PSICHE 2000

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PSICHE 2000 associazione per la promozione della salute mentale


3 Prefazione 4 Introduzione 6 L’associazione Psiche 2000 8 Una testimonianza 10 I convegni, le conferenze ed i meeting 12 L’arte terapia e la compagnia teatrale “Gli Stra-vaganti” 14 Volontariarte 16 La sensibilizzazione del territorio 18 Ringraziamenti 2


Ogni associazione di Volontariato ha la necessità di farsi conoscere per poter continuare nella sua opera e nel contempo accogliere al suo interno nuovi volontari e risorse finanziarie tali da poter sostenere le sue attività. È pur vero che la comunicazione è spesso l’ultimo dei pensieri di chi rivolge la propria attenzione al fare ed è così che i risultati ottenuti rischiano di non ricevere la giusta attenzione o addirittura di venire dimenticati. Ecco che la sezione di Psiche 2000 che opera nell’ULLS7, dopo più di quindici anni di attività, ha deciso di guardarsi alle spalle per riflettere sul valore del volontariato e condividere con chi avesse intenzioni di leggere queste poche pagine una storia fatta di emozioni, ricerca intellettuale, duro lavoro e passione. L’intenzione di questo testo non è certo crogiolarsi nella beatificazione di quanto è stato fatto ma semplicemente voltare gli occhi indietro per un attimo per poi ripartire con maggiore consapevolezza di se stessi, nella comprensione che il passato è una risorsa in più per affrontare con spirito rinnovato il futuro. Non si tratta tuttavia di ripercorrere ciò che l’ass. Psiche 2000 ha fatto negli anni ma anche di dimostrare quanto il volontariato rappresenti una risorsa importante per il nostro territorio capace di promuovere il senso civico portando le persone ad organizzarsi in maniera spontanea riscoprendo l’idea dell’aiuto reciproco. Maria De Nardi (Presidente Psiche 2000 – Sez. ULSS 7)

Nella foto: Maria De Nardi, Presidente dell’Associazione Psiche 2000. 3


INTRODUZIONE

In un’età ed in una società come quella del nord-est, ricca di esperienze di volontariato ed iniziative di accoglienza delle forme di disagio e di sofferenza, l’attività di associazioni come Psiche 2000, volte al difficile settore della malattia mentale appare auspicabile, necessaria, inevitabile, ma ancora oggi straordinariamente coraggiosa e difficile. Se infatti le forme più antiche del pregiudizio intorno ai “matti” sono andate forse scomparendo, ad esse sembra essere subentrata l’indifferenza, la rimozione del problema, il silenzio che allontana come un disturbo la presenza stessa dell’ammalato psichico e dei suoi angosciati familiari. Chi si trova, talora improvvisamente, altre volte con lenta ed inavvertibile progressione, a gestire la condizione di malattia di un conoscente o di una persona cara, incontra un crescente numero di difficoltà inaspettate: contraddizioni incomprensibili nella gestione dei servizi socio-sanitari, carenze strutturali ed operative e talora, purtroppo, anche povertà umana e assenza di generosità. In questo ambito così particolare della sanità pubblica è ancora estremamente difficile per la gran parte dei cittadini ricevere informazioni, potersi orientare, conoscere gli indirizzi e saper incontrare le professionalità più atte, per competenza e 4

sensibilità, alla presa in carico ed alla cura responsabile. L’impressione comune, testimoniata da tanti, è quella di una lunga traversata nel deserto, con assenza di segnali o di guide e senza una meta certa in vista. Cosa accadrà della persona ammalata, a breve e a lunga distanza? Di quali aiuti potrà farsi forza la famiglia di origine per affrontare crisi, tensioni laceranti, dolorosissime scelte? Chi sono gli operatori ed i luoghi deputati alla cura, e quale è la loro missione? Come si può essere aiutati a scegliere il percorso migliore per aiutare il malato? Quale è il compito di chi è legato da vincoli di parentela e di affetto alla persona sofferente: potrà essere considerato parte attiva del percorso di recupero e reinserimento, aiutando e venendo aiutato a comprendere le cause del disagio? Nella nostra ormai pluridecennale esperienza associativa in Psiche 2000 abbiamo incontrato migliaia di persone coinvolte in un’esperienza di malattia mentale. Il primo dato che ci si è presentato dinanzi, nel momento dell’incontro in associazione, è sempre stato la manifestazione di un evidente sollievo da parte dei nuovi arrivati. Sollievo per la nuova esperienza di condivisione di tanto dolore, uscendo finalmente da una lunga solitudine e dal senso di colpa latente causato dal riconoscersi diversi da tutti gli altri perché meno felici. Sollievo perché la narrazione reciproca della propria vicenda lasciava intravedere nel passato difficoltà comuni, tentativi comuni, fallimenti comuni, comune caparbio coraggio nel riprendere la lotta per la vita e per i diritti di quelle persone che la società lascerebbe altrimenti con


