3_Caso_clinico_gel_piastrinico DENS PLAT GEL A

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DENSITY PLATELET GEL PRP/PRF DISPOSITIVO MEDICO PER L’ODONTOIATRIA, MAXILLO FACCIALE, MEDICINA ESTETICA, CHIRURGIA ESTETICA, MEDICINA GENERALE, CHIRURGIA ORTOPEDICA, ORTOPEDIA, MEDICINA DELLO SPORT, DERMATOLOGIA, TRICOLOGIA, OFTALMOLOGIA, FLEBOLOGIA, GERIATRIA, MEDICINA VETERINARIA ETC. IDONEO PER L’ ACCELERAZIONE DEI PROCESSI DI GUARIGIONE E CICATRIZZAZIONE TISSUTALE E OSSEA : P.R.P. (PLASMA RICCO DI PIASTRINE), P.R.F. ( MEMBRANA SUTURABILE E NON) AUTOLOGHI E OMOLOGHI

CASO CLINICO

0 4 7 6 CLASSE IIB

UNI EN ISO 9001 - 2008 UNI EN ISO 13485 - 2004


CASO CLINICO

CASO CLINICO: UTILIZZO DI GEL PIASTRINICO IN IMPLANTOLOGIA P O S T- E S T R AT T I V A I M M E D I ATA Autori: Dr. Raffaele Dapporto - Dr. Alfonso Dapporto - Dr.ssa Maria Bertoli (Liberi professionisti) INTRODUZIONE L’uso del plasma ricco di piastrine (PRP) in associazione alla tecnica implantologica postestrattiva immediata offre la possibilità di economizzare e semplificare l’intervento chirurgico, favorendo altresì i processi di guarigione e di rigenerazione ossea, eliminando nella maggior parte dei casi l’impiego di materiale eterologo. CASO CLINICO: La paziente si presenta alla nostra osservazione desiderosa di riabilitare il suo sorriso. Nel complesso piano di trattamento viene decisa

l’avulsione del 24 (foto 1-2) presentante una fistola, elevata mobilità all’E.O. ed estesa rarefazione ossea periradicolare agli esami radiografici (foto 3). Si opta pertanto per la sostituzione dell’elemento con impianto postestrattivo immediato

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PROCEDURA OPERATIVA: Per ottenere il PRP si effettua un semplice prelievo di sangue immediatamente prima dell’intervento implantologico. La quantità da noi prelevata è di 27 cc distribuita in 3 provette da 9 cc (Kit DENSITY PLATELETS GEL A), centrifugate poi per un tempo di dodici minuti alla velocità di 2200 rcf. Si ottiene così la separazione della parte corpuscolata dal plasma (foto 4).

Mediante l’impiego di pipette da 500 microlitri, le piastrine, collocate in virtù del loro peso specifico nella porzione chiara inferiore, vengono immesse in Eppendorf sterili. Analogamente vengono preparate poi le porzioni di plasma povero e di fibrina. Il prodotto dalla centrifugazione della prima provetta viene inserito nella seconda provetta (provetta (2) con colore rosso), contenente cloruro di calcio, utilizzando l’apposito dispositivo di trasferimento, che va montato semplicemente per accoppiamento. In seguito al travaso che avviene in modo automatico grazie al vuoto prestabilito nella provetta, si rovescia la provetta (con tappo rosso) 5 volte.


Questa provetta (2) viene centrifugata per 12 minuti a 2200 rcf. Ultimata la seconda centrifugazione,si estrae il coagulo piastrinico in Eppendorf sterili. In circa 25 minuti il coagulo piastrinico suturabile è pronto per l'applicazione. Nel caso in esame, effettuata l’anestesia plessica con articaina (1:200.000) si è proceduto all’avulsione del 24.

Qualora sia possibile anche l’osso autologo, raccolto dalle frese durante l’intervento, viene inserito. Abbiamo poi posizionato, a copertura del PRP, uno strato di fibrina (foto 12) e proceduto alla sutura dei lembi perfettamente accostati (foto 13). A dieci mesi dall’intervento è affiorata dalla mucosa una piccola porzione della vite di chiusura, sostituita quindi dalla vite di guarigione (foto 14). Fig. 14- Impianto inserito.

Fig. 5- Breccia. Fig. 6- Breccia vestibolare. Fig. 7- Fresa pilota.

Con l’impiego di una fresa pilota si è raggiunta la rispettosa profondità di 16 mm (foto 7) e dopo il passaggio di una fresa dedicata è stata effettuata la maschiatura dell’alveolo rimaneggiato.

