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PREMESSA
La forbice tra ricchi e poveri si sta allargando
-ne selvaggia per il predominio nei mercati mondiali
vertiginosamente, mentre a livello globale il trend
di imprese controllate da pochi azionisti. Bisogna
sembra segnare un allontanamento dall’economia
anche ricordare che un modello diverso, quello
reale. Il modello economico mondiale è dominato
cooperativo, da 174 anni, garantisce redistribuzione
da quello apparentemente vincente delle
dei redditi e crescita equa e sostenibile anche per le
multinazionali. Secondo la classifica del Global
comunità locali, nel Nord come nel Sud del mondo.
Fortune, le 500 aziende più grandi del mondo nel 2017 hanno avuto un fatturato di 12.8 trilioni di
La sorpresa è che pur basandosi su principi
dollari e 28 milioni di occupati. Per la maggior parte
completamente diversi da quelli delle
si tratta di realtà statunitensi e cinesi.
multinazionali, le cooperative riescono ad essere
Tra le quattro posizioni delle imprese con un gettito
competitive e a stare sul mercato.
più elevato al mondo ci sono Walmart (500.343
Nel mondo, sono 3 milioni e hanno 1,2 miliardi di
dollari), Exxon Mobil (244.363 dollari), Berkshire
soci. Le 300 imprese di dimensioni più grandi hanno
Hathaway – azionista di Apple (242,137 dollari) e
un fatturato di 2,16 trilioni di dollari e offrono lavoro
Apple (229,234 dollari). Al primato nel fatturato non
a 280 milioni di persone, ovvero al 10% della
sempre corrisponde quello nei livelli di occupazione:
popolazione mondiale occupata.
se Walmart rimane in prima posizione con
Contrastando la concentrazione del capitale, le
2.300.000 persone occupate, al secondo posto ci
cooperative garantiscono una equa redistribuzione
sono invece la tanto discussa Amazon (566.000) e
dei redditi tra tutti coloro che fanno parte
Yum China Holdings (450.000). Tecnologia,
dell’impresa, nonché partecipazione e controllo dal
progresso e sviluppo sembrano essere ormai
basso, oltre a offrire un contributo concreto e
sinonimo di concentrazione dei capitale,
immediato agli Obiettivi di Sviluppo dell’Agenda
alienazione e delocalizzazione e competizio-
2030 delle Nazioni Unite.
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A regolare il sistema cooperativo e a differenziarlo
In tutto il mondo, infatti, favoriscono
sul mercato sono 7 principi, così riassumibili:
l’empowerment delle donne e ne sostengono il processo verso l’autonomia e indipendenza,
1. Porta aperta a tutti ovvero adesione libera e
soprattutto nelle aree rurali.
volontaria senza alcuna discriminazione sessuale, sociale, razziale, politica o religiosa;
L’esperienza di GVC Gruppo di Volontariato Civile in Tunisia è significativa. Nelle aree rurali al confine con
2. Controllo democratico da parte dei soci che in
l’Algeria, in governatorati come Kasserine e Sidi
cooperativa sono tutti uguali;
Bouzid, in cui il rischio di radicalizzazione è molto elevato, l’organizzazione ha dato vita a esperienze
3. Partecipazione economica dei soci che
imprenditoriali gestite dalle donne che seguono il
contribuiscono equamente al capitale delle proprie
modello cooperativo e si rifanno ai valori
cooperative e lo controllano democraticamente. I
dell’Economia Sociale e Solidale. Ufficialmente, al
soci destinano gli utili ad alcuni o a tutti gli scopi:
momento, in Tunisia non possono essere ancora
sviluppo della cooperativa, possibilmente creando
riconosciute come “cooperative”.
delle riserve, parte delle quali almeno dovrebbero essere indivisibili; erogazione di benefici per i soci in
Nel paese, infatti, non esiste un quadro legislativo
proporzione alle loro transazioni con la cooperativa
che consenta a queste realtà imprenditoriali di
stessa, e sostegno ad altre attività approvate dalla
essere riconosciute come tali. Lo stesso accade per
base sociale;
molte altre realtà che agiscono all’interno di quella che viene definita Economia Sociale e Solidale:
4. Autonomia e indipendenza;
società di mutuo soccorso e altre imprese sociali che hanno come unica vocazione quella di garantire
5. Le cooperative s’impegnano ad educare e a
condizioni di vita e di lavoro migliori per tutti,
formare i propri soci;
uguaglianza, redistribuzione dei redditi e sostegno alle comunità locali.
6. Cooperazione e collaborazione tra cooperative; Di fatto, le esperienze di cooperative femminili nate 7. Cura e interesse verso le comunità .
grazie al sostegno di GVC non solo hanno dimostrato di poter contribuire a all’emancipazione delle donne
Garantendo occupazione a soggetti svantaggiati,
in contesti ad alto tasso di analfabetismo e di
inoltre, le cooperative sociali (in Italia, in particolare,
disoccupazione, ma dopo la cosiddetta Rivoluzione
quelle definite di tipo B) hanno consentito
dei Gelsomini, hanno anche segnato la via per
l’inclusione nelle attività lavorative di persone
un’apertura dell’attuale governo all’Economia
vulnerabili e a rischio di esclusione sociale.
Sociale e Solidale.
E’ emblematico il caso dei diversamente abili. In questi mesi, infatti, il progetto di legge sull’ESS ha Le cooperative, però, si distinguono anche per
assunto forme sempre più definite, mentre si spera
un’altra capacità: quella di dare sostegno alla nascita
che l’iter legislativo sia prossimo ad una sua
e allo sviluppo di iniziative a governance femminile.
conclusione.
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Nonostante le numerose carenze giuridiche e
Eppure, all'improvviso, grazie ai progetti sostenuti da
l’ancor più clamorosa assenza di un riferimento a
GVC e al sostegno di svariati partner come Legacoop
categorie svantaggiate come quella dei disabili,
e la Provincia Autonoma di Bolzano, queste donne
l’iniziativa rappresenta un importante punto di
hanno iniziato a superare le barriere che le
svolta per sostenere processi endogeni di crescita e
condannavano all'esclusione sociale, alla povertà e a
per contrastare la diseguaglianza nel paese.
condizioni di vita insostenibili.
