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LA STAMPA MERCOLEDÌ 15 MARZO 2006
TORINO E PROVINCIA 45
DECRETO FLUSSI IN ATTESA PER ORE, LA DELUSIONE DI UN MAROCCHINO TRUFFATO DAL SUO DATORE DI LAVORO CHE HA SIGILLATO NELLA BUSTA IL MODULO IN BIANCO
Immigrati, a Torino 21 mila richieste Tragedia sfiorata a Rivoli: albanese ferisce un romeno, gli aveva preso il posto nella fila Lodovico Poletto Patrizio Romano Alle 14,31 minuti, 5 secondi e 764 millesimi Zeng Xido Yinh saluta tutti e se ne va. Il suo calvario alle Poste è finito. Consegnate le domande di regolarizzazione per cinque dipendenti del suo ristorante se ne torna a casa. Anzi, al lavoro. Lascia l’androne monumentale delle poste di via Alfieri dove tutto fila come un orologio svizzero - con in tasca la quasi certezza che le sue ragazze otterranno il pezzo di carta che le farà uscire dalla clandestinità. E quei 5 secondi e 764 millesimi sono garanzia: in giro per l’Italia sono ben pochi quelli che riusciranno a battere il suo record di consegna. Sette minuti dopo Alina, romena della provincia di Bacau, lascia lo stesso stanzone delle Poste quasi con le lacrime agli occhi. «Non cambia nulla» dice. «Sono arrivata tardi. Se ce la faccio è un caso». Storie di gente che sogna di vivere in Italia. C’è chi arriva in ritardo e chi ha sopportato una notte in strada, all’aperto, per conquistarsi la prima fila. E chi, invece, dopo mille sforzi, fatiche e umiliazioni, quando si presenta davanti allo sportello si vede crollare il suo sogno. Come Mohamed, marocchino di 45 anni, che ieri pomeriggio, a Collegno, mentre stava consegnando la sua domanda, ha scoperto che per lui non c’erano chanches, almeno per ora. È andata così: un impiegato gli dice che sul tagliando della raccomandata manca il codice
DOMENICA A RIVOLI
Voto agli immigrati per la Consulta voluta dal Comune Dopo le code alle Poste, domenica prossima a Rivoli gli stranieri, con più di 18 anni e residenti in città da almeno un anno, si troveranno in fila per votare. Il Comune ha indetto le elezioni della Consulta degli immigrati. E nella scheda ci saranno nove candidati: Lucia Pietraru, Geta Gaena, Andra Maria Toiu, Magdalina Haidau, Genuta Geru, Hector Maillier, Josè Sovero Aguirre, Slimane Mehdoub e Said Chahir. In rappresentanza dei diversi continenti. «Gli elettori, muniti di carta d'identità e permesso di soggiorno, potranno votare nel palazzo comunale dalle 8 alle 20 - spiega l'assessore Ercole Gianotti -. E potranno dare tre preferenze, una per area geografica». «Questo nuovo organo - afferma il sindaco Guido Tallone - è un modo per camminare insieme ed è anche un primo passo verso la nomina di un consigliere aggiunto, sempre scelto tra gli immigrati». Piccoli passi per accogliere i 940 stranieri. «La nostra speranza è che vengano a votare quasi tutti i 640 aventi diritto - dice -. Sarebbe un bel modo per iniziare questa partecipazione diretta alla vita della città».
