I Grandi Vini - Marzo/Aprile 2020

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N. 113

2020

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FRANCO PACENTI Uno sguardo al futuro

E-COMMERCE, EXPORT E NUOVE IDEE Il vino è chiamato alla ripartenza 1


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SPERANDO IN UN NEO-RINASCIMENTO

Tra le tante domande che hanno trovato spazio e tempo nei giorni della quarantena, quella che mi ha incuriosito di più ha a che fare con il “come” ripartiremo. E’ in questo ambito, credo, che c’è più spazio allo stesso tempo per la razionalità e per la fantasia. Due ingredienti spesso agli antipodi ma che possono trovare il modo di convivere felicemente.

SAREMO TUTTI PIÙ PRUDENTI E PROPENSI A QUELLA “SOCIAL DISTANCING” A CUI CI SIAMO FORZATAMENTE ABITUATI DURANTE QUESTE LUNGHISSIME SETTIMANE?

E il mondo del vino come sarà in questo nuovo scenario, in cui gli schemi finora normali andranno ridefiniti? Le fiere – che fino all’ultimo si è provato a confermare per poi cedere all’evidenza e al buon senso-, nonché tutti gli altri eventi come le degustazioni e gli incontri faccia a faccia, come saranno d’ora in poi? Volendo assecondare il trend degli hasthtag dallo spirito ottimistico, verrebbe da pensare a un Neo Rinascimento del vino italiano, quale iconica immagine di un Paese che riparte delle sue poche ma solide certezze per rimettersi in cammino, conscio del rischio corso e degli errori compiuti fin qua.

UN PIÙ SAGGIO REALISMO CI INVITA A CERCARE DI ANTICIPARE I PROSSIMI COMPLICATI MESI, AGGRAVATI DALLE CONSEGUENZE DELLA FRENATA FORTISSIMA DELLE ESPORTAZIONI E DALLO STOP FORZATO DELL’HO.RE.CA.

Per incoraggiarsi possiamo far leva sulla resilienza che geneticamente contraddistingue chi la terra la lavora da una vita e che può rappresentare un modello di coraggio e determinazione da seguire. Per questo, in queste pagine, abbiamo interpellato i vari attori della filiera per interpretare con loro questa fase e soprattutto le prossime, soffermandosi su progetti virtuosi che in questa fase sono positivamente emersi, come l’e-commerce e il delivery, i podcast e i tentativi di nuove modalità di promozione, anche digital, che, probabilmente, sono destinate ad avere sempre più spazio.

LE SETTIMANE DI LOCKDOWN FORZATO CI STANNO, INFATTI, INSEGNANDO A RIFLETTERE E INDIVIDUARE CIÒ CHE VORREMMO PORTARE CON NOI NEL “DOPO” e cosa vorremmo, preferibilmente, abbandonare

perché inerte o poi non così indispensabile come ci sembrava. Non sto qui a fare l’elenco perché ognuno avrà avuto il modo di fare il proprio; ma l’auspicio di queste righe è che tutto ciò ci possa servire da lezione e se ne possa fare esperienza, potando i rami più secchi e dando linfa alle nuove idee e ai buoni propositi accumulati, liberando l’energia immagazzinata in così tanto riposo forzato. Noi de I Grandi Vini siamo pronti ad accogliere i vostri progetti di ripartenza: scriveteci, saremo lieti di raccontarli ai nostri lettori.

Giovanni Pellicci g.pellicci@igrandivini.com 6


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Cover Story Un’annata indimenticabile ed una nuova etichetta: il 2020 di Franco Pacenti segna l’inizio di un nuovo capitolo

SOMMARIO Marzo - Aprile 2020 L’EDITORIALE Sperando in un neo-rinascimento a cura di Cecilia Filoni e Martina

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ULTIME DAL MONDO DEL VINO #ANDRATUTTOBENE La ripresa passera’ dal rilancio del made in Italy a cura di Giovanni Pellicci e Martina Ciliani

12 FACCIA@FACCIA

L’INCHIESTA

GUSTO E DINTORNI

VINITALY SLITTA AL 2021

QUALCOSA CON CUI FARE I CONTI

Le sfide del settore per ripartire dopo il

L’emergenza covid-19 cambierà il nostro

blocco totale del coronavirus. La parola a

mondo. Le nuove opportunità riguardano

Unione Italiana Vini, Federvini e Fivi

l’ecommerce, la gdo ma anche la cina, che sta

a cura di Giovanni Pellicci

ripartendo

14 POLITICA NEL VINO

IL SETTORE VINO CHIEDE MISURE STRAORDINARIE ALL’ITALIA E ALL’EUROPA

La filiera compatta scrive al ministero delle politiche agricole per un sostegno concreto in grado di fronteggiare le conseguenze del covid-19 a cura di Giovanni Pellicci

MASTERCHEF, QUANDO IL VINO INCONTRA LA CUCINA A tu per tu con Nicolò Duchini, che svela i suoi segreti per piatti (di)vini a cura di Lorenzo Bianciardi

a cura di Claudia Cataldo

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SOCIAL WINE

#IOSTOACASA! E ASCOLTO UN PODCAST!

PROFESSIONE VINO

LAVORO E VINO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Ancora poco conosciuti in Italia, i podcast

Come cambia il lavoro nella distribuzione di

rappresentano una buona alternativa a libri e

vino negli Stati Uniti nel cuore della pandemia

video, per imparare a conoscere il mondo del

a cura di Tommaso Nutarelli

vino a cura di Elisa Berti

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ABRUZZO

FERMO L’ENOTURISMO: CANTINE APERTE SI FARA’? Stop alle degustazioni e alle visite in cantina, mentre c’è incertezza sui prossimi eventi. Il Presidente del MTV Abruzzo Nicola D’Auria: “Enoturismo risorsa importante per la regione, ma ora si pensa alla salute” a cura di Cecilia Filoni

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EMILIA ROMAGNA

PAZIENZA E SOCIAL NETWORK Il Presidente Giordano Zinzani ci spiega come è cambiata l’attività del Consorzio Vini di Romagna durante l’emergenza Coronavirus a cura di Emanuele Gorelli

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LAZIO

LA RESILIENZA DELLA DOC ROMA La denominazione della città eterna fronteggia l’emergenza sanitaria facendo leva sulla forte attrattività del suo brand a cura di Tommaso Nutarelli

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LIGURIA

LA LIGURIA FA SQUADRA CONTRO L’EMERGENZA Il neo Consorzio ligure per la tutela di DOP e IGP chiede misure a sostegno delle aziende colpite dagli effetti del Coronavirus e lancia proposte per ripartire a cura di Emanuele Gorelli

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Arconvert: appeal unico e texture esclusive per il nuovo catalogo. Si chiama “Innovation & Inspiration” e celebra la creatività del nostro tempo, grazie alle tecnologiche carte autoadesive MANTER

LOMBARDIA

OLTREPO’ PAVESE PROVA A GUARDARE OLTRE LA CRISI Il Direttore del Consorzio Vini Oltrepo’ Pavese:

BIO&GREEN

“Aziende in difficoltà, ma la qualità dei nostri vini e la forza del territorio possono essere

Coronavirus, ci si consola con

l’arma per ripartire”

unabuona bottiglia

a cura di Cecilia Filoni

a cura di Carlotta Lettieri

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MARCHE

LE NUOVE SFIDE DEL VINO MARCHIGIANO L’IMT “Ora servono manovre shock” a cura di Martina Ciliani

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VALLE D’AOSTA

VALLE D’AOSTA , IL GRIDO DI ALLARME DI VIVAL Il Coronavirus blocca le vendite all’estero:

PIEMONTE

BAROLO E BARBARESCO

pesanti le stime per il vino che nasce sulle vigne più alte d’Europa

ALLE RADICI DEL VINO dell’acqua. Il progetto Acquavitis - Interreg

In Toscana il MTV e i Consorzi chiedono al

LUPPOLO E DINTORNI arriva a casa a cura di Stefania Abbattista

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il 2019 chiude con un decisivo

VENETO

La scienza va in vigna per seguire i percorsi

TOSCANA

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Mai rinunciare alla qualità: ora la buona birra

Exploit di sparkling italiano all’estero:

COVID-19, APPRENSIONI PER IL TURISMO E PER L’EXPORT

a cura di Emanuele Gorelli

che non ti aspetti

a cura di Chiara Martinelli

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si uniscono contro il virus

a cura di Lorenzo Bianciardi

prima del blocco dei mercati internazionali.

cuore di Manhattan Un’intuizione “just in time”

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Anche i produttori di extravergine di qualità

Saint Amour, la route des vins

TENDENZE SPARKLING

Il lancio delle nuove annate e il successo nel

EXTRAVERGINE NEWS

PELLICOLE DI GUSTO

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a cura di Carlotta Lettieri

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Italia-Slovenia - studia vigne del Carso, Collio e Vipacco a cura di Alessandra Moro

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“più” sulle esportazioni a cura di Chiara Martinelli

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VIGNA E CANTINA

CRISI DA PANDEMIA? PUÒ SALVARCI L’E-COMMERCE Mentre il settore vino chiede misure

DISTILLATI E CO.

straordinarie, le piattaforme di vendita

Spiriti italiani, nuove richieste al governo

online registrano un aumento

per salvaguardare il settore

delle vendite

a cura di Martina Ciliani, Cecilia Filoni

a cura di Elisa Berti e Cecilia Filoni

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Governo aiuti fiscali, moratorie dei mutui e misure contributive a cura di Martina Ciliani

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UMBRIA

SAGRANTINO, ANNATA SUPER. MA SERVIRÀ L’AIUTO DEL GOVERNO Il Montefalco Sagrantino 2016 è da 5 stelle. Soddisfatto il Presidente del Consorzio Montefalco Filippo Antonelli che, a proposito dell’emergenza Covid-19, afferma: “Ci sarà bisogno di misure adatte per le aziende del territorio” a cura di Cecilia Filoni

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Produttori in primo piano

SUL WEB

FAMIGLIA FAGNANI: NON SOLO IL BRUNELLO Con Anna nasce il nostro Merlot in purezza “Anna” è un altro piccolo gioiello dell’azienda montalcinese Fagnani, produttori di vino nel cuore del Brunello sin dal 1963, quando Assunto Piero decise di acquistare il podere Bellaria e coltivare Sangiovese. ‘Anna’ però è un’etichetta che esula dal terroir tipico di queste parti, ma è pur sempre un vino che rispecchia appieno la varietà vitivinicola del territorio. E’ un Merlot in purezza e rappresenta uno dei vitigni internazionali che in questa parte della Toscana raggiunge grandi risultati grazie alle caratteristiche pedoclimatiche del luogo. Ricavato da una vigna a 689 metri s.l.m., il vitigno gode dei venti freddi provenienti dal Monte Amiata e allo stesso tempo risente delle correnti marine del Tirreno. Due ingredienti che donano ad ‘Anna’ intensi accenti fruttati e un’ottima morbidezza. ‘Anna’ nasce grazie ad un’attenta selezione delle uve e da una vendemmia “fatta a mano”, cui segue la fermentazione alcolica e la macerazione in fermentino di acciaio inox. Dopo un affinamento di 6 mesi in barriques di rovere francese, 2 mesi in acciaio e 6 in bottiglia, è pronta per essere degustata. Anna è un vino equilibrato dal sapore persistente, il colore è rosso rubino intenso, mentre il legno dona sentori di frutta rossa matura e note speziate. ‘Anna’, come tutti i “vini rossi toscani” si apprezza con carni saporite, sapientemente aromatizzate e accompagnati da contorni semplici. Il merlot in purezza coltivato a Montalcino ha un legame inscindibile con il territorio e con la tecnica vitivinicola, portata avanti nel rispetto della tradizione, guardando al futuro, come ben rappresentato nell’etichetta dall’artista Luca Grechi che ha riprodotto due figure femminili nell’atto di formarne una: Anna, la nonna, ed Anna la bisnipote, ossia il passato e la tradizione che si fondono con il futuro e l’innovazione.

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ULTIME DAL MONDO DEL VINO

#ANDRATUTTOBENE

LA RIPRESA PASSERÀ DAL RILANCIO DEL MADE IN ITALY L’allarme Coronavirus sta mettendo a dura prova il commercio internazionale e colpisce anche gli impiegati nel settore vitivinicolo “L’Italia - dichiarano da Coldiretti - è il primo produttore mondiale di vino, deve farsi portatrice a livello comunitario di un piano di sostegno straordinario di un comparto strategico per il Paese dal quale nascono opportunità di lavoro per 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in campi, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse e di servizio, per un fatturato salito nel 2019 alla quota record di oltre 11 miliardi”. Già perché quello 2019 è stato un anno di grandi successi per le esportazioni made in Italy che hanno registrato un +3,1% per un valore intorno ai 6,4 miliardi di euro. “A pesare sul mercato- spiega Ettore Prandini Presidente Coldiretti che ha spedito una lettera al Premier Giuseppe Conte per sollecitare interventi diretti - è stata la chiusura forzata di ristoranti e bar che si è estesa anche all’estero dove si sono moltiplicate le disdette per effetto delle difficoltà logistiche, della disinformazione, strumentalizzazione e concorrenza sleale. Ora – aggiunge Prandini – occorre ricostruire un clima di fiducia nel marchio made in Italy che rappresenta un’eccellenza riconosciuta sul piano qualitativo, comunitario e internazionale. Serve quindi una forte campagna di comunicazione per sostenere i consumi italiani con il vino che rappresenta all’estero un elemento di traino per l’intero Paese”. (m.c.)

SCELTE DEL GOVERNO

DECRETO CURA ITALIA, I CONSORZI DEL VINO CHIEDONO DI PIÙ Il Consorzio Vino Chianti è stato tra i primi a commentare il pacchetto di misure varate dal Governo nel decreto Cura Italia di marzo, definendole “non sono sufficienti per far fronte alle difficoltà incontrate dalle cantine in questo momento”. “Insoddisfatti in termini di stanziamento dei fondi assegnati per gli interventi a favore delle imprese, in termini di provvedimenti in campo tributario-fiscale, in materia previdenziale, di lavoro e previdenza sociale e nel campo del credito - afferma il Direttore del Consorzio Marco Bani, a cui si aggiunge la voce del Giovanni Busi, che sottolinea il problema del blocco dei mercati. “Il mercato interno è fermo da settimane e adesso si stanno chiudendo anche gli sbocchi commerciali in Europa, Usa e Sud America. La Cina, in lenta ripresa, è un mercato nuovo che non potrà compensare il fermo dei nostri riferimenti storici”. Il lavoro nelle cantine, infatti, continua perché deve adeguarsi al ritmo della natura, che non conosce rinvii: “almeno nella fase attuale ci servirà a ben poco la cassa integrazione” continua Busi, “a noi servono interventi a sostegno delle aziende che devono continuare a produrre ma non possono e non potranno vendere”. (c.f.)

EMERGENZA SANITARIA

IL PIEMONTE DEL VINO SI UNISCE NELLA LOTTA AL COVID-19 Insieme per sostenere le strutture ospedaliere impegnate nel far fronte all’emergenza Covid-19. Sono tre i consorzi piemontesi – del Brachetto d’Acqui Docg, dell’Asti e del Moscato d’Asti, del Barbera d’Asti e Vini del Monferrato – che hanno partecipato alla raccolta fondi per aiutare la Regione Piemonte nell’acquisto di nuovi macchinari medici da destinare alla cura dei pazienti affetti da Coronavirus. Trentamila euro il totale della donazione; un gesto che i tre presidenti dei diversi consorzi commentano così: “Nessuno può tirarsi fuori da questa lotta che potremo vincere solo se saremo uniti, come piemontesi, come italiani, come europei e come cittadini del mondo”. L’iniziativa si inserisce nel progetto “Insieme possiamo farlo” ideato dalla Giunta regionale guidata dal Presidente Alberto Cirio e coordinato dall’assessorato regionale alla Sanità, con a capo Luigi Icardi. Intanto, anche Assoenologi si mobilita: al via una campagna di sensibilizzazione per acquistare ventilatori polmonari da destinare agli ospedali italiani. Tutti, mondo del vino e non, sono chiamati a partecipare: “vino è amore e passione, ma anche unità” sottolinea il presidente Riccardo Cotarella. (c.f.)

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ULTIME DAL MONDO DEL VINO

GUARDANDO AVANTI

EMILIA-ROMAGNA, VIA LIBERA A NUOVE VARIETÀ DI VITE L’Emilia-Romagna aggiunge all’elenco dei vitigni per uva da vino nove nuove varietà messe a punto dal Centro di ricerche produzioni vegetali (Crpv). Si tratta, nello specifico, di quattro uvaggi a bacca nera e di cinque a bacca bianca che erano già presenti nel Registro nazionale del Mipaaf e che ora, dopo una lunga sperimentazione condotta proprio all’interno della regione, in provincia di Faenza, sono a disposizione delle aziende che vorranno utilizzarle. Destinate esclusivamente, secondo regolamento, a dar vita a vini da tavola o Igt, le nuove varietà si sono dimostrate tendenzialmente meno acide e con una concentrazione in polifenoli più elevata rispetto alle varietà testimone, ma anche capaci di resistere bene all’attacco delle principali malattie fungine senza bisogno di trattamenti costanti. Soddisfatto l’assessore regionale all’Agricoltura e agroalimentare Alessio Mammi: “Un aiuto per le aziende, che possono così produrre vini di qualità e migliorare la sostenibilità ambientale”. (c.f.)

#ANDRATUTTOBENE 2

DAL BRUNELLO SOSTEGNO AGLI AMICI STATUNITENSI L’ondata della pandemia di Covid-19 non sta risparmiando nessuno “Sono già 19 gli Stati americani che come in Italia hanno scelto di difendersi dal Coronavirus chiudendo la ristorazione, in buona parte composta da prodotti e vini made in Italy” sostiene Fabrizio Bindocci, Presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino. “Noi produttori toscani del Brunello di Montalcino – aggiunge Bindocci - siamo vicini agli amici statunitensi e consapevoli che la ripartenza ci vedrà in prima fila accanto a loro”. A fare infatti le spese di questa “guerra invisibile” sono gli hotel, i ristoranti e i locali tanto italiani quanto americani che rappresentano in media il 60% delle vendite globali di Brunello. “Ora serve attendere, e il nostro vino lo sa fare, e osservare le regole – conclude Bindocci - in attesa che la nostra annata 2015 possa riprendere quella corsa che prima dello stop si stava rivelando promettente, in particolare oltreoceano”. (m.c.)

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Faccia@Faccia

LA FILIERA DEL VINO

VINITALY SLITTA AL 2021 LE SFIDE DEL SETTORE PER RIPARTIRE DOPO IL BLOCCO TOTALE DEL CORONAVIRUS. LA PAROLA A UNIONE ITALIANA VINI, FEDERVINI E FIVI

DI GIOVANNI PELLICCI La filiera del vino prova a guardare avanti. E’ complicato. Molto. Ma deve essere forte la speranza che la preoccupazione per l’emergenza sanitaria per il diffondersi in Italia e nel mondo del Covid-19, possa presto lasciare presto spazio ad un neo Rinascimento del vino italiano che, pur senza l’edizione 2020 di Vinitaly, saprà trovare nuove vie di interazione e nuovi sbocchi nell’export. Dopo una crescente pressione da parte della filiera per via del diffondersi globale dell’emergenza, il 23 marzo è arrivata la notizia ufficiale dell’annullamento dell’edizione 2020 di Vinitaly, precedentemente posticipata da aprile a giugno (14-17). “Il Gruppo Veronafiere – ha spiegato in una nota stampa il presidente di Veronafiere Maurizio Danese – ha ridefinito obiettivi, strategie e investimenti per la messa in sicurezza dei prodotti, della propria clientela e del business dei settori correlati. Con Vinitaly sono state rinviate anche le concomitanti Sol&Agrifood ed

Enolitech. Le nuove date delle manifestazioni sono riprogrammate al 18-21 aprile 2021, mentre Veronafiere concentrerà la seconda parte dell’anno 2020 al sostegno del business delle aziende italiane sui mercati”. “Il post emergenza – aggiunge il Dg di Veronafiere, Giovanni Mantovani - per noi si chiama rinascita, che fino all’ultimo abbiamo continuato a confidare potesse avvenire a giugno. Ma la crisi sanitaria si è, come evidente a tutti, decisamente inasprita e ciò che inizialmente sembrava possibile ora non lo è più. Per questo, oltre a lavorare con investimenti straordinari sui nostri eventi internazionali Vinitaly Chengdu, Vinitaly China Road Show, Wine South America (23-25 settembre 2020), Vinitaly Russia (26 e 28 ottobre 2020), Vinitaly Hong Kong (5-7 novembre 2020), Wine To Asia (9-11 novembre 2020) e le iniziative della Vinitaly International Academy, ci mettiamo a disposizione del settore e del sistema

della promozione per considerare la realizzazione di un evento innovativo il prossimo autunno a servizio delle aziende”. La decisione del riposizionamento di Vinitaly al 2021 è stata presa da Veronafiere d’intesa con i rappresentanti delle associazioni di settore: Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc, Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, Sandro Boscaini, presidente di Federvini, Luca Rigotti, coordinatore settore vino Alleanza Cooperative e Matilde Poggi, presidente della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. Noi de I Grandi Vini abbiamo interpellato alcune delle rappresentanze della filiera vitivinicola (UIV, Federvini e Fivi) per sentire le loro opinioni: la parola a Matilde Poggi, Piero Mastroberardino e Paolo Castelletti.

LE DOMANDE 1 @ In seguito all’annullamento di Vinitaly, quale modello alternativo richiedete di prevedere da parte di Veronafiere per questo anno? 2 @ In questo scenario di emergenza quale modalità di proseguimento del business stanno portando avanti le aziende a voi associate? 3 @ Cosa ne pensate della proposta di rimodulare i fondi OCM? 4 @ Da parte del Governo quali misure chiede il settore per sostenere le aziende per fronteggiare l’impatto economico di questa situazione? 5 @ Cosa potrà insegnarci questa esperienza: indichi un qualcosa che desidera togliere ed un qualcosa che desidera aggiungere nella nostra quotidianietà quando tutto potrà, finalmente, ripartire.

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MATILDE POGGI,

LE RISPOSTE

PRESIDENTE FIVI

PIERO MASTROBERARDINO,

PRESIDENTE FEDERVINI

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“Occorre riflettere con attenzione e valutare la realizzazione di un evento di natura istituzionale che possa rilanciare il settore, una volta che la situazione sarà tornata alla normalità. Per Vinitaly occorre iniziare a lavorare per la prossima edizione che dovrà essere più bella e più forte che prima”.

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“All’inizio si è cercato di mantenere aperta ogni attività di comunicazione digitale, per favorire il miglior supporto agli importatori, ai distributori, ai consumatori. Ora gli ostacoli logistici creano di giorno in giorno maggiori difficoltà: e man mano che la vita sociale si restringe, giustamente come in questo caso per stroncare ogni possibile ulteriore diffusione del contagio, si riducono i nostri spazi di maggior consumo. Dunque il primo obiettivo è di mantenere vivo il legame con i consumatori. Al momento questa via è perseguita focalizzando l’attenzione sui canali d’asporto e sulle vendite online, che, a causa della chiusura dei ristoranti e della necessità di stare in casa, si stanno dimostrando utili allo scopo”.