tranquilla e cieca indifferenza all’emarginazione. Sollievo perché le esperienze, nella loro diversità individuale, denunciavano tutte le medesime carenze organizzative e legislative, in ambito comunale, regionale o nazionale, che ciascuno aveva in cuor suo già riconosciuto in solitudine, stupendosi per il colpevole silenzio di amministratori, politici o professionisti ideologizzati, tutti impegnati a negare una realtà che è invece oggettiva ed inequivocabile per i numerosi cittadini italiani che ne fanno purtroppo esperienza personale. Sollievo, infine, perché in questo incontro paritetico tra portatori della verità che discende dall’esperienza e non da velleitarismi demagogici, ci si trova inseriti in un circuito di comunicazione ed informazione finalmente chiaro, sincero, essenziale ed efficace. E’ evidente che l’assenza di comunicazione e di informazione limita la possibilità di accesso alla cura e, con ciò, la speranza di un percorso di riabilitazione. Nell’ambito della salute mentale antichi pregiudizi e nuovi opportunismi, organizzativi e amministrativi, hanno a lungo di fatto impedito che i servizi socio sanitari per la salute mentale fossero chiaramente riconosciuti, monitorati e valutati dal grande pubblico, dalle comunità civili del territorio di appartenenza, dal Parlamento stesso quale espressione democratica della volontà dei cittadini del nostro Paese. Una cultura fortemente venata da incrostazioni ideologiche ha per decenni difeso l’unilateralità dell’intervento psichiatrico, condotto da un professionista non tenuto a comunicare le proprie scelte e del tutto esente dalla chiamata in respon-

sabilità nel caso di evidenti errori o di omissioni ingiustificabili. Ancora più gravemente, tuttavia, una lettura ideologica e dottrinaria della malattia mentale, è intervenuta prima a negarne l’esistenza, poi ad attribuirne la genesi alla società e, di immediato riflesso, alla famiglia di origine, patologicamente responsabile e quindi meritevole di sospetto e di sfiducia da parte degli operatori, anche quando portatrice della sola disperata ricerca di aiuto per sollevare la sofferenza del congiunto in difficoltà. Questa cultura sembra fortunatamente, oggi, in declino. Al suo tramontare si accompagna il maggiore coinvolgimento dei familiari dei malati, delle associazioni, delle amministrazioni locali, delle strutture socio-sanitarie, nella diffusione di un’informazione sempre più completa e tempestiva, scevra da ogni ritrosia corporativistica o semplicemente opportunistica. Nella circolazione libera, scientifica ed aggiornata della comunicazione, nel desiderio di porsi al servizio della comunità e non dei propri interessi di parte, nella volontà di dare finalmente una risposta appropriata alla sofferenza di centinaia di migliaia di persone risiede la speranza che la cultura della salute mentale nel nostro paese esca dal suo provincialismo e si apra alle esperienze internazionali più efficaci. Prof. Ottavio Bevilacqua Psiche 2000

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PERCHÉ SIAMO NATI? Il disturbo mentale ha sempre fatto paura e per questo ed altri motivi ha provocato il rifiuto, l’isolamento e l’emarginazione di chi ne fosse affetto. Infatti è solo alla fine dell’’800 che si cerca di dare un’interpretazione del disturbo su basi scientifiche. L’indagine di una sfera complessa come quella della Psiche, caratterizzata dall’influenza di fattori esogeni ed endogeni all’individuo, ha suscitato l’interesse delle più disparate discipline, ottenendo importantissimi risultati ma producendo anche effetti del tutto sconsiderati. Nel periodo manicomiale ad esempio i malati mentali furono accolti in strutture nelle quali erano privati dei più basilari diritti umani subendo ogni genere di violenza. La malattia mentale non era compresa e la soluzione più immediata appariva l’isolamento forzato dalla società, nascondendo la persona con delle difficoltà agli occhi di tutti. In Italia, purtroppo, le precarie condizioni dei malati mentali vennero denunciate a più riprese solo negli anni ‘70, sebbene già dagli anni 40’, negli stati anglosassoni, fossero nate strutture basate su una nuova filosofia di trattamento dei malati mentali, dove l’uomo titolare di diritti veniva messo al centro del processo riabilitativo. Le giuste proteste scaturite dallo sdegno per le condizioni dei manicomi non tennero tuttavia in debita considerazione ciò che sarebbe avvenuto una volta chiusi. In quel momento l’unica cosa che davvero contava era far cessare lo scempio dell’individuo che veniva perpetrato all’interno degli istituti di cura. Non si prestò invece l’attenzione necessaria allo studio di servizi sostitutivi e nuove strutture funzionali ad aiutare coloro che versavano in difficoltà troppo grandi per essere affrontate senza un adeguato supporto. La famosa legge 180, che ottenne l’importante obiettivo di chiudere i manicomi, si rivelò lacunosa sotto svariati punti di vista abbandonando a loro stesse le famiglie che non avevano i mezzi e le capacità per prendersi cura dei malati. Dal ‘78 in poi, anno di promulgazione della legge, iniziò un lungo processo di 6