Nel dossier “Donne in cooperativa. L’economia
Dal punto di vista amministrativo, la creazione e
sociale e solidale in Tunisia”, GVC racconta il
gestione di una piccola realtà imprenditoriale in
processo di transizione del paese verso
aree completamente isolate non è stata semplice.
l’inaugurazione di un sistema economico che si
L'ottenimento di autorizzazioni per produrre e
spera possa sostenere gli sforzi e le iniziative nate dal
commercializzare i prodotti, la gestione economica
basso della popolazione e ne analizza le potenzialità
e le questioni logistiche, la definizione di strategie di
attraverso lo storytelling delle testimonianze delle
mercato: a queste sfide che le donne sono state
donne che lavorano nel collettivo “Al Yassmine”
costrette ad affrontare, si è sommato, negli ultimi
che produce tappeti, nella cooperativa agricola
mesi, anche il confronto con l'insorgere di fenomeni
“Elamma” che opera nel settore dei prodotti
di estremismo e radicalizzazione. Per queste donne,
caseari, così come nella cooperativa "Al Wafa",
la loro affermazione in queste aree significherebbe
formata da apicultrici a Kasserine. Il lungo e
anche perdere le piccole conquiste fatte sul fronte
tortuoso percorso di emancipazione di queste
dell'emancipazione, grazie alla partecipazione a
donne ha dovuto fare i conti quotidianamente con
delle esperienze di imprenditoria sociale.
sfide sempre diverse. Se per molte delle socie lavoratrici il processo per Per alcune, il primo ostacolo è stato di carattere
l'ottenimento di una piena autonomia e
sociale: hanno dovuto superare le resistenze delle
indipendenza è ancora molto complicato, però, è
famiglie che hanno dovuto accettare loro malgrado
anche vero che il modello sperimentato in
che le loro figlie si allontanassero da casa per poi
governatorati come Kasserine e Sidi Bouzid lascia
seguire dei corsi di formazione in altre città o
sperare in un futuro di affermazione e crescita per le
addirittura in altri paesi. Per altre, la difficoltà
cooperative a governance femminile.
maggiore è stata l'analfabetismo, la carenza di possibilità, il contesto economico di aree rurali in cui
Resta però indispensabile, ora, la creazione di un
sembra irrealizzabile il soddisfacimento di qualsiasi
quadro giuridico atto a favorire il riconoscimento e
bisogno, persino di quelli più elementari.
lo sviluppo di esperienze cooperative e di altre forme di impresa sociale nel paese, oltre che
Hanno dovuto tutte confrontarsi con difficoltà
l'ideazione di strumenti di credito diffusi, volti a
economiche, esperienze lavorativo al limite dello
sostenere chi ogni giorno cerca di costruire un futuro
sfruttamento o terribilmente stancanti, come lo è il
di dignità e speranza per chi vive nelle aree rurali del
lavoro in fabbrica o l'impiego nella raccolta e
paese.
trasformazione dell'alfa, un'erba medica usata per la produzione di utensili e oggetti nel governatorato di Kasserine.
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NOI DONNE IN COOPERATIVA L’ECONOMIA SOCIALE E SOLIDALE IN TUNISIA
1. La Tunisia apre all’Economia Sociale e
Attualmente, ad essere esclusi da crescita e sviluppo
Solidale
sono soprattutto le donne e i giovani che vivono nelle aree interne. Dopo la “Rivoluzione dei Gelsomini”, le disuguaglianze regionali e le vulnerabilità sociali si sono accentuate. Lo Stato non riesce a far fronte in maniera adeguata a questa situazione di stallo a causa della scarsità di risorse pubbliche e dell’aumento del deficit. Quanto al
Libertà, democrazia, dignità e giustizia sociale sono valori espressamente citati nel testo della nuova Costituzione tunisina. L’appello alla coesione sociale e alla solidarietà è onnipresente in tutti i dibattiti politici ma è evidente che questi valori non possano essere garantiti in assenza di una crescita economica equa e sostenibile. Per questo la Tunisia ha avviato di recente un iter legislativo per regolamentare e
settore privato, secondo i dati del Ministero dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale e del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo del 2017, si registra un tasso di investimento che è fermo al 10 – 14% da decenni; tutto ciò in un mercato caratterizzato da una maggioranza di imprese individuali, piccole e scarsamente dinamiche. Conseguentemente, nel paese vi è una
supportare l’Economia Sociale e Solidale. Costituita
crescita della produttività e della competitività
da imprese capaci di creare ricchezza e occupazione
molto bassa. Si è reso perciò necessario trovare delle
per favorire il benessere sociale, si presenta come una
risposte innovative che valorizzino principi e
forma alternativa di gestione della cosa pubblica ed
esperienze dell’Economia Sociale e Solidale, i cui
ambisce a contribuire a una politica di
obiettivi principali sono l’inclusione economica, la
partecipazione e responsabilizzazione dei cittadini
creazione di ricchezza, l’occupazione, la coesione
nell’azione economica e sociale.
sociale e la solidarietà.
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Considerati i risultati in molti altri paesi, questo
Economia sociale e solidale (COSPE, CEFA, NEXUS),
modello economico potrebbe essere presto posto al
con l’Unione Generale Tunisina del Lavoro (UGTT) e il
centro delle politiche pubbliche anche in Tunisia. Si
Ministero dell’Agricoltura (MARHP), al fine di
inizia a delineare, così, la costituzione di una terza via
proporre un piano di lavoro che consenta all'ESS di
alla dicotomia tradizionale tra settore pubblico e
diventare parte integrante dei testi giuridici del
privato, per consentire alle regioni e alle popolazioni
settore agricolo.
emarginate di partecipare attivamente alle politiche pubbliche e di creare ricchezza e equità nella ripartizione delle risorse del paese. In virtù del suo carattere inclusivo, l’Economia Sociale e Solidale è stata introdotta nella Nota di Orientamento del Piano di sviluppo 2016-2020 ed è al centro delle riforme strategiche delle politiche pubbliche. Tuttavia, nonostante alcuni progressi realizzati dopo il gennaio 2011, la Tunisia registra un ritardo significativo, sia sul piano dello sviluppo di queste politiche, sia sul piano
Con il progetto PROM’ESS, ci si pone tre obiettivi: - Sviluppare un quadro giuridico e istituzionale che favorisca l’emergere dell’Economia sociale e solidale in Tunisia attraverso l’adozione e la diffusione di una legge quadro; - Rafforzare e migliorare i servizi offerti dalle istituzioni in sostegno al lancio e
giuridico, istituzionale ed economico. Restano infatti
all’accompagnamento di iniziative imprenditoriali
ancora da definire punti importanti, tra i quali il
all’interno dell’Economia sociale e solidale;
sistema di finanziamento a supporto dell’Economia
- Fornire un sostegno tecnico e finanziario per lo
Sociale e Solidale - ESS.
sviluppo di iniziative economiche nel Governatorato di Kasserine, Jendouba, Sousse, Sfax,
2. Il quadro giuridico: la sfida più grande
Grand Tunis e Gabes.
