I Grandi Vini Maggio/Giugno 2019

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N. 108

2019

LE MANZANE

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Quando il Prosecco è una questione di famiglia

FOCUS Il rilancio italiano passa 1 dall’enoturismo


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N.

108 MAGGIO/GIUGNO 2019 Anno XV

W

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IN COPERTINA - LE MANZANE

EDITORE Wom srl Via Toscana 50/3 • 53035 Monteriggioni (SI) Tel. 0577 1606999 • info@womcom.it Registrazione Tribunale di Grosseto n° 9 del 02/11/2005 DIRETTORE RESPONSABILE Giovanni Pellicci DIRETTORE EDITORIALE Fabrizio Barbagli ART DIRECTOR Linda Frosini TRADUZIONI a cura di Tiziana Di Filippo, Mariavera Speciale HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Stefania Abbattista, Luca Barbagli, Elisa Berti, Lorenzo Bianciardi, Claudia Cataldo, Marina Ciancaglini, Martina Ciliani, Veronica Costa, Cecilia Filoni, Emanuele Gorelli, Carlotta Lettieri, Chiara Martinelli, Valentina Merolli, Francesco Monnecchi, Alessandra Moro, Tommaso Nutarelli, Myriam Zangari

ACCOUNT Stefania Abbattista - stefania@igrandivini.com Elisa Berti - elisaberti@igrandivini.com Elisabetta Caliari - e.caliari@igrandivini.com Laura Dami - l.dami@igrandivini.com Tiziana Di Filippo - t.difilippo@igrandivini.com Francesco Dotto - f.dotto@igrandivini.com Carlotta Lettieri - c.lettieri@igrandivini.com Chiara Martinelli - c.martinelli@igrandivini.com Giulia Spolidoro - g.spolidoro@igrandivini.com STAMPA Petruzzi Via Venturelli, 7 - Città di Castello (PG)

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ENOTURISMO MOTORE DEL RISCATTO ITALIANO Quattordici milioni di persone ed un giro di affari intorno ai 2,5 miliardi di euro. E’ quanto vale oggi il settore enoturistico italiano con la speranza che, anche grazie alla nuova normativa tanto attesa dagli operatori e le idee che stanno bollendo in pentola, si possa soltanto migliorare. Partendo da un argomento trasversale e molto importante per il settore, I GRANDI VINI INAUGURANO CON QUESTO NUMERO UN NUOVO PERCORSO DI APPROFONDIMENTO CHE CI PORTERÀ OGNI NUMERO A SCEGLIERE UN TEMA DA TRATTARE IN OGNI SUA DECLINAZIONE, ampliando i nostri confini abituali e arrivando a toccare il turismo, appunto, ma anche in futuro la scienza, l’arte, l’architettura ed altro ancora. Partendo da come il fenomeno dell’enoturismo vada ormai ben oltre le iniziative periodiche di Cantine Aperte, descriveremo i diversi approcci degli addetti ai lavori, da quelli istituzionali a quelli privati, presentandovi le proposte, gli spunti e le idee per scoprire la nostra meravigliosa Italia, percorrendo itinerari fatti di gusti, storie e sapori. Per capire quale sia lo stato dell’arte, ABBIAMO SVILUPPATO UN RICCO VIAGGIO CONVERSANDO CON PROFESSIONISTI ED INTERPRETI, ASSOCIAZIONI E PRODUTTORI, SCOPRENDO NUOVE FIGURE PROFESSIONALI E MESTIERANTI CON LUNGHE ESPERIENZE ALLE SPALLE, COSÌ DA OFFRIRVI UNA GUIDA COMPLETA ALLA COMPRENSIONE E ALL’APPLICAZIONE DELLE NUOVE NORME. Troverete anche una road map di appuntamenti che si snoderanno lungo lo stivale nei prossimi mesi fino all’autunno. Colpiscono la varietà e la ricchezza di quello spirito d’iniziativa made in Italy che già di per sé rappresenta un patrimonio da tutelare. Questi mesi estivi che stiamo per vivere rappresenteranno un primo banco di prova per capire quanto le nuove norme in materia di enoturismo possano realmente costituire una spinta verso l’ulteriore decollo di questo strategico segmento dell’offerta turistica italiana. Nelle parole di Paolo Morbidoni, presidente della Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori e protagonista del Faccia@Faccia di questo numero, si può cogliere l’enorme potenziale di cui disponiamo e che dobbiamo essere bravi a valorizzare al meglio. A Montepulciano, dal 7 al 9 giugno, si parlerà di come dare gambe ad una strategia nazionale del settore rivolta ai mercati stranieri e di un’aggregazione di un’offerta turistica capace di contemplare tutte le parti coinvolte. Un progetto ambizioso e stimolante che seguiremo da vicino nella sua elaborazione ed applicazione, nella speranza che anche su questo ambito l’Italia possa giocarsi la carta del rilancio. Giovanni Pellicci g.pellicci@igrandivini.com 5


Cover Story Le Manzane: una perfetta sinfonia tra qualità, passione, tutela del paesaggio e solidarietà. Con un direttore d’orchestra d’eccezione.

SOMMARIO Maggio - Giugno 2019

L’EDITORIALE Enoturismo motore del riscatto italiano

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a cura di Giovanni Pellicci

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ULTIME DAL MONDO DEL VINO

SOCIAL WINE

Anticontraffazione: nasce

“FOLLOW ME!”

la prima banca dati isotopica privatistica dei vini italiani Eventi: Verona ospiterà

Tutti possono pensare di essere influencer,

il Congresso Nazionale Ais a cura di Giovanni Pellicci

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pochissimi sanno davvero come si spostano i

POLITICA NEL VINO

LOTTA AGLI UNGULATI IN TOSCANA È SCONTRO TOTALE

consumi e si dà vita ad un trend a cura di Elisa Berti

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Il Tar regionale ha bloccato le azioni previste

L’INCHIESTA

l’alta stagione del turismo del vino?

Dalla Calabria al Canada con furore.

PROFESSIONE VINO

L’obiettivo è facilitare i percorsi legati

LUCIA TELESCA

enoturistici nella regine calabra ampliando

Da sommelier a wine writer, storyteller e guida

gli orizzonti

enoturistica

a cura di Tommaso Nutarelli

a cura di Martina Ciliani

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20 FACCIA@FACCIA

VINO E TERRITORIO Un legame che punta ad essere sempre più forte. Con la federazione italiana strade del vino, dell’olio e dei sapori si va verso un modello di “enoturismo” italiano sempre più riconoscibile a cura di Carlotta Lettieri

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valorizzare il patrimonio enogastronomico del territorio a cura di Tommaso Nutarelli

CALABRIA

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Semplificazioni fiscali e start-up: pronti per

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ha unito sotto di sé cinque strade del vino piemontese, con l’intento di espandersi per

a cura di Giovanni Pellicci

WINE AND TRAVEL ITALY

a cura di Claudia Cataldo

La neonata Federazione delle Strade del Vino

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dalla legge regionale

ENOTURISMO, UN PO’ VINO E UN PO’ TURISMO

PIEMONTE

L’UNIONE FA LA FORZA

FRIULI VENEZIA GIULIA GUSTO E DINTORNI

UN DECRETO PER MANGIARE IN CANTINA

I PASSI DA GIGANTE DELL’ENOTURISMO FRIULANO

Nuovi criteri di accoglienza grazie alla

Il Friuli Venezia Giulia,

legge sull’enoturismo:

con i suoi itinerari imperdibili, si prepara

anche la degustazione si normalizza

ad ospitare l’International Wine Tourism

PUGLIA

LA DESTAGIONALIZZAZIONE TURISTICA PUGLIESE In Puglia le cantine diventano un veicolo per scoprire nuove rotte turistiche in tutti i periodi dell’anno a cura di Emanuele Gorelli

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SICILIA

SICILIA, CRESCE LA CULTURA ATTORNO AL VINO Qualità dei vini, formazione continua e attenta gestione delle strutture ricettive: sono questi i punti di forza delle aziende della Doc Sicilia

a cura di Martina Ciliani

Conference nel 2020

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a cura di Veronica Costa

a cura di Carlotta Lettieri

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L’Umbria, il cuore verde dello stivale è la regione dei paesaggi mozzafiato e degli scorci suggestivi che regalano a chiunque li esplori quel senso di sconfinatezza e libertà

TOSCANA

L’ACCOGLIENZA FA LA DIFFERENZA

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L’esperienza in cantina al centro della rivoluzione enoturistica della Regione dove ventisette anni fa nasceva “Cantine Aperte” a cura di Carlotta Lettieri

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TRENTINO ALTO ADIGE

GRAPPA, VINI, PAESAGGIO E STORIA Un percorso itinerante tra le antiche distillerie del trentino alla scoperta di vecchi alambicchi, aromi e sapori gastronomici locali a cura di Chiara Martinelli

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DISTILLATI E CO.

VENETO

a cura di Chiara Martinelli e Cecilia Filoni

EREDITÀ... DA BERE La rassegna “Vulcanei” svela i lasciti del suolo vulcanico nella produzione vinicola

STORIA, AUTENTICITÀ E CULTURA VINICOLA L’Umbria sostiene il turismo esperienziale con un ricco programma di eventi espressione dell’identità locale a cura di Martina Ciliani

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FORMAZIONE Evoo School Italia:

a cura di Alessandra Moro

la scuola dell’olio extra vergine

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a cura di Emanuele Gorelli

NEWS BIO&GREEN

LUPPOLO E DINTORNI

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Turismo enogastronomico e bio. Due strade che si uniscono a cura di Marina Ciancaglini

La birra come traino per il turismo

UMBRIA

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cura di Stefania Abbattista

VIGNA E CANTINA

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CHIAMATA ALLE ARMI PER LA TECNOLOGIA

PELLICOLE DI GUSTO L’ala o la coscia, i sapori tra coups de théâtre

TENDENZE SPARKLING

a cura di Lorenzo Bianciardi

a cura di Chiara Martinelli

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Con la PAC la Commissione europea si gioca tutto sullo sviluppo tecnologico a cura di Elisa Berti

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ULTIME DAL MONDO DEL VINO a cura di Giovanni Pellicci

EVENTI

VERONA OSPITERÀ IL CONGRESSO NAZIONALE AIS

ANTI CONTRAFFAZIONE

NASCE LA PRIMA BANCA DATI ISOTOPICA PRIVATISTICA DEI VINI ITALIANI Nasce la prima banca dati isotopica privatistica dei vini a livello italiano, grazie alla sinergia tra Fondazione Edmund Mach e Unione Italiana Vini. La banca dati permette una più efficace verifica dell’autenticità dei prodotti vinosi e della corretta applicazione della normativa vitivinicola, anche al fine di assicurare la massima tutela nell’ambito degli scambi commerciali, a livello nazionale e internazionale. Il progetto è stato presentato a San Michele all’Adige, nell’ambito della terza edizione di MS-WineDay. “Ogni vendemmia, come si sa – spiega una nota congiunta - è caratterizzata da un andamento climatico specifico e tuttavia molto variabile nel corso delle diverse annate. Poiché per l’accrescimento e la produzione dei frutti la vite assorbe, oltre ai microelementi, soprattutto acqua e anidride carbonica, è possibile osservare una variazione naturale dell’abbondanza isotopica degli elementi C, H e O in specifici componenti delle uve. In particolare, i rapporti isotopici dell’ossigeno variano naturalmente in base all’altitudine, alla latitudine, alle cultivar e alle condizioni climatiche nell’area di provenienza. Questo rende quindi possibile l’utilizzo di questo parametro come tracciante dell’origine delle uve e dei prodotti della trasformazione. Quindi, per interpretare adeguatamente il dato analitico isotopico è necessario riferirsi direttamente banche dati, aggiornate annualmente, che descrivano in maniera rappresentativa, l’areale geografico d’interesse, in questo caso nazionale”. L’accesso alla nuova banca dati è già disponibile per gli addetti e rappresenta uno strumento prezioso a disposizione del settore al fine di contenere i rischi da incauto acquisto nel caso di contraffazione dei prodotti. La sinergia tra FEM e Unione Italiana Vini dà vita ad un efficace strumento di contrasto W FMACH.IT

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Verona ospiterà il prossimo Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier, che quest’anno ruoterà attorno al tema dell’enoturismo. L’evento si svolgerà dal 22 al 24 novembre 2019. “Il Decreto sull’Enoturismo, firmato in marzo dal Ministro Centinaio – spiega Marco Aldegheri, Presidente AIS Veneto – ha messo ancor più in risalto la necessità che la figura del Sommelier si avvicini a quella del mediatore turistico, per veicolare le meraviglie del territorio italiano. È un grande onore e una grande responsabilità ospitare a Verona l’appuntamento più importante dell’associazione, che abbiamo voluto dedicare ad un tema tanto attuale quanto fondamentale”. “Il Sommelier non è più solamente il semplice operatore di sala a disposizione della clientela. – gli fa eco Antonello Maietta, Presidente AIS Italia – La divulgazione delle ricchezze del territorio e la valorizzazione di una nuova forma di turismo, sempre più orientato a scoprire le tradizioni gastronomiche e vinicole, passano anche dall’impegno di numerosi colleghi che promuovono con il proprio lavoro il nostro straordinario patrimonio enologico”. Il programma completo del Congresso Nazionale sarà disponibile prossimamente sui siti di AIS e AIS Veneto. Dalla pagina web del Congresso sarà inoltre possibile registrarsi per accedere ai vari appuntamenti. A novembre focus sulle evoluzioni della figura del sommelier alla luce delle nuove norme sull’enoturismo W AISITALIA.IT


WINE CRITIC

L’AVVOCATO DEL VINO ESCE DI SCENA Svolta epocale nel mondo della wine critic. Robert Parker, il wine writer che ha rivoluzionato, con i suoi punteggi, la storia della critica enoica, diventando presto il naso più influente nel mondo del vino, esce di scena. L’annuncio è arrivato a maggio sul sito di Robert Parker, con un pezzo firmato da Lisa Perotti-Brown, editor di Wine Advocate, aprendo numerose ipotesi sugli scenari futuri del mondo della critica enoica mondiale. Da tempo, infatti, si vocifera il passaggio di “Wine Advocate” alla Michelin, che già nel 2017 aveva acquisito il 40% della società di Parker. “Non so come prendere questa notizia adesso che me la ritrovo davanti – ha scritto sulla sua pagina Facebook la wine writer Monica Larner -. Lo sapevo da tempo che Bob sarebbe ufficialmente andato in pensione in buona compagnia di una cantina strapiena di vini da sogno, compresi tanti vini italiani che io non ho mai avuto il piacere di conoscere di persona. Ma la grande tristezza c’è perché nessuno insegna meglio di lui. Nessuno sa comunicare con più passione di lui. Grazie Bob!”. Robert Parker, il naso più influente del mondo del vino, ha annunciato il suo ritiro professionale dopo oltre 50 anni di attività W ROBERTPARKER.COM

TOSCANA

IL MORELLINO GUARDA AL FUTURO Come si affrontano gli effetti sulla viticoltura causati dal Climate Change? Una domanda a cui il Consorzio Tutela Morellino di Scansano ha cercato di rispondere con un convegno dal titolo “Cambiamenti Climatici, territorio e sostenibilità”. Il focus, andato in scena nell’ambito di Rosso Morellino 2019, ha visto il contributo di professionisti specializzati in più settori ognuno con una tesi volta ad affrontare le evidenti difficoltà riscontrate nel vitivinicolo e lanciare spunti di riflessione sul futuro del mondo del vino. Rossano Teglielli, presidente del Consorzio, ha anticipato in apertura l’impegno profuso in tale direzione attraverso il lancio concreto del progetto ‘Morellino green’ – “un modello per le generazioni future che non può non prescinde dal rispetto del contesto ambientale” – ha spiegato. “Si tratta di un piano di mobilità elettrica – ha proseguito Alessio Durazzi, direttore del Consorzio – concepito sul territorio della Denominazione, con l’obiettivo di rendere l’area del Morellino una tra le prime Docg “EV friendly”, ovvero amica dei possessori di auto elettriche”. Una decina di produttori hanno già aderito all’iniziativa dotandosi di colonnine di ricarica con l’intento di costruire un percorso “green” in virtù di un turismo ecologico ed attento alla sostenibilità. Il progetto è stato possibile grazie alla partnership con la società EmmeRent e Dream Land Jaguar Land Rover che ne hanno supportato l’ideazione e lo sviluppo. (c.m.) Nasce il progetto “Morellino Green”: il Consorzio Tutela lancia il suo modello di turismo ecosostenibile W MORELLINOGREEN.IT

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Chiara Finotti e Pierandrea Palumbo, di oneonthehill.com

L’INCHIESTA

ENOTURISMO, UN PO’ VINO E UN PO’ TURISMO FRA NUOVE LINEE GUIDA, SEMPLIFICAZIONI FISCALI E START-UP: PRONTI PER L’ALTA STAGIONE DEL TURISMO DEL VINO? A CURA DI CLAUDIA CATALDO

Il mondo del turismo del vino vive una fase di grande fermento, complice anche il decreto che regolarizza – finalmente – le pratiche dell’accoglienza in cantina. L’Italia è in prima linea e la parola più usata è senza dubbio “potenzialità”. Perché diciamocelo, siamo tutti ben consapevoli che stiamo guidando una Ferrari. Ma spesso ci rendiamo conto che non siamo così abili a fare virtuosismi su strada e che potremmo far rom-

bare di più questo bel motore. In attesa dei prossimi eventi internazionali del turismo del vino – IWINETC 2020 in Friuli Venezia Giulia e la Global Conference sul turismo del vino delle Nazioni Unite nel 2021 – ci prepariamo ad un’alta stagione di degustazioni e porte aperte nelle cantine. ENOTURISMO: È LEGGE Il Decreto è del 12 marzo 2019 e si intitola “Linee

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guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità” per l’esercizio dell’attività” enoturistica”. Le materie afferenti turismo sono state trasferite nel 2018 dal Ministero dei beni e delle attività” culturali al Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo: e il Ministero, considerate le potenzialità̀ del turismo del vino, come fenomeno culturale ed economico capace di offrire


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diverse opportunità̀ vantaggiose per la crescita del Paese, ha voluto sottolineare l’importanza della valorizzazione delle aree ad alta vocazione vitivinicola e delle produzioni vitivinicole. Detto questo si è ritenuto fondamentale dare degli standard di qualità. Ma ancora prima, il decreto equipara il turismo in cantina all’attività agrituristica, anche da un punto di vista fiscale, dando, quindi, la possibilità alle aziende agricole di mettere a bilancio e fatturare anche i relativi incassi, mentre prima non c’era alcun modo per fatturare la visita. Prima di iniziare l’attività, inoltre, bisognerà presentare la Scia (segnalazione certificata di inizio di un’attività) presso il Comune di appartenenza. Tornando alle linee guida, nel decreto si parla dell’apertura settimanale o stagionale per almeno 3 giorni, dell’uso di strumenti di prenotazione, della presenza di segnaletica e di una pagina web aziendale, dell’uso di calici di vetro per le degustazioni, della preparazione del personale addetto all’accoglienza (che può essere costituito dal titolare dell’azienda o dai familiari, dai dipendenti dell’azienda o da collaboratori esterni). Le attività contemplate sono: visite guidate nei vigneti, visite alla cantina, iniziative di carattere didattico e culturale, compresa la vendemmia didattica, attività di degustazione delle produzioni vitivinicole aziendali, anche in abbinamento ad alimenti, da intendersi quali prodotti agroalimentari freddi, escludendo così “le attività che prefigurano un servizio di ristorazione”. POST LEGGE: I COMMENTI “Con questo provvedimento - ha commentato Nicola D’Auria, presidente nazionale del Movimento Turismo del Vino - vengono date alcune semplificazioni fiscali per le aziende agricole e vengono definiti anche degli standard minimi di qualità dei servizi offerti. Inoltre, il settore viene dotato di un quadro normativo completo che potrà certamente incoraggiare le imprese e le associazioni di categoria a trovare e implementare una strategia organica comune delle attività enoturistiche. Le linee guide le troviamo molto giuste, già MTV aveva sposato alcune di questi accorgimenti. Adesso stiamo lavorando ad un vademecum per i nostri associati che sarà diffuso dopo Cantine Aperte”. IL FERMENTO: NUOVI PROGETTI E START-UP Sono molti, moltissimi, i progetti che vanno in questa direzione. Sia il comparto del turismo che quello del vino si danno appuntamento in una zona comune dove le opportunità sono numerose. Serve professionalità e servono idee e ogni regione può trovare una sua identità, a partire dalle più smalizziate (la Toscana e il Piemonte, ad esempio) fino a quelle che possono ancora mettere a frutto tanto potenziale. Fra le varie iniziative ci siamo imbattuti in una bella storia che viene dalle Langhe, o meglio che nelle Langhe trova una delle sue manifestazioni con Oneonthehill (www.oneonthehill.com). È la storia di due giovani imprenditori piemontesi, Chiara Finotti e Pierandrea Palumbo, che dopo due anni negli

IL DECRETO È DEL 12 MARZO 2019 E SI INTITOLA “LINEE GUIDA E INDIRIZZI IN MERITO AI REQUISITI E AGLI STANDARD MINIMI DI QUALITÀ” PER L’ESERCIZIO DELL’ATTIVITÀ ENOTURISTICA

Usa, dove hanno fatto esperienza nelle cantine tra le più importanti al mondo tra Napa Valley e Sonoma County, decidono di tornare in Italia e nelle Langhe fondano un Wine Club che taglia in questi giorni il traguardo del primo anno di vita con oltre duemila contatti in tutto il mondo (vanta al suo interno alcuni tra i più importanti collezionisti di vino in Nord America) e più di dieci mila followers su Instagram. Si è aggiunta di recente alla loro attività quella dell’accoglienza diffusa e del turismo esperienziale, entrando nel progetto della start up innovativa Italianway e gestendo decine di residenze d’epoca, ville, cascine nelle Langhe ma anche appartamenti ad Alba, in cui accolgono gli amatori della Wine Experience; hanno inoltre creato una rete di professionisti locali (perso-

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nal Chef, driver, sommelier ecc) per far vivere ai loro ospiti un’esperienza davvero immersiva nella realtà locale. Davide Scarantino è il fondatore di Italianway (www.italianway.home): “il turismo è sempre più alla ricerca di esperienze, non è importante dove ma i concetti chiave sono emozione, ricordo, immersione. In questo senso l’enogastronomia è un volano unico di territorio e cultura, di tipicità e tradizione”. Continua Scarantino: “il progetto è nuovo, ha solo un anno, e stiamo cercando partner su tutto il territorio nazionale per arricchire la nostra offerta. Il cliente tipo? Straniero, medio-alto spendente, con un grande interesse per la cucina e il vino del nostro Paese. La nazionalità dipende dalla destinazione: ad esempio sulle Langhe stiamo registrando una forte presenza di


russi, americani e nord-europei, mentre in. Sardegna – per fare un altro esempio – abbiamo richieste soprattutto da parte di europei e polacchi”. “Quella che abbiamo voluto creare è una vera e propria community – commenta Palumbo – dando un senso di appartenenza a tutti quelli che ne fanno parte. Così le esperienze, il wine club e l’ospitalità diventano parte di un unico concetto, di un unico business model. Le esperienze che piacciono di più ai nostri clienti? Il Wine Tour, un tour su misura con sommelier ed autista fra le terre del Barolo e quelle del Barbaresco, e le Barolo Night, un format che abbiamo portato anche negli Usa, in California, proprio per i membri del nostro Wine Club”. C’è poi Winederlust Italia, un altro progetto giovane (giovane il progetto e giovani i suoi co-founder) che si propone di sviluppare attività di enoturismo in zone meno note e meno battute, piccole eccellenze in regioni più blasonate. L’idea è di Martina Lombardi (consulente Pr e comunicazione) e Simone Galbiati (sommelier Ais e consulente marketing vinicolo). “Tutto nasce dall’area del Canavese – racconta Martina – e dalla volontà di far conoscere territori tanto interessanti quanto sconosciuti, con l’approccio di un local e offrendo attività su misura”. “Organizziamo anche degustazioni nelle città, come Milano e Monza, insieme ai produttori”.

