edificio. Gli apparecchi Destiny DL, contenenti 12 LED ad alto flusso per metro lineare, sono stati programmati per creare effetti flash sia casuali sia a fantasia. Il sistema è stato progettato, commissionato e programmato da Ptarmigan Consulting Ltd nell’ambito di un contratto di subappalto con TIR. TIR ha poi selezionato Ptarmigan Simon Fraser, per la sua esperienza sull’illuminazione.
A sinistra viste dell’edificio con diverse cromie
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Moorfield Eye Hospital, Londra, Penoyre & Prasad, 2006 La facciata della clinica oculistica Moorfields di Londra dispone di un uso impressionante di lamelle in alluminio e tecnologia a LED. Il nuovo edificio, progettato dagli architetti Penoyre & Prasad , è illuminato sul lato sud con LED ed è stato soprannominato “gabbiani” dai suoi creatori. L’edificio ha una parete esterna divisoria in vetro, con i “gabbiani” posizionati su una rete di cavi in tensione con 0,75 m di distanza dai vetri della faccita, per proteggere l’edificio dall’accumulo del calore solare. Gli apparecchi di illuminazione a LED sono posizionati su supporti ad ogni livello del pavimento, per un totale di 64 apparecchi utilizzati, compresi i raccordi lineari per adattarsi intorno alla forma irregolare dell’edificio.
A destra faccitata principale dell’edificio In basso Disegno del prospetto principale e dettaglio del rivestimento della facciata
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GreenPix - Zero Energy Media Wall, Pechino, Simone Giostra & Partners, Arup, 2008 Questo enorme schermo a LED ipnotizzante visualizza giochi di luce e video. È il più grande display colorato a LED in tutto il mondo e il primo sistema fotovoltaico integrato in una parete di vetro-tenda in Cina. La cosa davvero sorprendente è che questo enorme muro di luce è completamente autosufficiente, cioè i pannelli luce sfruttano l’energia del sole durante il giorno per alimentare un coloratissimo spettacolo di notte. GreenPix Zero Energy Media Wall utilizza migliaia di celle solari fotovoltaiche, è collegato ad una rete di pannelli in vetro, ognuno dei quali nasconde una matrice di LED, controllati dal computer. È Composto da 2.292 punti luce a LED colorati RGB, lo schermo è paragonabile ad un monitor 2.200 mq. Il sistema fotovoltaico policristallino (PV) è formato da cellule di silicio laminato all’interno del vetro del curtain wall. In GreenPix, sono state poste celle FV con cambio di densità sulla pelle dell’intero edificio, ed è forse l’uso più estensivo di questa tecnologia in una cor-
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A destra prospetto principale dell’edificio Al centro dettaglio della facciata In basso possibili variazioni cromatiche sulla facciata
tina edilizia fino ad oggi. La variazione di densità aumenta la performance dell’edificio: permette alla luce naturale, quando richiesto dal programma interno, di ridurre il guadagno di calore eccessivo e trasformare la radiazione solare in energia per il media wall. Attraverso l’utilizzo di illuminazione a LED, la facciata ha la capacità di riprodurre video playback, di contenuto live, e contenuti generati dagli utenti. La “pelle intelligente” interagisce con gli interni dell’edificio e gli spazi esterni pubblici, utilizzando un software progettato su misura, trasforma la facciata in un ambiente reattivo per l’intrattenimento del pubblico. Il muro è stato costruito per i visitatori presenti alle Olimpiadi di Pechino 2008, è situato nel complesso di intrattenimento Xicui, vicino al luogo dei giochi. GreenPix è stato progettato e realizzato dallo studio di architettura Simone Giostra & Partners di New York, con design a livello mondiale, e dalla ditta di ingegneria Arup.