Per dar vita a un ecosistema favorevole alla
Questa esperienza si inscrive in un percorso più
promozione e allo sviluppo dell’ESS è indispensabile
ampio iniziato nel maggio 2016 attraverso
creare un quadro giuridico adeguato per
l’elaborazione da parte dell’Unione Generale
regolamentare l’esistenza di cooperative, società di
Tunisina del Lavoro di un progetto di legge
mutuo soccorso e associazioni ma anche per favorire la nascita di nuove forme di impresa sociale. Il sistema giuridico tunisino non riconosce ancora questa forma di economia. Il moltiplicarsi di testi, le incertezze metodologiche, le lacune giuridiche non facilitano la creazione di una definizione chiara e solida di questo settore. Eppure, è sempre più necessario adottare un testo giuridico e sviluppare un quadro istituzionale favorevole all’Economia Sociale e Solidale che strutturi e dia uniformità e coerenza a questo modello
sull’Economia sociale e solidale. Dopo il novembre 2016, il progetto è stato sottoposto alla Presidenza del Consiglio. Il ministro della Formazione professionale e dell’Occupazione, Faouzi Abderrahmane, ha presentato il progetto di legge in radio insistendo sul fatto che è il risultato di un lavoro collettivo di un gruppo formato da ministri, membri dell’Unione tunisina dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato (UTICA), dell’Unione
economico. A tal fine, l’organizzazione GVC - Gruppo
Tunisina dell’Agricoltura e della Pesca (UTAP),
di Volontariato Civile – con il sostegno di Legacoop e
dell’Unione generale tunisina del lavoro (UGTT) e di
della Regione Emilia Romagna – collabora con altre
altre organizzazioni nazionali. “Il modello ricorrente
realtà italiane particolarmente attive in materia di
dell’Economia sociale e solidale fa affidamento sull’avvio da parte di una impresa che ha un forte
ittoelAaraS©
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legame con la comunità e che è a scopo di lucro ma che prevede che il 50% degli utili venga ridistribuito tra gli azionari. Il rimanente, invece, serve a rendere
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3. Il progetto di legge sull’Economia sociale e solidale: quali sono le carenze?
solida nel tempo l’impresa. Questo modello
Il progetto di legge presenta diverse carenze sul
economico contribuisce alla creazione di posti di
piano giuridico. Non passa certamente inosservata
lavoro e a una economia dinamica nelle regioni più
l’assenza di alcune categorie che rappresentano il
a rischio” ha spiegato il ministro, ricordando che
cuore dell’Economia Sociale e Solidale. Non sono
attualmente l’ESS non rappresenta che meno
state citate le persone che hanno una disabilità né
dell’1% del PIL in Tunisia.
le donne che vivono nelle aree rurali e che, per questo, vivono in condizioni di forte svantaggio.
“L’economia Sociale e Solidale si basa su principi
Inoltre, le procedure amministrative previste da
solidi – ha proseguito il ministro -. Il primo consiste
questa legge sono molto difficili e complicate.
nel riconoscere a tutti la stessa importanza: tutti i
Rimane poi un grande interrogativo: le forme di
partecipanti sono uguali. Il secondo è che le imprese
finanziamento. Come tutte le imprese, infatti, le
sono sovrane sulle loro decisioni e lo Stato non può
realtà che fanno parte dell’Economia Sociale e
intervenire su di esse. Il terzo prevede che la
Solidale hanno bisogno di finanziamenti durante
gestione dell’impresa sia democratica”. Inoltre, il
tutto il loro ciclo di vita, dalla fase di startup a quella
ministro ha affermato che saranno previsti vantaggi
di sviluppo e crescita. In Tunisia, l’accesso al credito
fiscali e finanziari per incoraggiare la popolazione a
delle PMI rimane ancora molto complicato. Per
scegliere di contribuire all’Economia Sociale e
questo motivo, nel quadro del suo intervento in
Solidale. Infine, ha aggiunto che “niente impedisce
sostegno delle strutture dell’ESS di Sidi Bouzid, GVC,
che una banca dell’ESS possa nascere”.
in partnership con il Centre Média Citoyen di Regueb, ha organizzato una serie di incontri per
Il progetto di legge è ora sul tavolo del Presidente
informare la popolazione sulle possibilità di
del governo tunisino. Inoltre, è stato oggetto di una
finanziamento e di accesso al credito attualmente
consultazione pubblica sul portale telematico della
disponibili in Tunisia.
Presidenza www.legislation.tn oltre che sul sito del
Coloro che sono intervenuti hanno sottolineato che
ministero della Formazione professionale e
ci sono stati alcuni miglioramenti. In passato, infatti,
dell’occupazione www.emploi.gov.tn, dal 7 fino al 28
le organizzazioni internazionali come GVC erano tra
maggio 2018. Faouzi Abderrahmane ha precisato
le principali promotrici dell’impresa sociale in
che il progetto di legge sarà presentato presso
Tunisia ed erano anche tra le poche realtà a
l’Assemblea dei rappresentanti del popolo (ARP),
garantire il sostegno finanziario alla creazione delle
unitamente ad una sintesi delle proposte dei
cooperative e dei Gruppi di Sviluppo Agricolo (GDA).
cittadini.
