I Grandi Vini - Novembre/Dicembre 2019

Page 1

1


2


LL Communication

Palletways: anche a Natale, un servizio di trasporto coi fiocchi.

Lasciati trasportare nella magia del Natale con Palletways. Palletways è il Network di trasporto espresso di merce pallettizzata che grazie alla sua capillarità sul territorio con una copertura in 20 Nazioni e l’utilizzo delle più moderne tecnologie, offre la giusta soluzione per ogni tipo di esigenza, assicurando un servizio di consegna rapido, sicuro ed affidabile per lo sviluppo commerciale del tuo business in Italia ed Europa.

Trova il tuo Concessionario di zona su

www.palletways.com © Palletways Europe GmbH

Palletways Plus Il Network espresso per merce pallettizzata

portal.palletways.com

3


MADE IN ITALY

Soluzioni per viticoltura

N.

111

NOVEMBRE/DICEMBRE 2019 Anno XV W igrandivini.com IN COPERTINA CONSORZIO VINO CHIANTI CLASSICO

ACCESSORI PER LA VITICOLTURA RICAMBI COMPATIBILI PER VENDEMMIATRICI VENDITA VENDEMMIATRICI USATE

EDITORE Wom srl Via Toscana 50/3 • 53035 Monteriggioni (SI) Tel. 0577 1606999 • info@womcom.it Registrazione Tribunale di Grosseto n° 9 del 02/11/2005 Redazione di Treviso Via Postumia Castellana 2 • 31055 Quinto di Treviso (TV) Tel. 351 8459917 • info@womcom.it DIRETTORE RESPONSABILE Giovanni Pellicci DIRETTORE EDITORIALE Fabrizio Barbagli ART DIRECTOR Linda Frosini TRADUZIONI a cura di Mariavera Speciale HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Stefania Abbattista, Luca Barbagli, Elisa Berti, Lorenzo Bianciardi, Claudia Cataldo, Martina Ciliani, Veronica Costa, Cecilia Filoni, Gloriana Galluzzi, Emanuele Gorelli, Carlotta Lettieri, Chiara Martinelli, Valentina Merolli, Francesco Monnecchi Alessandra Moro, Tommaso Nutarelli, Sara Tecce

WWW.LACRUZ.IT info@lacruz.it +39 0422 209006

PAD. 5 STAND E1

4

ACCOUNT Stefania Abbattista - stefania@igrandivini.com Elisa Berti - elisaberti@igrandivini.com Elisabetta Caliari - e.caliari@igrandivini.com Laura Dami - l.dami@igrandivini.com Francesco Dotto - f.dotto@igrandivini.com Gloriana Galluzzi - g.galluzzi@igrandivini.com Carlotta Lettieri - c.lettieri@igrandivini.com Chiara Martinelli - c.martinelli@igrandivini.com Alessandra Moro - a.moro@igrandivini.com Giulia Spolidoro - g.spolidoro@igrandivini.com Sara Tecce - s.tecce@igrandivini.com STAMPA Petruzzi Via Venturelli, 7 - Città di Castello (PG)


5


GUERRA FREDDA IN CHIANTI

Il finale di stagione dell’annata 2019 si è acceso sulla querelle scoppiata tra il Consorzio Vino Chianti ed il Consorzio Vino Chianti Classico sul tema della Gran Selezione. I cugini più grandi in termini di territorio – che va dalla provincia di Pisa fino a quella di Arezzo - vogliono introdurre la propria Gran Selezione per dare nuovo lustro e mercato ad una denominazione già recentemente ritoccata con nuovi approcci produttivi, sintomo di un inedito dinamismo per un settore tradizionalmente statico ma chiamato a trovare nuove strade da battere per fronteggiare le sfide della competizione internazionale. Certo, copiare dal compagno di banco più bravo non va bene. Ma questo scenario da Guerra fredda chiantigiana contiene dei rischi che avrebbero potuti essere facilmente evitati, nonché un’opportunità per rompere certi indugi.

LO SCATTO IN AVANTI SPETTA ADESSO AL CONSORZIO DEL GALLO NERO, CHIAMATO A DARE CONCRETEZZA AD UN PROGETTO DI CUI DA TEMPO SI PARLA. Quella delle menzioni

geografiche aggiuntive, ovvero la zonazione che permetterebbe di esplicitare in etichetta il comune di produzione (Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, ecc.), è la strada per alzare ulteriormente l’asticella verso un livello qualitativo al top mondiale. Nell’intervista rilasciata nelle prossime pagine dal Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico Giovanni Manetti, si evince la volontà di concretizzare questo percorso nel 2020, nell’ambito di un ragionamento più ampio di valorizzazione della Docg. Va detto anche che il dibattito originatosi attorno alla Gran Selezione è già, di per sé, un successo da parte del Consorzio Vino Chianti guidato da Giovanni Busi, che ha ottenuto una visibilità non scontata, perfino sui media generalisti nazionali. ALLE

ANTEPRIME DEL PROSSIMO FEBBRAIO IN TOSCANA, IL TEMA TORNERÀ SICURAMENTE DI ATTUALITÀ E SARÀ INTERESSANTE VEDERE QUALI CONTROMISURE COMUNICATIVE (E NON SOLO…) SARANNO ADOTTATE DAI DUE CONSORZI SULLE RISPETTIVE BARRICATE.

Speriamo di evitare uno scontro che non gioverebbe a nessuno, anzi. I dati sull’export 2019 non consentono a nessuno di cullarsi sugli allori. La costante crescita delle esportazioni del nostro vino non può bastare se confrontata con la rapidità di crescita registrata dai cugini francesi, soprattutto alla voce “valore”.

Giovanni Pellicci g.pellicci@igrandivini.com

6


7


SOMMARIO Novembre - Dicembre 2019

COVER STORY Nel Chianti Classico arrivano le menzioni geografiche aggiuntive

L’EDITORIALE Guerra Fredda in Chianti a cura di Giovanni Pellicci

6

30

ULTIME DAL MONDO DEL VINO

L’ottimismo degli stakeholder per l’export 2020. Nesos, il vino che viene dal mare. Vino Nobile di Montepulciano a sostegno dell’ambiente

12 L’INCHIESTA

FACCIA@FACCIA

FEDERICO TERENZI Agivi lancia il “manifesto dei giovani del vino”: abbiamo chiesto a Federico Terenzi le strategie da mettere in campo per un vino più green e social a cura di Giovanni Pellicci

SOSTENIBILITÀ, TREND TOPIC E FUTURO Se ne parla in ogni settore, non meno in quello del vino. Facciamo il punto a cura di Claudia Cataldo

20

16 POLITICA NEL VINO

L’AGENDA DEL MINISTRO BELLANOVA

Il Ministro delle Politiche Agricole traccia il quadro degli obiettivi per il 2020. Sostenibilità, valore dell’export e semplificazione tra le parole chiave a cura di Giovanni Pellicci

18

GUSTO E DINTORNI

ARRIVA L’ECO-MENU DI GREENPEACE A tavola solo cibi buoni, soprattutto per l’ambiente: ecco i 10 consigli per mangiare bene e sostenibile a cura di Elisa Berti

26

CALABRIA

LE NUOVE SFIDE DELLA VITICOLTURA CALABRESE A 50 anni dalla Doc, la Denominazione Cirò scommette sulla sostenibilità a cura di Martina Ciliani

38

EMILIA ROMAGNA

LAMBRUSCO: TRA ANTICA TRADIZIONE E MODERNA SOSTENIBILITÀ I Consorzi di tutela del Lambrusco di Modena e Reggio Emilia puntano alla sostenibilità delle proprie produzioni vinicole da sempre legate alla cultura e alle tradizioni del territorio di origine a cura di Tommaso Nutarelli

PROFESSIONE VINO

QUANTA ACQUA CI VUOLE PER PRODURRE UNA BOTTIGLIA DI VINO? Il progetto di water footprint dell’Università di Firenze analizza il consumo idrico nelle filiere vitivinicole ed olearie a cura di Veronica Costa

24

39 SOCIAL WINE

SENTI CHE VINO?! Un click sull’etichetta e l’app si collega automaticamente a Spotify per selezionare, con un algoritmo, la playlist più adatta alla degustazione a cura di Elisa Berti

28

TRENTINO ALTO ADIGE

TRENTINO, GENETICAMENTE VIRTUOSO

Rispetto per l’ambiente e per il territorio, ma anche sostenibilità economica e sociale: c’è tutto questo a ispirare il lavoro del Consorzio di Tutela Vini del Trentino, associazione che riunisce oltre il 90% dei produttori della regione a cura di Cecilia Filoni

39

FRIULI VENEZIA GIULIA

COOPERANDO SI È SOSTENIBILI

Con il progetto “Viticoltura sostenibile FVG” il territorio punta ad una nuova coscienza di sostenibilità nel comparto vitivinicolo a cura di Emanuele Gorelli

40

8


STUDIOFABBRO.COM 11-2019

Perché preferire le Varietà Resistenti dei Vivai Cooperativi Rauscedo? “ Perché il nostro obiettivo è produrre vini di qualità utilizzando varietà resistenti alle malattie che permettano di ridurre drasticamente i trattamenti in vigneto. Ecco perché abbiamo scelto Soreli dei Vivai Cooperativi Rauscedo”. Patrick Henry – Domaine Isle Saint Pierre (Arles, Francia)

SORELI®

Soreli è un vino varietale prodotto nella nostra azienda Domaine Isle Saint Pierre, che si caratterizza per un aroma ampio, fruttato-floreale, una buona freschezza ed un’eccellente struttura e persistenza. Via Udine, 39

33095 Rauscedo (PN) ITALIA

Tel. +39.0427.948811

Fax +39.0427.94345 9

www.vivairauscedo.com


PIEMONTE

IL PIEMONTE IN ANTEPRIMA Sotto i riflettori gli appuntamenti 2020 con le nuove annate e uno speciale wine-date nel cuore di Manhattan a cura di Chiara Martinelli

41 PUGLIA

LA VISIONE SOSTENIBILE DEL CONSORZIO PRIMITIVO DI MANDURIA

40

Un approccio a 360° per sviluppare e applicare la tutela dell’ambiente a tutti i livelli della produzione a cura di Tommaso Nutarelli

42 VENETO

SICILIA

SOSTAIN, IL MODELLO SICILIANO DI SOSTENIBILITÀ I produttori condividono buone pratiche per un approccio agricolo sempre più green anche nel mondo del vino a cura di Luca Barbagli

IL VENETO SI PREPARA ALLE NUOVE ANNATE Con un occhio attento alla sostenibilità sul tema “risorse idriche” e innovazione. Anteprima Amarone, Colli Euganei e Vini Venezia: ma c’è di mezzo anche il progetto PROINOS a cura di Chiara Martinelli e Alessandra Moro

44

DISTILLATI E CO. PELLICOLE DI GUSTO

TOSCANA

UMBRIA

L’UMBRIA PIÙ VERDE DI SEMPRE

ANCHE IL CHIANTI PUNTA ALLA “GRAN SELEZIONE”

Filippo Antonelli ripercorre gli obiettivi raggiunti e i nuovi traguardi per il 2020 a cura di Stefania Abbattista

Il Consorzio del Vino Chianti Classico contro il Consorzio del Vino Chianti: è battaglia aperta sulla categoria premium a cura di Carlotta Lettieri

43

46

59

Donna Flor e i suoi due mariti che sapori hanno le passioni? a cura di Lorenzo Bianciardi

55

42

Una drink list ad impatto zero a cura di Martina Ciliani e Cecilia Filoni

TENDENZE SPARKLING Il lato sparkling della sostenibilità a cura di Chiara Martinelli

58

EXTRAVERGINE NEWS Cresce la produzione di olio extra vergine Italiano nel 2019 a cura di Emanuele Gorelli

60

LUPPOLO E DINTORNI Se l’innovazione sostenibile parte dai “grandi” a cura di Stefania Abbattista

61

VIGNA E CANTINA

SOSTENIBILITÀ IN CANTINA

48

10

In proporzione alla sua rilevanza economica e sociale, l’impatto ambientale è limitato e, anzi, il mondo del vino è uno di quelli che maggiormente si interessa al tema della sostenibilità a cura di Elisa Berti e Cecilia Filoni

62


NUOVA ENOVIT

IMBOTTIGLIAMENTO MOBILE A DOMICILIO IN TUTTA ITALIA

Nuova Enovit è ad oggi un’azienda d’imbottigliamento con attrezzature mobili tra le più significative a livello nazionale, con dieci impianti e una clientela situata per lo più fra Toscana e Umbria ma che si estende anche sul resto d’Italia, incluse Sicilia e Sardegna. Da circa 40 anni leader dell’imbottigliamento mobile.

Perché affittare gli impianti di imbottigliamento: - Per non dover investire in costosi impianti che verranno utilizzati in poche occasioni durante l'anno - Per non pensare al loro aggiornamento in relazione ai nuovi formati dei materiali in continua evoluzione - Per non sopportare le necessarie spese di manutenzione - Per non dover approntare i locali per un imbottigliamento in proprio - Per non distogliere risorse dalle attività di produzione e commercializzazione del prodotto - Perchè è importante che il proprio prodotto si presenti sul mercato come "imbottigliato all'origine"

NUOVA ENOVIT srl

VINCI - FI ORVIETO - TR TEL. 0571.501230 11

nuovaenovit

nuovaenovit.it


ULTIME DAL MONDO DEL VINO

SCENARI DI MERCATO

L’OTTIMISMO DEGLI STAKEHOLDER PER L’EXPORT 2020 Le incognite sui dazi, la Brexit e le flessioni economiche non sembrano affliggere le aspettative delle grandi aziende vinicole per il 2020. A scongiurare ogni dubbio, l’indagine sugli stakeholder condotta dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor presentata per wine2wine, l’evento pensato per riflettere sulle problematiche che investono il wine business internazionale. Stando ai dati, le 13 top aziende intervistate, che contano complessivamente 1,7 miliardi di euro di fatturato e 1 miliardo di euro in export (equivalente al 16% della quota nazionale), registreranno un “aumento contenuto” da +2% a +5% (per il 54% del campione). Quote pressoché identiche (23%) sono destinate agli ‘aumenti rilevanti’ e al ‘mercato stabile’. Non deludono nemmeno le proiezioni del mercato interno, diviso al 38% tra aumento rilevante e stabile. “In uno scenario globale dominato dall’incertezza – spiega Denis Pantini, responsabile dell’Osservatorio - le imprese italiane mantengono una visione improntata sull’ottimismo”. Ne sanno qualcosa gli Stati Uniti, il buyer con il più alto indice di fiducia (87/100), seguito da i due protagonisti degli accordi di partenariato, Canada (90/100) e Giappone (87/100); mentre con il 50% di fiducia Russia, Cina e Svizzera inseguono la classifica. Unica nota dolente saranno i valori dell’import del Regno Unito che, per l’anno nuovo, registrerà dei cali significativi. Complessivamente lo scenario risulta positivo anche per Brasile, Francia e Svezia dove il mercato rimarrà immutato. (m.c.)

LA RICERCA

NESOS, IL VINO CHE VIENE DAL MARE Un metodo di produzione antico, che risale all’antica Grecia e che da lì è arrivato fino alle coste e alle isole toscane: oggi, 2500 anni dopo, nasce il vino marino Nesos, frutto di un esperimento enologico condotto dall’Azienda Agricola Arrighi dell’Isola d’Elba, il professor Attilio Scienza e Zinnai e Venturi dell’Università di Pisa. Le uve restano immerse in mare per 5 giorni a 10 metri di profondità, protette in ceste di vimini, eliminando, così, parte della pruina superficiale, passaggio che consente loro, poi, di appassire più velocemente al sole. Inoltre, il sale marino penetra all’interno per “osmosi”, con effetto antiossidante e disinfettante, permettendo ai produttori di provare a non utilizzare solfiti. Un progetto che mescola storia e innovazione e che valorizza un territorio, quello dell’Isola d’Elba, che dimostra ancora una volta di avere molto da offrire anche fuori stagione. (c.f)

AZIONI VIRTUOSE

VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO A SOSTEGNO DELL’AMBIENTE “Alberi, non parole”, questo il titolo dell’iniziativa promossa dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano che si impegna a piantare milleduecento alberi in tre anni per contrastare il cambiamento climatico. Per rimarcare il rispetto per il paesaggio, saranno utilizzati solo alberi della tradizione toscana, dal leccio, all’ontano al gelso e tanti altri. Progetto che coinvolge anche il sociale, dato che il nuovo parco sorgerà vicino al complesso ospedaliero Nottola; soddisfatto il presidente del Consorzio Andrea Rossi: “È il nostro modo di dire “grazie” alla Natura, un gesto che ci auguriamo possa essere seguito anche da altri produttori di vino di tutto il mondo”. (c.f.)

12


13


ULTIME DAL MONDO DEL VINO

OBIETTIVI COMUNI DATI

MIPAAF E EQUALITAS ANNUNCIANO L’ARRIVO DI UNO STANDARD UNICO SULLA SOSTENIBILITÀ NEL MONDO VINICOLO “Regole comuni e armonizzate che salvaguardino tutti, sia le imprese che si impegnano responsabilmente, sia i consumatori”. Così Giuseppe Blasi, capo dipartimento DIPEISR del Ministero delle Politiche agricole, si è espresso in materia di sostenibilità durante l’incontro “Sustainable Wine: Going Glocal” in occasione della Milano Wine Week. Il convegno, promosso da Equalitas, ha visto coinvolti diversi volti noti, insieme a Riccardo Ricci Curbastro, Presidente di Federdoc e Stefano Zanette, Presidente di Equalitas, nell’obiettivo di fondare le basi per un sistema unico di regole condivise per il settore vinicolo. In linea con le richieste di un mercato sempre più green oriented, il momento di riflessione ha portato a diverse considerazioni che tengono conto di tre approcci fondamentali: ambientale, etico ed economico. Così Sasha-Monique Elvink, Senion Sustainability Advisor di Vinmonopolet, ha avanzato l’ipotesi di una gestione sostenibile della manodopera, in aggiunta ad una sensibilizzazione del consumatore, fruitore che per Andrea Cantamessa, Category Manager di Eataly, ha bisogno di stimoli mirati al consumo consapevole, alla scoperta di nuovi territori e alle produzioni a tutela della biodiversità. Il prossimo step-annuncia Stefano Zanette-sarà quello di lavorare per una cultura omogenea della sostenibilità a livello mondiale, non solo perché i mercati sono strettamente collegati tra loro, ma perché lo sono anche gli impatti e le conseguenze del nostro fare impresa quotidiano.

EXPORT ITALIANO ANCORA DA RECORD; IL VINO DEL BELPAESE CONQUISTA L’ASIA Italia da record. Per il decimo anno consecutivo, crescono i numeri dell’export del vino italiano che, secondo le stime dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor presentate a wine2wine, toccherà i 6.36 miliardi di euro, con un +2,9% sul 2018. Il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani conferma la crescita dei mercati asiatici, evidenziando come, durante il prossimo Vinitaly, sarà fondamentale l’incremento di buyer statunitensi e cinesi previsti. “La partita si gioca in Asia. Ecco perché per il 2020 abbiamo organizzato WIneToasia, con oltre 400 espositori previsti”. (c.f.)

TENDENZE

QUANTO SAPPIAMO SULLA SOSTENIBILITÀ? A porsi la domanda è stato il centro di Ricerca EngageMindsHub dell’Università Cattolica che, attraverso un’analisi condotta su un campione di 1000 consumatori, ha rivelato come il concetto di “sostenibilità”, ad oggi fin troppo abusato, non sarebbe del tutto compreso. Lo studio, presentato a Roma in occasione dell’incontro “Sostenibilità: la nuova frontiera per il settore vitivinicolo” e organizzato dall’associazione “Viva”, ha evidenziato come “I consumatori facciano coincidere sostenibilità con vini biologici o a Km0” -dichiara la ricercatrice Guendalina Graffigna- Una concezione limitante del concetto di sostenibilità, che in realtà guarda anche alla salvaguardia della biodiversità, alla tutela della salute pubblica, all’eliminazione degli sprechi, al consumo di risorse quali per esempio quelle idriche e che mira ad un ridotto impatto ambientale. In linea generale la percezione dei consumatori nei confronti del vino sostenibile ha mostrato come i fruitori più giovani siano attratti da questi prodotti poiché emblema di uno stile di vita attento alla qualità. Ora, gli ambiziosi obiettivi dello standard Viva, punteranno verso la realizzazione di corsi di formazione per operatori di sostenibilità in vitivinicoltura al fine di migliorare le conoscenze nonché le prestazioni di tali pratiche.

14


15


Faccia@Faccia

CON…FEDERICO TERENZI

PRESIDENTE AGIVI (ASSOCIAZIONE GIOVANI IMPRENDITORI VINICOLI ITALIANI)

LA COESIONE FA LA FORZA

AGIVI LANCIA IL “MANIFESTO DEI GIOVANI DEL VINO”: ABBIAMO CHIESTO A FEDERICO TERENZI LE STRATEGIE DA METTERE IN CAMPO PER UN VINO PIÙ GREEN E SOCIAL

DI GIOVANNI PELLICCI

Servirà sempre più coesione al mondo del vino per vincere le sfide del futuro. E’ questo il titolo che precede il lancio del “Manifesto dei Giovani del Vino”, presentato durante il MWF in seguito alle proposte scaturite dal primo Wine Generation Forum tenutosi l’11 ottobre 2019 in occasione della Milano Wine Week e strutturato in collaborazione con l’Associazione Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani. Quattro sono le macro aree d’intervento previste: politico-normativa, commercio, sostenibilità e comunicazione. A Federico Terenzi, Presidente di Agivi (uscente, dato che è arrivata la nomina di Violante Gardini a nuova Presidente il 29 novembre, ndr), abbiamo chiesto le strategie che i più giovani hanno in mente per concretizzare progetti ambiziosi, alcuni dei quali sono fermi (ed un po’ impolverati) da tempo. @ E’ la coesione il termine che accumuna le iniziative da voi proposte all’interno del Manifesto dei Giovani del Vino: in un settore che fa sistematicamente fatica “a fare sistema”, come intendete dare gambe ai condivisibili obiettivi che vi siete posti? “All’interno di Agivi sono anni che facciamo sistema tra noi produttori. Con la realizzazione di questo primo manifesto, vogliamo alzare l’asticella e iniziare a far sentire la nostra voce anche su temi importanti per il futuro del nostro settore. In questo percorso

16


SOSTENIBILITÀ E CAMBIAMENTO CLIMATICO SONO DUE TEMI MOLTO ATTUALI. A NOI GIOVANI IL COMPITO DI CAPIRE LA STRADA DA INTRAPRENDERE

saremo affiancati da Unione Italiana Vini, la nostra associazione senior, dove si fa attività lobbystica e dove si portano avanti le istanze del nostro settore di fronte ai ministeri e alla comunità europea. Siamo consapevoli che “essere sistema” dipende dalle regole ma anche dalla consapevolezza dei singoli. @ Il tavolo politico normativo si è concentrato sul tema delle denominazioni, dei Consorzi e della comunicazione. In particolare chi pensate possa essere il soggetto meglio deputato a trovare la sintesi su queste tematiche di cui si discute da anni? “Il percorso di riorganizzazione delle DO è complicato proprio perché non c’è un organo preposto in grado di imporre scelte dall’alto. Le DO nascono dalle filiere territoriali e solo da lì può e deve ripartire la proposta di riorganizzazione e accorpamento delle denominazioni. Il Comitato Vini così come le istituzioni e le associazioni nazionali e regionali possono fare opera di moral suasion sui territori per condurli verso un nuovo progetto di organizzazione delle denominazioni. In questo processo “dal basso”, di ripensamento in chiave di efficacia e valorizzazione sul mercato, sono convinto che i giovani potranno e dovranno giocare una partita decisiva. Dobbiamo lavorare per diffondere una nuova consapevolezza del valore effettivo delle DO che non servono per dare visibilità ai campanili ma per proporre l’eccellenza identitaria dei vini in grado di esprimerla. Dobbiamo avere il coraggio di dire: per molti, non per tutti”. @ In ambito commerciale puntate in particolare ad un decollo dell’e-commerce, ambito sul quale l’Italia è indietro rispetto ad altri Paesi concorrenti. Quali strategie avete in mente? “Anzitutto bisogna fare chiarezza sulle regole. E’ importante lavorare sulla semplificazione del pagamento delle aliquote accise all’interno del mercato unico europeo. Poi verificare gli spazi di crescita di uno strumento che può essere prezioso per allargare il consumo del vino di qualità legandolo strettamente alla cultura e conoscenza dei territori. L’Italia è il primo produttore mondiale di vino, non possiamo perdere il treno dell’e-commerce europeo e mondiale. Ci vuole sostegno da parte della politica e delle istituzioni”. @ Questo nostro numero ha come parola chiave la

sostenibilità. In tal senso, i giovani possono essere, anche nel mondo del vino, gli ambasciatori di nuove pratiche per arginare i pericoli del cambiamento climatico in atto? “Sostenibilità e cambiamento climatico sono due temi molto attuali. A noi giovani il compito di capire la strada da intraprendere. Sicuramente dovremo partire dalla formazione, da qui l’idea di creare vere e proprie scuole per la formazione dei tecnici che fanno assistenza vinicola e corsi di aggiornamento per i professionisti del settore. Poi, sostenere il lavoro che sta portando avanti UIV con il Ministero delle Politiche Agricole per arrivare a definire uno standard nazionale di sostenibilità che metta in condizioni tutte le aziende vitivinicole del Paese di accedere a pratiche sostenibili in maniera semplice, controllabile e, soprattutto, comunicabile al consumatore. Pratiche che devono estendersi anche al settore del confezionamento per intraprendere la strada di un packaging sempre più sostenibile. La svolta verso la sostenibilità è una sfida che non deve coinvolgere solo il nostro settore, ma anche quello del turismo, due settori che stanno trovando sempre maggiori sinergie”. @ Se l’attuale Governo riuscirà ad avere una durata utile per mettere mano ai dossier in sospeso del mondo del vino, quale è secondo voi il più urgente di tutti? “I decreti attuativi del Testo Unico che dovranno portare ulteriore semplificazione e sburocratizzazione, prima di tutto sul tema delicato dei contrassegni dove ci attendiamo un nuovo sistema che impatti positivamente anche sui costi delle aziende. Poi la promozione internazionale, che non è forse un vero e proprio dossier ma una pagina della politica vitivinicola del Paese vitale per il nostro futuro”. @ Il 2020 del vino in una parola: come se lo aspetta? “Spero più verde e social in senso lato. Cioè sostenibile, smart ma con più attenzione all’elemento umano, cioè identitario di ciò che i nostri vini testimoniano e rappresentano”. La nova Presidente di Agivi, Violante Gardini, ha dichiarato che “la voce dei Millennials del vino italiano deve diventare più forte e portare un messaggio di rinnovamento e sostenibilità.