A destra dettaglio tecnologico della facciata
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Rundle Lantern, Adelaide City, Digital Fusion Pty Ltd, 2008 Il Rundle Lantern è una grande iniziativa di Adelaide City Council, e si trova sulla via Rundle UPark all’angolo tra Pulteney e di Rundle Street nell’East End di Adelaide City, Au-
stralia. La lanterna è alta nove livelli e si compone di 748 pannelli quadrati attivati ognuno da due LED, tutti controllati da un computer. Il software di notte disegna dunque una “vetrina” colorata e dinamica, con immagini in mo-
vimento, mentre diventa un’esperienza architettonica contemporanea durante il giorno. I LED sono in grado di creare una configurazione di 16 milioni di colori che si riflettono verso l’alto sui pannelli, i quali misurano 1,1 x 1 metro ciascuno.
Il Rundle Lantern è a basso consumo energetico. I LED utilizzati dalla Lanterna consumano il 90 per cento di energia in meno rispetto alle lampadine ad incandescenza. I pannelli sono installati e fissati solo su un angolo, per permettere il flusso d’aria per la ventilazione. A sinistra facciata dell’edificio durante il giorno In basso a sinistra una delle centraline che controllano i led A destra facciata dell’edificio durante la notte
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Yas Hotel, Abu Dhabi, Asymptote Architecture, Arup, 2009 Il design di questo albergo è nato dall’amore incondizionato per la Formula 1 ed è ispirato alla velocità, all’architettura in movimento ed è situato a ridosso del nuovo circuito di Formula 1 Etihad Airways Abu Dhabi Grand Prix. La struttura curvilinea in acciaio, lunga 270 metri è ricoperta da 5800 pannelli di vetro. Per illuminare il rivestimento dell’edificio sono stati utilizzati più di 5000 corpi, illuminati dai LED i cui colori possono essere cambiati tramite un sistema di controllo RDM. Il campo curvilineo di copertura multimediale è in grado di emettere delle sequenze di luci cangianti e persino di mostrare dei video tridimensionali a bassa risoluzione.
A destra immagini dell’edificio di notte e di giorno Nella pagina a fianco dettaglio della facciata durante la fase di realizzazione
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Led Action Facade, Madrid, Medialab Prado, Langarita Navarro Arquitectos, 2008-2009 Il sistema Led Action Façade è un brevetto per la produzione e per il montaggio delle facciate multimediali su superfici ampie. Essa consiste di una matrice regolare di nodi LED RGB inseriti in coni di alluminio la cui sezione è stata disegnata per riflettere in modo migliore i raggi di luci emessi dalle lampade e per permettere di vedere lo schermo da più angolazioni. Questo
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sistema va montato su dei muri pieni senza aperture in quanto non è pensato come permeabile alla luce diurna. Sul muro di Medialab Prado la Led Action Facade occupa uno spazio di 144 mq ed è costituita da 35000 nodi luminosi. Il sistema è adattabile a qualsiasi forma di supporto, anche curva e supporta il display sia di immagini statiche che quelle animate e video di risoluzione medio alta. Nella modalità Power Off, la superficie crea una specie di tessitura nodulare che riflette la luce naturale che lo rende meno simile a uno schermo televisivo.
A sinistra sistema di funzionamento della facciata In basso a sinistra diagrammi che indicano le distanze minime e ottimali per osservare la facciata illuminata a led A destra e in basso immagini della facciata
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A sinistra immagini di Pixel Cloud all’interno di un edificio
LED Pixel Cloud, London, Jason Bruges Studio, 2007 Nell’atrio di un ufficio legale di Allen & Overy in Bishops Square, progettato da Foster and Partners, è stata esposta una matrice tridimensionale composta da 624 globi, ognuno contenitore 24 LED. Il concetto ed il design del Pixel Cloud è sviluppato dal Jason Bruges Studio. L’istallazione si estende in altezza su 8 piani ed è formata da un network di 624 sfere in policarbonato bianco di 120 mm di diametro. All’interno di ogni sfera c’è un circuito a forma di dodecaedro che assicura l’uniforme illuminazione dei globi. Il sistema fornisce la risoluzione di 8 bit dei colori primari RGB ed il software di controllo individuale per ogni singola sfera. Il sistema può essere considerato reattivo, in quanto le variazioni di colore e di intensità dei globi avvengono a seconda delle condizioni di luce naturale esterna e a seconda dell’umidità relativa all’interno dell’edificio.
