Rassegna stampa. Intimo più mare n. 186 Luglio 2012

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ENGLISH TEXT TEXTE FRANÇAIS

www.intimopiumare.com

WEB E SOCIAL NETWORK nuove frontiere per intimo e mare Stilista

PHILIPP PLEIN

INCHIESTA

Crisi e possibili soluzioni OSSERVATORIO

Il mercato del beachwear

BIKINI

IMEC

300 BEACHWEAR 2013

MUST-HAVE 20186 9 771127 049005

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2 4 1. Nodo d’Amore 2. Aldo 3. GTX 4. Domani 5. Prada Eyewear 6. Save the Queen! Sun 7. Imec 8. Rafaela D’Angelo Cruise 9. Nodo d’Amore 10. Mango 11. Papueen 12. Edmundo Castillo

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1. Peach Tree 2. Karma of Charme 3. Verdissima Mare 4. Miss Bisbigli Summer Edition 5. Miss Bisbigli Summer Edition 6. Scooter Paris 7. Franca Von Wunster

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8. Watercult 9. Luna 10. Papueen 11. Papueen 12. Karma of Charme 13. Tory Burch 14. Gemma Summertime

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trendmare2013 1. Emporio Armani Beachwear 2. Giuseppina Fermi 3. Brian Atwood 4. Fichissima 5. Giuseppina Fermi 6. Verdissima Mare 7. Gioseppo 8. Miss Bisbigli Summer Edition

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SEABerries 1. Watercult 2. Gioseppo 3. Fichissima 4. Oscar de la Renta 5. Velvette 6. Cia.MarĂ­tima Beachwear 7. Luna 8. Aperlai

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6 1. Swan Original 2. Mango 3. Papueen 4. Gioseppo 5. Gideon Oberson 6. Liberti Beachwear 7. Aldo

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COLORBLOCK 1. Anizzia 2. Borsalino 3. Emporio Armani Beachwear 4. Paolita 5. Profile by Gottex 6. Roberto Cavalli

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strumenti di Mariacristina Righi

Cambia il modo di comunicare con i consumatori ma cambiano soprattutto i mezzi. E i produttori e il retail si stanno già adeguando

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Dai blog ai social network il web 2.0 cambia il modo di comunicare. Anche nella moda. È uno dei temi più caldi e attuali al centro di incontri, conferenze e forum. Il recente forum Moda: verso nuovi modi di comunicarla, voluto e organizzato dallo studio legale e tributario Capecchi Piacentini Valero con il patrocinio di Provincia e Comune di Milano, Camera Nazionale della Moda Italiana, Asociacion Creadores de España, Camara de Comercio de Madrid, ha esaminato i nuovi scenari nei processi di comunicazione della moda. “La comunicazione assume da sempre un ruolo centrale nel mercato della moda, occorre infatti fornire al potenziale acquirente stimoli razionali ed emozionali capaci, non solo, di generare desiderio ma, soprattutto, di indurre comportamenti di valutazioni e scelta - ha commentato Silvia Garnero, assessore moda, eventi ed expo della Provincia di Milano - Accanto alla qualità del prodotto e al suo design ricercato, la comunicazione è uno degli elementi imprescindibili per il successo di una collezione. Le nuove tecnologie hanno radicalmente cambiato le regole della comunicazione nel fashion system e se l’Italia vuole continuare a essere avanguardia in questo settore deve sapersi mettere alla prova anche su questo piano e interrogarsi sulle nuove strategie di marketing”. Una prima importante riflessione riguarda come risponde il mercato alla crisi nella comunicazione dell’editoria. Simona Tedesco, direttore di Leiweb ha spiegato che non esiste ancora il modo di fare business nell’editoria su internet. “RCS Rizzoli Editore ha scelto di lavorare con delle testate editoriali autonome legate poi al sistema generale - ha spiegato Simona Tedesco - Il punto è non fare il copia-incolla delle info dalla carta al sito online. Essere o non essere nel web non è una domanda, non è una questione del futuro ma del presente. Non è ancora chiaro se bisognerà limitare gli accessi online attraverso dei contenuti a pagamento. Come diceva Paul Valéry: il futuro non sarà più quello di una volta”. Il forum ha considerato poi la comunicazione come anima del commercio e ha affrontato poi temi di grande attualità. Dai temporary shop al marketing territoriale, dalle opportunità imprenditoriali nel web, alla comunicazione finanziaria da parte delle aziende dell’universo fashion. Miguel Sanz Castedo, coordinatore della promozione turistica del Comune di Madrid, ha raccontato come a Madrid si cerca di superare il digitale per tornare al reale. Massimo Costa, segretario generale Assotemporary, si è allineato a Sanz Castedo sostenendo il ruolo del temporary shop, emblema della società liquida continuamente in mutazione. Il forum ha quindi affrontato i nuovi percorsi

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Bikini Liberti Beachwear. In apertura. Una proposta Papueen, marchio acquisito di recente da gruppo Intimo Italiano.

di comunicazione che si aprono nel web. Con un’attenzione particolare a social network e blog. Paola Centomo, direttore della testata Glamour e della testata online Glamour. com ha affermato come lavorare oggi nella comunicazione per la moda significa lavorare con il web, con i tablet e creare delle applicazioni originali e innovative che valorizzano l’informazione rapida in ogni momento. Fabiana Giacomotti, direttore e cofondatore del sistema Fashion Illustrated, saggista e docente di scienze della moda e del costume all’università di Roma ha fatto presente come in questo momento il problema delle aziende sia raggiungere il cliente e catturare la sua attenzione attraverso siti molto accurati. “C’è la necessità di creare degli strumenti di comunicazione internazionali in varie lingue per raggiungere un mondo globalizzato - ha commentato Fabiana Giacomotti - Lo strumento deve essere quanto più interattivo Da sinistra, un bikini della collezione Summer Edition Miss Bisbigli e un sexy intero firmato da Nina Senicar.