17


POLITICA NEL VINO

L’AGENDA DEL MINISTRO BELLANOVA IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE TRACCIA IL QUADRO DEGLI OBIETTIVI PER IL 2020. SOSTENIBILITÀ, VALORE DELL’EXPORT E SEMPLIFICAZIONE TRA LE PAROLE CHIAVE A CURA DI GIOVANNI PELLICCI

Le sfide che attendono il settore vinicolo nel nuovo anno e i temi in sospeso sull’agenda politica nazionale: chiudiamo l’anno con lo sguardo al 2020 in compagnia del Ministro delle Politiche Agricole, senatrice Teresa Bellanova, esponente di Italia Viva. Ministro, ha recentemente annunciato l’obiettivo di riunire la Cabina di regia del vino. È già stata convocata la prima riunione e, se sì, per quando e da chi sarà composta? “A gennaio insedieremo la Cabina di regia permanente per il vino. Vi saranno coinvolti tutti i protagonisti del settore con l’obiettivo principale di dare risposte concrete e mirate al settore e alle criticità da affrontare. Il vino italiano costituisce uno dei comparti di maggiore successo dell’intero Paese, basti pensare ai 14 miliardi di euro di valore del sistema vitivinicolo, ai 500 vitigni coltivati. Una biodiversità impareggiabile. Non c’è regione in Italia dove il vigneto non segni un tratto distintivo e identitario del paesaggio, dove non sia anche spina dorsale della tenuta socio-economica delle aree rurali. Sappiamo però anche le problematiche che ne frenano l’enorme potenziale. Per questo vogliamo mettere in campo un progetto complessivo per il futuro del settore, partendo dalle proposte che emergeranno attraverso un confronto vero con le parti interessate. Ascolto, condivisione e partecipazione saranno le parole chiave per trovare insieme le soluzioni più utili a risolvere i problemi e a dare maggiore slancio. Ad esempio: siamo stabilmente il primo produttore al mondo di vino, come facciamo a vincere anche la sfida del valore? Ecco, la Cabina di regia deve divenire il luogo dove progettare il futuro di questa filiera strategica”. Crescita in valore delle nostre esportazioni e sostenibilità della filiera sono tra le priorità all’ordine del giorno. Quali iniziative il Ministero metterà in campo nel 2020? “Li considero temi chiave. Dobbiamo migliorare promozione e tutela. Sul primo punto, risorse strategiche ci arrivano dall’Ocm vino promozione. Possiamo contare su un sostegno pari a 68 milioni di euro per 13 progetti delle imprese, a cui destiniamo quasi 28 milioni di euro per l’annualità 2019-2020. Sulla tutela, voglio ricordare il grande lavoro dell’Ispettorato repressione frodi, che già da anni sta impedendo anche sulle piattaforme web che operano a livello mondiale la

18

vendita di falsi vini italiani. Il falso made in Italy che produce un enorme danno, non solo economico ma anche di immagine. E poi c’è il grande capitolo del sistema unico nazionale per la sostenibilità della filiera vitivinicola. Un tassello fondamentale che ci vede impegnati insieme al Ministero dell’Ambiente e su cui siamo in dirittura d’arrivo. Importante perché finalmente si armonizzano e si portano a sintesi modalità produttive e di raccolta-dati garantendo in questo modo allo stesso tempo e univocamente produttori, trasformatori, consumatori, mercato. Al momento del mio insediamento ho voluto rimarcare il collegamento buona agricoltura - buon ambiente - buon cibo, e dunque anche buona trasformazione e buona distribuzione. L’equilibrio nella filiera, il riallineamento nella catena del valore, è essenziale. Perché o la sostenibilità è contemporaneamente ambientale, sociale, economica, o non è. Definire un unico sistema nazionale di certificazione significa inoltre aiutare i cittadini a orientarsi meglio e più consapevolmente, ed è importante per l’alleanza con i consumatori sul mercato interno e internazionale. Contemporaneamente semplifichiamo la vita delle imprese e rendiamo più trasparente anche la competitività. L’attuale macchia di leopardo tra sistemi diversi rischia di creare confusione e anche incertezza. Ed era importante armonizzare i sistemi di riferimento nazionali, quello Mipaaf e quello dell’Ambiente. L’integrazione è alle battute finali e questo permetterà nei prossimi anni anche una dinamica più trasparente sulle risorse europee, per le singole imprese e la messa a punto di campagne promozionali. Oltretutto sarebbe il primo caso del genere in Europa. Una best practice, vincente, di cui essere fieri”. Le imprese sollecitano anche semplificazione e meno burocrazia. Che novità sono da attendersi? “Ne sono consapevole, è un tema cruciale. Abbiamo fatto un passo in avanti rilevante con il Testo Unico del vino cui vogliamo dare piena attuazione. Con la Cabina di regia puntiamo a incidere anche sul versante della semplificazione per rendere più facile la vita delle aziende. Insieme ai tutti i soggetti della filiera dobbiamo capire dove e come intervenire. Come sburocratizzare in modo intelligente il settore, dove correggere per dare più respiro a chi ogni giorno fa i conti con un carico burocratico a volte eccessivo”.


To Another Great Deal! Senza rivali a livello internazionale. Esclusivamente professionale. ProWein 2020. THE WORLD’S NO.1

15-17 marzo 2020 Fiera internazionale Per il vino e i liquori Düsseldorf, Germania www.prowein.com

19

HONEGGER GASPARE S.r.l. Via F. Carlini, 1 _ 20146 Milano Tel. +39 (02)47 79 141 _ Fax +39 (02)48 95 37 48 contact@honegger.it

www.honegger.it


L’INCHIESTA

SOSTENIBILITÀ, TREND TOPIC E FUTURO SE NE PARLA IN OGNI SETTORE, NON MENO IN QUELLO DEL VINO. FACCIAMO IL PUNTO A CURA DI CLAUDIA CATALDO

Che la sostenibilità nel mondo del vino sia un argomento centrale e quanto mai attuale del comparto questo è fuori da ogni dubbio. Ma le aziende – e soprattutto il consumatore – hanno le idee chiare? Il primo pensiero che scaturisce al sentire pronunciare l’aggettivo sostenibile va sicuramente alla tutela dell’ambiente e alla bontà di un’a-

gricoltura che non si pone come invasiva ma al contrario come alleata dell’ambiente. Ma questo è comunque riduttivo. E perché le aziende dovrebbero avvicinarsi a questo approccio? E ancora, allargando gli orizzonti, cosa succede fuori dal nostro Paese? Insomma cos’è oggi la sostenibilità, dal punto di vista delle aziende e dei consumatori?

LA SOSTENIBILITÀ NEL MONDO VITIVINICOLO, LO STANDARD EQUALITAS LUIGINO DISEGNA – CEO DI EQUALITAS

Cosa si intende per sostenibilità oggi? “Oggi il tema della sostenibilità è un po’ sulla bocca di tutti. Si tratta di un vocabolo talvolta usato anche a sproposito, dal mondo della finanza ai prodotti di largo consumo. Sicuramente se c’è un settore che è maggiormente interessato e connesso questo è proprio quello dell’agricoltura. Anche la visione Europea 20/30 va in questa direzione, con un approccio sui tre pilastri che sono quelli su cui si costruisce tutto lo standard Equalitas”. Quali sono questi pilastri? “Sono tre. Economico, ovvero la capacità di generare reddito e lavoro. Ambientale, cioè la capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali. Sociale, che significa la capacità di garantire condizioni di benessere umano (i diritti umani, le pratiche di lavoro, le pratiche operative leali, tutela dei consumatori, coinvolgimento e lo sviluppo della comunità, la qualità culturale e la salubrità del prodotto e del suo gesto di consumo). Ognuno di questi punti vuole testimoniare e misurare la gestione sostenibile dell’azienda, con

un approccio di equità nei confronti della società e del consumatore. Equalitas pertanto prevede requisiti oggettivi e verificabili per ciascuno dei tre pilastri della sostenibilità attraverso la definizione di buone pratiche e di indicatori: buone pratiche di lavorazione agricole, di cantina, di imbottigliamento, buone pratiche sociali, economiche e ambientali. Gli indicatori ambientali quali Impronta Idrica, Impronta Carbonica e Biodiversità sono il risultato di tutte le buone pratiche ambientali applicate dalle imprese che aderiscono a questo standard. Stessa cosa per gli indicatori sociali ed economici, che comprendono le buone pratiche sociali, le pari opportunità e lo sviluppo del lavoro giovanile, oltre alle buone pratiche di comunicazione. Questi valori non hanno lo scopo di confronto fra diverse aziende o prodotti bensì di rappresentare un parametro interno che permetta di monitorare la propria realtà e definire gli ambiti di miglioramento in tema di sostenibilità ambientale. Allo stesso tempo permette di valutare l’efficacia delle azioni adottate e i risultati ottenuti”. Quali sono i diversi livelli di certificazione? “Sono tre le potenziali certificazioni: corporate, prodotto e territorio. Nel primo caso si parla di organiz-

20

zazioni sostenibili, andando ad affermare che tutto ciò che succede nei processi operativi interni all’azienda è sostenibile. Nel secondo caso è il prodotto ad essere certificato. Nel terzo caso, invece, è un territorio (ad esempio una denominazione), anche se in questo caso la certificazione si riferisce solo al lavoro nel vigneto. In quest’ottica, per i soli Consorzi di Tutela riconosciuti, è prevista la possibilità di vantare una certificazione territoriale quando almeno il 60% della superficie agricola della Denominazione è certificata secondo il presente standard. In tal caso è prevista la possibilità di utilizzare il marchio Denominazione Di Origine Per La Sostenibilità predisposto da EQUALITAS. Fra tutte, quella sul prodotto (PS) è la certificazione più omnicomprensiva e probabilmente anche quella più facilmente comunicabile sul mercato. Nel corso dei lavori ci siamo trovati spesso a dover riflettere su alcuni aspetti legati alle pratiche di lavoro. Ad esempio, ci siamo chiesti se sostenere o meno di default il biologico oppure scelte mirate come ad esempio la non stabilizzazione tartarica. La domanda era: sono buoni a prescindere? Ci siamo risposti di no. Ci sono zone dove fare agricoltura biologica non è necessariamente la scelta più sostenibile. Oppure cantine che non fanno la stabilizzazione tartarica solo perché non si sono poste il problema. Insomma, il focus per noi va alla consapevolezza: fare le scelte più virtuose, consapevoli del proprio ambiente e contesto di lavoro”. Qual è la fotografia attuale e cosa succederà nel prossimo futuro? “Oggi Equalitas si pone come obiettivo primario quello di stimolare lo sviluppo sostenibile di tutta la filiera.


Vogliamo implementare il sistema di gestione con più reti di monitoraggio. Stiamo anche valutando qualche ulteriore requisito che possa aiutare a completare il quadro, come ad esempio un valore di rating aziendale che ci dia la misura della capacità di un’azienda di stare sul mercato. Quello che è certo è che ormai il tema della sostenibilità, oltre ad essere un approccio virtuoso, è anche una leva di marketing e comunicazione, aiuta le aziende ad intercettare un pubblico sempre più attento e sensibile. All’estero ad esempio i Paesi del Nord Europa stanno già privilegiando nei monopoli i vini sostenibili. Ci sono consorzi che si stanno organizzando nella loro totalità per presentarsi con progetti di sostenibilità territoriale certificata al mercato internazionale, come quello del Prosecco e del Vino Nobile di Montepulciano, con progetti già avviati, ma anche Lugana, Franciacorta, Lambrusco,

Castel del Monte. Inoltre nel prossimo futuro vorremmo avviare una collaborazione con il Ministero per arrivare ad avere uno standard unico, come già avviene ad esempio nel settore dell’ortofrutta. Equalitas è riconosciuto essere uno standard completo, misurabile, è dotato di un Comitato Scientifico formato da tecnici di aziende di prim’ordine e da noti accademici e impone la certificazione di parte terza, che dà garanzia al consumatore circa la trasparenza nella gestione degli obiettivi di sostenibilità, ma stimola anche le imprese ad un lavoro continuativo ed efficiente. Infine tornando al tema della riconoscibilità internazionale, questa è per noi una priorità. Stiamo portando avanti un intenso lavoro di dialogo su scala internazionale, proprio per ottenere in futuro una riconoscibilità sempre più estesa e dare alle nostre aziende uno strumento in più”.

LA SOSTENIBILITÀ SU SCALA INTERNAZIONALE, L’ESEMPIO CALIFORNIANO ALLISON JORDAN, EXECUTIVE DIRECTOR CALIFORNIA SUSTAINABLE WINEGROWING ALLIANCE Cos’è il Sustainable Wine Growing Program? “Nel 2003 il Wine Institute insieme alla California Association of Winegrape Growers (CAWG) hanno creato la California Sustainable Winegrowing Alliance (CSWA), basandosi sull’impegno del settore del vino verso il rispetto ambientale e la responsabilità sociale, tendendo ben di conto anche dei trend che stavano interessando i successi anche commerciali della regione. Il CSWA sviluppa quanto inserito nel SWP (Sustainable Winegrowing Program), un insieme di risorse e buone norme per sviluppare questo approccio e include anche il California Code of Sustainable Winegrowing, oltre a gestire il sistema di certificazione Certified California Sustanable Winegrowing, un programma di certificazione di parti terze. Il SWP dà ai viticoltori degli strumenti e una formazione per accrescere l’uso delle pratiche di sostenibilità dal vigneto alla cantina, e per misurare e portare avanti un continuo miglioramento in questa direzione. Il codice, come anche tutti gli incontri e gli strumenti hanno la funzione di formare e aggiornare gli operatori coinvolti. Scritto per la prima volta nel 2002 e oggi alla sua terza edizione, con la quarta in fase di lavorazione, il Codice spiega i criteri di equità in campo ambientale, economico e sociale attraverso 15 capitoli e oltre 200 punti, incluso un sistema di misurazione con alcune metriche ben precise per monitorare le pratiche di sostenibilità. Il Codice funge da strumento di autovalutazione, con alcuni benchmark che servono da stimolo e confronto. I rapporti

21

Andrea Gabbrielli


di sostenibilità sono poi documenti finali che identificano i punti di forza e opportunità per migliorarsi e darsi obiettivi, mentre tutti i player coinvolti, dal governo fino alle università, dalle comunità ai gruppi ambientalistici, contribuiscono a portare esperienze e testimonianze”. Qual è la procedura per una cantina per entrare nel programma? “Per partecipare al SWP viticoltori e aziende devono compiere un valutazione di tutto il loro lavoro, in vigneto e nelle tecniche di produzione in cantina, usando il Codice, devono partecipare ai webinar oppure ai workshop, guardare i video formativi, gli strumenti e le risorse messe a disposizione, e prendere in considerazione di appoggiarsi a fornitori certificati per I loro vigneti, cantina e vini”. Esiste una certificazione? “Esiste, è stata introdotta nel 2010. Certified Sustainable è un programma di certificazione che coinvolge anche un ente terzo affinché sia verificato che una cantina o un vigneto abbiamo effettivamente adottato i severi requisiti basati su oltre 200 best practice, e che si tratti di un continuo lavoro di applicazione e miglioramento. Dopo aver soddisfatto 58 per il vigneto e 37 per la cantina pre-requisiti, le aziende usano alcuni dati di autovalutazione per determinare i punti da migliorare e focalizzarsi sui percorsi per raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità, in un processo continuo per conservare la certificazione. Inoltre chi partecipa al programma deve anche rispettare una soglia di punteggio globale, misurare e tenere traccia delle metriche dell’acqua, dell’energia, dei gas ad effetto serra e dell’azoto, oltre ad osservare nel vigneto numerose restrizioni circa l’utilizzo dei prodotti ammessi. Ogni anno viene richiesto un audit da parte di un ente terzo per mantenere la certificazione. Un nuovo Certified Sustainable Wine Logo è utilizzabile per quei vini prodotti in cantine certificate usando almeno l’85% delle uve provenienti da vigneti certificati, e devono essere vini al 100% californiani a partire dalla vendemmia 2017”. Quante soggetti fanno parte del CSWA? “Secondo il nostro Report del 2015 – il prossimo sarà edito nel Gennaio 2021- oltre 2000 vigneti e cantine partecipano al Sustainable Winegrowing Program. Rappresentano una vasta maggioranza delle produzioni californiane. Ad oggi più dell’85% del vino prodotto in California è prodotto in una CERTIFIED SUSTAINABLE Winery. Il numero effettivo sarà aggiornato con i numeri a conclusione del 2019, nel prossimo Annual Report, disponibile dal prossimo gennaio. Stiamo anche lavorando ad un nuovo sito che sarà lanciato nei primi 4 mesi del 2020, focalizzato più sullo sviluppo del mercato e il consumatore”. Perché oggi il tema della sostenibilità è così importante?

22

“La sostenibilità è importante per una miriade di ragioni. In California i vari soggetti della filiera si impegnano a mantenere la salubrità e la bellezza dei paesaggi, c’è un senso di responsabilità verso sé stessi, verso i propri vicini e verso chi viene a visitare questa zona. La maggior parte delle aziende sono di proprietà familiare e vogliono lasciare qualcosa di buono alle nuove generazioni. Produrre vino in maniera sostenibile significa uve e vini di altissima qualità mentre si protegge l’ambiente, i lavoratori e si assicura un business destinato a durare nel tempo e resistere sul mercato. I consumatori pongono sempre più attenzione a questo tema, così i vini della California oggi sono ben posizionati e pronti a rispondere ad esigenze sia di marketing che di pubblica utilità con la sostenibilità”. Il consumatore come si pone davanti a questi prodotti? “In occasione del Sustainable Winegrowing Summit | West dello scorso giugno è stata presentata una ricerca di Wine Intelligence proprio sulla percezione del consumatore. Sulla base di 2000 questionari sottoposti a regolari consumatori di vino statunitensi, a cui si sono aggiunti dei questionari e focus group in Canada, Regno Unito e Svezia, sono stati raccolti dati interessanti. Per prima cosa, si è visto che mentre il biologico è universalmente compreso, il sostenibile è ancora un concetto non sempre chiaro ma che desta attenzione e che ha le maggiori prospettive di crescita sul mercato e le maggiori potenzialità in parte ancora inespresse. I millennials sono una categoria interessante per questi vini e 9 su 10 si sono detti disposti a spendere di più per un vino sostenibile. Sia per i millennials che per la generazione X il tema della sostenibilità è molto appealing, in particolare in relazione all’ambiente. La certificazione desta affidabilità, bontà in termini produttivi, si lega ad un concetto di attenzione verso il futuro. Inoltre – questo vale in particolare per il campione statunitense – quando si parla di sustainable wines vengono subito in mente i vini californiani, a dimostrare che anche a livello di marketing il tema della sostenibilità è un potente alleato”. Quali sono i prossimi progetti per il futuro? “Per prima cosa mantenere il ruolo della California nella produzione globale dei vini sostenibili. Aggiornare il California Code of Sustainable Winegrowing per arrivare alla pubblicazione della quarta edizione del codice ed essere sempre aggiornati, affinché sia un processo vivo e in continua evoluzione. Sviluppare uno strumento online che aiuti trade e consumatori ad essere informati ed aggiornati. Inoltre lavorare sui cambiamenti climatici e capire meglio con gli scienziati quanto questo impatta sull’agricoltura, così da aiutare i vignaioli a sviluppare un approccio che aiuti anche in questo senso”.


BIO WINE FESTIVAL 2019: SÜDTIROL MEETS TRENTINO UN SUCCESSO PER LA SECONDA EDIZIONE DI BIO WINE FESTIVAL, CHE SI È TENUTA IL 21 NOVEMBRE PRESSO IL MEC MEETING & EVENT CENTER ALTO ADIGE DI FIERA BOLZANO. OLTRE 100 LE ETICHETTE BIO PRESENTATE DA UNA SELEZIONE DI AZIENDE VINICOLE ALTOATESINE E TRENTINE.

Quest’anno infatti, l’appuntamento dedicato ai vini biologici prodotti in Alto Adige – che come di consueto si è svolto nell’ambito di Biolife 2019, fiera dell’eccellenza regionale biologica – ha ospitato alcune aziende del vicino Trentino. Proprio qui, la viticoltura biologica è cresciuta del 20%, passando dai 969 ettari del 2017 ai 1.162 del 2018. Oltre a vini da vitigni che hanno trovato il loro terroir

di riferimento in Alto Adige, come gli autoctoni Schiava e Lagrein, nonché Pinot Nero, Pinot Bianco e Gewürztraminer, è stato possibile degustare molte interpretazioni del Trentino che valorizzano varietà come Nosiola, Marzemino, Teroldego e Müller Thurgau. Intanto, i numeri del biologico e in particolare dei vigneti bio confermano ulteriormente l’importanza di un evento come Bio Wine. Secondo gli ultimi e più aggiornati dati Sinab (Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) relativi al 2018, i vigneti bio italiani hanno superato complessivamente quota 71.000 ettari e quasi 35.000 ettari sono in fase di conversione, per un totale che supera abbondantemente i 100.000 ettari. La Penisola risulta essere percorsa letteralmente da nord a sud da questo richiamo verso il biologico. Se infatti da una parte è la Sicilia la regione

W

italiana che detiene la leadership nelle superfici vitate biologiche (oltre 36.000 ettari), la regione Trentino Alto Adige è una delle più performanti degli ultimi anni sotto questo punto di vista, arrivando pressoché a triplicare le sue superfici bio in meno di 8 anni e portandole oggi a sfiorare i 1.400 ettari, con tendenza verso un’ulteriore crescita. “Bio Wine Festival – commenta Thomas Mur, direttore di Fiera Bolzano – conferisce un indiscutibile valore aggiunto a una manifestazione, come è quella di Biolife 2019, incentrata su alcuni dei temi oggi maggiormente in voga e dibattuti: uno stile di vita consapevole, senza rinunciare alle eccellenze di una sapiente agricoltura. Ci sono quindi tutte le premesse affinché anche questa seconda edizione confermi il successo della prima”.

FIERABOLZANO.IT/BIOLIFE/BIOWINEFESTIVAL.HTML

23


PROFESSIONE VINO

QUANTA ACQUA CI VUOLE PER PRODURRE UNA BOTTIGLIA DI VINO? Il progetto di water footprint dell’Università di Firenze analizza il consumo idrico nelle filiere vitivinicole ed olearie DI VERONICA COSTA

Un’indagine per calcolare l’impronta idrica (water footprint) per raggiungere un utilizzo controllato delle acque nel settore enovinicolo e oleario. Questo il progetto, dal titolo “Terra e Acqua”, che ha coinvolto una fondazione, Water Right Foundation, che si occupa di gestione delle risorse idriche e i dipartimenti di ingegneria civile e ambientale e di scienze e tecnologie agrarie dell’Università di Firenze. A spiegarci il progetto, da poco concluso, e i futuri passi di questo settore è Tommaso Pacetti, ingegnere ambientale dell’Università di Firenze. Che cosa è “Terra e Acqua” e come è nato il progetto ? “Tutto parte da una tesi di laurea dell’Università di Firenze che trattava l’indagine sull’impronta idrica presso l’azienda Montepaldi a San Casciano Val di Pesa. Da lì nel 2017 è nato il progetto “Terra e acqua” con lo scopo di promuovere l’importanza della sostenibilità idrica nelle filiere vitivinicole e olearie. Abbiamo preso in esame tre aziende: due di vino e una di olio. Le aziende scelte erano di piccola taglia perché di solito queste iniziative vengono portate avanti dalle attività più grandi, invece volevamo far vedere che questa metodologia è importante anche in attività più piccole. Durante le analisi abbiamo monitorato i consumi idrici in ogni fase della filiera produttiva”. Quali benefici può portare alle aziende e quali risul-

tati ha mostrato? “L’obbiettivo principale era verificare in quali fasi della filiera c’era maggiore consumo di acqua ed intervenire per diminuirne il consumo. Dalle analisi effettuate è apparso che si consumano 2 litri di acqua per ogni litro di vino prodotto e 20 litri di acqua per ogni litro di olio, questo perché nella fase di frangitura si consuma molta acqua. Per quanto riguarda il vino il consumo è soprattutto localizzato nelle elaborazioni fatte in cantina, dove si potrebbe intervenire con il recupero e il riutilizzo delle acque reflue, e in alcune parti della fase agricola, in cui si potrebbero utilizzare dei nebulizzatori”. Come hanno risposto le aziende e come si è concluso il progetto? “Il progetto si basava solo su una fase di analisi e non prevedeva l’introduzione dei sistemi in azienda. Era un primo passo per far conoscere un settore importante. Oggi l’acqua non incide troppo sul bilancio aziendale quindi spesso non giustifica gli investimenti in questo senso. In realtà l’importanza della corretta gestione della risorsa idrica, più che da un punto di vista di convenienza economica, deve essere letta nella prospettiva di mitigare gli impatti di eventi siccitosi che possono mettere in crisi l’intera filiera produttiva, come avvenuto nel Chianti nel 2007. Tutto ciò fa

24

L’importanza della corretta gestione della risorsa idrica, più che da un punto di vista di convenienza economica, deve essere letta nella prospettiva di mitigare gli impatti di eventi siccitosi che possono mettere in crisi l’intera filiera produttiva

sperare in nuove indagini in campo vitivinicolo per il futuro”. Quali sono i prossimi progetti ? “A gennaio 2020 partirà un nuovo piano di sviluppo rurale della Regione Toscana nel settore orticolo. Il progetto si chiamerà “Orto Blu” e così faremo lo stesso tipo di analisi in un campo diverso. Oltre all’indagine questa volta è prevista anche una seconda fase per l’introduzione di sistemi per il risparmio idrico. Il progetto interesserà tre aziende della zona periurbana di Firenze e durerà un tempo maggiore rispetto alla precedente indagine, 32 mesi più il periodo necessario per l’applicazione dei sistemi di miglioramento del consumo”.


