A&M

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intuire progettare emozionare

2011


CLIENTE: MANIFESTAZIONE: PROGETTO ARCHITETTONICO: CONSULENTE ARTISTICO:

CERDISA CERAMICHE CERSAIE 2010 ufficio tecnico A&M Production Francesco Roggero Studio ORIGINAL DESIGNER 6R5 PROGETTO ESECUTIVO: ufficio tecnico A&M Production SUPERFICIE: m2 400

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Rivisitazione della casa moderna che sconfina nella scatola trasparente orientale, con riferimenti ad artisti concettuali che da sempre lavorano con volumi primari come Sol Lewit. La pianta dello stand è “libera”, è una pianta centripeta nel cui cuore viene insediato l’elemento ordinatore che soggiace al sistema delle pavimentazioni e delle coperture solide locali. Tale elemento, che racchiude in se l’unica vera ambientazione dello stand, può ritenersi il core dello stand stesso, il suo perno architettonico. Per l’occasione la superficie in questione viene rivestita col prodotto master della produzione della Cerdisa-Gruppo Ricchetti. Dal nucleo mediano si diramano le pavimentazioni che vanno a definire i tre ingressi all’area. Il Curtain-Wall è stato iconizzato o, meglio, ramificato, per questa nostra mania di avvicinarsi alle cose naturali, forse anche per frustrazione visto che nella natura riconosciamo una bellezza non replicabile. Tutto il resto è un onda di luce bianca diffusa, che investe i prodotti ceramici.

A new interpretation of the modern home, which overlaps with the eastern transparent box, with references to conceptual artists who have always worked with primary volumes like Sol Lewit. The stand plan is “free” - a centripetal plan with the governing element in the middle, which is subject to the flooring system and the local solid roofs. This element, which comprises the only real setting of the stand, can be considered the core of the stand itself, its architectural pivot. For the occasion, the surface in question is covered with the master product of Cerdisa-Gruppo Ricchetti. The flooring arrangements branch out from the core, defining the three entrances to the area. The curtain wall has been used as an icon or, better, branched, in this craze of ours to get closer to natural things, perhaps also due to frustration seeing as in nature we can recognise an unrepeatable kind of beauty. All the rest is a wave of white diffused light, which hits the ceramic products.


La domus romana per l’occasione viene rielaborata, eliminando gli ordini antichi, gli abbellimenti classici, realizzando in definitiva un lavoro di riduzione all’essenziale della forma stessa. Nella composizione architettonica abbiamo lavorato sul concetto di assenza, concentrandoci sullo spazio centrale che doveva diventare luogo concluso e avvolgente, spazio privilegiato dal quale osservare lo stand e le sue ambientazioni, che volutamente si aprono verso di esso. Le stanze della villa perdono il loro carattere conviviale e vengono assimilate piuttosto assimilate ad una scatola con sorpresa, che ludicamente rappresenta la cellula primordiale dell’abitare. Tutto il sistema è tenuto insieme da una copertura che percorre l’sviluppo perimetrale dello stand e rafforza il disegno della corte centrale. Questa piazza privata è pavimentata con una piastrella della Cisa che emula egregiamente l’ardesia con la naturale irregolarità ed ammiccante imperfezione tipiche della pietra grezzamente spaccata. La superficie esterna ed interna dei cubicula si presta all’esposizione di molti altri prodotti, ma senza mai trascendere lo spirito generale del progetto improntato alla massima discrezione e sobrietà. Le ambientazioni, infatti, non sono mai ridondanti e benché esaustive risultano sempre molto minimali.

CLIENTE: CISA CERAMICHE MANIFESTAZIONE: CERSAIE 2010 PREMIO: Cersaie Award 2010 come migliore stand di grandi dimensioni nella categoria piastrelle di ceramica PROGETTO ARCHITETTONICO: ufficio tecnico A&M Production CONSULENTE ARTISTICO: Francesco Roggero Studio ORIGINAL DESIGNER 6R5 PROGETTO ESECUTIVO: ufficio tecnico A&M Production SUPERFICIE: m2 400

The domus romana has been given a re-make for the occasion, eliminating the ancient orders and classical embellishments and definitively creating a work that reduces its actual shape to the bare essentials. In the architectural composition, we worked on the concept of absence, concentrating on the central area that was to become a complete and embracing place, a privileged space from which to observe the stand and its settings, which were made to open out towards it. The rooms of the villa have lost their convivial character and are rather likened to a surprise box, which light-heartedly represents the primordial living cell. The whole system is kept together by a roof that covers the perimeter of the stand and reinforces the design of the central courtyard. This private square is paved with a Cisa tile that happily emulates slate with the natural irregularity and cheeky imperfection typical of roughly broken stone. The external and internal surfaces of the cubicula are suited to displaying many other products, but without ever going beyond the general spirit of the design, which is based on maximum discretion and sobriety. In fact, the settings are never superfluous and even if they are exhaustive, always seem minimalistic.

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CLIENTE: NOVELLINI MANIFESTAZIONE: IDEO BAIN 2010 PROGETTO ARCHITETTONICO: Sergio Santoro e Stefano Pendini architetti Studio SPAZIOVENTUNO COLLABORAZIONE: Agenzia VERTER PROGETTO ESECUTIVO: ufficio tecnico A&M Production SUPERFICIE: m2 150

Lo spazio espositivo viene pensato come una successione di volumi trasparenti ed opachi posizionati ad altezze diverse e con differenti altezze interne al fine di articolare il percorso espositivo legato ai prodotti Novellini. La qualità dei materiali scelti, l’uso di grandi pareti grafiche ad effetto e la proiezione di una serie di immagini ritmate da musica ambientale, trasferiscono ai visitatori un forte carattere emozionale. In questo modo i prodotti esposti assumono immediato interesse e nuova leggibilità per i visitatori.

The exhibition space is conceived as a sequence of transparent and opaque volumes, positioned at different heights and with different internal heights, with the aim of organising the exhibition route featuring Novellini products. The quality of the materials chosen, the use of large, striking graphic wall displays and the projection of a series of images set to the piped music come together to transmit a strongly emotional sensation to the visitor. This awakens immediate interest in the products and offers the visitor a fresh, clear interpretation of them.

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Esporre cucine in una fiera significa sopratutto ricreare un ambiente familiare ed accogliente cercando di accompagnare il visitatore in un percorso che lo porti a vedere tutti gli ambienti e tutti i prodotti esposti. Si è lavorato quindi su un contenitore che sembra essere generato dalla scissione di due blocchi che staccandosi abbiano lasciato al vivo una sorta di “nervatura” che evidenzia questo movimento di allontanamento. Questa sorta di nervatura è stata espressa tramite una serie di volumi dalla forma irregolare posti in sequenza che oltre a caratterizzare il lato lungo esterno dello stand , entrano anche all’interno dividendo nettamente la zona espositiva dal blocco accoglienza. I due blocchi di testa si distinguono nettamente dal resto dello stand poiche rivestiti di material plastico nero lucido ed in essi sono stati individuati in testa la zona reception e sul fondo la zona accoglienzatrattativa. L’ingresso principale è una sorta di foyer caratterizzato da linee inclinate che puntano tutte all’interno dello stand e che sono visibili soprattutto sui fianchi e sul soffitto tempestato di led, da una lunga reception posta davanti una parete bianca lucida dove si staglia il logo SICC. Ai lati della reception due tende in velluto nero indicano l’ingresso all’area espositiva che si sviluppa su un percorso che condurrà alla zona accoglienza dove vi un’area luonge e gli uffici per le trattative. Le caratteristiche salienti dell’area espositiva sono quelle di mantenere un soffitto basso che ricrei un ambiente domestico e il dialogo con l’esterno che lasci intravedere a chi si trova in corsia cosa avviene dentro.

