Rassegna stampa. Intimo più mare n.187 Settembre 2012

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www.intimopiumare.com

MODA

Underwear Beachwear 2013

MADE IN ITALY Una risposta alla crisi Osservatorio Donne e costumi Appunti di stile Rochas Alessandro Dell’Acqua

BIKINI

RITRATTI MILANO

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inchiesta

di Mariacristina Righi e Andrea Lattanzi

Il made in Italy torna ad essere un valore aggiunto molto richiesto, anche nelle collezioni di intimo e mare, soprattutto dai buyer stranieri

MADE IN ITALY

UNA RISPOSTA ALLA CRISI

Save The Queen! Sun

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Silvia Martinotti

Sabrina Tonti

Chiara Fiorini

Elena Fantini

S

embrava uscito di scena con la massiccia delocalizzazione della produzione, soprattutto negli ultimi anni. Invece un po’ a sorpresa il made in Italy torna ad essere un valore aggiunto importante anche nel mondo della moda, sull’onda del successo del cibo e del design, all’estero prima di tutto, ma anche nel nostro paese, da sempre piuttosto esterofilo. Il successo del made in Italy come valore aggiunto anche nelle collezioni di intimo e costumi da bagno, è stato il tema di un incontro organizzato dalla nostra rivista al più recente salone Mode City a Parigi, dove produttori, agenti stranieri e boutique hanno affermato la forza di questo valore, da utilizzare al meglio proprio in tempi di crisi. E a Milano, al convegno Canali digitali e persuasori di acquisto nel retail, organizzato da Sistema Moda Italia e Ispira, il presidente di Sistema Moda Italia, Michele Tronconi, rimarcando la necessità di prestare una sempre maggior attenzione alle esigenze dei clienti finali e ai cambiamenti culturali che lo sviluppo delle tecnologie di comunicazione online determina, ha però sottolineato che non si deve mai dimenticare che il successo del made in Italy riunisce qualità, creatività e innovazione che si sommano lungo tutta la filiera, la cui integrità è determinante per dare ai clienti quel valore aggiunto che ricercano e per il quale sono disposti a pagare anche un prezzo maggiore. Gianluca Olivieri, industry manager retail di Google Italia, al recente forum Moda: verso nuovi modi di comunicarla, voluto e organizzato dallo studio legale e tributario Capecchi Piacentini Valero, ha sottolineato invece che l’abbigliamento è sicuramente il settore in cui si vende di più online e il made in Italy è tra le categorie più cercate sul web. In Cina è addirittura la prima categoria.

I PRODUTTORI

Abbiamo chiesto ad alcuni tra i più importanti produttori di intimo, calze e beachwear italiani che hanno scelto di proporre collezioni made in Italy come e perché hanno fatto questa scelta, se ricevono spesso la richiesta di collezioni made in Italy anche da buyer stranieri e quali sono le motivazioni della richiesta, ma soprattutto cosa rappresenta per loro il made in Italy e in cosa consiste il suo valore aggiunto in una collezione. Enrico Pravettoni (Gruppo Lormar-Pielle) Trasformazione delle abitudini d’acquisto dei consumatori, apertura verso un mondo sempre più globale e predominio dei meccanismi della distribuzione che detta tempi, modi, prezzi e volumi degli ordini. Tutto ciò fa sì che oggi per il tessile italiano il futuro sia quanto mai incerto. Per l’intimo forse ancora di più: non dobbiamo mai dimenticarci, infatti, che saremo sempre un settore under rispetto a coloro che producono outerwear. Per chi vi opera diventa perciò obbligatorio avere più frecce al proprio arco. Una di queste è certamente il continuare a proporre collezioni made in Italy. Made in Italy significa perciò a mio avviso ancora oggi un’importante opportunità di differenziarsi in un mercato sempre più piatto, un argomento importante soprattutto per la clientela estera. Ma nel contempo significa anche garantire maggiore flessibilità produttiva e un livello qualitativo più elevato. Made in Italy è ancora un forte valore aggiunto: l’Italian way of life è un plus che spesso siamo noi i primi a non saper esaltare, ma che in realtà il mondo ci riconosce e ci invidia. Sebbene la nostra storia aziendale abbia da sempre rivolto grande attenzione al rapporto qualità-prezzo, in alcuni casi e per alcuni dei brand da noi gestiti diventa ancora più importante che il prodotto non sia solo pensato ma anche realizzato in Italia: in sintesi, il made in Italy accresce ancora oggi di molto il valore percepito di un prodotto. Per noi made in Italy significa creare in Italia e realizzare in Italia, slegati dai vincoli che spesso sono alla base della produzione massificata: grandi volumi per ottenere il prezzo più basso, stessi fornitori perché gli specializzati oltre frontiera che operano nel nostro settore sono spesso gli stessi per molti, con il rischio anche di banalizzare l’offerta creativa e di target

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Luca Pagliani

Gianni Busanna

Stefano Borghi

Fabio Micheli

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Federica e Giorgia Colombo

inchiesta

Emanuela Corvo

Stefano Sciatti

price. È una strada sicuramente più difficile, dove però emerge la vera professionalità. Ribadisco che la nostra storia ci insegna che anche il made in Italy non è immune dalla regola del prezzo competitivo, soprattutto per una merceologia che negli ultimi anni ha subito forti riposizionamenti di target price, complici anche le catene monomarca che hanno rivoluzionato il modo di pensare l’abbigliamento intimo (molto più fast e legato al servizio del punto vendita ma molto meno qualitativo). Ma certamente è un obiettivo ancora perseguibile. Raggiungerlo è frutto di ricerca, di sviluppo e di idee, un valore aggiunto che sicuramente viene percepito da ogni consumatore finale, italiano o straniero. Fabio Micheli (Tex Zeta) Abbiamo scelto il made in Italy perché in un panorama di massificazione e banalizzazione di prodotti dozzinali il fatto in Italia ha sempre più motivi per esistere. Lo dimostrano le tante aziende che ritornano a produrre in Italia, scottate da esperienze fallimentari in altre parti del mondo dove magari si lavora senza regole. Sull’intimo e il mare poi non si scherza anche sul fronte della salute. Riceviamo spesso la richiesta di collezioni made in Italy anche da buyer stranieri e i clienti sanno che spesso il made in Italy è una garanzia di qualità. Il problema è che rappresenta una zona di confine senza regole, non c’è un disciplinare che possa tutelare le aziende serie. Per definire il made in Italy intanto si parte dai tessuti, e quelli italiani sono i migliori al mondo, poi si arriva alla confezione. Tutto deve essere fatto in Italia. Roberto Crescentini (Cotton Club) Quella di Cotton Club è una storia tutta italiana che inizia nel 1981 a Fabriano quando io ho deciso di investire competenze ed entusiasmo in questa nuova avventura e fondare Cotton Club. Una realtà che negli anni è andata affermandosi come uno dei marchi leader nel mondo della corsetteria e della lingerie, nota soprattutto per la qualità, la ricercatezza dei materiali e per l’attenzione ai dettagli artigianali. In occasione della presentazione delle nuove collezioni primavera-estate 2013 Cotton Club e R Crescentini Private Collection, abbiamo illustrato il nostro nuovo impegno nei confronti del marchio 100% made in Italy: tutti i prodotti delle nuove collezioni autunno-inverno sono infatti già 100% made in Italy. I tessuti utilizzati sono di provenienza nazionale e vengono lavorati con maestria da laboratori italiani tutti con sede in Italia, da una manodopera altamente specializzata in grado di coniugare design innovativo e tradizione artigiana. Sempre in Italia vengono effettuati il controllo qualità, l’ideazione e la realizzazione del packaging, e l’inscatolamento del prodotto finito. Tutto avviene quindi in perfetta conformità alle normative che regolamentano il marchio 100% made in Italy. Questa è la novità sulla quale abbiamo deciso di puntare. In un momento delicato come questo investire in Italia dovrebbe essere motivo di orgoglio per ogni produttore, il made in Italy è infatti moda per antonomasia, è sinonimo di eccellenza nella creatività e

