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GeoSoEco_PlanoPolis Rivista OnLine Anno 1 Numero 0 in preparazione Edita da Associazione culturale senza fini di lucro Asiter-­‐GeoEcoPlanoPolis

Prof Gustavo Cecchini

Digitally signed by Prof Gustavo Cecchini DN: cn=Prof Gustavo Cecchini, o=Asiter-GeoEcoPlanoPolis, ou=Associazione senza fini di lucro, email=gust4267@gmail.com, c=IT Date: 2016.02.17 21:59:49 +01'00'

Ambiti per la Conoscenza e l’Azione 1. Geografia Fisica e Umana

2. Idrogeomorfologia, Territori, Cartografie 3. Ambiente naturale, Ecologia, Risorse

4. Agricoltura, Zootecnia, Alimentazione, Medicina 5. Industrie, Commerci, Servizi

6. Infrastrutture, Trasporti, Comunicazioni 7. Sociologia, Economia, Finanza 8. Architettura, Urbanistica

9. Polis, Luoghi, Città, Itinerari, Paesaggi

10. Planologia, Pianificazione, Piani, Programmi, Valutazioni 11. Antropologia, Psicologia

12. Pedagogia, Formazione, Conoscenza, Cultura 13. Letteratura, Poesia, Teatro, Musica 14. Arte, Scienza, Tecnologia 15. Archeologia, Astronomia 16. Religioni, Popoli, Civiltà

17. Storia, Informazione, Comunicazione, Mediateche

18. Politica, Interesse Pubblico, Partecipazione, Decisione 19. Glocale, Globale, Locale

20. Conflitti, Guerre, Migrazioni

21. Uomo, Natura, Cosmo, Futuribile Responsabile e Autore: Prof Gustavo Cecchini, Presidente

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17/02/2016


Ambito generale di riferimento 19 Politica, Interesse Pubblico, Partecipazione, Decisione Alcune definizioni Politica Scienza e tecnica, come teoria e prassi, che ha per oggetto la costituzione, l'organizzazione, l'amministrazione dello stato e la direzione della vita pubblica. Prassi conforme a determinati principi o direttive nell'esercizio di un'attività o di un potere decisionale. Interesse Pubblico Attività pratica relativa all’organizzazione e amministrazione della vita pubblica; arte del governo. Dai diversi ambiti nei quali la vita pubblica si sviluppa derivano le specifiche determinazioni che la polita acquista (internazionale, economica, finanziaria, ecc.). Per interesse pubblico in diritto s’intende l'interesse proprio della pluralità di individui che è la comunità costitutiva dell'ordinamento giuridico di riferimento, considerata come unità. Partecipazione Presenza o intervento in un fatto di ordine o interesse collettivo Decisione La decisione è presa nell’interesse pubblico quando serve i fini dell’intero pubblico e non di qualche suo segmento. Finalità che privilegino le comunità e non l’interesse personalistico, di lunga durata anziché effimeri, generali e non particolari, pertinenti al ruolo pubblico, frequenti statisticamente e giustificati moralmente. Si riportano di seguito alcuni post, presi dal Web, sul tema della decisione politica del Sindaco di Predappio di recuperare e utilizzare la Casa del Fascio, architettura razionalista del 1937, come Museo Storico del periodo Fascista. Ci si pone la domanda sul processo decisionale politico che sarebbe necessario per capire quale potrebbe essere l’interesse pubblico a una tale utilizzazione o a una diversa destinazione. E’ necessaria una partecipazione delle collettività interessate, soprattutto quelle della provincia di Forlì-­‐Cesena, oltre ovviamente alla cittadinanza di Predappio? O basta una decisione del Sindaco e Giunta con la ratifica del Consiglio Comunale, senza nessuna partecipazione?

IL CASO DI PREDAZZO E DEL MUSEO DEL FASCISMO

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17/02/2016


Predappio, per il museo del fascismo 4,5 milioni di euro pubblici - Repubblica.it

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2016/02/16/news/forli_per_il_museo_del_fascismo_4_5_milioni...

