Estratto - Il Mondo Incantato - Cosmo Iannone Editore

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GIOIELLI IL MONDO INCANTATO

Mauro Gioielli

Il mondo incantato Le piĂš belle fiabe italiane

IANNONE

Cosmo Iannone Editore


Mauro Gioielli

IL MONDO INCANTATO LE PIÙ BELLE FIABE ITALIANE

Cosmo Iannone Editore


Indice

Introduzione

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Il mondo incantato Gatta Cenerentola Il Principe serpente Il mortaio e la Regina furba Cecco lo scemo La penna del pavone I tredici briganti Granatella Arsieri Mamma Nonnorke L’orco marino e la perla ripescata La Bella Sibilla La Regina con la coda

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Schede

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Il mondo incantato


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Gatta Cenerentola

C’era una volta una fanciulla di nome Gatta Cenerentola. Era bella come un angelo, ma veniva continuamente disprezzata dalla matrigna che voleva bene solo alla propria figlia, una ragazza brutta come il demonio. Una mattina, la matrigna chiamò Gatta Cenerentola, l’accompagnò davanti a un grosso cesto pieno di canapa e le disse: «Carica questo cesto sul carretto tirato dalla nostra mucca e vai al pascolo. Quando tor­nerai, stasera, dovrai aver filato tutta la canapa, altrimenti ti la­scerò senza mangiare». La poverina si sentì persa. Era impossibile filare tutta quella canapa. Infatti non le riuscì e, per punizione, fu picchiata e la­ sciata a digiuno. Il giorno seguente, la matrigna diede alla fanciulla due cesti di canapa, avvertendola che se non fosse riuscita a filarla completamente prima di sera l’avrebbe cacciata di casa per sempre. Gatta Cene­rentola, con i cesti sul carretto tirato dalla mucca, s’avviò al pascolo. Lungo la strada, piangeva e si disperava. «Non ce la farò a filare tutto», diceva singhiozzando. La mucca, ch’era fatata, si commosse per quel pianto e volle aiutare la ragazza. «Metti la canapa tra le mie corna e non preoccuparti», la rassicurò l’animale; che poi aggiunse: «Lavo­rerò io per te». Quella lo fece e, in un baleno, la canapa fu bell’e filata dalla mucca fatata. Quando a sera Gatta Cenerentola tornò a casa, la matrigna rimase a bocca aperta nel vedere tutta la canapa lavorata. Capì che qualcuno aveva aiutato la figliastra ma non ne aveva la pro­ va, così decise di farla spiare.


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Il mattino successivo, infatti, consegnò alla fanciulla quattro cesti di canapa; quindi chiamò un suo servo a cui ordinò: «Segui Gatta Cenerentola e controlla se qualcuno l’aiuta a fi­ lare». Il servo, di nascosto, vide che a filare era la mucca e corse a riferire la cosa alla padrona. Costei, quando la figliastra tornò, la sgridò, la picchiò e le disse: «Credevi di potermi ingannare, stupida cenciosa, ma io so che la vacca ha filato per te. Domani la farò macellare». Durante la notte, Gatta Cenerentola andò nella stalla. «Poverina», disse rivolta alla mucca, «domani ti uccideranno per colpa mia». «Non affliggerti per me», rispose l’animale. «Quando mi ammazzeranno, ti ordineranno d’andare a lavare le mie budella alla fontana. Tra quelle viscere troverai uno scrigno; conservalo perché ogni volta che chiederai qualcosa lo scrigno te la darà». E così avvenne. La mattina seguente uccisero la mucca e mandarono Gatta Cenerentola a lavarne le budella. La fanciulla rinvenne lo scrigno, lo portò con sé e lo nascose. *** Dopo alcuni giorni, il Re diede una festa a palazzo. Mandò in giro un banditore ad annunciare che tutti erano invitati. La matrigna, appena udì il bando, chiamò la figlia. «Prepariamoci, figlia mia, stasera andremo alla festa da ballo del Re. Mentre tu, Gatta Cenerentola», disse alla figliastra, «starai qui in casa e farai tutte le faccende domestiche». Quando la matrigna e la sorellastra uscirono, la fanciulla mise in ordine la casa e poi, preso lo scrigno, disse: «Scrigno fatato, voglio un abito e delle scarpe per andare alla festa da bal­lo». E apparve un vestito stupendo, tutto dorato. E apparvero pure due scarpette di cristallo. Gatta Cenerentola indossò l’abito e le scarpe; quindi aggiunse: «Adesso voglio una carrozza». E lì per lì comparve una meravigliosa carrozza tirata da due maestosi cavalli, con cui Gatta