Displaying kitchens at a trade fair means above all recreating a welcoming familiar environment that accompanies visitors along a path that shows them all the settings and products displayed. Hence, the focus here was on a container that seemed to have been generated by the splitting of two blocks that by separating left behind a sort of “rib” that highlights this distancing movement. This sort of rib was expressed through a series of volumes with irregular shapes arranged in a sequence which characterises the long external side of the stand, as well as coming inside, creating a clear divide between the exhibition area and the meeting block. The two end blocks are clearly distinguished from the rest of the stand since they are covered with shiny black plastic material and identify the reception area at the front and the meeting/negotiations area at the back. The main entrance is a sort of foyer marked by sloping lines that all point to the inside of the stand and that are especially visible on the sides and on the ceiling covered in LEDs, from a long reception set up in front of a shiny white wall where the SICC logo stands out. At the sides of the reception, two black velvet curtains indicate the entrance to the exhibition area which extends along a path leading to the meeting area where there is a lounge and the offices for negotiations. The main features of the exhibition area are the low ceiling that creates a domestic environment and the communication with the outside that lets anyone in the aisle see what is happening inside.

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CLIENTE: SICC CUCINE MANIFESTAZIONE: SALONE DEL MOBILE 2010 PROGETTO ARCHITETTONICO: Marco Benigni Architetto con ufficio tecnico A&M Production PROGETTO ESECUTIVO: ufficio tecnico A&M Production SUPERFICIE: m2 332


CLIENTE: MANIFESTAZIONE: PROGETTO ARCHITETTONICO: PROGETTO ESECUTIVO: SUPERFICIE: Lo spazio espositivo di HBG, leader nel settore dei video poker, prosegue uno stile ed un linguaggio compositivo definito ed in sintonia, ma sempre in continua evoluzione, con l’immagine e la comunicazione aziendale. Esigenza ormai primaria della committenza è di avere sempre un piacevole luogo di incontro dove comodamente intrattenersi , conversando di nuovi prodotti e strategie, sorseggiando un buon prosecco. Ecco l’idea di uno spazio di largo respiro, una piazza-salotto, senza pareti né soffitti, dove il colore e la luce particolare sono i protagonisti assoluti. L’uso di materiali d’effetto come il nobilitato nero lucido e le lame di luce arancione ( colore aziendale principale) nel banco reception e nel tappeto centrale, insieme alla grande immagine retro illuminata della nuova campagna pubblicitaria, finalizzano il progetto dandogli senso compiuto: pochi ma chiari elementi per confermare in modo forte e nobile la presenza di HBG ad ogni edizione.

HGB ENADA ROMA 2010 Renato Franchini architetto ufficio tecnico A&M Production m2 220 The exhibition space of HBG, leader in the video poker sector, pursues a composition style that is clearly defined and in line yet continually evolving - with the company image and communication strategy. Increasingly, what clients are looking for above all is a pleasant area where they can meet and comfortably and conveniently engage with visitors, sharing views on new products and strategies as they sip a glass of quality prosecco. This is what lies behind the idea of an ample space, a sort of sitting room, or town square, devoid of walls and ceilings, where colour and a particular kind of light play the leading role. The use of striking materials such as glossy black veneered wood and blades of orange light (evoking the main company colour) for the reception counter and the central carpet, together with the large back-lit image of the new advertising campaign, give a distinctive finishing touch to the project: a small number of elements that provide strong, noble, crystal-clear conformation of HBG’s presence at every edition.

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CLIENTE: MANIFESTAZIONE: PROGETTO ARCHITETTONICO: PROGETTO ESECUTIVO: SUPERFICIE:

GRASSELLI IFFA 2010 ufficio tecnico A&M Production ufficio tecnico A&M Production m2 240 The stand has two main requirements: dominating the pavilion with its own brand and creating an open space, a kind of square, for displaying its products and accompanying visitors. For the first requirement, a tall services block was designed, comprising the meeting area and offices, alongside an iron load-bearing structure to raise the customer’s logo as much as possible. The final effect is that of a false two-floor structure where the massive shape of the walls and slabs interacts with the use of glass and decorative elements. The “square”, on the other hand, houses the machines to be displayed and welcomes visitors with seats and an “information point”, all in an almost urban atmosphere characterised by organic shapes that are raised off the platform like a kind of streetlamp illuminating the square itself.

Due le esigenze principali dello stand: dominare il padiglione con il proprio marchio e creare uno spazio aperto, una sorta di piazza, dove esporre i propri prodotti ed accompagnare i visitatori. Per la prima esigenza, si è pensato ad uno sviluppo in altezza del blocco servizi, che racchiude l’area accoglienza e gli uffici, irrobustito da una struttura portante in ferro che innalzasse il più possibile il logo del cliente. L’effetto finale è quello di una finta struttura a due piani dove la consistenza dei muri e delle solette si contrappone all’uso di vetro ed elementi decorativi. La “piazza”, invece, accoglie da un lato le macchine da esporre, dall’altro il visitatore con sedute ed un information point: il tutto in un’atmosfera quasi urbana, caratterizzata da forme organiche che s’innalzano dalla pedana come lampioni di strada.

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CLIENTE: MANIFESTAZIONE: PROGETTO ARCHITETTONICO: PROGETTO ESECUTIVO: SUPERFICIE:

ALBORZ CERAMIC CEVISAMA 2010 ufficio tecnico A&M Production ufficio tecnico A&M Production m2 64

Il mercato occidentale per alborz rappresenta una sfida irrinunciabile. Le caratteristiche del prodotto veicolano con pregnante espressività soprattutto sotto il profilo delle scelte cromatiche il messaggio commerciale dell’industria iraniana di settore. Il confronto col minimalismo della cultura architettonica ospite incornicia la presentazione di un mosaico che può ravvivare qualsiasi ambiente domestico e di servizio. Non è necessario indugiare sulla sinuosità di superfici che morfologicamente si prestino ad evidenziare le potenzialità del catalogo. Rigore formale e controllo geometrico, stavolta, segnano il passaggio ad un livello d’attenzione più alto per le esigenze del mercato di destinazione.

The western market is an irresistible challenge for Alborz. The product’s features expressively convey the Iranian industry’s commercial message, particularly in terms of its colour range. The comparison with minimalist architectural culture surrounds the presentation of a mosaic, which can brighten up any domestic or work environment. There is no need to linger on the curved surfaces, whose shapes serve to highlight the catalogue’s potential. This time, formal rigor and geometric control mark the transition to a greater attention to detail in order to satisfy the needs of the target market.

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Un’isola espositiva pensata come un volume unitario scandito e racchiuso da un intreccio di rami che ricrea l’effetto di una “scatola” che contiene, senza occultare, i diversi volumi semplicemente articolati su una superficie anch’essa di ispirazione naturale (verde e disseminata di variopinte “tile towers”), tesa a riprodurre la sensazione di benessere dello spazio aperto, in uno spirito di simbiosi design-natura. Le diverse funzioni, raccolte in bianchi volumi rigorosi dialogano all’interno del contenitore: l’area per l’accoglienza, il volume degli uffici, i tre volumi propriamente espositivi. Questi ultimi si vestono dei prodotti presentati esaltando le diverse linee: l’area tile si sviluppa in una sorta di galleria espositiva con grandi pannelli scorrevoli, mentre l’area musica si presenta come una boutique colorata. Infine l’area mosaico presentata nei volumi e nel gioco di luci come una raffinata gioielleria. Comunicazione, natura, design sono in sostanza la materia costitutiva di questo spazio espositivo così come del prodotto presentato.