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“Non prevediamo che ci siano alternative al modello di Vinitaly attuale: una fiera indispensabile per lavorare b2b. Tale deve rimanere. Meglio lavorare già per il successo dell’edizione 2021”.

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“Dobbiamo avere pazienza ed aspettare. Fortunatamente stiamo ancora spedendo all’estero qualcosa ma temo che a breve si chiuderanno anche questi canali. I punti vendita delle cantine sono chiusi ma chi ha uno shop online potrebbe vedere qualche consumo in più”.

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“È l’occasione buona per rivedere il meccanismo di funzionamento ed il coordinamento all’interno della pubblica amministrazione; ma dobbiamo salvaguardare quella enorme inclinazione all’ottimismo, all’impegno, alla partecipazione spontanea che ancora una volta è emersa fra la popolazione e che ha stupito e stupisce il mondo, come si può rilevare attraverso il web”.

“Abbiamo capito che siamo fragili e che il nostro modello può venire stravolto in pochi mesi. Vorrei togliere la frenesia che detta i ritmi delle nostre giornate. Aggiungiamo una maggiore umanità e disponibilità verso gli altri. Mi piacerebbe che questo sentimento di fratellanza e di vicinanza all’altro rimanesse per sempre”.

“Mi pare importante allungare i termini di chiusura dei bandi correnti. Va lasciata maggior libertà alle aziende nello spostare i budget da Paese terzo ad altro Paese terzo”.

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“Il Governo ha già previsto misure importanti. Chiediamo una dilazione nei termini di scadenza delle autorizzazioni all’impianto e di chiusura dei bandi di riconversione vigneti. Le aziende avranno

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“E’ il primo indispensabile passo; ma il perdurare della situazione di emergenza imporrà di rivedere ancor più in profondità i meccanismi dei fondi OCM sia per i programmi in corso, sia per i programmi a venire”.

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“Di tenersi pronto a misure importanti e straordinarie, proporzionate alla rilevanza del settore a livello nazionale: stiamo vivendo scenari impensabili, in pochi giorni siamo passati da Paese dalla forte connotazione turistica a Paese con interdizione all’ingresso e all’uscita. Dobbiamo immaginare innanzitutto di essere capaci di ripristinare quanto più rapidamente possibile questo flusso, dobbiamo lavorare nello stesso tempo a mantenere la grande immagine italiana sui mercati internazionali”.

indubbie difficoltà finanziarie nei prossimi mesi; sarebbe capibile la loro volontà di differire investimenti già previsti. Non vanno previste sanzioni in caso che l’azienda ritenga di rinunciare ad investimenti OCM già approvati”.

PAOLO CASTELLETTI, SEGRETARIO GENERALE UNIONE ITALIANA VINI

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“Valuteremo insieme a Veronafiere quali azioni mettere in capo nell’eventualità che la manifestazione non si possa tenere a giugno”.

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“Le aziende che lavorano con la grande distribuzione stanno andando a pieno ritmo, con crescite anche consistenti. Non v’è dubbio però che l’horeca sia completamente ferma. Le esportazioni stanno tenendo, ma con la pandemia che si è estesa anche in alcuni dei nostri principali mercati – Usa, Uk, Germania, e Canada – e il conseguente lock-out di bar e ristoranti, le previsioni non sono rassicuranti”.

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“La priorità è evitare di perdere risorse, i fondi del Piano Nazionale di sostegno per il vino che l’Unione Europea assegna alle imprese. Si tratta di circa 300 milioni euro annui da investire, principalmente, in vigneto, in cantina e in promozione. Sono risorse importanti anche per sostenere e, domani, far ripartire il settore in questo difficile contesto. La fase attuale è estremamente incerta, le aziende non riescono a pianificare gli scenari futuri. In questa fase chiediamo dunque di “congelare” i fondi non spesi, spostare il calendario finanziario di qualche mese ed evitare che le aziende siano penalizzate per azioni non attuate pienamente”.

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“Per portare sollievo al settore, come filiera del vino italiano nei giorni scorsi abbiamo proposto al Ministro Bellanova una prima serie di misure. Innanzitutto, la convocazione del tavolo vino perché operi come cabina di regia del settore per le iniziative urgenti di supporto, ma anche un “Piano Strategico di sostegno all’export vitivinicolo nazionale” articolato su missioni di settore, piani di comunicazione integrata sui mercati internazionali più ricettivi con previsione di misure straordinarie promozionali e di sostegno

alla domanda di vino, sia per il mercato estero che interno, da strutturare con testimonial, opinion leader e “ambasciatori” a livello nazionale ed internazionale, oltre che iniziative volte a garantire liquidità alle imprese e snellimento burocratico. Al contempo, abbiamo chiesto al Ministro di farsi portavoce a livello europeo per la creazione di una strategia comune di sostegno straordinario al comparto agroalimentare insieme agli altri partner europei, mentre per il settore vitivinicolo ci auguriamo che l’UE conceda la massima flessibilità nelle misure già esistenti, tra cui il sistema delle autorizzazioni per gli impianti viticoli, la ristrutturazione dei vigneti, investimenti e promozione per liberare risorse a favore del settore”.

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“Aggiungerei le modalità di lavoro “agile”: il mondo del lavoro, delle imprese ma anche dell’istruzione, possono trarre indubbi vantaggi. Toglierei l’isolamento: le strade colme di negozi e di attività commerciali, le piazze affollate, i mercati, i luoghi di aggregazione e di condivisione della cultura sono il cuore delle nostre città e del nostro Paese. Mi auguro che questo cuore torni presto a battere quanto prima”.


POLITICA NEL VINO

IL SETTORE VINO CHIEDE MISURE STRAORDINARIE ALL’ITALIA E ALL’EUROPA LA FILIERA COMPATTA SCRIVE AL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE PER UN SOSTEGNO CONCRETO IN GRADO DI FRONTEGGIARE LE CONSEGUENZE DEL COVID-19 A CURA DI GIOVANNI PELLICCI

Nel pieno dell’emergenza coronavirus, il mondo del vino cerca di compattarsi, chiedendo al Governo e al Ministero delle Politiche agricole l’adozione di misure economiche straordinarie. A farlo, tramite una nota congiunta, sono state Confagricoltura, Cia, Copagri, Alleanza delle Cooperative Italiane, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi, le quali hanno scritto lo scorso 19 marzo al ministro Teresa Bellanova. Numerosi i fronti di preoccupazione in questo 2020, al momento, funesto. Tra questi la contrazione dei consumi, per la chiusura dei pubblici esercizi, per la sempre più complessa la logistica che rallenta qualsiasi tipo di pianificazione delle attività anche di promozione sui mercati internazionali, in considerazione anche della diffusione a livello globale del virus, in paesi come Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti, mercati cruciali per quell’export che nel 2019 ha raggiunta quota 6,4 miliardi di euro. A ciò si aggiunge la mancata ricezione negli alberghi, agriturismi e nella ristorazione, che ha sottratto un naturale sbocco per le produzioni nazionali, nonché un validissimo supporto promozionale dei vini italiani verso gli acquirenti nazionali e stranieri. “Il perdurare dell’emergenza COVID-19 in Italia – si legge nella nota - e la crescente diffusione a livello globale dell’epidemia, rischia di creare quindi un eccesso di giacenza di prodotti in cantina a ridosso della prossima campagna vendemmiale e rende particolarmente incerto il contesto, rallentando qualsiasi tipo di pianificazione delle azioni di promozione nei mercati internazionali”. La richiesta avanzata dalle principali associazioni di categoria è quella di elaborare una strategia comune di sostegno straordinario al comparto

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agroalimentare e, per quanto riguarda il settore vitivinicolo nello specifico, si richiede una forte flessibilità nelle misure già esistenti. Tra le richieste, il sistema delle autorizzazioni per gli impianti viticoli, la ristrutturazione dei vigneti, una serie di investimenti e di promozione per risorse a favore del settore. Si è richiesto con energia un “tavolo vino” perché operi come cabina di regia del settore per le iniziative urgenti di supporto. Le organizzazioni, infatti, hanno richiesto un “Piano Strategico di sostegno all’export vitivinicolo nazionale”. Nel comunicato sono elencate le richieste del piano: “missioni di settore, piani di comunicazione integrata sui mercati internazionali più ricettivi con previsione di misure straordinarie promozionali e di sostegno alla domanda di vino, sia per il mercato estero che interno, da strutturare con testimonial, opinion leader e ambasciatori a livello nazionale ed internazionale, oltre che iniziative volte a garantire liquidità alle imprese e snellimento burocratico”. In attesa di un incontro del Tavolo Vino, l’Italia, con la ministra Teresa Bellanova, ha chiesto un piano straordinario per l’agricoltura all’Unione Europea ma anche la proroga per la presentazione delle domande Pac oltre il 15 giugno 2020, l’anticipo degli aiuti, un fondo straordinario Ue per lo stoccaggio, risorse straordinarie extra Pac, la riprogrammazione delle risorse dello sviluppo rurale non impegnate con nuove misure che rispondano al nuovo scenario, e possibilità per ogni Paese di agire economicamente, per recuperare le eccedenze e distribuirle alle persone più bisognose. La Commissione Ue ha prontamente innalzato il tetto per gli aiuti di Stato, in via eccezionale e fino al 31 dicembre 2020, portandoli a 100 mila euro per l’ambito agricolo.


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L’INCHIESTA

QUALCOSA CON CUI FARE I CONTI L’EMERGENZA COVID-19 CAMBIERÀ IL NOSTRO MONDO. LE NUOVE OPPORTUNITÀ RIGUARDANO L’ECOMMERCE, LA GDO MA ANCHE LA CINA, CHE STA RIPARTENDO A CURA DI CLAUDIA CATALDO C’è stato un prima Covid-19 e ci sarà anche un dopo. Cambieranno molte cose, nei consumi, nei rapporti con i clienti, anche nei progetti di internazionalizzazione delle aziende. Dopo il lockdown di questi giorni, dopo che non un Paese ma il mondo intero ha premuto “pausa”, primo fra tutti in ordine cronologico la Cina (che però sta girà ripartendo), anche l’industria del vino dovrà fare i conti con gli incerti scenari futuri che ci attenderanno. La storia ci insegna che dopo le crisi nascono anche nuove opportunità e che, in un’ottica di darwiniana selezione delle specie, le aziende dovranno farsi trovare pronte ad affrontare le nuove sfide. Quello che fino a ieri funzionava potrebbe non andare più bene, e quello che fino a ieri non faceva parte dei nostri obiettivi potrebbe invece dare una boccato d’ossigeno.

Marco Magnocavallo, Amministratore Delegato di Tannico.it

LA SHUT-IN ECONOMY: SPAZIO ALL’E-COMMERCE

Molti parlano già di shut-in economy. Un’economia di consumi che passeranno dalle vendite online insomma: molti, anche i meno abituati, in questo periodo hanno scoperto le consegne a domicilio e gli e-commerce. A negozi chiusi, anche comprare il vino diventa un’azione digitale, senza altre alternative disponibili. Marco Magnocavallo, Amministratore Delegato di Tannico.it ci riporta dati a conferma di questo trend. Tannico (www.tannico.it) è l’enoteca di vini italiani più grande del mondo, con un’offerta di oltre 16 mila etichette provenienti da 2.500 cantine diverse. Nel 2019 ha inviato oltre un milione e mezzo di bottiglie nel mondo, serve oltre 100 mila clienti ed è l’azienda nel food-tech che ha raccolto

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maggiori investimenti in Italia. Ad oggi il 40% del suo business viene realizzato in modalità mobile. Tannico è in grado di consegnare le proprie bottiglie in giornata nella città di Milano, in 24 ore in tutta Italia e in due settimane negli Stati Uniti. C’è stato un incremento nello shopping online? “Nei primi giorni di marzo abbiamo riscontrato una leggera flessione delle vendite. Nelle successive settimane, con la chiusura prima parziale e poi totale degli esercizi commerciali, si è verificato invece un aumento del 100% dei volumi mensili che ci aspettavamo. La crescita è generalizzata su tutto il catalogo senza particolari evidenze. Possiamo segnalare una leggera variazione nel comportamento dell’acquirente che in questo periodo punta a un acquisto più di quantità, probabilmente per fare scorta, comportando una lieve diminuzione del prezzo medio per bottiglia venduta. Se consideriamo le aree geografiche, la città italiana che sta crescendo maggiormente è Roma, seguita dalla Lombardia e dal Veneto”. Come avvengono le consegne? State adottando precauzioni? “Sì, effettuiamo costantemente sanificazioni del magazzino e del personale, adottando una politica che eviti il totale contatto con il personale dei corrieri al momento della consegna. Coerentemente con questo nuovo comportamento, abbiamo anche eliminato la possibilità di pagamento in contrassegno”. Quali sono le azioni in atto per mantenere vivo il rapporto con i clienti? “Alcune attività che Tannico svolgeva già prima di questa emergenza continuano, coinvolgendo sempre più le persone da casa. Ci riferiamo alle nostre dirette Insta-


gram alle quali abbiamo aggiunto un nuovo format #IOBEVOACASA: beviamo insieme ai nostri follower interagendo in video in diretta e scoprendo i loro gusti e non solo i nostri. Colleghiamo in video a rotazione le persone che ci raccontano cosa stanno bevendo. In pratica è una bevuta collettiva per cercare di unirci ancora di più. Abbiamo inoltre iniziato a pubblicare pillole video Educational attraverso le nostre stories su Instagram, diamo tip e suggerimenti di vario genere, che possono spaziare dalla scelta dei bicchieri più adatti per degustare un vino a come stappare una bottiglia. È una piccola rubrica che nasce dalla nostra Tannico Flying School (i corsi di vino che facciamo nella nostra sede) e che sta riscuotendo parecchio successo: sono in tanti a farci domande di ogni tipo per saperne di più e probabilmente anche per divertirsi in nostra compagnia”. Quali saranno a vostro avviso gli scenari futuri, post Covid-19, per quanto riguarda la vendita di vino online? “Ci sarà sicuramente una rapida adozione di questo

nuovo canale da parte di tutte le persone che ancora diffidenti non avevano avuto modo di sfruttarne la comodità e il servizio. Immagino che anche le cantine, che per ora sono rimaste timidamente a guardare, saranno molto più determinate nell’abbracciare questo nuovo canale di vendita direct to consumer. Sarà un cambiamento inevitabile che aprirà la strada anche a nuove possibilità”. Ci sarà una diversa percezione del vino? Saranno maggiormente acquistate alcune tipologie invece di altre? “Questo immagino di no. Penso che le tipologie di prodotti più venduti rimarranno invariate nel lungo periodo”. L’e-commerce per le cantine potrà essere un aiuto effettivo al crollo di fatturato dovuto al fermo del mondo Horeca? E in che misura? “Ne sono certo. Le maggior parte delle cantine sono rimaste fuori dall’e-commerce ma quanto è successo ha dimostrato che non potranno più farne a meno in futuro”.

IL VINO IN GDO: TREND DI VENDITE IN CRESCITA, SOPRATTUTTO PER I DO

Se è vero che la filiera del vino soffre e soffrirà la crisi mondiale legata al Coronavirus, è altrettanto vero che il settore trova in questo momento un supporto con la Gdo. I carrelli degli italiani – e non solo - si riempiono di ogni genere alimentare per affrontare la quarantena, e anche di vino. Le persone sono state costrette a tornare in massa a consumare sia il pranzo che la cena a casa, rispetto ai periodi di normale vita quotidiana, quando in moltissimi, per esempio, consumano il pranzo fuori per motivi di lavoro. I dati forniti da Adm-Associazione della Distribuzione Moderna e Iri Infoscan sono assolutamente un segnale di quanto sopra descritto. All’inizio dell’emergenza Covid-19, in particolare nell’ultima settimana di febbraio, il giro d’affari della vendita vino in Grande Distribuzione è salito del +1,9%, mentre nella settimana dal 2 all’8 marzo le vendite hanno avuto un balzo del 6,8%. Anche il vino segue il trend crescen-

te della spesa nel largo consumo e a crescere sono stati in particolare i vini Doc e Docg (+11,9%), e il vino comune (+3,9%). Nel carrello della spesa sembrano così prevalere le produzioni di denominazioni conosciute e quelle con cui si ha maggiore familiarità. Curiosamente in questo periodo casalingo e senza timori di perdere punti nella patente perché l’auto è ferma in garage crollano i vini da meditazione e i liquorosi: produzioni già di nicchia nei volumi Gdo, che scendono del 15,7%. Ne risente molto lo Champagne, le cui vendite crollano del 53,2%. E dall’altra parte dell’oceano non sembra andare diversamente. Anche negli Usa, ad esempio, la corsa alle scorte ha portato per il momento ad un incremento della vendita in Grande Distribuzione. Certo, questo è un dato che andrà a favore soprattutto di una cerchia di cantine, spesso le più grandi, con rapporti in essere con i maggiori player della distribuzione a scaffale, mentre l’impatto che il Covid-19 sta registrando su settori quali la ristorazione e il turismo in senso lato (hotel, ma anche navi da crociera e aerei) è sicuramente non da poco. Allo stesso tempo anche le vendite online toccano la Gdo. Secondo dati del panel Iri Ecommerce, è in forte crescita, oltre il 300%, il click&collect, che accelera ulteriormente nelle tre settimane di emergenza sanitaria. Tuttavia l’online delle insegne Gdo e di Amazon sembra non riuscire a incrementare poi le consegne a domicilio, per le difficoltà della logistica nel rispondere a questo boom. Amazon sta dando priorità alle consegne essenziali tra cui appunto l’agroalimentare.

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Francesca Filippone

Ci aspettiamo una crescita, da giugno fino alla fine del 2020, di un +15% sul vino importato. Certo, non sono le crescite a cui ci ha abituato questo mercato, negli anni passati si era su un trend doppio.

economico. La Cina è stato il primo mercato a esserne colpito. Anche qui, come poi in altre parti del mondo, quello che ha retto è stato il commercio online, con tutta la rete che ha avuto un crescendo di interesse e attenzione. Malissimo ovviamente l’Horeca: città anche colpite marginalmente hanno visto chiudersi almeno il 30% delle attività ristorative, per non parlare dei luoghi più colpiti dal virus”. Quindi si è accelerata la crescita di tutto ciò che è online? “Esatto, penso ad esempio a WeChat ma anche a Douyin (un social basato su video, molto popolare in Cina), ma anche Tiktok, Weibo (una sorta di Youtube cinese, usato dai produttori anche con finalità di training). Le persone nel momento del lockdown si sono rifugiate nella realtà virtuale. L’ecommerce è cresciuto, anche in piattaforme come Wechat, che si sta dotando di tecnologie più sviluppate e piattaforme collegate ai distributori”. Cosa succede adesso e cosa c’è da aspettarsi? “Ci aspettiamo una crescita, da giugno fino alla fine del 2020, di un +15% sul vino importato. Certo, non sono le crescite a cui ci ha abituato questo mercato, negli anni passati si era su un trend doppio. Però se contestualizziamo il dato rispetto al commercio mondiale è comunque un numero positivo. Il picco arriverà però dopo l’estate, con le due feste principali della Cina: la Feste della Luna, verso la fine di settembre, e la Golden Week di ottobre. Poi i grandi momenti di sconto sulle piattaforme online (esempio il 9 settembre, con tutti i prodotti a metà prezzo). Infine ci prepareremo in vista del Capodanno. Questo farà alzare le vendite, anche dei clienti privati. Il mercato privato in Cina è molto importante: se il 50% del vino italiano è venduto a distributori, un buon 40% va a clienti privati. Il privato acquista per la sua cantina, per un club, per il suo circolo sportivo o

ALL’ESTERO LA CINA TORNA SULLA RAMPA DI LANCIO La prima a soffrire dell’emergenza Coronavirus è stata la Cina. Ma, ci dicono i dati, è anche il Paese che sembra essere prossimo a tornare alla normalità mentre il resto del mondo sta vivendo momenti difficili. Quello che si era registrato, alla fine di febbrao, era un crollo delle vendite, accusata ovviamente in particolare dalle aziende con una larga base di clienti in Asia. Il problema è stato doppio, da una parte il crollo dei consumi, dall’altro i problemi alla frontiera. Il problema ha riguardato i vini delle nostre aziende, ma anche i vini ad esempio del Cile, che esporta un terzo della sua produzione in Cina, oppure l’Australia. In più le fiere cinesi, appuntamenti importanti su scala internazionale per sviluppare nuovi clienti e canali, sono state cancellato o posticipate. Ma c’è un però, arrivano infatti segnali di ripresa. A confermarcelo è Francesca Filippone, di L3 consulting, azienda di consulenza con sede a Shanghai, Hong Kong, Firenze e Roma, che si occupa di sviluppo promozionale dei prodotti food&beverage per il mercato asiatico. Com’è il quadro del mercato cinese in seguito al Covid-19? “Quello del Coronavirus è stato un vero terremoto

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per fare regali. Spesso si rivolge direttamente alla cantina che grazie al cross-boarding può vendere bypassando molti problemi di documentazione e importazione. La cantina magari l’ha conosciuta direttamente in occasione di un viaggio in Italia, oppure l’ha trovata tramite i canali di comunicazione e, iniziando a seguirla, si è affezionato”. Chi può beneficiare del mercato cinese? Solo le grandi cantine? “Negli ultimi anni il trend del mercato cinese va cambiando, come succede un po’ in tutti i mercati asiatici: fino a 5 anni fa si vendevano solo produttori e prodotti molto noti, oppure a primo prezzo, condizioni che rendevano quasi impossibile la penetrazione alle piccole cantine. Oggi piano piano le cose stanno cambiando. Ancora oggi l’80% delle vendite riguarda certe aziende o certe tipologie di prodotti, ma c’è una fetta di consumatori che è curioso di provare nuovi vini. Negroamaro, Primitivo, Barolo, restano sempre i più cercati, ma accanto a questi si fanno strada altri vitigni autoctoni. Certo, il gusto è quello di vini di facile beva, molto carichi di gusto e con poche angolature. Bere in Cina è molto trendy: una fascia interessante è quella che va dai 20 ai 35 anni, persone con un reddito medio mensile di circa 2000 euro, buona educazione, viaggiatori. Che consigli darebbe ad una cantina per avvicinarsi al mercato cinese, soprattutto in questa situazione? “La Cina va conosciuta molto bene, non è un mercato semplice. Consiglio di affidarsi a qualcuno che conosce bene il mercato. Di investire in comunicazione, sui giusti media. Non ha senso andare a fare eventi o organizzare wine dinner se non si ha un progetto in mente. Bisogna avere una pagina WeChat, ancora meglio se collegata ad uno shop che è collegato al distributore. Bisogna sapersi raccontare. E poi ci sono i rapporti umani, indispensabili in questo mondo. La Cina ha 6 o 7 mesi di vantaggio su tutto il resto, è stata chiusa ma ora vuole tornare a vivere. Si tratta anche di un atteggiamento culturale, dopo la Sars successe uguale. Si vorrà far crescere l’economia, per i Cinesi il dato del Pil è qualcosa da valorizzare e che rappresenta un vanto e un obiettivo. Molte delle aziende (almeno il 50%) si stanno riconvertendo ad esempio per produrre materiale sanitario relativo all’emergenza. Ci sarà un buon bacino di liquidità, ecco perché è un mercato che vale la pena affrontare”.