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Cenerentola andò alla festa. Appena entrata nella sala da ballo, tutti restarono incantati a guardarla. Era uno splendore! Ne rimase attratto soprattutto il figlio del Re, che la invitò ripetutamente a ballare. Danzarono a lungo, finché, ad un certo punto, la fanciulla fuggì di nascosto. Il Principe ci restò male e, per il dispiacere, fece interrompere la festa. *** La mattina seguente, la matrigna disse alla figliastra: «Gatta Cenerentola, ieri sera al ballo è venuta una ragazza bel­la come la Madonna. Aveva un vestito tutto dorato». Poi, con tono sprezzante aggiunse: «Non era mica una povera miserabile come te». «Te l’immagini?!», aggiunse la figlia. «Chi oserebbe mandare una cenciosa come la mia sorellastra alla reggia?!». *** Dopo un po’ di tempo, il Re fece girare ancora il banditore per annunciare un altro ballo. Di nuovo, la matrigna e la figlia vollero andare; ordinando a Gatta Cenerentola di restare da sola in casa. Ma lei, invece, fece come la prima volta. «Voglio un magnifico vestito e due scarpette di cristallo», disse allo scrigno. E subito apparvero. «Ora vorrei una carrozza», chiese poi. E ne comparve una magnifica, trainata da quattro possenti cavalli da tiro. Andò alla festa e, appena il Principe la vide, le corse incontro e la invitò a danzare. Ballarono tutta la sera, e il figlio del Re s’innamorò perdutamente di Gatta Cenerentola. Ad un tratto, però, la fanciulla scappò via, salì sulla carrozza e svanì nel nulla. Fuggendo, perse una delle sue scarpette, che fu subito raccolta dal Principe. Il giorno seguente, il figlio del Re chiamò due soldati a cui ordinò di recarsi in ogni angolo del regno per cercare la fanciul­la


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che calzasse perfettamente quella piccola scarpa. Ma la ricerca sembrava vana: a tutte andava larga. Infine, giunsero a casa di Gatta Cenerentola. Appena i soldati riferirono il motivo della visita, la matrigna chiamò sua figlia. «Presto, figlia mia, infila questa scarpetta». Ma la ragazza aveva i piedi come quelli d’un somaro e non riuscì a calzarla. I soldati del Re stavano per andar via, quando videro in un angolino della casa Gatta Cenerentola. «Questa è l’ultima fanciulla del paese», disse uno. «Vuoi vede­ re che è proprio quella che cerchiamo?». «Non fatemi ridere», ribatté la matrigna. «Non vedete che è solo una brutta stracciona?! Come volete che sia andata al ballo vestita con abiti stupendi?». I soldati, però, vollero ugualmente far provare la scarpetta a Gatta Cenerentola… e il suo piedino la calzò perfettamente. «Svelta, andiamo dal Principe», le dissero i soldati. Gatta Cenerentola si rivestì come quando si recava al ballo e andò con loro. Appena giunta al castello, fu abbracciata dal Principe che la chiese in sposa. Si celebrarono le nozze tra danze e sontuosi banchetti. La matrigna e la sorellastra della sposa, per la rabbia, impazzirono.