riforma la cui lentezza spinse molti familiari ad organizzarsi per forzare la presa di consapevolezza da parte delle istituzioni dei problemi che persistevano nei territori e per combattere contro vecchie ideologie che consideravano la malattia mentale solo attraverso la lente di ingrandimento delle scienze sociali trascurandone gli aspetti biologici e medici. Lo stesso sito dedicato alla memoria del più famoso esponente delle teorie antimanicomialiste ritiene che la legge 180, alla quale proprio Basaglia dette il nome (legge Basaglia) “è buona nell’impalcatura e nell’intento di chiudere definitivamente il manicomio ma si basa però su teorie oggi considerate obsolete e superate, come ad esempio il doppio legame, la negazione della diagnosi, l’idea fallita di poter curare senza ricorrere all’uso dei farmaci e persino la mancata promessa di “cura” e risultati. Infatti il trattamento della malattia mentale non può risolversi esclusivamente con interventi di tipo sociale; negli ultimi anni si parla di una serie di cause (multifattorialità) biologiche, sociali, genetiche ed ereditarie legate o meno all’ambiente, con un ruolo senz’altro ridotto o assente della famiglia”. Tra le organizzazioni nate spontaneamente sul territorio a livello nazionale vi fu Psiche 2000 che si oppose all’idea che la famiglia dovesse essere sempre e solo colpevolizzata al palesarsi della malattia mentale. Ribadì, al contrario, quanto fosse importante dare ascolto alle voci dei familiari di pazienti con disturbi mentali gravi, riconoscendo nei familiari gli unici che veramente sanno cosa significhi condividere le giornate con persone incapaci di porsi in relazione con la realtà che li circonda, di costruire rapporti con gli altri, di mantenere un lavoro, ma soprattutto sanno, come avviene nei casi più gravi, cosa significhi vivere nella paura costante di un atto di violenza o di rabbia inspiegabile e imprevedibile.


La sezione di Vittorio Veneto - Conegliano Psiche 2000 è un’associazione di volontariato costituita per venire incontro alle esigenze spesso inevase delle persone che soffrono di disagio psichico e dei loro familiari. Dal 1994, anno in cui nasce la sezione di Vittorio Veneto e Conegliano, lotta contro la disinformazione ed i pregiudizi, cercando di promuovere il benessere psichico e richiamando l’attenzione delle istituzioni sulle vere necessità delle persone che vivono questo problema. Per tale ragione ha spesso condotto lunghe campagne informative e lotte politiche affinché vi fosse un concreto miglioramento dei servizi pubblici e della legislazione regionale e nazionale. Al tempo della nascita di Psiche 2000 esisteva sul territorio dell’Ulss 7 un reparto ospedaliero di Diagnosi e cura a Conegliano e un Centro di Salute Mentale a Vittorio Veneto. Superfluo dire che le cose andavano male. Le famiglie sole e abbandonate si sono aggregate in associazione e senza alcuna delega si sono esposte in prima persona raccontando i fatti fino a quel momento tenuti nascosti. Dopo estenuanti lotte attraverso i media, manifestazioni pubbliche, convegni e incontri con politici e istituzioni hanno ottenuto in questi anni buoni risultati tra i quali: le strutture previste nel progetto obiettivo regionale, percorsi individualizzati per la cura e la riabilitazione dei propri congiunti, una considerazione diversa della famiglia. Rimangono ancora molte cose da fare e per questo l’Associazione partecipa ai piani di zona, al Dipartimento di Salute Mentale e alle varie Commissioni presenti in Regione apportando il proprio contributo con la competenza derivante dal vivere costantemente con chi soffre di disagio psichico. Gli obiettivi di Psiche 2000 sono: stimolare la partecipazione e la discussione su tematiche relazionali, socio-sanitarie e di salute mentale, fornire informazioni, condividere le esperienze, incentivare la crescita personale e la formazione, aiutare i partecipanti a riconoscere ed esprimere adeguatamente i propri sentimenti e le proprie emozioni, lottare contro la solitudine e le paure interiori, facilitare la socializzazione, combattere i pregiudizi, l’individualismo e accogliere volontari.

Presidente dell’associazione è dalla sua nascita Maria De Nardi e l’organo decisionale è il Consiglio Direttivo. Fulcro dell’attività associativa è l’azione interna di mutuo aiuto e di assistenza ai soci. Il direttivo dell’associazione che si incontra una volta al mese è l’occasione per tutti di dire la loro sulle linee di indirizzo dell’associazione. Non si tratta di incontri dedicati esclusivamente all’organizzazione interna ma di veri e propri momenti di mutuo aiuto in cui persone che condividono lo stesso problema e perseguono identici obiettivi si sostengono reciprocamente. Nel gruppo si trova uno spazio per conoscersi, confrontarsi, individuare modalità costruttive per fronteggiare momenti di disagio; le persone si impegnano per il loro cambiamento e per quello sociale, in un clima di fiducia e amicizia, promuovendo le proprie potenzialità attraverso il coinvolgimento personale. Durante l’anno si trova poi sempre spazio per stare insieme in momenti ludici e conviviali capaci di aiutare anche coloro che si trovano in situazioni di solitudine di trovare attimi di gioia e serenità.

