CONATI e RIZZI ZAMPOGNE DA SPARO
David Conati e Loris Rizzi
Zampogne da sparo
IANNONE
Cosmo Iannone Editore
David Conati e Loris Rizzi
ZAMPOGNE DA SPARO
Cosmo Iannone Editore
in copertina Illustrazione di Gianluca Passarelli
Direttore di collana Lucio Cassone © cosmo iannone editore via Occidentale 9, 86170 Isernia tel./fax 0865.290164 – tel. 335.6887394 e–mail: iannonec@tin.it www.cosmoiannone.it
Prima edizione Gennaio 2022 Tutti i diritti riservati. La riproduzione di questo libro o di parte di esso e la sua diffusione in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo sono proibite. All rights reserved. No part of this publication may be reproduced, stored in a retrieval system, or transmitted, in any form or by any means, electronic, mechanical, photocopying, recording or otherwise.
Editing Elisa Cordioli Direzione editoriale Rosanna Carnevale Grafica e impaginazione Fotocomposizione TPM s.a.s. Città di Castello (PG)
ISBN
978-88-516-0221-5
Indice
Zampogne da sparo Nessuno tocchi Caino Due anni prima Libera nos a domine Certo non sai Il vespro Di mamme ce n’è una sola Zuppa di sassi Cicale e grano Giorno d’estate Un dono della provvidenza L’occhio nero San Perticone Nel campo Juzza Screanzato! Al mercato di Pontecuso Guardie e ladri Sparito Nottataccia La combriccola L’incendio Il pastore Alla masseria Esposito Altilia Scappiamo! Arcangelo Il tuo problema più grande
7 9 13 17 21 25 29 33 37 41 45 49 53 57 61 65 69 73 77 81 85 89 93 97 99 103 107 111
Malasorte La notte porta sorprese Una pistola vera Diversivo Io sono un brigante C’è qualcosa in strada Nel bosco Spara! Ritorno Bandito Questo è un addio? Due anni dopo
115 119 123 127 131 135 139 141 145 149 153 157
Schede didattiche
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Zampogne da sparo
A Francesco L.R. A Otello D.C.
Nessuno tocchi Caino
Due anni dopo, di fronte al plotone d’esecuzione, il brigante Carmine Iorio si sarebbe ricordato di quel lontano pomeriggio in cui, con suo fratello Antonio, detto Nino, erano andati a far legna in quella sperduta valle del Matese. Quanti anni avevano? Lui 14 e Nino, suo fratello più piccolo 13 o 12. Avevano quindici mesi di differenza e anche se lui era il più grande a volte li si poteva scambiare per gemelli. Gemelli diversi, ma pur sempre gemelli. In tutto quel che era accaduto da allora, lui e suo fratello si erano persi di vista. Ripensò per un momento a Nino e mezzo sorriso gli increspò il volto. Attraverso le sbarre della finestra senza vetri entrava uno spiffero d’aria piuttosto fredda. In quel periodo era normale che di notte la temperatura scendesse quasi a zero, ma a Carmine non era mai capitato di soffermarsi su questo dettaglio. Lo viveva e basta. Quando era alla macchia aveva sopportato venti ben più gelidi senza alcuno sforzo. Adesso però, nell’attesa della sua ultima ora, quell’aria fredda gli dava fastidio, e si immaginò che fosse l’alito del “Tristo mietitore”, come lo chiamava don Peppe, che veniva a ghermirlo impedendogli di dormire. Dormire. Che senso aveva dormire? Ripensò a don Peppe e alle sue raccomandazioni.
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In fondo quel parroco strampalato si era sempre preoccupato per lui. Ora quella che gli restava da vivere era la sua ultima notte, non aveva certo intenzione di sprecarla dormendo. Ha provato a protestare insistendo che la pena di morte per brigantaggio non era più in vigore. Ma cosa poteva fare, chiuso in una cella della sperduta prigione di Cantalupo? I suoi compagni chissà che fine avevano fatto, forse lo credevano morto. La lotta dei poveri contro i ricchi, cafoni contro galantuomini, per una nuova vita, per una società più giusta. Tutto falso. Menzogne. Illusioni. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe finita così. Certo da quando aveva preso la decisione di entrare nelle fila della banda del brigante Malasorte non si era mai fatto un’idea precisa del suo futuro, aveva solo molti desideri e tanta rabbia, però questa opzione non l’aveva mai considerata. “Si crede sempre che le cose brutte capitino agli altri”, pensò. Sentì un nodo alla gola. Gli sembrava di aver sprecato tutta la vita inutilmente, e allora decise di fare una cosa che aveva smesso di fare per diventare un duro: cantare. Sottovoce cominciò a intonare una melodia che gli ricordava la sua casa e provò una stretta al cuore: – Partire partirò, partir bisogna, dove comanderà il nostro sovrano. Chi prenderà la strada di Bologna, e chi a Parigi e chi a Milano… Aveva una bella voce, calda, melodiosa ed intonata, “come quella della mamma”, pensò. Prese coraggio e cantò più forte, rivolto a quel rettangolo di cielo che riusciva a scorgere dalla sua cella. – Vado alla guerra e spero di tornare… Vado alla guerra e spero di tornare… Pian piano, incurante dell’ora tarda cominciò a cantare più forte.