Attualmente, invece, lo Stato ha iniziato a ragionare anche sulla creazione di una banca pubblica per assicurare il finanziamento dei progetti che si inscrivono nel quadro dell’Economia Sociale e Solidale, e prevede anche l’assunzione di funzionari che dovranno sostenere il pubblico nell’iter burocratico volto a erogare i finanziamenti.
ocitorEilaM©
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Durante l’incontro, sono state citate anche altre
Bolzano, continua a promuovere l’inclusione sociale
strutture attive nel micro credito in Tunisia, come
e economica delle donne che vivono in aree rurali
ENDA Tamweel e le strutture di finanziamento
nei governatorati di Kasserine e di Sidi Bouzid,
islamiche come Zitouna Tamkeen.
attraverso il sostegno ad attività generatrici di reddito, grazie a corsi di formazione continuativa su:
Sfortunatamente, malgrado diversi elementi incoraggianti che caratterizzano le imprese che
- Gestione amministrativa e finanziaria per
operano nel settore, le istituzioni bancarie e
garantire profitto e redditività;
finanziarie in Tunisia ignorano le imprese che operano nell’ESS. In effetti, secondo lo studio del
- Innovazione tecnica – per il miglioramento delle
Ministero dello Sviluppo e della Cooperazione
capacità tecniche;
Internazionale, i responsabili del settore bancario e finanziario in Tunisia sono scarsamente interessati
- Commercializzazione e marketing – per
all’ESS. L’obiettivo di queste realtà, infatti, rimane
l’identificazione dei mercati sui quali immettere i
la ricerca del profitto e tutti i prodotti proposti ai
prodotti;
clienti si inscrivono nel quadro di questa logica di mercato e redditività.
- Networking – per facilitare la valorizzazione delle esperienze dell’ESS sul piano locale;
In più, gli attori che operano all’interno del settore, soprattutto le start up, sono molto piccole e hanno
- Scambio di buone pratiche – per facilitare
una base finanziaria molto debole oltre ad una
l’apprendimento attraverso il dialogo e lo scambio
insufficienza cronica di fondi propri. La loro
con altre realtà che fanno parte di questo modello
incapacità di attirare finanziamenti e i loro problemi
economico in Tunisia.
legati alle difficoltà di gestione espongono le imprese a rischi di fallimento sempre maggiori.
Questo progetto non ha solamente contribuito al miglioramento delle condizioni economiche di 75 donne che hanno beneficiato dell’iniziativa ma ha
4. Il percorso di GVC in sostegno alle donne
anche reso concreta una opportunità per quelle
che promuovono l’Economia sociale e
donne, spesso analfabete e prive di qualsiasi tipo di
solidale in Tunisia
possibilità di emancipazione, che hanno finalmente potuto sperimentare un processo di crescita
GVC ha iniziato a impegnarsi in sostegno agli enti
personale e di sviluppo, obiettivo che resta uno dei
che fanno parte dell’Economia Sociale e Solidale in
maggiori valori aggiunti dell’ESS.
Tunisia nel 2012, grazie a un finanziamento dell’UE e al progetto “Eco de femmes”. Quest'ultimo ha contribuito alla nascita, in Tunisia e in Marocco, di diverse cooperative e Gruppi di Sviluppo Agricolo (GDA) costituiti da donne che hanno dato vita alla loro esperienza di imprenditoria sociale e solidale in zone rurali fortemente isolate. Il progetto “RiEco de Femmes”, finanziato dalla Provincia Autonoma di
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LA SFIDA E' APERTA LE DIFFICOLTA' SONO TANTE. TROPPE. MA NON SI TORNA INDIETRO. LE DONNE VOGLIONO UN FUTURO IN COOPERATIVA Con il dossier “Donne in cooperativa.
“A Tallet Swyssiya, le donne non hanno molte
L’Economia Sociale e Solidale in Tunisia”,
possibilità. Le più fortunate sono allevatrici di polli o
GVC rilancia le testimonianze inedite di
raccolgono l’alfa, l’erba medica che usiamo per
gruppi di donne che hanno dato vita a
produrre oggetti e accessori, ma a causa degli
esperienze di impresa sociale in alcune aree rurali della Tunisia a rischio di estremismo e radicalizzazione. Non ancora ufficialmente riconosciute dal quadro normativo tunisino, cooperative-di-fatto come “Al Wafa”, “Al
attacchi terroristici la situazione è diventata molto complicata e le donne non possono più lavorare in quell’area per ragioni di sicurezza”. A raccontarlo è Hela*, una delle giovani che oggi fanno parte della cooperativa di apicultrici “Al Wafa”, in una delle aree rurali più isolate della Tunisia. Nata
Yasamine” e “Elamma” hanno consentito alle
da una famiglia di 10 persone in un paesino del
donne di iniziare a intraprendere un percorso
governatorato di Kasserine, al confine con l’Algeria,
difficile e tortuoso verso l’autonomia e
la giovane ha prima tentato la fortuna in una
l’autoimprenditorialità.
fabbrica di cavi a Monastir. Il salario, però, era
Ora, sembra che l’iter giuridico per una
bassissimo. Per questo ha deciso di tornare a vivere
definizione dell’Economia Sociale e Solidale in Tunisia stia per arrivare ad una svolta. Il progetto di legge, però, presenta diverse lacune. E in più nel paese non esistono ancora istituti bancari e di credito disposti a
laddove era nata. “Ma una volta lì, ho subito minacce dai terroristi e sono dovuta andare via- dice-. Lo stesso è successo quando mi sono trasferita a Sbibba e a Ain Zayan”. La ragazza, appena ventiseienne, non vuole raccontare i dettagli della sua storia ma dice: “Oggi sono una donna forte e libera di spirito, sono
sostenere cooperative e piccole imprese
utile alla società e contribuisco allo sviluppo della
sociali. Soprattutto se gestite da donne che
mia regione”. La costituzione della cooperativa per la
vivono in aree rurali e che sono spesso così
produzione di miele “Al Wafa”, infatti, è stata
fragili da rischiare il fallimento.
possibile grazie a un progetto di GVC Gruppo di
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Volontariato Civile. La fase di avviamento, però, non
Poi, a stravolgere la vita di Wided è arrivato il
è stata semplice. “All’inizio non avevamo una sede e
progetto “Eco de femmes” di GVC, che ha consentito
dovevamo fare le riunioni all’aria aperta per non
a lei e ad altre donne di formare una cooperativa
interrompere le attività- spiega-. Quando siamo
attiva nella produzione e vendita di formaggi e
riuscite a trovarne una, era così in periferia che
latticini a Mejel Abess. “So bene cosa avranno
vendere i nostri prodotti era impossibile”.