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UNA TESTIMONIANZA La storia di Psiche 2000 acquista di significato solo attraverso l’intreccio delle tante storie di chi nel corso degli anni ne ha condiviso gli intenti e i valori e si è impegnato per migliorare la qualità della vita e il benessere di chi si trova ad affrontare il difficile ostacolo della malattia mentale. Riportiamo di seguito una testimonianza di un volontario capace di raccontare con semplicità gli anni difficili alla ricerca di aiuto e di cura sino a giungere ai momenti di aggregazione.

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“Ci sposammo il mese di settembre 1963. In quel periodo vi erano molte difficoltà ma avendo un posto fisso di lavoro eravamo molto felici e coltivavamo il sogno di avere un figlio, che puntualmente poco dopo è arrivato senza nessuna difficoltà clinica. Era nato un bambino sano. Mia moglie, da mamma felicissima qual era, lo portava con il carrozzino a far vedere a tutte le sue amiche, tanto da logorarne le ruote. Un giorno però mentre ero al lavoro le successe un fatto: mi raccontò di aver preso uno spavento perché il figlio le era scivolato a terra. Da quel momento si mise a letto e non volle più vedere nessuno, neanche le persone più care compreso il figlio. Il nostro medico di famiglia, che la conosceva fin da bambina e che l’aveva vista sempre allegra, constatò la gravità della situazione e la inondò di farmaci senza alcun riscontro positivo. Decisi quindi di ricoverarla in Psichiatria a Treviso ma gli auspicati miglioramenti non vi furono finché un giorno con il mio consenso i medici scelsero di farle l’elettroshock. Mi ritrovai a prendere delle decisioni non facili e sofferte da solo, dal momento in cui il resto della famiglia, non comprendendo la malattia, si allontanò da noi anziché darci supporto. Inizialmente la cosa sembrò funzionare ma non durò molto. Da lì in poi, per circa due anni, fu una disperazione. Sempre a pagamento venne visitata da numerosi medici ma i benefici non arrivavano mai. Al tempo mi confidai con il medico della fabbrica in cui lavoravo, era un alpino molto sicuro di sé e mi disse che voleva vederla. In quel periodo soggiornava in casa dei miei assieme al bambino. Non so se sia stata la personalità ferrea di questo medico o le medicine che le aveva prescritto a migliorare il suo stato, sta di fatto che dopo pochi giorni volle tornare a casa sua con il bambino. Da quel momento, sempre sotto cura, ebbe un buon periodo di benessere, circa quindici anni, accudendo il figlio e la casa.

Dopo di che vi fu una brutta ricaduta, attenuata però dall’intervento di un bravo medico che lavorava al Diagnosi e Cura di Conegliano e che da allora mi sta dando una mano in maniera continuativa. In quel periodo conobbi altre persone che condividevano le mie stesse difficoltà e tutte persuase che qualcosa doveva essere fatto per colmare le lacune esistenti. Ci organizzammo e formammo un’associazione da cui, in questi quindici anni passati, ho tratto numerosi benefici. Il non essere solo è per me molto importante. Partecipo alle attività dell’Associazione, soprattutto quelle rivolte alla conoscenza e alla comprensione del disagio, come ad esempio i corsi di aggiornamento annuali tenuti da medici e psicologi per capire come si evolve la malattia e come affrontarla, anche nei particolari. Si sa che quando in famiglia si ammala uno dei componenti, questa si chiude in se stessa per non far conoscere agli altri il proprio disagio, quando invece bisognerebbe chiedere subito aiuto. Solo così è possibile il reintegro del più debole in seno alla stessa perché ogni ritardo può essere dannoso. La stragrande maggioranza degli iscritti è passata per questa strada perché quasi tutti hanno un familiare da aiutare e abbiamo visto che l’unione fa la forza ed è la sola che ci permette tante possibilità che prima non avevamo. L’Associazione è sempre presente alle riunioni di Dipartimento per cui è sempre in contatto con l’equipe del Diagnosi e cura di Conegliano e con il direttore di Dipartimento quindi mi sento di dire a quelle persone che sono scoraggiate di rivolgersi con fiducia per un aiuto. Nell’Ospedale di Conegliano ora abbiamo un’ottima equipe medica e una primaria molto esperta che proviene dall’Università di Padova. Io ne ho constatato l’esperienza sulla mia famiglia con ottimi risultati”.