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– E smettila! Qui c’è gente che vuol dormire! – dalla cella accanto la voce roca di Ciro Scuotto interruppe la sua melodia. Immediatamente si aggiunse anche la voce di un altro detenuto da una cella più lontana: – E sei pure stonato! Carmine sapeva che non era per niente vero, ma gli passò la voglia di continuare. Così si sedette a guardare quell’unico pezzo di cielo stellato che si poteva sbirciare. La sua ultima notte di vita e poteva vedere solo un fazzoletto di stelle. Se ne stette così, in pensiero finché i primi raggi del sole baciarono i tetti delle case sparse in lontananza. Allora uno dei soldati di guardia girò il chiavistello, aprì la porta della prigione e lo condusse nel cortile. L’aria era ancora fredda ma Carmine non la sentiva più. Il plotone d’esecuzione era già schierato di fronte a un muro scrostato dai colpi dei proiettili di altre fucilazioni. Il giovane venne messo di fronte al plotone, tra i fucili e il muro scrostato. Il capitano Adumas De Santis lo bendò. Quindi si spostò. – Hai qualcosa da dichiarare? – disse poi con voce risoluta. Carmine inspirò pensando che tutto sommato era un bel giorno per morire.
Due anni prima
– Dai Nino, spicciati con quella legna! Se facciamo tardi Bartolomeo si arrabbia e ci bastona. E se ce le suona, io dopo faccio sentire a te la stessa musica. Nino non risponde. Si limita a un cenno del capo mentre sistema l’ultima fascina sul basto della mula. Carmine intanto si sposta e scruta il sole che sta per tramontare. – E poi questo lavoro è una vera scocciatura. Torniamo in fretta dal signor Esposito e diamogli la sua legna che stasera abbiamo da fare. – Stai tranquillo, ora partiamo – risponde calmo Nino, che è di poche parole ed è abituato alle sfuriate del fratello maggiore. – Vabbè, finché tu sistemi le mule io vado che devo fare pipì. Carmine è più grande perciò, quando lavorano insieme, è quello che comanda; Nino accetta la cosa senza batter ciglio, d’altra parte è naturale che sia così. Lega il carico ed è pronto a mettersi in strada. – Carmine! – chiama. – Carmine! Ho fatto! Il fratello però non risponde. Allora lega le mule a un olmo e risale la china oltre la quale ha visto scomparire il fratello. Lo vede mentre, riparato da un leccio, sta scrutando verso il fondo della fiumara. Carmine sente arrivare Nino e si volta facendogli cenno di non fiatare. Appena si accosta, gli indica un punto sull’altra sponda. Nino ha una vista acuta e immediatamente mette a fuoco ciò che gli sta indicando il fratello: sette uomini armeggiano attorno a un gruppo di muli.
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La scena è abbastanza insolita. In quelle valli di solito non si incontra mai anima viva. – Secondo te chi sono? – bisbiglia Carmine senza staccare gli occhi dal gruppo. – Mah… – mormora Nino. – Non li ho mai visti. – Che stanno facendo? – riprende il più grande. Nino alza le spalle. – Non è affar nostro – mormora – ricordi quello che dice sempre Bartolomeo? Se campar cent’anni vuoi… E si avvia verso le mule. Carmine però non si muove. Continua a tener d’occhio il gruppetto che sta sulla riva opposta del torrente cercando di capire quello che stanno facendo. Poi improvvisamente si muove verso di loro. Nino, con la coda dell’occhio se ne accorge e lo richiama: – Dove vai? Sei impazzito? Torna indietro! Il fratello però non gli dà bado: – Voglio vedere da vicino. Pur conoscendo quanto Carmine abbia la testa dura, Nino sbotta: – Dobbiamo portare la legna alla masseria. Prima avevi una fretta del diavolo, e adesso? Sbrigati o faremo tardi al Vespro. Carmine sbuffa, poi annuisce. Il pensiero di saltare la funzione religiosa lo trattiene. Non che lui sia un fervente credente o perché la madre lo ha allevato nel timor di Dio, no, ultimamente il motivo per recarsi al Vespro è un altro. Così Carmine seppure a malincuore, torna sui suoi passi. Appena si aggrappa a un cerro per aiutarsi a risalire quel tratto di china, il ramo al quale tendeva la mano si spezza con un rumore sordo. Stack! I due fratelli si bloccano di colpo. Immediatamente segue un silenzio teso. Gli uomini sull’altro lato del torrente scrutano verso di loro.
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Uno di quelli prende in mano uno schioppo e lo punta proprio verso Carmine. Il ragazzo è pietrificato ma Nino lo strattona. Negli istanti che seguono tutto avviene in modo concitato. I due fratelli Iorio si mettono a correre in mezzo ai cespugli. Quello con lo schioppo spara. Un proiettile sibila sopra la testa di Carmine. Dal fondovalle provengono alcune grida. – Dai Nino, corri! – lo esorta Carmine. – Quelli ci sparano. Senza smettere di correre afferrano con forza le briglie delle mule tirandole verso il sentiero. Forse rendendosi conto del pericolo, i due animali immediatamente cominciano a muoversi con una certa solerzia. I ragazzi comunque li incitano cercando di sparire da lì il prima possibile. Man mano che sgambettano giù per la discesa non si azzardano a voltarsi indietro, anche se tra loro e i sette uomini c’è di mezzo un torrente meglio non rischiare. Sul sentiero procedono meccanicamente, facendo attenzione ai sassi che si spostano. Un po’ per il ritardo da recuperare, un po’ per la paura di essere inseguiti, la discesa avviene rapidamente e senza intoppi. Appena vedono profilarsi il recinto della masseria Esposito tirano un sospiro di sollievo ma non rallentano il passo. Quando entrano nel cortile, Bartolomeo è in piedi, nel centro, con la camicia sudata e le braccia conserte che li sta aspettando. Non ha un’espressione rassicurante.