PROFESSIONE VINO

LAVORO E VINO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

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Come cambia il lavoro nella distribuzione di vino negli Stati Uniti nel cuore della pandemia DI TOMMASO NUTARELLI

Il coronavirus sta cambiando ovunque i nostri stili di vita, le nostre abitudini e il nostro modo di concepire il lavoro. Anche il mondo del vino e i professionisti vi ruotano attorno stanno risentendo di questo momento eccezionale. Che il 2020 potesse essere un anno complicato ne era il chiaro il sentore. Prima il braccio di ferro su dazi con gli Usa, poi scongiurati almeno fino a settembre prossimo. Poi la Brexit a creare forti incognite nelle relazioni su un mercato strategico, specie per alcuni segmenti di mercato. Per questo siamo andati a sentire Niccolò Degli Innocenti, sales manager presso Vias Importd con sede a New York. Niccolò si occupa dell’importazione e della distribuzione dei vini autoctoni italiani nel fondamentale mercato Usa e ci racconta come la sua vita, professionale e non solo, e la sua azienda stiano mutando davanti a questa nuova emergenza. Partiamo dalla fine del 2019, prima della crisi sanitaria, come stavano andando le cose? “Il 2019 è andato molto bene, con ottimi risultati, sia per quanto riguarda l’importazione che la distribuzione su tutto il territorio statunitense”. I dazi tra Usa e Cina costituivano per voi un problema? “La guerra commerciale tra Usa e Cina e la minaccia dei dazi rappresentavano sicuramente una situazione di stress per il settore, ma non un vero e proprio ostacolo”. Poi è esplosa l’emergenza coronavirus. Come ha impattato sul vostro lavoro?

“Si tratta di una situazione che sta cambiando di giorno in giorno. Come azienda cerchiamo di farci trovare pronti nel miglior modo possibile. Sicuramente ci troviamo davanti a una situazione del tutto nuova”. Quali cambiamenti ci sono stati? “La decisione del Governatore dello Stato di New York Cuomo di chiudere i ristoranti, che rappresentavano uno dei nostri canali principali, ci ha spinto, come azienda e professionista, a rileggere il mercato in termini di opportunità. Questo vuol dire che abbiamo visto la scomparsa di una fetta importante nel nostro business, pari al 50%, ed abbiamo registrato un incremento, anche del 100%, sull’altro canale di vendita, ovvero quello dei wine shop”. Sul versante dell’organizzazione del lavoro, che mutamenti si sono verificati? “L’organizzazione del nostro lavoro sta cambiando molto in questi momenti. Non c’è più il contatto con il cliente, che costituiva una parte centrale nel nostro operato, e tutti avviene attraverso telefonate ed email”. Le sua abitudini ne stanno risentendo? “Certamente ci sono stati dei cambiamenti. Ora vado al lavoro in bicicletta e non prendo la metro”. Qual è la percezione da voi? “Fino a qualche giorno fa la vita delle persone si è svolta sempre allo stesso modo. La realtà è molto diversa dall’Italia. Per i lavoratori l’idea di potersi assentare per malattia non è così diffusa. Naturalmente ora le cose sono cambiate, con le persone che, ad esempio, iniziano ad assaltare i supermercati”.

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GUSTO E DINTORNI

MASTERCHEF, QUANDO IL VINO INCONTRA LA CUCINA A tu per tu con Nicolò Duchini, che svela i suoi segreti per piatti (di)vini A CURA DI LORENZO BIANCIARDI

Risotto con funghi porcini, fondo di coniglio e pinoli frullati: una delle proposte gustose di Nicolò durante il programma tv

“Un bel rosso ce lo potevi portare!”: così i giudici di Masterchef lo hanno accolto nel celebre talent show. Lui è Nicolò Duchini, giovane concorrente di Montepulciano. Nell’ultima edizione (vinta da Antonio Lorenzon) è arrivato a un passo dalla finale, sfoggiando grande estro nell’uso del vino nei suoi piatti. Nicolò, sei entrato a Masterchef con un piccione ai frutti rossi e polvere di nocciole. Che vini hai usato nel piatto? “Per il fondo, due vini delle mie zone: il Nobile di Montepulciano e il vin santo. Una volta tostate carne e ossa, sfumo con mezzo bicchiere di Nobile per dare colore più scuro, struttura e acidità. Quando il rosso è evaporato e gli zuccheri sono sul fondo della padella, aggiungo un bicchiere di vin santo secco, per ottenere un colore bronzeo, un pizzico di dolcezza e un aroma più profumato. Il vin santo lo uso anche nature, per brasare il cipollotto”. Qualche consiglio per usare il vino in modo “originale”? “Con il vino bianco, farei un polpo brasato con sedano, salvia e aglio. Il vino è parte importante della salsa e inserirei delle piccole gelatine (tipo caramelle) di vino bianco e un contorno di topinambur in oliocottura. Con un vino rosso della mia Toscana, che ne dite di un piatto di “pici ubriachi”? Li salterei in una riduzione

di Nobile, finché non la assorbono e diventano color vino. Condimento ideale: pancetta di cinta, porri stufati e scaglie di pecorino di Pienza. Con delle bollicine, penso a una salsa alla francese: si fa una riduzione di Prosecco Valdobbiadene Extradry, panna, funghi e porro; si filtra tutto, ottenendo una salsa delicata e dal sapore di vino che si accompagna a un trancio di pesce magro (orata, sarago, branzino) o a carni bianche”. Facciamo un gioco: associa i giudici di Masterchef a tre vini… “Chef Locatelli è un SuperTuscan della zona di Bolgheri: per l’eleganza, la complessità e per il suo “ponte” con l’estero. Chef Cannavacciuolo assomiglia a un vino bianco, magari una Ribolla gialla che ha fatto passaggio in legno: al primo impatto può sembrare una persona semplice, ma poi vengono fuori personalità e “struttura”. E invece chef Barbieri, che stimo moltissimo, è un grande vino a volte “spigoloso”, non certo alla portata di tutti, come l’Amarone”. Cosa bolle in pentola per il tuo futuro? “Sto lanciando un progetto che unisce cucina e benessere: con un’azienda che si occupa di sanità e diagnostica, proporrò dei corsi in cui i piatti siano salutari ma gustosi, in un connubio emozionale tra salute e piacere”.

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SOCIAL WINE

#IOSTOACASA! E ASCOLTO UN PODCAST! ANCORA POCO CONOSCIUTI IN ITALIA, I PODCAST RAPPRESENTANO UNA BUONA ALTERNATIVA A LIBRI E VIDEO, PER IMPARARE A CONOSCERE IL MONDO DEL VINO

A CURA DI ELISA BERTI Una sorta di trasmissione radio a puntate, da ascoltare on demand, mentre si guida o stando comodamente seduti sul divano. Soprattutto stando sul divano, come impone la quarantena da Covid-19. Ecco una carrellata di podcast a tema vino che vi con-

sigliamo di ascoltare per passare il tempo in questo periodo di emergenza sanitaria. Vino sul Divano A cura di Jacopo Cossater, è un appuntamento in cui si parla di vino in modo informale, una chiacchierata di circa 35-40 minuti con le voci più originali e interessanti del vino italiano; il progetto, iniziato nel 2018, vede nascere la terza stagione proprio nella primavera 2020. “Una serie di serate/aperitivi/degustazioni- così lo definisce il suo ideatore- tutte cose che non hanno particolare periodicità. Appuntamenti durante i quali parlare di vino in modo semplice, rilassato, non senza il necessario entusiasmo e la giusta dose di coinvolgimento”. Il Vino lo porto io Marco Barbetti, miglior sommelier d’Italia Fisar, conduce un podcast in cui, per ogni episodio, abbina un piatto ad un vino: la sua voce ci condurrà in un viaggio virtuale tra le emozioni e la storia di ciascun vino. Una spiegazione dettagliata, ma senza troppi tecnicismi, del motivo che porta alla scelta di un vino piuttosto che un altro davanti ad ogni piatto. Interessante la suddivisione delle puntate in episodi veri e propri e brevi pillole di 10 minuti! Wine Soundtrack 30 domande, un simpatico gioco finale ed uno speciale intervistatore: sono loro gli ingredienti di questo podcast dedicato ai protagonisti del mondo del vino. Wine Soundtrack aiuta a conoscere i produttori di vino in modo informale, tra curiosità e piccoli segreti

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di cantina, in un serrato botta e risposta. L’approccio è molto semplice e caratterizzato da domande che vanno incontro a un pubblico di semplici appassionati, non necessariamente esperti di vino.


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DINAMICITÀ E CONSAPEVOLEZZA PER SCRIVERE IL FUTURO DELL’AZIENDA, OGGI NELLE MANI DI LORENZO, LISA E SERENA

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CAMPAGNA FINANZIATA AI SENSI DEL REG. UE N. 1308/2013 CAMPAIGN FINANCED ACCORDING TO EU REG. NO. 1308/2013

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DAL 2014 LA FAMIGLIA DELL’ERBA HA MESSO IN PIEDI UN PROGETTO AMBIZIOSO CHE RIUNISCE LA PIETRA E LA VITE, ALL’INSEGNA DELLA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO

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AZIENDA AGRICOLA CARIELLO PASSIONE DI FAMIGLIA, NEL CUORE DELLA CAMPAGNA BARESE

“Vino, mandorle, ma anche olio EVO, uno dei prodotti simbolo della Puglia: questo e molto altro è l’Azienda Agricola Cariello.”

La campagna pugliese da una parte, lo splendido mare del barese dall’altra: è qui che sorge l’Azienda Agricola Cariello, realtà a conduzione familiare radicata nel territorio da quasi cento anni. Partita con pochi appezzamenti dedicati alla coltivazione dell’olivo, l’azienda si è, negli anni, ampliata fino a poter contare, oggi, sulla produzione non solo di olio EVO, ma anche di vino, e mandorle Filippo Cea, varietà apprezzata per la sua dolcezza e note aromatiche. Per quanto riguarda il vino, invece, il clima mite e la vicinanza al mare contribuiscono a dare vita a prodotti di qualità, avvalendosi dell’aiuto delle moderne tecnologie, ma sempre rispettando i preziosi consigli tramandati di generazione in generazione. Un lavoro portato avanti con passione dalla famiglia Cariello, che dà vita a prodotti come Susumaniello nero, un vino che rimane a contatto con le bucce per sei mesi, caratterizzato da una straordinaria persistenza, o Susumaniello Brut Rosé, dal delicato color rosa tenue derivante dalla varietà di uve a bacca rosea. Due esempi delle straordinarie potenzialità di questa terra, che l’azienda si impegna sempre a rispettare e promuovere, oggi come ieri.

EN - Azienda Agricola Cariello. A family passion in the heart of the countryside of Bari. Wine, almonds, but also extra-virgin olive oil, one of the iconic products of Apulia: this and more than this is Azienda Agricola Cariello. Azienda Agricola Cariello rises between the countryside of Apulia and the wonderful seaside of Bari. This winery is a family reality that has been working in this territory for almost one hundred years. At the beginning it counted on a few plots of land addressed to olive groves only but in time it has grown and nowadays its production includes not only olive oil but also wine and almonds Filippo Cea, a variety well appreciated for its sweetness and its aromatic inklings. The mild climate of this area and its proximity to the sea contribute to give life to quality products, thanks to modern technologies and to the precious advises that the family hands down from one generation to another. The Cariello family’s work, carried out with passion, gives life to excellent products, such as Susumaniello Nero, a wine that ages on the marc for six months and is characterized by an extraordinary persistence, or Susumaniello Brut Rosé, a wine with a delicate light pink color due to the rosy grape variety. Two examples of the extraordinary potential of

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this land, which this winery has always respected and promoted, nowadays as long ago. Azienda Agricola Vincenzo Cariello Via Giuseppe Garibaldi, 52, 70032 Bitonto BA Cell. +39 392 362 5861 W AGRICOLACARIELLO.IT


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CASA VINICOLA ERRICO LA CANTINA PUGLIESE PRESENTA LA NUOVA LINEA “TENUTE VILLA DEI PINI”, UNA PRODUZIONE CHE PARLA DI TRADIZIONE E DI FAMIGLIA Siamo a nord della Puglia, nel cuore della zona industriale di Cerignola. Qui, su un’area di 24000 mq, di cui 13 ettari di vigneti di proprietà situati nelle immediate vicinanze degli stabilimenti aziendali, si sviluppa la Casa Vinicola Errico. Nata da una lunga tradizione di famiglia nel settore vitivinicolo, l’azienda è attiva sul mercato da oltre 20 anni e lavora con passione e determinazione alla valorizzazione dei vitigni autoctoni per la produzione di vini di qualità. La famiglia Errico, infatti, ha saputo dar vita ad una realtà all’avanguardia seppur radicata nella tradizione. “Metodologia, ricerca e moderne tecniche di vinificazione sono gli elementi fondanti alla base della qualità dei nostri vini – spiega l’amministratore delegato della cantina, Vincenzo Errico. Attualmente, l’azienda

“Processi di produzione efficaci, macchinari all’avanguardia e un laboratorio interno all’azienda danno vita a rossi corposi, rosati fruttati e bianchi delicati che nascono da uve pregiate come Chardonnay, Primitivo, Negroamaro, Nero di Troia, Merlot, Trebbiano, Sangiovese, Montepulciano e Syrah.”

può contare su più di 20 referenze di vini esprimendo il meglio della produzione vitivinicola pugliese. Inoltre quest’anno abbiamo lanciato sul mercato una nuova linea ‘Tenute Villa dei Pini’ che con quattro etichette Primo Giuseppe, Donna Sofia, Donna Diana e Donna Lidia - celebra la nostra famiglia, anima autentica della cantina”. EN - Casa Vinicola Errico. The Apulian winery presents its new line “Tenute Villa dei Pini”, a production that talks about tradition and family. We are in the north of Apulia, in the heart of the industrial area of Cerignola. Here, in a 24,000 sq. m. surface, 13 hectares of which are vineyards, rises Casa Vinicola Errico. The winery is the fruit of a long family tradition in winemaking and has been active on the market for more than 20 years. The Errico family has been working with passion and devotion to exploit the autochthons grape variety in the production of quality wines, giving life to a forefront reality with solid roots plunged into tradition. “Methodology, research and modern winemaking techniques are the cardinal elements at the basis of the quality of our wines – explains the CEO of the winery, Vincenzo Errico. Currently, our winery can count on more than 20 references of wines that express the best of the Apulian oenological production. Also, this year we have launched on the market a

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new line ‘Tenute Villa dei Pini’ that with four labels – Primo Giuseppe, Donna Sofia, Donna Diana and Donna Lidia – celebrates our family, the true soul of our winery”.

Casa Vinicola Errico Srl via Gronchi, Zona Industriale 71042 Cerignola, Foggia, Italia (+39) 0885 411 909 info@vinicolaerrico.it W VINICOLAERRICO.IT


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SIDDÙRA AUTENTICA PASSIONE SARDA TRA CANNONAU E VERMENTINO A cura di Carlotta Lettieri 38


“PUNTIAMO A MERCATI IN CUI È ANCORA IMPORTANTE LA TRADIZIONE, IL RISPETTO, L’ONORE, LA PROVENIENZA DEI VITIGNI E LA STORIA DELLA CANTINA”

È nel cuore della Gallura, vicino al villaggio medievale di Luogosanto, che nel 2008 nasce Siddùra. Un progetto ambizioso, omaggio all’autenticità, alla purezza e alla tradizione di un’isola con vanta grande personalità. Un lavoro di squadra che in pochi anni ha portato la cantina ad essere la più premiata dell’isola, con oltre 400 riconoscimenti internazionali. Nata dalla passione per la Sardegna dell’impresario tedesco Nathan Gottesdiener e dell’imprenditore sardo Massimo Ruggero, il modus operandi dell’azienda si basa sulla convinzione che la creazione del vino inizia nel vigneto, essendo il vino un vero riflesso del suo terroir. Una linea che influenza tutti gli aspetti della produzione: raccolti limitati per garantire la massima qualità, vendemmia selettiva a mano, micro vinificazione e invecchiamento nelle migliori botti francesi di quercia. “E’ la nostra filosofia – dice con convinzione Massimo Ruggero, direttore generale della cantina. Siddùra, che in gallurese significa sella, dalla forma delle colline su cui si arrampicano i filari dei vigneti, si sviluppa su trentasette ettari di vigneto che danno vita a una collezione di nove vini: i vermentini di Gallura Spèra, Maìa e Bèru, il cannonau rosato Nudo, i cannonau – DOC e Riserva – Èrema e Fòla, il Cagnulari Bàcco, l’internazionale Tìros e il passito Nùali. Nettari di altissima qualità che consideriamo come dono della natura e che vengono coltivati con l’amore per la terra e la dedizione delle mani”. Vini senza tempo, ma soprattutto che lottano contro il tempo. Oggi infatti la vera sfida di Siddùra è mettere in atto strategie efficienti contro i cambiamenti climatici per salvare la produzione e tutelare i vitigni autoctoni. “Dobbiamo fare i conti con gli effetti del riscaldamento globale – spiega meglio Ruggero. Per questo ci siamo dotati di un sistema di controllo meteorologico che consente di studiare il microclima della nostra zona, compresa la misurazione delle escursioni termiche che incidono sulla qualità dei vini. Una tecnologia che ci permette di prevenire i rischi di malattia della

pianta e captare i mutamenti climatici, suggerendo all’agronomo il trattamento adeguato”. EN - Siddùra. Authentic Sardinian passion among Cannonau and Vermentino. Siddùra came to life in 2008, in the heart of Gallura, near Luogosanto, a medieval village. It was an ambitious project that aimed to pay homage to the purity and tradition of a full of character island. In few years, an important teamwork have driven this winery to become the most awarded one of the whole island. In fact, it can boast more than 400 international acknowledgments. The winery is the fruit of a German and a Sardinian entrepreneurs’ passion, Nathan Gottesdiener, and Massimo Ruggero. The modus operandi of this winery is based on the belief that winemaking starts in the vineyard and wine is a true mirror of its terroir. This idea conditions every phase of the production: limited harvests to guarantee top quality, selective manual harvest, micro-vinification and ageing in the best French oak barrels. “This is our philosophy” – explains Massimo Ruggero, general manager of. Siddùra, a Sardinian word for “saddle”, due to the shape of the hills where grow its 37-ha vineyards. “Our production is a collection of nine labels: Vermentino di Gallura Spèra, Maìa and Bèru, Cannonau rosé Nudo, Cannonau – DOC and Riserva – Èrema and Fòla, Cagnulari Bàcco, the international Tìros and Passito Nùali. High quality nectars, gifts of nature, fruits of the love for the land combined with the devotion of our hands”. Timeless wines but also wines that fight against the time. In fact, nowadays the true challenge for Siddùra is to enact effective strategies against the climate change to save its production and protect the autochthonous grape varieties. “We are forced to deal with the effects of the climate change – Ruggero explains. For this reason we are now equipped with a weather control system that let us to study the microclimate of our area, including the measuring of the temperature ranges that affect the quality of our

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wines. This technology helps us to prevent the risk of plant illnesses and to sense the climate changes, suggesting to our agronomist the fitting treatment”. SOCIETA’ AGRICOLA SIDDURA SNC Località Siddùra Snc 07020 Luogosanto (SS) Sardegna – Italia Tel. +39 0796573027 marketing@siddura.com W SIDDURA.COM


AGRIPUNICA PRESENTA BARRUA 2016 UN IGT ROSSO DI UVE TIPICHE DEL SULCIS Il Barrua 2016 è un IGT rosso di uve tipiche del Sulcis con una modesta aggiunta di varietà francesi vinificate nel basso Sulcis, provenienti dalle tenute di Agripunica a Narcao e Barrua. Un vino che nasce da terreni argillosi, sabbiosi e calcarei, da qui il suo colore rosso rubino, intenso e vivo. All’olfatto arriva subito un intenso e complesso profumo di frutti rossi, di amarena principalmente, con note speziate e sentori di liquirizia, mirto e lentisco. Il gusto non tradisce il naso: gli aromi di frutti rossi si percepiscono chiaramente con l’aggiunta di prugna, risultando persistente e armonioso di pepe e cioccolato fondente. Tra gli abbinamenti gastronomici tipicamente sardi ci sono le carni: dal porchetto arrosto alla pecora nella versione “spezzatino, stufato, arrosto e in umido, alla capra in “fricassea con uova e limone”; il tonno arrosto alla “Carlofortina” e tra i formaggi, tutti quelli a pasta dura stagionati, in primis il “pecorino”. Per gli abbinamenti extra regionali: carne di cinghiale in umido; carne di maiale (stufato, arrosto con spezie); brasato; stracotto; bistecca fiorentina; arrosticini; polenta con tartufo, polenta in rosso con salsiccia; formaggi a pasta dura stagionati (grana padano, parmigiano reggiano); zuppa di pesce in rosso con peperoncino e spezie; cioccolato fondente ed extra fondente.

EN - Agripunica presents Barrua 2016. A red IGT made of typical Sulcis grapes. Barrua 2016 is a red IGT wine made of typical grapes from Sulcis with a small quantity of French grape varieties vinified in the southern Sulcis, from the estates of Agripunica in Narcao and Barrua. This wine springs from clayey, sandy and calcareous soils that give it its intense and bright ruby red color. Its bouquet is intense and complex and reveals perfumes of red fruits, mainly sour black cherry, with spicy inklings and notes of licorice, myrtle and lentisco. Its taste do not let the nose down: the red fruit inklings are clear and are enriched by plum aromas that give it persistence with pepper and dark chocolate inklings. Among the typical Sardinian dishes that can be matched with Barrua there is the roasted suckling pig, the sheep’s meat stewed or roasted, the fricassee of goat with eggs and lemon, the roasted tuna fish “alla Carlofortina” and all the seasoned cheese, Pecorino above all. This wine is also ideal with other Italian regions specialties such as stewed wild pork, roasted or spicy pork, braised meat, Florentine steak, “Arrosticini” polenta and truffle, polenta and sausages, Parmesan cheese and Grana Padano, red fish soup with spices, dark and extra dark chocolate.