OLTRE IL 40% DEI TURISTI ITALIANI NEGLI ULTIMI TRE ANNI, HA PARTECIPATO AD UN VIAGGIO ENOGASTRONOMICO

IL FENOMENO, IN CIFRE L’interesse per l’enogastronomia e per il mondo del vino è talmente alto da indurre il 23,8 % dei viaggiatori ad informarsi sui ristoranti prima della partenza e una volta a destinazione quasi il 30% trascorre il tempo a scegliere locali in cui gustare le eccellenze italiane (fonte Enit). Quattordici milioni di accessi, tra escursioni e pernottamenti, e un giro d’affari di 2,5 miliardi di euro, secondo quanto affermato nel quindicesimo Rapporto sul Turismo del vino in Italia, realizzato dall’Osservatorio delle Città del vino e dall’Università di Salerno. Oltre il 40% dei turisti italiani negli ultimi tre anni, ha partecipato ad un viaggio enogastronomico, ha visitato una cantina nel corso delle sue recenti vacanze e il 35% ha partecipato ad eventi a tema. Per le aziende vinicole gli enoturisti sono una fonte sempre più importante di introiti e incidono oggi in media per il 26,9% sul fatturato. Senza dimenticare la vendita diretta che genera importanti fatturati, talvolta rappresentando uno dei canali di vendita principali per le cantine di piccole – medie dimensioni.

Martina Lombardi e Simone Galbiati, di winederlustitaly.com

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Faccia@Faccia

PAOLO MORBIDONI, PRESIDENTE FEDERAZIONE ITALIANA STRADE DEL VINO, DELL’OLIO E DEI SAPORI

VINO E TERRITORIO UN LEGAME CHE PUNTA AD ESSERE SEMPRE PIÙ FORTE. CON LA FEDERAZIONE ITALIANA STRADE DEL VINO, DELL’OLIO E DEI SAPORI SI VA VERSO UN MODELLO DI “ENOTURISMO” ITALIANO SEMPRE PIÙ RICONOSCIBILE A CURA DI CARLOTTA LETTIERI FOTO DI RICCARDO MARIA MANTERO

Con la firma dell’atto costitutivo della Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, fino ad oggi riconosciuta come Coordinamento nazionale, ha assunto forma giuridica un organismo che rappresenta 80 strade del vino italiane. Un atto

formale ma di grande valore per la crescita e il consolidamento del turismo rurale, enogastronomico e culturale in Italia. Ecco il punto di vista del Presidente della neonata Federazione, Paolo Morbidoni. @ Quale valore assume la costituzione della Federazione? “Credo sia estremamente significativo che, a vent’anni dalla legge che ha istituito le Strade del Vino (legge 268/99), si sia giunti per la prima volta a questo obiettivo che io ritengo strategico per il futuro dell’eno e agro turismo italiano. 80 strade che decidono di avere una voce sola rappresentano un elemento di grande maturità in un momento storico in cui invece prevale una spinta divisiva in molti campi”. @ Tra Consorzi e Associazioni di valorizzazione dove vi collocate? “Le Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori sono l’unico soggetto riconosciuto da una legge dello Stato e sono strutturate fondamentalmente come una rete orizzontale composta da Comuni, aziende di produzione, della ricettività e dei servizi. Abbiamo uno scopo ben preciso: strutturare sempre di più un prodotto

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turistico e qualificare, nel contempo, una offerta di territorio che tenga inscindibilmente insieme il comparto pubblico e quello privato”. @ Dovrebbe essere la volta buona per favorire le collaborazioni virtuose fra pubblico e privato, in una visione condivisa che valorizzi l’identità nazionale e il made in Italy. Quali sono i nuovi progetti da sviluppare? “Per quanto ci riguarda ci sono diversi punti su cui stiamo attivando dei tavoli di lavoro nazionali che nel prossimo appuntamento nazionale di Montepulciano, dal 7 al 9 giugno, si insedieranno ufficialmente. Uno è quello normativo. Serve poi una strategia nazionale del settore rivolta ai mercati stranieri e un’aggregazione di una offerta turistica che tenga insieme vino, olio, benessere, esperienze e genius loci. Anche su questi aspetti abbiamo alcune idee, ma le proposte vere nasceranno da un grande confronto collettivo con tutte le strade associate”. @ 80 strade del Vino, oltre 1000 aziende, più di 500 ristoranti, 450 strutture ricettive, 320 agriturismi e altre importanti realtà sia pubbliche che private. Quanto serviva una rappresentanza unitaria? “La Federazione nasce in primo luogo per colmare questo vuoto di rappresentatività e per rafforzare le relazioni con tutti i soggetti che, come noi, hanno una dimensione nazionale ma sono presenti nei territori, a partire da Città del Vino, Città dell’Olio e MTV. Poi ovviamente ci sono Governo e Regioni. Fin dalla costituzione del Coordinamento nel 2017 abbiamo cercato di accreditarci come interlocutori


per costruire una vera “governance” del settore. Passaggi chiave a nostro avviso saranno una legge quadro sull’enoturismo e la nuova programmazione comunitaria”. @ Cosa ne pensa della nuova legge sull’enoturismo? “Il decreto attuativo dei commi 502/505 della Legge di Bilancio 2018 è certamente un punto di par-

tenza e non un punto di arrivo, che ha il merito di dare una definizione univoca di “enoturismo”, definendo degli standard di qualità indispensabili e che chiarisce finalmente alcune problematiche importanti da un punto di vista fiscale per le attività svolte dalle Cantine. Tuttavia non affronta altri temi generali molto importanti quali le politiche nazio-

nali di settore e al loro coordinamento con quelle regionali, le strategie di penetrazione dei mercati turistici internazionali, l’aggiornamento (e/o superamento con una legge “quadro”) della 268/99 che è stata una sorta di “apripista” del turismo del vino e del turismo enogastronomico in Italia, ma che oggi va adeguata alle trasformazioni enormi che sono avvenute nel settore. Su questo cercheremo di aprire, insieme al Governo, e alle altre realtà nazionali un confronto aperto e costruttivo. Con il Ministro Centinaio siamo in assoluta sintonia su un punto: che la connessione intelligente di agricoltura e turismo è uno degli asset strategici in cui questo paese deve investire con continuità. Solo in questo modo riusciremo ad rialzare non solo l’asticella del Pil, ma anche quella di altri indicatori che oggi molte scuole di pensiero economico ritengono complementari e che afferiscono al benessere complessivo di una comunità”.

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SUL WEB

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Federazione Italiana Strade Vino, Olio e Sapori su facebook: @stradevinoitalia


POLITICA NEL VINO

LOTTA AGLI UNGULATI IN TOSCANA È SCONTRO TOTALE IL TAR REGIONALE HA BLOCCATO LE AZIONI PREVISTE DALLA LEGGE REGIONALE. TRA ANIMALISTI, ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA E PRODUTTORI IL CLIMA È ROVENTE: TUTTI INVOCANO UN MAGGIORE RUOLO DELLO STATO A CURA DI GIOVANNI PELLICCI

In Toscana lo scontro tra produttori di vino, associazioni di categoria e animalisti è sempre più pesante sul tema del contrasto agli ungulati. Un problema nazionale ma che tra le vigne toscane è ancora più sentito e che va, inevitabilmente, ad incrociarsi con la politica, regionale ma anche nazionale. L’ultima tappa è il pronunciamento del Tar regionale che ha deciso di sospendere la caccia in braccata al cinghiale, annunciata per alleviare una situazione che vede migliaia di esemplari danneggiare pesantemente il lavoro in vigna e non solo. Come si è arrivati al pronunciamento del Tar? Dopo il ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste e animaliste (LAV, WWF, Enpa e LAC) che è stato accolto dal Tribunale Amministrativo Regionale, rimandando al prossimo settembre ulteriori decisioni. Quindi per i produttori di vino si annuncia un’altra annata a rischio, visti numeri degli ungulati e la loro golosità nei confronti dei pregiati grappoli. Come se non bastasse il cambiamento climatico che nel mese di maggio ha creato danni e preoccupazioni diffusi. “La decisione del Tar della Toscana è una condanna a morte per tante produzioni vitivinicole della Toscana e quindi per tante aziende che sulle viti e sul vino di qualità hanno fatto investimenti cospicui - spiega Luca

Sanjust presidente di Avito-. E’ evidente che si tratta di una mazzata durissima per tutti noi perché ci lascia indifesi di fronte a una situazione oramai ingestibile in cui l’aumento sproporzionato e incontrollato degli ungulati ha completamente rovesciato qualsiasi principio di equilibrio naturale. Siamo in una situazione innaturale in cui non riportare queste popolazioni di cinghiali a un numero equilibrato significa non voler il bene della natura toscana”. “Ci auguriamo che qualcuno quando anche il settore del vino sarà messo in ginocchio – conclude il Presidente di Avito - non venga da noi a piangere false lacrime di coccodrillo. O si interviene oggi, qui e ora, o è preferibile che chi ha responsabilità di governo della cosa pubblica, taccia e lo faccia per sempre”. Le associazioni animaliste attendono l’udienza di merito, fissata per il prossimo 17 settembre, sottolineando “quanto la legge regionale per la gestione degli ungulati sia un fallimento, che non ha raggiunto gli obiettivi prefissati, ed è stata solo un’opportunità per consentire ancora maggior divertimento ai cacciatori”. A settembre, il Tar sarà chiamato ad esprimersi anche sulla questione di legittimità costituzionale della legge regionale. Le associazioni hanno infatti evidenziato numerosi passaggi in cui la legge regionale viola la

norma nazionale, motivo per cui ne hanno chiesto l’impugnazione avanti alla Corte Costituzionale. In campo anche gli agricoltori della Cia Toscana che chiedono una radicale riforma della legge nazionale sull’attività venatoria. “Si parla di 400 mila animali che vagano sul territorio – dicono dalla Cia - cinque ungulati per ogni agricoltore, venti cinghiali ogni cento ettari, animali che arrivano a volte ai margini delle città, complice l’abbandono di alcuni terreni non più coltivati, e che danneggiano le coltivazioni”. La Regione Toscana sta affrontando il complesso problema dal 2016, mediante una propria legge obiettivo: nel 2018 il numero dei cinghiali è tornato ai livelli del 2005, 40 mila capi in meno rispetto al 2015. Anche caprioli, daini e cervi si sono ridotti. “Ma per fare di più è necessario modificare la legge nazionale – afferma tramite una nota stampa la Regione -. E le reti e recinzioni non possono essere la soluzione: costano (cinquemila euro per ettaro, ndr), hanno bisogno di controlli e manutenzioni periodiche (e dunque altre spese), ma sono anche brutte e trasformano la campagna in un susseguirsi di reticolati dove è assai meno piacevole (e complicato a volte) muoversi”. Dopo lo standby elettorale il Ministero dovrà aprire anche questo dossier.

AVITO Compongono Avito i Consorzi Vino Chianti, Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Morellino di Scansano, Vino Nobile di Montepulciano, Bolgheri, Denominazione San Gimignano, Maremma Toscana, Chianti Colli Senesi, Chianti Rufina, Montecucco, Cortona, Chianti Colli Fiorentini, Valdichiana Toscana, Orcia, Valdarno di Sopra, Carmignano, Montescudaio, Pitigliano, Terre di Pisa e IGT Toscana. L’associazione rappresenta un totale di oltre 5 mila imprese, per un fatturato stimato di circa un miliardo di euro ed una quota export superiore al 70%.

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LUCIA TELESCA Da sommelier a wine writer, storyteller e guida enoturistica. Raccontare un territorio significa trasmettere le origini e le tradizioni di un luogo attraverso l’esperienza, rievocando le sensazioni e le emozioni vissute TESTO DI MARTINA CILIANI

Grazie al decreto sull’accoglienza in cantina si è regolamentata l’attività di promozione enoturistica. Prima si potevano vendere le bottiglie ma non si potevano fare le degustazioni senza la licenza da wine bar

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Il turismo esperienziale offre oggi la possibilità per il winelover di vivere un’esperienza unica fatta di racconti della tradizione del luogo. Per rispondere a queste nuove esigenze si sono sviluppate nuove professioni. Ne sa qualcosa Lucia Telesca wine writer, storyteller e guida enoturistica. Nata come sommelier, la blogger ha fatto dell’enoturismo il suo mestiere. Che percorso ha intrapreso per diventare wine writer? “Ho iniziato nel 2011 spinta da mio padre che al tempo era sommelier. Per seguire le sue orme ho ottenuto l’attestato AIS ed ho lavorato nella loro brigata di servizio. Ho iniziato poi a legare le mie due passioni: il viaggio e il vino, con dei viaggi tematici dove raccontavo la mia esperienza. Per approfondire le conoscenze mi sono iscritta al corso di wine storytelling allo IED. La mia pagina instagram “womaninwine”, aperta per testare il funzionamento dei social, mi ha permesso di capire cosa visualizzavano gli utenti e cosa volevano vedere”. Di cosa si occupa un wine writer? “E’ un narratore che fa dell’esperienza vissuta un racconto del territorio, del vino e dell’etichetta. Il mio dominio www.womaninwine.com è un blog collaborativo composto da uno staff di persone che raccontano le loro sensazioni. Vi sono all’interno la figura dell’insider, la guida per le visite in cantina, la winemaker, la beerlover e la buyer”. Cosa significa raccontare un territorio? “Significa trasmettere le origini e le tradizioni di un luogo attraverso l’esperienza. La storia non passa solo attraverso le parole ma è possibile comprenderne le sfaccettature attraverso i sensi vivendo un percorso fatto di sapori, profumi, colori, panorami e suoni grazie al patrimonio enogastronomico della nostra terra”. Quali sono gli aspetti più avvincenti e stimolanti del suo lavoro? “L’aspetto interessante è conoscere un territorio, le persone e i prodotti locali perché il contenuto della bottiglia esprime il lavoro di chi lo produce”. Essendo anche una guida Enoturistica, come cambia per Lei l’Enoturismo a seguito del decreto sull’accoglienza in cantina? “Grazie a questo decreto si è regolamentata l’attività di promozione enoturistica. Prima si potevano vendere le bottiglie ma non si potevano fare le degustazioni senza la licenza da wine bar. Con il decreto le attività sono state regolamentate, ora l’azienda può organizzare le degustazioni e può servire alimenti freschi”. Qual è la tipologia di turisti in visita e come saranno i viaggiatori del futuro? “Oggi i turisti vogliono sapere cosa sta dietro al vino che degustano. Molte volte è il racconto ad affascinare i turisti. Nel futuro si parlerà di turisti viaggiatori consapevoli e desiderosi di scoprire territori meno conosciuti. Il turista del futuro è un viaggiatore alla ricerca di piccole realtà, affascinato da tutto ciò che non è mainstream”.


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GUSTO E DINTORNI

UN DECRETO PER MANGIARE IN CANTINA Nuovi criteri di accoglienza grazie alla legge sull’enoturismo: anche la degustazione si normalizza TESTO DI MARTINA CILIANI

La cultura culinaria, in continua lotta tra tradizione ed innovazione, sta sperimentando delle trasformazioni e, per mezzo dei social e degli show televisivi, assume un ruolo sempre più centrale nella vita di tutti. Ma quanta importanza ha la ristorazione nel conteso vitivinicolo? La risposta ci viene spontanea se si pensa alla portata dei flussi turistici nel nostro Paese o se ci si immedesima nel nuovo viaggiatore: un esploratore a cui non basta più visitare semplicemente un luogo ma un individuo bramoso di cogliere gli aspetti più latenti di un territorio con la possibilità di ricevere servizi all’altezza dell’esperienza vissuta. Oggi per conoscere una località si deve, passando attraverso i sensi, fare un’esperienza totale delle primizie di quella terra. I numeri del food Il cibo deve essere considerato come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce “foodies”. La particolarità di queste nuove figure turistiche si rinvengono nel modo in cui essi vivono la gastronomia, considerandola come un’esperienza complessa e culturale, non solo come una risorsa utile alla soddisfazione di un bisogno primario di alimentazione e nutrizione. Ecco che anche il souvenir si fa gastronomico: il 42% degli italiani, di rientro dalle vacanze, porta con

sé prodotti tipici come ricordo dei luoghi visitati e ben il 71% sceglie almeno una esperienza enogastronomica durante le ferie. Ecco che l’enoturismo si inserisce in queste maglie, trovando terreno fertile in un consumatore che cerca cibo, tradizione, sapori, vino e territorio, per portarsi a casa un’esperienza immersiva. Il decreto E’ sulla base anche di questi numeri e sulle potenzialità che una simile esperienza procura al comparto economico del Belpaese, che è stato suggellato l’accordo tra Regioni e Governo in materia enoturistica. Il decreto Ministeriale n. 2779 del 12/03/2019 “Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività enoturistica” è stato registrato presso la Corte dei Conti ed è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.89 del 15 aprile 2019. Esso offre una definizione netta di enoturismo come “tutte le attività rivolte alle produzioni vitivinicole del territorio” non solo, anche “attività di degustazione in abbinamento ad alimenti pronti per il consumo e aventi i requisiti standard di cui all’art.2”. La norma detta le regole per una buona accoglienza in cantina e, nello specifico, normalizza la somministrazione di alimenti durante la degustazione. La legge è rivoluzionaria in quanto consente alle piccole aziende vitivinicole di colmare il gap che le divideva da quelle più grandi in possesso, invece,

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della licenza da wine-bar. Esatto, perché prima che il decreto divenisse legge, la predisposizione delle pietanze poteva avvenire solo se l’azienda disponeva di suddetta licenza. Il provvedimento ha finalmente fatto chiarezza sulle tipologie di alimenti da proporre agli enoturisti, sulle modalità di somministrazione e sull’idoneità dell’ambiente all’interno del quale vengono servite le pietanze. Primo tra tutti il requisito che stabilisce gli standard di carattere igienico-sanitario e di sicurezza per gli operatori delle attività enoturistiche. L’aspetto su cui preme focalizzare l’attenzione riguarda l’abbinamento ai prodotti vitivinicoli. In questo caso l’assaggio “deve avvenire con prodotti agroalimentari freddi preparati dall’azienda stessa anche manipolati o trasformati, nel rispetto delle discipline e delle condizioni dei requisiti igienico-sanitari”- Art.2 comma 2. In particolare gli alimenti devono essere legati a produzioni locali, cioè tipiche di una determinata regione, quella dove si svolge l’attività enoturistica. Pertanto si parla di prodotti Dop, Igp e Stg certificati regionalmente e riconosciuti dall’Ue. Tali prodotti agroalimentari che trasmettono la tradizione di un territorio devono essere presenti nell’elenco nazionale emanato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo della regione in cui è svolto l’esercizio. Inoltre l’ordinanza esclude ogni possibilità di praticare servizi di ristorazione nell’attività di degustazione.


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SOCIAL WINE

“FOLLOW ME!” TUTTI POSSONO PENSARE DI ESSERE INFLUENCER, POCHISSIMI SANNO DAVVERO COME SI SPOSTANO I CONSUMI E SI DÀ VITA AD UN TREND A CURA DI ELISA BERTI

Una nuova figura professionale, nata con l’aumento dell’importanza delle piattaforme social, che sa veicolare ed influenzare i consumi dell’utente: è l’influencer. Fashion, food e wine sono i tre settori su cui maggiormente il pressing del testimonial si fa sentire e si rende importante. Ma chi sono davvero gli influencer e come può un’azienda districarsi nella giungla della scelta? Lo abbiamo chiesto a Marco Andreani, che da 13 anni si occupa di digital marketing e di social network. Come si riconosce un professionista affidabile, al di là delle più o meno attendibili classifiche che si trovano online? “Non stiamo parlando di sport. Le classifiche in questo ambito sono praticamente tutte da ignorare, soprattutto perché fanno più danni che altro, dato che, fisiologicamente, mancano di profondità. Ragionare in termini numerici serve a poco, soprattutto in un momento storico in cui, fortunatamente e finalmente, è possibile, grazie ad appositi strumenti digitali, verificare se i follower di un presunto influencer sono reali e naturali o frutto di trucchetti quali ad esempio bot, tecniche di follow unfollow oppure, nei casi più estremi, acquisto di pacchetto

di profili fasulli. Un buon wine influencer si riconosce dalla bontà, dalla pertinenza, dalla rilevanza e dalla partecipazione della propria community, sia essa in Instagram, in Facebook, su un sito web o da qualche altra parte, online così come offline”. A cosa serve davvero un influencer e quanto può aiutare una cantina ad emergere? “Se ci atteniamo alla mera accezione di influenza di un profilo personale o aziendale, allora un wine influencer può aiutare una cantina a raggiungere un pubblico che altrimenti farebbe fatica a intercettare e coinvolgere, parlando la sua lingua e avendone già conquistata la fiducia. Se quel pubblico è interessante, e che tipo di con-

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tenuti proporre, lo deve decidere la singola azienda vinicola. Perché se è vero che il dialogo con il singolo wine influencer è fondamentale, è altrettanto vero che il brand e gli obiettivi di marketing e di comunicazione devono restare saldamente nelle mani dell’azienda vinicola. E una cosa che non sempre è chiara alle cantine è che un wine influencer non è per forza un esperto di marketing e comunicazione, e laddove non lo sia è fondamentale che questi ambiti strategici abbiano una figura di riferimento”. Influencer, ma anche micro e nano influencer. Davvero queste figure sono tutte fondamentali per veicolare la comunicazione di una cantina? “Una cantina, se interessata a questo ramo del digital


UN ENOTURISMO COME QUELLO DI OGGI, SEMPRE PIÙ EMOZIONALE ED ESPERIENZIALE, PASSA ANCHE DAL CONTRIBUTO DI QUESTE FIGURE, GRAZIE ANCHE AL FATTO CHE CHI LAVORA BENE È REALMENTE PIÙ VICINO AGLI ENOAPPASSIONATI O AGLI ENOTURISTI DI QUANTO NON SIANO LE SINGOLE AZIENDE DEL VINO

marketing, deve saper scegliere i propri influencer (non farsi scegliere) in base a una serie di fattori che costituiscono le basi della comunicazione e del marketing non solo vinicolo. Sto parlando di strategie, obiettivi, canali, pubblico, messaggi. La comunicazione di una cantina ricade su innumerevoli e complessi ambiti e comprende diversi e sfaccettati aspetti. L’influencer marketing è una parte di un tutto ben più articolato, e deve potersi integrare con tutte le altre azioni e attività in maniera uniforme e condivisa. L’errore più grande che ho visto fare da parte di alcune aziende è quello di non ragionare in termini strategici, e di farsi abbagliare dal numero di follower, mentre per comunicare un’azienda servono soprattutto professionisti della comunicazione e del marketing che siano in grado di progettare strategie, all’interno delle quali potranno inserirsi anche, ma non necessariamente, attività di influencer marketing. Una domanda da porsi può essere la seguente. Ha più senso affidarsi a un wine influencer che fa numeri

enormi ma veicola indistintamente il mio vino o a un micro nano wine influencer in grado di impattare su un pubblico preciso, che comunica ciò quello che voglio e che posso offrire?”. Wine influencer ed enoturismo: come si coniugano? “Il tema dell’enoturismo è un ambito che va idealmente a braccetto con la figura di un bravo wine influencer. Così come il più intraprendente e preparato degli amici in una compagnia sa come coinvolgere tutti gli altri in una escursione alla scoperta di un territorio e dei suoi vini, allo stesso modo un wine influencer in target e ben seguito può far scoprire nuove aree vitivinicole al suo seguito e invitare chi è interessato a visitare le aziende, raccontando perché valgono il viaggio. Un enoturismo come quello di oggi, sempre più emozionale ed esperienziale, passa anche dal contributo di queste figure, grazie anche al fatto che chi lavora bene è realmente più vicino agli enoappassionati o agli enoturisti di quanto non siano le singole aziende del vino”.