Giorno d’estate
Da quando in qua ti interessano le margherite? – domanda Pasquale. Volevo portarle a… alla mamma che ieri si è spaventata parecchio. Alla mamma? – Nino scruta il fratello con espressione divertita. Alla mamma – puntualizza Carmine. I tre riprendono a falciare con forza anche perché Bartolomeo sta guardano verso di loro. La giornata trascorre, così, lenta e faticosa sotto il caldo sole di fine giugno. Mentre ripongono gli attrezzi a fine lavoro, Lillo ne approfitta per riprendere il discorso che era rimasto in sospeso. Stamattina mi stavi dicendo che ieri i cacciatori di lupi vi hanno sparato… Sì – conferma il fratello maggiore. – Ma la cosa peggiore è stata la razzia. Pasquale è sopraffatto dalla curiosità: – Razzia? Quale razzia? L’amico osserva prima Carmine e poi Nino e visto che non rispondono esclama: – Ah! Voi due mi state prendendo in giro. No, ieri sera mentre noi eravamo al Vespro i briganti sono venuti a rubare a casa nostra. I briganti? – esclama meravigliato Pasquale. Di cosa state confabulando? – si intromette Bartolomeo. Niente signore – si giustifica Lillo, – Carmine mi stava raccontando una cosa… Ho sentito parlare di briganti – insiste l’uomo. – I briganti non esistono, sono solo un’invenzione dei poteri forti per spaventare la gente.
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Visto che i tre ragazzi lo guardano inebetiti lui incalza. La gente ha paura? E il re ci manda i Carabinieri che così ci difendono e ci controllano. Credete a me. I briganti non esistono. Sono tutte favole. Eppure ieri hanno rubato a casa nostra – ribatte Nino. Bartolomeo lo fissa in viso e domanda: – Tu li hai visti? No, però nostra madre sì – precisa Carmine. Ve l’ho detto. Vogliono spaventare la gente. Osserva i ragazzi e poi spiega la sua teoria: – Chi ci dice che quelli non fossero soldati del re travestiti mandati qui con il compito di spaventare le donne? Sono arrivati a casa vostra mentre voi non c’eravate. Vedete? È tutto un complotto ai danni del popolo. Credete a me, i briganti non esistono. Mentre l’uomo si allontana i ragazzi si guardano e alzano le spalle. Quindi i tre si separano e i fratelli Iorio tornano verso casa. Appena sono abbastanza lontani dalla masseria, Carmine esorta il fratello: – Devi andare subito da don Peppe e fare quella cosa. E poi vieni con me da Juzza. Arrivati a casa si guardano attorno e quello che è successo la sera prima sembra non sia mai accaduto. La madre sta rammendando una vecchia camicia e li saluta con un cenno del capo. Mamma – dice Carmine appena la raggiunge, – dobbiamo andare alla canonica che don Peppe ci ha chiesto una mano per sistemare un vecchio cardine arrugginito. Mamma Rosa annuisce senza smettere di lavorare e non dice niente. Durante il tragitto verso la chiesa il fratello maggiore si ferma a raccogliere altre margherite. Mentre stanno per entrare in paese Carmine si ferma. Sbrigati a fare questa commissione. Io ti aspetto qui e poi andiamo insieme da Juzza.
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Nino si guarda i piedi e poi scuote la testa. Ci ho pensato, non vengo. Come sarebbe che non vieni? Me l’hai promesso! Devo parlare con don Peppe – si giustifica Nino. Con don Peppe ci parlerai un’altra volta – insiste Carmine. Nino scuote di nuovo la testa. Ieri abbiamo visto degli uomini al torrente… ci hanno sparato… alla sera rubano in casa nostra… E allora? – incalza Carmine. Non hai pensato che potrebbero essere gli stessi uomini? – dichiara Nino. Gli stessi uomini? Ma cosa ti viene in mente? Nino è risoluto: – Io voglio sapere, devo sapere se don Peppe difende i briganti. – Hai sentito cos’ha detto Bartolomeo? Che i briganti qui da noi non ci sono… – ribatte il fratello maggiore. – E tu credi a quello che dice Bartolomeo? – commenta Nino. – Comunque tu credi che se fosse vero che don Peppe li difende, lo verrebbe a dire proprio a te? – ribatte Carmine. – Senti Carmine – taglia corto Nino, – Juzza a me non interessa, piace a te, quindi io che c’entro? Non ho nessuna voglia di venire a reggere il moccolo. Carmine avvampa. Cerca di trattenersi ma fatica. – Guarda che se si arrabbia che non ci sei – sbotta infine – domani ti mozzo un orecchio! – Con le margherite? – lo apostrofa Nino indicando il mazzolino che il fratello brandisce minacciosamente verso di lui. – Sei un cacasotto! – sbotta Carmine e si allontana senza voltarsi indietro.
Nottataccia
La notte trascorre tremendamente lenta. Nino si sveglia di continuo. Ha gli incubi. Sogna il fratello che cade da un dirupo. Poi un mare nero in burrasca che si abbatte contro la costa e diventa vento che sradica alberi e fa volare i tetti delle case. Suda ma non per il caldo. Ogni rumore lo desta: le foglie mosse dal vento, uno scricchiolio della vecchia casa. Per lui che di solito dorme come un sasso è una tortura! Al mattino, infatti, si sente più stanco della sera precedente. Guarda verso il letto del fratello e lo vede vuoto. Carmine non è rientrato, come purtroppo immaginava. Nino si veste velocemente e si accosta alla mamma: – Mamma, io vado a cercarlo – bisbiglia. La donna sospira. Confidava che Carmine sarebbe rientrato durante la notte. – Tu è meglio se vai al lavoro – mormora lei. – No, è meglio se lo vado a cercare. – E dove? Dove lo vai a cercare? – Non so, tornerò a Pontecuso e poi vedremo. Mamma Rosa scuote la testa poco convinta: – E sia… – risponde – Andrò a parlare ancora con Bartolomeo per convincerlo a non cacciarvi. Ma temo che stavolta sarà difficile… Magari se lo dico a don Peppe… Nino bacia la madre sulla fronte ed esce di casa. È l’aurora. Il ragazzo inspira e si mette in marcia, direzione Pontecuso.