* TCA liberabile ≤ al limite di quantificazione di 0,3 ng/l © Photo - R. Sprang

«Se è Mytik, dico Sì!»

Da oltre 10 anni Mytik rivoluziona il mondo del vino grazie alla gamma dei suoi tappi tecnici in grado di preservare la buona evoluzione del vino in bottiglia, così come il vignaiolo immagina. Performance meccaniche, neutralità sensoriale* unica, permeabilità ben controllate che mantengono intatte le mappe sensoriali dei vini: con Mytik, ogni produttore di vino sa di offrire il meglio del suo lavoro. Per questo sceglie di dire si. «Se è Mytik, dico Sì!» www.diam-cork.com Benoit Fedou, Maître d’Hôtel Sommelier, Ristorante En Marge.

25

PAOLO ARALDO SRL · Regione San Vito 88 · 14042 Calamandrana. At. Italia · tel. 0141/769153 · fax 0141/727496 · info@paoloaraldo.it


1 FRUTTA

E VERDURA

8 PROTEINE

ARRIVA L’ECO-MENU DI GREENPEACE

VEGETALI

A tavola solo cibi buoni, soprattutto per l’ambiente: ecco i 10 consigli per mangiare bene e sostenibile

2CARNE

A CURA DI ELISA BERTI

6 SOTTO COSTO

3 UOVA

4

GUSTO E DINTORNI

7

MODE INSOSTENIBILI

LATTICINI 5 PESCE

9 CONFEZIONI

Un’iniziativa di sensibilizzazione verso ciò che ogni giorno viene servito sulla tavola, 10 consigli per mangiare bene, con gusto e nel rispetto dell’ambiente. Greenpeace firma l’iniziativa perché il cibo “è sempre più al centro della nostra attenzione. Oltre ai temi del gusto, della salute e della tradizione, c’è un altro argomento che è sempre più associato al cibo: quello dei cambiamenti climatici e della sostenibilità ambientale”. Suddiviso in 10 punti per quanti sono gli alimenti presi in considerazione, l’eco-menu dispensa alcuni semplici consigli per mangiar bene rispettando l’ambiente. Aumentare verdure e proteine vegetali, ridurre prodotti di origine animale e contenere al minimo gli imballaggi e la strada percorsa dal nostro cibo. “Come consumatori possiamo fare molto per invertire questa tendenza attraverso le nostre scelte quotidiane- dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna agricoltura di Greenpeace Italia- Anche la politica deve fare la sua parte. Servono scelte chiare ed efficaci: utilizzare i fondi pubblici della Politica agricola comune (PAC) per il sostegno delle produzioni ecologiche e non per quelle intensive, approvare una normativa europea per fermare il commercio di materie prime prodotte distruggendo le foreste, e impegnarsi ad istituire una rete di santuari marini per proteggere almeno il 30 per cento dei nostri mari”.

10 CIBI

PROCESSATI

26


27


SOCIAL WINE

SENTI CHE VINO?! UN CLICK SULL’ETICHETTA E L’APP SI COLLEGA AUTOMATICAMENTE A SPOTIFY PER SELEZIONARE, CON UN ALGORITMO, LA PLAYLIST PIÙ ADATTA ALLA DEGUSTAZIONE A CURA DI ELISA BERTI

2,5 milioni di vini censiti e oltre 1600 vitigni catalogati in base ad acidità, struttura e sentori: Wine Listening analizza più di 20 parametri derivanti dall’analisi organolettica del vino e interroga un database contenente milioni di brani musicali, analizzati e catalogati a loro volta per Bpm, tonalità, frequenze, genere musicale.

Ne abbiamo parlato con Gabriele Cedrone e Marco Iacobelli, ideatori e sviluppatori dell’applicazione. Com’è nata l’idea di questa app? “Wine Listening nasce per gioco. Non riuscivamo a ricordare le particolarità di tutti i vini bevuti e quindi la scorciatoia (essendo appassionati di musica) era quella di associare un brano ad ogni vino.

28

Il metodo funzionava. Abbiamo fatto moltissime ricerche, approfondito il tema e abbiamo scoperto che dietro l’argomento si celava un sottobosco di studi e di ricerche scientifiche di grande rilievo. Abbiamo deciso allora di chiuderci in studio di registrazione per capire se effettivamente suoni e rumori


OGNI BRANO È SCELTO PER ESALTARE LE PROPRIETÀ ORGANOLETTICHE DI UN PARTICOLARE VINO

potessero in qualche modo influire sul senso del gusto. Il contesto è fondamentale. Immagina di bere un bicchiere di buon Barolo circondata dal rumore del traffico o da un camino scoppiettante...e trai le conclusioni. Da lì l’idea di creare uno strumento che automatizzasse il sistema di abbinamento musica/vino”. Alla base del funzionamento dell’app ci sono le teorie dello psicologo Charles Spence. In cosa consistono? “Le sue pubblicazioni ci hanno affascinato da subito. In particolare, la sua ricerca si concentra su come una migliore comprensione della mente umana influirà sulla progettazione di alimenti, prodotti, marchi. packaging ecc.. In una sua pubblicazione, Spence affronta appunto l’argomento vino/musica con il suo approccio “crossmodal”. Dal punto di vista tecnico, come vengono associate le canzoni al vino da degustare? Le playlist generate dalla nostra app sono frutto del nostro algoritmo di match, che mette in pratica i risultati ottenuti dalle maggiori ricerche effettuate nell’ambito. Ogni brano è scelto per esaltare le proprietà organolettiche di un particolare vino. L’associazione avviene in due fasi. La prima fase è quella di riconoscimento del vino attraverso la foto dell’etichetta.Nella seconda fase, il server analizza i valori tecnici del vino che viene rappresentato con un grafico. Stessa cosa avviene per i brani musicali catalogati. Ad ognuno corrisponde una prospettiva grafica. Il match perfetto è la sovrapposizione migliore delle due rappresentazioni, secondo criteri ben precisi”. Quindi è possibile collegare una playlist al vino e

viceversa? “E’ possibile rappresentare il vino con delle frequenze musicali. Ed è ciò che facciamo durante i nostri eventi live. Per semplicità di utilizzo, la nostra app propone un brano musicale edito che rientra in determinati schemi metrici. La playlist è generata di conseguenza”. Come avviene la comunicazione con Spotify? “Utilizziamo l’SDK ufficiale di Spotify per avere un profilo musicale dettagliato dei nostri utenti. Questo per proporre scelte musicali sempre in linea con i gusti dell’utilizzatore, grazie all’analisi degli ascolti recenti. Allo stesso tempo utilizziamo le API di spotify per generare la playlist da associare al match e salvarle sull’account dell’utente. Anche il login su Wine Listening è gestito da Spotify, sia esso un account free o premium)”.

BIO MARCO IACOBELLI Co-Founder di Wine Listening, da sempre nel mondo del digital. Lavoro sulla progettazione e la realizzazione di prodotti digitali consumer ed enterprise per aziende internazionali e startup innovative. Attualmente Digital Business Development per Fuoricittà srl. Mobile Engineer Aspirante sommelier FIS Dj e produttore da una vita. https://www.linkedin.com/in/marcoiacobelli/

BIO GABRIELE CEDRONE Co-Founder di Wine Listening, sommelier 2 stelle Michelin presso Patrick Guilbaud Restaurant (Dublino) e Castello Banfi (Montalcino). Attualmente Sales Manager nel settore vino presso Sviluppo Horeca Roma. Laurea in Economia Aziendale. Diplomato Sommelier Ais nel 2013. Dj e produttore da una vita. https://www.linkedin.com/in/gabriele-cedrone-06bb2624/?originalSubdomain=it

29


NEL CHIANTI CLASSICO ARRIVERANNO LE MENZIONI GEOGRAFICHE AGGIUNTIVE IL PRESIDENTE DEL CONSORZIO GIOVANNI MANETTI FISSA GLI OBIETTIVI DELLA DENOMINAZIONE PER IL 2020 a cura di Carlotta Lettieri 30


C’È UN’EVOLUZIONE IN ATTO MOLTO IMPORTANTE E SIGNIFICATIVA. PRIMA DI TUTTO IL COSTANTE IMPEGNO DA PARTE DI TUTTE LE AZIENDE NEL MIGLIORARE I PROPRI VINI IN TERMINI DI QUALITÀ INTESA COME TERRITORIALITÀ E RISPETTO PER LA NATURA

Quali sono le nuove sfide del Consorzio Chianti Classico e quali le novità ha in serbo il Gallo Nero per il nuovo anno? Tra bilanci e progetti futuri è Giovanni Manetti, attuale Presidente del Consorzio, a tracciare il futuro della denominazione chiantigiana. “Da quando mi sono insediato ho ribadito con forza che l’obiettivo primario è valorizzare la denominazione. Per questo abbiamo cercato di mettere in atto tutta una serie di attività per creare e aumentare il valore delle produzione del Chianti Classico e per enfatizzare il frutto del lavoro dei 510 associati in modo da migliorare la rimuneratività degli agricoltori e il posizionamento dei loro vini sul mercato. In questo senso sono state estremamente importanti le riforme introdotte nel 2014, soprattutto quella del Chianti Classico Gran Selezione, nata proprio per occupare posizioni sul mercato sempre di maggior pregio. Oggi sono 136 le aziende che la producono con 155 etichette, in rappresentanza di oltre il 6% delle vendite di tuta la denominazione, generando un fatturato che oscilla tra i 40 e i 50 milioni di euro. La riforma ha avuto un successo enorme e ha migliorato senza dubbio sia il prezzo medio delle bottiglie di vino Chianti Classico che l’immagine e la reputazione di tutta la denominazione”. Quali saranno le nuove sfide per il 2020? “C’è un’evoluzione in atto molto importante e significativa. Prima di tutto il costante impegno da parte di tutte le aziende nel migliorare i propri vini in termini di qualità intesa come territorialità e rispetto per la natura. Un percorso che ci vede impegnati a sostegno dei nostri associati per trasferire le sfumature del nostro bellissimo contesto dentro ogni bottiglia. Legarsi in maniera sempre più stretta al Chianti cercando di

creare prodotti unici che non siano ripetibili in altre zone viticole del mondo. Solo in questo modo secondo noi sarà possibile vincere le sfide che ci si presentano davanti. Gli agricoltori non solo dimostrano una sempre maggiore fiducia nella nostra varietà principale che è il Sangiovese, ma lavorano nel rispetto della natura. Infatti già oltre il 40% dei nostri vigneti viene condotto con metodi biologici e questa percentuale è una delle più alte in tutta Italia. Un trend molto positivo che ci fa ben sperare per un ulteriore miglioramento qualitativo dei nostri prodotti”. Cos’altro avete in mente? “Il Chianti Classico si sta affermando come uno dei grandi vini rossi del mondo, ma abbiamo ancora tante carte da giocare per il futuro, prima tra tutte la grande capacità dei nostri vini di raccontare il territorio. Su questo argomento nel 2020 saremo impegnati nel progetto di “menzioni geografiche aggiuntive”, che prevede di suddividere il territorio in aree più ristrette ma con maggiore omogeneità al proprio interno, fino ad arrivare ad indicare in etichetta il nome del villaggio di provenienza. Questo per andare incontro ad un’esigenza sempre sentita dai consumatori esperti che hanno un livello di conoscenza molto profondo e che vogliono conoscere quello specifico pezzetto di terra che dà origine a quel vino. Un progetto molto ambizioso ma che pensiamo possa dare ulteriore impulso alla domanda e ci permetterà di competere ad armi pari con i grandi vini del mondo”. Le principali guide internazionali vi hanno premiato con numerose etichette ai vertici. Questi riconoscimenti potranno dare ancora nuova linfa alle esportazioni che già stanno dando segnali positivi? “Sicuramente sì. Tutte le più grandi testate giornalisti-

31


che mondiali di settore hanno apprezzato molto i vini presentati dalle aziende del Chianti Classico nell’ultimo anno, dando grande visibilità a tutta la denominazione e stimolando la domanda sui mercati esteri che speriamo porti ad un ulteriore aumento delle vendite. Esportiamo la stragrande maggioranza del nostro vino: quasi tre/quarti del Chianti Classico va all’estero (77%) con in

testa il continente nordamericano. Stati Uniti e Canada sono infatti i due mercati principali che abbiamo e sono in costante sviluppo. I risultati che abbiamo ottenuto quest’anno in termini di premi dovrebbero senz’altro migliorare ancora di più il nostro posizionamento”. Siamo alle porte dell’edizione 2020 delle Anteprime. Quali novità avete in serbo come Consorzio?

“Innanzitutto le nuove annate: i viticoltori saranno ben felici ed orgogliosi di presentare il frutto del loro lavoro e di confrontarsi con gli operatori, con la stampa e con i consumatori. Tra le novità, la presenza per tutti e due giorni dei soci che saranno al tavolo a versare le proprie bottiglie e raccontare i propri vini. Inoltre ci sarà l’apertura di pomeriggio del secondo giorno al consumatore finale e, come lo scorso anno, alla fine della prima giornata ci saranno le cene nei ristoranti fiorentini selezionati dove i produttori siederanno a tavola insieme alla stampa per un ulteriore confronto di idee”. Come si immagina, in una parola, l’anno che verrà per il Chianti Classico? “Le premesse per il 2020 sono molto favorevoli. Siamo reduci da due degustazioni meravigliose che hanno avuto luogo a Milano e a Roma dove c’è stato un’ulteriore conferma del grandissimo interesse per i nostri vini. Questo significa che le nostre qualità sono in crescita e veniamo apprezzati anche da un pubblico giovane. Il Chianti Classico è sempre di più un vino che ha radici profonde e antiche denominazioni, ma che oggi sta dimostrando di essere contemporaneo e molto apprezzato perché armonico, profumato, asciutto e molto versatile. E’ un vino che non stanca mai e che invita a bere un altro sorso, solleticando l’interesse e l’immaginazione. Speriamo di continuare su questa strada anche nel nuovo anno”. Consorzio Vino Chianti Classico Via Sangallo, 41 – Loc. Sambuca 50028 Tavarnelle Val di Pesa (Fi) Tel: 055 82285 W CHIANTICLASSICO.COM

32


Molte, troppe cose da fare. Un'unica soluzione:

System@64 - Cantine

TracciabilitĂ e Produzione

Logistica di Magazzino

ContabilitĂ e Aspetti Fiscali

Commercializzazione del Prodotto

Team Software Srl Via P. Luigi Tezza, 8 - 31015 Conegliano (TV) Italia Tel. 0438 453008 Email info@teamsoftware.tv Codice Fiscale / Partita Iva 03482860263 www.teamsoftware.tv

33


TRADIZIONE DI FAMIGLIA DAL 1920 UN BUON VINO NON NASCE SOLO DALLA CURA DEI VIGNETI : È IL VIGNAIOLO CHE RIESCE A TRARRE IL MASSIMO DALL’UVA, MA É ANCHE L’ARTISTA DEL VINO, “L’ENOLOGO”, CHE FA LA DIFFERENZA

Sono 13 gli ettari di vigneto a cui Mario Struzziero, enologo di famiglia, si dedica oggi con quella fervida passione che ha ereditato dal padre Giovanni e dal nonno Elisario, il quale, negli anni Venti, decise di avviare l’attività dell’azienda agricola. Negli anni Settanta, poi, con l’avvio della produzione dei vini Doc Greco di Tufo e Taurasi, arrivano i primi riconoscimenti, che si sono moltiplicati con l’arrivo in azienda del figlio Mario appena divenuto enologo, risalente ormai a oltre 35 anni fa. La svolta poi, arriva con l’edizione di Vinitaly del 1999, in cui l’azienda si aggiudica il Premio Cangrande e la Medaglia d’Argento per il primo Greco di Tufo Spumante Brut Metodo Classico. Nel 2015, sempre in occasione di Vinitaly, gli operatori d’ OItremanica richiedono di verificare le schede tecniche per il Greco di Tufo, al fine di valutare l’inserimento in una struttura di grande prestigio. E’ così che Mario Struzziero prende il primo volo per Londra e conclude immediatamente un accordo commerciale destinato a cambiare il futuro dell’azienda campana. Un traguardo che regala in famiglia grande soddisfazione, ma anche un riconoscimento ufficiale per tutto il lavoro da sempre profuso. “Il segreto?- afferma Giovanni- competenza ed esperienza, certamente, ma anche passione e tanti sacrifici” perchè “un buon vino nasce - aggiunge Mario- soprattutto dalla cura dei vigneti: è il vignaiolo che riesce a trarre il massimo dall’uva, materia prima di qualità. Il resto poi è dovuto alla delicata tecnica enologica, che va adottata a secondo delle variabili di ogni vendemmia”. Negli ultimi anni la gamma delle etichette si è arricchita e rinnovata nel packaging . Le scelte hanno portato ad una valorizzazione dei vigneti di famiglia e della loro antica tradizione. Contemporaneamente, in azienda, si è lavorato sull’originale produzione del Greco di Tufo Spumante Brut Metodo Classico.

EN - A family tradition since 1920. Good wine springs not only from a vineyard grown with care: it’s the winemaker who takes the best from the grapes and the artist of wine, the oenologist, who makes the difference. 13 are the hectares of vineyards that Mario Struzziero, the family oenologist, grow with care and with that passion that he inherited from his father and grandfather Elisario, who in the 20s decided to start the activity of the family winery. Then in the 70s, with the production of Doc Greco di Tufo and Taurasi, the first acknowledgments arrived, and they increased thanks to this son Mario who became oenologist about 35 years ago. The turning point was in 1999, when the vinery gained two important prizes at Vinitaly: Premio Cangrande and the Silver Medal for the first Greco di Tufo Spumante Brut Metodo Classico. In 2015, again at Vinitaly, some English operators asked to check the technical data sheets of Greco di Tufo, in order to valuate the possibility to include it in a very prestigious structure. So Mario Struzziero took his first flight to London and signed a commercial agreement that changed the future of the winery from Campania. This goal gave great satisfaction to the family, but it was also an acknowledgment for the all the long and hard work they always lavished on it. “The secret? – says Giovanni – compentence and experience, of course, but also passion and sacrifice”. Because, he adds “a

“La nuova linea per l’alta ristorazione della cantina è oggi composta da: greco di Tufo Villa Giulia, Fiano di Avellino Vignapezze e Cerreto , due cru, Taurasi riserva Campoceraso 2014 (premiato in guida Espresso nei migliori rossi), Falanghina Selve di S. Angelo ,Irpinia Aglianico e Irpinia Coda di Volpe, Aglianico Rosato e infine Greco di Tufo Spumante brut Metodo Classico Docg”

34

good wine springs from the care for the vineyards: it is the winegrower who take the best from his grapes, high quality materials. Then there is the delicate oenological technique that have to be adapted to the variables of every harvest”. In the last years, the range of labels has been increased and packaging has been renewed. The family’s choice is to enhance their vineyards and their ancient tradition and at the same time to work on the original production of Greco di Tufo Spumante Brut Metodo Classico. footprint of every bottle of Monteti and Caburnio and, according from this, the certification for both wines”. This goal confirms a modus operandi oriented towards the quality of the production and to the respect for the environment. “For us, it has been like putting a frame on the already done work and on our current research, both in the vineyards and in the cellar – adds Eva with satisfaction. This acknowledgment allows us to tell with great transparency how we work, in the belief that nowadays the pursuit of quality must be combined to environmental sustainability and to social commitment” . Azienda Vinicola Struzziero Via Luigi Cadorna, 214 - 83030 Venticano- AV Tel. 0825 965065, struzziero@struzziero.it W STRUZZIERO.IT


UNA BOTTIGLIA

ESCLUSIVA

Via Sette Re, Arzano (NA) info 081.191.68.265 info@dsglass.it www.dsglass.it 35

RATIOSTUDIO.IT

UN GRANDE VINO MERITA


MARISA CUOMO: COME ESSERE UNICI IN COSTIERA AMALFITANA, LA BELLISSIMA STORIA DI DUE VITICOLTORI-EROI

Furore, Costa D’Amalfi, uno di quei luoghi che non si dimenticano, dove il paesaggio regala strapiombi e salsedine, la roccia si fa imponente e il vino diventa un dono, frutto prezioso quanto la singolarità geomorfologica del territorio. Marisa Cuomo è sinonimo di unicità. Almeno tre sono i fattori che si combinano insieme e danno vita ad un “miracolo enologico”. La particolarità del suolo, di origine dolomitico-calcarea con riflessi vulcanici; l’ampelografia, con vitigni autoctoni pre-fillossera a piede franco; il sistema di allevamento a terrazzamenti (pergola con ceppi verticali): belli, audaci, impervi, coraggiosi. Marisa Cuomo e Andrea Ferraioli, insieme nella vita e nel lavoro, gestiscono un progetto che non ha eguali in tutto il mondo. Siamo davanti a vini estremi, a viti arcaiche, testimoni di un passato da salvaguardare e di un presente tenace ed orgoglioso. I due titolari hanno le

idee chiarissime: non sentono le lusinghe dell’omologazione e della globalizzazione. Il Fiorduva, Costa D’Amalfi Furore Bianco Doc, è il fiore all’occhiello: Ripolo, Fenile, Ginestra, nessuna pianta ha meno di 50 anni. Tessere rare e difficili da coltivare, per un mosaico da 20.000 bottiglie. Non conosce repliche, questo bianco che sa di mare, di agrumi, di erbe e macchia mediterranea. Non teme tentativi di imitazione. Non aumenterà in numeri per fare più profitto, non si “allargherà”. Da queste parti non cercano scorciatoie: conoscono il prezzo della fatica, sanno come gestire l’unicità e sanno che di facile, nella viticoltura eroica, non c’è niente. Ma la ricompensa è altissima, e non è fatta solo dei premi che ogni anno la cantina raccoglie. Perché di solito, se ad un appassionato di vino dici “Fiorduva”, non devi aggiungere altro. (s.a.)

