Anno III, n.3
Gennaio 2018
Focus Ortopedia Viaggio nel corpo umano Senologia: di tumore si guarisce! Il percorso per vincere l’obesità Chiamami papà! Pillole di neonatologia al maschile
EDITORIALE
Sommario FOCUS ORTOPEDIA
3 Viaggio nel corpo umano di schiena: 4 Mal cosa fare per non piegarsi al dolore
6 Spalle, come curarle quando serve all’anca, 8 Dolore non sempre è artrosi
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Ginocchia sane a ogni età
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Diagnosi ieri e oggi: sempre più sicura e precisa
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Mano e piede: le patologie rosa più comuni QUI PUNTO NASCITA
papà 20 Chiamami Essere o sentirsi padre: questo è il problema SALUTE E PREVENZIONE
22 Buona notizia: di tumore al seno si guarisce
della pelle: 24 Tumori 365 giorni di prevenzione SALUTE E BENESSERE
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Obesità: tutti i passi per il recupero di una sana forma fisica NEWS
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Ultime notizie SALUTE E SERVIZI
delle corsie: 30 Angeli i volontari NUMERI UTILI
31 Pronto Humanitas San Pio X
Nuovi orizzonti: innovazione tecnologica e qualità Giuseppe Fraizzoli Amministratore Delegato Salutiamo il nuovo anno con un numero speciale in cui vi presentiamo la squadra dell’Ortopedia, potenziata dalla testa ai piedi: nuovi professionisti che si integrano con le équipe storiche, competenze di alto livello e percorsi terapeutici sempre meno invasivi e più sicuri. Tanti gli investimenti sul fronte delle tecnologie, con l’arrivo di macchinari di ultima generazione e rispondenti ai più alti standard di sicurezza ed efficacia. A disposizione dei nostri pazienti c’è ora una TAC più precisa e che utilizza bassissime dosi di raggi. La diagnostica senologica è diventata ancora più all’avanguardia grazie a un aggiornamento tecnologico della risonanza magnetica, un mammografo con tomosintesi che consente immagini in 3D e nuovi ecografi dedicati. Più qualità e sicurezza anche al Punto Nascita, sia in sala parto sia al nido, con nuove apparecchiature per la gestione dei neonati complessi. Sono state inoltre rinnovate completamente le tecnologie a disposizione dell’Otorinolaringoiatria e della Dermatologia, con laser ultramoderni e sistemi di visualizzazione in altissima definizione. L’imaging svolge ora un ruolo fondamentale anche in Urologia, grazie al sistema Fusion che fonde immagini di risonanza magnetica ed ecografia per prelievi bioptici mirati nella diagnosi di tumore della prostata. All’orizzonte ci sono cambiamenti ancora più significativi che coinvolgeranno le mura dell’ospedale per renderlo più sicuro, all’avanguardia e confortevole. I primi lavori cominceranno in primavera. E giorno dopo giorno vi racconteremo i passi avanti di quest’avventura. Stiamo promuovendo la ricerca di volontari per Fondazione Humanitas, che vogliano condividere con noi la passione e l’attenzione ai bisogni del paziente e dei suoi familiari, mettendosi al servizio di chi soggiorna in ospedale o semplicemente arriva qui per una visita. In ultimo, un grazie speciale a tutto il personale per il grande lavoro fatto a sostegno del progetto 5x1000 e a tutti voi che, con una firma, avete dato un contributo significativo alla ricerca scientifica. Buona lettura!
FOCUS ORTOPEDIA
Viaggio nel corpo umano
SALUTE
Colonna Spalla
#ARTICOLAZIONI #DIAGNOSI #TERAPIE
L’apparato muscolo-scheletrico è il più voluminoso del corpo umano, di cui rappresenta circa l’80% del peso totale. Responsabile di tutti i nostri movimenti, ha inoltre l’importante funzione di sostegno e di difesa dell’organismo.
Lo dicono i dati: con l’invecchiamento della popolazione, in Italia aumentano le patologie degenerative dell’apparato locomotore, cioè muscoli, articolazioni, tendini e legamenti, che già oggi portano quasi 180.000 persone ogni anno ad aver bisogno di sostituire una o più articolazioni con una protesi di anca, di ginocchio o di spalla. Se 7 anziani su 10 soffrono di artrosi, sono invece quasi la metà i giovani under 50 con dolore a muscoli e ossa, per cause diverse. Come prendersi cura delle proprie articolazioni, oltre alle opportunità terapeutiche oggi disponibili per tornare a vivere senza dolore, è l’obiettivo di questo “Focus Ortopedia”, un viaggio per conoscerci meglio, dalle spalle alle mani, dalla colonna vertebrale all’anca, dalle ginocchia ai piedi.
Anca
Mano Ginocchio
Piede Humanitas San Pio X Magazine - N.3
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FOCUS ORTOPEDIA
Mal di schiena: cosa fare per non piegarsi al dolore #SCIATALGIA
#OSTEOPOROSI
#DEFORMITÀ
Sopportare il dolore o accettare che la schiena si curvi con gli anni, significa perdere qualità di vita. Grazie all’esperienza dei medici, a nuove tecniche mininvasive e ambulatoriali, si può tornare a camminare a testa alta e senza mai più dire “ho mal di schiena”.
Ernia del disco, osteoporosi, deformità della colonna cervicale o lombare, insieme a patologie degenerative, o scoliosi, hanno in comune il mal di schiena, spesso associato a sciatalgia, dolori muscolari a gambe o braccia, per l’adattamento del corpo alla postura, e difficoltà di movimento. “Sebbene con fattori di rischio diversi, e in alcuni casi ancora non del tutto noti, come nelle deformità della colonna – spiega il dott. Georgios Bakaloudis, referente Ortopedia della Colonna 1 di Humanitas San Pio X –, genetica, menopausa, posture errare, abitudine al fumo, vita sedentaria, oltre a lavori usuranti, possono contribuire allo sviluppo di problemi degenerativi della colonna, anche in giovane età”. “Qualunque sia la causa, il mal di schiena è sempre invalidante ma può essere risolto – continua il dott. Matteo Casali, ortopedico della colonna di Humanitas San Pio X –.
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FOCUS ORTOPEDIA
Come sarà la nostra colonna nel futuro
?
Probabilmente più curva, già da giovani. Un recente studio australiano* ha rilevato segni radiografici di artrosi cervicale in giovani adolescenti, causata dalla postura “da smartphone”. Seduti o in piedi, tenere schiena e collo diritti, lo schermo all’altezza degli occhi
Seduti con i glutei appoggiati al bordo posteriore della sedia, a ridosso dello schienale
Schiena e capo curvi sullo smartphone
Seduti con i glutei appoggiati al bordo anteriore della sedia
SALUTE
Chirurgia della colonna: ecco cosa significa mininvasività Tempi ridotti (2 ore di intervento) Piccole incisioni Muscoli preservati No rianimazione Ricovero 3-4 giorni No complicanze
Dopo l’intervento Per 1 mese circa il paziente cammina il giorno dopo, il dolore è minimo. Per circa 2 settimane: riabilitazione e ginnastica posturale. Per 1 mese: busto morbido.
NO
attività sessuale, guidare, sollevare e trasportare pesi, attività fisica, movimenti di torsione, doccia o bagno completo. camminare, farsi la doccia a pezzi evitando di bagnare il busto.
SÌ
Dopo 1 mese La vita riprende normalmente. La postura eretta potrebbe essere avvertita un po’ più “rigida”.
