Anno
XIV
n. 607 Venerdì 8 Maggio 2015 Settimanale in pdf www.heos.it
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“SMART UPGRADING” BIOMETANO DI QUALITÀ E A COSTI PIÙ BASSI OTTENUTE
STAMINALI “ALTERNATIVE” PER GENERARE TESSUTI ORGANICI
CHIRURGIA ROBOTICA LEONE OPERATO DI TUMORE
Sommario PRIMO PIANO
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OTTENUTE STAMINALI “ALTERNATIVE” PER GENERARE I TESSUTI ORGANICI ATTUALITÀ
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GRAZIE ALLA RICERCA, VITA DURA PER LE FRODI ALIMENTARI PROTONTERAPIA, FIRMATO L'ACCORDO DI RICERCA CON LA CINA AMBIENTE
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NORD ATLANTICO, SEGNALI DI CAMBIAMENTO CLIMATICO: AUTUNNI E INVERNI PIÙ MITI “SMART UPGRADING” PRODUCE BIOMETANO DI QUALITÀ E A COSTI PIÙ BASSI TECNOLOGIA
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TRASPORTI REFRIGERATI “GREEN” E MENO COSTOSI PROGETTI VINTI IN UE: L’ ENEA AL 25° POSTO LEONE OPERATO DI TUMORE CON LA CHIRURGIA ROBOTICA ENEA, PRESENTATO UN INNOVATIVO SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO PER EDIFICI ESISTENTI SCIENZE
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SESAME, SUPERMICROSCOPIO DEL MEDIO ORIENTE FOTOSINTESI ARTIFICIALE: “ENERGIA DAI COLORI DELLE PIANTE” SALUTE
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STECCHE BIODEGRADABILI SALVANO LA VITA A TRE NEONATI BIOCAPS, SI LAVORA AL VACCINO CONTRO LA TUBERCOLOSI SPAZIO
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I “PILASTRI DELLA CREAZIONE” O “DELLA DISTRUZIONE” IN 3D DAMPE A CACCIA DI MATERIA OSCURA FOCUS
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ENZIMI MARINI E INDUSTRIA DEL FUTURO CULTURA
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“LA GUERRA CHE VERRÀ NON È LA PRIMA”
In copertina, “I pilastri della Creazione” o della “Distruzione” (foto eso.org) art. a pag. 15
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Newsletter settimanale di scienze politica cultura Direttore responsabile Umberto Pivatello Aut. Tr. Verona n°1258 -7 Marzo 1997 Roc n. 16281 Redazione Heos.it Via Muselle,n. 940 - 37050 Isola Rizza - Vr (It) 345 9295137 E-mail heos@heos.it www.heos.it
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PRIMO PIANO
Regaliamoci un libro
OTTENUTE STAMINALI “ALTERNATIVE” PER GENERARE
L'ESERCITO DELLE COSE INUTILI di Paola Mastracola
Einaudi 2015 pp. 212 € 17,50
I TESSUTI ORGANICI
«Insomma, quel mattino di novembre, mentre andavo a zonzo nel vuoto da non so quanto tempo, succede che io incontro questo tale. E vi posso dire che, accidenti, se prendevo a destra anziché a sinistra non lo avrei incontrato. Quindi? Quindi tutto questo deve pur significare qualcosa. Ho preso a sinistra ed è stato tutto quel che è stato, questa benedetta storia che adesso vi racconto».
I
n un gelido mattino di dicembre, un libro e un asino s'incontrano lungo una strada deserta. Il libro, in viaggio verso il meraviglioso “Paese delle cose inutili”, convince il vecchio asino a seguirlo. È da qui che prende avvio il romanzo, per trascinarci presto in un altrove abitato da asini, libri, funamboli, macinini da caffè, poeti, scollatori di francobolli e altre mirabolanti creature. E poi c'è Guglielmo, un ragazzino che scrive delle lettere sgangherate e bellissime da cui emerge a poco a poco la sua storia. E c'è qualcuno, Raimond, che raccoglie quelle parole e le trasforma in un'azione. Perché ciò che è vecchio, desueto, ai margini, eccentrico, può essere mosso da un'energia misteriosa e seguire strade poco battute, dove l'utile e l'inutile sanno ribaltarsi l'uno nell'altro e diventare, forse, una sostanza nuova. Questo è un romanzo speciale, che ruota intorno a una domanda semplice e decisiva: cos'è che riempie davvero la nostra vita? Anche quando fai la cosa più inutile del mondo che sia raccogliere conchiglie, trapiantare primule, trascinare stancamente i tuoi passi, invecchiare, amare qualcuno in silenzio - puoi trovare una scintilla di vita, un lampo di senso, uno scatto inaspettato. O persino te stesso. Perché l'inutilità - sembra dirci Paola Mastrocola con questa sua storia che coinvolge ed emoziona - è soprattutto un sentimento. Paola Mastrocola, la professoressa scrittrice di Torino, con L'esercito delle cose inutili ci porta dentro una favola piena di significati, in cui l'utile e l'inutile sanno ribaltarsi l'uno nell'altro e diventare, forse in un diverso spazio tempo, una sostanza nuova.