36

EN - Marisa Cuomo: how to be unique. In Costiera Amalfitana, the wonderful story of two heroic winegrowers. Furore, Costa D’Amalfi, an unforgettable place where the landscape offers cliffs and salt, where the rocks are majestic and wine is a gift, the precious fruit of a territory with a peculiar geomorphology. Marisa Cuomo is a synonymous of uniqueness. Three factors creates this “oenological miracle”: a peculiar soil, made of milestone and dolomite with volcanic reflexes; the ampelography, with autochthonous ungrafted vineyards; the training method with brave, impervious and audacious terraces (pergola with vertical vinestocks). Marisa Cuomo and Andrea Ferraioli, a pair both in life and in profession, manage together a project that has no equal. Their labels are extreme wines that spring from archaic vines, witnesses of a past that is worth to protect and of a tenacious and proud present. The two managers have clear ideas and do not give in to the standardization and globalization flatteries. Fiorduva, Costa D’Amalfi Furore Bianco

Doc, is their buttonhole: Ripolo, Fenile, Ginestra, none of these vines is younger than 50 years old. Rare and difficult to grow, these are the tiles of a mosaic made of 20,000 bottles. This white wine has the taste of the sea, of citrus and herbs of the Mediterranean maquis. It doesn’t fear any imitation and it is not going to increase its numbers to make more profit. Here shortcuts are not a solution: they know well what hard work is and they can manage uniqueness. They are conscious that heroic winegrowing is not an easy job, but it rewards its producers more than one can imagine, and it’s not simply a matter of prizes and acknowledgments, which every year this winery collects. Because, when you tell to a wine lover “Fiorduva”, you don’t have to add anything more. Marisa Cuomo Via G.B. Lama, 16/18 84010 Furore (SA) Tel. 089 830348 info@marisacuomo.com W MARISACUOMO.COM


BORGO GIULIA, VINI CHE RACCONTANO UN TERRITORIO RICERCA CONTINUA DELLA QUALITÀ, RISPETTO E VALORIZZAZIONE DEL PROPRIO TERRITORIO: QUESTA LA FILOSOFIA DI BORGO GIULIA, AZIENDA A CONDUZIONE FAMILIARE A DUE PASSI DA UNA DELLE COSTE PIÙ BELLE D’ITALIA Corbara, provincia di Salerno: i Monti Lattari dominano il paesaggio mentre, all’orizzonte, si staglia la splendida costiera amalfitana e, ancora oltre, fanno capolino Ischia e Capri, con i loro tesori e scorci mozzafiato. È qui che, circa quindici anni fa, dal coraggio e la passione di due giovani, è nata Borgo Giulia. Vincenzo, il proprietario, viene da una famiglia di imbottigliatori: è stato lui a decidere di fare il salto di qualità e cominciare a produrre vino. Ed è sempre lui ad accogliere i visitatori per il wine tour e condurli alla scoperta della cantina, dove è allestito anche un wine bistrot per de-

gustare i vini della cantina e i prodotti del territorio. All’inizio, l’azienda contava 1.5 ettari; oggi, sono 11, distribuiti tra Corbara – dove nasce il Cruarà, prodotto di punta della cantina – e Sant’Egidio del Monte Albino – con i suoi terreni impiantati a Aglianico e Fiano. Ogni fase della produzione è controllata con cura, perché a Borgo Giulia sanno che solo l’attenzione continua e il duro lavoro danno vita a un prodotto finale eccellente. Oltre ai vini, l’azienda ha lanciato anche una linea di creme a base di cellule staminali vegetali di uva rossa; un’idea in più per sfruttare al meglio i prodotti che questo splendido territorio offre a chi vi si dedica con passione. EN - Borgo Giulia, wines that talks about their territory. A continuous pursuit of quality, respect and enhancement of its territory: it’s the philosophy of Borgo Giulia, a family winery two steps far from one of the most beautiful coasts in Italy. Corbara, province of Salerno: Mounts Lattari overlook the landscape and on the horizon appears the wonderful Amalfi coast, Ischia and Capri, with their treasures and breath-taking glimpse. Here, five years ago two courageous young people created Borgo Giulia. Vincenzo, the owner, comes from a family of bottlers. He decided to step to the next level and start to produce

37

wine. Nowadays he welcomes his guests for a wine tour in his winery, and invites them to the wine-bistrot where it is possible to taste the wines of Borgo Giulia and the local specialties. At the beginning, the winery had 1.5 hectares of vineyards: now they have become 11 and spread over Corbara – homeland of Cruarà, the buttonhole of the winery – and Sant’Egidio del Monte Albino – where it grows Aglianico and Fiano. Every phase of the production is controlled with the utmost care, because at Borgo Giulia they know well that only a continuous attention and a hard work give life to an excellent final product. Beside its wines, the winery has launched a line of cosmetics based on red grapes staminal cells: a new idea to exploit at best the treasures that this wonderful territory can offer to those who put passion in it. Azienda Agricola Borgo Giulia Via Tenente Lignola, 51 - 84010 Corbara SA Telefono: 081 913011 W BORGOGIULIA.IT


CALABRIA

LE NUOVE SFIDE DELLA VITICOLTURA CALABRESE A 50 anni dalla Doc, la Denominazione Cirò scommette sulla sostenibilità A CURA DI MARTINA CILIANI

Per molto tempo la Calabria è stata il fanalino di coda dell’Italia enologica. Le vaste produzioni di vino, congiunte all’incapacità di “fare sistema” in un territorio economicamente afflitto, hanno depresso la qualità e la notorietà di un vino dalle antiche origini. Quelli calabresi, infatti, sono vini leggendari, fatti risalire addirittura ai colori greci che esportarono qui il gaglioppo, il vitigno più rappresentativo della zona ed attribuirono alla regione l’appellativo Enotria “Terra del vino”. Terra fertile e rigogliosa, la Calabria non ha saputo sfruttare le potenzialità di un territorio estremamente vario per clima e morfologia in un panorama ampelografico di forte interesse. Oggi però qualcosa sta cambiando. A 50 anni dall’attribuzione della denominazione Cirò Doc e, dopo essere entrata nell’Istituto del Vino Rosa Autoctono, il Consorzio di Tutela e Valorizzazione di Cirò Doc, si apre a nuove sfide. Il riscatto dei vini calabresi, passato attraverso Raffaele Librandi, Presidente del Consorzio, ha dotato il territorio di una nuova linfa vitale nel mondo vinicolo. I dati parlano chiaro: in poco più di un anno la produzione

è passata da 3 milioni a 4 milioni di bottiglie, per un giro d’affari di 15 milioni di euro, grazie all’impegno condiviso da tutti i 60 soci. Primo tra tutti i vini calabresi ad ottenere una Doc, la produzione del Cirò si è evoluta per rappresentare oggi uno dei motori trainanti dell’economia regionale, suscitando un forte interesse anche a livello internazionale. Il punto di svolta, coincidente con il gioco di squadra avviato dai produttori e con il ricambio generazionale che ha procurato nuove competenze nonché un know how

38

moderno sulle aziende familiari, consente oggi al Consorzio di contare 2.500 ettari vitati, 200 viticoltori, 54 vinificatori e 45 imbottigliatori. La nuova fase espansiva, però, è solo all’inizio ed il rilancio della viticoltura e del territorio calabrese dovrà svilupparsi attraverso nuovi approcci. In particolare le nuove sfide si impronteranno sulla valorizzazione del turismo enogastronomico, sul riconoscimento della Docg ma anche attraverso nuove iniziative di sviluppo sostenibile. Il prossimo step del Consorzio, infatti, riguarderà il progetto “Cirò denominazione Sostenibile” che si declinerà lungo tre approcci: ambientale, economico e sociale. Tra gli obiettivi preposti si inseriscono così la riduzione delle emissioni dei consumi sia energetici che idrici ma anche la razionalizzazione del ciclo dei rifiuti. Dalla produzione ai metodi di coltivazione bio, questo nuovo orientamento consentirà alla denominazione di adeguarsi alle esigenze di un mercato sempre più mutevole e attento alla provenienza e alla qualità dei prodotti, consentendo ai vini calabresi di riconquistare il loro meritato posto nel mercato vinicolo italiano ed estero.


EMILIA ROMAGNA

LAMBRUSCO: TRA ANTICA TRADIZIONE E MODERNA SOSTENIBILITÀ I Consorzi di tutela del Lambrusco di Modena e Reggio Emilia puntano alla sostenibilità delle proprie produzioni vinicole da sempre legate alla cultura e alle tradizioni del territorio di origine

La realtà vitivinicola delle province di Modena e di Reggio Emilia è composta da oltre 5 mila imprese con una superficie vitata di oltre 16 mila ettari; una capacità produttiva media annua di 2,9 milioni di quintali di uve da vinificazione di cui 1,95 milioni di uve Lambrusco, rivendicabili con la Denominazione di Origine Dop e Igp. Sono questi i dati che ci raccontano del

Lambrusco, un vino che si identifica nel proprio territorio, dove i fattori naturali e umani ne hanno determinato l’origine e consolidato la tradizione. Qui, nel cuore dell’Emilia, operano i due consorzi di tutela, quello del Lambrusco di Modena e quello dei vini Dop Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa, oggi impegnati nel valorizzare e rilanciare il settore, ma soprattutto nello sviluppare una vitivinicol-

tura sostenibile, rispettosa dell’ambiente e attenta all’utilizzo delle risorse naturali, come richiedono i mercati internazionali ed i moderni mezzi di comunicazione commerciale. Nasce con questa consapevolezza il nuovo progetto che vede i due Consorzi di tutela implementare uno studio di fattibilità per conseguire la certificazione di sostenibilità secondo gli standard di Equalitas. Il progetto coinvolge le imprese della filiera vitivinicola e recepisce il modello di sostenibilità che si basa sui tre pilastri: ambientale, sociale ed economico, che sono alla base dei concetti esplicitati nei disciplinari delle produzioni agroindustriali a Denominazione di Origine. “L’iniziativa di conseguire la certificazione sostenibile - spiega Ermi Bagni Direttore del Consorzio di tutela del Lambrusco di Modena - per il territorio viticolo del Lambrusco non è casuale e non si limita ad essere uno strumento per valorizzare la produzione agroindustriale o il turismo nelle aree rurali, rappre-

senta qualcosa di molto più importante: la viticoltura sostenibile è un atto di lealtà e di trasparenza nei confronti del consumatore in grado di consolidare la tradizione produttiva e il legame con l’intera collettività. Il progetto si pone come obiettivo la valorizzazione del territorio viticolo delle province di Modena e Reggio Emilia allo scopo di evidenziare la professionalità delle imprese della filiera vitivinicola e ribadire l’importanza della relazione prodotto-territorio-cultura: tre importanti driver per il rilancio del sistema economico locale”. “I risultati raccolti finora – conclude Bagni - sono già soddisfacenti e mostrano come i presupposti siano favorevoli. I produttori sono già coinvolti nell’identificazione delle migliori norme in termini agronomici ed è già presente un entusiasmo generale tra i partecipanti al progetto. Il proposito è di conseguire la certificazione di ‘territorio viticolo sostenibile’ nel triennio 2020-2022”.

TRENTINO

TRENTINO, GENETICAMENTE VIRTUOSO Rispetto per l’ambiente e per il territorio, ma anche sostenibilità economica e sociale: c’è tutto questo a ispirare il lavoro del Consorzio di Tutela Vini del Trentino, associazione che riunisce oltre il 90% dei produttori della regione

Il Trentino del vino si dimostra sempre più attento all’ambiente: lo confermano anche i dati, diffusi dall’Ufficio per le produzioni biologiche della Provincia autonoma di Trento. Nel 2018, la viticoltura biologica in Trentino è cresciuta del 20%, passando dai 969 ettari del 2017 a 1162 attuali. Uno sviluppo notevole, testimone di quanto la tutela e il rispetto della natura siano considerati importanti da chi vive e lavora in questo territorio. Ne abbiamo parlato con Graziano Molon, direttore del Consorzio di Tutela Vini del Trentino, associazione che dal 2011 si occupa di tutelare, vigilare e promuovere i vini del Trentino – dal Trento DOC al Trentino DOC passando per le IGT e tanti altri – nel pieno riguardo dell’ambiente e del paesaggio. Cominciamo da una parola: sostenibilità. Quali sono le strategie di tutela dell’ambiente e del territorio messe in atto dal Consorzio? “Da diversi anni il Consorzio Vini del Trentino ha cominciato un percorso virtuoso che ha portato alla redazione di disciplinari di produzione attenti alla sostenibilità ed alla salubrità, in primis per i suoi agricoltori, e poi per i residenti e tutti gli ospiti che numerosi scelgono il Trentino come località di vacanza. I protocolli di difesa proposti dal Consorzio Vini del Trentino prevedono l’eliminazione dei principi attivi più pericolosi e impattanti grazie al contributo scientifico dei ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma”. Dal 2016 il Consorzio aderisce al sistema SQNPI, di che cosa si tratta? “Il Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata è stato istituito con la Legge n.4 del 3 febbraio 2011 (art.2); noi, come Consorzio, vi abbiamo aderito nel 2016. La finalità del SQNPI è quella di certificare le produzioni agricole ed agroindustriali, ottenute in con-

formità alle norme di produzione integrata. Quattro sono i punti cardine sui quali si basa la nostra adesione al SQNPI: rispetto dell’ambiente, aspetti sociali e culturali (in primis la tutela della salute degli agricoltori), sostenibilità economica (salvaguardare il reddito degli agricoltori) e, infine, pianificazione, assistenza e comunicazione”. A questo proposito, il Consorzio può vantare un primato importante. Ci può dire di più? “È vero: coinvolgendo quasi 6 mila viticoltori e 15 cantine sociali, il Consorzio rappresenta un primato nazionale quale unico processo certificativo in Italia a veder premiato un così alto numero di agricoltori coordinati da un’unica entità consortile. Ne siamo felici!”. In tema di enoturismo, la sostenibilità può essere una carta vincente? “Certamente la sostenibilità è e sarà il faro che dovrà guidare le scelte del territorio e del suo Consorzio; gli indicatori di mercato stanno chiaramente premiando le realtà regionali ed aziendali che puntano su prodotti sostenibili ed attenti all’impatto e, certamente, anche la promozione dovrà tenere conto del trend. Lo stiamo già facendo e intendiamo procedere in maniera convinta sulla strada intrapresa”. In che direzione andranno le prossime scelte del Consorzio? “Continueremo così, con l’idea di rispettare il territorio che ci circonda. Si procederà creando il contesto favorevole per tutti i viticoltori trentini, con l’adozione di disciplinari di produzione rispettosi delle prerogative del territorio, ma al tempo stesso attenti alla sostenibilità. Anche le linee di difesa continueranno ad essere vagliate con attenzione – come sinora fatto – includendo i principi attivi strettamente necessari che presentino il più alto margine di sicurezza con il minor impatto per il territorio”.

39


FRIULI-VENEZIA GIULIA

COOPERANDO SI È SOSTENIBILI Con il progetto “Viticoltura sostenibile FVG” il territorio punta ad una nuova coscienza di sostenibilità nel comparto vitivinicolo

DI EMANUELE GORELLI

Il progetto “Viticoltura sostenibile FVG”, finanziato dalla Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia nell’ambito del PSR 2014-2020, si è concluso lo scorso ottobre ponendo le basi per un successivo progetto su scala territoriale. L’iniziativa è stata promossa grazie alla partnership tra i viticoltori friulani (Russiz Superiore, Venica&Venica e i Principi di Porcia di Brugnera), il mondo della ricerca con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e le società di consulenza, Agrisoluzioni, Desam e Professione Consulenti della Rete Vini Sostenibili. L’idea è quella di sviluppare una nuova coscienza di sostenibilità territoriale attraverso la cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti nella filiera di produzione vinicola. Con questo approccio le aziende partner vogliono indirizzare gli imprenditori agricoli friulani verso scelte consapevoli di riduzione dell’impatto ambientale della propria attività, con l’uso di valutazioni oggettive (misurazione degli indicatori di sostenibilità) e specifiche per il comparto vitivinicolo. Il metodo individuato si basa sul disciplinare Viva, messo a punto dal Ministero dell’Ambiente, che mira ad integrare non solo le pratiche sostenibili già in atto presso molti viticoltori regionali, ma anche nelle diverse fasi della filiera. “Il lavoro di analisi e misurazione svolto – spiega Maria Dei Svaldi, coordinatrice del progetto - ha permesso di individuare azioni di miglioramento delle performance ambientali e sociali delle aziende vitivinicole in un percorso che ha coinvolto attività in campagna, in cantina e nella distribuzione del vino sul mercato. Pesare la sostenibilità attraverso la misurazione dei 4 indicatori previsti dal disciplinare Viva, aria (carbon footprint), acqua (water footprint), territorio e vigneto ha permesso di ottenere un’immagine chiara dell’impronta delle aziende sul territorio ma anche di individuare azioni, tecnologie innovative, progetti, buone pratiche da realizzare nei prossimi 24 mesi.

40

“Nel futuro – continua Maria Dei Svaldi - ci si aspetta che anche altre aziende del comparto aderiscano al progetto di sostenibilità aggregandosi al gruppo pilota per rafforzare l’azione sul territorio, per condividere pratiche, soluzioni innovative, azioni concrete in un’ottica di miglioramento continuo. Abbiamo sempre creduto che essere sostenibili sia prima di tutto una scelta etica che va misurata e raccontata con lo scopo di coinvolgere altre aziende e promuoversi sul mercato. L’azione congiunta e coordinata delle aziende vinicole del Friuli-Venezia Giulia verso la sostenibilità potrebbe essere uno strumento vincente non solo per rafforzare l’immagine della singola azienda ma dell’intero comparto”. W VITICOLTURASOSTENIBILEFVG.IT


PIEMONTE

IL PIEMONTE IN ANTEPRIMA Sotto i riflettori gli appuntamenti 2020 con le nuove annate e uno speciale wine-date nel cuore di Manhattan

NEW YORK

LA PRIMA VOLTA DEI GRANDI ROSSI PIEMONTESI NEGLI USA FIRMATA BAROLO & BARBARESCO WORLD OPENING

“Vogliamo illustrare nel modo più chiaro possibile al pubblico americano il concetto di menzione geografica aggiuntiva e di conseguenza, sottolineare l’identità unica di questi vini” (Matteo Ascheri - Presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani) Ha preso forma l’ambiziosa iniziativa del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, che vedrà impegnati oltreoceano numerosi addetti ai lavori coinvolti nell’evento Barolo & Barbaresco World Opening (BBWO), in programma negli Usa il prossimo febbraio. Due giorni così organizzati: il 4 febbraio 2020 ci sarà la prima degustazione mondiale dedicata alle menzioni geografiche aggiuntive (MeGA) di Barolo e Barbaresco, aperta a operatori commerciali, giornalisti e privati consumatori; il 5 febbraio, i migliori palati di cinque continenti (selezionati dal Consorzio) avranno il compito di degustare le nuove annate di Barolo (2016) e Barbaresco (2017) con lo scopo di assegnare un punteggio in centesimi alle due annate. I festeggiamenti dell’evento italiano a stelle e strisce si concluderanno con una cena di gala allestita in una location d’eccezione nel cuore di New York: il favoloso World Trade Center. Info su: W LANGHEVINI.IT

DI CHIARA MARTINELLI

ALBA

GRANDI LANGHE 2020

È il primo appuntamento in calendario delle anteprime del vino in Italia: il 27 e il 28 gennaio ad Alba andrà in scena la due giorni di degustazione delle nuove annate di Docg e Doc di Langhe e Roero Grandi Langhe 2020 è il primo appuntamento in calendario delle anteprime del vino in Italia: il 27 e il 28 gennaio ad Alba andrà in scena la due giorni di degustazione delle nuove annate di Docg e Doc di Langhe e Roero. Alla V edizione parteciperanno 200 cantine con un totale di oltre 1.500 etichette accompagnate dalle nuove annate di Barolo 2016, Barbaresco 2017 e Roero 2017 insieme alle altre denominazioni di Langhe e Roero. “Grandi Langhe è un evento imperdibile ed essere i primi sul calendario delle degustazioni ci porta indubbiamente dei vantaggi. Spostare la manifestazione a fine gennaio e renderla annuale è stata una scelta vincente” commenta il Presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani Matteo Ascheri. Protagonisti dell’evento saranno due Consorzi di tutela: il Consorzio del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e il Consorzio Tutela Roero. Il Palazzo Mostre e Congressi di Alba sarà ancora la location unica dove si concentreranno gli spazi espositivi delle cantine, suddivisi in base ai Comuni di provenienza, gli incontri con i buyer, ristoratori, enotecari e sommeliers, provenienti da oltre 30 paesi europei ed extra europei. Nebbiolo Prima – riservato alla stampa Anche nel 2020, Grandi Langhe si allea e segue a ruota Nebbiolo Prima, l’anteprima organizzata dall’Albeisa Unione Produttori Vini Albesi per la stampa specializzata, concentrando la partecipazione di giornalisti e specialisti della comunicazione estera ad entrambe le manifestazioni. Per gli addetti ai lavori è possibile accreditarsi direttamente su: W GRANDILANGHE.COM. .IT

41

REGGIA DI VENARIA

UNA PRIMAVERA REGALE PER IL ROERO 2020 Alla Reggia di Venaria i Roero Days il 5 e 6 aprile prossimi

Il 5 e il 6 aprile 2020 nella residenza reale seicentesca patrimonio dell’Unesco, 80 aziende piemontesi saranno al centro della kermesse ideata dal Consorzio Tutela del Roero riservata al Bianco Roero Armeis e al rosso Roero da uve Nebbiolo. Ad incontrare i visitatori e far conoscere loro i prodotti enoici di eccellenza saranno gli stessi produttori mediante degustazioni, assaggi, racconti di una viticultura antica che a pochi passi da Torino si palesa in un paesaggio da cartolina. Focus su “Il Roero Docg bianco e rosso in verticale”: verranno serviti e commentati 3 vini Docg a base Arneis e 3 a base di Nebbiolo di diverse annate e di diversi produttori con la possibilità di approfondirne le rispettive caratteristiche ed evoluzioni, grazie a seminari tenuti da giornalisti e professionisti del settore. Chiuderanno la rassegna sulla denominazione i festeggiamenti dei “5 compleanni del Roero”: 5 anni di Consorzio, 15 anni di Denominazione di Origine Controllata e Garantita e 25 anni di Denominazione di Origine Controllata. Il tutto con un omaggio alla spettacolarità barocca della location: giochi di luci e acqua nelle Fontane della Reggia. Per info e prenotazioni: W CONSORZIODELROERO.IT/ROERO-DAYS-2020


SICILIA

SOSTAIN, IL MODELLO SICILIANO DI SOSTENIBILITÀ I produttori condividono buone pratiche per un approccio agricolo sempre più green anche nel mondo del vino PUGLIA

DI LUCA BARBAGLI

LA VISIONE SOSTENIBILE DEL CONSORZIO PRIMITIVO DI MANDURIA Un approccio a 360° per sviluppare e applicare la tutela dell’ambiente a tutti i livelli della produzione DI TOMMASO NUTARELLI Un percorso continuo verso la sostenibilità, che ha visto, per il Consorzio del Primitivo di Manduria, prima il riconoscimento ambientale, poi la certificazione Equalitas nel 2018 e infine il bollino come realtà sostenibile dal Gambero Rosso per il 2020. Ne abbiamo parlato con il direttore generale del Consorzio Vittorio Moscogiuri. Che cosa significa per voi sostenibilità? “Il Consorzio ha sempre pensato la sostenibilità sotto tre aspetti: ambientale, economico e sociale”. Come si declinano questi tre aspetti? “Sul fronte ambientale stiamo portando avanti una produzione con un basso impatto e che faccia affidamento su fonti di energia pulita e rinnovabile. Per quanto riguarda la dimensione economica, uno dei punti principali è la riduzione degli sprechi. E sull’aspetto sociale, sostenibilità è sinonimo di attenzione al lavoro dei nostri soci, a chi opera nell’indotto e dunque anche a tutto il territorio circostante”. Avete coinvolto anche i vostri soci su questo tema? “Dallo scorso anno abbiamo avviato un percorso con alcuni dei nostri soci per poter certificare, in

materia di sostenibilità, determinati territori e prodotti, come l’Elegia e il Sonetto”. In che modo si è sviluppato il progetto? “Il progetto ha visto la messa a punto di un protocollo sempre più stringente, ad esempio per quanto riguarda le emissioni di CO2, e una maggiore attenzione agli sprechi energetici e idrici. L’obiettivo è quello di ampliare il numero di aziende coinvolte”. Quando è importante la tecnologia? “Direi fondamentale. L’innovazione tecnologia permette sia di ampliare l’applicazione delle varie declinazioni di sostenibilità, sia di indirizzare verso questa dimensione aspetti già preesistenti nel ciclo produttivo”. Che tipo di iniziative state portando avanti sul versante della sostenibilità? “Prima di tutto un’azione di comunicazione e di ulteriore sensibilizzazione verso le nostre aziende. Poi un’opera di supporto. La transizione energetica e tecnologica verso la sostenibilità non è un processo facile, e noi dobbiamo offrire ai nostri soci tutti gli strumenti per attuarlo al meglio”.

42

Nato negli anni ‘60 per rispondere all’industrializzazione irrazionale delle campagne ed al consumo irresponsabile delle risorse naturali, il concetto di agricoltura sostenibile è al giorno d’oggi, più attuale che mai. Anche all’appena concluso Merano Wine Festival, con il convegno “Wine sustainability outlooks” si è tornati a parlare di viticoltura sostenibile, cercando di dare ai partecipanti l’opportunità di venire a conoscenza dei processi di implementazione e valutazione della sostenibilità, conoscerne gli obiettivi e dunque raccoglierne le opportunità imprenditoriali. Numerosi sono stati gli interlocutori che hanno portato esempi concreti, tra questi Lucrezia Lamastra, che compone il team di SOStain, un progetto tutto siciliano. Infatti la Sicilia, che da questo punto di vista fino a qualche anno fa era leggermente indietro rispetto alle altre regioni italiane, ha cambiato il suo pensiero, assumendo un approccio sempre più green. Il progetto SOStain segue le linee guida del già noto progetto nazionale Viva, promosso dal Ministero dell’Ambiente, e si rivolge a tutte le aziende del territorio siciliano, siano esse produttrici di vino biologico, biodinamico, naturale, convenzionale. Al di là dell’orientamento produttivo, ciò che accomuna gli attori di SOStain è la volontà di condividere buone pratiche agricole finalizzate al rispetto dell’ecosistema e all’assoluta trasparenza nei confronti del consumatore. Il progetto è raccontato anche attraverso le immagini: alla mostra Deep in Wine, inaugurata lo scorso 26 ottobre nella vineria di Palazzo Butera a Palermo, la sostenibilità applicata al mondo vitivinicolo è stata spiegata attraverso l’obiettivo della macchina fotografica. Le autrici Fiamma Valentino e Maria Grazia Becherini hanno reso omaggio all’artigianalità del mondo del vino, che racchiude in sé ricerca tecnologica e saggezza delle pratiche antiche, un racconto per immagini dei progetti di sostenibilità per la viticoltura italiana: Viva e SOStain.


UMBRIA

L’UMBRIA PIÙ VERDE DI SEMPRE Filippo Antonelli ripercorre gli obiettivi raggiunti e i nuovi traguardi per il 2020

DI STEFANIA ABBATTISTA Anche l’Umbria dice la sua in fatto di sostenibilità: la regione sta infatti ampliando la propria offerta enoturistica, lavorando in consapevolezza e modernizzazione (anche enologica), guardando sempre di più al futuro in ottica ecosostenibile. Come ci conferma Filippo Antonelli, che dell’Umbria è uno dei volti più rappresentativi. Parliamo di sostenibilità: cosa sta facendo l’Umbria per essere più green? “Già 10 anni fa abbiamo realizzato un percorso per misurare e limitare l’impatto ambientale delle nostre attività (impronta carbonica, consumo di acqua, ndr): il progetto si chiama ‘Montefalco Green Revolution’; per il resto, ad oggi le aziende biologiche o in conversione sono ormai una decina, rispetto ad un totale di 70 cantine”. In cosa consiste il Distretto biologico di Montefalco? “Il ‘Dibium’ (distretto biologico umbro) si è costituito quest’anno. Non riguarda solo il vino ma tutte le produzioni agricole bio. Con questo Distretto intendiamo concordare delle azioni comuni che riducano l’impatto ambientale e sensibilizzino gli operatori (inclusi i ristoranti, le mense delle scuole, i comuni ecc.) verso un maggior consumo di prodotti bio. Particolarmente significativa è l’introduzione del divieto di impiegare determinati prodotti, come ad esempio i diserbanti sui cigli delle strade”. Al Consorzio di Tutela Vini di Montefalco si è recentemente aggiunta la Doc Spoleto. Come ci si è arrivati e qual è il valore aggiunto di questa nuova Doc per il territorio e per gli associati? “Abbiamo convocato tutti i produttori del Trebbiano spoletino e abbiamo spiegato loro l’opportunità di avere un consorzio che governi, tuteli e promuova la denominazione Spoleto; la proposta è stata accettata all’unanimità. È una grande opportunità perché le prospettive di sviluppo di questa denominazione sono ottime: si può sicuramente arrivare ad una crescita importante sia in numero di bottiglie che in qualità dei vini”. Siamo quasi a fine anno, tempo di bilanci e nuovi

progetti: che novità ha in serbo per il nuovo anno? E quali sono state le tappe più significative del 2019? “Per il Movimento Turismo del Vino, il 2019 è stato molto importante: finalmente è uscita la legge che norma l’enoturismo; i risultati si avranno però nel 2020 in quanto va recepita a livello regionale e comunale. Per quanto riguarda il Consorzio, oltre alla Doc Spoleto, abbiamo realizzato un progetto per comunicare in maniera nuova la denominazione: sarà presentato per l’Anteprima Sagrantino 2016 (in programma il 24 e 25 febbraio prossimi) insieme ad una nuova veste grafica e un nuovo marchio per il Consorzio. Non è finita. Sempre con la prossima Anteprima introdurremo un nuovo sistema di valutazione dell’annata: non sarà più solo da 1 a 5 stelle ma sarà espressa in centesimi. Nella valutazione verranno coinvolti produttori, enologi ed agronomi della denominazione, oltre che una commissione di giornalisti e sommelier; infine, anche chi interverrà all’Anteprima potrà esprimere il voto popolare. Nel 2020 riprenderemo anche l’attività di promozione in Stati Uniti e Cina”. Montefalco: non solo Sagrantino... “Assolutamente no. Questo è un messaggio che voglio lanciare forte: la collina di Montefalco ha anche altri tesori: Montefalco Rosso (Sangiovese), Grechetto e Trebbiano Spoletino qui danno risultati eccellenti. Lo spettro dei vini prodotti in zona è molto ampio. Inoltre, lo stesso Sagrantino non è più quello di una volta: rispetto ad alcuni anni fa, ora è più elegante, bevibile e fruttato”.