“Public Health Report”, 2015
Oggi disponiamo di molte armi sia conservative, come riposo e farmaci anti-infiammatori, fisioterapia manuale e fisica, sia chirurgiche, grazie a tecniche mininvasive, percutanee o trattamenti ambulatoriali che, in breve tempo, e a seconda del problema, permettono al paziente di tornare alla propria vita, senza dolore”. Mal di schiena improvviso: mai sottovalutare Se il dolore improvviso compare dopo i 50 anni, meglio non aspettare che passi spontaneamente ma verificare che non vi siano patologie degenerative. “Sia negli uomini che nelle donne, ernie del disco e fratture vertebrali misconosciute, molto frequenti e dolorose, possono essere trattate con ricoveri minimi di 1-2 giorni in anestesia locale – aggiunge il dott. Davide Caldo, referente Ortopedia della Colonna 2 di Humanitas San Pio X – ma anche con l’iniezione a livello vertebrale di particolari sostanze, ad esempio uno speciale gel
per l’ernia, un polimero per le fratture da osteoporosi, o piccoli dispositivi di stabilizzazione mini-invasiva”. La chirurgia mininvasiva che elimina la gibbosità anche negli anziani Introdotte in Italia da pochi anni, ma già ampiamente usate negli USA, le più moderne tecniche chirurgiche mininvasive permettono di eliminare la curvatura patologica della schiena anche in pazienti anziani. “Il processo di curvatura patologica della colonna si associa a problemi di respirazione, digestivi, difficoltà e dolore al movimento – continua il dott. Bakaloudis – oltre alla deformità che, nella maggior parte delle persone di ogni età, è mal tollerata. Anche nei pazienti over 70, grazie alla mininvasità dell’intervento che riduce i tempi operatori e di ricovero, è possibile recuperare qualità di vita e, in un mese, tornare a ballare, nuotare, giocare a golf, avere una normale vita sociale e di relazione”.
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FOCUS ORTOPEDIA
Spalle, come curarle quando serve #TRAUMI
#ARTROSI #INSTABILITÀ
Coinvolte in ogni gesto quotidiano le spalle sono tra le più complesse articolazioni del corpo umano. Mantenerle sane e forti non richiede un grande impegno, ma se si bloccano o insorge dolore, anche improvviso, ecco cosa è importante sapere.
Le spalle devono la loro forza ed elasticità a una fitta rete di muscoli e tendini, la cuffia dei rotatori, che stabilizza e tiene insieme le ossa di spalla e omero, chiamate articolazione gleno-omerale. “Alcune persone hanno un rischio maggiore di sviluppare patologie della spalla anche invalidanti – spiega il dott. Nicola Ivaldo, responsabile di Chirurgia della Spalla di Humanitas San Pio X – a causa di fattori quali l’età, attività professionali o sportive. In particolare, le lesioni dei tendini della cuffia dei rotatori colpiscono più gli sportivi o chi svolge attività che richiedono le braccia sollevate a lungo, come imbianchini o parrucchieri, mentre diabete e stress sembrano essere tra le cause di una patologia di origine ancora ignota, che provoca dolore e rigidità, chiamata spalla congelata. Se fumo di sigaretta ed età aumentano il rischio di danni ai tendini e artrosi, tuttavia nelle donne tra 30 e 60 anni sono più frequenti le tendinopatie calcifiche legate al deposito di calcio sui tendini, mentre la lussazione, cioè la fuoriuscita dell’omero dalla spalla colpisce più i maschi tra 15 e 30 anni, soprattutto se sportivi”.
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Intervento? Sempre mininvasivo Dolore, soprattutto di notte e resistente ai farmaci antidolorifici, limitazione della forza in elevazione e rigidità al movimento sono sintomi comuni a molte patologie di spalla. “Il dolore, soprattutto improvviso, non è mai un sintomo da sottovalutare. Tuttavia, non sempre l’intervento chirurgico immediato risolve il problema del paziente – continua l’esperto –. In alcuni casi si ricorre prima a riposo, terapia riabilitativa e antidolorifici, e solo se non efficaci è indicata la chirurgia. L’artroscopia è la tecnica più usata perché non ci sono limiti di età, offre un vantaggio cosmetico, evita il traumatismo dei muscoli superficiali, riduce il rischio di infezioni e, in alcuni casi, permette una rapida riabilitazione. Solo nei casi, piuttosto rari, in cui è indicato l’intervento di sostituzione protesica, la tecnica chirurgica non può essere artroscopica. Tuttavia, effettuato in centri di alta specializzazione, l’intervento è poco invasivo, la perdita di sangue limitata, il ricovero breve e in uno o due mesi è possibile tornare a svolgere attività leggere”.
Grazie! Grazie al contributo dello staff del Servizio Clienti, degli infermieri, dei tecnici e dei medici, quest’anno Humanitas San Pio X ha raccolto oltre 4000 cartoline del 5x1000. Le preferenze che avete espresso serviranno per ripartire i fondi tra tre aree di ricerca: malattie ortopediche, malattie materno-infantili e tumori.
FOCUS ORTOPEDIA
Dolore all’anca, non sempre è artrosi #DIAGNOSIPRECISA
#PATOLOGIE
#PROTESI
Il dolore all’anca, piuttosto comune nell’artrosi dell’anziano, quando insorge improvvisamente in persone tra 30 e 40 anni può portare ad artrosi precoce se non diagnosticato adeguatamente. Oggi, grazie all’esperienza dei chirurghi nell’uso di innovativi approcci terapeutici e protesi adatte anche ai più giovani, guarire è possibile.
L’anca è una delle più grandi articolazioni del corpo. Grazie alla testa del femore, di forma sferica, inserita in quella parte concava del bacino chiamata acetabolo, e alla cartilagine che li riveste e protegge, l’anca permette al corpo di mantenere ogni postura, alle gambe di muoversi, ed è coinvolta nella torsione e flessione del busto. “Se negli anziani il dolore all’anca è spesso
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sintomo di degenerazione dell’articolazione, nel giovane può invece indicare la presenza di una patologia – spiega il dott. Eddie Bibbiani, specialista di Ortopedia Protesica e Ricostruttiva Anca e Ginocchio di Humanitas San Pio X –. Fondamentale è la diagnosi precoce e precisa per capire se si tratta di osteonecrosi della testa del femore, artrosi o di conflitto femoro-acetabolare, una deformazione più o meno
FOCUS ORTOPEDIA
accentuata e presente dalla nascita”. In base alla diagnosi, viene stabilito il trattamento più efficace, conservativo o chirurgico. Quando la protesi non può più attendere Sia nel giovane che nell’anziano, in caso di grave danno all’anca è necessario intervenire sostituendo l’articolazione con una protesi. “Obiettivo dell’intervento – sottolinea il dott. Bibbiani – è risolvere il dolore e ripristinare il movimento dell’anca, grazie a protesi innovative studiate per durare almeno 20-25 anni e che ben si adattano alle esigenze del paziente giovane e attivo”. “L’intervento si effettua con una tecnica mininvasiva per via anteriore – prosegue il dott. Carlo Fiorentini, specialista di Chirurgia Protesica e Ricostruzione Biologica Articolare di Humanitas San Pio X – che permette di preservare i tessuti muscolari e tendinei necessari per mantenere stabile la protesi, intervenire solo sull’articolazione malata senza coinvolgere i muscoli, riducendo perdite di sangue, tempi di ricovero e riabilitazione. Infatti, già 4
SALUTE
ore dopo l’intervento, il paziente può muoversi e, una volta a casa, potrà abbandonare le stampelle in due settimane tornando anche a guidare l’auto”. Ho una protesi: ora cosa faccio? Variazioni del peso corporeo e attività fisica sembrano incidere in modo determinante sulla durata dell’impianto. “Maggiore è il peso corporeo, più alte sono le probabilità che la protesi vada incontro ad usura precoce e per questo debba essere sostituita con un intervento che oggi è di routine” spiegano gli esperti. Se per camminare, nuotare e andare in bici non ci sono vere restrizioni, prima di decidere di correre una maratona è consigliabile sentire il parere del proprio specialista.
IDENTIKIT D
I UN DOLO
RE insorge nza (spe sso) improvvis a a inguin e, anca, coscia, g luteo, zo na lomba re presenz a anche a riposo più forte quando s i cammin o si caric a a il peso talvolta associato a zoppia sensazio ne di blo cco dell’artic olazione
Dolore, combattilo prima che diventi cronico Trattamenti mirati per risolverlo, in un ambulatorio dedicato “Il dolore in ortopedia caratterizza diverse condizioni e patologie osteoarticolari, dall’artrosi al mal di schiena, con pesanti ricadute sulla qualità di vita delle molte persone che ne soffrono e dei loro famigliari – spiega il dott. Marco Lacerenza, neurologo specialista in medicina del dolore di Humanitas San Pio X. – La terapia del dolore ha l’obiettivo di identificare e trattare le zone e strutture responsabili del sintomo doloroso tenendo in considerazione anche l’eventuale presenza di altre patologie”. “Diagnosi e trattamenti tempestivi evitano che il dolore diventi cronico o si riacutizzi – prosegue il dott. Fabio Intelligente, anestesista dell’Ambulatorio di Terapia Antalgica di Humanitas San Pio X –. Oggi, oltre alle terapie classiche, il dolore si può trattare in maniera precisa e mirata con infiltrazioni o altre procedure mininvasive sotto guida ecografica, senza emissione di radiazioni dannose, in ambulatorio e in mani esperte”.