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La giornata è meno calda e più ventilata di quella precedente, l’ideale per camminare. Fosse stato così ieri, pensa Nino, mentre il sentiero scorre rapido sotto le sue scarpe. Per strada non incontra nessuno. Arrivato al paese lo trova completamente diverso da come l’aveva lasciato. Nessuna donzelletta che vien dalla campagna, nessuna anziana signora che ricama chiacchierando con le vicine. Nessun ragazzino che corre saltellando per strada. Un borgo spoglio, quasi deserto. Passando davanti alle botteghe degli artigiani si sente il rumore della sega e del martello ma Nino non si azzarda a entrare, impossibile che quelli possano aver visto il fratello. Finalmente incrocia un gruppo di uomini che stanno andando verso la campagna Scusate, avete per caso visto in giro un ragazzo come me? – si informa Nino. Quelli scuotono la testa e continuano a camminare. Ritrova la donna che vendeva le uova, la riconosce anche se è senza cesto e domanda anche a lei se ha visto il fratello. No ragazzo, mi spiace – risponde laconica lei. Non ottenendo alcuna risposta il giovane Iorio torna al punto dove era stato colpito Bartolomeo e da dove Carmine si era allontanato. Partendo da quel punto ispeziona scrupolosamente tutte le direzioni. Ripercorre il primo tratto di strada verso nord, est, sud e ovest più volte. Però sulla via sterrata come poter riconoscere le tracce di Carmine? È impossibile. Forse aveva ragione la mamma, era meglio lasciar perdere, che tornasse quando gli era passata la sete di avventura. Se mai gli fosse passata.
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Ora c’era anche il fatto che aveva perso una giornata di lavoro e Bartolomeo non gliel’avrebbe certo perdonata facilmente. Deluso e amareggiato, riparte per tornare a casa. Cammina a testa bassa, avvilito, assorto nei suoi pensieri e non si accorge dell’individuo che gli si para davanti. – Dovresti guardare avanti quando cammini – dice questo. Nino conosce bene quella voce. – Lillo! Che ci fai qui? – È venuta tua madre alla masseria, per parlare con Bartolomeo – risponde Pasquale – e ho sentito tutto. Voglio aiutarti anch’io a cercare Carmine. Nino è ancora stupito di quell’incontro inaspettato. – Ma... rischi di perdere il lavoro anche tu! L’amico fa spallucce – Ne troverò un altro, qui sono sempre alla ricerca di braccianti, e se non lo trovo qui, emigrerò al nord, come hanno fatto i miei parenti di Calitri. Poi riprende – Non so dove si trovi Carmine. Ma penso di sapere cosa voglia fare. Nino non capisce. – Vedi Nino, un paio di giorni fa Carmine mi ha confessato che non ne poteva più del modo in cui ci trattano, che voleva cambiare le cose e per farlo doveva diventare un brigante, uno di quelli che lotta contro l’ingiustizia che opprime la povera gente. Aspettava solo l’occasione buona per andarsene. Mi ha chiesto di non dirtelo. Io non ci credevo a questa cosa, lo sai anche tu com’è tuo fratello, così non ti ho detto niente. Nino scuote la testa e inspira forte. Poi fissa l’amico negli occhi. – Va tutto bene? – chiede Pasquale. – Sì – risponde Nino. – Forse so chi può aiutarci a trovarlo.
Malasorte
Carmine osserva in silenzio il gruppo di briganti che sta discutendo animatamente. Non avrebbe mai pensato di diventare oggetto di una simile diatriba. – La cera ze cunsume e la prucessione nen camine, Malasorte, e tu vuoi che ci portiamo appresso il piccirillo? – dice Nunzio, il brigante che ha scoperto e catturato Carmine. – ‘A gatte ferejose a fatt ‘i fijje cecate – risponde a tono Malasorte. – Pazientare bisogna. E il ragazzo ci serve. – A cosa ci può servire? Ha ancora il latte in bocca. Se il piccirillo ci porta rogne – interviene Giuseppe, un altro bandito. – I’me ne vaglie e nen me cure, e le rapine te le fai da te. – Sentite – sbotta Malasorte, rivolto a tutta la masnada. – Il capo sono io! Quante volte devo dirvi che non siamo banditi! Gli uomini lo guardano sbigottiti. – Come no? Siamo stati banditi, siamo banditi! – ribatte cautamente Nunzio. Il capo li guarda e sospira: – Sì, siamo banditi ma non siamo banditi. Nel senso che anche se siamo banditi, siamo briganti … Giuseppe lo guarda a bocca aperta e commenta: – Ma allora siamo briganti banditi? – No, solo briganti… – spiega Malasorte. – Allora non siamo più banditi? – ribatte Giuseppe. – Certo che siamo banditi! – sbotta Nunzio. – Ma il capo dice di no – si giustifica Giuseppe. L’altro spiega lentamente: – Non possiamo più tornare al nostro paese, quindi siamo banditi. Malasorte li guarda paziente e poi spiega: – Noi non siamo ladri come gli altri. Non rubiamo ai poveri. Noi rubiamo a quelli
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che hanno rubato al popolo. Rubiamo a quelli che ci hanno portato via la terra. Quelli che hanno tradito il nostro Re e hanno spianato la strada agli invasori. Rubiamo ai ricchi per dare ai poveri. – Mìèdeche pìetùse fa i pìàghe vèrmenùse, capo – osserva Nunzio. – Chi ha più di noi, noi lo rubiamo. Galantuomo o cafone non me ne fotte. E non me ne fotte nemmeno del piccirillo. Malasorte sbuffa, sconsolato. – Oggi abbiamo rubato al pastore anche se non volevo? L’ho fatto perché avevamo finito le scorte… Ma non c’era bisogno di ridurlo così… – Ma capo, deve spargersi la voce che siamo temibili, altrimenti che banditi siamo… – ribatte Giuseppe. – Lui dice che non siamo banditi – sottolinea ancora Nunzio. – Oggi ho ascoltato voi – riprende Malasorte, – Ora voi mi ascoltate a me. Il piccirillo resta perché serve. Carmine deglutisce rumorosamente. Poco prima Malasorte gli ha chiesto perché volesse diventare un brigante, e lui non è riuscito a spiccicare parola. Nonostante questo, l’uomo ha deciso di tenerlo con loro. Per quale motivo? Tutti e sei i briganti tacciono e riflettono. Si direbbe che Malasorte li abbia convinti. Nunzio intanto si avvicina a Giuseppe. – Ai vogl a fschia s l’asn nn te sent – sussurra. Asino. Anche se il brigante ha parlato a bassa voce, Carmine ha capito bene: quello ha dato dell’asino a Malasorte! “Devo stare molto attento a Nunzio”, riflette il ragazzo, “questo tizio è pericoloso”. – Avvicinatevi! – ordina il capobanda. – Ho in mente una cosa, una cosa che ci darà molto denaro più che rubare – spiega Malasorte. – Che è? – chiede Giuseppe. – Un rapimento – risponde Malasorte.