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Wall of Africa, Zaragoza, Atelier Bruckner, 2008 E’ una facciata interamente costituita da LED e utilizza la luce e i video come linguaggio di comunicazione per i visitatori. Per l’esposizione, il cui tema era la promozione di nuove tecnologie, Ledon ha esposto una Media facade di 1500 mq. Lo schermo incorpora 220000 LED e visualizza e anima il tema dell’Expo. La possibilità di controllare i singoli pixel permette una varietà di contenuti multimediali e combinazioni tra di essi. Lo schermo, inoltre, è ricoperto di elementi in plastica trasparente molto flessibili, i quali, durante il giorno, muovendosi col vento, rendono la facciata dinamica ricordando lo scorrere dell’acqua.
In alto e in basso vedute del Wall of Africa
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Proiezioni In contrasto alle facciate con corpi illuminanti integrati e con superficie luminosi tangibili e materiali, le proiezioni offrano un contenuto effimero che va
oltre alla superficie dove verrà proiettato. La sfida è rappresentata dall’interazione tra la superficie, la tecnologia ed il contenuto delle proiezioni. Ci sono
due principali categorie di proiezioni: proiezioni frontali e proiezioni riverse. Le proiezioni frontali possono essere usate su differenti superfici, purché siano
chiare, invece le proiezioni riverse utilizzano schermi traslucidi (vetro, materiali plastici, acqua vaporizzata).
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555KUBIK, Hamburg, Daniel Rossa, 2009 Daniel Rossa ha proposto all’evento 555 KUBIK delle proiezioni tridimensionali sulla facciata della O.M. Ungers Gallerie. Prodotto dalla Urbanscreen, questo impianto utilizza un potente sistema di proiezioni digitali che creano un’illusione di trasformazione della facciata tramite delle proiezioni a motivi geometrici. Le superfici dell’edificio vengono virtualmente smantellate, distorte e plasmate sotto gli occhi di tutti con un’illusione ottica a grande scala.
A destra proiezioni varie sulla facciata della O.M. Ungers Gallerie
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Vivid Sydney festival, Sidney, Brian Eno, 2009 Nel 2009 Sydney, Australia, ha ospitato un grande festival di luci, arte e musica. L’attrattiva maggiore è stata la facciata del Opera di Sydney illuminata ogni sera con delle proiezioni e uno spettacolo di luci proposto dall’artista e musicista Brian Eno. Le proiezioni sono dei giochi di luce e forme che trasformano l’edificio più famoso dell’Australia in una istallazione artistica ambientale.
A destra immagini dell’Opera di Sydney durante la performance multimediale Brian Eno
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Fibre ottiche Le fibre ottiche sono filamenti di materiali vetrosi o polimerici, realizzati in modo da poter condurre la luce. Sono normalmente disponibili sotto forma di cavi. Sono flessibili, immuni ai disturbi elettrici ed alle condizioni atmo-
sferiche più estreme, e poco sensibili a variazioni di temperatura. Hanno un diametro di 125 micrometri (circa le dimensioni di un capello) e pesano molto poco. Varie società sono dotate di una rete capillare di fibre ottiche. Una
delle Aziende leader nella produzione di fibre ottiche applicate all’architettura è la AFO. Questa azienda è stata fondata a Barcellona nel 1998, specializzata in soluzioni innovative per l’illuminazione con fibre ottiche e led. Si occupa della progettazione, fab-
bricazione, e distribuzione dei prodotti. Opera attraverso una rete mondiale di rivenditori altamente qualificati, che lavorano a stretto contatto con architetti, designer, studi di progettazione e installatori.