43

Attuale Presidente del Movimento Turismo del Vino Umbria e del Consorzio Tutela Vini di Montefalco, Filippo Antonelli è titolare della cantina Antonelli San Marco, mentre in provincia di Roma dirige il “Castello di Torre in Pietra”, l’altra azienda vinicola di famiglia. L’ultima attività che ha avviato (insieme al socio Vittorio Zoppi) è la produzione di Vermouth e liquori artigianali in Piemonte, con l’azienda “Antica Torino”


ANTEPRIME VENETO

IL VENETO SI PREPARA ALLE NUOVE ANNATE CON UN OCCHIO ATTENTO ALLA SOSTENIBILITÀ Anteprima Amarone, Colli Euganei e Vini Venezia: ma c’è di mezzo anche il progetto PROiNOS DI CHIARA MARTINELLI E ALESSANDRA MORO

DOC VENEZIA, DOC LISON-PRAMAGGIORE, DOC E DOCG E MALANOTTE DEL PIAVE Il Consorzio Vini Venezia traccia in calendario degli appuntamenti che scandiranno gli eventi enoici del 2020. Il primo step sarà tra gennaio-febbraio (le date sono ancora da definire al momento di andare in stampa, ndr) con una selezione alla cieca di 6 Lison Docg e 6 Malanotte del Piave Docg, maggiormente rappresentativi del territorio. Tra i convegni di febbraio è da annotare l’incontro formativo sul tema della “flavescenza dorata” nella viticoltura del Veneto Orientale. Oltre ai consueti appuntamenti a Vinitaly e Prowein, a maggio ritornerà a Oderzo “Raboso del sindaco” con la premiazione del miglior Raboso Doc Piave. Uno degli eventi più attesa di ottobre sarà “Feel in Venice” nell’affascinante location del convento dei Carmelitani Scalzi, una giornata di degustazioni dedicata al vino, all’arte e al meglio della gastronomia veneziana. ANTEPRIMA AMARONE Il “Grande Rosso della Valpolicella” tornerà a far parlare di sé il 1° e 2 febbraio 2020 nella prestigiosa lo-

cation del Palazzo della Gran Guardia a Verona. La 17esima edizione di Anteprima Amarone, organizzata dal Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella, propone a stampa, operatori e appassionati l’annata che entra in commercio, ma non solo. I produttori del territorio quest’anno racconteranno il loro Amarone della Valpolicella 2016 e un’annata storica a scelta. Il primo giorno come sempre è riservato alla stampa internazionale e nazionale, mentre il giorno seguente la manifestazione sarà aperta anche al pubblico. Per info e contatti: areastampa1@consorziovalpolicella.it CONSORZIO TUTELA VINI DENOMINAZIONE ORIGINE CONTROLLATA BREGANZE Domenica 19 gennaio 2020 il Consorzio Tutela Vini Doc Breganze celebrerà nella piazza principale di Breganze (VI), la XXVª edizione della Prima del Torcolato. Per festeggiare il traguardo raggiunto dalla festa, che le cantine della Doc Breganze dedicano al loro vino più famoso e rappresentativo fin dal 1996, ci sarà il taglio di un grande panettone al Torcolato. La cerimonia inizierà a partire dalle 14.30 e prevederà l’investitura dei nuovi confratelli della Magnifica Fraglia del Torcolato, la nomina dell’Ambasciatore del Torcolato nel mondo 2020 e la torchiatura dei primi grappoli appassiti di uva Vespaiola conferiti da tutte le cantine del Consorzio. Info: www.breganzedoc.it/ PROINOS: PROGETTO VENETO PER LA TUTELA DELLE RISORSE IDRICHE E INNOVAZIONE IN VITICOLTURA Prima uscita pubblica per PROiNOS, progetto per la tutela delle risorse idriche e innovazione in viticoltura, che vede numerose aziende coinvolte, accanto al Consorzio di Bonifica Piave e alle università Cattolica di Milano e Padova-Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (TESAF).

44

Nella sede di H-Farm di Roncade (Treviso), il progetto è stato illustrato ad amministratori, tecnici e agricoltori al fine di avviare un confronto con il territorio veneto sulla viticoltura sostenibile e generare interesse e attenzione attorno a questa iniziativa, che si avvale di un contributo nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Veneto pari a 420 mila euro. Il convegno ha presentato i principali elementi tecnici affrontati dal progetto ed esposto esperienze di viticoltura sostenibile e di valorizzazione, per migliorare la competitività delle imprese: il valore etico e culturale – ma anche economico - della sostenibilità, esempi europei affini nell’agricoltura, foreste, sviluppo rurale e ambiente sono stati alcuni dei temi trattati, insieme a quello della certificazione di sostenibilità nella filiera del vino e della digital transformation, ovvero un maggiore utilizzo della tecnologia per migliorare l’esperienza dei dipendenti, dei clienti, dei fornitori, dei partner e stakeholders. PROiNOS prevede l’organizzazione di altri 3 eventi entro la fine delle attività, stabilita per dicembre 2021; due saranno seminari dedicati a specifici aspetti tecnici, e l’ultimo un incontro per fare il punto sui risultati raggiunti e sul follow-up. Info: www.proinos.it


AUTOCHTONA AWARDS, SETTE I VINI PREMIATI TRENTINO, PIEMONTE, EMILIA, MARCHE E SICILIA. SONO LE CINQUE REGIONI CHE QUEST’ANNO SI SONO AGGIUDICATE I SETTE PREMI DELLA RASSEGNA ‘AUTOCTONI CHE PASSIONE!’ NELL’AMBITO DELLA MANIFESTAZIONE AUTOCHTONA. INTRODOTTO UN NUOVO PREMIO PER UN VINO DI STILE, CARATTERE, AMBIZIONE ED EMOZIONE

Da Nord a Sud la grande varietà di vitigni autoctoni presenti in piccolissimi areali così come all’interno di intere regioni, continua a donare una fotografia sempre più affascinante e caratteriale della produzione vitivinicola italiana. È quanto emerge quest’anno scorrendo i nomi dei vini premiati con gli Autochtona Awards alla rassegna ‘Autoctoni che passione!’, che si è svolta ieri nei padiglioni di Fiera Bolzano in occasione della sedicesima edizione del forum nazionale dei vini autoctoni. Per festeggiare la decima edizione di un premio sempre più amato e ambito dai produttori che partecipano ad Autochtona e contemporaneamente anche la partnership con una delle testate del settore di riferimento nel panorama editoriale sia italiano che internazionale, Spirito diVino, è stato assegnato anche un riconoscimento speciale che porta il nome della rivista al vino “che ha come segni distintivi stile, carattere, ambizione ed emozione” come spiega Emanuele Gobbi, firma della rivista. Nella lista dei premiati, nella categoria del Miglior Vino Bianco s’impone un autoctono profondamente legato al Trentino, la Nosiola, con il millesimo 2018 dell’azien-

da Maso Poli. Per il Miglior Vino Rosso ci spostiamo in Piemonte con il nobile Nebbiolo nell’interpretazione della cantina Adriano Marco e Vittorio e il loro Barbaresco DOCG Basarin 2016. Anche quest’anno il riconoscimento alle Migliori Bollicine non solo resta in Emilia, ma ancora tra le mura di Cantina della Volta con il Lambrusco di Sorbara La Prima Volta Dosaggio Zero Metodo Classico 2015. Si scende, poi, in Sicilia, alle pendici dell’Etna per trovare il Miglior Rosato che è il Nerello Mascalese di Serafica Terra di Olio e Vino, il Grotta dei Lamponi 2018. Il Miglior Vino Dolce è invece un marchigiano ed in particolare il Bianchello Monsavium 2011 dell’Azienda Agricola Fiorini. Si torna, quindi, in Piemonte, e sempre con il Nebbiolo, ma questa volta cambiando denominazione, per il Premio Speciale Terroir assegnato al Sizzano 2016 di Villa Guelpa. Infine il secondo Premio Speciale introdotto quest’anno – che porta il nome della rivista di settore Spirito diVino, partner della rassegna sin dall’anno del suo debutto – è stato assegnato a TerraQuilia con lo Spumante Sanrosé extra brut 2016, un Metodo Ancestrale da uve Sangiovese coltivate sulle colline modenesi di Guiglia.

45

“È stata, prima di tutto, una degustazione ben organizzata, interessante e divertente – spiega Luca Gardini, sommelier campione del mondo Wsa nel 2010, nonché autore e affermato critico italiano e internazionale, quest’anno presidente della giuria che ha decretato i vincitori dei premi. “I vitigni autoctoni hanno ancora tanto da svelare e comunicare, soprattutto in un Paese come l’Italia, patria di una ricchezza incredibile da questo punto di vista. Giusto, quindi, valorizzare i nostri vitigni attraverso manifestazioni come queste che meritano di crescere ancora di più per far sì che nessuno si dimentichi di varietà e vini che rappresentano un patrimonio irrinunciabile”. Nel panel dei giurati, coordinati come sempre dal giornalista Alessandro Franceschini, direttore Viniplus di Lombardia e firma di primarie riviste di settore, oltre al presidente Luca Gardini, Pierluigi Gorgoni (giornalista e divulgatore), Luciano Lombardi (DoctorWine), Emanuele Gobbi (Spirito diVino), Eros Teboni (Miglior sommelier del mondo Wsa 2018), Barbara Orlando (AEPI). Insieme a loro, come di consueto, anche tre giurati internazionali coinvolti grazie al prezioso supporto dell’agenzia ICE: dal Regno Unito Neil Beckett, collaboratore della rivista The World of Fine Wine, dall’Austria Luzia Schrampf, giornalista e sommelier con molte collaborazioni all’attivo tra le quali il quotidiano Der Standard, la rivista enologica Wein.Pur e la versione austriaca di Slow Food Magazin, dalla Germania Kevin Gagnon (Snarky Wine). Dopo Autochtona, a Bolzano, oggi i riflettori continuano ad essere puntati sul vino con Vinea Tirolensis, la manifestazione dei vignaioli indipendenti altoatesini, e con la proclamazione dei vincitori di Tasting Lagrein. Ufficio stampa “Autochtona” c/o fruitecom Tel. 059-7863883 Ufficio stampa Fiera Bolzano Spa Tel. 0471-516036 www.facebook.com/Autochtona www.twitter.com/Autochtona W AUTOCHTONA.IT


TOSCANA

ANCHE IL CHIANTI PUNTA ALLA “GRAN SELEZIONE” Il Consorzio del Vino Chianti Classico contro il Consorzio del Vino Chianti: è battaglia aperta sulla categoria premium DI CARLOTTA LETTIERI

Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico Giovanni Manetti

Si riaccende, dopo anni, la querelle tra i viticoltori del Chianti. Il motivo? Il Consorzio Chianti ha approvato la proposta di modifica al disciplinare di produzione che porterà alla nascita del Chianti Gran Selezione, il top della qualità dei vini Chianti. Una notizia che non è stata presa affatto bene dal consorzio vino Chianti Classico. Ma andiamo per ordine. A inizio novembre il consorzio Chianti ha definito le modifiche al disciplinare di produzione: qualità e semplificazione sono le parole d’ordine che hanno guidato gli amministratori del Consorzio nella revisione delle regole. “Colore rosso rubino intenso, tendente al granata con l’invecchiamento, odore speziato e persistente – spiega una nota del Consorzio Chianti - il Chianti Gran Selezione avrà una gradazione alcolica minima più elevata (13 gradi) e un invecchiamento di almeno 30 mesi. In particolare si guarda al mercato cinese e americano. É vietato il fiasco e con il nuovo disciplinare nascerà anche la menzione geografica aggiuntiva o più comunemente chiamata ‘sottozona’ Chianti Terre di Vinci. Il Chianti sfuso, infine, dovrà ottenere la certificazione di idoneità, prima di uscire dalle cantine. Abbiamo introdotto una grande novità come la Gran Selezione per aumentare la competitività dei nostri prodotti su mercati strategici come quello cinese e americano”. Con il via libera alla revisione inizia dunque l’iter di approvazione da parte della Regione Toscana, del ministero dell’Agricoltura e della Commissione europea: “L’iter di approvazione del nuovo disciplinare durerà circa due

46


Il Consorzio Chianti ha approvato la proposta di modifica al disciplinare di produzione che porterà alla nascita del Chianti Gran Selezione, il top della qualità dei vini Chianti

Presidente del Consorzio del Vino Chianti Giovanni Busi

anni – ha spiegato il direttore del Consorzio Marco Alessandro Bani - ma si chiederà che il provvedimento abbia efficacia retroattiva: per questo motivo, chi vorrà potrà iniziare già adesso a produrre Chianti con i criteri dettati per la Gran Selezione e immettere le prime bottiglie sul mercato nell’arco di tre anni. La Gran Selezione offrirà il massimo della qualità e sarà un prodotto di nicchia”. Le modifiche al disciplinare hanno, come prevedibile, spostato l’attenzione dal consorzio del Gallo Nero su quello dei “cugini” del Chianti Docg, scatenando

una vera e propria guerra tra Doc. “Siamo profondamente C rammaricati che le scelte proposte del Consorzio M Chianti siano tutte rivolte Y soltanto a riproporre strategie di valorizzazione CM già messe in campo dal vino Chianti Classico – ha MY affermato in una nota il presidente del consorzio Chianti Classico, Giovanni Manetti. Faremo netta CY opposizione alla proposta di Chianti Gran Selezio- CMY ne in tutte le sedi istituzionali. Abbiamo subito un K attacco frontale, che rischia di mettere a repentaglio il percorso di collaborazione da tempo avviato dal comparto viticolo toscano, fortemente sostenuto ed incentivato anche dalla Regione, che ci ha visti fino ad oggi protagonisti partecipi e attivi”.

ANTEPRIME DI TOSCANA 2020 SI COMINCIA CON BUYWINE

Sarà la decima edizione d BuyWine Toscana - leader in Italia tra gli eventi B2B dedicati al vino, in programma a Firenze il 7 e 8 febbraio 2020 alla Fortezza da Basso di Firenze (Pad. Cavaniglia - Viale Filippo Strozzi,1) – a dare il via alla settimana delle Anteprime di Toscana, la cui inaugurazione è prevista per il 15 febbraio, sempre in Fortezza, con l'anteprima collettiva regionale Primanteprima. A seguire la settimana di eventi dedicata ai Consorzi di Tutela per presentare le nuove annate e guidare giornalisti ed operatori alla scoperta dei loro territori: domenica 16 febbraio Anteprima Chianti; lunedì 17 martedì 18 febbraio (fino alle ore 16) Chianti Classico Collection; martedì 18 e mercoledì 19 febbraio (fino alle ore 16) Anteprima Vernaccia di San Gimignano; mercoledì 19 e giovedì 20 febbraio Anteprima Vino Nobile di Montepulciano; venerdì 21 e sabato 22 febbraio Benvenuto Brunello.

47


TORNANO A FIRENZE BUYWINE E ANTEPRIME DI TOSCANA 2020 GLI ORGANIZZATORI PUNTANO A REPLICARE I SUCCESSI DELLE EDIZIONI PRECEDENTI, E SE POSSIBILE, PERFEZIONARLI ULTERIORMENTE AMPLIANDO LA PORTATA DELL’EVENTO Tutto pronto a Firenze per BuyWine Toscana, leader in Italia tra gli eventi B2B dedicati al vino, promosso dalla Regione in collaborazione con PromoFirenze, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Firenze. La decima edizione è in programma il 7 e 8 febbraio 2020 alla Fortezza da Basso. Nel febbraio 2019 avevano partecipato 215 aziende vitivinicole toscane e 200 buyer provenienti da 44 Paesi. Per l’edizione 2020 il numero di imprese ammesse è salito a 250 data la grande richiesta di partecipazione. Il programma prosegue con la settimana delle Anteprime di Toscana. L’inaugurazione si terrà il 15 febbraio, sempre in Fortezza, con la giornata evento “PrimAnteprima”. Nell’occasione verranno presentati i dati aggiornati sul comparto oltre ai progetti messi in campo dalla Regione. Durante BuyWine e Anteprime di Toscana i Consorzi di tutela presentano le nuove annate e guidano media e operatori alla scoperta dei loro territori. Il programma delle Anteprime proseguirà come di consueto con Chianti Lovers, Chianti Classico Collection, Anteprima Vernaccia di San Gimignano, Anteprima Vino Nobile di Montepulciano e Benvenuto Brunello.

EN - In Florence Buywine and Anteprime di Toscana are back. The promoters aim to repeat the success of the former editions and, if possible, to perfect it further enlarging the reach of the event made in Tuscany. In Florence everything is ready for BuyWine Toscana, the B2B leader event in Italy dedicated to wine, promoted by Region Tuscany together with PromoFirenze, Special Agency of the Chamber of Commerce of Firenze. The 10 th edition will take place on February 7 and 8 at the Fortezza da Basso. In February 2019, 215 Tuscan wineries and 200 buyers from 44 Countries took part in the event. In 2020, the number of companies involved has grown to 250. The program continues with the week of Tuscan preview, Anteprime di Toscana. The opening event “PrimAnteprima” will be on February 15 at the Fortezza. On that occasion, it will be presented the updated data on the field, beside the projects promoted by the Region. During BuyWine and Anteprime di Toscana, the Consortium will present the new years and will lead media and operators to the

48

discovery of their territories. The program of the Previews will continue as usual with Chianti Lovers, Chianti Classico Collection, Anteprima Vernaccia di San Gimignano, Anteprima Vino Nobile di Montepulciano and Benvenuto Brunello. W BUY-WINE.IT


IL SUCCESSO DI RUFFINO PASSA PER IL RISPETTO DELL’AMBIENTE ENTRO IL 2021, IL 40,7% DEI VIGNETI DI RUFFINO SARÀ A CONDUZIONE BIOLOGICA. UN IMPEGNO, QUELLO VERSO L’AMBIENTE E IL TERRITORIO,CHE STA A CUORE ALL’AZIENDA DA SEMPRE

“Recentemente insignito dei 3 bicchieri da Gambero Rosso, è un grande classico toscano. Le sue uve provengono dalle tenute di Castellina in Chianti (SI) e vengono accuratamente selezionate già durante il periodo di vendemmia”

Era il 1877 quando due cugini, Ilario e Leopoldo, cominciarono a produrre vini in Toscana, terra in cui uomini e vigne convivono da sempre. Oggi, oltre 140 anni dopo, Tenute Ruffino si conferma una realtà di successo, capace di restare sempre al passo con i bisogni del mondo moderno, senza rinunciare ai valori di un tempo. Ne è una prova il suo impegno a favore dell’ambiente, con una serie di iniziative che si inseriscono all’interno di Ruffino Cares, marchio nato nel 2018 per promuovere l’educazione al bere responsabile e che include, ora, anche altri progetti di responsabilità̀ sociale d’impresa. Un esempio? Un minore impatto ambientale in fase di produzione, grazie all’eliminazione dei residui chimici dalle acque che possono, così, essere riutilizzate, al riciclo di oltre l’85% degli scarti e all’uso di energie rinnovabili. Ma l’attenzione verso l’ambiente comincia già in vigna. Nel 2018, l’azienda ha cominciato, infatti, l’iter di conversione al bio delle tenute Greppone Mazzi a Montalcino e Poggio Casciano nel Chianti e ha acquisito Poderi Ducali, in Veneto, con i suoi 126 ettari a conduzione biologica. Proprio a Poggio Casciano è stato, inoltre, recentemente inaugurata la Locanda Le Tre Rane-Ruffino, guidata dallo chef Stefano Frassineti, con un menù ispirato ai piatti della tradizione toscana. Anche la cucina, perché no, può essere un modo per valorizzare l’identità di un territorio.

EN - Ruffino’s success passes through the respect for the environment. By 2021, 40.7% of Ruffino’s vineyards will be organic. A commitment towards the environment and the territory that has always characterized this winery. In 1877, two cousins, Ilario and Leopoldo, started to make wine in Tuscany, a land where vines and human life has always been interlaced. More than 140 year later, Tenute Ruffino is still a successful reality that keeps up with the times without giving up its ancient values. A proof of it is its commitment towards the environment through the many initiatives that revolves around Ruffino Cares, a brand created in 2018 to promote responsible drinking and other projects on enterprise social responsibility. A lower environmental impact in the production process is guaranteed through the removal of chemicals leftovers from waters, in order to reuse them, and by the recycle of more

49

than 85% of the production scraps, beside the employment of renewable energies. Care for the environment starts in the vineyards. In 2018, the winery has started the procedures to convert the production to organic in the estates Greppone Mazzi in Montalcino and Poggio Casciano in Chianti and it has acquired Poderi Ducali, in Veneto, with its 126 hectares of organic vineyards. Right in Poggio Casciano, it has been recently opened Locanda Le Tre Rane-Ruffino, a restaurant managed by chef Stefano Frassineti that proposes the traditional Tuscan cuisine. Food too is a way to promote the identity of a territory. Poggio Casciano Agriturismo Tenute Ruffino Via Poggio al Mandorlo 1 50012 - Bagno a Ripoli Firenze Tel: 055 6499712 Info e Prenotazioni +39 378 3050220 W WWW.RUFFINO.COM


BRUNELLO DI MONTALCINO 2015: L’ATTESA STA PER FINIRE VIGNA MONTOSOLI: LA SELEZIONE DE LE GODE PER FESTEGGIARE LA SECONDA GENERAZIONE

Una selezione di 3000 bottiglie invecchiate in botti di rovere di Slavonia per circa 3 anni e poi un breve passaggio in tonneaux di rovere francese: così nasce Vigna Montosoli, vendemmia 2015, fiore all’occhiello della cantina Le Gode di Montalcino. Una selezione accuratamente effettuata in una delle annate più attese per il Brunello di Montalcino che rappresenta, per Le Gode, il ventesimo anno di raccolta delle uve. Di proprietà della Famiglia Ripaccioli da quasi 60 anni, l’azienda ha una conduzione familiare ed è oggi portatta avanti dalla seconda generazione della famiglia. La vendemmia 1995 ha segnato la prima produzione e la conseguente commercializzazione del Brunello di Montalcino. Una cantina moderna, attrezzata con le più moderne tecnologie, collocata lungo

la meravigliosa Strada del Brunello, nella parte Nord di Montalcino, in un rustico casolare toscano ristrutturato qualche anno fa per integrarsi con il panorama circostante. Da qui nascono i vini de Le Gode, ben strutturati, pronti per una lunga conservazione, dal colore rosso rubino intenso, tendente al granato e dal caratteristico profumo con note di frutti rossi, sottobosco, spezie e vaniglia. Vini che nel tempo sanno farsi riconoscere e ricordare. EN - Brunello di Montalcino 2015: wait is going to end soon. Vigna Montosoli: the selection of Le Gode to celebrate the second generation. A selection of 3,000 bottles aged in Slavonia oak barrels for 3 years and then a short passage in French oak tonneaux: that’s how they make Vigna Montosoli, harvest 2015, the buttonhole of Le Gode di Montalcino. A careful selection of one of the most awaited har-

50

vests of Brunello di Montalcino, which represents the 20th harvest for per Le Gode. Owned by the Ripaccioli family for more than 60 years, Le Gode is a family-run winery and nowadays it is managed by its second generation. Harvest 1995 has been their first production and marketing of Brunello di Montalcino. A modern cellar, equipped with the most modern technologies rises along the wonderful Strada del Brunello, in the North of Montalcino, in a Tuscan-style country cottage recently restored to integrate into the surrounding landscape. Here spring the wines of Le Gode: well-structured, suitable for a long ageing, with an intense ruby red color tending to garnet and a typical perfume of red fruits, underbrush, spices and vanilla. Wines to remember in time. Az. Agr. le Gode di Ripaccioli Claudio Loc. le Gode n. 343 53024 Montalcino - SI - Italy e-mail: azienda.legode@libero.it W LEGODEMONTALCINO.COM


È IL MOMENTO DEL BRUNELLO DI MONTALCINO 2015 L’AZIENDA FRANCO PACENTI – CANALICCHIO È PRONTA A FAR CONOSCERE IL SUO BRUNELLO DI MONTALCINO 2015: LISA, LORENZO E SERENA CI RACCONTANO DI UNA GRANDE ANNATA. E SI LASCIANO SFUGGIRE ANCHE QUALCOSA IN PIÙ... Tutto è cominciato quasi 60 anni fa: un territorio vocato alla coltivazione della vite, il profilo di Montalcino sullo sfondo e l’intraprendenza di Rosildo, che agli inizi degli anni ‘60, decise di fondare un’azienda vitivinicola. Poi è stata la volta del figlio Franco che, ancora oggi, è punto di riferimento imprescindibile. Ora, tocca a loro: Lisa, Lorenzo e Serena. Giovani, dinamici e con la passione per il vino che scorre nelle vene. Non è scontato che i figli seguano le orme dei genitori, ma i fratelli Pacenti hanno capito che il tesoro di famiglia era qualcosa di veramente prezioso. Pochi giorni ci separano dal 2020: un anno che si prospetta ricco di appuntamenti e novità per tutta la famiglia e che vedrà proprio loro impegnati in prima persona. È infatti finalmente giunto il momento tanto atteso, quello di scoprire il Brunello 2015: un vino non ancora in commercio, ma che ha già fatto parlare molto di sé. Frutto di un’annata ottima, dove le uve sono maturate alla perfezione grazie a condizioni climatiche eccezionali, il Brunello 2015 ha riposato per quattro anni ed è ora pronto a conquistare i mercati nazionali ed internazionali. Tante le occasioni in giro per l’Italia e per il mondo in cui sarà possibile assaggiare il Brunello Franco Pacenti - Canalicchio, come ci dice entusiasta Lorenzo: “Sarà un anno impegnativo, ma noi siamo pronti. E le novità non sono finite qui... Proprio il prossimo anno festeggeremo la nostra 50° vendemmia di Brunello. Un momento emozionante per tutta la famiglia, di quelli da ricordare. Per questo usciremo, proprio nel 2020, con la nuova etichetta: Brunello di Montalcino “Rosildo”, come colui che ha dato il via alla nostra storia”. Una bella storia, che ci dimostra come, anche in un’epoca in cui tutto evolve velocemente, ci sono giovani che scelgono di rimanere in contatto con le tradizioni e i valori del passato; tradizioni fatte di legame con la natura e di radicamento alla propria terra.