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– Chi dobbiamo rapare? – mormora Giuseppe. – Che, siamo diventati rapatori? – No rapare, rapire – puntualizza Malasorte. – Prendiamo uno che ha i soldi, e lo liberiamo se la famiglia paga un riscatto. Il gruppo, alla notizia, esulta sguaiatamente. Carmine è sorpreso: quegli uomini cupi e distaccati fino a poco prima, improvvisamente si sono animati mostrando ardore ed entusiasmo. – Aspettiamo i soldi per far festa – li ammonisce Malasorte. – Ma se possiamo farla sta cosa, è proprio perché c’è lui. E mentre dice questo, indica Carmine. – Se il ragazzo fa quello che dico io – prosegue Malasorte – e se è fortunato, dimostra che è come noi. Lui diventa brigante, come vuole lui, e noi pigliamo un sacco di denaro. Il bandito fissa intensamente Carmine. – Se invece le cose vanno alla malora, noi perdiamo il grano... ma tu piccirillo perdi la vita – precisa il brigante. Carmine, piuttosto incredibilmente, sente la paura sciogliersi. La paura che lo immobilizzava fino a poco prima improvvisamente si trasforma in qualcos’altro: emozione, desiderio, ambizione. – Sono pronto! – si sente dire Carmine, incredulo di aver pronunciato quelle parole. Malasorte e i briganti sono stupiti dalla risposta. – E bravo piccirillo, così mi piace assai! – osserva il capobanda. – Capo – interviene uno dei briganti – ma chi è che rapiamo? – Rapiremo Antonino Grieco, l’avvocato.
Schede didattiche
Introduzione
LA TRAMA Questa è la storia di Carmine Iorio che diventerà brigante nelle terre del Matese per sfuggire a un destino di povertà e di sopraffazione. È anche il ritratto della condizione di miseria in cui versano ampi strati della popolazione dell’Italia meridionale dopo l’Unità. Carmine e Nino, figli di Rosa Iorio, lavorano come braccianti presso la masseria Esposito, amministrata dal massaro Bartolomeo. I due ragazzi conducono una vita magra sotto il comando cinico e violento di Bartolomeo che non perde occasione per tiranneggiarli e sottoporli a un lavoro duro e pagato miseramente. Il loro salario è però l’unica entrata economica di casa Iorio e mamma Rosa deve farlo bastare per sfamare l’intera famiglia, anche se spesso non è sufficiente neanche per mettere insieme pranzo e cena. I due fratelli hanno un’indole diversa: più docile e riflessivo Nino, il fratello minore, impulsivo e orgoglioso Carmine. Questa diversità caratteriale avrà un peso notevole sullo sviluppo della storia e sul diverso destino dei due ragazzi. Carmine infatti, esacerbato dalle angherie di Bartolomeo, oppresso dalla miseria e dalla ingiustizia, deluso nel suo sentimento d’amore per Juzza, medita lungamente una rivalsa che si concretizzerà nella scelta radicale di farsi brigante. Così Carmine abbraccia una vita solitaria e piena di insidie che lo porterà a una fatale conclusione. Implicato nel rapimento dell’avvocato Antonio Grieco, sarà ritenuto colpevole e condannato alla pena capitale. Nino invece, guidato da una inconsapevole saggezza, saprà attendere il suo momento e la vita per lui prenderà un’altra direzione. L’avvocato Grieco per gratitudine offrirà al ragazzo l’opportunità di studiare perché, come dice don Peppe, La vera rivoluzione non si fa con le armi, ma con la penna e il calamaio.
LA STRUTTURA NARRATIVA Il racconto è ricco di personaggi, di eventi che si incrociano, di svolte e colpi di scena, di scelte faticose e talvolta drammatiche. Il tutto in una cor-
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nice storica ben precisa, anche se la trama e i protagonisti sono di pura fantasia. La struttura narrativa presenta gli elementi narratologici standard: situazione iniziale, esordio, peripezie, climax ascendente e discendente, acme, situazione finale. Le strategie e le tecniche di scrittura adottate dall’autore rendono coinvolgente il racconto: il ritmo veloce, il lessico semplice ma non banale permettono ai giovani lettori di accostarsi in modo agevole a temi come il brigantaggio e lo sfruttamento del lavoro minorile. Il racconto offre anche molti spunti per un eventuale approfondimento interdisciplinare di carattere storico sulla natura del brigantaggio e sulle modalità con le quali si è realizzata l’unità d’Italia.