Immigrati in coda davanti alle Poste prima della consegna della richiesta di regolarizzazione
del modulo. È un dettaglio, si può risolvere in un attimo. Mohamed apre la busta preparata e chiusa dal suo datore di lavoro. Cerca. Ma dentro quel plico ci sono solo fogli bianchi: niente moduli compilati, niente di niente. Mohamed vorrebbe piangere. Si trattiene per dignità. Se ne va, umiliato e senza imprecare: «Il padrone mi
aveva giurato che era tutto a posto, che dovevo solo spedirla». Speranze che naufragano e illusioni che resistono a tutto. Come quelle animano Florenzia, 40 anni, che nonostante l’ora - 14,59 minuti, 46 secondi e 269 centesimi - faranno sì che continui a lavorare, in nero, come badante da un pensionato. E che le faran-
no sognare ancora per un anno il Perù e la sua famiglia, che non vede da anni. Zeng e Florenzia: la prima e l’ultima della giornata di via Alfieri. In mezzo centinaia di altre persone (28.252 le domande presentate in Piemonte, l’8 % del totale in Italia. Torino è la provincia in cui ne sono state presentate
SANITÀ SI ACUISCE LA POLEMICA DOPO L’INTERVENTO DEL CARDINALE: «I MEDICI PENSANO SOLO AL LORO CADREGHINO»
Oftalmico, adesso la rissa è totale NUOVO PIANO SANITARIO
Anche il ds Boeti contesta l’ipotesi dell’assessore «Sbagliato chiudere»
Vignale minaccia «Sciopero della fame contro Valpreda»
Marco Accossato Cresce la bufera sull’Oftalmico, all’indomani dell’incontro tra il cardinale Severino Poletto e i medici di via Juvarra. Nubi sempre più dense sull’ospedale destinato alla riconversione. Una pesantissima lettera dell’associazione Apri Ipovedenti che già si era espressa a favore della trasformazione della struttura - rincara la dose, facendo infuriare i medici che ora minacciano querela: «Notiamo con piacere che i medici, quando la “casa brucia” - accusa il presidente Marco Bongi - pur di salvare il loro cadreghino si ricordano anche dei pazienti che nei momenti delle vacche grasse erano normalmente giudicati solo dei rompipalle». «Pare addirittura - prosegue Bongi - che le code per un intervento di cataratta si siano ridotte a
Una sala operatoria dell’ospedale Oftalmico di via Juvarra
soli due mesi. Ma se questo risultato è oggi possibile, perché fino a qualche mese fa si dovevano attendere oltre tre anni, senza raccomandazioni di studi privati?». Chiedendo di trasformare l’Oftalmico in un centro di
riabilitazione visiva, l’Apri incalza: «Ben pochi cittadini sanno che l’idea di Valpreda non consiste solo nella chiusura di un ospedale totalmente inefficiente, ma piuttosto nell’inserimento di nuovi reparti di oftalmologia all’interno di
Il consigliere regionale di An, Gian Luca Vignale, minaccia lo sciopero della fame contro il Piano sanitario. Motivo? «E' vergognoso che la Regione non rispetti la legge e il diritto di cura». Vignale chiede «la retroattività del trattamento anche per coloro che non hanno ad oggi potuto usufruire del rimborso di tutte le spese sostenute per cure di altissima specializzazione svoltesi all'estero» e anche «il riconoscimento della diaria alimentare». «Con una delibera del 6 marzo scorso - accusa il consigliere di An - la Regione è riuscita in un colpo solo a non rispettare la normativa nazionale, la mozione votata all'unanimità dal Consiglio regionale, e l'impegno preso solennemente dall'assessore il 26 gennaio con le famiglie dei disabili e l'associazione».