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I convegni, le conferenze ed i meeting Patrizia Furlan: presidente Limens, psicoterapeuta e instancabile volontaria di Psiche 2000 Credo che solo i famigliari di pazienti con disturbi mentali gravi sappiano veramente che cosa significa condividere le giornate con persone incapaci di un adeguato esame di realtà, di mantenere un lavoro, di sviluppare rapporti con gli altri. In questi anni di collaborazione con l’associazione Psiche 2000, ho visto genitori assistere disperati ed impotenti alla malattia, alla frustrazione e tristezza profonda dei loro figli ed in taluni casi a dover gestire la loro irascibilità e violenza, prima di riuscire a convincerli dell’opportunità di cura farmacologica e sostegno psicologico. Spesso ho pensato che noi “operatori della salute mentale” abbiamo un bel dire, riparati dalle nostre teorie, mentre tante famiglie ci interrogano e pensano ad un futuro possibile per i loro figli, magari solo adolescenti, affetti da schizofrenia, depressione od altre forme di psicosi. La psichiatria attraverso la farmacoterapia, ma anche la psicologia, negli ultimi anni hanno fatto passi da gigante nei termini di cura e riabilitazione dei pazienti affetti da problemi psichici ed i servizi dell’Ulss7 sono senza dubbio all’avanguardia ed efficaci, in grado di rispondere tempestivamente alle richieste di aiuto perciò, anche l’associazione ha allargato i confini dei propri obbiettivi. Psiche 2000 non solo si impegna per ottenere cura, attenzione, dignità ed integrazione per le persone con problemi psichici ma opera per aumentare l’informazione in proposito e promuovere il l benessere di tutti i cittadini. Parlando di psicologia si pensa sempre ad una situazione di malessere, di male di vivere, di insoddisfazione e stress, qualcosa di indirizzato a chi soffre di problemi psichici, tuttavia l’associazione Psiche 2000, in collaborazione all’associazione Limens ed altre associazioni presenti sul territorio, ha voluto porre l’accento sul fatto che le persone che stanno bene 10

o “abbastanza bene” sono la maggioranza, ed è soprattutto a loro che è utile rivolgersi affinché possano mantenere e migliorare il loro stato di benessere. In corrispondenza di eventi stressanti o traumatici della vita possono verificarsi dei cedimenti o delle cadute a carico dell’apparato psichico, sono situazioni che possiamo affrontare e superare se abbiamo strumenti adatti a metabolizzare l’evento problematico. Attraverso convegni e conferenze, l’associazione e quanti vi collaborano intendono offrire, oltre a dei concetti teorici, anche alcuni semplici strumenti-consigli che possano essere “portati a casa” ed utilizzati. La nostra salute ed il nostro benessere sono legati a diversi fattori, ma dobbiamo concepire la persona come una unità bio-psico-sociale, dove la parte biologica è legata ai geni ed al funzionamento degli organi, quella psicologica riguarda le reazioni emotive a ciò che ci circonda e quella sociale è legata alla capacità individuale di relazione ed al nostro equilibrio emozionale. È nostro dovere cercare di stare il meglio possibile, anche attraverso occasioni di informazione che rappresentano un’occasione di attenzione. Uno spazio che possiamo dedicarci.


Da diversi anni convegni e conferenze sono diventati appuntamenti fissi durante l’anno, abbiamo parlato di patologie psichiche ma anche di cambiamento, autostima, felicità, e le persone ci hanno ripagato dello sforzo ed impegno per l’organizzazione di questi eventi con un’attenzione ed una presenza così numerosa da sorprenderci e farci pensare che facciamo davvero qualcosa di utile, aperto a tutti e per tutti. Anche la Regione del Veneto, la Provincia di Treviso, le amministrazioni Locali e l’Ulss7, hanno sostenuto le nostre iniziative finanziando (la Provincia Di Treviso) tre pubblicazioni in distribuzione gratuita. Nostro obiettivo (mi includo come collaboratrice di Psiche 2000) è di rendere le iniziative accessibili a tutti i cittadini perciò non abbiamo mai richiesto biglietti di ingresso o pagamento degli atti o delle pubblicazioni e non è stato sempre scontato riuscirci. Ci sentiamo di ringraziare per questo tutti i collaboratori che, a titolo gratuito e nel loro tempo libero, - si sono resi disponibili a presentare relazioni, moderare convegni e conferenze: il

Dott. Pierpaolo Urbani, il Dott. Ettore D’Antonio la dott.ssa Franca Da Re, la prof.ssa Ludovica Scarpa, la dott.ssa Elena Daniel e molti altri Un altro impegno importante per l’Associazione Psiche 2000, in collaborazione con l’Ulss 7, è il gruppo di teatro “Gli stravaganti” che coinvolge persone con problemi mentali, volontari ed operatori in un progetto che porta in scena le emozioni per esprimerle e condividerle con gli altri.. In una società complessa come la nostra non è facile vivere serenamente e per persone con problemi mentali è ancora più difficile, se non improbabile. Come volontari, familiari e professionisti diamo il nostro contributo nei modi e nelle forme che riteniamo utili ma offrire aiuto non ne garantisce l’accettazione: le famiglie e le persone con problemi mentali hanno talvolta paura di “essere aiutate”, di affrontare nuovi percorsi di cura, di fidarsi e affidarsi a qualcuno, magari perché hanno avuto esperienze negative o semplicemente perché temono il cambiamento. Io penso che, soprattutto nel caso di persone giovani, dobbiamo veramente percorrere tutte le strade offerte dalle neuroscienze, dalla psichiatria, dalla psicologia e dalla riabilitazione per assicurare a queste persone una vita più normale possibile. Così INFORMAZIONE PREVENZIONE CONDIVISIONE sono gli elementi costitutivi dell’impegno dell’associazione Psiche 2000 e di quanti collaborano alla programmazione e realizzazione delle sue iniziative dai tempi nei quali l’accesso alle cure non era scontato ad oggi, dove l’esibirsi su un palco, promuovere convegni, conferenze e pubblicazioni con altri attori del territorio è la nuova frontiera per combattere frustrazione, emarginazione e solitudine. Nella foto: Patrizia Furlan, Psicoterapeuta e Presidente dell’Associazione Limens 11


