il Fatto Nisseno - luglio/agosto 2011

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RESS ISSN: 2039/7070

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Luglio - Agosto Mensile di approfondimento Direzione Editoriale: Michele Spena

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redazione: Viale della Regione, 6 Caltanissetta

Anno I Num. 6

- Tel/Fax: 0934 594864

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 conv. N. 46 art. 1 comma 1. Sud /CL

- Stampa: STS S.p.A. Zona industriale Vª Strada, Catania - Reg. Tribunale di Caltanissetta n° 224 del 24/02/2011

FIAMME GIALLE

STORIA & CULTURA

DONNE NISSENE

Il neo comandante della Dia calabra si racconta

La lotta alla mafia in epoca fascista Tra bluff e verità

Quando la passione per il tavolo verde diventa un mestiere

di R. Li Vecchi

a pagina 9

di G.B. Tona

alle pagine 10 e 11

Tutti a mare previsione burrasca

di M. Benanti

a pagina 20

TURISMO IN PROVINCIA

L’ assessore: “aumentano le presenze” a pagina 12

FATTI & ISTITUZIONI

Guidato, il prefetto delle crisi

PERICOLO

Originario di Lecce, rappresenta in provincia di Calltanissetta lo Stato. Ma a pieno titolo, il prefetto Umberto Guidato può essere considerato uno dei personaggi di spicco della cosiidetta “Primavera nissena”. Per tutti comunque è l’uomo che più di ogni altro fronteggia le gravi crisi che imperano nel terri-

torio: dall’emergenza rifiuti fino alle tante storie di lavoro negato o messo in pericolo. Nell’intervista all’interno, Guidato parla del suo ruolo di garante dei diritti, e racconta un lato di sè poco conosciuto: quello del padre di famiglia e dell’appassionato di sport. E fa cenno al suo rapporto con la città. Intervista a pagina 4

NAUFRAGIO

A

volte l’origine etimologica delle parole può supportarci nella comprensione dei nostri ruoli nella società per poi poterli svolge-

re al meglio. Governare – dal latino Gubernare – vuol dire “reggere il timone”. Ognuno di noi regge un timone, chi della propria famiglia, chi della propria azienda, chi, con ruoli istituzionali, regge

le sorti della collettività. Dirigere la barca con perizia per assicurare una buona navigazione verso porti sicuri è prerogativa del buon comandante. A volte il mare non è piatto e la burrasca fa paura.

scrivi alla redazione: lettere@ilfattonisseno.it

Coraggio a tutti i “Comandanti”, timonate con saggia perizia e se serve tirate fuori gli “attributi” nella tempesta. La Città non ha voglia di affondare...

Michele Spena

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Via Filippo Paladini, 172 - Via Ferdinando I, 63 Caltanissetta


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IL PUNTO. La pattuglia dei sostenitori della Giunta continua ad assottigliarsi

Il “fuggi fuggi” che preoccupa Campisi Persino dal Pdl, partito a lui fedelissimo, gingono le defezioni. Un cattivo presagio in previsione del voto sul Bilancio.

di Salvatore Mingoia

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opo le dimissioni di Gianluca Nicosia da capogruppo del Pdl, il sindaco di Palazzo del Carmine Michele Campisi ha praticamente perso uno dei due torrioni politici che sostenevano la sua azione di governo. L’altro torrione è il consigliere Rino Bellavia. I due paladini del Pdl in tandem non hanno perso l’occasione per dimostrare la loro fedeltà al sindaco e alla linea dell’amministrazione portata avanti dal primo cittadino. I dissensi maturati all’interno del

gruppo che fa riferimento al leader del partito in provincia Alessandro Pagano hanno indotto il capogruppo del partito a mollare la corda. I primi a prendere le distanza dall’azione di governo del sindaco sono stati i consiglieri Sergio Averna e Michelangelo Lo Vetere ed in ultimo si è anche aggiunto il “pulcino” di Palazzo del Carmine Ilario Falzone che non ha esitato, nell’ultima seduta del consiglio comuna le, a voltare la faccia al s i n d a c o. Uno scacco che il capogruppo del Pdl non aveva previsto anche se in pre-

cedenza aveva incassato apparentemente bene il dietro front di Averna e Lo Vetere. Ma anche in politica “quando è troppo è troppo”. Campisi sempre più solo quindi con grosse nuvole nere che si addensano sul suo orizzonte politico

Il sindaco potrà giocare l’ultima carta: la designazione di un assessore

a pochi giorni dall’appuntamento cruciale con il consiglio comunale per l’approvazione del bilancio di previsione 2011. In quella occasione, unica e irripetibile per i gruppi di opposizione, Campisi dovrà attraversare il guado allo scoperto sotto il fuoco incrociato dell’opposizione e anche sotto il tiro del fuoco amico dei consiglieri del Pid che seguono la rotta del loro leader

Rudy Maira che ha già preso le distanze dal sindaco, a meno che da qui fino ad allora il primo cittadino non giochi bene l’ultima carta che gli resta in mano quella della designazione del nuovo assessore. In pratica la sessione di bilancio sarà la prova generale della commedia, si vedrà se reale o virtuale, della proposta di mozione di sfiducia preannunciata dai gruppi di opposizione e che dovrebbe essere presentata subito dopo l’ approvazione del bilancio di previsione. Sarà l’occasione quindi per un appello formale dei consiglieri giacobini che vogliono a tutti i costi la testa di Campisi. Sulla carta i numeri potrebbero anche esserci, ma resta il dubbio sulla tenuta dell’opposizione all’interno della quale non tutti i consiglieri si sono chiaramente espressi sulla proposta, e quando lo hanno fatto hanno avanzato una serie di perplessità con effetto dilatatorio sulla proposta che dovrebbe essere presentata nella segreteria dell’ufficio di pre-

Gianluca Nicosia

sidenza prima della fine del mese di gennaio prossimo, per eventualmente fare coincidere la nuove elezione del sindaco e del consiglio con la prossime elezioni amministrative previste nel 2012 quando saranno chiamate alle urne diversi comuni capoluogo di provincia tra cui Agrigento e Palermo. Già in vista di questo appuntamento sono in corso una serie di serrate trattative tra i partiti e non


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L’INTERVISTA. Giovanni Ruvolo parla dei progetti suoi e di Intesa civica

“Una marcia per la solidarietà che unisca tutta la provincia” Si prospetta un autunno pregno di iniziative per il movimento che oramai ha esportato il proprio progetto oltre i confini della città.

è un caso se anche a Palazzo del Carmine i gruppi politici hanno dato vita ad una serie di coalizioni come il terzo Polo, o l’integruppo che rappresentano di fatto una sorta di proposta di altrettanti schieramenti pronti ai nastri di partenza della prossima tornate elettorale. Prima di allora, oltre al bilancio di previsione, il consiglio comunale ha però l’obbligo morale di chiudere il cerchio per la elezione del nuovo presidente del consiglio comunale dopo le dimissioni rassegnate oltre sei mesi addietro dall’ex presidente Giuseppe Territo e dopo il fallimento su tutta la linea della mancata proclamazione del consigliere Alfredo Fiaccabrino la cui candidatura si è praticamente appannata in questi ultimi mesi, fino a scomparire del tutto.

L’estate impera ma che autunno “politico” si prospetta in città? Lo abbiamo chiesto a Giovanni Ruvolo, leader di Intesa civica solidale. La crisi economica generale continua a far sentire i suoi effetti sul tessuto locale, incidendo sul mercato del lavoro incrementando la già preoccupante percentuale di disoccupazione. Inoltre le forze politiche tradizionali sembrano inadeguate a favorire sinergie positive tra imprese e istituzioni per ridare fiato all’asfittica economia locale. I tagli alla finanza pubblica (Stato e Regione) abbinati all’incapacità di programmare seri interventi nell’ambito delle politiche sociali sta facendo venir meno le garanzie di assistenza alle fasce deboli della popolazione col rischio di abbandonare a se stessi i meno fortunati. Più volte, inascoltati, abbiamo fatto appello alle Amministrazioni locali e provinciale affinché fossero attivati processi solidali di partecipazione, ma nulla è stato fatto al fine di realizzare una rete capace di far superare questo momento difficile per le nostre comunità. ICS riporta in auge le istanze

dei cittadini nel tentativo di risvegliarne la coscienza civica: i nisseni hanno realmente voglia di voltare pagina? - Il nostro attuale obiettivo è quello di prospettare un metodo nuovo nell’agire politico che sappia valorizzare, al di sopra degli schieramenti, le tante risorse presenti nelle comunità nissene, al di fuori delle logiche assistenziali e clientelari, che in questi decenni hanno solo prodotto povertà ed isolamento. Siamo incoraggiati dai risultati perché si è percepito che il destino della nostra terra dipende da quello che siamo in grado di costruire insieme. I comitati di quartiere, che uscendo

Il nostro destino dipende da quello che sappiamo costruire

dalla logica della singola rappresentazione, si organizzano in coordinamento per raffigurare le priorità e i bisogni della città; i comitati spontanei di cittadini che si uniscono per tutelare il bene comune e proporre soluzioni adeguate (gestione rifiuti, acqua, servizi sociali); le forme consortili di imprenditori, i GAS (gruppi di acquisto solidale) che promuovono il consumo critico per favorire la produzione etica e sostenibile. Tante meravigliose realtà, in parte da noi incoraggiate o organizzate,

che ci hanno stimolato a pensare ad una manifestazione allo scopo di unire idealmente tutte le comunità della nostra Provincia - una Marcia per la Partecipazione e la Solidarietà - che a fine settembre metterà in vetrina tutte queste belle esperienze. Alle elezioni comunali avete candidato due persone che hanno poi deciso di intraprendere altre strade: non sarebbe stato, forse, più opportuno scegliere dei soggetti privi di precedenti legami? - La nostra lista era aperta alla Città e chi si è candidato ha firmato un patto etico vincolante rispetto alla rappresentanza del modello e del programma politico che abbiamo definito. In verità, ciò su cui occorre riflettere è che molte persone di buona volontà non avevano creduto inizialmente alla nostra “proposta politica” e sono volute restare alla finestra, ricredendosi solo adesso, di fronte ai risultati ed alla nostra coerenza, sulla validità del progetto politico che sin dall’inizio avevamo chiaramente delineato. Il problema Tarsu rischia realmente di mandare in dissesto il Comune di Caltanissetta? Questa amministrazione concluderà il suo mandato? - Il problema dei rifiuti, così come quello dell’acqua e del costo dell’energia, contrassegna l’attività amministrativa di tutti i comuni italiani. Se il nostro comune ancora conferisce in discariche private il 95% dei rifiuti, se la gestione dell’acqua diviene speculazione privata, se non ci si è attrezzati

Giovanni Ruvolo

per un’autonomia energetica da fonti rinnovabili, ma si continua a sperperare denaro pubblico con la nomina di esperti e la prolifera-

Su rifiuti e acqua bisogna ridare la parola ai cittadini

zione delle clientele non sarà possibile amministrare senza vessare continuamente i cittadini costretti a sborsare cifre ormai insostenibili. Noi riteniamo che sarebbe più appropriato ridare la parola ai cittadini, sempre sperando nella sensibilità del Sindaco Campisi, per le dimissioni, o nella determinazione, non apparente, delle opposizioni in Consiglio comunale per la mozione di sfiducia. Per quel che ci riguarda, stiamo lavorando per definire un progetto comune per la Città aperto alla partecipazione consapevole verso il quale le migliori personalità della società nissena possano e debbano sentirsi responsabili.

Direzione Editoriale

Michele Spena m.spena@ilfattonisseno.it

Collaborazioni:

Marco Benanti Rosamaria Colajanni Claudio Costanzo Rosamaria Li Vecchi Salvatore Falzone Lello Lombardo Salvatore Mingoia Martina Nigrelli Donatello Polizzi Gianbattista Tona

'LVHJQR JUD¿FR Michele Spena

Impaginazione

Claudia Di Dino

Redazione Viale della Regione, 6 Caltanissetta redazione@ilfattonisseno.it Tel/Fax: 0934 - 594864 info pubblicità: 333/2933026


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Fatti & Istituzioni L’ INTERVISTA. Il prefetto parla di sè e del rapporto con la città

Umberto Guidato, l’uomo che fronteggia le grandi crisi di Rosamaria Li Vecchi

Originario di Lecce, classe 1953, da poco più di un anno rappresenta lo Stato in provincia. E’ tra i protagonisti della Primavera nissena

uomo di un Ufficio governativo, il ruolo estremamente delicato di vicinanza con il territorio proprio del suo incarico? Agli inizi della sua carriera come vedeva il ruolo prefettizio? “Se si inizia una carriera come la mia la si inizia con l’aspirazione di coronarla con questo tipo di incarico. Ma il percorso parte da lontano e richiede molti anni

tà in cui è importante il fattore tempo: io sono a Caltanissetta da 14 mesi e solo adesso inizio a conoscere questa realtà, che è una realtà complessa, come tante altre del resto. Vari i problemi del territorio di questa provincia, da quelli legati alla protezione civile Umbertenze dei lavoratori. Dato certo è la nostra presenza costante sul territorio, necessaria a

T

raccia un quadro inedito di Caltanissetta S.E. il Prefetto Umberto Guidato, a poco più di un anno dal suo insediamento nella sede prefettizia di viale Regina Margherita. Ed è una città consapevole del suo presente e con grandi aspettative nel futuro, soprattutto dopo la scelta forte di “voltare pagina” e dire no all’illegalità con quella che è