pensato i miei genitori- ricorda-. Si saranno chiesti: ma come? Wided, la figlia minore che non esce mai
In Tunisia le cooperative non esistono ancora
di casa, ora assiste a conferenze in Tunisia e
ufficialmente. Per regolamentarne l’esistenza,
all’estero?”. Per le donne che hanno avuto la
insieme alle società di mutuo soccorso e ad altre
possibilità di sperimentare il lavoro in cooperativa,
forme di imprese sociali, è stato presentato un
alle resistenze opposte dai familiari si aggiungono
progetto di legge sull’Economia Sociale e Solidale. Il
spesso anche le difficoltà materiali. “All’inizio, non
testo presenta diverse lacune, la più importante
avevamo l’elettricità – racconta Nourhèrne Amari,
delle quali è l’assenza di un riferimento a soggetti
del collettivo “Al Yassmine” che produce tappeti-.
svantaggiati come i disabili o ad altri tipi di
Eravamo costrette a finire di lavorare prima che il
vulnerabilità. Rappresenta, però, ugualmente una
sole tramontasse per approfittare della luce del
conquista. Apre infatti alla possibilità di sviluppare
giorno”. Per rendere sostenibili queste imprese, la
dal basso una crescita economica equa e sostenibile,
formazione offerta dai progetti di GVC si è
che riguardi soprattutto le fasce più povere e a
concentrata sull’ottimizzazione delle risorse, oltre
rischio di emarginazione della popolazione.
che su un’offerta più ampia di prodotti. “Dopo aver seguito un corso per imparare a colorare noi stesse
Secondo il ministro del Lavoro, Faouzi
la lana, non abbiamo avuto più l’esigenza di
Abderrahmane, queste imprese – che definisce a
acquistarla e questo ha rappresentato per noi un
scopo di lucro- dovranno avere “un forte legame con
grande vantaggio in termini di risparmio
la comunità e prevedere una redistribuzione del
economico” spiega Nourhèrne. “Abbiamo imparato
50% degli utili tra gli azionari, mentre il rimanente
a sfruttare gli scarti per produrre il sapone”
dovrà servire per rendere più solida l’impresa nel
testimonia Zina Chaabani, che lavora nella
tempo”. Si ipotizza, inoltre, che un giorno possa
cooperativa “Elamma” a Majel Bel Abbes che nella
nascere anche una banca dell’Economia Sociale e
fase di avvio poteva contare sul coinvolgimento di
Solidale.
30 lavoratrici. Oggi, il numero si è dimezzato.
Per cooperative come quella di Wided Chaabani,
“All’inizio, abbiamo incontrato diversi problemi. Uno
attiva nella produzione di formaggi, significherebbe
dei più seri è stato l’ottenimento del permesso
avere un primo segnale di incoraggiamento per
sanitario per la vendita e il trasporto del formaggio.
favorire la crescita ma anche per dar seguito al
Abbiamo dovuto interrompere i lavori per un lungo
percorso di emancipazione e empowerment
periodo- continua-. E’ stato difficile ma prima di
femminile sperimentato insieme ad altre donne. “A
iniziare a lavorare in cooperativa non mi riuscivo a
lungo nella mia vita non ho fatto che trascorrere
considerarmi un essere vivente”. Zina, infatti, in
tutta la giornata a casa per aiutare mia madre:
passato, ha lavorato alla produzione di tappeti per
lavavo i piatti, preparavo i pasti per le mie sorelle e i
soli due dinari. Dopo, ho provato in una fabbrica
miei fratelli, mi occupavo delle vacche- dice-. Non
dove si lavorava 12 ore al giorno per 40 dinari al
uscivo mai di casa, se non per andare dal medico”.
mese, senza contratto e copertura sanitaria. Così, è
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Così, è nata l’idea della produzione e trasformazione di prodotti caseari. “Il problema più grande è stato il trasporto del formaggio. E per questo a un certo punto siamo state costrette a arrestare la vendita dei prodotti fuori da Kasserine. Oggi, per fortuna, grazie a GVC, abbiamo risolto il problema e comprato un mezzo per trasportare i latticini”. A lungo, il sostegno di organizzazioni non governative internazionali ha rappresentato l’unico aiuto concreto per Gruppi di Sviluppo Agricolo, collettivi e altre proto – cooperative locali, insieme a enti di finanziamento islamico o altre piccole realtà attive nel micro credito. Unitamente al progetto di legge sull’ESS, lo Stato ha iniziato ora a ragionare per la prima volta sulla creazione di una banca pubblica per assicurare il finanziamento ai piccoli progetti imprenditoriali. Si tratterebbe di un tassello fondamentale in un paese in cui purtroppo ancora l’ESS non rappresenta che l’1% del Pil. Tuttavia, creare un ecosistema favorevole alla nascita di cooperative, società di mutuo soccorso e imprese sociali a gestione femminile, soprattutto nelle aree rurali, necessita di uno sforzo superiore.
*Nome di fantasia per proteggerne l’identità
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UN FUTURO PER CHI E' NATA QUI LE TESTIMONIANZE DELLE DONNE CHE VIVONO NELLE AREE RURALI
Wided Chaabeni fa parte della cooperativa
fratelli, mi occupavo delle vacche. Non uscivo mai di
agricola "Elamma" che produce prodotti
casa, se non per andare dal medico.
caseari a Mejel Bel Abess “OGGI IO NON SONO PIÙ WIDED. SCOPRO IL MONDO E ME STESSA. E’
Come tutti gli abitanti di Kasserine, ho lavorato alla raccolta dell’alfa, una pianta erbacea che in questo
VERO CHE IN COOPERATIVA IO NON GUADAGNO MOLTO E CHE ALLE
governatorato viene usata per produrre oggetti e
VOLTE CI SI RIMETTE MA IO SO CHE ARRIVERÀ IL GIORNO IN CUI
accessori. Era molto faticoso e così ho provato ad
OTTERREMO CIÒ CHE DESIDERIAMO. OGGI NOI DONNE, GRAZIE ALLA COOPERATIVA, SIAMO LIBERE E CONOSCIAMO I NOSTRI DIRITTI. NON
inserirmi in una fabbrica ma purtroppo le condizioni
TORNEREMO MAI PIÙ INDIETRO”
erano pessime: ho lavorato per sei mesi ma me ne hanno pagati solo due. Così ho deciso di
“Io sono Wided Chaabeni, 39 anni, celibe, vivo nel
abbandonare la fabbrica.
