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Editoriale Construction: Si torna sempre al punto di partenza Rossana Prola

EDITORIALE CONSTRUCTION EDITORIALE CONSTRUCTION SI TORNA SEMPRE AL PUNTO DI PARTENZA

Le notizie su come affrontare la crisi sono frammentate, confuse, spesso contraddittorie. I protocolli per la gestione delle piscine vengono definiti, ma poi cambiano, poi cambiano ancora, poi vengono parzialmente cancellati, poi ritornano. In certi casi, come ora, regna il silenzio. Trattandosi di acqua, la similitudine con la navigazione senza strumenti e senza riferimenti, normalmente definita navigazione “a vista”, sembra appropriata.

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AD OGGI, AD UN ANNO DALL’INIZIO DELLA PANDEMIA, CI RITROVIAMO AL PUNTO DI PARTENZA. PISCINE CHIUSE, NESSUNA NOTIZIA NÉ SULLA DATA NÉ SULLA MODALITÀ DELLE RIAPERTURE. TUTTE LE PISCINE AD USO PUBBLICO, A PARTIRE DA QUELLE CONDOMINIALI FINO AI GRANDI IMPIANTI COMUNALI, PASSANDO PER LE PISCINE AD USO TURISTICO-RICETTIVO, SONO FERME, SENZA NESSUNA IDEA SUL FUTURO.

C’è la Grande Pandemia, è vero. Ma è altamente improbabile che le piscine non riaprano questa estate, anche se non si può indicare una data precisa, quindi si potrebbe anche pensare al come aprirle. Utilizzare i protocolli dello scorso anno sarebbe sicuramente una scelta saggia, perché permetterebbe di non sprecare il denaro

e le risorse investiti, si potrebbe recuperare quasi tutto, il che non guasterebbe considerando la situazione economica attuale.

Sarebbe una scelta saggia, ma ognuno di noi sa, per esperienza, che potrebbe non andare così.

VUOI CHE NESSUNO ABBIA BISOGNO DI UN PO’ DI LUCE DI RIFLETTORI PUNTATI ADDOSSO? VUOI CHE TUTTI RINUNCINO AL PROPRIO NOME SUGLI ARTICOLI, ALLA TRAFILA DELLE RICHIESTE, DELLE PRESSIONI, DELLE PREGHIERE, DEI FAVORI, DEI RINGRAZIAMENTI PER LE MODIFICHE ACCORDATE? COME SI PUÒ RINUNCIARE A TUTTO QUESTO SOLO PER SEMPLIFICARE LA VITA DI MIGLIAIA DI IMPRENDITORI E AMMINISTRATORI DI CONDOMINIO?

Potrebbe quindi accadere, in pura teoria, che si riparta anche quest’anno con i protocolli assurdi e le conseguenti richieste di modifica, le conferenze delle regioni e ogni regione che fa a modo suo, con il bagnino obbligatorio nelle piscine condominiali ma solo in Lombardia, con la chiusura delle piscine dei B&B ma solo nelle Marche, e via di questo passo.

Solo il pensiero fa crescere la rabbia, perché tutto questo potrebbe essere evitato con il semplice uso della razionalità, ma la mania di protagonismo è quella che ci ha accompagnato per tutto questo lungo, assurdo, interminabile anno, durante il quale abbiamo girato, a vuoto, fino a tornare al punto di partenza. La mania di protagonismo è quella che ha fatto muovere le regioni ognuna per conto proprio, senza una pianificazione a livello nazionale, salvo invocare l’intervento dello Stato quando è stato necessario prendere decisioni sicuramente impopolari. La mania di protagonismo è quella dei virologi-tuttologi che in televisione esprimono ognuno la propria opinione, senza coordinamento, così che noi non sappiamo più né cosa credere né cosa fare.

NEL NOSTRO SETTORE, LA MANIA DI PROTAGONISMO HA FATTO NASCERE DECINE E DECINE DI SIGLE CHE AVREBBERO DOVUTO, TUTTE, RAPPRESENTARE TUTTI, SENZA AVER RICEVUTO NESSUN MANDATO PER FARLO. COME SI PUÒ RAPPRESENTARE UN INTERO SETTORE CON UN NUMERO INCALCOLABILE DI SIGLE DIVERSE? CHI ASCOLTERÀ TUTTE QUESTE PERSONE, CHE GIURANO TUTTE DI RAPPRESENTARE TUTTI?SENZA PARLARE DI CHI AFFERMA CHE LA STRATEGIA DI NON UNIRSI È STATA FALLIMENTARE, MA SOLO PERCHÉ NON SI E’ SCELTO DI FARLO CON LA PROPRIA SIGLA.

In questo caos totale, solo una cosa è produttiva: tacere. Se nessuno ti ascolta, è inutile parlare di più, nessuno ti ascolterà comunque. Bisognerebbe piuttosto comprendere la ragione del fatto che non arrivino risposte, mai, a nessuna richiesta. Pensiamoci: perché si evita di rispondere ad alcune domande? Perché la risposta non piacerebbe, e scatenerebbe reazioni indesiderate. Quindi, se si chiedono aperture, ristori immediati, protocolli semplici e condivisi, e nessuno risponde, è perché la risposta sarebbe sempre, e purtroppo, solo una: NO.

NON HA SENSO CONTINUARE A CHIEDERE, MEGLIO RAGIONARE SULLA SITUAZIONE, PENSARE AD UNA STRATEGIA DIVERSA, ELABORARE UNA ALTERNATIVA. E’ NECESSARIO VALUTARE I POSSIBILI SCENARI E PREPARARSI AD AFFRONTARLI IN ANTICIPO, PERCHÉ QUANDO SI PRESENTERANNO POTREBBE ESSERE TROPPO TARDI.

Cosa sia possibile fare per evitare tutto questo è invece molto più difficile da definire. La risposta si innesta su un discorso più ampio, che coinvolge la politica in senso complessivo e, soprattutto, il nostro approccio nei suoi confronti. Finché non ci libereremo dal sentimento borbonico e servile che ancora ci accompagna, dopo secoli, e non comprenderemo davvero che i politici vivono con i soldi delle nostre tasse, quindi del nostro lavoro, non ne usciremo. Non dobbiamo chiedere favori, ma quello che ci spetta. Ma per farlo dobbiamo non avere crediti, non dobbiamo avere scheletri nell’armadio, cose non fatte, tasse non pagate, abusivismi nascosti, tutto ciò che ci fa affrontare le cose a testa china, invece che a testa alta. Partiamo da noi, e forse ne usciremo.

Rossana Prola prola@professioneacqua.it

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