Sulle vertenze lavorative la Prefettura dà al cittadino la percezione di terzietà

comunemente conosciuta ormai come Primavera nissena, quella che viene fuori dalle sensazioni di chi, da uomo dello Stato, si è trovato ad operare in diverse realtà. Originario di Lecce, classe 1953, laureato in giurisprudenza, il dott. Umberto Guidato è stato in servizio negli anni Ottanta del secolo scorso a Piacenza e poi, dal 1991, ha ricoperto nella sua città natale l’incarico prima di capo di gabinetto e poi di viceprefetto vicario, prima di approdare nel capoluogo nisseno come prefetto. Il Fatto Nisseno gli ha rivolto alcune domande sul suo ruolo e sul suo rapporto con Caltanissetta. Eccellenza, come vive lei, da

tiche di varia natura, questo è certo, che vanno dalla questione della raccolta dei rifiuti, che, pur essendo problema a carattere regionale, ha richiesto l’intervento del prefetto perché legato ad una vertenza riguardante il lavoro. Importanti le tante richieste di tavoli tecnici in Prefettura, dove evidentemente viene percepita la terzietà di quest’ultimo soggetto, necessaria per mediare tra le due parti, come ad esempio è accaduto negli incontri con le organizzazioi sindacali in più occasioni. Del resto è questo il ruolo del Prefetto e in questa percezione che ne ha il cittadino sta l’impor-

Il Prefetto di Caltanissetta Umberto Guidato

di attività ed una esperienza che va maturata sul territorio. Gli incarichi molteplici e il tipo di attività, in particolare, portano a conoscere bene il territorio sul quale si opera e a svolgere al meglio il ruolo del prefetto, che è appunto quello di fare da tramite fra il centro e la periferia, attivi-

dare una rappresentazione esatta dello stesso nelle sedi adeguate. E poi un percorso continuo con iniziative per la diffusione della cultura della legalità, soprattutto nelle scuole”. Quali le emergenze che si è dunque trovato a fronteggiare in questi 14 mesi? “Problema-

Caltanissetta è una città a misura d’uomo culturalmente molto viva

tanza del rapporto tra la Prefettura e il territorio”. Eccellenza, sono certamente tante le attività che la vedono costantemente al lavoro per questa città e per questa provincia nel ruolo assegnatole dal Governo. Ma aldilà dell’ufficialità come vive lei Caltanissetta? “Vivo normalmente la vita da cittadino nisseno: ho una bimba che frequenta la scuola elementare, mia moglie è insegnante, siamo assolutamente inseriti nel contesto cittadino. E poi io faccio lunghe passeggiate in città ed ho scoperto anche la zona di Pian del lago come posto perfetto per fare un pò di movimento. Caltanissetta è una città dove non manca niente, è a misura d’uomo e mi ricorda molto Lecce. Mi è sembrata anche una città molto viva dal punto di vista culturale, con il suo bel teatro Margherita e le rassegne teatrali, ma anche molto legata al suo passato e alle sue tradizioni, con l’ampia partecipazione ai riti devozionali. Mi hanno molto emozionato le

processioni, specialmente quella del Venerdì Santo a Pasqua, ed ho trovato suggestiva quella in onore del Santo Patrono San Michele”. Come giudica i percorsi intrapresi da cittadini ed imprenditori per dire no all’illegalità diffusa? “Ci sono stati e ci sono segnali importanti che mirano a scalzare l’omertà, a dire no alla malavita una volta per tutte, e un chiaro esempio sono le scelte di Confindustria che da qui ha avviato appunto la “primavera nissena” nel segno della legalità, tassello importante di un discorso culturale che prende le mosse dai comportamenti quotidiani. Senz’altro c’è una sensibilità accresciuta, una coscienza collettiva che si sta affermando, anche grazie alle iniziative promosse proprio da Confindustria nelle scuole. In questo ambito, voglio sottolinearlo, non abbiamo punti di arrivo ma le conquiste sono sempre un nuovo punto di partenza. Per questo la massima attenzione deve essere dedicata a tenere alta la guardia ed è un discorso che riguarda il cittadino ma anche le istituzioni. E poi è importamte continuare a coltivare la sinergia tra le istituzioni, che ho trovato quando sono arrivato e che continua tuttoggi, che

Sulla legalità c’è un’accresciuta sensibilità Non abbiamo punti d’arrivo ma conquiste

è la vera chiave del successo: tante operazioni delle forze dell’ordine, ad esempio, sono andate in questi mesi a buon fine proprio grazie alla stretta collaborazione tra i vari soggetti, che hanno unito le forze per il bene comune e che operano tutti i giorni su questo territorio per garantire le persone oneste di cui la città è piena”.


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di Salvatore Falzone

MEDIA. Ecco tutto ciò che leggeremo sfogliando i quotidiani locali

L’estate sui giornali Niente di nuovo dal fronte nisseno

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i mancava solo l’afa dei giorni scorsi, che ha fiaccato una città già fiaccata di suo. Quell’aria da fono, pesante, umida, quel cielo sporco, torbido, quella luce che dà fastidio agli occhi. E le strade che si svuotano, soprattutto di sera (ma dove sono i nisseni? Sono tutti in vacanza o se ne stanno chiusi in casa?), e le sirene dei Vigili del Fuoco rimbombano, la voce amplificata del venditore di frutta e verdura si confonde col solito rumore di motore sfasciato, gli immigrati soffocano dentro le tende di Pian del Lago, piazza Garibaldi di notte non è sicura. Sfreccia qualche motorino. Poi c’è di nuovo silenzio, caldo e silenzio. Luglio 2011. Le giornate si ripetono uguali, più che mai. Le cronache locali riportano le solite notizie. Pronto soccorso nel caos, qualche incidente, qualche furtarello, condanne per droga e processi rinviati, i grest parrocchiali, l’acqua che manca da quattro giorni e gli abitanti che protestano (protestano anche i detenuti del Malaspina, a modo loro, sbattendo pentole e posate contro le porte di ferro delle loro celle), la

“strata ‘a foglia” rivive per un giorno con l’operazione-rilancio ma i nisseni alzano le spalle e neanche se ne accorgono, i cassonetti continuano a vomitare immondizia, alcuni consiglieri comunali chiedono la convocazione di un consiglio straordinario e urgente per l’ “emergenza sanitaria conseguente all’emergenza rifiuti”, i netturbini scioperano, vogliono essere pagati, assemblee e sindacati, intanto arrivano i primi risultati degli esami di maturità, ecco i bravissimi, ecco i loro nomi, ecco cosa vogliono fare da grandi. Attenzione: chiudono per un giorno i locali del consultorio familiare di via De Gasperi per disinfestazione ma l’attività – assicurano gli addetti - riprenderà presto. Menomale. Niente di nuovo sul fronte nisseno. E poi c’è la politica, la solita politica. Il Comune rischia il dissesto, il sindaco è solo, sempre più solo, crescono i malumori nella maggioranza, si regi-

strano defezioni e marce indietro. C’è chi ha ancora il coraggio di parlare di buona politica e c’è chi dice che peggio di così si muore. E infatti si muore. Dal caldo e dalla stanchezza, dall’eterna routine che

avvolge un capoluogo di provincia sfortunato. Ogni tanto si ha la sensazione che stia per accadere qualcosa, chissà che cosa, ma poi alla fine non succede mai niente. Niente di nuovo. Di nuovo sire-

ne, da qualche parte le campagne vanno a fuoco. Ancora i soliti titoli di giornali. Ancora le solite notizie. Caldo e incendi. Farmacie di turno, servizio notturno, servizio diurno…


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Fatti & Curiosità

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Altro che indicatore elettronico, all’Anagrafe comunale a regolare le code ci pensa un signore armato di blocchetto e di voce tonante.

Il display umano che “vannia”alle code di Donatello Polizzi

L

a nostra città propone un’idea dai contorni rivoluzionari: la voce umana che sostituisce il freddo ed anonimo (oltre che alienante) elimina - code. Andiamo con ordine, per spiegare come siamo venuti a conoscenza di questa estrosa creazione. La settimana scorsa, per un’esigenza personale, ci siamo recati presso l’ufficio anagrafe del comune di Caltanissetta. Giunti all’interno dei locali, ci siamo diretti verso lo sportello riservato alle operazioni inerenti alla carta d’identità. Uno dei cittadini presenti, con fare gentile e cortes e, c i i nv i tava a rispettare

la fila ed il numero di servizio. Dopo una rapida occhiata in giro, visibilmente sorpresi, notavamo che all’interno della struttura non vi era alcuna traccia né di elimina - code e neanche di un display che indicasse il presunto numero. Incuriositi dalla situazione ci avvicinavamo alla signora che ci aveva invitati al rispetto delle regole e chiedevamo ulteriori delucidazioni. La gentil donna, per tutta risposta, ci indicava un signore in prossimità dell’entrata. Immediatamente ci

dirigevamo presso l’uomo per avere, finalmente, una spiegazione che chiarisse l’arcano. La persona in questione dopo averci chiesto a quale sportello fossimo interessati, tirava fuori dalla ta-

sca un blocchetto con dei numeri e ce ne consegnava uno. A quel punto, spontanea sorgeva una domanda: ma come potevamo renderci conto (considerando la notevole massa di utenti presenti e l’assoluta assenza di display) del numero che veniva intenzionato

dagli operatori? La risposta era talmente geniale e fulminea che ci sorprendeva ma al contempo, rallegrava: ”Provvedo io a chiamare i numeri”. Effetti-

vamente la persona in questione, ogni qualvolta uno sportello si liberava, con voce stentorea e potente indicava il nuovo numero. Peraltro la “chiamata” veniva effettuata anche all’esterno degli uffici perché poteva capitare che uno degli utenti si fosse allonta-

nato per controllare il parcheggio dell’auto, fumare una sigaretta o prendere un caffè al bar. E nelle occasioni in cui la persona addetta alla “c h i a m a t a” del nu-

mero si assen- tava, il blocchetto veniva consegnato ad uno degli utenti presenti affinché, comunque, potesse proseguire la distribuzione dei tagliandi. Una sorta di “vanniata” (termine dialettale siculo che indica un’offerta di prodotti a voce alta) o di “annunciazione” (di matrice partenopea) che accomuna gli utenti, evitando la spersonalizzazione ed anzi favorendo la socializzazione e il trascorrere del tempo. Complimenti per l’idea; Caltanissetta lancia un’iniziativa che potrebbe rappresentare una nuova moda negli uffici della pubblica amministrazione nazionale: l’elimina – code… umano!


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FIAMME GIALLE. Il colonnello Ardizzone lascia il comando provinciale

“Onorato di aver servito la mia terra di Sicilia” di Rosamaria Li Vecchi

Il comandante provinciale dirigerà la Dia di Reggio Calabria. Dopo quattro anni, si congeda da una città che ha amato e dove ha ottenuto molti successi.

A

ndrà a dirigere la Dia di Reggio Calabria il colonnello Gianfranco Ardizzone, che lascia il comando provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta dopo quattro intensi anni di attività. Un altro incarico prestigioso, dunque, dopo quelli svolti venti anni fa al fianco di Antonio Di Pietro nell’inchiesta “Mani pulite”. Lei ha guidato il Comando della GdF nissena per 4 anni, conducendo in porto una serie di brillanti operazioni.

Il Colonnello Gianfranco Ardizzone

Sicilia Marchetti al reparto. Per questo io sono stato felicissimo di assumere il comando di un reparto di questo livello, una delle poche volte nella mia carriera. E’ stato, di certo, un forte carico di responsabilità ma anche uno stimolo a dare sempre il meglio”. Il colonnello Ardizzone non è nuovo ad incarichi di grande responsabilità: ha, infatti, lavorato al fianco di Gherardo Colombo nel 1992 e poi ha lungamente collaborato con Di Pietro sul filone delle indagini CusaniMontedison, sul passaggio delle quote del Giornale, per le indagini

turare ex-novo l’organizzazione del comando, per poi prestare servizio a Firenze, Enna e infine a Caltanissetta. “Qui – dice – ho trovato in corso tante situazioni c’era da far emergere in tutta la loro devastante potenzialità le indagini sul costruttore Di Vincenzo, sulla Calcestruzzi SpA, filoni che allora erano appena nati. Ritengo di essere stato fortunato perché se abbiamo raggiunto brillanti risultati è stato grazie ad uomini molto preparati”. La attende adesso un incarico prestigioso in uno dei posti più “caldi” per la lotta all’illegalità e alla malavita organizzata. Ma cosa le rimarrà della sua permanenza a Caltanissetta? “Per quanto riguarda il nuovo incarico, so di essere inviato dal

sempre apprezzato nel rapporto che si instaura con i magistrati, infatti, è la lealtà e la fiducia”. Tra le operazioni più importanti condotte dal comando nisseno della GdF sotto la guida del colonnello Gianfranco Ardizzone (che lascia Caltanissetta il 27 lu-

Quello che ho apprezzato nel rapporto con i magistrati è la lealtà e la fiducia

glio, a quattro anni esatti dall’insediamento) vanno senz’altro ricordate l’operazione “Triskelion”, “Family Market”, “Atena”, tutte volte a sconfiggere organizzazioni malavitose radicate a