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Mamma Nonnorke

C’era una volta una terribile vecchia chiamata Mamma Non­ norke. Con lei, in un enorme palazzo, vivevano due giovanissimi domestici: Federico e Angelica. I due ragazzi si amavano, ma la vecchia osteggiava i loro sentimenti, così, un giorno in cui Mamma Nonnorke era andata fuori paese, decisero di fuggi­re insieme. Prima, però, cucinarono una gustosa polenta e la diedero da mangiare ai tavoli, alle sedie, alle stoviglie e a tutte le altre cose ch’erano in casa (perché a quel tempo pure le cose inanimate mangiavano). Portarono un po’ di polenta anche alle galline e agli altri animali del cortile, affinché non riferissero la loro fuga a Mamma Nonnorke. Ma dimenticarono di dar da mangiare alla mula zoppa ch’era nella stalla. Quando la vecchia padrona tornò a casa, non vi trovò i do­ mestici; allora li cercò dappertutto, pure nella stalla, dove la mula zoppa, per vendicarsi d’esser stata lasciata a digiuno, le raccontò che Federico e Angelica erano fuggiti insieme. Immediatamente Mamma Nonnorke prese ad inseguirli. Quando i due giovani videro che la vecchia stava per rag­ giungerli non si persero d’animo. Giunti nei pressi d’un torren­te, lo oltrepassarono e gettarono in acqua un pezzo di sapone che, per prodigio, si sciolse e divenne un lago di sapone. Ma questo non fermò Mamma Nonnorke che, scivola e riscivola, riuscì a oltrepassare il lago e fu di nuovo in vista dei fuggitivi. Angelica e Federico stavolta fecero cadere a terra uno spillo che magicamente divenne una montagna di spilli. Ma la vec­ chia, pungiti e ripungiti, scavalcò anche il monte di spilli e nuo­ vamente fu prossima ai due giovani. Allora essi, passando vicino ad una grossa fontana vi lascia­rono cadere dentro un’anguilla,


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perché sapevano che Mamma Nonnorke ne era ghiotta. Infatti, si fermò alla fonte e cercò di afferrare l’anguilla, ma l’anguilla era sgusciante e così, sguscia e risguscia, la vecchia perse del tempo prezioso. Alla fine, però, riuscì a mettersi l’anguilla in una saccoccia e tornò all’insegui­mento. Nel frattempo, Federico e Angelica erano giunti ad una chiesetta. «Entriamo», disse Federico. «Io mi travestirò da frate e farò finta di dire la messa, mentre tu ti vestirai da chierichetto e fin­ gerai di servirla. Mamma Nonnorke non ci riconoscerà e an­drà via». E così fecero. Quando la vecchia giunse alla chiesetta, entrò e non rico­ nobbe i due giovani travestiti. «Avete visto passare un ragazzo e una ragazza?», chiese. Quelli risposero di no. Allora Mamma Nonnorke, furibonda per non aver potuto riacciuffare i due fuggitivi, lanciò una ma­ ledizione: Federico, Federico, che un bacio di tua madre possa farti dimenticare Angelica. Quindi andò via. Scampato il pericolo, i due innamorati decisero di separarsi per tornare ognuno alla propria famiglia; ma prima giurarono reciprocamente che di lì a un anno si sarebbero ritrovati per sposarsi. *** Federico, quando stava in casa con la madre, evitava sempre di farsi baciare perché temeva la maledizione di Mamma Non­ norke. Ma una notte, mentre dormiva, la mamma in un irrefre­ nabile impulso affettivo lo baciò. All’istante Federico dimenticò Angelica e il giuramento d’amore fattole. Passò un anno e Angelica attese invano di potersi riunire al suo innamorato. Infine decise d’andarlo a cercare. Cammina e


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L’orco marino e la perla ripescata

