testure
girolamo de simone
Testure musicali e densitĂ - seminario -
Introduzione alla trascrizione nella didattica musicale di Girolamo De Simone
www.girolamodesimone.com
“Testure musicali” • È un corso autorizzato dal Miur, Dipartimento per l’Istruzione, Direzione per il personale scolastico – Ufficio VI • L’attivazione del corso è stata richiesta dall’IC “Matilde Serao” di Volla – Napoli • L’obiettivo è “valorizzare le pratiche di adattamento, semplificazione, trascrizione dei repertori” Nota prot. 9608 22-11-2011
Il corso è articolato in: 1 - seminario in presenza (4 ore) 2 - iscrizione al Forum sul sito www.testure.it Il sito resterà attivo per almeno due anni scolastici
3 - condivisione lavori e attivitĂ di divulgazione
1- Seminario in presenza • Definizione della nozione di “testure” • Esplorazione della nozione e suoi caratteri • Tipologie: variazione, trascrizione, trascrizione didattica. • Tipologie / 2: parafrasi, facilitazione di un brano, adattamento didattico, versione da concerto, reinvenzione, etc. • Estetica della mutazione delle forme
2 - Iscrizione al Forum sul sito • Collegarsi al sito dell’Istituto Serao: www.icserao.it e cercare sull’home il link al corso “Testure” • In alternativa collegarsi direttamente al sito del corso: www.testure.it • Esplorare il sito ed iscriversi al Forum
3 - Condivisione lavori e attività di divulgazione • Nella sezione ‘Trascrizioni didattiche’ sarà possibile inserire i lavori dei corsisti • Occorrerà scaricare il documento liberatorio di autorizzazione alla riproduzione on line per finalità di “insegnamento e ricerca” e inviarlo firmato all’indirizzo di posta elettronica: girolamo.desimone@istruzione.it • Successivamente occorrerà inviare al seguente indirizzo il file PDF contenente sia la partitura per le geometrie concordate durante il corso sia le parti staccate del brano: ………
Cosa significa “testure”? • In music, texture is the way the melodic, rhytmic and harmonic materials are combined in a composition (Bruce Benward & Marilyn Saker, Music in Theory and Practice, 2003).
• La testura musicale è il modo in cui vengono combinati i materiali melodici, ritmici e armonici di una composizione. • ‘Testura” è quindi la struttura / trama / organza / densità di una composizione
altra definizione • “La testura della musica consiste di tutti i suoi componenti sonori; essa è condizionata in parte dal numero di quei componenti sonori che operano in simultaneità o in sovrapposizione, le sue qualità sono determinate dalle interazioni, interrelazioni e relative proiezioni e sostanze delle linee componenti o di altri fattori sonori componenti”. (Wallace Berry, Structural Funtions in Music, 1987, citato in Loris Azzaroni, Canone infinito, Bologna 1997, Clueb)
ulteriore definizione Elementi principali di un pezzo possono essere:
melodia armonia testura timbro ritmo (Reginald Smith Brindle, La composizione musicale. Orientamenti didattici, Milano 1992, Ricordi)
Mentre dedichiamo grande attenzione agli altri elementi di un brano, generalmente ne trascuriamo la testura • Eppure la testura descrive la densità, o spessore, e il range, l’estensione, o larghezza tra frequenze alte e basse; descrive inoltre il numero di voci, o parti, e il rapporto tra queste voci. La densità della ‘testura’ può quindi essere influenzata dal numero e dal carattere delle parti, dal timbro degli strumenti o dalle voci che suonano queste parti e dall'armonia, dal tempo e dai ritmi utilizzati. (Bruce Benward & Marilyn Saker, Music in Theory and Practice, 2003).
• La testura interagisce con gli altri elementi e può quindi rafforzare o indebolire una composizione
quindi …
‘Testura’ è la struttura / trama / organza di una composizione, ciò che ne determina la ‘densità’
Densità • Pertanto quando interveniamo su un brano (variazione, semplificazione, adattamento, trascrizione, parafrasi, versione da concerto, tecniche varie di permutazione) è opportuno in primo luogo tener conto della testura; • E in primo luogo è opportuno intervenire sulla densità della composizione dalla quale partiamo; • La densità è un carattere della testura. • Tale intervento, in fondo, è in ogni caso di natura compositiva, benché appaia calato nella pratica • Più l’intervento è originale, creativo, immaginativo, più la trascrizione si allontana da una semplice versione facilitata e si avvicina ad una vera e propria reinvenzione dell’originale, comportando una appropriazione estetica
Efficacia • Dire che il nostro intervento è ‘di natura compositiva’ non significa però che per fare trascrizioni didattiche occorra necessariamente essere diplomati in composizione, ma affermare che sia opportuno assumere un atteggiamento creativo / immaginativo dal quale procedere allo sviluppo dei materiali di partenza. Il riferimento storico che descrive questo atteggiamento è stato teorizzato da molti esponenti del movimento Fluxus, e in Italia, segnatamente, da Giuseppe Chiari. Una repository di riferimento per reperire molti materiali su questo atteggiamento è: www.konsequenz.it/accessodocumenti.it
• Occorre concretamente scendere nella pratica, e scegliere un codice/criterio tra i tanti possibili, al fine di ottenere un intervento efficace. Cioè il brano deve ‘rendere’ e ottenere una ricaduta sia didattica che performativa
Semplicità • Presupposto dell’intervento di trascrizione è quello di essere in grado di valutare le possibilità esecutive (strumentali o vocali) dei giovani alunni / allievi • Strategia didattica privilegiata è quella di semplificare le aquisizioni teoriche scritturali tipiche della composizione occidentale
Approfondimento • Abbiamo detto che la densità è un carattere della testura. Ma come possiamo definirla meglio? • In realtà la nozione di densità è di natura concettuale: aumento della densità non significa necessariamente moltiplicazione dei segni di notazione, o delle tipologie strumentali: non coincide necessariamente con la ‘complessità’ del segno musicale • La densità di una composizione può risiedere anche in alcuni parametri ‘astratti’, di comunicazione di senso
Formuliamo alcuni esempi
PETZOLD-BACH, Minuetto in sol
BACH, Concerto per due clavicembali in do min
Non esiteremmo a definire piÚ densa la seconda pagina‌
WEBERN, Variazioni per pianoforte op. 27 Eppure qui, confrontando il medesimo concerto con le Variazioni di Webern, esiteremmo: la densità può essere anche ritmica, o appartenere alla dimensione dei silenzi, o di un gioco complesso tra altezze risultanti dalla permutazione tra suoni
VIVALDI, Concerto in mi bemolle maggiore
SCELSI, Aitsi, per piano amplif.
In questo esempio Scelsi / Part possiamo confrontare densità percettiva (dovuta alll’uso della tecnologia) e densità emozionale (dovuta all’uso delle sospensioni)