RESS
Mensile di approfondimento Direzione Editoriale: Michele Spena
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redazione: Viale della Regione, 6 Caltanissetta
- Tel/Fax: 0934 594864
FATTI IN REDAZIONE
Le ragioni di una scelta e l’amicizia con Pagano di M. Benanti
Dicembre 2013 Anno III Num. 25
- Stampa: STS S.p.A. Zona industriale Vª Strada, Catania - Reg. Tribunale di Caltanissetta n° 224 del 24/02/2011
IL SONDAGGIO
Caltanissetta, ultima per verde urbano: soluzioni
Oscar Aiello, il consigliere più amato dai nisseni
Verso il futuro con rinnnovata fiducia
N
per il 2014
di R. Cinardi
a pagina 28
Fiamme Gialle
“Non solo evasione ma anche tutela del cittadino” L’ analisi del comandante provinciale della Guardia di Finanza, il colonnello Pierluigi Sozzo. Un viaggio a 360 gradi sull’attivita dei finanzieri nel nostro territorio. di V. Pane
a pagina 16
alle pagine 10
L’ editoriale
“Nuova Civiltà”
L’intervista a Vittorio Virgilio, commissario ASP
di D. Polizzi
a pagina 36-37
Una
Sanità
Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 conv. N. 46 art. 1 comma 1. Sud /CL
AMBIENTE
di A. Sardo
a pagina 6
ISSN: 2039/7070
FREE P
Inizia il viaggio verso le elezioni amministrative 2014
Candidati sindaci, il primo è Giarratana
L’ingegnere corre con il simbolo di “Caltanissetta Protagonista” “Nisseno nell’anima” ed esplosivo sui blocchi di partenza: Michele Giarratana con “Caltanissetta Protagonista”, è il primo ad ufficializzare la sua candidatura a sindaco in vista delle elezioni della primavera 2014. La campagna elettorale è iniziata con grande anticipo:
si annuncia “calda” e ricca di colpi di scena. Si scaldano i motori e filtrano numerose indiscrezioni relative ai nomi dei candidati delle forze politiche maggiori. All’orizzonte si profilano tanti candidati, forse troppi: agli elettori l’ardua sentenza. a pagina 14
Fatti del Golfo
Mussomeli
Un anno di Gela, fatti, cronache e avvenimenti
Rivolta popolare, tutti uniti contro il centro immigrati
di F. Infurna
a pagina 20-21
di G. Taibi
scrivi alla redazione: lettere@ilfattonisseno.it
— di Michele Spena —
uova Civiltà: è quella che ci auguriamo per il 2014. La foto che abbiamo scelto per la prima pagina di dicembre, ritrae don Giuseppe Anzalone, presidente di “Nuova Civiltà” a San Cataldo, che tiene in braccio una bambina ospite della comunità alloggio che potrebbe chiudere per mancanza di fondi: aspettano oltre 450 mila euro dal Comune di Caltanissetta. Quei piccoli necessitano di una Nuova Civiltà, di una ‘nuova speranza’. Il Natale infonde speranza e serenità, ne abbiamo tutti bisogno. Nuova Civiltà è una perifrasi che si attaglia perfettamente al momento difficile della provincia nissena. Civiltà è un sostantivo femminile, spesso sinonimo di progresso, per indicare da un lato l’insieme delle conquiste dell’uomo sulla natura, dall’altro un certo grado di perfezione nell’ordinamento sociale, nelle istituzioni, in tutto ciò che, nella vita di un popolo o di una società, è suscettibile di miglioramento. Noi abbiamo “tutto” da migliorare. La crisi economica soffoca Caltanissetta e la sua provincia, i giovani criticano e abbandonano la città, la politica non è in grado di dare risposte concrete ai molteplici problemi che funestano la quotidianità, il futuro è un’incognita che ci impaurisce: non riusciamo a scrollarci di dosso ansie e incertezze. Non possiamo fermarci, commiserarci, dobbiamo ripartire: ognuno di noi, nel suo piccolo, secondo le proprie possibilità. Ritrovare il sorriso, la voglia di futuro, di pianificazione, sostituire la sopravvivenza con la proget-
a pagina 52
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tazione. Non ci illudiamo sia facile, non crediamo sia agevole ma non vogliamo arrenderci, vogliamo risalire. Desideriamo una Nuova Civiltà, di scuole e sanità efficienti, di amministratori onesti e alacri, di cittadini rispettosi delle leggi, di normalità, di serenità. Vogliamo prendere in braccio i bambini, non solo per tutelarli da una società egoista e violenta, ma per condurli verso un domani civile, degno di essere vissuto. Siamo stanchi di scrivere crisi, precario, politici disonesti, premier, costituzione, abolizione province, siamo stanchi e un po’ incazzati. Abbiamo il desiderio di riappropriarci del nostro territorio, della nostra cultura, della nostra storia, della nostra tradizione. Sogniamo che piazza Garibaldi possa diventare il salotto della città, non un par-
“
Riprendiamoci il domani, riscopriamo la nostra identità, tentiamo la risalita
cheggio a cielo aperto o un sito per le bancarelle. Nuovo anno, Nuova Civiltà, Nuova Caltanissetta…..nuova vita. La nostra meta non è mai un luogo, ma piuttosto un nuovo modo di vedere le cose. (Henry Miller, Big Sur e le arance di Hyeronymus Bosch, 1957)
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Fatti & Palazzo del Carmine
di Salvatore Mingoia
Emergenza “nuovi poveri”
Il contributo stanziato dal comune per i buoni spesa sarà nettamente inferiore al 2012: circa 24.000 euro restante periodo dell’anno sono sempre le parrocchie a fronteggiare questa emergenza con la Caritas ormai punto di riferimento ineludibile per chi non riesce a sbarcare il lunario. Oltre quattrocento le famiglie che beneficeranno dei buoni spesa del Comune per trascorrere con serenità la parentesi delle feste di Natale. Ma come dicevamo il comune è in ritardo. Il sindaco Michele Campisi non ha ancora emanato la direttiva che indica le principali linee guida e le priorità da seguire per far fronte al crescente disagio sociale. Nello specifico il sindaco, tenuto conto che
“
Sarà caccia al buono spesa ?
E’
Natale e c’è da augurarsi che non si ripeta l’assedio e l’assalto della povera gente agli uffici della solidarietà o in quegli uffici che saranno demandati a distribuire i buoni pasto in distribuzione in favore della povera gente. Siamo in ritardo mentre un esercito di disperati, con bambini al seguito, è costretto ad aspettare all’ ultimo momento per sapere di che mor-
I Fatti di
te morire. Lo scorso anno il compito della distribuzione dei buoni pasto del Comune per quasi duemila indigenti nisseni era stato affidato al comando dei Vigili Urbani. Famiglie che hanno potuto fare un pò di spesa in un supermercato nisseno convenzionato con il Comune. Duemila, lo scorso anno le famiglie destinatarie dei coupon equamente divise fra locali e straniere, le cui
posizioni sono conosciute agli uffici della solidarietà sociale e alle parrocchie che hanno pure fornito elenchi di poveri. Il Comune lo scorso anno ha speso complessivamente circa 40mila euro. Per questo Natale l’assessore alle Politiche Sociali Giuseppe Firrone ha fatto sapere che il contributo stanziato dal comune è nettamente inferiore: circa 24 mila euro a fronte di una
maggiore richiesta con l’entrata nelle liste dei bisognosi dei cosiddetti nuovi poveri, nati dall’attuale congiuntura economica, segno inequivocabile della dilagante povertà che ormai attanaglia strati sociali più disparati della nostra città, vecchi e nuovi indigenti, gente che non ha lavoro o lo ha perso. Se a Natale una piccola mano d’aiuto arriva dall’amministrazione comunale nel
Etico
Merry Cristmas
Lo Stato è solidarietà non assistenzialismo A rriva Natale; come un riflesso condizionato tutti ci sentiamo in dovere di amare, di dare, di essere solidali. Ci sono persone in questo periodo che sono convinte addirittura di amare tutti e tutto il mondo. Forse non odiano nessuno e questo sarebbe bellissimo, ma in ogni caso sono convinte di amare chiunque. Arriva Natale e assistiamo ad una corsa alla solidarietà limitata nel tempo verso una società, verso degli uomini che invece avrebbero bisogno di essere aiutati ogni giorno, anche in altri periodi dell’anno, quando la solitudine e lo sconforto prendono il sopravvento, e quando perfino le chiese e la Chiesa riducono la loro attività come se la fede e la carità fossero un bilanciamento fra richiesta e offerta dei fedeli o dei più bisognosi. L’amore infatti non dovrebbe andare in vacan-
za; se amore è solidarietà allora significa prendersi cura di chi è più debole sempre e comunque. Ma la solidarietà è un sentimento sociale che va al di la dello slancio del singolo uomo; la solidarietà è un sentimento sociale che deve esprimersi con la socialità dello Stato poiché alla luce della chiara, costante, ripetuta assistenza, a seconda dei periodi dell’anno, esiste ed è concreta la necessità di risolvere la contraddizione del sensibile idealista solidale a corrente alternata. La solidarietà insomma non può, per essere efficace, essere delegata al cuore del singolo se vuole essere tale e nemmeno a quella del volontariato strutturato che non riesce più a soddisfare la richiesta d’aiuto dei più bisognosi. In un Paese civile per legge bisogna prendersi cura dei più deboli! Qualcuno spingendo forte sull’accele-
ratore delle contraddizioni ha voluto fare un parallelo con la giustizia. Tutti oggi sentiamo il bisogno di una giustizia vera ed efficace ma non per questo, di fronte ad un’immediata fame di giustizia, noi stessi o chi ci vuole bene, ci facciamo giustizia da soli. Così nella solidarietà: non si può con una solidarietà “far da se” essere globalmente giusti ed efficaci nel dare aiuto a tutti quelli che hanno bisogno e che oggi aumentano di ora in ora. Sia chiaro che chi vuole dare amore, chi sente di dare amore lo deve fare sempre, con tutto il cuore quando e come vuole, senza condizionamenti; resta sempre un atto nobile e meraviglioso ma il discorso qui verte sul problema dell’assistenza e dell’aiuto nella sua complessità. Conoscete il paradosso del mendicante? Un mendicante chiede l’elemosina all’angolo di una strada. È
giusto dargli qualcosa? Se no, il pover’uomo morirà di fame; se sì, poiché tutti gli daranno qualcosa, diventerà ricchissimo, più ricco di chi gli ha fatto l’elemosina. La soluzione del paradosso è semplicissima: deve essere la socialità dello Stato che si prende cura del mendicante. Il singolo individuo deve impiegare le proprie forze per fare in modo che le leggi e le strutture dello Stato si occupino del mendicante; dargli una moneta e lasciare tutto come prima equivale al comportamento dell’individuo che di fronte a un’ingiustizia, anziché darsi da fare per far cambiare la legge, si fa giu-
stizia d a solo: la civiltà non è sicuramente progredita. Chi si occupa di solidarietà senza far nulla perché le cose cambino è sostanzialmente un giustiziere sociale. Un paradosso anche duro ma da il senso al ragionamento. Questo non vuol dire che se vogliamo aiutare il mendicante non dobbiamo farlo ma una solidarietà finalmente giusta deve necessariamente passare attraverso interventi strutturati che non siano mero e becero assistenzialismo. Che è ben altra cosa rispetto alla solidarietà.
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Comunicazione istituzionale
Un anno di Mandato
I numeri della mia attività parlamentere
2012-2013
95% Presenze in Aula
la Direzione dei Servizi Sociali allo stato non può soddisfare in pieno la richiesta di aiuto complessivo per mancanza di risorse adeguate in ragione degli stanziamenti ridotti dovuti ai tagli dei trasferimenti di somme nazionali e regionali, ha ritenuto comunque necessario sostenere l’iniziativa con una direttiva. In pratica l’atto serve a sollecitare la definizione dell’istruttoria e l’erogazione di tutte le domande di sussidi economici destinando le relative somme sotto forma di buoni spesa per il Natale. L’iniziativa è indirizzata alle famiglie con redditi bassi e che rientrano nell’osservatorio anagrafico sulle povertà, attivato presso
Direzione Editoriale Michele Spena
Direttore responsabile Salvatore Mingoia
Collaborazioni:
Ivana Baiunco Marco Benanti Liliana Blanco Rita Cinardi Rino Del Sarto Alberto Di Vita Etico Fiorella Falci Giuseppe Alberto Falci Filippo Falcone Salvatore Falzone Annalisa Giunta Franco Infurna Lello Lombardo Salvo Milazzo Donatello Polizzi Lucilla Rovetto Alberto Sardo Giuseppe Taibi Giovanbattista Tona Michele Spena
Impaginazione Antonio Talluto
la direzione dei Servizi Sociali. I buoni spesa, avranno un valore di circa venti euro. Saranno assegnati per ogni componente del nucleo familiare, e consegnati alle famiglie dalle Parrocchie di appartenenza per territorio o da altro ufficio. I buoni, dovranno essere utilizzati esclusivamente per l’acquisto di generi alimentari e saranno spendibili presso i supermercati presenti nel capoluogo nisseno. Sempre che questi benedetti buoni arrivino a destinazione prima di Natale.
Distribuzione
Giuseppe Cucuzza
Redazione Viale della Regione, 6 Caltanissetta redazione@ilfattonisseno.it Tel/Fax: 0934 - 594864 pubblicità: 389/7876789 commerciale@ilfattonisseno.it
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Primo firmatario
3 Disegni di Legge 14 Interrogazioni Parlamentari 4 Interpellanze Parlamentari 1 Mozioni 2 Ordini del giorno
Confirmatario
36 Disegni di Legge 4 Interrogazioni Parlamentari 1 Interpellanze Parlamentari 10 Mozioni 7 Ordini del giorno
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Cariche assunte SEGRETARIO GRUPPO PARLAMENTARE UNIONE DI CENTRO - (UDC) dal 19-12-2012 al 24-09-2013 Componente Commissione I - Affari Istituzionali dal 22-05-2013 al 23-05-2013 Componente Commissione D’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia dal 23-05-2013 Vice Presidente Commissione D’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia dal 23-10-2013 Componente Commissione I - Affari Istituzionali
Gianluca Micciché
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Fatti contro la mafia
per non dimenticare
Storia & Cultura
Giuseppe
La Franca
e la mafia di campagna nell’era moderna Quell’anziano signore perbene che non sapeva spaventarsi dei boss
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l 4 settembre del 1997, come faceva spesso, Giuseppe La Franca si era messo alla guida della sua Fiat Uno e se ne era andato in campagna. Nella sua campagna.
di Giovanbattista Tona peva esprimere un uomo come lui. In paese era conosciuto da tutti perché aiutava i vecchi amici in difficoltà, mentre a quelli andati via da questo mondo portava fiori freschi al cimitero ogni settimana. Giu-
levano usare quelle terre come proprie o quando volevano solo impedirgli di fare quello che voleva, la sua risposta era secca ed era no. La terra era sua, come era sua la libertà e la dignità. Giuseppe La Franca si comportava così non perché voleva combattere la mafia e non perché voleva guadagnare i meriti dell’eroe. Si comportava così perché non capiva come ci si sarebbe potuti comportare diversamente e come si potesse avere paura di gente come i Vitale; gente che non poteva temere perché La Franca delle persone misurava il valore non il potere. E i Vitale per lui non valevano niente.
Una panoramica di Partinico. Sopra a inizio pagina l’Altare Astronomico o Calendario Solare di Monte Arcivocalotto, denominato u campanaru, nella Valle dello Jato.
Aveva lavorato in banca per tutta la vita in uno dei più prestigiosi sportelli di via Ruggero Settimo a Palermo, ma da quando era in pensione si dedicava alla sua vera passione. Aveva dei terreni tra Monreale e Partinico, il paese dove abitava, e li curava con la cura e l’attenzione di un vero contadino, con la meticolosa precisione di un contabile, con l’amore che sa-
seppe La Franca frequentava la valle dello Jato, a tutti nota come terra di mafia. Ma la terra sua, per La Franca, era sua e non poteva essere terra di mafia. Gli importava poco che il clan capeggiato da Leonardo Vitale pensasse invece di avere potere sulle sue proprietà e quindi tutte le volte che gli chiedevano soldi o favori, quando vo-
Nel 1997 c’erano già state tante stragi e si cercavano i mandanti occulti; gli esperti parlavano della nuova mafia, capace di allacciare rapporti con la politica, la finanza, la grande impresa. Sembrava davvero lontana l’immagine di quella mafia concentrata a controllare le campagne, descritta nei rapporti di Polizia degli anni “60. E invece La Franca aveva a che fare
con quella; una mafia dimenticata, data per morta, ma che non è morta mai. In contrada Cambuca, agro di Monreale, la strada sulla quale Giuseppe La Franca aveva parcheggiato la sua macchina, attraversa decine di chilometri di aperta campagna, oramai per larga parte disabitata. La zona la frequentavano in pochi: gli agricoltori appassionati come La Franca e i mafiosi. Gli esperti di mafia non c’erano. Quando il killer gli si avvicinò per parlargli, La Franca non ebbe alcun timore; sapeva come rispondere qualunque fosse stata la richiesta e non aveva nulla da temere. Ci sono tanti modi per dimostrare la propria vigliaccheria. Uno di questi è sparare in faccia a bruciapelo ad un uomo che sai che non si piegherà mai, che non ti sparerà mai e che comunque non avrà mai paura di te. I killer mafiosi sono dei vigliacchi e con La Franca dimostrarono ancora una volta di esserlo. La calibro 22 dei Vitale colpì Giuseppe La Franca una sola volta sotto l’occhio destro e fu letale; quell’uomo perbene cadde in avanti con le mani ancora in tasca e con la faccia a terra, la sua terra, non quella della mafia. Quando si diffuse la notizia a Palermo in tanti si ricordarono di una lontana parentela della vittima con un magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia. Come fanno quelli che si spiegano il mondo sulla base delle poche cose che sanno e senza interrogarsi su
quelle che non sanno, alcuni giornalisti cominciarono ad ipotizzare vendette trasversali. Ma se nelle campagne magari non ci saranno gli esperti di mafia, per fortuna però ci sono i piccoli ed oscuri investigatori che sanno bene quello che succede e che subito inquadrarono il
Giuseppe La Franca era un uomo che alla mafia non voleva riconoscere nessun potere delitto nella strenua opposizione della vittima ai fratelli Vitale che stavano cercando di acquistare tutti i terreni della zona a prezzi ridicoli e con l’intimidazione. Certo che la mafia di Partinico ce l’aveva con i magistrati. Ma in quel momento temeva di più un pensionato galantuomo appassionato di agricoltura. C’è chi non conosce il potere della mafia. La Franca era uno che invece alla mafia non voleva riconoscere nessun potere. Se ce ne fossero sempre tanti come lui, il potere della mafia, quello che conosciamo, non ci sarebbe più.
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Viale della Regione Fatti in Redazione
di Marco Benanti
Chiacchierata di fine anno con il sindaco Michele
Campisi
S
i avvicina Natale, sentiamo il profumo del panettone ma anche il bisogno di ritrovare la speranza. Caltanissetta, è avvinta dalla crisi, per parlarne, analizzare cause ed eventuali soluzioni e tracciare un bilancio, è venuto a trovarci in redazione il Sindaco Michele Campisi. L’occasione è consona al primo cittadino anche per valutare il quinquen-
Se avessi scelto Forza Italia e Berlusconi mi sarei dimesso da sindaco nio amministrativo concernente la sua gestione; ricordiamo che nella primavera 2014 si terranno le elezioni e Campisi ha manifestato la volontà di ricandidarsi. “Non ho preparato carte o documenti, voglio soltanto raccontare e raccontarmi”. Uno sguardo alla foto di Indro Montanelli che scruta discreto la redazione de Il Fatto Nisseno. “Voi siete i notai della città - dice Campisi grazie al lavoro di voi giornalisti nulla va perduto, tutto quello che si è fatto è raccolto e documentato”. L’incontro consente inoltre di dissipare ogni malevolo sussurro su un rapporto che da alcuni è stata definito non sempre idilliaco tra chi porta la fascia tricolore e questo giornale: non corrisponde al vero. “Siamo sull’orlo di un precipizio e vicini alla guerra civile, sono fortissimamente spaventato”. Così, braccia conserte e sguardo corrucciato, Campisi “accende” la nostra chiacchierata. “Mi rimprovero di essere stato poco comunicativo ma i problemi li so tutti, e lavoro a testa bassa per risolverli”. Signor Sindaco, nei quattro anni trascorsi, essendosi accorto di questa “carenza” poteva ovviare per risolvere la mancanza, adesso la invitiamo a non tirar fuori gli errori di comunicazione ma a…comunicare. Un dato è certo Campisi ha lavorato, ha messo mano a molti settori in crisi dell’amministrazione e della città. Non è una valutazione di merito ma una fotografia della realtà: ha operato o perlomeno ha tentato di farlo. Partiamo dagli ultimi accadimenti, quelli politici, per intenderci la sua scelta di aderire al nuovo Centro Destra di Alfano. “Le ragioni di una scelta”. “A Roma, ero indubbiamente affascinato dall’idea di Berlusconi, di chi
ti sostiene una campagna elettorale. Sono convinto che Grillo è solo un grande comunicatore, sta solo cavalcando il non Stato, che è ancora più grave. Quindi avere Berlusconi che è un altro grande comunicatore avrebbe messo alla pari gli indirizzi elettorali. Più facile quindi mirare verso il potere. Quel venerdì nella capitale, in un ristorantino con la mia famiglia chiesi loro un consiglio. Mio figlio Leandro disse: papà tu ci hai insegnato ad essere leale. C’erano anche le sirene di chi voleva farmi dividere o litigare con Alessandr Pagano. Le parole di mio figlio mi hanno rasserenato. Se avessi scelto Berlusconi, mi sarei dimesso da sindaco, e sarei ripartito da zero. Non posso saltare da un treno all’altro dimenticando come ci sono arrivato su quel treno, mollando tutto e tutti e seguendo il mero interesse personale. Non è questa la politica e non è questa la dignità di un uomo”. Capitolo a parte merita l’amicizia con Alessandro Pagano. L’amicizia non è un disvalore; questo punto è chiaro per Campisi che non esita a togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Alfano sì ma con Pagano. “Ho scelto Alfano, parlandone con l’amico Alessandro. Mi hanno detto,
di cultura, quando poco più in la, in via Signorino, le persone facevano i propri bisogni giù dalle finestre perché non c’erano le fognature. La città è ancora segmentata per strati. L’operaio, non verrà mai attratto da questa cerchia di persone che a modo loro fanno cultura, il panettiere lavorerà per fare laureare il figlio e basta. Tanta è la disaffezione che dal 1923 al 1990 circa, dopo Mulè Berto, non c’è un libro che parla di Caltanissetta. Ci siamo fatti scappare tutto. Solo azioni populiste come negli anni 80 per il distretto militare. Abbiamo perso l’università, eppure potreste addebitare a me questa cosa, ma io all’epoca non c’ero, non facevo politica. Ad Enna si sa, Crisafulli è stato bravo a fare politica, Enna ebbe 18 milioni di euro per la ricerca scientifica, il nisseno dovrebbe essere incavolato nero”. Campisi definisce Pagano un “animale politico”. “Alessandro Pagano o Rudy Maira, hanno capacità di vedere oltre. Non ho usato il termine fuoriclasse perché sarebbe stato di lecchinaggio. Tutto quello che ti dice si avvera, a lungo termine. Nella sovrintendenza, i lavori degli ultimi 15 anni arrivarono grazie alla programmazione di Pagano che era
raggio le partecipate che sono un mare. Siamo capaci di fare queste scelte? Io ho avuto il coraggio di fare l’avvocatura nel comune. 250 mila euro a fronte del milione e due di incarichi esterni come avveniva in passato. Io ho costruito per distruggere un sistema che deve cambiare”. Regione Sicilia, ossia Crocetta, affini e riforma delle province. “Capisco i problemi che ha trovato, ma sbaglia approccio. Identifica tutto con il sistema della mafiosità. Con la sua azione Crocetta non sta esportando ne la storia, ne la cultura, ne il prestigio che la Sicilia possiede. Altro che riforma, c’è un clima di confusione politica ed amministrativa e rivalità tra i territori. Stanno scatenando caos ed incertezza, i lavoratori delle province intanto sono demotivati e non rendono”. Non vuole far mancare un suo giudizio sulle esternazioni dell’assessore Marino“Io gli do piena ragione. È assurdo che dei privati impongano costi altissimi in termini di gestione ed ambientali per conferire i rifiuti nelle discariche. Le nostre autostrade sono attraversate ogni giorno da enormi container che trasportano i rifiuti da Messina a
assessore ai beni culturali. Oggi non arriva nulla, come mai? Se avesse un ruolo a livello nazionale, le cose girerebbero meglio”. Spending review, enti pubblici in crisi, economia passiva e recessione: un quadro desolante. “Negli anni ‘80 funzionava così, giravano molti soldi le cooperative infilavano persone, intanto entra poi si vede, dicevano. Oggi ne paghiamo lo scotto. Ho appena incontrato i precari del nostro comune, sono circa 40. Andrò a Palermo con la fascia a protestare, ma non è con le azioni populiste che si risolvono le questioni. La spending rewiew deve tagliare con co-
Catania, da Caltanissetta ad Agrigento e così via. È palese che ci sono dei forti interessi economici che favoriscono qualcuno. Inutile fare la differenziata se poi la spazzatura viene conferita tutta in discarica. È un sistema quello degli Ato che ho combattuto sin da subito, ma in questa battaglia venni lasciato solo”. Caltanissetta, punti dolenti, centro storico. “La crisi e la tassazione che stronca le aziende italiane non l’ho inventata io. Io ho ad esempio evitato l’aumento
Rischiando l’impopolarità, ho agito per distruggere un sistema che deve cambiare perché hai definito amico Alessandro? Non capisco perché l’amicizia sia diventata un disvalore, sto parlando di Riina, di Provenzano? Non so cosa i nisseni si aspettassero ancora da Alessandro. Ha fatto l’Ismet, ma nessuno glielo riconosce, ha trovato i 45 milioni e fatto i relativi bandi. Si ritrova ad avere una sentenza di condanna ed un indagine per un primario? Non entro nel merito della vicenda, ma abbiamo perso un grande primario, Morini. Quel medico ha salvato un sacco di vite, ma nessuno, aldilà della simpatia con Pagano, si è preoccupato che se ne stesse andando”. Nisseni forse ipercritici ma alcune notazioni sono evidenziate dal primo cittadino. Non lesina bacchettate, getta uno sguardo al passato forse meno idilliaco di come molti lo ricordano. “Noi nisseni siamo strani. Ci riempivamo la bocca con la piccola Atene degli anni 50. Ma perché ci prendiamo in giro? Un gruppo ristretto di intellettuali tra loro si incontravano e parlavano
delle aliquote locali bocciando quel mutuo da 16 milioni di euro che volevano accendere per pagare i debiti con l’Ato rifiuti. Abbiamo programmato, stiamo per riqualificare la provvidenza, con soldi che abbiamo recuperato. Altro che muri di blocchi”. Chiusura sotto l’albero di Natale. “Auguri ai nisseni, alle loro famiglie. Il momento è difficile ma non possiamo e non dobbiamo arrenderci. Cerchiamo tutti di ‘fare’, io ci provo con impegno e onestamente. Sicuramente ho commesso degli errori ma dormo tranquillo, la mia coscienza è pulita. Buon Natale e che l’Anno Nuovo sia finalmente….diverso”.