C’era una volta un Principe di nome Valentino che, per sposare la bella Principessa Violante, aveva dovuto attraversare ogni mare conosciuto. Celebrate le nozze, Valentino volle tornare nel suo regno con l’amata donna. Mentre la nave su cui erano saliti gli sposi stava per giungere in porto dopo un lungo viaggio, un orco, sorto dai flutti, afferrò Violante e la trascinò con sé negli abissi profondi. Il povero Principe avrebbe voluto tuffarsi in mare per cercare di salvare la moglie, ma quelli del suo seguito lo trattennero per evitargli una sicura morte. Attraccata la nave al porto, Valentino si sedette sopra uno scoglio e volle rimanere solo. “Rimarrò qui, in attesa che il mio buon genio mi aiuti e mi faccia riavere Violante”, pensò. E stette sulla riva del mare per molte notti e molti giorni. Finché una mattina, svegliatosi da un breve assopimento, Valentino vide sotto lo scoglio una barchetta solitaria. Chi l’aveva spinta in quei paraggi? Il Principe pensò subito alla misteriosa potenza del suo genio protettore e, credendo che fosse giunto il momento d’agire per porre termine al suo dolore, scivolò giù per lo scoglio e salì sulla barchetta. A forza di remi, prese il largo, vogando lungamente ed energicamente. La terra era scomparsa e s’era fatta notte, e le energie di Valentino s’erano affievolite a tal punto che egli, vinto da una grave stanchezza, stava per crollare. Improvvisamente gli apparve il genio protettore. «La tua Violante è prigioniera del crudele orco marino che rapisce le più avvenenti spose novelle», disse il genio. «Nel luogo più profondo del mare l’orco ha un palazzo fatto di coralli e


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custodito da un mostruoso polipo che non permette ad alcuno d’entrare. Guai a quel temerario che osasse avvicinarsi! Sarebbe stretto nei suoi tentacoli, stritolato e ingoiato senza misericordia. L’unico mezzo per penetrare nel palazzo è quello di addormentare il polipo versando nel mare il liquido contenuto in questa boccetta (e mostrò al Principe una piccola ampolla). Bada, però, che chi la usa non deve farsi sopraffare dalla paura. Sarai capace di non battere ciglio di fronte al mostro? Se sì, eccoti la boccetta del liquido con la quale ti getterai nel mare; se no, torna a riva e dimentica Violante». Valentino non ebbe esitazioni. Per riabbracciare la propria donna avrebbe affrontato non uno ma mille pericoli mortali. Così, stretta in pugno la fiala, spiccò un salto e si gettò in acqua. Una forza misteriosa lo spingeva giù, sempre più giù, tra i flutti. Infine cominciò a intravedere un certo chiarore diffuso, e capì d’essere vicino al palazzo dell’orco. Infatti, poco dopo, si trovò davanti a un enorme edificio lucente e sontuoso. Appena il polipo s’accorse della presenza di Valentino, cominciò ad agitare i suoi poderosi tentacoli così violentemente che tutta l’acqua ne fu sconvolta come da tempesta. Però il Principe non si perse di coraggio e, vuotata la boccetta nell’acqua, addormentò il polipo e placò il tremendo gorgoglìo. Quindi s’avvicinò all’ingresso del palazzo, ch’era circondato da colonne di corallo e illuminato da fortissima luce. Varcatane la soglia, Valentino si trovò in una sala colma di grosse perle e la sua attenzione venne subito attirata da uno strano e flebile lamento. Allora tese l’orecchio verso la perla più vicina. «L’orco marino mi rapì per rinchiudermi qui dentro», disse la perla. «Ti prego, vieni a liberarmi!» E la stessa preghiera era ripetuta da tutte le altre perle. Valentino, per scoprire in quale di esse fosse nascosta Violante, cominciò a chiedere il nome delle prigioniere. E udì nomi illustri per ricchezza e per bellezza, nomi di tante nobili fanciulle che imploravano soccorso. Appena sentì la voce della propria sposa, con un colpo di spada spezzò la perla e liberò Violante.


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Poi anche le altre prigioniere furono liberate e tutti insieme riemersero, mettendosi in salvo. E l’orco? Tornato al palazzo e non avendo più trovato le perle, fu assalito da tale collera che ammazzò il polipo e lo mangiò tutto. Ma, fattane indigestione, crepò.


