Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un'arma contro la rassegnazione, la paura e l'omertá Peppino Impastato
mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolare Direttore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Settimo n• Nove Ottobre 2012
SVEGLIAMOCI, SI VOTA!
Quando andiamo a votare ricordiamoci di coloro che con la politica si sono arricchiti di Marcella Giammusso
"Al voto, al voto!". Ci risiamo, sono iniziate le campagne elettorali per l'elezione dell'Assemblea Regionale e del Presidente della Regione Siciliana e chi vedi nei grandissimi cartelloni pubblicitari? Sempre i soliti visi, i soliti nomi. Non riesco proprio a capire con che faccia certi politici che da tanti anni hanno governato Catania e tutta la Sicilia (con che risultati si vede) si candidino oggi all'Assemblea Regionale o addirittura alla Presidenza. Evidentemente hanno la convinzione che la gente avrà ancora fiducia in loro e li rieleggerà. Ma quello che non capisco ancora di più è come la gente comune, la gente che lavora, la gente che è stata
Notizie GAPA
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danneggiata, impoverita e schiavizzata da queste persone possa ancora pensare di votare coloro che hanno portato al dissesto economico la Sicilia. È vero che i candidati promettono mari e monti, favori, illusioni, ma è anche vero che non viene mai mantenuto nulla di quello per cui si impegnano. Allora cosa facciamo? Non andiamo a votare? No, non è questa la soluzione giusta. Dobbiamo votare perché è un nostro diritto, perché votare è l'unico modo per potere cambiare la nostra vita e quella dei nostri figli. Ma come facciamo a votare per le persone giuste? Non è difficile, basta rifletterci un po'. Attraverso internet ad esempio si possono avere tutte le notizie sui vari personaggi: quello che hanno fatto per la popolazione, quello che non hanno fatto e sopratutto quello che avrebbero potuto fare con cariche importanti come ministri, viceministri e sottosegretari. Quando andiamo a votare ricordiamoci di coloro
Basta! al degrado e all’abbandono 4-5
Intervista a Coppolino
che si sono arricchiti con i rimborsi dei partiti, di coloro che hanno sperperato milioni in consulenze inutili e di coloro che sono riusciti a far tornare indietro alla Comunità Europea milioni di euro perché non li hanno saputo spendere. Informiamoci anche sul passato di ogni candidato, per capire se è in grado di governare onestamente oppure no. Se un candidato ha processi in atto o addirittura delle condanne per mafia, per corruzione, concussione o altri reati contro la pubblica amministrazione pensate che sia il caso di votarlo? I danni contro la pubblica amministrazione ricadono sulla collettività e la collettività siamo tutti noi. Chi si appropria di beni comuni non è un furbo, ma uno che sta rubando a tutti noi. Informiamoci e diamo il voto a persone che hanno lavorato, che hanno rispettato il popolo e le leggi. Che s'impegnano a creare lavoro, a migliorare la scuola e la cultura, a rispettare la natura, ad aiutare i precari, a cercare un futuro migliore per i nostri figli.
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Cronaca di una violenza annunciata 7
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il “nuovo” che avanza
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bbiamo deciso di pubblicare alcuni nomi con foto dei candidati, che in questa tornata elettorale vi chiederanno il voto in questa città e in questo quartiere. Ma state attenti quando vi contatteranno o qualcuno vi darà i loro fac-simili, perché questi candidati hanno commesso reati o sono ancora indagati; ricordatevi che questi candidati, e non solo questi, sono gli stessi che hanno portato la nostra città e il nostro quartiere verso un disagio e un degrado morale.
Domenico Rotella, detto Mimmo, già condannato a due anni e 3 mesi per abuso d'ufficio. Prima consigliere alla provincia di Catania, poi deputato regionale, poi assessore al turismo del Governo Cuffaro.Uno dei principali artefici del fallimento della politica siciliana.
Marco Forzese, indagato nell'inchiesta sulle promozioni facili al Comune di Catania, già condannato dalla corte dei conti a risarcire il Comune di Catania con 4.850 euro, briciole del miliardo di euro di disavanzo causato da Scapagnini di cui è stato assessore ai servizi sociali.
La politica che noi vogliamo è una cosa molta seria: la politica dal basso, la democrazia partecipata, la condivisione dei progetti che le Amministrazioni vogliono portare avanti. Invece quella che conducono questi uomini ed altri come loro è soltanto per il proprio tornaconto e quello dei loro amici. E al momento del voto cercano di "comprarvi", promettendovi chissà che cosa, o per un pacco di spesa, una ricarica telefonica e tanto altro. Il voto è un atto di civiltà e di dignità, non fatevi comprare.