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Dicembre
Un anno di Fatti di Alberto Sardo
Duemilatredici
il calendario di fatti, personaggi, avvenimenti, notizie
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l Duemilatredici si chiude con il dibattimento in corso all’aula bunker di via Messina per il “Borsellino quater”. Sono tanti i corsi e i ricorsi di avvenimenti, personaggi e notizie in questo anno. Politica, 2 gennaio, scontro tra Lillo Speziale e Daniela Cardinale che presenta denuncia. 4 gennaio, dopo catena impressionante di furti in appartamento si scopre il “chiavistello bulgaro”. 6 gennaio, il sindaco Michele Campisi al terzultimo posto per popolarità. 9 gennaio il “restitution day”, Giancarlo Cancelleri sventola l’assegno con cui M5S restituisce 70% indennità. 10 gennaio, va via Paolo Cantaro, all’Asp2 arriva commissario Vittorio Virgilio: a fine anno non supererà la selezione per diventare manager. 15 gennaio, il Comune pubblica il concorso per 44 posti, una stabilizzazione che il TAR a dicembre. boccia 16 gennaio, i magistrati contestano Governo. Il Presidente Anm Giovanbattista Tona protesta per tagli organico, il 9 dicembre sciopero di 9 giorni degli avvocati per motivi simili. All’anno giudiziario, il PG Roberto Scarpinato: “invece di darci le risorse, vengono ridotte, come può il cittadino sentirsi garantito dalla Giustizia?”. Palazzo di Giustizia sconto di pena in Appello per l’imprenditore Pietro Di Vincenzo. 1 febbraio, Beppe Grillo a Caltanissetta con lo Tsunami Tour. 4 febbraio, il presidente della Regione Rosario Crocetta revoca le autorizzazioni agli americani per il Muos di Niscemi. Sei mesi dopo Crocetta “amareggiato” da il via libera al Muos. 8 febbraio il Procuratore Generale Roberto Scarpinato nominato PG a Palermo. 11 febbraio, “L’ora del mondo è grave”, il Vescovo Mario Russotto sulle dimissioni di Papa Benedetto XVI. 14 febbraio San Valentino, “One bilion rising”, flash mob contro violenza sulle donne. 26 febbraio risultati del voto, il 40% preferenze nel capoluogo va al Movimento 5 Stelle. Eletti Daniela Cardinale (PD), Azzurra Cancelleri (sorella) e Alessandro Pagano. Non ce la fanno Rudi Maira, Tonino Gagliano,
signor Russotto. Presidente Senato Pietro Grasso come vedova Schifani “mafiosi anche qui dentro”. Nasce Cisl Agrigento Caltanissetta, Enna, Emanuele Gallo nuovo segretario. 27 marzo scandalo formazione professionale 43 enti a rischio accreditamento. “Prostitute in Parlamento”, Franco Battiato e “l’animale che si porta dentro” liquidati. “No-Muos” diecimila a Niscemi. Mafia, 2 aprile, allarme attentato, magistrati nisseni e palermitani minacciati da Messina Denaro. A dicembre minacce di Totò Riina. 10 aprile neoplasie nel Vallone, “troppi tumori”, miniera Bosco, ecomafie, rifiuti radioattivi, 4 mila tumori maligni in due anni. A Caltanissetta, il Procuratore Lari indaga su Via D’Amelio e si imbatte su Capaci. 16 aprile scatta l’operazione “Stragi”, arresti eccellenti nella mafia, il vero esplosivo era tritolo ricavato da bombe della guerra mondiale consegnate da pescatori. “Riina, boss mai con i servizi segreti”. 4 maggio, mafia, Caltanissetta, boss Giancarlo Giugno, va al 41-bis, mesi prima era libero. 7 maggio Marzia Giustolisi è il capo della Squadra Mobile di Caltanissetta. Politica, 9 maggio, vicepresidente Ars, Venturino espulso. 16 maggio, cronaca, “nuovo mandamento”, catturato il boss latitante Cosimo Di Forte, sconterà ergastolo. 24 maggio commissione regionale antimafia, il deputato Gianluca Miccichè vicepresidente. 2 Giugno, Festa della Repubblica, il Prefetto Carmine Valente dice “Conoscere per deliberare”
consiglieri Cantiere Popolare, Middione, Territo, Rinaldi. Economia, 5 luglio, Irsap apre sede regionale di Caltanissetta. 5 agosto bomba artigianale davanti l’abitazione del presidente Alfonso Cicero. 5 Agosto Chiara Cumella viene operata negli States: “Grazie Caltanissetta, operazione riuscita”, enorme solidarietà. 6 Agosto rivive il Redentore grazie ai comitati di quartiere. Ferragosto autobus fermi, Scat contro Comune, poi il 2 dicembre, Comune e Scat siedono al tavolo. Ferragosto, infortunio in bici per il sindaco Campisi. 22 agosto il colonnello Zuliani lascia comando Ca-
Il diario di un anno carico di corsi e ricorsi. Tanti avvenimenti accadono all’inizio, si intrecciano con diversi personaggi, e si concludono con un esito inaspettato in questo fine anno. Speziale. Cronaca, omicidio Pierantonio Sandri. La Squadra Mobile dedica a Ninetta Burgio l’arresto di Vincenzo Pisano, quarto assassino del diciannovenne torturato. 4 marzo, “modello Sicilia”, Crocetta e Cancelleri aboliscono le province. Cronaca, 8 marzo, devastante incendio distrugge una concessionaria di camper in viale Regina Margherita. 9 marzo prime condanne per via D’Amelio, Procuratore Sergio Lari: “regge nostro impianto”. 14 marzo la Chiesa nissena “Esulta di gioia, Francesco è il Papa del Vangelo”, dice Mon-
come Einaudi. 9 giugno, Cefpas, Angelo Lomaglio nuovo “Direttore del centro”. 11 giugno, in città Monsignor Mariano Crociata, presidente CEI a Casa Famiglia Rosetta. 27 giugno, Ugo Gregoretti al Kalat Nissa Film Festival. 8 luglio, Papa Francesco a Lampedusa. Politica, il 24 luglio il consiglio comunale boccia bilancio consuntivo del Comune di Caltanissetta. Quartieri, 26 luglio, l’assessore Andrea Milazzo si confronta su progetto “Provvidenza” da tre milioni di euro, ambientalisti contestano. 29 luglio, politica, Rudi Maira espelle tre
rabinieri arriva Colonnello Angelo De Quarto. 4 settembre l’Ato CL1 va finalmente in pensione, 1 ottobre commissario Enrico Vella per SRR. 10 settembre, memorabile: si dimette il sindaco di San Cataldo Franco Raimondi, scelta eclatante. Sport, 15 settembre Jean Todt a Caltanissetta per Coppa Nissena. A fine settembre i dieci anni del Vescovo Russotto a Caltanissetta. 23 settembre il PD esce dal governo Crocetta, ma a ottobre vota contro sfiducia del M5S. Lavori pubblici, 24 settembre inaugurato il parcheggio via Medaglie
d’Oro. 25 settembre, “legge Cancelleri” governance Irsap, nuovo presidente sarà imprenditore. 14 ottobre disboscamento del Parco Dubini, area vincolata, partono denunce. Cronaca 15 ottobre lettera di minacce al Prefetto Carmine Valente. 21 ottobre, a Caltanissetta il C omitato Naz i on a l e per l’ordine pubblico e la sicurezza, presieduto dal Ministro dell’Interno Angelino Alfano, partecipa Antonello Montante. Sostegno a magistrati antimafia. Cronaca, 16 ottobre, 24 delle 300 vittime di Lampedusa sepolte a Caltanissetta. 27 ottobre Caltanissetta ultima in “ecosistema urbano”. 1 novembre profanazione del cimitero di San Cataldo per Halloween, la Polizia dopo una settimana denuncia sette minori. Novembre, caso Irsap, Cancelleri: “Io licenziato da Lo Cascio”. 4 novembre il Comune: “Antenna Rai acquistata. Museo della Radio e parco urbano”. 15 novembre, vicepresidente CSM, Michele Vietti alla Camera di commercio. 15 novembre, dopo dimissioni Raimondi, si insedia il commissario a San Cataldo, il Vice Prefetto Licia Messina. 17 novembre Alessandro Pagano nel Nuovo Centro Destra con Alfano, il sindaco Campisi. 7 dicembre Oscar Aiello e Rudi Maira in Forza Italia. 19 novembre consiglio comunale abolisce quarta rata Tarsu, aumenta aliquota Imu prima casa 0,20%, non si pagherà? 28 novembre, l’ex assessore Michele Giarratana è il primo candidato sindaco con “Caltanissetta Prot a gonista”. 8 dicembre Matteo Renzi vince le primarie PD a Caltanissetta. Crisi, 10 dicembre Movimento dei Forconi in sciopero con Giuseppe Scarlata.
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Politica & riflessioni
di Giuseppe Alberto Falci
Il 2013 della politica
“Di tutto di più”
Arriva anche la consacrazione di Matteo Renzi
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uori dal Palazzo la protesta sale, dentro il Palazzo le «larghe intese» si rafforzano. Fuori dal Palazzo Silvio Berlusconi, decaduto da senatore a causa della legge Severino, farà compagnia all’ex comico Beppe Grillo. Dentro il Palazzo Matteo Renzi, neo segretario del Pd, si recherà sempre più spesso per parlare con il gruppo parlamentare dei democrat. Si conclude l’ennesimo anno di politica italiana. L’anno dell’exploit del Movimento Cinque Stelle. L’anno della rielezione di Giorgio Napolitano – per la prima volta nella storia della Repubblica un presidente in carica è stato rieletto. L’anno dei 101 parlamentari del Pd che hanno voltato le spalle senza pudore a Romano Prodi, spalancando le porte alle «larghe intese». L’anno della decadenza di Silvio Berlusconi. L’anno della «gioiosa macchina da birra» di Pier Luigi Bersani. L’anno del segretario «traghettatore» Guglielmo Epifani. L’anno del ritorno di Forza Italia. Insomma un anno intenso. Un anno che ci ricorderemo, certamente, per le prodezze di Angelino Alfano. Il quale, un giorno, da Ministro dell’Interno e vice Premier in carica, ha posto le con-
dizioni al Cavaliere di Arcore: «Io sostengo il governo di Enrico. Non sono irresponsabile, e non lego le sorti del governo alla tua decadenza. E soprattutto non farò la fine di Gianfranco Fini». Per una volta “Silvio” è costretto ad inseguire la sua creatura, quella che un tempo chiamava il «del-
fino», e a porre la fiducia al governo di Enrico Letta. Ma la decadenza, quel «colpo di Stato» - ama dire Berlusconi - che ha confinato a Palazzo Grazioli il leader del centrodestra, segna
il rapporto con Angelino. «Non ci parlo dal giorno della decadenza», continua a ripete Alfano ai cronisti che lo avvicinano. Ha preso coraggio il politico «senza quid». Al punto che, durante la kermesse del Nuovo Centrodestra agli Studios di Roma, l’ha buttata lì: «Sulla giustizia siamo per una riforma che in primo luogo aggiusti il fatto che il nostro è l’unico
paese in cui rischi di finire in carcere da presunto innocente senza una condanna o un processo, per poi es-
sere assolto. O il contrario, di essere condannato in via definitiva e non scontare la pena». Si riferisce anche a Silvio Berlusconi? Non è dato sapere. Ma fra i partecipanti si è levato un grosso e grasso applauso. Ma tant’è. I fatti stanno dando ragione all’agrigentino. Più di mille amministratori, da Milano a Palermo, sono dalla sua parte. Il gruppo parlamentare del “Nuovo Centrodestra” cresce. E, come rivelano al cronista in Transatlantico, «continuerà a crescere». Sussurrano fonti accreditate che il vicepremier abbia stipulato un patto di ferro con Letta e Napolitano. Un patto che allontana le urne al 2015. Altrimenti Napolitano, il capo dello Stato eletto per la seconda volta, ne trarrebbe le conseguenze dimettendosi. Del resto, confermano i bollettini dei partiti di maggioranza, non avrebbe senso tornare a votare con l’attuale legge elettorale, che i giudici della Consulta hanno definito incostituzionale ad inizio dicembre. Si attendono le motivazioni, ma i giudici avrebbero «accolto» il ricorso del nipote del liberale Aldo Bozzi, che si chiama anche lui, Aldo, ma di mestiere fa l’avvocato, e che dal 2008 presenta ricorsi su ricorsi al Tribunale di Milano, al Tar del Lazio, al Consiglio di Stato,
ed infine in Cassazione. Arrivando a spendere «per una porcata come il Porcellum diecimila euro». Ma non è finita. Precisano gli europeisti convinti, non avrebbe senso tornare a votare nell’anno del semestre europeo a presidenza italiana. Enrico Letta lavora in quella direzione da mesi, e avrebbe rintuzzato il ciclone Matteo Renzi. Il neo segretario di Largo del Nazareno scalpita, avrebbe voluto le urne in primavera, ma deve attendere. Attendere il 2015. E soprattutto preparare le amministrative della prossima primavera, e le europee di fine maggio. Due test importanti, che l’ex rottamatore non potrà fallire. Altrimenti rischierebbe le fine dei predenti segretari: Veltroni e Bersani su tutti. I sondaggi dell’ultima settimana attesterebbero i democrat al 30%. Ma uno scontro fra la coalizione di centrosinistra e quella di centrodestra, al momento, darebbe un pareggio, come nel febbraio scorso. Oltretutto, il primo cittadino di Firenze dovrà vedersela con Berlusconi e Grillo. Sotto traccia l’ex premier e il comico cavalcano le proteste dei forconi. Proteste che fioccano in tutto lo stivale, allontanano il Palazzo dal cosiddetto “mondo reale”, e potrebbero spingere gli elettori italiani a disertare le urne, o a sostenere i partiti antieuropeisti dell’arco costituzionale italiano: Forza Italia, e il Movimento Cinque Stelle. Ma lo scenario è fluido. Cambia giorno dopo giorno. E allora meglio augurare buon Natale e buon anno ai lettori de il Fatto Nisseno. Twitter: @GiuseppeFalci
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IL SONDAGGIO
Giù dalla torre: “promossi e bocciati” Sabato 23 novembre sul nostro sito abbiamo lanciato un sondaggio, chiedendo ai nostri lettori di “salvare” per l’attività svolta a Palazzo del Carmine, ossia di non scaraventare giù dalla torre, uno dei consiglieri comunali. Il sondaggio è stato chiuso lunedì 9 dicembre. Il primo dato rilevante è il numero dei voti: 3162, cifra davvero ragguardevole. Un calcolo approssimativo indica che nei 18 giorni in cui il sondaggio è rimasto on-line, hanno votato quotidianamente, oltre 175 persone. Una partecipazione massiccia che ha reso rilevante il sondaggio e iniziato a offrire dei dati, assolutamente indicativi, in vista delle prossime consultazio-
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Viale della Regione
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stato salvato dai nisseni: il consigliere Oscar Aiello, non sarà buttato giù dalla torre. Lealista, fedele al suo mito Silvio Berlusconi, è rimasto in Forza Italia e lo si può definire un self made man: appena diplomato ha iniziato a lavorare in McDonald’s Italia dove adesso è manager ma contemporaneamente si è iscritto a Giurisprudenza, conseguendo la laurea. La sensazione di essere arrivato primo nel nostro sondaggio. “Sapevo che era un gioco ma l’ho affrontato seriamente. Ipotizzava che in un civico consesso con tanti politici di lungo corso, fossi condannato a non vincere. Invece ho ribaltato i pronostici. Non nascondo che ho invitato gli amici a sostenermi, in-
ni elettorali amministrative, previste per la primavera del 2014. I risultati concernenti ciascun consigliere possono essere visionati sul nostro sito. E’ stato salvato Oscar Aiello con 541 voti (17%), il consigliere lealista, rimasto fedele a “Pdl-Forza Italia”. Altro dato che salta subito all’occhio è che ben 515 preferenze (16%) sono andate a “Nessuno”. Non si cada nell’errore di credere che con “Nessuno” si faccia riferimento alla mitica risposta che Ulisse diede a Polifemo; in realtà era un’opzione offerta ai votanti che non avessero voluto salvare nessun consigliere. Da questa risposta si evince la chiara intenzione dei partecipanti all’iniziativa referendaria di rendere palese la bocciatura del civico consesso: “Nes-
suno”…sarebbe da salvare. Terzo posto a Sergio Averna con 323 voti (10%) anch’egli del “Pdl-Forza Italia”. Prima delle donne, Leyla Montagnino (PD) con 113 voti (4%). In fondo alla classifica con appena 9 voti, Sergio Speciale (PD). Penultimo posto per Carlo Giarratano, vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, inserito nel sondaggio giacché inizialmente eletto come consigliere e poi transitato in Giunta; per lui 13 voti. Abbiamo ospitato in redazione Oscar Aiello, vincitore del sondaggio, per commentare i risultati delle votazioni”online”, dei commenti dietro le quinte che ha suscitato e per tentare di fare il punto sulla situazione politica a Caltanissetta, enigmatica e nebbiosa come non mai.
Al seguente link trovi i risultati del sondaggio: h t t p : / / w w w. i l f a t t o n i s s e n o . it/2013/11/il-sodaggio-il-giocodella-torre-a-palazzo-del-carminesalva-il-consigliere-comunale-perlattivita-svolta/
Fatti in Redazione
Aiello è un predestinato della politica, ci racconta come da piccolo fosse rimasto folgorato dai politici e dai loro modi di fare. “Quando ero ragazzino, era il 1993, mio padre e mio zio erano nel PLI e in uno spiazzo dei miei genitori atterrava l’elicottero dell’Onorevole Stefano De Luca, allora Sottosegretario del PLI al Ministero delle Finanze. De Luca poi transitò a Forza Italia, ci svelò in anticipo la discesa in campo di Berlusconi. Nel 1994 già ero in giro ad attaccare manifesti per le elezioni europee”. L’amministrazione Campisi. “Il sindaco ha lavorato per questa città. Ha risanato i conti, seminato per il futuro. Chi arriverà nel maggio del 2014 troverà una situazione apprez-
“Strano che Ilario Falzone, capogruppo di FI, sia andato alla convention di Alfano” Berlusconi, un leader unico. Il suo errore è stato avere dato il partito ad Alfano che come dimostrano i sondaggi ne ha fatto precipitare il
Oscar Aiello: “Addio Pagano”
Fine di un amore viando loro sms ma l’hanno fatto anche agli altri. Anche forze politiche avverse che avrebbero voluto far vincere Nessuno, sono rimaste delu-
zabile, notevolmente migliore di quella che ha ereditato Campisi. Al primo cittadino posso solo rimproverare grandi errori nella comuni-
Da sinistra Michele Campisi, Alessandro Pagano e Angelino Alfano
se, in passato hanno espresso deputati e senatori con 40 voti on line ma in questo caso hanno fatto cilecca”. Folgorato sulla via di Damasco.
cazione che hanno in parte inficiato il giudizio generale sul suo operato”. Fedeltà a Silvio, ora e per sempre. “Ho subito deciso di rimanere con
gradimento dal 27 all’11%. Chi ha abbandonato la nave per me ha fatto la figura di Schettino”. Alessandro Pagano. “E’ stato un dolore separarsi ma l’ha deciso lui. Lui ha lasciato FI. Ricordo quando ci ha convocato nel suo studio il 17 novembre; ero con Rino Bellavia, Gianluca Nicosia, Ilario Falzone e Michele Alù. Lui ci ha spiegato le ragioni della scelta, con convinzione e chiaramente. Tutti annuivano, anche se dai loro sguardi mi sembravano smarriti. Tutti decidono di restare con lui ossia di passare a NCD con Alfano. Io lo chiamo in privato dopo la riunione e gli comunico che in cuor mio avevo già deciso di rimanere con Silvio, senza dubbio. L’indomani mi chiama Ilario Falzone e mi dice che ci ha ripensato e che anche lui vuole rimanere in FI. Alessandro è il mio maestro e lui mi ha riconosciuto come allievo, gli sono grato. Le nostre strade si sono divise”. La Falzoneide e FI a Palazzo del Carmine. “Merita un capitolo a parte la vicenda relativa al gruppo
FI di nuova creazione a Palazzo del Carmine al quale abbiamo aderito io, Sergio Averna e Ilario Falzone. Il 18 novembre facciamo un comunicato, chiedo permesso al Nazionale e chiedo di cambiare denominazione al gruppo. Prendo contatti, mi aggancio a Roma e sono convocato per la conferenza nella Capitale il 30 novembre. Gli altri due consiglieri hanno visto che facevo sul serio e forse questa mia attività non gli è andata a genio. Premetto che li informavo tramite e-mail, e tutto agli atti, di ogni iniziativa che peraltro rispettava le direttive, impartitemi da Roma. Venerdì 6 dicembre, il giorno prima della conferenza stampa di presentazione del nuovo gruppo fissata in un noto
albergo cittadino, Falzone e Averna mi convocano perché decidono di cambiare capogruppo e viene eletto Falzone: è stata una loro ripicca. Per la cronaca sabato 8 dicembre mentre si svolgeva la nostra conferenza, Falzone era a Roma alla convention di Angelino Alfano”. Ricandidature varie ed eventuali. “A questo punto è ovvio che Campisi, cha ha già deciso di ricandidarsi non può farlo con FI. Mi sembra un po’ prematura la scelta di Michele Giarratana. Oggi ci vuole coraggio a correre per la fascia tricolore. Per quanto riguarda la mia eventuale scelta di ricandidarmi come consigliere, prima mi confronterò con i miei amici e poi comunque rimarrò conforme alle indicazioni del partito”.
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di Rino del Sarto
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Inusuale, atipico, spirituale: un viaggio dialettico compiuto verso l’Altissimo. La prospettiva di una fede critica: da Dio alla religione, dalla Cabala alla politica.
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io. (E già ho commesso il primo peccato, nominarlo invano). Esiste Dio? E soprattutto, la sua esistenza o meno, la sua ricerca, può essere fatta oggetto di una notizia su un giornale locale e gratuito? (Ed ecco il secondo peccato, trascinarlo per interesse in mezzo a cose risibili, terrene e mercantili). Ma la risposta è affermativa. Non foss’altro che per fare un torto a chi dal mondo vuole estrometterlo. (Terzo peccato allora, anzi un grappoli di peccati). Esistono davvero infatti i nemici di Dio, il demonio? Anche a questo proverò a rispondere, cercando insieme al tempio perduto almeno di non offendere chi ha fede, visto che Lui l’ho già offeso fin dalla prima parola. Ed è appunto per questo che contravvenendo a una regola non scritta del giornalismo parlo in prima persona, per non sottrarmi alla responsabilità di quello che avrò scritto e per aprirmi completamente al rischio dell’errore
era smarrita”. E tutti in un modo o in un altro, giusto o sbagliato che sia, troviamo o decidiamo di seguire una strada: la fede, l’assistenza psicologica, un guru, un’organizzazione di cui seguire i precetti tipo Scientology, il comune buon senso, il denaro (“In God we trust”, noi crediamo in Dio, c’è scritto sui dollari USA), valori universali tanto laici quanto religiosi, regole ad uso mondo e tanto altro ancora. La mia, di strada, mi sento di definirla una fede
così come al contatto con l’Altissimo. Tutti noi umani abbiamo un punto di rottura nella vita, come quello mirabilmente raccontato da Dante Alighieri nella Divina Commedia: “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che la diritta via
critica, cominciata con una visita del tutto casuale e dettata da curiosità al santuario della Madonna di Fatima (e seguita da quelle volontarie ai santuari Mariani di Pompei e Loreto). E proprio perché fede critica, e quindi autocritica, non mi sento di affermare,
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Alla ricerca
del tempio perduto
anche se non nego di averlo pensato, di essere stato chiamato. Chi sono io infatti per essere chiamato al cospetto di Dio dal suo primo tramite, la Madonna? Critica ma senza ragione perché né prima né dopo ho mai frequentato con regolarità le funzioni cristiane. Critica senza ragione perché sono stato sempre dibattuto tra il
seguire il mio libero arbitrio più che adeguarmi alla comodità della fede in Dio o peggio in qualche suo surrogato. Questo finché non mi sono imbattuto nel grande libro della Cabala. Che cos’è la Cabala? Essa è un sistema di pensiero esoterico, mistico e teosofico fondato sui sacri libri ebraici. Nata con la stessa coscienza religiosa del popolo eletto – e da molto considerata come la parte esoterica degli insegnamenti ricevuti da Mosé sul monte Sinai – ebbe il suo massimo sviluppo nel medioevo. In estrema sintesi la Cabala è una guida per la ricerca Dio incentrata sulla congruenza tra intuizione, cioè libero arbitrio, e tradizione, intesa come parola di Dio tramandata attraverso i sacri testi, la Bibbia anzitutto. Ne discende quindi che la migliore tradizione religiosa ebraica, la più antica del Mediterraneo e del Medio-Oriente, pur distaccandosi da un approccio razionale alla religione non sminuisce l’intelletto umano ma anzi ne fa mezzo di cono-
Che cos’ è la Cabala? Un sistema di pensiero esoterico, mistico e teofisico fondato sui sacri libri ebraici scenza dell’Ineffabile, di Dio, nella misura in cui le sue fughe in avanti siano congruenti con la tradizione. Si potrebbe obiettare, anche molto grossolanamente, che il Dio degli ebrei non è quello dei cristiani. E che sugli israeliti grava comunque la colpa di avere contribuito alla condanna e alla morte del Cristo. Certo è missione improba, nel desiderio del dialogo che tenda a riunificare valori e religioni, tentare oggi di far riconosce loro che egli fu il Messìa. Ma proprio questa parola – Messiah – è tenuta in grande considerazione nella tradizione ebraica, ha una sua letteratura e ancora oggi viene utilizzata anche in ambiti tutt’altro che religiosi (come ad esempio la moda, il cinema o l’economia) mai a sproposito. Un buon punto di partenza per un dialogo interreligioso. Risolte per così dire le questioni di carattere personale il ragionare e vivere cabalistico mi ha portato ad esplorare il
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La crisi economica attuale ha reso anacronistica la forma “partito-stato-chiesa”, intesa come entità che propugna un pensiero unico
Tutte le confessioni religiose, anche molto osservanti, si stanno affidando alle donne e hanno avviato, sottotraccia, il dialogo
rapporto tra scienza e religione. E poi quello tra religione e politica ed economia. Il primo ad interessarsene in ordine di tempo è stato Papa Ratzinger, che però si è arreso, si è addirittura dimesso. Egli forse, nel condivisibile sforzo anche fisico di instaurare un dialogo tra le religione e aggredire il razionalismo relativista imperante, ha commesso l’errore, da fine intellettuale qual è, di opporgli altrettanta razionalità. Probabilmente serviva di più la corporalità sanguigna, imitazio-
ne dello stesso Cristo, dei Papi che lo hanno preceduto e seguito: Giovanni Paolo II e Francesco. Che poi, a ben vedere, il tarlo del relativismo sta proprio dentro alla Teoria della Relatività. Poiché se tutto fosse relativo non ci sarebbe nulla da cui relativizzare. Infatti per sua stessa ammissione la principale preoccupazione di Einstein, senza dubbio la mente più brillante del 900, erano i pensieri di Dio. Quanto al rapporto tra religione e politica invece, sembra che la crisi economica attuale, che è anzitutto di sistema e di valori, ha reso anacronistica la forma “partito-statochiesa”, intesa come entità che propugna un pensiero unico e che aspira a governare tutto, non solo la cosa pubblica. Di tal che l’alternativa non è più destra o sinistra, oppure laicità/religiosità in politica, ma tra Cabala e Scientology, intendendo con il nome della nota organizzazione americana tutti quelle che propugnando una logica paternalistica e mercantile secondo cui tutto e tutti hanno un prezzo escludono Dio dal mondo. Mentre all’interno di un sistema cabalistico, che tende quindi alla ricerca del divino, possono benissimo coesistere riformismo e conservazione. Un esempio di questa affermazione può essere la Repubblica Islamica dell’Iran, dove il neo-presidente Hassan Rouhani è un deciso riformista, ma è allo stesso tempo un religioso, quello che da noi potrebbe essere un cardinale, e non faccio fatica a ritenere che nella sua opera di riforma egli sia ispirato da Allah. Altrimenti come sarebbe riuscito in meno di sei mesi dalla sua elezione a rivoluzionare in positivo l’immagine del proprio paese nel mondo? da qui al dialogo tra cristiani e musul-
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mani il passo è breve, anche se esso è per certi versi agile, dato che i musulmani riconoscono in Cristo un profeta. E per antiche tradizione le chiavi della Basilica della Natività in Gerusalemme sono custodite da una famiglia palestinese. Così come alla messa di Natale, proprio in questo luogo, era sempre presente Yasser Arafat, capo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, che di recente si è scoperto fu avvelenato con il Polonio. Più complessi invece i rapporti tra islamici ed ebrei. Sebbene loro abbiano da sempre, prima e dopo la predicazione di Maometto, parecchi punti in comune culturali, linguistici e religiosi in comuni. E uno di questi è proprio il libro della Cabala, che non nega e anzi si onora di antiche influenze persiane addirittura pre-maomettane. No credo di far torto a nessuno sostenendo che anche in questo caso si tratta dello stesso Dio. Fu proprio lui, a mio modestissimo e rispettoso parere, a ispirare Maometto per portare la sua parola tra quelle genti
a Dio. E questo non accadde certo per fare un torto agli ebrei, sarebbe, ed è, riduttivo e offensivo pensarlo, per Dio e per il suo amabile Profeta. In realtà quello del dialogo interreligioso e del ritorno a valori comuni che da sempre esistono è una notizia, è un fatto globale. Esso come un timido e ancor piccolissimo fiore è sbocciato proprio quest’anno, sull’onda di quel cambiamento epocale che i tanto bistrattati Maya aveva preconizzato e che si sta avverando. E trattandosi di
alla preghiere come le suore cristiane, ad aver avviato sottotraccia il dialogo. Donne erano e sono infatti quelle stavano dietro la primavera araba, una donna è stata nominata portavoce del presidente iraniano, un’altra dell’Autorità Palestinese. E una donna è delegata in Israele alle trattative di pace con i palestinesi, la fascinosa quanto intelligentissima Tzipi Livni. Senza dimenticare le ebree ortodosse Woman of The Wall che si sono conquistate il diritto di pregare presso il Muro del Pianto dove
A sinistra, Tzipi Livni, delegata in Israele alle trattative di pace con i palestinesi. Sopra le ebree ortodosse Woman of The Wall
della penisola Arabica che ancor non la conoscevano. E concluso che ebbe la sua opera lo richiamò alla casa del Padre, a Gerusalemme, nella spianata del Tempio, da dove il Profeta ascese
un fiore, oltre che a uomini di fede illuminati, non può che essere affidato alle donne. Sono loro infatti, di tutte le confessioni religiose, anche molto osservanti, se non anche votate a Dio e
da secoli non erano ammesse da sole. E siamo così tornati alla casa del Padre, almeno quello delle religioni monoteiste euro-mediterranee e medio-orientali, a Gerusalemme, nella speranza che essa possa essere presto dichiarata capitale del mondo. E dove ognuno possa giungere in pace, spinto magari dalla propria crisi interiore, dall’esercizio della fede o da semplice curiosità e riconciliarsi con sé stesso e con l’Altissimo.
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Amministrative
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Fatti & candidati Pronti, partenza…via. In vista delle elezioni amministrative della primavera del 2014 per il rinnovo del consiglio comunale e l’elezione del nuovo sindaco a Caltanissetta, la campagna elettorale ha avuto inizio. Ufficialmente il primo a rompere gli indugi, certificando la sua candidatura a primo cittadino con “Caltanissetta Protagonista”, è stato l’ingegnere
Michele Giarratana, con rilevanti trascorsi in precedenti amministrazioni, nella convention tenutasi al teatro Bauffremont il primo dicembre. Nostra intenzione, anche nei prossimi numeri del mensile, è far conoscere ai nisseni i concorrenti alla fascia tricolore e i loro programmi.