I controlli radiografici a distanza di quattrotredici e ventitre mesi (foto) confermano il buon esito del nostro intervento anche se l’aspetto estetico della mucosa è stato penalizzato dal riposizionamentovestibolare.

Fig. 14- Impianto inserito. Fig. 16- 9 mesi.

Fig. 17- 13 mesi.

Fig. 8- Maschiatura Fig. 9- Impianto. Fig. 10- Impianto.

Appurata la stabilità primaria del maschiatore Ø 5 h. 16 mm si è evidenziata però l’esposizione vestibolare di sette spire su nove dello stesso (foto 8-9-10). Lo step successivo ha visto il posizionamento dell’impianto ed il riempimento dei difetti ossei con il PRP ed una minima quantità di idrossiapatite (foto 11).

CONCLUSIONI: Questo caso clinico fa parte dei molti casi trattati con PRP nel nostro studio e gli ottimi risultati ottenuti ci inducono a sperare che tale metodica raggiunga un più vasto consenso presso i colleghi, considerando anche l’economicità del materiale utilizzato e la buona disponibilità dei pazienti a sottoporsi ad un prelievo ematico rispetto alla prospettiva di uso di materiale eterologo.

Fig. 11- PRP in situ. Fig. 12- Fibrina in situ. Fig. 13- Suture.

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BIBLIOGRAFIA: 1. Seghatchien MJ.Brozovic B.An overview of current trends in platelet preparation, storage and transfusion. Blood Coagulation and Fibrinolysis 1992;617-20. 2. Rebulla P. In vitro and in vivo properties of various types of platelets. Vox Sanguinis 1998;74 (suppl 2):217-22. 3. Antonaides HN. Human plateletderived growth factor (PDGF): purification of PDGFI and PDGFIi and separation of their reduced sub-units. Proc Natl Acad Sci USA 1981;78:7314-7. 4. Bowen-Pope DF, Voget A, Ross R. Production of platelet-derived growth factorlike moleculus reduce expression of plateletderived growth factor receptors accompany trasformation by a wide spectrum of agent. Proc Natl Acad Sci USA 1984;81:2396- 400. 5. Marx RE. Platelet-rich plasma: a source of multiple autologous growth factors for bone grafts. In: Lynch SE, Genko RJ, Marx RE (eds). Tissue engineering: applications in maxillofacial surgery and periodontics. Chicago: Quintessence, 1999:179-98. 6. Marks RE, Carlson ER, Eichstaedt RM. Schimmele SR, Strauss JE, Georgeff KR. Platelet-rich plasma growth factor enhancement for bone grafts. Oral Surg Oral Med Oral Pathol 1998;85:638-46. 7. Ross R. Platelet-derived growth factor. Ann Rev Med 1987;38:71-9. 8. Greenlagh DG. The role of growth factors in wound healing. J Trauma 1996;41:159-67. 9. Lynch SE, Buser D, Hernandez RA, et al. Effect of platelet-derived growth factor/insulin-like growth factor combination on bone re generation around titanium dental implants. Result of a pilot study in beagle dogs. J Periodontol 1991;62:710-6. 10. LyncSE, Ruiz de Castilla G.Williams RC, et al. The effect of short-term application of a combination of platelet-derived and insulinlike growth factor of periodontal wound

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healing. J Periodontol1991;62:458-67. 11. Rutherford RB, Niekrash CE, Kennedy JE, Charette MF. Platelet-derived and insulinlike growth factors stimulate regeneration of periodontal attachment in monkeys. J Periodontol Res 1992;27:285-90. 12. Pierce GF, Mustoe TA, Lingelbach J, Musakowski VR, Griffin RM, Deuel TF. Platelet-derived growth factor and transforming growth factorbeta enhance tissue repair activities by unique mechanisms. J Cell Bio 1989;109:429-40. 13. Ross R, Raines EW, Bowen Pope DF. The biology of platelet-derived growth factor. Cell 1986;46:155-69. 14. American Academy of Periodontol Position Paper. The potential role of growth and differentation factors in periodontal regeneration. J Periodontol 1996;67:543-53. 15. Cho MI, Lin WL, Genco RJ. Plateletderived growth factor- modulated guided tissue regenerative therapy. J Periodontol 1995;66:522-30. 16. Kaplan DR, Chao FC, Stiles CD, Antoinades HN, Scher CD. Platelet a-granules contain a growth factor for fibroblasts. Blood 1979;53:1043- 52.


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