Cateno De Luca, arrestato durante la scorsa legislatura e indagato per tentata concussione e abuso d'ufficio tenta addirittura a candidarsi alla presidenza della Regione Siciliana. Alleato con "Forza Nuova" organizzazione di estrema destra xenofoba e nazifascista.
Giuseppe Arena, condannato dal Tribunale di Catania a 2 anni e 9 mesi e interdizione dai pubblici uffici per falso in bilancio: Miccichè e i suoi candidati... ma se interdetto dai pubblici uffici, perché lo hanno ricandidato?
foto e relativi testi sono stati rilevati dalla pagina facebook Pecore Sicule curata da Salvo Grillo - https://www.facebook.com/PecoreSicule
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appuntamento al campo gapa Tra giochi e qualche bagno i ragazzi ci chiedono spazio....
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di Miriana Squillaci
l tempo corre via velocemente se lo si spende con le persone e facendo le cose che ci piacciono. Così sono volati via i quattro giorni del campo GAPA a Linguaglossa, tra giochi e bagni a mare, tra turni di lavoro e momenti liberi, tante risate e anche qualche lacrima. Il tema di quest'anno, emerso durante una riunione con i ragazzi più grandi, è stato lo sport, inteso non solo come "lavoro fisico" ma soprattutto come lavoro di squadra. Troppe volte, infatti, dimentichiamo che lo sport è prima di un tutto uno grande gioco in cui collaborare è necessario, oltre che divertente. É proprio nel momento in cui si gioca insieme si capisce quanto ci si è persi restando chiusi in casa davanti alla televisione o al computer, e quanto, invece, si guadagna dalla collaborazione con gli altri.
Ma quest'anno al campo ci sono state anche delle simpatiche novità, come il dormire in tenda ed usare il compost-toilette (un bagno creato per non inquinare e "trasformare" i nostri "bisogni" in concime), che, dopo qualche diffidenza iniziale, è stato utilizzato senza nessun problema soprattutto dai bambini più piccoli, che, con grande spirito di adattamento, riempivano subito la paletta di terra per "tirare l'acqua". Ma come posso in così poche righe raccontarvi in maniera efficace quattro giorni di attività e sensazioni? Le parole in questi casi dicono davvero poco! Solo le immagini e l'esserci riescono, con grande semplicità, a lanciarci dei messaggi: i bambini e i ragazzi desiderano e chiedono a gran voce spazio! "Spazi fisici" per poter tirare qualche calcio ad un pallone o fare una gara di velocità, "spazi ideali" per poter dire la loro sulla realtà che li circonda. E noi siamo disposti a lasciare loro questi spazi? Forse grazie al loro aiuto
qualcosa potrebbe davvero cambiare, e forse è proprio questa possibilità a spaventare così tanto gli adulti che, al contrario dei piccoli, pur di non adattarsi ad un mondo diverso, continuano a sostenere che nulla può cambiare..., e intanto strappano via loro i luoghi dove poter continuare ad essere bambini, sognare e studiare, per costruire un mondo diverso dove ci sia spazio per tutti!