CLIENTE: MANIFESTAZIONE: PROGETTO ARCHITETTONICO: PROGETTO ESECUTIVO: SUPERFICIE:

An exhibition island designed like a unit volume marked and closed off by a web of branches that recreates the effect of a “box” containing, without concealing, the different volumes simply articulated on one of the surfaces, also of natural inspiration (green and scattered with multicoloured tile towers) aiming to reproduce the sensation of wellbeing of an open space interpreting a spirit of design-nature symbiosis. The different functions, collected in rigorous white volumes communicate with the inside of the container: the meeting area the volume of the offices, the three actual exhibition volumes. The latter are covered in the products presented exalting the different lines: the tile area is arranged in a sort of exhibition gallery with large sliding panels, whereas the music area is presented as a colourful boutique. Finally, the mosaic area is presented in the volumes and play on light like a refined jewellery shop. Communication, nature and design are essentially the material that comprise this exhibition area, like the product presented.

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CHARISMA CEVISAMA 2010 ELENA MONTI Architetto ufficio tecnico A&M Production m2 160


CLIENTE: MANIFESTAZIONE: PROGETTO ARCHITETTONICO: PROGETTO ESECUTIVO: SUPERFICIE:

Questa particolare tipologia di stand dove tre aziende diverse cercavano di fornire una visione integrata dei propri prodotti, mantenendo in ogni caso un’identità autonoma e distinguibile, ha suggerito l’idea di un involucro cavo, in cui ogni marchio, a seconda del punto di vista, potesse trovare il proprio spazio espressivo, senza rinunciare alla possibilità di apparire come la parte di un contesto più generale, valorizzato dall’evidenza della collaborazione aziendale realizzata tra i tre soggetti. L’occasione di fusione è stata colta nella costruzione di un cubo trasparente, messo nell’angolo più in vista dello stand, a mo di vetrina dei pezzi forti.

DISEGNO CERAMICA - BMT - LA TORRE MOSBUILD 2010 ufficio tecnico A&M Production ufficio tecnico A&M Production m2 100

This particular type of stand, where three different companies attempt to provide an integrated vision of their products while at the same time maintaining a separate, distinct identity, suggested the idea of a hollow shell, in which each brand, in line with its particular point of view, is able to find its own particular space for expression, without relinquishing the opportunity to appear as part of a more general context, enhanced by the clear collaboration at work among the three firms. The chance to blend these elements together was created by constructing a transparent cube, placed in the most striking corner of the stand and used as a sort of showcase for the key pieces.

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CLIENTE: MANIFESTAZIONE: PROGETTO ARCHITETTONICO: PROGETTO ESECUTIVO: SUPERFICIE:

KERAMIN MOSBUILD 2010 ufficio tecnico A&M Production ufficio tecnico A&M Production m2 100 Piano terra m2 60 Piano primo

Piano terra

Il Mosbuild 2010 segna una svolta radicale nel modo di presentarsi al pubblico da parte del marchio Keramin. A valle di un laborioso processo di affinamento delle soluzioni progettuali da adottare (guidato dall’officina architettonica di Aposteori - Mosca), dal difficile cantiere dell’Expocenter è emerso il frutto degli sforzi di un gruppo di progettazione piuttosto allargato. Il concept espresso è quello della casa contemporanea, nella sua declinazione più familiare, dove il rivestimento ceramico diventa allo stesso tempo struttura e decorazione, mezzo tattile e visivo per realizzare letti, camini, mensole, tavoli e perfino librerie. Il messaggio è chiaro: la duttilità del prodotto è tale da potersi adeguare ai contesti d’impiego più disparati, ai gusti più pretenziosi, alle condizioni cromatiche più problematiche. Nel catalogo Keramin c’è sempre una misura adatta al coronamento del sogno domestico di ogni famiglia. L’esposizione è stata vivificata dalla presenza di “inquilini a noleggio”, ma era evidente che era l’elemento umano l’ornamento e non la piastrella. il merito dell’operazione progettuale e commerciale è stato riconosciuto dalla scelta dell’ITE di assegnare al marchio il premio “best presentation of the company”.

Primo piano

Mosbuild 2010 marks a radical change in how the Keramin brand presents itself to the public. After a laborious refining process of the design solutions to be adopted (guided by the architectural workshop of Aposteori - Moscow), from the difficult Expocenter site, the result of the efforts of a rather extended design group has emerged. The concept expressed is the contemporary home, in its most familiar form, where ceramic tilings become structure and decoration at the same time, a tactile and visual way of creating beds, fireplaces, shelves, tables and even bookcases. The message is clear: the ductility of the product makes it suitable for the most varied use contexts, from the most pretentious tastes to the most problematic colour schemes. In the Keramin catalogue there is always a measure adapted to the crowing of the domestic dream of every family. The display was livened up by the presence of “hired tenants”, but it was clear that the ornament was the human element and not the tile. The merit of the design and commercial operation was recognised by the choice of the ITE who awarded the brand with the “best presentation of the company” prize. Onwards and upwards…

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CLIENTE: MANIFESTAZIONE: PROGETTO ARCHITETTONICO: PROGETTO ESECUTIVO: SUPERFICIE:

ARIOSTEA MOSBUILD 2010 Mirco Natalini – Ufficio tecnico Ariostea ufficio tecnico A&M Production m2 55

Mirco Natalini di Ariostea ha progettato uno stand dalle linee essenziali, per presentare il prodotto con semplicità e tecnicità allo stesso tempo: un’area ricevimento che reinterpreta l’eleganza di materiali pregiati in un ambiente universale, e una galleria che propone la gamma completa Ariostea in tutte le sue declinazioni: dalla forza della Pietra al calore dei Legni High-Tech, esposti in anteprima per questo evento, passando per le superfici più innovative e tecnologiche. In 55 m2 di spazio espositivo ogni dettaglio comunica il brand aziendale: dalle pareti di fondo nero ai tagli lineari e tecnici che celano lastre di puro gres porcellanato. Mirco Natalini of Ariostea has designed a stand consisting of essential lines, in order to present the product with both simplicity and functionality at the same time: a reception area which reinterprets the elegance of precious materials in a universal environment, and a gallery that offers the complete Ariostea range in all its forms: from the strength of the stone to the warmth of High-Tech wood, displayed for the first time in this event, through a series of highly innovative and technological areas. In 55 m2 of exhibition space, every detail communicates the corporate brand: from the black background walls to linear and technical edges that conceal pure porcelain stoneware slabs.

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Due aziende diverse devono condividere una stessa area ma nel contempo devono anche caratterizzarsi in maniera diversa. Si è deciso di concentrarsi sui lati lunghi dello stand e di creare per entrambe le aziende servizi in comune come l’area bar e l’area magazzino, lasciando gli ingressi a quest’ultima distinti. La morfologia del progetto prevede due pareti laterali alte 5 m. che con tratto repentino cambiano direzione, penetrano lo stand, facendo emergere il corpo degli ambienti espositivi. L’effetto è quello di una forza che perpendicolarmente al lato lungo preme su di esso costringendo la parete a rientrare. La stessa forza, poi, determina anche l’andamento dei soffitti che seguono i cambi di direzione delle pareti laterali e sembrano perdersi nel vuoto perchè completamente sospesi in testa allo stand. Il retro dello stand è caratterizzato invece da una serie di setti dai quali partono i soffitti. L’ingresso principale, posto sul lato corto, è caratterizzato al centro una un gioco d’acqua che rappresenta l’inizio di due percorsi, distinti per i due marchi, che condurranno poi all’area bar in comune. La separazione fisica dei due percorsi è rappresentata dal blocco magazzino.

