Good Stories, Good People, Good Business
24 Novembre 2017 Numero 2
L’importanza di lavorare in team Mentre con la mia famiglia soggiornavo in un importante albergo durante una breve vacanza a Parigi, mia figlia Giorgia aveva voluto consumare la colazione in camera. La pasticceria dell’hotel si era quindi mobilitata per farci avere delle meravigliose e calde croissant appena sfornate. Giorgia ha mangiato solo una metà del fragrante croissant, lasciando da parte la metà restante per consumarla poi durante la giornata. Di ritorno da una passeggiata alla scoperta della capitale francese, Giorgia voleva mangiare la metà restante del croissant, che però era sparita, portata via dagli addetti delle pulizia. Il personale dell’hotel aveva dato per scontato che quel mezzo croissant andasse gettato via. Ma è andata davvero cosi? Un led del telefono della stanza lampeggiava, era un messaggio della reception. Gli addetti alle pulizia avevano portato via il croissant ipotizzando che chi lo aveva conservato ne avrebbe preferito uno fresco. La reception aveva quindi contattato la cucina chiedendo di tenere da parte un croissant e il servizio in camera era stato informato che, su richiesta, avrebbe dovuto consegnarlo immediatamente.
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Editoriale
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Customer Focus
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Commercialisti
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Cos’è la digital transformation?
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Chi sono I clienti di Pangea?
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Butrinto
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Varius
Perché questa storia è così importante? Perché il livello di lavoro di squadra e comunicazione tra dipartimenti diversi è stato sorprendente. Tutti i partecipanti avevano ben chiaro il risultato, cioè la soddisfazione dell’ospite. E ciascuno ha collaborato affinché la mia esperienza di cliente fosse indimenticabile. In questa mia semplice storia, appare evidente come ogni impresa, di qualsiasi dimensione, debba porre sempre più attenzione alla creazione di teams orientati alla soddisfazione del cliente, anche attraverso i “piccoli” gesti quotidiani.
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Ultreya
Customer Focus. Diario di un commercialista. Giovanbattista ha 51 anni e svolge la sua professione tra Brescia centro e Leno, paese dell'hinterland bresciano pieno (una volta) di fabbrichette. Uccise dalla crisi e da un fisco che cambia di ora in ora, con il quale gli tocca convivere, Giovanbattista detto Gianni è l’anello mancante nella linea evolutiva fra il libero professionista e il burocrate. La congiunzione tra l’essere umano e una percentuale. Fa il commercialista, che «una volta era un bel mestiere», poi tutto d’un tratto sono arrivate le dichiarazioni fiscali «lunari» (Oscar Luigi Scalfaro), gli acconti delle tasse su redditi non ancora realizzati (Rino Formica) e le regole cambiate all’ultimo momento (Fabrizio Saccomanni), così il mestiere di commercialista si è trasformato in quello di equilibrista, sospeso tra un comunicato stampa del ministero e il vuoto normativo. Il consulente fiscale oggi è una specie di prete: solo lui può addentrarsi nel mistero delle scadenze, delle delibere, delle direttive ministeriali che, tributariamente parlando, sono dogmi. Quando esce dal suo studio l’F24 non è un documento fiscale ma una specie di ostia offerta in adorazione al popolo cliente che ha smesso di domandarsi come sia stato capace di produrlo. Gianni tutti i giorni esce di casa e non sa che cosa lo aspetta in ufficio, se un posticipo delle tasse o un anticipo, un acconto aumentato oltre il 100 per cento (che è una contraddizione in termini) o una modifica alla legge sull’Iva. È uno dei tanti eroi dei tempi moderni perché, dopo essere sopravvissuto alle scartoffie del ministero dell’Economia, deve anche riuscire a farsi pagare dai suoi clienti. Ovviamente da quelli che non sono falliti. Solo due domande. Non ho tempo… vabbè, dica. Lei ci ha capito qualcosa con ’sta storia delle tasse sulla casa? Sì, prima si pagava l’Imposta municipale unica, adesso l’Imposta unica comunale. Quello che si dice un cambiamento strutturale. Ma… Guardi… non ho davvero tempo. Lo sa che giorno è oggi? È il 9 dicembre. E domani è il 10.