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ABRUZZO

FERMO L’ENOTURISMO: CANTINE APERTE SI FARA’? Stop alle degustazioni e alle visite in cantina, mentre c’è incertezza sui prossimi eventi. Il Presidente del MTV Abruzzo Nicola D’Auria: “Enoturismo risorsa importante per la regione, ma ora si pensa alla salute”

DI CECILIA FILONI

Nicola D’Auria, Presidente Movimento Turismo Vino Abruzzo

Tra le tante conseguenze negative legate all’emergenza Coronavirus in Italia c’è il blocco totale del turismo. Un settore trainante dell’economia del nostro Paese che da tempo, ormai, è strettamente legato al mondo del vino, sia per il moltiplicarsi di eventi che mirano a far conoscere da vicino il territorio e le cantine, sia per il crescente numero di enoappassionati che scelgono di passare uno o più giorni alla scoperta delle più belle zone vitivinicole della penisola. Tra queste, figura anche l’Abruzzo: una regione che può vantare paesaggi naturali estremamente differenti tra loro, dal mare alla montagna, passando per la collina, e in cui diverse sono state, negli anni, le iniziative per la promozione dello stretto legame che unisce vino e territorio.

Le cantine rimangono aperte, ma solo per l’attività in vigna. Tante le aziende che si stanno attrezzando per potenziare l’e-commerce, in attesa di tempi migliori

“Abbiamo organizzato numerosi eventi che hanno riscosso sempre grande successo e interesse da parte del pubblico” spiega Nicola D’Auria, Presidente del Movimento Turismo Vino Abruzzo. “L’incertezza sulla possibilità o meno di rispettare, nei prossimi mesi, il calendario che ci eravamo prefissati ci preoccupa e, al tempo stesso, ci rattrista: per molte piccole aziende associate, le attività del MTV (Cantine Aperte, Calici di Stelle e i vari eventi regionali) rappresentano, infatti, le giornate dell’anno in cui si vende la maggior quantità di vino direttamente in cantina”. La decisione più urgente riguarda lo svolgimento dell’edizione 2020 di Cantine Aperte la cui organizzazione, come afferma lo stesso Presidente, è ancora

in stand-by. “Per adesso la data è confermata, perché l’orizzonte del 31 maggio potrebbe dare ancora speranze per lo svolgersi della manifestazione; allo stesso tempo, però, tutto è fermo in merito alla preparazione e la promozione dell’evento. Crediamo che, qualora ci fossero le condizioni, potrebbe essere davvero un’occasione di rinascita per il settore enoturistico non solo regionale, ma anche nazionale: le cantine potrebbero essere letteralmente invase da enoturisti e winelovers “provati” da settimane di quarantena a casa. Per ora, però, la priorità di tutti è salvaguardare la salute: quando ci saranno le condizioni capiremo come muoverci.” Mentre si spera, dunque, che nelle prossime settimane si possa aprire qualche spiraglio a favore del normale svolgimento della manifestazione, la situazione attuale delle cantine abruzzesi è tutt’altro che rosea. “Tutte le attività enoturistiche, dalle degustazioni alle visite in

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cantina, sono naturalmente azzerate sia dal decreto che dal buonsenso” continua il Presidente. “Naturalmente, le cantine rimangono aperte, ma esclusivamente per le attività in vigna. La chiusura di bar e ristoranti è stato un duro colpo, perché la maggioranza dei nostri soci non operano con i canali della GDO. A complicare ancora di più le cose ci si è messo anche il meteo: inverno caldo senza una goccia di pioggia e gelo nei primi giorni di primavera, con la neve che è addirittura caduta copiosa nella giornata di martedì 24 marzo”. Eppure, nonostante le difficoltà, i produttori non si perdono d’animo, potenziando le attività sui social e le vendite online. “Gran parte dei nostri soci si sono attrezzati per inviare il vino direttamente a casa - conclude il Presidente - un servizio importante, che dà un piccolo aiuto in attesa che tornino giorni migliori”.


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EMILIA ROMAGNA

PAZIENZA E SOCIAL NETWORK Il Presidente Giordano Zinzani ci spiega come è cambiata l’attività del Consorzio Vini di Romagna durante l’emergenza Coronavirus DI EMANUELE GORELLI

Il Consorzio Vini di Romagna è considerato uno dei protagonisti della crescita vinicola dell’Emilia-Romagna, avendo contribuito ad elevare la percezione del valore dei suoi vini Sangiovese ed attribuire la giusta reputazione alla loro eccellente qualità. Grazie ad una costante attività di comunicazione il Consorzio è riuscito a promuovere la tradizione e diffondere i valori della Romagna con ottimi risultati in termini di mercato con particolare riferimento all’export. Per i soci del Consorzio Vini di Romagna, infatti il mercato estero vale circa il 30% del vino Doc imbottigliato con una tendenza in costante crescita. Dunque, una realtà consolidata nel panorama vinicolo italiano, ma come sta affrontando l’attuale crisi dovuta alla diffusione del Covid-19? Lo abbiamo chiesto al suo

Presidente Giordano Zinzani. Qual è l’impatto che l’attuale emergenza sta avendo sulle aziende associate? “Per ora è difficile fare un quadro, con la chiusura serale di tutti i locali pubblici e il divieto di muoversi. Tutti ne stanno risentendo e sono praticamente quasi ferme tutte le aziende che hanno come clientela solo il mondo Ho.Re.Ca. o le cantine con vendita diretta in azienda. Diverso è il discorso per chi fornisce la grande distribuzione, per il consumo domestico i consumatori continuano a comprare vino, restando al più ancorati però ai prodotti già conosciuti e di consumo abituale”. Quali sono le attività che il consorzio sta portando avanti per affrontare questo difficile contesto? “Essendo stati annullati tutti gli appuntamenti fieristi-

ci, i più importanti dell’anno, ed anche i tour di presentazione che avevamo in programma nei vari paesi europei, per ora le attività esterne sono in stand by e ci si limita ad attività informativa verso giornalisti e operatori. In questa difficile fase non si ferma la nostra attività di comunicazione incentrata prevalentemente sui canali social, dando una chance di visibilità alle aziende romagnole associate, con nuove rubriche che accompagnano questo difficile periodo di attesa”. Come cambierà il vostro modo di operare passata la fase di emergenza? “Ora, come insegnano le buone pratiche di cantina, serve attendere e poi appena sarà possibile saremo pronti a introdurre tutte le azioni promozionali che siamo stati costretti a tenere nel cassetto”.

IN QUESTA DIFFICILE FASE NON SI FERMA LA NOSTRA ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE, INCENTRATA PREVALENTEMENTE SUI CANALI SOCIAL, DANDO UNA CHANCE DI VISIBILITÀ ALLE AZIENDE ROMAGNOLE ASSOCIATE. Vino ad Arte - evento promosso dal Consorzio Vini di Romagna a Faenza

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LA RESILIENZA DELLA DOC ROMA La denominazione della città eterna fronteggia l’emergenza sanitaria facendo leva sulla forte attrattività del suo brand DI TOMMASO NUTARELLI

Il 2019 si era chiuso con ottimi risultati per l’export, poi il diffondersi del coronavirus ha imposto una revisione delle strategie, soprattutto nei mercati di riferimento del sud est asiatico. Tullio Galassini, presidente del Consorzio Doc Roma, spiega come la vita della denominazione capitolina sia cambiata con l’emergenza sanitaria in atto. Partiamo dall’export, come stanno andando le cose? “Il 2019 ha rappresentato senz’altro l’anno di maturità per il nostro export. In termini numerici abbiamo raggiunto i 16 mila quintali. Le cose, dunque,

sono andate molto bene fino all’inizio dell’emergenza, quando lo scenario internazionale è mutato radicalmente e velocemente a causa della diffusione del coronavirus”. L’emergenza sanitaria quali dei vostri mercati di riferimento sta interessando? “Il sud est asiatico è una delle nostre aree di riferimento e la Cina rappresenta uno dei nostri principali mercati, dove il nome Roma è molto evocativo e capace di conquistare fette di mercato significative”. In questa fase come state lavorando? “In questo momento stiamo lavorando e gesten-

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do tutte le certificazioni dei prodotti a distanza attraverso il Sian, il Sistema Informativo Agricolo Nazionale, visto che non si possono fare riunioni faccia a faccia. Inoltre portiamo avanti una stretta sinergia con gli altri consorzi regionali”. Le misure messe finora in campo dal Governo vi soddisfanno? “Per il momento le cose procedono. Come Consorzio ci stiamo muovendo per permettere l’accesso al credito a tutte le nostre aziende e per attingere in anticipo anche alle risorse della PAC”. Quale è la sua opinione in merito allo slittamento del Vinitaly ad aprile prossimo? “Penso che i tedeschi abbiano fatto bene a cancellare ProWein a suo tempo, ed è giusto aver rimandato anche noi il Vinitaly. Organizzare, in questo clima e così in poco tempo, un evento di risonanza internazionale rischiava di rivelarsi un flop, poiché non si sarebbero messe le aziende di lavorare nelle condizioni migliori”. Pensa che tutto questo potrà avere delle ripercussioni sull’immagine del made in Italy? “Sicuramente il momento non è facile, ma sono sicuro che una volta passato il made in Italy e il brand Roma riusciranno ancora a dire la loro nel mondo”.

Tullio Galassini, presidente del Consorzio Doc Roma


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LIGURIA

LA LIGURIA FA SQUADRA CONTRO L’EMERGENZA Il neo Consorzio ligure per la tutela di DOP e IGP chiede misure a sostegno delle aziende colpite dagli effetti del Coronavirus e lancia proposte per ripartire DI EMANUELE GORELLI

Non appena l’emergenza Coronavirus sarà finita il Consorzio è pronto a fare la sua parte nel rilanciare il territorio e le sue eccellenze vinicole.

È nato lo scorso 14 febbraio il primo consorzio dei produttori vitivinicoli della Liguria: il Consorzio per la tutela dei vini Dop e Igp Colli di Luni, Cinque Terre, Colline di Levanto e Liguria di Levante che comprende 61 aziende del territorio. Tra gli obiettivi la tutela e la promozione di ogni realtà coinvolta, l’informazione del consumatore, la cura degli interessi generali relativi alle denominazioni in oggetto e la proposta in materia di disciplina regolamentare di Dop e Igp. Il Consorzio si trova subito a fronteggiare la grave emergenza dovuta al diffondersi del Covid-19 che rischia di avere gravi ripercussioni sulle vendite, stimati già in due milioni di perdite, e sulla stessa attività delle sue aziende. Per questo

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gli organi del Consorzio, di concerto con gli altri settori del comparto agricolo, hanno inviato una missiva all’Assessore regionale all’agricoltura della Regione Liguria, Stefano Mai, chiedendo l’attuazione di misure tese a salvaguardare l’attività vinicola per superare il periodo di forte difficoltà. “Abbiamo richiesto alcune misure urgenti - ci spiega il direttore del Consorzio Giorgio Baccigalupi - che consentano di poter fornire liquidità alle aziende che devono far fronte ai costi necessari per la cura dei vigneti all’inizio di una stagione vegetativa, oltre a continuare con le diverse attività in cantina, come l’imbottigliamento delle nuove annate. Inoltre, abbiamo chiesto il differimento dei termini di spesa e rendicontazione oltre i termini previsti su investimenti ammessi a contributo pubblico come Ocm e Psr. “Non appena l’emergenza Coronavirus sarà finita - continua Baccigalupi –, il Consorzio è pronto a fare la sua parte per rilanciare il territorio e le sue eccellenze vinicole. Ci faremo promotori tramite l’Enoteca regionale di un’iniziativa estesa alle altre realtà della Liguria che possa favorire una collaborazione tra i nostri produttori e la ristorazione visto che la nostra regione rappresenta una forte attrattiva per turisti ed investitori. Stiamo lavorando per organizzare degustazioni dei nostri vini o serate a tema da tenersi presso le attività di ristorazione che siano disponibili a raccogliere questa proposta”.


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LOMBARDIA

OLTREPO’ PAVESE PROVA A GUARDARE OLTRE LA CRISI Il Direttore del Consorzio Vini Oltrepo’ Pavese: “Aziende in difficoltà, ma la qualità dei nostri vini e la forza del territorio possono essere l’arma per ripartire” DI CECILIA FILONI

La natura non si ferma e la vigna ha bisogno di continuo lavoro. Quando sarà il momento, dovremo ripartire dando evidenza al marchio e alla qualità dei nostri vini

È stata tra le prime regioni in Italia a segnalare una crescita esponenziale di casi di Covid-19: in queste settimane, la Lombardia ha dovuto affrontare un’emergenza sanitaria in primis, ma anche sociale e economica, tra le più dure della sua storia, sicuramente la peggiore degli ultimi settant’anni. Il settore vino ne ha, ovviamente, avvertito le conseguenze e, con esso, tutti i viticoltori e gli operatori che vi lavorano. Abbiamo provato a fare il punto della situazione con Carlo Veronese, Direttore del Consorzio Vini Oltrepò Pavese. Un momento difficile per tutto il Paese, che ha messo a dura prova sin da subito la Lombardia. Qual è la situazione in Oltrepo’ e come si stanno organizzando le cantine e il Consorzio per portare avanti il lavoro? “In Oltrepò la maggior parte delle aziende son agricole e di piccole - medie dimensioni. La viticoltura ha continuo bisogno di lavoro, si sta finendo di portare e legare le viti, la parte agricola lavora senza sosta. Più complessa la parte enologica dove le aziende sono in grossa difficoltà. Le poche realtà che hanno coltivato, negli anni, una clientela estera sono riuscite a consegnare i propri prodotti fino a qualche giorno fa, ma dal momento in cui l’emergenza è diventata globale hanno dovuto necessariamente fermarsi. La maggioranza delle aziende ha una clientela regionale -nazionale in Ho.re. ca e una discreta vendita diretta, tutti mercati oggi fermi. La Gdo è l’unica ad andare avanti, per ora, anche se in maniera rallentata. I più intraprendenti si sono lanciati in vendite online, ma sono primi tentativi che hanno bisogno di un po’

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di tempo per essere valutati”. Quali misure si augura da parte del Governo in aiuto dei produttori e del mondo del vino in generale? “Tutto il mondo agricolo è in crisi e il vino non fa certo eccezione. Se si riuscisse ad aiutare le aziende in campo fiscale e continuare e/o estendere la cassa integrazione sarebbe un buon segnale”. Ci sono già dei progetti o delle idee che il Consorzio vuole mettere in atto per venire incontro ai produttori oppure dei progetti interrotti che si spera di poter riprendere il prima possibile? “Tutte le nostre iniziative future sono state cancellate o rimandate, Prowein, Vinitaly, Best Wine Star Milano, Press Tour ecc. Si parla di progetti che hanno bisogno di programmazione e che non possono essere realizzati in un lampo. Attendiamo tutti di capire quando la situazione migliorerà: allora sarà il momento di organizzarsi”. Quale potrà essere, secondo lei, il punto di forza da cui ripartire? “L’Oltrepo’ avrà bisogno di migliorare dal punto di vista della comunicazione del marchio, sia in Italia che all’estero, dove è praticamente sconosciuto. Una zona splendida che produce ottimi spumanti a base di Pinot Nero e con la stessa uva anche bianchi, rosati e rossi; e poi Bonarda, Sangue di Giuda, e tanti altri vini importanti che possono piacere a palati e gusti diversi. La diversità e la qualità dei nostri prodotti sono la nostra forza: da qui dobbiamo armarci e ripartire.”


MONSUPELLO

foto di Mauro Rossini

TRADIZIONE ULTRACENTENARIA PER VINI DALLA VIVACITÀ SENZA TEMPO È a Torricella Verzate, nella prima fascia collinare della valle creata dal Po, che si sviluppa la cantina Monsupello. Con 52 ettari vitati e 300 mila bottiglie prodotte (di cui 150 mila di Metodo Classico), l’azienda è una delle realtà più rappresentative di questo territorio. Guidata con passione ed entusiasmo dalla famiglia Boatti, Monsupello produce vini ricchi di personalità, piacevoli e caratterizzati da uno stile originale, che rispecchiano in pieno l’animo creativo e solare di chi li produce. “I nostri vini nascono per inviare messaggi – spiega Laura Boatti. Tango Wine ad esempio è un messaggio internazionale di accoglienza. È il nostro vino più introspettivo e racchiude un progetto molto ampio che vuole portare il mondo dell’enogastronomia (legato quindi alla terra) al nutrimento dell’anima (simbolicamente al tango e a tutte le forme d’arte). Lo Chardonnay, sia base che affinato in barriques, Senso, è invece una dedica alla Donna, alla sua importanza e alla sua tutela. I Germogli Bianchi (Pinot nero vinificato in bianco) e I Germogli Rosa (Pinot nero vinificato in rosa), con la loro etichetta old style, sono simbolo del sacrificio dei vitivinicoltori che danno la vita per i loro vini e nascono per ricordare a me e a mio fratello quando eravamo giovani e spensierati ed il nostro papà ci nominava come le rose dei vigneti che avvertono prima la malattia della vite. Infine – conclude Laura – la novità 2020 di Monsupello: si chiama Chardonnay Blanc de Blanc, una bollicina Metodo Classico Chardonnay in purezza dedicato alla nostra mamma Carla. Un vino che va in assonanza con la amicizia e la collaborazione con l’importatore in Italia per

lo Champagne A. Bergère Massimo Fabiani e che vuole rappresentare il dialogo e lo scambio di vini ebusiness, tra marketing italian style e french style, con un’energia che ci assomiglia in tutto. Blanc de Blanc significa predisposizione verso il prossimo, brindisi e gioia”.

“Monsupello nasce nel 1893 e oggi è guidata dalla quinta generazione della Famiglia Boatti che nel tempo ha saputo portare la cantina ai vertici dell’enologia italiana, con numerosi riconoscimenti dalle varie guide.”

EN - Monsupello. A centenarian tradition for wines with a timeless energy. Monsupello rises in Torricella Verzate, on the hills of the Po valley. With its 52 hectares of vineyards and more than 300,000 bottles producer every year (150,000 of them are Metodo Classico), this winery is one of the most representative realities of this territory. It is managed with passion and enthusiasm by the Boatti family and produces pleasant wines with a strong character and an original style that mirrors the creative and solar personality of their producers. “Our wines aim to send messages – Laura Boatti explains.

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Tango Wine, for instance, is an international message of welcoming. It’s the most introspective among our wines and it is part of a wide project that aims to take the world of oenogastronomy (which is bonded with the land) to the nourishing of the soul (to Tango as a symbol of it and also to all other forms of art). Our Chardonnay, both the basic version and the refined in barrique one, Senso, is dedicated to the Woman, her importance and protection. I Germogli Bianchi (Pinot Nero vinified in white) and I Germogli Rosa (Pinot Nero vinified rosé), with their old-style label, are the symbol of the sacrifices of winegrowers who give their lives for their wines. Also, these wines recall to me and my brother the days when we were young and carefree, and our father explained us that roses in the vineyards inform about possible vineyards illnesses. In the end – Laura says – Monsupello 2020 novelty is Chardonnay Blanc de Blanc, a sparkling wine Metodo Classico Chardonnay in purity dedicated to our mum Carla. It’s a wine in harmony with our friendship and cooperation with Massimo Fabiani, the Champagne A. Bergère importer in Italy. It represent the dialogue and mutual exchange of wine and business between Italian-style and French-style marketing, with an energy that resembles us completely. Blanc de Blanc means inclination towards the others, toasts and joy”. Monsupello Eredi di Boatti Carlo Società Agricola Via San Lazzaro 5 – 27050 Torricella Verzate (PV) monsupello@monsupello.it Telefono 0383 896043 W MONSUPPELLO.IT


MARCHE

LE NUOVE SFIDE DEL VINO MARCHIGIANO L’IMT “Ora servono manovre shock” DI MARTINA CILIANI

La tempesta Coronavirus sta travolgendo anche le Marche con colpi sferrati al turismo ma soprattutto ai produttori che subiscono danni sia a livello internazionale, con l’export bloccato e l’impossibilità di fare promozione nelle grandi fiere, sia a livello nazionale con la chiusura di ristoranti ed enoteche. Per capire la portata e gli effetti dell’emergenza sul settore vitivinicolo abbiamo chiesto ad Alberto Mazzoni, Direttore dell’IMT di raccontarci le difficoltà che stanno sperimentando dal fronte Marche. Direttore, ci può spiegare la situazione che state vivendo? “Abbiamo chiuso tutto, questo significa zero turismo, zero incassi. L’Ho. Re.Ca, fonte di orgoglio per noi marchigiani, adesso non c’è più. C’è la GDO una distribuzione che tuttavia fa circolare il vino di solo il 20% delle aziende, dobbiamo preoccuparci per il restante 80% che si trova per il momento senza ossigeno. E, come se non bastasse siamo molto preoccupati per la siccità. Nessuno ne parla ma è un dramma colossale poiché, congiunto ad un inverno anomalo, porta problemi alle graminacee, alle viti in pieno germogliamento. Come si dice piove sul bagnato”. Cosa può dirci, invece, sul piano dell’export? “Fino ad ora abbiamo ottenuto buoni risultati. Nel 2019 le esportazioni di vino marchigiano sono ammontate a 50 milioni di euro ed hanno registrato un +9,5% con un’ incidenza superiore alla media nazionale. Per ora non ci sono rallentamenti ma andando avanti anche le esportazioni subiranno una contrazione”. Cosa ne pensa della rimodulazione dei fondi OCM? “Il concetto di promozione OCM è fondamentale, ab-

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biamo fatto il possibile a Gennaio e a Febbraio, ora la rimodulazione dei fondi è vitale e sono d’accordo con lo slittamento del progetto al 2021”. Quali misure chiedete al Governo? Dobbiamo intervenire in modo veloce e rapido attraverso un’azione nazionale politica, con manovre shock per congelare l’indebitamento delle imprese, dobbiamo intervenire sugli interessi passivi, favorire forme di agevolazione finanziaria per gettare sul mercato denaro liquido che possa essere l’ossigeno vitale per sopravvivere. E’ necessario smaltire la burocrazia che sta uccidendo il sistema ed è soprattutto fondamentale investire sulla promozione del territorio”. Da parte vostra quali modalità state adottando per sostenere il settore? “Sarà difficile ma dovremo abituarci a cambiare il nostro stile di vita, di consumo, di approccio alla promozione ma anche alla produzione. Le sfide sono tante perché è vero che le aziende si sono fermate ma l’agricoltura, invece, è un sistema che non si può bloccare, qualsiasi coltura va avanti in parallelo alla stagionalità del territorio. Noi per il momento reagiamo facendo forza sul concetto di aggregazione che ci distingue da sempre e faremo vedere che il mondo agricolo c’è”.