Brunello di Montalcino 2015: Lisa, Lorenzo and Serena talk about a great year. And they let it slip something more. Everything started about 60 years ago: a territory suited for winegrowing, the skyline of Montalcino in the background and Rosildo’s entrepreneurial spirit gave life to this winery. Later, his son Franco, who is still a fundamental point of reference. Now it’s their turn: Lisa, Lorenzo and Serena. Young, dynamic and with a great passion for winemaking. It is not always obvious that children should follow their parents’ footprints, but the Pacenti siblings understood that the family treasure was something very precious. Few days left before 2020: a year that is expected to be rich of appointments and news for the whole family, that will see Lisa, Lorenzo and Serena personally committed. It’s finally time to discover Brunello 2015: a wine that is not yet on the market but that is renowned already. Result of an excellent year, thanks to ideal climatic conditions that let the grapes get in perfect ripening, Brunello 2015 aged for four years and is now ready to win over the national and international markets. On many occasions around Italy and all over the world, it will be possible to taste Brunello Franco Pacenti- Canalicchio, as Lorenzo says with enthusiasm: “It is going to be a

demanding year, but we are ready. And that’s not all... Next year we will celebrate our 50th harvest. An exciting moment for our family, a moment to remember. For this reason, in 2020, we are going to present our new label Brunello di Montalcino “Rosildo”, which takes its name from the one who started our story”. A beautiful story that demonstrates how, even in these frenetic times, some young people choose to remain in touch with their traditions and with the values of the past. And these traditions are based on a close bond with nature and land where they plunge their roots. Franco Pacenti - Canalicchio Località Canalicchio di Sopra, 6 53024 Montalcino SI Tel: 0577 849277 info@ francopacenticanalicchio.it W FRANCOPACENTICANALICCHIO.IT

EVENTI 2020 BENVENUTO BRUNELLO USA 27-29 gennaio New York e San Francisco WINE & SIENA 1-3 febbraio - Siena BENVENUTO BRUNELLO 21-24 febbraio - Montalcino (SI) SANGIOVESE RESET 3 marzo – Londra PROWEIN 15-17 marzo - Dusseldorf ONLY WINE FESTIVAL 4-6 aprile – Città di Castello (PG) VINITALY 19-22 aprile - Verona

EN - It’s Brunello di Montalcino 2015 time. Franco Pacenti – Canalicchio is ready to present its

51


I BALZINI QUANDO UN GRANDE VINO NASCE NON SOLTANTO DALLA TERRA, MA ANCHE DAL CUORE DEL PRODUTTORE

Un progetto, che fonda le proprie radici agli inizi degli anni ‘80, per guardare al futuro con attenzione alla qualità e all’ambiente. È quello portato avanti da I Balzini, atipica realtà che, a Barberino Val d’Elsa, nel cuore del Chianti, produce esclusivamente grandi Supertuscan e IGP. Di proprietà della famiglia D’Isanto, la cantina nasce dalla volontà del commercialista fiorentino Vincenzo di produrre un vino che raccontasse una Toscana diversa. La passione di Vincenzo ha poi coinvolto prima la moglie Antonella e a seguire la figlia Diana, oggi alla guida della cantina. “Il primo vigneto – racconta Diana – venne impiantato nel 1980 e, dopo alcune sperimentazioni, nel 1987 nacque I Balzini White Label, il nostro primo vino immesso sul mercato. Da allora abbiamo implementato la gamma, sempre nel rispetto della natura ed escludendo l’utilizzo di prodotti chimici. In vigna eseguiamo solo concimazioni organiche e/o organominerali e cerchiamo di ridurre al minimo le lavorazioni meccaniche. Abbiamo avviato il processo di conversione al bio e la salvaguardia del territorio rimane per noi l’aspetto più importante: la nuova cantina infatti è completamente interrata e sul tetto è stato realizzato un cattura luce che permette di lavorare tra le barrique senza dover ricorrere alla luce elettrica. Inoltre – conclude – abbiamo deciso di abolire l’uso del polistirolo e della plastica per l’imballaggio delle bottiglie, optando per scatole di cartone brevettate per assicurare l’integrità dei vini”.

EN - I Balzini. A great wine springs not only from the land but also from the heart of its producer. It’s a project that plunges its roots in the beginning of the 80s, and looks towards the future caring for quality and fort he environment. I Balzini is an unusual reality that in Barberino Val d’Elsa, in the heart of Chianti, produces only great Supertuscan and IGP. Owned by the D’Isanto family, the winery was founded by the Florentine accountant Vincenzo, who wanted to make a wine that could talk about a different Tuscany. His passion for wine engaged his wife Antonella and their daughter Diana, who nowadays manages the winery. “Our first vineyard – says Diana – was planted in 1980 and after some experimentations, in 1987, we produced I Balzini White Label, the first label we launched on the market. Since then we enriched our range of wines, always respecting the environment and avoiding the use of chemicals. In the vineyards, we employ organic and mineral-organic manure only and we reduce to the minimum mechanical working. We started the conversion to the organic production method because the protection of the environment remains the most important part of our work. The new cellar is underground and we created on the roof a light-capture system that let us to work among the barriques without employing electric light. Also, we decided to ban polystyrene and plastic in our packaging, choosing patented carton boxes that guarantee the integrity of our bottles”.

52

I Balzini Società Agricola srl Loc. Pastine, n. 19 - 50021 Barberino Val d’Elsa (FI) Tel. 0558075503, info@ibalzini.it W IBALZINI.IT

“Ogni nostro vino ha un’etichetta contraddistinta da un colore. I Balzini White e Black Label, per un pubblico che richiede vini con un carattere elegante, armoniosi, puliti ed equilibrati, vini longevi che si esprimono al meglio negli anni. I Balzini Red Label, più semplice e versatile, un vino per tutte le occasioni. I Balzini Green Label, fresco e profumato, l’unico nostro rosso che non fa barrique. I Balzini Pink Label, vino rosato con Sangiovese e Merlot. E poi la grappa, I Balzini Brown Label, morbida e profumatissima”


TENUTA MONTETI QUANDO PRODURRE VINO SIGNIFICA ANCHE IMPEGNARSI NEL FUTURO PER TUTELARE L’AMBIENTE È sotto la protezione del colle Monteti, in una piccola valle a 15 km dal mare dietro Capalbio, che nel 1998 Gemma e Paolo Baratta decidono di iniziare a scrivere da zero la storia della Tenuta Monteti, un progetto molto ambizioso di produzione vinicola di alta qualità nel cuore della bassa Maremma. Da sempre all’avanguardia sul tema del rispetto dell’ambiente, Monteti è oggi un’azienda agricola affermata sia in Italia che all’estero con le sue tre etichette Monteti, Caburnio e TM Rosé, con anche importanti riconoscimenti della critica. Seguendo il filo di una continua ricerca, Tenuta Monteti opera una viticoltura ecosostenibile con l’obiettivo di ottenere per i propri vini uve della massima qualità nel rispetto della pianta, della biodiversità del suolo e di tutto ciò che circonda i vigneti. “Nel 2016 siamo entrati nel programma del Ministero dell’Ambiente ’V.I.V.A. La Sostenibilità del Vino’ - spiega Eva Baratta, figlia di Gemma e Paolo, oggi alla direzione dell’azienda affiancata dal marito Javier Pedrazzini. Il nostro obiettivo è stato fin da subito quello di non limitarci al controllo di ciò che facciamo in campo, ma di

tutto il processo produttivo e nel gennaio del 2017 abbiamo ottenuto il calcolo dell’impronta idrica e carbonica della singola bottiglia di Monteti e di Caburnio e, in base a questo, la certificazione di prodotto per entrambi”. Un traguardo che conferma il modus operandi dell’azienda totalmente improntato alla qualità dei suoi vini nel rispetto dell’ambiente. “Per noi è stato come mettere una cornice al lavoro svolto e alla nostra ricerca attuale, sia in campo che nella parte industriale di cantina – aggiunge con soddisfazione Eva. Un riconoscimento che ci permette di raccontare in trasparenza come operiamo, nella totale convinzione che oggi la ricerca di qualità debba unirsi ai valori di sostenibilità ambientale e di responsabilità sociale”. EN - Tenuta Monteti. When winemaking means commitment towards the future and the environment. Protected by the hill Monteti, in a small valley 15 km far from the sea near Capalbio, in 1998, Gemma and Paolo Baratta decided to start writing the story of Tenuta Monteti, a very ambitious project of winemaking in the heart of Maremma. The winery has always been very attentive towards the environment and nowadays its wines are well known both in Italy and abroad. Its buttonhole labels, Monteti, Caburnio and TM Rosé, have gained many acknowledgments by the critics. Thanks to a continuous research, Tenuta Monteti adopts an eco-sustainable viticulture to produce high quality grapes respecting the plants, the biodiversity of the soil and the surrounding environment. “In 2016 we joined ’V.I.V.A. La Sostenibilità del Vino’, the project of the Ministry of the Environment – says Eva Baratta, Gemma and Paolo’s daughter, who nowadays manages the winery with her husband Javier Pedrazzini. Our aim has always been to control not only our work in the vineyards but the entire productive process. In January 2017 we get the evaluation of the water and carbon footprint of every bottle of Monteti and Caburnio and, according

53

from this, the certification for both wines”. This goal confirms a modus operandi oriented towards the quality of the production and to the respect for the environment. “For us, it has been like putting a frame on the already done work and on our current research, both in the vineyards and in the cellar – adds Eva with satisfaction. This acknowledgment allows us to tell with great transparency how we work, in the belief that nowadays the pursuit of quality must be combined to environmental sustainability and to social commitment” . Tenuta Monteti Strada della Sgrilla 6, 58011 - Capalbio (Grosseto) Telefono: +39 0564 896160 info@tenutamonteti.it Fb: Tenuta Monteti / Ig: tenuta_monteti_official W TENUTAMONTETI.IT

“Sul retro delle bottiglie di Monteti e Caburnio, si trova un QR code che permette al consumatore di accedere ai parametri di sostenibilità del vino nella pagina dedicata nel sito del Ministero”


Wine Experience A CURA DI VALENTINA MEROLLI

Classe 74, Valentina Merolli si avvicina fin da giovane al mondo del vino, facendo della sua grande passione una professione. Conseguito il diploma AIS, vince nel 2009 il concorso Master del Sangiovese e si aggiudica il primo premio come miglior sommelier toscana. Solo pochi anni

dopo si colloca al terzo ed al secondo posto nella classifica nazionale AIS. Importanti ristoranti stellati, italiani e non, l'hanno voluta tra le fila dello staff; eccentrica e poliedrica, si distingue per le grandi doti comunicative e per l'originale impostazione delle sue degustazioni.

MARISA CUOMO

FIORDUVA FURORE BIANCO DOC VITIGNO/VINES: GINESTRA, RIPOLI, FENILE REGIONE/REGION: CAMPANIA ZONA/AREA: COSTIERA AMALFITANA

Giallo paglierino carico, di bella veste luminosa, vino che si muove sinuosamente nel calice, ricco, con lacrimazione lenta e morbida, sintomo di estratto. Il vino si apre con un olfatto di grande bellezza, in un melange di frutta matura. Pesca, albicocca, note di agrumi profumati, cedro, bergamotto, i limoni della costa, spezie dolci, miele e vaniglia con finale di note di macchia mediterranea, ginestra ed erbe spontanee, timo. Bello ed elegante. Sorso che entra con bellissima nota sapido-minerale, seguita da nota di pesca e agrumi, piacevole rotondità e sensazione calorica, che armoniosamente si bilancia con gioiosa freschezza, agrumata e viva. Splendido e sensuale. Tra i miei vini preferiti, elegante ed espressivo del suo impervio territorio.

This wine has a bright straw yellow color and it moves sinuously in the glass. Rich, it shows slow and soft tears, sign of extract. It opens with a very beautiful perfume, a mélange of ripe fruit, peach, apricot, citrus notes, cedar, bergamot, coast lemons, sweet spices, honey and vanilla with a maquis ending, broom and spontaneous herbs, thyme. Beautiful and elegant. Its taste reveals an excellent mineral sapid inkling, followed by peach and citrus aromas, pleasant, round, warm, well balanced with joyful and lively citrus freshness. Splendid and sensual. It is one of my favorite wines, an elegant expression of its territory.

W

2017

MARISACUOMO.COM

STRUZZIERO MARIO

CAMPOCERASO TAURASI TAURASI RISERVA DOCG VITIGNO/VINES: AGLIANICO REGIONE/REGION: CAMPANIA ZONA/AREA: AVELLINO

Un vino che si mostra compatto e profondo, con note rubino intenso, che sfuma lievemente al granato, struttura piena che si esalta nelle movenze ricche e archetti grassi che scendono lentamente. Sensazione olfattiva che apre con note di frutta concentrata e matura, la mora, il ribes nero, in evoluzione con spezie, la liquirizia, erbe aromatiche selvatiche con vena calda e balsamica che sanno intrigare in un contesto di ricchezza estrattiva e complessità. Sorso pieno e deciso, vino secco, che riesce ad avvolgere con calore e morbidezza, ben bilanciato da una vena fresca, che sa dare slancio e bellezza ad un corpo robusto. Vino da lungo invecchiamento, espressivo di un territorio, che abbinerei a carni o formaggi stagionati. Austero e profondo, bellissima scoperta, vino potente.

A compact and profound wine, with intense ruby red nuances tending to garnet and a full structure exalting itself in the rich movements of the thick arches that go down slowly. Its bouquet opens with ripe and concentrated fruit inklings, blackberry, blackcurrant that develops into spices, licorice, wild aromatic herbs, with an intriguing warm and balsamic inkling in a rich and complex context. Its taste is full and determined, dry, it envelops with warmth and softness. Well balanced with a fresh inkling that give passion to a structured body. Suitable for long ageing. Good expression of its territory. Ideal with meat or seasoned cheese. Severe and profound, wonderful discovery, powerful.

W

2014

54

STRUZZIERO.IT


PELLICOLE DI GUSTO

Donna Flor e i suoi due mariti che sapori hanno le passioni? A CURA DI LORENZO BIANCIARDI

Il periodo natalizio è il momento giusto per aprire il cassetto dei ricordi: rispolveriamo un film che viene dagli anni Settanta. Forse in pochi avranno visto Donna Flor e i suoi due mariti (Dona Flor e seus dois maridos, 1976) di Bruno Barreto, adattamento cinematografico del romanzo di Jorge Amado (1966). Poco distribuita in lingua italiana, questa pellicola in Brasile è stata una delle più viste di tutti i tempi. Oggi può risultare un po’ rétro, ma vale il caso di riscoprirla: se non

altro per sentir sbollentare in padella la polpa di granchio e imparare la ricetta originale della celebre “moqueca di Bahìa”. Un cinema per chi ama immergersi nei ritmi brasiliani: siamo nella Salvador de Bahia degli anni ‘40. Tra le strade polverose, i ragazzi fanno chiasso con i loro giochi nel Pelourinho; signori in abiti eleganti tornano a casa con le luci della mattina, dopo viziose serate al casinò. Tra le abitazioni, abiti succinti sporgono dalle case “chiuse”, bordelli colorati che di chiuso hanno ben poco, pronte in realtà ad accogliere a ogni ora i più scapestrati. Tra questi spicca sicuramente Vadinho (l’attore José Wilker), noto in città per il suo stile di vita sregolato, tra donne e sigarette, balli e roulette; un seduttore capace di giocarsi pure l’abito che indossa con un solo tiro di dadi, amante delle feste, del bere e del tirar tardi. Stupirà vedere al suo fianco una moglie fedele, insegnante della scuola di arte culinaria “Sabor e Arte”: Dona Floripedes, detta Flor, interpretata da Sonia Braga, una delle icone del cinema brasiliano. È lei la vera protagonista: la vediamo lavare i granchi in acqua con limone, per sprigionare «tutto il sapore del mare» e usare pomodori, peperoni e cipolla, insieme al latte di cocco, per rendere “speciale” il piatto preferito dal marito Vadinho, la moqueca. Una pellicola di gusto? Così sembra, almeno finché a regnare tra i due è la passione che li porta a paragonare l’eros al sapore dell’avocado, del pepe o del miele. Poi però il film prende un’altra piega, aggiungendo un mix di ingredienti che “sanno” di Brasile: si fanno spazio l’immaginazione e pure gli spiriti. Impossibile non rivelare un dettaglio noto fin dal titolo: la presenza di un altro marito nella vita di Donna Flor. È Teodoro, farmacista gentile e posato, romantico e intellettuale. Come il diavolo e l’acqua santa, i due uomini sono opposti e quasi complementari. E così la vita di Flor, tra sogno e realtà, scorre in bilico tra due pulsioni: passione e sregolatezza da una parte, protezione e pacatezza dall’altra. “O que serà”, si sente cantare nel bellissimo brano di Chico Buarque. Come suggerisce il leitmotiv della canzone: «Oh, che sarà, che sarà, quel che non ha ragione né mai ce l’avrà, quel che non ha rimedio né mai ce l’avrà, quel che non ha misura». Due anime difficili da separare per la protagonista e anche per gli spettatori. Perché probabilmente sono due facce della stessa medaglia. Convivono in tutti noi.

55

Cantiere per la manutenzione del vigneto Cimatrice a barra mod. Potel Bil Eco

Cimatrice a coltelli veloci mod. Speedy Rotor Laterale

Cimatrice a coltelli veloci mod. Speedy Rotor Tunnel

Defogliatrice a rulli controrotanti mod. Solaris

Trivella idraulica anteriore con punta fresatrice

Porta-attrezzi reversibile per sollevatori idraulici, Prepotatrice a dischi su doppie colonne motorizzate mod. Coloklin con lama interceppi mod. “RapidLam 13”

Gruppo spollonante idraulico mod. Rotoflex su telaio anteriore

Muletto Brentone


food&beveragenda

1/03 18/01

LIDO DI CAMAIORE

TERRE DI TOSCANA 1 – 2 marzo 2020

PALERMO

NOT RASSEGNA DEI VINI FRANCHI 18 – 20 gennaio 2020 Not è il multi-evento che ha lanciato per la prima volta in Sicilia un progetto di sistema dei vini artigianali e naturali, basato sulla condivisione e sul confronto, scegliendo come teatro Palermo, la capitale del mediterraneo, 5° città italiana che con l’hinterland conta 1 milione di abitanti. NOT Do Not Modify, Do Not Interfere sintetizza il manifesto di chi ha fatto scelte ben precise, di chi ha preso posizione rifiutando di adeguarsi al sistema convenzionale. W RASSEGNANOT.COM

27/01 MILANO

IO BEVO COSÌ 27 gennaio 2020 La Settima Edizione di Io Bevo Così sarà come sempre dedicata solo agli operatori di settore. La manifestazione si terrà presso l’Hotel Excelsior Gallia 5*****L nel cuore di Milano. Protagonisti dell’evento saranno il vino e i suoi produttori. Durante la rassegna il pubblico formato solo da operatori e giornalisti del settore Ho.Re.Ca. potranno assaggiare e degustare più di 800 vini naturali, biologici e biodinamici provenienti da tutta Italia e da alcune regioni della Francia, Spagna e Grecia relazionandosi con i produttori. W IOBEVOCOSI.IT

1/02 SIENA

WINE&SIENA 1-3 febbraio 2020 Quinta edizione dell’evento che inaugura i WineHunter Events del 2020, che presentano nelle varie location in Italia e all’estero una selezione delle eccellenze wine&food presenti nella guida The WineHunter Award e scelte dal patron di Merano WineFestival Helmuth Köcher. Una manifestazione voluta dalle menti organizzatrici del Merano WineFestival, organizzata insieme alla Confcommercio di Siena, Camera di Commercio Siena – Arezzo e Comune di Siena, per celebrare a Siena, città simbolo della viticultura italiana, le eccellenze enogastronomiche premiate The WineHunter Award. La città diventa protagonista di una due giorni per professionisti e winelovers, immergendo produttori e visitatori in un’atmosfera unica al mondo, dove la storia della terra si rispecchia nei luoghi: Rocca Salimbeni, sede del Banca Monte dei Paschi, Palazzo Comunale, Grand Hotel Continental Siena – Starhotels Collezione, il Palazzo del Rettorato, Palazzo Squarcialupi e Palazzo Sansedoni – Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Quest’anno per la prima volta il percorso enogastronomico si terrà nel Palazzo Squarcialupi – Santa Maria della Scala. Inoltre, altra novità dell’edizione 2020, sarà la giornata di lunedì 3 febbraio dedicata ad operatori del settore e stampa, un’occasione unica per conoscere i prodotti delle aziende espositrici. W WINEESIENA.COM

56

Giunta alla sua XIII edizione, Terre di Toscana tornerà nel mese di marzo con 140 vignaioli e 700 etichette. Questi i numeri nudi di una grande rappresentazione pronta a conquistare i palati dei wine lovers, della stampa e degli operatori di settore nelle luminose ed eleganti sale dell’ UNA Esperienze Versilia Lido, sul lungomare di Lido di Camaiore. Le cantine proposte dal team di Acquabuona. it, testata giornalistica on line tra le più storiche ed accreditate d’Italia nonché organizzatrice di “Vini d’Autore - Terre d’Italia”, manifestazione dedicata all’eccellenza enoica nazionale che si svolge in Versilia nel mese di maggio di ogni anno, rappresenteranno ai massimi livelli i più importanti distretti vitivinicoli regionali, consentendo così di addentrarsi in denominazioni “dall’antico blasone” come Brunello di Montalcino, Chianti Classico, Vino Nobile di Montepulciano, Vernaccia di San Gimignano, Morellino di Scansano così come in denominazioni nate in tempi più recenti ma di grande appeal come Bolgheri, Val di Cornia, Val d’Orcia, Cortona, le Colline lucchesi, pisane e massesi, e in alcune enclave ”appartate” ma dal fascino irresistibile come Mugello, Casentino, Versilia e Isola d’Elba. W TERREDITOSCANA.INFO

1/03 MILANO

WINELIVE 1 – 2 marzo 2020 Un appuntamento internazionale con il vino. Milano diventa la capitale del vino “artigianale”: al Palazzo del Ghiaccio si danno appuntamento oltre 150 produttori italiani ed esteri che lavorano con metodi agricoli che richiamano al tema della naturale vitalità del vino. Un grande evento dove incontrare i produttori, assaggiare i loro vini e ascoltare i racconti dei loro territori. Live Wine è un salone-mercato, rivolto ai professionisti e al grande pubblico. Nel prezzo del biglietto di ingresso sono compresi tutti gli assaggi. Su prenotazione, degustazioni guidate di approfondimento. W LIVEWINE.IT

24/03 TRIESTE

IWINETC 24 – 25 marzo 2020 Il Friuli Venezia Giulia sarà la sede della dodicesima edizione dell’International Wine Tourism Conference 2020 (IWINETC), uno dei convegni annuali sull’Enoturismo più importanti su scala mondiale. L’incontro si celebrerà nella Stazione Marittima e Magazzino 42 della città di Trieste nei giorni 24 e 25 marzo e conta dell’appoggio di Promoturismo FVG. Consisterà in due giornate di dibattiti e riflessioni per orientare l’offerta adattandola alle nuove tendenze della domanda. W IWINETC.COM


