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LA PISCINA 2023 FRA OPPORTUNITÀ E L’EROISMO DI SEMPRE

L’azienda leader mondiale del comparto prevede una leggera riduzione dei ricavi 2023, rispetto ai 2,4 miliardi di euro del 2022, per una flessione fisiologica della piscina residenziale: è segno che si esaurisce in parte la spinta euforica, determinata dal Covid negli scorsi tre anni, appannaggio delle piscine “domestiche”. È probabile che le nostre tante imprese costruttrici avvertiranno il rallentamento 12 mesi più tardi. Ma è bene prenderne coscienza. Al contrario, superata la pesante contrazione degli anni pandemici, riprende vigore la piscina commerciale e pubblica, sia con nuove realizzazioni che con ammodernamenti.

Quasi una compensazione fra segmenti di mercato, premiante per chi costruisce e progetta piscine a tutto tondo, penalizzante per alcune categorie di operatori focalizzati su ambiti più ristretti.

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Sarà da capire quanto dei 700 milioni di euro del PNRR, destinati agli impianti sportivi (300 ulteriori milioni di euro sono per le strutture sportive scolastiche) sarà riversato sulle piscine. I nuovi progetti sono necessari per un’evoluzione eco-sostenibile e per la fondamentale sostenibilità economica e finanziaria. Per il comparto piscina pubblica si schiudono crescenti opportunità di business, con allargamento dei target cui rivolgersi e un rafforzamento dell’appeal che le piscine alimentano fra categorie della popolazione più sensibili e prevalenti, quali gli over 60, le famiglie e tanti sedentari.

Ma se le nuove realizzazioni dovranno interpretare queste indicazioni, sarà ancora più importante che la gestione dei centri acquatici venga assegnata a realtà capaci di valorizzare il radicale cambiamento in atto, mirando al profitto, senza il quale qualsiasi attività sportiva e sociale non è finanziabile.

Progettisti, costruttori, gestori, fornitori saranno all’altezza delle nuove sfide che ci attendono? Una bella domanda a cui sarebbe azzardato dare una convinta risposta affermativa.

Senza dimenticare che, per quanto fenomenali siano gli attori menzionati, bisognerà fare i conti con i ritardi, le fonti di finanziamento e i condizionamenti sistemici, decisamente peggiorati nel corso dell’ultimo triennio.

Un caso esemplificativo: un grosso operatore straniero, dopo l’assegnazione di un progetto da 25 milioni di euro per un complesso acquatico-sportivo e tre anni di attesa, si dichiara incredulo per non aver ancora ottenuto i permessi a costruire. Anche gli stranieri restano imbrigliati nelle malsane pastoie burocratiche: l’Italia è un sistema perdente a riconferma che è da eroi combattere costantemente battaglie così logoranti. Da imprenditori, però, “eroicamente” non demordiamo e cogliamo le opportunità della rinascita della piscina pubblica.

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