Ho raggiunto brillanti risultati grazie a uomini preparati

Come si è giunti a questi ottimi risultati che testimoniano un’attenzione costante delle forze dell’ordine per il territorio? “Quando ho preso il comando qui a Caltanissetta – dice il colonnello Ardizzone, che tramite le pagine del Fatto Nisseno si congeda con questa intervista da Caltanissetta – il 27 luglio del 2007 ringraziai pubblicamente il mio predecessore, il generale Vito Straziota, per aver portato il reparto a livelli di eccellenza notevoli, ma ovviamente anche per la professionalità raggiunta dai reparti operativi, ovvero, in primis, il Nucleo di Polizia tributaria diretto dal maggiore Orfanello, il Gico di Caltanissetta: professionalità riconosciute dai magistrati e dalle autorità di governo, attestate addirittura da un encomio solenne rilasciato dal comandante regionale di

sui fondi neri Cariplo, prendendo parte alle indagini che portarono all’arresto di Greganti. Ma è anche stato il primo comandante della GdF a Prato, subito dopo l’istituzione nel 1992 della provincia di Prato, contribuendo a strut-

comando centrale nei posti dove è necessario che io vada, per avere dei risultati o per confermare dei risultati. Il generale Straziota mi ha lasciato un testimone importante, da fratello maggiore, che io sono stato onorato di accogliere, contento di poter fare qualcosa per questa terra, la mia terra di Sicilia. Ora avrò contatti con magistrati eccezionali, grandi servitori dello Stato: quello che ho

vari livelli in diversi settori della vita sociale ed economica della provincia nissena. “Vado via soddisfatto – dice il colonnello Ardizzone – perché abbiamo lavorato molto e bene ed ho potuto sempre contare su uomini preparati. Sono contento dei risultati e contento di avere dato una mano, alla guida della GdF della provincia di Caltanissetta, alla cosiddetta “primavera” degli industriali, che tanto ha significato e significa per questa città e questa provincia: sono stato vicino quotidianamente al presidente Montante, all’assessore Venturi nella loro lotta per la

legalità. Lascio, dunque, la porta aperta al mio collega, ottimo ufficiale e persona molto preparata, che sicuramente continuerà egregiamente il lavoro di tutela delle legalità. Di Caltanissetta mi resterà il ricordo di tante serate in Prefettura, a colloquio con il prefetto Petrucci prima e poi con il prefetto Guidato, a discutere sulle strategie da adottare perché l’azione delle istituzioni del territorio potesse essere sempre sinergica e forte a sostegno degli industriali e del nuovo corso da loro scelto per questa provincia. Penso ai consigli degli onorevoli Lumia e Crocetta, a quello che abbiamo costruito in questi anni insieme al presidente Lo Bello. Sono capitoli della mia carriera che per me hanno la stessa importanza di quelli di Milano al fianco di Colombo e Di Pietro”. Si è tanto parlato in questi ultimi tempi della necessità di promuovere una cultura della legalità soprattutto tra i giovanissimi. Un suo parere. “Bisogna uscire – sottolinea il colonnello Ardizzone – dalla nostra mentalità siciliana, tipica un po’ di tutto il meridione, cioè quel bisogno irrefrenabile di dovere sempre rivolgersi a terzi per ottenere, a mò di favore, qualcosa che invece spetta di diritto. Questa mentalità è una palla al piede che ci impedisce di vivere bene. Sono scettico sul fatto di riuscire a cambiare perché è come se fosse nel nostro dna ma dobbiamo comprendere che oggi è impossibile entrare in Europa se si ragio-

Invito i ragazzi a studiare in modo da raggiungere gli obiettivi senza scorciatoie

na ancora in questi termini. Per questo, durante gli incontri promossi nelle scuole, invito sempre i ragazzi a pretendere tanto da sé, puntare all’eccellenza, studiare e studiare per raggiungere un obiettivo, senza cercare scorciatoie di nessun genere: rispettare le regole a scuola è già un primo importante passo per promuovere e difendere la legalità”.


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Fatti contro la mafia

Storia & Cultura

per non dimenticare

Benito Mussolini

Mori e Gueli, due facce della lotta alla mafia in epoca fascista di Giovanbattista Tona

C

hi non conosce Cesare Mori, il “prefetto di ferro” che sotto il fascismo liberò la Sicilia dalla mafia? E chi conosce il commendatore Giuseppe Gueli, ispettore superiore di Pubblica Sicurezza in Sicilia dal 1933 fino al declino di Mussolini? Mori e Gueli contrastarono le cosche con eguale determinazione; ma l’uno fu famoso e lo è ancora, l’altro non lo fu e forse non lo sarà mai.

Al Duce Mori non piaceva, ma, siccome uno Stato totalitario non poteva ammettere la concorrenza delle organizzazioni criminali nel controllo del territorio, il regime dovette avviare una campagna senza precedenti contro la mafia e quel prefetto risultò il più adatto alla missione. Con durezza talora eccessiva, Mori si adoperò senza risparmio, accompagnando ogni sua operazione con gesti spettacolari, slogan efficaci, comizi, bagni di folla, che lo resero assai popolare specie tra i ceti meno abbienti, da tempo vessati dalla prepotenza dei mafiosi. Mussolini era inquieto per il fatto che in molte povere case all’immagine del Re e del Duce, veniva aggiunta quella del Prefetto; in alcune pare vi fossero solo quelle del Re e del Prefetto. Sull’onda dei proclami di Mori che dava per imminente la definitiva sconfitta della mafia, Mussolini lo elogiava pubblicamente e frattanto gli prepararava un nuovo prestigioso ed inutile incarico per oscurarlo e al contempo per accreditare l’idea che i mafiosi si erano estinti. Negli anni trenta, politica e giornali (si comportavano alla stessa maniera... a quei tempi) parlavano della mafia come un fenomeno del passato, alimentato dall’ignavia e dalla complicità dei regimi precedenti, e questo era vero, ma poi debellato dal regime fascista; e questo non era tanto vero. I primi a saperlo erano gli uomini di Mussolini che, mentre salutavano con sollievo il pensionamento mascherato di Mori, costituivano un robusto organi-

smo interforze simile sotto certi aspetti alla nostra Direzione investigativa anti-

finirono con tanti condannati solo per il reato di associazione per delinquere,

Se il lavoro di Gueli fosse stato noto, la lotta alla mafia oggi sarebbe più avanti e l’antimafia da spettacolo avrebbe il respiro più corto

mafia: si chiamava Regio Ispettorato Generale di pubblica sicurezza per la Sicilia, era un organo speciale e autonomo, composto con forza mista da Carabinieri e poliziotti, e aveva il compito, come scrivevano i suoi funzionari, di curare “l’esame attento e ponderato delle nuove manifestazioni di mafia”. A capo fu designato nel 1933 il commendatore Giuseppe Gueli, al quale non fecero mancare né uomini né mezzi né poteri. Onori però non ne poteva avere; nessuno doveva sapere quello che faceva perchè nessuno doveva sapere che la mafia si combatteva ancora. Sarebbe significato ammettere che essa esisteva e che il fascismo non era riuscito a sconfiggerla nei tempi brevi che aveva promesso e nei modi spettacolari che aveva raccontato. Un trafiletto del Giornale di Sicilia annunciò la nomina di Gueli e qualche trafiletto sarebbe comparso a raccontare gli arresti che il suo ispettorato metteva a segno; mai però che venisse scritta la parola “mafia”, nonostante gli arrestati fossero accusati di farne parte. A causa della fretta e dell’approssimazione, le grandi operazioni di Mori

non essendovi prove a loro carico per altri più gravi delitti; all’epoca le pene previste dalla legge per il reato associativo erano molto basse. Quando nel 1932 il fascismo, per celebrare i dieci anni di regime, concesse un amnistia, ne beneficiarono moltissimi degli arrestati nelle operazioni di Mori.

Per questo, ora c’era bisogno di Gueli, ma nessuno doveva raccontare il motivo per cui tanti mafiosi erano tornati in circolazione. Gueli e i suoi si adoperarono per contenere la recrudescenza del fenomeno e accreditare la favola della sconfitta della mafia; e furono anche più raffinati e profondi di Mori. Non si basarono solo su fonti confidenziali ma raccolsero le prime dichiarazioni di “pentiti” ante litteram. Non si fecero suggestionare, come “il prefetto di ferro”, dall’idea che la mafia fosse opera di Il prefetto Cesare Mori


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Da un lato il “prefetto di ferro”, volto noto del fascismo, dall’altro il “commendatore” che combattè la criminalità nelll’anonimato, quando il regime nascose l’esistenza dell’organizzazione.

Pillole di storia

Giunta, la camicia nera che criticò i mafiosi Il fascismo origina da piccoli gruppi di avanguardia che sostenevano di farsi interpreti delle esigenze di rinnovamento della società; da tali gruppi estremisti, poi divenuti parte dell’organigramma del regime, cominciarono a levarsi fermi propositi di contrastare le organizzazioni criminali. In questa chiave ideologica, la mafia era considerata un fenomeno, che faceva parte integrante del passato da abiurare;

In alto i poliziotti del Regio Ispettorato Generale di pubblica sicurezza per la Sicilia. A destra la prima pagina de “La Domenica del Corriere” del primo Novembre 1936

soggetti deviati e marginali; scrissero invece che la base e le radici dell’organizzazione stavano tra “professionisti, titolati, e individui di elevata estrazione sociale tanto più pericolosi quanto più vaste sono le loro relazioni sociali”. Riuscirono a ricostruire la struttura della mafia, con uomini d’ono-

re e capidecina, con regole interne e codici di affiliazione; descrissero le “famiglie” e le figure sovraordinate che le coordinavano; riportarono persino notizie su gruppi

operanti in Tunisia, in Francia, in America. Non immaginava Gueli che, quando, 50 anni dopo, le stesse cose le avrebbe raccontate Masino Buscetta a Giovanni Falcone, agli “esperti” di mafia sarebbero sem-

brate strepito s e novità. Partendo dai furti di bestiame commessi dai pastori e risalendo lungo la scala

sociale, Gueli individuò quali mafiosi: i fratelli Marasà che gestivano l’approviggionamento idrico nella borgata di Boccadifalco; Melchiorre Allegra che era uno stimato medico di Castelvetrano, proprietario di una clinica privata; Francesco Paolo Crivello, ricco imprenditore, che lamentava di essere stato perseguitato da Mori, che era riuscito a gestire la propria latitanza grazie ad amicizie a Londra e a Parigi, e che poi aveva diretto una cosca in una nuova guerra di mafia, mentre era al confino a Lampedusa; Salvatore Anello, un faccendiere della Piana dei Colli, che teneva contatti con gli americani e con gli oppositori del fascismo, e frattanto arruolava nella cosca avvocati, medici, farmacisti. Sembrano storie di oggi. A Gueli forse non interessava la visibilità e la sua storia

ci insegna che, grazie al Cielo, anche quando la politica ci cosparge di frottole, c’è gente che si confronta con la criminalità vera e fa di tutto per contrastarla, lasciando il palcoscenico a chi lo sa o lo vuole calcare. Ma se il lavoro di Gueli fosse stato noto a tutti, quanto lo è stato quello di Mori, la lotta alla mafia oggi sarebbe più avanti e l’antimafia da spettacolo avrebbe il respiro più corto.

sa, il 27 novembre 1923, pronunciò parole forti, che ogni tanto anche oggi si sentono ripetere: “Eliminare tutti coloro che hanno rapporti con la mafia, che hanno il certificato penale macchiato, che sono manifestamente degli immorali nella vita privata e politica, che sono stati compromessi con gli uomini del passato e che lo sono tuttora. Gli uomini del passato debbono essere tenuti completamente in di-

Gela, foto di gruppo della milizia fascista (anni trenta)

al contempo tutto ciò che apparteneva al passato, veniva identificato con la mafia. Uno tra i primi a promuovere queste idee fu un nisseno, Francesco Giunta, fascista della prima ora e segretario della milizia volontaria fascista negli anni venti. Al congresso di Siracu-

sparte qualunque sia il partito nel quale essi furono esponenti” Molti uomini, che egli considerava del passato, diventarono invece nel decennio successivo dirigenti del regime fascista; e a Francesco Giunta, considerato troppo estremista, furono attribuiti ruoli più defilati.


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L’ANALISI. L’ assessore esprime soddisfazione per i risultati ottenuti

Turismo Lomonaco “Per la provincia incremento del 9%”

Il componente della Giunta Federico annuncia accordi con la Regione e progetti ambiziosi

Redazione

L’ elaborazione di progetti che partano dalle peculiarità del territorio, molto ricco di interesse ed emergenze paesaggistiche, la collocazione di Caltanissetta e della sua provincia in un circuito regionale di eccellenza e l’attivazione di una rete di sinergie tra istituzioni ma anche con il coivolgimento dei privati sono alla base delle attività promosse dall’assessorato provinciale al Turismo guidato da Fabiano Lomonaco che nei tre anni trascorsi dall’insediamento ha lavorato per la promozione del territorio. “Adesso stiamo lavorando in piena sinergia con la Regione – dice l’assessore Lomonaco – ed è un fatto nuovo ed assolutamente positivo per una provincia come la nostra, sempre un pò “abbandonata”. Ma la responsabilità è stata certamente dei politici locali, che non hanno mai creduto nelle potenzialità del nostro territorio. Stiamo adesso cercando di promuovere una inversione di tendenza, inserendo Caltanissetta e la sua provincia nei circuiti regionali degli eventi culturali, puntando in particolare sulle manifestazioni estive e valorizzando i nostri siti, anche diversificando le sedi che ospitano gli spettacoli”. Esempio di questa nuova volontà di valorizzazione delle peculiarità del territorio è il concerto di Vincenzo Spampinato in programma per il 29 luglio alla miniera Trabia-Tallarita, reso possibile dal coordinamento tra la Pro Loco e il Polo museale regionale di Caltanissetta (che inclu-

de, oltre al museo archeologico di S. Spirito e a quello di Marianopoli, anche i parchi minerari Trabia-Tallarita, Grasta e Gessolungo e di cui è responsabile Rosalba Panvini). “Per quanto riguarda la situazione del turismo nella nostra provincia - dice l’assessore Fabiano Lomonaco – quando ci siamo insediati non era affatto felice: oggi si stanno facendo tante piccole cose per cercare di crescere. Proprio in questi giorni l’assessorato regionale al Turismo, ad esempio, ha firmato il decreto per l’istituzione della figura di guida turistica anche a Caltanissetta, che era l’unica provincia in Sicilia a

attualmente manca, è anche un’importante opportunità di lavoro per i giovani”. I dati del turismo nella nostra provincia parlano anche di un trend positivo nel 2010, con un incremento del 9% di presenze nell’entroterra. “Questo – dice l’assessore provinciale al Turismo – ci fa ben sperare per il futuro: oggi Caltanissetta è in controtendenza rispetto alla Sicilia, che perde invece quote sul mercato del turismo”. Un altro importante settore che

località Tenutella litorale di Marina di Butera

non averne. Questo decreto, oltre a consentire l’adeguata fruizione dei nostri beni architettonici e paesaggistici a vantaggio dei flussi turistici che transitano nell’Isola perché creare quel sistema per fare rete turistica con le altre province siciliane che

l’assessorato al Turismo della Provincia Regionale ha curato in questi

ultimi anni è quello dello sport. “Abbiamo avviato – dice Lomonaco – sinergie importanti con le federazioni di basket e pesistica, con l’organizzazione a Caltanissetta di manifestazioni a carattere nazionale. Il riscontro è stato decisamente positivo, tanto che si è deciso di candidare il Palacarelli anche per le finali europee di basket del 2012. Stesso discorso per la pesistica, con il presidente Urso che ha chiuso un accordo per organizzare a Caltanissetta la “Coppa del Mediterraneo”, torneo internazionale di pesistica che coinvolgerà i Paesi che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo, conteso da altre province. Ma la provincia di Caltanissetta, oltre ai siti minerari recuperati e riconvertiti in strutture culturali di archeologia industriale, può contare anche su 12 km di splendide coste che si aprono sulla suggestione del Mediterraneo. “Parecchie aziende hanno puntato a rivalutare questo tratto di costa – dice l’assessore Lo-

monaco – che si affaccia sul Mediterraneo e a Marina di Butera si trovano oggi gran parte delle strutture di accoglienza turistica che fanno impennare il numero dei turisti nella nostra provincia”. 69mila le presenze in quattro mesi di lavoro nel 2010, secondo i dati forniti dai titolari delle strutture turistiche di Marina di Butera; a Gela c’è invece ancora da lavorare parecchio per farne polo di attrazione turistica costante”.