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Roberto Crescentini

Caterina Chiesi

nei tessuti, di lusso e di stile, rappresenta il legame con la propria terra e con il paese. Quando si compra un prodotto a marchio 100% made in Italy si compra anche un sogno, un pezzettino di Italia e dovrebbe essere volontà di tutti difendere e valorizzare la propria creatività e la propria capacità manifatturiera. La naturale conseguenza di questo progetto è una maggiore diffusione di fama e distribuzione del prodotto, un aumento della produzione e la fidelizzazione del cliente finale. Per noi dire che un capo è fatto in Italia è motivo di vanto, un plus che ci permette di offrire un prodotto di qualità superiore: 100% made in Italy non è un semplice marchio di provenienza ma una vera filosofia di lavoro. Le collezioni Cotton Club e R Crescentini sono distribuite nei punti vendita specializzati nei più prestigiosi mercati internazionali. Silvia Martinotti (Emmebiesse) Le nostre collezioni Luna di giorno e Caterina D. sono da sempre prodotte completamente in Italia. Tutta la parte creativa e tutta la parte produttiva sono totalmente gestite in Italia. La progettazione stilistica è seguita dal nostro ufficio stile e dall’ufficio tecnico. Investiamo moltissime risorse nella ricerca, che è per noi parte essenziale. I tessuti in spugna e nido d’ape vengono prodotti da noi direttamente, gli altri tessuti e gli accessori utilizzati vengono acquistati da aziende italiane. Tutto il processo produttivo avviene all’interno della nostra azienda, che cura i prototipi, il taglio, la confezione, le finiture, l’imballo e infine la spedizione. Le nostre collezioni sono particolarmente ricche, complesse e difficili da creare, seguire e produrre, per questo manteniamo il controllo e la gestione dei processi creativi e produttivi. Associamo quindi la qualità dei materiali e della confezione alla creatività e all’innovazione, per offrire al cliente prodotti sempre nuovi, unici, di qualità e design eccezionali. I nostri clienti, in particolar modo gli stranieri, ci chiedono espressamente articoli made in Italy e da noi esigono il massimo della qualità, dell’originalità e della creatività. Roberto Toppino (G.R.T/Ambra Corsetteria) Il made in Italy è la nostra filosofia da sempre, e forse siamo tra i pochissimi ad attuarla davvero in modo completo. La richiesta di

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Cotton Club

Curve Pericolose

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collezioni made in Italy arriva esclusivamente da buyer stranieri che vogliono la qualità non solo dei materiali ma dell’intera fase di produzione, dal taglio al packaging, e non solo per parte di tutto il ciclo. Il made in Italy e la nostra collezione, sono due facce della stessa medaglia non esisterebbe Ambra senza un rapporto totale e completo con il territorio in cui opera. Tutto ciò che viene fatto fuori dai confini dell’Italia non aggiunge, bensì toglie non solo alla collezione particolare, ma a tutto il movimento che da decenni dà lustro nel mondo al nostro modo di concepire e realizzare moda. So che molti useranno le mie stesse parole, spero con altrettanta corrispondenza alla realtà. Sabrina Tonti (Gruppo Intimo Italiano) Nel caso di Gruppo Intimo Italiano dopo una fase di parziale delocalizzazione, negli ultimi anni abbiamo deciso di differenziarci ritornando con forza verso il made in Italy, per non dire addirittura made in Tuscany quindi addirittura km zero! Riteniamo si tratti di una scelta irrinunciabile soprattutto per quanto riguarda lingerie e beachwear, in cui l’artigianalità delle lavorazioni, tagli e rifiniture sono elementi che caratterizzano e differenziano i capi. Stiamo riscontrando un crescente interesse dei buyer esteri nei confronti dei nostri brand Pepita, Tatà e Papueen. Dal contatto diretto avuto in occasione degli ultimi saloni internazionali e a seguito dell’apertura dello show-room in Cina, è emersa una sempre maggior richiesta di prodotti made in Italy, unici per stile e qualità. Il made in Italy è irrinunciabile nei prodotti come i nostri, che si posizionano nella fascia di alto livello. Per questi, il mix di design e gusto italiano, artigianalità, qualità delle materie prime, delle rifiniture, rappresenta il vero valore aggiunto. In un mercato globale sempre più affollato, è fondamentale poter emergere per caratteristiche uniche e non riproducibili. Questo è il potere dell’Italian style. Chiara Fiorini (Giada Lingerie) La nostra scelta ormai da quasi 40 anni resta made in Italy, soprattutto di questi tempi in cui il mercato è invaso da prodotti standardizzati e spesso di scarsa qualità. Il made in Italy è diventato un vero e proprio marchio di garanzia per i prodotti, e un mix di creatività e qualità che soltanto la cultura, l’esperienza e la manualità delle lavorazioni fatte da italiani riescono a dare. I buyer spesso ci richiedono la provenienza del prodotto. L’Italia è riconosciuta a livello mondiale per le sue caratteristiche uniche di capacità creativa e estro nel design e nella progettazione. Il mondo intero ammira e confida in un prodotto made in Italy. Per noi una collezione made in Italy è l’espressione di una tradizione di arti e di mestieri, di lavorazioni artigianali e di sapienza industriale, nonché di grande cura al dettaglio maturate nel corso di decenni. Un prodotto made in Italy è facilmente riconoscibile, esce dagli standard offerti dal mercato attuale. Caterina Chiesi (Grazia ‘lliani) Il made in Italy nel settore tessile è una garanzia di stile e qualità. Nel contesto globale, come il mercato mondo che affrontiamo oggi, gli spazi si modificano velocemente, ma per aziende artigianali come la nostra è importante rimanere saldamente legati ai valori che ci appartengono da sempre, cioè stile, qualità, ricerca, innovazione, proprio per differenziarsi dal contesto sempre più aggressivo e caotico di chi sceglie altre strade. Questo ci mantiene in una nicchia di mercato che continua a cercare qualcosa di speciale, unico e differente. Ed è quello che i buyer internazionali ci chiedono cercando il made in Italy. Enrico Mascia (Lisanza) Le nostre collezioni sono prodotte tutte internamente da sempre. Questa è la base della nostra organizzazione aziendale che permette di controllare tutte le fasi di produzione sempre internamente. I nostri stabilimenti sono in Lombardia ed Emilia Romagna. Per alcune linee potremmo addirittura parlare quasi di km zero. Per esempio, nelle etichette della collezione uomo scriviamo made in Angera per far

