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POETRY FIRST AND FOREMOST
Melma is the title of the major Nico Vascellari exhibition that will invade Florence from June to October, with several stages in the Tuscan capital. First stop, Forte Belvedere. The project will continue into the autumn with works in Piazza della Signoria, Palazzo Vecchio and the Museo Novecento. Are you ready to have your emotions short-circuited? The project’s curator, Sergio Risaliti, explains why. Let’s begin with the choice of artist: what attracts you to Vascellari in particular?
He’s one of the most representative and complex of the new generation of artists. I liked the idea of involving him in a total confrontation with Forte Belvedere. As with other major exhibitions, the project occupies not only the outdoor spaces of the Fort, but also the basement and the can handle such a massive challenge. It’s fascinating to see the methods and the level of skill Nico brought to this duel.
He’s an artist who uses a range of different mediums. What links all Nico’s works, and also the exhibition at the Fort?
I believe this expansion of his poetic expression to all fronts is his particular strength. Like the great avant- overcome all limits and use multiple expressive tools and materials. What’s more, he extends his desire to communicate beyond the realm of art, and goes beyond his intrinsic self-referentiality; he doesn’t balk at social media or merchandising, but uses them in his artistic practice. He seeks communication, contact with a wider audience, especially the younger generations. To achieve this sharing, he uses tools and methods of communication that are not traditional, but belong to the world of merchandise and advertising. Hence his exquisite and highly desirable t-shirts, his caps, posters and vinyl album covers, or the performances he immediately places on social media, on the internet, turning them into collective experiences and thus making perfect use of the public space that social media has become today. How did Nico approach this venue, with all its rich history?
Melma è il titolo della grande mostra di Nico Vascellari che, attraverso varie tappe a Firenze, da giugno a ottobre si dislocherà in vari luoghi simbolo del capoluogo toscano. Prima tappa, Forte Belvedere. Un progetto che continuerà in autunno in piazza della Signoria, a Palazzo Vecchio e al Museo Novecento. Siete pronti a far andare in corto circuito le vostre emozioni? Sergio Risaliti, curatore del progetto ci racconta perché. Partiamo dalla scelta di questo artista: cosa ti ha affascinato di Nico Vascellari?
Nico Vascellari è uno degli artisti tra i più rappresentativi e strutturati delle nuove generazioni. Mi piaceva l’idea di impegnarlo in un confronto totale con il Forte Belvedere. Come è stato per le altre grandi mostre, un percorso che si svolgesse non solo all’esterno del Forte ma anche nelle sale interne della Palazzina, tra il seminterrato, il primo e il secondo piano: pochi artisti possono reggere un confronto di tale imponenza. Sono affascinanti le modalità e l’altezza di pensiero con le quali Nico ha saputo interpretare questo duello. Un artista che usa media diversi. Qual è il fattore che lega tutto il lavoro di Nico e anche il percorso al Forte?
Questa estensione della sua poetica su tutti i fronti credo che sia la sua peculiare forza. Come i grandi artisti delle avanguardie del primo e del secondo Novecento, Nico supera tutti i limiti culturali imposti all’artista e si misura con molteplici mezzi espressivi.
His approach was fascinating, a dialogue and, for me, one of the most exciting and satisfying curatorships. I found him to be an all-round artist - a very rare thing right now on the global art scene - precisely because of his extension, elasticity and speed, and his openmindedness, without limitation or prejudice. I’d almost say that for Nico, poetry is the most important thing of all…
What is Vascellari’s philosophy?
It’s the philosophy of someone who knows we’re not alone on the planet; we can’t allow ourselves to think we’re the centre of the universe and we can take over the world with our technology, our progress, our thinking. With his art, Vascellari shows us a way forward - the in questo momento a livello internazionale. Proprio per questa sua estensione linguistica, elasticità e velocità di pensiero insieme a un’apertura culturale senza alcun pregiudizio e limitazione, direi quasi che la poetica per Nico è più importante di tutto… questo pianeta non siamo soli, non possiamo permetterci di pensarci al centro dell’universo e dominare il mondo con la nostra tecnologia, col nostro progresso, con le nostre armi. Vascellari con path of art and creativity - to overcome the spectre of the apocalypse.