possibile. C’è bisogno di dialogare attraverso delle forme innovative. L’evento deve essere visto anche dal distributore dell’Arabia Saudita che non ha potuto partecipare. È giusto che la comunicazione della moda sia aperta a tutti ma occorre anche una competenza che sia anche tecnica”. Dolors Massot, direttore master in comunicazione e moda all’università internazionale di Catalunya ha osservato come il pubblico della moda vive in internet. “L’impresa della moda ha bisogno di internet perché l’utente è più informato e quindi più critico - ha detto - Internet è uno strumento, una nuova piattaforma, un alleato. È fondamentale sapere cosa si può fare e cosa no attraverso questo strumento importantissimo. Le aziende devono conoscere quante più cose possibili su internet anche per superare la crisi e vendere. Internet è mezzo di comunicazione veloce e costante. Permette

di stabilire la comunicazione con i clienti e tra i clienti. Rappresenta anche un mezzo di fidelizzazione del cliente attraverso ad esempio un premio per la partecipazione del cliente al blog dell’azienda. Per l’azienda online è importante sapere cosa l’utente ha comprato, qual è la sua reputazione presso gli utenti e delle valutazioni che in quel momento vengono fatte dagli utenti. Essere in internet come azienda vuol dire anche trasparenza. Se un’azienda dice di avere un comportamento etico deve dire perché può essere considerata un’azienda etica. I blog sono uno strumento molto dinamico, molto più semplice rispetto ad altri strumenti che richiedono costi maggiori per le aziende. Occorre ascoltare la rete. La comunicazione passa principalmente attraverso facebook e twitter. Per vendere di più occorre sviluppare una rete unica di utilizzo professionale di questi strumenti. I valori etici e la trasparenza che passano attraversano la regolamentazione devono essere i punti di riferimento fondamentali per l’utilizzo di internet”. Non solo, per Silvia Paoli, giornalista, scrittrice, web edior, blogger e fondatrice di lostinfashion.it la moda sul web è anche intrattenimento. “Per esempio attraverso i cosiddetti fashion show - ha spiegato Silvia Paoli - La forma televisiva adattata alla moda. C’è il pubblico che segue la vita delle icone del fashion per esempio attraverso twitter. L’utente deve avere la possibilità non solo di vedere ma anche di partecipare direttamente agli show attraverso i social network. L’utente ha la possibilità di candidarsi e diventare fashion face (il modo di saltare dentro lo show e fare della moda un intrattenimento). Queste applicazioni rappresentano anche delle evoluzioni nell’utilizzo di social network”.

INtiMo, BEACHWEAR E SOCIAL NETWORK

Andando nello specifico del settore intimo e mare, come si sono rapportate le diverse realtà produttive con queste nuove forme di marketing e comunicazione? Abbiamo intervistato alcuni tra i più importanti produttori di intimo e beachwear italiani. Enrico Pravettoni (Gruppo Lormar-Pielle) Tutto ciò che è online funziona già oggi e certamente funzionerà sempre più: la connessione è ormai globale, sia in termini geografici che di strumenti attraverso cui collegarsi (si pensi per esempio all’esplosione dell’uso degli smartphone e conseguentemente anche di app di aziende del tessile). Quindi anche il versante social network è destinato a essere sempre più utilizzato anche in un mondo tradizionalista come quello dell’intimo. Sul come si comunica vorrei concentrarmi soprattutto

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strumenti

su un aspetto: erroneamente si crede che questi strumenti virtuali siano assai meno costosi rispetto agli strumenti tradizionali: vale per le vendite online e vale anche per le attività di comunicazione. Riteniamo infatti che per comunicare adeguatamente anche attraverso i social network sia necessario dedicare personale a queste attività: noi per esempio abbiamo una persona interna, che dedica settimanalmente alcune ore nel dare risposte alle domande\richieste dei consumatori. Che sia una persona interna è importante in ragione del tipo di risposte che il consumatore desidera ottenere. Sulle strade da seguire preferisco non avventurarmi: già è molto difficile capire cosa fare oggi in un mondo così particolare come quello della comunicazione innovativa. Di certo si tratta di una comunicazione molto diversa: più semplice e diretta in quanto molto più veloce, dove il consumatore pretende di ottenere subito una risposta alle proprie domande. Silvia Zannier (Cotonella) Oggi i social network stanno diventando un importante mezzo di comunicazione pubblicitaria anche per le aziende, basti pensare che facebook ha raggiunto in Italia i 21 milioni di utenti. Il basso costo della pubblicità e l’ampio bacino di utenti raggiungibile, nonché la possibilità di mirare le campagne verso utenti specifici, rende il social network uno strumento molto utile per promuovere un marchio e i suoi prodotti. Bisogna dare agli utenti informazioni sull’azienda, ma non solo, è necessario che i fan dalla pagina interagiscano in modo attivo con il marchio attraverso la condivisione dei contenuti della pagina. La conversazione con gli utenti deve essere sempre aperta, chiara e coerente. Il consumatore così si rispecchierà nei valori della marca facendoli suoi propri. Rispetto alla comunicazione tradizionale la comunicazione sui social network è più diretta e meno formale, questo permette di familiarizzare maggiormente col brand e di instaurare un rapporto personale marca/consumatore che assomiglia a una relazione affettiva.

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Nelle foto, da sinistra, in senso orario, Enrico Pravettoni (Gruppo Lormar-Pielle), Silvia Zannier (Cotonella), Fabio Micheli (Tex Zeta), Gregori Piazzalunga (Parah) e Gianluca Castrini (Levante Group).

Fabio Micheli (Tex Zeta) I social network al momento direi che funzionano. Si tratta di una sorta di club dove si condividono pensieri e opinioni, senza caricare troppo sull’autocelebrazione. In buona sostanza facebook in particolare non deve essere uno spazio autoreferenziale ma piuttosto un luogo di ascolto. C’è un rapporto più diretto, senza sponde, con gli interlocutori. Gianluca Castrini (Levante Group) Il passaparola o word of mouth è il sistema di comunicazione più antico e più efficace che esista. Efficace perché sono le stesse persone (o consumatori finali), che attraverso le loro differenti esperienze vissute con un brand, comunicano in modo spontaneo e sincero, nei tempi e nei modi che desiderano, il loro vissuto e le loro percezioni. Il suo unico limite, in passato, era legato al tempo. Per creare una certa immagine e reputazione serviva molto tempo e sussisteva pure una certa difficoltà nel monitorare l’immagine creata. I social network oggi rappresentano l’evoluzione, la versione moderna del word of mouth, con il vantaggio quindi, di poter velocizzare il processo di comunicazione, di poter dialogare e di poter monitorare la propria reputazione. L’utilizzo dei social network deve essere inteso come un approccio nuovo di comunicare e non, semplicemente, un nuovo strumento di comunicazione. Gli strumenti di comunicazione utilizzati negli ultimi decenni, per come erano e sono strutturati, avevano un sistema di trasmissione unidirezionale: l’azienda comunica e il consumatore finale riceve e legge (o ascolta). Nel caso invece dei social network è basilare l’engagement ossia il coinvolgimento attivo delle persone. Questa è la chiave di volta. Tale obiettivo, perciò, è possibile perseguirlo con tutto ciò che agevola una condivisione ed uno scambio d’informazioni, quindi: i