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Classe ‘79, Marco Andreani si è laureato in Lettere Moderne all’Università Cattolica del Sacro Cuore; qualche anno dopo ha concluso un Master

in Turismo e Valorizzazione dei Beni Culturali. Dal 2006 si occupa di comunicazione e marketing digitale per le aziende.

Assaggiatore Onav dal 2007 ed Esperto Assaggiatore dal 2011, nel 2016 fonda il blog winedigitalmarketing. it, all’interno del quale condivide consigli,

idee e informazioni per aiutare le aziende del vino e i professionisti del settore a comunicare al meglio in rete.

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LE MANZANE UNA PERFETTA SINFONIA TRA QUALITÀ, PASSIONE, TUTELA DEL PAESAGGIO E SOLIDARIETÀ. CON UN DIRETTORE D’ORCHESTRA D’ECCEZIONE A cura di Giulia Spagnol 26


“L’EXPORT RAPPRESENTA IL 65% DEL FATTURATO, MA È SOLO GRAZIE AL PROFONDO LEGAME CON LE NOSTRE COLLINE E LE SUE GENTI CHE RAFFORZIAMO LA NOSTRA IDENTITÀ E GLI OBBIETTIVI DI CRESCITA”

Nel cuore delle terre del Prosecco Superiore, candidate a diventare Patrimonio Unesco, la Tenuta Le Manzane racconta una storia di tradizione familiare, eccellenza e umanità. Tutto nasce a metà del ‘900 a San Pietro di Feletto (TV), sulle colline tra le Dolomiti e Venezia. Da allora, tre generazioni della famiglia Balbinot si sono susseguite per dare vita a un sogno: far crescere un’azienda capace di distinguersi nel microcosmo del Prosecco Superiore. Oggi Ernesto e la moglie Silvana, la mamma Elsa e papà Osvaldo (il capostipite) e i figli Marco e Anna curano 75 ettari di vigneti, quasi tutti in zona collinare tra Conegliano e Valdobbiadene. Ernesto, enologo e fondatore del marchio “Le Manzane”, segue nei dettagli tutto il processo produttivo. È un uomo che esprime concretezza, visione imprenditoriale e una passione per l’arte che rispecchia la sua esuberanza, come le bollicine degli spumanti Springo Blue Conegliano Prosecco Superiore Rive di Formeniga Docg Brut e Springo Bronze Conegliano Prosecco Superiore Rive di Manzana Docg Dry. “Springo” in dialetto veneto significa “vivace” ma il termine ricorda anche l’inglese “spring”, ossia primavera. Al palato, infatti, sono molto freschi ed evocano profumi di fiori e frutti. La denominazione “Rive” identifica i Cru del Prosecco Superiore, ottenuti dai vigneti più ripidi e vocati con uve provenienti da un unico comune o frazione di esso, per esaltare le caratteristiche che il territorio conferisce al vino. Proprio dalla scoscesa collina della località Manzana deriva il nome dell’azienda, oggi presente in 34 paesi del mondo, con una produzione di un milione di bottiglie. Un successo maturato grazie alla dedizione della famiglia Balbinot e alle speciali caratteristiche del territorio. “Per fare questo mestiere lavorare sodo non basta: è necessario emozionarsi ed emozionare –

spiega Ernesto – Siamo quindi molto attenti alla dimensione umana della nostra attività. Il vino è un simbolo di unione: collega la terra e le persone, nel segno dell’amore per la vita”. Un’etica che inizia in vigneto (la cantina aderisce al Protocollo Viticolo della DOCG Conegliano Valdobbiadene per la tutela della salute del consumatore e del paesaggio) e prosegue durante la raccolta delle uve con il progetto “vendemmia solidale”. Da sette anni centinaia di appassionati partecipano alla festa dell’uva che consente poi di vendere a scopo benefico migliaia di bottiglie di Prosecco Superiore. Con l’edizione 2018 sono stati donati 16 mila Euro all’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso Onlus, impegnata nella ricerca sulle malattie legate all’invecchiamento precoce. “La prossima vendemmia solidale sosterrà la ricerca contro la SLA grazie alla collaborazione con l’impresa sociale Edipo Re – svela Ernesto Balbinot - Sarà presentata alla Mostra del Cinema di Venezia, proprio a bordo dell’Edipo Re, l’imbarcazione che Pier Paolo Pasolini ha condiviso con il pittore Giuseppe Zigaina”. Considerando poi che la nuova etichetta del Prosecco Superiore Docg ha una parte in Braille per far conoscere ai non vedenti le principali indicazioni sul prodotto, è ancora più chiaro come un calice di vino de Le Manzane possa raccontare la storia di questa famiglia straordinaria legata a luoghi unici al mondo.

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EN - Le Manzane. A perfect symphony between quality, passion, landscape protection and solidarity. With an exceptional conductor. In the heart of the lands of Prosecco Superiore, the Tenuta Le Manzane tells a story of a family tradition, of excellence and humanity therefore it is a candidate for becoming Unesco Heritage. Everything started in the mid-1900s in San Pietro di Feletto (TV), on the hills between the Dolomites and Venice. Since then, three generations of Balbinot’s family have succeeded to create a dream: to grow a company capable of distinguishing itself in the microcosm of Prosecco Superiore. Today Ernesto and his wife Silvana, his mother Elsa and his father Osvaldo (the progenitor) and theirs children Marco and Anna take care of 75 hectares of vineyards, almost all in the hilly area between Conegliano and Valdobbiadene. Ernesto, winemaker and founder of the brand “Le Manzane”, follows the whole production process. He is a

“CON LA VENDEMMIA SOLIDALE SI ABBATTE UNO STEREOTIPO DURO A MORIRE: QUELLO DEL VITICOLTORE VENETO LEGATO SOLO AL PROFITTO”

man who expresses concreteness, entrepreneurial vision and a passion for art that reflects his exuberance, like the sparkling Springo Blue Conegliano Prosecco Superiore Rive of Formeniga Docg Brut and Springo Bronze Conegliano Prosecco Superiore Rive di Manzana Docg Dry. “Springo” in Venetian dialect means “lively” but the term also remembers the English “spring”. On the palate, in fact, they are very fresh and indicate aromas of flowers and fruits. The denomination “Rive” identifies the Cru of Prosecco Superiore, obtained from the steepest vineyards for grapes coming from a single municipality or part of it, to exalt the characteristics that the territory confers to the wine. The name of the company derives from the steep hill of the locality of Manzana, today present in 34 countries of the world, with a production of one million bottles. A success matured thanks to the dedication of the Family and the special characteristics of the territory. “To make this profession, work just hard work is not enough: it is necessary to get excited and excite - explains Ernesto - We are therefore very attentive to the human dimension of our activity. Wine is a symbol of union: it connects the earth and people, in the sign of love for life “. An ethic that begins in the vineyard (the cellar adheres to the Viticultural Protocol of the DOCG Conegliano Valdobbiadene for the protection of the health of the consumer and the landscape) and continues during the harvest of the grapes with the project “harvest solidarity”. For seven years, hundreds of wine passionate have participated in the grape festival which then allows thousands of bottles of Prosecco Superiore to be sold for charity purposes. With the 2018 edition, 16 thousand euros were donated to the Italian Progeria Sammy Basso Onlus Association, which is engaged in research on diseases related to premature aging. “The next solidarity harvest will support research against SLA thanks to the collaboration with the social enterprise Edipo Re - reveals Ernesto Balbinot - It will be presented

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at the Venice Film Festival, on Oedipus Rex board, the boat that Pier Paolo Pasolini shared with the painter Giuseppe Zigaina ”. Considering that the new label of Prosecco Superiore DOCG has a part in Braille to make blind people aware of the main indications on the product, it is even clearer how a glass of Le Manzane wine can tell the story of this extraordinary family linked to a places unique in the world.

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SUL WEB

Società Agricola Le Manzane s.s Via Maset 47/b, 31020 San Pietro di Feletto (TV). Tel. +39 0438 486606 info@lemanzane.it www.lemanzane.com


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CALABRIA

WINE AND TRAVEL ITALY Dalla Calabria al Canada con furore. L’obiettivo è facilitare i percorsi legati enoturistici nella regione calabra ampliando gli orizzonti A CURA DI TOMMASO NUTARELLI

Wine and Travel Italy, il portale dedicato allo sviluppo dell’enoturismo verso il Canada, sbarca per la prima volta in Calabria. Un’iniziativa che punta alla promozione delle eccellenze locali e alla creazione di una rete capace di competere sugli scenari internazionali. Gennaro Convertini, presidente dell’Enoteca Casa dei Vini di Calabria, partner del progetto, ci illustra le caratteristiche del progetto. In che cosa consiste Wine and Travel Italy? “Wine and Travel Italy è un portale per di facilitare i rapporti con il mercato canadese e dar vita a delle sinergie. È un progetto già attivo in altre realtà della penisola. Quest’anno è la prima volta che un’iniziati-

va di questo genere, che vede coinvolta la Camera di Commercio Italiana in Canada, la Regione, la Camera di Commercio della Calabria e l’Enoteca Casa dei Vini di Calabria, si rivolge al nostro territorio”. Come si svilupperà il progetto? “Su due direttrici. Da un lato i tour operator canadesi verranno direttamente sul territorio per lavorare con le cantine, gli agriturismi e non solo . Dall’alto cerchiamo di accrescere lo spazio nel mercato canadese per i nostri vini. In Canada è il monopolio che regola il mercato vinicolo. Siamo convinti che i nostri vitigni autoctoni, anche i meno noti, possano essere apprezzati da un mercato maturo come quello canadese”.

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Quale sarà il ruolo dell’Enoteca? “L’Enoteca Regionale sta lavorando già da un paio d’anni sul tema dell’enoturismo e più in generale sulla promozione dei prodotti enogastronomici. Il nostro compito è soprattutto quello di coordinare le realtà del territorio, farle crescere, promuovere e sensibilizzare il pubblico alle eccellenze locali”. In che modo hanno risposto le aziende? “Estremamente positivo. Già esistono di progetti legati all’enoturismo, ed anche da questi che vogliamo partire. Come detto a volte manca una maggiore coordinazione tra tutte le parti e ovunque non ci sono ancora gli standard necessari per guadare ai mercati internazionali”. Che numeri pensate possano essere raggiunti con l’enoturismo? “Ad ora non ci siamo posti nessun tipo di obiettivo in questo senso. Il progetto è appena decollato. Siamo in una fase preparatoria che servirà alle realtà coinvolte per approcciarsi al meglio alle richieste del mercato”.


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FRIULI VENEZIA GIULIA

I PASSI DA GIGANTE DELL’ENOTURISMO FRIULANO Il Friuli Venezia Giulia, con i suoi itinerari imperdibili, si prepara ad ospitare l’International Wine Tourism Conference nel 2020 DI VERONICA COSTA

Sarà il Friuli Venezia Giulia il centro mondiale dell’enoturismo nel 2020 con l’International Wine Tourism Conference, confermando così il profondo rapporto tra territorio e cantine che si sta sviluppando nella regione friulana. Degli importanti risultati raggiunti dal Friuli Venezia Giulia ci ha parlato Elda Felluga, presidente del Movimento Turismo del Vino friulano. Quali sono gli elementi che contraddistinguono il Friuli come destinazione mondiale dell’enoturismo? “Il Friuli Venezia Giulia è un prezioso cosmo formato da molti microcosmi. A pochi chilometri di distanza il paesaggio si trasforma e, con esso, anche le caratteristiche del vino stesso. Dalla potenza delle dolci colline del Collio e dei Colli Orientali, ci troviamo sulle zone rocciose del Carso con i vigneti che guardano il mare. La nostra è una regione da scoprire anche dal punto di vista gastronomico, dove l’ intreccio di culture diverse, friulana, slovena e austriaca, hanno dato origine a proposte e suggestioni che vale la pena vivere in tutte le stagioni.” Quali sono gli itinerari che permettono al turista di vivere un’esperienza totalizzante del territorio e della sua tradizione enogastronimica? “Tanti gli itinerari da poter seguire. Dal Collio a Rosazzo: partendo dalla suggestiva Cormòns si giunge nella frazione di Brazzano con la chiesa di San Giorgio che domina la collina e l’ antico borgo di Giassico. Ed ecco che, a pochi chilometri di distanza, possiamo scorgere sulle colline di Rosazzo, l’ imponente Abbazia dell’ anno mille, circondata da vigneti, uliveti e roseti di rara bellezza. Qui si trova la più antica cantina del Friuli costruita dai benedettini. Rosazzo nel 2011 è diventata Docg, siamo nel cuore dei Colli Orientali del Friuli. Il viaggio può continuare verso Cividale del Friuli, patrimonio mondiale dell’ Unesco. E poi il Carso dove, per i vigneti affacciati sul mare, si può parlare di una produzione vinicola “eroica”. Cantine scavate nella roccia, lo spazio conquistato con fatica per dare possibilità alle viti di diventare vigneti. Tanti i piccoli luoghi dove il viaggiatore può fermarsi, le famose “osmize”, e sorseggiare vini “scontrosi” come il Terrano o vini che sanno di mare come la Vitovska e la Malvasia. Scendi poi dal Carso e arrivi nella splendida città di Trieste.”

“La nostra è una regione da scoprire anche dal punto di vista gastronomico, dove l’ intreccio di culture diverse, friulana, slovena e austriaca, hanno dato origine a proposte e suggestioni che vale la pena vivere in tutte le stagioni.”

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PIEMONTE

La Strada del vino dei Colli Tortonesi, quella di Astesana, di Vini Torinesi, del Barolo e dei grandi Vini di Langa e quella del Riso Vercellese faranno capo alla nuova Federazione delle Strade del Vino del Piemonte. Tra gli obiettivi la creazione di un network che faccia interagire tutti gli attori della filiera dell’enoturismo, per valorizzare nei mercati internazionali le eccellenze locali. Ne abbiamo parlato con Walter Massa, eletto presidente della Federazione. Quali sono i motivi che dietro alla nascita delle Federazione delle Strade del Vino? “Prima di tutto portare all’attenzione dei media alcuni territori che ancora faticano a ritagliarsi un ruolo all’interno dei circuiti internazionali legati all’enoturismo e all’enogastronomia. Si tratta anche di un modo per poter ridare vita ad alcune zone abbandonate durante l’esodo rurale”. In tutto questo che ruolo dovrebbero avere le istituzioni? “Un ruolo di supporto nelle infrastrutture e nei servizi. Ma anche una parte attiva nella promozione dei territori. In questo senso credo che l’aver riportato sotto il ministero delle Politiche Agricole anche il turismo sia stato un segnale positivo, che testimonia come i due settori debbano essere pensati in sinergia”. Che obiettivi vi siete posti? “Partire da una filiera che potremmo definire, sotto certi aspetti, ancora artigianale, per creare un network nel quale tutti i soggetti possano interagire e fare così massa critica. Vogliamo valorizzare non solo il vino, che è un po’ l’etichetta di un territorio, ma tutte le eccellenze delle nostre regioni. La speranza è che altre zone possano dotarsi della propria strada del vino per accrescere questa rete”. Avete in mente qualche mercato specifico al quale rivolgervi? “Pensiamo ai mercati tradizionali, come il nord America e l’Europa, con Regno Unito, Germania e paesi scandinavi, solo per citarne alcuni. Ma c’è un’attenzione anche verso le realtà emergenti, come l’estremo oriente e il sud America”. Ci sono già dei percorsi o dei pacchetti da offrire al turista? “Per quanto riguarda i pacchetti pensiamo, prima di tutto, di agganciarci a quelli che il territorio è già in grado di offrire, con un mix tra enogastronomia e benessere. Per quanto riguarda il mondo del vino il nostro intento è quello di offrire una didattica pratica, ossia dei percorsi che permettano al visitatore di capire nel concreto come si svolge il lavoro del vignaiolo”. Secondo lei che ruolo avrà la tecnologia nell’enoturismo? “Sempre più decisivo. Con la tecnologia siamo in grado di offrire un’esperienza altamente personalizzata al singolo turista, arricchendola di numerosi contenuti”.

L’UNIONE FA LA FORZA La neonata Federazione delle Strade del Vino ha unito sotto di sé cinque strade del vino piemontese, con l’intento di espandersi per valorizzare il patrimonio enogastronomico del territorio A CURA DI TOMMASO NUTARELLI

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PUGLIA

LA DESTAGIONALIZZAZIONE TURISTICA PUGLIESE In Puglia le cantine diventano un veicolo per scoprire nuove rotte turistiche in tutti i periodi dell’anno anche grazie alle iniziative del MTV Puglia DI EMANUELE GORELLI

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un vero e proprio boom turistico della Puglia, una regione sempre più amata e visitata non solo dai turisti italiani, ma anche da quelli stranieri tanto da essere inserita tra le 52 destinazioni da non perdere nel 2019 dal New York Times. Una crescita a cui si affianca una sempre maggiore tendenza alla destagionalizzazione dei flussi turistici favorita da un’offerta variegata di tipo culturale naturalistico ed enogastronomico. In questo contesto ricopre un ruolo fondamentale l’enoturismo che vede la Puglia tra le prime sei destinazioni italiane per preferenza degli enoturisti secondo un’indagine dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor. Ed è proprio la destagionalizzazione del turismo uno dei concetti che stanno alla base dell’attività del Movimento Turismo del Vino Puglia considerato che il momento migliore per visitare le cantine ricade fuori dal periodo canonico di alta stagione. Abbiamo raggiunto Vittoria Cisonno – Direttore del Movimento Turismo del Vino Puglia che ci ha spiegato

come il consorzio promuove la propria attività: “Organizziamo iniziative per incentivare le persone a visitare le cantine ed i territori del vino durante tutto l’anno grazie soprattutto alle manifestazioni collegate al Movimento Turismo del vino nazionale con particolare riferimento a Cantine Aperte e le sue altre declinazioni stagionali, quali Cantine Aperte in vendemmia, Cantine Aperte a San Martino e Cantine Aperte a Natale”. Queste iniziative non solo favoriscono la destagionalizzazione ma incentivano il turista a visitare luoghi al di fuori dalle classiche mete del turismo pugliese principalmente concentrato nelle zone costiere e altamente frequentato durante la stagione estiva. “Le aziende – continua Vittoria Cisonno - sono perlopiù nelle zone interne o comunque più decentrate rispetto alle zone caratteristiche del turismo, quindi gli enoturisti ben volentieri tracciano il proprio itinerario tramite la mappa predisposta sul nostro sito e vanno a visitare le cantine. Abbiamo registrato un grande interesse per i nostri itinerari enoturistici segno che

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il vino è davvero un potente attrattore, un’esperienza che unisce insieme cultura, passione, amore per la natura. Anche la nostra storia parla chiaro: abbiamo cominciato oltre vent’anni fa con 5 cantine, oggi contiamo 70 soci, alcuni dei quali hanno ampliato le proprie aziende in direzione prettamente enoturistica, con ristoranti d’eccellenza, wine resort, aree per l’ospitalità di una bellezza rara”.


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L’enoturismo in Sicilia si conferma anche per il 2019 uno tra i settori dalla maggiore crescita. I numeri degli ultimi anni hanno infatti riconosciuto l’impatto del turismo enogastronomico sul turismo regionale SICILIA

IN SICILIA CRESCE LA CULTURA ATTORNO AL VINO Qualità dei vini, formazione continua e attenta gestione delle strutture ricettive: sono questi i punti di forza delle aziende della Doc Sicilia DI CARLOTTA LETTIERI

L’enoturismo in Sicilia si conferma anche per il 2019 uno tra i settori dalla maggiore crescita. I numeri degli ultimi anni hanno infatti riconosciuto l’impatto del turismo enogastronomico sul turismo regionale. Un percorso entusiasmante del quel abbiamo parlato con Antonio Rallo, presidente della Doc Sicilia. “La formazione continua del personale addetto e una sempre più attenta gestione delle strutture ricettive: sono questi i punti di forza delle aziende della Doc Sicilia che hanno incrementato il proprio impegno nell’offerta del settore enoturistico. Non solo, quindi, la costante ricerca della qualità dei nostri vini (ottenuti seguendo le regole del Disciplinare di produzione di chi aderisce alla Doc Sicilia) ma anche un’evoluzione del rapporto con il consumatore e i wine lovers. La Sicilia, d’altra parte, è terra ricca di storia e di bellezze naturali: accostare il vino a questi aspetti così rilevanti della nostra cultura è stato un passaggio ‘obbligato’. Amiamo dire che

ogni bottiglia di vino della Doc Sicilia è, in definitiva, uno dei più apprezzati biglietti da visita che un turista possa ricevere dalla nostra isola”. La scelta di incrementare la comunicazione della DOC Sicilia si sta dimostrando una strategia vincente per le aziende siciliane anche per il futuro. “Evidenziare ancora di più, con le nostre campagne di comunicazione e promozione in Italia e all’estero, il legame tra i nostri vini e il territorio – dice spiegando gli obiettivi futuri Antonio Rallo. Ma anche favorire la crescita della cultura dell’enoturismo nelle aziende della Doc Sicilia. L’anno scorso la Doc Sicilia ha dato il proprio contributo ad alcune manifestazioni di ‘Palermo capitale italiana della cultura’. Diversi giornalisti italiani ed esteri sono stati ospiti in incoming presso le nostre aziende e i principali luoghi turistici siciliani: da Noto con il suo barocco a Marsala e le saline dello Stagnone. Esperienze che ripeteremo, arricchendole grazie a quelle passate”.