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inchiesta capire che viene fatto in zona. Questa è una caratteristica molto apprezzata ma deve essere certificata, non basta dirlo e scriverlo. Una scelta che si paga in termini di costi più elevati, ma ripaga perché quando tutto è sotto stretto controllo si riducono tantissimo i prodotti da scartare e le seconde scelte. Tutti i nostri prodotti così sono di grande qualità e possono andar bene sia al cliente italiano che a quello straniero che apprezza il made in Italy. In generale comincia a essere accettato anche il made in Europe, ma il made in Italy resta comunque un aspetto importante al momento della scelta. Emanuela Corvo (Emamò) Per noi non si è trattato di una scelta fatta a tavolino. Quando ho creato il marchio Emamò avevo in mente un prodotto di grande ricercatezza, di design, valorizzato dall’eccellenza artigianale. Tutte caratteristiche esclusive del made in Italy. Nel nostro target di riferimento, di livello alto, è la condizione indispensabile per essere realmente interessanti nel mercato estero. Le motivazioni sono semplici: Italian touch and Italian design are the best and unique. È questo che ci sentiamo dire dai buyer stranieri. Per noi il made in Italy rappresenta lo strumento per realizzare perfettamente il mood delle nostre collezioni. Sono tutti quei fattori che, coniugati e declinati adeguatamente, valorizzano il nostro design e permettono di ottenere un prodotto di esclusivo fascino e di pregiata lavorazione. Il made in Italy è un patrimonio culturale di eccellenze artigianali, deve essere sempre più protetto, valorizzato e promosso, è il plus che unito alla nostra ricercata creatività ci caratterizza e ci esalta rendendoci ammirati e desiderati. Federica Colombo (Curve Pericolose) Curve Pericolose è un’azienda giovane, curvyfriendly, specializzata nella creazione di corsetteria e mare in coppe differenziate. Dopo un’esperienza più che ventennale come stilista free-lance per i più famosi brand italiani e internazionali nel 2006 ho deciso di affiancare allo studio stilistico un laboratorio di prototipi. Abbiamo così iniziato a sperimentare vari tipi di tessuto ottenendo capi sempre più tecnici. Nel 2008 nasce quasi spontaneamente l’idea, ma soprattutto il desiderio di creare un brand specializzato in intimo e mare in grado di unire l’aspetto tecnico a quello fashion. Un brand dedicato a tutte le donne e ragazze moderne dalle forme soffici e mediterranee, che rappresentano, dati alla mano, una buona fetta della popolazione (circa il 35%). Nel 2010 poi l’ingresso nella società di mia sorella Giorgia ha dato un nuovo impulso e un ampliamento alle collezioni con la sua esperienza. Tutte le nostre linee partono da un concetto fashion che viene poi adattato e trasformato al fine di ottenere capi portabili da tutte le donne che non rientrano nei canoni tradizionali di bellezza, che amano il loro corpo e vogliono sottolineare la bellezza

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delle loro curve, delle loro forme e delle rotondità senza rinunciare al comfort e alla vestibilità. La particolare attenzione ai dettagli e alla qualità delle materie prime utilizzate rende obbligatoriamente il nostro prodotto 100% made in Italy. I capi Curve Pericolose sono appositamente studiati e realizzati pensando alla donna contemporanea, una donna dinamica, attenta alle tendenze della moda, ma soprattutto alla qualità e al valore reale del prodotto che indossa. Obiettivo della collezione Curve Pericolose è infatti quello di riuscire a valorizzare la donna in ogni suo aspetto esaltandone la femminilità senza dimenticare i principi dello stile e soprattutto della vestibilità. Sartorialità e comfort sono quindi le parole chiave. Lo stile e la tradizione si fondono al fine di creare collezioni in cui il vero valore aggiunto del prodotto è rappresentato dalla qualità e dalla ricerca della costruzione. Il made in Italy è per noi, in quanto nuovo brand, una chiave di accesso ai negozi altamente specializzati. In alcune situazioni è una condizione necessaria per poter essere inseriti e questo gioca sicuramente a nostro favore! Gianni Busanna (Le Bonitas) La scelta di proporre al 90% il made in Italy nelle collezioni da noi prodotte e distribuite è da sempre una caratteristica imprescindibile di Le Bonitas in quanto è nostra convinzione che ciò dia un valore aggiunto al prodotto. Il nostro paese è da sempre visto come eccellenza produttiva e ci appoggiamo dunque a produzioni esclusivamente italiane eccetto che per i capi basic che necessitano un entry price difficile da poter ottenere con produzioni domestiche. I buyer stranieri pur non essendo sempre poi così influenzati nell’acquisto dall’origine del prodotto, vedono nel made in Italy una garanzia di qualità. Elena Fantini (Save the Queen!) Per le nostre collezioni le materie prime utilizzate così come tutte le singole fasi di lavorazione sui prodotti sono eseguite rigorosamente in Italia. Il made in Italy è per noi una storia di talenti, cultura dell’eleganza, maestria artigianale, prontezza innovativa e cura del dettaglio, creatività e intelligenza tecnica. Approcci gestionali innovativi si coniugano perfettamente con il forte legame per le antiche tradizioni artigianali italiane. Ogni capo presenta stampe disegnate a mano e tessuti esclusivi creati con dinamicità e romantica espressione artistica. La scelta di stampare i tessuti è una decisione legata non solo a un concept style, ma anche alla volontà di riscoprire una tradizione tutta italiana, che utilizza tecniche produttive sviluppate soprattutto nel comasco, dove facciamo stampare i tessuti utilizzando fino a 25 colori. I ricami sono eseguiti a mano con macchine Cornely così che ogni capo diventa unico e mai uguale a un altro: le ricamatrici, infatti, hanno manualità diverse che conferiscono al disegno una propria personalità. Luisa Montorfano (GPM) Il made in Italy della nostra azienda non è una scelta delle ultime stagioni dettata dalla maggiore attenzione del mercato, ma è da sempre il fine della nostra azienda che ha voluto trovare nello stile, tessuti e confezione un total made in Italy. Abbiamo anche avuto richieste dai buyer stranieri che richiedono un