Two different companies must share the same area but at the same time, they must distinguish themselves separately. It was decided to designate the long sides of the stand for each companies and create shared facilities like a bar area and the warehouse area even if the entrances to this remain separate. The morphology of the project involves two 5m high sidewalls which suddenly change direction, cut into the stand, emphasizing and towering above the exhibit areas. The effect is that of a force perpendicular to the long side pressing in on it, forcing the wall back. The same force, then, also determines the flow of the ceilings that follow the same direction as the side walls and seem to fade away because they are completely suspended at the front of the stand. The back of the stand is characterized by a series of ribs from which the ceilings are set. Among these ribs there are open areas that offer a glimpse inside the stand and which are placed are at all different angles, the ceilings are also likewise positioned in order to emphasize that even here the lateral force has determined the location of ribs. The main entrance, located on the short side, is distinguished for its water display which serves as the beginning of two separate walkways, distinct for each brand which then lead to the bar area. The physical separation of the two pathways is accomplished by warehouse section.

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CLIENTE: MANIFESTAZIONE: PROGETTO ARCHITETTONICO: PROGETTO ESECUTIVO: SUPERFICIE:

ESTIMA - LITOKOL MOSBUILD 2010 ufficio tecnico A&M Production ufficio tecnico A&M Production m2 160


Non é vero che abbiamo poco tempo: la verità é che ne perdiamo molto. (Seneca) Spesso ciò che ostacola la soluzione di un problema non sta nella natura della stessa, ma nella tempestività con cui la si attua. Negli ultimi mesi i contorni di quell’informe fenomeno chiamato crisi si sono delineati con maggiore precisione, lasciando intravedere più nitidamente i limiti di alcuni scenari finora solo parzialmente prevedibili. Si è cominciato a capire, ad esempio, che mentre da una parte sta prendendo corpo un’economia del declino, dall’altra c’è, a farle da contraltare, un’economia che si potrebbe definire della reazione. Questa seconda classe è solo un modo come tanti di filtrare il reale, proprio di chi crede che l’azione depressiva che un dato contesto svolge a danno di qulasiasi operatore economico possa essere controllata, se non addirittura contrastata, mediante l’opposizione al suo incedere di scelte coraggiose e rapide. Volendo brutalmente semplificare: “Vuoi risolvere il tuo problema? Basta essere veloce nell’individuarlo”. Il passo decisivo si compie, dunque, quando si crede di aver definito il problema. In quel frangente si ha la sensazione che tutto possa dipendere dalla ricerca della soluzione più opportuna. Si fa appello al metodo, ci si ripete di non dover cedere impulsivamente agli eventi, ma ciò che si va constatando, giorno per giorno, è che più che la soluzione stessa, conta la capacità che si ha di metterla in atto prima che sia troppo tardi. Arrivare tardi significa aver consentito al problema di fermentare, avergli consentito di estendere i suoi effetti a settori operativi che in prima battuta non ne erano rimasti interessati. In periodi di crisi, sarebbe opportuno attribuire, una volta di fronte al problema, una valore molto maggiore del solito al tempo che normalmente s’impiega per elaborare una reazione. La nostra azienda ha avuto la percezione che qualcosa, sul proprio mercato di riferimento, stesse cambiando in peggio quando la concorrenza ha inasprito il livello di competizione al punto tale da obbligarla a rinunciare alla competizione stessa per non rischiare più di quanto si potesse permettere. Che la situazione stesse degenerando, poi, lo si è assodato quando parte di quella concorrenza non è riuscita a reggere il livello di competitività che essa stessa aveva imposto al mercato. Quando si è capito che i servizi che offrivamo erano sostanzialmente in linea con i principi della certificazione qualitativa, che la volontà dei clienti di avvantaggiarsene fosse ancora viva, si è dovuto prender atto del fatto che per continuare a far si che la loro domanda e la nostra offerta si incontrassero, l’offerta dovesse mutare struttura. Non per essere ripetitivi, ma non si può non notare come, nel campo in cui l’A&M Production opera da decenni, lo stato di salute delle aziende servite sia percepito con molta più consapevolezza che da altri settori del mondo dei servizi. Un’azienda/cliente la cui produzione ha il carattere di una produzione industriale, quando si trova in difficoltà, prima ancora di pensare a come incrementare le proprie entrate, generalmente pensa a come ridurre i costi della propria esistenza: ciò che fino a quel momento si considerava un investimento finalizzato alla promozione della propria immagine e della qualità della propria produzione, si sposta sotto una luce diversa che ne mette in risalto il peso, un peso che a volte appare insostenibile. Le attività di diffusione sul mercato del proprio marchio, attività tra le quali occupano un posto non irrilevante le partecipazioni a manifestazioni fieristiche ed eventi promozionali in giro per il mondo, subiscono un rallentamento sintomatico e per noi allestitori immediatamente deleterio. Si pensa allora che si potrebbe continuare a stimolare il cliente, a tenerne desto l’interesse per l’autopromozione, offrendogli un servizio che gli consenta di ottenere grossomodo lo stesso feedback d’immagine senza necessariamente dover affrontare investimenti da prima repubblica. Sta a noi che offriamo servizi, in altre parole, far si che le attività di cui quei servizi si nutrono, possano continuare ad esistere. Abbiamo una parte molto consistente del nostro fatturato che fino a poco tempo fa era blindata dalla nostra capacità di scortare ed assistere l’immagine dei clienti verso destinazioni proficue ma difficili. Oggi questo, è dimostrato, non basta più. In cosa è dovuta cambiare l’offerta allora? La ricerca del problema è stata piuttosto semplice: il cliente ha bisogno, in un momento di crisi

come questo, più che in ogni altro, di farsi conoscere da altri potenziali acquirenti, di allargare il proprio portfolio; punta allora su quelle manifestazioni che maggiormente gli garantiscono tale risultato, tagliando la propria presenza presso altre manifestazioni e concentrandosi appunto su quelle più adeguate alle esigenze del momento. I capitali a disposizione sono però contenuti, non ci si può esporre finanziariamente ad un rischio tanto elevato senza avere nemmeno particolare fiducia nella possibilità di un rientro dell’investimento sostenuto. È qui che interviene l’opera dell’impresa di servizi. Il suo obiettivo diventa rendere appetibile anche in presenza di instabilità dell’investimento, il servizio offerto. Aem Production ha pensato che non potesse essere più proponibile accompagnare il cliente in giro per il mondo, pretendendo che questi pagasse oltre al biglietto per il proprio bagaglio (il prodotto) anche quello per il suo (lo stand). Ha dovuto quindi attrezzarsi affinché il contenuto del secondo fosse trovato di volta in volta in loco. Si è cominciato più di un anno fa dalla Russia e dall’Iran. Oggi l’A&M Italianstyle con sede a Mosca è una realtà viva, pulsante, che ha già migliorato la sua capacità di muoversi autonomamente sul difficile mercato russo, incrementando in pochi mesi di operatività di un 10 percento rispetto alla stagione scorsa il volume d’affari sviluppato. Ha una sede amministrativa propria, personale assunto in pianta stabile dedicato al managment, al rapporto con i fornitori locali, al marketing ed anche, sebbene in una forma più controllata, alla progettazione. Ha un proprio magazzino, una cerchia fidata di fornitori che collaborano in maniera feconda al buon esito di questo che è nient’altro che un tentativo di trapianto di un sistema nervoso da un corpo italiano ad un corpo russo. Al momento, se ci è consentita la metafora chirurgica, senza nemmeno il ricorso ad immuno-depressori, non ci sono sintomi di rigetto. La controllata iraniana sempre più da vicino segue gli sviluppi di un mercato, quello asiatico e medio-orientale, che è tanto lontano dai nostri standard organizzativi quanto sorprendentemente vicino negli obiettivi finanziari. Quello che si sta cercando di mettere in piedi non è un processo di replica e di riproduzione della stessa azienda in altre realtà fisiche, ma è l’idea di un network relazionale/commerciale, tessuto tra i vari continenti in cui operiamo, dalle maglie più strette a certe latitudini e più larghe o in via di restringimento verso altre. Ancora una volta l’azienda scommette sulle persone, investendo energie