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TOSCANA

L’ACCOGLIENZA FA LA DIFFERENZA L’esperienza in cantina al centro della rivoluzione enoturistica della Regione dove ventisette anni fa nasceva “Cantine Aperte” A CURA DI CARLOTTA LETTIERI

Enoturismo e Toscana, un binomio inscindibile che sopratutto negli ultimi anni si è consolidato cambiando il modo di vivere il turismo in questo territorio. Alla base di questa crescita l’offerta sempre più qualificata delle cantine e un’accoglienza che sa fare la differenza, ma sopratutto la possibilità di vivere un’esperienza unica. “E’ il valore aggiunto delle nostre cantine, quello di essere pronte ad accogliere il turista in forme diverse, non più ormai legate alla visita e degustazione tout court – spiega Violante Gardini, presidente Movimento Turismo del Vino Toscana -. E’ per questo motivo che, come MTV Toscana, abbiamo implementato il portale rendendolo ideale all’utilizzo da smartphone. Su www.mtvtoscana.com è presente una pagina dedicata proprio alle tante esperienze da fare nelle cantine sparse per la Regione. Si va dai percorsi a cavallo a quelli in mountain bike o in quad attraverso i vigneti. Le tradizionali visite in cantina possono essere arricchite da corsi di cucina tradizionale, o da incontri ravvicinati con enologi e agronomi che durante la vendemmia guidano gli appassionati alla scoperta di come nasce il prodotto. Ci sono poi le attività legate al benessere come la vinoterapia nelle tante Spa a disposizione, o come dormire in mezzo a un vigneto, degustare il vino in abbinamento a sottofondi musicali fino a matrimoni che hanno come sfondo le vigne e le cantine. Il tutto prenotabile e raggiungibile dal telefono”. La Toscana è sicuramente tra le mete vinicole più apprezzate al mondo. Sono i numeri dei diversi rapporti del settore a dirlo e preannunciare che questa Regione dal punto di visto dell’offerta può ancora sorprendere molto. “Sicuramente continuando a puntare sulla qualità dei prodotti e dei servizi offerti - aggiunge Violante Gardini. Se rappresentiamo un modello non solo per l’Italia è proprio perché abbiamo avuto persone in grado di accogliere il turismo del vino in maniera professionale e, ripeto, emozionale. Non posso ancora svelare i dettagli, ma proprio il Movimento Turismo del Vino presenterà a brevissimo un progetto che sicuramente potrà sorprendere tutto il mondo del vino, a partire dalle cantine, con l’obiettivo di migliorare ancora di più l’offerta nazionale”.

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PIERPAOLO LORIERI RACCONTA LE STRADE DEL VINO DELLA TOSCANA Dal Coordinamento Nazionale alla firma della Federazione Italiana Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori A CURA DI MARTINA CILIANI Pierpaolo Lorieri, Presidente di Strade del Vino della Toscana, spiega come sta cambiando l’Enoturismo e come la Federazione Italiana Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, sancita in occasione dell’ultima edizione del Vinitaly, deve rispondere ai mutamenti in corso. Come è nata la sua esperienza presso le Strade del Vino della Toscana? “Ho la fortuna di occuparmi di vino da più di trenta anni. Sono stato membro di Strade del Vino della Toscana sin dalla sua costituzione per tredici anni e da un anno a questa parte sono subentrato all’ultimo dirigente. Oggi il mio ruolo è quello di presidente di Strade del Vino della Toscana”. Parlando della firma dell’atto costitutivo della Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, suggellato al Vinitaly 2019, quali sono le novità che saranno introdotte nell’Enoturismo e cosa cambia rispetto al Coordinamento Nazionale che vi era in precedenza? “Ritengo che il Coordinamento Nazionale che abbiamo costituito lo scorso anno sia stato fondamentale perché le Strade del Vino si stazionano in territori piccoli e regionali pertanto necessitano di un collegamento a livello nazionale. I flussi di turismo non sono più movimenti stanziali come una volta. Oggi chi arriva in un paese non rimane fisso ma vuole spostarsi e fare

un’esperienza più complessa del territorio quindi, piuttosto che un coordinamento geografico, ci deve essere un sistema di accesso alle informazioni completo di tutto il territorio nazionale. Quando l’enoturista giunge in un sito deve poter accedere a tutte le altre informazioni del circuito, questa è la proposta del futuro di Strade del Vino”. Concludendo, secondo Lei quali migliorie potrebbero essere introdotte per sviluppare il settore Enoturistico? “Quello che oggi manca in Italia è un sistema informativo territoriale. Secondo me il futuro del sistema delle Strade del Vino va verso la possibilità, per gli enoturisti, di accedere alle informazioni di cui necessitano in maniera semplice. Come dicevo in precedenza, avendo oggi a che fare con enoturisti diversi e spesso inesperti, si ha bisogno di dotare loro degli strumenti informativi efficaci. Spesso infatti la percezione che abbiamo noi delle informazioni che forniamo è diversa da quella visibile per esempio all’estero. Quest’anno dovremmo riuscire a dare un contributo specialmente ora che la regione intende modificare la normativa regionale sulle Strade del Vino, il nostro compito è quello di collaborare con loro per la modifica della direttiva. Mi auguro che lavorando insieme si riesca a fare qualcosa di buono e di importante per tutti noi”.

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NUOVA VITA PER TERUZZI A SAN GIMIGNANO TERRA MORETTI RACCOGLIE L’EREDITÀ STORICA DELLA CANTINA RICERCANDO SOLUZIONI INNOVATIVE NEL RISPETTO DEL TERRITORIO E DELLA TRADIZIONE

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IL PROGETTO DELLA FAMIGLIA MORETTI MIRA ALL’ESALTAZIONE DEL PATRIMONIO DI NOBILTÀ E CARATTERE DI SAN GIMIGNANO E DELLA SUA RISORSA PIÙ PREZIOSA, LA VERNACCIA

Teruzzi nasce a San Gimignano nel 1974 grazie al sogno di Enrico Teruzzi, vignaiolo per passione ma ingegnere per professione, che fin dall’inizio ha voluto dare all’omonima cantina un’impronta moderna, rivolta all’innovazione così da raffinare la produzione dei propri vini e creare solo eccellenze enoiche. Questa sfida è stata raccolta nel 2016 dal Gruppo Terra Moretti, il quale attraverso sempre l’innovazione, il rispetto del territorio e della tradizione, vuole portare l’azienda sangimignanese a raggiungere importanti traguardi con una particolare attenzione alla sostenibilità. Il progetto della famiglia Moretti mira all’esaltazione del patrimonio di nobiltà e carattere di San Gimignano e della sua risorsa più preziosa, la Vernaccia, a cui

sono destinati 60 dei 94 ettari agricoli coltivati a vigneto. La sostenibilità è quindi al centro del percorso intrapreso dal Gruppo Terra Moretti che sotto la guida dell’enologo Caviola ha debellato i concimi di origine chimica e i diserbi residuali, riducendo drasticamente l’utilizzo di prodotti antiparassitari. Assecondare e indirizzare il carattere delle uve, indagare sulle diversità territoriali e cercare di trasferire in bottiglia la sintesi più alta possibile: questa è la missione della nuova Teruzzi che vuole imprime ai suoi vini uno stile unico, riconducibile al terroir e alle annate, ma uguale solo a sé stesso. L’originalità dello stile Teruzzi si ritrova anche nell’immagine: il restyling delle nuove etichette prende ispirazione dalla magia dei bestiari medievali, opere didattico-morali dell’epoca che raccoglievano brevi descrizioni di animali reali e immaginari. I bestiari medievali avevano lo scopo di descrivere le proprietà di un certo numero di bestie raffigurandole in un’insolita interpretazione surreale. Il nuovo logo ha due caratteristiche fondanti, la forma e il colore, traslati entrambe in archetipi simbolici che parlano direttamente al nostro immaginario. L’idea è un dichiarato omaggio alla città di San Gimignano, alle sue forme, alla sua storia, alle sue origini medioevali. (m.z.) EN - The new life of Teruzzi in San Gimignano. Terra Moretti gathers its historical legacy and looks for innovative solutions that respect territory and tradition. Teruzzi was founded in San Gimignano in 1974. It was the fruit of Enrico Teruzzi’s dream. Since the very beginning, the engineer who became a passionate winemaker gave to his homonymous cellar a modern spirit, producing only excellent refined wines. In 2016 Gruppo Terra Moretti took up his challenge: to get important goals through innovation but keeping an eye on sustainability, respecting the territory and its traditions. The Moretti family’s project aim to exalt the noble patrimony of San Gimignano and its most precious resource, Vernaccia, addressing to this grape variety 60 of its 94 hectares of vineyards. Sustainability is the focus of the path that Gruppo Terra Moretti

has started with the oenologist Caviola: no chemicals and herbicide and a drastic reduction of antiparasitic products. The mission of the new Teruzzi is to support and guide the character of the grapes, to study the peculiarities of the terroirs and to pour them into the bottle. In this way, Teruzzi aims to give to its wines a peculiar style, according to the different terroirs and years, but with a recognizable character. The originality of the Teruzzi style is expressed by its image too: the restyling of the labels takes its inspiration from the magic of the medieval bestiaries. The medieval books with descriptions of imaginary and real animals had the purpose to offer unusual and surreal representations. The new logo of Teruzzi consists in two elements, shape and color, converted into symbolic archetypes that refers directly to the collective image. The main idea is an homage to San Gimignano, to its shapes and story and to its medieval origins.

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PALAGETTO LA VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO SI RACCONTA ATTRAVERSO I VINI DELL’AZIENDA Siamo all’ombra delle torri di San Gimignano, nel cuore della campagna toscana. E’ qui che sorge Palagetto, l’azienda agricola di proprietà della Famiglia Niccolai oggi guidata dai nipoti Arianna, Niccolò e Luca Fioravanti che portano avanti con passione e dedizione il progetto iniziato dal nonno Luano. Realtà vitivinicola affermata ma anche un luogo ricco di fascino e storia dove vivere un soggiorno unico, tra antichi sapori e profumi della tradizione toscana. Attualmente la proprietà è composta da 80 ettari di cui 64 sono coltivati a vite e in piena attività produttiva ed è proprietaria dell’Agriturismo Villa Palagetto. “Il nostro fiore all’occhiello è sicuramente la cantina arricchita da suggestive salette all’interno della ‘Barricaia’ e di un ampio spazio esterno dove poter godere delle bellezze della campagna circostante, tra verdi colline, vigneti ed uliveti – spiega Arianna Fioravanti. La visita guidata a Palagetto inizia dal vigneto e prosegue con un interessante percorso alla scoperta dell’affascinante barricaia e bottaia (con circa 200 barriques e 15 tonneaux), il locale di imbottigliamento,

quello dell’affinamento in vetro ed il locale di stoccaggio. A conclusione una degustazione di vini, prodotti locali e olio dell’azienda. Palagetto possiede anche un frantoio visitabile tutto l’anno ma in funzione da fine ottobre a dicembre, periodo in cui si può assistere al magico processo di frangitura delle olive”. EN - Palagetto. Vernaccia di San Gimignano talks about itself through the wines of Palagetto. In the shadow of the San Gimignano towers, in the heart of the Tuscan countryside, rises Palagetto, the Niccolai family’s winery, nowadays managed by Arianna, Niccolò and Luca Fioravanti who continue with passion and devotion the family project started by their grandfather Luano. The winery is not only a well-known reality but also a place rich of charm and story where it is possible to enjoy a pleasant stay among the ancient tastes and perfumes of the Tuscan tradition. Nowadays the property consists in 80 hectares, 64 of which are flourishing vineyards. “Our buttonhole is our cellar, enriched by suggestive rooms inside the barrique cellar and a wide outdoor space where it is possible to

enjoy the beauty of the surrounding countryside, among green hills, vineyards and olive groves”, says Arianna Fioravanti. Te guided tour of Palagetto starts in the vineyards and continues with an interesting path to discover the charming barrique and barrels cellar (with about barriques and 15 tonneaux), the bottling room, the reefing one and the storage area. At the end of the tour, it is possible to taste wines, local products and olive oils produced Palagetto. The farm has also an oil mill that is possible to visit all year long even if it is operative from October to December only, a period when it is possible to attend to the magic process that give life to olive oil”. Azienda Agricola Palagetto Via Racciano, 10 – San Gimignano (SI) Tel. 0577.943090 tasting@palagetto.it W PALAGETTO.IT Per prenotazioni Agriturismo Villa Palagetto Via Monte Oliveto, 46 - San Gimignano (SI) Tel. 0577.943097 - Cell. 334 6399484 booking@palagetto.it W AGRITURISMOPALAGETTO.COM

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“L’Azienda Agricola è proprietaria dell’Agriturismo Villa Palagetto, un piccolo borgo dalle origini trecentesche finemente recuperato in stile toscano. Punto di partenza ideale per visitare le meraviglie della Regione, ma anche luogo per godere della pace della campagna e degustare i prodotti di Palagetto.”


A fianco delle aziende per la miglior riuscita del loro investimento.

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GUICCIARDINI STROZZI DAL 994 PROTAGONISTI DELLA STORIA DEL VINO TOSCANO Oltre mille anni di storia, 530 ettari di proprietà tra le verdi colline toscane a un passo dalle famose torri della celebre città medievale di San Gimignano, 22 diverse tipologie di vini prodotti e circa 800 mila bottiglie all’anno. Sono questi i numeri di Guicciardini Strozzi, l’azienda di Cusona oggi guidata e portata avanti con entusiasmo e dedizione dal Principe Girolamo Strozzi insieme alla moglie Irina e le figlie Irina e Natalia. “Famiglia, passione, qualità, sapienza tecnologica e amore per il territorio: sono questi gli ingredienti che da sempre stanno dietro alla nostra azienda – spiegano. Negli

anni ‘70 abbiamo iniziato la commercializzazione dei nostri vini nel mondo e nel 1998 abbiamo allargato l’attività vitivinicola anche nella Maremma toscana (Bolgheri, Scansano, Montemassi) e a Pantelleria. Oggi tra le etichette di maggior prestigio della Tenuta ci sono il Sòdole, 100% sangiovese, il Millanni, un assemblaggio di sangiovese, cabernet sauvignon e merlot nato per celebrare i 1000 anni della Tenuta e la Vernaccia di San Gimignano, che fu imbottigliata in una bordolese per la prima volta in assoluto in tutta la Regione nel 1933 proprio da Guicciardini Strozzi, lasciando da parte il tradizionale uso dei fiaschi e delle damigiane”.

EN - Guicciardini Strozzi. Since 994, protagonists of the history of the Tuscan wine. More than one hundred year of history, 530 hectares of land among the green Tuscan hills, few steps far from the famous towers of the medieval town San Gimignano, 22 different wines and about 800,000 bottles produced every year. These are the numbers of Guicciardini Strozzi, the winery of Cusona managed by Prince Girolamo Strozzi with his wife Irina and his daughters Irina and Natalia with enthusiasm and devotion. “Family, passion, quality, knowledge, technology and love for our territory: these are the ingredients that have always characterized our winery. In the 70’s we started introducing our wines worldwide and in 1998 we expanded our activity in the Tuscan Maremma (Bolgheri, Scansano, Montemassi) and in Pantelleria. Nowadays, among the buttonhole labels of Guicciardini Strozzi there are Sòdole, 100% Sangiovese, Millanni, a blend of Sangiovese, Cabernet Sauvignon and Merlot, created to celebrate the 1000th anniversary of our estate, and Vernaccia di San Gimignano. In 1933, right Guicciardini Strozzi proposed for the first time in Tuscany this grape variety in a Bordeaux bottle, leaving aside the traditional wicker wine bottles and jugs”. Guicciardini Strozzi, Località Cusona, 5 53037 San Gimignano (Siena) Italy +39 0577950028 info@guicciardinistrozzi.it W GUICCIARDINISTROZZI.IT

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“Gli illustri personaggi delle famiglie Strozzi e Guicciardini hanno segnato la storia della Toscana e non solo. Tra gli antenati illustri merita di essere ricordata anche Lisa Gherardini del Giocondo, ossia La Gioconda o Monna Lisa, immortalata nel più celebre quadro di Leonardo da Vinci; gli attuali membri della famiglia ne rappresentano la quindicesima generazione di discendenza.”


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TRENTINO

GRAPPA, VINI, PAESAGGIO E STORIA Un percorso itinerante tra le antiche distillerie del Trentino alla scoperta di vecchi alambicchi, aromi e sapori gastronomici locali A CURA DI CHIARA MARTINELLI

Inizia un sabato mattina il viaggio de I Grandi Vini alla scoperta delle grappe artigianali del Trentino, oltre alla degustazione delle bollicine Trento Doc ed altre peculiarità enoiche poco conosciute fuori dalla regione, come il cosiddetto Vino Santo (da non confondere con il Vinsanto toscano) e la Grappa di Vino Santo. Un percorso abbinato alle specialità gastronomiche locali che può dirsi parte dell’offerta “enoturistica trentina”. Mirko Scarabello, presidente dell’Istituto Grappa del Trentino fondato nel 1969 da cinque distillatori (Bertagnolli,

Pisoni, Sebastiani, Segnana e Bassetti) non poteva che avvicinarci alla più pregiata “acquavite” se non facendoci conoscere da vicino le cinque antiche distillerie artigianali di Santa Massenza, antico borgo incastonato nella Valle dei Laghi a pochi chilometri da Trento. La visita si fa a piedi scoprendo la storia e il funzionamento dei primi “alambicchi”; Bernardino Poli è uno dei tanti che ne custodisce uno del bisnonno, risalente ai primi del ‘900. -“All’epoca si poteva distillare dalle 8 di mattina alle 8 del giorno succes-

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sivo e solo dopo aver pagato un dazio all’Impero Asburgico” -racconta. La lunga notte, trascorsa ad alimentare il fuoco, un momento di convivialità per tutti i distillatori che badavano alla “cottura delle vinacce”, è oggi uno degli eventi più attesi del mese di dicembre e punto di forza dell’enoturismo trentino: la “notte degli alambicchi accesi”. Si vaga per le viuzze illuminate facendo degustazioni e abbinamenti gastronomici (formaggi, frutta secca, marmellate, torte) con spettacoli teatrali itineranti e canti lirici, in un’atmosfera affascinante. La svolta modernizzatrice e tutt’ora in auge, avvenne grazie all’intuizione del ramiere Tullio Zedra che adottò il sistema dell’alambicco discontinuo a bagnomaria, il metodo odierno più utilizzato per la produzione della Trentino Grappa (rispetto al continuo – alimentato ininterrottamente con nuova vinaccia) che consente di mantenere l’essenza e le fragranze naturali dei distillati. Profumi e aromi che ci hanno deliziato nell’assaggio delle grappe ricavate da monovitigni. In Trentino si produce il 10% della grappa nazionale con un fatturato intorno ai 25 milioni di euro per l’imbottigliato e 4

milioni di euro per la materia prima. Ma l’ambito marchio del “Tridente”, concesso dall’Istituto Tutela Grappa del Trentino, è apposto soltanto dopo rigidi controlli: dapprima presso i laboratori d’analisi, passando all’esame sensoriale, infine l’ultimo controllo avviene su prodotti già sul mercato, prelevati e di nuovo analizzati per confermarne l’idoneità. Il saluto da ciascun distillatore lo si fa brindando con i bellissimi bicchieri a tulipano, fotografando in controluce la limpidezza delle grappe, di colore “paglierino” o “ambrato” le invecchiate, “incolori” e trasparenti le più “giovani”. A Palazzo Roccabruna in centro a Trento, era doveroso soffermarsi all’evento in corso, “Trentino & Wine” per le degustazioni di Bianchi Riserva Trento Doc, Rossi trentini e una cena all’Osteria del Vecchio Pozzo con i piatti tipici locali: la “Carne Salada” i Canederli e i golosissimi “Ravioli di patate fritti” accompagnati da un magnifico rosso Reboro. All’enoturista non può mancare il piacere dell’arte, ed è stato l’ultimo cadeau che ci ha voluto riservare Mirco Scarabello: la visita a Villa Margon di proprietà delle Tenute Lunelli. Un’abitazione di campagna risalente alla metà del’500 completamente affrescata e arredata con pezzi unici di antiquariato, sculture e suppellettili, magnifica.