Con il virus, frutto d’una globalizzazione che non risparmia nemmeno l’angolo più remoto del pianeta, il settore vitivinicolo Marche punta sulla forza di aggregazione del sistema ma chiede al Governo agevolazioni finanziarie per sostenere le imprese


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PIEMONTE

BAROLO E BARBARESCO Il lancio delle nuove annate e il successo nel cuore di Manhattan Un’intuizione “just in time” prima del blocco dei mercati internazionali. DI CHIARA MARTINELLI

Per Massimo Ascheri Presidente del Consorzio “ora è importante rimanere al fianco dei produttori”

L’evento che è si è svolto lo scorso 5 febbraio a New York ha segnato un precedente fondamentale nella divulgazione della storia del Barolo. Gli Stati Uniti rappresentano una fetta importante dell’export per il settore enologico italiano: a Massimo Ascheri, Presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, abbiamo chiesto di ripercorrere le tappe dell’ambizioso progetto e quali saranno le conseguenze del Covid-19 sui mercati internazionali. “Il nostro ragionamento è partito dalla volontà di allargare la base dei consumatori di Barolo e Barbaresco, non nello specifico negli Usa, ma nel mondo. Questi due vini, i nostri ‘top players’ sono conosciutissimi ma la notorietà da sola non basta: volevamo aumentarne la conoscenza tra gli addetti ai lavori e tra i consumatori stessi, soprattutto in relazione alle menzioni geografiche aggiuntive. Ci

siamo pertanto rivolti al nostro primo mercato, quello americano, alla sua stampa iper-specializzata e ai suoi consumatori già mediamente esperti di vini italiani e delle Langhe. Abbiamo scelto New York perché essendo la prima edizione di questo evento volevamo che avesse un’enorme visibilità e risonanza non solo negli Usa ma sul palcoscenico globale”. Adesso più che ai dazi del Governo americano, si pensa a come risolvere il “blocco economico” da pandemia: il Consorzio quali misure sta adottando in merito e come pensa di continuare a comunicare fiducia in uno dei prodotti di punta del made in Italy? “In tutta onestà credo che sia prematuro fare delle considerazioni nel bel mezzo dell’emergenza che stiamo vivendo. Ci sono e ci saranno sicuramente delle ripercussioni importanti sia sul prodotto esportato che sul turismo locale ma per il momento il nostro approccio – l’unico possibile in realtà - è di attendere lo sviluppo della situazione. Sicuramente saremo al fianco dei nostri produttori per

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ripartire al più presto e tornare alla normalità appena sarà possibile”. Barolo & Barbaresco World Opening è stato un successo sia per il punteggio assegnato alle nuove annate (Barolo 2016 e Barbaresco 2017) sia per la produzione; molte bottiglie sono già state allocate sui mercati internazionali; in programma ci sono le prossime due edizioni, quella a Shangai e quella in California. “La prima edizione di BBWO è stata senza dubbio un successo: abbiamo organizzato la più grande degustazione dedicata a una singola area vitivinicola mai vista negli Usa, presentato due annate stellari e fatto sentire la voce di 200 produttori di Langa sulla scena americana con un evento unico nel suo genere. Considerate le settimane surreali che stiamo vivendo in questo periodo e alla luce dei diversi eventi che sono stati cancellati o posticipati possiamo dire di aver avuto anche molta fortuna. Naturalmente stiamo già lavorando alla prossima edizione che si terrà proprio in Cina: speriamo che possa essere l’occasione per ripartire e rinsaldare il legame con un paese che ha e avrà moltissimo da offrire al nostro settore. Una volta risolta questa inaspettata emergenza sanitaria, le aziende avranno senz’altro voglia di rimettersi in gioco. Quello cinese è un mercato potenzialmente interessantissimo ma che va approcciato nel modo corretto; ed è proprio quello che cercheremo di fare insieme ad altri due Consorzi di prodotti DOP italiani (Fontina e Riso di Baraggia) con il progetto di promozione Top Tales: a piece of Europe on your table. L’obiettivo è quello di promuovere Barolo e Barbaresco e aumentare la conoscenza della loro qualità sui mercati USA e Cina”. Cosa ne pensa della proposta di rimodulare i fondi OCM? “Una rimodulazione dei fondi, e aggiungo, un prolungamento del calendario delle attività OCM è assolutamente necessario”.


NEL CUORE DI GAVI: CANTINA IL ROCCHIN IL ROCCHIN, NEL CUORE DELLA DENOMINAZIONE, PROSEGUE LA TRADIZIONE FAMIGLIARE ATTRAVERSO SELEZIONE E LUNGHI AFFINAMENTI La Cantina Il Rocchin è una solida azienda familiare guidata dai fratelli Francesca e Angelo Zerbo che rappresentano la seconda generazione, sviluppatasi nel cuore della denominazione Gavi (AL) da una precedente storica attività di allevamento di sole mucche da latte. Nel 1992, Bruno Zerbo, padre di Francesca e Angelo, mosso da un’incredibile passione per la viticoltura, decide di trasformare la sua fattoria in una fiorente azienda agricola che con i suoi 13 ettari produce e vende sole uve Gavi. Successivamente lo stesso Bruno decide di installare una propria linea di imbottigliamento in modo da divenire in breve tempo una fiorente azienda produttrice di vino a tutti gli effetti. L’azienda attualmente si estende per un totale di 100 ettari di cui 44 coltivati. Alla storica produzione di Gavi che proprio in quest’area dimostra le sue caratteristiche migliori grazie a terreni misti calcareo argillosi con sottili strati sabbiosi, si è affiancata successivamente quella di uve a bacca rossa Dolcetto e Barbera, vitigni tipici del vicinissimo Alto Monferrato. Il vero fiore all’occhiello della Cantina il Rocchin, situata nel comune di Gavi, resta comunque il Gavi, declinato in Gavi Tradizionale, Gavi di Gavi e Gavi del comune di Gavi “il Bosco” nato da un’accurata selezione delle uve prodotte da vigne vecchie tra i 35 e i 40 anni poi vinificate attraverso una pressatura soffice cui segue la fermentazione in tini di acciaio con l’uso di lieviti selezionati. Dopo un breve passaggio in barrique cui viene sottopo-

sto solo il 10% del prodotto, il vino viene infine lasciato affinare almeno 7 mesi in bottiglia prima di essere immesso sul mercato. (Sara Valitutto)

EN - In the heart of Gavi, Cantina il Rocchin. Il Rocchin, in the heart of the denomination, continues a family tradition through careful selections and long aging. Cantina Il Rocchin is a sound family winery that rises in the heart of the Gavi area. The siblings Francesca and Angelo Zerbo, who represent the second generation of the family, manage it. In 1992, Francesca’s and Angelo’s father, Bruno Zerbo, driven by his great passion for winemaking, decided to convert his historical dairy cows breading farm into a winery. In his 13 hectares, he started to produce Gavi grapes only. Later, Bruno decided to install his own bottling system, to be able to produce and bottle his wine. Nowadays this flourishing winery extends over 100 hectares, 44 of which are cultivated lands. Beside the historical production of Gavi – which here finds its ideal environment, due to the calcareous-clayey soils with thin sandy layers –he has started to grow the typical red grape varieties of the close Alto Monferrato: Dolcetto and Barbera. The true buttonhole of Cantina il Rocchin is anyway Gavi, in three versions: Gavi Classico, Gavi del Comune and Gavi di Gavi “il Bosco”. This last one is the fruit of a careful selection of the grapes produced by vines aged from 35 to

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40 years old. After a soft pressing of the grapes, the must ferments in steel vats with selected yearns. Then, 10% of the product make a short passage in barrique. The wine refines 7 months in bottle before being marketed. Azienda Agr. IL ROCCHIN di Zerbo S.s. Località Vallemme, 39 - 15066 GAVI AL Tel. +39 0143 642228 Email: ilrocchin@libero.it W ILROCCHIN.IT

L’esterno della Tenuta Il Rocchin


TOSCANA

COVID-19, APPRENSIONI PER IL TURISMO E PER L’EXPORT In Toscana il MTV e i Consorzi chiedono al Governo aiuti fiscali, moratorie dei mutui e misure contributive DI MARTINA CILIANI

Dall’analisi ISMEA (Febbraio 2019) Stati Uniti e Germania sono i principali Paesi di destinazione del vino toscano e rappresentano oltre il 50% (in volume e valore) del mercato delle Dop made in Tuscany. A crescere è però il mercato orientale: in Cina tra il 2010 e il 2011 veniva spedito solamente l’1,5% del prodotto mentre ora il 2,4%. Un traguardo costretto, adesso, a pagare lo scotto del blocco.

Emanuela Tamburini, Presidente del MTV Toscana

“Andrà tutto bene” è il mantra di questi giorni, ci aiuta a non pensare alle gravi ripercussioni che il Covid-19 sta già scatenando nel Belpaese. Per un po’ dovremo dimenticare le esperienze enoturistiche, marchio di fabbrica della regione Toscana “Chi è organizzato per le visite, con la quarantena, ha praticamente azzerato il fatturato rispetto allo scorso anno; chi dispone di ricettività sta già contando le

prime cancellazioni per la Pasqua. Insomma non promette bene il turismo” evidenzia Emanuela Tamburini, Presidente del MTV Toscana. Ad aggravare la situazione è la cancellazione delle principali fiere “Come Consorzi toscaniprecisa Andrea Rossi, Presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano- facendo capo ad AVITO abbiamo già chiesto di valutare le nuove date”. A queste si aggiungono le apprensioni per le perdite economiche, specialmente legate all’export: in Toscana ogni anno oltre 800 mila ettolitri di vino trovano spazio sui mercati internazionali con un fatturato stabilizzato, fino a poco prima della piaga, sui 550 milioni di euro. Secondo la Coldiretti si prevede una disdetta sugli ordini del 27% con un crollo del fatturato pari al 41%. Un patrimonio messo a repentaglio anche dall’immagine del nostro agroalimentare all’estero “E’ in atto, a livello internazionale, una campagna massmediatica denigratoria ai danni dell’Italia, che sta producendo effetti disastrosi. Dobbiamo essere uniti e compatti per rispedire al mittente le informazioni distorte, create ad arte dalla concorrenza” e’ l’appello di Fabrizio Filippi,

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Presidente di Coldiretti Toscana. Intanto dal MTV Toscana e dai Consorzi giungono le prime richieste al Governo per sostenere le aziende “In questa fase si parla di aiuti fiscali, di moratorie dei mutui per le aziende che hanno investito negli ultimi anni in ospitalità ma anche di misure contributive” a questo la Presidente del MTV allega una lettera destinata alle istituzioni regionali “Per ottimizzare gli eventuali mesi di calo, chiediamo di promuovere corsi online per spiegare alle imprese vitivinicole la nuova normativa regionale sull’enoturismo ma anche di potenziare lo spazio dedicato al turismo enogastronomico nel portale di riferimento “Visituscany”. Inoltre è necessario finanziare una campagna di comunicazione incentrata sul tema “Toscana terra di saperi e sapori”. Altro tema, già affrontato a livello UE, è la questione degli OCM dato che molte realtà avevano già programmato attività all’estero “l’ OCM- spiega Andrea Rossi- non prevederà sanzioni per gli eventi che non sono potuti essere realizzati in questo periodo”. Per il momento il “sistema toscana”, sta lavorando sui social per mantenere attiva la presenza nel settore e per essere pronti a ripartire non appena sarà possibile.


ROCCA DEI LUPI GUARDARE CON FIDUCIA AL FUTURO RIMETTENDOSI IN GIOCO SOTTO UN UNICO MARCHIO

È una realtà vitivinicola giovane, ma nasce dall’esperienza e dalla qualità di due importanti aziende nel cuore della Maremma. Si chiama Rocca dei Lupi ed è il risultato della fusione di due cantine toscane: Poggio ai Lupi e Marchesi della Rocca. “Rocca dei Lupi nasce dalla unione dei due loghi – spiega Elisabetta Rocca Comite Mascambruno, responsabile marketing e comunicazione della cantina. Non si tratta solamente di due immagini che si uniscono, ma di due importanti realtà che hanno deciso di mettere a disposizione le rispettive competenze ed esperienze per creare una nuova azienda che ha obiettivi ben precisi: creare dei vini importanti, investendo in tecniche all’avanguardia e cercando di ampliare il mercato, sia in italiano che all’estero”. Vermentino, Igt rosso 2018, Chardonnay, Syrah in purezza ed un Super Tuscan 2018 sono i vini recentemente immessi nel mercato dall’azienda: “Vinificando ogni singolo vitigno siamo in grado di creare qualsiasi tipo di vino, anche personalizzato. Abbiamo i requisiti strutturali per fare grandi vini. I nostri vigneti sono tutti caratterizzati da un impianto a Guyot molto stretto, una caratte-

ristica unica per questa zona che ci permette di avere bassa resa ma di altissima qualità. Inoltre siamo recentemente passati alla lotta integrata per arrivare al residuo zero con un uso molto moderato dei prodotti chimici e tecniche agronomiche avanzate”.

“L’azienda maremmana racconta il progetto di ampliamento e valorizzazione dei vigneti, frutto di una costante e attenta ricerca vitivinicola.”

EN - Rocca dei Lupi. Looking trustfully towards the future and give oneself a challenge again with a sole brand. It’s a young oenological reality but take its shape by the experience and quality of two important wineries from the heart of Maremma. Rocca dei Lupi is the result of the fusion of two Tuscan wineries: Poggio ai Lupi and Marchesi della Rocca. “Rocca dei Lupi takes life from union of two places – as Elisabetta Rocca Comite Mascambruno, marketing and communication manager of the winery, explains. It’s not only a matter of two images that unites, but of two important realities that have decided to put at their mutual disposal their respective competences and experiences

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in order to create a new winery with definite goals: to create important wines, investing in cutting-edge technologies and trying to expand their market both in Italy and abroad”. Vermentino, Igt Rosso 2018, Chardonnay, Syrah in purity and a Super Tuscan 2018 are the labels that the winery has recently launched on the market: “Vinifying every single grape variety we are able to create any kind of wine, even personalized blends. We have all the structural requisites to make great wines. All our vineyards are characterized by very tight Guyot systems, a unique quality for this area, that let us to get low yields but a very high quality. Also, we have recently start to apply the integrated pest management, in order to get the zero residual value, due to a very limited use of chemicals and innovative agronomic technologies”.

ROCCA DEI LUPI Località Bartolina, 5 58020 Giuncarico (GR) +39 0566 88082 poggioailupi@poggioailupi.it W POGGIOAILUPI.IT


AZIENDA AGRICOLA PALAGETTO PASSIONE E RISPETTO VERSO LA TERRA TRAMANDATA DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE Siamo a San Gimignano, nel cuore della campagna toscana, all’ombra delle famose torri. Qui, su un’area di 63 ettari di cui 53 coltivati a vite e in piena attività produttiva, si sviluppa l’Azienda Agricola Palagetto, una realtà vitivinicola affermata dove è possibile conoscere gli autentici sapori e profumi della tradizione contadina toscana. Di proprietà della Famiglia Niccolai, l’azienda è oggi guidata da Arianna, Niccolò e Luca Fioravanti che portano avanti con dedizione il progetto iniziato dal nonno Luano. “I nostri nonni – spiegano - ci hanno tramandato l’amore per i frutti della terra e, grazie al tenace lavoro dei nostri genitori, abbiamo mantenuto e sviluppato le nostre aziende con vigneti ed uliveti nei territori di San Gimignano e Montalcino, realizzando il nostro sogno: vivere e lavorare in questa bella realtà”. Una passione che si ritrova nelle bottiglie di Palagetto, ma che si respira anche nelle visite guidate in azienda: “Si comincia dal vigneto – aggiungono i fratelli Fioravanti - per proseguire con un coinvolgente percorso alla scoperta del mondo del vino. Davvero suggestiva è poi la visita della barricaia e della bottaia (con circa 200 barriques e 15 tonneaux), del locale di imbottigliamento

“Palagetto, un patrimonio di sentimenti basato su uno dei valori più profondi: il rispetto per la terra ed il suo frutto, rispetto per coloro che la terra la lavorano, rispetto per chi di questo frutto ne gode le qualità.”

e di quello dell’affinamento in vetro ed del locale di stoccaggio. A conclusione una degustazione di vini, prodotti locali e di olio. A Palagetto – concludono – abbiamo anche un frantoio visitabile tutto l’anno ma in funzione da fine ottobre a dicembre, periodo in cui si può assistere al magico processo di frangitura delle olive”. EN - Azienda Agricola Palagetto. Passion and respect towards the land are handed down from one generation to another. We are in San Gimignano, in the heart of the Tuscan countryside, in the shadow of the famous towers. Here, in an 63 hectares area, 53 of which are productive vineyards, it stretches out Azienda Agricola Palagetto, a well-known oenological reality where it is possible to discover the authentic tastes and perfumes of the Tuscan peasant tradition. Owned by the Niccolai family, this winery is managed by Arianna, Niccolò and Luca Fioravanti. The three siblings continue with devotion the project started by their grandfather Luano. “Our grandparents – they explain – have passed down the love for the fruits of the land, and thanks to our parents’ hard word, we have preserved and developed our wineries with vineyards and olive groves in the areas of San Gimignano and Montalcino. So we made our dream true: to live and work in this unique reality”. Tasters can discover this passion in a bottle by Palagetto and during the guided tours organized in the winery. “The tour starts in the vineyard – says the Fioravanti siblings – and continues through an engaging path to the discovery of the world of wine. Very interesting is the visit in our cellar, with its 200 barriques and 15 tonneaux barrels, in our bottling room, in the refining room and in the storage area. At the end of the tour, it is possible to taste our wines, olive

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oil and local products. At Palagetto we have also an oil mill that can be visited all year long but is operative from the end of October to December. During this period it is possible to witness the charming olives crushing process”. Azienda Agricola Palagetto Via Racciano, 10 – San Gimignano (SI) Tel. 0577.943090 tasting@palagetto.it W PALAGETTO.IT Per prenotazioni Agriturismo Villa Palagetto Via Monte Oliveto, 46 - San Gimignano (SI) Tel. 0577.943097 - Cell. 334 6399484 booking@palagetto.it W AGRITURISMOPALAGETTO.COM


BRUNELLO 2015 LA FORTUNA: IL LATO POSITIVO DI QUESTO 2020 ESSENZIALE E DIRETTO, BELLEZZA ESPRESSIVA E COMPLESSITÀ, SI ALLARGA IN BOCCA CON GRANDE PERSISTENZA: FINALMENTE DISPONIBILE IL BRUNELLO 2015 DE LA FORTUNA

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“Sarà un’annata che si farà ricordare- dice entusiasta Angelo Zannoni riferendosi al Brunello 2015 – perché 5 anni fa il clima ci ha aiutato davvero ed il nostro impegno in cantina è stato ripagato così. Almeno qualcosa di positivo c’è, in questo strano anno 2020 che sembra davvero essere un anno indimenticabile”. Era attesissimo questo Brunello 2015, frutto di un’annata da manuale. Da poco presentato oltreoceano ed al Benvenuto Brunello, ha riscosso grande successo tra amanti del vino ed esperti del settore. Colpisce l’aroma intenso che richiama sentori di ciliegia marasca, cioccolato, viola mammola e menta: una complessità che non tradisce il palato. Il gusto, infatti, trova corrispondenza alla piacevolezza olfattiva elargendo sensazioni di frutti scuri in alcol, hummus e spezie. Un carattere non scontato, certo non appiattito dal legno, ma che alterna note talvolta austere, ma sempre estremamente eleganti. “Lo stop che stiamo vivendo in questo periodo a causa dell’emergenza sanitaria mondiale ci costringe ad un temporaneo stop nella presentazione di questo vino di cui andiamo davvero orgogliosi. Ma è solo una pausa temporanea: lasciamo che questo momento passi, il nostro vino con il tempo riesce solo a migliorare ed accentuare le sue strepitose caratteristiche”.

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EN - Brunello 2015 La Fortuna: the positive side of this 2020. Essential and straight, expressive beauty and complexity, it opens in the mouth and offers a great persistence: it’s Brunello 2015 by La Fortuna . “It will be a year to remember- Angelo Zannoni enthusiastically says, talking about Brunello 2015 – because five years ago, the weather helped us indeed and our commitment in the cellar has been rewarded. Something good in this strange unforgettable year 2020 has come, at least!”. This Brunello 2015, fruit of a perfect year, was highly awaited. It has been fresh presented overseas and at Benvenuto Brunello, and have had a great success among wine lovers and experts. Its intense perfume recalls morel cherry notes, chocolate, violet and mint aromas: a complexity that do not disappoint the palate. In fact, its taste corresponds to its pleasant bouquet and offers sensations of dark fruits preserved in alcohol, hummus and spices. Its unexpected character is not flattered by the wood inklings and alternates severe but always elegant notes. “The forced pause we are experiencing in this period of global earth emergency obligates us to a temporary stop in the presentations of this wine which we are very proud of. But it’s only a temporary pause: let this moment pass. Our wine can only become better in time and enhance its extraordinary qualities”.


Tovaglietta_Ridolfi.qxp_tovaglietta 26/06/19 12:59 Pagina 1

Da sinistra Gianni Maccari ed il proprietario dell’azienda Giuseppe Valter Peretti.

VINI RIDOLFI: BENVENUTO AL NUOVO BRUNELLO 2015 ROSSI PREZIOSI DAL CUORE DELLA TOSCANA É stata definita l’annata del secolo quella del 2015, di quelle che sembrano il frutto di vendemmie da manuale. “Siamo davvero orgogliosi di questo vino che ci troviamo a presentare quest’anno.- afferma Gianni Maccari che da anni segue la cantina in tutti i suoi aspetti- Il nostro Brunello è il risultato di un lungo lavoro che, ogni anno, compiamo tra vigna e cantina; un lavoro che svolgiamo in maniera severa nelle scelte e nei metodi, in molte fasi ancora rigorosamente manuali”. Il Brunello 2015 Ridolfi mostra una precisione estrema ed un grande equilibrio tra tannini eleganti, freschezza ed acidità, nonostante una comprovata maturità. Pronto per essere degustato, si preannuncia longevo e sicuramente adatto ad un ulteriore lungo invecchiamento. Il Brunello 2015, così come le altre grandi etichette di casa Ridolfi, è stato presentato alla scorsa edizione di Benvenuto Brunello; spe-

riamo a breve di poter continuare la promozione del vino nel resto del mondo. EN - Vini Ridolfi: welcome new Brunello 2015. Precious red wines from the heart of Tuscany. 2015 has been called the year of the century: the fruit of a perfect harvest. “We are very proud of the wine we are going to present this year – says Gianni Maccari, who has been following every aspect of the cellar for years. Our Brunello is the fruit of our long yearly work both in the vineyard and in the cellar. It’s a severe work in choices and methods, which still includes many manual phases”. Brunello 2015 by Ridolfi reveals an extreme precision and a great balance between elegant tannins, freshness and acidity, in spite of its proved maturity. Ready to be tasted, it promises to be long-lived and suitable for a

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further ageing. Brunello 2015, such as the other labels by Ridolfi, has been presented at the last edition of Benvenuto Brunello. We hope soon to be able to continue the promotion of wine all around the world.