social, gli strumenti di condivisione come ad esempio youtube ed anche il blog (nel nostro caso il bello di essere donna) che presenta caratteristiche, obiettivi e modalità di comunicare differenti dal sito aziendale. Il punto di partenza, per l’azienda, è comprendere e recepire le differenze che vi sono tra la comunicazione online e offline. La principale differenza è la presenza di una comunicazione bidirezionale nel mondo online. In sostanza, esiste un dialogo ed una condivisione che nella comunicazione tradizionale non è previsto per com’è strutturata. Questo è un passaggio delicato perché significa accettare che gli utenti, ora, non rimangono più a leggere ed ascoltare ma partecipano, hanno la parola e si esprimono liberamente nei confronti di ogni azione posta in essere dall’azienda e soprattutto condividono questi pensieri con amici e conoscenti. Se non si accetta questo passaggio cruciale diventa difficile, se non impossibile, comunicare in modo efficace sul web. Il passo successivo sarà poi quello di creare contenuti rilevanti e condividerli con la propria rete e nei propri canali. Questo modo di agire favorirà il coinvolgimento e la compartecipazione da parte degli utenti. Gregori Piazzalunga (Parah) Sia il nostro sito web che la pagina di facebook stanno ottenendo un buon successo. Purtroppo non tutti i nostri clienti utilizzano le nuove tecnologie per comunicare i loro punti vendita. È un suggerimento che vorrei estendere a tutti in quanto ritengo che oggi più che mai i social network rappresentino uno strumento efficace e immediato di comunicazione. La comunicazione attraverso i social network è sicuramente più informale rispetto a quella tradizionale. Il rapporto che si crea è amichevole, quasi di buon vicinato. L’importante è continuare a mantenere viva l’attenzione sull’azienda e sui prodotti

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strumenti Nelle foto, da sinistra, in senso orario, Roberta Becchi (Spiman), Stefano Borghi (Elenia & Co.), Sabrina Tonti (Gruppo Intimo Italiano) e Gianfranco Bossi (Pierre Mantoux).

inserendo notizie fresche e soprattutto tempestive. I social network devono essere costantemente monitorati e aggiornati altrimenti perdono la valenza della comunicazione immediata e della vicinanza all’utente online. Bisogna insistere molto di più sui social network perché la comunicazione è più immediata e spontanea, pur rimanendo la comunicazione tradizionale uno strumento efficace che non può mancare. Quella tradizionale è una comunicazione ormai accreditata presso tutto il pubblico di riferimento, mentre quella sui social network è personalizzata e gestita direttamente dall’azienda. Quindi è una comunicazione che non perde di credibilità presso i clienti, ma anzi la rafforza. Roberta Becchi (Spiman) A nostro avviso i social network sono un fenomeno importante per accrescere la visibilità dell’azienda, occorre però garantire una presenza costante e sostenere un rapporto con i contatti che forse è più indicato per un rivenditore diretto, per chi fa distribuzione al pubblico, sfruttando la piattaforma come forma di pubblicità. Con una presenza costante, un dialogo moderno e molta disponibilità a mettersi in gioco. Un’azienda o un negozio devono essere pronti a dare risposte precise e puntuali a richieste che possono spaziare dalla ricerca del punto vendita al problema con il prodotto. Attraverso il dialogo si trasmette l’immagine aziendale e la trasparenza è fondamentale. Personalmente ritengo che ogni scelta debba essere molto ponderata, non si va su facebook solamente perché è di tendenza e anche il social network deve essere valutato come un investimento pubblicitario importante. La pagina sulla rivista o il redazionale sono forme di comunicazione statiche, che non prevedono un confronto, mentre il social network necessita di un dialogo quotidiano, c’è un rapporto vivo fra rivenditore e consumatrice sul quale occorre investire molta energia umana. Nel rispetto poi del rapporto penso che sarebbe bello fosse gestito direttamente dall’azienda o dal negozio, e non da agenzie esterne: solo così l’azienda o il negozio sono veramente al fianco delle loro clienti. Stefano Borghi (Elenia&Co.) Elenia&Co. è una new generation company e

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con internet nel nostro dna. Ci siamo relazionati in questi mesi con specialisti del web con grosse esperienze di startupper nella Silicon Valley, ecosistema che ho avuto la fortuna di conoscere l’estate scorsa in occasione di una missione a cui ho partecipato insieme al presidente Aldai e Assolombarda e da cui ho tratto spunti vincenti. Ne consegue che alla domanda se funzionano i social network, la mia risposta non può che essere affermativa, impossibile farne a meno e non tenere conto di questo cluster di popolazione per dare e ricevere informazioni. Più praticamente abbiamo notato con la nostra linea Nina Senicar, la più virale e sexy, una forte risposta da parte di questo tipo di consumatori. Oggi si comunica così: con una interazione frequente e costante e presentando continuamente novità o discussioni sui temi di attualità. La comunicazione orizzontale è la forma di comunicazione più antica che si conosca. È nata insieme al linguaggio, è il linguaggio che oggi è cambiato esattamente come il modo di vivere. Con l’avvento del web le nostre abitudini comportamentali ed il nostro modo di esprimerci sono davvero mutati, quindi la differenza è sostanziale. La strada da seguire è interagire piuttosto che comunicare per cui soprattutto la comunicazione pubblicitaria deve essere studiata in ogni dettaglio, il messaggio deve essere breve, deciso e diretto, esattamente come il linguaggio web. La pubblicità tradizionale deve assolutamente essere virale.

Sabrina Tonti (Gruppo Intimo Italiano) I social network hanno radicalmente cambiato il modo di comunicare, ma direi la società nel complesso. Questo vale in Italia e in tutto il resto del mondo, e rappresentano oggi un canale irrinunciabile nella comunicazione di qualsiasi tipo di attività. Ciò è vero ancora di più nel campo della moda, dove è dal contatto diretto con le persone che si interpretano i gusti e gli andamenti per poter tracciare stili e tendenze (da qui l’origine per esempio dello streetstyle). Prima tutto questo avveniva on the road. Oggi la strada, le piazze le trovi sul web dove si radunano continuamente persone in una sorta di immensa agorà digitale. Con franchezza e grande umiltà. Ci deve essere la reale voglia di condividere perché se ti approcci ai social network solo per vendere, il pubblico se ne accorge subito e ti abbandona. Semplice e difficilissimo allo stesso tempo, perché bisogna essere preparati sia a lodi che a critiche, ma se riesci a farlo bene, le soddisfazioni sono grandi perché le persone si confrontano con te e ti seguono. E questa è un’occasione di crescita per tutti. Secondo noi questa è la strada da seguire. Non ci sarà una marcia indietro che riporta tutto a com’era qualche anno fa. Siamo nell’era digitale e stiamo già parlando del web 3.0. I cambiamenti nella comunicazione sono quindi irreversibili e non ci resta che stare al passo. Questo vorrà dire investire molto in comunicazione, non tanto e non solo in termini economici, ma prima di tutto di tempo e di energie. Il confronto con il pubblico è costante e continuo e non ammette défaillance. Gianfranco Bossi (Pierre Mantoux) I social network costituiscono un canale di comunicazione, di interesse crescente, che si affianca ai media tradizionali. L’uso dei social network è un impegno quotidiano da parte delle aziende, che devono monitorare ciò che viene veicolato in rete, sia di segno positivo che di segno negativo, nei

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Da sinistra, in senso orario, le boutique Eva di Napoli, Intimamente (Desenzano del Garda, BS) e Brancacci Angela Corredi di Gela (CT).

confronti della marca e dei suoi prodotti. La principale differenza rispetto ai media tradizionali è questa: i media tradizionali sono comunicazione a una via, che parte dall’azienda, mentre i nuovi network costituiscono comunicazione a due vie, che parte dal compratore.