L’ingegnere chiarisce i motivi della sua scesa in campo e anticipa alcuni punti del suo programma elettorale
Il candidato in pillole Michele Giarratana è nato a Caltanissetta il 20 ottobre del 1963, figlio di Giuseppe, meccanico ora in pensione e Carmela, casalinga.
di Michele Spena
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ichele Giarratana irrompe per primo sulla scena delle prossime elezioni amministrative con sei mesi di anticipo sulla data del voto; e lo fa in modo clamoroso e innovativo riempiendo in una fredda e piovosa domenica di dicembre l’intero teatro Bauffremont. Scopriamo le carte in mano all’ingegnere. Il Comitato di Caltanissetta Protagonista in una sera di tregenda di fine novembre è piano di gente; ragazzi simpatici, di spirito, pronti alla battuta ma tremendamente seri quando si parla della convetion organizzata per la domenica successiva. Si giocano non poco loro ed il loro leader sfidati da chi scrivere sulla pagina web del giornale a riempire niente di meno che il Teatro Bauffremont. Un banco di prova più che probante. Il lancio della candidatura di Michele Giarratana è una di quelle scommesse della vita che se perdi ti segnerà per sempre e ti delegherà alla marginalità politica della città. Ma quella sera questi pazzi ridevano e scherzavano convinti che sarebbe stato un suc- cesso. Eppure non c’era traccia di alcool. Quello che poi è successo domenica è sulle cronache di tutti i giornali: traffico impazzito, gente che non è riuscita a parcheggiare ed è tornata a casa, ressa agli ingressi, manco fosse in visione gratuita “Sole a catinelle” di Checco Zalone, peraltro diventato i nvo l ont a riamente metro di paragone di presenze! Tutti a sentire Michele Giarratana, Nisseno nell’anima, come recita il suo slogan; tanti, anche i nemici giurati o semplici curiosi, ad ascoltare l’ingegnere che da qualche anno ha mandato a quel paese partiti e amici politici e ha deciso di puntare a Palazzo del Carmine senza dare retta a nessuno. La convetion non certo convenzionale ha sorpreso i presenti per la sua gradevolezza.
E’ stato perfino presentato un inno che ora rischia di diventare un tormentone. Il taglio politico è stato chiaro ed efficace e Michele Giarratana non ha mancato di toccare le corde giuste ai presenti bilanciando fendenti all’attuale amministrazione e linee programmatiche peraltro chiare. Il successo della presentazione se da un lato ha entusiasmato i sostenitori
Ti accusano molti di essere il vecchio visto che eri assessore con Mancuso già venti anni addietro. “Verissimo e orgoglioso di esserlo stato,anzi non vedrò l’ora in piena campagna elettorale di ricordare io e quell’amministrazione facemmo per Caltanissetta. Adesso che facciamo? Ce lo scordiamo per compiacere qualche grillino affamato di vendette o qualche altro velleitario e autorefe-
“nisseno nell’anima” come indica lo slogan. Occorre qualcuno che gestisca l’azienda Comune, che sappia subito dove mettere le mani, che abbia un’esperienza ferrata nell’amministrare o dirigere un’azienda, che non abbia paura di prendere decisioni anche forti e che possa assumersi precise responsabilità. Io credo di averne i titoli e non solo di carattere politico.” Idee chiare ed organizzazione, ma ba-
Giarratana. Il candidato sindaco di “Caltanissetta Protagonista”
Nisseno nell’animo Sindaco nei sogni
dall’altro ha creato qualche prurito ai i suoi competitors che fino a quel momento pensavano di aver a che fare con la solita lista civica a caccia del consigliere. La standing ovation finale ha sancito un successo ma anche una candidatura a questo punto più che autorevole per Palazzo del Carmine. “Questo è un progetto che nasce da lon-
tano- esordisce Michele Giarratana; è frutto di pianificazione e sacrifici; si basa su un nostro rapporto profondo con la città ma allo stesso tempo rappresenta un modo di fare nuovo, semplice, immediato, vicino alle persone usando il loro linguaggio”.
renziale candidato a qualcosa? Se tu hai un autobus in corsa verso il baratro lo affidi ad uno senza patente, ad un neo patentato o ad uno che ha un minimo di dimestichezza alla guida? Questa corsa al nuovo che mi sa di giustizialismo vago ma anche di penosa frustrazione mi preoccupa, non a me personalmente, figurarsi, ma mi preoccupa per la città. E comunque sappiano i miei d e trattori che le mie liste nella quasi totalità avranno candidati mai stati consiglieri e mai affacciatisi prima sulla scena politica” Il tuo intervento alla convetion è stato critico, ha rimarcato la tua nissenità profonda, ma ha già presentato punti del tuo programma… “Bisogna essere concreti; se qualcuno pensa di votarmi soltanto perché amo Caltanissetta, allora non lo faccia; non serve soltanto una persona onesta e
stano? “Sicuramente, è arrivato il momento di chiamare le cose con il loro nome; è arrivato il momento che i nisseni riscoprano la loro dignità e tirino fuori l’orgoglio non firmando alcuna delega in bianco ad alcuno se questa persona è soltanto uno sponsorizzato, un
La convention di presentazione è stata un successo di pubblico e consensi. “Il morale è alto” sognatore o soltanto “una brava persona”; spero di essere stato chiaro. E’ giunto il momento di rifiutare e disdegnare la facile promessa, il favore o il lavoretto miracoloso sotto elezioni. Caltanissetta non deve cedere agli imbonitori, quindi basta avere le idee chiare”. Poi anticipare qualcosa sul programma? “ Stiamo lavorando in tanti alla stesura del programma la cui sintesi sarà semplice ed efficace. Non tireremo fuori il coniglio dal cilindro ma vi assicuro che sul Centro Storico, sulla mobilità e sull’accesso ai finanziamen-
Sposato con Carmela, ha un figlio, Giuseppe Tancredi di 11 anni. Ha conseguito la maturità scientifica al Liceo “A.Volta” di Caltanissetta e si è laureato in Ingegneria Meccanica presso l’Università degli studi di Palermo. E’ giornalista dal 1985. Ha collaborato con diverse testate locali e nazionali. Libero professionista, si è sempre occupato di organizzazione industriale, progettazione di impianti, sicurezza, antincendio. Vanta diverse esperienze manageriali in Italia e all’estero, attualmente è titolare di uno studio tecnico a Caltanissetta e amministratore unico di una società di servizi di ingegneria con sede a Milano. Assessore allo sport, al turismo e agli eventi con il Sindaco Mancuso per poi diventare componente del Consiglio di Amministrazione dell’ASI. Quindi dieci anni come consigliere comunale prima con AN e poi con il PdL (di cui sarà anche capogruppo). Quindi assessore per 16 mesi con l’amministrazione Campisi.
ti ci giocheremo una bella partita”. Ti troverai Campisi, col quale hai lavorato per mesi, avversario in campagna elettorale. “Ho lavorato? Ho combattuto vorrai dire!!! Sono stati quindici mesi massacranti. Con Michele è impossibile costruire e perfino dialogare. Nella sua opera di distruzione di tutto quello che io facevo ha perfino cancellato l’assessorato allo sviluppo economico chiudendo perfino tutti gli uffici! Un delirio”. Ma la tua lista politicamente dove si colloca? “Penso che avremo più liste; siccome so dove vuoi andare a parare ti dico subito a scanso di equivoci che io sono orgoglioso del mio passato, politicamente parlando, e non sono certo uno che per guadagnare qualche voto salto da una parte all’altra. Non lo farò mai! Premesso questo, siccome non mi candido alle elezioni nazionali ma come Sindaco della mia città, vorrei che tante persone di buona volontà, a prescindere dall’orientamento politico, condividessero l’idea di rinascita, stabilizzazione e sviluppo di Caltanissetta. Tutti assieme e non io da solo dobbiamo capire cosa fare di questa città nei prossimi venti- trenta anni. E poi ho sempre parlato di Comune Azienda, non c’è spazio per divagazioni di natura partitica in un Nisseno nell’anima”.
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Fatti & istituzioni di Vincenzo Pane
L’ANALISI. Attività e prospettive delle Fiamme Gialle nel nisseno
Guardia di Finanza La voce del Comando
“Al servizio del fisco e dei cittadini, non solo repressione”
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ento milioni di euro di imponibile evasi, 34 milioni di Iva non versata e 500 mila euro di ritenute non versate collegate al lavoro nero. Sono numeri piuttosto pesanti quelli sull’evasione fiscale nelterritorio nisseno e che non fanno che acuirne il pesante disagio economico. Questo è il contesto in cui si muove la Guardia di Finanza e con il Comandante Pro-
vinciale, il Colonnello Pierluigi Sozzo ed il Comandante del Nucleo di Polizia Tributaria, il Maggiore Lello Pisani, abbiamo cercato di trarre un bilancio dell’attività, anche se ancora parziale ad anno in corso,analizzando alcuni aspetti dell’attività del corpo, le difficoltà e le prospettive per il futuro. IMPEGNO A 360 GRADI “Noi lavoriamo - ha detto il Colonnello Sozzo - in un territorio considerato ad alta presenza criminale, dove ci sono storicamente problemi di criminalità organizzata. Oltre al “controlloeconomico” del territorio, la Guardia di Finanza affianca le altre Forze dell’Ordine nella tutela dell’ordine pubblico. Il ruolo del Corpo è “concorsuale” in quanto i suoi appartenenti rivestono la qualifica di agenti di pubblica sicurezza, mentre gli ufficiali e i funzionari di Carabinieri e Polizia sono ufficiali di pubblica sicurezza, con compiti di coordinamento delle operazioni di ordine pubblico. Ma, tanto per fare
Il Colonnello Pierluigi Sozzo, comandante provinciale della Guardia di Finanza
Aneddoto: medico niente fattura. Bambino:”La devi fare, a scuola hanno detto che va fatta” un esempio, abbiamo affiancato le altre componenti nel servizio d’ordine quando si sono svolte le manifestazioni “No MUOS”, tra altro con un “basco verde” ferito durante gli scontri; affianchiamo inoltre le altre Forze dell’Ordine anche nella tutela di magistrati ealtre personalità che in questo territorio sono a rischio di attentati. Il nostro Reparto conta al momento 240 uomini; non è quindi particolarmente corposo, anche se recentemente abbiamo proposto e ottenuto l’aumento dell’organico del Gico (Gruppo di investigazione sulla criminalità organizzata), che vedrà aumentate le sue forze del 40 per cento. E’ un segnale importante, che conferma come l’Autorità di vertice del Corpo ha ben chiare le esigenze del territorio nisseno”. Sia il Colonnello Sozzo che il Maggiore Pisani hanno voluto sottolineare la professionalità e l’abilità dei militari che operano nei reparti di Caltanissetta, e Gela ed alla Tenenza di Mussomeli: “Quando parliamo di lavoro a 360 gradi non è una cosa detta tanto per dirla. Se ci troviamo di fronte ad una fattura sospetta, che può essere falsa o comunque sproporzionata, cerchiamo di ricostruire tutto il percorso, quindi capire se è servita a coprire traffici di merce di dubbia provenienza o solo ad abbattere
i ricavi con costi inesistenti, se chi l’ha fornita è in regola con gli adempimenti fiscali e contributivi. Questo è il nostro lavoro”. IL RAPPORTO CON LA GENTE Secondo il Colonnello Sozzo ed il Maggiore Pisani, negli ultimi tempi, si percepisce una presa di coscienza da parte della cittadinanza sul ruolo della Guardia di Finanza e soprattutto sull’importanza di fare il proprio dovere di contribuenti pagando le tasse, regolarizzando la posizione dei lavoratori e via dicendo. “Sono aumentate le segnalazioni al “117” - hanno spiegato i due ufficiali - soprattutto ci sono tante persone che si qualificano con nome e cognome, che si dicono disposte anche ad essere ascoltate dagli investigatori e, qualora ci siano gli estremi di reato, a formalizzare i fatti in articolate denunce. Ciò testimonia che il cittadino ha ben compreso che se ognuno compie il proprio dovere aiuta se stesso ed il Paese. , ad esempio,notizie su le parcelleil fisco Ed è importante che la gente si abitui a chiedere scontrini, ricevute e fatture”. C’è anche un altro aspetto, però, come ha sottolineato il Maggiore Pisani: “Arrivano numerose segnalazioni anonime, ad esempio sui casi di lavoro nero di artigiani che lavorano “porta a porta”. Spesso si tratta di segnalazioni promananti dai concorrenti “legali”, esasperati dall’impossibilità di competere con coloro che lavorano di più potendo praticare prezzi più bassi, non avendo i costi legati al rispetto delle regole. Ripeto, bisogna segnalare le irregolarità perché la sommatoria dei“piccoli numeri” generati dagli evasori “minimi” porta poi a cifre globalmente imponenti. Ovviamente, nel programmare le nostre attività puntiamo
alla grossa evasione; ciò non significa trascurare i “piccoli evasori”: essi vengono segnalati all’Agenzia delle Entrate, cui vengono comunicati gli elementi necessari per l’accertamento “induttivo” del reddito”. LA LOTTA AL CRIMINE ORGANIZZATO. L’attività della Fiamme Gialle è anche finalizzataal sequestro dei patrimoni di appartenenti alle organizzazioni criminali ed a Caltanissetta, negli ultimi anni, non sono stati pochi i sequestri di beni riconducibili a soggetti appartenenti o fiancheggiatori di Cosa Nostra. “Anche in questo tipo di attività - hanno detto Sozzo e Pisani – si conferma la strategia del Corpo di elevare gli standard di qualità del nostro lavoro. Ben vengano servizi che danno risultati “apicali”, ma il nostro sforzo è finalizzato ad elevare la qualità media di tutti gli interventi operativi. Il nostro compito è quello di della qualificare sempre più la nostra attività, valorizzando il “capitale umano” rappresentato dalla professionalità del personale. E’ un metodo che stiamo pervicacemente applicando a tutti i settori del nostro lavoro e parte rientra nellastrategia nazionale del Corpo”. FORNITURE E VENDITE DI MERCE ILLEGALE. Un aspetto che in alcuni casi, ma non solo, coincide con l’attività di imprenditori stranieri. Aspetto sul quale si sono soffermati i due ufficiali delle fiamme gialle, affermando: “Nessuno vuole penalizzare o criminalizzare i venditori stranieri, ma tutti, stranieri e non, devono attenersi a quelle che sono le regole, nazionali ed europee. Non è possibile vendere prodotti pericolosi di cui non si conosce l’origine. In questi casi si devebattere sui canali di
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L’ANALISI. Osservazioni e riflessioni di un dottore commercialista
Legislazione fiscale:
“una giungla” di Alessandro Narbone
Da sottolineare l’importante azione svolta dal reparto di Gela e dalla Tenenza di Mussomeli approvvigionamento, sui canali di approvvigionamenti all’ingrosso e che spesso conducono ai grandi centri siciliani, principalmente Catania e Palermo. Si tratta infatti di merce che arriva nei grossi centri e nei porti maggiori; in questi casi si punta a ricostruire la“filiera”, non fermandosi all’ultimo anello, che appunto, è quello dei venditori”. INCONTRO CON GLI STUDENTI. Non sono mancate nemmeno le occasioni in cui gli uomini della Guardia di Finanza hanno partecipato ad incontri con gli studenti delle scuole della provincia. “Tramite questi incontri - ha ricordato il Colonnello Sozzo - ci siamo resi conto di quanto anche i ragazzi abbiano preso coscienza del nostro lavoro. Vi racconto un aneddoto: abbiamo saputo che un bambino di quinta elementare che si trovava in uno studio medico assieme alla madre ha sentito, al momento di saldare l’onorario, che il professionista diceva alla donna “se non faccio la fattura la somma da pagare è “A”, altrimenti con la fattura ci vogliono 50 euro in più”. Al che il bambino ha detto “no, la fattura la deve fare perché a scuola ci hanno spiegato che se fa la fattura, paga le tasse ed è meglio per tutti”. Ma soprattutto abbiamo visto grande interesse e partecipazione nei giovani e speriamo di avere contribuito a formare le loro coscienze.” In occasione di un recente incontro con gli studenti dal titolo “Educazione alla legalità economica”, svoltosi al teatro “Margherita”, si è parlato di tutti questi aspetti alla presenza anche del vescovo Mario Russotto e del prefetto Carmine Valente. Si è trattato anche di un’occasione per parlare di immigrazione e per riflettere sulle tragedie dei “viaggi della speranza” che tante persone intraprendono per sfuggire a guerre, carestie, soprusi ed umiliazioni e che a volte finiscono in tragedia per colpa di persone senza scrupoli che mirano a lucrare sulla disperazione. Nell’occasione è stato anche proiettato un video sull’immigrazione, con sottofondo il brano del compianto Lucio Dalla “Com’è profondo il mare”, realizzato dal capitano Sebastiano Rapisarda e dal maresciallo Vincenzo Puma, entrambi in servizio alla Guardia di Finanza di Caltanissetta.
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eggendo i dati di cui all’intervista del colonnello Sozzo ed il maggiore Pisani della Guardia di Finanza di Caltanissetta, nucleo di polizia tributaria, ci si rende conto che il territorio nisseno, anche se povero ed ultimo in classifica per moltissimi indici relativi alla qualità di vita, pubblicati da quotidiani e giornali finanziari, partecipa attivamente all’incremento dell’evasione fiscale” I dati riportati sono pesanti. Centomilioni di euro di imponibile evaso e trentaquattromilioni di euro di iva non versata sono tanti. Sicuramente una buona percentuale dei risultai numerici conseguiti dalla Guardia di Finanza saranno contestati davanti agli uffici finanziari e agli organi competenti, ed i risultati delle Commissioni Tributarie sia Provinciali che Regionali, i cui componenti sono giudici togati
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bile districarsi. Anche noi operatori del settore siamo stanchi di stare dietro a norme inconcludenti e farraginose che sicuramente nulla portano in termini di gettito allo Stato. Basterebbero poche norme scritte bene, che il lavoro dei verificatori e quello degli operatori del settore, darebb e
Piccole e piccolissime imprese. “E’ lo stato che dovrebbe pagare loro per il servizio reso al popolo” e professionisti stimati, confermano che una buona parte delle contestazioni mosse vengono poi annullate o ridimensionate, non per errori commessi dai verificatori, ma per eccessivo rigorismo nell’applicazione e nella interpretazione della normativa fiscale. Nella norma fiscale non vi sono certezze, basti pensare che per ogni nuova disposizione che viene pubblicata, per esempio poche righe di un articolo di un decreto legge, i giornali specializzati ed i cultori della materia scrivono centinaia di pagine, ed immediatamente dopo la pubblicazione del decreto, l’agenzia delle entrate rilascia una circolare, che non vincola il contribuente, per spiegare la norma; decine e decine di pagine per spiegare un articolo che modifica, integra o abroga una precedente norma. Viviamo in un paese dove si legifera in maniera emorragica. Ogni nuovo governo cambia le aliquote fiscali o i tetti imponibili, cambia le modalità di detrazioni e di deduzioni, toglie e mette nuove esenzioni. Una giungla dove è diventato veramente impossi-
risultati eccellenti in collaborazione tra loro, riducendo il contenzioso e destinando le risorse umane e strumentali alla vera lotta all’evasione fiscale. Da quanto si legge sempre nell’articolo si evidenzia un’attività molteplice ed incessante dei militari della Guardia di Finanza del territorio Nisseno impegnata in tanti settori e non soltanto in quello tributario e della lotta alla evasione fiscale. Sicuramente la Guardia di Finanza rappresenta una vera forza militare impegnata su tanti fronti, una forza che assicura risultati meritevoli come quelli conseguiti dal Colonnello Scozzo e dal Maggiore Pisani, ai quali vanno i meriti ed il mio riconoscimento quale dottore commercialista, componente del consiglio dei dottori Commerciasti di Caltanissetta, che opera nel settore tributario fiscale e quale cittadino italiano di Caltanissetta, ma da umile osservatore e studioso della materia tributaria, penso e sono certo che la Guardia di Finanza, per la sua preparazione e la sua formazione, potrebbe conseguire risultati di gran lunga superiori,
se non fosse impegnata anche in attività che potrebbero essere assegnate ad altri organi dello Stato, come per esempio la lotta al lavoro nero, la contraffazione, l’immissione di prodotti illegali
nel territorio dello Stato, le attività di investigazione che non attengono i reati tributari e cosi via. Un’ultima nota desidero spenderla in favore della categoria delle piccole, e piccolissime imprese, che spesso viene indicata come categoria di evasori, ma che in verità oggi non riesce nemmeno a sopravvivere, ne sono prova le cessate partite iva, le saracinesche abbassate e i cartelli di CEDESI E AFFITASI attaccati alle vetrine. Mi chiedo: fare la lotta ad un ambulante, ad un calzolaio o ad un piccolo artigiano sanzionandolo per la mancata emissione dello scontrino di pochi euro ed ingiungendo agli stessi la chiusura dell’attività dopo tre mancate emissioni di scontrino, a cosa serve? a moralizzare?, a fare pagare le tasse?. No, serve solo a fare chiudere la piccola impresa, in quanto si sente oppressa dallo Stato. Ma lo stato ci pensa a questi poveri diavoli non tutelati da nessuno?. Quando piove o nevica, o quando questi stanno male e non vanno a lavorare,non hanno mica gli ammortizzatori sociali!! Bisognerebbe essere più attenti a quei settori veramente abbandonati e tartassati. Infatti il mondo delle partite iva scende in piazza a contestare il caro tasse. E da chi è rappresentato questo mondo di partite IVA che scende in piazza , è rappresentato proprio dai piccoli artigiani, dai piccoli commercianti, dagli ambulanti, dagli autotrasportatori, che non sono evasori fiscali, ma è gente che lavora solo per portare da mangiare a casa, e quindi non può pagare le tasse, non è vero che non vuole pa-
gare le tasse. E’ lo stato che dovrebbe pagare loro per il servizio reso al popolo. E allora, sarebbe più giusto, anche da un punto di vista di solidarietà verso gli imprenditori più deboli, che sono imprenditori perche non hanno avuto la fortuna di aver un posto fisso al caldo con tutti gli ammortizzatori sociali a favore, e non per diventare ricchi, non inveire nei loro confronti, e riversare tutte le forze a disposizione verso coloro che, in barba a leggi e sanzioni, continuano a fare la bella vita non pagando le tasse o eludendole e a portare i propri capitali in Svizzera. Fare la lotta ai poveri non fa altro che fare arricchire ancora di più i ricchi e coloro che evadono. Il problema dell’evasione fiscale va risolto a monte, facendo pagare meno tasse e facendole pagare a tutti. Se ciò non accadrà, sarà sempre una lotta tra le istituzioni e i contribuenti, e sarà una lotta contro coloro i quali le tasse già le pagano. L’evasione non è nelle piccole attività, l’evasione va ricercata dove il tenore di vita e le disponibilità finanziarie sono sproporzionate rispetto ai redditi dichiarati, e non và ricercata solo nel mondo delle partite iva, ma va ricercata anche nel mondo delle buste
L’evasione fiscale va risolta a monte, facendo pagare meno tasse e facendole pagare a tutti paga, e con gli strumenti a disposizione del fisco non sarà difficile conseguire i risultati e trovare le risposte. E’ proprio vero che oggi gli operatori della Guardia di Finanza sono specialisti nel settore tributario contabile, sanno utilizzare bene i computers ed internet, sanno esplorare le banche dati e sono informatizzati all’inverosimile. Oggi assistiamo a controlli fiscali fatti nelle banche e nei settori dell’alta finanza dove la Guardia di Finanza ha scoperto operazioni sofisticate conseguendo risultati brillanti nella lotta all’evasione e all’elusione fiscale. E questa certezza spesso induce gli evasori incalliti a cambiare registro ed ad avvicinarsi alla legalità.
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Fatti & sport
Giovanni
Marchese da Delia al campionato di serie
di Salvo Milazzo
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iso da adolescente, sinistro vellutato e tanta grinta: questa l’istantanea che ritrae Giovanni Marchese, deliano doc, 29 anni da poco compiuti, professione difensore con licenza di attaccare, che dopo quattro belle stagioni al Catania, durante lo scorso mercato estivo, è approdato a parametro zero al Genoa, alla corte di Enrico Preziosi. Nella città etnea, molti tifosi lo rimpiangono e lo stesso presidente rossoblu Pulvirenti ha dovuto pubblicamente ammettere, in più occasioni, di aver fatto uno sbaglio a lasciarlo andar via. Un rammarico anche per Giovanni, che del Catania dei miracoli di questi ultimi anni è stato uno dei perni indossando, non di rado,
anche la fascia di capitano: questione di cifre, di un adeguamento del contratto a detta di tutti più che meritato dal giocatore su cui però le parti non hanno mai trovato accordo. Catania, al di là dell’epilogo un po’ amaro, oltre a tante soddisfazioni sul campo, ne ha data un’altra ancora più importante al nostro: l’incontro con la bella Elisa, che da un anno e mezzo è diventata sua moglie. “Rimarrò sempre legato - sottolinea Giovanni - ai colori del Catania e alla città: con quella maglia credo di aver fatto cose importanti, rese ancora più significative dal fatto di essere siciliano. Anche se quest’anno le cose sono cominciate male, i miei ex compagni credo abbiano i mezzi per risalire la china e salvarsi: io faccio il tifo per loro”. Ora però c’è il Genoa, squadra con una delle tifoserie più calde d’Italia, gente che sa di calcio e che siamo certi si innamorerà ben presto delle doti calcistiche e umane dell’esterno nisseno. Giovanni ha affrontato il cambio
di maglia con entusiasmo e con molta serenità, dote che in passato gli ha permesso di superare momenti difficili come quelli seguiti al grave infortunio al legamento crociato anteriore, rimediato nel novembre del 2009, nella sua prima stagione a Catania, che lo tenne fuori quasi 5 mesi. “Ho sempre vissuto il calcio - racconta Giovanni - con molta normalità, ma anche con molto impegno sin da quando giocavo nella Gorgonia, la società diretta e allenata da mio padre Calogero, che è stato anche il mio primo allenatore e che mi ha insegnato la cultura del sacrificio: non si sprecava in elogi, ma anzi più spesso mi faceva notare i miei errori con l’intento di spingermi a migliora-
mi. Questo stesso spirito - continua mi è stato indispensabile, dopo essere entrato, a soli 11 anni, nelle giovanili del Torino, per superare tutti gli shock che un cambiamento di vita del genere
E’ il secondo nisseno, dopo Fabrizio Cammarata, a giocare nella massima serie può comportare in un ragazzino. Naturalmente - ci tiene a sottolineare - la vicinanza e la cura della mia famiglia sono state fondamentali: mio padre si è quasi da subito trasferito in Piemonte seguito poi da mia madre; ad alternarsi a loro, specie i primi tempi, c’era anche mio fratello Carmelo, più grande
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di me di 11 anni, al quale sono molto legato così come lo sono a mia sorella Gessica”. La famiglia è al primo posto ancora oggi per Giovanni, che quando può torna a Delia per stare con i propri cari. “Mi piace - aggiunge - anche stare con i vecchi amici al bar: amo Delia ed i miei compaesani sono sempre molto affettuosi con me”. Nonostante la fama, Giovanni è rimasto un ragazzo semplice e umile e come tutti i ragazzi che sono riusciti a fare del calcio la propria professione ha un sogno: la Nazionale. Il nostro ha già indossato l’azzurro, sia con Under 20 che con l’Under 21, ma vestire la maglia della Nazionale maggiore e magari andare in Brasile sarebbe l’apoteosi.
“Ci spero, ma non ci credo quasi più: fino ad ora nessuno mi ha mai chiamato e penso che ormai i giochi, per il mio ruolo, siano quasi fatti; so che qualcuno dell’entourage di Prandelli è venuto a visionarmi, ma poi non è successo nulla”. Non sembri eccessiva partigianeria, ma viste le difficoltà mostrate in azzurro sulla fascia sinistra dai vari Balzaretti, Pasqual e Antonelli e i problemi affrontati in questi ultimi mesi da De Sciglio forse una chance all’esterno deliano la si potrebbe concedere. A chiederla sono anche i numerosi membri della sua fan page di Facebook e naturalmente tutti i tifosi siciliani, ma pure qualche addetto ai lavori che, specie nella scorsa stagione, ha più volte suggerito il nome di Marchese al Ct azzurro sulla stampa sportiva. “Grazie agli schemi e al modulo - spiega Giovanni - di Montella prima e Maran poi, ho avuto modo di farmi vedere di più in attacco, segnando anche qual-
A destra il piccolo Giovanni con la maglia della Gorgonia di Delia
che gol: questo ha fatto sì che i riflettori si accendessero su di me; non dimentico però che il mondo del calcio è molto particolare, pronto ad esaltarti quando le cose vanno bene e altrettanto cinico nelle critiche al primo passo falso; ecco perchè credo che siano importanti la costanza e la continuità più ancora dei gol per chi gioca nel mio ruolo”. A chi, come recentemente ha fatto Fabio Cannavaro, sostiene che vi sia un certo decadimento della qualità del calcio italiano, specie nel settore difensivo, Giovanni risponde con risolutezza dicendosi anzi convinto della competitività del nostro campionato. “Io mi trovo bene in tutti i ruoli della difesa spiega - e qui a Genova sto giocando anche come centrale e vedo tanti altri giocatori preparati e versatili; penso piuttosto che il calcio italiano sia uno dei più equilibrati, dove ogni squadra, anche le cosiddette “piccole”, possono mettere in difficoltà le squadre più blasonate e dove non mancano di certo i campioni”. Già, i campioni: chi è il giocatore che più di tutti, in questi anni, ha messo in maggiore difficoltà il difensore deliano? “Senza dubbio – risponde secco - è stato Francesco Totti, soprattutto per quella sua capacità di saper anticipare il gioco, una qualità che lo rende quasi immarcabile”. Tra le aspirazioni di Giovanni c’è, ovviamente, anche quello di finire in bellezza la carriera magari indossando la ma-
glia di una “grande” e, forse proprio per l’ammirazione per il capitano giallorosso, la Roma è in cima alla sua lista: “E’ una squadra che mi ha sempre affascinato, così come mi affascina la città; chissà: mai dire mai”. Quello che è certo e che, appesi gli scarpini al chiodo, Giovanni sa già cosa vuol fare da grande: “Voglio continuare a restare nel calcio e fare l’allenatore, un modo per trasmettere agli altri la mia passione e le tante esperienze accumulate”. E sì, perchè di esperienza Giovanni ne ha da vendere a questo punto della sua carriera e mostra ancor di più la sua saggezza quando ai giovani, specie a quelli che calcano i campi del Nisseno, che certo hanno innumerevoli svantaggi rispetto ai loro colleghi di altre zone d’Italia, ricorda quello che è stato un po’ il suo personale mantra: “Lottare,
lottare sempre. Bisogna credere con tutta la forza nei propri sogni ed il calcio e un bel sogno per cui vale la pena impegnarsi sino in fondo; ma voglio dire a tutti i ragazzi che la vita, se non andasse bene con il pallone, può e deve riservarvi altre soddisfazioni, per cui non mollate mai la palla, ma neanche i libri”.