METEO

Predappio, per il museo del fascismo 4,5 milioni di euro pubblici La casa del fascio a Predappio

Per il progetto, sul quale c'è anche l'avallo dell'Anpi, si muove il Governo: il sottosegretario Luca Lotti è già andato di persona in paese. Gli altri finanziamenti da Regione e Comune. Il sindaco: "Siamo maturi per un'opera del genere" di ELEONORA CAPELLI 16 febbraio 2016

PREDAPPIO (Forlì) - Il museo del fascismo a Predappio dovrebbe aprire i battenti nel 2019, con un costo complessivo di 5 milioni, di cui 4,5 sarebbero fondi pubblici. Queste le coordinate dell’opera, per cui il sindaco Pd Giorgio Frassineti conta di ricevere 1,8 milioni da un bando regionale con contributi europei per “interventi culturali con forte attrattività turistica” (la graduatoria è attesa per aprile), mentre 500 mila euro li può stanziare direttamente il Comune. “Altri 500 mila euro li metterebbe la Fondazione Cassa di risparmio di Forlì – spiega il primo cittadino – mentre per i due milioni mancanti ha speso parole di interesse al progetto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti, che è venuto il 29 gennaio. Ora aspettiamo i tecnici di Palazzo Chigi per la prossima settimana per un sopralluogo nel Palazzo del Fascio che andrebbe ristrutturato per renderlo appunto un centro studi sul ventennio”.

Il sindaco di Rimini: "Vietare i souvenir fascisti"

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I fondi regionali sono naturalmente legati a un bando, quindi non ancora certi, ma Frassineti assicura di avere "contatti quotidiani con viale Aldo Moro” e sente di avere le carte in regola. Il progetto ha avuto pure l'avallo dell'Anpi e dell'Istituto storico per la Resistenza di ForlìCesena, e porta con sé una riflessione sull’opportunità di costruire un centro studi sul fascismo proprio nella città natale di Benito Mussolini, che ancora oggi è meta di rievocazioni nostalgiche tre volte all’anno: nel giorno della nascita del Duce, nel giorno della sua morte e nell’anniversario della marcia su Roma. I NUMERI Vini, resort e...Mussolini: boom di turisti a Predappio Page 3 of 10

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Predappio, per il museo del fascismo 4,5 milioni di euro pubblici - Repubblica.it

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“Abbiamo delegato ad altri il tema della nostra storia – dice Frassineti – il problema è proprio questo. Abbiamo rimosso il passato e non sappiamo farci i conti. Il centro studi servirebbe proprio a questo. Ci sono tanti musei sul Novecento, sul Risorgimento, sulla Resistenza. Manca invece una riflessione sugli anni dall'ascesa alla caduta di Benito Mussolini. La cultura è l’arma più forte per contrastare il pregiudizio e Predappio è la città giusta per quest’opera”. Un tema delicato, che viene sollevato all’attenzione pubblica ogni volta che su una bancarella a Rimini o a Forlì si trovano gadget di dubbio gusto inneggianti alle gesta del Duce. "La bottiglia di vino con la faccia di Mussolini si trova ormai ovunque – dice Frassineti – Predappio ha sempre avuto sindaco di sinistra dopo il ventennio, anzi diciamo proprio comunisti. Questo paese è maturo per sapere cosa è successo in un periodo che c’è stato, è inutele rimuoverlo".