RETAIL E WEB

Anche il futuro del retail, perfino quello più tradizionale è nella convergenza con l’online Nel prevedibile futuro i negozi tradizionali non scompariranno a seguito del grande diffusione degli apparati online, ma la comunicazione dovrà puntare sulla convergenza. Questo è il messaggio uscito dal convegno Canali digitali e persuasori di acquisto nel retail, organizzato da Sistema Moda Italia e Ispira. Il presidente di Sistema Moda Italia, Michele Tronconi, rimarcando la necessità di prestare una sempre maggior attenzione alle esigenze dei clienti finali e ai cambiamenti culturali che lo sviluppo delle tecnologie di comunicazione online determina, ha però sottolineato che non si deve mai dimenticare che il successo del made in Italy riunisce qualità, creatività e innovazione che si sommano lungo tutta la filiera, la cui integrità è determinante per dare ai clienti quel valore aggiunto che ricercano e per il quale sono disposti a pagare anche un prezzo maggiore. I dispositivi mobili, secondo dati riportati da Ispira, cresceranno nel 2012 oltre il miliardo, rispetto ai 916 milioni del 2011 (fonte Idc), che stima anche una crescita composita annua di questo comparto del 15,4% per arrivare entro il 2016 a 1,84 miliardi. Tablet ma soprattutto smartphone faranno da locomotiva all’esplosione del fenomeno e per quanto riguarda i tablet gli analisti stimano se ne venderanno, fra quattro anni, circa 200 milioni. Relativamente ai device connessi alla rete, i tradizionali computer a piattaforma Windows motorizzati con chip a tecnologia x86 conteranno nel 2016 solo il 25% della domanda complessiva rispetto al 35,9% registrato per il 2011 mentre tablet e telefoni intelligenti Android raggiungeranno il 31,1%, in salita dal 29,4% dell’anno passato. Più di un terzo dei proprietari di mobile device sta già utilizzando i propri dispositivi per il mobile commerce, secondo uno studio

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condotto da Consumer Electronics Association (CEA). L’indagine ha anche riscontrato che dei consumatori intervistati, ciascuno ha in programma di spendere 575 dollari in acquisti tramite cellulare nell’arco dei prossimi 12 mesi. CEA ha anche dichiarato che tra coloro che fanno mobile commerce, le categorie di prodotto più gettonate e maggiormente browsed-shopped sono consumer electronics, abbigliamento e calzature. “La rapida crescita dei canali digitali sta stravolgendo il modello di business del retail - ha detto Luca Peruzzi, direttore di Ispira – E gli strumenti disponibili conferiscono un potere crescente agli utenti finali. La sfida per le aziende della distribuzione è comprendere i meccanismi decisionali e le potenzialità dei nuovi media per sviluppare una convergenza multicanale. Esempio eccellente è Next che ha realizzato una crescita dei risultati non solo grazie a internet, che ormai vale il 30% del fatturato totale, ma soprattutto per mezzo dell’integrazione tra canali”. Christina Lundari, di Google Italy, ha evidenziato come l’interesse verso made in Italy e la moda italiana sia in costante crescita in tutto il mondo, come si evince dalle ricerche effettuate dagli utenti sul motore di ricerca. “Grazie a internet e alle nuove tecnologie oggi qualsiasi azienda può accedere al mercato globale, avendo la possibilità di interagire con la propria audience ed espandendo il proprio business con più facilità rispetto al passato - ha spiegato - La comunicazione online è complementare a quella tradizionale, avendo inoltre il vantaggio di essere a portata di click dal negozio virtuale. Chi vede un prodotto in rete può acquistarlo immediatamente. È interessante inoltre osservare che l’integrazione dei canali affascina anche i player che sono nati in rete. Un esempio? Net-à-porter ha portato il proprio business digitale in strada, allestendo una vetrina con la quale le persone possono interagire con il proprio smartphone”. Diversi interventi hanno sottolineato che l’immagine e la comunicazione devono tener conto che la scelta del consumatore è sempre di più condizionata dall’emotività, piuttosto che dalla sua razionalità e per questo occorre dare risposte che tengano conto

della differenti sensorialità dei diversi target di riferimento. Un dato comune è emerso dai risultati di una ricerca dell’università Aldo Moro di Bari, presentata da Luca Petruzzellis e Beatrice Rizzi, riguardante l’uso della musica sul punto vendita, ma che forse va tenuta in conto anche nel sounding utilizzato nei siti. La musica famosa distrae e se è troppo veloce accorcia i tempi di permanenza nel negozio del potenziale cliente, mentre quella non famosa, più lenta e soffusa determina una maggior attenzione ai prodotti esposti e favorisce il prolungamento del tempo di permanenza.

BOUTIQUE IN RETE

Social network e siti web stanno già entrando nell’uso quotidiano anche delle boutique di intimo e mare. Giancarlo Capuano (Eva - Napoli) Personalmente comunico molto con la mia clientela che usa i social network perché mi permette di tenere sempre aggiornati i miei clienti su quello che trattiamo. Infatti cerchiamo di pubblicare giorno per giorno qualche foto delle nostre collezioni o magari delle vetrine allestite. Dal mio punto di vista la miglior pubblicità è il passaparola e il social network ci permette di avere sempre una vetrina aperta anche a consumatori che non ci conoscono, ma magari ci vedono sui contatti degli amici o familiari e di giorno in giorno ci arrivano richieste d’amicizia e

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strumenti Nelle foto, da sinistra, in senso antiorario, Elisabetta Lupi (Bianco e Rosa, Gorizia) con Matteo Marzotto, due immagini della boutique Passioni Intimo-Moda Mare (Fasano, BR) e la boutique Vanità di Oristano.