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non solo finanziarie sulla formazione di giovani professionisti allenati fin da subito a quello che ci piace definire il problem searching, solo un attimo prima del solving. Contemporaneamente affina gli strumenti di lavoro, informatizzando processi di scambio informativo prima affidati solo alla carta ed alla parola, oggi controllati dalle forme più evolute di connettività in rete. In Italia, allo stesso tempo, si lavora con ritmo indefesso, all’abbattimento degli sprechi che ancora condizionerebbero negativamente il bilancio aziendale e che, diversamente da qualche anno fa, potrebbero risultare dannosissimi se non eliminati con tempestività. Stop allora all’impiego infruttuoso di capitali finanziari. La società sacrifica coraggiosamente una parte della sua liquidità per ingrandire il proprio centro logistico, annettendo alla propria warehouse altri 2000 mq di superficie coperta di stoccaggio, nel volger di non più di 3 mesi: come a dire “edilizia ad un ritmo da fiera”. In più si dota di uno dei più grandi impianti privati della zona per la produzione d’energia elettrica fotovoltaica. La struttura è già a regime. Si era capito che alcune voci di costo (affitti, utenze, manutenzioni) avrebbero dovuto essere drasticamente abbattute; sembrava folle dover spendere altri soldi per contenerle. L’unico modo per dimostrarlo era farlo, bene ed in fretta. Non siamo già in possesso dati che ci offrano la certezza del risultato, ma ci sono alcuni positivi indicatori che fanno ben sperare: la minor dispersione nella gestione di alcune lavorazioni, la disponibilità immediata del proprio parco di elementi a noleggio (che rappresentano il cuore nascosto dell’azione commerciale aziendale), la messa a reddito di fette di patrimonio fisico dell’azienda prima sottoutilizzate, sono tutti segnali che lasciano ben sperare in un veloce consolidamento della incipiente ripresa. Lo spirito dello sforzo straordinario che l’impresa sta facendo è quello di un caparbio lavoratore, che si rimbocca le maniche per dare nuovo impulso alla sua creatura. Lo fa con lungimiranza, adottando misure coraggiose. Affranca energeticamente la macchina dal petrolio, attingendo alla pulizia del sole. Intelligenza ecologica, efficienza organizzativa, sviluppo sostenibile, socialmente e finanziariamente responsabile, rappresentano i criteri che guideranno questo nuovo percorso imprenditoriale. Cosa ne avrebbe detto Seneca…?


It is not true that we have little time: the truth is that we have wasted a lot of it. (Seneca) Often what prevents us from solving a problem is not in the problem itself, but the time it takes to solve it. In recent months the boundaries of that shapeless phenomenon called crisis have been now outlined with greater precision, revealing the limits more clearly of some situations that previously had only been partly predictable. We have come to understand, for example, that while on one side a declining economy is being formed, there is, on the other side, what we could call a reactionary economy. This second one is just another way of interpreting reality by anyone who believes that the consequences of depressing any specific context against any economic operator may be controlled, if not thwarted, by opposing that operator’s efforts to press forward through courageous and rapid choices. If you want to oversimplify, we could say: “Do you want to solve your problem? Just be fast enough to spot it”. The decisive step is done, then, when you believe you have defined the problem. At that junction you have the feeling that everything now depends on finding the most appropriate solution. You rely on method, you repeat to yourself not to give in to a knee-jerk reaction to events, but what you should see, day by day, is that rather than the solution itself, it is the capacity to execute it before it is too late that counts. Arriving late means you have allowed the problem to ferment, you have allowed it to extend its effects to other operational areas which at the beginning may not have been involved. In a period of crisis, it would be advisable, when faced with a problem, to place much greater importance than in a normal business cycle on the speediness to work out a reaction. Our company have had the perception that something in their key target market has been changing for the worse since the competition heightened the level of competition to such a degree that it has been forced to abandon the competition itself in order not to risk more than it could afford. That the situation was degenerating, then, became obvious when part of the competition was not able to support the level of competitiveness that it had itself imposed on the market. When it became obvious that the services we offered were substantially in line with our principles of quality certification, that our customers were still willing to take advantage of this, it was necessary to take into consideration that in order to keep on ensuring that their demand continued to meet our supply, the offer would have to change. Not to be repetitive, but you can not help but notice that, in the field in which the A&M Production have been operating for decades, the state of health of companies served by us has been perceived with much more awareness than in other areas of the world of services. When a companies/customers whose production are characterized by an industrial production, are in trouble, before even thinking about how to increase their revenue, generally they think about how to reduce the cost of their own existence: what was once considered an investment aimed at promoting its image and quality of its production is now casted in a different light that emphasizes the weight of this cost that sometimes appears unsustainable. The task of promoting its brand on the market, which includes not irrelevant activities like participating in fairs and promotional events around the world, undergoes a symptomatic slowdown which for us organizers is immediately detrimental. Do you think it is possible to continue to encourage the customer to keep interest in self-promotion alive, offering a service that gets roughly the same image feedback without necessarily having to face the same level of investment as in good business times? It is up to us who offer services, in other words, to ensure that the activities on which those services depend can continue to exist. A very substantial portion of our revenues, until recently, had always been attributed to our ability to accompany and assist the customer’s image

towards rewarding but difficult targets. Today, it is shown that this is no longer enough. What is caused of the change in offer then? Research on the problem has been quite clear: the company’s needs, in a time of crisis like this, more than any other, to be known by other potential buyers, to enlarge their portfolio; leads them to concentrate on those events that guarantee such an outcome, to reduce their presence at other events and to focus on those most appropriate in meeting their present needs. However the available funds are limited, you cannot financially expose yourself to such high risks without

having at least some aspirations in the possibility of a return on investment. This is the job of service companies. Our goal, even in the presence of instability, is to make the investment, the offered service, more feasible. A&M Production thought that it would no longer be acceptable to accompany customers around the world, demanding that they pay in addition to the ticket for their luggage (the product) to pay also ours (the stand). The company therefore had to be equipped so that the contents of the latter was found from time to time already on site. This started more than a year

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ago in Russia and Iran. Today, A&M Italianstyle, headquartered in Moscow, are a breathing viable reality, which have already improved their ability to move independently in the challenging Russian market, increasing by 10 percent the turnover in a just few months of operation compared to the last season. They have their own administrative office and staff in permanent offices which deal with management, relationships with local sellers, marketing and also, albeit in a more controlled form, design. They have their own warehouse, a trusted circle of suppliers working together in a prolific way towards a common result which is nothing more but an attempt to transplant a nervous system from an Italian body to a Russian one. At the moment, if we can use the medical metaphor, this has been done without resorting to immunosuppressant drugs and without any signs of rejection. The Iranian-controlled unit follows closer and closer developments in the Asian and Middle-Eastern market, which is very far from our organizational standards but surprisingly close to our financial objectives. What we are trying to set up is not a replication or reproduction of the same company in other geographic or cultural realities, but it is the idea of a relational/commercial network woven between various continents in which we operate, sometimes with a tighter knit at certain latitudes and a wider one in others or even with a tightening one in still others. Once again we are betting on our people, investing not only financially in training our young competent professionals to deal with what we like to define as problem solving, just a moment before solving. Simultaneously we have enhanced our business tools, computerized our information exchange processes which before were done only on paper or by word of mouth, but now are controlled by the most advanced forms of network connectivity. In Italy, in the same period, we have worked at a tireless pace to reduce waste that would negatively affect any company budget and that, unlike a few years ago, could be very damaging if not promptly removed. We put an end to the unprofitable use of financial capital. The company have bravely sacrificed a portion of their liquidity to enlarge their logistic centre, annexing to their warehouse an additional 2000 m2 of covered storage area, in less than 3 months: as we say in the business “construction at an exhibition pace”. In addition to equipping one of the largest private installations for the production of photovoltaic electricity in the area. The structure is already up and operating. It was understood that some cost items (rent, utilities, maintenance) would have to be drastically cut. It seemed crazy to go spending any more money for them. The only way to demonstrate this was to do it well and quickly. We already have data to prove the certainty of this outcome, but there are also some other positive indicators that bode well: the lowest dispersion in management of certain processes, the immediate availability of a stock of rental items (representing the hidden strength of our commercial activity), obtaining income from some company assets which before had been underutilized. These are all signs which leave us to hope for a rapid consolidation of the incipient recovery. The spirit of the extraordinary effort that our company is doing is that of a tenacious worker, rolling up his sleeves to give new impetus to his being, which he does with foresight, adopting bold measures. Energetically freed from the use of oil, drawing from the clean sources of the sun. Ecological intelligence, organizational efficiency, sustainable development, socially and financially responsible, these represent the criteria that will guide our new entrepreneurial journey. What would Seneca have said...?