Quando il teatro aiuta a sconfiggere i pregiudizi… L'esperienza di "io + te = amore" al carcere minorile di Bicocca GAPA "Gruppo Teatro"
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utti noi abbiamo un'idea di qualcosa, a volte giusta, altre sbagliata. Beh, noi del gruppo teatro avevamo un'idea sul carcere minorile di Bicocca… avevamo, perché adesso la nostra idea è diversa. Quelle mura così alte, quelle finestre, quello che si sente dire in giro, nulla di tutto ciò ci faceva pensare bene di quel posto e di quelle persone. Poi ci è stato chiesto di mettere in scena "io + te = amore", lo spettacolo che ormai da più di un anno abbiamo presentato in diverse realtà, e tutto è cambiato. Quando siamo entrati ci aspettavamo di vedere chissà quale posto triste, e conoscere chissà quali persone, invece per noi tutto è stato una sorpresa. Dietro, o meglio dentro, quelle alte mura abbiamo incontrato ragazzi che nulla hanno di "diverso" da quelli con cui ogni giorno ci relazioniamo al GAPA, e che sono stati per noi davvero un grande pubblico. I loro problemi sono spesso gli stessi di quelli dei "nostri ragazzi": poche opportunità, niente servizi, niente scuola, niente lavoro, e la possibilità di fare soldi in maniera facile, una presenza mafiosa che nel nostro quartiere, come altri (i ragazzi erano la maggior parte di Librino e San
Cristoforo), è più forte di quella dello Stato. A sorprenderci però è stato soprattutto la "scoperta fisica"di quel micromondo: la presenza di un campo da calcio, di una biblioteca (per di più sistemata dai ragazzi), la possibilità di fare teatro, e la triste consapevolezza che le opportunità per questi ragazzi "stanno più dentro che fuori". Ma queste non sono le uniche sensazioni che ci sono rimaste dentro, sappiamo che non basta cambiare idea, abbattere un pregiudizio, conoscere un micromondo, perché in fondo "un carcere è sempre un carcere". Bisogna fare qualcosa di più ed offrire a questi ragazzi delle opportunità fuori e non dentro le mura di un carcere! Bisogna chiedere la presenza della scuola, la possibilità di trovare un lavoro, l'opportunità di esprimersi, di giocare, di conoscere nuova gente, la possibilità di ricominciare daccapo dopo aver commesso un errore, senza necessariamente essere "etichettati". Per questo sentiamo adesso ancora più forte la necessità di lavorare dentro il quartiere, di continuare un percorso che in questi anni ci ha permesso di incontrare tanti ragazzi e spesso molte ingiustizie ma che non per questo ci ha abbattuti. Adesso sappiamo, più che mai, che il teatro non è solo un modo per impegnare il proprio tempo, ma anche una grande opportunità di conoscere e dar voce a chi la voce è stata "rubata".
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BASTA! CON IL dEGrA
Negli antichi e storici quartieri degli Angeli Custodi e San Cristoforo, discariche e aree abban Discarica di via Zurria foto e testi di Domenico Pisciotta
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compreso tra Via Zurria, Via Cristoforo Colombo e Via Marano. Si tratta dell'ennesima costruzione iniziata e mai finita. Doveva diventare un parcheggio multipiano. I lavori sono fermi da anni, a causa di un contenzioso tra le ditte, incaricate della realizzazione, e una controllata di Acqua Marcia S.P.A., il cui ex presidente, Francesco Bellavista Caltagirone, è sottoposto alla misura della custodia cautela in carcere perché imputato per truffa aggravata ai danni dello Stato, nell'ambito dell'inchiesta sul porto turistico di Imperia. Lo spettacolo offerto agli abitanti è imbarazzante. Nel cantiere si scarica, illegalmente, materiale di risulta dell'edilizia e alcuni abitanti vi gettano ogni sorta di rifiuto. In tale contesto di degrado, i fruttivendoli di via Marano si sono impadroniti dell'unica costruzione coperta, all'interno del cantiere, destinandola a deposito della frutta e garage. Il proprietario di un immobile confinante ha, invece, allestito un balconcino sul tetto del "deposito dei fruttivendoli". Il Comune ha dichiarato che la messa in sicurezza del cantiere spetta alla proprietà dello stesso. L'Acqua Marcia, alla nostra redazione, ha affermato che, nel più breve tempo, vi provvederà.