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FOCUS ORTOPEDIA
Ginocchia sane a ogni età #TRAUMI
#ARTROSI
#SPORT
Articolazione fondamentale per mantenerci attivi, quando il ginocchio viene danneggiato è più facile che compaiano usura e artrosi. Tuttavia, grazie ai consigli dei nostri esperti, è possibile mantenere le ginocchia sane o intervenire tempestivamente con terapie innovative o interventi personalizzati, anche in tarda età.
Lo sai che... quando si usura la cartilagine, una membrana elastica ma molto resistente che favorisce ogni movimento del ginocchio, le ossa dell’articolazione sono sottoposte a sfregamento tra loro e iniziano a consumarsi?
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Composto da cartilagine, legamenti, tendini e ossa disposti in modo tale da permettere un gran numero di movimenti, come camminare, correre, ma anche piegarsi, fermarsi e girarsi rimanendo in equilibrio, “come tutte le articolazioni, anche il ginocchio tende a usurarsi, cioè consumarsi, proprio come accade agli ingranaggi di una macchina” – spiega il prof. Maurilio Marcacci, direttore dell’Unità di Chirurgia Protesica e Ricostruzione Biologica Articolare, attiva all’Istituto Clinico di Rozzano e in Humanitas San Pio X. Dolore, così inizia il processo di usura Contrariamente a quanto si pensa, il dolore alle ginocchia non riguarda solo gli anziani.
“Anche in persone giovani e attive, dolore e instabilità del ginocchio sono segnali di un processo di usura che, se non tempestivamente trattato, potrebbe portare ad artrosi precoce – spiega il dott. Francesco Iacono, responsabile di Chirurgia Protesica e Ricostruzione Biologica Articolare in Humanitas San Pio X –. Quando c’è dolore, intervenire prima che al danno iniziale segua anche un’alterazione dei rapporti e degli assi dell’articolazione, come la comparsa di varismo [μ doctorpedia] può evitare, anche nei giovani, rigidità articolare e limitazioni del movimento”.
FOCUS ORTOPEDIA
Artrosi, negli over 80 significa malattie e perdita di autonomia “Nei grandi anziani l’artrosi compare spesso in entrambe le ginocchia associata a varismo – spiega il dott. Federico D’Amario, responsabile di Ortopedia Protesica e Ricostruttiva Anca e Ginocchio di Humanitas San Pio X –. Per di più, come in un circolo vizioso, dolore e rigidità articolare da artrosi portano in breve tempo questi pazienti a perdere l’autonomia perchè incapaci di muoversi, favorendo così la comparsa di patologie da sedentarietà come quelle cardiovascolari, sovrappeso e ipertensione. Alleviare il dolore e tornare a camminare, riuscendo così a seguire le raccomandazioni del proprio cardiologo, per esempio, significa ridare qualità di vita anche a pazienti molto anziani”. Grandi anziani e giovani, a ciascuno il suo intervento “Quando è necessario l’intervento, nei giovani l’obiettivo è restituire al ginocchio il suo equilibrio biomeccanico, la sua funzionalità e una sempre migliore propriocettività [μ doctorpedia] – continua il dott. Iacono – grazie all’integrazione di terapie rigenerative e protesi che sostituiscono solo le aree danneggiate dell’articolazione e permettono al paziente di fare sport e recuperare una vita attiva”. Nei grandi anziani, invece, le esigenze sono diverse. “Come dimostrato in letteratura e nella pratica chirurgica, gli anziani presentano spesso comorbidità [μ doctorpedia] – prosegue il dott. D’amario –.
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Evitare complicanze cardiovascolari riducendo tempo operatorio, anestesia e perdita di sangue, e risolvere il dolore, è l’obiettivo dell’intervento di protesi monocompartimentale [μ doctorpedia] chiamato one-stage-two-knees che, in una sola breve sessione operatoria di circa 55 minuti risolve il problema di entrambe le ginocchia”. Futuro e ricerca, quali prospettive? “Da anni con il mio staff stiamo lavoriamo alla realizzazione di una protesi biologica completa – dice il prof. Marcacci –. Per questo ci stiamo concentrando sulla medicina rigenerativa dell’osso e cartilagine, e sulla ricostruzione articolare, oltre a innovare costantemente le tecniche e tecnologie medico-chirurgiche già in uso, in particolare per la ricostruzione legamentosa e i trapianti meniscali. Grazie a questo lavoro continuo, oggi è possibile realizzare e stampare in 3D protesi disegnate sull’anatomia del paziente che, impiantate con “strumentari intelligenti” di chirurgia computer assistita, permettono di non sentire la protesi e avere una migliore stabilità articolare che, in un giovane, significa qualità di vita”.
PROTESI,
L’INTERVENTO È MININVASIVO
– Dolore post operatorio + Rapido ritorno alle attività quotidiane
+ Rapido percorso riabilitativo
VARISMO
COMORBIDITÀ
Classica forma delle ginocchia dette “del fantino”.
Presenza di più patologie nello stesso paziente.
PROTESI MONOCOMPARTIMENTALE
PROPRIOCETTIVITÀ
Piccola protesi che sostituisce solo uno dei tre compartimenti di cui è costituito il ginocchio. Dopo l’intervento, il movimento torna naturale.
Capacità di controllo del movimento, anche a occhi chiusi, grazie alla percezione e riconoscimento della posizione del proprio corpo nello spazio.
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FOCUS ORTOPEDIA
Traumi sportivi: intervenire per ricreare l’anatomia Aumenta la pratica sportiva e cresce il numero dei traumi al ginocchio “I giovani sportivi sono più interessati da lesioni condrali [μ doctorpedia] traumatiche, mentre le lesioni multilegamentose ad alta energia [μ doctorpedia] sono tipiche degli sport da contatto – spiega il dott. Pietro Banchini, ortopedico di Humanitas San Pio X –. Come dimostrato in letteratura, per l’ottimale riuscita di un intervento di ricostruzione del legamento crociato, è fondamentale la riparazione di tutte le strutture coinvolte (strutture periferiche) in modo da poter garantire al ginocchio una stabilità naturale come quella pre-infortunio. Per ricreare l’anatomicità perduta con il trauma, queste lesioni vanno sempre trattate con interventi mini invasivi che permettono ripresa immediata della mobilizzazione e riduzione del dolore. I risultati sono sorprendenti – conclude l’esperto – con tempi di recupero che variano in base alla guarigione biologica”.
LESIONI CONDRALI
Lesioni che coinvolgono la cartilagine dell’articolazione. LESIONI MULTILEGAMENTOSE AD ALTA ENERGIA
Lesioni che avvengono durante sport da contatto come rugby e calcio, e coinvolgono più legamenti.
La riabilitazione che accelera la guarigione Prima, dopo o in alternativa alla chirurgia: i vantaggi della fisioterapia “Qualunque sia il motivo, l’obiettivo della riabilitazione è aiutare la persona a recuperare la massima autonomia possibile nel minor tempo. Programmi di rinforzo muscolare prima di interventi, specie a spalla e ginocchio, agevolano un più rapido recupero perché ricostituiscono l’integrità dei muscoli persa a causa di dolore e limitazioni del movimento – dice il dott. Vittorio Dehò, responsabile di Riabilitazione di Humanitas San Pio X –. Dopo l’intervento, la riabilitazione aiuta la longevità e il corretto posizionamento della protesi. Per alcuni tipi di patologie, invece, la fisioterapia può essere la scelta conservativa, cioè l’alternativa non chirurgica, che insieme ai farmaci anti-infiammatori riduce la progressione della malattia limitando i danni all’articolazione. In ogni caso il paziente effettua sempre una valutazione funzionale per personalizzare la terapia”.