O
ttenute nuove cellule staminali catalogate come “alternative” in quanto la loro identità non è legata al loro stadio di sviluppo ma alla posizione in cui si trovano nell'embrione. La ricerca è stata portata a termine da un gruppo di scienziati del Salk Institute di La Jolla, in California (Usa). Si tratta di staminali pluripotenti, ossia capaci di generare o rigenerare qualsiasi tipo di tessuto e organo. Lo studio è stato pubblicato su Nature come rsPSCs (Region-Selective Pluripotent Stem Cells). Queste staminali “alternative” . più facili da coltivare in laboratorio rispetto alle normali, possono essere prodotte su larga scala rendendo più facile per gli scienziati le operazioni sul Dna. Caratteristiche molto importanti soprattutto per la futura produzione di “pezzi di ricambio” per il corpo umano. Gli scienziati del Salk Institute hanno prodotto le “alternative” partendo da normali cellule staminali umane le quali sono state trattate con un mix di sostanze chimiche che hanno fatto acquisire loro le particolari proprietà legate alla localizzazione nello spazio. Successivamente, le staminali “alternative” così ottenute sono state trasferite in embrioni di topo non più vitali e parzialmente dissezionati. Dopo 36 ore di coltura, le cellule “alternative” sono riuscite a colonizzare la varie parti degli embrioni morti dando vita alle tre strutture embrionali fondamentali del mesoderma, ectoderma, endoderma da cui si può generare ogni tessuto dell'organismo. A questo punto però l’esperimento è stato fermato dagli stessi scienziati. (Red)
FRANCIA, LA GROTTA DI GOUFFRE BERGER n viaggio al centro della terra è possibile. Basta partire dalla grotta di U Gouffre Berger situata nel sud-est della Francia. È una delle grotte più temute dagli esploratori, conosciuta come la grotta della morte. Con più di 1.200 metri di profondità e un lago interno, è una delle più profonde grotte calcaree sotterranee in tutto il mondo. Quando piove, la grotta si allaga intrappolando chi c'è dentro.
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CRONACHE
GRAZIE ALLA RICERCA, VITA DURA PER LE FRODI ALIMENTARI
C
osa sono esattamente i prodotti tipici? Possono rappresentare un modello produttivo ed economico esportabile anche in paesi emergenti? E come si può valorizzarli e difenderli dalle contraffazioni che ne minacciano l'unicità e la tipicità? Se n’è parlato il 6 maggio scorso all’Expo di Milano in occasione dell’incontro “I prodotti tipici: una contraddizione o una speranza per l'agricoltura e il Made in Italy?” organizzato dal Dipartimento di scienze bioagroalimentari del Consiglio nazionale delle ricerche (Disba-Cnr), all'interno del Padiglione Italia, dove alcuni esperti hanno iluustrato le nuove metodologie per valorizzare i prodotti tipici italiani Dop ed Igp e difendere i consumatori dalle frodi. «Analisi che ora sono realizzate in centri di ricerca specializzati e che presto potranno essere alla portata di tutti», spiega Andrea Scaloni, che dirige l'Istituto produzione animale in ambiente mediterraneo (Ispaam-Cnr). «Qualche esempio di falsificazione? Per la mozzarella di bufala campana il disciplinare prevede che si usi il 100%
di latte di bufala. I falsificatori invece lo mescolano con latte bovino o bufalino liofilizzato, meno costoso e spesso proveniente da altre nazioni: oggi la spettrometria di massa consente di analizzare un campione di latte per scoprire di che tipo è, identificandone i peptidi e le proteine. In particolare all’Ispaam-Cnr di Napoli è stato messo a punto un metodo di analisi molto rapido, che consente di rivelare anche piccole aggiunte (2-5%) di latte non dichiarato, a fronte di quelle normalmente riscontrate (sopra il 15%). Tale metodologia, messa a punto per il latte di bufala, funziona molto bene anche per quello di pecora e di capra, aprendo così vasti scenari di applicazione per la certificazione di molte altre Dop ed Igp». In alcuni casi, nei prodotti a base di maiale del tipo Cinta senese, Nero dei Nebrodi o Casertano, è utilizzata carne da razze suine meno pregiate. «Oggi grazie a tecniche di microarray - che permettono di esaminare i prodotti derivanti dal genoma di un organismo su una singola lastrina di vetro o su un chip di silicio - è possibile riconoscere sequenze di DNA specifiche