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Gela & dintorni
I 365 giorni di Fatti salienti e speranze della città del Golfo di Franco Infurna
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er Gela si chiude un anno molto travagliato, caratterizzato, come in tutta la Sicilia, da una profonda crisi economica, sociale ed occupazionale. Migliaia i posti di lavoro perduti, specialmente nell’edilizia, nell’artigianato e nel commercio. Gli unici inquietanti aumenti riguardano il numero dei poveri, dei disoccupati, dei cassintegrati, e della gente che si
Si perdono posti di lavoro nella P.A., specialmente nella sanità dove i tagli sono pesantissimi presenta ai banchi alimentari della Caritas nelle parrocchie, alla Croce Rossa e alle altre associazioni di assistenza e volontariato sociale. DISPERAZIONE E AGGRESSIONE – Il 10 maggio, la disperazione induce un ex supporter a scagliarsi contro il politico che lui stesso aveva a lungo sostenuto: l’on. Giuseppe Federico. Stanco di aspettare un posto di lavoro che non arrivava, l’aggressore ha colpito al viso l’on. Federico con una testata e con pugni causandogli una ferita lacero contusa al setto nasale che i medici hanno medicato con tre punti di sutura. Tuttavia Federico lo ha perdonato, evitandogli un processo per lesioni. La disoccupazione giovanile a Gela è salita al 90%. In municipio, cresce la fila di chi chiede aiuto per un posto di lavoro, per un alloggio popolare, per il pagamento di bollette di luce e gas. Nuovi poveri si sono aggiunti a quanti vivevano già in condizioni di profonda indigenza. Centinaia di famiglie sono alla disperazione. E dire che il 2012 si era chiuso all’insegna della speranza perché Gela ha guardato con entusiasmo e ottimismo al “figlio illustre”, Rosario Crocetta, divenuto presidente della giunta regionale di governo. Ne ha salutato l’avvenuta elezione con una festa in piazza e con i fuochi d’artificio ma ha dovuto attendere oltre sette mesi per rivederlo in visita ufficiale alla città natia. Quando però Crocetta ha deciso di recarsi a Gela , il 3 giugno, lo ha fatto
alla grande, riunendo il suo governo in seduta straordinaria nel palazzo municipale gelese e portando un pacchetto di iniziative (alcune pubbliche altre private) che prevedono, tra gli altri progetti, la realizzazione del parco agro-fotovoltaico “il ciliegino”, la ricostruzione della diga foranea al porto isola dell’Eni, e molte altre piccole e grandi iniziative che potrebbero dare occupazione e sviluppare l’economia cittadina. INVESTIMENTI - La posa della prima pietra al grande parco energetico a fonte rinnovabile da 120 megawatt avviene l’8 di giugno proprio per mano di Crocetta. Un investimento da 250 milioni di euro voluto dalla cooperativa Agroverde di Gela e dalla società finanziaria svizzera Radiomarelli per la realizzazione di 107 ettari di serre tecnologicamente avanzate sulle quali dovranno essere montati 550 mila metri quadrati di pannelli solari, in un’area complessiva di 230 ettari che sorge nelle contrade S’Antonio, Cappellaio e Bruca, a circa 7 km a nord-est della città. Lavoro per mille persone nella fase di costruzione e per 250 quando l’impianto entrerà nella gestione produttiva. Al porto-isola l’opera di ricostruzione della diga foranea è già iniziata a cura dell’Eni per una spesa prevista di 140 milioni, due anni di lavoro e impegno per 150 dipendenti dell’indotto. Nel resto della raffineria sono in corso interventi di revamping, migliorie e bonifica per 500 milioni di euro. A questi impegni si aggiungono i lavori di riqualificazione urbana in diversi quartieri della città voluti dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Angelo Fasulo e già appaltati dall’assessore Carmelo Casano. Ma per ogni cantiere che si apre, quattro imprese già esistenti chiudono perché soffocate dalla crisi. E il bilancio diventa estremamente negativo. SANITA’ - Si perdono posti di lavoro anche nella pubblica amministrazione, specialmente nella sanità dove i tagli sono pesantissimi. Eppure in ospedale si continua a lavorare con sacrificio. Medici, paramedici e ausiliari spesso non ricevono il cambio, per mancanza di personale, e sono costretti a raddoppiare il turno di servizio. Si rischia la chiusura dei reparti. L’Asp non assume nessuno, nemmeno i supplenti per pochi mesi. Persino i nuovi reparti, come la
tanto attesa Radioterapia resta chiusa perché ancora priva di arredi. La carenza di personale, la stanchezza e le precarietà strutturali rischiano così di far aumentare i casi di malasanità. Già all’inizio del 2013 una donna di 38 anni muore in ospedale per ischemia. La famiglia presenta denuncia ma acconsente al prelievo multiplo di organi. Almeno altri quattro casi di presunta malasani-
tà si aggiungono a questo nell’arco dell’anno, con conseguenti inchieste giudiziarie. Ma uno, seppure accaduto il 13 settembre a Roma, colpisce l’opinione pubblica italiana perché si tratta di una bambina gelese di 2 anni, Gloria Ascia, deceduta nel policlinico di Tor Vergata, per le complicanze conseguenti all’inserimento malriuscito di un catetere venoso, propedeutico alla donazione del midollo osseo, per prevenire una forma latente di leucemia. Ai funerali, nella chiesa di S. Rocco, c’è tutta Gela in una giornata di proclamato lutto cittadino. Sette persone, tra medici e infermieri, vengono raggiunti da avviso di garanzia e sospesi dall’ospedale. L’inchiesta è ancora in corso. CRIMINALITA’ - Quel che a Gela non manca è l’intensa attività criminale. Per fortuna magistratura e forze dell’ordine, con il loro impegno, riescono a fronteggiarla bene e a contenerne gli effetti. Il 15 gennaio, con l’operazione “Inferis”, la squadra mobile di Caltanissetta procede all’arresto di 28 persone sgominando la banda di Giuseppe Alferi, soprannominato “U Ierru”,
Gela La profonda crisi economica, sociale ed occupazionale ha segnato i principali avvenimenti del 2013 che per anni, a supporto di Cosa Nostra, aveva terrorizzato la città con furti, danneggiamenti, estorsioni. Altri 18 arresti scattano l’11 febbraio con l’operazione dei carabinieri “Agorà” per mafia, droga, armi e voto di scambio. In manette uomini di Stidda e Cosa Nostra. Indagati alcuni politici di cui non vengono fatti i nomi. A Maggio, con l’operazione “Bom-
furti in appartamenti, specie contro anziani. L’oro rubato veniva rivenduto nei negozi specializzati. Tre i commercianti segnalati all’AG. TEPPISMO – IL 21 gennaio un incendio doloso devasta la scuola dell’infanzia del terzo circolo didattico, presso la sede distaccata di contrada “Cantina Sociale”. E’ il primo di una serie di atti di teppismo che hanno come obiettivo il sistematico danneggiamento delle scuole della città. Il 18 febbraio, il raid vandalico colpisce la scuola di “Costa Zampogna”, mentre il 15 aprile si torna a distruggere aule e arredi a “Cantina Sociale”. Il 2013 è anche l’anno dei “FURTI DI RAME” . Ne vengono compiuti a decine, in campagna come in città. Notevoli i disagi ed elevatissimi i danni all’economia. Particolarmente presa di mira contrada Manfria, ovvero la zona turistico-balneare per eccellenza di Gela. Chilometri e chilometri di fili vengono tagliati e trafugati alle linee di bassa e media tensione e agli impianti di illuminazione esterna, lasciando al buio ampie zone
bola d’oro”, i carabinieri sgominano una banda di 12 presunti trafficanti di droga che facevano capo al titolare di un negozio di bombole di gas da cucina. Il 5 giugno, è la polizia a identificare e arrestare, durante l’operazione “Villaggio Aldisio”, un’organizzazione di 11 complici che trafficavano in armi e munizioni. A settembre (il 24) la polizia esegue l’operazione “Baracche” arrestando 14 persone accusate di detenzione e spaccio di stupefacenti. Il 13 novembre scatta l’operazione “Golden Boys” dei carabinieri che arrestano 20 presunti autori di scippi, rapine e
abitate. Inutili gli accorati appelli alla collaborazione e alla denuncia rivolti dall’assessore ai lavori pubblici, Casano, ai cittadini. Un assessorato il suo preso di mira da mani criminali che il 15 novembre lo hanno incendiato distruggendone volutamente l’archivio, bruciando mobili e migliaia di progetti di opere pubbliche e rendendo inagibile l’edificio. CALTAQUA - Il 2013 si caratterizza anche per la posizione di intransigenza di Caltaqua che usa il pugno di ferro contro gli utenti morosi eseguendo, pure di notte, il distacco dei contatori a quanti non pagano il 50%
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Dicembre
Progetto provincia del Golfo: la speranza del Libero Consorzio gelata dalla proposta gattopardiana
dell’on. Cracolici(PD)
della fornitura idrica relativa agli anni 2006-2009. Non sono riconosciuti i provvedimenti con cui l’amministrazione comunale gelese ritiene congruo il pagamento del 50% delle bollette perché l’acqua erogata, secondo le analisi del laboratorio provinciale d’igiene e profilassi, non presentava le caratteristiche di potabilità e dunque non poteva essere bevuta ma solo utilizzata per gli usi domestici. Caltaqua colpisce anche gli indigenti ed esplodono polemiche e rabbia, col rischio dello scontro fisico. Quasi tutti pagano per paura di restare a secco, scoraggiati anche dalle decisioni del Tar, favorevoli al gestore delle reti idriche del Nisseno. AMBIENTE - L’anno che si conclude verrà ricordato a Gela anche per l’inquinamento da petrolio avvenuto il 4 giugno, quando, per un guasto all’impianto Topping, tonnellate di greggio si riversarono nel canale interno di stabilimento, finendo nel tratto terminale del fiume Gela per poi sfociare in mare. Si formò una enorme chiazza nera, prontamente
affrontata con un imponente schieramento di uomini e mezzi, che per una settimana lavorarono riportando tutto alla normalità. L’episodio, pur non avendo avuto gravi conseguenze, suscitò una vasta eco nei media nazionali, mobilitando i vertici dell’Eni e gli organi di governo ai vari livelli. Il 2013 va ricordato anche per la battaglia contro l’amianto portato avanti dall’Ona (osservatorio nazionale amianto). Tecnici e dirigenti dell’Eni sono stati rinviati a giudizio. Altri processi sono in fase istruttoria per far riconoscere i benefici a chi è stato realmente esposto ai rischi da asbesto. VIADOTTO GEREMIA II – Il 27 novembre, dopo cinque anni d’attesa, il tribunale di Gela ha emesso le prime sentenze sul cedimento di uno dei piloni del viadotto “Geremia II” sulla SS-626 CaltanissettaGela, crollato il 21 aprile del 2008, tre anni dopo la sua inaugurazione. Sono due tecnici dell’Anas che sono stati condannati a 20 mesi di reclusione, pena sospesa, per disastro colposo. Altri cinque imputati, tra progettisti, esecutori dell’opera e collaudatori, compariranno a giudizio il 23 gennaio 2014. Il giorno del cedimento cinque persone (4 su un’auto e un poliziotto su una moto) rimasero ferite. TEATRO ESCHILO – Il 27 febbraio, dopo una chiusura forzata, protrattasi per 40 lunghi anni, riapre a Gela il teatro Eschilo. A inaugurarlo interviene il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che da assessore comunale, prima, e da sindaco, dopo, insieme con il suo predecessore, Franco Gallo, ha voluto la ristrutturazione di questo “gioiello della cultura e dell’arte”, che è stato restituito alla città, entusiasta, con
una prima stagione teatrale dal “tutto esaurito”, ripetutosi anche con l’attuale cartellone. POLITICA – Sul piano politico c’è da registrare la continua fibrillazione della maggioranza amministrativa, per contrasti tra alcuni consiglieri del Pd e il sindaco, Angelo Fasulo, accusato di portare avanti una politica di piccolo cabotaggio, ignorando i veri e drammatici problemi della città. Alcuni chiedono il rimpasto della giunta altri una profonda verifica delle alleanze, dei programmi e delle strategie. A novembre, l’assessore alla cultura e alla pubblica istruzione, Marina La Boria, viene “dimissionata” dal suo partito di riferimento, il Psi, per contrasti insanabili con il dirigente della ripartizione. In realtà lo scontro sarebbe stato con l’intera giunta perché, attraverso gli storni di cassa, l’assessorato sarebbe stato lasciato sempre senza fondi. Il posto della
La Boria viene assegnato dal sindaco all’avvocato Giovanna Cassarà, consigliere comunale del Pd. Al suo posto, in consiglio, subentra Gaetano Orlando, direttore dell’unità operativa di pronto soccorso e chirurgia d’urgenza dell’ospedale Vittorio Emanuele, che risulta il primo dei non eletti. E ai primi di dicembre, la sorpresa: l’Udc entra a far parte della maggioranza amministrativa, dando una continuità politica e territoriale agli accordi di governo che a Palermo supportano la giunta Crocetta alla Regione.
Ma è all’Ato Ambiente CL2 che l’anno inizia con i fuochi d’artificio. Il 22 febbraio infatti si dimette clamorosamente il commissario liquidatore, avvocato Giuseppe Panebianco. Ufficialmente la decisione viene motivata con non meglio precisati “motivi personali”, mentre fuori la gente parla ancora del blitz compiuto poco tempo prima dagli uomini della squadra mobile di Caltanissetta, su ordine della magistratura, per andare a verificare la veridicità di certe voci che lo accusano di una gestione atipica dei fondi dell’ente d’ambito. In particolare si contestano le sponsorizzazioni facili e dispendiose in favore dei concerti di due famosi cantanti (Tiziano Ferro e Gigi D’Alessio), altri spettacoli musicali e di iniziative che poco o nulla avrebbero avuto in comune con le finalità istituzionali dell’Ato, se si eccettua lo spot sulla “differenziata” girato da D’Alessio con i
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ragazzi di Gela. Il 28 giugno il Tar di Palermo respinge il ricorso dell’ex deputato regionale del Pd, Miguel Donegani (secondo dei non eletti nella provincia di Caltanissetta alle “regionali” 2012 ) che chiedeva di invalidare l’elezione del compagno di partito, Giuseppe Arancio, indicandolo come dirigente medico dell’Asp, “incandidabile e incompatibile”, rivendicando, nel contempo, un ri-conteggio delle schede sue e di quelle del primo dei non eletti della sua lista, Giuseppe Gallè, segretario provinciale del Pd. Donegani riteneva che a lui non fossero stati attribuiti voti di preferenza molto chiari mentre invece erano andati al collega-avversario suffragi che erano da contestare se non da considerare nulli. L’elezione di Arancio così viene legittimata anche dalla sentenza del Tar che chiude così una stagione di veleni all’interno del Pd nisseno. Infine il progetto per la PROVINCIA DEL GOLFO. L’anno era iniziato con la speranza del possibile libero consorzio di comuni, al quale il coraggioso comitato organizzatore si era impegnato con tutte le proprie forze. Alla fine dell’anno, la doccia gelata e le proteste. Il 2013 si conclude infatti con la proposta gattopardiana dell’on. Antonello Cracolici (Pd) che suggerisce di confermare e trasformare i territori delle attuali nove province prefettizie come unici consorzi di comuni ammissibili in Sicilia. Cambiare tutto perché nulla cambi. Buon 2014 a tutti.
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Gela & dintorni
Agro Fotovoltaico
Più ombre che luci di Liliana Blanco
T
empi lunghi per la fideiussione dell’Agroverde e il presidente della commissione consiliare “attività produttive”, Terenziano Di Stefano (Mpa), chiede al sindaco la convocazione di una conferenza di servizi. Con una nota inviata anche al Prefetto e al presidente della Regione, Di Sfefano manifesta tanto la sua preoccupazione quanto quella dei lavoratori e delle imprese (in gran parte gelesi) coinvolte nei lavori, per non parlare delle somme ancora non erogate ai proprietari di quei terreni espropriati per la realizzazione del Progetto Parco Agro Fotovoltaico. “Lo scorso mese di settembre, la commissione sviluppo economico aveva incontrato i massimi vertici della politica locale – dice Di Stefano - della Radiomarelli e dell’Agro Verde compresi i vertici della General Contractor (Mondello Spa), in quell’occasione fu garantito da parte della Radiomarelli, che i lavori sarebbero proseguiti secondo programma lavori e che entro la fine di ottobre 2013 si avrebbe avuto la disponibilità finanziaria per coprire il 60% dell’investimento. Queste prime somme avrebbero dovuto garantire il pagamento immediato degli espropri e gli stati d’avanzamento lavori fin qui prodotti, inoltre entro la metà di novembre 2013 sarebbe dovuta arrivare la rimanente parte dell’investimento ovvero il 40%. Nello stesso incontro fu garantita anche la presentazione in tempi celeri ( si parlava di un paio di giorni) della polizza fideiussoria a copertura degli espropri eseguiti. Seguirono diverse corrispondenze tra gli uffici comunali ed i responsabili della Radiomarelli per la definizione della polizza, purtroppo dopo vari solleciti, ad oggi non solo nessuna polizza risulta essere presentata al Comune di Gela ma la cosa ancor più grave e che i lavori per la costruzione del mega progetto Agro fotovoltaico si sono fermati”. “Mi chiedo cosa sta succedendo – scrive
ancora Di Stefano. Ed ancora: “Esiste o no un finanziatore? dove sono andati a finire i buoni presupposti che hanno accompagnato il progetto? E tutti quei Politici che oltre a pubblicizzare l’opera, hanno seguito l’iter autorizzativo, adesso dove sono andati a finire? Perché non intervengono a garanzia delle imprese, dei lavoratori e dei proprietari per non parlare del nostro territorio? “Per questi motivi – conclude - chiedo al Sindaco, con estrema urgenza la convocazione di una conferenza dei
servizi alla presenza di Sua Eccellenza il Prefetto, Il Presidente della Regione Siciliana, il Presidente del Consiglio Comunale, l’Assessore al ramo, I vertici di Agro Verde, I vertici di Radiomarelli, I vertici della General Contractor, i Dirigenti dei settori interessati, Il Responsabile al procedimento unico (RUP), il funzionario responsabile agli espropri, al fine di dare trovare una spiegazione a questa annosa vicenda”. Il rischio di subire un danno enorme è di chi ha messo a disposizione il terreno ma non ha visto ancora i soldi. Ma c’è anche chi, dopo un’iniziale disponibilità di finanziamento, si è tirato indietro. Sono gli investitori cinesi, poi
sostituiti da una holding americana, che dopo la divulgazione di notizie che vedevano “in odor di mafia” il parco fotovoltaico più grande d’Europa hanno rinunciato all’investimento. Una riunione voluta dalle commissioni Annona e Sviluppo Economico del comune di Gela, cerca di fare adesso chiarezza sul progetto Agroverde, una bolla di sapone che sembra scoppiare da un momento all’altro e che, non rispetta i tempi previsti. Un incontro delle due commissioni comunali con i vertici
di Radiomarelli, società a capo del settore tecnico e finanziario dei lavori, ha fatto il punto sulle intenzioni della Società che si è assunta l’onere di portare a termine il progetto. L’amministrazione ed il consiglio comunale intanto “tremano” perchè gli oltre due milioni e duecentomila metri quadri di ettari di terreni espropriati ai cittadini gelesi non sono stati ancora pagati. Il rispetto della scadenza “perentoria” del trenta ottobre è già una sconfitta per il progetto di completamento dell’impianto. Un
nuovo finanziatore americano ( una Holding) sarebbe già pronto a sostituirsi ai Cinesi ma di scritto non c’è nulla. Due le date a garanzia del nuovo investimento assicurate da Radiomarelli: 30 ottobre , quando avrebbero dovuto essere svincolati i primi 180 milioni di euro che coprono il 60% dell’ investimento e il 30 novembre, quando avrebbero dovuto versare la rimanente parte del 40%. La Radiomarelli in un primo momento aveva assicurato ai consiglieri il pagamento degli espropri al 100% entro qualche giorno quando avrebbero dovuto essere pagati anche i fornitori. I vincoli e le procedure d’esproprio del Comune di Gela sono stati resi esecutivi per motivi di “pubblica utilità”, per un progetto però che diventa sempre più difficile da realizzare. Due milioni e trecento mila metri quadrati di terreno sono stati intanto sottratti ai gelesi che attendono ancora il relativo indennizzo. Il progetto fotovoltaico più grande d’Europa che
dovrebbe nascere tra Gela e Butera, con un investimento da 300 milioni di euro, è già stato inaugurato ma è ancora ben lontano dal realizzarsi. Il guaio è che se non pagano ne’ Ra-
diomarelli ne’ Agroverde, dovrà essere il Comune a pagare gli espropri (e sarebbero centinaia di milioni) oppure a ripristinare lo stato dei luoghi e restituire i terreni ai legittimi proprietari, con costi forse superiori all’esproprio.
Il caso. I lavori del mega proggetto si sono fermati. Il rischio è di subire un danno enorme Intanto, le organizzazioni sindacali del settore edile, Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato amarezza e preoccupazione per i tempi, non rispettati, nell’erogazione delle retribuzioni agli 80 operai edili impiegati presso il cantiere del costruendo polo agro fotovoltaico progetto dell’Agroverde finanziato da Radiomarelli. Sono stati 4 gli incontri promossi dal sindacato degli edili con la Mondello Spa, general contractor per conto di Radiomarelli ed in tutti gli incontri si è registrato e messo a verbale presso il centro per l’impiego di Gela la volontà della Mondello Spa di erogare un acconto di 1.500 euro l’8 Novembre (puntualmente rispettato) ed il saldo entro e non oltre il 31 Dicembre. L’imprenditore però ha fatto di più: sempre a novembre ha saldato ogni spettanza ai propri dipendenti. “L’interlocutore per il sindacato degli edili – si legge nella nota sindacale - è e rimane Mondello Spa ma lo stesso sindacato non può che appellarsi al buon senso di chi ha affidato alla predetta società l’appalto per garantire la creazione dell’opera e nel contempo i diritti dei lavoratori”.
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Fatti & cultura Il Liceo Classico
Ruggero
Settimo
compie centocinquant’anni
“
La scuola che ha insegnato a pensare
di Fiorella Falci
D
al 1863 è un Liceo Classico statale, il “Regio GinnasioLiceo Ruggero Settimo”, prendendo il posto del Liceo Gesuitico di Caltanissetta, per oltre un secolo l’unica scuola superiore della Sicilia borbonica dell’interno, dove si potevano studiare, oltre al latino e al greco, codici misteriosi che accre-
Pier Maria Rosso di San Secondo
ditavano la nuova classe dirigente, la filosofia, la retorica, la letteratura. La nuova Italia unita aveva puntato su questa piccola città al centro della Sicilia, l’unica provincia siciliana il cui capoluogo non era sulla costa, presidio dello Stato nel cuore antico del feudo, ma anche capitale “industriale” dello zolfo, che nel corso dell’800 aveva più volte raddoppiato la sua popolazione, raccogliendo nei quattro quartieri del suo centro storico “la meglio gioventù degli zolfatari” di mezza Sicilia.
Pompeo Colajanni
Da Caltanissetta in quegli anni veniva il Ministro dell’Agricoltura e del Commercio del nuovo Regno: Filippo Cordova, il patriota liberale che nella rivoluzione del 1848 aveva seguito i temi dell’economia e ideato la creazione del Banco di Sicilia, e che aveva fornito a Garibaldi le carte topografiche della regione per guidare la spedizione dei Mille sui percorsi dell’interno. Dall’estrema periferia del Regno veniva l’uomo di governo che doveva guidare la modernizzazione economica del Paese.
Dal “Settimo” sono passate generazioni di nisseni che hanno scritto pagine di storia del nostro Paese Un territorio così, capace di esprimere una classe dirigente di profilo alto, andava sostenuto dal sistema scolastico nazionale: a Caltanissetta già dal 1862 era stato istituito l’Istituto Tecnico Minerario (uno dei quattro di tutta Italia), per formare i tecnici specializzati dell’industria zolfifera, e l’anno successivo il Liceo Classico, asse portante della formazione superiore, unica corsia di accesso agli studi universitari del tempo. Era stato intitolato a Ruggero Settimo, il leader dei liberali siciliani del Risorgimento, l’uomo che aveva attraversato la prima metà dell’800 da protagonista di tutti gli eventi rivoluzionari: nel 1812, con la Costituzione “inglese” che aveva abolito la feudalità, nel 1820-21, con la Sicilia “separatista” ribelle ai Borboni, nella cospirazione fino al 1848, l’anno della rivoluzione europea in cui aveva presieduto il Parlamento siciliano
Ruggero Settimo. Dipinto olio su tela. Palermo, Museo del Risorgimento.
ricostituito, e dichiarata decaduta la dinastia borbonica. Uomo capace di coniugare Stato e rivoluzione, senso delle istituzioni e coraggio della coerenza con i propri ideali; autorevole anche nell’esilio, a Malta, da dove aveva tessuto una rete silenziosa di contatti europei per sostenere la liberazione della Sicilia e l’unità italiana, e dal quale l’Italia unita lo aveva richiamato con la nomina a senatore voluta da Cavour e da Vittorio Emanuele II. Era stato il primo Presidente del Senato del Regno, e lo sarebbe rimasto fino alla morte, nel 1863, anche se non aveva potuto esercitare direttamente questo ruolo a causa dell’età e della malattia. Scegliendolo come simbolo dell’identità del Liceo nisseno, si dava un segnale preciso del respiro che si voleva dare all’officina degli studi classici della città: un orizzonte non
Giuseppe Alessi
provinciale, una formazione alla capacità di guidare con autorevolezza i processi di trasformazione necessari alla nuova società, un repertorio di virtù civili, oltre che di conoscenze disciplinari, le qualità dell’equilibrio e della forza morale insieme. E questo è stato il ruolo del Liceo “Settimo” in questi 150 anni: dai suoi banchi di legno grigio con la panca incorporata (abbiamo fatto in tempo alla fine degli anni ’60 a frequentarli anche noi!) sono passate generazioni di nisseni (e non solo) che hanno scritto qualche pagina nella storia lontana e recente del nostro Paese. Da Rosso di San Secondo che qui scopriva, adolescente, il fascino di quel mito che avrebbe rivisitato espressionisticamente nel suo teatro europeo, ad altri uomini del teatro e del cinema italiano qualche decennio dopo, Salvo Randone, (a Caltanissetta perché figlio di un funzionario di prefettura) a Luigi Vannucchi e a Beppe Cino (nisseni DOC). Tra le due guerre con Luca Pignato, il critico Luigi Russo, il filosofo Rosario Assunto. Con loro quasi tutte le espressioni della vita politica nissena del ‘900: da Giuseppe Alessi a Pompeo Colajanni, da Francesco Pignatone a Gino
Cortese , da Mario Arnone a Luigi Picardo, da Sergio D’Antoni a Rudy Maira, da Rita Bartoli Costa a Salvatore Cardinale. Poi un drappello di magistrati grandi protagonisti anche dei nostri giorni:
Mario Arnone
Gaetano Costa innanzitutto, e poi Giuseppe Ayala, Roberto Scarpinato, Gianbattista Tona, e tanti altri (impossibile ricordarli tutti); i più bei nomi delle professioni, avvocati, medici, ingegneri, architetti, giornalisti. E tanti sindaci, Salvatore Messana e Michele Abbate gli ultimi in ordine di tempo.