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Amiri Air Terminal, Kuwait City, AFO, 2010 L’AFO (Advanced Fiber Optic) ha sperimentato questa nuova tendenza di moda e sviluppato conduttori di luce particolare e gli accessori per agevolare l’installazione di cieli stellati. Si possono ottenere effetti come stelle cadenti, nebulose, comete e decine di motivi personalizzati. I prodotti possono anche essere subacquei. Si possono produrre effetti su pannelli prefabbricati di qualsiasi materiale di costruzione: cartongesso, compensato, metallo o polimero. Un esempio di Cielo si trova nel nuovo Amiri Air Terminal (aeroporto di Kuwait City, Kuwait), con i suoi 10.000 mq, ha richiesto 2.000 chilometri di fibre ottiche, 500.000 punti e più di 400 illuminatori. I proiettori illuminatori sono progettati per iniettare la luce nelle fibre, essi permettono i cambiamenti di colore, lo “sfarfallio” per il cielo stellato, i tamburi di animazione e IP per impieghi outdoor o indoor. La differenza principale tra i diversi modelli è la loro emissione luminosa. Applicazioni come l’illuminazione, la luce di posizione e le guide hanno bisogno di illuminatori potenti indipendentemen-
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te dal vincolo ambientale. Un esempio è il Basic illuminatore alogeno, per i soffitti stellati, che richiedono un funzionamento silenzioso o una unità economica. Il Basic è disponibile solo con lampade alogene da 50W. Montaggio delle fibre ottiche: 1. I pannelli che conterranno le fibre ottiche vengo forati con un trapano a punta molto fine. 2. le fibre ottiche vengono distribuite attraverso i pannelli e fatte uscire dai fori. Vengono poi fissate con un adesivo EPOXI da entrambe le parti. Una volta finito questo primo aggancio, le fibre ottiche vengono fissate con delle fascette. 3. una volta finito il montaggio e posizionamento delle fibre, queste vengono tagliate a filo del pannello per far sì che sia visibile solo la punta luminosa. Successivamente sono collegate all’alimentatore. In alto a destra installazione di cielo stellato con fibre ottiche all’interno dell’aeroporto A fianco fasi di montaggio delle fibre ottiche
Fiber Optic Room, San Francisco, Studio di architettura ISAR, 2006 Un esempio di installazione di fibre ottiche è realizzato dallo studio ISAR degli architetti Iwamoto e Scott, con la loro Fiber Optic Room. L’installazione è destinata a portare la luce del giorno in profondità verso l’interno degli edifici per uffici di grandi dimensioni dove l’assenza di luce naturale è un problema. La Fiber Optic Room tratta questa tecnologia come modo per creare nuovi spazi interni, come per una sala conferenze o sala. In alto a destra installazione artistica Fiber Optic Room realizzata con fibre ottiche In basso a destra varie cromie che le fibre ottiche possono assumere nell’installazione
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Tokyo Fiber Senseware, Kengo Kuma, 2009 Altra installazione di fibre ottiche sono i “Blocchi di calcestruzzo traslucido e fibre ottiche annegate”. Una tecnologia pensata dal designer Kengo Kuma e realizzato dall’azienda austriaca Luccon, per l’esposizione Tokyo Fiber Senseware. Il risultato a prima vista non ha nulla di innovativo perché il materiale sembra tradizionale, ma
In basso esempi di fibre ottiche annegate nel calcestruzzo traslucido
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una volta acceso, fa percepire ombre, immagini e colori dall’altra parte del blocco per poter amplificare la luce proveniente dall’esterno dell’edificio. Architettura di luce che comunica con l’esterno: è stato creato un cemento che lascia penetrare la luce attraverso numerose fibre ottiche inserite in continuazione al suo interno ma tagliate nella sezione traversale. Kengo Kuma ha accumulanto i blocchi di questo
cemento traslucido creando uno spazio semi-trasparente che percepisce le ombre delle persone che camminano fuori. Le caratteristiche del materiale solido, che di solito blocca totalmente la luce sono capovolte, di conseguenza l’architettura potrebbe mutare così come perfino il suo significato. Plastic optical fiber ESKA (Mitsubishi Rayon Co.,Ltd.) è la fibra ottica creata con fibra di plastica che si illumina. Diversa-
mente da quelle convenzionali è realizzata con il quarzo, materia prima del vetro, è morbida e facile da trattare grazie alla caratteristica che permette di realizzarla con il diametro maggiore. Il materiale consente non solo di comunicare, ma anche di realizzare una lampada che crea un’atmosfera morbida con luci soffuse.