ospedali assai più avanzati, come Molinette e Cto». Ricevuta la lettera dell’Apri i sindacati medici promettono battaglia legale, «perché molte delle cose dette sono falsità». A iniziare dalle liste d’attesa: «Negli ultimi tre anni - ribattono in via Juvarra - la media delle attese è tre mesi, con una sola eccezione». Inoltre, «dire che pensiamo solo al cadreghino è una volgare stupidaggine, poiché è noto che in ogni caso nessuno di noi perderà il posto». Infine: «L’Apri è un’associazione minuscola, che rappresenta pochissimi pazienti rispetto, ad esempio, all’Unione Ciechi». Oltretutto: «Ventitremila firme contro la chiusura sono il segno evidente di una preoccupazione che è di molte più persone di quante ne rappresenta l’Apri». La polemica si acuisce, e sul caso Oftalmico interviene anche Agostino Ghiglia, presidente provinciale di An: «Valpreda vuole smantellarlo per regalarlo ai comunisti?», domanda. Spiega: «Il vecchio pronto soccorso sarà forse assegnato al Centro italiano per la programmazione sanitaria presieduto da Sante Bajardi, ex asses-
di più: 21.220, seguita da Cuneo con 5.467, Alessandria 3.956, Asti 2.575, Novara 1.939, Vercelli 1.215, Verbania 968 e Biella 912), con nazionalità e storie differenti. Come quella di Daniel Evans, nigeriano, da dieci anni in Italia, un lavoro come parrucchiere, una casa e una famiglia. Ma pronto a nascondersi ogni volta che vede un poliziotto. Perché, dice: «Sono un clandestino». Come Ben, ma chissà se è il suo nome vero, 36 anni, marocchino e un lavoro come autista. Per fortuna qualcuno ha dato una mano a quelli in coda durante la notte. Dai ragazzi di Libera, alla Croce Rossa alla Protezione civile. Hanno consegnato tè caldo, un pezzo di cartone su cui sedersi. Li hanno aiutati moralmente. «A questa gente ha fatto piacere vedere che c’erano italiani pronti a farsi in quattro e senza chiedere niente in cambio» dice Matteo Saccani di Libera. Chi temeva tensioni e problemi è stato smentito: tutto è filato benissimo. Soltanto a Rivoli c’è stato un momento di tensione lunedì sera: una lite per un posto in coda è sfociata in un accoltellamento. Deda Pjerin, un albanese di 26 anni, la sua fidanzata Carolina e un amico hanno affrontato un romeno e lo hanno accoltellato a un fianco. Per Deda e Nikolin è scattata una denuncia per rissa; la ragazza è accusata di favoreggiamento. Nel pomeriggio di ieri il romeno è tornato in coda: «Io non mi faccio fermare da così poco».
sore del Pci». Domanda: «Non sarebbe questo un modo politico per utilizzare una struttura pubblica?». Prosegue polemico: «Non capiamo come possa contribuire il Cipes alla riorganizzazione di un ospedale che la sinistra vorrebbe smantellare». Oltretutto: «Membro del Cipes non è forse anche la dottoressa Beccatelli, consulente e aiutante di Valpreda per redigere il piano sanitario che prevedrebbe proprio la chiusura dell'Oftalmico?». Ghiglia dice: «Non si possono regalare al Cipes oltre 200 metri quadri di un ospedale che nelle vecchie intenzioni dovevano essere destinati all'Associazione ipovedenti oggi relegata in 4 metri quadri». Alleanza Nazionale chiede all’assessore «quale logica avrebbe questa manovra se non una: smantellare l’Oftalmico». «Anche il Commissario dell’Asl 1 - conclude Ghiglia deve rispondere a queste domande e della possibile, irrazionale, ingiustificata e irresponsabile concessione al Cipes». Anche il consigliere regionale Ds Nino Boeti, medico di professione, prende le distanze dall’assessore Valpreda. «Va bene prevedere la riorganizzazione della rete oculistica - osserva Boeti - ma non si blocchi l’Oftalmico, che è una risorsa troppo preziosa per essere eliminata. Per il mio partito è essenziale stralciare dal piano sanitario questa ipotesi».
in breve Sicurezza Polizia provinciale Bocciata l’istituzione Il Consiglio provinciale ha respinto a maggioranza la proposta di istituzione del corpo di Polizia provinciale avanzata da Alleanza Nazionale. Favorevoli anche Udc e Lega, Forza Italia si è astenuta. Protesta Barbara Bonino, capogruppo di An: «Un voto contro i Comuni, la sicurezza e i cittadini».