Quando ci siamo insediati la situazione non era felice

Una rete di sinergie è stata attivata ovviamente con gli enti locali che gestiscono direttamente i territori ma una vera collaborazione stenta ancora a decollare. “Ho notato più volte – dice Lomonaco – una azione volta a valorizzare solo se stessi e questo non è un dato positivo, soprattutto alla luce della globalizzazione: non si può pensare che un comune o un altro da soli possano fungere da traino, bisogna mettersi in rete perché da soli non si va da nessuna parte ed è questo l’invito che giro alle istituzioni locali, affinché comincino a ragionare in maniera diversa nel segno della collaborazione, coinvolgendo anche i privati”.


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EVENTI. Il 19 agosto torna l’evento dell’estate organizzato da alcune associazioni

A San Cataldo la notte... è bianca di Claudio Costanzo

S

an Cataldo. Manca ancora un po’, ma a San Cataldo già fervono i preparativi in vista della “Notte Bianca”, in programma venerdì 19 agosto. Dal 2008, la manifestazione rappresenta “l’evento” della “movida” estiva sancataldese, una maratona ininterrotta di spettacoli, iniziative ed appuntamenti aperti ad un pubblico di tutte le età. Musica, cultura, arte, moda, danza, cabaret: è il caleidoscopico carnet della quarta edizione della manifestazione, che sarà organizzata in sinergia da amministrazione comunale, associazione turistica Pro Loco e Consulta Giovanile. Gli obiettivi? Molteplici: valorizzare i luoghi della città, a partire dal “salotto” di Corso Sicilia, ma anche Piazza Falcone-Borsellino, le zone storiche come la Torre Civica e Piazza Cannoli e, in generale, il centro; dare impulso al commercio, con la possibilità agli esercenti di rimanere aperti sino a tarda ora; creare momenti

a fine agosto chiudendo in pratica la stagione estiva. Allora, grande successo destarono le iniziative per i più piccoli al parco giochi di via Pirandello, culminate con la distribuzione di zucchero filato. In Piazza Papa Giovanni XXIII, invece, lo spettacolo di cabaret vide

Immagini di repertorio della notte bianca 2010

la partecipazione di centinaia di spettatori divertiti, mentre per tutto il corso si alternarono mostre artistiche e foto-

“ Roberto Riggi, assessore alla Cultura e Spettacolo del comune di San Cataldo

di aggregazione per giovani, meno giovani e le famiglie. E, sicuramente, tra gli scopi vi sarà anche quello di ripetere la fortunata esperienza del 2010: lo scorso anno, infatti, la “Notte Bianca” si svolse

Si alterneranno mostre, musicisti, giocolieri e tanto intrattenimento

grafiche, musica itinerante e ballo liscio. Giocolieri e musicisti, infine, intrattennero gli amanti del pop-rock sino alle tre del mattino. Insomma, un successo, che l’amministrazione comunale spera si possa ripetere anche quest’anno. A presentare la “Notte Bianca” sancatal-

dese 2011 è Roberto Riggi che, nella Giunta guidata dal sindaco Giuseppe Di Forti, ha la delega di assessore alla Cultura e Spettacolo: “Lo scorso anno, la manifestazione ha portato a San Cataldo 10.000 persone provenienti da tutto il Vallone, cioè da Serradifalco, Marianopoli, Delia, Santa Caterina e non solo. Valorizzeremo le risorse locali e non solo, infatti inviteremo due cabarettisti provenienti da altre realtà. Nel corso della lunga serata verranno predisposti spettacoli di vario genere, basti pensare che alla Torre Civica, la cui scalinata verrà illuminata per l’occasione, risuoneranno le note di chitarra classica e oboe. In Piazza Cannoli, poi, andrà in scena l’associazione culturale “Quarta Parete”. Gli appuntamenti, comunque, saranno tanti e vari. Non ci dimenticheremo dei più piccoli, infatti stiamo pensando ad un “Nutella-party” al parco giochi. Insomma, anche quest’anno proponiamo la “Notte Bianca” con lo scopo di creare opportunità ricreative, culturali e muovere nel nostro piccolo l’economia”.

Riceviamo & Pubblichiamo lettere@ilfattonisseno.it

Lodo Mondadori: il corruttore e la vittima

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n una causa di risarcimento di danni ci sono due personaggi-chiave: chi ha provocato il danno del quale si chiede3 il risarcimento e chi tale danno ha subito. Il garantismo d’occasione inalberato dal PDL riguarda solo il danneggiatore che dovrebbe essere garantito, tutelato, aiutato, sostenuto, mentre nessuno sguardo pietoso si leva verso il danneggiato, colpevole di avere subito un danno da un danneggiatore diventato presidente del consiglio. Nella causa penale che riguardava la corruzione alla base della gigantesca truffa, vennero condannati gli esecutori materiali della corruzione, mentre il mandante riusciva ad evadere dal tribunale ottenendo lo stralcio della sua posizione in quanto nelle more assurto a presidente del consiglio. Grazie a tale stralcio cotanto presidente del consiglio riuscì ad agguantare la tanto ricercata prescrizione, che no loo salva però dai rigori della sentenza in sede civile. Anche l’avv. Mills, in altro processo che riguarda sempre il PdC, ottenne la prescrizione, ma dovette pagare l’ammenda di 250.000 euro in sede civile. La prescrizione non è assolu-

gli andò malissimo perchè l’avv. Pisapia rifiutò la prescrizione, cercando l’assoluzione completa, che ottenne, per la quale uscì svergognata la Moratti che perse le elezioni amministrative. Ora il cavaliere esibisce la prescrizione che lo riguarda come pretesa assoluzione, cercando tutte le vie traverse per non rispondere dei suoi reati. La politica internazionale ha recepito la condanna comminata a Fininvest come un reato perseguito e giustamente punito, restituendo credibilità alle Istituzioni italiane tanto turlupinate proprio da colui che avrebbe dovuto sostenerne la legittimità. Il possesso del potere di legiferare ha creato al cavaliere l’illusione di potere tutto e di esercitare di fatto il diritto di vita o di morte anche del principio portante della nostra Costituzione, che esige l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, purchè il tutto torni a vantaggio dei suoi personali interessi. I vassalli, i valvassori e i valvassini, tutti scherani del loro Anfitrione, utilizzano tutti i sistemi possibili per tirar fuori dalla brace il loro padrone, perché sanno benissimo che la fine politica di Berlusconi coinciderebbe con la loro fine

zione; lo ha affermato l’ex sindaco Moratti quanto cercò di usare il metodo “Boffo” contro il suo rivale Pisapia; ma

traumatica tanto come politici che come improvvisati imprenditori del nulla. Rosario Amico Roxas


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L’INIZIATIVA. Italia Nostra, SiciliAntica e l’Officina del libro presentano una serie di proposte pro territorio

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ocus & territorio

L

e associazioni Italia Nostra, SiciliAntica ed Officina del libro “Luciano Scarabelli”, che si prodigano da tempo per la promozione culturale del territorio nisseno, esprimono la loro forte preoccupazione per le difficili condizioni organizzative in cui sono costretti ad operare ogni qualvolta intendono realizzare iniziative serie ed efficaci per la crescita culturale e sociale della Città e della Provincia. Animate da uno spirito costruttivo, lontane dalla volontà di suscitare inutili polemiche, ma fermamente convinte che la promozione culturale e sociale si può realizzare soltanto incentivando la libera ed autonoma espressione delle energie sane, le Associazioni firmatarie intendono sottoporre all’attenzione dei responsabili della cosa pubblica a qualsiasi livello di impegno i problemi più delicati relativi alle istitu-

Benvenuti nel Nisseno, dove la cultura non interessa ai politici

zioni culturali presenti nel territorio e alle opportunità che esse possono esprimere. In particolar modo esse sollecitano l’Amministrazione comunale di Caltanissetta affinché: 1. Si adoperi decisamente per riorganizzare e aprire alla fruizione degli studiosi l’Archivio storico comunale, che custodisce i documenti essenziali alla ricostruzione della memoria storica della città; di fatto, attualmente essi sono inaccessibili perché non opportunamente catalogati; 2. Provveda a rendere pienamente fruibile il patrimonio librario e documentale custodito nella Biblioteca Comunale “Lu-

ciano Scarabelli” con la sistemazione di tutti i libri, a partire dal prezioso “fondo antico”, vera ricchezza della città, che va organizzato e tutelato secondo le prescrizioni di legge. NON è più rinviabile, inoltre (dopo 31 anni!), la nomina di un dirigente, anche esterno, che promuova il rilancio organizzativo e culturale della Biblioteca,

do, attraverso la distribuzione, alle istituzioni culturali nazionali, delle sue

esistenti in città; 7. Aiuti le iniziative culturali meritevoli che onorano

Sopra l’Orfeo di Tripisciano esposto nelle sale di Palazzo Moncada (a sinistra)

e valo-

Si valorizzi il nostro Rosso di San Secondo città e della sua storia, da mettere a disposizione degli studiosi e dei cittadini, collegandola a un attivo circuito virtuoso. Ma il prerequisito perché ciò sia possibile è

Tripisciano, la mostra c’ è ma questo non basta

“ Da dicembre dell’anno scorso il grande Palazzo Moncada è aperto al pubblico e gran parte dei suoi saloni sono visitabili. Il piano nobile è destinato ad essere sede di grandi mostre temporanee, mentre nel piano ammezzato è finalmente allocata la mostra permanente dei bozzetti e delle opere di Tripisciano. La mostra dedicata al grande scultore nisseno è stata allestita con mezzi di fortuna, utilizzando gli espositori che già esistevano in magazzino, logori ed esteticamente poco

E’ necessario dotare il museo di mezzi economici

gradevoli, senza uno sfondo appropriato per mettere in rilievo il bianco dei gessi, senza un adeguato apparato didascalico e didattico. Il fatto stesso che la mostra sia stata allestita e aperta è già un notevole passo avanti nella conoscenza e nella riscoperta dell’arte di Tripisciano, ma non basta: è necessario da un lato predisporre una campagna di divulgazione per far conoscere il museo e per educare la cittadinanza alla fruizione del bene culturale, dall’altro lato è necessario che il museo venga dotato di tutti i mezzi economici per migliorarne l’allestimento e l’apparato didattico. Rosanna Zaffuto Rovello

rizzano la nostra Città. Le Associazioni firmatarie sollecitano, inoltre, l’Amministrazione provinciale di Caltanissetta: 1. A rendere fruibile al pubblico degli studiosi l’Archivio Storico Provinciale, che, pur essendo stato opportunamente sistemato, non è ancora accessibile per difficoltà organizzative facilmente superabili; 2. A completare, ristru turare e rendere fruibile ai turisti ed agli studiosi il Museo Mineralogico, con il suo patrimonio di minerali, unico in Europa; 3. A promuovere la creazione del Museo dell’arte tipografica e dell’editoria nissena presso l’ex Istituto

attraverso l’attivazione di tutte le forme di servizio oggi sperimentate in questo settore e divenga il centro propulsivo e di riferimento culturale dell’intera città; 3. Provveda alla definizione di un serio progetto che valorizzi adeguatamente, attraverso una struttura museale come il Palazzo Moncada, le opere dello scultore nisseno Michele Tripisciano e degli altri artisti che hanno onorato la nostra città; 4. Provveda ad un’adeguata valorizzazione della figura dello scrittore nisseno Pier Maria Rosso di San Secon-

opere di narrativa meritoriamente pubblicate dalle amministrazioni comunali precedenti, ma mai fatte conoscere con adeguate iniziative. Si adoperi, inoltre, a promuovere le sue opere teatrali, anche mediante un premio nazionale di teatro intitolato alla sua memoria; 5. Metta mano ad un recupero serio del Centro Storico realizzando fatti concreti e non solo atti formali e tuteli, valorizzi e realizzi i giardini pubblici; 6. Metta gratuitamente a disposizione delle associazioni culturali e di volontariato i pochi spazi culturali

La “lettera aperta” segnala, tra l’altro, l’urgenza di iniziative che riguardano il funzionamento della biblioteca comunale “Luciano Scarabelli” e la valorizzazione del nostro concittadino Pier Maria Rosso di San Secondo, uno dei protagonisti della cultura del primo Novecento, la cui figura e la cui opera sono state riproposte fino a oggi a intermittenza dalle amministrazioni che si sono succedute alla guida della città. Per la valorizzazione della biblioteca comunale bisogna recuperare, innanzitutto, lo straordinario slancio propulsivo che, subito dopo l’Unità, animò il prefetto Marco a promuoverne l’istituzione. Bisogna rifondare la biblioteca come grande contenitore culturale dell’identità della

Sarebbe opportuno istituire un premio nazionale

la nomina di un dirigente qualificato (esperto o altra figura) che si faccia carico dell’organizzazione e della gestione di essa come centro di erogazione di cultura. Per riproporre adeguatamente Rosso sarebbe opportuno partire da un premio letterario nazionale sulla drammaturgia attraverso il quale veicolare una serie di progetti orientati alla diffusione della sua opera, in parte già ristampata a cura delle precedenti amministrazioni e abbandonata negli scantinati del palazzo municipale. Tali interventi darebbero sostanza e spessore allo slogan vuoto e abusato solo propagandisticamente “Caltanissetta città d’arte”. Sergio Mangiavillano


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I firmatari della proposta, animati da uno spirito costruttivo, sono fermamente convinti che la promozione culturale si può realizzare incentivando la libera ed autonoma espressione delle energie sane.