LE PROPOSTE DIDATTICHE Le proposte si concentrano non solo sulla comprensione della trama ma anche sull’analisi psicologica e motivazionale dei personaggi e sulle strategie narrative. Inoltre le schede di approfondimento tematico e storico offrono un più ampio orizzonte alle avventure dei personaggi, collocandoli in una dimensione verosimile e convincente. Le proposte didattiche comprendono schede di varia tipologia: – Dentro la storia per la comprensione della trama. – Zoom sul personaggio, relative all’analisi psicologica e motivazionale dei personaggi. – Approfondimento tematico, per l’approfondimento di temi e problemi. – Rifletto e scrivo, per incentivare la produzione scritta a partire dalla lettura.
Capitolo 1 Nessuno tocchi Caino
Il racconto si apre con una scena drammatica di cui sappiamo poco perché i fatti che l’hanno determinata sono già avvenuti. Ma il narratore è Incipit ben informato e presto ci dirà tutto. Intanto qualche elemento possiamo ricavarlo da queste pagine iniziali - una specie di antefatto - per costruire una prima mappa narrativa che ci permetta di orientarci nella storia che andremo a leggere. Intanto immaginiamo la storia come un fiume: gli eventi fluiscono come l’acqua, inciampano contro ostacoli, si impantanano, trovano un nuovo percorso, si dividono in più rami come un fiume che sfocia nel mare con più sbocchi. Certo, l’acqua di un fiume non torna indietro! Mah! Non è detto... Nella finzione narrativa tutto può succedere! Evento. Che cosa sta accadendo .................................................................................. Personaggio. A chi accade ..................................................
Causa. Perché accade .................................................................... ....................................................................
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Altri personaggi 1.
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2.
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Leggi il titolo del primo capitolo e commentalo con i tuoi compagni. Che cosa ti suggerisce? Che cosa c’entra Caino in questa storia? Con l’aiuto dell’insegnante prova a rispondere a queste domande. Riporta in sintesi le conclusioni del dibattito. ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................
2.
Il titolo Nessuno tocchi Caino sintetizza bene il contenuto del capitolo? C’è corrispondenza titolo/contenuto? Motiva la risposta. ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................
3.
Qual è il punto di vista dell’autore riguardo alla condanna a morte di Carmine? Da che cosa è possibile ricavarlo? ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................
4.
Il racconto inizia con “Due anni dopo...”, cioè dalla fine. Perché l’autore sceglie di dirci subito la conclusione? Secondo te è una strategia efficace? ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................
5.
In quale regione italiana si svolge la storia? Occhio ai riferimenti geografici! .........................................................................................................................................
Capitolo 4 Certo non sai
Il dialogo esilarante tra don Peppe e Nino fornisce alcune notizie di carattere storico che il ragazzo non comprende. Nino infatti non capisce, confonde il significato delle parole e tuttavia fa domande che imbarazzano il prete, sempre più misterioso e accorto nel rispondere. Che cosa nasconde? •
Strategie narrative
Strategia: show, don’t tell Il modo di fare del curato ha qualcosa di misterioso: parole e gesti comunicano al lettore un’atmosfera di sospetto. Il parroco sembra sapere molto di più di quel che appare, ma è restio a rivelarlo. Il Narratore descrive e commenta passo passo l’imbarazzo di don Peppe, aiutando il lettore a entrare nel cuore del personaggio. Sottolinea: a. le parole/espressioni con le quali il narratore descrive e commenta il modo di fare del parroco. Completa la tabella Parole/espressioni del Narratore 1. 2. 3.
Il prete ascolta impassibile... Don Peppe sgrana gli occhi allarmato... Il prete tace, riflette, poi indaga...
Etc. .............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................
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Show, don’t tell Il Narratore descrive efficacemente il mistero che circonda i gesti e le parole del parroco. Per ottenere questo risultato, utilizza immagini che rappresentino i sentimenti di don Peppe. In altri termini ci fa vedere quel che prova il prete. Si tratta di una strategia narrativa molto utilizzata dagli scrittori per rendere viva e forte un’idea, un sentimento, un’emozione. Sono molti gli esempi presenti in questo capitolo. Esempi: a. per dire che don Peppe è allarmato utilizza l’immagine sgrana gli occhi; b. per dire che don Peppe prova timore aggiunge che parla bassa voce.
ATTIVITÀ Cerca nel capitolo altri esempi di strategia show, don’t tell riferiti anche a Nino. Riporta negli spazi vuoti: 1.
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2.
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3.
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Etc...
IL DIALOGO Il dialogo è un elemento narrativo molto importante e al contempo difficile da costruire in modo verosimile. Se ben articolato, ci racconta molte cose dei personaggi e fa compiere passi avanti alla storia. Abbiamo infatti imparato a conoscere don Peppe proprio attraverso il dialogo con il ragazzo. Le parole rivelano il suo punto di vista e rendono leggibili i suoi pensieri. Allo stesso modo le domande di Nino ci parlano del modo di essere del ragazzo.
ATTIVITÀ LE DOMANDE DI NINO Mettiamo in parallelo le affermazioni del parroco che provocano le domande del ragazzo. Rispondi poi alle domande.
172
Parole /frasi di don Peppe ...quelli che avete visto... sono cacciatori dilupi...