Schede


Gatta cenerentola

Questa fiaba è assai nota. Si racconta dalla notte dei tempi e ha diverse versioni in varie lingue. Giambattista Basile, letterato e scrittore napoletano, ne ha proposto una sua redazione dal titolo Gatta Cenerentola, inserita nella raccolta Lo cunto de li cunti. In lingua francese si intitola Cendrillon e fa parte della raccolta di fiabe di Charles Perrault. La versione in lingua tedesca è Aschenputtel, e fa parte della raccolta di fiabe dei fratelli Grimm. La fiaba che hai appena letto è una delle sue tanti varianti.

PROPOSTA DI LAVORO Come hai letto nelle Note Introduttive, esistono molte versioni di questa fiaba con particolari narrativi che cambiano a seconda degli autori e dei Paesi di provenienza. A questo punto ti propongo un gioco che chiameremo: OPERAZIONI 1. L’insegnante legge ad alta voce la fiaba Gatta Cenerentola 2. L’insegnante legge ad alta voce Cenerentola (versione a scelta) 3. Ciascun alunno annota per iscritto le differenze più importanti 4. Discussione guidata in classe 5. Completare la tabella sottostante

OCCHIO ALLE DIFFERENZE!

ATTIVITÀ DIDATTICHE

NOTE INTRODUTTIVE


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Le differenze più importanti:

ATTIVITÀ DIDATTICHE

Gatta Cenerentola 1. ................................................................. .................................................................... 2. ................................................................ Etc...

Cenerentola 1. ................................................................. .................................................................... 2. ................................................................ Etc...

Struttura di un racconto di fiaba

• Protagonista • Obiettivo • Evento scatenante • Impedimento

Una fiaba ha bisogno di questi elementi di base: 1. 2. 3. 4.

Un protagonista Un obiettivo che il protagonista intende raggiungere Un evento scatenante che mette in moto l’azione narrativa Un impedimento (o più impedimenti)

Naturalmente altri elementi narrativi arricchiscono una fiaba. Ma quelli li vedremo dopo.

PROPOSTA DI LAVORO Dopo la lettura ad alta voce di Gatta Cenerentola curata dall’insegnante, ogni studente procede con la rilettura individuale silenziosa per individuare i quattro elementi indicati.


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Individua nel testo e riportali nella tabella sottostante. Elementi Narrativi

GATTA CENERENTOLA

Obiettivo del protagonista

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Evento scatenante

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Impedimento (i)

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La matrigna di Gatta Cenerentola ha un comportamento deprecabile: nei suoi gesti e nelle sue parole c’è avversione e violenza gratuita. Perché tanta cattiveria? Hai una spiegazione? Formula la tua idea negli spazi vuoti ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................

Conosci fiabe in cui la matrigna ha un comportamento amorevole nei confronti della figliastra? Oppure fiabe in cui si racconta di matrigne che da cattive diventano buone? Fai qualche esempio. ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................

ATTIVITÀ DIDATTICHE

Protagonista (eroe)


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E tu, da che parte stai?

È facile dire da che parte stare: naturalmente tutti con Gatta Cenerentola. La ragazza è maltrattata proprio da chi dovrebbe invece prendersene cura. Ma che cosa sappiamo noi della matrigna, della sua storia, delle sue angosce di madre? Perché mostra tanta cattiveria nei confronti di una ragazza innocente? Ha qualche problema irrisolto? Oppure è proprio di animo cattivo? Che cosa ti piacerebbe sapere di lei. Facciamo parlare la matrigna.

LA MATRIGNA SI RACCONTA Immagina come la matrigna potrebbe giustificare il suo comportamento nei confronti di Gatta Cenerentola. Potresti aiutarti facendoti delle domande su di lei. Per esempio: è una madre felice del proprio ruolo? Ha realizzato i propri desideri? Come è stata la sua infanzia... Il racconto deve essere in prima persona (la matrigna dice “io”) .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................