Janni: “Centro storico, servono delle risposte”

Centro storico, giardini e parchi urbani, riserve naturali.Nessuno può negare la centralità, l’urgenza della “questione centro storico”, a Caltanissetta. Una questione che richiede risposte complesse, autentiche, non improvvisate, non episodiche. Risposte concrete. Una questione che contiene dentro di sé diverse altre questioni, diversi altri temi: le dinamiche sociali, l’identità culturale e sociale, la pianificazione urbana e territoriale, il problema della casa, la conoscenza, tutela e valorizzazione del patrimonio storico-artistico, il tema del restauro, la manutenzione degli edifici, la viabilità, il verde, i parcheggi, il decoro urbano. E poi: l’efficienza e l’efficacia organizzativa, operativa delle istituzioni, la loro capacità di interloquire, dialogare. Il reperimento e la gestione delle risorse economico-finanziarie, la qualità dei servizi, le infrastrutture a rete, l’artigianato, il lavoro. Noi siamo convinti, da sempre, che il centro storico rappresenti una risorsa, un’op-

Umberto I, per la salvaguardia e la fruizione museale della storica tipografia dell’ex Ospizio di Beneficenza fondata nel 1800 e da cui provengono tutte le maestranze che hanno creato le successive tipografie nissene fino ai nostri giorni. Le Associazioni firmatarie ritengono

portunità straordinaria per lo sviluppo economico e sociale della città. Il suo recupero, la sua rivitalizzazione richiedono grande impegno politico e istituzionale, capacità di programmazione e progetto, trasparenza amministrativa, capacità di coinvolgimento e coordinamento dei diversi soggetti pubblici. Inoltre, riteniamo importante tutelare e valorizzare le poche aree verdi, i giardini pubblici (storici e non) presenti in città. Fondamentale, poi, è la realizzazione – in tempi brevi – di un parco urbano all’interno della vasta area

Riteniamo tutelare le aree verdi cittadine

occupata dalla Caltanissetta contemporanea. L’Amministrazione provinciale, infine, ha il dovere di tutelare, valorizzare e promuovere le sette riserve naturali presenti nel territorio nisseno: Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale, Sughereta di Niscemi, Contrada Scaleri, Lago Soprano, Lago Sfondato, Monte Conca, Biviere di Gela. Aree protette di eccezionale valore naturalistico, paesaggistico, scientifico, culturale, estetico, educativo, ricreativo. Peculiari luoghi della biodiversità. Leandro Janni Rappresentante di Italia Nostra Caltanissetta

inoltre che le Amministrazioni locali abbiano il dovere di collaborare nei limiti delle loro competenze: 1. A promuovere, limitandoci alla parte interna della nostra Provincia, la valorizzazione e lo scavo delle zone archeologiche di Sabucina e Vassallaggi, non

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dimenticando le zone minori come Gibil-Gabib, Raffe, Polizzello ed ancora altre e soprattutto promuovendo le sinergie per esplorare e studiare la città di Capodarso; 2. A favorire la valorizzazione e la fruizione del Museo Archeologico di Caltanissetta e delle strutture museali archeologiche minori come quelle di Mussomeli, Marianopoli, Milena ed altre ancora; 3. A completare il Museo delle Vare inserendolo in un circuito di valorizzazione delle arti minori; 4. A favorire la valorizzazione e la fruizione dei monumenti storici come il castello di Mussomeli a suo tempo progettato come Museo Regionale del Medioevo e mai realizzato; 5. A promuovere un ripensamento delle manifestazioni legate alla Settimana Santa, oggi sommerse in periodo pasquale dalle altre manifestazioni similari, promuovendo il loro svolgimento anche durante altri periodi dell’anno; 6 . A tutelare, valorizzare e promuovere le Riserve naturali provinciali; 7. A sostenere le iniziative culturali meritevoli che onorano e valorizzano la nostra Provincia. Le Associazioni firmatarie ritengo-

no che le iniziative proposte non richiedano l’impegno di grosse risorse finanziarie; Che non possano valere come alibi le difficoltà di bilancio di questo particolare momento; Che una più oculata utilizzazione del personale e un minore dispendio di risorse per remunerare competenze esterne all’amministrazione (direttori generali, consulenze, incarichi professionali esterni) ed i Consigli possano consentire opportune economie di bilancio da destinare alla cultura; Ritengono che il Consiglio Comunale e il Consiglio Provinciale, a cui competono la programmazione e la destinazione delle risorse, debbano modificare radicalmente un’ inveterata

mentalità della classe politica nissena che reputa di scarso interesse qualsiasi iniziativa culturale. Le Associazioni firmatarie si mettono a disposizione delle forze politiche della Città e della Provincia per il rilancio culturale e chiedono ai cittadini ed agli organi di informazione nis-

seni di sostenere presente richiesta.

Officina del libro “Luciano Scarabelli” Italia Nostra SiciliAntica

Arnone: “Il ricorso alla cultura serve a superare le difficoltà”

Considero la “Lettera aperta sulla Cultura a Caltanissetta” predisposta da alcune Associazioni culturali e indirizzata alle due nostre massime strutture istituzionali (Comune e Provincia Regionale di Caltanissetta) una importante testimonianza della preoccupazione, che mi pare assai diffusa, circa lo stato di precarietà in cui è obbligata la cultura nella nostra provincia. La lettera elenca una serie di interventi che Comuni e Provincia sono chiamati a promuovere, in favore dei beni librari e dei beni archivistici, di cui si chiede la fruibilità, delle strutture museali in attività o da attivare, della valorizzazione e fruizione dei molteplici

siti archeologici e dei parchi e riserve naturali, della valorizzazione di artisti di notevole grandezza come lo scultore Tripisciano o lo scrittore Rosso di San Secondo, di cui si chiede la riesumazione delle sue opere pubblicate a cura del comune dimenticate da anni in chissà quale sotterraneo, nonché la disponibilità gratuita degli spazi culturali a favore delle associazioni culturali e di volontariato. Non sfugge a me come non è sfuggita ai redattori della “Lettera” la pesantezza dell’attuale mo-

La volontà di rinascita deve prevalere nella crisi

mento economico e finanziario, ma non può non rilevarsi come tutte le iniziative intese ad affrontare la crisi economica e finanziaria sembrano aver voluto assegnare alla cultura - e alle sue attività e iniziative - una posizione del tutto emarginata. Ma un ricordo e una analogia con quanto

la

accadde nelle nostre città, all’indomani delle distruzioni della guerra negli anni 50 del secolo scorso, si affaccia in me, uno dei pochi superstiti di quel periodo: riuscimmo a uscire dallo sbigottimento e dalla disperazione mettendo mano a una frenetica attività di recupero di valori distrutti e di ricostruzione dalle macerie. Furono minoranze di uomini di cultura, in quel periodo a organizzare la ripresa della nostra città con risultati che fecero esclamare al giovane scrittore Leonardo Sciascia – con una frase forse retorica, e persino ingiustamente derisa - che questa nostra città era divenuta in quel tempo “una piccola Atene”. Ricordo questo per affermare che è la volontà di rinascita che deve prevalere nella crisi. Ma è anche la prova che il ricorso alla cultura è condizione essenziale per superare difficoltà anche gigantesche. Quella “Lettera” di oggi mi pare un appello opportuno nella situazione odierna. Pertanto saluto la “Lettera” come preziosa iniziativa, alla quale spero non manchino nuove adesioni. Mario Arnone


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CENTAURI NISSENI. Appassionati delle due ruote hanno fondato nel 2007 un club

I “Randagi” della motocicletta di Rosamaria Li Vecchi

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l cielo sopra la testa, negli occhi la linea dell’orizzonte, il battito del cuore che va insieme al rombo della fedelissima moto, con la quale condividere la strada, i paesaggi, la sottile emozione del viaggio. Anche a Caltanissetta sono tantissimi gli appassionati delle due ruote, che si danno periodicamente appuntamento ai motoraduni ma che hanno anche deciso di riunirsi sotto le insegne dei club. Uno di

La moto è libertà ed è la compagna di mille avventure

questi è il Motoclub Randagi, nato ufficialmente nel 2007, che è passato dai dieci soci fondatori delle origini a 50 iscritti l’anno, sparsi in tutta Italia. “Il numero dei soci per noi non è mai stato un assillo – sottolinea Antonello “The President” Amico, presidente dell’associazione sportiva – perché non è la quantità ma la qualità che conta! Il nostro è un gruppo estremamente eterogeneo, che non pone nessun tipo di barriera all’ingresso: tra i nostri soci ci sono appartenenti alle forze dell’ordine, imprenditori, dirigenti della pubblica amministrazione e persino un capostazione. Il nostro è un gruppo aperto che non impone regole e per farne parte devi avere solo una sana ed irrefrenabile voglia di divertirti in moto!”. Diverse decine di migliaia, infatti, i km “macinati” dai Randagi in questi anni, partecipando a decine di motoraduni in tutta italia e stringendo forti amicizie con gruppi storici e centinaia di “free bikers”. Ma cosa simboleggia per voi la moto? Uno strumento, un oggetto del desiderio? “La moto – puntualizza Danilo Drago, socio fondatore del Motoclub Randagi - è libertà, è il primo, ed unico, mezzo di ogni giorno, è la compagna di mille avventure da solo e in compagnia, al mare, in montagna, nel traffico, in campagna. Niente mi fa stare meglio di un giro in moto di prima mattina con l’aria fresca che ti accarezza il viso mentre le ruote scivolano sull’asfalto. Non ti sentt in prigione come quando sali su un’auto, chiuso tra le pareti di latta, bloccato nel traffico, ner-

voso perchè la fila davanti a te è interminabile mentre fuori è un caldo bestia! E diciamolo pure, probabilmente ci piace anche essere guardati quando arriviamo in un posto, scendiamo dalla moto, poggiamo casco e guanti sulla sella ed entriamo nel primo bar che incontriamo per una birra ghiacciata! Ogni motociclista, e non “motociclante”, che si rispetti ama la sua moto, quella che ha scelto per le proprie caratteristiche e per la propria idea di moto, e la ama semplicemente perchè è la SUA, indipendentemente dal fatto che sia una enduro, una custom, una naked o una stradale”. Motociclisti e tatuaggi: binomio inscindibile o solo luoghi comuni? “L’arte del tatuaggio ha in comune con la moto il fatto di essere vista come simbolo di trasgressione e ribellione, anche se in maniera diversa: non so se siano correlati ma onestamente non credo. Io amo sia le moto sia il tattoo, che

“Il selvaggio” con Marlon Brando, “Easy rider”, sono tante le pellicole della cinematografia mondiale che hanno contribuito a sviluppare tra i soci del club la passione per la moto

evidenzia Danilo - ma non posso non citare “Easy rider”, il coast to coast sogno di ogni motociclista e la sua pacifica trasgressione, e poi “Il selvaggio” con il mito Marlon Brando in sella alla sua “Bonnie”, “Svalvolati on the road” una commedia che gioca sulla forza del gruppo, ed ancora “I diari della

ad esempio i 2300 km fatti insieme agli amici del Motoclub Gela per raggiungere il motoraduno del Motoclub Dragone a Calcinelli di Saltara nelle Marche, sotto un’intensa ed inarrestabile pioggia; o ancora gli sguardi dei ragazzi della comunità alloggio Tam Tam di Santa Barbara con

zione di Roberto, un enorme biker catanese vecchio stampo, quando uno dei bambini della comunità gli chiese di esser preso in braccio! Credo comunque che l’avventura piu’ memorabile di tutte sia la prossima che vivremo, perchè chi vive con la passione per le due ruote non vede mai l’ora di caricare la tenda sulla moto e partire per

Non esiste un vademecum ma una sola parola: rispetto per sè e per gli altri

l’ennesima avventura”. Vademecum del motociclista “Randagio”. “Non esiste un vademecum del Randagio – dice il presidente Amico - ma una parola sola che racchiude tutto: rispetto. Innanzitutto per se stessi ma anche per gli altri, per le cose e per la passione condivisa. Naturalmente massimo rispetto per chi ti rispetta, un po meno per chi pretende di fare il furbetto o ancora peggio di danneggiare lo spirito del gruppo. Per il resto abbiamo solo voglia di

Nella foto due soci del club con Antonello “The President” Amico (a destra)

quando ho potuto ho fatto miei. Ho notato però che chi ha tatuaggi li aveva già prima di avere la moto e chi non li aveva prima non ha sentito alcuna necessità di farseli dopo averla presa. Quindi deduco che siano due fenomeni assolutamente non dipendenti l’uno con l’altro e che solo incidentalmente si incontrano”. Ci sono pellicole cinematografiche alle quali un motociclista è particolarmente legato? “La lista potrebbe essere lunghissima –

motocicletta”, su Che Guevara e la sua “Poderosa”, e “Indian la grande sfida”, storia di un ultra sessantenne malato con grandi doti meccaniche e umane che si è prepara da solo una moto per fare il record di velocità. E, perchè no, aggiungerei anche i vecchi cartoni di “Topomoto e Autogatto”. Un’avventura memorabile del vostro motoclub? “Sono tanti, troppi i momenti da ricordare in questa bella esperienza di gruppo – dice Antonello “The President” – come

cui ogni Natale, ormai da qualche anno, trascorriamo piacevoli momenti all’insegna di fornacella e spirito natalizio! E non potrò mai dimenticare le lacrime di commo-

condividere la passione per la motocicletta, di incontrare sempre nuovi amici e di tenere alto l’onore della nostra amata/odiata terra sicula”.