governatorato di Kasserine, a Wassaya Mejel Bel Abess, un’area totalmente priva di acqua in cui si fa
Ho sempre sognato di finire i miei studi e di
molta fatica ad andare avanti. Io sono nata in una
partecipare a dei corsi di formazione. Oggi il mio
famiglia povera. Non ho potuto terminare i miei
sogno comincia a realizzarsi. Grazie a questo
studi proprio a causa delle nostre condizioni
progetto “Eco de femmes” e al nostro Gruppo di
economiche. La stessa cosa è stata anche per i miei
Sviluppo Agricolo che ci consente di vendere
fratelli e per le mie sorelle: sono stati costretti dalle
prodotti caseari, io ho l’opportunità di partecipare a
circostanze ad abbandonare la scuola. A lungo nella
dei seminari e di condividere la mia esperienza con
mia vita non ho fatto che trascorrere tutta la
tante altre donne che, come me, sono parte attiva
giornata a casa per aiutare mia madre: lavavo i
dell’ESS.
piatti, preparavo i pasti per le mie sorelle e i miei
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Dopo il 2013, infatti,sono entrata a far parte della cooperativa agricola “Elamma” a Mejel Bel Abess, cooperativa che è nata grazie al sostegno di GVC e che produce prodotti caseari. Questa realtà mi ha dato l’opportunità di lavorare, sviluppare e rafforzare le mie competenze ma non è stato facile. All’inizio la mia famiglia non riusciva ad accettare il fatto che io dovessi uscire di casa per lavorare. Soprattutto erano contrari agli spostamenti che erano necessari per poter seguire i corsi formativi e i seminari. So bene cosa pensavano i miei genitori: “Ma come? Wided, la figlia minore che non esce mai di casa e che non si è mai allontanata da El Wassaya, adesso diventa sempre più libera ed esce per assistere a delle conferenze in Tunisia e addirittura anche in altri paesi? Come è possibile?”. E’ stato molto complicato convincere la mia famiglia ma ho resistito perché credo veramente nel progetto. In cooperativa, lavoriamo alternandoci. Si comincia a lavorare alle 8 del mattino. Ognuna di noi ha il suo compito e sa molto bene ciò che deve fare durante la giornata. Lavoriamo in un ambiente molto sereno, siamo come una famiglia e tra di noi ci capiamo molto bene. La giornata passa velocemente quando siamo insieme. Produciamo un formaggio molto buono. Grazie ai corsi formativi che abbiamo seguito, abbiamo iniziato a sviluppare più tipologie di formaggio, oltre a produrne una grande quantità. Certo, le difficoltà non sono mancate. Il problema più grande è stato il trasporto del formaggio.
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Vendiamo i nostri prodotti a Kasserine, Gafsa, Sidi Bouzid e altri governatorati, ma il problema è che non abbiamo un mezzo per gli spostamenti. Così, siamo state obbligate a prendere i trasporti pubblici per andare a vendere i nostri prodotti fuori da Majel Bel Abess. Si trattava purtroppo di una cosa che non rispettava le norme igieniche per la commercializzazione del formaggio e per questo a un certo punto siamo state costrette ad arrestare la vendita dei prodotti fuori da Kasserine. Oggi, per fortuna, grazie a GVC, abbiamo risolto il problema e comprato un mezzo per trasportare i latticini. Tra le difficoltà che abbiamo incontrato, inoltre, vi è anche quella del mercato e della concorrenza dei prezzi. C’è chi vende a costi più bassi ma la qualità è differente. Siamo state costrette a imporre i nostri prezzi e a convincere il consumatore ad acquistare prodotti di qualità.
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Nourhène Amari lavora all’interno del
Non offrivamo un’ampia scelta di prodotti:
Collettivo Al Yasamine per la produzione di
lavoravamo solo alla produzione di tappeti e non
tappeti
avevamo mai provato a introdurre elementi di
“OGGI LE DONNE CHE COME ME FANNO PARTE DEL COLLETTIVO COMPRENDONO MEGLIO I BISOGNI DEI CLIENTI E CERCANO DI SODDISFARE I LORO BISOGNI. ABBIAMO PIÙ FIDUCIA IN NOI STESSE E SIAMO PIÙ PROPENSE A VOLERCI CONFRONTARE CON LE DIFFICOLTÀ PER RAGGIUNGERE I NOSTRI OBIETTIVI”.
“Io sono Nourhène Amari, ho 25 anni e sono originaria del governatorato di Kasserine. Vivo a Sbitra e precisamente a Cité El Kadhra. Sono nubile e ho due fratelli e una sorella. Sono un’ infermiera e continuo a studiare mentre lavoro all’interno del collettivo “El Yasemine”. Ho lavorato in più settori: sono stata produttrice di tappeti artigianali ma anche osservatrice durante le elezioni negli anni tra il 2014 e il 2018. Trovare un impiego nel mio ambito di studio, nella sanità, è molto difficile. Per questo ho deciso di darmi da fare e di lavorare. L’incontro con il collettivo Al Yassmine è stato molto fortunato. Questa realtà era attiva già prima dell’arrivo di GVC: esiste dal 2005, grazie alla signora Cherifa che ne è la fondatrice. Da quell’anno sino ad oggi, i problemi e le difficoltà non sono mai mancati. Il primo ostacolo è stato quello logistico. Non avevamo una sede e soprattutto avevamo un problema di elettricità: eravamo costrette a finire di lavorare prima che il sole tramontasse e ad approfittare al massimo della luce del giorno. Tra le altre difficoltà incontrate, c’era il fatto che la sede non fosse ben rifinita e le pareti erano state create con materiali grezzi e di scarsa qualità. All’epoca non avevamo una idea del mercato, non sapevamo a chi poter vendere i nostri prodotti, ed è per questo che abbiamo incontrato grandi problemi nella commercializzazione.