Mentre eseguivamo il sopralluogo, un'abitante del quartiere ci ha detto: Questa situazione dura da più di due anni. Ora ci sono topi, muschitti e gatti. ….in effetti questa recinzione non è sicura… …. siccome io sono un po' malandrina sai che farei: io sti cosi i pigghiassi e li butterei tutte là sotto. Ma non è pericoloso per i bambini che giocano? E per le macchine che passano? Avete fatto la domanda al Comune per mettere in sicurezza? Abbiamo fatto tutto, e non fanno niente. …. Si è vero il Sindaco ha detto che non è di competenza dell'amministrazione comunale. ….allura è inutile che andiamo al Comune. Sotto il manufatto di cemento che ci fanno quella macchina e quelle cassette della frutta? Cos'è un deposito? Si lo sappiamo, abbiamo fatto le denunce ed è venuta la polizia. Hanno cominciato con questo schifo quelli della frutta. Lo utilizzano come magazzino e la frutta marcia, la munnizza e tutte cose le buttano qua. Lo abbiamo detto ai fruttivendoli. È venuta la polizia e hanno chiuso i cancelli, e pensavano che la situazione si fosse risolta. Ma appena la polizia ha furiatu l'angolo, chiddi rapenu regolarmente e questo posto la stanno utilizzando anche come garage. Mettono macchine. Hanno fatto quello che hanno voluto questi della frutta. Ma oltre all'immondizia e alla frutta gettano anche materiale di risulta dell'edilizia? Si, si si si si, vengono con i camion e scaricano regolarmente ….l'altro giorno è venuto il presidente della Municipalità e ha minacciato di chiudere il cancello con un catenaccio a costo di non far usare più la piscina se non si mette tutto in sicurezza. Io abito qua sopra e mi vedo ogni giorno questi "spettacoli". …. Stu fetu e sta munnizza chiamunu i muschi di settembre che mi parunu kiu spacciati di l'autri…. Lo stato del cantiere è balzato, dopo anni, agli onori della cronaca dopo alla denuncia dell'On. Licandro. É scoraggiante che la politica si accorga dell'esistenza dei quartieri popolari solo all'approssimarsi delle elezioni,e nella fattispecie uomini di sinistra che se ne servono come strumento di propaganda contro l'Amministrazione Comunale. Lungi dal difendere l'operato di un'Amministrazione che tanto non ha fatto per la città, pretendiamo una politica che realmente urli, si batta, s'incateni e chiuda cancelli, per 365 giorni l'anno, per garantire l'interesse comune.
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AdO E L’ABBANdONO
ndonate proliferano con il silenzio complice di un Comune indifferente e che non da risposta tato e costruito con i soldi pubblici sistematicamente viene abbandonato, un po Area verde via De Lorenzo testi di Giovanni Caruso, foto di Alessandro Romeo
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alla mano di Melissa la piccola lumaca viene posata su quello che doveva essere un prato. Doveva essere un bel prato, tanto da invitarti a sdraiarti odorando i profumi della campagna. Il ritratto appena descritto potrebbe farci pensare che ci troviamo in aperta campagna o sulla nostra bellissima Etna, e invece no, ci troviamo nell'area verde attrezzata di via De Lorenzo nel quartiere di S. Cristoforo, Catania. In questo luogo qualche anno fa il Comune di Catania progettò nell'ambito del Piano integrato per S. Cristoforo Sud un'area verde attrezzata con parco giochi e addirittura degli avveniristici pannelli solari che servivano all'auto mantenimento energetico. Ma come ormai è di abitudine tutto ciò che viene progettato, appal-
da per tutto nella città ma soprattutto nei quartieri popolari e così anche a S. Cristoforo. Piazza don Puglisi, Piazza don Bonomo e l'area verde di via De Lorenzo, dove il 29 settembre Legambiente ha scelto per la giornata "Puliamo il mondo" e per la prima il nostro quartiere. I volontari di Legambiente, il GAPA, un netturbino del Comune di Catania, gli abitanti della zona e perfino il parroco di S. Cristoforo don Ezio, si sono attrezzati di guanti, sacchetti, scope, zappe e zappette per pulire un luogo del tutto abbandonato e vandalizzato. Così con le carriole si sono tolte panchine e tavoli divelti, una grande quantità di plastica, enormi siringhe utilizzate per dopare i cavalli sfruttati per le corse clandestine, tagliata l'erbaccia e cancellata un'oscena svastica e croce celtica dalle pareti del parco e infine piantato qualche pianta qua e là. Tutto questo fra i nitriti dei cavalli che abitano le stalle abusive a pochi metri dal parco.