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Pepita

prodotto made in Italy di qualità. Made in Italy per noi significa dare alla consumatrice una garanzia di qualità sul prodotto che acquista. Stefano Borghi (Elenia & Co.) La scelta è stata quella di proseguire con l’unico tipo di produzione conosciuta e garantita dalla società, cioè quella italiana, operata dal 1976. Si tratta di dna italiano davvero unico. Continuare una tradizione italiana è stata la vera vocazione di Elenia & Co., quindi ricercare e conseguire costantemente la qualità per la soddisfazione di una consumatrice sempre più esigente, genera riconoscibilità nel prodotto ma in termini di costi aziendali gli svantaggi ci sono. Produrre collezioni made in Italy è una filosofia che rimane tale se non ci sono valori in campo sufficienti per creare richieste da buyer stranieri. Prova ne è stata l’esordio di Alessandro Dell’Acqua, linea in cui si è abbinato un brand italiano molto apprezzato all’estero, con l’arte del saper fare italiana. In questo caso la richiesta è forte. In particolare, in paesi come Russia, Emirati Arabi, Francia, Spagna abbiamo già acquisito interessanti ordinativi. I valori del made in Italy come il design, la ricerca nei materiali, le rifiniture, la raffinatezza, la qualità in senso assoluto, sono un patrimonio da difendere e la combinazione di questi fattori il vero valore aggiunto che merita anche legalmente di essere tutelato con maggior rigidità nei controlli sulle produzioni da parte delle autorità competenti. Si deve arrivare a segnalare chi lo dichiara solamente usando

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in maniera ingannevole questa leva pur non riuscendo a riprodurre i fattori vincenti del vero made in Italy, squalificando quello che dovrebbe essere il vero valore aggiunto. Luca Pagliani (La Fabbrica del Lino) Il made in Italy è da sempre un must per la Fabbrica del Lino, in quanto segno distintivo di una passione artigiana dedita al valore del vero prodotto italiano di qualità. Una garanzia ricercata molto frequentemente anche dai buyer stranieri di tutto il mondo, che assicura per i prodotti con il nostro marchio, articoli unici, preziosi, interamente naturali e pratici, ottima qualità di produzione, un’eccellente cura nei dettagli e nelle finiture, rigorosamente realizzate a mano, durata nel tempo e creatività. Stefano Sciatti (Gruppo Alba) Buona parte dei prodotti economici che oggi troviamo sul mercato, a prezzi stracciati, è di produzione straniera (India, Cina, etc.). Noi abbiamo voluto riqualificare alcuni nostri prodotti per ridare nuovi stimoli alla nostra clientela, per creare nuove energie e argomentazioni nella vendita. Riceviamo spessissimo la richiesta di collezioni made in Italy anche da buyer stranieri. Anzi, loro sono proprio i primi a richiedere prodotti made in Italy e le motivazioni sono quelle che da anni ci rendono leader nel mondo per il nostro gusto e il nostro stile. Il prodotto italiano all’estero ha sempre rappresentato un’icona di stile e buon gusto, sinonimo di qualità, quindi permettendo e giustificando anche prezzi notevolmente più alti rispetto alla media. Il made in Italy rappresenta per ogni azienda italiana un prodotto più personale. È l’elemento distintivo che ci rende più qualificati. Questo è il suo valore aggiunto. E poi, per non essere troppo retorici, ci auguriamo che in futuro la produzione globale di ogni azienda italiana possa essere made in Italy almeno al 99%!

La DISTRIBUZIONE

Anche le boutique, da parte loro, stanno cominciando a scegliere di proporre ai consumatori collezioni made in Italy. Abbiamo chiesto a un campione significativo di boutique multimarca sul territorio nazionale, da nord a sud, come e perché hanno fatto questa scelta, se ricevono spesso la richiesta di collezioni made in Italy e quali sono le motivazioni della richiesta, infine, cosa rappresenta per loro il made in Italy e in cosa consiste il suo valore aggiunto in una collezione. Patrizia Romagnoli - Cliò Intimo (Bologna) Ho scelto collezioni made in Italy per garantire una produzione sicura e territoriale. Il consumatore è ormai prevenuto sulla qualità dei prodotti made in China, Thailandia, Taiwan, India, ma anche Romania che almeno è made in Europe, e spesso chiede di leggere l’etichetta. Ultimamente però, fatti recenti e informazioni mediatiche negative stanno deludendo anche le speranze di buona qualità della produzione del nostro paese. La diffidenza non è ancora dilagante ma s’insinua minacciosa. Il prodotto italiano è, da sempre, sinonimo di qualità e arte esecutiva. La creatività unita alla fiducia di materie prime opportunamente trattate e conservate, sono il valore aggiunto di ogni collezione. Anche e soprattutto nella psicologia di un consumatore che si identifica con il capo che vuole indossare.

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inchiesta

Intimo Bontempi Le Colibrì

Nunzio di Caro - Brancacci Angela Corredi (Gela, CT) Per il nostro punto vendita la scelta del made in Italy è una priorità assoluta. Stiamo molto attenti a osservare i campionari e a capire immediatamente la provenienza del prodotto: i materiali, le rifiniture non smentiscono mai la produzione made in Italy. Il nostro target di clienti è molto attento alla provenienza del capo che va ad acquistare. La prima cosa che ci viene chiesta è proprio se quel capo è stato fatto in Italia. Controllano molto spesso i sigilli e le etichette per essere ancora più sicuri di effettuare un giusto acquisto. Per noi il made in Italy rimane e rimarrà sempre il massimo dell’eleganza e della qualità anche perché ci battiamo tutti molto perché tutto venga prodotto in Italia, con la classica sartorialità di una volta per riuscire a rendere il capo unico e diverso da tutti gli altri. Siamo o non siamo il paese delle eccellenze? Lidia Cometti e Marco Fagnoni - Intimamente (Desenzano del Garda, BS) Il made in Italy è sempre stato un valore aggiunto per ogni collezione, un segno di indiscutibile qualità e ottima fattura. Per questi motivi prediligiamo proporre all’interno del nostro punto vendita prodotti made in Italy. Buona parte delle nostre clienti riesce già a individuare i capi made in Italy dalle evidenti qualità dei materiali, dalla raffinatezza dei colori, delle finiture e per loro chiedere se il capo è made in Italy è solo una conferma alla loro scelta. Riteniamo che con l’avvento di queste grosse catene e con la crescita esponenziale di negozi con prodotti di bassa qualità dove domina il made in China, i punti vendita di eccellenza possono trarre la propria forza proponendo prodotti made in Italy, riconosciuti in tutto il mondo come garanzia di qualità. Tiziana Incerti - Da Titti (Quattro Castella, RE) Sarebbe meraviglioso poter proporre nel mio negozio solo prodotti made in Italy ma non è sempre possibile. Molte aziende sono rimaste al palo, altre fanno produrre all’estero per essere più competitive, altre per dare più marginalità, creando prodotti senza rapporto qualità-prezzo, perciò per avere un discreto assortimento di proposte,