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UMBRIA

SAGRANTINO, ANNATA SUPER. MA SERVIRÀ L’AIUTO DEL GOVERNO Il Montefalco Sagrantino 2016 è da 5 stelle. Soddisfatto il Presidente del Consorzio Montefalco Filippo Antonelli che, a proposito dell’emergenza Covid-19, afferma: “Ci sarà bisogno di misure adatte per le aziende del territorio” DI CECILIA FILONI

Soltanto una manciata di giorni hanno separato la celebrazione dell’ottima annata del Montefalco Sagrantino – culminata con Anteprima Sagrantino il 24 e il 25 febbraio – e i primi provvedimenti varati dal Governo per far fronte all’emergenza Covid-19 in Italia. Dopo la chiusura di scuole e Università, l’Umbria è diventata, come il resto d’Italia, zona protetta a partire dalla serata di lunedì 9 marzo: una misura necessaria per tutelare la salute di tutti, ma che preoccupa il mondo del vino umbro, soprattutto in chiave promozione e enoturismo. Ne abbiamo parlato con il Presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco Filippo Antonelli. Ci troviamo di fronte a una delle emergenze più grandi per l’Italia dal secondo dopoguerra, che necessita di strumenti adatti per affrontare le conseguenze immediate e a lungo termine. Quali misure il Consorzio chiede al Governo per sostenere le aziende? “Sicuramente una proroga dei finanziamenti, soprattutto quelli destinati alla promozione. Il nostro è un territorio che punta molto sul turismo e sull’enoturismo: ora, con la chiusura temporanea dei ristoranti e delle strutture recettive, incassiamo un duro colpo. Quando l’emergenza sarà finita, avremo bisogno ancora di sostenere e promuovere il territorio e i suoi vini con iniziative mirate.”

Quali sono le iniziative che si attende da Veronafiere per sostenere il settore, indipendentemente dallo svolgimento o meno di Vinitaly? “Rimanderei ogni iniziativa a quando tutto si sarà ristabilito; a quel punto, si potrebbero organizzare incoming di giornalisti e operatori nei nostri territori: una sorta di grand tour, tanti piccoli Vinitaly itineranti nelle diverse zone”. Facciamo un passo indietro e torniamo alla bella edizione di Anteprima Sagrantino andata in scena lo scorso fine febbraio: protagonista il Montefalco Sagrantino 2016. “Si tratta di un’annata ottima, presentata proprio in occasione di Anteprima Sagrantino a Montefalco: un vino elegante, caratterizzato da un’ottima struttura e destinato a un buon invecchiamento. Una commissione composta da esperti del settore e giornalisti ha attribuito all’annata 2016 5 stelle su 5: un risultato che ci dà grande soddisfazione, soprattutto perché si tratta del secondo anno di fila in cui il Montefalco Sagrantino ottiene il massimo del punteggio. Non solo: in quest’edizione è stato inserito anche un voto in centesimi e il risultato finale è stato di 95/100. Vogliamo ripartire da qui, dai

Una finestra sull’Umbria: #tiportiamolumbria. 50 secondi al giorno per visitare, virtualmente uliveti, vigneti, cantine e strutture ricettive umbre: cliccando sui canali social delle Strade dei vini e dell’Olio dell’Umbria sarà possibile vedere brevi video realizzati da chi qui vive e lavora. Un modo per scoprire dal proprio smartphone le bellezze della regione in attesa di poterle, di nuovo, vivere di persona.

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MONTEFALCO SAGRANTINO 2016 ANNATA OTTIMA: È UN VINO ELEGANTE, CARATTERIZZATO DA UN’OTTIMA STRUTTURA E DESTINATO A UN BUON INVECCHIAMENTO

traguardi raggiunti, per trovare la spinta per affrontare le sfide del futuro. Le potenzialità non ci mancano: oltre al Sagrantino, sono tanti i vini di qualità prodotti nel nostro territorio: i rossi, come Montefalco Rosso e Montefalco Rosso Riserva, ma anche i bianchi, come Spoleto Doc, che, negli anni, sono stati in grado di conquistarsi uno spazio sempre più importante.”


VALLE D’AOSTA

VALLE D’AOSTA , IL GRIDO DI ALLARME DI VIVAL Il Coronavirus blocca le vendite all’estero: pesanti le stime per il vino che nasce sulle vigne più alte d’Europa

DI CARLOTTA LETTIERI

“La situazione è allarmante. Siamo praticamente congelati e se non fosse per la grande distribuzione, le vendite sarebbero a zero”. E’ con queste parole che Andrea Barmaz, presidente Vival (Associazione Viticoltori Valle d’Aosta), fotografa la condizione di incertezza che stanno vivendo le cantine valdostane. Reggono il colpo le vendite in Gdo, mentre invece è ancora tutto da capire l’effetto che si registrerà sull’estero. Intanto l’emergenza Coronavirus ha, naturalmente, condizionato i mercati internazionali. “Speriamo che la situazione si sblocchi velocemente perché, oltre ai problemi di liquidità che ci troviamo

a dover affrontare quotidianamente, dobbiamo anche svuotare le cantine per preparare la prossima vendemmia. Nella nostra Regione ci sono aziende strutturate che esportano fino a più del 20%, altre invece che lo fanno meno. Aspettavamo con ansia Vinitaly per intessere nuovi rapporti commerciali. Non fare la manifestazione può essere un vantaggio perché costituisce un’economia sul bilancio 2020, ma nello stesso tempo è in contraddizione sulla necessità di dover andare a promuovere il vino sopratutto all’estero. Una grande occasione persa sopratutto in questa situazione in cui le cantine hanno ancora una grande giacenza di vino”. Negli ultimi anni il fatturato della viticoltura valdostana è cresciuto molto, come testimoniato dal progressivo aumento della superficie vitata: “Nonostante la tendenza attuale opposta, la maggior parte delle cantine della Regione sono in espansione – spiega meglio Barmaz. Tutti noi stiamo per piantare nuovi vigneti e ingrandirci, ma adesso abbiamo qualche pensiero. Aspettiamoci anche di rivedere i prezzi perché quando passerà questo brutto momento ci sarà un’offerta massiccia sul mercato, che comporterà anche il valutare delle offerte”.

ANCHE LA VITICOLTURA EROICA DELLA VALLE D’AOSTA RALLENTA LE VENDITE. ESTERO BLOCCATO, MENTRE REGGONO IL COLPO LE VENDITE NELLA GRANDE DISTRIBUZIONE. IL FUTURO? “ASPETTIAMOCI DI RIVEDERE I PREZZI”

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VENETO

ALLE RADICI DEL VINO La scienza va in vigna per seguire i percorsi dell’acqua. Il progetto Acquavitis - Interreg Italia-Slovenia - studia vigne del Carso, Collio e Vipacco DI ALESSANDRA MORO

“Acquavitis - Soluzioni innovative per l’uso efficiente dell’acqua in viticoltura transfrontaliera” è un progetto finanziato dalla Commissione europea attraverso il programma Interreg Italia-Slovenia, per promuovere lo sviluppo e la sperimentazione di tecnologie verdi e innovative e migliorare la gestione delle risorse idriche in aree viticole transfrontaliere tra Italia e Slovenia. In questo caso, si sta studiando “che acqua che beve la vite”, sulla scorta del fatto che un uso efficiente della risorsa idrica è alla base di una produzione di qualità. Al lavoro c’è un team di ricercatori ed esperti italiani e sloveni, impegnati ad elaborare strategie di miglioramento dell’irrigazione dei vigneti, a partire da tre aree vocate, ma con contesti geomorfologici e climatici diversi: il Carso, l’area isontina del Collio e la valle del Vipacco in Slovenia. I risultati preliminari sono attesi tra circa un anno. “Uno degli obiettivi della ricerca - spiega Barbara Stenni, docente di geochimica e coordinatrice del team dell’Università Ca’ Foscari Venezia - è la valutazione dello stato idrico dei vigneti e la stima della quantità d’acqua accessibile alle viti. Analizzeremo la composizione isotopica dell’acqua estratta dalla linfa dalle viti e da altre matrici ambientali per valutare l’origine dell’acqua assorbita dalle piante e stimare la

profondità a cui attingono le radici”. Sono sei i vigneti sperimentali coinvolti dal progetto, ove saranno raccolte precipitazioni meteoriche, acqua superficiale, acqua nel suolo a diverse profondità, acqua di infiltrazione in regioni carsiche e acqua d’irrigazione. I campioni verranno analizzati nei laboratori del campus scientifico di Ca’ Foscari con spettroscopia laser Cavity Ring Down, per poi confrontarla con quella misurata nella linfa estratta da foglie e fusti dalle viti. I dati permetteranno di definire sia la

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quantità d’acqua che arriva alla vite in un determinato momento, sia la sua provenienza, concludendo con la realizzazione di modelli di circolazione idrica. Il progetto, finanziato per 2 anni (2020-2021) con 878.000 euro, vede la partecipazione di 6 tra università ed istituti di ricerca: il Kmetijski inštitut Slovenije (coordinatore), l’Università di Trieste, l’Università di Udine, il Geodetski Inštitut Slovenije, il Zavod Nova Gorica e Ca’ Foscari.


CANTINA ILATIUM: FAMIGLIA E TERRITORIO SONO LA NOSTRA FORZA LA CANTINA ILATIUM DELLA FAMIGLIA MORINI DEVE IL PROPRIO SUCCESSO AL LAVORO DI SQUADRA E AL LEGAME CON IL TERRITORIO

L’origine del nome della cantina Ilatium affonda le proprie radici in epoca romana quando le legioni, transitando per remote terre di conquista, trovarono nell’attuale Valpolicella un ambiente ideale per la coltivazione di viti, olivi e alberi da frutto e chiamarono quel luogo Ilatium – Illasi ai giorni nostri. Proprio in questo piccolo, rigoglioso borgo ha origine ben 200 anni fa la storia della cantina della famiglia Morini, dapprima coltivatori di uve e conferitori per la Cantina Sociale di Illasi e, a partire dal 2002, proprietari di una fiorente azienda agricola con sede logistica e produttiva a Mezzane di Sotto, non lontano dai vigneti di proprietà. Attraverso un importante lavoro di squadra svolto con dedizione dai 7 membri della famiglia tra fratelli e cugini rappresentati dal fiore a 7 petali che costituisce il logo della cantina, l’azienda negli anni si è molto ampliata arrivando a gestire 44 ettari vitati suddivisi tra i comuni di Mezzane di sotto, Illasi, Grezzana e San Pietro in Cariano in Valpolicella Classica. Posizionata strategicamente in mezzo alle grandi denominazioni del territorio, Valpolicella e Soave, la cantina Ilatium concentra la propria produzione solo sui vitigni autoctoni rossi per il 70% - Corvina, Corvinone, Rondinella, Croatina, Oseleta, Casetta – e sui bianchi Garganega e Trebbiano di Soave per il restante 30%, dimostrando così un forte legame con la tradizione.

EN - Cantina Ilatium: family and territory are our strenght. The Morini’s Cantina Ilatium owes its success to a teamwork and to its close bond with its territory. The origin of the name “Cantina Ilatium” plunges its roots in the Roman age, when the legions passing through distant conquered lands found in the current Valpolicella an ideal place to cultivate vines, olive trees and fruit trees. They called that place Ilatium – nowadays Illasi. 200 years ago, in this little but luxuriant village started the story of the Morini family: at first winegrowers who bestow the grapes to the cooperative of Illasi and, since 2002, owners of a flourishing winery with logistic and productive seat in Mezzane di Sotto, not so far from their vineyards. Through an important teamwork, carried out with devotion by the seven members of the family – siblings and cousins represented by the seven-petal flower in the logo of the cellar – the winery has grown it time. Nowadays it manages 44 hectares of vineyards that grow among the municipalities of Mezzane di sotto, Illasi, Grezzana and San Pietro in Cariano in the Valpolicella Classica. In a strategical position among the great denomination of this territory, Valpolicella and Soave, Cantina Ilatium focuses its production the autochthonous grape varieties: 70% red – Corvina, Corvinone, Rondinella, Croatina, Oseleta, Casetta – and 30% white – Garganega and Trebbiano di Soavelose – showing its close bond with its territory.

(Sara Valitutto)

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La famiglia Morini proprietari di Cantina Ilatium – 2 fratelli e 5 fratelli che tra di loro sono cugini

Az. Agricola LATIUM di Morini S.s. Sede legale: Via Giara, 34 37031 ILLASI VR Tel: +39 392 904 8995 W LATIUMMORINI.IT


Wine Experience

Classe 74, Valentina Merolli si avvicina fin da giovane al mondo del vino, facendo della sua grande passione una professione. Conseguito il diploma AIS, vince nel 2009 il concorso Master del Sangiovese e si aggiudica il primo premio come miglior sommelier toscana. Solo pochi anni dopo si colloca al terzo ed al secondo posto nella classifica nazionale AIS. Importanti ristoranti stellati, italiani e non, l'hanno voluta tra le fila dello staff; eccentrica e poliedrica, si distingue per le grandi doti comunicative e per l'originale impostazione delle sue degustazioni.

A CURA DI VALENTINA MEROLLI

AZIENDA AGRICOLA PALAGETTO PALAGETTO VERNACCIA DOCG VITIGNO/VINES: VERNACCIA REGIONE/REGION: TOSCANA ZONA/AREA: SAN GIMIGNANO

Vino chiaro, molto limpido e luminoso, di colore giallo paglierino tenue, ruotandolo nel bicchiere mi dimostra una media struttura ed estratto, con archetti piuttosto scorrevoli, che mi indicano un’alcolicità media di 12,5%. Il naso è pulito e semplice: si evidenzia una frutta a polpa bianca, con note di agrumi freschi, limone candito, la mela, erba tagliata, erbe amare, il tarassaco, erbe aromatiche. Nel complesso sottile e delicato. Di beva facile e piacevole, acidità rinfrescante, con richiamo di limone e agrumi, esprime la naturalità del vitigno e territorio, in un corpo contenuto, con piacevole finale tipicamente ammandorlato e delicata sapidità. Di qualità molto buona, ottimo per aperitivo, con insalate estive colorate. Tutta la tipicità di una storica Docg e del suo territorio.

Bright and clean light straw yellow, in the glass shows average structure and extract with arches that flow down quite rapidly as a proof of an average alcohol content (12.5%). Its bouquet is clean and simple: it reveals white pulp fruits, fresh citrus aromas, candy lemon, apple, cut grass, bitter herbs, dandelion, aromatic herbs. Thin and delicate, as a whole. Easy to drink and pleasant, refreshing acidity, with citrus inklings, it expresses the naturalness of its grape variety and of its territory in a contained structure, with a typical almond pleasant ending and delicate savor. A high quality wine, ideal as aperitif, with summer colorful salads. The typical flavors of a historical Docg and of its territory.

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2019

PALAGETTO.IT

RIDOLFI BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG VITIGNO/VINES: SANGIOVESE GROSSO REGIONE/REGION: TOSCANA ZONA/AREA: MONTALCINO

Aspetto visivo bello, di colore Rubino tenue, luminoso e trasparente con venatura granato, ruotandolo nel calice mostra una bella struttura ed una lacrimazione lenta , sintomo di alcolicità importante. Sfera olfattiva pulita, si apre con note di marasche sotto spirito, amarene, sentori di sottobosco, hummus, frutta e spezia scura di pregiata eleganza, seppur con tratti austeri. Vino secco, con sorso di notevole impatto, signorile, gradevole e generoso, morbidezza data dall’alcolicità, ben bilanciato da freschezza, ma soprattutto caratterizzato da un tannino di pregiata fattura, maturo e con finale dolce. Vino da amare. Adesso come fra 15 anni. Puro ed estremamente territoriale, come protetto dal suo storico fascino.

Beautiful, with a bright and transparent light ruby red color with garnet nuances. In the glass, it shows a good structure and slow tears that proof an important alcohol content. Its bouquet is clean; it opens with perfumes of morel cherry preserved in alcohol, sour black cherry, hummus, dark fruits and spices. Elegant and severe. Dry taste, with a considerable impact, noble, pleasant and generous; soft, due to its alcoholic content; well balanced with its freshness; characterized by precious ripe tannins; sweet ending. A wine to love. Now as well as in the next 15 years. Pure and typical of its territory, as if it was protected by its historical charm.

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2015

RIDOLFIMONTALCINO.IT

TENUTE VILLA DEI PINI NERO DI TROIA IGP VITIGNO/VINES: NERO DI TROIA REGIONE/REGION: PUGLIA ZONA/AREA: CERIGNOLA

Il vino si presenta di color rubino intenso e piuttosto profondo, di bella concentrazione e massa colorante. Si muove nel calice con archetti fitti e lacrimazione lenta, mostrando un corpo pieno ed alta alcolicità. Naso bellissimo, pulito e netto, si apre tra note di confettura di bosco, arancia sanguinella dolce, spezie calde, di sandalo e cannella, chiodi di garofano, erbe aromatiche e note balsamiche di anice, la china. Naso concentrato e ricco di sentori, schiacciata dolce con l’uva. Il vino è secco, con sorso di bella pienezza, caratterizzato da piacevole rotondità e texture glicerica data da alcolicità generosa, ben bilanciata da buona freschezza e da tannini maturi e vellutati; una beva suadente e piacevole, molto confortante. Vino da abbinare a piatti robusti e saporiti della tradizione italiana. Energica espressione del sud, caldo ed avvolgente.

2017

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This wine presents itself with an intense and deep ruby red color, beautiful concentration and coloring mass. In the glass, it shows thick arches and slow tears, a proof of a structured body and an important alcohol content. Its clean and sharp bouquet opens with perfumes of wild berries marmalade, sweet red orange, warm spices, sandalwood, cinnamon, clove, aromatic herbs, and balsamic anise and cinchona inklings. Concentrated and rich of aromas. A dry taste, a full and beautiful drop, pleasant roundness and glyceric texture, generous alcohol content, well balanced with a good freshness and ripe tannins; pleasant and seductive, very comfortable. Excellent with structured and savory dishes of the traditional Italian cuisine. Vivacious, warm and enveloping expression of the South.

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VINICOLAERRICO.IT


PELLICOLE DI GUSTO

Saint Amour, la route des vins che non ti aspetti A CURA DI LORENZO BIANCIARDI

Ci sono tanti modi di avventurarsi alla scoperta della route des vins, la strada dei vini che percorre idealmente il territorio francese. Quello intrapreso da Jean (Gérard Depardieu) e dal figlio Bruno (l’attore Benoît Poelvoorde) è sicuramente uno dei più originali. Entrambi allevatori di bestiame nella tenuta di famiglia, sono i protagonisti di Saint Amour (2016), film diretto da Benoît Delépine e Gustave Kervern. Siamo alla Fiera dell’Agricoltura di Parigi, dove i due espongono un bellissimo toro Nabucodonosor. Nell’attesa della parata finale

che premierà il vincitore, decidono di concedersi qualche giorno di viaggio scendendo in taxi verso sud, per attraversare tutta la Francia del vino. Eccoli arrivare alla punta meridionale della Borgogna, nella zona di Juliénas, per assaggiare uno dei dieci cru di Beaujolais che dà anche il titolo al film, il Saint Amour. È proprio in quell’occasione, al ristorante, davanti a una bottiglia di robusto Gamay, che Jean prova a ricostruire un dialogo col figlio (fino ad allora impossibile): «La vita è come un campo arato, non si va sempre dritti. E alla fine del campo, bisogna essere in grado di tornare indietro». Fuor di metafora, Gérard Depardieu cerca di scuotere il figlio, suggerendogli che «a volte bisogna cambiare direzione per prendere delle decisioni» e convincerlo così a non abbandonare l’attività di famiglia. Bruno è quasi un disadattato sociale, poco abile nei rapporti con il gentil sesso e soprattutto “maestro” di sbronze, sulle quali potrebbe certamente scrivere un trattato, per la precisione con cui riesce a classificare tutte le sue dieci “fasi” principali (dalla distensione alla vergogna). Il viaggio, si sa, è il momento perfetto per andare alla ricerca di se stessi: mentre si percorre la valle del Rodano, fino a toccare Carcassonne, le incomprensioni tra padre e figlio, tra un bicchiere di vino e l’altro, sembrano scemare. E il Bordeaux ormai è lì ad attenderli… Tutto attorno, le situazioni e i personaggi incontrati assumono i lineamenti del grottesco: il tassista dalla doppia vita che si spaccia per abile donnaiolo; la giovane e sgangherata cameriera; lo stralunato proprietario del B&B. Per arrivare alla misteriosa ragazza dai capelli rossi, che galoppa lungo la carreggiata (l’attrice Céline Sallette). Un altro road movie del vino che, per la strada, si riempie di storie strampalate e figure indecifrabili: sulla scia della pellicola cult Sideways, anche qui si alternano attimi goliardici e divertenti a momenti malinconici e densi di nostalgia. La Francia dei grandi cru, in tutto questo, fa solo da sfondo alla storia: quello che interessa ai registi è smascherare la fragilità umana. Perché, dietro la facciata dei nostri burberi allevatori, si nasconde anche un lato più tenero e sincero. E per coglierlo, nel film, spesso servono i calici alzati. La tradizione non mente, in vino veritas.

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food&beveragenda

18/04/21 VERONA

VINITALY 18 – 21 aprile 2021 Vinitaly, la fiera di riferimento per il comparto vino Italia e una delle più importanti al mondo, alla fine ha dovuto cedere. Inizialmente la fiera era stata posticipata di qualche mese e riprogrammata per giugno. Ma alla luce del protrarsi dell’emergenza, aggiungendoci anche il malumore manifestato da diversi gruppi di produttori e associazioni verso questa decisione, alla fine Veronafiere ha decretato lo spostamento di un anno, con appuntamento al 2021. Stessa cosa per l’appuntamento con OperaWine, che slitta di un anno. Sono stati riprogrammati anche gli altri appuntamenti internazionali firmati Vinitaly, le fiere e i roadshow. Mantovani: “il post emergenza per noi si chiama rinascita, che fino all’ultimo abbiamo continuato a confidare potesse avvenire a giugno. Ma la crisi sanitaria si è, come evidente a tutti, decisamente inasprita e ciò che inizialmente sem-

14/04/21 brava possibile ora non lo è più”. E il presidente di VeronaFiere, Maurizio Danese, aggiunge: “Abbiamo ridefinito gli obiettivi e le strategie del Gruppo per proseguire l’attività in Italia e all’estero e ripartire prontamente quando si tornerà a pieno regime”. Questa emergenza ha avuto un impatto enorme sull’industria delle fiere. Ad oggi, sono oltre 200 le manifestazioni sottoposte a revisione di calendario, con una perdita complessiva che sfiora i 6 miliardi di euro e 51.400 posti di lavoro a rischio, senza considerare l’indotto e la perdita di 39 miliardi di euro di export generati dalle rassegne internazionali per le PMI europee. Mantovani annuncia investimenti straordinari, con la volontà anche di mettersi a disposizione del settore e del sistema della promozione per considerare la realizzazione di un evento innovativo il prossimo autunno a servizio delle aziende.

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VINITALY.COM

TOKYO

WINE&GOURMET JAPAN 14 – 16 aprile 2021 Il Giappone è il terzo mercato economico più grande dopo Stati Uniti e Cina, con una cultura alimentare unica e sofisticata. Wine & Gourmet Japan è l’unica piattaforma professionale dedicata a cantine internazionali, produttori di birra, liquori e prodotti gourmet sul mercato giapponese. Arrivato alla sua undicesima edizione, l’evento offre attività di matching altamente personalizzate, sia online che in loco, per espositori e buyer. L’evento combina la tradizionale fiera B2B con un programma di eventi completo che comprende seminari, degustazioni, sessioni di abbinamento vini, premi per le etichette più belle, tavole rotonde e molto altro ancora.

