Anno
XIV
n. 597 Venerdì 27 Febbraio 2015 Settimanale in pdf www.heos.it
HEOS
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LA “STEGANOGRAFIA” CORRE SUL TELEFONINO
SPECIALI SENSORI
PER INDIVIDUARE UNA BOMBA PRIMA DELL’ESPLOSIONE
LAMPI DI RAGGI GAMMA:
SENZA SEGRETI VITA E MORTE DI UNA STELLA
Sommario PRIMO PIANO
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INTERNETOPOLI, IMPARARE A NAVIGARE GIOCANDO ATTUALITÀ
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CONSORZIO RFX E FUSIONE TERMONUCLEARE TECNOLOGIE DI STERZO, IMBOCCATA LA STRADA DELLA GUIDA AUTOMATICA AMBIENTE
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“I-AMICA”, UNO SPETTRO SI AGGIRA CONTRO I GAS SERRA TRAZIONE ELETTRICA PER MIGLIORARE LA VITA NELLE CITTÀ TECNOLOGIA
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NASCE IL PRIMO TRANSISTOR SU SILICENE LA “STEGANOGRAFIA” CORRE SUL TELEFONINO SOS A RETI E INNOVAZIONE PER SOSTITUIRE LE MATERIE PRIME “CRITICHE SCIENZE
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ECCO PERCHÉ RICONOSCIAMO UN ANIMALE AUTOMATICAMENTE MANO BIONICA PER TRE PAZIENTI GUIDATA COL PENSIERO SALUTE
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L’ASMA? SI PRENDE IN CASA VERSO NUOVI BIOMATERIALI A BASE DI MUCINE AUTO ELETTRICHE: NESSUN RISCHIO PER LA SALUTE SPAZIO
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LAMPI DI RAGGI GAMMA: SENZA SEGRETI LA VITA E LA MORTE DI UNA STELLA “DEMO”, INDAGINE SULLE DINAMICHE DELL'ENERGIA OSCURA FOCUS
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REALIZZATI SPECIALI SENSORI PER INDIVIDUARE UNA BOMBA PRIMA DELL’ESPLOSIONE WEEKEND
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LA FERROVIA RETICA, UN TRENO ROSSO TRA LE NUVOLE CULTURA
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PESARO. BIANCO. DALLE STANZE SEGRETE AL CANDORE DELLA LUCE
In copertina, l’abate Giovanni Tritemio per primo teorizzò la steganografia (incisione dal Livre des Vrais Pourtraits di A. Thevet, 1584
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Newsletter settimanale di scienze politica cultura Direttore responsabile Umberto Pivatello Aut. Tr. Verona n°1258 -7 Marzo 1997 Roc n. 16281 Redazione Heos.it Via Muselle,n. 940 - 37050 Isola Rizza - Vr (It) Tel +fax +39-045-6970187 345 9295137 E-mail heos@heos.it www.heos.it
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PRIMO PIANO
Regaliamoci un libro
SETTE BREVI LEZIONI DI FISICA
INTERNETOPOLI, IMPARARE
di Carlo Rovelli Adelphi, 2014 pp 88 € 10,00
A NAVIGARE GIOCANDO
«
Ci sono frontiere, dove stiamo imparando, e brucia il nostro desiderio di sapere. Sono nelle profondità più minute del tessuto dello spazio, nelle origini del cosmo, nella natura del tempo, nel fato dei buchi neri, e nel funzionamento del nostro stesso pensiero. «Qui, sul bordo di quello che sappiamo, a contatto con l'oceano di quanto non sappiamo, brillano il mistero del mondo, la bellezza del mondo, e ci lasciano senza fiato». Tale è il presupposto di queste “brevi lezioni”, che ci guidano, con ammirevole trasparenza, attraverso alcune tappe inevitabili della rivoluzione che ha scosso la fisica nel secolo XX e la scuote tuttora: a partire dalla teoria della relatività generale di Einstein e della meccanica quantistica fino alle questioni aperte sulla architettura del cosmo, sulle particelle elementari, sulla gravità quantistica, sulla natura del tempo e della mente. L'autore (nella foto). Nato a Verona