Camicie nere a Predappio per la Marcia su Roma

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L'assessore: "Un centro su tutti i fascismi". “Non un museo statico, ancor meno nostalgico e rievocativo, ma un centro vivo di riflessione, studio, documentazione e divulgazione contro tutte le forme di dittatura” sottolinea l’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti, che cerca di allontare "infondati equivoci” legati alla nascita di un museo. "L’idea, dunque, “è di partire laddove simbolicamente il fascismo è nato, per studiarne l’evoluzione fino ai nostri giorni, in cui drammaticamente si sta riproponendo in nuove forme sullo scenario europeo". Le reazioni. "Costruire un luogo che ricostruisca la storia del Novecento italiano, che faccia i conti con il nostro passato ed esamini e spieghi come sia stato possibile che un intero popolo si sia consegnato nelle mani di regimi totalitari. E' questo ciò che vogliamo costruire a Predappio" spiega il deputato romagnolo del Pd Marco Di Maio. "Se l'intenzione è quella di creare un luogo di memoria sui crimini fascisti ben venga. Credo tuttavia che possa essere questa l'occasione per riaffermare la richiesta di integrare il reato di apologia di fascismo" aggiunge il capogruppo del Pd della Regione Emilia-Romagna, Stefano Caliandro. «A Predappio non nascerà nessun museo del fascismo ma un luogo che ricostruirà la storia del Novecento italiano - ricorda, infatti, Caliandro - e spiegherà come sia stato possibile che un intero popolo si sia consegnato nelle mani di regimi totalitari, ed anche l'Anpi nazionale è coinvolta in questo percorso». Quanto all'integrazione della legge Scelba sulle fattispecie del reato di apologia di fascismo il Pd regionale ha già presentato nei mesi scorsi una risoluzione che invita la giunta ad attivarsi per l'aggiornamento del codice penale. «Credo che questa richiesta - aggiunge Caliandro - oggi sia ancora più importante ed attuale davanti alla notizia del Museo».Diversa l'opinione di Giovanni Paglia, Sel: "Realizzare un museo del fascismo è un'idea sbagliata, per di più con finanziamenti pubblici. L'Italia ha già molti luoghi che ricordano il fascismo e la sua storia".

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Vita da commessa di Laura Tanfani

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Museo del fascismo a Predappio? L'estrema sinistra va in crisi isterica - Secolo d'Italia

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Museo del fascismo a Predappio? L’estrema sinistra va in crisi isterica di MARIANO FOLGORI

martedì 16 febbraio 2016 - 17:07 A- A-

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Passano i decenni, le capigliature si imbiancano, le file si diradano, ma l’estrema sinistra rimane la stessa. Stessi i riflessi pavloviani. Quando sentono parlare di fascismo i “compagni” cominciano a urlare e a imprecare. L’ultima crisi isterica l’ha provocata la notizia della realizzazione di un museo del fascismo a Predappio. Non controlla ad esempio i nervi il leader di Prc Paolo Ferrero. «Apprendiamo dalla stampa che nel 2019 a Predappio nascerà il museo del fascismo: questa decisione è un insulto ai milioni di morti della Seconda Guerra mondiale, ai deportati nei campi di concentramento, ai partigiani morti per la libertà, a chi ha subito la repressione del regime fascista». Così tuona in una nota il dirigente neocomunista. Il fascismo per Ferrero & compagni è il grande e impronunciabile tabù, una sorta di entità metafisica di cui dire tutto il male possibile. E così Ferraro non si controlla. «Non sfugge a nessuno che Predappio è diventata nel corso degli anni una meta di un vergognoso turismo nazifascista da tutta Europa, il museo del fascismo sarebbe il tocco statale a questa situazione di per se già indegna. Il fascismo oltre ad essere stato un regime dittatoriale ha collaborato fattivamente con i nazisti all’Olocausto e alla Seconda Guerra Mondiale combattuta dalla parte sbagliata. Il museo del fascismo è un’offesa a tutti e tutte coloro che sono morti a causa del fascismo e dei suoi alleati». Di fronte ad affermazioni così sfrontate e insulse non si sa se ridere o piangere. L’unica cosa che si può solo supporre è che, a Ferrero, il fantasma del fascismo serve solo per giustificare ideologicamente l’esistenza di un partito superato orami, da parecchi annim dalla storia.

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Il museo del Ventennio si farà grazie a un sindaco "fasciocomunista" - Secolo d'Italia

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Il museo del Ventennio si farà grazie a un sindaco “fasciocomunista” di ADELE SIROCCHI

martedì 15 settembre 2015 - 12:05 A- A-

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Era solo un’idea, un progetto, una chiacchiera. Ora invece quella missione prende corpo e concretezza: il museo del fascismo a Predappio sta diventando realtà, almeno a sentire il sindaco Giorgio Frassineti, che è del Pd ma è anche renziano e da sei anni coltiva questo suo sogno rivoluzionario. Ora, dice al Foglio il sindaco Frassineti, il Comune sta per diventare, questione di giorni, proprietario del palazzo del Fascio e lì, in uno spazio di 2700 metri quadri, sarà allestito il museo. Sul nome, però, il sindaco appare incerto: lo decideremo in seguito. E già: si chiamerà museo del Fascismo e o più pudicamente museo del Ventennio?