Paralimpiadi La Provincia contro la Rai Il Consiglio provinciale ha approvato l'ordine del giorno riguardante la ripresa Rai per l'apertura delle Paralimpiadi. Il Comitato organizzatore ha anticipato l'avvio della cerimonia ufficiale alle 18 per consentire la ripresa Rai che cessava il collegamento 10 minuti prima del termine per mandare in onda «un servizio di cartoni animati». Ora il Consiglio chiede all’azienda di evitare, per la cerimonia conclusiva, «una scelta inopportuna».
Università Niente spazi per i candidati Il rettore dell’Università, con il prorettore e i presidi hanno discusso ieri alcune richieste di candidati alle elezioni politiche di usufruire di spazi dell’ateneo. Che, recita un comunicato, «in periodo elettorale non consentirà una non programmata e non coordinata successione di interventi di esponenti politici di qualunque tendenza».
Regione Nuova circolare per la semplificazione La giunta regionale, su proposta dell’assessore al Legale, Sergio Deorsola, ha dato il via libera a una nuova circolare applicativa che semplifica l’iter di approvazione di leggi, decreti e regolamenti per «migliorare l’efficacia dell’azione amministrativa nei confronti dei cittadini e delle imprese».
Tre in manette Due risse in pochi minuti Serata violenta per tre rumeni ubriachi che, prima di essere arrestati dagli agenti delle volanti hanno scatenato due risse a Mirafiori. Prima aggredendo un gruppo di marocchini e poi due congolesi. Ciprian Borcos, 28 anni, Ciprian Lazar di 26 e Sorin Lazar (24) hanno attaccato briga con due marocchini in un bar di via Quarello. Quando la polizia è arrivata loro stavano stavano pestando due cittadini congolesi in via Negarville con spranghe e bastoni: uno ha riportato una frattura ad una mano, l’altro un serio trauma cranico. I tre sono stati bloccati dai poliziotti in uno stabile dove avevano cercato rifugio.
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PROTESTA I RESIDENTI PERPLESSI PER L’IMPIANTO AEM VICINO AL POLITECNICO
SPONSOR LA FONDAZIONE CRT CONCEDE 5 MILIONI DI EURO
Centrale del teleriscaldamento «Troppo fumo ed è rumorosa»
Reggia di Racconigi Slow visit notturne
Fine lavori a ottobre Nella classifica nazionale solo Brescia davanti a Torino Sarà per il groviglio di tubi e condotte a cielo aperto; sarà per le volute di fumo bianchissimo che fuoriescono, giorno e notte, fissandosi nell’aria fino al primo colpo di vento. Una cosa è certa: tra corso Ferrucci e corso Peschiera aumenta la curiosità, e talora la perplessità dei residenti, per l’imponente costruzione che ha occupato parte dell’area sulla quale sorgevano le ex-Ogr. Si tratta della nuova centrale di integrazione e riserva costruita vicino al Politecnico, lo strumento al quale Aem Torino si affida per estendere il teleriscaldamento alla
prima e alla terza circoscrizione, coinvolgendo 100 mila nuovi torinesi in aggiunta ai quasi 300 mila già serviti a Torino Sud e alle Vallette. I lavori sono in fase avanzata: l’impianto, alimentato a metano e caratterizzato da tre generatori di calore da 85 Megawatt termici, comincerà a girare da ottobre. Costo: 41 milioni di euro. Obiettivo: rispondere ai picchi della domanda, specie la mattina; bilanciare la rete del teleriscaldamento, facilitando lo spostamento di considerevoli volumi di acqua verso Torino; fare da trampolino di lancio per estendere il servizio alla parte nord della città, parzialmente servita dalla vecchia centrale a gasolio delle Vallette. Un altro passo in avanti sul fronte del calore pulito ed economico rispetto ai suoi concorrenti diretti (gasolio e metano) in quella che, dopo Brescia, è la città più teleriscaldata d’Italia. Tutto chiaro? Più o meno. Molti,