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Fatti & Donne nissene ALESSIA DI GLORIA. Gira il mondo dietro i tavoli verdi

Les jeux sont faits Croupier nissena dà carte in Costa Azzurra di Marco Benanti

C

i sono storie curiose di nisseni che eccellano in qualcosa in giro per il mondo, e che nascondono tanti primati, anche se non occupano la cronaca quotidiana, di quella cronaca che non leggi sui giornali, a meno ché non compiano qualcosa di particolare, che divengano cioè primi per questa o quella specialità, o che vincano il premio tal dei tali. Ma ci sono storie, come quella della nissena di cui stiamo parlando che lontano dai clamori delle cronache, hanno vite particolari da somigliare ad un film. È il caso di Alessia Di Gloria, nissenissima di sangue, andata via dalla città quasi per scommessa, e proprio su quella “scommessa” ha basato il suo cammino umano e professionale. Aveva appena 22 anni, quando vedendo su un giornale la pubblicità di una scuola per croupier a La

Spezia, decise di voler provare. Da allora i tavoli da gioco, e le fiches l’hanno portata a vivere in giro per il mondo, e mentre stiamo leggendo questo giornale lei ha da poco lasciato Caltanissetta per tornare in Costa Azzurra. Già il croupier, un mestiere forse tanto distante dall’immaginario collettivo, eppure svolto con estrema professionalità da seri professionisti, abili e preparati, come Alessia. A 22 anni dicevamo, decide di frequentare la prima scuola di croupier. Poi subito vita e lavoro all’estero nei casinò più importanti, in Inghilterra a Birmingham, poi le navi da crociera, il Sud America, il rientro in Europa al gran Casinò di Bruxelles ed a Chemonix Mont Blanc. Il black jack e la roulette hanno dato

ad Alessia Di Gloria la fortuna di conoscere il mondo, il bene ed il male, la salute e la psicosi. Tante le storie e gli aneddoti che con lucida memoria Alessia ci racconta quando parla della gente che ha visto scommettere dinanzi ai suoi occhi, di quanti fiumi di danaro abbia

contato e di come il denaro per lei, e per i suoi colleghi quasi non avesse valore “Per noi il denaro è plastica” ci dice, parlando di tutti coloro i quali per malattia, o proprio per “non aver guadagnato il danaro”, lo disperde con i giochi d’azzardo. Sulle navi da crociera per esempio, pur non muovendosi dal casinò,

Sono felice della mia vita e in fondo sono rimasta la provinciale di sempre

“si ha la possibilità di conoscere il mondo”, è il mondo a passarle davanti, “sulle navi- racconta Alessiaci sono anche 700-800 persone di equipaggio di 40 paesi diversi, oltre ovviamente i viaggiatori. E proprio sulle navi ho visto le scene più diverse, dal milionario indiano che gioca e perde migliaia di dollari alla roulette, alle giovani coppie, alle quali dobbiamo spiegare l’abc, e che magari dopo una esigua vincita, quasi ringraziano tutto il personale e vanno via con qualche dollaro in più e tanti sorrisi, per offrire una più sontuosa cena alla propria amata”.

Dietro ogni giocatore, c’è una vita diversa, Alessia Di Gloria ha frequentato dei corsi di Gambler che le consentono subito di individuare anche solo dai primi passi all’interno del casinò la tipologia di giocatore e quindi di persona che ha dinanzi, ci sono i normali avventori, e quelli ammalati di gioco, “In Inghilterra, mi capitava spesso –dice Alessia- di vedere giocatori che avevano giocato tutto quanto avessero in tasca, compresi gli ultimi pound per il bus o per il taxi per far rientro a casa. Ovviamente questa vita ha fatto sacrificare ad Alessia la sfera sentimentale, anche se dice “dovrei trovare uno zingaro come me, per pensare di poter stare bene con un uomo e dati i miei ritmi non è affatto semplice, ma si tratta di un aspetto che non mi manca, al momento i miei unici affetti sono i miei nipotini che riabbraccio tute le volte che rientro nella mia amata Caltanissetta, ed i miei genitori che mi hanno sempre supportato, anche se credo avessero preferito facessi un lavoro diverso, possibilmente più vicino a casa. Intanto io sono felice della mia vita, non c’è una mattina che non mi svegli con il sorriso sulle labbra, ed ovviamente quando rientro chiedo quale sia il bar di tendenza nella mia città perché infondo sono rimasta la provinciale di sempre”.


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LA RIFLESSIONE. Meglio la lettura che un giorno intero su Facebook

Fatevi “taggare” da un bel libro di Salvatore Paci

Una volta si giocava a pallone in strada, adesso si resta incollati davanti la tv, dinanzi ad un pc o alla play station. E il progresso fa mancare il contatto umano. Quando mi ricordo gli anni della mia fanciullezza ho l’immagine di un cortile piccolissimo nel quale giocavamo a pallone anche in dieci ragazzini.

La tivù di quei tempi dispensava programmi con il contagocce grazie alle sue DUE (lo scrivo maiuscolo) reti televisive. La tivù dei ragazzi cominciava alle 18 e il sabato pomeriggio (miracolo) c’era oggi le comiche, trasmissione che oggi non guarderemmo neanche. Internet: cos’era? Social network: cooosaaa? Videogiochi: nei bar c’erano, al massimo, i primi flipper e per giocare ci volevano i soldi che non avevamo. Palestra: ma quale palestra; c’era la strada. E potrei continuare a lungo, sulla stessa scia. È innegabile che negli ultimi decenni il progresso ci ha fornito molti servizi e comodità che hanno reso la nostra vita molto più intensa. Oggi, se vogliamo vedere la tivù abbiamo a disposizione migliaia di canali, se vogliamo giocare abbiamo Play Station, Wii, PC, PS3, Nintendo, ecc. ecc.. Però… c’è un grande però: negli ultimi anni stiamo abusando di queste comodità. Sta venendo a

non fa altro che vedere… se qualcuno gli ha mandato una mail (nessuno), se qualcuno lo ha taggato su Facebook (tò, un tag, adesso gli rispondo), se adesso – che sono trascorsi due minuti – gli ha scritto qualcuno (no, nessuno), e così via. Lo sapete che la lettura è una ginnastica mentale? Lo sapete che leggere ci permette di aggiungere al nostro

Quando prendo un libro penso che ha qualcosa da dirmi, da consigliarmi

dizionario personale molti termini in più, fino a poco prima completamente sconosciuti? Lo sapete che leggere ci insegna a scrivere? Che leggendo si

Si finiva una partita e, sudati, se ne cominciava un’altra. Poi, arrivava il capobanda e diceva: “andiamo tutti

quanti alla villa”. E così, ci trasferivamo alla villa per un’altra tornata di corse e risate. Quando tornavo a casa, essendo figlio unico, o giocavo con i personaggi costruiti dalla mia fantasia o mi mettevo davanti alla tivù. Tivù, sì, ma quando?

mancare il contatto umano, la manualità sempre più sostituita dalla meccanizzazione. Una delle buone abitudini che l’italiano medio sta perdendo è il piacere della lettura. Quando qualcuno mi dice: “non amo leggere” rabbrividisco. Sì, rabbrividisco. Preferirei sentirmi dire: “mi piacerebbe leggere ma non trovo il tempo”. Be’, questo è accettabilissimo; in base agli impegni giornalieri può mancare il tempo per la lettura ma non riesco ad accettarlo detto da chi perennemente ciondola dalla Soap Opera a Uomini e Donne, da chi

impara a comporre pensieri più organici e sintetici? Quando prendo un libro tra le mani non penso di avere un parallelepipedo composto da fogli di carta pieni di parole; penso a colui che lo ha scritto e al messaggio che ha inserito all’interno di quei fogli. Penso che quel libro ha qualcosa da dirmi, da insegnarmi, da consigliarmi. Forse mi servirà per farmi riflettere su cose sulle quali avevo sempre sorvolato. Forse mi servirà soltanto per regalarmi una pausa; un’oasi in un mondo di appuntamenti, di impegni, di spostamenti frenetici. Tu, proprio tu che mi stai leggendo… passando dalla vetrina di una libreria non hai notato che c’è un libro che ti sta chiamando? Ascoltalo, ti sta dicendo: “Pss, dico a te. Ho un messaggio per te; lo vuoi conoscere?”

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PICCOLE ETOILE. A 11 anni è stata selezionata dal Teatro dell’ Opera di Roma

MARA salvaggio

Talento della danza nissena

di Rosamaria Colajanni Ambeta Toromani, idolo di Mara

Proveniente dalla scuola di danza “Tersicore” di Olga Giliberto, si è avvicinata al ballo all’ età di 4 anni.

U

na nuova promessa della danza classica inizia il suo percorso dal cuore della Sicilia. Si chiama Mara Salvaggio, ha 11 anni e proviene dalla scuola di danza “Tersicore” di Olga Giliberto, che ha iniziato a frequen-

so presso la prestigiosa scuola di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, storica “fucina”, assieme alla Scala di Milano e al San Carlo di Napoli, dei più noti ballerini italiani. Il papà Maurizio e la mamma Giovanna l’hanno sempre aiutata nella realizzazione di questo sogno ed il primo passo verso l’importante traguardo odierno (che è comunque un nuovo punto di partenza) è stato fatto un lontano pomeriggio di 7 anni fa, quando Mara ha chie-

Mara perché, dice “era un talento già da piccola, con incredibili doti naturali, grande equilibrio spirituale e mentale, determinazione a frequentare con assiduità

Sopra Mara Salvaggio con la sua insegnante Olga Giliberto, accanto con papà Maurizio e la mamma Giovanna

tare all’età di 4 anni. Determinazione, un forte carattere ed un fisico perfetto da ballerina, sono solo alcune della qualità della giovane Mara. Ha partecipato in questi anni a vari saggi ed infine alla selezione nazionale del 30 maggio scor-

sto di imparare a danzare sotto la guida di Olga Giliberto, nella scuola di danza dove numerosi allievi nisseni hanno realizzato anch’essi il sogno più bello della loro vita, grazie alla guida della loro insegnante. Ed Olga ha creduto subito in

le lezioni. Una passione smisurata per il ballo l’ha aiutata a raggiungere un fisico spettacolare ed a poter gareggiare facilmente con ragazze anche più grandi di lei”. L’audizione della selezione nazionale, nel corso della quale sono state solo cinque le giovani danzatrici scelte su ottanta partecipanti, l’ha vista affermarsi brillantemente con l’apprezzamento della giuria, composta da sette professionisti e docenti, che le hanno assegnato il massimo dei voti per tecnica, senso artistico e presenza fisica e la classe di pri-

All’audizione la giuria di esperti le ha assegnato il massimo dei voti

mo livello, che le ha permesso di “saltare” il mese di prova, obbligatorio invece per tutte le altre. L’idolo di Mara è Anbeta Toromani, il miglior talento della scuola di “Amici” del program-

ma TV di Maria De Filippi. La giovanissima danzatrice nissena è rimasta molto colpita da una dichiarazione della famosa ballerina secondo la quale “del mondo dello spettacolo non vorrebbe assomigliare a nessuno, perché non vorrebbe mai sentirsi dire: <<quanto somiglia a …… >> ma piuttosto vorrebbe che dicessero: <<Ah….è Anbeta>>. Il papà Maurizio, ex calciatore ed allenatore di calcio, non ha mai avuto alcuna perplessità nella realizzazione del sogno della figlia ma ha solo cercato di accertare la sua determinazione a raggiungere l’obiettivo. La mamma Giovanna pensa già alla imminente partenza per Roma per la prima tranche di lezioni preparatorie ai corsi e per la seconda che si svolgerà in settembre. Poi occorrerà pensare a scegliere la struttura dove dovrà vivere Mara per i prossimi anni. Ma per la mamma l’importante è realizzare quello che la figlia ha sempre voluto fare e che ha sognato fin da piccola. Forte, dunque, il sostegno della famiglia, dell’insegnante Olga Giliberto per aver creduto e per essere riuscita a tirar fuori il meglio di Mara, così come è forte e sincero quello degli amici e delle compagne di scuola, che credono fortemente nel talento di Mara e l’hanno sempre spronata ad andare avanti per la sua strada.