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FOCUS ORTOPEDIA
Diagnosi ieri e oggi: sempre più sicura e precisa #EVOLUZIONE
#RX
#ECOGRAFIA
#TC
#RMN
Come sia possibile vedere la frattura di un osso o l’infiammazione di un legamento è il risultato di scoperte, spesso avvenute per caso, che oggi permettono di rilevare e quindi affrontare patologie e lesioni muscolo-scheletriche e tendinee con estrema cura ed efficacia.
“Quando si parla di apparato scheletrico, l’Rx è il principale esame diagnostico – spiegano il dott. Gianmaria Danesini, responsabile di Diagnostica per Immagini e la dott.ssa Saeid Pour Masouleh Fatemeh, radiologa esperta in diagnostica muscolo-scheletrica in Humanitas San Pio X –. In caso di dubbi diagnostici, o per lesioni dei tessuti molli, vengono in aiuto le tecniche di imaging come ecografia, TAC o RMN che permettono di completare la diagnosi o pianificare l’intervento chirurgico grazie a immagini più dettagliate e precise della sezione interessata”.
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La diagnostica del futuro? Immagini più nitide, rapidità di esecuzione e le minori radiazioni fino a oggi possibili “In Humanitas San Pio X utilizziamo la più moderna tecnologia per TC che consente di ottenere immagini di estrema precisione e nitidezza mai raggiunte prima, con dettagli anatomici sub-millimetrici definiti anche nei pazienti obesi – dice il dott. Andrea Caprotti, referente del servizio TC –. Questo è possibile in tempi ridottissimi, pochissimi secondi per la TC total body, ed esponendo il paziente alla
FOCUS ORTOPEDIA
RX
IERI
Nel 1901, un fisico tedesco vinse il premio Nobel perché scoprì dei raggi, invisibili a occhio nudo, che chiamò “X” perché sconosciuti, con cui poteva “fotografare” le ossa. La prima radiografia, molto sfocata, fu della mano di sua moglie, ma erano ancora sconosciuti i dosaggi sicuri di Rx.
OGGI
Le moderne apparecchiature sono efficaci, sicure nel dosaggio dei raggi X e precise nel rilevare ogni anomalia e alterazione dell’apparato scheletrico. Per questo motivo la radiografia è l’esame più usato in ortopedia soprattutto per rilevare fratture e lesioni artrosiche.
ECO
IERI
Dopo l’affondamento del Titanic e l’impiego dei Sonar nella I° Guerra Mondiale, iniziò anche lo sviluppo medico delle onde sonore. Per la prima volta, nel 1942 un neurologo austriaco riuscì a vedere tumori e ventricoli cerebrali con gli ultrasuoni; solo alla fine del 1990 il termine “ecografia” si diffonde soprattutto tra le donne, perché usata in gravidanza.
OGGI
Sempre più precisa, anche tridimensionale, in ortopedia l’ecografia permette di studiare le componenti superficiali di muscoli e tendini, rilevando lesioni muscolo-scheletriche e tendinee, neoformazioni superficiali e infiammazioni dei tessuti molli.
RMN
IERI
TAC
IERI
Nel 1946, due fisici arrivarono alla stessa conclusione che li portò al Premio Nobel nel 1952: certe sostanze chimiche hanno proprietà magnetiche. La prima immagine di risonanza magnetica, pubblicata su Nature nel 1973, è di una vongola. Nel 2003, due ricercatori ricevettero il Nobel per lo sviluppo di un metodo in grado di realizzare immagini 3D di organi umani e individuare lesioni.
Fu un radiologo italiano a scoprire, nel 1930, una nuova metodica radiodiagnostica che chiamerà Stratigrafia che, grazie ai raggi X, permette di vedere ogni strato di un tessuto o struttura. In seguito, la metodica prenderà il nome di TAC.
Grazie allo studio degli effetti dei campi magnetici e frequenze, la tecnologia della RMN è istantanea, precisa, sicura e rapida (circa 15 minuti). Uniche controindicazioni: con pacemaker o protesi metalliche impiantate oltre 20 anni fa. In ortopedia, la RMN permette di esaminare tutti i componenti intra ed extra-articolari.
Con l’aiuto di un computer, la TAC detta anche TC (Tomografia Computerizzata) è un esame molto preciso che permette di vedere posizione, dimensione e forma delle strutture e degli organi, grazie a un’immagine 2D o 3D elaborata da uno scanner collegato a un tubo che emette raggi X intorno al paziente.
OGGI
SALUTE
OGGI
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più bassa quantità di raggi X rispetto a ogni altra TC, particolare ancora più importante quando si tratta di giovani o bambini”. Oltre ai più comuni esami quali TC addome, torace ed encefalo, la nuova apparecchiatura consente di effettuare indagini più approfondite anche con precise ricostruzioni 3D di sistema vascolare (AngioTC) e cuore (CardioTC), colon (Colonscopia Virtuale), colonna vertebrale, sistema muscolo-scheletrico e odontoiatria (Dentalscan). Gli esami con la moderna TC, anche quando richiesto il mezzo di contrasto, sono completamente indolore. Humanitas San Pio X Magazine - N.3
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Mano e piede, le patologie rosa più comuni #TUNNELCARPALE
#ALLUCEVALGO
Per motivi in molti casi ancora da scoprire, le mani e i piedi delle donne si ammalano più frequentemente rispetto agli uomini di alcune malattie spesso non prevenibili ma con sintomi caratteristici da non sottovalutare.
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MANO
#INFIAMMAZIONI
Mano, se si ammala lo dice Quando si ammalano, le mani riducono o perdono la capacità di compiere gesti quotidiani e spontanei. “Accudire, lavorare, ma anche usare le posate, o aprire una bottiglia d’acqua possono essere gesti dolorosi e, talvolta, difficili da compiere – spiega il dott. Giorgio Pivato, chirurgo plastico responsabile di Chirurgia della Mano e Microchirurgia ricostruttiva di Humanitas Pio X –. Non è ancora chiaro perché alcune patologie della mano colpiscano più le donne, in particolare dopo i 40 anni, anche se si avanzano ipotesi, in attesa però di conferme scientifiche. Tra quelle più accreditate per la sindrome del tunnel carpale, per esempio, la diversa anatomia del polso della donna che, più piccolo rispetto a quello degli uomini, aumenterebbe il rischio di compressione del nervo”.
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SALUTE
LE 3 PATOLOGIE PIÙ TEMUTE SINDROME DEL TUNNEL CARPALE Cause: ancora poco chiare, è dovuta alla compressione del nervo Sintomi: formicolio di notte ai polpastrelli, riduzione della sensibilità, no dolore. Non guarisce spontaneamente Terapia: intervento chirurgico
RIZARTROSI O ARTROSI DEL TRAPEZIO METACARPALE (O DEL POLLICE)
MORBO DI DE QUERVAIN O MALATTIA DELLE GIOVANI MAMME O NONNE
Cause: forse componente genetica che rende meno stabile il pollice Sintomi: dolore al movimento di pinza tra pollice e indice. Non guarisce spontaneamente Terapia: riabilitazione, tutori, intervento chirurgico
Cause: tendinite da movimenti di iperestensione del pollice nel tenere sollevata la testa dei neonati durante allattamento e cura Sintomi: dolore. Può risolversi spontaneamente dopo 3-6 mesi. In caso contrario, necessaria valutazione Terapia: anti-infiammatori
ECONOMIA ARTICOLARE
Riabilitazione effettuata dal terapista della mano per educare i pazienti a evitare gesti dolorosi che implichino l’uso della pinza pollice-indice.
La mano non guarisce da sola. Meglio non aspettare Se il morbo di De Quervain può regredire spontaneamente, per le altre patologie meglio non rimandare. “Alla comparsa dei primi sintomi tipici della sindrome del tunnel carpale, di solito tra 40 e 60 anni, meglio non attendere prima di effettuare valutazione medica ed elettromiografia – dice il dott. Loris Pegoli, responsabile di Chirurgia della Mano e Microchirurgia ricostruttiva di Humanitas San Pio X –. Nelle fasi iniziali può aiutare l’uso di un tutore, ma al persistere dei sintomi è preferibile non rimandare l’intervento, così da risolvere definitivamente il problema. Nella rizoartrosi, invece, prima di ricorrere all’intervento si tende a consigliare l’uso di tutori specifici per la notte e il giorno, e riabilitazione, chiamata economia articolare [μ doctorpedia] – concludono gli esperti –. Di nessuna utilità, invece, terapie fisiche e infiltrazioni per le ridotte dimensioni dell’articolazione”.