intuire progettare emozionare

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CLIENTE: MANIFESTAZIONE: PROGETTO ARCHITETTONICO: PROGETTO ESECUTIVO: SUPERFICIE:

L’orizzonte prospettico è il tema di Provenza, con uno spazio domestico riconosciuto e privo di ostacoli, dalla visuale aperta, accogliente e confortevole. La casa interpretata come spazio partecipativo, aggregante, raccolta di interessi e passioni. Il ribaltamento del sistema panottico, in cui osservare diventa condividere, dove intervenire significa partecipare.

The prospective horizon has a Provence theme, with a distinctive home space, without barriers, visually open, which is welcoming and comfortable. The house is interpreted as an interconnected socializing space for collecting interests and passion. The reversal of panoptical system in which watching becomes sharing, where intervening means participating.

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PROVENZA CERSAIE 2010 Ufficio Marketing Emil Ceramica Group ufficio tecnico A&M Production MQ. 160


Emilceramica presenta la propria visione degli spazi da abitare, in cui il quotidiano trova nuove libertà espressive, dove gli ambienti attraversano il tempo, tangibili e concreti. Contenitori sociali dove la realtà può svilupparsi in ambiti conosciuti, valorizzati dai volumi, dalle geometrie, dalla trasversalità delle linee pure. I tagli delle pareti offrono visuali inaspettate, tagli di luce, attualità espositive. Le superfici legano otticamente l’osservatore, lo portano ad esplorare ogni soluzione espositiva. Essenzialità, rigore, purezza delle forme: il supporto alla materia.

Emilceramica presents their vision of living spaces, in which the everyday objects find a new freedom of expression, where tangible and concrete environments pass through time. Social spaces where reality can evolve into distinguishable environments, enhanced by space, geometries, the transversality of pure lines. Carved walls offer unexpected visuals, streams of light and topical exhibits. Surface textures optically captivate the visitors, leading them to explore every exhibit. Simplicity, austerity, purity of forms: the support of material.

CLIENTE: MANIFESTAZIONE: PROGETTO ARCHITETTONICO: PROGETTO ESECUTIVO: SUPERFICIE:

EMILCERAMICA CERSAIE 2010 Ufficio Marketing Emil Ceramica Group ufficio tecnico A&M Production m2 320

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CLIENTE: MANIFESTAZIONE: PROGETTO ARCHITETTONICO: PROGETTO ESECUTIVO: SUPERFICIE:

COTTOVENETO CERSAIE 2010 Michele Loseto scenografo ufficio tecnico A&M Production m2 105

L’idea progettuale Comunicare la trasversalità dei prodotti: la metamorfosi di un disegno, attraverso più materiali.

Project Idea To communicate the transversality of the products: the metamorphosis of a drawing, through a variety of materials.

Come All’ingresso un grande rosone, montato verticalmente, restyling de I sassi del Piave, con un taglio per permettere l’accesso, accoglierà i visitatori. All’interno un lungo nastro decorato partirà dal pavimento, per diventare rivestimento. In questo percorso, il nastro cambierà materiale e colore, mantenendo lo stesso disegno.

How A large rosette of mosaic inlaid stone, vertically mounted, creates an entrance that welcomes visitors. Inside this a long decorated strip, starting from the floor, then becomes wall tiles. Along the way, it changes both material and colour but always retains the same design.

Il messaggio Proporre la potenzialità di Cotto Veneto, le capacità di realizzare un progetto artistico, studiato da un progettista, nei vari materiali.

The message To promote the potential of Cotto Veneto, the ability to create art projects, conceived by a designer in various materials.

Presentare, da parte di Cotto Veneto, un sistema produttivo che permetta di realizzare delle decorazioni, in tutti i materiali: vetro, ceramica e pietra. Così da sottolineare flessibilità e capacità produttive e, al tempo stesso, risolvere i problemi di combinazioni che spesso si creano tra pavimento e rivestimento.

To present on behalf of Cotto Veneto, a production system that allows for the creation of decorations, all different materials: glass, ceramics and stone. So as to emphasize flexibility and production capacity and, at the same time, to solve problems that often arise due to combinations between floor and wall tiles.

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CLIENTE: MANIFESTAZIONE: PROGETTO ARCHITETTONICO: PROGETTO ESECUTIVO: SUPERFICIE:

KERAMIN CERSAIE 2010 ufficio tecnico A&M Production ufficio tecnico A&M Production m2 64

Nelle ultime manifestazioni a cui ha partecipato Keramin ha richiesto ai progettisti di presentare in fiera un vero e proprio ambiente domestico, percepibile come tale sia dall’esterno sia dall’interno. Si parte dunque dall’assunto che lo stand deve somigliare ad un’abitazione. Una delle caratteristiche peculiari dei recenti spazi espositivi voluti dal cliente è rappresentata dalla tendenza a rivestire anche i mobili e gli arredi fissi in particolare con prodotti ceramici, per ragioni più commerciali che comunicative. Questa operazione, però, rischia di generare, quando applicata ad uno spazio contenuto, un’immagine forse troppo densa, quasi pesante. Lo stand al Cersaie 2010 ha voluto ovviare a tale prospettiva: il volume “casa” è stato topograficamente sezionato, restituendo un’immagine efficacemente evocativa e allo stesso tempo estremamente leggera e lucente.

In recent exhibits in which Keramin has participated they have asked their designers to provide in a truly home environment, perceivable as such from both inside and out. We therefore assumed that the stand should resemble a house. One of the unique characteristics of recent exhibition space required by the customer is represented by the tendency to cover everything also the furniture and the fixtures in particular with ceramic products, for reasons more commercial than communicative. This, however, runs the risk, when done in a limited space, of creating an image too cluttered, almost overloaded. The stand at Cersaie 2010 wanted to avoid such a prospective: the “home area” has been topographically dissected, creating an effective and striking image which is at the same time extremely light and bright.

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CLIENTE: MANIFESTAZIONE: PROGETTO ARCHITETTONICO: PROGETTO ESECUTIVO: SUPERFICIE:

ALTHEA CERAMICA CERSAIE 2010 MAYA DESIGN ufficio tecnico A&M Production m2 270

Su una superficie complessiva di circa 270 mq, la Ceramica Althea mira fortemente a comunicare il brand aziendale ed a confermare la propria creatività nel prodotto d’alta qualità. Lo schema distributivo e funzionale è molto semplice ed intuitivo da parte dei visitatori, i quali si trovano all’interno di questo spazio avvolti da una atmosfera unica, resa particolare dai sanitari esposti, dalle trasparenze dei diversi materiali e dalla dinamicità dei percorsi. Lo stand interamente pensato di tonalità di grigi, ha come elemento focale, percettibile da entrambi i fronti d’ingresso, due grossi marchi distintivi dell’azienda e delle vetrate dove si percepiscono le collezioni Althea. Al centro del percorso principale si colloca un’ area accoglienza con reception molto ampia, che lascia intravedere alle sue spalle, la zona bar e l’esposizione della moto del team Althea Racing, posta su un livello rialzato retro illuminato. Nelle gallerie laterali, si entra nel cuore dello stand dove si respira un concetto di home-living, attraverso elementi d’arredo e ampie vetrate scenografiche che introducono il visitatore agli uffici e all’ampia zona lounge.