ATTIVITÀ DIDATTICHE


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ATTIVITÀ DIDATTICHE

IL VIAGGIO Nella fiaba

Il viaggio è un simbolo carico di significati. La narrativa e la produzione poetica ne fanno un uso frequente per parlare di temi cruciali quali la scoperta del mondo e di sé, la ricerca della conoscenza, l’avventura. Il viaggio dunque come metafora della vita. Nella fiaba il viaggio è il momento in cui l’eroe, spinto da un bisogno, inizia un percorso nel quale deve affrontare prove difficili superando le quali potrà finalmente raggiungere il suo obiettivo. L’eroe lascia il proprio ambiente confortevole, sicuro ma insoddisfacente, per entrare in un mondo sconosciuto, forse pericoloso ma carico di promesse. Intraprende un viaggio verso l’ignoto, per cercare l’altrove dei suoi sogni. Tra questi due poli, la partenza e la meta, c’è un territorio di mezzo nel quale l’eroe si mette alla prova, mostra le sue abilità nell’affrontare i pericoli che ostacolano il suo cammino. Tuttavia in questa avventura non sarà solo: aiutanti, umani e non, saranno al suo fianco e gli daranno una mano nell’affrontare le difficoltà. Il confronto con la dura realtà trasformerà l’eroe? lo renderà più consapevole? più maturo? più esperto delle regole del mondo? È probabile ma non certo. Non sempre l’eroe matura. Forse avrà bisogno di altre prove da affrontare.

PROPOSTA DIDATTICA Finora abbiamo visto le fasi del percorso dell’eroe. Abbiamo osservata dall’esterno la sua vita. Ma quali sono i suoi sentimenti. Che cosa prova per esempio quando abbandona i luoghi della sua vita quotidiana? Il distacco dagli affetti e l’allontanamento dalle abitudini creano in lui disagio e perdita delle certezze? Che cosa prova quando approda in un mondo del tutto sconosciuto?


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PARTENZA: IL VERBO PARTIRE DERIVA DAL LATINO E VUOL DIRE “SEPARARE”, “DIVIDERE” *1

IL VIAGGIO MAPPA DEI SENTIMENTI

ABBANDONO DEL PROPRIO MONDO ALLONTANARSI * 2

METTERSI IN GIOCO AFFRONTARE UNA NUOVA REALTÀ * 3

*1  Come vivi tu la separazione/il distacco della partenza? Ti è mai capitato di partire per un viaggio senza i tuoi famigliari? Che cosa hai provato? Hai mai letto qualche libro in cui si parlava di partenza/allontanamento da casa? Racconta *2  Abbandonare la propria realtà nota/familiare per un luogo ignoto, misterioso provoca ansia/attesa/paura/disorientamento. Ti è mai succes-

ATTIVITÀ DIDATTICHE

Disorientamento? In realtà non possiamo che immaginare perché le fiabe non approfondiscono questo aspetto. Allora possiamo far riferimento alla nostra esperienza d viaggio Con un grafico creiamo la mappa dei sentimenti legati al viaggio. Ne indico solo alcuni. Tu completa il grafico.


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Che cosa succede in questa fiaba. Racconta sinteticamente ciò che accade in questa storia, senza tralasciare nessuno degli elementi necessari alla comprensione. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. 1.

Come in ogni fiaba, anche qui c’è una prova da superare. L’eroina potrà sposare il Re solo a una condizione. Cercala nel racconto e riportala nello spazio vuoto ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................

2.

Secondo te chi dei due sarebbe più bravo a governare, il Re o Serenella? ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................

ATTIVITÀ DIDATTICHE

IL MORTAIO E LA REGINA FURBA


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3.

Che cosa te lo fa credere? ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................

ATTIVITÀ DIDATTICHE

......................................................................................................................................... 4.

In questa fiaba c’è un momento preciso in cui il Re cambia atteggiamento? Qual è il punto di svolta* del suo cambiamento? C’è un solo punto di svolta o più di uno? Cerca nel testo e spiega perché tu lo/li consideri tale.