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Gomba Lingerie Glamour

Da Titti

si rende necessaria la vendita pure di articoli prodotti non in Italia. Molti clienti sono attenti ai prodotti nazionali, anche perché hanno la consapevolezza del know-how tradotto in qualità e del gusto italiano eccezionale, apprezzato in tutto il mondo. Ritengo inoltre che le nostre aziende non siano state sufficientemente aiutate dalle associazioni di categoria, che pur avendo fatto pressioni a livello governativo per poter ottenere aiuti e incentivare la loro continuità lavorativa, abbattendo i costi sulle loro produzioni leader nel mondo, non sono riusciti a farsi ascoltare in maniera incisiva, lasciando così spazio all’ingresso sul mercato di prodotti made in China e così via. Vera Fuzzi - Intimo Bontempi (Cattolica, RN) Capita sempre più di frequente che il cliente ricerchi l’etichetta made in Italy, in quanto sanno che il prodotto italiano offre sicuramente una garanzia di qualità, percepita come cura dei vari passaggi di produzione, cioè scelta del tessuto, taglio del capo, materiale con cui viene confezionato (fili di cotone, ganci anallergici , punti di supporto e altri), resistenza al lavaggio e non ultimo, condizioni di lavoro del personale. Penso non sia trascurabile, oltre ai motivi sopracitati, il fatto di favorire il lavoratore e perciò l’economia italiana, soprattutto in un momento di crisi come questo. Per me il made in Italy rappresenta innanzitutto un prodotto bello, buono, curato e che, unito a una secolare tradizione di artigianalità, conferisce al capo un proprio valore aggiunto, rendendolo così unico e inconfondibile. È importantissimo che un’azienda sottolinei con etichette questa artigianalità, valore questo da difendere e preservare dalla massiccia invasione di prodotti copiati e fatti male. Floriana Sirotti - Glamour (Cesena, FO) Parto dal presupposto che la caratteristica principale dei prodotti proposti alle mie clienti è la qualità e se parliamo di qualità, cura dei dettagli, estetica raffinata possiamo parlare solo di made in Italy. Quando parlo di made in Italy intendo fatto in Italia al 100% perché sappiamo che per legge si può utilizzare l’etichetta made in

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Intimamente

Margherita

Brancacci Angela Corredi

Eva

Gagliardone

Omero

Italy anche se viene lavorato in Italia solo parzialmente. Negli ultimi anni sempre più persone mi domandano se il capo che stanno acquistando è fatto in Italia: le acquirenti sono molto più attente al rapporto qualità-prezzo,non sono più disposte a pagare un prezzo alto, ad esempio, per un prodotto griffato ma prodotto in un paese asiatico a basso costo. Personalmente le mie scelte cadono sempre su prodotti made in Italy perché sono molto attenta allo stile, alla qualità e all’artigianalità che è unica al mondo. Siamo i più copiati ma mai eguagliati. Un motivo ci sarà... Nadia Gagliardone - Gagliardone (Saluzzo, CN) La nostra boutique esiste da tre generazioni e il nostro lavoro si è sempre basato su un rapporto di fiducia e stima reciproca con i nostri clienti. Da sempre abbiamo un occhio di riguardo per le aziende che propongono collezioni made in Italy e le riteniamo sinonimo di qualità, artigianalità, cura del dettaglio, se non addirittura sartorialità, come d’altronde tutto il mondo ci riconosce. Oggi tra l’altro l’acquisto di un prodotto made in Italy ha assunto una valenza ancora maggiore perché la crisi sta creando consumatori più consapevoli. Quindi quando questi decidono di non farsi trasportare solo da dinamiche di prezzo, vogliono trovare nel prodotto che acquistano più valori, anche quelli che si rifanno all’etica, morali e sociali. Nel momento in cui decidono di acquistare in un negozio mutimarca compiono un gesto che ha anche un messaggio importante in sé. Il consumatore italiano che acquista un prodotto made in Italy in un certo senso sostiene anche la situazione economica italiana. Ho notato che i miei clienti acquistano più volentieri un prodotto quando sanno che è fatto in Italia. Per gli stranieri poi il made in Italy è sinonimo di tradizione, storia, cultura ma soprattutto di un processo manifatturiero che loro non hanno. Avverto la necessità di non dare per scontato il made in Italy che soprattutto nel nostro settore andrebbe maggiormente tutelato, evitando la contraffazione, come è stato già fatto in altri settori, come il cibo, per esempio. In questo

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momento mi pare che il vento sia a favore del made in Italy ma forse sarebbe opportuno parlare anche di stile made in Italy, non solo di produzione. Deda Corti - Margherita (Milano) La scelta di proporre prodotti made in Italy non è di oggi. Per quanto ci riguarda i nostri fornitori ci hanno sempre detto che la loro produzione era made in Italy (anche se poi qualcuno magari mentiva). Per quanto riguarda la clientela non si può dire che ci siano richieste specifiche. Forse danno per scontato che la nostra sia un’offerta nazionale (a parte i francesi e gli altri stranieri che comunque di solito usano tessuti italiani). Eventualmente si stupiscono e si infastidiscono se trovano scritto sulle etichette che il prodotto è stato confezionato fuori Italia, ma non è un motivo per non acquistare. Il made in Italy, a parte l’orgoglio di proporre quello che a nostro avviso costituisce il meglio della produzione mondiale (e infatti scartiamo molte offerte di aziende straniere) ci garantisce qualità nel design, nei tessuti, nelle tinture e nella confezione eseguita da personale esperto. E ci sembrano già motivi sufficienti. Giancarlo Captano - Eva (Napoli) Il mio punto vendita è caratterizzato dal 70% di prodotti made in Italy, in quanto l’altro 30% è composto da marchi che purtroppo producono in paesi dell’est, ed è questa la pecca di queste aziende che essendo delle multinazionali producono in altri paesi e tolgono il lavoro ai nostri concittadini. Quando i nostri clienti acquistano le cosiddette griffe sono consapevoli del prodotto e del paese di produzione, ma quando entrano nel mio negozio e mi dicono che sono venuti da me perché vogliono un capo buono e soprattutto made in Italy, questo mi riempie d’orgoglio. La scelta del made in Italy è nata dall’inizio della mia attività proprio perché oggi in giro c’è di tutto, mentre il prodotto italiano si distingue per la qualità, la modellistica e tante altre caratteristiche positive che lo rendono veramente unico.

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inchiesta Elena Amisano e Maria Paola Xausa - Le Colibrì (Courmayeur, AO) La scelta di proporre prodotti made in Italy ha origine principalmente per due motivi. Innanzitutto il desiderio di rilanciare le aziende del nostro territorio e secondariamente per valorizzare la qualità e le caratteristiche uniche che appartengono ai prodotti made in Italy. Nel nostro negozio riceviamo spesso richieste di prodotti made in Italy soprattutto poiché le aziende italiane rispecchiano il gusto delle nostre clienti, che desiderano collezioni con un buon rapporto qualità-prezzo e che vengano prodotte nel nostro territorio. Inoltre essendo un negozio situato in una zona turistica di confine, ci troviamo spesso a contatto con clientela straniera che richiede prodotti made in Italy. Per noi il made in Italy rappresenta qualità, gusto e vestibilità che rendono i capi unici nella loro semplicità. Mara Gomba - Gomba Lingerie (Alba, CN) Fin dall’apertura del nostro punto vendita, nel settembre del 2008, abbiamo sempre valutato con grande cura le aziende che garantiscono il vero prodotto italiano. Questa scelta rispecchia il nostro particolare gusto che il made in Italy offre nell’unicità, raffinatezza e stile inconfondibile. Sappiamo tutti che l’investimento nel prodotto con marchio 100% made in Italy deve superare controlli non indifferenti di qualità, materiali, stile e a volte il prezzo non sempre è competitivo nel mercato attuale. La concorrenza dei grandi gruppi stranieri è forte e destabilizza molto le aziende che non possono permettersi di stare sul mercato tenendo conto di tutti gli elementi. Siamo in un momento storico di grandi cambiamenti su tutti i fronti. Noi siamo pronte alla sfida del futuro con grande umiltà continuando a seminare in ciò che crediamo e che finora ci ha premiate. D’altro canto le aziende che investiranno e crederanno nel loro lavoro avranno successo e la selezione sarà automatica. Le aziende facciano la loro parte e noi la nostra. La filiera potrà solo dare il meglio. Ed è quello che ci aspettiamo.