Ma leggiamo cosa hanno risposto alle nostre domande alcuni abitanti della zona. Sig. G: "Iu staiu cà da 3000 anni!... e chi ci mannu ca' i me figghi a' jucari… sta schizzannu lei?" Ma se fosse curato li manderebbe? Sig. G.: "cettu fussi n'autra cosa!". E in questo caso gliel'avrebbe detto a quelli delle stalle abusive di andare via da qua? Sig. G.: "A' cu i' ssicuta chisti cà? Pi non parrari di chiddi ca trasunu chi moti pi fari motocross". Lei non sapeva di questo posto? Lo conosceva? Netturbino sig. A: "Cettu… ju nascii cca!" I suoi colleghi non sanno che dovrebbero venire a pulire anche qui? Netturbino sig. A: "Ora c'è il coordinatore, parli con lui!" E il coordinatore non sa di questa situazione? Netturbino sig. A: "Cettu… non lo so, penso di si…" Perché non riusciamo a tenere pulito un bene comune? Perché chi dovrebbe controllare e pulire abbandona all'illegalità, allo spaccio e al vandalismo? Perché gli abitanti devono avere paura di portare a giocare i loro figli in questo luogo? O a godere il piacere di una bella giornata all'aria aperta? Perché è questo quello che succede nelle piazze e in questo parco a S. Cristoforo. Eppure se andate sul sito del Comune di Catania sembrano dei luoghi magnifici. Chiaramente chi ci governa dà la colpa di tutto questo agli abitanti: "Sono ignoranti, sporchi, non si meritano niente!". Secondo noi questi luoghi sono nati soprattutto per appaltare, per agevolare le gettate di cemento che gli architetti chiamano "giardini minerali" e tutto questo per il consenso elettorale. Persino Piazza don Bonomo di fronte all'oratorio è stata vandalizzata e abbandonata a sè stessa. Ma questo fino a ieri, perché giorno 29 a pochi passi da dove noi pulivamo, in Piazza don Bonomo si preparava un "grande spettacolo", infatti la municipalità aveva provveduto a pulire le pareti circostanti la piazza, e il personale dell'oratorio montava gazebi e fronzoli vari per rendere "più bello che mai quel luogo" e magari qualcuno avrà detto agli spacciatori della zona: "ppa sta sira e dumani non dovete venire, ci viene a trovare il sindaco". Infatti il pomeriggio del 29 arrivano il sindaco di Catania, i rappresentanti della Provincia e i vari notabili della città per inaugurare la fiera dell'artigianato promossa dai salesiani e dalla "Fondazione per il Sud", ma tutto con un sapore, visto il periodo, di campagna elettorale. Dobbiamo pensare che anche fra le piazze "ci sono figli e figliastri"?
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intervista a coppolino, presidente i municipalità Giovanni Caruso
Dalle denunce degli abitanti si evince che il Comune non abbia fatto nulla, sia per mettere in sicurezza l'area né tanto meno per bonificarla. Come pensa di risolvere il caso la Prima Municipalità? In merito alla discarica abusiva adiacente la Via Zurria lo scrivente è stato il primo in assoluto a denunciare i fatti alla Questura e alla Procura della Repubblica, prima ancora che se ne accorgessero i pochi residenti della zona, l'opinione pubblica e i media! Ancora sto aspettando fatti concreti dalle Istituzioni competenti a vari livelli. Le posso solo dire, secondo gli atti in mio possesso, che il direttore del settore sport del Comune di Catania ha diffidato la ditta proprietaria dell'immobile a provvedere a sgomberare l'area. In riferimento allo scempio edilizio, la mia posizione è stata sempre nitida e coerente, tant'è che mai nessuno, comprese le testate giornalistiche scandalistiche più agguerrite, abbia avuto mai da ridire sul fatto che il sottoscritto denunci e disapprovi quanto realizzato su Via C. Colombo. Dalle foto e i filmati prodotti dalla nostra redazione, è evidente che privati, in modalità del tutto illegale, utilizzano l'area senza alcun titolo e autorizzazione, ed inoltre si vedono costruzioni e strutture costruite, anche queste senza autorizzazione. Gli abitanti mostrano un evidente disagio per via dei cattivi odori, sentono la pericolosità del luogo, sopratutto per i loro figli, e denunciano la mancanza di igiene, per esempio la presenza di ratti. Cosa intende fare il presidente della Prima Municipalità? Si figuri che da poco sono andato personalmente al Commissariato di polizia di Via Poulet per denunciare dei fatti accaduti sul territorio ed appena arrivato sul posto, mi è stato riferito che da diversi mesi manca la figura del Commissario. È mai possibile? A questo punto ho scritto alle autorità competenti! Da uomo delle istituzioni, attendo fiducioso una risposta concreta. Tornando alla sua domanda, al fine di risolvere il pericolo per i passanti in Via Zurria, sto pensando di intervenire a titolo personale, in tutti i sensi (a mie spese), non avendo a disposizione né strutture, né mezzi finanziari pubblici per isolare l'area; è importante che la gente lo sappia che il Consiglio di quartiere e il suo presidente non hanno risorse finanziarie proprie né mezzi di intervento, altrimenti potrebbero pensare che le cose non si risolvono per cattiva volontà di questi ultimi... mi raccomando lo dica ai suoi lettori! Il consiglio di quartiere, nonostante ci sia una legge del 2008 che affida poteri specifici, in atto l'amministrazione ha deciso che le Municipalità non debbano funzionare a dovere; siamo un organo solamente consultivo e non esecutivo!