Tessuto luminoso Altro uso della fibra ottica, a scala più piccola, è l’intreccio con il tessuto. Questo tessuto luminoso è fabbricato da aziende come Glass Design o l’AFO. Il tessuto viene macchinato insieme a fibre ottiche che, raggruppate esternamente e inserite all’interno di un “Led” emettono luce, illuminando così tutta la pezza. I giochi e le combinazioni cromatiche possono assumere variazioni infinite, la vastissima gamma di tessuti nei vari colori e trame scompaiono per dare rilievo alla luce emessa dalle fibre ottiche che ne cambiano il colore in base al led usato. I campi di applicazione sono infiniti, anche per l’enorme flessibilità dimensionale. La sorgente di energia che illumina il tessuto a fibre ottiche che può essere di due tipi: o un alimentatore da attaccare ad una presa di corrente fissa o una piccola batteria ricaricabile da 3.6 Volt (molto simile per dimensioni e concezione tecnica a quella dei telefoni cellulari più piccoli). Attualmente, la produzione è concentrata su tessuti in altezza di cm 150 e larghezza variabile a seconda delle esigenze, che
hanno la possibilità di essere illuminati da entrambi i lati. La luce è data dai Leds che vengono annessi al tessuto (bianco, ambra, rosso, verde, blu) ed i tessuti sono disponibili in 15 varianti (alcuni dei quali già disponibili in diversi colori).
In alto a destra particolare del tessuto luminoso Al centro e in basso esempi di tessuto luminoso applicato al design contemporaneo
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Sitooterie, Barnards Farm, Essex, Thomas Heatherwick ,2007 Questo è un progetto per un padiglione permanente commissionato dal National Malus Collection a Thomas Heatherwick nel 2007, nello stesso periodo del concorso per il suo progetto per l’expo del 2010. La struttura ha forma di un cubo di lato 2,4m trafitta di 5000 tubi cavi a sezione rettangolare in alluminio di diametro 18mm che rappresentano l’idea delle piccole finestre in miniatura chiuse da un tappo in acrilico traslucido all’esterno. Questi tubi In alto a destra propsetto del padiglione In basso inserimento contestuale del padiglione
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formano anche la struttura e l’involucro del padiglione, infatti la struttura stessa viene sospesa 1m sopra il livello di terra proprio dai tubi stessi. Il cubo è stato prodotto dall’industria aeronautica con lastre da 15mm in alluminio anodizzato e legate insieme con collanti forti. I tubi in alluminio sono organizzati in un assetto radiale con origine nel centro del cubo. In questo punto centrale è posizionato un singolo corpo illuminante che di notte illumina le punte dei tubi di luce.
Al centro a destra interno del padiglione
UK Pavilion, Expo 2010 Shanghai, Thomas Heatherwick, 20072010 Nel settembre 2007, Heatherwick Studio ha partecipato con successo al concorso per il padiglione inglese per la EXPO 2010. Il tema dell’Expo è “Better City, Better Life” ed il padiglione inglese era stimato come una tra le cinque attrazioni migliori dell’evento. Il design del padiglione è mirato a coprire tre funzioni principali. La prima era di proporre un’architettura che all’esterno manifesti il proprio contenuto interno, la seconda era di fornire uno spazio pubblico significante per i visitatori della esposizione e la terza : di trovare un idea forte che per far distinguer il padiglione rispetto agli altri partecipanti. Queste esigenze progettuali si sono sintetizzate nel padiglione principale : Seed Cathedral e nel disegno dei dintorni. Il padiglione è un edificio di 20 m in altezza composto da 60 000 aste in acrilico trasparente ognuna 7,5 m di lunghezza. Queste aste hanno la funzionalità delle fibre ottiche e portano la luce diurna all’interno del padiglione e di notte invertono il flusso luminoso dall’interno verso l’esterno.