Punto di svolta 1. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. Punto di svolta 2. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. Etc. ..........................................................................................................................................

* Il punto di svolta È l’evento che produce un cambiamento decisivo nel personaggio e/o nella storia. Da quel momento: • Si verifica un ribaltamento nel modo di essere del personaggio; • La vicenda prende una strada diversa da quella che conosciamo.


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Qual è l’obiettivo del personaggio?

Scoprilo chiedendoti

PERCHÉ?

Chiedersi perché un personaggio agisce in un certo modo consente di capire più profondamente la sua personalità. Capiamo qual è il suo bisogno profondo e il suo desiderio. A proposito della nostra fiaba facciamoci queste domande: 1.

Perché il Re si lascia prendere dalla curiosità nei confronti della figlia di un contadino? È semplice curiosità? Oppure la curiosità nasconde un bisogno profondo del Re? E quale? Scrivi nello spazio vuoto le tue ipotesi. ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................

2.

Perché il Re pone una condizione così strana per il matrimonio con Serenella? Che idea ti sei fatto? Con l’aiuto dell’insegnante avanzate/

ATTIVITÀ DIDATTICHE

OCCHIO AL PERSONAGGIO!


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LA PENNA DEL PAVONE

ATTIVITÀ DIDATTICHE

Prima di entrare nel flusso del racconto, voglio farti una domanda?

Hai notato che alcuni elementi narrativi si ripetono in tutte le fiabe che hai letto? Per esempio: c’è sempre un personaggio che ha un obiettivo da raggiungere, delle prove da superare, dei nemici da combattere... In effetti tutte le fiabe funzionano allo stesso modo, con gli stessi meccanismi, con i medesimi ingredienti. La Piramide di Freytag ci aiuta a capire quali sono gli elementi comuni a ogni narrazione. La Piramide di Freytag è un grafico che schematizza e riassume le diverse fasi di una narrazione. Il grafico contiene cinque elementi narrativi fondamentali che io ho adattato alla terminologia della fiaba: situazione iniziale, esordio, peripezie, climax o spannung, scioglimento e situazione finale


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Climax (Spannung) Momento di massima tensione.

Peripezie L’evento scatenante. Inizia il viaggio Sale la tensione. Ostacoli/Prove Aiutanti e oppositori. Mezzi magici.

Scioglimento Allentamento della tensione Le azioni perdono di aggressività

Situazione iniziale

Situazione finale

- descrizione ambiente; tempo - spazio

- il conflitto è/non è superato

- i personaggi

- l’eroe cambia/non cambia

_il protagonista e il suo problema (il bisogno) - il conflitto (interno/esterno) del protagonista - si crea un nuovo ordine - evento scatenante (esordio)

- l’eroe raggiunge o non raggiunge l’obiettivo - si crea un nuovo ordine

ATTIVITÀ DIDATTICHE

L’eroe affronta il nemico Punto di svolta


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ATTIVITÀ DIDATTICHE

Come leggere la piramide

La situazione iniziale fotografa una realtà ordinata in cui si muovono i personaggi, ciascuno nel proprio ruolo e posizione nella società. Il protagonista rivela ben presto una mancanza, un bisogno. A un certo punto accade un evento scatenante (esordio) che lo costringe all’azione: il protagonista parte, o è invitato a partire, a compiere cioè un viaggio durante il quale dovrà affrontare molte prove per poter realizzare il proprio desiderio. La prova regina sarà quella in cui egli affronterà il nemico che ostacola il raggiungimento del suo obiettivo: è il momento di massima tensione (climax o Spannung) nel quale si decide la sorte dell’eroe: riuscirà a superare la prova e a conquistare l’oggetto del desiderio? Dopo questo evento, che è un punto di svolta di tutta la storia, la tensione cala gradualmente fino allo scioglimento. Si crea un nuovo ordine nel quale l’eroe può aver raggiunto il suo obiettivo oppure no. Il conflitto si scioglie ma l’eroe è cambiato oppure no? 