Avrei avuto il piacere di farle queste domande di persona, credevo di incontrarla sabato scorso in occasione della giornata organizzata, dal GAPA e "Legambiente" presso l'area verde attrezzata di via De Lorenzo, ma lei non c'era, mentre è venuto un suo consigliere, più precisamente, il signor Privitera. È in merito ci siamo chiesti: perché un Consigliere della Prima Municipalità tiene le chiavi del cancello della suddetta area? Per altro, senza averne cura, visto che l'area è abbandonata al vandalismo, lo spaccio, e alle bande che scorrazzano con i motorini dentro un'area adibita al gioco dei bambini e allo svago degli adulti. Non vorremmo sentire dagli amministratori che la colpa è degli abitanti, che invece lamentano la mancanza di controllo da parte vostra - vedi i vigili urbani, che sostano in via Zurria senza farsi vedere mai nel quartiere e tanto meno nelle piazze, che l'istituzione ha consegnato allo spaccio di droga. Allora le ripeto, qual è il senso che un consigliere tenga le chiavi di un cancello, che chiude un luogo pubblico, se poi non controlla e non denuncia le illegalità istituzionali e non, che avvengono in quella area. Per non parlare di piazza Don Bonomo e piazza Don Puglisi, al buio da due anni, così come denunciano cittadini e cittadine? Mi dispiace contraddirla ma sabato scorso non sono stato invitato da nessuno, per cui non potevo sapere dell'iniziativa di Via De Lorenzo. Già ho denunciato il problema nel 2008, appena insediatomi nella qualità di Presidente della Municipalità, senza ottenere ascolto dalle decine di assessori che si sono avvicendati nei diversi mesi a seguire. Mi fu risposto che non ci sono soldi per riparare un'area realizzata con un finanziamento comunitario specifico di diverse migliaia di euro. Che le chiavi dell'area le tenga un consigliere lo sto apprendendo da voi ed in ogni caso (non nella veste di consigliere, ma nella veste di semplice cittadino residente, padre di famiglia) non lo reputo un male; è una persona che si interessa di quella zona, non essendoci alcuna vigilanza da parte del Comune, credo che i residenti, di comune accordo col sig. Privitera, al fine di evitare ulteriori atti vandalici, hanno ritenuto opportuno di chiudere il cancello, anche per evitare che donne e bambini si potessero fare male con le diverse pietre e vetri taglienti che ci sono sul suolo. La bambinopoli per come è stata ridotta era inservibile! Anche io mi potrei chiedere come mai se c'è il Gapa in Via Cordai, che fa delle lodevoli azioni di volontariato sul quartiere, ancora esiste lo spaccio, la delinquenza e il vandalismo? La risposta la conoscete benissimo! Le garantisco che tutto il consiglio a voce unanime denuncia il persistere di illegalità e di carenza di forze dell'ordine (comunali e statali) sull'intera area (non lo dico a voce, ma parlano gli atti)!
rutta pi rutta, rumpemula tutta! Durante la distribuzione del giornale, alcuni abitati e negozianti di via Plebiscito ci hanno raccontato una storia curiosa
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Domenico Pisciotta
gni sera, sul tardi, via Plebiscito è percorsa da un mezzo dell'amministrazione comunale per pulire le strade. In genere, il mezzo resta sulla carreggiata e un addetto, munito di scopa, provvede a spazzare i marciapiedi. In tal modo quanto raccolto dall'addetto è condotto sulla carreggiata, dove è aspirato dal mezzo. Ma ciò non avviene sempre. L'11 settembre il mezzo è salito sul marciapiede! Forse con l'intento di pulire in maniera più veloce ed efficace, la manovra ha provocato un danno evidente. Il marciapiede era ricoperto di mattonelle che, a causa del passaggio delle spatole del mezzo, sono saltate. Ciò inserito in un contesto di assenza totale di manutenzione condurrà nel breve a una totale distruzione della superficie. Gli abitanti allarmati da tale prospettiva hanno chiamato, più volte, l'ufficio manutenzione del Comune. Mai nessuno è venuto. Intanto, i passanti inciampano e l'immagine del degrado si estende. Le piogge contribuiranno a ingigantire il danno. Grazie Comune per una pulizia così efficiente.