Un museo necessario per raccontare ciò che è stato rimosso Frassineti è talmente entusiasta della sua idea che racconta di avere avuto anche il consenso di Renzi: “Era lo scorso 16 maggio. Gli raccontai la mia idea e lui mi disse delle parole per me definitive: bravo, vai avanti”. E previene le polemiche, che non mancheranno di sicuro: “Voglio questo museo per la stessa ragione per cui in Germania si trova il museo della Shoah: la storia, per comprenderla, la devi guardare negli occhi, anche se può fare male. Mi dicono: fermo, così celebri, non racconti, così trasformi Predappio nella Mecca dei fascisti italiani. Stronzate. Una buona politica, quando ha in mente un obiettivo, ha il dovere morale di rischiare”.L’operazione che il sindaco di Predappio vuole fare si chiama “storia, non revisionismo”. Il “suo” museo avrà il compito non facile di scardinare decenni e decenni di rimozioni e demonizzazioni. Non è possibile, secondo il sindaco, “continuare a far finta che quegli anni non hanno cambiato l’Italia in un modo che forse vale la pena di raccontare”. Non è possibile, in definitiva, che per spiegare quello che è successo in quei vent’anni sia sufficiente “qualche foto di Mussolini appeso a testa in giù”.

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Il museo servirà anche per i numerosi visitatori di Predappio C’è fervore storiografico in questa iniziativa ma il sindaco si è fatto anche due conti, e i numeri dicono che a Predappio l’afflusso di visitatori è in continua crescita: gli arrivi dei turisti italiani sono cresciuti del 212%, passando dai 368 del 2014 ai 1151 del 2015, mentre le presenze sono aumentate quasi del 120%, salendo da 912 a 2006. A 3 zeri, invece, l’aumento di oltre il 1000% degli stranieri, che sono passati dai 34 arrivi dello scorso anno ai 383 dell’anno in corso, di cui 142 solo a luglio.Il museo del fascismo, dunque,sarà il fiore all’occhiello di questo specialissimo tour romagnolo.

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17/02/2016

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Commento Prof Gustavo Cecchini 17.2.2016 Tutti i Diritti Riservati