Attenzione! ci possono essere più climax e più viaggi se la fiaba, o il racconto in generale, è lungo e prevede più svolte narrative.

ORA PASSIAMO A UNA PROPOSTA DIDATTICA. Obiettivo: 1. 2.

• • • •

Individuare gli elementi narrativi ricorrenti nel testo e disporli correttamente sulla piramide. Utilizzare una strategia attiva di lettura – comprensione di un testo scritto attraverso l’utilizzo di un organizzatore grafico (Piramide di Freytag) Disegna una piramide sul quadernone (o su un foglio A4) Indica i cinque elementi narrativi proposti da Freytag e disponili sulla piramide come da modello (vedi pagina precedente) Leggi attentamente la fiaba La penna del pavone Inserisci le informazioni ricavandoli dal testo della fiaba. Esempio. Situazione iniziale: lo spazio, il tempo, ambiente famigliare, presentazione del protagonista, qual è il suo problema... Oppure. Evento scatenante: scrivi che cosa accade di particolare che cambia la situazione di partenza. E così via...


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La storia di un’amicizia che supera tutte le avversità della vita. Un’amicizia tanto più di valore in quanto sorge tra due persone che appartengono a famiglie molto diverse tra loro: uno dei due ragazzi è addirittura il figlio del Re; l’altro è il figlio della serva della Regina. Racconta brevemente come nasce questa amicizia. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. 1.

Ma l’amicizia tra i due è sottoposta a dura prova. Durante il viaggio di ritorno a casa, per ben tre volte, un sogno scende nel profondo del cuore di Arzieri e gli rivela i pericoli che stanno per abbattersi sull’amico. Rappresentiamo il viaggio con un grafico. GLI ARCHI DELLE TRE QUERCE. In ogni rettangolo riporta il pericolo e il rimedio per evitarlo. Prima quercia

Seconda quercia

Terza quercia

ATTIVITÀ DIDATTICHE

ARSIERI


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7.

Rivelare un segreto espone a delle terribili conseguenze. Tutte le fiabe lo raccontano e ci mettono in guardia dal farlo. In questa fiaba Arsieri viene addirittura trasformato in statua di marmo. Ma tutte le fiabe ci raccontano anche che è pressoché impossibile custodire per sempre un segreto: prima o poi preme per uscire dalla nostra bocca. A questo proposito ti invito a leggere Il re dalle orecchie d’asino sul Re Mida per capire quanto difficile sia mantenere un segreto senza spiattellarlo prima o poi. Ti è mai capitato di svelare un segreto che non hai saputo custodire? Con quali conseguenze? ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................

8.

Nel testo ci sono dei passi poco comprensibili per la presenza di parole difficili? Parlane con l’insegnante e con i compagni. In classe, con l’aiuto di un vocabolario cercate il significato. Per ogni vocabolo cercate poi il sinonimo e il contrario. Trascrivete tutto nella tabella.

Vocabolo Inviso Reo Etc...

Significato

Sinonimo

Contrario

ATTIVITÀ DIDATTICHE

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Quali passioni muovono le azioni umane? Quali sentimenti agiraccolte da Mauro Gioielli ci portano nel cuore di questo genere letterario, facendoci assaporare tutti gli ingredienti che lo compongono, dalla struttura narrativa ai personaggi, dai simboli al tanti della nostra esistenza: come avventurarsi nella vita senza drago e vincere la battaglia. Perciò sono uno strumento insostituibile per i ragazzi ma anche per gli adulti. Le proposte didattiche contenute in questo volume danno spazio alla creatività degli allievi e allenano alla lettura profonda del testo. Le schede presentano un alto grado di operatività che profondimento lessicale propongono esercizi di sintesi, analisi dei personaggi, proposte di scrittura a ricalco, nell’ottica della formazione del lettore consapevole.

www.cosmoiannone.it ISBN 978-88-516-0215-4

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