Mani degli sportivi: un Centro specializzato per prendersene cura Golfisti, fighters, ginnasti, tennisti, scalatori, giocatori di basket e pallavolo lo sanno bene: i loro strumenti più preziosi, le mani, sono spesso colpiti da traumi e malattie degenerative. “Lo sportivo, agonista e amatoriale, necessita di un percorso di cura il più possibile funzionale al rapido rientro all’attività, con professionisti specializzati che si prendano in carico l’iter del paziente dall’inizio alla fine” spiega il dott. Loris Pegoli, referente del Centro della Mano Sportiva di Humanitas San Pio X. Un progetto innovativo nel panorama italiano per trattare a 360° le patologie di mano e polso, offrendo in un’unica sede servizi d’eccellenza che vanno dalla diagnostica per immagini agli ambulatori, dalla chirurgia alla riabilitazione con trattamenti dedicati e iperspecialistici.
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PIEDE
FOCUS ORTOPEDIA
Piede, l’alluce valgo non fa più paura… “L’alluce valgo è una delle più comuni deformità che colpisce il piede delle donne ed è caratterizzato dalla comparsa di una sporgenza ossea dell’alluce, detta esostosi, e dalla sua deviazione verso il secondo dito – spiega il dott. Marco Pozzolini, esperto di chirurgia del piede di Humanitas San Pio X –. Infiammandosi, l’alluce valgo rende difficile calzare le scarpe e provoca anche dolore alla pianta del piede soprattutto perché spesso associato a dita martello e callosità sul dorso delle dita”. … ma meglio non aspettare “Una volta comparsa, la deviazione dell’alluce
CHIRURGIA PERCUTANEA MININVASIVA: VANTAGGI Rapidi tempi chirurgici • incisioni di pochi millimetri • no viti interne o fili metallici esterni ma apposite fasciature Dimissione a poche ore dall’intervento • anestesia loco-regionale • una speciale scarpa permette di camminare da subito • raccomandate stampelle e riposo per una settimana Trauma e dolore Rapido ritorno alla vita quotidiana
non regredisce spontaneamente ma va inesorabilmente a complicarsi con il tempo perdendo la sua funzione fondamentale di distribuire i carichi sull’avampiede quando si cammina o corre – continua il dott. Pozzolini –. L’utilizzo di plantari personalizzati, divaricatori notturni, separadito e speciali tutori in silicone in caso di dito a martello, aiuta a gestire i sintomi soprattutto nelle persone anziane, ma non risolve il problema, mentre la chirurgia è, ad oggi, l’unica soluzione per l’alluce valgo. La tecnica più moderna, nota come chirurgia percutanea mininvasiva, ha numerosi vantaggi che permettono al paziente di tornare a camminare in breve tempo con le proprie scarpe”.
CON L’INTERVENTO PUOI EVITARE: • l’aumento della deviazione dell’alluce • una sempre maggiore esposizione della “cipolla” (esostosi) • la comparsa di una o più dita a martello a causa della maggiore spinta dell’alluce • arrossamento e infiammazione (borsite) dell’esostosi per sfregamento con la calzatura
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1 causato dalle scarpe con tacco alto e punta stretta ¨ VERO ¨ FALSO
2 più frequente nelle donne per motivi ormonali ¨ VERO ¨ FALSO
3 una delle più comuni deformazione dell’avampiede ¨ VERO ¨ FALSO
SOLUZIONI: 1 FALSO. Si tratta di una concausa in presenza di familiarità per l’alluce valgo - 2 FALSO. La principale causa di alluce valgo è la predisposizione familiare o costituzionale dovuta a una conformazione del piede caratterizzata da deviazione dell’asse del retropiede (pronazione). Dall’usura della parte interna della suola o del tacco delle scarpe è possibile vedere la presenza di questa deviazione. - 3 VERO.
VERO O FALSO
L’alluce valgo è:
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nascita Qui punto
Chiamami papà Essere o sentirsi padre: questo è il problema Grande novità dell’HumanitasMAMA di sabato 14 ottobre 2017, il Papà Camp ha raccolto in una speciale palestra tanti futuri e neo papà alle prese con pratiche di puericultura e nozioni di sicurezza in auto. Lo scopo? Aiutarli a trovare il loro ruolo all’interno dei nuovi equilibri familiari e ad acquisire sicurezza per avviare fin da subito la relazione con il proprio bambino.
Quando “amore” non sei più tu
Rivivi l’atmosfera di HumanitasMAMA 2017: inquadra il QR Code o vai su www.sanpiox.net per vedere il video della giornata
Tenetevi pronti: arriverà il piccolo e la vostra compagna inizierà un viaggio parallelo alla vostra storia di coppia. Potrà sembrarvi lontana, oltre una parete invisibile, e tutte le sue attenzioni saranno fisiologicamente orientate al neonato. La buona notizia è che anche voi inizierete il vostro personale viaggio, perché avrete un posto unico nella relazione con il bambino. Da dove si inizia? Costruendo fin dai primi giorni il contatto con lui.
Gli imperativi del neonato Coccolami! Gli stimoli sensoriali e tattili, soprattutto se carichi di affetto, aiutano lo sviluppo del piccolo e fanno stare bene voi e lui. Passate del tempo di qualità con il bambino. Parlami! Anche se pensate che il neonato
Fare bene non vuol
dire “fare le cose come le farebbe lei” Nell’accudimento c’è spazio per la creazione di piccoli riti, tutti vostri. Sperimentare la quotidianità del neonato vi permetterà di trovare il vostro modo di prendervene cura, con gesti che non per forza saranno identici a quelli della mamma. E quando vostro figlio vi chiamerà “papà”, in quelle due sillabe risuoneranno proprio queste esperienze, il mondo che avrete creato insieme.
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non possa capirvi, in realtà vi ascolta e impara a conoscervi. In questo modo stimolerete l’evoluzione del linguaggio e la sua capacità di pensiero.
Accudiscimi! Bagnetto, cambio del pannolino, ruttino… la quotidianità del neonato è fatta di piccole cose. Prendendovene cura, instaurerete un rapporto con lui. Ascoltami! Il pianto è una costante dei primi tempi con il neonato, ma alcuni fattori come intonazione, potenza e durata cambiano. Prestando orecchio al pianto come manifestazione di un bisogno, imparerete a decifrarlo e a conoscere il vostro bambino. Vivimi! Partecipate ai momenti impor-
tanti, come le visite di controllo. Parlate e confrontatevi con i medici e con chiunque entri in contatto con il piccolo.
Mr. Imprevedibile, il neonato
Il bebè fa movimenti improvvisi e non dà segni di aver imparato a usare nuovi muscoli fino a che non lo fa. Da qui uno degli incidenti domestici più frequenti, la caduta durante il cambio del pannolino. Fissate il mobile su cui ponete il fasciatoio e non abbassate mai la soglia dell’attenzione. Procuratevi tutto l’occorrente per il cambio in modo da averlo a portata di mano e non dover mai lasciare solo il neonato. Fate attenzione, soprattutto quando siete fuori casa, a non appoggiare vicino a lui oggetti pericolosi, come chiavi e monete. Gli incidenti sono quasi sempre “questione di un attimo!”.
Cellulare Q.B.,
quanto basta Strumento indispensabile per la vita contemporanea, ecco i momenti in cui ignorare il cellulare: • durante bagnetto, cambio pannolino, pappa e quando il piccolo è sul letto senza sponde o divano. La disattenzione può avere effetti molto gravi, come cadute e soffocamenti; • in auto; • quando gli parlate o giocate con lui. Ciò non significa che non si possa fare una foto per ricordarsi un bel momento, ma che occorre sforzarsi di dare un po’ di attenzione esclusiva al bambino ogni giorno. Il vostro buon esempio insegnerà anche a lui a prestare attenzione alle persone e a ciò che gli sta attorno.
