Grandi
EVENTI
Maratona a cura di Paolo Meneghelli
Dalla prima edizione, quasi 25.000 euro in beneficenza e... tante grosse carpe
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Un enduro, emozioni forti, amicizie nate e cresciute sulle sponde di un lago bergamasco. Una valanga di aneddoti e storie, un evento fatto da pescatori per pescatori. Tutto in undici edizioni di catture super, che hanno mostrato il lato più umano del carp fishing. Anni di passione al servizio dei meno fortunati
l Lago di Endine, perla bergamasca che brilla nell’abbraccio dei monti della Val Cavallina, da dieci anni a questa parte, per un totale di undici edizioni, è lo scenario di uno degli eventi storici del carp fishing italiano: la Maratona Benefica di Endine. Si tratta di una “quattro giorni” di caccia alle grosse carpe organizzata dalle sedi Cfi di Rudiano (Bs) ed Endine (Bg). Nata con l’intento di far conoscere il carp fishing nei suoi aspetti tecnici e umani, ha il grande merito di fare del bene, anno dopo anno, attraverso una sostanziosa donazione in beneficenza.
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In principio fu l’entusiasmo Erano gli ultimi giorni di settembre del ’97. Quaranta coppie di pescatori provenienti da tutta Italia e persino da altri Paesi europei si ritrovarono sulle sponde del Lago di Endine per dare vita alla prima edizione di un enduro di carp fishing creato per fare del bene.
L’idea era nata mesi prima da un’intuizione di Giancarlo Benuzzi, Luca Foroni, Beppe Palmieri e del gruppo di pescatori che l’allora semisconosciuto Benuzzi capitanava, tutti appartenenti alla sede Cfi di Goito (Mn). In quegli anni il carp fishing italiano aveva già una certa dimensione ma non ancora un “peso” rilevante: non era affatto facile ottenere le autorizzazioni e, soprattutto per il Lago di Endine, c’erano da superare parecchi cavilli burocratici che di fatto proibivano alcune prerogative della nostra tecnica, come la pesca notturna e il campeggio, nonché l’uso della barca. I carpisti del club mantovano non si persero d’animo e fu così che trovarono un prezioso aiuto in Bruno Zenti, un semplice appassionato che, comprendendo appieno le potenzialità del carp fishing per il lago bergamasco, sposò la causa di Benuzzi e decise di mettere a disposizione le sue conoscenze. In pratica, aprì un canale di comunicazione privilegiato tra ‹
PRESENTE E PASSATO. Sopra, i vincitori dell’edizione 2007: Mirco Tomasi e Roberto Borghi. Sotto, una vecchia pagina de L’Eco di Bergamo che celebra il grande evento a firma Enrico Silva: nella foto grande, i vincitori dell’edizione 2003, la coppia Binotto-Caon.
pescare! 81
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IL TROFEO DI ENDINE è un simbolo: i vincitori lo custodiscono per un anno e poi lo riconsegnano con una sola speranza: riconquistarlo! Non ce l’ha fatta la coppia Bortolussi-Infanti (al centro). Più fortunati, Binotto-Caon (qui a destra) e PasqualatoFlorian (ultimi a destra).
la giovane associazione nazionale Carp Fishing Italia, rappresentata da Benuzzi attraverso il club mantovano, e le istituzioni provinciali e comunali. Per farla breve, li mise in contatto con le persone giuste! D’altronde, siamo in Italia… Con un’attenta strategia di comunicazione, Benuzzi e compagni trovarono alcuni partner in negozi e aziende del settore. Il negozio La Mincio di Goito, per esempio, donò la coppa che anno dopo anno passa fra le mani dei vincitori. In breve tempo, cominciando da zero, riuscirono a mettere in piedi una manifestazione di livello senza precedenti. E si resero ben presto conto di custodire un seme All’esordio nel ’97 prezioso da coltivare per gli anni a venire: una “gauna sola carpa di ra” che non avesse come 6 chili... ma già dal scopo ultimo eleggere un ’98 la musica cambia vincitore ma far conoscere a tanta gente una disci-
plina in forte ascesa. Certo, tutti hanno voglia di prendere il pesce più grosso oppure più carpe degli altri, ed è per questo che il podio, a Endine, non è mai mancato: coppe, targhe e riconoscimenti vari ci sono sempre stati e sempre ci saranno… ma si tratta di un pretesto, il guscio esterno che nasconde un frutto ben più importante. Gli ideatori erano convinti che fare del bene attraverso la propria passione potesse diventare la strada giusta per farsi conoscere dalle istituzioni e dalla comunità, e di conseguenza ottenere quelle agevolazioni tanto desiderate. Si decise così di donare in beneficenza tutto il ricavato delle iscrizioni e di una lotteria che metteva in palio premi dei marchi più noti offerti da negozi e aziende del settore. Una formula di successo che resta vincente anche oggi: ogni anno vengono venduti quasi mille biglietti della
lotteria e il contributo donato dai partecipanti è sempre più cospicuo. Oltre a questo c’erano pur sempre il lato tecnico-divulgativo e le belle carpe: siamo o non siamo pescatori… di emozioni forti?