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CANTINA SAN MICHELE APPIANO DA OLTRE UN SECOLO IL CUORE DEL PIÙ IMPORTANTE COMUNE VITIVINICOLO DELL’ALTO ADIGE

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QUEST’ANNO, PER LA PRIMA VOLTA, UN VINO ROSSO DELL’ANNATA 2015 È ENTRATO NELLA LINEA ESCLUSIVA DI SAN MICHELE APPIANO. PREGIATO E INEGUAGLIABILE QUANTO DIFFICILE E INTEMPERANTE, IL PINOT NERO È LA PIÙ RECENTE SFIDA DI HANS TERZER

Un’importante realtà vitivinicola alle porte di Bolzano che domina come un castello la Strada del Vino dell’Alto Adige. E’ in questi terreni dalle caratteristiche ideali per la produzione di grandi uve che nascono i vini di fama mondiale e pluripremiati della Cantina San Michele Appiano. Nata nel 1907 come cooperativa, oggi la cantina conta 330 soci che coltivano 385 ettari di vigneti. In particolare, i terreni nel paese di Appiano e dintorni offrono le condizioni ideali per varietà come Pinot Bianco, Pinot Grigio, Chardonnay, Sauvignon e Gewürztraminer. E sono proprio questi vini bianchi che hanno contribuito all’ottima reputazione della Cantina San Michele Appiano che deve il suo successo soprattutto ad un uomo, il winemaker Hans Terzer. Conosciuto come “il mago dei bianchi”, negli anni ‘80 è riuscito a trasformare la cooperativa vinicola in una delle Cantine più importanti d’Italia. Oggi i vini contraddistinti dall’etichetta “Sanct Valentin” (linea di

punta nata nel 1986) sono serviti nei migliori ristoranti d’Italia e complessivamente hanno già portato a casa gli ambiti “tre bicchieri” del Gambero Rosso per ben 30 volte. Il suo “vino da sogno”, Appius, che nasce da grappoli selezionati dal winemaker sulla base di una formula ottenuta negli anni di continue sperimentazioni vocate al raggiungimento della massima qualità, è un vino completamente nuovo e strepitoso. Giunto alla sua quinta edizione, ogni anno viene reinterpretato il contenuto e il design delle bottiglie con lo scopo di concepire una wine collection in grado di entusiasmare gli appassionati di vino di tutto il mondo. Ma la vera novità della Cantina è “la diva della Borgogna”. Quest’anno, per la prima volta, un vino rosso (dell’annata 2015) è entrato nella linea esclusiva di San Michele Appiano. Pregiato e ineguagliabile quanto difficile e intemperante, il Pinot Nero è la più recente sfida di Hans Terzer. “Le uve selezionatissime che compongono il Pinot Noir Riserva TWC – spiega il winemaker - provengono da due distinti vigneti della parte settentrionale dell’Oltradige, ‘Rungg’- Cornaiano e Appiano Monte. La vinificazione avviene con preliminare macerazione a freddo in contenitori di acciaio inox. Segue la fermentazione a temperatura controllata per circa 20 giorni con diverse follature soffici. I vini vengono poi affinati in barrique/tonneaux per 12 mesi, poi passano in botti da 12hl. L’imbottigliamento si riferisce ad appena 3300 bottiglie in tutto”. EN - Cantina San Michele Appiano. For more than a century, the heart of the most important oenological area of Alto Adige. At the doors of Bolzano, an important oenological realty overlooks the Wine Route of Alto Adige. The award-winning wines of Cantina San Michele Appiano spring from these precious soils, ideals for the production of great grapes. Founded in 1907 as cooperative, nowadays the winery has 330 members and 385 hectares of vineyards. In particular, the lands surrounding the municipality of Appiano have the ideal qualities for the production of important grape varieties such as Pinot Bianco, Pinot Grigio, Chardonnay, Sauvignon and Gewürztraminer. These grape varieties have let Cantina San Michele Appiano to make a name

for itself and to get a great success, thanks to winemaker Hans Terzer. Known as “the king of white wines”, in the 80s Terzer has been able to convert the cooperative into one of the most important Italian wineries. Nowadays, the wines of the line “Sanct Valentin” (the buttonhole line by Cantina San Michele Appiano, created in 1986) are offered in the most important Italian restaurants and Gambero Rosso has awarded them with the “three glasses” 30 times. His “dream wine” Appius is the fruit of personally selected grapes and of continuous experimentations to get the highest quality. The result is a new and amazing wine. Now at its fifth edition, every year it is reinterpreted in its design too, with the aim to create a wine collection for the wine lovers. The last born of the winery is “the Diva of Burgundy”, a red wine (year 2015) in the exclusive line of San Michele Appiano. Fine and unique, but also difficult and intemperate, Pinot Nero is Hans Terzer’s latest challenge. “The very carefully selected grapes that make my Pinot Noir Riserva TWC – explains the winemaker – come from two different vineyards that grow in the northern part of Oltradige, “Rungg” – Cornaiano and Appiano Monte. Its vinification includes a preliminary cold maceration in stainless steel tanks. Then fermentation at controlled temperature for 20 days with many soft fullings. Wines refines in barrique/tonneaux for 12 months and then in 12 hl barrels. At the end, we bottle only 3,300 bottles per year”. Cantina San Michele Appiano Via Circonvallazione 17/19 – 39057 Appiano (BZ) 0471 664466 office@stmichael.it W STMICHAEL.IT

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ARUNDA, “LA PIÙ ALTA CANTINA D’EUROPA” STORIA DELL’ECCELLENZA ITALIANA NELLA PRODUZIONE DI METODO CLASSICI E’ nella bellissima località di Meltina, a quindici chilometri a nord del noto centro vinicolo di Terlano e solo a una ventina da Bolzano e da Merano, che sorge Arunda, cantina di Metodo Classico più in quota d’Europa guidata da Josef Reiterer e dalla moglie Marianne che da quaranta anni con passione e dedizione danno vita a eleganti vini effervescenti del Sudtirolo capaci di incantare ogni palato. 1.200 m di altitudine rendono quest’azienda familiare la cantina più alta d’Europa. “Nel 1979 abbiamo voluto creare la nostra piccola azienda, la più alta cantina metodo classico d’Europa, dove lavoriamo con i sistemi in uso nella Champagne da quasi tre secoli – spiega con entusiasmo Josef Reiterer. Qui produciamo i nostri spumanti targati Alto Adige, bollicine che nascono dalla pura passione per il nostro lavoro, un prodotto che viene trattato con amore familiare in tutte le fasi della creazione. E’ questo la magia che racchiudiamo in ogni bottiglia: ogni bollicina è calcolata per donare lo stesso brio che proviamo noi ogni giorno durante la

creazione del nostro sapore inconfondibile. Uno spumante che è l’essenza di uno stile di vita, lo specchio di un’anima dedita alla ricerca della perfezione”. Ogni anno la cantina Arunda produce 130.000 bottiglie di finissimo perlage in brillanti toni di giallo e rosa, undici Metodo Classico diversi dove tradizione e ricerca innovativa si fondono dando vita a seducenti vini effervescenti. EN - Arunda, “the highest winery in Europe”. Story of the Italian excellence in the production of méthode classique sparkling wines. In the wonderful Meltina, 15 kilometers north of Terlano and about 20 from Bolzano and Merano, rises Arunda, the méthode classique winery at the highest altitude in Europe. The winery is managed by Josef Reiterer with his wife Marianne who have been making with passion elegant and enchanting sparkling wines for 40 years. With its 1,200 meters above the sea level, the winery is the highest in Europe. “In 1979 we decided to create our little winery, the highest méthode classique winery in Eu-

rope, where we have been using the traditional methods of the Champagne region for about three centuries”, says Josef Reiterer enthusiastically. Here we produce our sparkling wines made in Alto Adige, the fruit of our pure passion for our work. Our products are made with love in all the phases of their creation. We enclose this magic in every bottle: every single bubble is created to infuse the same liveliness we feel every day when we make our wines. Our sparkling wines are the essence of a way of living, the mirror of a soul devoted to the pursuit of perfection”. Every year Arunda produces 130,000 bottles of fine perlage with bright yellow and pink nuances, elven different charming méthode classique that combine tradition and research. Arunda Via Prof. – Josef – Schwarz, Str. 18 39010 Mölten / Meltina (BZ) Italia +39 0471 668033 info@arundavivaldi.it W ARUNDAVIVALDI.IT

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“Sono necessari almeno 24 mesi per dare agli spumanti Arunda quella ricchezza, quell’eleganza e quella complessità che li ha resi famosi. Alcune Cuvée riposano in cantina anche 60 mesi prima che le bottiglie vengano, come da tradizione, sboccate e avviate alla vendita.”


B

Sistema automatizzato di movimentazione e rimontaggio The automated system for moving and pumping over

A

®

Il sistema automatizzato di iniezione di gas tecnici The automated system of injection of technical gases

1

Saturazione Saturation

2

Ossigenazione Oxygenation

3

insufflazione Insufflation

Vantaggi 1. MULTIFUNZIONALITÀ

Onda® può essere utilizzato per la maggior parte di tipologie di vino e in tutte le fasi del processo di vinificazione: macerazione pre e post-fermentativa, fermentazione alcoolica e malolattica, affinamento sulle fecce fini e stoccaggio a lungo termine.

2. VERSATILITÀ

si adatta facilmente ai protocolli di vinificazione in uso e semplifica operazioni o problematiche normalmente complesse: rimontaggi, ossigenazioni, arresti o rallentamenti di fermentazione, messa in sospensione delle fecce fini, correzione dei sentori di ridotto, saturazione del serbatoio con gas inerte ecc..

3. ESTRAZIONE EFFICACE E DELICATA

il sistema automatizzato di movimentazione e rimontaggio agisce al di sopra e al di sotto del cappello delle vinacce e non direttamente su di esso, questo massimizza l’estrazione delle componenti fenoliche riducendo allo stesso tempo la produzione di feccia.

Il nuovo serbatoio multifunzionale Onda®, brevettato da GHIDI METALLI SRL, è disponibile con capacità variabili da 20 a 150hl. Le caratteristiche innovative di Onda® sono:

4. FACILE PULIZIA

Onda® è privo di intercapedini e tutte le componenti interne sono dotate di un sistema rapido di smontaggio e lavaggio che riduce i tempi di svinatura, di pulizia e di sanificazione del serbatoio.

A

Il sistema automatizzato di iniezione di gas tecnici (aria compressa, azoto, argon, CO2 o miscele di questi gas) in tre zone specifiche del serbatoio. 1 Saturazione dall’alto per l’affinamento e la conservazione a lungo termine in atmosfera protetta. 2 Ossigenazione in zona mediana grazie alla candela porosa integrata. 3 Insufflazione dal basso: con gas inerte, per mescolare delicatamente il mosto/vino o portare in sospensione le fecce fini durante l’affinamento, oppure con aria compressa per la macro-ossigenazione del prodotto.

B

5. POSSIBILITÀ DI VINIFICARE SENZA SOLFITI AGGIUNTI

grazie al sistema di rimontaggio senza uso di pompe ed al sistema di iniezione dei gas tecnici si ottiene all’interno di Onda® un’atmosfera modificata e controllata che ha permesso la produzione di vini senza aggiunta di solfiti o altri allergeni sia su scala sperimentale che produttiva*.

6. RISPARMIO

Il sistema automatizzato di movimentazione e rimontaggio del mosto o del vino senza l’ausilio di pompe massimizza l’estrazione fenolica riducendo allo stesso tempo

riduce notevolmente i costi di manodopera perché funziona senza l’ausilio di pompe e relative tubature che richiedono personale specializzato sia per il loro funzionamento che per la loro pulizia. Onda® è completamente automatizzato: un solo operatore, grazie all’intuitivo pannello di controllo, può programmare e gestire l’intero processo di vinificazione, affinamento e conservazione, anche di più serbatoi contemporaneamente.

lo stress per il mosto e la produzione di feccia.

*Impiegando Onda® ed adottando misure di igiene appropriate, attrezzature enologiche idonee ed un protocollo specifico è stata dimostrata la possibilità di vinificare senza l’aggiunta di solfiti ed altri allergeni, si raccomanda tuttavia che le procedure vengano consigliate e approvate da un esperto enologo che è responsabile della qualità del prodotto finale.

GHIDI METALLI Srl Via Circonvallazione, 64

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51011 Borgo a Buggiano (Pistoia) Italia Tel . +39 0572 32216 - Fax +39 0572 30887 sales@ghidimetalli.it - www.ghidimetalli.it


UMBRIA

STORIA, AUTENTICITÀ E CULTURA VINICOLA ECCO PERCHE’ GLI ENOTORUSTI SCELGONO L’UMBRIA L’Umbria sostiene il turismo esperienziale con un ricco programma di eventi espressione dell’identità locale. A CURA DI MARTINA CILIANI L’Umbria, il cuore verde dello stivale è la regione dei paesaggi mozzafiato e degli scorci suggestivi che regalano a chiunque li esplori quel senso di sconfinatezza e libertà. Silenzio, tranquillità e sacralità sono le caratteristiche che si respirano camminando tra i sentieri collinari e tra i borghi che risuonano ancora di tempi passati. E’ questa la terra dei percorsi esperienziali là dove le vallate, coperte dai filari di oliveti e vigneti, sembrano resistere inviolate allo scorrere del tempo. Se l’Umbria è una destinazione di rilievo a livello mondiale è solo grazie ai vignaioli che hanno creduto ed investito nell’enoturismo. E’ così che è stato rilanciato il Sagrantino di Montefalco, il vino rosso simbolo della regione. Robusto e possente nella struttura, questo gioiello enologico si estende lungo i villaggi di Bevagna, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo e Castel Ritaldi dove l’attività turistica è promossa grazie agli eventi organizzati dalla Strada del Sagrantino. L’Associazione risponde alle esigenze del nuovo viaggiatore desideroso di conoscere la storia e il contesto di sviluppo del frutto. Manifesto ne è la “Sagrantino Experience” in scena fino al 28 settembre con appuntamenti che si snodano su tre filoni tematici: enogastronomia, arte e turismo naturalistico/sportivo per far conoscere i vini e le

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realtà che li producono. Sempre in questa zona è contemplato l’evento “Montefalco nel bicchiere” organizzato dal Consorzio Tutela Vini Montefalco che riprende il ciclo di degustazioni di quattro vini della regione: Montefalco Bianco Doc, Spoletino Trebbiano, Montefalco Grechetto Doc, Montefalco Rosso Doc e Montefalco Sagrantino DOCG. L’esperienza che si svolgerà ogni sabato fino al 27 ottobre sarà guidata da esperti sommelier che illustreranno i vini del percorso di degustazione. Motore del turismo anche l’area del Trasimeno, uno dei luoghi più suggestivi di questa terra definito un vero e proprio paradiso naturale. Qui La Strada del Vino Colli del Trasimeno organizza il “Trasimeno Wine Tour” che propone sette percorsi tra cantine e borghi medievali contenitori di arte e storia. Ad investire su questa area anche il Consorzio Tutela Vini Trasimeno che presenta quest’anno la prima edizione del “Trasimeno Rosè Festival” prevista il 23 giugno con una serata dedicata ai vini rosati che avrà luogo nei trenta ristoranti che circondano il Lago Trasimeno. Queste manifestazioni, viste come occasioni di riflessione sui temi dell’enoturismo, dimostrano la vocazione condivisa da tutti gli enti: rendere l’Umbria una meta ambita per chi ricerca autenticità e cultura enogastronomica.


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VENETO

EREDITÀ GEOLOGICHE… DA BERE La rassegna “Vulcanei” svela i lasciti del suolo vulcanico nella produzione vinicola A CURA DI ALESSANDRA MORO

Omnes viae Romam ducunt, “tutte le strade portano a Roma”, dicevano i nostri avi, e il detto vale ancora, considerando che le attuali strade statali da 1 a 8 sono tutte ex-consolari romane. Ma in Italia tutte le strade portano anche al vino, come testimonia l’esistenza della Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori. In Veneto gli itinerari sono 16, arricchiti da iniziative per la valorizzazione locale: storia, arte, natura, prodotti. Un esempio recente si è avuto con “Vulcanei”, rassegna di vini da territori vulcanici, svoltasi alla tenuta Frassanelle di Bastia di Rovolon (Padova) e organizzata dal Consorzio Vini Colli Euganei in collaborazione con la Strada del Vino dei Colli Euganei. Giunta alla quarta edizione, “Vulcanei” si è snodata in varie tappe, a partire da cantine locali, che hanno proposto i primi assaggi di una tipologia assai carismatica; con metafora militare, se i vini sono soldati semplici, quelli figli di un suolo vulcanico sono alti graduati: la componente geologica conferisce una sapidità decisa, comune a rossi e bianchi.

Michele Montecchio, tra i produttori partecipanti, specifica: “L’identità pedologica dei colli regala unicità ai nostri vini: il nostro prodotto principale è il rosso - uve merlot e cabernet franc soprattutto – a cui si affianca anche una linea di bianchi, tra cui l’Alpianae, un moscato fior d’arancio passito, eletto migliore al mondo al concorso “Muscats du monde” nel 2014’’. Dalla più grande tenuta della zona - 100 ettari, a cui se ne aggiunge un’altra potenziale ventina – si rilancia con un altro potente Merlot, ed un particolarissimo bianco secco fior d’arancio, «perfetto con gli asparagi», secondo il suggerimento gourmet di Luigi Rossi, uno dei soci. Approdo finale per “Vulcanei”, la masterclass alla tenuta Frassanelle, a cura dell’esperto John Szabo, affiancata da altre degustazioni guidate da Ais Veneto: vini veneti, italiani ed esteri (ospiti speciali Azzorre, Canarie e Santorini) per un totale di oltre 50 aziende. Ricorrenza che si è sovrapposta, i 50 anni della denominazione Colli Euganei, istituita nel 1969: ‘’Il nostro intento per il prossimo futuro – precisa Marco Calaon, presidente del Consorzio Vini Colli Euganei - è quello di rafforzare l’identità dei nostri vini, fortemente determinata dal territorio e dai suoli di origine vulcanica: qui le cantine sono rimaste laboratori artigianali affacciati sui vigneti che, non superando il 10% dell’intero comprensorio, garantiscono un perfetto equilibrio di microclimi. Siamo collocati sul “parallelo del vino”, il 45°, dove le condizioni sono ottimali per la produzione e la maturazione dei rossi’’. Franco Zanovello, presidente della

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Strada del Vino Colli Euganei, approfondisce la realtà di questi itinerari a tema: ‘’C’è molta sinergia a livello nazionale; proprio l’8 e 9 giugno prossimi si terranno gli stati generali delle strade del vino, a Montepulciano; la federazione del Veneto ne raggruppa undici, quella nazionale una sessantina. Abbiamo alle spalle parecchie prove di valore e portiamo avanti, insieme al Movimento turismo del vino e Civiltà del vino, gli applicativi della nuova legge sull’enoturismo, che abbiamo reso un po’ più severa, nel senso che le cantine non devono diventare surrogati degli agriturismi e delle trattorie, ma, promuovendo il vino buono, devono promuovere il territorio e i suoi prodotti. In tutto ciò, la Strada dei Colli Euganei ha fatto un’ottima figura negli ultimi anni, radunando ad oggi 120 soci – fra le più robuste – e, nell’analisi che ha fatto la regione Veneto attraverso Veneto agricoltura, risultando la più “vissuta” ed efficace col territorio’’. In effetti, la rete di questa Strada è forte: ‘’Il 40 % è rappresentata da viticoltori, poi ristoratori, 5 frantoi, 8 o 10 ristoranti, una dozzina di albergatori, ville e castelli, un insieme di attrattive che opera in maniera coesa ed equilibrata: mini OGD’’. Enoturismo, la nuova frontiera? ‘’Sì: oggi nessun giovane - subentrando ad un’attività di famiglia o aprendone una nuova - può prescindere dalla necessità di essere aperto alle opportunità dell’enoturismo. La mia azienda, ad esempio è aperta al pubblico da ben 42 anni e da circa 20 ho riscontrato, in concomitanza col calo di interesse per le attrattive termali locali, un aumento invece per quello verso l’entroterra e le sue le offerte enogastronomiche; un turismo enologico che arriva, oltre che dall’Italia, anche dalla Svizzera, dall’Austria, dalla bassa Germania, in parte da Francia e Belgio e che in questi venti anni è costantemente aumentato’’.


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Wine Experience

A CURA DI VALENTINA MEROLLI

Classe 74, Valentina Merolli si avvicina fin da giovane al mondo del vino, facendo della sua grande passione una professione. Conseguito il diploma AIS, vince nel 2009 il concorso Master del Sangiovese e si aggiudica il primo premio come miglior sommelier toscana. Solo pochi anni

ARUNDA CUVÉE MARIANNA METODO CLASSICO EXTRA BRUT VITIGNO/VINES: 80% CHARDONNAY, 20% PINOT NERO REGIONE/REGION: SUDTIROLER - ALTO ADIGE ZONA/AREA: MOLTEN

dopo si colloca al terzo ed al secondo posto nella classifica nazionale AIS. Importanti ristoranti stellati, italiani e non, l'hanno voluta tra le fila dello staff; eccentrica e poliedrica, si distingue per le grandi doti comunicative e per l'originale impostazione delle sue degustazioni.

Spumante metodo Classico di colore paglierino carico tendente al dorato. Veste luminosa, si presenta con un perlage estremamente fine ed il formarsi di coroncina e fontanella centrale di spuma. Effervescenza numerosa, copiosa e caratterizzata da una bella briosità. Naso di buon impatto e discreta eleganza in cui emerge e spicca la nota fragrante di lievito, pasticceria secca, biscotti, netti sentori di agrumi, pesca bianca, note minerali con richiamo salmastro. Bella bocca, di sorso decisamente secco, vino netto di carattere e di fattura piuttosto austera, freschezza viva, con richiami di scorza d’agrume e piacevole cremoso perlage. Di buon corpo e struttura. Ottimo per aperitivi, tapas, risotti di mare e crudi di pesce. Bello e brioso, una conferma per gli amati delle bollicine montane.

Classic method sparkling wine with a straw yellow color tending to golden. Luminous dress, it presents itself with an extremely fine perlage and the formation of a crown and central foam fountain. Very effervescence, characterized by a beautiful vivacity. At nose it has a good impact and a discreet elegance in which the fragrant note of yeast, dry pastry, biscuits, clear scents of citrus fruits, white peach, mineral notes with salty reminder emerge and stand out. Beautiful mouth, with a decidedly dry taste, a clear-cut wine with a rather austere character and lively freshness, with hints of citrus peel and a pleasant creamy perlage. It has a good body and structure. It is excellent for aperitifs, tapas, seafood and raw fish. Beautiful and lively, it is a confirmation for bubble lovers.

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2019

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ARUNDAVIVALDI.IT


CANTINA DEL VULCANO

It is a wine with a very bright ruby red ​​ color, with an average coloring mass and a good intensity. It moves in the glass with a certain structure and shows a good consistency and alcohol. At nose it is very interesting and il opens with a discreet complexity, with notes of spicy red fruit, raspberry, crunchy cherry, gingerbread, black pepper and horseradish root, a vegetal note of grilled almost smoked pepper, with a rather lively and fragrant character. The mouth has a pleasant impact, characterized by a good freshness and spiciness, also notes of incense and ash in a typically slender but graceful body, with dry tannin that creates a rather bitter finish. It is good to combine with grilled meats, semi-seasoned cheeses. It is a typical wine of this region

Vino che si presenta di un rosso rubino molto vivo, con media massa colorante e buona intensità. Si muove nel calice con una certa struttura e dimostra una buona consistenza ed alcolicità. Naso interessante che sia apre con una discreta complessità, note di frutta rossa speziata, il lampone, la ciliegia croccante, pan pepato, pepe nero e radice di rafano, nota vegetale di peperone grigliato quasi affumicato, con carattere piuttosto vivo e fragrante. Bocca con un piacevole impatto, connotata da una buona freschezza e speziatura, note di incenso e cenere in un corpo tipicamente snello ma aggraziato, tannino secco che crea un finale piuttosto amaricante. Da abbinare a carni grigliate, formaggi semi stagionati. Tipicità Campana.

LACRYMA CHRISTI DEL VESUVIO DOC VITIGNO/VINES: PIEDIROSSO, AGLIANICO REGIONE/REGION: CAMPANIA ZONA/AREA: NAPOLI

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2017

TENUTA HANS ROTTENSTEINER CARNOL PINOT BIANCO ALTO ADIGE DOC VITIGNO/VINES: WEISSBURGUNDER PINOT BIANCO REGIONE/REGION: SUDTIROL - ALTO ADIGE ZONA/AREA: BOLZANO

LACANTINADELVULCANO.COM

Il vino, che ha un particolare colore giallo paglierino con sfumature verdi, presenta una delicata massa colorante, luminosa e lucente. Si muove con discreta consistenza e all’olfatto si apre con delicate note floreali e fruttate, fiori freschi, sentori di mela verde, pesca bianca, agrumi, note fini, vive e fresche, con un finale marcato da un sentore minerale pieno e caratterizzante. Il sorso è intensamente fresco ed agrumato, teso e molto secco. Si tratta di un vino decisamente sostenuto dalle sue giovani ma belle durezze, con un finale lievemente amaricante ma gradevole. Di media persistenza gustativa. Vino da abbinare a cruditè di pesce e verdure, per apprezzarne tutta la sua giovane e bella fragranza. Un sorso di montagna con tutta la sua freschezza.

The wine, which has a particular straw-yellow color with green nuances, has a delicate bright and shiny coloring mass. It moves with a discrete consistency and opens to the nose with delicate floral and fruity notes, fresh flowers, hints of green apple, white peach, citrus fruits, fine notes, alive and fresh, with a final marked by a full and characterizing mineral scent. The taste is intensely fresh and citrusy, taut and very dry. It is a wine strongly supported by its young but beautiful hardness, with a slightly bitter but pleasant finish. It has a medium persistence. It is a wine good to combine with fish and vegetables, to appreciate all its young and beautiful fragrance. A sip with all its freshness.