Shopping per
Papà, cintura nera
di puericultura
Non si nasce “imparati”, nemmeno le vostre compagne, tranquilli! Nei Punti Nascita degli ospedali potete chiedere consiglio alle infermiere pediatriche perché ogni gesto sarà una novità all’inizio. Imparare la posizione da usare per fare il bagnetto, o come detergere correttamente il sesso di maschi e femmine, sperimentare le posizioni per favorire il ruttino o per far passare il mal di pancia vi aiuterà a sentirvi più padroni della situazione e, quindi, in grado di agire correttamente.
viaggi in auto sicuri
giolino per l’automobile, ecco occuparsi della scelta del seg Spesso sono proprio i papà a allora qualche consiglio.
A • TIPOLOGIA E SENSO DI MAe,RCI alla marcia fino ai 15 mesi posizionati in senso contrario
i-siz Seggiolini gruppo 0, 0+/1 o la crescita del bambino fino ti con schienali che seguono dot pro te glie Sce e. oltr he anc e almeno ai 125 cm.
• POSIZIONE
ra, soprattutto nel caso di urti ile posteriore è quella più sicu La posizione centrale sul sed trale. Se così fosse, optate auto hanno il sistema Isofix cen laterali. Purtroppo non tutte le sempre posteriore. per una posizione laterale, ma
• AIRBAG
riore, ricordando nato sul sedile passeggero ante È possibile far viaggiare il neo ile. il più possibile il sed di disattivare l’airbag e retrarre
a cura dei neonatologi di Humanitas San Pio X Humanitas San Pio X Magazine - N.3
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SALUTE E PREVENZIONE
Buona notizia: di tumore al seno si guarisce #PREVENZIONE #MULTIDISCIPLINARIETÀ #CUREROSA
Se dopo i 35 anni aumenta il rischio di ammalarsi di tumore alla mammella, tuttavia 9 donne su 10 guariscono grazie alla diagnosi precoce e all’approccio multidisciplinare dei trattamenti e delle cure nelle Breast Unit.
Diversi sono i fattori che inducono alcune cellule della ghiandola mammaria a moltiplicarsi in modo incontrollato originando cellule maligne, talvolta sotto forma di nodulo, definite tumore. “Il 60% dei tumori della mammella però non si presenta con noduli palpabili – spiega il dott. Marco Greco, responsabile del Centro di Senologia di Humanitas San Pio X –. Sebbene l’autopalpazione sia sempre utile, tuttavia non si sostituisce né agli screening né ai controlli fondamentali per diagnosticare e trattare la malattia nella fase iniziale. Anche se prima dei 30 anni i tumori della mammella sono molto rari, in caso di familiarità con componente genetica, i controlli devono iniziare già in giovane età”. I Centri di Senologia, definiti Breast Unit, nascono per accompagnare la donna in un percorso multidisciplinare dalla diagnosi alla cura del tumore. Diagnosi, il primo passo Se la mammografia è l’indagine principale di
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screening del tumore della mammella consigliata per le donne dai 40 anni in su, per le donne sotto questa età l’esame di routine è l’ecografia. “Tale esame non è tanto vincolato all’età, quanto alla struttura del seno – spiega la dott.ssa Sara Galli, radiologa specialista in diagnostica senologica di Humanitas San Pio X --. Una donna sopra i 40 anni con mammella molto ghiandolare potrà continuare a sottoporsi a ecografia con successo. Viceversa, una persona più giovane con seno molto adiposo potrebbe dover ricorrere alla mammografia. Un fattore che incide molto sulla diagnosi è il rischio genetico: se c’è familiarità, si aggiunge la risonanza come esame di primo livello e i controlli saranno più ravvicinati”. In presenza di un nodulo o altra lesione mammaria sospetta, dopo valutazione del senologo, viene effettuata la biopsia, generalmente eco-guidata. Il relativo esame istologico permette non solo di confermare la diagnosi, ma anche di
PREVENZIONE E SALUTE
TUMORE AL SENO. L’IMPORTANZA DEI CONTROLLI FATTORI DI RISCHIO • Età: il rischio aumenta con l’età • Un precedente tumore al seno • Familiarità: casi di tumore in famiglia • Fattori genetici • Obesità, soprattutto dopo la menopausa • Menopausa in tarda età, dopo i 55 anni • Primo figlio dopo i 35 anni • Terapia ormonale sostitutiva per i disturbi della menopausa • Abuso di alcol
SINTOMI • Noduli palpabili • Lesioni sospette non palpabili rilevabili solo agli esami diagnostici • Microcalcificazioni • Secrezioni ematiche dal capezzolo
Lo sai che... per prevenire il tumore al seno, oltre a: • fare attività fisica costante • evitare sovrappeso e obesità • ridurre il consumo di alcol sono fondamentali gli esami di diagnosi precoce.
ESAMI DIAGNOSTICI Con l’età cambia la densità della mammella e cambiano anche gli esami diagnostici sensibili. Di solito: • fino a 40 anni √ ecografia • da 40 in poi √ mammografia (radiografia della mammella)
determinare caratteristiche biologiche che consentono al team di programmare l’iter multidisciplinare più adeguato per il singolo caso. “La chemioterapia o la terapia endocrina antiestrogenica – dice il dott. Paolo Montanaro, responsabile di Oncologia di Humanitas San Pio X – possono essere indicate prima o dopo l’intervento; nelle donne più anziane, in alcuni casi, l’intervento può anche essere evitato”.
responsabile servizio di Radioterapia di Humanitas San Pio X – il radioterapista oncologo può prescrivere un trattamento radiante [μ doctorpedia] come consolidamento o in associazione alla terapia ormonale, per diminuire il rischio di recidiva locale. Il trattamento richiede una preparazione iniziale per rilevare con estrema precisione i punti da irradiare, chiamata centratura, è indolore, dura 10 minuti e non prevede restrizioni di alcun genere né al contatto con bambini né con donne in gravidanza”.
Intervento, sempre meno invasivo In caso di chirurgia, su indicazione degli specialisti, si ricorre alla linfoscintigrafia, esame di Medicina Nucleare per rilevare il linfonodo sentinella e quindi delineare al meglio l’area dell’intervento. Oggi l’obiettivo è mantenere il più possibile il tessuto mammario sano asportando solo quello interessato dal tumore. “In caso di mastectomia [μ doctorpedia] con ricostruzione mammaria – continua il dott. Greco – l’intervento si effettua insieme al chirurgo plastico per avere un risultato anche cosmetico che tenga conto della simmetricità dei seni, e aiutare la donna nel processo di accettazione del proprio corpo”. “Dopo l’intervento – spiega la dott.ssa Simona Castiglioni,
Chemioterapia? Endocrinoterapia? Cosa sapere per affrontarle al meglio “Parlare chiaramente degli effetti collaterali della chemioterapia, aiuta a vivere questo periodo senza falsi timori” – spiega il dott. Montanaro. 1. perdita di capelli - possono essere prescritti farmaci ad alto o basso rischio di alopecia, peraltro sempre temporanea. 2. vomito - sono attualmente disponibili terapie innovative antiemetiche che riducono notevolmente nausea e vomito. 3. disturbi tipici della menopausa - tra questi, la secchezza vaginale è spesso un problema per donne sottoposte a endocrinoterapia o a chemioterapia. Il ginecologo può prescrivere una terapia locale.
TRATTAMENTO RADIANTE O RADIOTERAPIA Terapia con radiazioni ionizzanti a energia molto superiore a quella usata per le radiografie che provoca la morte delle cellule tumorali nella sede colpita dalla radioterapia, preservando le cellule sane. MASTECTOMIA Intervento chirurgico di asportazione della mammella.
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SALUTE E PREVENZIONE
Tumori della pelle: 365 giorni di prevenzione #MELANOMA
#NEI
#SOLE
Sono moltissimi i tumori della pelle, tutti ottimi “mimi” in grado di assumere varie forme e colori. Il più noto è il melanoma, ma ne esistono altri, più frequenti, associati all’effetto dei raggi solari sulla pelle. Come prevenirli però non è solo una questione di protezione in estate.