L’arte terapia e l’idea di costituire una compagnia teatrale

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www.compagniastravaganti.it - info@compagniastravaganti.it


La ricerca di nuove soluzioni e nuove strategie per implementare efficaci strumenti di integrazione sociale per gli utenti dei centri salute mentale ha rappresentato una nuova prospettiva di indagine e di sperimentazione per l’ass. Psiche 2000 che dal 2004 ha dato vita alla compagnia teatrale “Gli stra-vaganti”, composta da utenti dei centri di salute mentale, volontari e operatori. La compagnia teatrale ha fatto da volano ad altre iniziative simili e, oltre ogni aspettativa, è riuscita a catturare l’interesse di moltissimi attori differenti creando una vera e propria rete di volontari impegnati nella comunicazioni di questa avventura nata quasi per gioco.

L’arteterapia è una forma di terapia basata sull’espressività che prevede l’uso di diverse tecniche per consentire lo sviluppo di un processo creativo guidato ma spontaneo e personale. L’arte rappresenta un ambiente di assoluta libertà in cui risulta più facile stare insieme, condividere e partecipare. Non è un caso ad esempio che tecniche quali il counseling ne facciano ampio utilizzo sia in campo terapeutico sia in ambiti molto diversi come ad esempio la formazione outdoor di cui fanno uso svariate importanti imprese. L’idea di costituire una compagnia teatrale nasce nel 2004 nell’ambito del progetto “un Pizzico di Zenzero” ideato dall’ass. Psiche 2000 in collaborazione con l’ULLS7, il coordinamento associazioni di volontariato della Sinistra Piave e sostenuto dal Centro Servizi Volontariato di Treviso. Il teatro come emozione è uno strumento nuovo e diverso per combattere il pregiudizio della società nei confronti del disagio mentale. La diffidenza verso chi è considerato malato e diverso si dissolve nel lavoro di messa in scena, riducendo al massimo le distanze tra i ruoli all’interno del gruppo. Non si tratta semplicemente di realizzare recite di scarso impatto emotivo o artistico ma di elaborare veri e propri spettacoli che possano essere inseriti in

contesti, per così dire, “normali”, in modo da far sentire protagonisti e al centro dell’attenzione persone che spesso e volentieri sono tenute ai margini della comunità. Ciò a cui mira tale attività non è il pietismo ma è la riabilitazione e la rivalutazione nella società dei talenti inespressi che anche chi soffre può essere in grado di mettere in gioco. Sono ben cinque gli spettacoli messi in scena in questi anni, tutti con sceneggiature originali, create dagli stessi utenti grazie ad intense attività di gruppo e all’accompagnamento di una specialista. Le opere appaiono non tanto come semplici spettacoli ma come un più complesso insieme di significati: rappresentazioni simboliche di sogni, desideri, ricordi e nostalgie atte ad indagare, senza la pretesa di spiegare, emozioni come la paura, la rabbia, l’amore, la solitudine.

“Voglio vivere così” è lo spettacolo teatrale messo in scena dalla compagnia nell’anno 2010. 13


Il progetto Volontariarte Il 2010 è stato però il momento di intraprendere un nuovo step per la compagnia attraverso l’elaborazione del progetto Volontariarte, finalizzato a far conoscere anche ai più giovani le problematiche inerenti alla salute mentale evitando che si creino preconcetti e pregiudizi. Il progetto prevedeva una partecipazione attiva di giovani nella realizzazione di prodotti di comunicazione sulle tematiche legate alla psiche quali ad esempio le malattie, le istituzioni e le associazioni alle quali è possibile rivolgersi. Ben novanta giovani hanno collaborato con il progetto realizzando: un documentario, un cortometraggio, numeri speciali di una rivista per giovani (Jabadabadoo), una mostra multimediale e una mostra fotografica sono gli output della scommessa fatta dal progetto. La cosa più importante è però che a realizzare tutto questo siano stati dei ragazzi resisi protagonisti di un’attività significativa per loro e per le migliaia di persone che hanno avuto modo di leggere e vedere ciò che hanno realizzato. In questo modo gli attori della compagnia teatrale sono stati posti al centro, come meritano, dell’attenzione e dell’ammirazione di moltissime persone. Un altro importante obiettivo del progetto Volontariarte è stato il rafforzamento delle reti ed i contatti con il territorio creati dall’ass. Psiche 2000. Ogni azione che si intraprende, ogni intervento ed ogni iniziativa acquista un valore aggiunto se è condivisa e partecipata dal più vasto numero di persone. Volontariarte rappresenta in questo senso una risorsa di contatto con la cittadinanza che ci si augura possa essere riproposta sotto nuove forme nel corso degli anni a venire.