In alto a sinistra interno del padiglione Al centro porzione del prospetto esterno e del materiale di rivestimento In basso Inserimento contestuale del progetto
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Luci Fluorescenti Questo tipo di lampade sono erroneamente chiamate lampade al neon o tubi al neon, ma non sempre contengono neon e in realtà il loro funzionamento è dovuto principalmente alla presenza di vapori di mercurio e di materiali fluorescenti, e non al neon. Le lampade fluorescenti sono lampade a scarica, a bassa pressione, a vapori di mercurio. Il
principio di funzionamento è il seguente: in un tubo riempito di gas il vapore di mercurio viene eccitato tramite un campo elettrico tra gli elettrodi ed emette UV. Le polveri fluorescenti che rivestono la parete interna del tubo trasformano le emissioni UV in luce visibile. Combinazioni diverse delle polveri consentono di ottenere tonalità di luce diverse. Come
in tutte le lampade a scarica, anche per le lampade fluorescenti, è necessario disporre di un apposito alimentatore. Tutte le lampade fluorescenti si distinguono per l’elevata efficienza luminosa, il basso consumo di energia elettrica e la lunga durata. Le facciate con questo tipo di illuminazione creano degli schermi multimediali a bassa risoluzione e una
contenuta gamma di colori che possono essere variati o applicando delle pellicole trasparenti colorate adesive sopra le lampade o tramite una doppia pelle della faciata in un materiale colorato ma traslucido. Anche i costi di una Media facade fluorescente sono molto più contenuti del sistema a LED.
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SPOTS, Berlino, Realities United, 2005 La facciata dell’edificio SPOTS in Potsdammer Platz a Berlino era considerate la Media Façade più grande del mondo nel 2005. La facciata è progetto del gruppo Realities United, lo stesso che ha creato il design anche per la facciata del BIX Kunsthaus Graz del architetto Peter Cook. SPOTS è una matrice composta da 1800 semplici lampade fluorescenti integrate in una facciata ventilata di vetro. Un computer centrale controlla le lampade singolarmente accendendo, spegnendo e cambiando la intensità della luce. Questo ha trasformato
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l’involucro esterno in una “membrana comunicante” usando soprattutto le proiezioni. Con questo pattern ripetuto su larga scala e proiezioni a bassa risoluzione, la matrice composta dai tubi fluorescenti si fonde con i principi di design, arte, architettura e pubblicità. Le lampade diventono degli elementi di design anche quando sono spente simulando un pattern sulla facciata. Le lampade e i tubi fluorescenti sono stati scelti dalle lampade standard Philips e Osram e montati su di una struttura di supporto metallica nell’intercapedine di 30 cm del doppio involucro della facciata. Sono presenti due tipi di lampade:
quelle a tubo circolare e quelle a tubo lineare. I progettisti hanno intenzionalmente rifiutato di impiegare sistemi LED per non creare uno schermo televisivo gigante ad alta definizione. I “pixel” formati dalle lampade fluorescenti non sono uniformi e tanto meno formano degli schemi rettangolari. Alcuni pixel hanno un diametro di 40 cm (tubi circolari), altri 60 cm (coppie di tubi lineari). Anche l’orientamento delle lampade, inclinate di 30º, contraddice la solita disposizione dei pixel su uno schermo del pc o TV. Per ulteriormente sottolineare la differenza tra uno schermo TV, è stato cercato un modo per dare
alla facciata una maggiore sensazione di profondità con l’aggiunta di uno strato dell’involucro colorato traslucido 3M soprattutto pensato per la visione diurna dell’edificio. Durante il giorno la facciata sottolinea il suo aspetto stratiforme, ma durante le ore buie s’illumina di uno spettacolo di luci. Ogni lampada viene programmata individualmente tramite controllo con software Lightmanagement VIP90 pixelmaster e partecipa variando l’intensità della luce.