In a total area of about 270 m2, Althea aim to convincingly communicate their company brand and confirm their creativity through the creation by quality products. The arrangement and functional layout are very simple and can be perceived through intuition by the visitors, who find themselves enveloped in a space with a unique atmosphere, made special by the display of bathroom fixtures, the transparency of different materials and the dynamism of the tour walk. The stand entirely composed in shades of gray, has as a focus point, visible from both sides of the entrance, two large distinctive company trademarks and a glass display where the visitors can see the Althea collection. At the centre of the main walkway there is a very wide welcoming reception area, from which you can get a glimpse at the rear bar area and a display of Altea Motorcycle Racing team which is placed on a raised platform with a backlight. In the lateral galleries the visitors enter the heart of the stand where they can experience the concept of home-living, through furnishings and wide scenic displays which then lead to the offices and lounge area.

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L’obiettivo primario del progetto è stato quello di enfatizzare il connubio tra l’identità dell’azienda e il suo prodotto, in particolare comunicare al grande pubblico del Cersaie 2010, i valori che hanno ispirato questa nuova iniziativa imprenditoriale di Waldemar Dzionek titolare di Valdi Ceramica, azienda leader nel settore della commercializzazione di prodotti ceramici per il mercato polacco. La sfida lanciata è all’insegna dell’innovazione e del design esclusivo del prodotto; l’azienda può basare infatti le sue potenzialità produttive sulla linea Continua, una tecnologia ad elevata flessibilità, in grado di produrre pavimenti e rivestimenti ceramici per l’architettura di numerosi formati, colori, materie, finiture e altre caratterizzazioni della superficie. Per dare ampio risalto a questi valori aziendali lo stand è stato ideato come strumento di comunicazione composto da volumi geometrici primari e da linee essenziali per favorire la presentazione dei prodotti con rigore e semplicità, uno spazio aperto e luminoso caratterizzato da grandi pannelli verticali in parete o inseriti in espositore per la presentazione delle lastre ceramiche di formato 120x120. Oggetto d’eccezione, leggibile dall’esterno e dall’interno con uguale impatto, è costituito dalla grande parete vetrata trasparente che disegna il lato lungo e l’altezza di quattro metri dello stand, rappresentando la sequenza grafica esplicativa dei moduli e formati che caratterizzano le collezioni dei prodotti presentati nella galleria centrale. In secondo piano, senza interferire con l’area espositiva, è stata allestita l’area destinata all’accoglienza dei visitatori composta da mobile bar e una serie di tavoli in grado di favorire una tranquilla attività divulgativa e di approfondimento. Il risultato è un’area espositiva luminosa, accogliente valorizzata dalla continuità visiva tra interno ed esterno che si manifesta come invito ad entrare, un’ occasione espositiva dedicata al prodotto ceramico con il quale lanciare una stimolante sfida al mercato.

CLIENTE: MANIFESTAZIONE: PROGETTO ARCHITETTONICO: PROGETTO ESECUTIVO: SUPERFICIE:

VALDI CERAMICA CERSAIE 2010 studio HYPERDESIGN ufficio tecnico A&M Production m2 55

The primary objective of the project was to emphasize the bond between the company’s identity and its product, particularly to inform the Cersaie 2010 public about the values that inspired this new business initiative of businessman Waldemar Dzionek, the owner of Valdi Ceramica, the sector leader in the ceramic products sector for the Polish market. The challenge is to find the innovation and exclusive design of the product. The company can actually base its potential productivity on the Continua line, extremely flexible technology that can produce ceramic flooring and tilings for architectural structures in various shapes and sizes, colours and finishes, materials and other surface area features. To make these corporate values stand out, the stand was created as a communication tool composed of primary geometric volumes and essential lines to encourage the presentation of strong but simple products. This will be a bright, open space with large, vertical panels on the walls or inserted in display cases to exhibit 120 x 120 ceramic slabs. An exceptional feature, which can be read from both inside and out, is the large, transparent glass wall that decorates the length of the exhibit and stands four meters highs. It includes images showing the molds and shapes that make up the collection of products on exhibition in the central gallery. On the second floor, without interfering in the exhibition area, is the welcome area with a mobile bar and a variety of tables to encourage conversation and exchange. The result is a bright, welcoming reception area that offers visitors a visual continuity between the indoors and out. It invites them to enter the ceramic product exhibition area with which to launch a stimulating challenge to the market.

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CLIENTE: MANIFESTAZIONE: PROGETTO ARCHITETTONICO: PROGETTO ESECUTIVO: SUPERFICIE:

SOLIMÈ ERBORISTERIA SANA 2010 Agenzia CREATTIVITÀ ufficio tecnico A&M Production m2 160

L’intervento progettuale ha mirato a rispondere a diverse e numerose esigenze. Per tutto il 2010, infatti, l’azienda erboristica Solimè ha promosso la sua nuova immagine istituzionale, quella dei suoi numerosi brand di prodotto e si è presentata sul mercato con nuove linee e con un sito completamente rinnovato. La dislocazione dei 160 metri quadrati di stand è avvenuta trasversalmente a un corridoio centrale dell’area fieristica, col risultato di far imbattere il flusso di persone su una struttura centrale recante i principali messaggi aziendali, introduttivi alle aree laterali dello stand. Da una parte l’erboristeria, cioè la zona che riproduce la tipologia di negozio Solimè, con un’area dedicata alle novità natalizie, dall’altra la zona business e l’area conferenze per addetti ai lavori, divise da pareti retroilluminate molto d’impatto, dedicate alle nuove linee di prodotti 2010. Uno stand che incarna spazialmente e visivamente la filosofia dell’azienda, improntata alla ricerca continua della qualità coniugando la tradizione erboristica ad una incessante ricerca di laboratorio. Da qui la scelta di pochi colori dominati: il verde Solimè, rappresentate la tradizione, che emerge da arredi e pannellature pulite e di colore bianco, il colore della modernità. Il tutto su un pavimento legno wengé, famigliare ai clienti dei tanti negozi dislocati sulla penisola. Infine la presenza di tante piante vive a ‘naturalizzare’ i diversi punti dell’area.

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The project intends to meet several, different needs. For 2010, the herbal company Solimè has promoted its new institutional image with its numerous brands of products and introduced new lines and a completely revamped website. The 160 meters square of stand space is located along a central hallway in the exhibition center. The goal is to have people move into the central structure where the main corporate messages are located, which are introduced on the sides of the stand. On one side there is the herbal area that is similar to the Solimè store and has a special area for new Christmas items; on the other side, there is another business and conference area for employees, divided by backlit walls to increase their impact, for new 2010 product lines. This stand spatially and visually incorporates the company’s philosophy, stamped by continued quest for quality that pairs herbal tradition with constant laboratory research. For, the choice of colours has been important: the green Solimè, which represents tradition, is the furniture and clean panels and is paired with white, the colour of modernity. This is all located on a wood floor, which is similar to that found in the stores located throughout Italy. Finally, there are many plants to breathe some “nature” into the various areas.