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2018

AZIENDA AGRICOLA LA RAJADE COLLIO DOC VITIGNO/VINES: SAUVIGNON REGIONE/REGION: FRIULI VENEZIA GIULIA ZONA/AREA: COLLIO

Vino che si presenta di colore giallo paglierino intenso e luminoso, muovendolo nel calice dimostra una buona consistenza e discreta alcolicità, con formazione di archetti fitti e regolari. Naso distintivo che apre dolce ed erbaceo con caratteristiche note vegetali di foglia di pomodoro e finocchio selvatico, seguita da un frutto giallo di intensa sensazione agrumata e susina gialla, fiori di ginestra, con sfondo minerale. Sorso netto, teso e secco in cui spicca accesa freschezza con richiami di scorze di agrumi, cedro e lime, di media lunghezza gustativa e con piacevole finale finemente minerale con vive pirazine di gioventù e buon corpo. Ben abbinabile a piatti di pesce di media struttura e julienne di verdure. Espressione gradevole e tipica del Sauvignon del Collio.

This wine has an intense and bright straw yellow color, moving it in the glass it shows a good consistency and moderate alcohol content, with the formation of thick and regular arches. It has a distinctive nose that opens sweet and herbaceous with characteristic of vegetal notes of tomato and wild fennel, followed by a yellow fruit of an intense citrus sensation and yellow plum, broom flowers, with mineral background. It has a clear and dry sip in which stands out freshness with hints of citrus peel, cedar and lime, of medium gustative length and with a pleasantly fine mineral finish with lively pyrazines of youth and good body. Well matched with fish dishes of medium structure and vegetable julienne. It has a pleasant and typical expression of the Sauvignon del Collio.

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2017

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ROTTENSTEINER-WEINE.COM

LARAJADE.IT


17/06

food&beveragenda

BAROLO

COLLISSIONI

28/05

17 giugno – 16 luglio 2019 Giunto nel 2018 alla sua decima edizione, Collisioni viene considerato da gran parte della critica come il miglior festival in Italia per la sua formula innovativa e la capacità di parlare a un pubblico trasversale, proponendo musica, letteratura, cinema, enogastronomia in un ambiente suggestivo dove si respira grande libertà. Si svolge a Barolo, nuova mecca della cultura, meta del turismo internazionale e da qualche anno epicentro del territorio Unesco Piemonte, unico paesaggio vitivi-

MILANO

PACKAGING PREMIERE 28 – 30 maggio 2019 Packaging Première è l’unico evento in Italia che si pone come punto d’incontro di designer, produttori di packaging di lusso e brand internazionali, che desiderano affidare la custodia dei propri prodotti a “forme” che portano nel mondo il segno tangibile e riconoscibile dell’alto di gamma. Il mondo del lusso è visionario e deve essere in anticipo sui tempi, sulle stagioni e sui gusti. Packaging Première presenta le anteprime, offre spazio per la sperimentazione e l’innovazione e aiuta i manager a capire le tendenze, accelerando i tempi decisionali per consentire alle aziende di raggiungere prima il mercato. Il packaging di lusso è un mondo a sé dominato dalle forte personalità dei brand, si esprime in forme suggestive e originali, basandosi su una filiera produttiva progettata per perseguire l’eccellenza della lavorazione delle materie prime fino al prodotto finito. W PACKAGINGPREMIERE.IT

10/06

7/06

BARI

RADICI DEL SUD

nicolo italiano ad aver meritato questo riconoscimento. Un paese trasformato per un weekend in un grande palcoscenico non-stop dove ogni piazza e via del paese si anima di incontri con i più prestigiosi nomi della letteratura mondiale, della musica, del giornalismo e dello spettacolo, installazioni artistiche, performance musicali e teatrali e grandi concerti con le più importanti star del panorama internazionale, ma anche enogastronomia, vino e tradizione culinaria. W COLLISSIONI.IT

10 giugno 2019

JESOLO (VE)

SUMMERWINE VINI DA SPIAGGIA 7 – 10 giugno 2019 In occasione di FISH & CHEESE la Città di Jesolo ospita “SummerWine”, 100 vini per l’estate e la cucina del mare. Il pubblico ha la possibilità di conoscere e degustare vini freschi, minerali e di grande bevibilità. Da gustare sotto l’ombrellone, in alternativa ad un cocktail, con dei piatti estivi. I banchi d’assaggio sono posizionati tra gli spazi verdi di Piazza Casa Bianca. La manifestazione ha in calendario anche laboratori con approfondimenti e degustazioni guidati da esperti. Ingresso libero, degustazioni con ticket.

Packaging Première

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I vini da vitigno autoctono del Meridione tornano protagonisti con Radici del Sud. Il Salone dei vini e degli oli del Sud Italia è in programma per lunedì 10 giugno dalle 11.00 alle 21.00 al Castello di Sannicandro di Bari (BA), dove il pubblico potrà degustare le migliori etichette e specialità gastronomiche del Mezzogiorno. Il lunedì concluderà ufficialmente la settimana di Radici del Sud, quando alcuni tra i maggiori esperti del settore si incontreranno a Bari per scoprire i prodotti enologici di Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia. Giornalisti, wine writer e importatori suddivisi in quattro commissioni di degustazione (clicca qui), valuteranno gli oltre 300 vini in concorso e decreteranno i vincitori dell’edizione 2019. W RADICIDELSUD.IT

19/07 SUSEGANA (TV)

VITE IN CAMPO 19 – 20 luglio 2019 Vite in Campo è la manifestazione dedicata al settore viticolo organizzata da Condifesa Treviso, Vicenza e Belluno in collaborazione con il Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, Il Consorzio di Tutela Prosecco Doc e il Consorzio Tutela Vini Asolo Montello, sotto il coordinamento de L’Informatore Agrario e Vite & Vino. Rimandata causa maltempo al mese di luglio, si terrà presso l’Azienda agricola Conte Collalto Via XXIV Maggio, 1 - Susegana (TV). W VITEINCAMPO.INFORMATOREAGRARIO.IT/


06/2019

08/2019

1-3 GIUGNO

2 - 11 AGOSTO

ITALIA IN ROSA Monica del Garda www.italiainrosa.it

CALICI DI STELLE

Tutta Italia www.movimentoturismovino.it

5-11 GIUGNO

RADICI DEL SUD Bari www.radicidelsud.it

20-21 GIUGNO

ENOVITIS IN CAMPO Montepulciano www.enovitisincampo.it

07/2019 12 – 14 LUGLIO

EIN PROSIT GRADO Grado (GO) www.einprosit.org

Calici di Stelle

C

09/2019

M

Y

CM

23 – 27 LUGLIO

VINO È MUSICA Grottaglie (TA) www.vinoemusica.it

27 LUGLIO

GOD SAVE THE WINE ON THE BEACH Forte dei Marmi (Lu) www. godsavethewine.com

MY

6 – 7 SETTEMBRE

VILLAGGIO DELLA BIRRA Buonconvento (SI) www.villaggiodellabirra.com

20 -22 SETTEMBRE

MONTEFIORALLE DIVINO Greve in Chianti (FI) www.viticoltorimontefioralle.com

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LUPPOLO E DINTORNI

LA BIRRA COME TRAINO PER IL TURISMO Siamo pronti? L’analisi di Gianriccardo Corbo, passando per un’inedita “Strada della Birra” A CURA DI STEFANIA ABBATTISTA

Al centro, mentre scatta la foto, Gianriccardo Corbo

Ha lo sguardo distaccato quanto basta, Gianriccardo Corbo, per parlare di birra da homebrewer e amante vero, riuscendo al contempo a mantenere una lucida e coesa visione d’insieme. È stato giudice in competizioni birrarie nazionali e internazionali, docente per corsi di degustazione e produzione birraria e collaboratore Slow Food per la guida sulle birre d’Italia. Dal 2015 al 2018 è stato presidente di MoBI (Movimento Birrario Italiano), l’associazione nazionale dei consumatori di birra. Secondo i Rapporti sul turismo enogastronomico italiano negli ultimi anni, oltre il 24% degli intervistati si dichiara un “turista della birra” e per il 17% la visita in un birrificio è il motivo principale di un’escursione in giornata. Dunque oggi si può parlare a tutti gli effetti di un turismo della birra? “Assolutamente si: molte più persone rispetto ad appena 5-8 anni fa sono incuriosite dal prodotto ‘birra’ e cercano festival dedicati, anche se stiamo parlando di un percorso culturale relativamente nuovo e ancora distante dai numeri e dalle dinamiche dell’enoturismo”. Negli ultimi anni come è cambiato il concetto di “accoglienza” nei birrifici? “Sono stati fatti passi da gigante rispetto al passato ma ancora non basta. Molti birrifici hanno capito quanto sia importante la vendita diretta al pubblico, per questo negli ultimi anni abbiamo assistito a tantissime nuove aperture di locali dedicati (taproom, locali di sola mescita all’interno dei birrifici) ma anche veri e propri

brewpub con grande attenzione alla proposta culinaria”. La birra è diventata un traino importante per il turismo: in Italia c’è un’offerta adeguata alla domanda? “La questione domanda/offerta è in realtà un problema del settore. Se il consumo di birra pro-capite (domanda) non è sostanzialmente variato negli ultimi 10 anni, rimanendo tra i 29 e 32 litri, l’offerta è però aumentata esponenzialmente. La torta in sostanza è rimasta la stessa ma sono più persone a volerla mangiare. L’unico modo per distinguersi è quindi puntare sulla qualità, sulla diversificazione del prodotto e su una buona strategia comunicativa. Alcuni (pochi) lo stanno facendo e stanno vincendo”. Qual è il modello che un birrificio “vincente” dovrebbe seguire? “Vedo due modelli potenzialmente vincenti. Il primo è più votato alla sostenibilità e alla riduzione dei costi: vende prevalentemente nella propria regione o addirittura quasi solo nel proprio pub. Ha filiera corta e costi di distribuzione bassi. È una win-win strategy: il produttore ricava di più, il consumatore spende meno bevendo birra fresca e ben gestita. L’altro modello invece pensa in grande e produce volumi elevati. Cura la distribuzione e ha un personale con le adeguate competenze. Indispensabile un ufficio marketing all’altezza e forze vendita ben formate. I rischi sono per lo più associati ai forti investimenti. In sostanza devi decidere se rimanere artigiano o diventare solido imprenditore. Una via di mezzo, a mio parere, non paga adeguatamente”.

“Le tre tappe imperdibili per gli amanti della birra? La Lombardia, il Piemonte e Roma!”

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Creare il percorso ideale della prima “Strada della birra” italiana. Da nord a sud, isole comprese, quali sono le tappe? “C’è solo l’imbarazzo della scelta. In Piemonte: il Birrificio Baladin, vero pioniere del movimento birrario artigianale italiano, il Birrificio Loverbeer, famoso per le sua birre speciali passate in botte; Birrificio Elvo, praticamente un eccellente birrificio tedesco in Italia; Birrificio Montegioco, dalle mille sfaccettature in una terra bellissima. Poi, in Lombardia: Birrificio Lambrate, il cui Pub è cuore del quartiere Lambrate; Birrificio Italiano, uno dei pionieri del movimento italiano; BrewPub Carrobiolo, pub molto caratteristico e con vasta selezione di birre; Birrificio Hammer, pluripremiato e sulla cresta dell’onda; Birrificio Extraomnes, molto votato sugli stili belgi e con un bellissimo locale; continuo con il Birrificio CRAK (Veneto), specializzato nelle birre luppolate e con un locale stupendo; poi Birra Perugia (Umbria), gestito da una delle poche birraie donne d’Italia, Luana Meola; nelle Marche c’è Mukkeller, miglior birrificio d’Italia nel 2019 e MC77, che fa sempre incetta di premi; nel Lazio: Hilltop brewery, specializzato sulle birre inglesi; Ma che siete venuti a fa, uno dei migliori pub al mondo nella bella Trastevere; Ritual Lab, bravi su tutta la linea; in Puglia Birranova (Puglia) del bravo Donato Di Palma; in Sardegna il Birrificio Barley, che ha fatto delle birre al mosto d’uva il suo cavallo di battaglia, in Sicilia Ballarak, bellissimo brewpub di Palermo. E la lista potrebbe essere ancora più ampia”.


PELLICOLE DI GUSTO

L’ala o la coscia, i sapori tra coups de théâtre A CURA DI LORENZO BIANCIARDI

Un film “profetico” sul futuro della gastronomia. Lo potremmo definire così L’ala o la coscia? di Claude Zidi, uno dei classici della cinematografia gourmande francese (L’aile ou la cuisse?, 1976). Una commedia che, dietro una facciata tutta risate e umorismo, fa riflettere sulla natura del cibo industriale “di plastica” e sull’importanza della cucina classica, tutta sostanza. Protagonista di questa battaglia è l’attore comico Louis de Funès: “funambolico” di nome e di fatto, per la sua capacità di farci sorridere per tutta la durata della pellicola. Il suo personaggio è quello di Charles Duchemin, critico gastronomico alla Sherlock Holmes che ama fare le sue degustazioni in incognito, prelevando di soppiatto campioni di alimenti e bevande e nascondendoli nelle tasche della sua giacca “full optional”. Un ispettore dal metodo scientifico e rigoroso, che al contempo stupisce per gli inconsueti ed esilaranti travestimenti (lo vediamo camuffato da donna, da turista a stelle e strisce oppure da maggiordomo). Altro campione di umorismo, manco a dirlo, è il figlio Gerard (l’attore Coluche), nella sua doppia personalità di ragazzo impacciato e con poca voglia di lavorare di fronte al padre e di estroverso clown del circo nella sua vita parallela e nascosta. Il terzo personaggio in scena è l’antagonista Jacques Tricatel ( Julien Guiomar), diabolico ammi-

nistratore delegato di una catena di ristorazione industriale. Palcoscenico ideale per un duello all’ultimo sangue è la sfida in tv tra i due contendenti: da una parte Duchemin, con la sua cucina tradizionale e gli antichi valori, dall’altra Tricatel, inventore dei cibi precotti della società moderna. A rendere avvincente il finale sarà quel curioso spunto narrativo che, in ospedale, farà perdere il senso del gusto al nostro Duchemin, costretto perciò a dare un giudizio sui sapori limitandosi alla sola analisi visiva. Leggendaria a tal proposito la degustazione in mondo visione del Bordeaux del ’53, riconosciuto al semplice sguardo, senza passare all’assaggio. Una piccola curiosità: casomai vi chiedeste perché mai il film s’intitoli così, toglietevi ogni dubbio guardando i primi minuti, dove tra i progetti di design dell’impugnatura di alcune spade, la dura scelta sulla “forma” cade proprio tra quella di un’ala o di una coscia. Così per ricordarci che la cucina, alla fine, si sposa proprio con tutto… Ben prima delle attuali certificazioni di qualità, e ancora lontano da pellicole di denuncia alla Fast Food Nation, il film di Claude Zidi è un curioso reperto del tempo che fu. Da spolverare dal vostro scaffale dei VHS e riportare a nuova vita con una visione appassionata. Tra sketch dal sapore d’altri tempi (meravigliosa la scena in hotel dello scambio di valigie) e battute mai banali (soprattutto per l’epoca in cui fu girato), L’ala o la coscia ha il grande merito dei film intelligenti: quello di invitare a riflettere su ciò che assaggiamo, ma con il sorriso sulle labbra. A mangiare consapevolmente, senza farci mai perdere l’appetito.

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TENDENZE SPARKLING a cura di Chiara Martinelli

FRANCIACORTA CHAMPAGNE KIT

IL PRTA: UNA LEGGE REGIONALE NELL’INTERESSE DEI CITTADINI Che cos’è il PRTA? Si tratta del Piano Territoriale Regionale d’Area promosso dalla Regione Lombardia ed entrato in vigore nel 2017, con cui le amministrazioni locali assieme ai soci del Consorzio Franciacorta e Strada del vino, si impegnano nel garantire un futuro sempre più sicuro e sostenibile al territorio della Franciacorta contribuendo così alla lotta dei cambiamenti climatici in termini di miglioramento della qualità della vita, del territorio e dell’ambiente. Un piano strategico che coinvolge 22 comuni della Franciacorta nato dalla necessità di definire un percorso di qualificazione e valorizzazione che ha come obiettivo generale quello di rendere il territorio congruo con il livello della qualità del brand vitivinicolo che lo identifica nel mondo. Le azioni fondamentali e linee guida del Piano volte alla lotta ai cambiamenti climatici sono: la riduzione del consumo di suolo; l’incentivazione ed attuazione degli interventi di rigenerazione urbana e territoriale; il miglioramento dell’accessibilità ciclabile alle stazioni ferroviarie e “porte di accesso” alla Franciacorta con mobilità sostenibile; la valorizzazione della rete verde e il miglioramento della qualità edilizia e dell’efficienza energetica. - “Come produttore di vino esprimo la mia preoccupazione perché senza il territorio il vino non può andare avanti – ha commentato Maurizio Zanella, membro del Consiglio d’Amministrazione del Consorzio Franciacorta – “ma c’è estremo bisogno di una Franciacorta bella, ordinata e sostenibile, che rispecchi la qualità e l’immagine che il suo vino ha raggiunto oggi in soli cinquant’anni”. I Comuni della Franciacorta impegnati nella lotta ai cambiamenti climatici. Un’opportunità per il patrimonio vitivinicolo del territorio

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FRANCIACORTA.NET

NOVITÀ

IL PROSECCO DOC DAL 1° GENNAIO 2020 SARÀ ANCHE ROSÉ Si chiamerà “Prosecco spumante rosé millesimato” e sarà prodotto con uve Glera e un 10-15% di Pinot nero. Una proposta approvata recentemente dall’Assemblea dei Soci del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc in virtù della produzione di spumante rosato in tutto il nord est italiano. Una decisione che attende ancora l’approvazione delle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia e del comitato nazionale Vini del Governo. L’intento nasce dalla volontà di valorizzare e differenziare un prodotto del territorio certificandone la qualità, in seguito anche alla crescente richiesta e produzione dei vini rosati negli Stati Uniti (con 227 milioni di dollari e un +23% nei consumi) e in Francia (con 217 milioni di dollari). L’Italia in paragone arriva a malapena ai 20 milioni di dollari, motivo che ha spinto il Consorzio ad ufficializzarne la produzione con il disciplinare. Sarà color “rosa tenue più o meno intenso, brillante”, con “spuma persistente” e una componente zuccherina da classificare fra quelle di vini “brut nature ad extra dry”. L’annata sarà riportata in etichetta. Il Consorzio di Tutela del Prosecco Doc introduce nel disciplinare la versione rosé

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PROSECCO.WINE

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“CHAMPAGNE CHEST ROLLS ROYCE”: UN CAPRICCIO DA BERE Il cestello per lo Champagne? Roba da dilettanti o forse da semplici proprietari di utilitarie. L’arrivo dell’accessorio top gamma firmato Roll Royce ha spiazzato i produttori dello “champagne chest”. Ci ha pensato la casa automobilistica inglese a creare qualcosa di speciale per lo sparkling più chic del mondo. E’ una cassa di champagne, l’otptional da upper class proposto dal luxury brand d’oltremanica, ed è consigliato (testualmente dalla casa madre) per “scanzonati picnic in movimento”. Un capolavoro di grande finezza esecutiva, tecnologia e progettistica avanzata: si preme un pulsante e la cassa, rifinita in alluminio e fibra di carbonio, si apre presentando 4 flute di champagne in vetro soffiato a mano posizionati come i pistoni V12. Il vassoio all’occorrenza è dato dal coperchio in legno di rovere Tudor, mentre i lati della cassa si aprono per rivelare i refrigeratori termici che possono contenere champagne e caviale. Un capriccio di “gola” che si aggira attorno alle 37.000 sterline. Il cestello per il ghiaccio si trasforma in optional di lusso


DISTILLATI & CO. a cura di Chiara Martinelli e Cecilia Filoni

NUOVI TRAGUARDI

IL CONSORZIO ITALIANO DEL VERMOUTH È REALTÀ

GIOVANI

DISTILLATI, CRESCE IL SUCCESSO TRA I GIOVANI È quello dei distillati il settore che meglio sa adattarsi al mercato e alle richieste green e d’innovazione dei giovani. Lo dice la Beverage Marketing Corporation, compagnia statunitense al servizio del mondo dell’alimentari, secondo la quale, negli USA, i millennial rappresentano il 32% dei consumatori di distillati. I produttori si aprono a soluzioni originali, tra bevande a basso contenuto calorico e accostamenti inconsueti. Via libera al whiskey al pepe, ad esempio, e a etichette sempre più social e smart.

ASTE

UN TESORO DA 50 MILA EURO Ben 650 mila euro (diritti inclusi): questo il ricavato della decima asta di Vini pregiati e distillati, organizzata in Sala Bolaffi a Torino, in collaborazione con Slow Food Editore. Grande il successo ottenuto tra i presenti, collegati da ogni parte del mondo, da un Bowmore Bouquet Single Malt Scotch Whisky 1966 Samaroli, aggiudicato a 50 mila euro. È stato imbottigliato nel 1984 e ne esistono soli 720 esemplari.

GRANDI PRODUTTORI

IL FASCINO DEGLI ALAMBICCHI Quando si parla di grappa trentina ci vengono in mente nomi di grande risonanza, ovvero le maggiori aziende produttrici, Bertagnolli, Segnana, Pisoni, Bassetti, coloro che nel 1969 fondarono l’Istituto Tutela Grappa del Trentino. I piccoli produttori artigianali in realtà rappresentano una fetta importante per l’economia dell’Istituto poiché sono proprio loro che lavorando secondo il metodo degli alambicchi discontinui a bagnomaria, contribuiscono a mantenere alta la qualità della produzione trentina a livello internazionale. Il Borgo di Santa Massenza a pochi chilometri da Trento, è il luogo che ancora oggi ospita le cinque distillerie artigianali che hanno fatto la storia dell’acquavite trentina, grazie al loro antenato, Poli (di cui ancora oggi portano tutti lo stesso nome) colui che installò il primo alambicco per la produzione autonoma di grappa. Sono la Distilleria Giovanni Poli Santa Massenza (Giovanni e Graziano Poli), Distilleria Francesco (Francesco ed Alessandro Poli), Maxentia (Valerio ed Enzo Poli), Distilleria Casimiro (Bernardino Poli) e Giulio & Mauro (Giulio e Mauro Poli). Qui si degustano grappe ricavate da vinacce di grande pregio, ricche di principi aromatici, il Nosiola, Moscato, Müller Thurgau, Traminer, Riesling e Silvaner, da bere rigorosamente nei bicchieri a tulipano. Il famoso marchio del Tridente opposto in etichetta è il simbolo dell’Istituto e garanzia per il consumatore: i rigidi controlli e passaggi ulteriori che avvengono sulle grappe già immesse sul mercato, determinano l’alta qualità di un prodotto finale che operato con tali criteri, rappresenta solo il 3% della produzione italiana. . La storia della Grappa trentina nelle distillerie artigianali di Santa Massenza W GRAPPATRENTINADOC.IT

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È stato presentato in occasione di Vinitaly il Consorzio Italiano del Vermouth, due anni dopo la nascita dell’Istituto omonimo e il conferimento dell’IGP. L’obiettivo? Promuovere e tutelare un prodotto che, da tre secoli, è tra i preferiti degli italiani e non solo. Da quando Antonio Benedetto Carpano utilizzò la ricetta nel suo locale torinese nel XVIII, il successo del Vermouth è cresciuto fino a diventare tra i più ricercati e replicati. Per questo, scopo del Consorzio è anche quello di proteggere il prodotto da eventuali fake. Il Disciplinare di produzione del 2017 parla chiaro: il Vermouth deve essere realizzato con vini italiani e con piante per l’aromatizzazione, tra cui l’artemisia, obbligatoriamente raccolte e/o coltivate in Piemonte. Non solo vigilanza, però: il Consorzio sostiene iniziative per valorizzare un consumo corretto del prodotto. Un modo per avvicinare il più possibile i consumatori al mondo del Vermouth, entrando in contatto con tutta la sua filiera di produttori e per promuovere quella che è senza dubbio una delle eccellenze di cui l’Italia si può vantare.