nel 1956, laureato in Fisica all’Università di Bologna, ha svolto il dottorato all’Università di Padova. Ha lavorato nelle Università di Roma e di Pittsburgh, e per il Centro di Fisica teorica dell’Università del Mediterraneo di Marsiglia. Ha introdotto la Teoria della gravitazione quantistica a loop, attualmente considerata la più accreditata in ambito fisico. Si è dedicato anche alla storia e alla filosofia della scienza con il libro Che cos'è la scienza. La rivoluzione di Anassimandro (Mondadori Università, 2011). Tra gli altri suoi libri, Che cos'è il tempo? Che cos'è lo spazio? (Di Renzo Editore, 2010), La realtà non è come ci appare. La struttura elementare delle cose (Raffaello Cortina Editore, 2014) e Sette brevi lezioni di Fisica (Adelphi, 2014). (Red)
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i chiama Internetopoli la nuova applicazione realizzata dall’Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr) per gli alunni delle scuole primarie e come aiuto per insegnanti e genitori che vogliano educare alunni e figli “nativi digitali” a un utilizzo consapevole e che favorisca l’interazione con le grandissime potenzialità della Rete. L’applicazione, scaricabile gratuitamente sul sito www.internetopoli.it, è stata creata dalla Ludoteca del Registro.it, l’anagrafe dei domini internet Made in Italy operante all’IitCnr, in collaborazione con la Giunti Os. «Internetopoli è un gioco che cala i bambini in una città immaginaria che è Internet, “edificata” con numeri e indirizzi di persone, cose e istituzioni, ad esempio all’indirizzo 82.112.217.155 “abita” il sito www.parlamento.it», spiega Domenico Laforenza, direttore dell’Iit-Cnr e presidente dell’area Cnr pisana. L’applicazione, compatibile per Lim (lavagna interattiva multimediale), funziona con i principali sistemi operativi su tablet, smartphone e pc. Internetopoli tocca i principali aspetti della navigazione sicura nella Rete da quelli di apprendimento a quelli ludici, fino al lato oscuro del web costituito da truffe e violazioni della privacy. «In maniera interattiva e semplice, per esempio, si avverte un bambino che se vuole invitare gli amici a una festa usando internet o i social network, deve seguire alcune accortezze», prosegue Anna Vaccarelli, responsabile comunicazione del Registro.it. «In casa difendiamo la nostra privacy chiudendo le porte e accostando tende e persiane, anche in Rete non sempre vogliamo far sapere a tutti quello che stiamo facendo». Internetopoli è stato adottato dalla Questura di Genova come sistema di apprendimento della navigazione sicura sul web per la campagna “Una vita da social”. La app è solo l’ultima iniziativa della Ludoteca del Registro.it del Cnr dopo la realizzazione dei cartoni animati della serie “Navighiamo sicuri con il Prof. Ittì”, visti da oltre 3.000 bambini delle scuole primarie di Veneto, Toscana, Lazio, Marche, Liguria, Friuli, Calabria. Nel mese di aprile la Ludoteca approderà in Sardegna. (Red) vedi www.cnr.it
L'OASI PIÙ FAMOSA DEL PERÙ
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uacachina è un villaggio nella regione di Ica , nel sud-ovest del Perù che Conta poco più di 100 abitanti però ci sono alberghi, negozi e strutture. Il villaggio è stato costruito attorno ad un piccolo lago naturale formatosi nel deserto peruviano di Atacama, un’area dove cadono pochi millimetri d’acqua in media ogni quarant’anni. Huacachina viene chiamata Oasi d'America.