innovazione o a rispondere ai bisogni dei clienti. Non avevamo un marchio, una identità visiva. Ma dopo il 2013 non è stato più così. Con l’arrivo e il sostegno di GVC tutto è cambiato. Oggi abbiamo il nostro brand, i nostri bigliettini da visita e soprattutto abbiamo ottenuto la certificazione dell’Ufficio nazionale dell’artigianato tunisino (ONAT). Anche grazie alla formazione ricevuta, ora siamo molto più organizzate e partecipiamo a delle fiere per presentare i nostri prodotti. Grazie a GVC, i nostri prodotti sono molto più variegati, non lavoriamo più solo alla produzione di tappeti. Oggi produciamo noi stesse le materie prime, come la lana colorata ad esempio. Dopo aver seguito un corso per imparare a colorare noi stesse la lana, non abbiamo avuto più l’esigenza di doverla acquistare. E questo costituisce per noi un grande vantaggio. Grazie a questo progetto, non abbiamo più il problema della sede e dell’elettricità. Per questo la nostra produttività è migliorata. GVC ci sostiene anche dal punto di vista dell’acquisto della materia prima che è una cosa che ci aiuta molto. Abbiamo anche prodotti a basso prezzo e non solo di alta fascia ma, avendo la possibilità di vendere direttamente al cliente, riusciamo a mantenere prezzi vantaggiosi anche per noi. Oggi siamo 15 donne. Lavoriamo in un ambiente sereno. La signora Cherifa prova sempre a incoraggiarci, malgrado le difficoltà finanziarie. Una donna che viene inserita nel collettivo guadagna mediamente 100 dinari al mese: è davvero poco per far vivere una famiglia ma si spera che questa situazione vada a migliorare con il passare del tempo. Normalmente si può usufruire di una sovvenzione mensile dallo stato tra i 100 e i 200 dinari al mese ma con le lentezze dell’amministrazione pubblica le procedure richiedono molto tempo”.
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Hela (nome di fantasia per proteggerne
Quando GVC ci ha fatto visita per parlarci del
l’identità) lavora ad Al Wafa, in una
progetto sull’Economia sociale e solidale io ero
cooperativa di apicultrici
molto motivata e ho fatto di tutto per riuscirci. Ho
“SONO FIERA DI CIÒ CHE SONO OGGI. SONO UNA
abbiamo scelto il progetto di apicultura. Eravamo
DONNA FORTE E LIBERA E APERTA DI SPIRITO. OGGI
dodici donne che non hanno mai lavorato insieme e
SONO UTILE NELLA SOCIETÀ E POSSO ESPRIMERE LE
che dovevano raggiungere un unico obiettivo. Non è
MIE IDEE E CONCRETIZZARE I MIEI PROGETTI PER
stato facile. Ciascuna voleva lavorare per se stessa e
CONTRIBUIRE ALLO SVILUPPO DELLA MIA REGIONE”.
per i suoi propri interessi.
incoraggiato 12 donne a lavorare insieme a me e
La nozione di gruppo e di cooperativa non era molto chiara a nessuna di loro. Per riuscire a fare bene nel settore dell’ESS bisogna dare tutte se stesse prima di Io sono Hela, ho 26 anni e sono di Tallet Swyssiya, vivo a Ain Zayan, nel governatorato di Kasserine. Siamo una famiglia molto numerosa, ho 6 sorelle e un fratello. Ho terminato i miei studi al primo anno di liceo perché non avevo la disponibilità economica per poter continuare. Quando sono cresciuta, ho seguito un corso di formazione in amministrazione. In seguito, ho iniziato a lavorare in una fabbrica di cavi a Monastir ma il salario non era sufficiente per l’affitto né per sopravvivere. E’ così che all’improvviso ho deciso di tornare a Tallet Sweyssiya. Nel 2016, però, purtroppo, sono stata obbligata a lasciare il mio paesino di origine perché sono stata minacciata dai terroristi. Lo stesso è successo quando abitavo a Sbiba a Ain Zayen. A Tallet Swyssiya le donne lavorano alla raccolta e alla trasformazione dell’alfa o all’allevamento dei polli ma a causa degli attacchi terroristici la situazione è divenuta molto complicata e le donne non possono più raccogliere l’alfa per ragioni di sicurezza. (Ndr Il rischio di estremismo violento a Kasserine così come in altri governatorati come Tataouine, Grand Tunis, Médenine e le Kef è infatti molto elevato. Per questo GVC partecipa a un progetto, Salam, per lavorare sulla prevenzione e il contrasto alla diffusione del radicalismo). La mia storia con la cooperativa di apicultrici è iniziata nel 2013 con GVC, nella mia regione di appartenenza, Tallet Swyssiya.
poter ottenere dei risultati. E’ ciò che le donne della cooperativa non riuscivano a comprendere: volevano avere un guadagno sin dal primo giorno di lavoro. Anche la sede era un problema. All’inizio non ne avevamo una e quindi facevamo le riunioni all’aria aperta, nella selva o ovunquecapitasse, per non dover interrompere le attività del nostro progetto e perdere altro tempo. Nel 2015 abbiamo ottenuto un locale ma era in periferia: era molto isolato e poco visibile e per questo non riuscivamo a vendere i nostri prodotti. Grazie a GVC, abbiamo potuto seguire molti corsi di formazione e abbiamo imparato a sfruttare gli scarti, ad esempio. E’ proprio con gli scarti che abbiamo potuto creare la nostra linea di sapone e diversificare il prodotto da immettere sul mercato. Abbiamo anche fatto corsi di alfabetizzazione. Le donne della cooperativa hanno molto apprezzato questo tipo di lezione. Grazie a GVC, abbiamo potuto seguire molti corsi di formazione e abbiamo imparato a sfruttare gli scarti, ad esempio. E’ proprio con gli scarti che abbiamo potuto creare la nostra linea di sapone e diversificare il prodotto da immettere sul mercato. Abbiamo anche fatto corsi di alfabetizzazione. Le donne della cooperativa hanno molto apprezzato questo tipo di lezione.