Ci si racconta che si vorrebbe fare un Museo della storia del periodo fascista. Ben venga la conoscenza della Storia, anche se ne abbiamo altri, ma la domanda che mi pongo è perchè a Predappio dove ogni anno vi sono pellegrinaggi dei nostalgici del periodo fascista che, in camicia nera, circolano per il borgo e fanno la messa a Mussolini? E' un motivo speculativo per fare aumentare le vendite? Ma allora non potrete impedire che sorgano le bancarelle tipo Padre Pio e quindi alla necessaria propaganda fascista che indirettamente ne farebbe banalmente seguito. E' giusto ristrutturare la Casa del Fascio ma si potrebbero realizzare tante altre cose, per esempio una grande Casa della cultura multimediale per lo Studio della Storia, finalizzato al chiarimento delle problematiche della nostra epoca e fare rientrare anche il periodo del Fascismo, ma partendo dalla seconda metà dell'ottocento fino ad oggi. Perché limitarsi soltanto a quel periodo? I due quotidiani riportati, la Repubblica di Bologna e Il Secolo d’Italia guardano alla problematica in modo differente, il primo cerca di giustificare la decisione del Sindaco PD Renziano che ha già acquistato la sede e vuole realizzare il Museo, mentre l’altro riporta in un articolo l’opinione dei partiti di estrema sinistra (così li chiama) che si oppongono in considerazione che diverrebbe quasi un’apologia del Fascismo Mussoliniano e in un altro la previsione che il Museo si farà grazie ad un Sindaco “fasciocomunista” facendo capire ed esagerando l’attuale politica del PD. Come si capisce ciascuno tira l’acqua al suo mulino, ma in realtà la cosa che mi ha stupito, andando a controllare il Sito del Comune, è che non vi è alcuna traccia di questo dibattito on-­‐ line da parte dei cittadini e tantomeno riferimenti ufficiali. La politica oggi non vuole attivare la partecipazione popolare, il processo decisionale è rivolto a qualche attore interessato e soprattutto a trovare consensi politici in altri livelli, quello regionale e nazionale, sa maggior ragione se fanno riferimento allo stesso Partito. Il fine giustifica i mezzi e l’importante è trovare i finanziamenti, così il gioco è fatto, si potrà fare l’appalto e dare lavoro. Se poi con quei soldi si potevano realizzare cose più utili o trovare suggerimenti più adeguati e sostenibili, non ha importanza, anzi potrebbero far perdere tempo e forse creare problemi. Il decisionismo politico, a tutti i livelli istituzionali, ha fatto fronte comune a destra come a sinistra, il processo di pianificazione e programmazione del territorio e delle città non esiste e di conseguenza anche quello della Partecipazione delle collettività. Il Sindaco e la Giunta hanno, di fatto, esautorato la funzione dei Consigli Comunali, vera espressione di democrazia dal basso, mentre a livello regionale e nazionale sono le Segreterie di Partito che ci propinano i loro candidati di fiducia. Quindi è un sistema che sta sempre più formando una casta al potere, nuova forma elastica di dittatura strisciante. Un’altra cosa che mi ha sorpreso andando a vedere il Sito del Comune è l’assoluta mancanza di link per la conoscenza dello strumento urbanistico locale e i riferimenti alla pianificazione d’Area vasta di cui il comune fa parte, vi è soltanto la possibilità di contattare il Responsabile del Settore. Vorrei a questo punto avere qualche informazione più generale su questo Comune di Predazzo in provincia di Forlì e Cesena e inserirli in queste brevi note aggiuntive.

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17/02/2016


Con l’occasione di questa disputa sul recupero della Casa del Fascio e la sua utilizzazione come Museo si vogliono riportare alcune informazioni sul Comune di Predappio. Tratto da Wikipedia 17.2.2016 Predappio (La Pré o Dvia in romagnolo[2]) è un comune italiano di 6.419 abitanti della provincia di Forlì-Cesena, circa a 15 km a sud del capoluogo, Forlì. Dal 18 luglio 2006, con decreto del presidente della Repubblica, si fregia del titolo di città. Il territorio del comune di Predappio si snoda dalle prime pendici dell'Appennino forlivese inoltrandosi poi, lungo la valle del Rabbi, in direzione di Premilcuore ed avendo come confini da una parte lo spartiacque delle creste appenniniche al di là delle qualisi trova Meldola e dall'altra parte i comuni di Castrocaro e Dovadola. Essendo stata sempre una zona di passaggio importante per il commercio tra Tirreno e Adriatico e per il passaggio di truppe, durante i secoli del medioevo fu sede di numerosi feudi incastellati di volta in volta ai signori di turno. Per sorvegliare con sicurezza tutta la vallata, sorsero con il tempo numerose rocche e castelli che avevano il compito dall'alto di controllare la sottostante vallata, e la presenza di castelli posti all'interno del territorio per controllare le aree di passaggio tra una valle e l'altra. Alcuni di questi castelli sono arrivati fino ai nostri giorni in buone condizioni o ristrutturati, altri in stato di rovina e di molti altri ne rimane una traccia storica nei documenti senza alcuna traccia concreta. Si contavano 12 Castelli e 3 Rocche. Predappio e Fiumana La storia di Predappio inizia sin dall'epoca dei Romani. In quegli anni infatti Augusto divise l'Italia in undici province. Predappio era parte della sesta provincia. Si narra che il nome derivi dall'insediamento in queste località di una antica famiglia romana: gli Appi. La località venne così denominata Praesidium Domini Appi e abbreviata con Pre.D.i.Appi. Nella frazione di Fiumana, a conferma di ciò, sono state trovate, pochi anni fa, le rovine di una antica villa romana. Sino al 1927 l'odierna frazione di Predappio Alta era anche capoluogo. Dopo il 1927, con il podestà Pietro Baccanelli, esso fu spostato nella frazione Dovia ed è oggi l'attuale Predappio capoluogo (o anche Predappio Bassa, anche se il suo nome originale è Predappio Nuova). Due anni prima, nel 1925, il comune di Fiumana si era unito a quello di Predappio divenendone una frazione. Fiumana conta una popolazione di circa 1950 abitanti e sorge sulle rive del fiume Rabbi, lungo la strada statale 9 ter che unisce Forlì, a circa 10 km, e Predappio, a circa 5 km. Fiumana rimase comune fino al 1925, anno nel quale le autorità fasciste ne decisero l'incorporamento nel comune di Predappio. Sono presenti le rovine di un castello, un’antica chiesa e i resti di una villa romana del I secolo d.C. Si hanno rinvenimenti archeologici che attestano la presenza di insediamenti umani fin dall'età del bronzo e, di epoca romana, rimangono i resti di una villa scoperta nel 1960 da Bernad Montanari. Probabilmente l'edificio appartenne a ricchi possidenti terrieri e rimase abitato dal I al IV secolo d.C. Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente e in seguito alle invasioni barbariche si perde notizia di Fiumana fino all'XI secolo. Nel 1045 si ha la prima notizia di un monastero benedettino e, del 1068, se ne conosce anche il nome dell'abate: Ego Bonizio. Il monastero assume sempre maggiore importanza, per decadere però verso il XV secolo. Nel 1304 fu posseduta dal marchese degli Argugliosi. Nel giugno del 1424 le truppe di Pandolfo III cingono d'assedio il castello di Fiumana che in breve capitola. Nel 1434 Antonio Ordelaffi riceve da papa Eugenio IV il riconoscimento della signoria forlivese ricevendo in possesso anche i territori di Fiumana.

