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le leggende le battaglie del drago rosso e il drago bianco Re Vortigern e le profezie di Mago Merlino
LE CUR IOSITĂ€ la bandiera del Galles Tantissimi draghi, tutti diversi ...e tantissimi altri approfondimenti!
Dragoch il Drago Rosso Celtico 1
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Pubblicazione settimanale della Hobby & Work Publishing Srl
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Comunicata al ROC il 2 luglio 2010 ISSN 2038-8004
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Il mondo dei draghi raccontato in questa collezione è frutto della fantasia dell’uomo. S’ispira però alle numerose leggende che popolano le culture tradizionali di tutto il mondo e appartengono quindi all’immaginario collettivo e alle misteriose origini del remoto passato dell’uomo e del pianeta. Abbiamo pertanto creato una collezione di draghi che rispecchi fedelmente questo straordinario patrimonio di leggende e racconti. Nota: Anche la sezione “Manuale di dragologia” è frutto della fantasia dell’autore del fascicolo. Le istruzioni e indicazioni previste vanno intese come un gioco e non hanno alcuna finalità pratica!
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co: Nome stori ch
o Y Ddraig G “Drago ente: (letteralm
ese”). Rosso Gall
Tipo:
peo. Drago Euro ine: ig Luogo d’or
Galles.
Lunghezza:
metri. Più di 14 Altezza: 4 metri. a d e r i t r A pa
dragoch Il Drago Rosso Celtico
Colore:
o Rosso fuoc ure con striat ere. gialle e n Zampe: 4 artigli. o 3 n o c 4, Ali: di aculei. 2, dotate Testa: corni Dotata di iccola e di una p minata. cresta acu Coda: dotata Squamosa e prominenti. di aculei
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la scheda
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Dragoch, il maestoso e terribile drago rosso Dragoch è il tipico Drago Europeo: maestoso nell’eleganza e terribile nell’attacco, abita soprattutto le montagne e le foreste. Costruisce la sua tana nelle grotte e spesso è in volo per cacciare: preferisce cervi succulenti e appetitosi bovini, ma quando mancano le prede animali… prende di mira gli umani! Il colore principale di Dragoch è il rosso, con sfumature più chiare che tendono all’arancione e al giallo e più scure che tendono al nero.
Dragoch ha 3 artigli per zampa. Il Drago Europeo può averne anche 4. 4
Attenti anche alla sua coda acuminata!
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Le ali sono dotate di un’altra arma: il terribile aculeo.
La testa è ornata con due corni e una cresta appuntita.
Attacca soprattutto con il fuoco delle fauci e con gli artigli delle zampe.
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La leggenda del Drago Rosso e del Drago Bianco
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’era una volta, in un’epoca lontana, un regno governato dal mitico Re Lludd. In questo regno, la Britannia, il popolo aveva modo di conoscere molto da vicino i veri draghi…
Le tre piaghe di Re Lludd Lludd e Llefelys, figli di Beli Mawr, erano i sovrani di Britannia e di Gallia. Tre terribili piaghe, però, flagellarono il regno di Lludd. La prima fu l’invasione dei Coraniaid, un popolo che tutti credevano invincibile. Su consiglio del fratello, Lludd riuscì a sterminare gli invasori gettando loro addosso una pozione ottenuta pestando insetti velenosi. La seconda furono le scorrerie di un malefico Gigante che con i suoi incantesimi faceva cadere gli abitanti in uno stato di torpore simile al sonno. Re Lludd riuscì a sconfiggerlo perché mentre combattevano immerse la testa in un vaso pieno d’acqua gelata, rimanendo immune dai suoi incantesimi. La terza era l’aspra lotta tra il Drago Rosso e il Drago Bianco che, con i loro violenti scontri, devastavano il regno.
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Una lotta devastante Alla vigilia di ogni primo di maggio i due draghi si alzavano in cielo e combattevano senza esclusione di colpi. La lotta era cruenta e dolorosa: ogni volta che il Drago Rosso veniva colpito, il suo grido si propagava per tutto il regno, portando devastazione e miseria. Tremavano i villaggi, gli uomini perdevano le forze e le donne piangevano. Dalle piante e dagli alberi cadevano i frutti.
La battaglia finale Con l’aiuto del fratello, re Lludd preparò una trappola per liberare il regno dai due draghi. Proprio al centro dell’isola, dove i due draghi si accasciavano esausti dopo aver combattuto, fece scavare un profondo pozzo che fu poi coperto con un drappo di seta. In fondo all’immensa buca fece mettere un gigantesco calderone colmo di idromele, la bevanda preferita dai draghi. In questo modo, al termine dell’ennesimo fragoroso scontro che aveva rovinato il regno, i draghi precipitarono nel pozzo finendo dritti dritti nel calderone. Bevvero tutto l’idromele e si addormentarono completamente ubriachi. A Lludd e Llefelys non restò che avvolgere i due draghi nel drappo di seta e imprigionarli nel luogo più sicuro del regno: la fortezza di Dinas Emrys.
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Il risveglio dei draghi
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inque secoli dopo le avventure di Lludd e Llefelys i draghi risorsero dal loro sonno e ritornarono per sconvolgere nuovamente il Regno di Britannia. Protagonisti della nuova storia sono un re, Vortigern, il nuovo sovrano di Britannia, e una fortezza, Dinas Emrys.