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CRONACHE
PADOVA. ACCORDO DI COOPERAZIONE ITALO-GIAPPONESE PER IL FUTURO DELL’ENERGIA
CONSORZIO RFX E FUSIONE TERMONUCLEARE
L
’Istituto gas ionizzati (Igi) del Cnr, il Consorzio RFX e il National institute for fusion science, Naki (Giappone), hanno firmato a Padova un accordo di cooperazione nel campo della ricerca sulla fusione nucleare. L’accordo fortifica una collaborazione già in atto da diversi anni, figlia di precedenti accordi tra l’Euratom e il Giappone per la produzione di energia da fusione termonucleare, in vigore dal 1988 e tra il Cnr e Japan Society for Science Promotion. Si tradurrà in un supporto congiunto ai progetti cooperazione, facilitando la mobilità dei ricercatori, la disponibilità immediata di dati su risultati scientifici più recenti, lo scambio di dispositivi e strumenti di ricerca. «La spinta è verso una visione più integrata dell’approccio scientifico», spiega Francesco Gnesotto, presidente del Consorzio RFX e Prorettore dell’Università di Padova, «in cui il mondo accademico e quello degli istituti di ricerca scientifica si affiancano, unendo gli sforzi verso l’obiettivo della fusione nucleare». Non a caso, la cerimonia della firma dell’accordo di cooperazio-
ne si svolge nel Rettorato dell’università di Padova, dove è stata accolta la delegazione condotta da Akio Komori, direttore Generale del Nifs. «La firma di questo accordo rappresenta un importante passo avanti verso una più stretta collaborazione scientifica tra l’Italia e il Giappone», assicura Vanni Antoni, direttore dell’Istituto gas ionizzati del Cnr di Padova, dove da diversi anni è attivo uno dei più importanti esperimenti sui plasmi di fusione: la macchina RFX, una linea di ricerca che ha visto i ricercatori padovani conquistare una leadership scientifica a livello internazionale. Da alcuni anni, sempre a Padova nel Consorzio RFX (Soci: Cnr, Enea, Infn, Università di Padova, Acciaierie Venete Spa), si sta sviluppando una nuova linea di ricerca (il progetto PRIMA) finalizzata allo sviluppo di un sistema iniezione di neutri, ad altissima energia, che servirà a riscaldare il plasma di ITER, il reattore sperimentale a fusione in corso di realizzazione in Francia. In questo settore la collaborazione Italia-Giappone è già molto forte. Il Giappone contribuisce infatti,
insieme all’Europa, alla fornitura delle apparecchiature scientifiche che verranno installate a breve sull’impianto per lo sviluppo del sistema di iniezione di neutri Neutral Beam Injection System, in costruzione a Padova nell’Area di ricerca del Cnr. «Con l’insieme di queste attività, Padova riafferma la propria centralità nella ricerca sulla fusione nucleare» afferma Roberto Piovan, direttore del Consorzio RFX che conclude: «Il Progetto PRIMA, per la messa a punto del sistema di iniezione di neutri ad alta energia, è un investimento a lungo termine che darà un impulso fondamentale alla ricerca, proiettando Padova in prima linea verso il traguardo della fusione nucleare». Il Consorzio RFX E’ nato nel 1996 per integrare le attività di ricerca sulla fusione svolte dal pre-esistente Gruppo di Padova, comprendente Università di Padova, Cnr ed ENEA. Nel 2006 l’INFN entra nel Consorzio RFX in virtù delle sue competenze specifiche sugli acceleratori, richieste per lo sviluppo del sistema di iniezione di neutri Il National institute for fusion science È un istituto inter-universitario che raggruppa le attività di ricerca sulla fusione svolte in Giappone a livello accademico. Gestisce un grande esperimento, LHD (Large Helical Device), il maggior esperimento in configurazione stellarator oggi esistente al mondo. (Red)
RASSEGNA STAMPA. LA VIGNETTE DELLA SETTIMANA Corriere.it 27 Febbraio
Corriere.it 26 Febbraio
ilfattoquotidiano.it 27 Febbraio
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Italiaoggi.it 27 Febbraio
IL SERVOSTERZO ELETTRICO PRESTO SI DIFFONDERÀ A TUTTO IL SETTORE AUTOMOBILISTICO COME DOTAZIONE STANDARD ANCHE NEI VEICOLI PESANTI
TECNOLOGIE DI STERZO,
co tradizionali non sono stati in grado di superare la barriera dei 15 kilonewton (kN). Sebbene la Ford F150 e la Ram 1500 siano dotate di servosterzo elettrico, i produttori devono fare ulteriori investimenti per renderne possibile l’adozione su vasta scala nell’ambito dei veicoli pesanti.