12/2019 30 NOVEMBRE - 1 DICEMBRE

FOOD & WINE IN PROGRESS Firenze www.foodandwineinprogress.it

1 – 2 DICEMBRE

VINI CORSARI

Barolo www.vinicorsari.com

6 – 8 DICEMBRE

BIENNALE ENOGASTRONOMICA Firenze www.enogastronomica.org

01/2020 25 - 26 GENNAIO

02/2020

Roma www.vininaturaliaroma.it

10-12 FEBBRAIO

29 GENNAIO- 1 FEBBRAIO

Parigi www.wineparis.com

VIGNAIOLI NATURALI A ROMA

WINE PARIS

FIERAGRICOLA Verona www.fieragricola.it

12-15 FEBBRAIO

BIOFACH

Norimberga www.biofach.de

15-22 FEBBRAIO

ANTEPRIME DI TOSCANA www.anteprimetoscane.it

03/2020 1-2 MARZO

TERRE DI TOSCANA Lido di Camaiore (LU) www.terreditoscana.info

15-17 MARZO

PROWEIN

Düsseldorf www.prowein.it

57


TENDENZE SPARKLING

FOCUS FRANCIA

a cura di Chiara Martinelli

La sfida dello Champagne all’impronta carbonica

SIMEI

IL LATO SPARKLING DELLA SOSTENIBILITÀ “Bollicine e sostenibilità” è stato uno degli highlight più sentiti a Simei 2019 sul tema della ecosostenibilità in materia vitivinicola. In vista della nuova politica agricola comunitaria (PAC) e degli interventi finanziari posti al raggiungimento di alte performance da parte di tutto il comparto agroalimentare nella riduzione di emissioni inquinanti, il settore del vino si appresta a definire una serie di misure volte a ridurre l’impatto ambientale comprendo tutte le fasi della filiera. Nell’ottica di un approccio attivo e di un progressivo adempimento agli obiettivi posti dalla PAC 2020, Uiv ha chiamato in causa esempi di “governance aziendale” messi in atto da produttori di bollicine internazionali: Franciacorta, Cava e Champagne. Arturio Ziliani, amministratore delegato di Guido Berlucchi, ha spiegato i punti salienti della green philosophy che accompagna dal 2016 la certificazione biologica del rinomato metodo classico franciacortino. Dall’utilizzo di software in grado di monitorare il grado delle emissioni in fasi di produzione, alle mappe satellitari a infrarossi che permettono di individuare la ricchezza del suolo e distribuire i concimi senza sprechi, i 5 mila metri quadrati di pannelli fotovoltaici e un’iniziativa di fondamentale importanza per la formazione di nuove coscienze: l’Academia Berlucchi, agorà contemporanea in cui ci si confronta, si discute e si partoriscono nuove idee sul tema. In Spagna, Cavas Vilarnau pensa al futuro del pianeta da cinque generazioni, sin dal 1938. Eva Plazas Torné, enologa, ha illustrato tutte le misure sostenibili impiegate nella filiera: l’investimento in biomasse prodotte con materiali organici e scarti del vigneto per abbattere l’uso di carburanti fossili, la riduzione del 50% dei trattamenti chimici, la raccolta di acqua piovana in bacini appositi e una riduzione totale degli sprechi favorendone il riciclo. Per l’impegno allo sviluppo sostenibile e alla lotta ai cambiamenti climatici, la cantina ha ottenuto la certificazione di “Wineries for Climate Protection” (WfCP) da parte della Federazione spagnola del vino (FEV). In Francia Pierre Naviaux, responsabile del progetto per lo sviluppo sostenibile del Comitato interprofessionale per il vino Champagne, è coordinatore di un piano che coinvolge tutte le maison francesi già operative in una nuova fase della viticoltura di adattamento ai cambiamenti climatici e preparata a misurare il proprio impatto ambientale. Tre i piani d’azione sviluppati per orientare la filiera verso una viticoltura ecologica: il piano acqua, il piano biodiversità e il piano carbonio. Ad avallare l’importanza dell’impegno profuso dai cugini d’Oltralpe e dalle singole iniziative aziendali (Franciacorta e Spagna in primis) è stato Michele Alessi, spiegando come il Mipaaf stia lavorando alla stesura di una normativa nazionale unica che copra tutto il ciclo produttivo, dalle operazioni colturali in vigna alla commercializzazione. “Tutte le politiche Ue, per il periodo post 2020, si dovranno ispirare a un approccio di sostenibilità e la politica agricola europea sta diventano un banco di prova” - ha concluso Roberta Sardone del Crea, rammentando l’urgenza di un piano normativo e istituzionale per la viticoltura del nostro paese. Con Unione Italiana Vini a Simei tre esempi virtuosi di bollicine a confronto: Franciacorta, Cava e Champagne

58

L’obiettivo è ridurre del 75% le emissioni dannose entro il 2050 Dal 2003 la filiera dello Champagne si è dotata di un piano a tutela dell’ambiente puntando a una diminuzione del 75% delle emissioni entro il 2050. Ha già ottenuto risultati importanti. In 15 anni ne ha ridotto del 20% per singola bottiglia. Una lotta all’impronta carbonica tenuta sotto stretto controllo attraverso alcuni punti cardine che hanno reso la Champagne la prima regione vitivinicola ecosostenibile al mondo: - dal 2010 utilizzo di bottiglie più leggere che limitano del 20% l’impatto delle emissioni di CO2; - un programma di innovazione varietale per selezionare varietà più resistenti agli stress climatici; - 90% dei rifiuti riciclati e valorizzati; - da 10 anni la Champagne partecipa al programma di miglioramento varietale INRA-ResDur, studiando in situ le varietà candidate all’iscrizione al registro francese; - dal 1956 è stata costituita una rete di monitoraggio della maturazione delle uve per contrastare l’impatto del clima nel vigneto che si sta rivelando quanto mai preziosa per calibrare le condizioni della vendemmia e preservare l’equilibrio dei mosti; - contrastare le vendemmie più calde in cantina: raccolta nelle ore più fresche della giornata, cassette di colore chiaro riposte all’ombra dei filari e lontane dai raggi di sole e tempi di lavorazione ridotti in cantina; - adattamento alla diversa composizione dei mosti; - un disciplinare per la certificazione della viticoltura sostenibile in champagne. Oggi il 20% della superficie della denominazione detiene una certificazione ambientale.


DISTILLATI & CO. a cura di Martina Ciliani, Cecilia Filoni

AMBIENTE

LA NOTTE DEGLI ALAMBICCHI ACCESI INCANTA I VISITATORI

ECOFRIENDLY MOOD

Anche quest’anno, dal 6 all’8 dicembre, nell’incantevole borgo di Santa Massenza di Vallelaghi, è andata in scena la notte degli alambicchi accesi, la manifestazione che vuole celebrare e valorizzare la grappa artigianale trentina. Qui si produce grappa artigianale da secoli; ancora oggi, a portare avanti la tradizione, ci pensano cinque storiche distillerie a conduzione familiare, dove l’arte della distillazione – che qui viene effettuata con il metodo “a bagnomaria” – viene tramandata da generazioni. Cuore della kermesse è lo spettacolo itinerante che porta i turisti alla scoperta delle distillerie. Un evento suggestivo, impreziosito dall’atmosfera natalizia, che ogni anno richiama un numero crescente di visitatori. (c.f.)

UNA DRINK LIST AD IMPATTO ZERO Quella di bere un cocktail è spesso un’azione sociale che ci permette di rafforzare i rapporti e di crearne nuovi. Ma tali abitudini di consumo si legano profondamente alle tendenze dettate dal mercato ed oggi quello che ci viene chiesto è “sostenibilità” dove questa non può più tradursi in alternativa alle cannucce o in riduzione della plastica, ma è soprattutto fondamentale fare attenzione alla provenienza delle materie prime utilizzate, al modo in cui vengono lavorate e di conseguenza come vengono smaltiti gli scarti. Lo sanno bene i bar manager di oggi che stanno proponendo drink list ad impatto zero. Questo significa sposare una filosofia plastic-free: rinunciare alle cannucce oppure optare per quelle in bamboo; usare prodotti del territorio, biodinamici o biologici certificati nonché evitare raffinazioni alimentari. Molti locali hanno già adottato l’approccio eco-friendly come l’Archivio Storico di Napoli, in prima linea nel mixare tradizione ed innovazione, creatività ma anche sostenibilità ambientale. Tuttavia c’è ancora molta strada da fare per incentivare i consumatori e gli operatori a compiere scelte green che contribuiscano a salvare il pianeta. (m.c.)

SCOMMESSE GREEN

IL MONDO DEI DISTILLATI ITALIANI SCOMMETTE SUL BIOETANOLO È andato in scena a Roma lo scorso 12 novembre “Bioetanolo, la soluzione sostenibile”, il primo workshop nazionale dedicato al bioetanolo organizzato da AssoDistil. Una giornata per dare risalto a un combustibile che fa bene al pianeta, con una riduzione media certificata di gas effetto serra del -70% rispetto ai carburanti di origine fossile. L’Italia è oggi il primo Paese nella UE ad aver sviluppato una tecnologia per produrre bioetanolo da scarti agricoli. Soddisfazione in casa AssoDisitl, con il presidente Antonio Emaldi che promette: “Ci impegniamo a ripetere il confronto a cadenza costante, affinché tali eventi siano motore di un cambiamento necessario per il futuro del nostro Paese, per il bene dell’ambiente, ma anche per favorire virtuose ricadute sul mercato nazionale del lavoro”. (c.f.)

59


EXTRAVERGINE NEWS a cura di Emanuele Gorelli OLIO E SALUTE

“UN EXTRA PER LA RICERCA”: GLI OLIVICOLTORI ITALIANI A SOSTEGNO DELLA LOTTA CONTRO IL CANCRO L’olio extravergine d’oliva è il protagonista del progetto “Un extra per la ricerca” che prende il via nel fine settimana del 7 e 8 dicembre in 40 cooperative e frantoi di molte regioni italiane. L’iniziativa, promossa da Cia-Agricoltori Italiani e Italia Olivicola insieme alla Fondazione Airc, ha l’obiettivo di sostenere la ricerca contro il cancro e valorizzare l’olio extravergine d’oliva. Una collaborazione articolata in diversi appuntamenti dedicati alla raccolta di fondi, ricavati grazie alla vendita dell’olio, e all’informazione del pubblico sull’importanza di adottare comportamenti e abitudini salutari per ridurre il rischio di cancro. “Abbiamo colto questa opportunità per valorizzare il prodotto e il lavoro dei produttori italiani attraverso la sinergia con Fondazione Airc che da oltre cinquant’anni lavora per la salute di tutti – sottolinea Gennaro Sicolo, Presidente di Italia Olivicola -. Un buon olio extravergine d’oliva italiano, tracciato e garantito dal campo alla tavola, è un prezioso alleato per la salute e previene diverse malattie tumorali, e attraverso queste iniziative intendiamo avvicinare i consumatori a questo prodotto straordinario per le sue caratteristiche organolettiche e nutraceutiche”. “Come produttori di materie prime, – spiega Dino Scanavino, Presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani – abbiamo una responsabilità importante nei confronti dei consumatori e questa non può escludere l’impegno nel garantire a tutti, una condizione di salute ottimale. Per questo, aderiamo con onore all’iniziativa della Fondazione Airc quale occasione per promuovere una corretta alimentazione di cui il nostro Paese può a pieno titolo essere testimonial, grazie alla qualità indiscussa della cucina mediterranea e dei suoi prodotti agroalimentari che vedono, ogni giorno, milioni di agricoltori in campo per portare sul mercato prodotti di qualità e nel rispetto dell’ambiente”.

STIME

CRESCE LA PRODUZIONE DI OLIO EXTRA VERGINE ITALIANO NEL 2019 Nel 2019 la produzione di olio extra vergine italiano si stima in aumento dell’80% rispetto ad un 2018 che praticamente tragico per il settore. È questo il dato che emerge da un’analisi di Coldiretti su stime Unaprol-Ismea, diffuso quando la raccolta in Italia risulta completata per oltre il 50%. “A livello nazionale si punta – sottolinea la Coldiretti – ad una produzione di oltre 315 milioni di chili, che resta comunque notevolmente inferiore alla media dell’ultimo decennio. Nel confronto con il 2018 lungo la penisola la produzione torna a crescere al Centro-Sud dove si concentra gran parte del raccolto nazionale mentre è prevista in discesa al Nord”. Stando alle stime di Coldiretti, a pesare sul mercato è il basso prezzo di olive e olio riconosciuto agli agricoltori già ad inizio campagna con valori che sono al di sotto dei costi di produzione, in calo fino al 40% rispetto allo scorso anno in Puglia dove si produce oltre la metà olio extra vergine di oliva italiano. “È il risultato – precisa la Coldiretti - delle distorsioni, delle speculazioni e degli inganni che si verificano lungo la filiera a causa degli evidenti squilibri di potere contrattuale”. A metà della raccolta Coldiretti stima un incremento della produzione dell’80%, ma i prezzi sono in picchiata

Parte la nuova iniziativa benefica, promossa da Cia-Agricoltori Italiani e Italia Olivicola insieme alla Fondazione AIRC, per valorizzare l’olio extra vergine di oliva come elemento di prevenzione per le malattie tumorali

60


LUPPOLO E DINTORNI

SE L’INNOVAZIONE SOSTENIBILE PARTE DAI “GRANDI” Ricerca, tecnica e sensibilità verso il pianeta: ecco l’esempio di Carlsberg A CURA DI STEFANIA ABBATTISTA

Sostenibilità è la parola chiave che ha orientato scelte e consumi in questo 2019 ormai alle ultime battute. Sarà così, anzi forse ancora di più, nel 2020. E la produzione, artigianale e industriale, segue il trend a ritmi velocissimi. Anche perché non più di solo trend si dovrà parlare: produrre e scegliere in modo sostenibile è ormai un’esigenza e un dovere, non un’eccezione ma la regola. Paradigmatico, in questa direzione, è l’esempio di un grande gruppo come Carlsberg, che sta guardando sempre più decisamente ad un modo green di produrre le sue birre. Con una particolare attenzione al packaging. Nuovi modelli sono necessari, e per questo a volte si parte dal contenitore, frutto di studio, ricerca e tecnica. Il progetto di Carslberg è recente, ha solo qualche mese, e riguarda la creazione della prima green fiber bottle. Per adesso sono stati svelati due prototipi di ricerca per la prima “bottiglia di carta” destinata al mondo della birra. Il materiale è una speciale fibra di

legno che proviene da fonti sostenibili, è completamente riciclabile e all’interno contiene una “barriera” che può contenere la birra. Entrambi i prototipi realizzati finora sono in fase di test: l’obiettivo finale di Carlsberg è di arrivare ad una bottiglia a base biologica, al 100 % priva di polimeri. Non è l’unico progetto green firmato Carslberg. Pescando tra le idee più recenti di quello che oggi è il quinto gruppo mondiale per la produzione di birra (fa parte di Carlsberg Italia, fra gli altri, anche il birrificio Angelo Poretti), troviamo anche la betterbox. Si tratta del primo cartone per la pizza realizzato con gli scarti di produzione della birra, ed è

CARLSBERG ITALIA S.P.A. OGGI PRODUCE E COMMERCIALIZZA OLTRE 1,3 MILIONI DI ETTOLITRI DI BIRRA A MARCHI CARLSBERG, TUBORG, BIRRIFICIO ANGELO PORETTI, KRONENBOURG 1664, GRIMBERGEN, FELDSCHLÖSSCHEN, BROOKLYN BREWERY E JACOBSEN

61

compostabile al 100%. L’idea parte dal più classico dei connubi: pizza e birra. Gli ultimi dati sul consumo di pizze da asporto dicono che ogni giorno vengono consumate circa 2 milioni di pizze. I contenitori, però, una volta sporchi, purtroppo non possono essere riciclati nella raccolta della carta. Il colosso danese ha perciò provato a dare il suo contributo, realizzando quello che potrebbe essere, forse, “il miglior cartone della pizza al mondo - spiega Serena Savoca, Marketing Manager di Carlsberg Italia -. Gli scarti di produzione della birra sono un’ottima risorsa per produrre contenitori per pizza; si crea una mescola con agenti aggreganti naturali e si lascia essiccare l’impasto”. L’esperimento sull’innovativo cartone è già diventato realtà, lo scorso ottobre dal 18 al 21, quando è stato utilizzato per le consegne a domicilio da parte di una pizzeria a Milano. “Seguiamo costantemente la filosofia portata avanti dal nostro fondatore; la nostra missione è sempre stata quella di impegnarci e lavorare per un oggi e per un domani migliore”, conclude Savoca. Non è purtroppo ancora possibile fare previsioni su quando questi interessanti prototipi saranno utilizzabili, entrando a regime nella quotidianità e nel largo consumo. I primi passi però sono stati fatti e sono significativi. Ormai, per la “rivoluzione verde” della birra, la strada è più che tracciata.


VIGNA & CANTINA

SOSTENIBILITÀ IN CANTINA In proporzione alla sua rilevanza economica e sociale, l’impatto ambientale è limitato e, anzi, il mondo del vino è uno di quelli che maggiormente si interessa al tema della sostenibilità A CURA DI ELISA BERTI E CECILIA FILONI

Quantificazione di alcuni mezzi tecnici utilizzati dalle aziende europee (unità per litro) UNITÀ

MEDIA

DEV.ST.

Combustibile/ gasolio

mL

57,32

37,26

Elettricità

KWh

0,35

0,27

Acqua potabile

L

5,2

4,24

Fertilizzanti inorganici

g

9,8

20,78

Fertilizzanti organici

g

16.60

32,24

Pesticidi

g

3,07

7,33

Rame

g

1,07

1,43

Zolfo

g

10,93

15.,41

Anidride solforosa

g

0,12

0,6

Lieviti secchi attivi

g

0,1

0,23

Sali ammoniacali

g

0,17

0,23

Coadiuvanti proteici

g

0,19

0,41

Bentonite

g

0,53

0,63

Botti di legno

cm cubi

7,5

22,5

Detergenti

g

0,91

0,45

Bottiglie di vetro

g

650

188,7

Chiusure in plastica

g

1,16

2,39

Chiusure in sughero

g

3,89

3,38

Capsule in plastica

g

0,72

1,8

Scatole di cartone

g

50,7

28,01

Rifiuti in plastica (riciclo)

g

3,58

4,39

Che tipo di impatto ambientale ha la produzione di vino? È una domanda che in molti si pongono, soprattutto in un momento storico come questo, in cui il cambiamento climatico è un tema sempre più scottante e la necessità di trovare strategie sostenibili risulta ogni giorno più urgente. Per quanto riguarda la prima fase, quella della produzione, il settore vitivinicolo non registra dati eccessivamente allarmanti: in proporzione alla sua rilevanza economica e sociale, l’impatto ambientale è limitato e, anzi, il mondo del vino è uno di quelli che maggiormente si interessa al tema della sostenibilità. Su scala globale, è responsabile dello 0,3% delle emissioni annuali di gas a effetto serra e il consumo di acqua per litro di vino prodotto si aggira tra i 0,5 e i 20 litri. Più complessa, invece, appare la situazione per quanto riguarda i mezzi tecnici e gli accessori utilizzati all’interno dell’azienda. Secondo un’indagine realizzata in collaborazione tra Vinidea, Aeiforia e Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza, i danni maggiori per l’ambiente arrivano dalle bottiglie, dal cartone e da un utilizzo scorretto ed eccessivo dell’energia.

SCELTE PIÙ SOSTENIBILI Un modo per fare bene alla natura senza rinunciare alla qualità esiste: basta avere qualche piccolo accorgimento in più e scegliere tecnologie in grado di assicurare la stessa resa, ad un costo inferiore per l’ambiente. • Alleggerimento delle bottiglie di vetro • Riduzione del peso dei cartoni • Risparmio energetico in vigna e in cantina • Pianificazione dei miglioramenti aziendali • Scelta di accessori ecosostenibili

“IMPATTO AMBIENTALE DEI MEZZI TECNICI USATI IN VIGNETO E IN CANTINA: UNA INDAGINE EUROPEA” pubblicato su Infowine

62


TAPPI E CHIUSURE

ANCHE SIMEI PREMIA LA SOSTENIBILITÀ

Tappi, soluzioni ecosostenibili

A MILANO DIAM SI AGGIUDICA IL TECHNOLOGY INNOVATION AWARD SIMEI 2019

LA CHIUSURA INNOVATIVA DI TAPÌ “Noi di Tapì abbiamo sempre fatto della qualità e del design i nostri punti fermi; negli ultimi anni, però, abbiamo voluto fare ancora di più, portando avanti un vero e proprio progetto che ha per obiettivo la sostenibilità. All’ultima innovazione di casa Tapì, il tappo DEVIN, si è arrivati dopo anni di ricerca nel recupero di materiali che, se non riutilizzati, sarebbero andati ad aumentare i milioni di tonnellate di rifiuti del mondo. Attingere alle risorse del vino è stato automatico: DEVIN viene prodotto, infatti, con il recupero delle vinacce. Quando si dice economia circolare…”.

Il tappo in sughero Origine by Diam®, composto da elementi naturali è stato premiato al Simei di Milano, il salone internazionale dedicato alle macchine per l’enologia e l’imbottigliamento, con il Technology Innovation Award SIMEI 2019 per l’innovazione tecnologica. Creato e prodotto dall’azienda Diam Bouchage (Gruppo Oeneo), Origine by Diam® è stato prima selezionato dai giudici del prestigioso Innovation Challenge, il riconoscimento fieristico del Simei che segnala i prodotti più tecnologici, e quindi insignito del Technology Innovation Award SIMEI 2019 l’esclusiva lista dei progetti più innovativi e all’avanguardia in campo enologico elaborata da esperti e operatori del settore. La premiazione è avvenuta martedì 19 novembre, primo giorno di apertura della rassegna milanese in calendario fino al 22 novembre. Così ha commentato Dominique Tourneix, direttore generale di Diam Bouchage “Ancora una volta abbiano rivoluzionato il mondo del vino con un importante progresso tecnologico che coniuga scienza e natura. Origine by Diam®, infatti, è un tappo di sughero che contiene un’ emulsione di cera d’api e un legante composto da polioli al 100% vegetali. Dopo anni di ricerca sugli ingredienti naturali siamo quindi stati in grado di proporre una soluzione di tappatura ancora più naturale, mantenendo intatta l’affidabilità dei tappi Diam Bouchage in termini di sicurezza, omogeneità e controllo dell’ossigeno”.

LA SOLUZIONE GREEN DI SUPERCAP “Grazie alla ricerca portata avanti anche con la collaborazione di enti universitari, tra le ultime novità c’è l’introduzione di un nuovo materiale ecosostenibile: Supercap Eco®. Supercap Eco® identifica l’impegno e la sensibilità aziendale in tema di sostenibilità, consentendoci di creare la prima chiusura con zero emissioni di CO2, realizzata con polimeri green derivanti dalla canna da zucchero. Disponibile in due modelli Eco T-Plast e Eco Monobloc offriamo ai nostri clienti la possibilità di avere una chiusura di qualità, che ama e rispetta l’ambiente”.

63


SOTTO UN’ALTRA LUCE Illuminazione e cantina: come si evolve l’esperienza di una visita se a cambiare sono le luci che accompagnano l’esperienza

Non si tratta solo di assaggiare vino: la visita di una cantina è un’esperienza che coinvolge tutti e cinque i sensi. Anche la vista, infatti, vuole la sua parte: orme più

o meno armoniche, gioco di colori e il giusto alternarsi di luci ed ombre può modificare e addirittura influenzare l’impressione del visitatore durante il tour. Ne abbiamo parlato con Stefania Sagliocco,. che con il suo OCCOstudio si occupa di Progettazione illuminotecnica e Home Décor. Dal 2015, fornisce consulenza per il Lighting e nel processo di definizione degli Interni per Privati e Aziende e collabora -ad oggi- con molti studi di Architettura, che scelgono nei loro progetti la cura di un professionista dedicato proprio alle luci. Negli ultimi anni si è dedicata, con passione, allo studio dell’illuminazione per le cantine. Parliamo di visite in cantina: come deve essere organizzato lo spazio per permettere ai visitatori di sentirsi in un luogo accogliente e per vivere l’esperienza della degustazione nel modo più coinvolgente possibile? “Ad oggi le cantine sono diventate una vera e propria meta di pellegrinaggio da parte di numerosi turisti enologici. A differenza del passato, non si tratta

64

necessariamente di esperti del settore o addetti ai lavori: molti sono i neofiti appassionati che vanno sotto il nome di winelovers. Questo cambio di “utenza” ha imposto anche un cambio di paradigma in fatto di offerta turistica. Se negli scorsi anni era sufficiente illustrare e presentare lo “ spazio di lavorazione del prodotto”, ad oggi tutto questo appare marginale rispetto all’esigenza di offrire un’esperienza di degustazione. La cantina come luogo architettonico diviene il manifesto del brand: ha il compito di veicolare il valore della materia prima, della sua lavorazione, della sua filosofia e della realtà aziendale (in molti casi “familiare”) che l’ha generata. A partire da questo assunto, già in fase di progettazione si stabiliscono spazi dedicati all’accoglienza di gruppi di visitatori. Come fossimo in un museo, si ha l’esigenza di registrare gli ospiti , accoglierli, offrirgli servizi igienici ( in numero congruo a presenze simultanee numerose), indirizzarli negli ambienti della cantina in modo funzionale all’esposi-


zione dello storytelling della guida ( che generalmente segue le fasi della lavorazione dell’uva). La luce diventa in tutto questo un protagonista essenziale perché offre l’occasione di far dimenticare ( grazie alla sapiente alternanza di luci e buio), tutto ciò che risulta superfluo ai fini di quel racconto emotivo che é l’esperienza di degustazione oggi.” Focalizziamoci sulla luce. Come cercate di sfruttarla al meglio?