GLI STRANIERI

All’estero sono sempre più frequenti i casi di agenti che hanno scelto di portare collezioni italiane di qualità ai negozi. Patrizia Zevi - Favola (Parigi-Francia) Ho militato per vent’anni sul mercato francese con uno dei più bei marchi italiani (La Perla, fino al 2009) e lavorare in un’azienda che aveva una cultura di prodotto così forte mi ha spinta a continuare a collaborare (anche come consulente) con marchi italiani che si distinguono per un’autentica ricerca della qualità, una coerenza anche di filosofia e producono un vero made in Italy. Questi produttori riescono, grazie alla loro specificità, cioè al loro savoir-faire artigianale e alla loro autenticità, ad avere ancora dei veri brand che si distinguono per qualità e creatività made in Italy. Si tratta, in certi casi, di aziende che hanno delle dimensioni limitate ma con una storia ultradecennale di esperienza nella produzione e quindi di professionalità. Inoltre queste aziende possono dare un servizio ai clienti anche sul piano delle consegne in quanto la loro Patrizia Zevi

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Sandrine Thuret

produzione non è delocalizzata. Grazia ’lliani, Exilia, Gruppo Intimo Italiano (per la collezione Tatà), la Fabbrica del Lino, sono le aziende che rappresento e i miei clienti sanno che lavoro quasi esclusivamente con marchi italiani. Per i francesi made in Italy significa in ordine di importanza: creatività, qualità e servizio. Il made in Italy è lo specchio del nostro paese, cioè una ricchezza culturale enorme, dove ci sono ancora molti segreti da scoprire grazie all’artigianalità e alla flessibilità produttive dovute a dimensioni ridotte, a una voglia di superare e superarsi sempre, soprattutto di questi tempi. Vedo enormi sforzi da parte degli italiani con cui lavoro per gestire la crisi del mercato attraverso un attento studio dei prezzi e una rinnovata creatività. Molti sforzi riguardano anche il marketing. Pur non avendo grossi budget di pubblicità, i produttori sottolineano sempre l’importanza di supporti alla vendita e alle azioni promozionali che possono aiutare i dettaglianti. Sandrine Thuret - Les belles plantes (Parigi-Francia) Da una ventina d’anni vendo collezioni di lingerie a Parigi, prima per un altro agente poi nella mia società Les belles plantes che esiste da 12 anni. Fin dall’inizio mi è sembrato palese che il made in Italy fosse riconoscibile per il suo stile molto chic, colorato, per la sua creatività che non si trova nelle collezioni fatte in Francia. I miei clienti sono sempre stati colpiti dalla possibilità di affrancarsi un po’ dallo stile francese tradizionale. Le collezioni che vendo sono Valery, Verdissima e Verde Veronica, Verdiani, Rebecca and bros, Bacirubati e da sempre i miei clienti hanno richiesto espressamente collezioni made in Italy per il loro stile. Il valore aggiunto del made in Italy sta proprio nella creatività che si esprime anche nella ricerca dei materiali, dei colori, delle forme. Paul Mason - Paul Fashion Agency (Oxford-Gran Bretagna) Credo che l’underwear, la lingerie e il beachwear italiani rappresentino la moda al livello più alto sul mercato inglese. I produttori italiani poi offrono il meglio del meglio su tutti i livelli e sono in grado, anche nel minimo dettaglio, di proporre sempre qualcosa di estremamente originale e bello. Noi rappresentiamo brand di lingerie come Verde Veronica, Verdissima e Sielei, ma anche le collezioni di calze Trasparenze per la loro originalità e qualità ma soprattutto perché sappiamo che sono davvero fatte in Italia. I nostri negozi ci chiedono espressamente marchi italiani perché hanno davvero compreso la loro bellezza in termini di qualità, originalità, creatività che definiscono proprio il prodotto italiano. Chi crea le collezioni italiane è sempre un po’ più avanti rispetto agli altri nella scelta dei colori, dei tessuti e nel design. Il mercato inglese ha due grandi priorità: quella delle coppe differenziate e della vestibilità. In questi anni mi sono reso conto che l’industria italiana dell’intimo ha finalmente capito che esiste una richiesta forte di coppe più grandi e in qualche modo ha cercato di trovare una risposta. L’intimo ha lo stesso fascino del prêt-à-porter italiano, è simbolo di qualità, è l’essenza più pura della moda, trasmette passione e qualità. Paul Mason

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FOULARD MANIA 1. PIERRE MANTOUX 2. FÉRAUD BEACH 3. SALSEDINE GOLD 4. LUNA DI GIORNO 5. ALESSANDRO DELL’ACQUA 6. MISSONI 7. NODO D’AMORE 8. ROCHAS 9. SALSEDINE 10. PAPUEEN 11. DOMANI

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ROMANTIC TOUCH 7 1. GOTA BLANCA 2. GIOSEPPO 3. LOVENATURE 4. CHIARO SCURO 5. ALCHIMIA 6. PEPITA 7. FICHISSIMA 8. KARMA OF CHARME 9. GIOSEPPO 10. TENERA CARLOTTA 11. KARMA OF CHARME 12. LOVENATURE

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In questa pagina dall’alto. Fiori tropicali sul reggiseno e sullo slip ornato da un colibrì con coda trompe-l’œil. Macrofiori sulla tunica see-through stretta in vita da una cintura. Nella pagina accanto, coppe traforate per l’abito lungo con stampa tropical.

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In questa pagina. Fiori in rilievo sul triangolo sagomato con trafori, coordinato al tanga in tinta unita profilato a contrasto. Nella pagina accanto dall’alto. Geometrie in pizzo per la tunica indossata sul bikini con profili a contrasto e coccarda sullo slip. Petali di voile sul triangolo coordinato al tanga con laccetti effetto pitone.

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Raffinato intero profilato con cristalli sulle coppe differenziate da B a E, disponibile anche in versione bikini. Nella pagina a fianco, stampa floreale e ornamento di pietre per l’intero strutturato con coppe da B a E, disponibile anche nella versione bikini e coordinato ai fuori acqua pareo e dress.