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“ E’ in progetto del Liceo “Settimo” di oggi monitorare con una ricerca d’archivio le generazioni di studenti che si sono formati nella scuola, così come la loro “controparte”, quei professori indimenticabili che hanno coltivato con passione e tenacia le qualità umane e culturali di quei ragazzi del futuro. Con nomi illustri come Luca Pignato e Pietro Mignosi, Giuseppe Granata e Marina Picardo, Silvana Grasso. E altri che sono passati alle aule universitarie: Giuseppina Basta Donzelli e Vincenzo Messana, Salvatore Rizza, Marina Castiglione, Calogero Mic-
della contestazione studentesca a Caltanissetta e delle lotte per il diritto allo studio e le “riforme di struttura” (come si diceva allora): sfidando l’autoritarismo della scuola “gentilia-
Cataldo Naro
cichè. Con presenze di uomini di Chiesa di grande apertura culturale: da Michele La Mantia a Felice Dierna, da Liborio Campione a Cataldo Naro . Con la capacità di fare dialogare anche le culture lontane: liberali, cattolici e marxisti, e persino i nostalgici dell’idealismo gentiliano. Del resto nel ’68 fu proprio il “Ruggero Settimo” uno degli epicentri
Luigi Vannucchi
Anche i presidi hanno costruito con autorevolezza indiscussa, il prestigio della scuola na” (di fronte a professori capaci di fare tremare con uno sguardo), tanti giovani hanno imparato la grammatica della democrazia, il coraggio di dire “no!” alle ingiustizie, la cultura politica di sapere elaborare delle proposte, con la forza morale di uscire fuori dal recinto protettivo che li avrebbe voluti disciplinati “figli di papà”, lontani dai conflitti e opportunisticamente accomodanti. Anche i Presidi del “Ruggero Settimo” hanno costruito, con autorevolezza indiscussa, il prestigio di questo luogo di formazione: Luigi Monaco, uno dei protagonisti della “Piccola Atene” di cui parlava Leonardo Sciascia, e poi Saverio D’Angelo, Antonino Edge, Francesco Adamo, Marisa Sedita, fino ai nostri giorni. Dal 1966 il Liceo ha cambiato sede: i suoi primi cento anni li aveva trascorsi tra le mura del Collegio Gesu-
Scegliendo Ruggero Settimo come simbolo dell’identità del Liceo nisseno, si dava un segnale preciso del respiro che si voleva dare all’officina degli studi classici della città: un orizzonte non provinciale.
itico accanto alla Chiesa omonima, dove oggi si trova la Biblioteca Comunale, un luogo della storia, con una struttura architettonica affascinante, “contenitore” prestigioso in grado di connotare di sé il proprio “contenuto”. Il nuovo edificio degli anni ’60, di ispirazione razionalista ma inevitabilmente più anonimo e all’interno vagamente “carcerario” (come tutte le scuole italiane di quegli anni), corrisponde alla mutazione urbanistica, economica e culturale (e genetica) della città dell’ultimo mezzo secolo: nuova “espansione” rispetto al centro antico, insostenibile pesantezza del cemento armato ma identità sempre meno leggibile rispetto alle prospettive di sviluppo. Ma in questi anni il “Ruggero Settimo” non ha rivolto lo sguardo al passato: è diventato anche Liceo Linguistico (attrezzatissimo di laboratori e aule multimediali), ha un computer e una lavagna multimediale in ogni aula (come solo il 10% delle scuole in
Rita Bartoli Costa
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Italia), ha un indirizzo DAMS in cui si studia anche teatro, arte, musica e cinema; e la sua mission educativa è ancora più impegnativa: riconoscere e irrobustire le radici culturali della civiltà contemporanea, costruire strumenti di lettura e comprensione della complessità attuale formando nei giovani la capacità di elaborare
Roberto Scarpinato
risposte nuove alle domande del presente (soprattutto a quelle inespresse e inconsapevoli), strutturare le qualità morali e civili nelle generazioni che si troveranno a guidare la società e devono sapere verso dove la vorranno portare. Contrastare la dilagante cultura del “fare” acefalo, senza sapere “pensare” e “parlare”, padroneggiando il “Logos” che è il DNA della civiltà occidentale, continuare a tessere la trama preziosa del “tessuto pensante” della città e del territorio. Che è la risorsa fondamentale su cui si può pensare di costruire un futuro.
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Fatti & sanità
ASP nissena, parla il manager Vittorio di Rita Cinardi
Virgilio
Incontro con il commissario straordinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale. Potenziate le strutture ospedaliere
U
n gran lavoratore. Nessun altra definizione potrebbe descrivere meglio Vittorio Virgilio, il manager a capo dell’Azienda Sanitaria Provinciale che da
cui si ispira nella sua azione di commissario straordinario che, con non poche difficoltà, sta cercando di potenziare al massimo le strutture sanitarie dell’intera provincia, cercando di non lasciare indietro nessuno. In attesa della conferma del ruolo di direttore ge-
del passato. Tanto che dall’assessorato regionale alla Sanità affermano che Caltanissetta ha compiuto un grossissimo passo in avanti nel raggiungimento di alcuni obiettivi tra i quali l’abbattimento delle liste d’attesa e della mobilità passiva. Ex assessore alla Sanità (e
vita e delle sue tante attività, non si colgono segni di stanchezza sul suo volto che anzi appare sorridente più che mai quando parla di risultati raggiunti e di ciò che ancora intende fare per migliorare l’offerta sanitaria. Professore Virgilio nove mesi sono pochi per una sanità che ha bisogno di compiere un vero e proprio “balzo” in avanti. Quali sono gli obiettivi che si è impegnato a raggiungere in questi mesi? L’ospedale di Caltanissetta e quello di Gela avevano grosse criticità tanto è vero che la mobilità passiva del 2012 era stata di ben 80 milioni di euro, di cui ben 22 milioni verso Catania e 11 verso Palermo. Vuol dire che i cittadini migravano per farsi curare verso
Il primo obiettivo è stato quello di ridurre la mobilità passiva: indurre i pazienti a farsi curare nel nisseno nove mesi a questa parte sta cercando di cambiare volto alla sanità locale. Rigore e moralità sono gli elementi
nerale da parte della Regione, Vittorio Virgilio sta accelerando l’apertura di nuovi reparti e procedendo all’ammodernamento di numerose strutture che oggi, nella maggior parte dei casi, non hanno nulla a che vedere con quelle
all’Istruzione) al Comune di Catania, già direttore generale al Policlinico di Catania, chirurgo vascolare, professore universitario, cattolico praticante, Vittorio Virgilio è davvero instancabile tanto che, mentre racconta della sua
strutture fuori provincia. Il primo obiettivo è stato quello di ridurre questa mobilità passiva e allo stesso modo cercare di incrementare quella attiva, cioè fare in modo che pazienti di altre province venissero a curarsi qui. Fatta
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AVVISI LEGALI TRIBUNALE DI CALTANISSETTA DIVISIONE GIUDIZIALE N. 22/2012R.G. ESTRATTO AVVISO DI VENDITA
Le due passioni, extra lavoro, di Vittorio Virgilio: le gare di regolarità con la Porsche e la sua Kira, splendido esemplare di american pitbull.
l’analisi abbiamo registrato che per esempio il reparto di Ginecologia e Ostetricia era un reparto fatiscente, non aveva appeal, e i pazienti si rivolgevano altrove depauperando le risorse della nostra città, per questo abbiamo subito provveduto al trasferimento nei nuovi locali dove adesso vi è il massimo comfort alberghiero. Altra criticità interessava la Cardiologia dove vi erano per esempio bagni per uomini e donne negli stessi locali e questo comportava che i pazienti affetti da malattie così importanti, come possono essere quelle cardiologiche, ovviamente andavano presso altri ospedali. Adesso abbiamo un reparto molto efficiente dove è presente anche l’Emodinamica, una tra l’altro delle migliori in Sicilia sia in termini di professionalità che di attrezzature. Si è registrata così una sensibile impennata delle prestazioni cardiologiche richieste, e anche in questo caso sono tantissimi i pazienti che arrivano da fuori Provincia. L’incremento del numero di pazienti provenienti da altre province ha determinato però qualche criticità.. E’ vero perché sono aumentati gli utenti e di conseguenza anche le file al pronto soccorso, spesso intasato dai cosiddetti codici bianchi cioè quei pazienti con patologie che possono essere trattate anche dal medico di famiglia o della guardia medica (bronchiti, otiti, mal di pancia) e invece si recano al pronto soccorso del Sant’Elia che è un ospedale di II livello per la traumatologia e dunque votato all’emergenza. Quindi stiamo realizzando un Punto di Primo Intervento presso i locali dell’ex Cup Ticket in maniera tale da alleggerire i carichi del pronto soccorso. Ovviamente le sue attenzioni non si sono rivolte solo al Sant’Elia Certo bisogna rispondere alle esigenze di tutto il territorio. Così per esempio a Mussomeli vengono effettuati interventi di Oculistica e di Gastroenterologia. Lo stesso è stato fatto per Mazzarino, con un Cardio-
logo per le prestazioni ambulatoriali per evitare che i pazienti si spostino verso Caltanissetta o Gela. Al Vittorio Emanuele di Gela è stata attivata la risonanza magnetica che non c’era che ora attira anche pazienti provenienti da Licata e Vittoria. Inoltre abbiamo inaugurato la. Radioterapia di Gela che, dotata dei due più moderni acceleratori lineari della Sicilia, ci consentirà di raddoppiare le prestazioni . Gela inoltre è la città dove è stato registrato il più alto numero di parti e per questo abbiamo scelto di creare qui il dipartimento materno-infantile che,
Stiamo realizzando un Punto di Primo Intervento per alleggerire i carichi del pronto soccorso all’interno dei suoi 2400 metri quadri ospiterà anche l’Unità di Terapia Intensiva Neonatale. Sempre a Gela abbiamo provveduto alla ristrutturazione del pronto soccorso e a creare un Cup come quello di Caltanissetta. A Niscemi è stato realizzato un Cup con tre postazioni e adesso tutta la specialistica del territorio si trova al piano terra dell’ospedale Basarocco in locali nuovi, totalmente ristrutturati e messi a norma con dieci specialisti del territorio compresa la guardia medica. Preferisce la professione di chirurgo o quella del manager? Mi piace fare entrambe le cose ed entrambe per spirito di servizio. Per quanto riguarda l’attività di chirurgo continuo ad operare il sabato al Garibaldi di Catania per l’intera giornata in maniera completamente gratuita grazie a una norma di legge che consente ai manager di chiedere
l’aspettativa. Questo mi gratifica tantissimo così come sono felice di poter mettere a frutto la mia esperienza come manager per cercare di cambiare volto alla Sanità nel territorio dove sono nato. Molti la definiscono rigoroso e stakanovista. Si rivede in queste definizioni? Io sono molto rigoroso con me stesso, per me è fondamentale la politica del fare. All’inizio i dipendenti si sono lamentati perché si lavorava anche fino a mezzanotte. Ma adesso l’equipe è felice e motivata per quello che siamo riusciti a fare in questi nove mesi. Secondo lei quali devono essere le caratteristiche di un bravo manager? Spesso il manager è visto come quella persona cinica che deve portare risultati, io invece ritengo che i primi due obiettivi siano il rispetto per la persona e cercare di migliorare la qualità di vita degli operatori. Il manager può essere rigido con coloro i quali non comprendono l’importanza di questi principi fondamentali e quindi o si reindirizzano questi comportamenti oppure chi non sa rispettare il prossimo in sanità non può lavorare. Certo oggi noi ci confrontiamo con una politica che riduce di continuo i costi cosa che spesso ci induce a fare delle scelte. Ricordo un anno, quando ero direttore generale al Policlincico di Catania, in cui mi capitò di dover assistere dei bambini con dei farmaci biologici che richiedevano una spesa esorbitante (250 mila a bambino), quindi quell’anno rischiavo di andare in disavanzo di bilancio. Questo poteva significare la mia decadenza ma non mi importò e comprai i farmaci per quei bambini . Lavora tantissime ore al giorno. Cosa fa quando non è in ospedale o in azienda. Mi dedico alla famiglia e ai miei figli e poi al mio cane, una femmina di pit-bull che è come fosse un altro componente della famiglia, e poi ho una grande passione per le auto.
Il professionista delegato Avv. Giancarlo Spiaggia avvisa che in data 21 marzo 2014 alle ore 10,00 presso il proprio studio sito in San Cataldo, via Caltanissetta n. 18, procederà alla vendita senza incanto, del seguente LOTTO UNICO: Quota pari ad 1/2 in proprietà di un appartamento sito in San Cataldo alla via Pio La Torre n. 65 posto a quarto piano e la quota pari ad 1/2 in proprietà dell’annesso vano garage posto a piano terra del medesimo edificio. Censiti al C.F. del Comune di San Cataldo, al foglio 75, particelle: 713 sub. 18, cat. A/2 (l’appartamento) e 713 sub. 6 cat. C/6 (l’autorimessa). Prezzo base: Euro 51.375,00. Offerta in aumento non inferiore ad € 3.000,00. Domande di partecipazione in bollo entro le ore 12,00 del giorno precedente la data fissata per la vendita presso lo studio del professionista delegato, Avv. Giancarlo Spiaggia. Cauzione: 10% del prezzo offerto per il lotto unico mediante assegni circolari non trasferibili intestati a “Avv. Giancarlo Spiaggia”. Versamento residuo prezzo entro il termine massimo di sessanta giorni da aggiudicazione. Eventuale vendita con incanto si terrà in data 28 marzo 2014 alle ore 10:00, al prezzo base sopra indicato con offerte in aumento non inferiore a Euro 3.000,00. Domande di partecipazione in bollo da depositare entro le ore 12:00 del giorno precedente la vendita con assegni circolari non trasferibili di importo pari al 10% del prezzo base a titolo di cauzione. Versamento saldo prezzo entro giorni sessanta dall’incanto, salvo aumento di quinto a norma dell’art. 584 c.p.c. Bando integrale, ordinanza di vendita e relazione di stima degli immobili consultabili sul sito www.astegiudiziarie.it .Per ogni ulteriore informazione rivolgersi presso lo studio del professionista delegato, Avv. Giancarlo Spiaggia, ogni Lunedì e Giovedì dalle 16,30 alle 19,30. San Cataldo lì, 5 dicembre 2013 Avv. Giancarlo Spiaggia
TRIBUNALE DI CALTANISSETTA DIVISIONE GIUDIZIALE N. 2206/2007 R.G. ESTRATTO AVVISO DI VENDITA
Il professionista delegato Avv. Marco Vizzini avvisa che in data 14 marzo 2014, alle ore 11,00 presso il proprio studio sito in Caltanissetta Via Libertà n. 114, procederà alla vendita senza incanto, del seguente immobile: LOTTO Unico): la piena proprietà di un appartamento sito in Mussomeli, Via Giovino n. 3, composto da un piano terra ed un piano primo. Censito al C.F. del Comune di Mussomeli, al foglio 29, particella 3806 sub. 2, cat. A/5, cl. 2^, cons. vani 2,5, R.C. Euro 56,81. Prezzo base: Euro 4.350,00. Offerta in aumento non inferiore ad € 200,00. Domande di partecipazione in bollo entro le ore 12,00 del giorno precedente la data fissata per la vendita presso lo studio del professionista delegato, Avv. Marco Vizzini. Cauzione: 10% del prezzo base del lotto mediante assegni circolari non trasferibili intestati a “Avv. Marco Vizzini n.q. Divisione n. 2206/2007 R.G.”. Versamento residuo prezzo entro 60 giorni da aggiudicazione. Eventuale vendita con incanto si terrà in data 20 marzo 2014 alle ore 11:00, al prezzo base sopra indicato con offerte in aumento non inferiore a Euro 200,00. Domande di partecipazione in bollo da depositare entro le ore 12:00 del giorno precedente la vendita con assegni circolari non trasferibili di importo pari al 10% del prezzo base a titolo di cauzione. Versamento saldo prezzo entro giorni sessanta dall’incanto, salvo aumento di quinto a norma dell’art. 584 c.p.c. Bando integrale, ordinanza di vendita e relazione di stima degli immobili consultabili sul sito www.astegiudiziarie.it. Per ogni ulteriore informazione rivolgersi presso lo studio del professionista delegato, Avv. Marco Vizzini, ogni Lunedì e Giovedì dalle 17,00 alle 19,00. Caltanissetta lì, 12.12.2013 Avv. Marco Vizzini
TRIBUNALE DI CALTANISSETTA IMM. N. 60/11 R.G.E.
Lotto 1 - Comune di Caltanissetta (CL), Via Xiboli, 142. Magazzino di mq 32. NCEU Fg. 93, p.lla 92, sub 1. Prezzo base: Euro 9.975,00. Vendita senza incanto: 15/01/2014 ore 11.30, innanzi al G.E. Dott. Gaetano Sole presso il Tribunale di Caltanissetta Via Libertà, 5. Deposito offerte entro le 12 del giorno precedente in Cancelleria EE.II. In caso di mancanza di offerte, vendita con incanto: 26/02/2014 ore 11.30. Deposito domande entro le 12.30 del giorno precedente. Maggiori info in Cancelleria EE.II., e su www.astegiudiziarie.it. (Cod. A237992).
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HOSPICE
“oltre il conforto”
L’unità è stata attivata presso il P.O. “M. Raimondi” nell’aprile 2012 di Alberto Di Vita
A
ttivata nel mese di aprile 2012, l‘unità Hospice presso il P.O. “Maddalena Raimondi” di San Cataldo ha riscontrato una costante approvazione generale da parte di chi ne ha usufruito dei servizi, nonostante la penetrazione nel territorio non sia ancora capillare. È un problema che non riguarda soltanto San Cataldo e dintorni: sebbene siano aumentati
i posti letto, i servizi e la loro qualità, recenti studi hanno rilevato che circa 1 italiano su 2 non sa esattamente cosa siano le cure palliative, mentre è più alta la percentuale di chi non conosce l’esistenza di strutture pubbliche o private che le forniscono. Nel campo delle cure palliative, l’Italia ha fatto un salto in avanti con la legge n. 38 del 15/03/2010, ma la questione sarà tra le più delicate sfide della medicina nei prossimi anni:un ruolo fondamentale sarà svolto dalla quantità e
dalla qualità delle informazioni rese disponibili al cittadino. Gli hospice sono strutture ospedaliere ma con caratteristiche residenziali, dedicate alla degenza dei malati terminali. È l’ambiente assistenziale più adeguato quando il malato necessita di cure che non possono più essere fornite a domicilio o quando l’assistenza al malato diventa eccessivamente gravo-
so per la famiglia e il malato stesso, o quando la sintomatologia ha bisogno di essere gestita con più frequenza e attenzione. Garantisce una vigilanza e un aiuto costante, 24 ore su 24, in ambienti confortevoli e dall’aspetto domestico. C’è una linea invisibile, ma dolorosissima, che si attraversa quando si passa dalle cure più estreme alla diagnosi di incurabilità, con conseguenti terapie rivolte a mitigare il dolore e i suoi sintomi, per migliorare la qualità della vita
che rimane: un momento che diventa importante, per il malato e i suoi familiari, e che richiede anche un sostegno e delle attenzioni speciali a livello psicologico e relazionale. È oltre questa linea che intervengono gli hospice e le cure palliative, per «dare più vita ai giorni» come diceva la fondatrice degli hospice, Cicely Saunders: perché tutti hanno il diritto di «morire bene» e di
avere una qualità di vita dignitosa fino alla fine dei propri giorni. Oggi l’hospice a San Cataldo può ospitare 8 persone, anche se la struttura è strutturata in maniera tale da poter fornire assistenza a domicilio nei paesi circostanti: pur non avendo una stima precisa, siamo nell’ordine di un centinaio di persone o poco più che ricevono dei trattamenti a domicilio. L’hospice, però, non va visto solo come un luogo di “buona morte”, ma anche un supporto per il malato e la sua fa-
miglia, che fornisce anche sollievo nel percorrere un tratto di vita così doloroso. In questo senso, il «libro degli ospiti» presente nell’unità al P.O. «Maddalena Raimondi» è indicativo di un rapporto stretto e consolante tra infermieri, volontari, pazienti e familiari, raccontato nei dettagli con pensieri e testimonianze che lasciano qualcosa di indelebile dopo la lettura. E in questo ambito, un ruolo fondamentale è svolto proprio dal volontariato. L›unità hospice di San Cataldo può avvalersi dell’efficace, competente e laboriosa cooperazione della associazione «Amici dell›Hospice Onlus», nata nel settembre 2012 su idea di Chiara Cagnina (che ne è presidente), Krizia Curatolo (psicologa), di Pio Alcamisi e il dott. Giuseppe Mulè, questi ultimi già operanti all’interno dell’unità nei ruoli di infermiere coordinatore, il primo, e responsabile di reparto, il secondo. L’associazione, che non ha fini di lucro, nasce dall’incontro di idee e esperienze dei fondatori per il mantenimento e l’incremento dei servizi offerti dall’hospice, con l’obiettivo di diffondere adeguate informazioni e sensibilizzare il territorio agli argomenti «hospice» e «cure palliative. Tra gli scopi, anche l’organizzazione di attività collaterali che aiutino i malati e i familiari a una residenza più accogliente, fornendo nuove opportunità di incontro, svago etc...: per potersi «prendere cura» del malato là dove non è più possibile curarlo. In questo senso, il ruolo del volontario può avere dei risvolti umani particolari: non è personale medico e questo può consentire l›instaurarsi di un rapporto più autentico e vicino con il paziente e i suoi familiari. Da qualche settimana è stato portato a compimento una prima selezione di volontari che, oltre ad aver dato la propria disponibilità, hanno dovuto superare una valutazione psicologica e affrontare un percorso formativo (obbligatorio per normativa) di una decina di ore, dal quale hanno appre-
so il modo migliore, sempre che ne esista uno, per approcciarsi ai casi di malattia terminale. Si è in attesa della convenzione con l’ASP per cominciare le attività. L›associazione ha già dato vita ad alcune interessanti iniziative. Il 30 novembre si è chiuso il progetto «dona un libro all’hospice», una raccolta di libri nuovi e usati per costituire una bi-
Non solo luogo di “buona morte” ma anche sollievo per malati e parenti blioteca all’interno dell’unità a uso dei pazienti e dei familiari: in collaborazione con la Libreria Mondadori di Caltanissetta, l’attività ha già registrato un enorme successo con tante donazioni. Da questo, dovrebbe partire un ulteriore progetto a lungo termine, ovvero un laboratorio di lettura e, successivamente, un altro di arte-terapia. Tra i progetti in fase di attivazione, un gruppo “AMA” (auto-mutuo-aiuto), ovvero un gruppo autogestito con all’interno persone che condividono l’esperienza del lutto: un confronto che può essere fondamentale al fine di dare supporto morale ai familiari. In fase di avvio anche un concorso a tema, in collaborazione con il Liceo Artistico Statale «F. Juvara» di San Cataldo, per la scelta di un logo per l’hospice: sarà anche un modo per organizzare incontri con i giovani per sensibilizzarli sull›argomento cure palliative. L›associazione può essere raggiunta tramite il suo profilo facebook all›indirizzo https://www.facebook. com/amicidellhospice.sancataldo e al sito internet http://amicihospicesancataldo.weebly.com/ .
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Fatti, eventi & territorio
Le miniere
Rapé e il suo sogno di città di
di Ivana Baiunco
C’
è ancora chi sogna una città che si possa svegliare dal lungo torpore nella quale e’ caduta nel corso degli anni. C’e’ chi nonostante successi fuori le mura e la prospettiva di una vita lontano da Caltanissetta con ostinazione torna nella sua città natale per fare arte, teatro. Lui è Aldo Rapè che si è inventato un nuovo percorso artistico che coinvolge più discipline, multidisciplinare direbbero quelli che parlano bene. Il progetto si chiama “Era Caltanissetta” un percorso lungo un anno. L’idea di “ Era Caltanissetta” nasce dopo l’esperienza del laboratorio teatrale dedicato a “Rosso di San Secondo” che ogni anno si e’concluso con una rappresentazione degli allievi del corso. Adesso Rapè ha voluto fare di più, teatro, fotografia, incontri di studio ,per “riscoprire la nostra identità storica” si legge così nella presentazione del progetto. In sostanza sono quattro appuntamenti preceduti da un percorso, il “viaggio” come lo chiama il resista nisseno, dove ci sta dentro anche e soprattutto la storia delle miniere. In un momento storico in cui non si parla più delle miniere, perché forse se ne è parlato tanto, perché ricominciare a parlarne? Perché credo che faccia parte della nostra storia, perché sono state un elemento ed un punto fondamentale della nostra storia e vanno rivissute,
riviste. “Era Caltanissetta” nel senso di quello che era, di quello che eravamo, ma di quello che può diventare, di quello che deve diventare questa città, ecco perché un progetto ambizioso che durerà un anno e che parte dalla nostra storia, forse un pò anche quella più conosciuta, quella delle miniere. All’interno del progetto, un grande calderone in cui c’è un po’ di tutto, dai libri alle mostre ed uno spazio
per il teatro. In che modo sarà strutturato questo nuovo corso? C’ e’ un corso che si chiama “Pane e zolfo” che e’ partito a metà novembre aperto ai partecipanti dai sei ani
In pagina, momenti di vita a Caltanissetta immortalati dagli scatti di Luigi Leonardi. A sinistra Aldo Rapé
in su, tutto il corso è finalizzato allo studio delle miniere ed a un evento che fa parte del progetto più grosso “Era Caltanissetta”. Lo spettacolo conclusivo sarà messo in scena nel maggio 2014 al “Michele Abbate” . E’ uno studio sulle miniere e non ci sono solo io.
Questa la novità di quest’anno, io conduco la parte più tecnica della recitazione e della regia poi partecipano insegnanti di recitazione, uso della voce, movimento scenico,
ben accetto, prenderemo solo le impressioni positive, perché quelle negative vengono già dette in altre sedi e non ci interessa, noi siamo mossi dalla positività. Ma c’è anche in preparazione un nuovo spettacolo che si chiama? Il mio nuovo spettacolo si chiama “Pinuccio” la storia di un caruso. Spero avrà una distribuzione nazionale e anche internazionale. Debutterà a marzo al teatro Regina Margherita . viene anche un clown dalla Francia e chi ha la possibilità ed il tempo di perfezionarsi tecnicamente in questo laboratorio può farlo. Il laboratorio e’ solo la prima parte. Il 30 novembre abbiamo inaugurato a Palazzo Moncada una mostra particolare, con le foto più belle di Luigi Leonardi, è dedicata a lui, e quindi ad un pezzo di storia di Caltanissetta. Le fotografie saranno inoltre raccolte in un libro scritto da me e Rosanna Zaffuto Rovello. Abbiamo voluto dare la positività del percorso che stiamo compiendo con un’iniziativa. All’interno della mostra c’è una telecamera fissa che riprende i nisseni che visitano la mostra e le cose riprese faranno parte di piccolo cortometraggio che presenterò a Maggio 2014. Chi vuole lasciare le impressioni sulla città è
Un progetto volto allo studio delle miniere, all’interno di “Era Caltanissetta”. Lo spettacolo conclusivo nel maggio 2014 L’impatto emotivo di raccontare la storia di un bambino che lavora nelle miniera ? E’ la storia di un viaggio, è la storia del suo primo giorno di lavoro da casa alle miniere, non entriamo dentro la miniera, ci entriamo tramite i ricordi
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Un messaggio rivolto ai nisseni, per tornare a mettersi in gioco. Lasciar perdere le critiche e rimboccarsi le maniche questa città, cosa possiamo fare per questa città. Bisogna lasciar perdere le critiche, sappiamo le cose che non vanno bisogna combatterle, superale, ma adesso è il momento di sbracciarsi e di rimboccarsi le maniche e di dire che ci sono delle cose che possiamo fare e cambiare. Tutto quello che ar-
del bambino del padre e della madre, sono tre fratellini che sono costretti dopo la perdita del padre ad andare a lavorare. L’ho scritta in forma di commedia e credo che era interessante capire quello che c’è nel distacco dalla casa verso la nuova casa che poi diventa chiaramente la miniera di zolfo per tanti carusi siciliani. Come si può aggiungere il sorriso ad una storia triste? Ma, dietro la tristezza i maggiori comici hanno detto sempre che c’è l’altra parte che e’ il sorriso. Credo che anche della cosa più triste va colto l’elemento positivo, il sorriso del viaggio, dell’andare in giro a conoscere luoghi sconosciuti a ricordare quello che il padre raccontava e di vedere le stesse cose con gli occhi di un bambino e tramutare in gioco quella che è stata forse una delle maggiori tragedie più imponenti del nostro secolo. Considerato il taglio che hai voluto dare pronto a critiche ed elogi? Si, come sempre, ci si mette in gioco. La cosa più importate adesso, e questo e’ un messaggio che voglio dare ai nisseni tutti, di rimettersi in gioco, di domandarci cosa stiamo facendo per
Luigi Leonardi
Nozze d’ oro con la Fotografia Il fotografo ha raccontato Caltanissetta con i suoi scatti di Annalisa Giunta “Suscitare emozioni e riportare alla mente ricordi ormai assopiti”: così Luigi Leonardi, fotografo professionista, descrive i suoi scatti; immagini care al fotografo nisseno - molte delle quali in bianco e nero, impresse nella pellicola a partire dagli anni ‘50 in poi - che raccontano luoghi e storie di Caltanissetta e dei suoi cittadini. Una lunga carriera quella di Luigi Leonardi, oggi 76 enne, cominciata quando aveva solo 14 anni e svolta sempre con dedizione e grande passione; un entusiasmo per quella che è stata la sua vita trascorsa tra rullini, camere
gli studi oppure imparare un mestiere, così all’età di 14 anni dopo aver capito di non essere portato per proseguire la carriera scolastica mio padre mi indirizzò nello studio fotografico di Luigi Morelli, in via Largo Barile, dove cominciò il mio percorso per apprendere il mestiere. Un’esperienza grazie alla quale mi sono formato non solo professionalmente ma anche
Sopra, Luigi Leonardi con il suo maestro Luigi Morelli nello studio fotografico in via Largo Barile
riva quando uno decide di mettersi a nudo, come me nel caso dello spettacolo, è sempre positivo. Se si è persone intelligenti si deve saper cogliere che nella critica c’è molto positivo proprio perché in ogni cosa c’è sempre il bianco ed il nero.
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oscure e negativi che emerge dalle sue parole e dal suo sguardo nel raccontarci la sua esperienza. “A differenza di oggi, ai miei tempi – afferma Leonardi – i ragazzi avevano due possibilità: continuare
mentalmente”. Dopo 7 anni di apprendistato, nel dicembre del 1959, Luigi Leonardi apre il suo primo studio in vicolo Neviera e dopo pochi mesi comincia a collaborare per “La Sicilia”, realizzando servizi fotografici a supporto dei fatti di cronaca locale, offrendo così delle immagini della città che oggi a distanza di anni offrono uno spaccato di quel che era Caltanissetta e della sua storia: come l’immagine che immortala il cinema Smeraldo di via Piave e che oggi non esiste più. Nel 1987 decide di mettersi in quiescenza e di cedere il suo studio fotografico, che nel frattempo era stato trasferito in via Maddalena Calafato, a suo figlio Vincenzo.