messaggi. Poiché non tutti usano i social network, usiamo anche avvisare i nostri clienti tramite sms, mail o semplicemente chiamandoli telefonicamente per avvisarli delle promozioni e varie iniziative. Tra i vari social network, io uso facebook. Credo che al momento sia l’unico mezzo di pubblicità che non si paga, ti permette di avere una vetrina sempre visibile anche a chi non è cliente o non conosce il mio punto vendita. Lidia Cometti e Marco Fagnoni (Intimamente - Desenzano del Garda, BS) Quest’anno anche noi abbiamo creato una pagina sul famoso social network facebook. Lo abbiamo fatto giusto per avere un contatto costante con la nostra clientela stuzzicandola attraverso la pubblicazione di foto, vetrine, nuove collezioni o semplicemente scambiandoci due parole in chat. A distanza di sei mesi posso confermare che i social network se gestiti con cura, costanza e discrezione possono portare dei benefici all’attività, ma di certo a monte ci deve essere ben altro. Nunzio di Caro (Brancacci Angela Corredi - Gela, CT) La pubblicità è l’anima del commercio, ma ci rendiamo conto che oggi la pubblicità è cambiata e molto visibile sui social network come facebook e twitter, che continuano ad invadere le case degli italiani. Attraverso facebook e twitter comunichiamo con vari link, condivisioni, foto e immagini dei nostri negozi con le relative collezioni dei vari settori e marchi. In queste circostanze bisogna adattarsi alle varie situazioni, ma resta sempre la pubblicità tradizionale la migliore in assoluto, perché è quella che realmente attira l’attenzione dei consumatori. Anna Colucci (Passioni Intimo-Moda Mare - Fasano, BR) Facebook è un social network che ti permette

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di visualizzare, presentare e promuovere facilmente molti prodotti a numerosi utenti sparsi in tutto il mondo, catturando la loro attenzione o la loro voglia di acquistare in tempo reale, incentivando così la vendita online. Per quanto concerne la comunicazione attraverso i social network avviene tramite chat, e-mail, notifiche, immagini, slide, video di sfilate, foto di prodotti che catturino l’attenzione dell’utente invogliandolo a raggiungere il nostro punto vendita se abita nelle immediate vicinanze o a contattarci tramite e-mail o chat. Le strade da seguire sono diverse: la creazione di un account, la condivisione di foto di prodotti da pubblicizzare, nuove richieste di amicizia, la creazione di fan page. Tutto questo avviene direttamente senza l’intervento di un esperto informatico. Sebbene facebook ti permetta di contattare numerosi utenti sparsi in tutto il mondo, di vedere e acquistare prodotti, di restare in contatto in tempo reale, l’unica differenza rispetto alla comunicazione tradizionale è la mancanza del contatto umano, che ti permette di socializzare, di interagire l’uno con l’altro di non isolarsi, perché restando tante ore davanti al computer non solo ci si isola, ma si vive in un mondo virtuale e non reale, che può sfociare in una vera dipendenza. Elisabetta Lupi (Bianco e Rosa - Gorizia) La mia ultima idea per promuovere gli acquisti di chi, preso da mille impegni, non sempre ha il tempo e la serenità di fare shopping è l’apertura di Bianco e Rosa anche su appuntamento, fermo restando l’orario normale del negozio. L’iniziativa è anche su facebook. Ho inviato centinaia di mail alle mie clienti per dare la disponibilità a eventuali aperture personalizzate con la massima disponibilità d’orario (24 ore su 24). Nei giorni seguenti molte clienti sono passate a ringraziarmi per la disponibilità e nell’occasione si sono

anche comprate qualcosa. Mi hanno anche detto che si sarebbero sentite in colpa nel chiamarmi, se non proprio necessario. Inutile dire che io ho ribadito la mia disponibilità, anzi il piacere di potermi dedicare esclusivamente a loro nel momento in cui lo avessero desiderato. Può anche darsi che non ci sia questa esigenza, che comunque le numerose clienti che svolgono attività impegnative, riescano a trovare un po’ di tempo per lo shopping. Per concludere ritengo che questa proposta sia comunque stata utile al fine di contattare la clientela con una scusa divertente e originale e sono stata apprezzata per la disponibilità. Ho anticipato i tempi della liberalizzazione degli orari di lavoro. Il mercato è completamente cambiato e noi dobbiamo trovare nuove soluzioni per fidelizzare la clientela. Daniela Casu (Vanità - Oristano) Per quanto riguarda i social network questo è il loro momento e bisogna cavalcare l’onda! Sono sicuramente uno strumento validissimo che ci mette in grado di far vedere i nostri punti vendita e i nostri prodotti in maniera semplice e veloce. Noi abbiamo però riscontrato un discreto successo anche raccogliendo i numeri di telefono delle clienti e inviando loro un sms per comunicare promozioni, offerte o eventi. Sembra una banalità ma si sentono coccolate. Floriana Sirotti (Glamour - Cesena, FO) Sono molto favorevole all’uso dei social network, li uso e ne ho un buon riscontro. Ho anche un mio sito-blog e anche questo mi porta persone che magari cercavano proprio un articolo che vendo e che hanno visto sul sito facendo anche centinaia di km per raggiungermi. Trovo migliore questo modo di comunicare rispetto al tradizionale soprattutto perché è a costo zero e arriva a tantissime persone.

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I nuovi monomarca di Twin-Set a Firenze, Milano e Modena.

TWIN-SET SIMONA BARBIERI TRIS DI APERTURE

Un 2012 all’insegna delle inaugurazioni per Twin-Set Simona Barbieri: il brand, simbolo di una moda romantica e contemporanea, ha aperto a Firenze, Milano e Modena tre monomarca in zone fulcro per la moda e lo shopping delle rispettive città. La boutique di Firenze, sviluppata su due piani, consolida la partnership creativa con lo Studio BeltrameGelmetti, arricchendo il concept di nuovi elementi architettonici, nella consueta atmosfera di calore e raffinata semplicità. Il colore predominante è l’avorio, a cui si affiancano i dettagli neri dei fiocchi e dei cuori che distinguono la maison, mentre l’interior design accosta gusto rétro e moderno. Elemento cult, i celebri lampadari che simulano un mazzo di rose rovesciato esaltando al meglio le caratteristiche strutturali della boutique. Questo imprinting creativo si ritrova anche nel nuovo prestigioso flagship store milanese, che si aggiunge alle altre due location monomarca a Milano (via Montenapoleone, 6/A e via Pontaccio, 19) e a quello di Modena nel centro della città. Con queste aperture, Twin-Set riconferma la propria strategia di consolidamento dell’immagine di marca attraverso l’apertura di punti vendita monomarca altamente identificativi. Twin-Set Simona Barbieri via Calimala, 3-5 R - Firenze via Manzoni, 34 - Milano vie Emilia Centro, 124 - Modena

PEPITA - PRIMO FLAGSHIP STORE

Il monomarca di Pepita a Forte dei Marmi.