NEWS BIO&GREEN

TURISMO ENOGASTRONOMICO E BIO Due strade che si uniscono. I numeri parlano chiaro: il biologico è un trend in crescita, non solo per i consumi ma anche come leva per un turismo sempre più sostenibile A CURA DI MARINA CIANCAGLINI

Il binomio tra turismo ed enogastronomia è cosa nota nel nostro Paese, trasformando questo comparto in una “gallina dalle uova d’oro”. Lo conferma una recente analisi sul turismo in Italia, elaborata da Isnart che ogni anno monitora con le sue rilevazioni l’evoluzione della domanda/offerta per conto dell’Osservatorio Nazionale sul Turismo. Le eccellenze della gastronomia nostrana sono la prima motivazione di visita per 1 turista su 4: nel 2017 si sono contate oltre 110 milioni di presenze legate al turismo enogastronomico, di cui il 43% sono italiani e il 57% stranieri, con una spesa che ha superato i 12 miliardi. Il legame con la sostenibilità è evidente e paesaggio e produzioni agricole diventano anche un asset turistico da tutelare. Non solo con la cura e pulizia dell’ambiente ma anche con un’offerta che propone dei percorsi di turismo enogastronomico green: dalle degustazioni di prodotti bio, ai percorsi verdi, alle strutture ricettive che abbracciano la sostenibilità in toto, anche nei materiali di costruzione e nelle energie rinnovabili. Questa

tendenza sembra seguire l’attenzione costante sui prodotti bio, come emerge da un’analisi del 2018 di Coldiretti, dove si registra un aumento del 10,5% la vendita di prodotti biologici in Italia, con un trend positivo ininterrotto degli ultimi dieci anni. Questo aumento di domanda ha spinto l’aumento delle produzioni nazionali su ben 1,8 milioni di ettari tra bio e in conversione. Dati che si allineano con il secondo Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano realizzato dall’Osservatorio Nazionale del Turismo Enogastronomico, dove si evince un crescente interesse, da parte degli italiani, non solo per questo settore turistico ma anche sulla eco-sostenibilità delle esperienze vissute. Roberta Garibaldi, docente universitaria ed esperta a livello nazionale e internazionale di turismo enogastronomico, ha curato lo studio e non ha dubbi:.“I dati parlano chiaro: il 59% dei turisti italiani valuta come importante o importantissima la presenza di un’offerta enogastronomica

e di esperienze tematiche. Ulteriori elementi considerati nel processo decisionale sono la qualità delle produzioni (indicato come importante dal 54% dei viaggiatori), la sostenibilità di strutture ed eventi (50%), e la disponibilità di prodotti biologici (46%); in quest’ultimo aspetto il vino rappresenta un grande fattore di traino. Questa tendenza è stata già rilevata dal primo Rapporto nel 2018. Inoltre, come elementi decisivi per scegliere una determinata meta conta sì la bellezza del luogo – per il 51% degli intervistati – ma per una percentuale importante (26%) conta anche la qualità e l’integrità del paesaggio. Anche il recente divieto dell’uso della plastica usa e getta sono stati ben recepiti dalle strutture di accoglienza e contribuiscono a un’esperienza a 360 gradi, dove l’uso dei materiai riciclati è il frutto di un cambiamento di mentalità ”.

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Il legame con la sostenibilità è evidente e paesaggio e produzioni agricole diventano anche un asset turistico da tutelare


EXTRAVERGINE NEWS a cura di Emanuele Gorelli FORMAZIONE

EVOO SCHOOL ITALIA: LA SCUOLA DELL’OLIO EXTRA VERGINE Si chiama Evoo School Italia la prima scuola nazionale dedicata all’olio extra vergine d’oliva promossa dal Consorzio olivicolo italiano Unaprol con Coldiretti e Campagna Amica. La presentazione è avvenuta nel corso della manifestazione TuttoFood a Milano occasione in cui si è svolta anche la prima lezione sul tema “Qualità ed identità dell’olio extravergine”. La scuola costituirà un centro di riferimento per il settore olivicolo del nostro paese dove diffondere la conoscenza dell’olio, formare professionisti del settore, supportare lo sviluppo delle aziende olivicole e dialogare con le istituzioni accademiche. L’offerta didattica si divide in una parte teorica e una di formazione sensoriale, attraverso prove, incontri e degustazioni, al quale prenderanno parte assaggiatori professionali, agronomi, tecnici ed esperti del settore olivicolo, scelti sulla base dell’esperienza nell’ambito della formazione e della comunicazione così da garantire una preparazione altamente specializzata. I principali destinatari dell’attività formative sono in primis i consumatori che voglio migliorare la capacità di scelta e conoscere la proprietà salutistiche di un olio di qualità, i produttori italiani che sono tenuti a mantenere uno standard qualitativo elevato, i ristoratori e gli chef che devono esaltare le peculiari caratteristiche del prodotto e non per ultimi i broker della grande distribuzione che hanno l’onere di diversificare l’offerta sul mercato in base alla qualità. Un’importante iniziativa dunque nata con l’obiettivo primario di valorizzare la qualità dell’olio extra vergine italiano come spiega Nicola Di Noia, Responsabile Olio di Coldiretti: “Abbiano creato la scuola perché riteniamo che sia necessario aumentare il livello culturale e dare la giusta percezione dell’olio extra vergine di oliva in Italia che è un paese leader nella produzione e nel consumo di olio evo ma che spesso e volentieri acquista olio di bassa qualità perché i consumatori non sanno riconoscerne le caratteristiche”. Nasce a Roma la prima scuola italiana per riconoscere la qualità e diffondere la cultura dell’olio extra vergine

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VIGNA & CANTINA

CHIAMATA ALLE ARMI PER LA TECNOLOGIA Con la PAC la Commissione europea si gioca tutto sullo sviluppo tecnologico

A CURA DI ELISA BERTI

Sfruttare il potenziale delle nuove tecnologie e della digitalizzazione in agricoltura, con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità e la competitività del settore, semplificando al contempo il lavoro quotidiano degli agricoltori: ecco l’invito forte e chiaro della Commissione europea per raggiungere gli obiettivi fissati dalla politica agricola comune attuale e futura (PAC). In seguito alla dichiarazione per un futuro digitale intelligente e sostenibile per l’agricoltura e le aree rurali europee“, firmata dalla maggior parte degli Stati UE in aprile, la Commissione europea ha incontrato gli Stati membri lo scorso 15 maggio invitandoli a sfruttare al massimo le nuove tecnologie e la digitalizzazione in agricoltura, per semplificare il carico degli addetti ai lavori, aumentare la competitività del settore in maniera sostanziale e combinare i benefici per l’ambiente e per il clima. “Ci attendono sfide importanti- ha sottolineato Jerzy Plewa, direttore generale della Direzione Generale dell’agricoltura e dello Sviluppo Rurale- la Commissione ha proposto una futura PAC con più elevate ambizioni ambientali e climatiche e, al tempo stesso, un quadro politico semplificato con un bilancio più limitato. Le discussioni in corso al Consiglio e al Parlamento europeo hanno già evidenziato questa tensione: dobbiamo fare di più con meno! Sono convinto che questo obiettivo sia raggiungibile solo se tutti noi ab-

bracciamo il potenziale delle nuove tecnologie”. Le proposte per la PAC post-2020 si porranno in linea con quella 2014-2020 e terranno tutte conto dell’importanza delle nuove tecnologie nel settore. Per il prossimo periodo di bilancio, la Commissione ha proposto una dotazione di 10 miliardi di euro per la ricerca e l’innovazione nel settore alimentare, agricolo, dello sviluppo rurale e della bioeconomia nell’ambito del programma Horizon Europe. L’adozione di nuove tecnologie e l’innovazione nelle zone rurali e nel settore agroalimentare saranno necessarie per garantire una risposta adeguata alle attuali sfide. Aumento delle condizioni climatiche estreme e rinnovo generazionale del settore agricolo.

Uno stop all’agropirateria con Blockchain Letteralmente catena di blocchi, in cui ogni blocco contiene dati di valore, protetti con sistema crittografico unico, formato da numeri e lettere e generato tramite un algoritmo computazionale complesso che punta al valore crittografico precedente. E’ con questa nuova tecnologia che il mondo dell’agricoltura e quello tecnologia, apparentemente così lontani, possono provare a convergere: con blockchain

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Semplificare il carico degli addetti ai lavori, aumentare la competitività del settore in maniera sostanziale e combinare i benefici per l’ambiente e per il clima.


Quanto pesa l’agropirateria sul Made in Italy?

IL FALSO E IL VERO MADE IN ITALY NEGLI USA Prodotti

Pasta

Vino

Formaggi

Olio

totale

Imitazioni mercato Usa

639

541

1.958

333

3.471

Totale export Italia

161

694

207

339

1.401

Totale

800

1.235

2.165

672

4.872

Imitazioni su totale in %

80%

44%

90%

50%

71%

Milioni di $ Dal rapporto di Coldiretti “Un danno per il Made in Italy”

si crea un sistema di relazioni interamente basato su un nuovo concetto di fiducia. Ogni dato sarà verificato e controllato sia dagli altri componenti della filiera sia dai consumatori finali i quali, grazie a questa soluzione, possono accedere ai dati inerenti al prodotto scelto semplicemente dal loro smartphone, magari nel momento in cui stanno consumando. “La filiera- afferma Massimo Morbiato CEO di AgriOpenData- diventa trasparente e riconduce la responsabilità dei passaggi produttivi ai diversi attori: più avanti vai nella filiera e più sei responsabile di tutti i processi avvenuti prima. Il valore della filiera non è solo economico, ma anche etico e sostenibile. La catena oggi avvicina il produttore al consumatore”. La capacità di mettere in sicurezza una serie di informazioni ampie e tra loro collegate rende la blockchain uno strumento fondamentale per garantire il made in Italy. La blockchain ha il potenziale per trasformare il modo in cui le persone e le imprese interagiscono e collaborano ed è una buona soluzione per affrontare fenomeni che hanno impatti negativi come le sofisticazioni alimentari.

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Servizi per l’agricoltura in generale Movimento terra Scasso per vigneti e oliveti Impianto vigneti e oliveti

AGRIVIGNA B.D.E. s.r.l. Via dell’Artigianato, 8 53011 Castellina in Chianti (SI) P:IVA 01433670526 Tel/Fax 0577 740423 Refik 331 2603472 Besim 388 1742422 Email: info@agrivigna.it Sito Web: www.agrivigna.it


CASE HISTORY N°1

WINE BLOCKCHAIN EY Uno smartphone e un’etichetta intelligente posta sulla bottiglia, questo è tutto ciò che serve per usufruire dei servizi di Wine Blockchain EY. L’obiettivo dell’azienda è quello di offrire un sistema il più possibile pratico e sicuro al consumatore, il quale sarà così in grado di conoscere tutta la strada che quel vino ha fatto prima di giungere nelle sue mani semplicemente scannerizzando un codice. Il database, infatti, contiene traccia di ciascuna transizione e passaggio che hanno portato alla produzione e alla trasformazione del prodotto, dal campo in cui è stata coltivato il vigneto, all’uso o meno di fitofarmaci, fino alle attività agricole e di conservazione. Il progetto è stato sviluppato dalla start-up EZ LAB in collaborazione con Cantina Volpone, la prima al mondo a certificare la filiera del suo vino Falanghina su blockchain. I vantaggi? La tutela del made in Italy e della produzione di qualità: la trasparenza dell’intero ciclo produttivo rassicura il consumatore e tutela il produttore, riconoscendo il suo impegno e il suo conformarsi alle normative in materia.

CASE HISTORY N°2

MY STORY DI DNV GL Conoscere e raccontare “la storia vera” di ogni vino sono, invece, le parole d’ordine di My story, il progetto sviluppato dall’ente di certificazione internazionale DNV GL. Anche in questo caso, basta scannerizzare il QR-code posto sulla bottiglia per scoprire tante notizie sul prodotto che si sta per acquistare: anno di vendemmia, cantina, metodo produttivo, imbottigliamento e addirittura ottenimento o meno della denominazione DOCG e del certificato “Tre bicchieri” di Gambero Rosso. Garanzia di trasparenza e di immediatezza, My story vuole non solo valorizzare l’unicità dei prodotti vinicoli italiani, ma anche costruire una collaborazione tra realtà diverse (multinazionali, start-up italiane, associazioni di categoria) ai fini di realizzare un sistema di certificazione il più possibile sicuro.

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INKA.

IL PALLET CHE AMA L’AMBIENTE.

I bancali impilabili a perdere INKA sono la soluzione ideale per chi deve spedire i propri prodotti in Italia o all’estero. Accettati in tutti i paesi del mondo, i pallet INKA non devono subire alcun trattamento fitosanitario in quanto costituiti da un materiale ecologico, privo di insetti e per questo motivo esentati dalla normativa FAO ISPM-15. INKA, l’alternativa “naturale” ed economica ai bancali di plastica

a perdere, è un prodotto certificato PEFC che garantisce la provenienza della materia prima da foreste gestite in modo sostenibile.

CORNO PALLETS www.cornopallets.it

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S.r.l.


EVENTI

ENOVITIS IN CAMPO ORGANIZED BY

“Enovitis da anni rappresenta un vero e proprio laboratorio in campo- sottolinea Paolo Castelletti, segretario generale dell’Unione italiana vini - le aziende vitivinicole sollevano richieste, problematiche ed esigenze stimolando l’industria, che risponde con la migliore tecnologia esistente. Il top di questa tecnologia quest’anno si riunirà nel territorio toscano di Montepulciano che, con il suo Vino Nobile, rappresenta una delle più antiche Docg italiane. I riflettori si accendono quindi su un nuovo contesto, con delle peculiarità proprie, dove tradizione e innovazione si integrano”. Tema centrale di questa nuova edizione della fiera, che si terrà a Montepulciano presso la Tenuta Trerose, sarà la sostenibilità, in funzione del cambiamento climatico nel rapporto tra suoli e vitigni. Questo nello specifico sarà il tema del convegno organizzato da Il Corriere Vinicolo, settimanale dell’Unione italiana vini, previsto giovedì 20 giugno alle ore 10:30. Nel corso dell’incontro verranno approfondite una serie di problematiche legate all’interazione vitigno-suolo, luogo in cui si concentra l’origine della vite e quindi del vino. Il convegno, guidato da relatori provenienti da università e centri di ricerca, sia italiani che stranieri, è dedicato a imprenditori, agronomi, enologi e in genere operatori della filiera vitivinicola nazionale e internazionale, oggi sempre più attenti a questo rapporto in quanto elemento determinante nella caratterizzazione dei vini a denominazione di origine. Ma come da tradizione, protagonista della fiera sarà la tecnologia: in anteprima assoluta in Europa verrà infatti presentato, da un gruppo di aziende israeliane, un nuovo prodotto che ha convertito la tecnologia bellica, declinandola in campo agricolo a sostegno della sostenibilità.

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C A M P O

PROVE DI MACCHINE NEL VIGNETO

20-21 GIUGNO 2019 TENUTA TREROSE MONTEPULCIANO (SI) www.enovitisincampo.it info@enovitis.it

IN COLLABORAZIONE CON

STRADA DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO E DEI SAPORI DELLA VALDICHIANA SENESE

CON IL PATROCINIO DI

Comune di Montepulciano

Si accendono i riflettori sulla prossima edizione di enovitis in Campo, la fiera itinerante interamente dedicata alle tecnologie per la viticoltura.

REPORT

UN SIMEI ANCORA PIÙ TECNOLOGICO L’innovazione tecnologica protagonista (anche) alla prossima edizione di SIMEI, il salone leader a livello internazionale nel comparto delle macchine e degli accessori per l’enologia e l’imbottigliamento. Dopo l’esperienza a Monaco di Baviera, SIMEI torna in Italia, più precisamente a Milano, dove andrà in scena dal 19 al 22 novembre 2019. Tanti gli espositori che hanno già confermato la loro presenza; se nel 2017 i delegati, provenienti da ogni pare del mondo, erano stati oltre 150, l’obiettivo di quest’anno è far salire ancora di più il loro numero. “Stiamo lavorando ad un’edizione che rappresenterà una svolta nella storia del SIMEI” afferma Ernesto Abbona, presidente dell’Unione Italiana Vini, che aggiunge “SIMEI vuole andare oltre la dinamica commerciale, per investire il più ampio tema del dialogo di filiera mirato all’innovazione di prodotto e processo”. Importanza della tecnologia nel mondo del vino sottolineata anche da Paolo Borgio, Direttore Organizzatori Terzi, Sponsorizzazioni e Ristorazione Fiera Milano Spa: “ Quando parliamo di vino, un ambasciatore eccezionale del made in Italy, è importante sottolineare la componente tecnologica delle macchine che aiutano i nostri imprenditori a lavorare meglio”. “L’innovazione tecnologica - afferma Giovanni Riccardi di Siprem, espositore alla prossima edizione della fiera e leader nel settore delle macchine enologiche- è alla base della nostra attività - da quasi 30 anni incentriamo le lavorazioni su una ricerca costante di miglioramento tecnologico. Le nostre scelte sono dettate dalla volontà di fornire un servizio eccellente di assistenza e post vendita, ma anche da un impegno etico costante legato alla sostenibilità ambientale. Fornire le nostre macchine di schede SIM integrate, ad esempio, permette di svolgere un’attività di assistenza in remoto, risparmiando e facendo risparmiare tempo, denaro ed energia”.

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© Photo - R. Sprang

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«Se è Diam, dico Sì!»

Da oltre 10 anni Diam rivoluziona il mondo del vino grazie alla gamma dei suoi tappi tecnici in grado di preservare la buona evoluzione del vino in bottiglia, così come il vignaiolo immagina. Performance meccaniche, neutralità sensoriale* unica, permeabilità ben controllate che mantengono intatte le mappe sensoriali dei vini: con Diam, ogni produttore di vino sa di offrire il meglio del suo lavoro. Per questo sceglie di dire si. «Se è Diam, dico Sì!» www.diam-cork.com Marine e Nadine Ferrand, Produttori Vinicoli, Domaine Nadine Ferrand.

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LA SEDUZIONE POLISENSORIALE DEL LUGANA DI ABATE WINE INIZIA DALL’ETICHETTA PROGETTATA DA KITO SU CARTA ARCONVERT COTONE EXTRA WHITE La nuova etichetta di Lugana Abate è perfetta per rappresentare il brand della famiglia Abate, che da generazioni è totalmente devota alla sua terra. Questo Lugana dal gusto fresco, suadente ed elegante è prodotto in edizione limitata di sole 6.000 bottiglie numerate. Mirabilmente stampata da Grafiche Seven (Gruppo Autajon), l’etichetta è un susseguirsi di emozioni tattili e visive tradotte con segni e spazi, sviluppati su quattro differenti livelli di alto e basso rilievo che rappresentano i membri della famiglia Abate. I quattro caratteri tipografici che compongono l’etichetta simboleggiano invece gli elementi che contraddistinguono i vigneti Abate: la terra, le pietre che circondano i confini della tenuta, le vigne e l’uva. Il pigmento naturale stampabile ottenuto dalla disidratazione del Lugana, con cui sono stampati il marchio Abate, il nome del vino, la denominazione e il numero della bottiglia permette all’etichetta di esprimere anche l’amore e la passione che lega la famiglia al suo prodotto. Lugana Abate non è solo un vino, ma un’esperienza polisensoriale che inizia prima ancora di stappare la bottiglia. La vista è rapita dall’eleganza minimale della grafica, mentre il tatto viene stimolato dall’etichetta realizzata su Cotone Extra

White Ultra WSTM di Arconvert, una carta autoadesiva dall’irresistibile appeal materico e dalla nuance bianco ottico. Progettata appositamente per l’etichettatura di prodotti di alta gamma, Cotone Extra White è una carta ecologica che non impatta sul patrimonio forestale perché non contiene fibre di cellulosa arborea, ma è prodotta con sole fibre di cotone, una pianta che si rinnova annualmente. Il trattamento Ultra WSTM rende questa carta ideale per proteggere da grinze e bolle le etichette dei vini che devono affrontare la difficile sfida del frigorifero e del secchiello del ghiaccio. Inoltre, l’impasto della carta contiene uno speciale inibitore della muffa che la rende particolarmente adatta per etichettare vini e liquori di qualità destinati all’invecchiamento in cantina. Compatibile con la maggior parte delle tecniche di stampa, grazie alla grammatura particolarmente elevata, Cotone Extra White è perfetta soprattutto per l’alto e il basso rilievo a secco. Non a caso, insieme a Cotone Bianco – la versione dalla tonalità più calda – è la carta preferita dai designer di mezzo mondo. È possibile richiederne i campioni gratuiti registrandosi sulla piattaforma www.askarconvert.club.

Progettata appositamente per l’etichettatura di prodotti di alta gamma, Cotone Extra White è una carta ecologica che non impatta sul patrimonio forestale perché non contiene fibre di cellulosa arborea , ma di sola fibra di cotone, una pianta che si rinnova annualmente.