Appunto. Quindi? Entro oggi i comuni comunicano l’aliquota Imu sulla seconda casa che va pagata il 16 dicembre. E qual è il problema? Non ha capito: ogni comune comunica, entro oggi, la sua aliquota all’Anci, l’associazione dei comuni italiani; l’Anci lo comunica all’associazione delle software house ognuna delle quali rifà i programmi che poi noi scarichiamo e usiamo per fare i calcoli sulla base dei quali i nostri clienti vanno a pagare la tassa. Il tutto in una settimana. E ce la farete? Se siamo veloci e non ci sono intoppi, probabilmente ce la facciamo entro il 14, cioè sabato. Due giorni prima del pagamento. Non è normale. Vuole cambiare mestiere? La sa quella sulla tassa sui rifiuti? Cos’è, una barzelletta? Quasi. Allora, quest’anno si paga a rate. Ogni comune ha le sue scadenze: a Milano, per esempio, si doveva pagare il 31 luglio e il 30 settembre, più il saldo entro il 16 dicembre. In alcuni comuni le rate sono addirittura quattro. Si può pagare in un’unica soluzione... No! Quest’anno, per la prima volta, non è consentito pagare in una volta sola, ma a rate, così tra la prima e le altre i comuni l’hanno potuta aumentare. E molti, ovviamente, non si sono lasciati sfuggire l’occasione. Ultreya: Il 16 dicembre è una giornatona, fiscalmente parlando. Sì. L’altra è il 27. Entro il 27 dicembre tutte le partite Iva devono pagare un acconto dell’88 per cento dell’Iva che avevano pagato per l’ultimo periodo del 2012, ma sembra che l’aliquota possa aumentare. Naturalmente se uno prevede di incassare meno può anche pagare meno dell’88 per cento, però se poi incassa di più arriva una botta di multa del 30 per cento. Quindi tra dicembre e gennaio è meglio lavorare pochissimo. Non è normale. Ultreya: Questa storia degli acconti chi l’ha inventata? Se non ricordo male fu nel 1991 un’idea di Rino Formica, che aveva bisogno di soldi per far quadrare i conti dello Stato e si inventò l’anticipo a dicembre del versamento Iva di gennaio. E la storia dell’acconto Iva
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è andata avanti fino a oggi perché una volta che viene deciso un acconto poi è impossibile tornare indietro. Per questo dico: un acconto è per sempre. Come un diamante. Quindi anche gli acconti Ires e Irap. Uno spettacolo. Il 30 novembre, era sabato, io me ne stavo a casa a guardare la partita. Quel sabato esce in Gazzetta ufficiale il provvedimento in base al quale il secondo acconto 2013 di Ires e Irap, che doveva essere pagato il lunedì successivo, veniva posticipato al 10 dicembre e, contemporaneamente, l’acconto saliva dal “Infatti il problema non è lavorare, è farsi pagare: il 30 per cento dei miei clienti ha chiuso bottega e molti clienti vivono nel terrore dell’errore”.