W WINEANDGOURMETJAPAN.COM WINE&GOURMET JAPAN

23/05/20 CITTÀ DI CASTELLO

ONLY WINE FESTIVAL 23 – 25 maggio 2020 Only Wine è sinonimo oramai di giovani produttori e piccole cantine, ma anche di grandi vini di qualità come quelli selezionati da Luca Martini, già miglior sommelier del mondo. Si terrà nel Centro Storico di Città di Castello, in provincia di Perugia e avrà come protagoniste le migliori 100 piccole cantine “under 40”: tre giorni di evento, di cui il lunedì sarà dedicato a operatori di settore e stampa. Il calendario – sempre molto ricco – quest’anno vanta anche due degustazioni d’eccezione. W ONLYWINEFESTIVAL.IT

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VINITALY


04/2020 SPOSTAMENTI DATE CAUSA COVID-19

05/2020 9 – 10 MAGGIO

NIZZA E’ BARBERA PROWEIN

Dusseldorf www.prowein.com

Nizza Monferrato www.nizzaebarbera.wine

SPOSTATO AL 21 – 23 MARZO 2021

17 – 18 MAGGIO

PESARO WINE FESTIVAL

Lido di Camaiore (LI) www.vinidautore.info

Pesaro www.pesarowinefestival.it

10 – 15 GIUGNO

RADICI DEL SUD Sannicandro di Bari www.radicidelsud.it

TERRE D’ITALIA

18 - 20 GIUGNO

ROMA HORTUS VINI

SPOSTATO AL 6 – 7 GIUGNO 2020

Roma www.romahortusvini.com

WINE&GOURMET JAPAN

www.wineandgourmetjapan.com Tokyo

SPOSTATO AL 14 – 16 APRILE 2021

06/2020

PROWEIN

ONLY WINE FESTIVAL Città di Castello (PG) www.onlywinefestival.it

SPOSTATO AL 23 – 25 MAGGIO 2020

VINITALY

Verona www.vinitaly.com

SPOSTATO AL 18 – 21 APRILE 2021

OPERAWINE

Verona www.operawine.it

SPOSTATO AL 17 APRILE 2021

SUMMA

Magré (BZ) summa-al.eu

SPOSTATO AL 17-18 APRILE 2021

VINNATUR

Gambellara (VI) www.vinnatur.org

SPOSTATO AL 17-19 APRILE 2021

IWINETC

Trieste www.iwinetc.com

SPOSTATO AL 27 – 28 OTTOBRE 2020

CFDF

Chengdu, Cina

SPOSTATO A 21 – 23 MAGGIO 2020

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TENDENZE SPARKLING a cura di Chiara Martinelli

EXPLOIT DI SPARKLING ITALIANO ALL’ESTERO: IL 2019 CHIUDE CON UN DECISIVO “PIÙ” SULLE ESPORTAZIONI

Sebbene l’export in questo momento sia una delle preoccupazioni maggiori del comparto vino, a far tirare un sospiro di sollievo sono i dati Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) sul report 2019. Ciò che emerge dai dati Istat è l’impennata di consumi degli spumanti, in particolare del Prosecco che determina il successo della domanda estera con 4 milioni di ettolitri e un +5% dei valori nei ricavi. Positivi anche i consumi interni con una produzione che supera 760milioni di bottiglie, di cui due terzi destinati all’estero, per un volume di affari calcolato intorno ai 3,3 miliardi di euro. Tra i paesi in crescita nelle esportazioni ci sono gli Stati Uniti, dove lo spettro dei dazi non sembra (almeno per il momento) aver rallentato la passione per le bollicine italiane, come dimostra il +12% degli introiti provenienti dal mercato a stelle e strisce. Una riduzione del 10% dei corrispettivi segna lo scenario del Regno Unito, mentre la Germania subisce una flessione del -4,2% a valore. Incoraggiante e sorprendente il dato proveniente dai vicini cugini d’oltralpe: la Francia infatti ha avuto entrate del 28% in più di spumante italiano e quasi per intero di Prosecco, con un +25,5%. Ancora proficuo l’export in Canada, Giappone, Russia e Cina, come anche Svezia e Norvegia, stagnante in Danimarca e Finlandia. La crescente domanda estera del Prosecco rispetto all’intero comparto spumantistico apre riflessioni su molti punti: ci si interroga sulla “rilevanza” del prodotto nel suo complesso, sulla qualità delle bolli-

cine, sulle strategie di marketing adottate nella comunicazione e quindi strettamente correlate al sell out. Altra notizia che avalla l’apprezzamento del Prosecco e dello “sparkling tricolore” fuori dai confini italiani, è la presenza di entrambi nelle carte dei vini dei ristoranti belga, in particolare di Bruxelles. Secondo l’analisi di Mibd (agenzia di ricerche e analisi di marketing sui mercati internazionali) il Prosecco è elencato nelle carte del 12% dei ristoranti della città sede del Parlamento europeo, su un campione di 150 locali presi in oggetto. Nonostante le prime posizioni siano occupate da Champagne e Cava, al n.8 si trova menzionato il Franciacorta e al n.13 il Prosecco di Treviso Doc. Se i numeri pubblicati da Ismea sono un’iniezione di fiducia, lo scenario attuale porta un’incertezza diffusa unita alla preoccupazione di una crisi finanziaria globale che toccherebbe per prime le piccole aziende. Ma c’è anche chi vede il flûte mezzo pieno. La crisi porterà a rivedere gli scambi commerciali, i canali di distribuzione e la possibilità di rilanciarsi reinventando nuovi approcci commerciali, al momento più virtuali (e-commerce, app per le consegne a domicilio, spedizioni gratuite direttamente dal produttore al consumatore). Nell’attesa e nella speranza di far risuonare ancora i bicchieri per un brindisi spumeggiante, tutta la filiera chiede interventi straordinari per attenuare il più possibile gli effetti della crisi pandemica sul settore: ora più che mai sarà importante fare squadra, uniti, per mantenere “i successi” del 2019.

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Superato (solo in parte) lo spettro dei dazi Usa, adesso è la pandemia da Covid 19 a suscitare incertezze e stalli sui mercati mondiali


DISTILLATI & CO. a cura di Martina Ciliani, Cecilia Filoni

EMERGENZA #1

SPIRITI ITALIANI, NUOVE RICHIESTE AL GOVERNO PER SALVAGUARDARE IL SETTORE Anche il settore degli spiriti italiani risponde all’emergenza Coronavirus e trasmette alle istituzioni diverse richieste per tutelare le aziende ed arginare i danni. “Gli operatori devono essere messi in grado di svolgere al meglio il loro ruolo di ambasciatori del sapere fare italiano nel mondo” dichiara Micaela Pallini, Presidente del Gruppo Spiriti di Federvini, che aggiunge “il Governo lavori seriamente su una defiscalizzazione dei fatturati realizzati con l’export; sull’abolizione del contrassegno fiscale applicato sulle confezioni di prodotti destinati al mercato nazionale, non più necessario alla luce degli importanti investimenti realizzati per collegare digitalmente l’operatore alle Autorità di controllo; nonché una diminuzione, anche minima del 2%, delle accise sugli spiriti e sui prodotti intermedi per lasciare alle imprese le risorse economiche indispensabili per affrontare l’attuale crisi”. (m.c.)

EMERGENZA #2

IL DISTILLATO CHE DIVENTA GEL DISINFETTANTE In questi tempi il gel disinfettante è diventato un bene raro, introvabile ma necessario per la pulizia di mani, oggetti e superfici. Per soddisfare la crescente domanda molte distillerie americane hanno riconvertito la loro classica produzione: l’alcool contenuto nelle botti viene trasformato in alcool ad alta resistenza che contiene, come richiesto dal Centro per la prevenzione delle malattie infettive statunitense, il 60% di etanolo a cui viene aggiunta aloe vera ed erbe aromatiche. Molte sono oggi le aziende che percorrono questa strada come Listoke in Irlanda, dove il gin diventa un disinfettante, ma anche Absolut Vodka in Svezia, il birrificio scozzese BrewDog e il gruppo Lvmh in Francia che però non ha messo a disposizione le distillerie di Cognac ma le fabbriche di profumi Givenchy e Christian Dior che ora producono gel disinfettante destinato gratuitamente agli ospedali. Anche in Italia giunge da AssoDistil il sostegno alle distillerie per la fornitura di alcol etilico “E’ un piccolo gesto che speriamo possa aiutare concretamente a superare questa situazione, ma anche un segnale verso la comunità italiana: andrà tutto bene se resteremo uniti” ha così spiegato il Presidente Antonio Emaldi. Insomma parola d’ordine solidarietà ma soprattutto sinergia tra tutti i settori per sostenere le emergenti necessità. (m.c.)

EMERGENZA #3

RINVIATO IL 37° PREMIO ALAMBICCO D’ORO Anche il 37°premio Alambicco d’Oro organizzato da Anag si aggiunge alla lista di eventi rinviati causa emergenza Covid-19. La selezione, prevista per marzo, slitta, almeno per ora, a fine aprile (secondo le notizie al momento di andare in stampa, ndr); a partecipare, come ogni anno, grappe, acquaviti d’uva e Brandy da tutt’Italia che verranno giudicati da esperti assaggiatori Anag. Tre le medaglie in palio – Best Gold, Gold e Silver – a cui si aggiungono due premi speciali: quello per la distilleria che otterrà il miglior punteggio complessivo e quello per il packaging più bello. Tutti i prodotti in gara saranno divisi in 9 categorie; per saperne di più, si può visitare il sito www.anag.it (c.f.)

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BIO&GREEN

CORONAVIRUS, CI SI CONSOLA CON UNA BUONA BOTTIGLIA Il virus non blocca gli acquisti nella grande distribuzione dove per il momento rimane alta l’attenzione alla qualità del vino DI CARLOTTA LETTIERI

In questa fase emergenziale, la consapevolezza del consumatore crescerà ulteriormente in termini di acquisti di vino di qualità o, di riflesso, prevarrà l’aspetto economico? È questa una tra le tante domande che si stanno ponendo gli stakeholders del mondo del vino i quali si trovano a dover affrontare un futuro pieno di incognite. “L’emergenza Coronavirus in Italia e la sua diffusione nel mondo sta creando notevoli difficoltà al comparto – spiega il responsabile ufficio vitivinicolo della Coldiretti, Domenico Bosco -. Da una parte, con il blocco del canale Horeca, le aziende di piccole e medie dimensioni, e comunque tutte quelle cantine che sono presenti

in modo prevalente o esclusivo su questo canale, oggi hanno un azzeramento completo delle loro vendite. Dall’altra parte, invece, le aziende presenti nella grande distribuzione hanno avvertito il colpo all’inizio nell’emanazione dei provvedimenti restrittivi, ma adesso sembra che per loro la situazione si stia normalizzando. I consumatori cominciano ad abituarsi al nuovo modus vivendi, negli ultimi giorni hanno ricominciato ad acquistare vino e la previsione è che assisteremo addirittura ad un incremento di vendite”. Secondo un’indagine Coldiretti/Ixe, con l’emergenza gli italiani sono tornati a comprare soprattutto prodotti di base con la tendenza ad accumulare quelli a lunga conservazione come farine, legumi secchi e carne in scatola. Al momento non esistono invece numeri attendibili su certe tipologie di vino come il biologico. Occorrerà infatti aspettare qualche settimana per capire meglio l’andamento delle vendite e se le scelte dei consumatori continueranno ad essere dettate, oltre che dal timore di non trovare più prodotti disponibili sugli scaffali, anche dalla qualità, come è accaduto per il vino biologico

La qualità del vino italiano negli ultimi anni è cresciuta tantissimo di pari passo con l’impegno dei produttori e in questa situazione di difficoltà più o meno marcata, fare uno sforzo di comunicazione come sistema vino italiano potrebbe essere una strada percorribile

negli ultimi due anni. “Finché vivremo il periodo di picco emergenziale – conclude Bosco - immagino che aumenti la volontà di tornare a premiarsi, anche acquistando una buona bottiglia di vino. Nel lungo periodo, invece, tutto è legato alla variabile economica: se il comparto vino non vivrà una crisi importante, mi aspetto solo una leggera contrazione di quelli che sono i quantitativi ma anche del fatturato del settore. Se la crisi dovesse perdurare, dovremo inevitabilmente aspettarci una ripercussione”.

DOMENICO BOSCO, Responsabile Ufficio Vitivinicolo Confederazione Nazionale Coldiretti

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EXTRAVERGINE NEWS a cura di Emanuele Gorelli

EVENTI

ANCHE I PRODUTTORI DI EXTRAVERGINE DI QUALITÀ SI UNISCONO CONTRO IL VIRUS Flos Olei promuove una raccolta fondi per sostenere l’attività della Protezione Civile contro la diffusione del Covid-19

Flos Olei ha lanciato una raccolta fondi a sostegno della Protezione Civile, che ormai da settimane, combatte in prima linea contro la diffusione del Coronavirus. La raccolta, promossa da Marco Oreggia, Laura Marinelli e da tutto lo staff di Flos Olei coinvolge i produttori di extravergine di tutto il mondo, gli stessi inseriti nella guida Flos Olei, ormai da molti anni punto di riferimento essenziale per tutti gli attori di questa vitale filiera e, soprattutto, per milioni di consumatori. L’iniziativa è un segnale positivo con il quale i produttori di olio extravergine di qualità dimostrano in modo concreto di saper reagire ed essere partecipi e solidali nell’affrontare questa battaglia. Flos Olei li ha sostenuti e, raccogliendo la sollecitazione di molti di loro, ha attivato una campagna di raccolta fondi da devolvere alla Protezione Civile, con l’intento di

fornire un aiuto a chi si impegna con tutte le sue forze per alleviare le profonde sofferenze umane delle quali veniamo ogni giorno a conoscenza attraverso i mezzi di comunicazione. “Stiamo vivendo tutti - osserva Marco Oreggia, giornalista internazionale e attento conoscitore del mondo del vino e dell’olio - una sfida che non avremmo mai lontanamente immaginato di dover affrontare, sicuramente la più dura dei nostri anni. Una sfida che però, nel renderci sempre più consapevoli di far parte di un mondo globale, ci fa anche riscoprire un senso di comunità e di fratellanza che forse avevamo messo un po’ da parte nella frenesia della corsa quotidiana”. Per sostenere la raccolta: IBAN: IT56G0760105138299170399172 CAUSALE: FLOSOLEI - IORESTOACASA - COVID 19

Marco Oreggia Giornalista, Critico Enogastronomico ed Esperto Assaggiatore

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L’iniziativa è un segnale positivo con il quale i produttori di olio extravergine di qualità dimostrano in modo concreto di saper reagire ed essere partecipi e solidali nell’affrontare questa battaglia.


LUPPOLO E DINTORNI

MAI RINUNCIARE ALLA QUALITÀ: ORA LA BUONA BIRRA ARRIVA A CASA Parte da Roma Home Beer, l’originale progetto di due studenti romani che vuole conquistare lo Stivale a suon di pinte A CURA DI STEFANIA ABBATTISTA

Tommaso Aguiari (a sx) e Andrea Longhi

Tommaso Aguiari e Andrea Longhi hanno rispettivamente 19 e 20 anni, sono romani e coltivano due grandi passioni: quella per l’informatica e quella per la buona birra artigianale. Con questi promettenti presupposti nasce Home Beer: progetto di beer delivery che consegna la bevanda direttamente a casa. Dopo tre mesi di rodaggio e sperimentazione in cui il servizio era attivo solo in 6 quartieri della Capitale, adesso è stato ufficialmente esteso a tutta la città. Ad aprile (emergenza virus permettendo) sbarcherà a Milano ed entro il 2021 arriverà presumibilmente anche a Torino, Firenze, Bologna e Bari. In un momento nel quale lo “stare a casa” è diventato l’imperativo, un’idea come questa diventa quantomai attuale e utile. E’ pur vero che di food delivery (che nel 2019 ha fatto registrare incassi da 566 milioni di euro) e wine delivery si sente parlare da molto tempo: allora dove sta la vera novità dei due giovanissimi studenti romani? La novità è più d’una, a ben guardare. Prima di tutto: una piattaforma di consegna di birra

artigianale, con tanto di cibo selezionato in accompagnamento, non esisteva ancora. La birra viene scelta in collaborazione con le birrerie e i birrifici di Roma scegliendo quelle più vicine ai destinatari, cosa che consente di stare nei soli 30 minuti promessi come tempo di consegna. I riders sono stati dotati di scooter elettrici (oltre che naturalmente di guanti e mascherine, come l’attuale contingenza impone). Gli italiani, del resto, si rivelano amanti di birra e la preferenza è in ascesa: il 77% la consuma abitualmente, praticamente tre italiani su quattro, e per berla prediligono l’atmosfera rilassata e intima del proprio appartamento. Come funziona la piattaforma? L’utente, attraverso homebeer.it si può geolocalizzare, individuando così la birreria più vicina disponibile al servizio. La piattaforma propone, in base alla birra scelta, l’abbinamento “perfetto” con cibi di qualità. Il selezionatore del match è d’eccezione: se ne occupa Alfonso Del Forno, degustatore Unionbirrai nonchè

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formatore Slow Food. Tra i prodotti che è possibile ordinare ce n’è uno che ha anche un “peso” sociale: si tratta di “Birra Vale la Pena”, progetto brassicolo nato nel 2014 all’interno del carcere di Rebibbia. “Lavoravamo da tempo a questo progetto e siamo fieri di lanciare finalmente Home Beer su Roma” - hanno detto Andrea e Tommaso -. In questo momento così difficile per tutti, vogliamo lavorare per supportare birrerie e pub, permettendo loro di continuare in qualche modo la propria attività, arrivando direttamente nelle case dei clienti. Abbiamo momentaneamente anche dimezzato le commissioni e le spese di spedizione, per dare il nostro contributo alla sopravvivenza del settore. Per distinguerci, abbiamo scelto di puntare con decisione su piccoli birrifici, spesso anche a conduzione familiare”. Un progetto meritevole, con presupposti di originalità e ispirazione che potranno farlo durare ben oltre la contingenza del momento.

www.homebeer.it


VIGNA & CANTINA

CRISI DA PANDEMIA? PUÒ SALVARCI L’E-COMMERCE Mentre il settore vino chiede misure straordinarie, le piattaforme di vendita online registrano un aumento delle vendite A CURA DI ELISA BERTI E CECILIA FILONI

La crisi trasversale che ha colpito l’economia mondiale, a seguito della chiusura delle principali attività commerciali, ha investito e imposto uno stop anche alle aziende vinicole. La vita in vigna non ha subito grandi stravolgimenti, considerato che la primavera è un momento di grande impegno sul campo e tra i filari, nella speranza che questo 2020 “bisesto e funesto” regali un’ottima annata sotto l’aspetto della qualità enologica. Le aziende vitivinicole, infatti, non hanno subito lo stop forzato ai lavori, imposti per altri settori da parte dei decreti governativi, ma le difficoltà a livello commerciale si sono presentate in modo repentino e prepotente. Mentre le associazioni di categoria chiedono un “tavolo del vino” al Governo, per tutelare un settore trainante dell’economia, il wine delivery sembra l’unica soluzione che possa, in qualche modo, ovviare al problema Investire sull’e-commerce? Per questo le cantine chiudono al pubblico, ma si aprono sempre di più al virtuale. Sono tante, infatti, le aziende che, da nord a sud della Penisola, hanno potenziato il proprio e-commerce

per offrire ai clienti un servizio il più possibile efficiente e aggiornato: il vino si sceglie online e poi arriva direttamente a casa, per regalare uno sprazzo di normalità in una situazione così delicata. E per quelle aziende che non dispongono di una propria piattaforma, ci sono siti e app specializzati che collegano la cantina alla tavola e che, proprio in queste settimane, hanno registrato un boom di visualizzazioni. Ne è un esempio Winelivery, applicazione per vino a domicilio nata a Milano nel 2016 che, soltanto nelle prime settimane di emergenza Coronavirus nel nostro Paese, ha registrato un aumento delle vendite del 25%, che diventa +50% se ci si sofferma all’analisi dei dati delle sole città del Nord Italia. Sulla stessa lunghezza d’onda, la piattaforma Enosocial: al 9 marzo si parla di una crescita di ordini online di +173% sullo stesso periodo 2019, con un +594% di bottiglie vendute. Un trend esponenziale, che in parte rimpiazza la vendita diretta, anche perchè molte cantine hanno capito che in questo momento è l’unico modo o quasi per vendere vino Gli italiani, dunque, non rinunciano alla compagnia di una buona bottiglia, anzi, il vino si conferma ancora di più un mezzo di condivisione: può aiutare

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ad alleviare i momenti di solitudine di questi giorni e, perché no, farci sentire vicini brindando, anche se solo virtualmente, con amici e parenti lontani.

UNO SGUARDO AL FUTURO L’e-commerce è una soluzione che risulta particolarmente utile in un momento in cui spostamenti e contatti fisici sono vietati, ma che non dovrà essere accantonata quando l’emergenza sarà finita: i numeri di questi giorni ci insegnano che la rete ha grandi potenzialità e che è una preziosa marcia in più che può affiancare – non certo sostituire – la vendita diretta. D’altronde, le previsioni dell’International Wine & Spirits Research (IWSR) avevano già ipotizzato un aumento delle vendite online da qui al 2024 di oltre il doppio, passando da 21 a 45 miliardi di dollari: stime che, a questo punto, dovranno probabilmente essere ritoccate al rialzo. E l’Italia, che fino a questo momento risultava indietro rispetto ad altri Paesi – nel 2019 solo 50 milioni di euro – vedrà, forse, cambiare le proprie abitudini. È nei momenti di difficoltà che nascono le idee migliori: chissà che proprio questo non possa essere uno dei punti da cui ripartire.