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osservatorio di Mariacristina Righi

DONNE E COSTUMI Bisogni e desideri delle consumatrici nei confronti dei costumi da bagno in una ricerca di Invista presentata a Mode City

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In queste pagine, due immagini della campagna Unstoppable di Invista (in apertura, due pezzi della collezione Maryan Mehlhorn, in alto a destra, bikini Vitamin A).

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Una nuova indagine di mercato condotta a livello consumer e rivolta al settore swimwear, è stata presentata da Invista a Mode City a Parigi. La ricerca si è soffermata sui desideri e i bisogni delle consumatrici relativi ai costumi da bagno e sui nuovi vantaggi in termini di performance tecnologiche. I dati emersi offriranno non solo nuove prospettive empiriche riguardo al comportamento dei consumatori e gli elementi da loro ritenuti prioritari durante la scelta di un costume da bagno, ma rappresenteranno anche un importante strumento per le aziende per prevedere le aree di criticità che possono emergere durante l’acquisto di un capo beachwear. Esaminando i risultati non sorprende che la vestibilità continui ad essere l’elemento più importante quando si acquista un nuovo costume. Lo conferma il 97% delle donne che danno priorità a questo benefit rispetto a tutti gli altri. La maggior parte dei consumatori attenti alla moda acquistano un capo beachwear durante i preparativi per le vacanze o quando sono stanchi dei loro vecchi costumi da bagno. Durante il continuo processo di sostituzione, i consumatori valutano il livello di fedeltà al brand e al

punto vendita, basandosi specialmente sulle esperienze precedenti, negative o positive, con il capo beachwear. La ricerca di Invista evidenzia inoltre come il 40% del tempo in cui le donne indossano un costume da bagno sia trascorso in piscina (il restante è speso in spiaggia, nei luoghi con acqua dolce o al sole), situazione che mette i capi a contatto con numerose minacce: creme solari, cloro, sudore, olii per il corpo e alte temperature. Lo studio indaga anche le modalità con cui le donne si prendono cura dei loro capi: solo il 53% delle intervistate li lava dopo l’utilizzo e circa il 40% li lava o li risciacqua solo da asciutti, cosa che può accadere nella stessa giornata o anche dopo. Mettendo in relazione i comportamenti delle consumatrici e le performance dei capi, i test di Invista dimostrano che non risciacquare subito i costumi da bagno dopo l’utilizzo in piscina può esporli a numerosi rischi. L’indagine è stata condotta via web, a livello mondiale su oltre 2500 donne di età compresa tra 18 e 49 anni, che possiedono tutti o alcuni dei seguenti requisiti: personalità alla moda, istruzione di scuola superiore, occupazione professionale, reddito mini-

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osservatorio mo (solo negli Stati Uniti), aver acquistato almeno un costume da bagno negli ultimi 12 mesi, aver indossato un costume da bagno almeno 7 volte negli ultimi 12 mesi, non utilizzare il proprio costume da bagno solo per il nuoto agonistico o amatoriale. Le interviste sono state condotte dall’11 marzo al 22 aprile dell’anno scorso da Strategic Insight Inc., una società indipendente di ricerche di mercato, in sei paesi: Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Francia, Germania, Brasile. Nonostante l’industria definisca beachwear una categoria che non necessita di una particolare protezione dal contesto nuoto, tuttavia le consumatrici intervistate in tutto il mondo dicono di indossare i costumi prevalentemente in piscina mentre la spiaggia è al secondo posto. Solo il 9% non va mai in piscina. Dai risultati si vede che la fedeltà alla marca si traduce in opportunità di futuri acquisti. I consumatori di costumi da bagno del genere fashion comprano i costumi ogni anno, soprattutto per essere alla moda, non tanto perché il loro vecchio costume ha perso la forma. Gli acquisti fashion sono quindi indipendenti dalla durata del capo. In ogni caso se la consumatrice è soddisfatta delle performance del costume durante la stagione, è senz’altro più propensa a comprarne uno della stessa marca la stagione successiva.

LE ASPETTATIVE DELLE DONNE Ritratti

L’esposizione dei costumi da bagno al cloro

Pierre Mantoux

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è reale, frequente e può durare a lungo, dato che come abbiamo visto, le donne confermano che gran parte del tempo in cui indossano un costume da bagno lo trascorrono in piscina. La vestibilità impeccabile è uno dei requisiti richiesti per lo swimwear fashion (veste bene: 97% delle risposte, non cede: 92%). Le intervistate si aspettano di poter indossare i costumi da bagno più a lungo, ma la maggior parte di loro dichiara che i costumi iniziano a perdere forma e a lasciarsi andare prima del previsto. L’85% delle intervistate ritiene che un costume da bagno realizzato con un tessuto speciale potrebbe essere decisamente meglio o almeno un po’ meglio. Per l’indagine è stato chiesto alle donne quali sono i segni che identificano un costume da bagno usurato. Tra questi abbiamo le spalline che si lasciano andare (41%), parti di tessuto lise (35%), l’intero costume che si lascia andare (33%), nel costume intero il corpino che si lascia andare (28%), rottura della fibra e parti del costume lise (26%). I risultati rivelano anche che ben Il 79% delle consumatrici si aspetta che il costume duri almeno due o più stagioni e che il 71% rimane deluso quando il costume comincia a logorarsi molto tempo prima. La maggior parte dei danni è relativa alla rottura della fibra che causa la sgranatura del tessuto e la conseguente perdita di vestibilità. Quando un costume si lascia andare prima del previsto, le consumatrici danno immediatamente la

Shan

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osservatorio colpa alla marca. Il 71% delle intervistate dichiara infatti di essere meno disponibile ad acquistare nuovamente lo stesso marchio. Il 48% delle intervistate dichiara che, in futuro, comprerà altrove (addirittura in un altro store/boutique). E andando oltre i risultati, chi ha studiato i dati ha scoperto che in realtà quasi il 70% delle intervistate ha comprato una marca diversa da quella del costume che si è usurato troppo presto. In questo campo ci sono ancora enormi opportunità di sviluppare fedeltà a una marca. La delusione mette l’immagine del marchio a rischio.