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Zina Chaabani lavora nella Cooperativa
La nostra cooperativa agricola per i prodotti caseari
agricola per i prodotti caseari “Elamma” a
era la prima a Mejel Bel Abess. Questo progetto è
Mejel Bel Abess
iniziato con 30 donne ma oggi ce ne sono solo 13: 11
“OGGI LE DONNE DI MEJEL BEL ABESS HANNO POTUTO ACQUISIRE DELLE NUOVE
donne e due uomini. Abbiamo incontrato diversi problemi, uno dei più seri è stato l’ottenimento del permesso sanitario.
COMPETENZE, SONO ATTIVE NELLA LORO
Senza di esso abbiamo dovuto interrompere i lavori
COMUNITÀ E SONO PIÙ LIBERE E APERTE”.
per un lungo periodo. In più, abbiamo avuto difficoltà anche per quel che
“Sono Zina Chaabani di Mejel Bel Abess, paese nel governatorato di Kasserine. Ho interrotto gli studi dopo le elementari per motivi economici e ho cinque fratelli e cinque sorelle. Io ho iniziato a lavorare all’interno della cooperativa agricola per i prodotti caseari “Elamma”, subito dopo il suo avviamento nel 2012, grazie a GVC. La decisione di lavorare in cooperativa non è stata facile: i miei genitori non hanno accettato questa cosa sin dall’inizio ma io ho insistito e non ho rinunciato. Prima di iniziare a lavorare in cooperativa, non mi riuscivo a considerare un essere vivente, non avevo un obiettivo nella vita né un futuro. Ho lavorato alla produzione di tappeti per soli 2 dinari. Dopo ho provato in una fabbrica ma era ancora peggio. Si lavorava 12 ore per 40 dinari al mese ma senza poter avere un contratto e senza avere alcuna copertura. All’inizio, quando è stato presentato il progetto da GVC, le donne della regione hanno proposto delle idee di lavoro che riguardavano la produzione e lavorazione dell’alfa. Ma dopo uno studio di mercato, abbiamo capito che il 75% degli abitanti della regione alleva bovini e abbiamo cambiato il progetto. E’ così che è nata l’idea della produzione e trasformazione dei prodotti caseari.
riguarda la gestione amministrativa e finanziaria della cooperativa. Come ha già spiegato la mia collega, abbiamo anche avuto un problema nel trasportare il formaggio nella nostra regione e siamo stati obbligati a prendere i mezzi pubblici. Quando abbiamo iniziato, non avevamo una grande esperienza nella gestione degli scarti alimentari e buttavamo una grande quantità di formaggio e latte. Come in tutti i progetti, la commercializzazione e la vendita non è stata facile. Oggi i nostri clienti sono i negozi, le pizzerie e anche la popolazione locale. Questa esperienza ci ha permesso di sviluppare le nostre capacità e di acquistare delle nuove competenze. Siamo molto fortunate ad avere il sostegno di GVC che ci ha aiutato a continuare a lavorare e a far crescere il progetto. Grazie alla nostra ultima visita a Beja per lo scambio di esperienze con altre cooperative, abbiamo avuto molte altre idee e il nostro sogno è iniziato a crescere. Oggi come oggi non vogliamo più lavorare solo alla produzione di formaggio ma vogliamo andare al di là di tutto ciò e aprire un ristorante e per far degustare alla gente i nostri prodotti a km 0”.
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FONTI
HANNO CONTRIBUITO ALLA REDAZIONE:
• Etude Stratégique sur l’Economie Sociale et
Hela Chebbi - communications officer GVC Tunisia,
Solidaire en Tunisie, 2017, Ministère du
Valentina Tartari - project manager GVC Tunisia,
Développement et de la Coopération Internationale
Flavio Tieri - coordinatore comunicazione GVC Italia,
et PNUD : https://africanmanager.com/51_tunisie-
Angela Zurzolo - communications officer GVC Italia
lugtt-impose-leconomie-solidaire-dans-lagenda-dechahed-larp-suivra/ • La présentation du projet de loi relatif à l’économie sociale et solidaire par le ministre de la Formation professionnelle et de l’Emploi, Faouzi Abderrahmane : https://www.leconomistemaghrebin.com/2018/05/0 4/economie-sociale-solidaire-projet-loi-enfin-pret/ • Note d'Orientation du plan de développement 2016-2020 : http://www.leaders.com.tn/article/17749exclusif-tunisie-telechargez-la-note-d-orientationdu-plan-2016-2020 • Projet de loi sur l’économie sociale et solidaire : Insuffisances (LAB’ess) : https://www.webmanagercenter.com/2018/05/26/42 0383/projet-de-loi-sur-leconomie-sociale-etsolidaire-labess-constate-beaucoup-de-lacunes/ • Témoignage des femmes des coopératives : https://www.facebook.com/EcoDeFemmes/videos/2 089384851318896/
GVC - GRUPPO DI VOLONTARIATO CIVILE: GVC - Gruppo di Volontariato Civile è un’organizzazione non governativa laica e indipendente, nata a Bologna nel 1971. È attiva nella cooperazione internazionale con strategie complesse d’intervento: dall’assistenza umanitaria a popolazioni colpite da conflitti e catastrofi naturali alla ricostruzione, dalla sanità alla sicurezza alimentare, dallo sviluppo rurale all’educazione, dalla tutela delle donne all’infanzia. In più di 40 anni di attività, GVC ha promosso e sostenuto oltre 250 cooperative e associazioni all’interno dei paesi. L'organizzazione crede infatti fermamente che la lotta alla povertà e la promozione dello sviluppo sostenibile siano realizzabili attraverso modelli economici che privilegiano la partecipazione democratica piuttosto che il capitale. Per questo, sostiene la formazione di associazioni e cooperative che pongono al centro l'iniziativa collettiva rispetto a quella individuale, favorendo il principio di mutualità. In questo modo, aumentano le capacità dei piccoli produttori, commercianti e artigiani di confrontarsi con le complessità del mercato e si riducono le fragilità dovute alle loro scarse risorse economiche e di mezzi.
GVC ITALIA Via Francesco Baracca, 3 | 40133 Bologna T +39 051585604 | F +39 051582225 Email gvc@gvc-italia.org C.F. 80079710374