Anni duranti i quali anche il modo di lavorare è cambiato con la nascita delle digitali. “La mia prima macchina fotografica – ci racconta Leonardi – fu una Rolleflex, ma ricordo ancora quelle utilizzate dal mio maestro Amorelli, quando non esisteva il flash e l’illuminazione era affidata al lampo al magnesio”. “Oggi fare fotografie è più facile, molti sono ‘scattisti’. Prima – prosegue – c’era tutto un lavoro di tecnica dall’esposizione del negativo, all’apertura dell’obiettivo per dare la giusta luce alla foto, alla velocità nello scatto per le istantanee”. E proprio per festeggiare le sue nozze d’oro con la fotografia che decide di realizzare assieme a suo figlio il suo calendario con scatti immortalati negli anni ‘70 che mostrano angoli città ormai trasformati. Un’idea apprezzata e proseguita negli anni che vedrà anche per il 2014 la realizzazione di un nuovo calendario già ricercato dagli intenditori e soprattutto da chi ormai non vive più a Caltanissetta. Fotografie che sono esposte al Bauffremont e in altre attività commerciali e che oggi potranno essere tramandate alle nuove generazioni grazie alla realizzazione, in collaborazione con l’associazione culturale teatrale “Prima Quinta”, del libro fotografico “Era Caltanissetta”. “Un sogno quello di realizzare un libro fotografico – afferma il fotografo nisseno – da anni inseguito e oggi realtà, grazie a un intento di idee con il regista Aldo Rapè. Entrambi, infatti, amiamo la nostra città e vogliamo farla conoscere così come era per comprendere meglio chi siamo”. “Il mio desiderio ora – conclude – è quello di realizzare delle mostre nelle scuole medie per far conoscere così agli studenti, attraverso le fotografie, le loro origini”.
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Fatti & POST SCRIPTUM
di Filippo Falcone
Presenze culturali del passato nella nostra provincia
L’editore
Sciascia e la rivista Galleria
F
orse molti nisseni neanche la ricordano più, ma la rivista “Galleria” caratterizzò lo scenario culturale della nostra provincia (e non solo) nel secondo dopoguerra. Era stata fondata a Caltanissetta nel 1949, dall’editore di origini sommatinesi Salvatore Sciascia, instancabile animatore culturale. Per la stima che egli aveva saputo conquistarsi negli ambienti della cultura nazionali ed internazionali, e grazie alle sue tante amicizie artistiche, in quegli anni organizzò - nel clima non sempre brillante di una città di provincia come Caltanissetta - numerosi dibattiti, presentazioni di libri, mostre di pittura e molto altro; di grandissimo livello. Lo scrittore e giornali-
Salvatore
sta Valerio Volpini, già direttore dell’ “Osservatore Romano”, su “Famiglia Cristiana” ha scritto di Sciascia di “una persona straordinaria perennemente in moto: sempre a sollecitare, a ricordare, a fare”. Come scrivo, molto più modestamente io, in un mio libro di qualche anno fa, dedicato ai sommatinesi illustri, e tra questi Salvatore Sciascia: “Molti scrittori e artisti, in quegli anni, venivano volentieri a Caltanissetta, per incontrare il ‘Commendatore’ (come, con grande stima e rispetto, lo chiamavano). La sua cordiale umanità, legata ad una concezione aperta, proiettava la ricca attività culturale della sua casa editrice (fondata nel ’46-‘47) ben oltre i confini della nostra provincia e dell’isola”. Le sue innate capacità manageriali, seppur radicate in una realtà locale, per oltre un cinquantennio gli permisero infatti di profondere le sue energie nel lavoro di editore, tra Caltanissetta, Palermo, Roma, Milano. Ma, va anche ricordato il successo internazione della casa editrice con la pubblicazione della prima biografia dedicata a J. K. Kennedy, allora presidente degli Stati Uniti d’America; che avrebbe poi ricevuto l’editore proprio alla Casa Bianca. Oltre alla citata rivista - che ebbe un taglio spiccatamente culturale - Salvatore Sciascia, per dare voce ai tanti problemi e questioni del nisseno, nel 1953, fondò e finanziò anche il settimanale “La gazzetta del centro”; che però ebbe vita breve. Tale testata fu una vera e propria fucina per molti giovani giornalisti nisseni e siciliani; poi diventati bravi ed apprezzati cronisti. Molte furono le battaglie giornalistiche di quegli anni: sui problemi zolfiferi ed agricoli del territorio, sulla questione del petrolchimico di Gela, sulla crisi del settore edilizio, sull’emigrazio-
ne, sulla perenne carenza idrica, sulla mancanza degli alloggi, sulle scuole ecc. In quelle pagine lo stesso Sciascia fu spesso presente, con la sua firma, a denunziare sprechi e ritardi del sistema e della classe politica del tempo. Ma, per tornare alla rivista “Galleria”, il bimestrale ebbe come suo primo direttore Calogero Natale, successivamente sostituito da Leonardo Sciascia (a cui poi si affiancarono due intel-
lettuali del livello di Aldo Marcovecchio e Mario Petrucciani). Di fatto, lo scrittore racalmutese diresse la rivista sino al 1959, intensificando le collaborazioni con grandi nomi della cultura italiana del tempo; nonostante l’indirizzo editoriale di “Galleria” fosse stato, sin dall’inizio, marcatamente regionalistico. Tuttavia, il bimestrale si sarebbe presto imposto anche come momento di riflessione più generale sulla cultura meridionalista di quegli anni, seppur sempre con un occhio di
riguardo al campo letterario; tanto da far dire a Vittorini di trovarsi di fronte alla “migliore rivista letteraria che sia uscita in Sicilia”. Tra le collaborazioni nomi di rilievo come: Russo, Pasolini, Calvino, Moravia, Caramella, Salvatorelli, Zavattini, P r a z , Cecchi, Ulivi e molti altri. Ricca anche la presenza nel campo della critica d’arte con firme come quelle di Longhi, Argan, Zevi, Salvini ecc. Gli ambiti trattati dalla rivista furono diversi e variegati: letteratura, saggistica, prosa, poesia, storia, cinema, teatro, arti figurative, politica, società e molto altro. Nel 1967 il bimestrale pubblicò degli inediti, con disegni, di Carlo Levi. L a r i vista fu attiva sino alla fine degli anni ’80 (divenuta nel frattempo quadrimestrale), affiancando all’attività del periodico anche la collana letteraria “Quaderni di galleria”. Più in generale, la casa editrice Sciascia - per i cui tipi “Galleria” è stata pubblicata - ha rappresentato, seppur muovendosi dal quadro periferico dell’entroterra siciliano (inteso non solo dal punto di vista geografico, ma anche culturale), una delle case editrici
di maggiore qualità nell’ambito dell’editoria nazionale, con centinaia di pubblicazioni e collaborazioni di scrittori di rilievo come: Sciascia, Campanile, Pasolini, Bevilacqua, Roversi, Vigorelli, Fernandez, il premio nobel per la let-
Il bimestrale ebbe come primo direttore Calogero Natale, successivamente sostituito da Leonardo Sciascia teratura nel 1997 Aleixandre e moltissimi altri. Va ricordato che furono le edizioni Sciascia a pubblicare, nel 1956, “Questa mafia” di R. Candido, primo libro che descriveva l’evoluzione del fenomeno mafioso da rurale ad imprenditoriale; che avrebbe poi ispirato Leonardo Sciascia ne “Il giorno della civetta”. Per queste ragioni sarebbe oggi assai utile - con la disponibilità degli eredi di Salvatore Sciascia e grazie alla Fondazione a lui dedicata dopo la sua morte che qualche studioso, o, meglio ancora, qualche giovane laureando per tesi di laurea, potesse studiare l’archivio della casa editrice nissena che, tra gli anni ’50 e ’80, ebbe contati molto stretti con i maggiori intellettuali italiani del tempo. L’iniziativa potrebbe essere finalizzata a realizzarne - con l’aiuto delle istituzioni ed altri soggetti - una pubblicazione analitica per recuperare una parte importante della storia culturale del nostro territorio e del nostro Paese.
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Fatti, ambiente & territorio
“
Poco più di mezzo metro a testa di verde urbano in città. La classifica del Sole 24 ore-Legambiente, pone Caltanissetta all’ultimo posto.
Ad ognuno la sua zolla
Ma una ricerca analitica del circolo “Centro storico” del PD, dimostra come in pochi passi le cose possano cambiare
Ecco come aumentare il verde a costo (quasi) zero
di Alberto Sardo
“La qualità del verde è inversamente proporzionale al prezziario regionale per l’edilizia”. Una battuta per comprendere come il verde pubblico sia inversamente proprzionale alla speculazione.
VERDE FRUIBILE COMPLESSIVO Verde Esistente
mq. 27.449
Verde Potenziale Comunale
mq. 210.814
Ampliamento parco Balate con
mq. 37.272
Da sinistra, Pino Rumeo, Martino Messana, Masimo Cassetti e Ivo Cigna
Q
uando si parla di verde urbano, magari dopo la pubblicazione di una graduatoria che vede la città di Caltanissetta ultima in Italia con soli 0.76 mq di verde per abitante, i sentimenti con cui ci si confronta vanno dall’indignazione al fastidio e nulla più. Quando però in primavera mamme, nonni e famiglie si mettono in fila a villa Monica o al parco Robinson, per aspettare il turno del proprio figlio o della nipotina per usufruire di uno dei pochi spazi da gioco all’aperto, si comprende come quei 0,76 metri siano veramente stretti. In aiuto all’amministrazione comunale, soprattutto a quella futura, il circolo “Centro Storico” del Partito Democratico ha elaborato un’analisi del verde fruibile urbano in città e l’ampliamento possibile in breve tempo, grazie a interventi “leggeri” sugli spazi già di proprietà del comune o “in convenzione”. Il tutto tenendo presente che dal 1° dicembre è in vigore il “regolamento sul verde pubblico” nel
comune di Caltanissetta. Per l’architetto Giuseppe Rumeo, è necessario parlare di “sistema verde urbano, dando largo respiro alla tematica”. Per Ivo Cigna, “la volontà è cominciare a ragionare su un nuovo modello di città partendo dai dati e uscire fuori dalle chiacchiere da Bar. Le graduatorie sono sempre indicative, non santuari, ma devono tracciare la strada. Dopo che si è fotografato lo stato dell’arte, la nuova amministrazione, si spera che si porrà degli obiettivi”. In questa ricerca il circolo “Centro storico” ha utilizzato la graduatoria Sole 24 Ore e Legambiente per parlare di “sistema Verde fruibile urbano”. Si parte da 0,76 metri quadrati per abitante a Caltanissetta, ultima tra le piccole città e anche in valore assoluto. Eppure c’è la legge sull’urbanistica del ‘68 che prevede almeno 9 metri quadri per abitante e tra questi non si dovrebbe computare il verde stradale o le aiuole. Questi limiti e parametri
si traducono in oneri, ovvero soldi, che chi costruisce edifici e manufatti edilizi, paga regolarmente al Comune. Queste entrate vanno a rimpinguare le casse dell’ente ma non vengono utilizzate per il verde urbano. “Questo dato serve a rispondere a chi ci accusa che siamo sognatori – spiega quindi l’architetto Rumeo - siamo lontani dai minimi di una legge del ‘68, e continuiamo a costruire villette e strade, senza verde, il verde, va costruito, come le strade”. La ricerca fa vedere che in poche mosse i nisseni potrebbero avere molti più spazi utilizzabili di quanti ne possano oggi sognare. Si parte dal verde storico ottocentesco rappresentato da villa Amedeo e villa Cordova. “Il territorio della città si è più che raddoppiato, ma il verde tranne villa Monica e Parco Robinson non è aumentato, quindi non c’è stato mai un investimento e un’attenzione della città”. Per Ivo Cigna del circolo PD e componente di Legambiente, bisogna or-
I ragazzi piantano alberi per la “Festa dell’Albero”, ma qualcuno spiana tutto con il trattore Per la festa dell’albero 2012 l’azienda foreste demaniali aveva donato 400 alberelli che Legambiente ha fatto piantare nel parco Balate. I ragazzi, circa 200 dalle scuole elementari, medie e superiori parteciparono. I bambini con le loro mani e fatica hanno piantato le piantine. L’unica cosa che era stata chiesta all’Amministrazione comunale, era di non farle morire, invece le piantine sono state arate con il trattore. Dovevano solo innaffiarli e fare una minima manutenzione. Erano alberi di lecci, roverelle, carrubbi e altro, non solo non l’hanno fatto,
Al Parco Balate è successo un fatto non proprio edificante ma hanno permesso che si arasse con il trattore. Così al posto degli alberi adesso c’è un terreno arato, ma poi per fare cosa?
ganizzare un “ufficio verde” attrezzato, che oggi al Comune è costituito da sole due unità di cui una part time, e poi rimpinguare il capitolo di bilancio dell’ambiente, oggi al minimo. L’ufficio verde è importante, alla luce del nuovo ‘regolamento del verde pubblico e privato’ approvato dal consiglio comunale ad agosto e operativo dal 1 dicembre 2013, a cui hanno contribuito Ivo Cigna e Amedeo Falci. Prevede una serie di azioni e sanzioni. “I cittadini sappiano che è uno strumento che prima non avevano che è anche un deterrente. Se vedono tagliare un albero davanti la loro casa, prima non c’era nessuna norma a salvaguardia, adesso chiamano i vigili urbani che devono elevare una sanzione. Il regolamento prevede anche un catasto del verde”. “Ci vuole assolutamente quindi un ufficio verde, per consentire ai cittadini di seguire le procedure in modo facile e per effettuare controlli e adempimenti obbligatori”. Torniamo al verde fruibile. “Il ragio-
Verde Fruibile “in convenzione”
mq. 62.846
TOTALE
mq. 338.381
MQ VERDE PER ABITANTE
mq.
5.48
namento sul verde è legato a chance di sviluppo della città. Caltanissetta non può competere con poli turistici, amministrativi e industriali – spiega Pino Rumeo – quindi se deve essere città dei servizi, deve anche essere vivibile e sostenibile, rappresentare un’ attrattiva differente grazie alla vivibilità. Po-
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Siamo lontani anche dalla normativa del 1968
Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi desti-
nati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi dell’art. 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765. (entrato in vigore il 17 aprile 1968) Art. 3 - Standard minimo di mq. 18
chi sforzi non hanno compensato l’evoluzione della città. Parco Robinson, nato sotto la giunta Mancuso e Villa Monica, sotto la giunta Messana, sono piccole cose”. Con queste quattro aree abbiamo 0,76 mq di verde per abitante, poiché è stato inserito il verde cimiteriale, aiuole stradali, rotatorie. Ecco quindi le potenzialità di amplia-
piste e spazi per i cani. Uno spazio così congegnato nel giro di qualche mese può partire con semplici aree da ginnastica, attrezzi in legno o ferro. A Palermo, con 100 mila euro hanno iniziato a far fruire il parco che è molto più grande del Parco Balate”. I cittadini del quartiere, infatti, pretesero di sistemarlo in economia realizzando sentieri na-
Decreto Ministeriale 2 aprile 1968, n 1444.
Cosa diceva?
per spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggio, con esclusione degli spazi destinati alle sedi viarie. Di cui: c) mq. 9,00 di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade; (pro capite ndr) giorni scorsi sono andati a fare un sopralluogo. Sono 122 mila metri quadrati di verde e bellezza paesaggistica invidiabile, che se non preservato potrebbe diventare appetibile per i costruttori. “Il circolo “centro storico” del Pd, sostiene l’acquisizione del parco Antenna Rai da parte dell’amministrazione, perchè la riconosce
PRIMA
“Regolamento per la fruizione e la tutela del verde pubblico e privato”
DOPO
In vigore dal 1 dicembre
Ecco cosa prevede Disciplina la fruizione e la tutela del verde pubblico e di aree private nel territorio del Comune di Caltanissetta: parchi e giardini comunali, parchi e giardini storici, spazi di proprietà pubblici o affidati in concessione, giardini privati aperti al pubblico. Il “Regolamento” detta norme per: evitare danneggiamenti e facili tagli di alberatura, contribuire ad una razionale gestione del verde, indicare le modalità di intervento sul verde, aumentare la biodiversità, contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei e mondiali di riduzione dei gas inquinanti. Parchi e giardini storici come Villa Amedeo, Villa Cordova, Parco Dubini, aree verdi che hanno assunto particolare significato culturale per la città. Il Regolamento indica autorizzazioni, norme tecniche, procedure e comportamento a cui tutti devo conformarsi per la fruizione degli spazi verdi in ambito urbano nel Comune di Caltanissetta. Salvaguardia del patrimonio vegetale: gli arbusti rari, di pregio e di maggiore età (grandezza). Istituisce il “Catasto del verde urbano” L’Ufficio Verde del Comune deve inserire i censimenti periodici nei contratti di manutenzione e si avvale di segnalazioni dei privati e delle associazione ambientaliste. Abbattimenti fatti dal Comune devono essere documentati e giustificati con apposita relazione: diventa obbligatorio il nulla osta dell’ufficio Verde. Per ogni albero abbattuto deve essere previsto l’impianto di verde equiva-
Sopra il Parco Dubini prima e dopo il taglio degli alberi secolari.
lente, previa autorizzazione all’Amministrazione Comunale. I privati che chiedono l’abbattimento di alberi sono tenuti a versare anticipatamente al Comune una somma pari al valore ornamentale della pianta da abbattere. Le somme vincolate in capitolo di bilancio per il verde. Come si ottiene autorizzazione? Presentazione, da parte del proprietario, di domanda al Dirigente comunale con dettaglio alberi da tagliare, documentazione fotografica. Il Comune esprimerà parere entro 30 giorni, altrimenti silenzio assenso. Gli alberi eliminati devono essere sostituiti oppure è obbligatorio il pagamento anticipato al Comune di una somma pari al valore ornamentale della pianta Deve essere un procedimento snello, con modulistica pronta. Potature Esclusivamente per eliminare rami secchi, lesionati o ammalati, per motivi di difesa fitosanitaria, per problemi di pubblica incolumità, per rimuovere elementi di ostacolo alla circolazione stradale. Vietati tagli “artistici”, artificiali. Edilizia Quando si progetta un edificio si deve produrre un progetto edilizio e uno sul verde. Se non fai la procedura, i vigili arrivano e fanno la multa. Vigilanza E’ affidata alla Polizia Municipale. Chiunque può segnalare abusi e alla luce del regolamento i vigili devono sanzionare. Aree per il gioco dei bambini è vietata la circolazione di cani.
A sinistra il parco Balate
mento. Il Parco Balate. Sono 88 mila metri quadri, da utilizzare immediatamente con un approccio leggero, ovvero senza troppe opere da costruire ma rendendo al meglio quello che c’è. Tra l’altro potrebbe essere facilmente ampliato a 125 mila metri. Il Parco Balate, è fermo, sebbene sia pressoché tutto espropriato, quindi di proprietà del comune. Nel progetto previsto ci sono infrastrutture pesanti come un anfiteatro, che fa lievitare il costo. “L’idea che abbiamo sposato tutti quanti – prosegue Rumeo - è che questo parco si può far vivere da subito, senza aspettare il grande anfiteatro, che necessita di soldi per farlo e per la manutenzione. Anfiteatri, viali su calcestruzzo, appesantiscono l’opera e ne allontanano la fruibilità nel tempo: la qualità della progettazione del verde è inversamente proporzionale al preziario regionale usato per l’edilizia, ma pure nel verde ci sono imprese che guadagnano, non solo dal cemento”. “Il modello proposto è il parco Uditore a Palermo, “U Parcu”, molto light, con
“Anche dal verde ci sono imprese che guadagnano”. Dal 1 dicembre il nuovo regolamento è operativo. Ma il Comune deve ampliare l’ufficio verde, fare la modulistica e quantificare le sanzioni turali, panchine e staccionate in legno della Forestale. Sul “Parco stazione Antenna Rai”, hanno lavorato soprattutto Angelo Lomaglio e Mario Lipani, che nei
come una propria idea da sempre sostenuta”. Sommando queste ipotesi di verde fruibile, si arriva a 3 metri e 86 per abitante, che sono molti di più degli 0,76 metri attuali, ma pur sempre lontani dai parametri della legge. Ma ci sono ulteriori potenzialità di espansione in convenzione, all’interno del perimetro urbano. Si tratta di aree non di proprietà del Comune, ma di cui l’Ente non può non prendere atto, perorando un uso sociale pubblico. Il parco Dubini è uno di questi. “Il comune non si è sentito mai, pubblicamente, sul disboscamento abusivo avvenuto. Poi si cerca il capro espiatorio, ma c’era una condivisione di massima, perchè andare a fare l’elisoccorso in un’area boschiva, è come pensare di farlo in piazza o al posto della Cattedrale”. Altro spazio verde “in convenzione”, è il parco Redentore, con potenziali 126 mila metri quadrati da tutelare con finalità pubblica. L’area in parte è di proprietà della Curia, mentre lo spazio boschivo sottostante è di privati, che hanno condiviso l’ipotesi di massima di una convenzione per la fruizione pubblica a fronte di manutenzione. Mentre si dovrebbe stipulare con la Soprintendenza ai beni culturali, la convenzione per il Parco Palmintelli, in modo da favorirne un maggiore e più facile uso dei cittadini. Così arriveremmo a 5,48 mq per abitante di verde.
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Niscemi di Franco Infurna
La vita della cittadina “sconvolta” dai disordini e della protesta anti USA
L’ anno di Niscemi Non solo... NO MUOS
Cronistoria delle vicende di maggiore interesse
P
er Niscemi, cittadina divenuta ad alto rischio ambientale, il 2013 si caratterizza come l’anno della battaglia contro il Muos, il sistema di comunicazione satellitare ad altissima frequenza che la marina americana sta realizzando nella sua base di contrada Ulmo, vicino a una cinquantina di antenne già in funzioni da tempo. La popolazione teme gli effetti delle potenti onde elettromagnetiche sull’organismo umano, anche perché risulterebbero in consistente aumento i casi di leucemia, ovvero il cancro al sangue. Ambientalisti e pacifisti, così come sindaco, assessori e consiglieri comunali, chiedono tutele e garanzie attraverso un serio studio preventivo di impatto ambientale, coinvolgendo nella ricerca scienziati proposti da loro. Ma nessuno ha mai accettato queste rivendicazioni ragionevoli. Solo il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, ha trovato il coraggio di revocare le autorizzazioni che erano state date agli Usa. Ma è durato poco, perché le cose sono tornate come prima appena due mesi dopo quando l’istituto superiore della sanità ha effettuato un proprio accertamento empirico sostenendo che i campi elettromagnetici del Muos non arrecheranno danni alla salute della popo-
Il 15 febbraio l’operazione Rewind contro la mafia niscemese: 10 arresti lazione, non superando determinati limiti di guardia, che però nessuno nella relazione dice quali siano. Scioperi, manifestazioni di protesta, blocchi stradali e persino scontri fisici non sortiscono il risultato di impedire la costruzione delle parabole satellitari. I fatti si susseguono in un crescendo di tensioni e di partecipazione ai raduni che si estendono a tutta l’Italia giungendo fino a Roma davanti ai pa-
Turi Vaccaro
lazzi del potere e perfino in Vaticano. Ma sono Niscemi e Palermo i luoghi più affollati dai dimostranti. I primi scontri si hanno l’11 di gennaio con attivisti No Muos contro polizia e carabinieri in contrada Ulmo. A metà febbraio fanno la loro comparsa sul fronte della contestazione anche le “Mamme No Muos”, donne agguerritissime che scendono in campo per difendere i loro bambini e la vita stessa della città. Il sindaco, Francesco La Rosa capisce la portata politica e sociale di quella presenza e si schiera a fianco alle dimostranti. Ma il 6 di febbraio, proprio le mamme vengono caricate duramente dalle forze dell’ordine, suscitando le proteste unanimi del mondo politico e degli attivisti. L’8 marzo, festa delle donne, il questore di Caltanissetta, Filippo Nicastro, si reca a Niscemi e porta loro mazzolini di mimose in segno di pace e di rispetto. Ma la tregua dura poco. Il 29, la polizia trova ai margini della strada per la base americana sacchetti di chiodi a tre punte, bande chiodate per bucare le gomme degli automezzi e cesoie. Si sospetta la presenza di anarco-insurrezionalisti alla vigilia del raduno nazionale di ambientalisti e pacifisti convocato per il 30 marzo a Niscemi. La manifestazione è imponente. Oltre ai No Muos, ci sono i No Tav, della Val Di Susa, e i No Dal Molin, di Vicenza, alcuni No global, un monaco buddista e tanti giovani di partiti e movimenti di destra, di centro e soprattutto di sinistra. Un lungo corteo di pacifisti si snoda dalle porte di Niscemi fino alla base americana di te-
lecomunicazioni di contrada Ulmo. Una festa di popolo senza incidenti. Un popolo che vuole vivere in pace e in salute. Crocetta ha bloccato i lavori revocando i permessi ma gli americani continuano a montare le antenne. Ad aprile, gli attivisti diffondono un loro video con gli operai che lavorano al Muos e riesplodono polemiche e tensioni. Riprendono i blocchi stradali. Un gruppo di dimostranti sale sui tralicci della base e vengono denunciati. Altri due, Turi Vaccaro e Nicola Arboscelli finiscono in carcere. Usciranno dopo qualche giorno e saranno condannati per essersi introdotti in un’area militare e per danneggiamenti. Spuntano anche i “Nonni No Muos” che il 26 aprile si schierano con mamme e attivisti nei sit-in. Le stesse mamme che il 2 maggio bloccano i mezzi militari, seduti a terra a recitare il rosario con le coroncine in mano. Il 9
anche a Palermo, davanti ai palazzi della Regione, dove, a Novembre, si verificano scontri tra dimostranti e forze dell’ordine. Il problema resta in piedi e di difficile soluzione. Tant’è che si attaccano a distanza il presidente della Regione, Crocetta, e il ministro della difesa, Mauro, in un serrato scambio di accuse e di competenze e di responsabilità sul Muos, che l’uno attribuisce all’altro. Ma l’anno 2013 non è stato solo Muos. È stato anche travagliato dall’emergenza sanità, con l’ospedale che, mese dopo mese, si è visto privare di medici varie unità operative, con la conseguente chiusura dei reparti. Niscemi però non ci sta, e dopo varie proteste, ad aprile raggiunge un’intesa con l’Asp sulla creazione di un pronto soccorso attrezzato, con terapia d’urgenza e lungodegenza, che sia capace di affrontare i casi clinici più urgenti legati all’emergenza.
I poliziotti della Squadra mobile di Caltanissetta durante i rilievi per il recupero dei resti di Pierantonio Sandri, ritrovato nel settembre del 2009 a distanza di 14 anni dalla sua scomparsa
di maggio arriva a sorpresa il console Usa, Donald Moore, seguito, il 17, da una delegazione del M5S e, il 28 maggio, da un gruppo di attivisti di Sel, guidati dall’ex Pm, Antonio Ingroia. Il 10 Luglio, altri 8 No Muos vengono segnalati alla magistratura per essersi arrampicati sui tralicci dopo avere abbattuto le transenne. Manifestazioni e proteste avvengono
Un accordo chiaro che però fino alla fine dell’anno non trova riscontro. Così, sindaco (Francesco La Rosa), assessori e consiglio comunale occupano l’ospedale e, fuori, in un gazebo, trasferiscono l’ufficio di gabinetto del primo cittadino. La protesta scuote la Regione che annuncia il prossimo
Emergenza sanità: in ospedale diminuiti i medici e le unità operative. Chiusi molti reparti arrivo della commissione regionale sanità a Niscemi. Solo dopo si stabiliranno tempi e modi di intervento. Intanto, Giuseppe Maida e Rosario Ristagno protestano nel piazzale antistante la stazione ferroviaria dove hanno montato una tenda per richiamare l’attenzione sull’elipista, da tempo completata, che attende ancora il collaudo. “Senza questa struttura – dicono i due – non si può dare tempestiva ed efficace risposta ai pazienti gravi che necessitano di cure urgenti”. Nel 2013 non è mancata la cronaca nera e in particolare la cronaca giudiziaria. L’8 febbraio viene arrestato dalla polizia un complice Di Giuliano Chiavetta e Salvatore Cancilleri, assassini del povero Pierantonio Sandri, ucciso nel ’95, nel timore che parlasse e che raccontasse di avere assistito al danneggiamento dell’auto di un pregiudicato, riconoscendone gli autori. Il 27 viene eseguito un quarto arresto: Vincenzo Pisano. Il 15 febbraio, la squadra mobile e il commissariato eseguono 10 arresti nell’ambito dell’operazione “Rewind” contro la mafia niscemese. Si fa luce sull’omicidio di Roberto Bennici e si ricostruisce la storia di Mafia a Niscemi, mentre le manette scattano per Giancarlo Giugno, boss indiscusso di Cosa Nostra niscemese. Storia di mafia che viene completata, il 23 aprile, con l’operazione della polizia “Colpo su Colpo”, che porta all’esecuzione di otto arresti per la guerra tra il clan stiddaro dei Russo e le famiglie Giugno-Arcerito di Cosa Nostra. Per chiudere, una notizia curiosa. Il 15 novembre viene arrestato un promoter finanziario. Nella sua agenzia del centro storico non faceva solo prestiti ma vendeva pure droga in spinelli per risollevare gli affari che, a causa della crisi, erano crollati ai minimi termini.