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Nelle foto, alcuni momenti dello spettacolo “Voglio Vivere così”. [© 2010 Aurelio Toscano]

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Sensibilizzazione del territorio Il primo importante convegno organizzato dalla sezione di Vittorio Veneto – Conegliano si tenne il 4 marzo 1995 presso l’Aula Magna del Seminario Vescovile di Vittorio Veneto. L’incontro ebbe lo scopo di affrontare con sguardo critico l’attualità e le prospettive nei servizi per la salute mentale attraverso una prospettiva territoriale calata all’interno delle più innovative buone pratiche e metodologie scientifiche di nuova elaborazione nel panorama internazionale.

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In particolare il convegno ebbe il merito di offrire all’allora Direttore generale dell’U.L.S.S. n°7 il Dr. Gino Redigolo l’occasione di raccogliere la sfida di una nuova programmazione per il territorio, esponendo alla cittadinanza riunita le proprie convinzioni ed i propri progetti. Gli impegni presi in quell’occasione furono rispettati e fu l’inizio di una vera presa di coscienza di ciò che andava fatto per poter migliorare la precaria condizione in cui versava il settore della salute mentale nell’U.L.S.S. 7. Nel 1999 fu poi l’occasione di un’altra importante occasione di incontro, questa volta a Conegliano. Si tennero due giornate di intensi lavori al Teatro Dina Orsi nelle quali, ancora una volta, numerosi esperti ebbero l’occasione di confrontarsi sulle difficoltà del settore e di offrire spunti di discussione ai più alti livelli istituzionali del policy making. A seguito di questi due appuntamenti di primo piano vennero organizzati altri cinque convegni. A partire dal 2004, l’ass. Psiche 2000 insieme all’ass. Limens, centro di psicologia integrata e sviluppo personale, inoltre, inaugurò, una nuova stagione di conferenze non più mirate ad affrontare le criticità strutturali dei servizi ma direttamente incentrate sulle persone, fossero queste utenti dei centri di salute mentale, soggetti alla ricerca di un semplice conforto o semplici curiosi. L’obiettivo era quello di promuovere la prevenzione e combattere lo stigma delle persone che soffrono di disagio psichico. Per quanto nel corso degli anni i pregiudizi verso chi ha un problema per così dire “non tangibile” siano andati diminuendo, è pur vero che la diffidenza resta ancora molto alta. In molti casi prima di ricorrere ad uno specialista che possa aiutare il processo di autoanalisi nella comprensione di ciò che limita l’agire quotidiano, l’espressività e la ricerca della felicità personale si tende a tralasciare i problemi, preferendo

una vita pervasa di difficoltà piuttosto che affrontare un percorso terapeutico ammettendo a se stessi di soffrire di un disturbo mentale. In moltissimi paesi rientra nella normalità ricorrere ad un consulto psicologico per cercare di migliorare se stessi e la propria vita, mentre nel nostro Paese, quando si ha a che fare con la sfera mentale, ammettere di aver bisogno di aiuto non è tanto facile quanto ammettere di avere un problema fisico. I numerosissimi convegni promossi da Psiche 2000 e dall’associazione Limens in questi ultimi anni hanno avuto proprio la funzione di palesare che è necessaria una concezione diversa nell’approcciarsi alla psiche. Non ha alcun senso stigmatizzare qualcuno che ha la necessità di una consultazione specialistica tanto quanto non ha alcun senso stigmatizzare qualcuno perché ha l’influenza, una gamba rotta o qualsiasi altro problema fisico. L’errore dei manicomialisti, stava proprio in questo, nell’idea di categorizzare le persone in compartimenti stagni e frammentare la società in sani e malati quando invece esistono molti toni di grigio, molte tipologie di sostegno differenti e problematiche che potrebbero essere risolte senza interventi invasivi ma grazie alla semplice “alfabetizzazione psicologica”, creando cioè momenti di incontro pubblici e informativi. I manicomi chiudevano i problemi in scatole chiuse lasciando che si incancrenissero peggiorando la situazione dei malati e incivilendo la società stessa. Ecco che, sulla base di questi presupposti sono state organizzate oltre trenta conferenze. Inoltre, sono state distribuite gratuitamente ben tre pubblicazioni: “Mali del nostro tempo: ansia, depressione, disturbi dell’alimentazione”, “Emozioni e legami affettivi: una guida chiara e semplice per tutti” e “Costruzione e sviluppo dell’autostima: dall’età evolutiva all’età adulta”. 17


Ringraziamenti, la rete nel territorio, i giovani e il futuro.