che caratterizzano in maniera univoca una determinata razza», aggiunge Scaloni. «Questa ricerca è il frutto della collaborazione tra i laboratori dell’Istituto di biologia e biotecnologia agraria (Ibba-Cnr) di Lodi e del dipartimento di Agricoltura, alimentazione ed ambiente dell’Università di Catania». Non solo. Per essere certi che l'olio monovarietale extravergine DOP non sia stato miscelato con altri oli meno pregiati, se ne valutano gli aromi con la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare e con tecniche di cromatografia abbinate alla spettrometria di massa, mentre altre analisi basate sul contenuto di isotopi permettono di ottenere informazioni sul sito geografico di provenienza. Durante il convegno in Expo, queste tematiche saranno affrontate da ricercatori dell’Università di Napoli “Federico II”. «Il Made in Italy agroalimentare è un settore eterogeneo, che raggruppa centinaia di prodotti freschi e lavorati, una grande varietà di costi e disciplinari, di cultivar vegetali, razze animali e prodotti derivanti da processi di trasformazione, sapientemente selezionati nel tempo e in funzione del territorio, un ricco patrimonio culturale e tecnologico, non facile da regolamentare e controllare», conclude Francesco Loreto, direttore del Disba-Cnr. «Oltre all'indubbio valore simbolico e identitario, si tratta di un altissimo valore economico, messo a rischio da molteplici insidie, prime fra tutti le frodi alimentari». (Red) vedi www.cnr.it
RASSEGNA STAMPA. LA VIGNETTE DELLA SETTIMANA Corriere.it 08 Maggio
Corriere.it 07 Maggio
Italiaoggi.it 08 Maggio
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Italiaoggi.it 07 Maggio
A lato, immagine artistica della macchina per la protonterapia (image unitn.it)
PROTONTERAPIA, FIRMATO L'ACCORDO DI RICERCA CON LA CINA
L
a ricerca nell’ambito della adroterapia oncologica è al centro del protocollo d’intesa siglato tra il TIFPA (Trento Institute for Fundamental Physics and Applications, il centro nazionale istituito da INFN, in collaborazione con Università di Trento, Fondazione Bruno Kessler FBK e Agenzia provinciale per i Servizi Sanitari APSS di Trento) e il centro cinese SPHIC (Shanghai Proton and Heavy Ion Center). L’accordo, sottoscritto recentemente a Shanghai dal direttore del TIFPA, Marco Durante, e il presidente di SPHIC, segna l’avvio di una stretta collaborazione tra Italia e Cina in questo promettente settore della terapia oncologica, che prevede l’utilizzo di protoni e ioni pesanti (adroni) accelerati come proiettili per colpire e distruggere le cellule tumorali. I vantaggi di questi “proiettili adronici” risiedono nella loro alta capacità di penetrare nel corpo umano, che li rende adatti a curare anche tumori profondi, e nella precisione con la quale è possibile indirizzarli sul bersaglio, colpendo quasi
esclusivamente le cellule malate e risparmiando i tessuti sani circostanti. «Il centro di Shanghai è destinato a essere il primo al mondo come numero di pazienti, e sarà lì che il beneficio clinico degli ioni in terapia verrà verificato», spiega Marco Durante. «Per il TIFPA è una collaborazione importantissima, che ci consentirà di trasferire la ricerca più avanzata in fisica medica e radiobiologia nella clinica. Grande beneficio ne avrà il Centro di Protonterapia di Trento, tecnologicamente avanzatissimo e che necessita di collaborazioni ad alto livello. Con questo accordo l'Italia si conferma uno dei paesi più impegnati nel campo della ricerca in adroterapia, grazie alla proficua collaborazione fra fisici, medici e biologi», conclude Durante. L'accordo con SPHIC regola la cooperazione in fisica medica, biofisica, radiobiologia, ed è aperto a qualsiasi altra attività di reciproco interesse. L'accordo consente inoltre lo scambio di personale tra SPHIC e TIFPA per la formazione e le attività sperimentali comuni. Partico-