Ma non solo, estende il suo desiderio di comunicazione oltre il sistema dell’arte e supera la sua intrinseca autorefenzialità: lui non si ferma neppure davanti ai social o al merchandising e usa questi canali in termini artistici. Cerca una comunicazione, un contatto con un pubblico più largo, soprattutto quello delle nuove generazioni. Quindi ecco le sue t-shirt ricercatissime, ambitissime, i suoi cappellini, i suoi manifesti, copertine di vinili, oppure le performance che lui proietta in rete, facendole diventare delle esperienze collettive e quindi utilizzando in modo perfetto lo spazio pubblico rappresentato oggi dai social media. Come ha approcciato Nico questo luogo denso di storia e passato?
È stato un approccio affascinante, un dialogo e una delle curatele per me più emozionanti e soddisfacenti.
What’s the message of the nine sculptures on the ramparts of the Fort?
The sculptures represent a kind of metamorphosis, a hybridisation between technology and nature, between the force of the animal, its power, and the technological component. The future that awaits us will once again be dominated by nature, which will survive our downfall. The task of art is to project the best of human civilisation beyond the crisis. I believe this is the poetic vision of reality. And this work.
Nico Vascellari’s exhibition starts at the Fort in June, but continues into the autumn… le sue opere ci indica una via, quella dell’arte e della creatività, per superare lo spettro dell’apocalisse. Le 9 sculture sui bastioni del Forte. Qual è il loro messaggio? di ibridazione, tra tecnologia e natura, tra la forza dell’animale, la sua potenza, e la parte tecnologica. Il futuro che ci aspetta sarà dominato di nuovo dalla Natura, che sopravvivrà al nostro disastro. All’arte il compito di proiettare oltre la crisi il meglio della civiltà umana. Io credo sia lo sguardo poetico sulla realtà. E questo non manca di certo a Vascellari. Il lavoro di Nico Vascellari inizia a giugno con il Forte ma continua in autunno…
In Piazza della Signoria, with the installation Fioretti. The title draws on literature, from the verses of Dante and Poliziano right through to Pasolini.
Fra Angelico’s Annunciation, Botticelli’s Primavera and also of rebirth.
In piazza della Signoria con un’istallazione, Fioretti. Il titolo riparte dal punto di vista della letteratura dai versi di Dante, di Beato Angelico e della Primavera di Botticelli e non ma anche di rigenerazione.
In the Salone dei Cinquecento there will be a performance, entitled Alessio. It will happen once only, and then live on of verbal and body language. Alessio is the name of the protagonist, the person Vascellari was inspired by. The corollary at the Museo Novecento presents several works from recent years, with the aim of understanding his evolution as an artist. Can you tell us a bit about Vascellari’s development?
The show at the Museo Novecento will almost be a video
Vascellari is a popular artist, in the broadest sense of the word. Popular because he knows how to access areas that are famously more distant from the more elitist and arid world of art. Popular in the political sense, then, and able to reach audiences with all his emotional weight. What other projects are planned for the Museo Novecento?
We have a major exhibition by Rachel Feinstein, the
September we embark on an extraordinary programme: an exhibition of photography by Robert Mapplethorpe and Willhelm von Gloeden; Fortunato Depero at Palazzo Medici Riccardi; an important project with Cecily Brown and, last but not least, Nathaniel Mary Quinn at Museo Bardini. All this is happening in late September, during Florence Art Week
Nel Salone dei Cinquecento ci sarà una performance, Alessio performance è un’indagine sui limiti del linguaggio verbale e corporeo. Il nome Alessio è il nome del protagonista, la persona a cui si è ispirato Vascellari. Al Museo Novecento, a corollario alcuni lavori degli ultimi anni per capire l’evoluzione del suo lavoro. Ci racconti brevemente il percorso di questo artista?
La mostra al Museo Novecento sarà quasi un archivio video realizzati dall’artista negli ultimi dieci, quindici anni. Vascellari è un artista popolare, nel senso più completo di questo termine. Popolare perché sa addentrarsi in quei campi che notoriamente sono distanti dal mondo più elitario e arido dell’arte. Popolare quindi in senso politico, capace di arrivare al pubblico con tutta la sua portata emotiva. Quali sono gli altri progetti del Museo Novecento? Abbiamo la grande mostra di Rachel Feinstein, la prima così estesa in una serie di istituzioni pubbliche in Italia. Poi a settembre partiamo con un programma straordinario: la mostra di Robert Mapplethorpe e Willhelm von Gloeden, Fortunato Depero a Palazzo Medici Riccardi, il grande progetto con Cecily Brown e non ultima la mostra di Nathaniel Mary Quinn al Museo Stefano Bardini. Tutto questo, in occasione della Florence Art Week