IMBOCCATA LA STRADA DELLA GUIDA AUTOMATICA
O
rmai è un dato di fatto che si avanza a grande velocità verso l’automazione dei veicoli, con le case automobilistiche e i fornitori che continueranno a investire nelle innovazioni delle tecnologie di sterzo per veicoli sia a guida manuale sia automatizzati. Vi è una particolare attenzione sul tema di insegnare ai veicoli a guidare in automatico come farebbe un conducente umano, il che rende ancora più importanti i sistemi caratterizzati dalla capacità di sterzare in maniera quasi umana. Una nuova analisi di Frost & Sullivan, intitolata “Strategic Analysis of Key Focus Areas for Steering Technology Development”, rileva che la tecnologia steer-by-wire si diffonderà, secondo le previsioni, a una gamma più ampia di veicoli premium nel prossimo futuro, sebbene il suo successo dipenda da come le case produttrici affronteranno lo scenario della perdita di servosterzo. Allo stesso tempo, è atteso che i segmenti relativi a SUV (sport utility vehicle), MPV (multi-purpose vehicle) e pick-up passeranno ai sistemi di servosterzo elettrico (EPS). «Il tasso di diffusione del servosterzo elettrico nelle regioni sviluppate come
Nord America ed Europa è elevato, e i consumatori continuano a chiedere tecnologie innovative, - spiega Manish M. Menon, analista di Frost & Sullivan - Di conseguenza, le funzioni avanzate di servosterzo elettrico come i sistemi di allarme per il mantenimento della corsia e la compensazione in caso di vento laterale si faranno strada in tali mercati». Nel frattempo, i mercati emergenti stanno cercando le stesse caratteristiche a un prezzo inferiore, poiché i clienti ritengono che i sistemi di servosterzo elettrico siano cari rispetto alle tecnologie concorrenti come il servosterzo idraulico o elettroidraulico. Queste regioni offrono vaste possibilità per i sistemi di servosterzo elettrico a colonna low-cost poiché i consumatori sono disposti ad accettare dei compromessi su certe caratteristiche, come il rumore, la vibrazione e la durezza, per un miglior prezzo. Il servosterzo elettrico heavy duty rappresenta un altro segmento con un enorme potenziale non ancora sfruttato. La maggior parte dei veicoli commerciali utilizzano ancora il servosterzo idraulico o elettroidraulico, poiché i sistemi di servosterzo elettri-
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«Oltre a ciò, i produttori con una strategia chiara e concreta per mitigare la perdita di assistenza alla guida avranno maggiori probabilità di successo nello sviluppo di sistemi di sterzo pensati per la guida automatica, - conclude Menon. - Se da una parte l’attenzione complessiva verso lo sviluppo di sistemi sterzanti allo stato dell’arte e senza conducente per tutti i segmenti di veicoli aumenterà, anche le innovazioni volte a migliorare la sensazione dello sterzo nei veicoli a guida manuale continueranno a progredire». Lo studio “Strategic Analysis of Key Focus Areas for Steering Technology Development” è un Market Insight che fa parte del programma Automotive & Transportation Growth Partnership Service. Questa analisi di mercato studia e analizza i progressi della tecnologia dei sistemi di sterzo, le alleanze strategiche chiave tra le case automobilistiche e gli operatori di primo livello in tutto il mondo, e il loro impatto sullo sviluppo della tecnologia e sulle prestazioni a livello globale. (Red) Vedi www.frost.com
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GLI INTERVENTI SONO STATI ESEGUITI TRA IL 2011 E IL 2014 ALL’UNIVERSITÀ DI VIENNA
MANO BIONICA PER TRE PAZIENTI GUIDATA COL PENSIERO