“Il Volontariato è un’esperienza di solidarietà e pratica di sussidiarietà che opera per la crescita della comunità locale, nazionale e internazionale e per il sostegno dei suoi membri più deboli o in stato di disagio e per il superamento delle situazioni di degrado. Solidale è ogni azione che consente la fruizione dei diritti, la qualità della vita per tutti, il superamento di comportamenti discriminatori e di svantaggi di tipo economico e sociale, la valorizzazione delle culture, dell’ambiente e del territorio”. Così recita la carta dei valori del volontariato, fondamentale testo nella comprensione dell’importanza che ha il volontariato nella sua azione di collante sociale e come forma di espressione di quei “corpi intermedi” che si trovano in qualche modo tra cittadino e Stato, facendo talvolta da tramite e talvolta supplendo a mancanze nei servizi. Associazioni come Psiche 2000 traggono la loro forza e la loro linfa vitale dall’azione dei volontari, persone che, una volta adempiuti i loro doveri di cittadino, mettono a disposizione il loro tempo e le loro competenze per contribuire alla realizzazione del “bene co18

mune”. Potrà sembrare forse esagerato scomodare concetti tanto altisonanti eppure l’intento di costruire una società migliore appare più limpido rispetto ad ogni altra cosa proprio nell’azione di un individuo che ne aiuta un altro, senza alcun altro interesse se non il benessere che quel gesto gli provoca. Nella piccola realtà che rappresenta l’ass. Psiche 2000 il bene comune sta proprio nell’impegno dei nostri soci e dei nostri volontari, nell’aiuto che costoro riservano a chi si trova in difficoltà nell’ottica di un “gioco di squadra” che veda tutti vincenti. Essere volontari significa, infatti, avere la capacità di abbandonare per un attimo le logiche competitive che permeano il nostro vivere quotidiano per concentrarsi nello sviluppo complessivo della comunità in cui ci si trova ad agire. Utopia? I nostri progetti dimostrano il contrario. Ciò che si ripropone di fare l’ass. è quello di innovare e sperimentare coinvolgendo sempre nuovi gruppi di persone nelle sue attività. I recenti progetti hanno contribuito a far comprendere che di gente disposta ad


aiutare gli altri senza alcun tornaconto ce n’è molta, molta più di quanto si possa immaginare. E i giovani? I contatti con il mondo giovanile non sono mai facili perché in genere gli adulti non conoscono le loro forme aggregative e loro non conoscono quelle degli adulti. Collaborare è tuttavia possibile e stimolante. Le nuove attività implementate dall’ass. sono riuscite a coinvolgere una moltitudine di giovani impressionante. L’ultimo progetto di Psiche 2000, oltre ai partner istituzionali ha visto la partecipazione di ben dieci gruppi giovanili differenti pieni di entusiasmo e capacità operative. Il primo ringraziamento che l’associazione sente di dover fare va pertanto a tutti coloro che nel corso degli anni si sono sentiti parte di un disegno comune e che hanno sostenuto le attività di Psiche 2000 con il loro contributo umano ed economico. Perché le idee possano essere realizzate concretamente ed avere un impatto abbastanza forte da poter incidere sulla realtà delle cose non è possibile operare sempre da soli.

Una delle caratteristiche principali dell’associazione è la capacità di creare reti con gli attori principali del territorio cercando di cooperare attivamente per raggiungere insieme risultati di comune interesse. Per concludere al meglio questo breve racconto di storia dell’associazione non si può dunque non rendere merito ai tanti che hanno contribuito alla riuscita di eventi, progetti e iniziative, a partire naturalmente dagli enti istituzionale quali l’U.L.S.S. 7, e naturalmente ai suoi medici e operatori, i comuni di Vittorio Veneto e Conegliano e gli enti privati quali: il Centro servizi di volontariato di Treviso; il Coordinamento delle associazioni di volontariato della Sinistra Piave; la Cooperativa Insieme si Può, con il suo incessante impegno nel sociale; l’ACAT Sinistra Piave, importante supporto dal momento in cui molti utenti presentano problematicità complesse; L’Associazione Raggio di Luna, il Laboratorio Scuola Volontariato; l’associazione MAI, per l’animazione territoriale giovanile; La Tenda TV; Jabadabadoo e il club Rotaract di Conegliano – Vittorio Veneto. 19


PSICHE 2000 Associazione per la Promozione della Salute Mentale Onlus. n. TV0517 L’associazione riceve previo appuntamento sia alla sede di Conegliano che a Vittorio Veneto chiamando il numero di telefono 333 2290038 psiche_2000@tin.it È possibile iscriversi all’associazione, persone attive e sensibili sono le benvenute per attività di volontariato e collaborazione. Nel caso in cui si desideri sostenerne le attività con una donazione è possibile farla sul conto corrente postale n. 16463317 intestato a: “Psiche 2000, associazione per la promozione della salute mentale” oppure donando il 5 per mille (codice fiscale n. 93006070267). Psiche 2000 non sostituisce le attività del servizio pubblico.

Realizzato con la partecipazione del CENTRO DI SERVIZIO PER IL VOLONTARIATO DELLA PROVINCIA DI TREVISO con i fondi previsti dall’art. 15 della Legge n.266/91


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