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PEOPLE. La scoperta della pittura del frontman dei Merce Fresca

Lorenzo il cantante ska che gioca con l’arte “Non sono un cantante, mi piace l’arte, la mia, l’esprimo cantando. E’ solo un modo per “cacciare” fuori quello che ho dentro”. Parla, così, di sé Lorenzo Ciulla, mentre tra le dita ha la tazzina del caffè che ancora brucia. “Ho iniziato a cantare da piccolo – afferma – quando ascoltavo musica di “nicchia” e i miei idoli erano i “Wu tang clan”, Kaos, i “Fugees” e i “Pubblic Enemy””. Gli amici lo ricordano improvvisare rime, sotto il portone, con i dread e pantaloni “baggy”, ma dal quel giorno, il giovane di talento che

Attraverso i miei quadri racconto storie di persone che incontro

“rappava – come afferma – per caso” ne ha fatta di strada. E’ la voce della band nissena “Merce fresca” e recentemente ha messo in mostra, nei locali di Villa Barile, i suoi quadri. Non vuole essere defi-

nito un’artista ma sa di avere tanto da esprimere. “Con i miei quadri – afferma sorseggiando il caffè racconto storie di persone che ho incontrato, non sono altro che uno sfogo “colorato”. La prima volta che ho dipinto, mi trovavo a Roma dove mi sono sentito piacevolmente “vittima” di un exploit di creatività. Poi sono ritornato a casa e non ho più dipinto”. Ama viaggiare ma tutte le volte ritorna nella sua città. “Nonostante quello che molti dicono qui si vive bene – afferma

ironicamente - , sono un cittadino del mondo che ha deciso di vivere a Caltanissetta”. Nel 2010 ha trascorso un periodo a Parigi “Lì sono stato solo per tanto tempo – dice - e ho ricominciato a dipingere, forse perchè ho ritrovato il silenzio che mi mancava”. Istrionico padrone del palco, intrattiene il pubblico di concerti e manifestazioni artistiche che organizza per valorizzare alcuni quartieri di Caltanissetta. Dal festival “Suoni e dipinti” di qualche anno fa, nella “piazzetta” dei Marinai, al concerto con i “Merce Fresca” nel quartiere Angeli. L’ultima “fatica artistica” di Lorenzo è stato l’evento “La strada Foglia”, realizzato con la collaborazione di Roberta Curatolo. Una giornata con artisti che si esibivano in performance di vario genere tra i banchi del mercato. Tra le vittorie più importanti della sua vita, ricorda quella con i “Merce fresca”, del sedicesimo Festival di Caltanissetta che gli ha spalancato le porte del “Cet” centro europeo di Toscolano, fondato nel ‘92 da Mogol. “In Umbria – racconta – non cercavo di apprendere la tecnica, ma ho carpito quanto più era possibile per accrescere le mie conoscenze musicali”. Dopo l’uscita del primo lavoro discografico auto-prodotto, dal titolo, “Merce fresca”, il gruppo partecipa a diversi festival e a numerose manifestazioni nazionali come l’“Arezzo Wave” e l’ “Etna Sound”. Vengono ospitati in svariate trasmissioni televisive e radiofoniche regionali. Nel 2008 esce le “Faremo sapere”, il gruppo entra in una stagione proficua che li porterà in giro per l’Italia a fare concerti. Poi, qualche mese fa avviene l’incontro con la casa discografica catanese “Mhodi”, che segna l’inizio di una nuova era. Lorenzo e i ragazzi girano il videoclip del singolo “Evviva la

vita” che precederà l’uscita di un album ancora in lavorazione. “E’ certo che cantare mi sta offrendo possibilità importanti ma non mi sento un’artista “arrivato” - dice girando il cucchiaino sporco di caffè nella tazzina vuota – a dirla tutta

non ho la pretesa di definirmi un’artista, perchè non è la mia professione, ma ammetto che mi piace giocare con l’arte”. M.N.

Voce della band nissena, ha messo in mostra i suoi dipinti a Villa Barile. Molti dei quali sono il risultato del suo recente soggiorno a Parigi.


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ESTATE 2011. Si tira la cinghia ma non si rinuncia alle ferie

La crisi non ferma la voglia di vacanze Gioiosa Marea

di Marco Benanti

Ma quali sono le mete più gettonate dai nisseni? Boom delle crociere, la Grecia va alla grande e il mare siciliano continua a piacere. Tunisia snobbata.

I

n barba alla crisi economica, ed al momento in cui le famiglie nissene sono chiamate a tirare la cinghia data la nuova stangata di aumenti con tasse vecchie e nuove, i nisseni si dimostrano contrari alla tendenza al taglio delle voci superflue per il budget familiare non rinunciando per niente alle vacanze estive. Sicuramente uno dei pochi momenti dell’anno in cui staccare la spina dalle angherie del capoufficio e non subire la città perennemente spor-

si alternano anche in poche ore in ogni agenzia. Denominatore comune per l’estate 2011 dei nisseni: partire e godersi una settimana minimo, sino 20 giorni per i più fortunati di mare e relax, meglio se in pensione completa nei casi dei soggiorni mare. La vacanza chiavi in mano dunque, rappresenta per molti l’unico momento di svago dell’anno. Si registra proprio quest’anno il boom delle crociere, adatte alle giovani coppie, ed alle famiglie, e nei casi più rari ai single, a scegliere le crociere talvolta alcuni gruppi di ragazze, ma è una rarità. Moltissime le proposte, dai mari del nord con partenza da Copenaghen collegata con volo diretto da Catania a quelle per il Medi-

de dei costi che variano dai 1.300 in offerta agli oltre 2000 a prezzo pieno in caso di suite con balcone esterno sul ponte principale. I prezzi si intendono ovviamente a persona. A causa della forte crisi internazionale, generatasi soprattutto lungo i paesi del magreb, si registra quest’anno un calo della richiesta per la Tunisia, dove i nisseni proprio non vogliono andare, sebbene i prezzi siano molto contenuti, anche in questo caso, un pacchetto con volo diretto Catania- Tunisi, trasferimenti e pensione completa in villaggio ad Hammamet con partenza

da Catania o Palermo per una settimana in appartamento a Kamari poco oltre le 500 euro. Questa la soluzione preferita soprattutto dai giovani appena diplomati, che decidono di regalarsi una vacanza come “premio” alle fatiche scolastiche! E trattasi di premio

A sinistra Santorini (Grecia)

Per gli ultimi eventi politici nessuno parte più per l’area magrebina

ca per la crisi dei rifiuti, i nisseni alle vacanze non proprio rinunciano dimostrandosi dei vacanzieri incalliti. Basta un breve giro per le agenzie di viaggi per notare come gli operatori hanno quasi difficoltà a dover gestire decine di clienti che

causa il clamore mediatico preferiscono star lontani dal nord’Africa, sebbene il mare tunisino non abbia nulla da invidiare a quello di molte coste siciliane. A proposito di mare in Sicilia, le cifre sono molto alte, laddove per una settimana in villaggio di una nota catena interna-

terraneo che toccano la Spagna, la Grecia e la Tunisia, per quelle del Sud America. La crociera preve-

il 14 Agosto, costa anche 600 euro. Una cifra molto conveniente, ma che non attrae molto i nisseni che

zionale, dopo il ferragosto occorre alleggerire il portafogli anche di 1.200 euro a persona. Per spendere meno Gioiosa Marea, soluzione scelta soprattutto dai giovani che affittano appartamenti o formule residence in villaggio. Tornando all’estero è la Grecia a far registrare il vero boom, soprattutto tra i più giovani, che non scoraggiati in questo caso dalla crisi internazionale, chiedono fortemente le isole: Santorini e Mikonos le più gettonate, ma anche la più ricca di storia e fascino Rodi. A Santorini i pacchetti prevedono volo diretto

tutt’altro che disatteso, in queste isole è infatti facile trovare svago, divertimento e tanti locali dove conoscere gente da tutto il mondo. Leggermente in calo quest’anno la Croazia, nonostante il boom di due anni addietro, anche per questa destinazione i tour operators prevedono voli charter da Catania o Palermo con appartamento per una settimana a partire da 600 euro. La Spagna si conferma anche quest’anno il vero must del divertimento per i più giovani. Con l’estate ormai nel pieno, buon viaggio a chi parte ed a chi resta!


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Fatti & Sport L’APPELLO. Il presidente Ilardo lancia un piano per il salto di qualità

1.000

abbonamenti e vi dò la C di Donatello Polizzi

Il numero uno della società ha chiesto ai tifosi uno sforzo immane per la Seconda divisione: mille sottoscrizioni. CALTANISSETTA - La Nissa torna a sognare la seconda divisione (dopo ben venticinque anni) attraverso il meccanismo del ripescaggio. L’ultima apparizione fra i professionisti della società biancoscudata risale al 7 giugno 1987, sul campo neutro di Termini Imerese: spareggio giocato contro la Lodigiani che determinò la retrocessione della maggiore formazione calcistica della nostra città. Nella conferenza stampa svoltasi al centro polivalente “Michele Abate”, giovedì 16 giugno 2011, il presidente Umberto Ilardo ha illustrato i dettagli del contratto “tra la Nissa e la città”. Il massimo dirigente ha chiesto ai tifosi e a Caltanissetta, uno sforzo davvero immane. Innanzitutto, che dai tifosi siano sottoscritti almeno mille abbonamenti: considerando che nella scorsa stagione si

L’ avvocato ha sollecitato gli imprenditori Servono sponsor per almeno 400 mila euro

sono abbonati 194 supporter, la richiesta attuale è verosimile? L’unico dato certo è che al momento non si è superata la cifra di duecentocinquanta. L’avvocato Ilardo ha inoltre sollecitato gli imprenditori locali a dare una mano alla squadra; si spera in una raccolta di sponsor per almeno quattrocentomila euro. Registriamo l’adesione di un tour operator regionale. Per quanto riguarda il settore tecnico, ancora nessuna novità sull’al-

lenatore; tanti nomi ma nulla di realmente concreto. In termini di mercato, soltanto operazioni in uscita. La società biancoscudata ha reso concreto (nei tempi previsti ovverosia il 30 giugno) la trasformazione della denominazione da Asd in S.r.l. (con capitale sociale da sessantamila euro, suddiviso in quote da cinquemila). Analizziamo la situazione dello stadio “Tomaselli” e dell’adeguamento alle prescrizioni della Lega Pro. L’amministrazione comunale con solerzia e tempestività (nonostante le enormi difficoltà del momento) ha già avviato le procedure per installare la video-sorveglianza. La capienza dell’impianto, con questo sistema, si attesta sugli attuali 5.700 posti. Inoltre è iniziata la manutenzione del manto erboso dello stadio: avviato il diserbo al fine di eliminare le erbe infestanti. In seguito calendarizzata la semina in alcuni punti e altri interventi di sostegno per consentire di ripristino compatto del manto erboso e del terreno di gioco. Le migliorie saranno operative entro il 29 luglio. Al fianco del presidente Ilardo, in quest’operazione ripescaggio, troviamo Gaetano Nola e Gaetano Truscelli, oltre che il “Comitato di nisseni per la C2”. Salvatore Navarra e Franco Galiano, hanno deciso di non far più parte integrante della società pur rimanendo presenti in termini di sponsorizzazione. Nell’organigramma societario s’ipotizza a breve un nuovo rimescolamento. La Nissa ha già effettuato l’iscrizione in serie D versando la tassa di diciottomilamila euro e presentando la fideiussione di trentamila euro. In Lega Pro sono tredici i posti vacanti. I dirigenti, hanno in programma una riunione definitiva il 24 luglio per valutare il numero totale degli abbonamenti venduti, le sponsorizzazioni giunte e le acquisizioni di quote sociali, per poi decidere sull’eventuale domanda di ripescaggio, il cui termine di presentazione scade il 29 luglio. Vi è fermento nell’am-

biente degli sportivi in città: tutti aspettano di conoscere l’esito di questa vicenda. Umberto Ilardo


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Fatti & Salute

Sì all’aria condizionata, ma attenti

alle insidie Redazione

S

e usata correttamente procura indubbi benefici, ma se si esagera o se ne trascura la manutenzione può causare problemi di salute, dal semplice raffreddore a bronchite, mal di schiena, torcicollo, fino, in casi limitati, alla “malattia del legionario”. Stiamo parlando dell’aria condizionata, uno strumento spesso ritenuto indispensabile per non soccombere all’afa e all’umidità di questa stagione. Come utilizzarla nel modo migliore? Ecco le regole da seguire. L’aria condizionata non è di per sé dannosa. Anzi, costituisce uno strumento fondamentale per affrontare l’afa estiva. Un ambiente ben climatizzato, fresco e senza umidità, favorisce il benessere e la concentrazione, ad esempio negli uffici, e permette di trascorrere notti tranquille. In automobile, poi, l’aria condizionata è un alleato della concentrazione e della sicurezza nella guida, poiché aumenta indubbiamente il comfort e rende meno faticosi anche i viaggi più lunghi. E’ senza dubbio meglio mettersi una maglia e stare in un ambiente climatizzato piuttosto che rinunciare a questo strumento di benesse-

re”.Non esagerare con temperature troppo basse, è del tutto inutile e dannoso regolare il termometro su temperature molto basse. Per evitare di incorrere nei classici disturbi da freddo (raffreddore, bronchite, mal di

gola, emicrania, dolori articolari e muscolari, dolori addominali) è importante che non esista un divario eccessivo tra la temperatura esterna e quella interna. Il freddo eccessivo e gli sbalzi di temperatura conseguenti, infatti, interferiscono con i naturali meccanismi di difesa dell’apparato respiratorio, paralizzando l’apparato ciliare delle mucose delle alte vie respiratorie, che ha il compito di allontanare i microrganismi nocivi che sono presenti nell’aria. L’organismo è dunque

meno pronto a combattere virus e batteri e possono insorgere raffreddori, mal di gola e bronchiti. Il freddo improvviso può essere la causa anche di dolori articolari e muscolari (mal di schiena e torcicollo sono i più comuni) e dolori addominali, a volte accompagnati da episodi di dissenteria. Molti disturbi imputati all’aria condizionata sono causati dal brutto vizio di esporsi direttamente al getto d’aria fredda. Lombalgia e torcicollo sono spesso la conseguenza di questo comportamento che in certi casi può essere anche non voluto, ad

esempio se la scrivania a cui si lavora è posizionata in prossimità della grata del condizionatore. Chi soffre abitualmente di mal di testa, poi, potrebbe accusare un attacco di emicrania, poiché il getto d’aria fredda infiamma i nervi. La salute e il benessere quotidiani dipendono anche dalla buona qualità dell’aria che si respira nei luoghi in cui si vive e si lavora. L’aria, infatti, veicola numerosi microrganismi responsabili di infezioni. Da qui l’importanza di una regolare e corretta manutenzione e pulizia degli impianti di condizionamento. Nelle persone predisposte una cattiva o carente manutenzione del filtro potrebbe causare attacchi d’asma, poiché è proprio nei filtri che si raccoglie la polvere, dove si annidano pollini e acari, responsabili di crisi respiratorie nei soggetti allergici. “La manutenzione corretta degli impianti di condizionamento domestico, in particolare quella igienica, inizia dalla pulizia dei filtri. La pulizia va effettuata sempre prima di avviare l’impianto. Poi è sufficiente una pulizia una volta al mese. I filtri vanno smontati e lavati anche solo con acqua, seguendo le istruzioni allegate all’apparecchio, e poi eventualmente trattati con uno specifico prodotto disinfettante. Anche il filtro del climatizzatore dell’automobile dovrebbe essere sostituito almeno una volta all’anno, meglio ogni 6 mesi. E’ comunque sempre bene farlo controllare quando si sottopone l’auto ai controlli periodici”.