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È ormai noto che un’eccessiva esposizione solare non protetta può aumentare il rischio di far ammalare la pelle. “Tra tutti i tumori della pelle, il melanoma è il più aggressivo perché nelle fasi avanzate dà metastasi – spiega il dott. Luigi Mascheroni, referente del Centro del Melanoma di Humanitas San Pio X –. Il melanoma ha un’origine multifattoriale. Può essere presente una componente genetica, e quindi una familiarità. Una causa importante è poi l’esposizione eccessiva ai raggi solari e alle fonti artificiali di ultravioletti. A differenza di altri tumori della pelle tipici degli anziani e dovuti a esposizione prolungata negli anni, il melanoma è principalmente legato all’esposizione intensa in periodi anche brevi: sono quindi a rischio soprattutto le persone con pelle molto chiara ”.
PREVENZIONE E SALUTE
Non solo melanoma “Piccole lesioni rosa sulla pelle, che possono sanguinare, potrebbero indicare la presenza di un basalioma, o carcinoma basocellulare, un tumore che in genere non dà metastasi – spiega la dott.ssa Marta Brumana, dermatologa di Humanitas San Pio X – mentre il tumore squamocellulare, molto invasivo e pericoloso, ma trattabile efficacemente nelle fasi iniziali, è spesso preceduto dalle cheratosi attiniche [μ doctorpedia], lesioni squamose correlate all’esposizione solare, molto comuni soprattutto sul cuoio capelluto degli uomini over 60. Questi tumori possono essere curati in diversi modi, sia con la già nota crioterapia [μ doctorpedia] sia non chirurgicamente, grazie a un’innovativa terapia chiamata fotodinamica che utilizza una speciale crema insieme a una particolare luce LED per colpire e distruggere le cellule tumorali”. Adolescenza: è il momento della prima visita dal dermatologo “In caso di nei, fin dalla pubertà è raccomandabile sottoporsi a un controllo annuale – continua l’esperta – oltre a eseguire l’autocontrollo secondo l’ABCDE della prevenzione. Chi non ha nei, invece, dovrebbe rivolgersi al dermatologo quando compaiono macchie sulla pelle, perché è errato pensare che la loro comparsa sia normale. Sebbene in molti casi possano essere innocue, solo la valutazione del dermatologo con il dermatoscopio, una speciale lente, può definire la natura delle lesioni”.
CHERATOSI ATTINICA È una lesione cutanea squamosa o crostosa dipendente dalla quantità di esposizione solare che appare, solitamente, in zone del corpo più esposte come viso, orecchie, cuoio capelluto, labbra, dorso di mani e avambracci, spalle e collo. CRIOTERAPIA Terapia che utilizza il congelamento con azoto liquido per eliminare il tessuto tumorale.
L’ABCDE della prevenzione precoce Nelle fasi iniziali, il melanoma è un tumore curabile da cui si guarisce. Rivolgersi al dermatologo appena si nota una lesione sospetta può aiutare a “salvarsi la pelle”. Ecco come si manifesta un melanoma:
A B C D E
Asimmetria: una metà della macchia cutanea potrebbe essere più grande dell’altra Bordi: irregolari, “a carta geografica”, al contrario di quelli dei normali nei Colore: colori diversi come nero, bruno, rosso e rosa Dimensione: la macchia ha un diametro superiore a 6 millimetri Evoluzione: modifica forma, colore o dimensione
12 mesi di prevenzione e protezione I raggi solari non danneggiano la pelle solo in estate. Ecco perché è importante adottare misure di prevenzione e protezione durante tutto l’anno. Autunno/inverno • usare la protezione solare anche durante i mesi invernali: prestare particolare attenzione al sole ad alta quota e sulle piste da sci • evitare le lampade solari UVA di ogni genere Primavera/estate • usare correttamente una crema ad alta protezione solare per evitare scottature
• proteggere la pelle dei bambini piccoli con crema ad alta protezione, maglie e cappellino, evitando di esporli al sole nelle ore più calde • durante tutto il tempo di esposizione al sole, riapplicare la crema protettiva ogni due ore • evitare il sole durante le ore centrali della giornata • usare cappello, abiti di cotone a maniche lunghe e pantaloni leggeri per proteggere la pelle di viso e corpo
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SALUTE E BENESSERE
Obesità: tutti i passi per il recupero di una sana forma fisica #SOVRAPPESO
#DIETA
#CHIRURGIABARIATRICA
Sono oltre 6 milioni in Italia e 600 milioni nel mondo, le persone obese. Tuttavia si tende spesso a dimenticare che l’obesità è una malattia che richiede l’intervento di un team specializzato e multidisciplinare per essere affrontata con efficacia e in totale sicurezza.
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L’eccesso di grasso corporeo non è solo un problema estetico ma una vera e propria patologia che, per essere risolta, necessita di un percorso strutturato che metta al centro le esigenze del paziente. “L’obesità è una malattia cronica caratterizzata da scarsa o nulla perdita di peso nonostante diete e terapie mediche – spiega il dott. Ezio Lattuada, responsabile di Chirurgia Bariatrica di Humanitas San Pio X –. Quando la malattia è aggravata dalla presenza di fattori di rischio quali ipertensione, difficoltà respiratorie, cardiopatie, diabete, vasculopatie cerebrali, artrosi o artrite, apnee nel sonno e roncopatia, la chirurgia diventa necessaria”.
BENESSERE E SALUTE
La cura del paziente è multidisciplinare Il paziente obeso che si rivolge alla struttura può contare sull’appoggio di un’équipe di specialisti che comprende chirurghi bariatrici, nutrizionisti, dietologi, radiologi, pneumologi, psicologi e chirurghi plastici. “Dopo il primo colloquio di valutazione complessiva e gli eventuali esami diagnostici, si decide il tipo di intervento più appropriato – prosegue il dott. Lattuada –. By-pass gastrico, bendaggio e riduzione gastrica consentono di limitare la quantità di cibo introdotta e, con il by-pass gastrico, anche l’assorbimento delle calorie ingerite”. Tutti gli interventi sono laparoscopici mini invasivi, durano da 1 a 3 ore e prevedono una degenza ospedaliera breve.
Dopo l’intervento, ecco cosa è importante sapere Al risveglio
• tensione alla bocca dello stomaco • nausea • leggero dolore
Alimentazione
A partire da 24-48 ore dopo l’intervento con sostanze liquide; i cibi solidi sono banditi per qualche giorno
Il giorno dopo
Radiografia delle prime vie digestive per controllare che tutto sia nella norma
La dimissione
Avviene solo dopo il colloquio con la dietista
ili r Fac li pe re sig lla n o c tro i
s conle do
Il post-intervento È il periodo decisivo che determina la riuscita dell’intervento e richiede la collaborazione del paziente soprattutto per seguire la gestione dei pasti a casa. La reintroduzione dei cibi avrà infatti un andamento graduale per circa un mese, da cibi liquidi, poi morbidi fino a quelli solidi, a seconda delle indicazioni del medico. “Le indicazioni che forniamo riguardano anche la pianificazione dei pasti, che devono essere almeno cinque al giorno, con alimenti leggeri e poco calorici, oltre ad alcuni “trucchi” che aiutano il paziente a mangiare di meno” – spiega la dott.ssa Francesca Albani, dietista di Humanitas San Pio X. Il rimodellamento del corpo Se da un lato la progressiva perdita di peso dopo l’intervento ha effetti positivi sul benessere psico-fisico, dall’altro provoca una serie di fastidi dovuti all’eccesso di pelle “svuotata”. “Per recuperare una forma corporea armonica e funzionale – spiega il dott. Andrea Margara, responsabile di Chirurgia Plastica Post Bariatrica – il percorso può prevedere alcuni interventi di rimodellamento e ricostruzione in zone specifiche come collo, braccia, seno, dorso, addome e cosce, finalizzati ad asportare il grasso (liposcultura), ritensionare i tessuti (lifting) e riempire aree svuotate (lipofilling) dal dimagrimento. Il decorso post operatorio e il recupero variano a seconda del tipo di chirurgia, così come le cicatrici possono essere più o meno nascoste e visibili. Dopo l’intervento, però, è sempre consigliabile che il paziente mantenga un peso costante seguendo un programma nutrizionale corretto ed esercizio fisico”.