“Si prevedono generalmente due differenti scenari luminosi: uno dedicato al “luogo di lavoro” e l’altro dedicato ai “luoghi di visita”; il tutto il più delle volte organizzato mediante protocolli di gestione domotica, che rendono facile e intuitivo il passaggio da un’atmosfera all’altra. Le due illuminazioni presentano caratteristiche del tutto differenti, perché differenti sono le finalità da perseguire. Nello scenario lavorativo il compito visivo consiste nello svolgimento di una mansione in

65

piena sicurezza, per questo si prediligono apparecchi a luce diffusa, preferibilmente di flusso ragguardevole ( si ha a che fare con altezze importanti) e di temperatura colore bianco naturale, in luogo di una caratteristica di indice di resa cromatica non sempre disponibile in prodotti ad alta efficienza. Nello scenario di visita, per contro, si prediligono temperature colore molto calde abbinate a indici di resa cromatica molto elevata, al fine di garantire un’atmosfera calda e avvolgente, senza però compromettere la capacità di riconoscimento delle caratteristiche organolettiche del prodotto ( colori e sfumature). In questo caso si ricorre a puntamenti diretti sui soggetti di attenzione, ponendo gran cura a bilanciare i flussi d’accento con le altre luci”. Che ruolo giocano i colori nell’esperienza sensioriale legata alla degustazione? “La temperatura colore (luce calda o luce fredda), non ha una diretta corrispondenza con la capacità di una sorgente di far vedere i colori più o meno realistici. Questo erroneo fraintendimento prende avvio negli anni in cui le sorgenti che offrivano il maggior risparmio energetico erano quelle a fluorescenza. Nel caso specifico di una lampada al “Neon” piuttosto che delle lampadine a comunemente dette a “basso consumo”, l’emissione luminosa presenta dei “ buchi” su alcune lunghezze d’onda : questo é il motivo per cui i rossi sono mal rappresentati, a discapito di una connotazione gialla estremamente preponderante. Il Led, piu’ comunemente impiegato oggi, è invece un tipo di sor-


gente progettato appositamente per emettere su tutte le lunghezze l’onda comprese nello spettro visibile: con questa tecnologia finalmente le due caratteristiche, la Temperatura Colore e l’ Indice di Resa Cromatica sono state rese indipendenti l’una dall’altra. Fatta questa premessa, parliamo dell’esperienza. La temperatura colore puo’ arrivare ad incidere sugli stati d’animo e sulla capacità percettiva di colui che viene sollecitato con una sorgente luminosa; i più recenti studi in merito al ritmo circadiano confermano che per creare uno stato emotivo rilassato e disteso, il corpo umano necessita di sollecitazioni luminose calde, piu’ simili a quelle di un tramonto”. “Sì, la temperatura colore arriva a influenzare anche la quantita’ di tempo che si e’ disposti a destinare ad una determinata attivita’ o ad un determinato consumo. Si pensi per esempio alla differenza di scenario fra un ristorante di alta cucina e quella di un fastfood: non si

tratta solo di tipologia arredativa, ma anche di atmosfera luminosa del tutto differente.” Quali sono, allora, i colori giusti da usare in cantina? Oggi, c’è sempre maggior impiego di luci colorate, ma non mi riferisco a sistemi RGB o cambio colore ( spesso strumento di spettacolarizzazioni di cattivo gusto), quanto piuttosto della selezione di una componente cromatica, che esalti sia la percezione emotiva del percorso sia quella della vera e propria degustazione. Interessante a questo proposito é uno studio che venne condotto anni dalla cantina Fritz Allendorf (Rheingau, Germania). I risultati vennero pubblicati sul Journal of Sensory Studies. Si dimostro’

66

che sotto una sollecitazione luminosa sul cromatismo del rosso e del blu i giudizi e le valutazioni del vino apparivano più benevole. Dai i vari esperimenti si riscontrava maggiore riconoscimento del frutto piuttosto che di altre caratteristiche a seconda del colore con il quale era stato somministrato il vino. A questo punto diventa pero’ doveroso ricordare che la luce non deve giocare come elemento di contraffazione del gusto, ma da onesto accompagnatore dell’esperienza di visita”. Anche l’alternanza di luci ed ombre ha un suo peso? “Sì, sicuramente. Un’atmosfera dosata e ben definita di luci che illuminano soltanto cio’ che davvero e’ interessante e funzionale al percorso, aiuta anche il contenimento dei rumori. L’essere umano di fronte ad un’atmosfera piu’ contrastata tende a mantenere il silenzio e a parlare a voce bassa: cosa estremamente utile in zone soggette a riverbero come i capannoni, e ancor piu’ utile quando la visita e’ diretta da una guida che illustra verbalmente il percorso (senza un microfono) e che necessita di trattenere l’attenzione dei propri ospiti. Il buio ha un ruolo da co-protagonista insieme alla luce: il rischio di essere fagocitati dal buio e’ una paura ancestrale, che sebbene non sia percepita in modo consapevole, lavora a livello latente per trattenere ciascun ospite legato con attenzione al resto del gruppo. Come sfruttare al meglio le luci giocando con le luci naturali? “All’interno della Cantina le luci naturali non giocano mai un ruolo positivo: possono infatti determinare abbagliamenti o irraggiamenti diretti sul prodotto, capaci di alterare il processo di maturazione e/o invecchiamento. Per questo motivo é utile prevedere schermi frangiluce oppure un opportuno orientamento in pianta degli ambienti più sensibili. Anche ai fini della visita di degustazione la luce naturale risulta in generale controproducente: il buio e le luci di accento insieme contribuiscono al totale assorbimento esperienziale del visitatore. La magia del percorso si interrompe quando l’ospite entra in contatto diretto col sole”.


COME NASCE UN NUOVO PACKAGING ANNI DI LAVORO NELLA PRODUZIONE DEL VISUAL PER LE GRANDI FIRME DELLA MODA E DELLA GIOIELLERIA. L’ATTENZIONE AL DETTAGLIO ARTIGIANALE CHE FA LA DIFFERENZA E CHE PERMETTE DI FAR RISALTARE L’OGGETTO PREZIOSO. COSÌ NASCE GOLDEN CLAIRE

Emilio Scarnicci, cuore e anima dell’azienda, ci racconta com’è nata l’idea per la nuova linea di scatole per vino. “Se è vero che ricevendo un regalo, ciò che conta è il contenuto, è altrettanto vero che la confezione è ciò che ci passa tra le mani per prima e che ci regala l’immagine dell’azienda. Il passaggio dalla moda al vino è stato quasi automatico. Lavorando la yuta, materiale “povero” che ci riporta al mondo contadino, per una grande firma, ho abbinato il materiale al mondo agricolo, alla battitura del grano nello specifico. Il passaggio alla vendemmia, all’uva e quindi al vino è stato immediato. E cosa c’è di più prezioso di un vino che riposa per anni in botte, che passa in bottiglia e che viene regalato per le occasioni speciali?” Per cosa si distinguono le vostre scatole?

“Innanzitutto per la cura del dettaglio. Ogni scatola passa dalle mani dei nostri artigiani, viene realizzata, controllata e testata sotto l’occhio attento di Nicoletta, che ha sposato il progetto insieme a me e che controlla ogni fase della lavorazione con attenzione. L’occhio femminile si sa, ha una marcia in più”. Le vostre scatole sono totalmente personalizzabili? “Si, certo, per i dettagli, per la forma del contenuto e per il numero di bottiglie che andranno ad ospitare, per il materiale con cui vengono realizzate, sia all’esterno che all’interno. Essendo un prodotto interamente realizzato a mano all’interno della nostra struttura, è nostra prerogativa soddisfare le richieste dei clienti e, magari, indirizzare la scelta verso il tipo di personalizzazione o il tessuto di rivestimento, in modo che risulti perfettamente idoneo al contenuto che andrà a custodire. Ci tengo anche a sottolineare che il nostro lavoro non è solo questo”. Di cos’altro vi potete occupare? “Il nostro core business, da sempre, è quello legato al visual. Per questo

Golden Claire utilizza tecniche di produzione all’avanguardia per la lavorazione dei materiali quali pelle, tessuti e legno. Tutti gli articoli prima della consegna sono sottoposti a controlli qualitativi che ne garantiscono la piena sicurezza

67

sarebbe nostra intenzione avviare collaborazioni con le cantine al fine di veicolare sì la scelta del packaging, ma di aiutare le aziende che abbiano bisogno di rinnovare il “look” della propria cantina, attraverso espositori per bottiglie o mobilia in generale”. Un servizio a 360 gradi, quindi… “Il servizio che da sempre offriamo ai nostri clienti. Un diamante è per sempre. Il rumore che fa una bottiglia stappata per una ricorrenza speciale anche. Per questo siamo convinti che i nostri siano scrigni perfetti per custodire i vostri gioielli più preziosi”. Golden Claire Srl Frazione Ville 38 I, Terranuova B.ni 52028 Terranuova B.ni – AR Tel. 3897899221 info@goldenclaire.it


PELLENC & L’INNOVAZIONE DELLA POTATURA DEL VIGNETO FORBICE VINION, LA SOLUZIONE PERFETTA PER CHIUNQUE VOGLIA UNA POTATURA PRECISA, RAPIDA E SENZA SFORZI

Un modo totalmente rinnovato di affrontare la campagna di potatura in maniera rapida, precisa, senza sforzi per l’operatore e lavorando sempre nel massimo rispetto dell’ambiente. Questi sono i principi sui quali Pellenc si è basata per realizzare le proprie forbici a batteria per la potatura. Azienda francese presente sul mercato internazionale da oltre 40 anni, Pellenc è precursore per quanto riguarda la tecnologia della batteria applicata alle attrezzature per agricoltura, ed è grazie ai continui e importanti investimenti in ambito di ricerca e sviluppo che il brand si presenta sul mercato con attrezzature che rispondono ai più alti standard qualitativi e tecnologici. L’intera gamma di attrezzature Pellenc è alimentata dalle batterie agli ioni di litio ad alta capacità;

questo si traduce nel lavorare senza emissioni di gas di scarico, con attrezzature leggere e senza problemi di autonomie. I motori brushless, anch’essi realizzati direttamente da Pellenc, garantiscono il massimo della resa, lavorando senza dispersione di calore ed energia. Per quanto riguarda le operazioni di potatura del vigneto, Pellenc propone la forbice Vinion, disponibile sia con batteria 150 che con la multifunzione UliB250. La prima fa della leggerezza e delle dimensioni ridotte le sue armi vincenti, assicurando comunque un’intera giornata di lavoro di autonomia. La seconda invece, batteria multifunzione ULiB250 dotata di un apposito zaino di trasporto, offre all’operatore fino a 12 ore di taglio di autonomia, oltre che la possibilità di connettere simultaneamente anche un altro attrezzo

“VINION È DISPONIBILE SIA CON BATTERIA 150 CHE CON LA MULTIFUNZIONE ULIB250. ENTRAMBE LEGGERE E DI DIMENSIONI RIDOTTE, ASSICURANO UN’INTERA GIORNATA DI LAVORO DI AUTONOMIA. VINION ALIMENTATA DALLA BATTERIA MULTIFUNZIONE ULIB250, INOLTRE, OFFRE ALL’OPERATORE LA POSSIBILITÀ DI CONNETTERE SIMULTANEAMENTE ANCHE UN ALTRO ATTREZZO PELLENC”

68

Pellenc. Questo grazie al secondo innesto presente, che alimentando contemporaneamente oltre alla forbice anche altri attrezzi come ad esempio un seghetto da potatura, permette anche tagli di dimensioni molto importanti. PELLENC ITALIA Loc. Pian dell’Olmino, 82/2 Colle di Val d’Elsa (SI) 53034 Colle di Val d’Elsa (SI) – Italia +39 0577904416 info@pellencitalia.com W PELLENCITALIA.COM


SONO UNICHE LE ETICHETTE STAMPATE SU MOONLIGHT, LA CARTA AUTOADESIVA ARCONVERT CON EFFETTO FILIGRANA UNA DELLE CARTE AUTOADESIVE DELLA NUOVA COLLEZIONE INNOVATION & INSPIRATION DI ARCONVERT, MOONLIGHT È CERTIFICATA FSCTM E MONTA IL NUOVO E PERFORMANTE ADESIVO PERMANENTE SH9020TM Le statistiche e le neuroscienze hanno ampiamente dimostrato che almeno il 65% delle decisioni d’acquisto è determinato dall’aspetto generale del packaging e dalle emozioni e sensazioni tattili che una bella etichetta può provocare nel consumatore. Insomma, un’etichetta elegante, progettata e stampata con cura può davvero incrementare la propensione all’acquisto da parte del consumatore. La carta scelta per l’etichetta ha un’importanza fondamentale in questo processo inconscio per cui il cervello umano associa un’etichetta dall’aspetto “economico” con un vino di scarsa qualità e, viceversa, un’etichetta “premium” con un buon vino. Questo accade perché la carta svolge un ruolo essenziale nella ricerca del piacere tattile e funge da acceleratore emozionale. Poiché il tempo è ormai il vero lusso dell’uomo contemporaneo, nel punto vendita, il consumatore ha a disposizione mediamente dai 7 ai 12 secondi per perfezionare l’acquisto. Quindi bisogna essere efficaci per riuscire a fare colpo in così poco tempo. La nuova collezione di carte autoadesive Innovation & Inspiration by ManterTM di Arconvert è un valido alleato dei produttori che desiderano creare uno stile unico per i propri vini conferendo alla bottiglia un maggiore impatto visivo. Moonlight FSCTM certified è una carta uncoated prodotta con cellulosa certificata FSCTM senza cloro (ECF) e una piccola percentuale di fibre sintetiche. Il colore è bianco naturale e la texture offre una piacevole finitura pergamenata dall’elevata versatilità di stampa. La caratteristica più particolare di Moonlight è la speciale tecnologia che fornisce un elegante effetto filigrana quando viene stampata a caldo senza utilizzare il foil. Inoltre, l’alta grammatura la rende perfetta per

69

la stampa in alto o basso rilievo. In combinazione con il nuovo adesivo acrilico permanente SH-9020TM di Arconvert, appositamente sviluppato per il settore enologico, questa poliedrica e sorprendente carta autoadesiva garantisce una perfetta adesione dell’etichetta alla bottiglia con un eccellente grado di resistenza anche in condizioni di forte umidità e in caso di sbalzi di temperatura. Con il suo fascino ineguagliabile, Moonlight è la soluzione ideale non solo per vini e liquori, ma anche per tutti quei prodotti premium come soft drink, oli d’oliva, specialità alimentari, o cosmetici che necessitano di una maggiore visibilità sullo scaffale. Investire nel packaging significa evitare di spendere una fortuna in costose campagne di marketing perché il prodotto si autopromuove già dallo scaffale. Inoltre, un packaging e un’etichetta di classe garantiscono l’accesso al circuito dei concorsi internazionali di packaging, che aumentano esponenzialmente la visibilità del prodotto a livello globale. Uno di questi è The Dieline Awards, che, ormai da dieci anni, riconosce formalmente il meglio della progettazione di packaging per prodotti di consumo in tutto il mondo. The Dieline Awards 2020 presenterà un premio speciale Arconvert per la migliore etichetta autoadesiva. È un’occasione da non perdere per aumentare la visibilità del brand e comunicare meglio il valore del vino.

W

ARCONVERT.IT DIELINEAWARDS.COM


TAPÌ GROUP NASCE “DEVIN”, ULTIMA NOVITÀ PER IL MONDO VINO CHE CONFERMA E RAFFORZA L’IMPEGNO DELL’AZIENDA IN TEMA DI SOSTENIBILITÀ E DELLA CURA DELL’AMBIENTE La sfida maggiore di questo 2019 e dei prossimi anni sarà quella della sostenibilità. In Tapì ci stiamo impegnando da tempo per la ricerca e lo sviluppo di chiusure innovative, costituite da materiali sostenibili che fanno bene all’ambiente. Il nostro Gruppo è da anni impegnato nella progettazione di chiusure sostenibili e a basso impatto ambientale per essere sempre in linea con le esigenze dei più avanzati concetti di packaging. Da oltre 20 anni, infatti, la nostra mission è quella di garantire una produzione sicura ed ecologica, adottando fonti di energia rinnovabile e continuando ad investire nei comparti di ricerca ed innovazione. Proprio da questi principi nasce Abor, un concetto tramite il quale Tapì è in grado di realizzare chiusure speciali ed eleganti ricavate dagli scarti di distillazione, solitamente destinati allo smaltimento. Grazie ad una particolare tecnica, affinata nel corso degli anni, siamo in grado di riutilizzare il materiale di scarto per creare, insieme al produttore, un prodotto realizzato sulla base del concetto di green-design. Il tutto in maniera completamente ecosostenibile.

Abor: from the source of origin Per il mondo vino, sulla base dello stesso principio di Abor, molto presto lanceremo un’importante novità che conferma il nostro impegno riguardo al tema della sostenibilità e della cura dell’ambiente, studiato in questo caso specificatamente per questo importante mercato. Il nome del progetto sarà Devin, un tappo vino il cui scopo principale è rivolto a minimizzare l’impatto ambientale utilizzando gli scarti della vinaccia direttamente nel suo composto. Abbiamo quindi deciso di utilizzare il know – how acquisito nella realizzazione del progetto Abor per portare un concetto nuovo in un mercato fortemente legato alla tradizione come quello enologico. Tapì – Wine Division Via Comello, 42, 36028 Rossano Veneto VI Telefono +39 049 5797300 Email: info@tapigroup.com W TAPIGROUP.COM

70

Devin è un tappo vino il cui scopo principale è rivolto a minimizzare l’impatto ambientale utilizzando gli scarti della vinaccia direttamente nel suo composto


SCOTTON SKIN VINACCIA, UNA NUANCE ELEGANTE PER UNA COLLEZIONE DI SCATOLE REGALO DAL GRANDE CARATTERE

Skin Vinaccia è l’espressione intensa del nuovo colore dedicato al vino, vera eccellenza italiana, per valorizzarlo rendendolo un dono unico, anche grazie ad una lavorazione effetto pelle che rende le nostre scatole davvero speciali.

Skin Vinaccia, una nuance elegante per una collezione di scatole regalo dal grande carattere. Scotton è lieta di presentare una linea di prodotti completa, adatta a contenere vari tipi di bottiglie; scatole e borse realizzate in diversi formati, da 1 a 6 bottiglie, in cartoncino di alta qualità, estremamente pratiche nel montaggio e sempre disponibili per consegne rapide e puntuali. La nuova serie Skin, disponibile in altri due splendidi colori, va ad arricchire un assortimento di scatole per bottiglie sviluppato in oltre 50 varianti, ognuna pensata per soddisfare qualunque gusto o necessità. I contenitori di emozioni by Scotton Vi aspettano sul sito www.scotton.it. Scotton Spa Via Vallina Orticella n. 1 31030 Borso Del Grappa(TV) Tel. 0423 913300, scotton@scotton.it W SCOTTON.IT

71


ZEOLITE CUBANA: L’EFFICACIA CONTRO BOTRITE E MARCIUMI DA BIOAGROTECH UN AIUTO VALIDO E RISPETTOSO DELLA NATURA CONTRO LE PROBLEMATICHE SCATENATE DAI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Il cambiamento climatico, caratterizzato dall’aumento significativo di perturbazioni violente, di grandinate ed eventi estremi, è fonte di grande preoccupazione per i viticoltori, costantemente alle prese con problemi fitosanitari di varia natura. Botrite e marciumi, che devono la loro diffusione a grandinate, piogge e brinate notturne, hanno vita facile in questo contesto climatico. Bioagrotech, azienda della Repubblica di San Marino impegnata nella ricerca, nella produzione e nella commercializzazione di fertilizzanti e substrati organici e minerali, ha dimostrato come la sua Zeolite Cubana, un prodotto naturale e consentito in agricoltura biologica, rappresenti un valido aiuto contro il diffondersi dei marciumi in generale. Ma che cosa sono le zeoliti e perché quella prodotta dall’azienda sammarinese è diversa dalle altre? Le zeoliti sono minerali formatisi milioni di anni fa dall’incontro tra roccia vulcanica e mare. Esistono diversi tipi di zeolite in base alla loro diversa composizione; la Zeolite Cubana Bioagrotech proviene da una miniera situata a Cuba dove si è formato naturalmente

questo minerale, contenente in purezza Clinoptilodite e Mordenite. In commercio si trovano prodotti con polveri di roccia che contengono una percentuale di zeolite molto bassa con conseguente elevata presenza di inerti (quarzo, vetro vulcanico, mica ecc); per cui diventa fondamentale un controllo accurato delle etichette. La Zeolite Cubana Bioagrotech può essere utilizzata in una duplice modalità: -come ammendante, sfruttando le sue naturali caratteristiche ovvero lo scambio cationico, la riduzione idrica e la composizione chimica che permettono una riduzione dei concimi minerali e un aumento della fertilità del terreno. -come corroborante, grazie alla sua naturale capacità di potenziare le difese naturali delle piante permettendo di avere un valido aiuto nella lotta ai funghi e agli insetti. Per quest’ultimo utilizzo Bioagrotech ha verificato l’efficacia della zeolite cubana presso Centri di Saggio su diverse colture. Per ottenere risultati ottimali, la zeolite deve essere utilizzata già da fine fioritura

72

mentre le fasi più importanti restano i trattamenti da fare in pre-chiusura del grappolo e in funzione delle condizioni climatiche in invaiatura e durante la maturazione. Trattandosi di un prodotto naturale ed esente da residui, può essere impiegato anche a ridosso della raccolta e può essere applicato sia con irrorazioni che con applicazioni a secco. Bioagrotech srl Strada del Bargello, 111 47891 Dogana (RSM) Tel. 0549905289 info@bioagrotech.com W BIOAGROTECH.COM


L’IMPRONTA GREEN DI BELBO SUGHERI PROGRESSO TECNOLOGICO, SCIENZA E NATURA: ECCO L’IMPEGNO DELL’AZIENDA ASTIGIANA PER L’AMBIENTE

Uno dei leader riconosciuti nel mondo delle chiusure per il vino in Italia è certamente Belbo Sugheri, l’azienda astigiana che l’anno scorso ha addirittura triplicato l’area del proprio stabilimento di Calamandrana, per far fronte ad esigenze di rinnovamento e ulteriore miglioramento tecnico, attraverso l’innesto di macchinari di ultima generazione. Belbo Sugheri è certificata FSSC22000 (Food Safety System Certification) da giugno 2018: dentro questo acronimo c’è la garanzia di una sempre maggiore qualità e sicurezza del prodotto, basata sui principi HACCP, che garantisce gli standard di sicurezza alimentare. Belbo Sugheri ha poi dimostrato particolare sensibilità

e attenzione alla tematica della sostenibilità ambientale; la vocazione “green” dell’azienda è attestata dalle certificazioni ISO14001 e ISO50001, entrambe appena ottenute. La prima, ISO14001, stabilisce i requisiti per un sistema di gestione ambientale, aiutando a migliorare le prestazioni ambientali, utilizzando le risorse in modo più efficiente e riducendo gli sprechi. La seconda, la ISO50001, stabilisce, implementa e mantiene un sistema di gestione dell’energia, per un miglioramento costante delle prestazioni, dell’efficienza, della sicurezza e del consumo energetico. Belbo Sugheri è anche il braccio operativo di Diam Bouchage in Italia; l’azienda francese ha recentemente ottenuto – durante il Simei appena concluso a Milano - il premio per l’Innovation Challenge Simei 2019. Il tappo oggetto del premio è Origine by Diam: è questa la “New Technology” insignita come innovazione al servizio della natura. Qual è la particolarità del tappo Origine? Contiene un’emulsione di cera d’api e un legante composto da polioli al 100% vegetali. Una soluzione, questa, altamente innovativa, che offre al mondo del vino una tappatura ancora più naturale, pur lasciando intatta l’affidabilità dei tappi Diam in termini di omogeneità e controllo dell’ossigeno. Resta inoltre invariata la garanzia Diam dell’eliminazione totale del TCA, molecola responsabile del ben noto “sentore di tappo”. (s.a.).

73

Belbo Sugheri Reg. San Vito, 90/P 14042 Calamandrana (AT) Tel. 0141 75793 Fax 0141 75734 info@belbosugheri.it W BELBOSUGHERI.IT


News Tecniche DS GLASS Il servizio a 360° per il tuo packaging

Un’ampia e moderna rete di servizi con un unico comune denominatore: il vino

CON I NOSTRI SERVIZI EDITORIALI

possiamo aiutarti a raggiungere il TARGET giusto!

Il nostro Network

Raggiunge 8.000 cantine, 10.000 importatori e distributori di vino italiano all’estero, 600 buyer della grande distribuzione e 2.800 ristoranti, enoteche, vinerie e wine bar.

La Rivista

L’ufficio stampa

Le news tecniche

Le video interviste

è un progetto di

WOM Srl Via Toscana, 50/3 53035 Monteriggioni (SI)

Tel. 0577 1606999 Fax 0577 1606998 www.winenetwork.it 74

La famiglia Gimmelli opera da oltre 70 anni nell’industria dei contenitori in vetro cavo destinati all’industria del vino, olio, distillati, gourmet ecc... L’azienda opera su tutto il territorio nazionale e prevalentemente in Campania e nelle altre regioni del Centro- Sud. Oltre alla conoscenza capillare del mercato la Ds Glass garantisce un’alta qualità dei manufatti. Grazie alla stretta collaborazione con le più importanti vetrerie l’azienda offre un’ampia gamma di articoli e la possibilità di personalizzare i modelli in base alle esigenze richieste. Punto di forza dell’azienda è l’ampio magazzino che permette di avere disponibile una vasta scelta di articoli ( bottiglie, vasi ed accessori vari ) e non da meno la possibilità di dare ai suoi clienti un servizio di consegna e supporto tecnico in caso di necessità. DS Glass Via Sette Re 80022 Arzano (NA) Tel. 081 19168265 amministrazione@dsglass.it W DSGLASS.IT


VASCHE RICEVIMENTO UVE E DIRASPA PIGIATRICE

FERMENTINI 2 FASCE TERMOCONDIZIONANTI

dal 1968 in continua evoluzione

COSTRUZIONE SERBATOI E ACCESSORI ENOLOGICI - OLEARI - FARMACEUTICI - IDRICI - PETROLCHIMICI

di Mario Zeusi & C. S.n.c. Loc. Pianacci, 13 - 52021 Bucine (Ar) Tel. 055 9911144 - Fax 055 9911849

info@zeusinox.it www.zeusinox.it

• SERBATOI TERMO CONDIZIONATI • FOLLONATORI AUTOMATICI • ESTRATTORI DELLE VINACCE • STABILIZZAZIONE TARTARICA • TRASPORTO PALLETTIZZABILI • TRASPORTO SU PIANALE • GASOLIO OMOLOGATI • POZZETTI E CANALINE CON GRIGLIATI TUTTO INOX

PRESSE PNEUMATICHE

• ACCESSORI PER CANTINE • DIRASPA-PIGIATRICE PRESSE • IMPIANTI FRIGORIFERI • PIASTRE SCAMBIO TERMICO • IMPIANTI COLMATURA AZOTO • FILTRI IMBOTTIGLIATRICI • TAPPATRICI CAPSULATRICI • ETICHETTATRICI

PRESSE

POZZETTI E CANALINE

RIEMPITRICE

RIEMPITRICE A BILANCIA PER OLIO

FILTRI A CARTONI

PERISTALTICA

IMPIANTI FRIGORIFERI E QUADRI GESTIONE TEMPERATURE

POMPA PER VINACCIA TAVOLI LAVELLI E SCAFFALI

ETICHETTATRICI

75


76


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.