A sinistra due immagini della facciata illuminata da lampade fluorescenti In alto a destra facciata principale di notte vista dall’usciita della metro Al centro a destra dettaglio di una lampada fluorescente In basso a destra fasi di montaggio degli elementi luminosi
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Kunsthaus Graz, BIX, Graz, Realities United, Peter Cook, 2003 Quando era stato commissionato il progetto, la richiesta era di una edificio a doppio involucro con poche aperture per ospitare delle mostre e istallazioni artistiche e quindi una facciata in vetro trasparente è stata trascurata poichè non conforme all’uso. A quei tempi la tecnologia LED era ancora troppo costosa e la scelta di lampade fluorescenti si è basata principalmente su ragioni economiche e per un feeling nostalgico per le luci neon. BIX ha un’ampia facciata multimediale a bassa risoluzione composta da 930 lampade fluorescenti a tubo circolare da 40W integrate sotto un involucro in plexiglas. Con una variazione della intensità di luce emessa dalle lampade si ottengono delle immagini, video e delle animazioni a 20 frames/sec. La scelta di un sistema a bassa risoluzione impone delle limitazioni, ma in questo caso è stato voluto un effetto di una integrazione architettonica completa degli elementi illuminanti a favore di uno schermo per i video separato. BIX è stato praticamente il primo sperimento su grande scala delle media facades. Ogni
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singola lampada viene controllata come un pixel separato da un computer. Comunque la facciata non è solo un altro schermo gigante per attirare attenzione sulla Kunsthaus, a seconda delle esibizioni tematiche all’interno, gli artisti vengono invitati a pensare anche le immagini e i clip per la facciata come manifesti per l’evento. Gli architetti si sono preoccupati proprio di questa interazione tra media, architettura e l’attività museale della Kunsthaus. BIX, ossia la “bolla” interattiva, funziona come una membrana tra il museo e lo spazio pubblico circostante e come una piattaforma per le istallazioni artistiche.
In alto a sinistra foto a volo d’uccello dell’edificio In basso a sinistra veduta dell’edificio dalla strada In alto a destra schema del sistema della parete multimediale Al centro a destra due dettagli delle luci fluorescenti e del sistema di pannelli In basso fasi di montaggio degli elementi
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Chrystal Mesh (Iluma), Singapore, Realities United, WOHA, 2009 Siamo di fronte ad un progetto che ospita grandi centri commerciali e locali fashion della area più in di Singapore. Il progetto è un tentativo di inquadrare una illuminazione decorativa frammentata con il concetto di media facade. Il principio fondamentale era di costruire un involucro ad alto impatto visivo sia di giorno che di sera. Il concetto di uno schermo multimediale si fonde con l’idea di una facciata
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ornamentale stile edifici anni 70 di Las Vegas. L’involucro consiste in un pattern esagonale di 3120 pannelli in policarbonato e alluminio di matrice regolare attaccati su una griglia metallica di sostegno sulla parete esterna dell’edificio e delle lampade fluorescenti integrate in questi pannelli. Si è ottenuto così una facciata fortemente caratterizzata dalle forme geometriche con impostazioni di luce personalizzate per ogni singolo elemento. Solo il 65% di queste Mesh cristalline viene illumina-
to: 1849 pannelli hanno ognuno sette lampade fluorescenti controllate individualmente. Di sera i cristalli di policarbonato diventano come singoli pixel di un unico schermo e vengono controllati da un computer. L’effetto voluto è quello di un grande schermo digitale, che allo stesso tempo non è tale ma sembra congelato sotto uno strato di ghiaccio spaccato (richiamo geometrico visuale). L’architettura passa da uno stato statico a uno dinamico. Dall’altra parte i pannelli a
forma di cristalli vengono controllati singolarmente e riportano un’immagine di una città moderna del ventesimo secolo. L’idea dell’intrattenimento si allaccia alle insegne neon e alla loro luce tremolante. L’edificio si trova nel cuore dell’area dove si svolge la vita notturna di Singapore e anticipa i progetti tecnologici dei prossimi 15 anni. I LED sono stati trascurati perché considerati elementi all’ultima moda destinati a lasciare il loro posto ad altre tecnologie più avanzate. Quindi il progetto ha massimiz-
zato la potenza luminosa dell’involucro combinata all’aspetto esteriore. Il contenuto digitale è stato realizzato appositamenteper la facciata di questo edificio usando le immagini, i video, le animazioni e l’interazione da parte dell’utenza che comunica con la facciata tramite i social network, i forum dei siti Web e le reti dei cellulari. E’ stata pensata anche una possibile interazione diretta integrando dei sensor appositi nell’involucro.
A sinistra veduta dell’edificio all’interno del contesto urbano In alto a destra particolare delle lampade all’interno del pannello di rivestimento Al centro a destra particolare della facciata In basso fasi di montaggio degli elementi
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