Scopri il percorso “Grande Obesità” inquadra il QR code o vai su www.sanpiox.net
usa un piatto più piccolo
fai bocconi piccoli
sostituisci la forchetta con un cucchiaino
mastica a lungo
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NEWS SALUTE
Ultime notizie
#CONVEGNIECORSI
RUSSAMENTO E APNEE DEL SONNO
#FORMAZIONESPECIALISTICA
FOCUS: AGGIORNAMENTO PER I MEDICI DI BASE
Inaugurato con successo “Focus”, calendario di incontri scientifici dedicati all’aggiornamento e alla formazione medica di alto livello per Medici di Medicina Generale. Dopo il primo appuntamento di giugno sulle patologie della gravidanza e la diagnosi prenatale, è stata la volta di un interessante incontro sui marcatori storici che hanno caratterizzato la diagnostica e il follow up della patologia oncologica negli ultimi 30 anni, in particolare per quello che riguarda l’ambito prostatico e ovarico.
#FORMAZIONESPECIALISTICA
F.O.G., FORMAZIONE IN OSTETRICIA E GINECOLOGIA La tecnica laparoscopica, mini invasiva e molto precisa, è oggi una realtà consolidata in chirurgia. A settembre i ginecologi di Humanitas San Pio X, sotto la direzione del responsabile di Unità Operativa, dott. Alessandro Bulfoni, sono saliti in cattedra per la prima edizione di un corso di specializzazione finalizzato ad avvicinare specialisti ginecologi alla tecnica laparoscopica, sempre più indicata nel trattamento di patologie per le quali in passato si faceva ricorso alla chirurgia tradizionale. Le tecniche mininvasive sono state affrontate con un approccio teorico-pratico: alle relazioni in aula, con collegamenti in live surgery, sono seguite esercitazioni sia in sala operatoria sia in un’apposita stanza attrezzata con Pelvic Trainer di ultima generazione.
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Si è tenuto il 24 novembre in Humanitas San Pio X un congresso italiano sul tema “Russamento e apnee del sonno: malattia individuale e sociale”, a cura del dott. Fabrizio Salamanca, otorinolaringoiatra referente del Centro Diagnosi e Cura della Roncopatia, e dott. Pietro Salvatori, responsabile di Otorinolaringoiatria. Un incontro per trattare la patologia a 360 gradi, facendo il punto sui protocolli di cura in uso, sull’approccio multidisciplinare e sulla definizione dei ruoli tra i vari specialisti. 32 i relatori provenienti dai maggiori Centri per la cura della Roncopatia d’Italia e i maggiori ospedali del territorio. Partecipanti, oltre 120 specialisti tra Otorini, Pneumologi, Cardiologi, Neurologi, Odontoiatri e Medici di Medicina Generale. Tra le novità presentate, le moderne tecniche chirurgiche in 3D, mostrate in sala con speciali occhialini, le terapie emergenti e le nuove App di supporto al paziente.
SALUTE NEWS
#INCONTRISPECIALISTICI
CHIRURGIA COLORETTALE INTERNAZIONALE Sedici medici stranieri, provenienti da Brasile, Cina, Sud Africa, Olanda, Australia, Inghilterra, hanno preso parte il 4 ottobre a uno speciale appuntamento formativo sulla chirurgia colorettale e proctologica. Sotto la guida del prof. Jacques Mégevand, responsabile di Chirurgia Generale di Humanitas San Pio X, il team ha assistito in live surgery a interventi laparoscopici e robotici.
#CONVEGNIECORSI
CHIRURGIA PLASTICA Definire il concetto di ringiovanimento facciale: o questo lo scopo del 61 corso teorico-pratico dal titolo: “Ringiovanimento del viso: microfat, SNIF, nanofat e lifting mini invasivo” che Fondazione G. Sanvenero Rosselli ha tenuto in Humanitas San Pio X il 27 ottobre scorso in collaborazione con il responsabile dell’Unità di Chirurgia Plastica, dott. Andrea Grisotti, e il dott. Massimo Callegari, chirurgo dell’équipe. Tema trattato, le tecniche di ringiovanimento del viso che associano lifting mini invasivo con concetti più contemporanei di ripristino volumetrico e rivitalizzazione ottenuti con innesti di grasso (lipofilling, microfat, SNIF, nanofat) per un buon risultato finale e una maggior durata nel tempo, riducendo al minimo le complicanze.
#CONVEGNIECORSI
IL RISCHIO OSTETRICO
La valutazione del rischio ostetrico e neonatale per la futura mamma rimane l’obiettivo di sicurezza più importante per un Punto Nascita. Sabato 25 novembre, ginecologi, neonatologi e specialisti di cinque tra le più grandi realtà milanesi si sono riuniti in Humanitas San Pio X per definire le patologie e i fattori di rischio principali che possono incidere sul buon esito della gravidanza e del parto e analizzare i percorsi diagnostico-terapeutici delle malattie che più frequentemente sono correlate a un elevato rischio ostetrico. La rilevanza dell’incontro è stata sottolineata anche dalla presenza del dott. Giulio Gallera, Assessore al Welfare di Regione Lombardia, tra i patrocinatori del progetto.
Per maggiori informazioni visita il sito www.sanpiox.net
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SALUTE E SERVIZI
Angeli delle corsie: i volontari #FONDAZIONEHUMANITAS
#SOSTEGNO
#ACCOGLIENZA
Fondazione Humanitas, attiva da 18 anni nell’ospedale Humanitas di Rozzano dove coordina 170 volontari, approda anche in Humanitas San Pio X portando la propria storia a servizio delle persone malate e delle loro famiglie. Sentirsi a casa anche in ospedale. Chi ha sperimentato un ricovero, anche breve, sa quanto sia importante avere qualcuno che ti accoglie, un punto di riferimento che faciliti l’orientamento e l’ascolto durante la permanenza in struttura. Spesso questi compiti sono affidati ai volontari: persone attente che, con il loro impegno, contribuiscono a rendere più serena l’esperienza di pazienti e familiari. “I volontari sono presenti da anni in Humanitas San Pio X – chiarisce Maria Bellati, Segretario Generale di Fondazione Humanitas –. Oggi, Fondazione vuole integrare la loro esperienza con l’obiettivo di ampliare il gruppo e offrire un servizio sempre più completo e qualificato”. Essere volontario significa, infatti, impegnarsi a fianco di medici, infermieri, personale dell’ospedale, inserendosi, in modo discreto, in un equilibrio di lavoro funzionale alla cura. Per questo è essenziale che i volontari siano formati in modo attento e mirato e motivati nel loro compito. “Ho scelto di essere volontaria in questo ospedale perché anch’io sono stata paziente e ho avuto più volte occasione di
sperimentare un ambiente di persone molto gentili e accoglienti – ricorda Serena, volontaria del gruppo. In particolare, mi dedico alle persone che arrivano sole: accoglierle e accompagnarle mi fa sentire utile”. Un’attenzione che viene ripagata dai ritorni ricevuti da pazienti e familiari. “Stare accanto a chi soffre mi permette di ridimensionare le questioni non importanti e di stare meglio con me stessa e con gli altri”, racconta Antonella, volontaria da 16 anni e referente dell’attuale gruppo di volontari di Fondazione Humanitas. “La nostra attività è sempre molto frenetica, soprattutto di giorno – commenta Sergio Rotta, responsabile dei Servizi Assistenziali di Humanitas San Pio X –. I volontari sono importanti perché danno un supporto di tipo umano alla persona, specialmente al lungo degente. Il volontario raccoglie informazioni ed emozioni, facendosi orecchio dei bisogni del paziente e dei suoi familiari”.
Fondazione Humanitas nasce nel 1999 dall’esperienza innovativa di Humanitas, un policlinico progettato e organizzato con un’attenzione speciale all’umanizzazione delle cure. Accanto alle necessità di cure sanitarie esistono, per il malato e per i familiari, bisogni psicologici, sociali e relazionali che ne influenzano la qualità di vita. Attraverso le proprie attività, Fondazione integra la cura offerta dall’ospedale con servizi che permettono di vivere in modo più sereno l’esperienza della malattia e facilitare il ritorno a casa. Oggi, Fondazione Humanitas è presente negli ospedali Humanitas di Rozzano, Milano, Bergamo e Castellanza.
Vuoi far parte della squadra? Per informazioni: 02.6951.6187 30
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