“La sindrome dell’ edificio malato” Studi recenti hanno evidenziato che oltre il 70% dei problemi legati alla qualità dell’aria in ambiente

(IAQ, Indoor Air Quality) sono da imputare agli impianti di condizionamento e che, in questo caso, la causa principale è da ricercare nella incompleta, inadeguata o inesistente manutenzione dell’impianto stesso. I condotti dell’aria, che costituiscono i “polmoni” di un edificio, possono accumulare polveri, sporcizia, catrame, fumo di sigarette, microrganismi di ogni genere e corpi estranei di varia natura. I condotti dell’aria, così come gli elementi terminali degli impianti canalizzati o le batterie di scambio termico

pulizia, l’accumulo di sporcizia negli impianti, in particolare nelle canalizzazioni dell’aria, è destinato ad aumentare, provocando anche un possibile distacco di polveri e materiale sporco e contaminato, che veicolano agenti patogeni nell’ambiente e che vengono quindi respirati dagli occupanti, con conseguenti malesseri e allergie. La Sick Building Syndrome, cioè la “sindrome dell’edificio malato”, è causata in larga misura dalla contaminazione degli impianti di condizionamento, unitamente a una climatizzazione inadeguata in termini termoigrometrici e con scarsi ricambi d’aria. La SBS si manifesta quando almeno il 20%-30% degli occupanti soffre di una serie di sintomi quali emicrania, sonnolenza, ostruzione nasale e prurito, irritazione e bruciore agli occhi, disturbi respiratori (tosse, e affanno) ecc.

e le relative bacinelle di raccolta dell’acqua di condensa dei condizionatori, possono costituire un terreno ideale per la formazione e la proliferazione di funghi, muffe e colonie di batteri vari. In assenza di periodici e appropriati interventi di

La manutenzione igienica degli impianti di condizionamento degli uffici va dunque effettuata non solo pulendo e/o sostituendo i filtri dei condizionatori, ma procedendo anche alla pulizia e alla disinfezione dell’interno dei canali.


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MUSSOMELI. La storia di Giuseppe Scannella. Un uomo che vive nonostante le apparenze

L’invisibile che credevano morto

A 47 anni, nonostante un passato diff icile segnato anche dell’aggressione subita da un amico di bevute, continua a dispensare sorrisi alla gente.

di Osvaldo Barba

S

e la storia di ogni uomo fosse come nelle favole, la stessa inizierebbe con “ C’era una volta…” e finirebbe con “…e visse felice e contento”. Cosa potrebbe allora scrivere di sé, Giuseppe Scannella, un 47enne mussomelese, la cui vita è così fustellata da tanti episodi negativi che non basterebbe un’enciclopedia per raccontarla? Eppure Giuseppe è tutti i giorni in giro, a dispensare saluti e sorrisi, nonostante tutto e tutti. Già, perché la comunità mussomelese è stata da sempre solidale con i propri abitanti. Non è mai stata una collettività cattiva: forse distratta sì…ma non più di quello. Giuseppe, nell’aspetto e nell’andatura, potrebbe assomigliare molto ad un personaggio da film, un po’ il “King Kong” di Mary per Sempre, un po’ uno dei personaggi grotteschi di Totò visse due volte di Ciprì e Maresco. Il suo aspetto, a chi non lo conosce, potrebbe incutere timore. Dinoccolato, rasato, grasso, sdentato, ha tutta l’aria di essere “uno di quelli”, o per dirla alla nostra…uno da’ pampina. Invece Giuseppe è esattamente il contrario di tutto ciò, minato nel corpo e nell’anima, da una vita non molto generosa nei suoi confronti. Il suo rapporto non proprio idilliaco con i genitori, lo costringono ad una vita da nomade, costellata da lavori tanto precari quanto quasi mai retribuiti. In una sera d’inverno di un paio di decenni addietro, complice un tasso alcoolico probabilmente elevato, Giuseppe rimane vittima della furia omicida di quello che un attimo prima, era stato il suo compagno di bevuta. Finisce in ospedale in gravi con-

dizioni, ma si riprende. Poi, per qualche tempo scompare e sulla sua assenza iniziano a circolare le prime voci. E’ stato trucidato e gettato in un pozzo. Il suo cadavere è stato ritrovato con la testa mozza. Su quest’argomento, il gossip locale si scatena a più non posso. Come recita un famoso proverbio: “Chi più ne ha, più ne metta”. La fervida fantasia paesana viene drasticamente riportata alla realtà il giorno in cui Giuseppe, ricompare in paese così come era scomparso: in silenzio. Ospitato in una casa famiglia per qualche tempo, oggi vive serenamente a Mussomeli, tra tanta indifferenza e una buona dose di generosità di persone che vedono in lui, solo e soltanto, un membro della comunità mussomelese. Quello che è incredibile è che Giuseppe ha fatto della sua vita un’arte, sicuramente inconsapevolmente, ma comunque tangibile in coloro che lo conoscono. Nonostante una grave dislessia,

Gentile e garbato amala lettura e i gatti che cura con amore

conseguenza di “quella” triste sera d’inverno, Giuseppe parla un italiano corretto e forbito. Amante della lettura e del disegno è un cultore, a volte ossessivo, della pulizia e dell’igiene. Nonostante il suo abbigliamento non sia certamente coerente con i canoni imposti dal-

Giuseppe Scannella

le attuali tendenze, i suoi abiti sono sempre puliti. Da anni non beve più ma non rinnega il suo passato di etilista. La sua casetta, modesta e di stile pressoché essenzialista, profuma di pulito e di vissuto. Da notare, la presenza nella stessa di molto libri di autori vari che Giuseppe ha letto e sul cui contenuto ne da ampia dimostrazione di conoscenza. E’ un grande amante dei gatti. Ma li tiene fuori casa, in un apposita lettiera che quotidianamente pulisce perché i vicini mai abbiano a lamentarsi di lui e dei suoi amici felini che nutre con scatolette comprate appositamente. Ma il problema di Giuseppe è soprattutto economico. Vive con una pensione di circa 300 euro al mese, soldi con i quali deve nutrirsi, pagare le bollette e fumare, vizio che

non riesce a togliere nonostante il suo stato di indigente. Ed ecco che Giuseppe, per superare le difficolt à e c o n o miche, chiede a qualche amico un aiuto economico, nell’attesa della prossima pensione. Mai insistente, mai pressante, le sue richieste sono sempre rivolte con garbo e naturalezza. Sa già che spesso riceverà un diniego. Ma non per questo, manca lo stesso di ringraziare. La sua vita è fatta di piccoli gesti che lui racconta con grande amore a chi gli si avvicina.Come quella volta in cui ha comprato due vaschette di pasta la forno, con cinque euro

racimolati in giro, ed è andato a trovare una sua zia, molta anziana e sofferente, per condividere con lei, un “lauto pasto” che la signora non mangiava da circa un anno. Insomma, la storia di Giuseppe come quella di molti altri, è un quella di un “invisibile” in questa nostra comunità, spesso distratta da molte altre storie e problemi. La sua vita, per molti, vale probabilmente tanto quanto la riflessione postaci sulla solidarietà dal Vangelo e dalla Chiesa. Per altri forse non vale la pena neanche di raccontarla. Quello che è certo è Giuseppe è vivo. Invisibile forse, ma certamente membro di un tessuto sociale come quello mussomelese.


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Fatti & Personaggi curiosi

La recensione del mese di Salvatore Paci

Joseph Calà... lo zio d’America di Lello Lombardo

E

sistono persone che, per una serie di situazioni e coincidenze, sono destinati a diventare, nel bene o nel male, dei “personaggi: uno di questi è Peppe Calà o meglio Joseph Cala’, originario di San Cataldo. Ma chi è Joseph Cala’? . Nel ‘73, a soli tredici anni, lasciò San Cataldo ( con un cospicuo gruzzoletto che aveva guadagnato in circa tre anni come garzone in un bar dove riceveva anche corpose mance elargite da italoamericani) e alternando autobus e autostop giunse Oltralpe. A Par igi l’aiutò anche la fortuna: fu ingaggiato, come aiutante cameriere,da Chez Maxim, il miglior ristorante del mondo, dove erano di casa gente come Onassis, Rockefeller, Agnelli, Sophia Loren e Carlo Ponti. Nel 76 con una furbizia aggiro’ la severa legge sull’immigrazione americana: parti con un biglietto ParigiToronto - via New York e alla polizia disse che restava a New York solo un paio d’ore. Gli andò bene; infatti, anziché proseguire il volo per il Canada, andò da tutt’altra parte: a San Francisco in California. Comincia così, a sedici anni, l’avventura americana di Giuseppe Calà negli States. Pochi conoscono forse la vera storia del siculo-americano, oggi cinquantenne, amministratore delegato della Cala Corporation, società statunitense quotata nell’indice Nasdaq della borsa di New York che ha fatto fortuna negli States gestendo e realizzando Grand Hotels di lusso tra Los Angeles, San Francisco, New York, le Hawaii e le Bahamas. Nel 2000 disse che voleva realizzare a Catania un hotel sottomarino, parte di un mega progetto per far diventare la città siciliana la Las Vegas dell’isola, con la co-

struzione di 33 grattacieli per uffici, 150 mila camere d’albergo, 3 campi da golf, il centro congressi più grande d’Europa, promettendo e prevedendo la creazione di 1 milione e mezzo di posti lavoro in dieci anni e un futuro roseo per la Trinacria… Nel febbraio di quest’anno è stato alla ribalta della cronaca: gli “11 giorni di Salerno” , cosi possiamo definire quest’arco temporale. Cosa è successo?

A” …”intendo quotare la società in borsa e sono pronto a investimenti per 40 milioni di euro”), ma “Il favoloso castello incantato” crolla al primo intoppo: il 14 febbraio,infatti, la Salernitana per non incorrere in ulteriori penalizzazioni avrebbe dovuto versare gli stipendi ai tesserati. Calà accusa la precedente gestione di aver lasciato una situazione economica disastrosa, non crede più in questo progetto e così, il 22 febbraio, Lombardi torna ad essere il presidente della società. . Ma il suo nome è circolato anche a Torino. Si sa, infatti, che Cairo rispose ‘picche’ ad una sua offerta di acquisto del club granata - ”Il Torino non si vende con i soldi del Monopoli” - avrebbe tuonato il presidente-editore. Da tutto ciò, un personaggio disinvolto e inconcludente? Può darsi. Comunque noi nisseni oltre ad essere molto ospitali( accogliamo come sultani chi sultano non lo Joseph Calà

venerdì 11 febbraio Joseph Calà, , succede ad Antonio Lombardi alla presidenza della società della squadra di calcio Salernitana, militante in serie “C”. NeI primi giorni è un susseguirsi di proclami inneggianti a progetti di grandezza sportiva senza lesinare impegni economici ( “… In due anni sogno la serie “A”, Salerno merita la serie

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è !), coltiviamo sempre sogni di speranza (sarà la disperazione…) e saremmo ben felici di accogliere un Paperone che non si limiti solo ad avere società quotate in borsa ma che metta mano alla “borsa” per realizzare idee, progetti e fatti concreti, per andare oltre le Prove tecniche… “ d’investimento”.

L’ eredità del suonatore di campane

Turi ‘u senaturi e il Kamasutra on the road Breve sinossi: Il ritorno del Burlesque in letteratura nel libro di Giuseppe Lissandrello, “L’eredità del suonatore di campane”. Questo racconto è ambientato nella Sicilia siracusana e noi ci perdiamo in quel paese estivo, anche in autunno, dove paesaggi aridi presentano geometrie affascinanti dove i campi e i prati di paglia profumano di polvere e di sole e dove una banda musicale si presta ad accompagnare gratis il feretro di Turi “u sunaturi”, gran cooscitore del “Kamasutra on the road”. Fra la trame del racconto, risalta la complicità nell’amicizia maschile, l’ironia di questi uomini che si conoscono fin dall’infanzia. Ci dà una visione originale di come nasce l’amore erotico, per le donne, per le ragazze che andavano in vacanza, sicure di divertirsi con questi ragazzi fatti di mare, di sole, di cielo. Un romanzo rispettoso della tradizione, ricco di citazioni, d’ironia, di colori e profumi siciliani. Dove la passionalità esplode su paesaggi notturni protetti dalla luna africana dove il cuore, misuratore d’intimità, si agita come un tamburo tribale. Il mio punto di vista: L’eredita del suonatore di campane è la storia di un donnaiolo molto particolare che coniuga il sesso al sentimentalismo. Turi è un personaggio simpatico, che sa di essere umano, e come ogni essere umano sa essere forte e, al tempo stesso, fragile. Ambientato nella Sicilia siracusana ci dona descrizioni incantevoli di paesaggi gialli di stoppia in estate di campi verdi e freschi in autunno. Cosicché tutto profuma di polvere, di fragranze inebrianti. Si tratta di un romanzo Burlesque, che affronta il tema della complicità maschile, che ci mostra le varie strade dell’amore erotico, che ci parla di donne desiderose di distrazione; una distrazione che esige la partecipazione del cuore. La lettura è spensierata e piacevole. Un’ottima compagnia per tre giorni di ombrellone e sdraio.


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