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Fatti & San Cataldo
Il bello e il brutto del 2013 di Alberto Di Vita
A
vevamo salutato l’arrivo del 2013 con quella speranza e un goccio di fiducia che, lo sappiamo, sono così caratteristici della nostra terra, e con questo intendiamo tutta la Sicilia: che è “mischia di lutto e luce”, che per sua deformazione culturale (innestata secolo dopo secolo, invasione dopo invasione, concessione su concessione) si piega facilmente al più cupo pessimismo sapendo esprimere al contempo una lunatica euforia che a chi non è siciliano spesso rassomiglia alla pazzia. Forse era per lo sfinimento di sentirsi accerchiati dalla tristezza, dalla povertà dilagante, dall’idea stessa della crisi, ma eravamo fiduciosi che il 2013 potesse essere l’anno buono per allungare finalmente i piedi verso il percorso che avevamo davanti, piuttosto che tenerli ben fermi per non arretrare. Lo guardavamo con occhi speranzosi: così non è stato, e il 2013 passerà agli annali di questa comunità come una sorta di “annus horribilis” che, non ne dubitiamo, ricorderemo a lungo. Protagonista indiscussa dell’anno è stata la vicenda delle dimissioni del Sindaco Franco Raimondi, che per lunghi mesi ha persino rivestito i panni dell’esempio da imitare, per la tenacia, la passione, la (sicilianissima) ostinazione di chi insegue per anni un sogno e finalmente lo raggiunge. Ce lo vogliamo ricordare ebbro di felicità alla chiusura dei conteggi, rosso in viso, stravolto dalla gioia e il bicchiere in mano: l’immagine successiva, l’ingrigito burocrate dei comunicati stampa a ribattere
e controribattere al nemico-amico, con quell’incespicante politichese che mal si addice all’uomo, è figura che vorremmo passasse direttamente al dimenticatoio. Lei e tutto il teatrino che per quasi due mesi, o più, ha animato e monopolizzato le altrimenti insipide e noiose chiacchierate al bar di tutti noi. Conserveremmo, invece, l’immagine dei 7 temerari che sono scesi in piazza per manifestare tutto il loro incondizionato appoggio a cotanto Sindaco. È anche stato l’anno in cui più volte abbiamo dovuto fare i conti con la “munnizza”. Scioperi, stipendi che non arrivavano, rifiuti che si accatastavano uno sopra l’altro fino a
regalarci una vera “santina”: quella rotatoria circondata dai rifiuti, che diventano quasi arredo urbano, una delle cartoline più amare e più rappresentative della creatività distruttrice tipica del siciliano. Anche i giovani non si fanno mancare niente: per “festeggiare” Halloween in maniera originale danno
il via a un vero e proprio raid al cimitero, imbrattatano e distruggono tombe e statue, ammonendo l’intera comunità sulla scarsa vigilanza di chi dovrebbe educare, la mancanza di alternative, di divertimenti sani, di opportunità culturali. È stato anche l’anno del continuo
rinviare il problema delle strisce blu, con il picco toccato a giugno, quando oltre 400 cittadini scrivono al sindaco, firmandosi coraggiosamente con nome e cognome, per cambiare lo stato delle cose e rendere i parcheggi almeno in parte liberi. Decidono di scrivere così forte e duramente che pensano possa bastare: il successivo
Consiglio Comunale con argomento all’o.d.g., ovviamente, vede negli spalti la solita platea di 4 o 5 persone. La questione Ipab è arrivata a un punto di non ritorno, a meno che questo Commissario non porti qualche sorpresa. Una situazione protratta negli anni e che adesso sembra saltellare di mano in mano fino al momento in cui non sarà ora che esploda in tutta la sua reale complessità: poco meno di 20 persone dovranno sapere cosa accadrà nel loro futuro lavorativo, e almeno un paio di milioni di euro troveranno destinazione alla voce “debiti” di qualche ente pubblico. Il 2013 però ci ha riservato anche momenti emozionanti, particolari. Come la sepoltura di una delle vittime del tragico naufragio al largo di Lampedusa: “qui riposa un nostro fratello migrante eritreo ignoto, deceduto nelle acque del Mediterraneo a poche miglia da Lampedusa il 3 ottobre 2013 in un viaggio di speranza verso una nuova vita, vittima innocente di atroci crudeltà. San Cataldo solidale l’accoglie”. Non c’è bisogno di commentare oltre. Franco Raimondi si è dimesso, ma può vantare di avere scritto una pagina importante della storia sancataldese: la risoluzione della questione “permute territoriali” sembrava più un miraggio che una reale possibilità. Il tutto dopo oltre 40 anni di buco nero nei quali non si è mai capito chi doveva fare cosa e perché, nel
più classico dei balletti burocratici all’italiana (in salsa siciliana), dove è chiarissimo a tutti cosa va sistemato, tranne a chi può effettivamente sistemarlo. È anche l’anno del commissario Licia Messina, di cui potete leggere un’intervista nella pagina accanto. Ma lo è anche di Giuseppe Riggi, partigiano della seconda guerra mondiale che ha ricevuto l’onorificenza di “Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica”. E per non eccedere nel sentimentalismo, scegliamo di incastonare qui il ricordo di Angelo Coniglio, corrispondente dei due maggiori quotidiani siciliani,
Raid al cimitero, tombe e lapidi imbrattate: una pagina da dimenticare figura guardata sempre con simpatia da tutti. È stato un anno importante perché si è tornato a discutere con frequenza di disabilità: lo abbiamo fatto noi nel nostro giornale, è stato argomento portato in Consiglio Comunale, è stato presentato il primo libro scritto da un disabile (“Un viaggio”, di Nino Sidoti, di cui vi abbiamo scritto nel numero scorso). Ed è definibile come
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L’intervista. Il vice-prefetto racconta come amministrerà San Cataldo
Il commissario Licia Messina
“La mia gestione, ordinaria e ordinata”
“epocale” il fatto che, per la prima volta, i disabili gravi hanno avuto possibilità di votare, a Febbraio, grazie al Tribunale dei Diritti del Malato. In ultimo, ma non per ordine di importanza, il 2013 ci ha ricordato che il tessuto culturale sancataldese è sempre vivo, nonostante manchino politiche serie utili alla creazione di un “sistema”, in presenza del continuo abdicare della politica che lascia alle associazioni il compito di faticare e sporcarsi le mani; nonostante manchino punti di riferimento, scarseggino i luoghi di aggregazione, sia latente il concetto di collaborazione. Resistono le grandi manifestazioni (“Teatro sotto le stelle”, “Sasizza Village”, “Gabara Campfest”, “Teatri di pietra”... continueremmo, se ci fosse spazio a sufficienza), si prova a dare una ventata di novità alla “Settimana Santa” affidandola all’associazione “Amico Medico” (buona la prima), i gruppi musicali muoiono e altri ne nascono. Qui sulle nostre pagine abbiamo raccontato alcune vicende di artisti sancataldesi (Salvatore Alessi, Paolo Amico, Ivan Giumento e la compagnia Medea etc…) ripromettendoci di fare più e meglio per dare voce a chi ha la capacità di creare, provando a fare anche noi, nel nostro piccolo, da collante. Perché saggezza antica dice che “da soli si va più veloce, ma insieme si va più lontani”. C’è una grande voglia di fare, c’è la pos-
sibilità di stare uniti e di andare lontanissimo: prima o poi saremo costretti ad accorgercene tutti. San Cataldo è un paese vivissimo, anche sotto le macerie e le ceneri: ha idee, genialità, voglia. È soprattutto per questo che, mischiando come sempre lutto e luce, guardiamo al 2014 con lo stesso ottimismo di un anno fa. E forse anche qualcosa di più.
Sembra una donna sicura di sé, equilibrata e tenace quella che ci accoglie nello studio per questa breve intervista di presentazione. È Licia Messina, 53 anni di Piazza Armerina, vice-Prefetto, già componente (per 35 mesi) di una commissione straordinaria in un comune sciolto per infiltrazioni mafiose: sposata da 29 anni, con due figli, un maschio di 28 e una femmina di 20 anni. Le piace dedicarsi alla famiglia, alla casa ma è costretta a destinare queste cure soprattutto nel fine settimana… se non ci sono turni, visto che come viceprefetto non è insolito che debba recarsi al lavoro anche nei week end. Pratica attività fisica appena può, per tenersi in forma, e ama viaggiare, tanto, in compagnia del marito. Sono questi alcuni dei tratti che ci descrivono il commissario che traghetterà il comune di San Cataldo fino alle prossime elezioni. Lei è arrivata qui con quello che sembra essere un “ritardo” rispetto a quanto ci si aspettasse. C’è un motivo o non ne è a conoscenza? «La tempistica non è di mia competenza. La Sicilia è una regione a statuto speciale, e la materia degli enti locali è di esclusiva competenza della regione» Con quale stato d’animo ha accettato? Iniziare è stato così come se lo aspettava? «È stata una sorpresa e motivo di soddisfazione personale, anche perché San Cataldo è un comune importante della provincia di Caltanissetta. Appena sono arrivata mi sono comunque accorta che è esperienza davvero complessa, anche perché il momento non era dei più felici: tra urgenza del bilancio e questione Ipab ho dovuto subito affrontare realtà non semplici» Se glielo riproponessero, accetterebbe? «I ritmi sono diventati frenetici, vado a mille. Ma lo rifarei, certo» Rapporti con il Consiglio Comunale: qualche sorpresa o tutto come si aspettava? «L’approccio è stato positivo, ho chiesto una collaborazione leale e mi è stata promessa. Ma dalla di-
chiarazione di intenti del Consiglio Comunale ai fatti corre una grossa differenza: i consiglieri, infatti, mantengono il loro ruolo di parte, nonostante ho subito precisato che la mia sarà una gestione ordinaria e per quanto possibile, come mi piace definirla, ordinata» Sulla parola “ordinaria”: spieghiamo alla gente cosa distingue l’ordinario dallo straordinario. «Detto semplicemente: un Sindaco fa scelte politiche, nel senso letterale del termine, proprio di orientamento politico della comunità, che segue l’indirizzo di una base elettorale. Io devo portare questo ente verso le elezioni, la mia è la politica delle opportunità, se ci saranno» Crede di potere intervenire in ambiti straordinari senza “orientare politicamente” la comunità? «No, per mia scelta e mia posizione non l’ho fatto e non lo farò. Anche se ho dovuto subito affrontare un problema serio e delicato come quello dell’Ipab, per fare un esempio»
commenta da sé. I conti non li ho trovati nelle migliori condizioni, però credo che sia un problema diffuso... le situazioni di disagio e difficoltà delle amministrazioni sono generalizzate» Sembra ottimista sulla redazione del bilancio… «Ci stiamo impegnando» La sua è una porta aperta al cittadino? «In queste tre settimane mi sono divisa tra il mio lavoro in Prefettura e qui in Comune, ho avuto davvero poco tempo. Mi piacerebbe ricevere i cittadini, ma ho notato che quasi tutte le richieste fanno riferimento a situazioni e realtà sulle quali difficilmente potrò intervenire. Tuttavia sono e sarò disponibile soprattutto da gennaio in poi quando, mi auguro, le attuali necessità saranno superate ed avrò un ritmo più regolare» Un augurio per San Cataldo… «L’augurio vero lo farò poco prima di Natale, assieme al vescovo mons. Russotto che ospiterò qui; una per-
Licia Messina
Ci sono novità in arrivo? Margini di manovra? «Mi piacerebbe riuscire a fare qualcosa. Ci sto provando, però non voglio fare anticipazioni perché ancora non c’è nulla di concreto. Il massimo della volontà e dell’impegno sì, sono garantiti» Come sono i conti del Comune? «Parliamo di bilancio “preventivo” il 10 dicembre: è una cosa che si
sona che ammiro molto e che è stata fonte di ispirazione, come nel caso della sua lettera pastorale “L’abbraccio della Speranza”, cosa in cui io credo moltissimo: non possiamo farci vincere dalla tristezza. A San Cataldo auguro che possa ritrovare la strada giusta con una amministrazione che sia espressione della più ampia parte della collettività locale». A.D.
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Ornamenti
di Ivana Baiunco
Lettera a C
Babbo Natale
aro Babbo Natale, sono una bimba che vive al centro della Sicilia in una città che si chiama Caltanissetta, dove tutti pare che si vogliano un gran bene, si sorridono e sono gentili gli uni con gli altri, invece in realtà si detestano. Non sò se quello che ti chiederò riuscirai a portarlo sino a qua, le strade sono tutte sgarrupate e dicono che la viabilità è carente. Ma adesso ne stanno costruendo una grande grande di strada, che è costata un sacco di soldi e per farla hanno tolto i terreni a delle persone promettendogli di fare altre cose in compenso e pero adesso quelle persone sono tanto tanto arrabbiate perchè non hanno ricevuto ancore niente in cambio. Pare che sia stato comprato un impianto di bitume da regalargli tra cinque anni a natale. Ti consiglio di non venire a consegnare i regali nell’ora di punta perche nella mia città c’è tanto traffico ciascuno ha una macchina e tutti le usano anche per passeggiare, mio papà quando non c’è niente da fare, mi dice: dai andiamo a farci un giro in macchina. Vieni magari di notte. Io abito in
centro e di notte per posteggiare c’è a disposizione il marciapiede attorno alla fontana della piazza principale, quello si che è tanto grande, e ci posteggiano tutti. Non pensare di venire in treno perché i treni non arrivano più nella mia stazione. La mia letterina quest’anno ha un tono diverso da quelle degli anni passati ma che vuoi mi sono dovuta adeguare ai tempi. Non ti posso promettere che sarò buona e neanche che sarò onesta e corretta, mi sto esercitando per fare da grande la parlamentare. Ho fatto qualche marachella negli ultimi tempi, ho tirato il velo alla suora nell’ora di religione. Ho corrotto il bidello che ha visto tutto per non andarlo a raccontare alla preside. Lo fanno anche i grandi e non gli succede niente, al massimo li fanno decadere da parlamentare. Ho picchiato una mia compagna di scuola, ma era di colore e vendeva le borse che mia mamma compra un sacco di soldi nel negozio con il signore che ti apre la porta, se questi sono venuti in Italia per rubarci il lavoro, se ne stiano a casa loro. Quando la maestra fa lezione, io,
insieme a tutta la classe, le parlo sopra, grido e la interrompo. Una volta lei si è arrabbiata urlandoci: ma dove avete imparato queste cose, e noi abbiamo risposto: a “Parta a Porta”, signora maestra. Ma passiamo alle cose serie parliamo dei regali. Intanto vorrei un kit da chirurgo plastico, mamma dice che è la professione dove si guadagna di più. Comincio a fare pratica con le mie compagne di classe che da grandi vogliono fare le veline o le parlamentari tanto è lo stesso. Se mi porti un cesto con tante cose da mangiare invece di portarlo ai poveri faccio tanti piccoli pacchetti e lo riciclo ad amici e parenti, i poveri possono aspettare tanto sempre poveri restano, non cambia un cotechino in meno ed io faccio bella figura. Me lo dice sempre la Santanchè che l’importante è apparire. Sai in tempi di spending review bisogna arrangiarsi. Quest’anno non voglio libri, abbiamo avuto un premier che si è vantato di non aver letto un libro in vent’anni, io come mi-
nimo posso fare il ministro alla cultura. Siccome sono buona penso pure agli altri. Al mio sindaco gli puoi portare in regalo qualche fontana? Così si rasserena e comincia ad occuparsi dei problemi della città. Antenne no, perchè quella già ce l’abbiamo. Mi servirebbero se fosse possibile trenta microfoni da regale ai consiglieri comunali nel caso dovessero sentirne la mancanza se non venissero rieletti alle prossime
amministrative. Non ti chiedo la pace nel mondo, a quella ci pensa Nelson Mandela che ora che è lassù se ne potrà occupare più da vicino. L’anno scorso pensavo che tu non esistessi, infatti volevo scrivere a Gesù bambino,meglio parlare sempre col capo, poi ho visto Renzi segretario del PD, la pantomima Berlusconi-Alfano, la Lorenzin ministro della Salute allora ho pensato che c’è posto anche per te nei sogni dei bambini. Insomma ti ho voluto dare fiducia, spero tu faccia di tutto per meritarla. A presto.
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Fatti & solidarietà di Donatello Polizzi e Michele Spena
Nuova Civiltà
L’associazione in ginocchio: Amministrazioni inadempienti
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a prima sensazione provata è stata il freddo intenso: è una piovosa domenica di novembre. Entriamo nell’edificio dell’associazione Nuova Civiltà, a San Cataldo, in cui si trovano due comunità alloggio, “Alba” e “Germoglio”, lo spazio ludico “Il pifferaio magico” e l’auditorium Fascianella. Il villaggio ospita inoltre la “Locanda del Buon Samaritano” e il campo di calcio. La struttura è in ginocchio: ha un credito di circa 500 mila con il comune di Caltanissetta. Il credito è relativo solo alle rette dei minori (ospitati nelle comunità alloggio). Una parte, circa 250 mila euro, risale al periodo 2009-2011 e Palazzo del Carmine da circa due anni sta cercando di iscriverlo come debito fuori bilancio, mentre la restante porzione (circa 200 mila euro) riguarda le rette non pagate da giugno 2013 ad oggi. Visitiamo “Nuova Civiltà” per renderci conto delle difficoltà che ci vengono illustrate dal presidente don Giuseppe Anzalone, accompagnato dal direttore delle comunità Gaetano Terlizzi, dal direttore amministrativo Alessandro Amico e dal responsabile della sezione artistica, Giuseppe Volo. Entriamo in una comunità, ancor più forte è la sensazione di “gelo” (il riscaldamento è diventato un lusso), soltanto due stufe riscaldano i vasti ambienti. Ci corrono incontro bambini e ragazzi festanti, attualmente sono sedici quelli ospitati. Per molti alle spalle violenze (di ogni tipo), drammi familiari, esistenze infelici dalle quali sono stati strappati dietro segnalazione dei servizi sociali o di altre agenzie educative Nella maggior parte dei casi, un minore viene inserito in comunità su disposizione del Tribunale per i minorenni. La legge prevedrebbe che un minore possa restare in comunità per un massimo di due anni, salvo casi eccezionali, ma come spesso accade nel nostro paese, l’eccezione è quasi sempre una regola, per cui spesso i minori restano in comunità per molto più tempo, anche perchè, a causa della crisi, non vi sono progetti alternativi (centri diurni, interventi di educativa domiciliare ecc.) al collocamento in comunità. I bambini ci attorniano, sono sorridenti, ci tengono per mano e ci invitano a visitare le loro stanze: decorose, pulite, ben tenute. La nostra sensazione di freddo aumenta, si percepisce la loro
vita “diversa”. Una sensazione quasi di vergogna ci assale: noi uscendo da quelle stanze, torneremo nelle nostre accoglienti abitazioni, a stringerci agli affetti più cari, loro rimarranno lì. Encomiabile il lavoro svolto dalle animatrici, operose, premurose e disponibili ma il gelo … rimane, anzi aumenta. Bambini, sballottati, via vai di carabinieri, esistenze segnate: un dramma
Le due comunità alloggio ospitano sedici bambini dalle “vite difficili” che osserviamo silenziosi ma i bambini sorridono. Questo loro piccolo angolo di esistenza quasi normale, potrebbe essere irrimediabilmente spazzato via dai ritardi nei pagamenti del comune di Caltanissetta.
i piccoli che si recano all’asilo, la mensa viene pagata facendo riferimento all’ISEE. Naturalmente i cuccioli di Nuova Civiltà, sono evidentemente disagiati ma visto che sulla carta la comunità percepisce una retta, i bambini, che sono cinque, dovrebbero pagare una quota di 25 euro mensili ciascuno, da moltiplicare per i mesi scolastici. Allora serve il cuore, le insegnanti fino per il mese di dicembre si sono auto tassate per pagare la mensa piccoli, per non farli sentire diversi. Quasi analoga la situazione per la scuola elementare dove si è attivata una mensa privata con cibi biologici, laa mensa non è comunale. Il costo quotidiano è più elevato, 3,20 euro a bambino: sono in sei. L’istituto scolastico ha mostrato disponibilità ma non essendo un loro servizio, deve pure corrispondere qualcosa alla cooperativa. Problemi, mancanze, tristezza ma i bambini che sono intorno a noi sorridono, il loro sorriso è l’unica fonte di calore che mitiga il nostro freddo. Chi ci accompagna si spende in carezze e contemporaneamente racconta le difficoltà di chi vuole lottare
Don Giuseppe Anzalone, presidente di Nuova Civiltà.
nanziamento: la “Locanda del Buon Samaritano”, in cui lavorano tutti i ragazzi che compiuto il diciottesimo
Inoltre il Pifferaio Magico, una ludoteca finanziata dalla Enel Cuore (fondazione benefica dell’Enel), selezionato tra oltre 350 proposte giunte da tutta Italia (i progetti finanziati sono stati solo 9). Il secondo intervento è stato realizzato con un ulteriore contributo dell’Enel Cuore, grazie alla vittoria di una gara di “click raising “ (ossia si poteva votare su internet il preferito tra i 9 progetti selezionati). Grazie ad oltre 50 mila preferenze
La struttura tenta di autofinanziarsi con “La locanda del Buon Samaritano”
I bambini frequentano, e con buon profitto, le scuole ma anche lì la carenza economica crea disagi evidenti. Per
non arrendersi ma è soffocato dai crediti insoluti. Il Villaggio ha realizzato anche alcune forme di autofi-
anno di età dovrebbero lasciare le case alloggio ma non avendo nessuno finirebbero in mezzo alla strada.
Nuova Civiltà ha quindi ottenuto un ulteriore contributo col quale è stato possibile realizzare una splendida area giochi gonfiabili per tutti i bambini seguiti dall’associazione che verrà aperta anche agli esterni per tentare di rimpinguare le casse vuote. Nuova Civiltà tenta di dare una ‘nuova’ vita a questi ragazzini ma tutto potrebbe finire: dobbiamo evitarlo!
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LA FOTO. Nel centenario della morte di Tripisciano, quanti scempi
Con ironia:
I
niziamo con lo sgombrare ogni dubbio, confessiamo: siamo stati noi de “Il Fatto Nisseno” a cingere il capo del Tritone di piazza Garibaldi, celeberrimo gruppo scultoreo del nostro stimato concittadino Michele Tripisciano, con il berretto da Babbo Natale. Nel 2013, dell’indimenticato artista è stato celebrato il centenario della morte e sembrava prevedibile che nisseni e amministrazione tributassero il giusto omaggio al Tripisciano. Invece non molto è stato fatto e quel poco, leggasi cippo funerario, è a dir poco “discutibile”. A proposito della targa “pubblicitaria” collocata al cimitero, ri-
Tritone
“Natale”
della dipartita del Tripisciano, noi de “Il Fatto Nisseno” fummo testimoni diretti ed esclusivi, di quando al tritone fu agganciata una fune per mantenere alto un filo della luce e consentire il passaggio degli autobus nelle festività dedicate ai defunti: bus dal peso di centinaia di chili sul basolato della piazza e intorno alla fontana un “mercatuzzo” di paese (con il massimo rispetto per i paesi che nell’organizzare mercati sono molto più accurati e attenti di noi nisseni). Quello sconcio, crediamo sia servito ai residenti di Palazzo del Carmine che per queste imminenti festività natalizie hanno redatto un regolamento
ni nisseni. In fondo crediamo che la quotidianità del Tritone sia specchio fedele della nostra città e di chi la vive, sia metafora calzante del declino del capoluogo. Ogni giorno, decine di nisseni, incuranti di ogni forma di divieto, usano lo spazio limitrofo della scultura come posteggio (senza dimenticare che in quella zona vi sono due storiche e rappresentative chiese, la Cattedrale e San Sebastiano): non gliene frega niente del simbolo della città. La situazione diventa ancor più raccapricciante la sera, quando i giovani (non sia mai dovessero percorrere qualche metro a piedi, potrebbe nuocergli alla salute)
I.I.S.S. A. Manzoni - F. Juvara
“L’arte di costruire il futuro ad arte” L’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore “Manzoni-Juvara” nasce dalla fusione di due licei storici, il Liceo delle Scienze Umane “Alessandro Manzoni” di Caltanissetta e il Liceo Artistico Statale “Filippo Juvara” di San Cataldo. Lo slogan dell’istituto “L’arte di costruire il futuro ad arte” sintetizza la ricchezza dell’offerta formativa, variegata ed eclettica, in cui i saperi umanistici s’intrecciano con l’ambito scientifico, giuridico-economico e si affiancano alla progettualità del design e dell’architettura, alla pratica delle arti visive e musicali in una visione armonica della formazione civile, sociale ed intellettuale degli studenti. Il Liceo delle Scienze Umane, attraverso lo studio delle materie umanistiche e delle scienze sociali, fornisce adeguati strumenti di lettura e di analisi, utili per saper leggere la complessità della realtà. Il suo piano di studio risponde ai nuovi bisogni sociali e prepara alle nuove professionalità nell’ambito del terzo settore. Il Liceo Economico Sociale propone strumenti culturali adeguati per conoscere meglio la realtà sociale ed economica e per entrare in contatto con la realtà internazionale. Competenze linguistiche, economiche, giuridiche e psicologiche si integrano con lo spessore dei saperi umanistici. Il Liceo Musicale propone un percorso improntato su aspetti umanistici e musicali. In particolare, la parte musicale si articola in un percorso teorico-compositivo, supportato dall’utilizzo delle nuove tecnologie musicali e dallo studio dell’esecuzione ed interpretazione di ben 2 strumenti musicali. Il Liceo Artistico “Filippo Juvara” si struttura in tre corsi differenti: Le Arti Figurative sono indirizzate allo studio dei fenomeni estetici, alla pratica artistica, sia pittorica che plastico-scultorea, alla tutela, valorizzazione e conservazione del patrimonio storicoartistico e culturale, con approfondimenti legati al restauro dei beni culturali.. Il Design, suddiviso a sua volta in Disegno Industriale e Tessuto e Moda, propone una formazione basata sulla progettualità, fornendo allo studente gli strumenti necessari per comprendere il processo produttivo, consentono agli alunni di realizzare manufatti o modelli industriale, esaltando la creatività individuale.
cordiamo al signor Sindaco che, dopo l’onda di sdegno provocata dalle fattezze di siffatto manufatto marmoreo con sponsor pubblicitari poco consoni alla memoria del Tripisciano, si era impegnato a farla rimuovere o a renderla più “normale”: sono trascorsi più di tre mesi e il cippo funerario-banner è ancora al suo posto. Torniamo al nostro amato tritone simbolo della città, più volte vituperato e offeso. Sovente è stato ricettacolo di rifiuti, bottiglie di plastica e pattume di ogni sorta; non sono mancate anche iniziative a dir poco strane, vedi il tentativo naufragato, di popolare la fonta-
na con dei pesci: a proposito che fine hanno fatto? Ogni volta la domanda che ci assale, è la stessa: nessuno fra consiglieri comunali, Giunta o primo cittadino, si accorge di tutto ciò? Devono necessariamente essere i mezzi d’informazione a far notare le malefatte che si compiono a piazza Garibaldi? Nell’anno del centenario
a tutela del decoro u r b an o, riguardo soprattutto le modalità esecutive dell’organizzazione delle attività festive natalizie nel Centro Storico, in particolare in Corso Umberto I, Corso Vittorio Emanuele, Piazza Garibaldi, e Largo Badia. Speriamo sia osservato e che sia punita l’eventuale inosservanza. Attenzione, non vorremmo essere fraintesi
o malintesi, non tutte le colpe sono da addebitare all’amministrazione. Le sconcezze comportamentali che si consumano intorno al Tritone hanno come protagonisti anche i cittadi-
lo assiepano con modalità che sono tutto tranne che civili. Se in primis i nisseni stessi sono poco attenti al “Simbolo” cittadino e al suo autore, perché dovrebbero interessarsene consiglieri comunali, Giunta o Sindaco? Ebbene sì, lo riaffermiamo con forza, il cappellino da babbo natale lo abbiamo posto noi sul capo del Tritone. Non è stato un segno di spregio o d’irriverenza. Nell’anno del centenario della morte del Tripisciano, tutti hanno mancato di rispetto alla sua memoria, compiendo sul tritone e nella piazza ogni genere di atto incivile: noi almeno ci siamo limitati all’apposizione di un gadget natalizio. E’ un segnale forte, un monito, un avvertimento. Questa città deve riappropriarsi della propria identità, della cultura, dei suoi personaggi illustri, della memoria, della tradizione, del rispetto del suo patrimonio artistico. A te, solo a te, caro Michele Tripisciano, chiediamo scusa se la nostra iniziativa ti è parsa esagerata; sappilo è un gesto d’amore nei tuoi confronti, da Fatto Nisseno ad artista Nisseno, padre del simbolo Nisseno. Auguri di buon Natale e felice anno nuovo: fieri di essere nisseni!
Architettura ed ambiente si pone l’obiettivo di ripensare, attraverso la progettualità, il manufatto architettonico e il contesto ambientale a dimensione umana, valorizzandoli esteticamente e qualitativamente, secondo un’ottica sostenibile e rispettosa della tradizione e della memoria collettiva. L’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore “Manzoni-Juvara” valorizza al massimo le vocazioni individuali, rafforzando l’autostima degli alunni. Attraverso strumenti e metodi, che aiutano a scoprire le conoscenze (imparare ad imparare), per essere attrezzati ad affrontare la complessità della modernità, coniugano il sapere con il saper fare, alimentando le speranze degli alunni e sostenendone le aspettative. Il nostro istituto ha colto la sfida del futuro e, tramite la sua originale e moderna offerta formativa, offre al giovane studente nuove opportunità e occasioni di crescita. Vieni a trovarci nelle giornate dell’Open Day: al Manzoni di Caltanissetta, in via Trieste, sabato (ore 15,30-19,00) e domenica (10,00-13,00) 18 e 19 gennaio e 15 e 16 febbraio. allo Juvara di San Cataldo, in via Belvedere, sabato (ore 15,30-19,00) e domenica (10,00-13,00) 25 e 26 gennaio e 8 3 9 febbraio.