La prima edizione “Maratona Internazionale Benefica di Endine”: il nome stesso era già sinonimo di ciò che l’iniziativa poteva offrire. Il lago, poi, era una garanzia per quanto riguarda bellezza naturalistica, taglia delle carpe e difficoltà tecnica. L’aggettivo “benefico” sottolineava il vero intento della manifestazione, ossia la raccolta di fondi per i più bisognosi e non solo la competizione tra pescatori. L’aggettivo “internazionale”, invece, era garanzia della preparazione tecnica dei carpisti e dell’importanza che l’evento aveva al di là delle Alpi. Non mancava nulla. D’ora in poi, così come è ormai
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C’È CHI CATTURA GROSSO, come il bravo Ivan Polo (qui accanto) o Nicola Pasqualato (il primo a sinistra) che mostra fiero una lunga regina di 21,5 chili che gli è valsa il premio “big carp” nell’edizione 2005. Ma c’è anche chi tenta di comunicare con un cigno... Quando si dice “l’amore per la natura”!
consuetudine, chiameremo la manifestazione omettendo proprio il termine “internazionale”. La prima edizione fu un successo quanto a partecipazione ed entusiasmo, ma un disastro quasi completo quanto a catture! Endine, lago ormai famosissimo in tutta Europa per i bestioni di taglia “extralarge”, si rivelò davvero avaro: 6 chili, questo il peso dell’unica carpa catturata dalla fortunata coppia Bocchi-Furghieri. E non dobbiamo dimenticare che sul lago c’erano pescatori di grande livello, fra cui agguerritissimi francesi e belgi che al tempo erano probabilmente ancora una spanna sopra i carpisti italiani dal punto di vista tecnico. Con il senno di poi, possiamo dire che è sempre un’eterna sfida ItaliaFrancia e che la maggior parte delle volte... la vinciamo noi! L’atteggiamento positivo dei partecipanti, che avevano inteso il ‹
Le nuove postazioni del lago Sono diciassette e su tutte possiamo montare al massimo due tende
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urante la Maratona di Endine è concesso l’uso della barca e anche dell’ecoscandaglio, privilegio non previsto dal regolamento generale del lago riscritto proprio quest’anno. Infatti, le norme del 2007 vietano l’utilizzo della barca, fatta eccezione per la scelta dello spot e il recupero del pesce: quindi, si pesca al lancio in sole 17 postazioni tabellate e numerate dove si può praticare anche la pesca notturna. Attenzione però:
ci vuole grande discrezione, perché non si possono montare più di due tende a postazione. In ogni caso, se ci venisse in mente di calcare le sponde del lago, sarà meglio studiare nel dettaglio il regolamento consultando il sito Internet http://www.parcolagoendine. valcavallina.bg.it. Non ci sarebbe bisogno di dirlo ma, anche se parecchio restrittive, è molto meglio rispettare le regole: i controlli sono frequenti e severi, le multe molto salate.
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UNO DEI PRIMI A ROMPERSI LA SCHIENA con Giancarlo Benuzzi è stato Stefano Pasquali (insieme nella foto): tabellatura, pesatura e allestimento della premiazione sono state le sue incombenze per molti anni. E nei pochi momenti liberi è riuscito persino a catturare...
E soprattutto, il rispetto del regolamento è il primo passo per ottenere il giusto riconoscimento della nostra disciplina e, forse, aperture da parte di istituzioni e altre associazioni di pescatori. Inoltre, ricordiamo che i numeri di riconoscimento delle postazioni sono cambiati: sulla cartina qui sotto troviamo il nuovo riferimento numerico e, in più, il nome corrispondente che i carpisti hanno attribuito negli anni a ogni spot.