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lare interesse è rivolto alle metodologie per il trattamento dei tumori in movimento (come quello al polmone), e ai protocolli terapeutici combinati per i tumori a fegato e pancreas, due tumori maligni ad alta incidenza in Cina. I ricercatori del TIFPA potranno anche studiare al laboratorio SPHIC un modello biofisico per l'ottimizzazione dei regimi delle dosi. Il Centro di Protonterapia dell’APSS a Trento ha già trattato 16 pazienti ed è dotato di una sala sperimentale per effettuare ricerche in fisica medica e radio-biofisica di grande interesse per l’istituto cinese. SPHIC è una struttura, realizzata da SIEMENS, dotata di quattro sale di trattamento, che utilizza protoni e ioni carbonio nella terapia oncologica. Dopo le prime cure pilota nell’estate del 2014 e l'approvazione da parte delle autorità sanitarie cinesi, il centro è stato ufficialmente aperto nel mese di aprile. SHPIC inizierà con protocolli clinici per diversi tumori solidi e ha come obiettivo di arrivare a trattare oltre 1.000 pazienti all’anno. Inoltre SPHIC è dotato di un laboratorio per gli studi pre-clinici su modelli animali con protoni e ioni pesanti, e per la ricerca in fisica medica. Per avviare le attività di ricerca, il centro cinese ha firmato protocolli d'intesa, oltre che con il TIFPA, anche con il centro Helmholtz GSI (Darmstadt, Germania) e il Montefiore Medical CenterEinstein College of Medicine (New York, USA). (Red)
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Vedi www.infn.it
Un gruppo di ricercatori dell’IpcfCnr, dell’Iit e dell’Università di Roma Tor Vergata, che ha creato una cella solare capace di imitare il processo di fotosintesi naturale, ha riassunto lo stato dell’arte nell’utilizzo di coloranti vegetali estratti da frutta e fiori ed integrati in celle di terza generazione.
R
icercatori dell’Istituto per i processi chimico fisici del Consiglio nazionale delle ricerche (Ipcf-Cnr) di Messina, dei Graphene Labs dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova e dell’Università di Roma Tor Vergata, coinvolti nello sviluppo di celle solari in grado di catturare l’energia sfruttando il processo di fotosintesi in atto su coloranti naturali, hanno creato una particolare cella elettrochimica di terza generazione in grado di assicurare ottimi benefici in termini di ecosostenibilità e costi economici. La ricerca nasce in seguito al brevetto ottenuto da Giuseppe Calogero e Gaetano Di Marco dell’Ipcf-Cnr ed è stata condotta con Antonio Bartolotta, Francesco Bonaccorso dell’Iit e Aldo Di Carlo di Roma Tor Vergata. Lo studio denominato “Vegetablebased dye-sensitized solar cells” pubblicato su Chemical society review, rivista del gruppo editoriale Royal Society of Chemistry, raccoglie gli studi del gruppo di ricerca e le conoscenze finora prodotte a livello mondiale nell’utilizzo, come fotosensibilizzatori, di coloranti vegetali
FOTOSINTESI ARTIFICIALE: “ENERGIA DAI COLORI DELLE PIANTE” estratti da frutta e fiori ed integrati in celle solari di terza generazione. «La ricerca si è concentrata sulla cella solare di Grätzel», spiega Di Marco: «Questo dispositivo fotoelettrochimico è costituito da diversi componenti posti in successione: il fotoanodo, che è realizzato con un vetro conduttore ricoperto da uno strato sottile di biossido di titanio sul quale il colorante è chemiadsorbito (un assorbimento su una superficie con consequenziale formazione di legami chimici); la soluzione elettrolitica a base di iodio e ioduro; ed infine il contro-elettrodo dove, sempre utilizzando un vetro conduttore, viene deposto un catalizzatore, generalmente platino o carbonio». Imitare la natura. «La possibilità di raccogliere e trasformare l’energia proveniente dal Sole - prosegue Calogero - sfruttando un ipotetico processo sintetico di fotosintesi clorofilliana, con la cellula di Grätzel tenta di imitare la natura, che però ha un vantaggio di milioni di anni,
emulando quello che il fenomeno della fotosintesi permette alle piante» . L’analisi svolta non si limita solo a celle di laboratorio ma affronta il problema della scalabilità della tecnologia ai moduli fotovoltaici, identificando le architetture costruttive più promettenti e analizzando il costo dell’energia prodotta che può risultare minore rispetto a quella ottenuta con coloranti sintetici. Il grafene. «L’opportunità di sfruttare coloranti vegetali provenienti da scarti alimentari e di produzione per la conversione di energia solare, insieme con l’impiego di nanomateriali come ad esempio il grafene al posto di materiali preziosi (platino) e rari (indio, componente dell’ossido di stagno ed indio), potrebbe dare il via alla realizzazione di celle solari di prossima generazione sempre più economiche e al contempo ecosostenibili», conclude Bonaccorso. (Red) vedi http://www.ipcf.cnr.it/ www.uniroma2.it
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