Per qualsiasi informazione telefonare al 0934-571740 / 598909 - www.liceojuvara.it Sportello orientamento Tutti i venerdì dalle 15,00 alle 17,30 - su prenotazione - 0934 571740 (Juvara) – 0934 598909 (Manzoni)
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di Salvatore Falzone
“Comunisti e riformisti” Emanuele
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’intintola “Comunisti e riformisti. Togliatti e la via italiana al socialismo” l’ultimo libro che Emanuele Macaluso, alle soglie dei novanta, manda in stampa per i tipi Feltrinelli. Testimonianza? Riflessione storica? L’uno e l’altro. Il vecchio senatore nisseno fa i conti con il proprio passato, che è quello della storia (soprattutto politica) del Belpaese dal secondo dopoguerra in poi. E continuando a rimuginare sulle ragioni di una antica militanza (lo ha fatto con svariate pubblicazioni), e raccontandoci ancora qualcosa del “suo” Pci, ritorna al bivio cruciale in cui si trovò Togliatti nel 1944 al rientro in Italia: rovesciare il sistema o lavora-
Macaluso torna in libreria
re all’interno del sistema? Del resto “comunisti riformisti” è l’ossimoro di Togliatti che contestò i massimalismi e consentì una netta collocazione del Pci nel sistema democratico. Ma l’operato del rifondatore del Pci, dalla svolta di Salerno alla Costituzione, è un patrimonio della sinistra italiana? E perché, dopo il fatidico 1989, la sinistra non ha avuto più un’identità? Che cos’è stato davvero il Pci del “Migliore”? Un partito di lotta votato alla rivoluzione? O una forza di governo orientata al riformismo? Macaluso (memb r o clan-
destino del Pci nel 1941, segretario della Cgil e del Pci in Sicilia, poi dirigente centrale, parlamentare e direttore de L’Unità e de Il Riformista) riflette sulle diverse anime di quel partito e sulla contraddittoria vocazione della sinistra italiana. Come sempre, rifiuta i luoghi comuni. E mentre s’interroga sul futuro della sinistra, porta avanti una tesi storica provocatoria: la famosa “doppiezza” di Togliatti coincideva con una strategia politica rimasta in vita fino a Berlinguer. Così si rincorrono le pagine di questo libro, tra analisi e ricordi. “Ho conosciuto bene Togliatti – racconta -, almeno dal 1956, quando assunsi la guida del partito in Sicilia e fui eletto prima nel Comitato centrale e poi nella Direzione e nella Segreteria, dove ebbi la responsabilità della Commissione organizzativa. Con lui feci anche un lungo viaggio in treno da Roma a Mosca dove restammo insieme molti giorni. Ho quindi avuto molte occasioni per capire la sua complessa personalità, segnata dagli anni in cui visse e lavorò a Mosca, anni difficili e amari. Ma proprio quella condizione umana – continua - determinò in lui un rapporto fortissimo con la sua terra, con l’Italia, la gente, il paesaggio, ma anche il mondo po-
litico in cui si immerse con una passione straordinaria, con il Parlamento, che frequentò come nessun altro, con il suo partito, la sua casa, la sua compagna di vita e la piccola Marisa Malagodi, figlia di un operaio ucciso dalla polizia a Reggio Emilia, adottata da Togliatti e da Nilde Iotti”. Andando avanti fino agli anni Ottanta, Macaluso fissa a un certo punto lo sguardo sul momento in
tenuto successi, anche parziali, ma significativi, solamente quando è stata unita”. Tra le pagine più interessanti, quelle sul giustizialismo. Che ha offuscato la “questione sociale”. Macaluso chiama in causa l’artefice di Mani Pulite. Un “politicante” a capo di “un partitino personale e clientelare” cui i dirigenti del Pds/Ds/Ulivo/
Il novantenne senatore Pci, nisseno illustre, fa i conti con il proprio passato cui la sconfitta Dc cedette la presidenza del Consiglio a Craxi. Fu allora che si consumò quel “grande duello” che finì per danneggiare tanto gli interessi della sinistra quanto quelli del paese. Sostiene l’autore che il Psi, al governo senza un rapporto col Pci, non riuscì a raggiungere gli obiettivi che si era prefisso. E che il Pci, all’opposizione, non riuscì ad avvicinare le indispensabili riforme che avrebbero superato le contraddizioni prodotte dal boom capitalistico, a cominciare da quelle tra Nord e Sud. “Quelle riforme – chiosa Macaluso – costituivano passaggi essenziali sulla via italiana al socialismo”. Più avanti afferma: “La rottura tra i due partiti ha comportato la rovina di entrambi. La ragione di tale sconfitta è inscritta nella storia stessa del nostro paese. Contro le forze conservatrici, laiche e cattoliche, la sinistra ha ot-
Pd hanno assegnato un ruolo che ha intralciato la via del rinnovamento del sistema della Prima Repubblica. Ma la riflessione arriva fino ai nostri giorni, a Ingroia, a De Magistris, tutti “masanielli in toga” indebitamente additati a testimoni della purezza della sinistra che alla fine si sono messi in proprio, seguiti da “pezzi del vecchio e del nuovo estremismo parolaio”. La conclusione? Il massimalismo sociale e politico che segnò le vicende del socialismo e del comunismo nel secolo scorso è stato rimpiazzato da un massimalismo giustizialista che “pensa di realizzare il cambiamento attraverso i tribunali, necessari invece per colpire chi viola le leggi e commette reati, colpire la mafia, la camorra, la corruzione. Nessuno dimentichi che anche quest’opera di giustizia non funziona se la politica non funziona”.
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Fatti & personaggi
Petix
Michele
ossia Leonardo Da Vinci
tra sacro e alieno di Salvo Milazzo
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ta diventando un vero e proprio “caso” l’agile saggio dal titolo “Dentro lo sguardo – il codice” del serradifalchese Giuseppe Petix, trentottenne scrittore e appassionato d’arte, che sta suscitando interesse in Italia e all’estero con la scoperta di quello che lui definisce il “vero Codice Da Vinci”. E sì, perchè con il suo volume Petix ha forse squarciato un velo attraverso cui si intravedono orizzonti davvero straordinari, che pongono, tra le altre cose, il grande Leonardo tra i testimonial eccellenti del possibile contatto tra gli esseri umani ed esseri provenienti da altri mondi o forse abitanti in dimensioni altre, ma contigue alla nostra. Un contatto che, secondo alcuni, avrebbe radici lontane e che starebbe alla base della stessa creazione dell’uomo e delle varie culture e civiltà a cui egli ha dato vita. Certo, questo è un terreno assai minato dove di giorno in giorno fioriscono teorie e teoremi amplificati da Internet e da pubblicazioni e riviste di ogni sorta. Teorie e teoremi che spesso entrano in conflitto con la religione e con la definizione stessa di “sacro” suggerendo la possibilità che i testi sacri altro non siano che una cronaca del rapporto tra questi esseri, scambiati per Dei, e l’uomo sulla quale si sono via via innestati concetti metafisici ed elaborazioni simboliche, mitologiche ed allegoriche. Del resto, lo stesso scopritore del Dna umano, il premio Nobel Francis Crick, è da annoverare tra i sostenitori della “teoria della panspermia guidata”, ossia quella tesi che vuole che l’uomo sia appunto un essere creato da una razza aliena. Se questo loro agire sia stato un bene o se pure nasconda solo insidie per la razza umana è arduo da di dibattere e questa non è nemmeno
la sede adatta. Fatto sta che, anche sulla scorta delle sue scoperte su Leonardo, Petix, come tanti altri ricercatori, ha cominciato ad esplorare questo mondo e a porsi degli interrogativi forte del “consenso” del genio di Vinci, che (ed è questa una delle sue scoperte) in alcune delle sue più celebri opere avrebbe “nascosto” i segni inequivocabili di un rapporto con esseri “altri”. “Ho studiato per anni le opere e la vita di Leonardo - racconta Petix - passando ore e ore a contemplare i suoi dipinti fino a giungere ad un’intuizione, che mi ha permesso di “leggerli” più in profondità: l’idea è nata dalla semplice osservazio-
ne di quella che è una costante in molte sue opere ossia il ritrarre dei personaggi con il dito alzato, come se volessero indicare qualcosa che in apparenza non è visibile. Il caso più emblematico
Giuseppe Petix. A sinistra la copertina del suo libro. Sotto, la figura dell’alieno che si ottiene incrociando “L’Uomo Vitruviano”
- spiega - è quello del “San Giovanni Battista” raffigurato con una mano che indica il proprio petto e l’indice dell’altra alzato come a voler dire: “Io conosco il codice e te lo sto mostrando”. L’interpretazione classica vuole che il Battista stia indicando il cielo, suggerendo il suo contatto diretto con Dio, però questo stesso gesto lo ritroviamo in diverse altre opere e ciò mi ha portato a pensare che, in realtà, potesse esprimere qualcosa di diverso: un indizio, sapientemente celato da Leonardo, che porta alla comprensione del metodo da me ribattezzato appunto “del dito alzato”; un gesto che, in maniera speculare, invita ad assumere quella stessa posizione e guardare l’opera in modo differente, osservandola cioè come l’avrebbe osservata lo stesso Leonardo: ecco perché ho scelto come titolo del saggio “Dentro lo sguardo – il codice”, perchè la genialità del maestro ha previsto una sinergia con l’osservatore riponendo dentro il suo sguardo la chiave essenziale, che porta alla comprensione di un così complesso codice”. Da queste basi Petix comincia la sua paziente osservazione cercando
il giusto punto di messa a fuoco tra sé e l’opera, usando il dito alzato come una sorta di manovella di regolazione ottica, avvicinandolo o allontanandolo dal proprio sguardo e trovando degli elementi ben precisi che Leonardo utilizza per guidare la ricerca verso una logicità ben detrminata, permettendo quindi di osservare le immagini sovrapposte retrostanti al dito e fermarsi nei punti di congiunzione dei suddet-
La teoria della panspermia guidata: l’uomo sarebbe un essere creato da una razza aliena ti elementi, individuando solo in quel preciso punto delle nuove immagini, risultanti dalla mescolanza delle sovrapposizioni. Un metodo questo successivamente verificato da Petix anche attraverso dei programmi telematici, che gli hanno permesso di “dimostrare” la bontà della sua intuizione. La prima scoperta riguarda il celebre “Cenacolo” in cui Petix riesce a rintracciare
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AVVISI LEGALI Il serradifalchese, appassionato d’arte, ha squarciato il velo che avvolge il “Codice Da Vinci” A sinistra un particolare dell’Ultima Cena, in cui si evidenzia il Calice celato da Leonardo Da Vinci nella parte sinistra dell’affresco
ESTRATTO AVVISO D’ASTA PUBBLICA PER ALIENAZIONE DI UN RAMO D’AZIENDA DI PROPRIETA’ DELL’AUTOMOBILE CLUB CALTANISSETTA. In esecuzione della delibera del C.D. n° 457/2 del 15.11.2013, il Direttore dell’Automobile Club Caltanissetta ha determinato l’indizione di asta pubblica per l’alienazione di un ramo d’azienda costituito da n° 4 impianti di distribuzione carburanti siti in: Caltanissetta Via N. Colajanni, Caltanissetta P.zza Trento, Caltanissetta Via Due Fontane e Mazzarino C.da Casino. Prezzo a base d’asta € 550.000,00 (Euro Cinquecentocinquantamila/00). Chiunque abbia interesse, può inoltrare all’Automobile Club Caltanissetta Via Pietro Leone, 2 93100 - Caltanissetta, entro e non oltre le ore 12,00 del giorno 20.12.2013, un plico che dovrà, a pena di inammissibilità, riportare la seguente dicitura: «Offerta per l’acquisto mediante asta pubblica di un ramo d’azienda costituito da quattro impianti di distribuzione carburanti siti in: Caltanissetta Via N. Colajanni, Caltanissetta P.zza Trento, Caltanissetta Via Due Fontane e Mazzarino Contrada Casino, NON APRIRE contiene documenti ed offerta relativi alla partecipazione ad asta pubblica».Copia del bando d’asta e della documentazione allegata ed ulteriori informazioni possono essere richiesti presso l’ufficio Segreteria dell’Automobile Club Caltanissetta, in Via Pietro Leone, 2, a Caltanissetta o scaricati in formato elettronico dal sito www.caltanissetta.aci.it. Il Responsabile del procedimento F.to Giuseppe Attilio Alessi
TRIBUNALE DI CALTANISSETTA PROCEDURA ESECUTIVA IMMOBILIARE N.59/2010 R.G. ESTRATTO AVVISO DI VENDITA
inequivocabilmente la figura di Giuda, ottenuta incrociando l’immagine affinché il calice, celato da Leonardo nella parte sinistra dell’affresco, vada ad allinearsi con la figura di Cristo al centro, osservando quindi la scena così come sembra la stia osservando l’apostolo alla sua sinistra raffigurato col “dito alzato”: l’emergere della presenza nella scena di Giuda andrebbe ad alimentare legittimamente l’ipotesi che la figura alla destra di Gesù sia la Maddalena e non l’apostolo Giovanni con più forza di quanta ne è stata espressa nel saggio “Il Santo Graal” di Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln la cui tesi è divenuta famosa grazie al best seller di Dan Brown “Il codice da Vinci” e all’omonimo film da esso tratto. Ma veniamo agli alieni. I due casi messi in evidenza da Petix riguardano l’arcinoto “Uomo Vitruviano” ed il “cartone di Sant’Anna”. “Nel primo caso, a carpire la mia attenzione - spiega Petix - sono stati alcuni “errori” nelle ombre proiettate dalla figura, ingiustificabili per un genio assoluto come Leonardo, errori che si rivelano solo apparenti in quanto funzionali all’emergere, una volta incrociata l’immagine, della figura chiara e distinta di un alieno di cui colpiscono la perfezione delle proporzioni, la perfezione della definizione delle dita delle mani e soprattutto lo sguardo, che sembra quasi uscire dal disegno e fissare dritto l’osservatore. Nel secondo caso, invece, sempre at-
traverso il medesimo procedimento, emerge con altrettanta chiarezza la sagoma di quello che oggi viene comunemente chiamato “alieno grigio” verso cui sembra rivolta l’attenzione di Maria e Gesù bambino. Mi rendo conto che si tratta di ipotesi sconvolgenti, ma non sono le sole che avanzo nel mio libro, sempre giustificate da quelle che per me sono più che evidenze di un rapporto che Leonardo potrebbe aver avuto con questi esseri sin dalla giovinezza e che, per ovvie ragioni di opportunità, fu costretto a mascherare nelle sue opere”. Questa rivoluzionaria tesi è valsa numerose attenzioni a Petix che, dall’uscita del suo libro, avvenuta nel giugno scorso con la casa editrice Vertigo, è già stato ospite al Festival Internazionale della Cinematografia di Venezia, alla Fiera internazionale del libro di Francoforte, alla XII Fiera nazionale della piccola e media editoria di Roma e, più recentemente, invitato ufficialmente ad un incontro con il direttore del settore Politiche del turismo e marketing Territoriale e con diversi responsabili del servizio Sviluppo e monitoraggio del turi-
smo dell’assessorato al Turismo del Comune di Milano, i quali si sono mostrati interessati a comprendere meglio i suoi studi riguardanti la correlazione tra il disegno della sant’Anna Trinitaria e il “Cenacolo” ospitato a Santa Maria delle Grazie, nel capoluogo meneghino. “Terminata la prima parte della promozione del libro - conclude Petix - metterò mano ad una sceneggiatura cinematografica ad esso ispirata oltre a continuare i miei studi in vista di un altro saggio. Al di là di tutto, a muovermi è un amore autentico per la figura e l’arte di Leonardo, un uomo che ancora oggi, con le sue scoperte ed il suo genio, illumina il cammino dell’umanità ed è stimolo per la ricerca della verità>>.
Il professionista delegato Avv. Giancarlo Longo avvisa che in data 18 Febbraio 2014, alle ore 17,00 presso il proprio studio sito in Caltanissetta Via Gaetano Scovazzo n. 2, procederà alla vendita senza incanto, dei seguenti immobili: LOTTO UNO: piena proprietà di fondo rustico in territorio di Caltanissetta, C.da Santa Rita – Pisciacane, esteso Ha 03.59.20 coltivato a grano e foraggio. Censito nel N.C.T. del predetto Comune al Fg.257 p.lle 252 (seminativo, classe 4 di Ha 01.23.20, R.D. €.19,09 e R.A.€.5,09) e 197 (con porzione AA, seminativo classe 4 di Ha 1.90.00 R.D. €.29,44, R.A.€.7,85 e porzione AB, pascolo classe 2 di Ha 00.46.00, R.D.€.4,75, R.A.€.1,43). Entrambe le particelle ricadono, in base al vigente P.R.G., in Zona Territoriale omogenea “E2 - Verde Agricolo” ricadente nel paesaggio locale n-9 con livello di tutela I nell’ambito del Piano Paesaggistico della Provincia di Caltanissetta. Prezzo base: euro 31.926,10. LOTTO DUE: piena proprietà di fondo rustico sito in territorio di Caltanissetta, C.da Santa Rita – Pisciacane, esteso complessivamente Ha 06.61.80 coltivato a grano e foraggio. Censito nel N.C.T. del predetto Comune al Fg.256 p.lle 168 (con porzione AA, seminativo classe 3 di Ha 03.68.00, R.D.€.114,03, R.A.€.47,51 e porzione AB, pascolo classe 3 di Ha 00.12.00, R.D.€.0,62, R.A.€.0,31) e 173 (seminativo classe 3 di Ha 02.81.80, R.D.€.87,32, R.A.€.36,38). Entrambe le particelle ricadono, in base al vigente P.R.G., in Zona Territoriale omogenea “E2 - Verde Agricolo” ricadente nel paesaggio locale n-9 con livello di tutela I nell’ambito del Piano Paesaggistico della Provincia di Caltanissetta ed all’interno del Piano per l’Assetto Idrogeologico del Fiume Imera Meridionale con livello di pericolosità P2 Medio. Prezzo base: euro 60.695,60 LOTTO TRE: piena proprietà di fondo rustico sito in territorio di Caltanissetta, C.da Santa Rita – Pisciacane, esteso complessivamente Ha 01.51.01 coltivato a grano e foraggio. Censito nel N.C.T. del predetto Comune al Fg.256 p.lla 174 (con porzione AA, seminativo classe 3 di Ha 01.40.00, R.D.€.43,38, R.A.€.18,08 e porzione AB, pascolo classe 3 di Ha 00.11.00, R.D.€.0,57, R.A. €.0,28). Il fondo ricade, in base al vigente P.R.G., in Zona Territoriale omogenea “E2 - Verde Agricolo” ricadente nel paesaggio locale n-9 con livello di tutela I nell’ambito del Piano Paesaggistico della Provincia di Caltanissetta ed all’interno del Piano per l’Assetto Idrogeologico del Fiume Imera Meridionale con livello di pericolosità P2 Medio. Prezzo base euro 13.635,85. Domande di partecipazione in bollo entro le ore 12,00 del giorno precedente la data fissata per la vendita presso lo studio del professionista delegato, Avv. Giancarlo Longo. Cauzione non inferiore al decimo del prezzo offerto mediante assegni circolari non trasferibili intestati a “Avv. Giancarlo Longo n.q. Procedura esecutiva n.59.2010 R.G.”. Versamento residuo prezzo entro 60 giorni da aggiudicazione. Eventuale vendita con incanto si terrà in data 25 Febbraio 2014 alle ore 17:00, al prezzo base sopra indicato con offerte in aumento non inferiori a euro 2.000 per il lotto uno, non inferiori a euro 4.000 per il lotto due, non inferiori a euro 1.000 per il lotto tre. Domande di partecipazione in bollo da depositare entro le ore 12:00 del giorno precedente la vendita con assegni circolari non trasferibili di importo pari al 10% del prezzo base a titolo di cauzione. Versamento saldo prezzo entro giorni sessanta dall’incanto, salvo aumento di quinto a norma dell’art. 584 c.p.c. Bando integrale, ordinanza di vendita e relazione di stima degli immobili consultabili sul sito www.astegiudiziarie.it .Per ogni ulteriore informazione rivolgersi presso lo studio del professionista delegato, Avv. Giancarlo Longo, tel. 0934 22733; 3292378514 – nei giorni di Lunedì, Martedì e Mercoledì dalle ore 17,00 alle ore 20,00, previo appuntamento telefonico. Caltanissetta lì, 5.12.2013
Avv. Giancarlo Longo
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Fatti & vallone
La polemica
La rivolta contro una cooperativa, “La casa di Davide” e il loro progetto di trasformare l’ex molino dell’Annivina in una struttura d’accoglienza per richiedenti asilo, corre sul web e approda in Consiglio. Intanto la politica si difende dell’accusa di razzismo e attacca la Prefettura: “Nessuno ha informato il Comune dell’iniziativa. Nessuno è padrone a casa nostra”. E si fanno forti i dubbi sui documenti presentati dai privati per la partecipazione al bando.
Mussomeli, tutti contro
il centro immigrati
I
l razzismo qui - rassicurano tutti – non c’entra. Piuttosto sono altre le paure all’origine di una vera e propria rivolta popolare che ha unito in un’unica battaglia la politica (anche i più acerrimi nemici)
In alto l’ex molino dell’Annivina, dove la cooperativa “La casa di Davide” ha intenzione di realizzare il centro. sopra e a destra le istantanee del Consiglio Comunale straordinario tenutosi il 10 dicenbre.
e i cittadini. A Mussomeli, il centro di accoglienza per richiedenti asilo, non lo vuole proprio nessuno. Non lo ha voluto per primo il popolo di internet che annusando l’ipotesi di trasformare il vecchio molino dell’Annivina in un centro per immigrati si è sollevato.
Facebook, ai tempi dell’era 2.0, è il contenitore dove raccogliere rabbie e rancori sociali. E qualcuno, ahimè, si è fatto prendere la mano abbandonandosi a qualche rigurgito d’altri tempi: scaricando sugli stranieri
le proprie frustrazioni e portando il tema sul piano squisitamente razziale. La politica oramai va a rimorchio e si è unita al coro dei no, e per fare il proprio mestiere si è data appuntamento in un Consiglio comunale straordinario. Una seduta “prodigiosa” quella del 10 dicembre scorso: il primo miracolo è l’avere riportato la gente in aula e che ha riempito le tribune come non capitava da anni; e poi, come non accadeva da tempo immemore, persino l’opposizione ha applaudito fragorosamente l’intervento del sindaco, che dal suo scranno ha snocciolato dati, cifre, giorni di una vicenda lunga una decina di giorni, quanto basta per diventare il caso dell’anno. Ma il “coupe de theatre” si è materializzato quando il primo cittadino ha urlato: “Chiunque voglia fare
di Giuseppe Taibi qualcosa in questa città deve passare sul mio corpo”. In questa faccenda infatti, il casus belli - secondo quanto sostenuto da amministratori e consiglieri - non riguarda soltanto l’opportunità o meno di accogliere dei richiedenti asilo; sul banco degli imputati sono finiti gli elementi intrinseci al progetto della cooperativa privata “La casa di Davide” e soprattutto il modus operandi della Prefettura, che senza informare alcuno stava per firmare un accordo con i gestori della cooperativa per trasformare l’ex molino in un centro d’immigrati. “Nessuno è padrone a casa nostraha strillato il presidente del Consiglio Mario D’Amico, per poi rilanciare-. No ai lager della solidarietà”. Tutti infatti hanno puntato l’indice
Il sindaco Calà: “Chiunque voglia fare qualcosa in questa città deve passare sul mio corpo” su quella struttura dichiarata inagibile da tempo. Tanti i dubbi e i quesiti sollevati dal progetto e resi noti dal sindaco dinanzi la platea: come è possibile che la cooperativa abbia partecipato al bando senza possedere i documenti necessari? Perché la Prefettura non ha informato il Co-
mune dell’ipotesi di creazione di un centro d’immigrati? Qualcuno ha mai chiesto un parere ai carabinieri sugli effetti prodotti alla tenuta della sicurezza? Perché il Comune ha saputo soltanto del bando vinto attraverso i giornali? Il prefetto conosce i nomi dei componenti della cooperativa, sui quali lo stesso Calà non ha fatto mistero di nutrire dei dubbi sulla loro professionalità, competenza e capacità economica? La Prefettura, sotto la pressione dell’opinione pubblica ed incalzata dalle continue lettere di altolà firmate dall’Amministrazione ha finito per annunciare il dietrofront, anche se ancora manca un documento ufficiale che ratifichi il passo indietro. Da parte loro, i rappresentanti della cooperativa si sono trincerati nel silenzio, salvo inviare una missiva al Comune informando dell’aggiudicazione del bando. Per mettersi al sicuro, Salvatore Calà ha firmato un’ordinanza che vieta qualsiasi intervento di ristrutturazione nell’ex Molino. Ma non finisce qui. L’inquilino del palazzo di città minaccia: “Se questi ci provano gli faccio mettere i sigilli”. Inevitabile a questo punto chiedersi: ma questi, quelli della cooperativa, ci proveranno davvero oppure se ne faranno una ragione issando bandiera bianca? “Macché- ci confida una fonte vicina alla cooperativa- lei pensa che dopo i soldi spesi per avviare i lavori di ristrutturazione la struttura non aprirà?”. Una perplessità che non rassicura gli acerrimi nemici del Centro d’accoglienza e che di certo non chiude il caso.
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Fatti & personaggi
Chiara
Scuvera da Butera a Pavia Storia di una studentessa universitaria divenuta deputato nazionale del PD di Giacomo Meli
U
na donna del profondo sud eletta nella Camera dei deputati con il Pd nella terza circoscrizione della Lombardia. E’ la vicenda umana e politica dell’on. Chiara Scuvera. Una storia unica nel suo genere che parla di una ragazza buterese che a 18 anni parte dal suo paese per iscriversi all’università degli studi di Pavia alla facoltà di Giurisprudenza e che, a distanza di 19 anni, viene eletta alla Camera dei Deputati nelle fila del Pd. Figlia dell’ex sindaco di Butera,
Un record a Montecitorio. La sua percentuale di presenza alle votazioni è pari al 99,54 % Carmelo, Chiara Scuvera ha sempre avuto un legame forte con la politica in generale e con il Pd in particolare: “Ho iniziato la mia esperienza politica nei Ds, dopo di che sono transitata nel Pd; sono entrata nel partito al Nord da sconosciuta, ma posso assicurare che la società lombarda non è chiusa e razzista come qualcuno vorrebbe far credere; nel Pd ho fatto la mia gavetta, ma mi sono trovata subito bene perché ho trovato l’ambiente adatto per le mie esperienze politiche; Pavia e la Lombardia non mi hanno mai fatto sentire
una estranea, ma una protagonista della politica”. Chiara Scuvera si è diplomata a Caltanissetta al Liceo Classico Ruggero Settimo. La sua scelta fu subito quella di iscriversi in giurisprudenza. “Fu mia nonna Angela – ha ricordato - a leggere su “Famiglia Cristiana” che a Pavia c’erano i collegi di merito; decisi di provare ad entrarvi; fui accolta nel collegio di santa Caterina assieme ad altre ragazze di Gela e Butera e potei studiare giurisprudenza; dopo la laurea sono diventata funzionario della locale Camera di Commercio”. Sposata da qualche anno, l’on. Chiara Scuvera non ha tuttavia mai fatto venire meno i propri legami con la “sua” Butera: “Quando il sindaco Luigi Casisi ha saputo della mia elezione, a nome di tutta la cittadinanza buterese, mi ha fatto i complimenti per la mia elezione; non avrei potuto ricevere miglior regalo dalla mia comunità”. L’estate scorsa la deputata del Pd è scesa a Butera dove ha avuto modo di riabbracciare la sua gente che l’ha vista crescere. Una gran bella emozione per lei che, fin da piccola, è stata allevata a pane e politica: “Sin da piccola, con mio padre sindaco e politico impegnato, ho masticato politica; lui mi ha sempre lasciata libera nelle scelte; quando ha saputo che mi sarei candidata, mi ha rivolto il suo più affettuoso augurio consapevole del fatto che stavo facendo qualcosa di positivo mettendomi in gioco per dare un futuro al nostro Paese”. In parlamento, poi, la deputata buterese del Pd s’è fatta apprezzare prima di tutto per essere la parlamentare più stakanovista tra i 630 che fanno parte della Camera dei Deputati. Basti
Buone Feste
pensare che finora ha preso parte a ben 1126 votazioni in Parlamento. Un’attività intensa nel corso della quale ha saltato appena 4 votazioni facendo registrare una percentuale
quale la giovane deputata del Pd è stata prima firmataria e nel quale ha posto l’esigenza di affrontare l’emergenza della povertà che oggi investe i minori: “La mozione di cui sono
di presenza alle votazioni veramente incredibile, pari al 99,54%. Una percentuale record. Chiara Scuvera occupa attualmente il trentacinquesimo posto nella speciale classifica dei deputati più presenti alle votazioni in Parlamento. Numeri che sono il segno di un impegno forte da parte della giovane deputata del Pd. Di recente, poi, è stata nominata nella Commissione bicamerale che si occupa dei problemi dell’infanzia e dell’adolescenza. Si è trattato di un incarico prestigioso per la giovane deputata del Pd. Lo scorso 19 novembre in Commissione bicamerale ha discusso una mozione sulla povertà infantili. Un documento del
stata prima f i r m at a r i a affronta un tema come la povertà infantile che in Italia non può essere ignorato e che, invece, va affrontato adeguatamente; ho ringraziato il presidente della Camera Laura Boldrini per aver tenuto in grande considerazione una mozione con la quale l’intento è di mettere in rete tutte le buone prassi per la lotta alla povertà
minorile coinvolgendo il Governo attraverso la creazione di un fondo specifico per le povertà infantili nel nostro paese, anche perché si tratta ormai di una emergenza nazionale che non può essere presa sotto gamba”. Nel futuro c’è ancora non solo tanto amore per la sua terra e per la sua seconda patria pavese, ma anche tanto impegno per la politica al servizio dei poveri, dei deboli e dei più bisognosi perché l’on. Chiara Scuvera sa benissimo che, come soleva dirgli suo zio Giulio quando era ancora in vita, gli ultimi debbono essere sempre i primi ad essere considerati da chi si assume impegni pubblici. In un momento come
quello attuale nel quale l’Italia vive un momento di forte crisi, per l’on. Scuvera si deve guardare prima di tutto ai più bisognosi; perché sa che solo così si potrà costruire una società a misura di uomo e cittadino.
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