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cronaca di una violenza annunciata
di G. C. - I Siciliani giovani
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uando entrate in via del Plebiscito a Catania e andate verso il mare, incrociate, sulla vostra destra, una via che richiama un antico mestiere, via Cordai. È stretta tra due file di case basse che trasudano povertà, in un contesto umano e sociale vivo e che narra l'antichità del quartiere di San Cristoforo. La strada, di consumato basalto lavico, racconta le vite quotidiane di uomini e donne e di tanti bambini che si affollavano, durante l'anno scolastico, al numero civico 59, sede centrale della scuola media Andrea Doria. Adesso la via Cordai è orfana del vociare dei ragazzini e del chiamare, forse un po sguaiato, delle ragazze madri. Chi ha rotto questa armonia di rumori? Quel fragile equilibrio democratico, chi l'ha spezzato? Quale scellerata decisione ha distrutto quel presidio di istruzione, di creatività, di cittadinanza attiva unico argine a difesa della Costituzione? Chi ha voluto consegnare gli adolescenti all'illegalità diffusa e alla "mafia sociale"? Tante domande, troppe domande, ma tutte hanno una risposta che vogliamo trovare insieme a voi lettori. Mentre voi ci pensate, noi vogliamo ricordare i momenti difficili ed emozionanti di questa scuola in questo quartiere. E così ricordiamo Melina Di Fazio, che guidava le giovani "donne madri", che da San Cristoforo a piazza Duomo davano lezioni di orgoglio e dignità ai "tromboni" servi di Scapagnini e di un potere politico sbriciolato. Donne che occuparono un luogo che gli apparteneva e lo difesero col potere della parola, e nella logica del giusto. Che vinsero e ottennero il diritto di avere la loro scuola nel loro quartiere. Queste stesse donne formarono un gruppo politico e civile e affrontarono le elezioni del consiglio di quartiere. Ignorate da una "società civile" borghese, troppo occupata a stabilire chi fosse più progressista e solidale, e dai partiti della cosiddetta sinistra che litigavano fra loro mentre la destra vinceva regalando uno o due giorni di "ricchezza" in cambio di un voto. Quelle donne furono sconfitte e con loro tutto il quartiere, e noi con loro. Scoraggiate e deluse, quelle donne tornarono alla rassegnazione. Magari qualche becero "galoppino" gli avrebbe regalato, chissà, un giorno di ricchezza o la promessa di un giorno di lavoro. Altri anni, altro sindaco, stessa morosità, stessi sfratti, stesse "giustificazioni": "Troppi sprechi! Cittadini, bisogna risparmiare! Stringere il cordone della borsa! Troppi affitti di scuole da pagare!". Regola valida per le scuole, ma non per i palazzi affittati (con pigioni milionarie) per metterci uffici pubblici, nonostante il Comune possegga tanti immobili abbandonati al degrado. Ma le colpe non sono solo di questi scellerati amministratori, ma anche delle lotte intestine fra dirigenti scolastici, più o meno protetti dai
politici di turno. Una guerra tra poveri dove le vittime erano e sono adolescenti e bambini. Per cosa? Per un potere in più, sotto forma di "Istituto Comprensivo". Ora la scuola non c'è più, c'è solo una catena che chiude un cancello, e una voragine in mezzo alla strada di fronte. Quando pioveva i bambini ci giocavano - inconsapevole simbolo di un abbandono antico. E che fine faranno i tanti progetti di formazione per le mamme? E la banda musicale della scuola? E il progetto "Libera scuola in libera stampa" con le pagine autogestite dai ragazzi nel giornale del quartiere, I Cordai? Le vollero chiamare New Boys, quelle pagine, le ragazze e i ragazzi della scuola media. Si misero a raccontaci il loro quartiere, la loro scuola, come li avrebbero voluti; ma anche la violenza dello spaccio di droga e le vite distrutte di ragazzi come loro. Ora non possono raccontare più. "Fa più paura la scuola, alla mafia, della giustizia stessa". Lo disse Antonino Caponnetto, il capo dei giudici di Palermo, tanti anni fa. Ma ormai chi lo ricorda? Così, cari lettori, forse abbiamo risposto a quelle domande iniziali. Ma non ci dà soddisfazione, perché in quella strada la nostra scuola non c'è più. C'è un altro pusher, che "prende servizio" ogni sera alle venti. Vende droga e ingrassa la mafia e forse "campa la famiglia", ma sicuramente è andato poco a scuola. E allora, chi ha vinto a San Cristoforo? Lo Stato, cioè noi, o le mafie e la politica cattiva?