Credits: Carta autoadesiva: Cotone Extra White UWS by Arconvert Design: KITO - Davide Chitò www.kito.studio Cliente: Azienda Agricola Abate Sergio www.abatewine.com Stampa: Autajon - Grafiche Seven www.autajon.com Fotografie: Michele Sirigu www.gstudioent.it

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ENO TECNO CHIMICA QUALITÀ CONTROLLATA E GARANTITA. CONSULENZA ENOLOGICA, ANALISI DI LABORATORIO, ASSISTENZA LEGISLATIVA. ANSELMO PATERNOSTER RACCONTA LA SUA AZIENDA Sono state le origini della famiglia, che affondano nella tradizione dei viticoltori lucani, ad accendere l’intuizione dell’ enologo Anselmo Paternoster che, quasi 40 anni fa, ha dato vita a Eno Tecno Chimica. La sua conoscenza e la sua esperienza, maturate in tanti anni di attività, l’hanno portato a rivestire importanti posizioni all’interno dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani e ad accrescere il tipo di supporto offerto alle cantine. Oggi, aiutato dalle sue figlie Lara e Marica, Eno Tecno Chimica si pone al fianco di piccole, medie e grandi imprese con servizi personalizzati e completi che vanno dalla consulenza enologica alla gestione della qualità aziendale, dallo sviluppo di piani di autocontrollo HACCP all’assistenza legislativa relativa al servizio telematico dei registri di cantina, denunce annuali vitivinicole. Core business dell’azienda è il moderno laboratorio enologico, inaugurato nel 1980. Dopo scrupolosi controlli e attente verifiche, nel 1993, ha ottenuto l’autorizzazione interministeriale, dal Ministero dell’Agricoltura, al rilascio di certificazioni ufficiali. Oggi è modernamente attrezzato e dotato di sofisticate attrezzature gestite da personale altamente qualificato e specializzato ed esegue tutte le analisi enochimiche e microbiologiche su uve, mosti, vini, e sottoprodotti, identificando per tempo eventuali anomalie di produzione e suggerendo opportune modifiche migliorative al ciclo produttivo. In tutti i periodi dell’anno l’ azienda vinicola ha necessità di seguire la produzione attraverso controlli analitici specifici. Non e’ più sufficiente affidarsi solo a valutazioni organolettiche, anche se indispensabili, perché i livelli qualitativi si sono notevolmente innalzati. Ne’ ci si può accontentare più di produrre dei vini con parametri analitici “nei limiti”. Inoltre l’enologo ha necessità di prendere decisioni rapide e sicure per poter intervenire sul suo vino. Eno Tecno Chimica è una struttura sicura, moderna, snella, e soprattutto che da risposte analitiche veloci. L’enologo sente la necessità, anche di colloquiare con il Laboratorio scambiando con esso pareri tecnologici a qualsiasi livello. Eno Tecno Chimica si prefigge di soddisfare tali requisiti. Il laboratorio rilascia certificazioni su vini destinati

all’esportazione per Paesi di tutto il mondo Il Laboratorio partecipa a qualificati circuiti di verifica dati “Ring Test” come quello dell’ Unione Italiana Vini. Forte di tale esperienze, Il laboratorio ha attivato settori per le analisi dell’ olio, del terreno, delle acque, dei materiali a contatto con alimenti ed allestisce prove personalizzate su richiesta dei colleghi enologi. Il Laboratorio Enologico è accreditato ACCREDIA, l’Ente Nazionale per l’accreditamento dei laboratori al sistema di qualità riconosciuto in tutta Europa e nel mondo, ed opera in conformità degli standard di qualità dettati dalle ambite norme ISO/IEC 17025. Eno Tecno Chimica è tra i pochissimi laboratori in Italia ad avere, tra le altre, la prova “Esame organolettico” accreditata Accredia che consente alle aziende una valutazione obiettiva da parte del panel, altamente specializzato, sul grado di piacevolezza dei propri prodotti. Eno Tecno Chimica Laboratorio Enologico Autorizzato MIPAAF Via Adriatica Foro, 7 - 66023 Francavilla al Mare (CH) Tel. 085816903 - Fax 0859960213 etcmail@hotmail.com W ENOTECNOCHIMICA.IT

Perchè Accredia? Per chi produce, risponde all’esigenza di basare le dichiarazioni di conformità del proprio prodotto sulle prove effettuate da un laboratorio conforme ai requisiti di qualità europei ed internazionali. Per chi acquista offre la possibilità di scegliere con fiducia i prodotti analizzati da un laboratorio accreditato. Per chi esporta, risponde alla necessità di vedere riconosciute anche all’estero le analisi sul prodotto da esportare effettuate dal laboratorio accreditato. Sul sito del laboratorio www.enotecnochimica.it è possibile scoprire tutte le attività del Laboratorio e molte altre notizie ed utilità.

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CON FALCONERO IL FUTURO È BIO DAL 1970 SINONIMO DI QUALITÀ, CURA DEI CLIENTI E RISPETTO DELL’AMBIENTE

Prodotti all’avanguardia, qualità universalmente riconosciuta e un lungimirante percorso di sostenibilità. Sono questi i valori su cui fonda il proprio operato Falconero Group, l’azienda di Faenza che da quasi cinquant’anni produce macchine e attrezzature agricole e industriali. Una vasta gamma di prodotti provata dai numerosi brevetti depositati, realizzati per durare nel tempo grazie all’estrema robustezza della struttura e all’impiego di materiali speciali ai quali viene accordata estrema importanza. “Dietro al deposito di numerosi brevetti internazionali e la soddisfazione di veder riconosciute sui mercati le nostre macchine come ‘migliori innovazioni dell’anno’ – spiega il presidente di Falconero Group, Bruno Carroli - si cela un costante ed inesorabile impegno oltre che una profonda cultura della qualità. Fin dal 1970, anno in cui è stata fondata, Falconero Group ha saputo distinguersi sul mercato nazionale ed internazionale grazie ad un patrimonio di valori forti come l’esperienza, la professionalità, la visione strategica del mercato e la cura del rapporto con i clienti che sono sempre al centro della nostra attività. Forti della nostra esperienza di costruttori/frutti-viticoltori, il cliente lo consigliamo e lo accompagniamo passo per passo nella scelta del macchinario più idoneo alle proprie esigenze”. La tutela ambientale è da sempre al centro dei progetti di Falconero Group: “Siamo stati i primi ad investire in questo senso, anticipando le esigenze

del mercato e ottenendo il primo riconoscimento di innovazione tecnica per la tutela ambientale nel 1996 all’Eima di Bologna – aggiunge con soddisfazione Carroli. Recentemente abbiamo ricevuto un nuovo e significativo riconoscimento per la nostra azienda: il primo premio di Condifesa/Informatore Agrario per la migliore macchina sottofila in vigneto. Falconero Group S.r.l. Via Lugo, 52 48018 Faenza (Ra) ITALY tel. + 39 0546 620457 falconero@falconero.com W FALCONERO.COM

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Tra i nostri prodotti la gamma diserbo meccanico e lavorazione bio’, un’ampia scelta di attrezzature all’avanguardia per lavorazioni biologiche sottofila di vigneti e frutteti, macchine uniche e tecnologicamente avanzate”.


VIVAI VITI LA LECCIA DA TRE GENERAZIONI AL FIANCO DEI VITICOLTORI

Professionalità, competenza, esperienza e disponibilità. Sono questi i capisaldi su cui fonda il proprio lavoro Vivai Viti La Leccia, l’azienda agricola di Cenaia oggi guidata con passione e amore da Sergio Battini e il figlio Matteo. Nata dopo anni di esperienza nel settore vitivinicolo, La Leccia garantisce ogni anno barbatelle sane e su misura, di tutte le maggiori varietà, in risposta alle crescenti richieste del mercato. “Riproduciamo le più comuni varietà nazionali e internazionali cercando di soddisfare le esigenze dei nostri clienti sempre trasmettendo loro la passione, l’amore e la sincerità che mettiamo nel nostro lavoro – spiega Matteo Battini. Certifichiamo le barbatelle sia sotto il punto di vista varietale che sanitario, assicurando piante esenti da virus, in particolar modo da flavescenza dorata. Le marze ed i portinnesti sono tenuti in azienda sotto continua osservazione agronomica e sanitaria e le barbatelle innestate vengono curate attentamente per poter mantenere la giusta umidità e temperatura e di conseguenza l’energia vegetativa che si manifesterà dopo l’impianto in vigneto. Siamo tra i pochi a fornire barbatelle di 38 cm di lunghezza (una misura più grande della media nazionale) per favorire una maggiore resistenza del vigneto a siccità e virus”. Vivai Viti La Leccia dispone inoltre di numerosi portinnesti e selezioni clonali che consentono al viticoltore

di creare un vigneto su misura, in linea con le sue esigenze e con l’ambiente pedoclimatico. “Riproduciamo anche selezioni o vecchi vitigni autoctoni delle aziende che ce ne fanno richiesta – aggiunge Sergio Battini. R iproduciamo barbatelloni di 80 cm per la sostituzione delle fallanze nei vigneti in produzione. Abbiamo infine la possibilità di effettuare l’impianto del vigneto chiavi in mano partendo dalle nostre barbatelle certificate, procedendo dalla loro messa a dimora fino alla posa di tutori, pali, fili e tiranti”. Vivai Viti La Leccia Azienda agricola La Leccia di Battini Sergio via Vittorio Veneto 176 – Cenaia (PI) tel: 3928514924 / 3281636398 info@vivaivitilaleccia.it W VIVAIVITILALECCIA.IT

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“Le nostre barbatelle sono inoculate con trichoderma contro il mal dell’esca”


ENOSOFTWARE: L’INFORMATICA IN CANTINA DAL GRAPPOLO D’UVA AL BICCHIERE DI VINO, ECCO IL GESTIONALE CHE ACCOMPAGNA TUTTA LA FILIERA E NE OTTIMIZZA TEMPI E RISULTATI

Informatica: ormai fa parte del quotidiano, è uscita dall’ambito degli “addetti ai lavori” e si è resa fruibile in ogni settore, fornendo strumenti per snellire e velocizzare pratiche un tempo onerose. Non si sottrae a questo progresso il mondo delle cantine, che può così abbinare la tradizione enologica all’innovazione tecnologica, attraverso efficientissimi programmi gestionali come ENOsoftware, sviluppato da Metline, società di IT del gruppo veronese Nova Systems Industria. Racconta Luca Foroni presidente Nova Systems Industria: “ENOsoftware è stato ideato nel 1999: un “compleanno” che significa vent’anni di esperienza acquisita ed affinata in un settore che si è vivacemente evoluto, necessitando di una adeguata informatizzazione per supportare tale crescita. Le nostre professionalità specifiche ci hanno permesso, nel tempo, di creare una piattaforma di servizi e relazioni ideale per accompagnare la cantina 4.0 nelle sue attività, fermo restando che il vino rimane il protagonista sulla scena”. Entrando nello specifico, è Giacomo Forapan collaboratore e consulente, che ritrae da vicino ENOsoftware “Si tratta di un programma per la gestione aziendale:

contabilità, IVA, bilanci, movimentazioni e lavorazioni in cantina, imbottigliamento, vendita e telematizzazione dei registri e DAA. Il servizio è in Cloud, soluzione agile ed economica, con la garanzia della massima sicurezza e riservatezza dei dati”. E, valore aggiunto, ENOsoftware è anche personalizzabile: “Sì: ogni azienda ha la sua identità e le sue esigenze, pertanto caratteristica del nostro gestionale è anche la flessibilità data dalla scalabilità delle sue funzioni, sulla base delle necessità”. Con il decreto ministeriale 293/2015, dall’1 gennaio 2017 è entrato in vigore per le aziende vinicole il Registro Telematico Unico, a sostituire i cartacei. Due le possibili modalità per l’invio dei dati: on-line (con accesso tramite autenticazione al sistema SIAN per procedere manualmente alla registrazione di tutte le operazioni effettuate in cantina, servizio gratuito) o interscambio web service, ovvero senza l’intervento dell’operatore e con invio dei dati automaticamente tra il sistema informatico aziendale ed il sistema SIAN. In questo secondo caso, è ENOsoftware che dialoga con SIAN, riducendo i tempi, le difficoltà ed i margini di errore: meno tempo per le pratiche, più tempo per il vino.

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Metline software & sistemi Viale del Lavoro, 39/A San Martino Buon Albergo (VR) +39 045 8010790 info@enosoftware.it W ENOSOFTWARE.IT ENOsoftware è stato ideato nel 1999: un “compleanno” che significa vent’anni di esperienza acquisita ed affinata in un settore che si è vivacemente evoluto, necessitando di una adeguata informatizzazione per supportare tale crescita. Le nostre professionalità specifiche ci hanno permesso, nel tempo, di creare una piattaforma di servizi e relazioni ideale per accompagnare la cantina 4.0 nelle sue attività,


ESPERIENZA, AFFIDABILITÀ E QUALITÀ DEL SERVIZIO “SONO GLI ELEMENTI CRUCIALI CHE POSSIAMO OFFRIRE AI PRODUTTORI DI VINO” Così Massimiliano Peres “brinda” alla nuova stagione dirigenziale di Palletways e ci spiega la nascita del nuovo software per il trasporto“Portal”

Al Vinitaly 2019 abbiamo incontrato Massimiliano Peres, nuovo Managing Director di Palletways, azienda leader nel trasporto espresso di merce pallettizzata, alla sua prima esperienza veronese in veste di dirigente aziendale, in carica da pochi mesi ma con importanti novità introdotte di recente sul mercato. Con un’esperienza ventennale, Palletways rappresenta uno degli anelli fondamentali che tengono in moto l’economia del paese: il settore dei trasporti, un comparto nel quale l’azienda oggi si è ancor più evoluta in direzione della massima efficienza e sicurezza. Per Palletways è stato il 12º Vinitaly, una piazza strategica rivolta ai produttori di vino, enoteche, ristoranti, importatori e distributori. Qual è la mission aziendale in relazione al target citato? “Il nostro circuito storicamente è da sempre attento al settore vitivinicolo, offrendo servizi specifici su pallet, il ‘premium’ ad esempio, con consegne in tutta Italia addirittura in 24 ore. Mettiamo a disposizione dei clienti anche servizi con tempi di consegna entro le 48/72 ore a tariffe estremamente competitive, ma la caratteristica comune alla nostra offerta è quella di garantire la massima sicurezza che si ottiene grazie alla movimentazione del pallet. L’esperienza, l’affidabilità e la qualità del servizio sono gli elementi cruciali che possiamo offrire al produttore di vino”. Quali sono gli obiettivi, le strategie e i progetti che Palletways andrà a sviluppare nei prossimi anni? “Per ciò che attiene gli obiettivi, in primis vi è quello di

concentrarsi sempre di più sulla qualità del servizio erogato, che vuole diventare il nostro tratto distintivo rispetto agli altri operatori sul mercato. Tra le strategie che intendiamo perseguire, puntare sula trasformazione digitale già in atto rappresenta certamente una delle principali sfide. Oggi il trasporto non è più soltanto una dimensione fisica, è soprattutto comunicazione e informazione al Cliente che vuole avere garanzie sulla tracciabilità della spedizione e informazioni sui tempi di consegna. In Italia, stiamo completando il piano di migrazione dal precedente software al nuovo ‘Portal’, un sistema web based all’avanguardia di facile utilizzo con cui ogni singolo Cliente può accedere e monitorare lo stato di avanzamento della merce. ‘Portal’ è una piattaforma che unisce tutti i 24 Paesi in cui Palletways è presente con il proprio network e permette di avere con un unico strumento una visibilità a 360° sulle spedizioni. Si può gestire in tempo reale tutta la filiera del trasporto e garantire al cliente un’elevata affidabilità e tempestività delle informazioni. Tra i nostri obiettivi, il principale è sicuramente lo sviluppo del servizio internazionale, ad oggi non ancora completamente adeguato alle richieste di un mercato sempre più ampio. Siamo in procinto di rivedere e incrementare i collegamenti internazionali del nostro network per proporre un vero servizio espresso su pallet su tutto il territorio europeo. Abbiamo di fronte una grande opportunità: la crisi economica ha ridotto l’entità media delle singole spedizioni e il trasporto veloce di poche unità di pallet rappresenta il sistema di spedizione sempre più utilizzato dai Clienti, non solo per il tradizionale canale del B2B ma comincia anche ad essere utilizzato nel B2C dove gli operatori presenti sono pochi”. E per continuare il nostro piano di innovazione, stiamo per lanciare il nuovo sito “palletwaysonline”, dove anche

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i consumatori potranno organizzare direttamente le proprie spedizioni. Parliamo dell’aspetto sostenibile, ovvero l’approccio eco-friendly di Palletways “Essendo un’azienda di trasporti l’inquinamento dovuto all’uso dei mezzi è un problema che ci siamo prefissi di abbattere il più possibile; siamo un network che unisce più aziende, il nostro scopo è di ottimizzare le spedizioni al massimo, riducendo il numero complessivo dei mezzi in circolazione e non solo. Oggi la distribuzione nelle grandi aree metropolitane ha anche bisogno di poter contare su un sistema innovativo di distribuzione. A Bologna abbiamo voluto dimostrare per primi che questo è possibile: nel capoluogo emiliano stiamo già utilizzando mezzi elettrici per effettuare le consegne di pallet nel centro città. È importante entrare nei centri cittadini con un basso impatto ambientale e in fasce orarie autorizzate. Proprio per questo, intendiamo estendere rapidamente questo modello anche in altre città italiane per una Palletways sempre più “green”. Palletways Italia Spa Via Pradazzo, 7 40012 Calderara di Reno (BO) T. 051 3171311 Info_italia@palletways.com W IT.PALLETWAYS.COM


RIVOLUZIONE BLUAGRI IL TERRENO È IL NUTRIMENTO, LA PIANTA IL SUO FRUTTO

Diamo nuova vitalità e salute a suolo, piante ed animali, permettendo una riduzione di più del 50% degli input chimici e sviluppando prospettive ecologiche sostenibili per l’agricoltura del futuro.

L’azienda BluAgri negli ultimi sei anni ha sviluppato un’innovativa gamma di prodotti, ammessi in agricoltura biologica, che rinforzano i meccanismi vitali delle piante. Le nuove tecnologie della linea hanno permesso una vera e propria “rivoluzione verde”, attivando i processi biochimici che inducono vegetali ad accrescere le proprie attività vegeto-produttive, al fine di massimizzarne la qualità delle uve e rinforzare al meglio le potenzialità produttive. L’azione dei prodotti BluAgri è focalizzata sul terreno (nei suoi stadi liquido, solido e gassoso) e sulle popolazioni microbiche che lo abitano. È qui che avvengono gli interscambi indispensabili alle radici per un equilibrato rapporto nutrizionale; e per questo la ricerca BluAgri, supportata da un valido staff tecnico, persegue l’obiettivo di mantenere e migliorare la vitalità organica del terreno. Per esempio, nei primi 15 cm di profondità, la biomassa microbica presente raggiunge valori fino a 500g e 1015 UFC per ogni m2 di suolo, per un peso totale di circa 4-5 t/ha. La particolare formulazione dei prodotti BluAgri, al contrario dei fertilizzanti chimici ed inorganici, consente di attivare il metabolismo dei microrganismi indigeni del terreno, mettendoli nelle condizioni di lavorare in sinergia con l’apparato radicale, mobilizzando le componenti organiche e inorganiche, facilitandone l’assimilazione da parte della pianta. BluVite – la cui formulazione condivide la stessa che è alla base delle materie prime naturali – riattiva secondo questo principio il “microbiota” del suolo, migliorando la salute e la redditività delle piante. Le funzioni principali dei prodotti sono incrementare le funzionalità dell’apparato radicale, migliorare l’attività fotosintetica e aumentare gli estratti nel grappolo e le sostanze di riserva nel legno.

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News Tecniche

Un’ampia e moderna rete di servizi con un unico comune denominatore: il vino

La Rivista

L’ufficio stampa

Le news tecniche

01 UNA SCATOLA….. UNICA! Unica è la scatola perfetta per realizzare splendide confezioni regalo Fornita di inserto divisorio auto montante che, all’occorrenza, può essere appiattito per consentire l’inserimento di prodotti vari assieme alle bottiglie. Disponibile in numerose lavorazioni e colori, è la soluzione ideale, pratica ed economica ideata da Scotton per ogni esigenza di confezionamento e per valorizzare i vini più prestigiosi. Nell’eleganza delle esclusive goffrature (Seta, Pelle, Matelassé e la nuovissima Skin) o nella semplicità del cartone ondulato, Unica garantisce comunque solidità e attenzione ai dettagli, ma soprattutto una versatilità che ne consente molteplici utilizzi. Unica è ideata e prodotta in Italia, come tutta la vastissima gamma di prodotti pensati per il settore enologico, visibile sul sito www.scotton.it e sempre disponibile in pronta consegna. Scotton S.P.A. Via Vallina Orticella n. 1 31030 Borso Del Grappa(TV) Tel. 0423 913300 scotton@scotton.it W SCOTTON.IT

Le video interviste

Tel. 0577 1606999 Fax 0577 1606998 www.winenetwork.it

Arriva il nuovo Gruppo Interceppi “Rapidlam” La lama interceppi è l’alternativa ecologica al diserbo chimico; grazie ad essa infatti l’erba si degrada in modo naturale e l’operazione tra le piante viene facilmente agevolata, senza sconvolgere il profilo del terreno. L’attrezzatura si compone di una lama speciale che viene mantenuta costantemente nella posizione di lavoro (circa a 90°) mediante un sistema idro-meccanico. Essa consente di distruggere gli infestanti, di sollevare la parte radicale delle erbe dal terreno e di rientrare velocemente, grazie alla sensibilità dello speciale palpatore, ogni qualvolta viene a contatto col tutore del ceppo della vite o con il palo di sostegno. Una volta superato l’ostacolo, la lama interceppi riprende rapidamente la posizione di lavoro. Il palpatore del gruppo lama è stato aggiornato con tecniche innovative; grazie all’ausilio di una nuova valvola si è migliorata la sensibilità dello scavallamento, la velocità di rientro, ed inoltre permette di operare agevolmente su terreni difficili e particolarmente sodi. Grazie alla sua particolare struttura, il gruppo scavallante “Rapid Lam”, può essere applicato rapidamente, sia su appositi telai di nostra produzione, da posizionarsi indipendentemente sul sollevatore posteriore o anteriore o ventrale, sia in versione laterale che bilaterale (dx/ sx). Oltre alla lama di due misure (L = 350 / 500 mm), è possibile montare uno speciale vomere scalzatore. Sulle lame si potranno montare, a secondo della lunghezza, due o tre alette rompi zolle per separare le radici dell’erba dal terreno. La profondità di lavoro (6/7 cm max) viene determinata mediante una ruota regolabile meccanicamente o idraulicamente (a richiesta). Inoltre sulla parte finale della lama è possibile inserire un piccolo vomerino ribaltatore. Il telaio viene dotato di due movimenti idraulici di posizionamento: *spostamento laterale 0,60 m c.ca *inclinazione idraulica ± 30% * ruota per la regolazione della profondità di lavoro, a richiesta idraulica *distributore meccanico idraulico con joystick meccanico a tre funzioni con divisore di flusso *distributore elettro-idraulico *comando elettro-idraulico (pulsante emergenza per rientro veloce lama/vomere) Colombardo S.r.l. Regione Leiso, 30 - 14050 San Marzano Oliveto (AT) Tel. + 39 0141 856108 info@colombardo.com W COLOMBARDOMAURO.COM

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Totale umici estratti: 29.10% p/p Acidi umici: 14% p/p Acidi fulvici: 15.1% p/p Aminoacidi liberi: 22.2% p/p Azoto (N) totale 3% p/p Azoto (N) organico: 3% Anidride fosforica (P2O5) solubile in acqua: 16% p/p Ossido di potassio (K2O) solubile: 18% p/p Ferro (Fe) chelato EDDHA: 0.1% p/p Manganese (Mn) chelato EDTA: 0.2% p/p Zinco (Zn) chelato EDTA: 0,2% p/p Molibdeno (Mo): 0,25% p/p

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