I TEST DELLA RICERCA

Le indagini relative alle performance dei costumi simulano i comportamenti reali delle consumatrici. I nuovi test basati su ambientazioni reali del mondo swimwear e sulle aspettative delle consumatrici, dimostrano che la fibra Xtra Life Lycra è un valore aggiunto per un brand. Creme solari e acqua clorata: cosa succede al costume mentre si è in piscina? Tra un utilizzo e l’altro il tessuto del costume continua a degradarsi, anche una volta

uscito dall’acqua. Esposizione al calore: cosa succede quando si mette la borsa da piscina nel baule dell’auto? I risultati sono drammatici. La fibra Xtra Life Lycra offre una resistenza al cloro 5 volte superiore rispetto allo spandex. Il primo test è un’analisi comparata tra tessuti per lo swimwear realizzati con la fibra Xtra Life Lycra e tessuti realizzati con altri elastomeri per lo swimwear, provenienti da tre diversi produttori. Il test prevedeva 3 step. Il costume è stato cosparso di crema con fattore di protezione FDA. Poi è stato lasciato in ammollo per 10 giorni nell’acqua della piscina. Al termine si è proceduto all’esame della rottura della fibra. Solo la fibra Xtra Life Lycra non ha registrato nessuna rottura perfino dopo 240 ore di esposizione. Il secondo test è la prova del cassetto ed è comparativo di tessuti per costumi da bagno di 5 produttori, con l’impiego di 3 diverse fibre per lo swimwear. La fibra continua a rompersi anche nei cassetti. I consumatori espongono i loro costumi da bagno all’acqua clorata e alle creme solari e spesso non li lavano subito dopo l’utilizzo. La rottura del

tessuto continua anche una volta che il capo è stato tolto dall’acqua clorata. Gli step del test. Immersione del costume in acqua clorata per un range di tempo da uno a 10 giorni. Esame della rottura. Il costume viene posizionato su tester di trazione a tensione costante per registrarne la capacità di tensione e la curva di allungamento. Riesame della rottura. Il costume è stato tenuto fuori dall’acqua, senza utilizzarlo, per 3 settimane e successivamente riesaminato. Ripetizione del test di allungamento su un tester di trazione a tensione costante. Riesame del capo per la quarta volta. I risultati ci dicono che la rottura del tessuto ha inizio con l’esposizione e quella della fibra inizia dopo l’immersione e l’asciugatura poi aumenta con l’allungamento. I tessuti continuano a degradarsi anche a riposo. L’azione di danneggiamento si prolunga anche dopo che il costume è stato tolto dall’acqua. L’aggiunta di creme solari aumenta il deterioramento. Solo la fibra Xtra Life Lycra resiste alle rotture dopo i test. Nessun segno di rottura anche dopo 30 giorni, mentre qualsiasi tessuto comincia a rompersi senza dare segni di arresto, anche se il costume è

Qui a fianco, un’immagine della campagna Unstoppable di Invsta (bikini Sauvage).

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fibra può causare rapidamente l’usura del tessuto. Anche in questo caso l’azione di danneggiamento si prolunga anche dopo che il costume è stato tolto dall’acqua.

LA NUOVA CAMPAGNA UNSTOPPABLE

Invista ha dato vita a una nuova campagna di marketing globale. Unstoppable è finalizzata a promuovere la fiducia delle consumatrici nei confronti della fibra Xtra Life Lycra e presenta le nuove ricerche di mercato e gli interessanti risultati degli ultimi test scientifici di laboratorio condotti simulando le reali situazioni alle quali sono esposti i costumi da bagno. I risultati di tali test confermano gli incomparabili vantaggi della fibra Xtra Life Lycra, l’ultima frontiera della ricerca di Invista per lo swimwear. L’originale campagna di comunicazione si discosta dal tradizionale immaginario della piscina e del nuoto per ottenere dei visual di grande impatto che vedono i costumi indossati in situazioni

In questa foto, tessuto con elastam resistente al cloro dopo 240 ore di esposizione ad acqua clorata. A destra, tessuto con fibra Xtra Life Lycra dopo 240 ore di esposizione ad acqua clorata.

fuori dall’acqua ma anche quando il capo è riposto nel cassetto, specialmente quando poi lo si indossa. La resistenza dei tessuti con fibra Xtra Life Lycra è significativamente più duratura rispetto agli altri elastomeri. Il terzo test, del baule dell’auto, riguarda le alte temperature. Ad ulteriore riprova della maggiore resistenza della fibra Xtra Life Lycra in situazioni di uso quotidiano, il tessuto è stato sottoposto a test comparativo con un altro tessuto, rispetto alla capacità di resistenza alla rottura se posizionato all’interno di un baule d’auto. I campioni sono stati esposti al sole e al cloro per 120 ore poi riposti per 24 ore in un ambiente di simulazione delle condizioni di un baule d’auto alla temperatura di 140°F (60°C). Nuovamente, la fibra Xtra Life Lycra non ha subito rotture. Gli altri tessuti mostrano una considerevole rottura della fibra, causata dalle alte temperature. Il quarto test riguarda il mantenimento della forma e la vestibilità del capo. Un test di laboratorio con 120 ore di esposizione all’acqua clorata con la fibra Xtra Life Lycra contro elastam non protetto. Il nuovo test di performance evidenzia che la vestibilità impeccabile è un’aspettativa. La rottura della

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estreme, quasi paradossali. Tre i mondi che rappresentano le condizioni limite e che simboleggiano i vantaggi tecnici della fibra Xtra Life Lycra nella superiore resistenza alle rigide condizioni degli ambienti del beachwear. “Siamo orgogliosi di presentare la nostra nuova campagna Unstoppable per aiutare le consumatrici a sentirsi sicure nel momento in cui scelgono la fibra Xtra Life Lycra - ha detto Ninabeth Sowell, direttore marketing globale per i segmenti intimo e mare di Invista - La campagna trade e consumer è di grande impatto e coniuga in perfetta sintesi i benefit sia tecnici che emotivi relativi alla moda mare”. Per rappresentare le minacce provenienti dagli agenti esterni, Invista ha realizzato tre servizi fotografici: in Namibia (Africa), nelle isole Mauritius (Oceano Indiano) e sulle Alpi svizzere (Europa). Ideata e prodotta da Euro RSCG San Francisco, la campagna presenta il lavoro di Stan Musilek, che s trova tra i Best 200 Photographers of the World secondo l’archivio Luzers. La campagna Unstoppable è finalizzata a favorire la maggiore comprensione, al trade e al consumer, dei benefit della fibra Xtra Life Lycra interpretando al meglio il potente mix di risultati positivi espressi dalla recente indagine di mercato sulle consumatrici di tutto il mondo e dai test di laboratorio. I risultati dei test scientifici condotti sui tessuti per il beachwear, come si è visto, evidenziano che la fibra Xtra Life Lycra resiste alla rottura e alla perdita di elasticità 5 volte di più rispetto agli altri elastomeri resistenti al cloro. La nuova campagna è protagonista nei maggiori trade show di tutto il mondo come Mode City a Parigi, Xtra Life Lycra Brand Swimwear Show alle Mercedes Benz Fashion Week, ma anche a Mare d’amare a Firenze, a Salon Allure e le sfilate dell’associazione swimwear della Florida a Miami. Inoltre, a supporto della campagna sono stati sviluppati strumenti di comunicazione in distribuzione al trade, un video di backstage della campagna, un nuovo speciale cartellino, un video di animazione destinato al consumer, attività di promozione e concept in-store. La ricerca sulle consumatrici ha evidenziato che l’85% delle intervistate ritiene che un costume da bagno realizzato in un tessuto speciale potrebbe essere decisamente meglio o comunque un po’ meglio. Il 77% delle consumatrici è più propenso ad acquistare un costume da bagno con l’etichetta della fibra Xtra Life Lycra. Il cartellino con le performance della fibra Xtra Life Lycra ora include il nuovo benefit: resiste alle rotture della fibra e alla perdita di elasticità 5 volte di più rispetto agli altri elastam resistenti al cloro.

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