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17/02/2016


Dinamica della Popolazione residente

Etnie e minoranze straniere Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 640[5] persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: • Repubblica di Macedonia 132 • Romania 98 • Marocco 88 Come si vede dagli anni ’20 la crescita della popolazione è più accentuata dopo la fondazione, in periodo fascista, della Predappio Nuova e l’incorporazione del Comune di Fiumana e questo trend dura fino al Censimento del 1951, poi una decrescita rapida dopo il 1961 e una leggera ricrescita al 2011. Sostanzialmente resta un piccolo Comune, anche se articolato territorialmente con 21 Frazioni fra cui il precedente Comune di Fiumana. La popolazione immigrata ufficialmente presente è di circa il 5%. (Nota dell’Autore)

Veduta di Predappio negli anni intorno al 1930. Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=1919063

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17/02/2016


Gli edifici di Predappio Nuova Casa del Fascio È probabilmente l'edificio più imponente e massiccio edificato nella Predappio di nuova fondazione. Sin dal 1926 venne promossa la raccolta di fondi per l'edificazione dell'edificio, ma per vari motivi la costruzione fu rimandata fino agli anni trenta. Iniziato dal 1934, fu terminato e inaugurato nel 1937. È costituito da un massiccio corpo che sorge agli angoli delle due vie principali. Costruito con mattoni e travertino romano, presenta un’alta e massiccia torre littoria munita di campana che rievoca le antiche torri medioevali. Oggi giace in stato di abbandono, ma è stato preso in considerazione dal Progetto Europeo ATRIUM che si propone di analizzare le architetture della prima parte del secolo XX° in regimi dittatoriali.

Si tratta di un’architettura razionalista che ha delle matrici classiciste ma compositivamente ben strutturate con dei finti colonnati prorompenti che avvolgono una facciata curvilinea rotta da una torre (quasi campanaria). Era già tramontata la breve epoca dell’Art Noveau e del Liberty con l’uso dei nuovi materiali, il ferro e il vetro, che alleggerivano le strutture e s’inserivano in facciate con le quali l’arte riusciva a dialogare dopo il lungo periodo del neoclassicismo e del neogotico. Era tornato il neoclassicismo ma come in questo caso leggermente inserito e simulato in un nuovo linguaggio, quello del razionalismo architettonico che non aveva però ancora coinvolto l’uso del cemento armato e la libertà compositiva degli interni. (Nota dell’Autore).

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17/02/2016


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