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Pepita, marchio leader nell’abbigliamento home e easywear che da sempre fa di fantasia, colore e glamour la sua filosofia, ha appena inaugurato a Forte dei Marmi il primo negozio monomarca. Non si tratta di un semplice negozio ma di una sorta di contenitore di sogni e ispirazioni, in perfetta linea con il mood del marchio. Ampi spazi connotati da uno stile total white, un ambiente sapientemente arricchito da tagli di luce e pennellate di colore, per una boutique ironica e chic. Sabrina Tonti, titolare e vera ispiratrice dello stile del marchio, vede in questa apertura l’inizio di una nuova storia, un nuovo percorso volto a privilegiare anche la vendita diretta in negozi monomarca da affiancarsi alla distribuzione consolidata in oltre un migliaio di punti vendita multimarca, sia in Italia che all’estero. Ed è proprio dall’estero che arrivano grandi segnali di apprezzamento e crescita, come l’apertura a nuovi importanti mercati come quello asiatico, dove l’azienda ha inaugurato lo scorso mese uno showroom a Shangai. Oltre alle collezioni ricche di brio di Pepita, una delle grandi novità dello store di Forte dei Marmi è proposta esclusiva di alcune collezioni, come la linea beachwear e Pepita Mini, creata per le bambine da 4 a 10 anni. Pepita Store - via Padre Eugenio Barsanti, 15 - Forte dei Marmi (LU)

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incontri di Mariacristina Righi

GRUPPO INTIMO ITALIANO UN ANNO DI GRANDI PROGETTI Il 2012 è iniziato alla grande per il Gruppo Intimo Italiano che ha fatto partire numerosi progetti, dal primo monomarca a Forte dei Marmi al lancio del beachwear (Pepita più l’acquisizione del marchio Papueen), fino alle campagne pubblicitarie appoggiate dai social network. Sono molte le strategie che Gruppo Intimo Italiano sta mettendo in atto per i prossimi anni. “Consolidamento e sviluppo sono i concetti che ci guidano ogni giorno nelle scelte strategiche, sia per quanto riguarda i prodotti che per la scelta dei mercati di riferimento - spiega Sabrina Tonti, titolare del Gruppo Intimo Italiano Questo significa valorizzare costantemente l’expertise che abbiamo acquisito in quasi cinquant’anni di attività, e che oggi ci fanno essere leader nel settore moda dedicato alla lingerie e all’homewear. Vuol dire anche investire continuamente nella nostra rete commerciale italiana e straniera, dando servizi e un supporto sempre maggiore ai nostri clienti. Forti di tutto questo, abbiamo scelto non tanto di differenziare, ma di completare sia la nostra offerta che la presenza sul mercato”. Tra le scelte strategiche del Gruppo una importante riguarda l’apertura di uno show-room in Cina. “La scelta di aprirsi a questa nuova frontiera asiatica, fa parte proprio della strategia di diversificazione e

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Il 2012 è iniziato alla grande per il Gruppo Intimo Italiano che ha fatto partire numerosi progetti, dal primo monomarca a Forte dei Marmi al lancio del beachwear (Pepita più l’acquisizione del marchio Papueen), fino alle campagne pubblicitarie appoggiate dai social network. Sono molte le strategie che Gruppo Intimo Italiano sta mettendo in atto per i prossimi anni. “Consolidamento e sviluppo sono i concetti che ci guidano ogni giorno nelle scelte strategiche, sia per quanto riguarda i prodotti che per la scelta dei mercati di riferimento e l’ampliamento dei mercati di sbocco. I nostri tre marchi, cioè Pepita, Tatà e il nuovo Papueen, rappresentano tre eccellenze del made in Italy per materiali, lavorazione, finiture e stile” spiega Sabrina Tonti, titolare del Gruppo Intimo Italiano. “Il mercato asiatico, come

Dall’apertura del primo monomarca a Forte dei Marmi allo showroom in Cina, dal lancio del beachwear Pepita all’acquisizione di Papueen. La società toscana sta vivendo un 2012 alla grande

tutti quelli in grande espansione, manifesta una grande propensione verso questa tipologia di prodotti, e in particolare verso le aziende come la nostra, che hanno una storia consolidata alle spalle. Alla luce di ciò, la nostra scelta di avvicinarci a questo mercato direi che è stata quasi dovuta. Certo non senza difficoltà, sia dal punto di vista dell’impegno economico che organizzativo, visto che si tratta di mercati enormi in cui sono vigenti regole e modalità operative diverse da quelle a cui siamo normalmente abituati. Abbiamo scelto di aprire lo showroom in Cina insieme a un pool di marchi prestigiosi del settore moda e questo ci ha permesso di arrivare sul mercato in modo strutturato e con la forza che deriva dalla collaborazione, aprendoci ogni giorno a nuove conoscenze strategiche. Forse è un

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Qui a fianco, una proposta beachwear di Papueen, brand di recente acquisizione per Gruppo Intimo Italiano. Sotto, Sabrina Tonti, tra i genitori, fondatori della società toscana. Pagina a fianco, da sinistra. Un bikini della nuova collezione beachwear Pepita. Il flagship store Pepita da poco inaugurato a Forte dei Marmi.

po’ prematuro parlare adesso di risultati, visto che il progetto sta muovendo i primi passi. Quello che registriamo con soddisfazione è che da subito si sono avviati contatti con importanti catene, volti a pianificare una diffusione sull’intero territorio cinese. Quei mercati cercano il made in Italy e noi siamo pronti per questa nuova sfida”. Per quanto riguarda le collezioni, le novità sono doppie e riguardano l’acquisizione da parte di Gruppo Intimo Italiano di Papueen, importante marchio del beachwear, e l’ampliamento dell’offerta per Pepita, con l’inserimento di costumi, abbigliamento mare e capi che soddisfano i nuovi stili easywear. Non solo homewear dunque, ma anche leisurewear e tanto beachwear. “In questo caso si tratta semplicemente di sinergie - racconta Sabrina Tonti - Con

Papueen non abbiamo soltanto acquisito un marchio, ma anche integrato le persone che lo hanno fondato e che ne rappresentano l’essenza: Pierluigi Isolani, Sabrina Giovannoni e Stefania Santini, figure professionali storiche nel mondo della moda mare, provenienti da importanti esperienze nel team Chiarugi. Mentre Stefania e Sabrina restano rispettivamente responsabili dello stile e del prodotto, a Pierluigi è stato affidato il ruolo di responsabile dell’intero settore beachwear. Quindi l’offerta mare Pepita e Papueen resta divisa come stile e target di riferimento, ma mantiene un comune denominatore. Non c’è sovrapposizione né concorrenza tra i due marchi e quindi l’offerta contemporanea va vista nell’ottica della completezza”. Gruppo Intimo Italiano ha appena inaugurato a Forte dei