Le domande di Nino/ Le sue rflessioni Che gliene importa al Re delle nostre pecore,lui sta a Napoli...
Il Re ha messo una taglia sui lupi che infestano le nostre montagne e aggredisconole pecore e i pastori. Non sta più a Napoli. Sta a Torino.
E perché Re Francesco se n’è andato aTorino?
Continua sul quaderno...
DENTRO LA STORIA Le domande impertinenti di Nino mettono il prete con le spalle al muro, costringendolo a rivelare qualche particolare circa l’episodio accaduto al torrente. Ma don Peppe utilizza un linguaggio incomprensibile, parla quasi in codice. Nino non è in grado di capire, perché non sa che cosa è avvenuto in Italia in quel periodo storico. Tuttavia non è affatto stupido. Così, con ingenuità, curiosità e ostinazione, il ragazzo incalza don Peppe che si vede costretto a dare una qualche spiegazione. Egli parla di lupi, di cacciatori, di taglia, di re ingenerando confusione nella testa del povero ragazzo. Proviamo a fare delle previsioni [con l’aiuto dell’insegnante] 1.
Chi sono i cacciatori di lupi? ................................................................................
2.
Chi potrebbero essere i lupi? .............................................................................. .
3.
Chi sono i pastori e le pecore in pericolo? ......................................................
4.
Chi è il Re Francesco che non c’è più? ..............................................................
5.
Chi sono gli invasori che hanno mandato via Re Francesco? ..................
6.
Chi ha messo la taglia sui lupi? ...........................................................................
173
APPROFONDIMENTO Un po’ di storia Per uscire dalla nebbia del discorso di don Peppe occorre sapere qualcosa di più della storia italiana di quel periodo. Occorre sapere, per esempio, chi è Re Francesco, perché viene mandato in esilio, chi è Re Vittorio Emanuele II che sta a Torino e mette la taglia sui lupi. Nino non ci capisce niente
L’unità d’Italia Con l’insegnante di Storia puoi affrontare l’argomento “Unità d’Italia” in modo più approfondito. In questa tabella ci limitiamo a richiamare solo alcune essenziali informazioni sui due sovrani nominati nel testo: il re Francesco II detto Franceschiello e Vittorio Emanuele II.
Per saperne di più Riporta le informazioni essenziali sui due sovrani, così come richiesto nella tabella. Francesco II - detto Franceschiello 1. Dove regnò
Vittorio Emanuele II 1. Dove regnò
................................................................................. ................................................................................. 2. In quali anni
2. In quali anni
................................................................................. ................................................................................. 3. In quale anno finì il suo regno
3. In quale anno finì il suo regno
................................................................................. ................................................................................. 4. Perché finì.
4. Il suo ruolo nel Regno d’Italia
................................................................................. ................................................................................. Il punto di vista Da che parte sta don Peppe: con Franceschiello o con Vittorio Emanuele II? Ricava la risposta dal testo: alcune espressioni del parroco dicono chiaramente qual è la sua preferenza. .................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................
Capitolo 16 Al mercato di Pontecuso
Al mercato di Pontecuso, dove i due fratelli si recano con Bartolomeo, accade qualcosa che spingerà ulteriormente il fratello maggiore verso la scelta fatale. Intanto Carmine e Nino si avviano con il fattore verso Pontecuso, utilizzando il tratturo. Ma quando arrivano a destinazione non possono godere lo spettacolo fantasmagorico del mercato perché...
DENTRO LA STORIA 1.
Per descrivere il borgo, l’autore cita, con alcune modifiche, i versi di una nota poesia di un grande poeta italiano del romanticismo. Penso che tu l’abbia individuata. In ogni caso puoi farti aiutare dall’insegnante e rileggere il componimento insieme ai compagni.
•
Strategie narrative La descrizione sensoriale
Hai mai frequentato un mercato cittadino o rionale? Nella tua città/paese/ borgo sicuramente ce n’è uno. Prova a descriverlo utilizzando la descrizione sensoriale. La descrizione si fa con tutti i sensi. Non dobbiamo limitarci a vedere: ci sono odori e profumi, rumori e suoni...che costruiscono un ambiente. Per iniziare potreste partire dalla osservazione del quadro del pittore Renato Guttuso, Vucciria
Il mercato nella mia città. ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................
200
APPROFONDIMENTO TEMATICO Il tratturo – la transumanza Per arrivare a Pontecuso i nostri personaggi percorrono un pezzo di tratturo. Con questo termine si indicano le antiche vie della transumanza percorsi dai pastori fino ad alcuni decenni fa. Fai una ricerca sul tema Tratturi – Transumanza. Completa la seguente tabella (ispirata all’organizzatore grafico KWL). Tratturi - Transumanza Che cosa so
Che cosa mi piacerebbe conoscere
Che cosa ho imparato
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Come in una scena da Far West assistiamo a un assalto alla diligenza... Ma qui non c’è una diligenza. Lo scopo tuttavia è il medesimo. Che cosa sta avvenendo? Racconta in breve. ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................
Capitolo 19 Nottataccia
La notte porta solo incubi per Nino. Sogna dirupi, mare in tempesta, alberi sradicati e Carmine in grande difficoltà. Si avventura alla ricerca del fratello, ma inutilmente. Sembra sparito nel nulla. Sconsolato torna a casa senza aver concluso nulla.
DENTRO LA STORIA 1.
La notte di Nino è assai agitata. I sogni sono presagio di brutte notizie. In che cosa confidava Nino? ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................
2.
La mamma sembra preoccupata per altri motivi... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................
3.
Nel cercare il fratello, Nino segue una logica. Ma le sue domande sono un po’ strane. Che ne pensi? ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................