100 per cento al 102,5 per cento. Fra domenica e lunedì avvertiamo i nostri clienti di non pagare, perché bisogna rifare i calcoli, ma alcuni avevano già pagato nei giorni precedenti, per portarsi avanti con le pratiche, mentre altri avevano dato ordine alla banca online di pagare il 2 e non sono riusciti a disdire l’ordine. In tutti e due i casi adesso gli tocca pagare la differenza tra 100 per cento e 102,5 per cento e fare un altro versamento. E il 10 dicembre è domani. Capisce perché non ho tempo di stare a parlare? Ma… Non basta. Se l’aliquota Ires è la stessa, il 27,5 per cento, ma l’acconto è aumentato, significa che lo Stato pensa che un’impresa abbia lavorato nel 2013 più di quanto abbia lavorato nel 2012. Ma dove vivono... Poi ci sono le banche, le assicurazioni e le finanziarie: per loro l’acconto Ires è salito al 130 per cento più un’addizionale dell’8,5 per cento. Non è normale. Non lo è no! Anche perché io tutto questo lavoro per le aziende mie clienti lo sto facendo gratis: come la maggior parte dei miei colleghi mi faccio pagare a forfait e non posso certo mandargli una fattura perché devo rifare i calcoli. Non posso far pagare a loro i casini dello Stato. Dovrebbe pagarmi lo Stato. Ci provi. Infatti il problema non è lavorare, è farsi pagare: il 30 per cento dei miei clienti ha chiuso bottega e molti denunciano i commercialisti. Prima si trovava un accordo, adesso vanno direttamente dall’avvocato.
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Un mestiere duro, ma qualcuno dovrà pur farlo... Faccio il commercialista da quando le dichiarazioni si compilavano a mano, con la biro. Erano di una semplicità assoluta e, soprattutto, non è che ogni settimana c’era una modifica. Oggi se dovessi fare le dichiarazioni a mano ne preparerei forse due l’anno. La tecnologia… La tecnologia è indispensabile, però se la normativa fiscale cambia di ora in ora non serve a niente. È come se si combattesse una sfida a scacchi tra la fantasia del legislatore e la precisione dei computer. Esagerato... Se avessi tempo, le racconterei degli studi di settore. Dica, dica. Il software cambia ogni anno e quindi ogni anno io so se sono congruo rispetto alle tasse solo quando arriva il software. E comunque con il fisco non si sta mai tranquilli. Perché? Perché noto che Equitalia è diventata più rigida, più formale. Per esempio ha iniziato a spedire avvisi e solleciti di pagamento praticamente a raffica. Come mai? Forse ha qualcosa a che fare con il fatto che si inizia a parlare di un taglio dell’aggio. Forse vogliono anticipare gli incassi prima che questo succeda. E adesso mi lasci lavorare. Non ho proprio più tempo da dedicarle…
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Commercialisti. A true story.
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Cos’è la Digital Transformation? Le espressioni Digital Transformation o Digital Disruption non hanno tuttora un significato univoco, ma accettando una estrema semplificazione, possiamo dire che significa innestare percorsi di cambiamento e innovazione.
Significa rivedere processi operativi interni, ma anche le modalità di interazione con i clienti e i fornitori. Significa più integrazione tra tutti gli stakeholder aziendali.
La trasformazione digitale fa dunque riferimento all’opportunità di ridisegnare e migliorare i processi che governano il business, utilizzando una combinazione di diverse soluzioni tecnologiche, riducendo le ridondanze e gli errori legati ad attività manuali non strategiche. Implica anche il dover progettare nuovi prodotti e servizi digitali, veicolati su nuovi canali online e offline, e capacità di analisi dei dati digitali. Questa trasformazione non riguarda solo il manufacturing, ma tocca da vicino ogni tipo di organizzazione e aspetto della società umana: dalle istituzioni governative e pubbliche, che operano nel settore della Sanità, o della fornitura dei servizi di base per i cittadini (quindi ospedali, utility di erogazione di luce, gas, acqua, o gestori di servizi pubblici di trasporto) ai sistemi d’informazione, alla ricerca scientifica, fino alle attività̀ che attengono alla sfera personale e privata della vita quotidiana di ciascun individuo. Le aziende dovrebbero fare self-disruption, rompere con il loro passato e usare la digital transformation per creare business innovativi.
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Chi sono i clienti di Pangea Importante novità in casa 2B1 Group: dal mese di Ottobre la nostra azienda è entrata a far parte come membro permanente dell’Osservatorio del Politecnico di Milano.
Gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano nascono nel 1999 con l’obiettivo di fare cultura in tutti i principali ambiti di Innovazione Digitale. Tutto ciò ci inorgoglisce particolarmente, considerando che gli Osservatori sono oggi un punto di riferimento qualificato sull’Innovazione Digitale in Italia che integra attività di Ricerca, Comunicazione e Formazione. Di seguito lo studio condotto dall’Osservatorio per individuare ed analizzare i vari Clusters del mercato di riferimento.
Per quanto riguarda il nostro mercato di riferimento, i modelli di business da prendere in considerazione (tra i quattro individuati dallo studio) sono i così chiamati Vitruviani e i Smart Professional, che rappresentano un approssimativo 29% del totale del mercato considerato.
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Le meraviglie di Butrinto L’antica città-porto di Butrinto costituisce al giorno d’oggi la meta turistica culturale più visitata di Albania e rappresenta un vero e proprio frammento della storia del mondo mediterraneo. Molti dei monumenti che si visitano oggi nella città antica sono stati scoperti durante la Missione Archeologica Italiana, diretta da Luigi Maria Ugolini, il quale lavorò per quasi 10 anni a Butrinto (1928-1939). Quello che Butrinto offre oggi è un viaggio straordinario tra diverse epoche storiche. La città (risalente al VIII secolo a.C.) conserva infatti testimonianze uniche di diverse civiltà, tra le quali quelle ellenistica, romana, bizantina, veneziana e ottomana. Secondo la mitologia classica, la città antica conosciuta come Buthrotum fu fondata dagli esuli che abbondonarono Troia dopo la caduta della città. I dati dei vari scavi archeologici mostrano come intorno al IV secolo a.C. l’antico insediamento fu circondato da delle mura difensive, consentendo alla città di trasformarsi poco a poco in un luogo di culto. Un santuario dedicato al Asclepio, dio della medicina, fu costruito sul versante meridionale della collina dell’Acropoli. Un’iscrizione del IV secolo a.C. mostra come la sua costruzione sia stata resa possibile grazie alle donazioni dei fedeli del santuario. Il geografo Ecateo di Mileto descrive Buthrotum come un importante porto e centro commerciale, in mezzo alle rotte principali del commercio marino adriatico. Nel 228 a.C. Butrinto cadde sotto il dominio romano e nel I secolo a.C. entrò a far parte della provincia romana di Macedonia. Fondata da Giulio Cesare, Colonia Julia Bathrotum conobbe il periodo di maggiore sviluppo durante il regno di Augusto, quando fu conosciuta come Colonia Augusta Buthrotum. Possiamo trovare testimonianze di questo passato ancora oggi, osservando le mura difensive rimaste completamente intatte. Dello stesso periodo sono anche le costruzioni del nuovo sistema idrico e del ponte che collega le due sponde del canale di Vivari. Nel V secolo Butrinto diventò una residenza episcopale. La città conserva testimonianze impressionanti dell’arte e dell’architettura dei paleocristiani, come ad esempio il Battistero e la Grande Basilica, costruzioni risalenti all’inizio del VI secolo. In altre parti della città sono state finora trovate altre otto chiese, la più importante delle quali si trova nella zona di Vrina, sull’altro lato del canale di Vivari. Anche se sembra che l’ingresso di Butrinto sia stato fortificato durante il XIX secolo, il centro della città si era ormai trasformato in un piccolo insediamento di pescatori. Nella portata del canale di Vivari, nel 1807 circa, Ali Pascià di Tepelena costruì la sua roccaforte per fornire protezione contro gli attacchi francesi, provenienti da Corfù. Successivamente alla morte di Pascià Butrinto passo in possesso degli Ottomani fino alla dichiarazione di indipendenza dell’Albania. E’ la presenza dei monumenti storici, della natura e del paesaggio che rende unica Butrinto. La città antica, dichiarata nel 1992 “Patrimonio dell’umanità” dall’UNESCO, si trova oggi all’interno del Parco Nazionale di Butrinto. Questo parco nazionale ha una superficie totale di 9.424,04 ettari e gode sin dal 2003 dello status di zona umida di importanza internazionale – “sito RAMSAR”. La zona è inoltre considerata molto variegata in termini di flora e di fauna. Si contano infatti 800 specie vegetali, 16 delle quali vengono considerate in via di estinzione e 12 trattate come specie rare. Al giorno d’oggi nel complesso della zona umida di Butrinto sono stati identificati fino a 246 specie di uccelli, 105 specie di pesci e 39 specie di mammiferi.