Marmi il primo negozio monomarca Pepita. “Sarò sincera - confessa Sabrina - Questi primi mesi di apertura del nostro flagship store devo dire che mi hanno dato una soddisfazione e un entusiasmo incredibili. Per noi è una novità assoluta avere una relazione diretta con il consumatore finale e questo ci dà grandi stimoli perché rappresenta una finestra sui gusti e le esigenze del nostro pubblico. Nozioni ed esperienze fondamentali da reinterpretare in fase creativa. Oltre a questo c’è anche la nostra volontà di metterci ancora di più dalla parte dei nostri clienti di riferimento, che sono e restano i negozi multimarca, immedesimandoci direttamente nelle problematiche che loro stessi si trovano ad affrontare ogni giorno. Questo ci permette di mettere la nostra esperienza ancora più al loro servizio, supportandoli anche in attività e iniziative che possano funzionare come stimolo alla vendita. Per esempio, stiamo cercando di coinvolgerli condividendo le nostre esperienze riguardo al layout dello spazio vendita o delle vetrine, ma anche sull’utilizzo dei social network e la creazione di eventi. Insomma, vogliamo avere un ruolo sempre più attivo”. GRUPPO INTIMO ITALIANO via Bognetti, 154 - 51100 Pistoia - Italia tel. +39-0573532131 fax +39-0573539357 www.gruppointimoitaliano.com

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scenari di Mariacristina Righi

STOP ALL’ECCESSO I bureaux de style Nelly Rodi e Promostyl ci forniscono le indicazioni di tendenza sulla moda del prossimo futuro. Parola d’ordine: stop alle esagerazioni

Tre concetti chiave ci arrivano dal bureau de style Nelly Rodi che a gennaio ha interpretato l’area tendenze a Who’s Next e al Salon de la Lingerie, ma anche a Maison et Objets a Parigi: stop à l’overdose, passage secret e trouver les codes. Stop à l’overdose significa stop al too much, all’eccessiva esposizione del corpo ma anche di se stessi, alle troppe celebrities in tutte le occasioni, al voyeurismo. C’è una continuità con i trend dell’estate 2012, dove la capacità umana alla metamorfosi, all’adattamento è messa a dura prova. Per l’autunno-inverno 2012/13 si tratta invece di riuscire a conservarsi, sia fisicamente che mentalmente, per meglio affermare le proprie identità e differenze. Passage secret sta a significare che questa stagione si interpreta come fosse un passaggio segreto da scoprire. Un passaggio che ci porta forza, fiducia, connessioni. Trouver les codes significa lavorare sul concetto di codici da rivelare solo a chi ha le qualità per ricevere queste confidenze, persone delle quali ci fidiamo, degli iniziati in grado di mantenere la loro e la nostra identità, ai nostri fratelli spirituali, le nostre anime gemelle. Si rivelano aspetti della personalità e dell’identità a un piccolo gruppo di pochi intimi, selezionati da noi stessi.

PANORAMA SOCIO-MARKETING

Un bikini della nuovissima collezione Pepita Beachwear.

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I ricercatori di Nelly Rodi hanno analizzato il profilo dei consumatori. La ricerca di autenticità Per far fronte a un mondo sempre più complesso, gli adepti del bello hanno scelto di reagire e di proteggersi dettando i loro codici. Il loro bisogno è quello di stabilire nuovi punti di riferimento e di ripensare i codici della società attuale. Il loro rifugio è il clan di amici considerati come un circolo elitario dall’accesso ultrariservato. Il loro lusso è riuscire a far risplendere la vita quotidiana e il loro desiderio è un lusso rilassato e con understatement, che permetta loro di elevarsi al di sopra della banalità. I loro segnali e simboli di riconoscimento: tatuaggi criptici, talismani e pezzi di abbigliamento vintage, orologi vecchi: amano i segni distintivi in grado di aggiungere una parte di mistero all’insieme.

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PAROLE CHIAVE

Un modello della collezione Shape Sensation di Triumph.

Low profile Radicalmente prezioso, ricerca dell’essenziale, qualità, antisuperficiale, prodotti basici, profumi di ricerca, savoir-faire francese e made in France, gastronomia chic, rispetto, valori borghesi e aristocratici, ritorno alla scrittura, all’educazione e alle buone maniere con il boom dei libri sulla gentilezza. Fondamentale è essere se stessi e felici nel quotidiano, ricerca di senso, neomodestia, mettere avanti il proprio lavoro e non se stessi, nella moda gli antiGalliano e Tom Ford, lavoro di équipe, no agli ego trip. Personaggi rappresentativi sono Sofia Coppola e Christophe Lemaire, stilista di Hermès. Luoghi e brand di riferimento: Septime (80, rue de Charonne), Le Dauphin (51, avenue Parmentier), Silenzio (142, rue Montmatre), le nuove boutique Acne e Aesop nel Marais, la mostra dedicata a Diane Arbus alla quale si è ispirato Carven per la sua campagna.

l’esposizione dedicata a Jean-Paul Goude. Popustreet Second hand, codici vintage, rétro, consumi underground, comunità di controcultura, antimassa e globalizzazione. Ribelli, ma con piacere, non duri. Coté wild old school, abbigliamento unisex. Crowd sourcing, gruppi collettivi, creativi, artistici per creare legami, solidarietà per promuovere i lavori di ogni componente del gruppo. Ipersolidale ma anche divertente, fuori dalla città per recuperare valori autentici, la natura contro la vita urbana frenetica, consumi selettivi, buona qualità, piccole serie per controllare la catena di valori. Tra i personaggi di riferimento troviamo Thomas Giorgetti e jr, icona della street art poco mediatica, ma anche il brand Blue de Paname, simbolo della nuova moda parigina anti fast fashion. Tra i luoghi di riferimento ci sono le boutique Emmaus per il riciclo e il second hand, Le Citizen hotel (102, quai des Jemappes), Le Mansard, bar

Tre proposte Grazia‘lliani.

Cult object Ci si inventa i propri oggetti di culto, adottando un accessorio unico in grado di codificare lo stile per dargli un’aura che sarà diversa da tutte le altre. Mistero Il mistero pare riguadagnare importanza, terreno, autorità e tornare a dominare le scelte. Lusso privato C’è la maschera sociale, quella che presentiamo al mondo, poi la faccia nascosta, quella che si vuole riservare al proprio circolo privato.

TENDENZESOCIO-CULTURALI

• Il gruppo d’élite diventa un valore assoluto: i pezzi unici fanno furore. • Rendere immortale un oggetto non ha prezzo. • Ci si crea i propri pezzi unici, associati a ricordi o significati assolutamente personali. Una scelta ancora più elitaria. • Una nuova generazione di artisti anti-diktat che lavorano più per lo sviluppo del loro brand che per la fama. • Un progressivo disinteresse per le celebrities protagoniste della nostra vita quotidiana. • Il gusto per le cose segrete potrebbe dare il tono ai prossimi anni. • Certi consumatori creano l’interior design delle loro case con un concetto ermetico per riconciliarsi con la parte più segreta e discreta di loro stessi. • Una nuova relazione con il lusso che ora punta sull’emozione, sulla bellezza e perfino su una certa spiritualità. • La ricerca di un modo più discreto di vivere la ricchezza e il lusso.