tra i residenti e i semplici passanti, non si capacitano di questa strana costruzione fumante, tutta tubi e torrette manco fosse una corazzata. Senza considerare quelli che, pur conoscendone la destinazione d’uso, ne hanno osteggiato la nascita fin dall’inizio. Basta suonare i campanelli dei due stabili affacciati sul cantiere per incontrare sempre le stesse obiezioni. I timori riguardano, nell’ordine: la sicurezza e l’impatto ambientale, cioè l’inquinamento. Sotto il profilo estetico, invece, prevale la rassegnazione. Vilma Di Nunzio: «Speriamo non accada nulla, costruzioni del genere andrebbero fatte altrove. Pensare che ci eravamo appena liberati dalle Ogr...». Gesuzza Barbuto: «Da lì esce fumo in continuazione. Speriamo sia un fenomeno transitorio, e che non inquini». Marisa Barra: «Io invece trovo insopportabile il sibilo continuo. Va avanti tutta la notte, lo si avverte tutta la notte,
La costruzione ha occupato parte dell’area sulla quale sorgevano le ex-Ogr
anche con i doppi vetri...». E via di questo passo. Il risultato è un mix di disinformazione e obiezioni ragionate che ha già spinto l’azienda a correre ai ripari: non più tardi di lunedì un gruppetto di pensionati è stato invitato a visitare l’impianto per dissipare i loro timori. Operazione riuscita, spiegano da Aem Torino. Fatta salva la contrarietà di chi ha la centrale sotto casa, urgono due precisazioni. Prima: il fumo biancastro è vapore; si tratta di
«sfiati» a tempo determinato che servono per pulire le tubazioni e a testare le caldaie. Secondo: a livello estetico la centrale promette di essere meglio di quanto appare. A garanzia della qualità dell’opera il progetto è stato affidato allo studio di Jean-Pierre Buffi, l’architetto che ha supervisionato lo sviluppo della Spina Centrale: il groviglio di tubature e condotte sarà celato da un susseguirsi di«vele» metalliche. Tempo qualche mese, e potrete giudicare. [ale. mon.]
La Fondazione Crt, guidata da Andrea Comba, contribuisce al rilancio della Reggia di Racconigi con circa 5 milioni di euro. Tre sono già stati stanziati dal 2001 al 2005. Entro il 2006 verranno messi a disposizione altri 2 milioni. E’ stato ricordato ieri, alla presentazione del programma culturale della Reggia, illustrato dal Direttore regionale ai Beni culturali Mario Turetta e dalla direttrice della residenza Mirella Macera. Il castello, che attrae circa 130 mila visitatori l’anno, aspira a raddoppiarli. Lo fa organizzando eventi e mostre di grande fascino. Nel gennaio scorso la rassegna «Racconigi, il palazzo, l’inverno» ha richiamato 23 mila persone. Con il ritorno della buona stagione, dalla metà di aprile prenderanno avvio le «slow visit». Si tratta di visite tematiche, condotte con voluta lentez-
za, per assaporare i dettagli, i tesori e le cronache del castello. Vengono condotte da guide che intrattengono il pubblico e gli fanno scoprire i riti dell’antica corte. Chi voglia partecipare deve però prenotare ai numeri 0172/84005 o 349/7855927. Dalla metà di giugno il Castello renderà invece visibili nuove porzioni del suo parco, compreso il percorso lungo le rive del lago e del naviglio interno, restaurato l’anno scorso, che verrà aggiornato di continuo,con nuove essenze. A settembre una mostra riproporrà le memorie fotografiche della residenza, con cartoline e foto d’epoca, che rievocheranno le villeggiature reali e la vita sociale di quei tempi. A dicembre un percorso scenografico notturno ricreerà le suggestioni del giardino della principessa Giuseppina di Lorena, moglie del quinto principe di Carignano.