Vino e Covid-19, tra Faq e Fake E’ vero che un bicchiere di vino disinfetta il cavo orale e la faringe, area in cui si annidano i virus nel corso delle infezioni? L’affermazione, fatta da Assoenologi tramite comunicato stampa del 12 marzo, è stata smentita dagli esperti. “Non scherziamo, non c’è nessuna prova scientifica di questa affermazione, che è da stigmatizzare- commenta all’AGI Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto ortopedico Galeazzi e ricercatore di Igiene generale ed applicata all’Università degli Studi di Milano- È un’affermazione da condannare assolutamente: non si può pensare una cosa del genere. Per la disinfezione ci vuole ben altro”. “Vergognoso che siano divulgate queste affermazioni in questo momento, magari per vendere di più- ha rincarato Riccardo Gatti, medico e direttore del Sert dell’ospedale Santi Paolo e Carlo di Milano - Sarebbe come dire che chi è ubriaco è sempre sano e non prende infezioni. Non mi sembra proprio il caso di aumentare la confusione spingendo le persone a consumi inutili e, comunque, non positivi per la salute, proprio in un momento in cui è necessario fare di tutto per conservarla”. Il vino può essere veicolo di carica virale? La sopravvivenza del virus nel vino appare impossibile in quanto la concomitante combinazione della presenza di alcol, di un ambiente ipotonico e della presenza di polifenoli, impedisce la vita e la moltiplicazione del

virus stesso. Dopo il diffondersi di fake news che dichiaravano il contrario e che hanno invaso le bacheche dei principali social network, all’unisono si sono levate molte voci note del mondo del vino. Riccardo Cotarella, in primis, ma anche la Cantina di Negrar nella persona di Daniele Accordini, direttore ed enologo. Nel suo videomessaggio Accordin ha voluto rassicurare la clientela e contrastare “l’immotivata campagna denigratoria che circola nei nuovi media, rischiando di infierire ulteriori colpi all’economia del vino italiano, già provata dagli effetti dell’emergenza”. E’ pericoloso ricevere pacchi dalle zone coinvolte nell’epidemia? No, non è pericoloso. L’OMS ha dichiarato che le persone che ricevono pacchi non sono a rischio di contrarre il nuovo Coronavirus, perché lo stesso non è in grado di sopravvivere così a lungo sulle superfici di oggetti che impiegano giorni ad arrivare. E’ pericoloso acquistare vino in cantina direttamente dal produttore?

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Per la vendita diretta il discorso cambia, dal momento che il virus che causa COVID-19 sopravvive sulle superfici. Gli studi suggeriscono che i coronavirus (comprese le informazioni preliminari sul virus COVID-19) possono persistere sulle superfici per alcune ore o fino a diversi giorni. Questo può variare in condizioni diverse (ad esempio il tipo di superficie, la temperatura o l’umidità dell’ambiente). Il discorso relativo alla pulizia della superficie degli oggetti vale, quindi, anche per la bottiglia di vino: basta che questa venga pulita con un semplice disinfettante per uccidere il virus e proteggere te stesso e gli altri.


ASSICURAZIONI

Coronavirus: Agricola Masi tutela i propri dipendenti con una copertura assicurativa specifica per il Covid-19 In un momento di grande difficoltà per il Paese, l’azienda vitivinicola della Valpolicella rafforza la tutela della salute e della sicurezza dei propri dipendenti: il Gruppo Masi ha, infatti, deciso di mettere a disposizione dei propri dipendenti nuove coperture assicurative sanitarie, specifiche in caso di contagio da Coronavirus. Oltre ad aver attivato forme di tutela come lo smart working e l’orario continuato in aiuto dei dipendenti con responsabilità genitoriali, hanno attivato nuove polizze sanitarie assicurative, integrative di quelle già in essere, per offrire un supporto concreto in caso di infezione diagnosticata, per il recupero della salute e la gestione del periodo di emergenza. Tra le tutele previste, la polizza garantisce indennità per ogni giorno di ricovero, superiore al settimo; indennità di convalescenza a seguito di ricovero causato dall’infezione al virus; un pacchetto di assistenza post ricovero che comprende il trasporto in ambulanza, trasporto dal pronto soccorso al domicilio, il trasferimento e rientro dall’istituto di cura specialistico, l’invio di una collaboratrice/collaboratore familiare, servizio di baby-sitter, la consegna della spesa a casa e l’invio di un pet-sitter.

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Sandro Boscaini, presidente del Gruppo Masi


PRODUZIONE

DIETRO OGNI CRISI, UNA POSSIBILE RINASCITA

Attilio Scienza, celebre professore dell’Università di Milano

Sarà difficile dimenticare questo periodo, se non altro per gli stravolgimenti che ha portato nella nostra quotidianità e per il clima di incertezza in cui ci siamo trovati a vivere. Ma ogni crisi, dichiara Attilio Scienza, celebre professore dell’Università di Milano, porta con sé anche degli insegnamenti positivi: “Ci sarà un maggiore rispetto verso i beni alimentari ed i fenomeni naturali, perché l’incertezza nella nostra capacità di dominare la natura ci porterà ad essere più responsabili nel rapporto con l’ambiente. Sarà una lezione fondamentale, specialmente per i più giovani, sulla necessità di essere più sensibili e sulla nostra aleatorietà”. Previsioni che il professore fa guardando alla Storia e alle tante crisi che hanno sconvolto l’Umanità nel corso dei secoli. Per quanto riguarda il vino, il rischio è fra qualche mese, quando le aziende potrebbero arrivare al momento della vendemmia con le cantine ancora occupate dalle bottiglie della scorsa annata e, di conseguenza, andare incontro a un abbassamento dei prezzi. La ripresa dei consumi, però, afferma il professore, ci sarà: “Come succede dopo una guerra, c’è un comportamento che i sociologi dei consumi chiamano a “V”, ovvero un crollo dei consumi e delle attività ma che poi, dopo aver toccato il fondo, ripartono con grande vitalità e vigore.”

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RIPRISTINARE LA FERTILITÀ DEL SUOLO E POTENZIARE LA CRESCITA RADICALE CON BLUVITE BluAgri negli ultimi anni ha dedicato particolare attenzione alla ricerca dei meccanismi di azione e agli effetti del microbiota nei confronti della vite. L’imponente lavoro svolto in numerose zone viticole ha dimostrato come l’utilizzo di BluVite consente di ripristinare i naturali meccanismi di interazione tra l’apparato radicale e i microorganismi del suolo incrementando l’emissione di radici secondarie responsabili dell’assorbimento dei nutrienti. I risultati osservati nelle diverse prove in campo hanno dimostrato come i microorganismi del suolo siano essenziali per la gestione della nutrizione del vigneto. BLUAGRI SRL Via Pacinotti, 43/a 30020 Pramaggiore (VE) +39 0421200304 www.bluagri.com info@bluagri.com

LIQUIDITÀ

COLDIRETTI: È ALLARME FATTURATO PER LE CANTINE Allarme liquidità per 4 cantine su 10: lo scenario prospettato dalla Coldiretti circa il crollo del fatturato per le aziende vitivinicole non è confortante. La chiusura forzata di strutture ricettive all’Italia e all’estero ha portato ad un forte calo di vendite dei vini di qualità, aggravato anche dalle difficoltà logistiche. Le misure messe in campo con il decreto Cura Italia e lo stanziamento di 750 miliardi di euro per le aziende italiane, sono utili ma non possono bastare a fronteggiare la crisi. La Coldiretti ha presentato al Governo il piano salva vigneti con il quale, attraverso la distillazione volontaria, si prevede di togliere dal mercato almeno 3 milioni di ettolitri di vini generici da trasformare in alcol disinfettante per usi sanitari. La misura favorirebbe l’acquisto di alcol italiano, ma anche di ridurre le eventuali eccedenze produttive.

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L’IMPRONTA GREEN DI BELBO SUGHERI PROGRESSO TECNOLOGICO, SCIENZA E NATURA: ECCO L’IMPEGNO DELL’AZIENDA ASTIGIANA PER L’AMBIENTE Uno dei leader riconosciuti nel mondo delle chiusure per il vino in Italia è certamente Belbo Sugheri, l’azienda astigiana che l’anno scorso ha addirittura triplicato l’area del proprio stabilimento di Calamandrana, per far fronte ad esigenze di rinnovamento e ulteriore miglioramento tecnico, attraverso l’innesto di macchinari di ultima generazione. Belbo Sugheri è certificata FSSC22000 (Food Safety System Certification) da giugno 2018: dentro questo acronimo c’è la garanzia di una sempre maggiore qualità e sicurezza del prodotto, basata sui principi HACCP, che garantisce gli standard di sicurezza alimentare.

Belbo Sugheri ha poi dimostrato particolare sensibilità e attenzione alla tematica della sostenibilità ambientale; la vocazione “green” dell’azienda è attestata dalle certificazioni ISO14001 e ISO50001, entrambe appena ottenute. La prima, ISO14001, stabilisce i requisiti per un sistema di gestione ambientale, aiutando a migliorare le prestazioni ambientali, utilizzando le risorse in modo più efficiente e riducendo gli sprechi. La seconda, la ISO50001, stabilisce, implementa e mantiene un sistema di gestione dell’energia, per un miglioramento costante delle prestazioni, dell’efficienza, della sicurezza e del consumo energetico. Belbo Sugheri è anche il braccio operativo di Diam Bouchage in Italia; l’azienda francese ha recentemente ottenuto – durante il Simei appena concluso a Milano - il premio per l’Innovation Challenge Simei 2019. Il tappo oggetto del premio è Origine by Diam: è questa la “New Technology” insignita come innovazione al servizio della natura. Qual è la particolarità del tappo Origine? Contiene un’emulsione di cera d’api e un legante composto da polioli al 100% vegetali. Una soluzione, questa, altamente innovativa, che offre al mondo del vino una tappatura ancora più naturale, pur lasciando intatta l’affidabilità dei tappi Diam in termini di omogeneità e controllo dell’ossigeno. Resta inoltre

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invariata la garanzia Diam dell’eliminazione totale del TCA, molecola responsabile del ben noto “sentore di tappo”. (s.a.). BELBO SUGHERI Reg. San Vito, 90/P 14042 Calamandrana (AT) Tel. 0141 75793 Fax 0141 75734 info@belbosugheri.it

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BELBOSUGHERI.IT


DSGLASS: GLI ARTIGIANI DEL VETRO AL SERVIZIO DEL FOOD AND BEVERAGE, L’AZIENDA CAMPANA METTE A DISPOSIZIONE LA SUA ESPERIENZA E UN LIVELLO DI PERSONALIZZAZIONE “SARTORIALE”

Cresce di anno in anno l’azienda campana guidata dai fratelli Gimmelli: Ds Glass ha infatti fatto registrare nel 2019 un poderoso +119,95% entrando così a far parte, ventunesima, della classifica del Sole 24 ore che elenca le 350 aziende italiane a maggior tasso di crescita nel triennio 2016-2019. Sempre per lo stesso triennio, l’azienda si è piazzata al 178° posto nella classifica del Financial Time (la “FT 1000 EUROPE’S FASTEST GROWING COMPANIES”) che considera le prime 1000 aziende europee con maggior tasso di crescita. Risultati, questi, che la rendono oggi un fiore all’occhiello nel panorama imprenditoriale campano e italiano. Il servizio che DsGlass offre è diversificato e completo: un’idea, come sempre, dà il via alla fase iniziale di progettazione; si passa poi all’elaborazione di un disegno tecnico e alla creazione di un prototipo, tutto orientato, con esperienza e tecnica, alla soddisfazione del cliente. Il dialogo che DsGlass instaura con il committente è costante: a seconda dei gusti, degli obiettivi e del tipo di prodotto contenuto, sulla bottiglia è possibile appli-

care incisioni, rilievi e decorazioni, oppure satinature ad acido o con vernici apposite. La personalizzazione è al centro di tutto il processo produttivo firmato DS Glass. L’azienda di Arzano non trascura nemmeno il packaging: offre infatti un’ampia scelta di sistemi di chiusura, dai sugheri (naturali o sintetici) al legno per i distillati alle capsule in alluminio per vasi e bottiglie. L’offerta abbraccia più settori: non solo il mercato del vino, che pure rappresenta un primario riferimento, ma anche quello dell’olio e dell’aceto, dei distillati e delle birre artigianali, passando per le confezioni votate all’alta gastronomia gourmet e arrivando infine all’industria conserviera, ittica e degli sciroppi alimentari. Un panorama vasto, come si vede, servito con capillarità e professionalità dalla famiglia Gimmelli, consapevole che “una bella bottiglia o un vaso particolare attirano immediatamente l’attenzione del cliente, suscitando un’emozione e favorendo l’esperienza dell’acquisto”. Da ultimo, c’è da segnalare che DsGlass

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mette a disposizione anche un ampio magazzino per lo stoccaggio delle merci, per andare incontro in special modo alle piccole realtà che talvolta non dispongono di spazi adeguati. Su richiesta, poi, l’azienda rende disponibile il servizio di consegna con i propri mezzi, completando così la gamma dei servizi offerti. Via Sette Re, Arzano (NA) Tel: 081 191 68 265 Email: info@dsglass.it Tutte le info su: W DSGLASS.IT


TAPÌ CHIUSURE UNICHE DENTRO E BELLE FUORI, SIMBOLO DI ECCELLENZA ED ELEGANZA Le chiusure Tapì sono controllate al 100% in base al peso, diametro, lunghezza ed ognuna viene verificata singolarmente per spessore, diametro e difetti superficiali.

Nel vino nulla viene lasciato al caso e la sua conservazione è un aspetto fondamentale. Ecco perché anche la scelta del tappo risulta importante per il riposo in bottiglia. Lo sa bene Tapì, il Gruppo internazionale specializzato nella progettazione e nella creazione di chiusure presente oggi in più di 60 paesi nel mondo. Piccoli capolavori di packaging design dotati di funzionalità e tecnologia all’avanguardia e accompagnati da uno stile esclusivo in grado di completare con eleganza ogni prodotto. “Il punto di forza del Gruppo Tapì – spiegano dall’azienda – è la capillare presenza globale con siti produttivi, uffici commerciali e distributivi, strutture di ricerca e sviluppo, dislocati nei principali mercati e Paesi nel mondo. Crediamo nella collaborazione profonda e nella cross-pollination dei nostri team, che ci permette di innovare in un modo che altri non possono, convinti che opinioni e culture diverse sono il bene più prezioso per la nostra azienda”. Idee, scelta delle materie prime, formazione di personale qualificato e perfezionamento dei controlli di qualità si traducono in eccellenza in ogni settore di attività: “La nostra mission – continuano - è progettare e promuovere la vendita di chiusure caratterizzate da un

alto contenuto di design ed elevate prestazioni. Ogni chiusura viene prima progettata virtualmente e poi testata fisicamente, assicurando così che la sicurezza e le prestazioni di ogni prodotto siano verificate prima che venga messo in produzione. Un processo fondamentale per raggiungere il livello massimo di qualità e innovazione che ci contraddistingue”. Da alcuni anni Tapì ha stretto un’alleanza strategica con il Gruppo MASilva, multinazionale che produce tappi di sughero naturale dal 1972: “Grazie a processi produttivi unici al mondo e con impianti costruiti e brevettati – concludono dall’azienda – lavoriamo a fianco di MASilva per trasmettere alle eccellenze vitivinicole italiane il valore rappresentato dall’utilizzo del sughero naturale e far percepire il brand MASilva come un modello di industria del sughero ai vertici della qualità e affidabilità, il tutto in chiave ecosostenibile”. Tapì S.p.a. – Wine Division Via Comello, 42 36028 Rossano Veneto VI tel. +39 0424 540077 info@tapigroup.com W TAPIGROUP.COM

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BLUAGRI RIPRISTINARE LA FERTILITÀ DEL SUOLO E POTENZIARE LA CRESCITA RADICALE CON BLUVITE BluAgri, negli ultimi sei anni, ha dedicato particolare attenzione alla ricerca dei meccanismi di azione e agli effetti del microbiota nei confronti della vite. Il gruppo di lavoro R&D ha effettuato più di 450.000 misurazioni in 2000 ha di prove in campo per valutare l’efficacia della nuova tecnologia BluVite. L’imponente lavoro svolto in numerose zone viticole ha dimostrato come l’utilizzo di BluVite consente di ripristinare i naturali meccanismi di interazione tra l’apparato radicale e i microorganismi del suolo incrementando l’emissione di radici secondarie responsabili dell’assorbimento dei nutrienti. Il risultato osservato nelle diverse tesi dimostra che le porzioni trattate con BluVite sviluppano una pianta più sana ed efficiente dal punto di vista della traslocazione linfatica e della fotosintesi, migliorandone l’efficienza nutrizionale. Questi elementi risultano indispensabili nella gestione del vigneto in vista dei cambiamenti climatici in atto. Conservare la fertilità del suolo e l’efficienza della pianta consente di ottenere una mitigazione

delle temperature della chioma e del grappolo, con minor degradazione dell’acidità nelle uve destinate alla produzione di basi spumanti e una maggior concentrazione di antociani e polifenoli totali nelle uve a bacca nera. Infine, uno studio effettuato dal Prof. Simone Vincenzi dell’Università di Padova dimostra una minore presenza di proteine instabili nelle uve, mosti e vini ottenute da vigneti coltivati con BluVite ad indicare il benessere della pianta riducendo, anche in maniera importante, l’utilizzo di bentonite per la loro stabilizzazione a favore della conservazione degli aromi nel vino. BLUAGRI SRL Via Pacinotti, 43/a 30020 Pramaggiore (VE) +39 0421200304 info@bluagri.com W BLUAGRI.COM

BluVite è un attivatore dei microrganismi autoctoni utili, della vite e del terreno. Il suo utilizzo permette, insieme ad una concimazione organica di base, di ridurre gli apporti di fertilizzanti di origine chimica ed inorganica a più del 50%.

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TENDENZA GREEN PER UN PACKAGING ECOSOSTENIBILE, SCEGLI MATELASSÈ EUCALIPTO “Green” non è un solo un termine che indica una tendenza, ma è anche una parola che è entrata a fare parte del nostro lessico quotidiano, dimostrando così che negli ultimi anni l’aspetto eco sostenibile ha toccato le coscienze di tutti. L’eco sostenibilità interessa diversi settori, da quello alimentare all’abbigliamento, al lifestyle fino a toccare anche il mondo del packaging. La sensibilità nei confronti dell’ambiente, è da sempre uno dei cardini dell’azienda Scotton Spa, che ha realizzato per il

settore vinicolo una collezione di scatole per bottiglie tutta ispirata alla natura: Matelassé Eucalipto. Cosa c’è dunque di più “Green” di una confezione per il vino in cartone? Resta solo da scegliere il tipo di scatola più adatta alle proprie esigenze di confezione, che sia per una singola bottiglia fino ad un totale di sei. Ecco quindi la proposta per un packaging eco-friendly, diretta al mondo del vino, con la quale Scotton intende esprimere questa rinnovata necessità di incontro con la natura.

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Scotton Spa Via Vallina Orticella 1 31030 Borso del Grappa (TV) Tel. 0423 913300 scotton@scotton.it W SCOTTON.IT


CO&IN QUANDO LA SOSTENIBILITÀ DEL PACKAGING È UN IMPEGNO SERIO E COSTANTE

Packaging green ed un maggiore impegno delle aziende per ridurre l’impatto ambientale. Non si tratta solo di una moda temporanea, l’attenzione all’ecologia anche nel settore vinicolo è un modus operandi in continua ascesa che riguarda la salute di tutti e del nostro pianeta. Lo sa bene Co&In, azienda di stampa e grafica che opera nel campo degli accessori per il settore moda, food & beverage, cosmetico e oggettistica in genere, che ormai da diversi anni offre ai propri clienti prodotti di altissima qualità e in linea con i più moderni trends eco-friendly. “Essere sostenibili non significa soltanto ottenere certificazioni – spiega Gian Marco Cocchi, presidente dell’azienda. Per noi rispettare l’ambiente è un impegno serio: con passione ed entusiasmo cerchiamo di proporre prodotti realizzati con materiali ecologici, ci impegniamo ad utilizzare sempre meno energia e sempre più pulita, smaltiamo correttamente tutti i rifiuti non riciclabili cercando di diminuire l’utilizzo di sostanze chimiche e ottimizziamo ogni produzione industriale per ridurre al minimo gli scarti e l’utilizzo

di plastiche usa e getta. I nostri macchinari vengono rinnovati costantemente per avere prestazioni energetiche migliori, impieghiamo il più possibile personale e fornitori a km zero e paghiamo con il giusto compenso ogni persona che lavora per noi direttamente o indirettamente”. Quasi 50 anni di esperienza nella trasformazione di un foglio di carta in cartellini, con un’ampia selezione di macchine e tecniche, una produzione interna completa dal progetto alla produzione e alla gestione logistica, inclusi mock-up e campionature. Esperienza che Co&In mette a completa disposizione del mondo del vino: “Produrre in modo responsabile è il nostro impegno per il presente e per il futuro – aggiunge Gian Marco Cocchi. Da qualche anno abbiamo trasferito il nostro know-how in un nuovo progetto dedicato a vino e liquori e abbiamo iniziato a produrre collarini personalizzati per bottiglie con materiali provenienti da foreste gestite in modo responsabile. Inoltre realizziamo un tipo di plastificazione riciclabile con la carta, elegante e ecologica allo stesso tempo”.

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CO&IN S.r.l. Via dell’Artigianato, 40 40057 Granarolo dell’Emilia (Bologna) tel. +39 051 761 460 info@coein.com W COEIN.COM

Co&In – tailored packaging, l’eccellenza italiana nella stampa e nella personalizzazione di collarini per bottiglie realizzati con materiali di qualità e nel rispetto dell’ambiente


Da sinistra: Luana Rossi, Esther Crocioni, Max Rizzi e Nicola Pala

ORA PIÙ CHE MAI, VDGLASS È VICINA AL MONDO DEL VINO CON LA SENSIBILE VOCE DI LUANA ROSSI, RESPONSABILE MARKETING E COMUNICAZIONE, L’AZIENDA DI PARMA LANCIA IL SUO PERSONALE MESSAGGIO E PROMETTE DI TORNARE CON PIÙ FORZA DI PRIMA Doveva essere il redazionale dedicato a Vinitaly, alla creazione delle aspettative per i nostri clienti sulle novità che avremmo come ogni anno presentato, frutto sempre di tanto lavoro ed investimenti. Per le ragioni che tutti conosciamo, non può essere così, purtroppo. Ma, dopo questo incipit nostalgico, VDGlass vuole utilizzare questo canale come uno spazio di condivisione, per restare vicini in un momento che pare voglia tenere tutti troppo distanti. Vogliamo e dobbiamo mantenere un atteggiamento positivo rispetto al futuro. Anche se non possiamo sapere quando, speriamo arrivi presto il tempo per presentarvi le novità rea-

lizzate per il settore enologico di cui non sveliamo i dettagli oggi, nell’attesa del momento in cui ci sarà lo spazio nelle nostre teste e nelle nostre vite, per pensare al futuro con energia e positività rinnovate. Ci sarà il tempo per rinascere non appena terminato questo periodo di emergenza e vogliamo pensare che lo faremo tutti insieme, con una maturata coscienza collettiva ed uno spirito di cooperazione rafforzato dalla forte esperienza che oggi condividiamo. Noi di VDGlass stiamo continuando il nostro lavoro con una modalità diversa, silenziosa, adeguata alla necessità, come tutti noi ma con la stessa passione di fondo e tanta più forza di volontà e desiderio di ripartire.

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L’augurio che ci facciamo e con cui vi salutiamo è che tutti quanti possiamo cogliere l’opportunità di riscoprire quell’UMANITA’ fatta di quei -pochi ma veri- valori che i ritmi forsennati che hanno caratterizzato le nostre vite negli ultimi anni, ci avevano fatto dimenticare. Nel frattempo, il team VDGlass è vicino alle Aziende produttrici e disponibile per qualsiasi eventuale richiesta. A presto e... #ANDRATUTTOBENE VD GLASS Via La Spezia, 158 - 43126 Parma (PR) Tel. 0521 990911, info@vdglass.it W VDGLASS.IT


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