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re uomini austriaci usano una mano bionica comandata dal loro stesso pensiero. Si tratta di una protesi robotica molto sofisticata, che funziona grazie a sensori che interpretano i piccoli segnali nervosi residui dopo i traumi che hanno fatto perdere l'arto. Secondo quanto pubblicato sulla rivista Lancet, la protesi è stata implementata all'avambraccio con un complesso intervento, per ora unico al mondo, mediante una nuova tecnica operatoria denominata “ricostruzione bionica” e messa a punto dall’equipe di Oskar Aszmann dell'Università di Vienna in collaborazione con l'italiano Dario Farina, direttore del Dipartimento di ingegneria della neuroriabilitazione all'Università di Göttingen (Germania). Gli interventi sono stati eseguiti alla facoltà di Medicina dell'Università di Vienna sotto la direzione di Aszmann tra 2011 e 2014. «Questo è per ora l'unico posto al mondo in cui si possono eseguire tali interventi», spiega Farina intervistato dall'ANSA che ha collaborato al lavoro per la parte ingegneristica, relativa alle protesi e al loro controllo da parte del paziente. Ri-
porta l’Ansa: «Ad oggi stiamo collaborando con il gruppo di Aszmann per altri 3 nuovi pazienti che hanno già seguito la procedura di ricostruzione bionica, casi clinicamente diversi da quelli riportati su Lancet». La procedura di ricostruzione bionica eseguita sui tre pazienti si è sviluppata in tre fasi. All’inizio con l’ausilio di speciali sensori si captano i segnali nervosi residui presenti nei nervi del plesso rimasti sani. I segnali sono troppo deboli per muovere la mano però sono sufficienti per comandare l'arto artificiale, una volta che questo sia stato collegato all'avambraccio. I pazienti sono poi stati sottoposti a mesi di allenamento mentale in cui hanno imparato a gestire quei deboli segnali nervosi residui. Al termine del training è stata loro amputata la mano non più funzionante e al suo posto è stata collegata la protesi. Successivamente è seguito una lunga fase di riabilitazione in cui il paziente, forte del training mentale precedentemente svolto, ha imparato a usare la sua mano nuova. Oggi i tre pazienti con la mano robotica riescono a svolgere con precisione numerose azioni quotidiane come ab-
bottonarsi la camicia a versare dell'acqua che per anni a seguito non avevano più potuto svolgere. La premessa su cui si è fondato il triplice intervento è che, nonostante i segnali nervosi rimasti dopo la lesione non permettessero più i movimenti della mano, c'era ancora un'attività elettrica residua in alcuni nervi che raggiungeva l'avambraccio Attualmente, sono numerosi nel mondo i gruppi di ricerca che portano avanti progetti di sviluppo di protesi robotiche: uno tra tutto, anch'esso in parte frutto dell' “expertise tecnologica e scientifica italiana”, è quello della mano bionica in grado di muoversi e dotata di tatto, e capace di sentire gli oggetti toccati. Questa mano è stata testata con successo in Italia su un paziente danese amputato della mano sinistra. Anche quest’ultima mano bionica è frutto di un progetto internazionale. Per l’Italia ha partecipato la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, Il Policlinico Gemelli, il Campus biomedico di Roma e l'IRCSS San Raffaele di Roma. (Red) Nella foto in alto, uno dei tre pazienti, prende un’oggetto con la sua mano bionica comandata dal cervello Vedi http://www.thelancet.com/journals/ laninf/article/PIIS0140-6736(14)61776-1/ fulltext
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