Dinas Emrys era un luogo inespugnabile perché vi si trovavano concentrate grandi forze magiche, tanto che la fortezza era anche conosciuta col nome di Dinas Fforan, ovvero “Fortezza dai grandi poteri”. Ma Dinas Emrys era un luogo magico anche per altri motivi. Uno in particolare: a poca distanza dalle sue mura si trovava infatti il Cell-y-Dewiniaid, il bosco dei maghi: è qui, ai piedi delle sacre querce, che i saggi consiglieri di Vortigern si riunivano per tenere i loro consigli. Vortigner era un re temuto, determinato e privo di scrupoli. Il suo sogno era unificare tutta la Britannia e per realizzarlo sapeva che avrebbe dovuto combattere per tutta la vita. Proprio nel magico luogo di Dinas Emrys Re 10
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Vortigern volle costruire la sua fortezza: per difendersi dall’attacco delle armate dei nemici Sassoni, ordinò di innalzare un palazzo inespugnabile. I lavori all’inizio procedevano regolarmente, ma poi accadde qualcosa di inaspettato: ogni volta che i suoi uomini costruivano una torre di giorno, essa di notte crollava. Così la costruzione della fortezza era destinata a non finire mai. Nessuno sapeva quale fosse il motivo di questi strani eventi. I consiglieri di Vortigern si riunirono e arrivarono alla conclusione che la causa fosse una maledizione che gravava su Dinas Emrys. Decisero quindi di avvisare Re Vortigern: affinché la maledizione finisse, le sue guardie avrebbero dovuto trovare un bambino orfano di padre e ucciderlo. Il re in un primo momento esitò: non poteva accettare il sacrificio di un bambino, neppure per rafforzare il proprio regno. Ma i consiglieri, più interessati a fare bella figura di fronte al sovrano che a evitare sacrifici inutili, continuarono a insistere; intanto giorno dopo giorno la torre continuava a venire costruita e notte dopo notte a 11
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crollare. A Vortigern non restò altra scelta che cedere e acconsentire alle richieste dei suoi consiglieri. Il bambino venne individuato nella città di Caer Myrddin: il suo nome era Myrddin Emrys, ma oggi tutto lo conosciamo con il nome di Mago Merlino. Fin da subito, il piccolo rivelò di essere dotato di incredibili poteri oltre che di un coraggio fuori dal comune. Proprio il giorno del sacrificio, senza mostrare alcuna paura o esitazione, chiese di poter parlare proprio con il potente Re Vortigern.
La profezia di Merlino Il giovane Merlino rivelò a Vortigern che a provocare i continui crolli del palazzo non era una maledizione, bensì i movimenti di due draghi addormentati sepolti sotto le fondamenta. Colpito dalla sicurezza con cui il piccolo esprimeva il proprio pensiero, Vortigern ordinò ai suoi uomini di scavare sotto le fondamenta del palazzo per verificare le sue parole. Con grande stupore del re, dalla terra affiorarono i maestosi corpi di due draghi addormentati, uno rosso e uno bianco. 12
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Appena la luce del giorno li colpì, i draghi si svegliarono e ripresero immediatamente la loro furiosa lotta. La battaglia fu violentissima, il cielo venne oscurato dai loro giganteschi profili. Per tre volte il Drago Bianco abbatté il Drago Rosso, ma alla fine fu quest’ultimo a trionfare. Merlino si avvicinò al re per spiegargli il significato della lotta cui avevano appena assistito: il Drago Rosso simboleggiava i Britanni, il Drago Bianco i Sassoni. Questi ultimi sembravano vincere, è vero, ma dopo molta sofferenza e tragedie sarebbero stati i Britanni a trionfare. Poi il bambino fissò negli occhi il re per rivelargli la più grande profezia di tutte: Vortigern stesso presto sarebbe morto e sul trono sarebbe tornato Uther Pendragon. Questi avrebbe quindi avuto un figlio destinato a cambiare per sempre il destino della Britannia, un ragazzo portato dalle acque con un nome perfetto per diventare leggenda: Artù. 13
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Lo sapevi che... La parola drago deriva dal greco drakòn, che significa serpente. Ma l’origine del nome è in relazione anche con il verbo guardare e si riferisce alla vista acutissima che possedevano i draghi.
I draghi nei Bestiari medioevali Il Medioevo è l’epoca in cui compaiono le maggiori testimonianze sull’esistenza dei draghi. I Bestiari, le enciclopedie medioevali di animali, sono ricchi di descrizioni sull’aspetto e sulle abitudini dei draghi. Si racconta, infatti, che i draghi vivessero sulle vette delle montagne o in luoghi inospitali da cui si allontanavano molto raramente. Secondo questa tradizione, i draghi si estinsero perché furono sterminati dai cavalieri erranti e dai cacciatori di draghi.
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Tantissimi draghi, tutti diversi Nessun’altra creatura dell’immaginazione ha così tante forme come il drago. Ciò ha fatto supporre a molti studiosi che i draghi siano realmente esistiti e che, come i dinosauri, si siano estinti. In un’opera del 1608 il naturalista Edward Topsell li considera rettili, strettamente imparentati con i serpenti. “Vi sono vari tipi di draghi”, scrive Topsell, “distinti alcuni per paese, altri per numero e grandezza, altri ancora per la differente forma delle loro membra”.
Il Drago Rosso sulla bandiera del Galles Dragoch, il Drago Rosso, vive anche oggi nel cuore dello spirito gallese. La bandiera tradizionale del Galles, infatti, è composta proprio da un drago rosso su di uno sfondo metà verde e metà bianco.
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