Lo stato attuale dell'IC A. Doria
La causa della chiusura della scuola non è stato solo lo sfratto, a questo problema si è aggiunto il calo delle iscrizioni perché molti alunni sono rimasti alle ex scuole elementari “Battisti” o “Tempesta”, diventate nel frattempo istituti comprensivi, dotate quindi di proprie sezioni di scuola media. Possiamo dire con certezza in merito agli alunni già frequentanti che sono transitati per la maggior parte nel plesso di Via Della Concordia (che infatti sta per esplodere) o in quello di Via Case Sante. Per quanto riguarda l'avvicendarsi dei dirigenti, dal momento che l'Istituto Andrea Doria è "sottodimensionato", non ha cioè il numero di alunni previsto dalla legge per rimanere autonomo, non ha più diritto ad un Dirigente titolare, bensì deve accontentarsi di un reggente. Per questo motivo la Dirigente dello scorso anno è stata trasferita, e alla Doria è stato mandato come reggente il dirigente Santo Molino, titolare presso l' I.C. "Pestalozzi". Inoltre questo metterà a serio rischio tutti i progetti e laboratori che sifacevano nella sede centrale e nelle altre sedi. Come la banda musicale della scuola o il progetto "Libera stampa libera scuola" in collaborazione con il giornale di quartiere " I Cordai".
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SChEGGE dI STOrIA CATANESE
a cura di Elio Camilleri C’era una volta la Legge e Caronda
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'era una volta tanti, tanti anni fa, circa 2800, una persona che aveva quasi un'ossessione: dalla mattina alla sera di tutti i giorni che ebbe la sorte di vivere non faceva che pensare alla legge, alle cose giuste da fare e a quelle sbagliate e riprovevoli da evitare. Si chiamava Caronda e da Catania, dove nacque, andò in giro per tutta la Sicilia, acquistando grande fama di sapiente e di saggio fino a quando la sua città lo richiamò per mettere un po' di cose a posto. Caronda volle che i catanesi tutti conoscessero le leggi, almeno quelle più importanti, quelle che riguardavano le regole da seguire quotidianamente per vivere sereni e tranquilli è così le scrisse in forma semplice ed essenziale, chiara e comprensibile sì da essere imparate a memoria ed interiorizzata da tutti. Volle difendere l'istituto familiare, scoraggiare le separazioni e nuovi matrimoni anche a seguito della vedovanza, obbligando, eventualmente, a contrarre nuovo matrimonio con una persona più anziana del precedente coniuge; ritenne di proteggere gli orfani, assegnandoli ai parenti di parte materna e affidando la gestioni dei beni ai parenti di parte paterna. Ideò e applicò curiose forme di punizione: a quelli che volevano sottrarsi al servizio militare li obbligò a restare per tre giorni nella pubblica piazza vestiti da donna, ai calunniatori li obbligò a circolare in pubblico con in testa una corona di tamerici. Chi avesse l'ardire di proporre "emendamenti" alle sue leggi doveva presentarsi in assemblea con un cappio al collo che lo avrebbe soffocato nel caso in cui l'emendamento fosse stato respinto: si racconta che un marito abbandonato dalla moglie riuscì a fare approvare un emendamento con il quale si impediva alla moglie di sposarsi con una persona più giovane. Obbligò la città a provvedere all'istruzione dei fanciulli e questo fu il primo Redazione “i Cordai” Direttore Responsabile: Riccardo Orioles Reg. Trib. Catania 6/10/2006 nº26 Via Cordai 47, Catania icordai@associazionegapa.org - www.associazionegapa.org tel: 348 1223253
caso di "scuola pubblica". Tra le norme da lui scritte c'era quella che vietava di presentarsi armati in assemblea; Caronda, un giorno, tornato da una perlustrazione in cerca di ladri, non si accorse che era entrato in assemblea armato della spada. Avendoglielo fatto notare, secondo la leggenda, non esitò a estrarre la spada e a trafiggersi mortalmente.
Stampato dalla Tipografia Paolo Millauro, Via Montenero 30, Catania Grafica: Massimo Guglielmino Illustrazione copertina: Ivana Parisi Foto: Miriana Squillaci, Alessandro Romeo, Domenico Pisciotta
Hanno collaborato a questo numero: Giovanni Caruso, Toti Domina, Marcella Giammusso, Paolo Parisi, Sonia Giardina, Domenico Pisciotta, Elio Camilleri, Miriana Squillaci