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Bon chic, bien decalé L’ispirazione sono i codici tradizionali borghesi classici che sono però modificati, ribaltati. Ci si mette in scena. Tra i valori c’è il ritorno al sorriso, al positivismo, come nelle campagne Valentino, Gerard Darel, Lagerfeld contro la situazione di crisi. Cogliere il momento, l’istante. Un personaggio rappresentativo è Vincent Darre, con la sua estetica iperbarocca, neodandy. Luoghi e brand di riferimento: la boutique Lacoste live con pezzi emblematici ma modificati, Le Mini Palais, il ristorante vicino al Grand Palais,

dei nuovi creatori, iperpopular, Le Marcel, ristorante caffé e gastronomia, Jules et Jim, hotel che organizza serate a tema.

TREND PRIMAVERA-ESTATE 2013

Sempre al Salon e la Lingerie di Parigi Promostyl ha presentato le tendenze di mercato e di stile per l’intimo della primavera-estate 2013. Rebirth Un mood neo-zen che si accompagna alla richiesta di tagli sartoriali e linee particolarmente studiate anche nei capi per la vita quotidiana. Di recente Princesse TamTam ha

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scenari

Kate Moss tra il pubblico della sfilata di lingerie Etam.

Un coordinato Huit.

lanciato Gaby, un reggiseno bandeau in pelle beige plissettata, frutto della collaborazione tra il brand di lingerie e Agnelle, produttore francese di guanti in pelle. Uno sguardo sul mercato • Internet è diventata la passerella più hot del momento con la consacrazione del potere del consumatore. Il mondo digitale è diventato uno strumento indispensabile per tutti i settori e tutti i brand. Il grande successo presso i consumatori di brand come Burberry, Vuitton o anche Etam Lingerie dipende proprio dalle loro sfilate che sono messe a disposizione di tutti attraverso facebook o altri social network. Altri marchi

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sono diventati famosi grazie a concorsi che permettono ai consumatori di vincere capi della collezione. Questi backstage pass virtuali fanno crescere sempre più la competenza dei consumatori nei confronti della moda. Senza contare il valore aggiunto di un evento che può essere condiviso da un pubblico sempre più grande. La sfilata di Etam Lingerie al Grand Palais ha offerto una specie di finestra virtuale per mostrare la collezione firmata da Natalia Vodianova e i mini-concerti di Beth Ditto, the Kills, Joey Starr e Boy George. • Internet però è anche un luogo molto esclusivo. Alla fashion week di New York, Derek Lam ha catturato l’attenzione degli internauti di tutto il mondo chiedendo loro di votare i loro 5 abiti preferiti. Il risultato è stata una minicollezione, disponibile quasi immediatamente e in tutto il mondo, distribuita esclusivamente su eBay. La scelta di una distribuzione solo via internet si vede anche nel mondo beauty. Etat Pur, il nuovo bio brand di Esthederm-Bioderma combina la vendita diretta via internet con prodotti di trattamento, quasi su misura. Eliminando i costi intermedi della distribuzione il brand può vendere prodotti di qualità molto elevata a un prezzo non altissimo. • Loungerie è la fusione creativa di lingerie e loungewear. L’e-commerce sta incitandoci a passare ancora più tempo in casa così non è strano vedere che il loungewear è diventato parte integrante di tutti i guardaroba femminili e non ha intenzione di sparire. Ora non si può più parlare di un abbigliamento solo confortevole e basico, stile yoga. Il loungewear sta attraversando una metamorfosi e si sta trasformando in uno stile easy-sexy. Questo si nota molto bene in collezioni fusion che uniscono lingerie e loungewear, come quella di Kriss Soonik, una stilista dell’Estonia che ha lanciato il suo brand nel 2000 e ha creato proprio il termine Loungerie, perfettamente in linea con la sua filosofia e il nuovo lifestyle. • Reality Lingerie, cioè una nuova identità sexy e di tendenza per le collezioni mater-

nity. La gravidanza ha smesso da un po’ di essere il ghetto della moda, ma la lingerie ci ha messo più tempo per adeguarsi al nuovo trend. Grazie però ai più recenti progressi nella tecnologia tessile, brand specializzati (come Amoralia e Hot Milk) ma anche quelli non specializzati (Elle MacPherson Intimates ha introdotto nella collezione un reggiseno per l’allattamento) stanno creando modelli e linee maternity sexy, fashion ma anche adatte alle esigenze speciali delle donne in gravidanza in termini di comfort e sostegno. Senza dimenticare le nuove linee cosmetiche sempre per il periodo della gravidanza: Mamma Mio è un buon esempio perché ha integrato la linea con una crema speciale per le cicatrici post-cesareo. Paradisio Un mood glam jet-set che è anche un megatributo al pensiero libero e allo chic rilassato delle icone anni Settanta, come Diane von Furstenberg, più che mai presente sulla scena fashion. Infatti la stilista ha appena lanciato due linee: una riedizione dei suoi più famosi pezzi vintage e una prima collezione di homewear caratterizzata dalle sue celebri stampe. Uno sguardo sul mercato • Detox o Retox? Questo è il problema. Dopo l’overdose di politically-correct delle passate stagioni, i consumatori hanno dichiarato guerra ai moralizzatori e alle loro regole che dettano legge su come vivere e consumare. Da qui al Regox al posto del Detpx il passo è breve. Il principio del piacere torna attuale e ci sono già molti segnali, come Kate Moss con una sigaretta in mano sulla passerella per Vuitton o il revival del Club 54 accompagnato dai glamorous bodysuit stile disco del brand Zinke. • Il vintage di lusso è un’altra grande strategia per portare una ventata d’aria fresca ai consumi. Uno stile un po’ bling bling, ma in modo elegante, alla James Bond. Un interessante esempio è il coordinato di Carine Gilson che comprende culotte a vita alta e guanti. A New York Tom Ford ha riportato in auge il formato spray da borsetta per il profumo, allo stesso tempo un bell’oggetto per un gesto superfemminile. • Mixology o la nuova arte del mixing. Un modo fresco di utilizzare i codici esagerati del sexy. Un’onda che sta coinvolgendo tutti i segmenti del mercato con esponenti come Roseanna ed Etam. In generale si tratta di uno spirito Riviera chic molto cinematografico con riferimenti a film di culto. • Sun and the City: il mood vacanza è il nuovo stile da adottare tutto l’anno. Infatti i brand più fashion stanno lanciando sempre più collezioni Cruise. La nuova sede londinese di Google, firmata dall’interior designer Scott Brownrigg, ha adottato tende da spiaggia stile Brighton per le sale conferenze. Inoltre le linee solari hanno ampliato la loro offerta

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