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Il libro del mese
Il piatto del mese Byrek alla ricotta
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- per la pasta: 300gr di farina, 150 ml di olio d’oliva, 200 ml di acqua calda, sale - per il ripieno: 250 gr di ricotta, 2 uova, 70 gr (circa 70 ml) di latte o yogurt, 40 ml di olio d’oliva oppure burro fuso Per prima cosa preparare l’impasto, mescolando l'olio con la farina, il sale e l’acqua calda, creando una massa solida. Nel caso in cui l’impasto dovesse essere ancora morbido aggiungere ancora farina insieme ad acqua calda. A questo punto lasciare l’impasto a riposare in un contenitore di vetro per 30 minuti, coperto con un tovagliolo. Successivamente dividere l’impasto in dieci piccole palline. Prendere le palline, stenderle con un mattarello, fino a creare dieci sfoglie del diametro di 10 cm. Prendere 5 sfoglie stendendole insieme una sopra all’altra aggiungendo dell’olio per non farle attaccare tra loro. Mettere del burro sopra la teglia e aggiungere sopra le 5 sfoglie. Ora è il momento di aggiungere il ripieno, che si prepara mescolando insieme in un altro contenitore di vetro la ricotta, il latte, le uova e l’olio d’oliva. Poi si aggiungono le 5 sfoglie rimaste, distribuendole sopra creando un “coperchio”, stando sempre attenti a mettere del burro tra l’una e l’altra. Infine cuociamo al forno ad una temperatura di 200° per circa 30 minuti.
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Compleanni Nel mese di Novembre compiono gli anni Elda l’8 (come lo chef Gordon Ramsey), Iva il 12 (come l’attrice Anne Hathaway), Klotilda il 18 (come l’attore Owen Wilson), Shqipe e Violeta entrambi il 25 (come lo scrittore e attore Giorgio Faletti).
Auguri ragazzi!
Titolo: Il futuro senza lavoro Autore: Martin Ford Anno: 2017 Casa Editrice: Il Saggiatore “Il timore che le nuove tecnologie possano distruggere il lavoro è vecchio quanto il capitalismo, ma, fin dai tempi dei luddisti, è sempre stato smentito dalla storia”
Martin Ford, imprenditore della Silicon Valley che opera da 25 anni nel campo dell’intelligenza artificiale, offre una «lettura tecnologica» dei mali economici del nostro tempo: fenomeni come la Grande recessione, l’indebitamento crescente, il ristagno dei salari, la disoccupazione di lungo termine, la disuguaglianza dei redditi hanno tutti a che fare con l’accelerazione del progresso tecnico. Solo ripensando il sistema economico e lo stato sociale – arrivando a un reddito minimo garantito per tutti – potremo cogliere le opportunità di un mondo in cui la tecnologia consentirà maggior prosperità, benessere e tempo libero.
Albania-Italia. Rivincita? I ragazzi di Milano hanno approfittato della trasferta in Albania per sfidare i colleghi di Tirana a calcetto. Una sfida che ha avuto il sapore di rivincita dopo il doppio confronto delle nostre rispettive nazionali durante le qualificazione per i mondiali di calcio della prossima estate.
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La redazione Massimiliano Baiocco
mbaiocco@2b1.it
Ermira Kaso
ekaso@exatt-o.com
Daniele Ciaralli
dciaralli@2b1.it
Vi diamo appuntamento al prossimo numero con il team Pangea!