207
4.
Lillo rivela a Nino il progetto di Carmine. Che cosa risulta chiaro a questo punto? ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................
FACCIAMO IL PUNTO
A METÀ DEL VIAGGIO
Dopo aver percorso alcune tappe di questa vicenda, è giunto il momento di fermarsi un po’ per riprendere fiato e capire dove siamo giunti. I capitoli 18 – 19 rappresentano uno spartiacque nella storia, un crinale che divide la narrazione in due parti. La scomparsa di Carmine al mercato di Pontecuso infatti segna una svolta nella vita del ragazzo e ovviamente anche dei suoi famigliari. Da questo momento in poi le strade dei due fratelli si dividono: ciascuno di essi seguirà il proprio destino; le loro strade divergeranno in maniera definitiva e in modo fatale per Carmine. Personaggi: motore della storia A questo punto della storia abbiamo incontrato molti personaggi, ma non sempre ne conosciamo fino in fondo le motivazioni che li spingono ad agire. Tuttavia siamo in grado di tratteggiarne con qualche dettaglio in più la personalità e il ruolo narrativo.
208
Come su un palcoscenico Come su un palcoscenico presentiamo i personaggi della storia, come se dovessimo allestire una rappresentazione teatrale. Nei grafici troverai i nomi dei vari personaggi. Attribuisci a ciascuno di essi il ruolo narrativo (vedi l’elenco da cui selezionare). Inoltre scegli un aggettivo che secondo te caratterizza il personaggio di riferimento. Il lavoro va svolto in classe con l’aiuto dell’insegnante
Don Peppe
Carmine
Ruolo: ............................ Aggettivo ............................
Ruolo: ............................ Aggettivo ............................
Nino Bartolomeo Ruolo: ............................ Aggettivo ............................
Ruolo: ............................ Aggettivo ............................
Juzza Ruolo: ............................ Aggettivo ............................
210
RUOLO E FUNZIONI DI PROPP
Ne hai una conoscenza confusa? Lavoraci insieme ai tuoi compagni, con l’aiuto dell’insegnante. Intanto fornisco un elenco dal quale scegliere il ruolo adatto ai personaggi che abbiamo incontrato nella storia.
Il ruolo – – – – – – –
Eroe/Eroina Antagonista Aiutante (protagonista/antagonista) Donatore Mandante Premio (oggetto o persona) Falso eroe
Le funzioni sono 31. Ovviamente non sono tutte presenti contemporaneamente in un racconto. Lavora insieme all’insegnante per cercare le funzioni più adatte ai nostri personaggi.
Ora possiamo continuare nella lettura per seguire le avventure dei nostri eroi. Naturalmente una particolare attenzione sarà rivolta alle vicissitudini di Carmine. La sua evoluzione esistenziale e l’approdo finale della sua esperienza costituiscono il filo conduttore della narrazione della seconda parte del romanzo.
220
RIFLETTO E SCRIVO L’avventura e il caso Ti è mai capitato, come ai nostri tre amici, che un evento inatteso ti abbia salvato da una situazione difficile? Com’è andata? Racconta. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................
Capitolo 38 Questo è un addio
La promessa dell’avvocato Grieco diventa una proposta concreta che comporta un cambiamento radicale nella vita di Nino e Lillo. Così le strade dei due fratelli si divideranno inesorabilmente e Carmine vedrà il proprio futuro spezzato da un
Rispondi alle domande 1.
Per Nino e Lillo invece si apre una opportunità importante che i due ragazzi accoglieranno con gratitudine. ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................
2.
Mamma Rosa ha le perplessità tipiche di una mamma: la proposta è buona per Nino ma... ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................
3.
L’idea di un futuro meno difficile rende sopportabile la partenza di Nino. Con quali parole il ragazzo si allontana dalla mamma e da tutto ciò che è stato il suo mondo? ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................
4.
Che cosa si sa di Carmine? È sempre don Peppe a dare le ultime notizie ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................
236
• La storia in breve Completa il grafico
Prima parte. Gli eventi più significativi. _ ............................................................................................................... _ ............................................................................................................... _ ............................................................................................................... _ ............................................................................................................... _ ...............................................................................................................
Capitoli 18 – 19. Evento che divide la storia in due parti. Seconda parte Peripezie del protagonista _ ............................................................................................................... _ ............................................................................................................... _ ............................................................................................................... _ ............................................................................................................... _ ...............................................................................................................
Dal capitolo 22 la narrazione procede con due storie parallele
Nino+ Lillo+ Juzza Eventi ........................................................... ........................................................... ..........................................................
Carmine + Briganti Eventi ................................................. ....................... ....................................................................... ................................................. ...................... Capitolo 32
Le due storie si ricongiungono
FINALE........................................................................
I fratelli Carmine e Nino Iorio sono i protagonisti di questa storia ambientata tra il Molise e la Campania negli anni immediatamente successivi all’unità d’Italia. I due ragazzi sono di indole diversa: impulsivo i loro destini prenderanno una strada molto diversa? Carmine, il maggiore dei due, non regge alla situazione di estrema povertà e di sfruttamento in cui versa la sua famiglia. Pieno di rabbia e di rancore sceglie così di farsi brigante, l’unica possibilità di rivalsa per un poveraccio. Nino invece, guidato da una inconsapevole saggezza, sa attendere e ascoltare i consigli di chi ritiene che la vera rivoluzione non si fa con le armi, ma con la penna e il calamaio. Ritmo veloce e frequenti colpi di scena caratterizzano questo raccondi fronte al grande tema della scelta come uno dei momenti più delicati del processo di crescita.
Dentro la storia Zoom sul personaggio Approfondimento tematico
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