Presentare un elemento tecnologico dentro un’atmosfera accattivante. Acqua e aria, due elementi primari coinvolti dalle caldaie della Ninnai. Ritagliare l’aria è stata la prima idea, un grande spazio contenuto in una struttura di forte carattere organico, la quale contiene la grande “spiaggia” dove si sviluppa l’esposizione dei prodotti. Il tunnel sagomato fatto di pannelli paralleli è sufficiente a ricreare quest’atmosfera metafisica; ritmo, illuminazione e colori interpretano diversamente l’immagine dello spazio. Un gran dissipatore d’aria, le onde del mare, lo scheletro preistorico, queste le immagini visionarie, poste alla base del concept.

CLIENTE: MANIFESTAZIONE: PROGETTO ARCHITETTONICO: PROGETTO ESECUTIVO: SUPERFICIE:

RINNAI EXPOCONFORT 2010 Ricardo Storchi designer ufficio tecnico A&M Production m2 250

Presenting technology inside an enchanting space. Water and air: two of the main elements involved in the Ninnai furnaces. Cutting the air was the main idea, a part space with a strong, organic structure where there is a large “beach” on which the products are displayed. The outline of a tunnel, created by parallel panels, forms this metaphysical atmosphere; the lighting and colours interpret the various images of the space. A dissipater of air, the waves, the backbone of time….

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CLIENTE: KAMEN PAZIN MANIFESTAZIONE: MARMOMACCHINE 2010 PROGETTO ARCHITETTONICO: Aleksandra Krebel architetto Studio KOSTRENCIC-KREBEL PROGETTO ESECUTIVO: ufficio tecnico A&M Production SUPERFICIE: m2 100 Il progetto di uno stand, da un lato sembra un compito facile. Progettare un padiglione sulla superficie di 100 mq, per una manifestazione temporanea, non e una cosa esigente. Dall’ altro lato, il compito di realizzare un posto di comunicazione di idee, esperienze e sogni tramite la presentazione della pietra nelle sue manifestazioni principali, diventa sempre una sfida. La pietra che viene esposta fa parte dell’ architettura e forma lo spazio. I blocchi , nella loro semplicità materiale, accentuano l’entrata, e a lo stesso tempo , facendo parte della struttura portante, suggeriscono un modo diverso di costruire un padiglione. Il colore grigio scuro si utilizza per far risaltare meglio l’avorio della pietra naturale che viene esposta nelle diverse lavorazioni. Lo spazio interno si apre gradualmente, formando delle zone d’incontro diverse. L’idea del padiglione è nella semplicità delle forme dove la pietra esposta si manifesta come parte funzionale dello spazio formando: la strada, i banconi, i tavoli, le pareti..., sempre in contrasto con il grigio scuro delle pareti. La cosa più importante era creare un posto che suggerisca un’atmosfera accogliente, presentando la pietra nella sua bellezza naturale e come parte importante non soltanto dell’ architettura, ma della vita.

The project is a stand. On one hand, it seems like it’s a done deal. Designing a pavilion with a surface area of 100 meters square for a temporary exhibition is not a big deal. On the other hand, the task of building a place to communicate ideas, experiences and dreams by presenting stone in its paramount forms is a challenge. The stone that is exhibited is part of the architecture and forms the space. The blocks, a simple material, accentuate the entrance way and, at the same time, as part of the support structure, suppose another way to construct the pavilion. The dark gray colour is used to highlight the ivory colour of the natural stone that is exhibited in different areas. The internal area opens gradually, forming different meeting points. The idea of the pavilion is in the simplicity of its shape, where the exhibited stones are a functional part of the space, forming the road, banks, tables, walls… always in contrast with the dark gray walls. The most important thing was creating a place that hints at a welcoming environment, presenting the stone in its natural beauty and not just as an important part of the architecture, but of life.

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CLIENTE: MANIFESTAZIONE: PROGETTO ARCHITETTONICO: PROGETTO ESECUTIVO: SUPERFICIE:

PRIMESTONE MARMOMACCHINE 2010 ufficio tecnico A&M Production ufficio tecnico A&M Production m2 552

Brutal-chic si potrebbe definire il concept dello stand voluto per questa prestigiosa rassegna internazionale. Primestone sceglie l’essenzialità, porta sulla sua area lastre di pietra naturale poco più che grezze, accompagnate dalla fragranza ancora percepibile della cava d’estrazione. Massicci telai di legno ne consentono l’esposizione come all’interno di un’estesa area di stoccaggio, pronti per essere movimentati da futuristici bracci meccanici. Illuminazione da recupero dell’archeologia industriale ed una contenuta concessione al lusso della retroilluminazione completano sobriamente la vision del progettista.

The stand design for this prestigious international exhibition could be defined as brutal-chic. Primestone selects the bare essentials, bringing natural, almost unhewn stone slabs that still smell of the quarry into its area. Solid wood frames are used to display them as if they were in a huge warehouse, ready to be handled by futuristic mechanical arms. The designer’s vision is soberly completed by the recovered industrial lighting and a limited concession to luxury with backlighting.

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CLIENTE: JOVINO MARMI MANIFESTAZIONE: MARMOMACCHINE 2010 PROGETTO ARCHITETTONICO: Angela Fiorenza e Francesco Galuppo architetti Studio SPAZIO UNDICI PROGETTO ESECUTIVO: ufficio tecnico A&M Production SUPERFICIE: m2 105

Il progetto parte da un idea di spazio pubblico: la piazza come luogo di incontro dei visitatori, un luogo urbano punteggiato da piccoli manufatti che nella fattispecie hanno funzione di espositori. Questi, già utilizzati negli anni precedenti e disposti perpendicolarmente rispetto all’asse principale del padiglione fieristico, cadenzano e ritmano lo spazio, ponendosi come filtro scambiatore tra l’esterno delle “vie cittadine” e la “Piazza”, conferendo alla stessa un aspetto domestico. Quest’ultima, caratterizzata da una pavimentazione in “Cappuccino”, marmo estratto dalle cave che contraddistinguono il paesaggio di alcune zone del trapanese, collocato secondo uno schema progettuale preciso, fatto di allineamenti e di percorsi, che mettono il visitatore nelle condizioni di apprezzare la semplicità e la fruibilità di alcuni elementi di design presenti all’interno dello stand, descrivendo al contempo il percorso che partendo dall’estrazione trasforma la pietra in oggetto.

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The project was inspired by the idea of the square seen as a public space: a meeting place for visitors, an urban location dotted with small manufactured articles which, in this case, function as exhibitors. These, already used in previous years and arranged perpendicularly to the main axis of the fair pavilion, cadence and give rhythm to the space, acting as an exchange filter between the outside of the “town streets” and the “square”, giving it a domestic look. The latter, characterised by “Cappuccino” flooring, marble extracted from the quarries which mark the countryside of some areas of Trapani, in Sicily, is placed according to a precise design diagram made up of alignments and paths which place the visitor in a position to be able to appreciate the simplicity and usability of some elements of design in the stand, at the same time describing the path which, starting with the extraction, transforms the stone in question.


CLIENTE: PROGETTO ARCHITETTONICO: PROGETTO ESECUTIVO: SUPERFICIE:

EIFFELGRES Mauro Bellei architetto ufficio tecnico A&M Production m2 96

Questo allestimento presenta la collezione “sensible”. Si tratta di uno spazio che rivisita un piccolo ambiente abitabile, per esempio un appartamento. È come se nello show room eiffelgres fosse stato inserito un grande vassoio che mette in relazione ambienti diversi, esterni e interni, attraverso la leggerezza di grandi pareti permeabili.

This exhibition presents the “sensitive” collection. This is a space which revisits a small living environment, such as an apartment. It is as if a huge tray had been placed in the eiffelgres showroom, connecting different external and internal rooms through the lightness of large permeable walls.

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