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A tu per tu con Giancarlo Benuzzi, l’ideatore della Maratona «Quando i carpisti uniscono le forze possono realizzare imprese veramente grandi»
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iancarlo Benuzzi può essere considerato il “papà” della Maratona. Da responsabile della sede Cfi di Goito ne fu l’ideatore e il suo impegno verso questa manifestazione non venne mai a mancare nemmeno durante il suo mandato di presidente dell’associazione Carp Fishing Italia. Ancora oggi, da semplice appassionato, “nonno Benuzzi”, come viene chiamato da tutti i carpisti italiani, sente la manifestazione ancora un po’… sua! Non potevamo certo non bussare alla sua porta. Carp Fishing Magazine: Come e perché è nata l’idea della Maratona? Giancarlo Benuzzi: È stato tutto molto naturale. A metà degli anni Novanta il numero di appassionati stava crescendo in modo esponenziale, ma i carpisti erano ancora visti come pazzi personaggi che passavano il loro tempo seduti su una sedia a guardare le canne o a dormire in una tenda. Di conseguenza, le problematiche inerenti la pesca notturna, il campeggio e l’uso della barca erano davvero oppressive, perché eravamo comunque pochi, non avevamo visibilità. La Maratona è quindi nata per scopi divulgativi: far conoscere noi e i nostri principi alla gente (ai giovani soprattutto), agli altri pescatori e alle istituzioni. In più, non voglio dimenticare l’intento benefico… che è più
importante di qualsiasi successo tecnico: fare del bene è sempre stata una priorità di questa manifestazione. CFM: Perché proprio Endine? GB: A quei tempi, il lago era diventato un hot spot, un’autentica “Mecca” del carp fishing italiano. Erano stati catturati i primi pesci oltre i 20 chili e già qualcuno aveva sfiorato i 30. Per di più, il lago si avvicinava a un’idea di carp fishing più europea, soprattutto per le sue dimensioni. Volevamo portare gli enduro fuori dalle cave, in un lago unico nel suo genere, popolato da grosse carpe e stimolante anche per i pescatori europei. Non fu un caso se alla prima edizione parteciparono molti carpisti stranieri, fra cui francesi e belgi: fu un evento internazionale vero e proprio. CFM: Quali difficoltà avete incontrato? GB: Fummo costretti a superare parecchi ostacoli, soprattutto perché eravamo soli e non esistevano precedenti a questo livello. Fu molto difficile ottenere le autorizzazioni dalle amministrazioni comunali e provinciali. E ancora più difficile recuperare i premi per la lotteria e i vincitori: dovemmo quindi contattare numerose aziende e negozi specializzati. In piena Maratona, poi, dovemmo gestire le operazioni di tabellatura, pesatura e controllo, affinché ogni carpista tornasse a casa con un
bel ricordo nel cuore. Partire da zero non è stato facile, ma penso che gli sforzi non siano stati vani. CFM: La Maratona è il risultato del lavoro di tante persone. Vuole ricordare qualcuno in particolare? GB: Oggi come oggi posso dire che è soprattutto grazie ai ragazzi delle sedi di Goito, Rudiano ed Endine che siamo riusciti a realizzare un evento di tale livello. Senza la loro volontà e il loro impegno non ce l’avremmo mai fatta! Fare una lista di nomi sarebbe riduttivo, perché ci hanno aiutato veramente in tanti. E ognuno di loro sa quanto è stato importante. Lasciatemi però due righe per ringraziare Bruno Zenti: da sempre è il vero “motore” dell’enduro, poiché fin dalla prima edizione si è occupato di stringere rapporti con le amministrazioni ed è grazie a lui se ogni anno i carpisti possono vivere con tranquillità la propria passione. Il suo impegno è tangibile ancora oggi, poiché è in prima linea per ottenere un regolamento meno restrittivo per le migliaia di carpisti che vogliono fare del Lago di Endine il proprio paradiso di pesca. CFM: Fra tutte quelle che ha vissuto, quale edizione le è rimasta di più nel cuore? GB: Le prime, ovviamente,
lle ricordo ancora con tanta emozione, perché io e il mio gruppo sentivamo di aver realizzato qualcosa di veramente grande. Ricordo bene l’esordio: un lago così pieno di “big” regalò un solo pesce di… 6 chili! Immaginate i nostri pensieri la domenica mattina: pensavamo di rischiare la pelle! Ma i sorrisi di ogni singolo carpista al pranzo finale ci diedero la forza di andare avanti e pensare già all’anno successivo. Non posso neanche dimenticare le ultime due edizioni da presidente di CfI, in particolare quella del 2004: abbiamo invitato i bambini delle scuole sul lago e li abbiamo fatti avvicinare al mondo del carp fishing, facendo respirare loro i principi di socialità e rispetto per l’ambiente, capisaldi etici della nostra amata tecnica. La loro curiosità e le loro domande mentre rilasciavamo una piccola carpa alla Casa del Pescatore le ricordo ancora oggi. Ma l’emozione più grande… CFM: Non ci tenga sulle spine… GB: Beh… L’emozione più grande l’ho provata quando mi hanno portato a vedere le attrezzature del Centro Anziani di Endine Gaiano, acquistate con i soldi raccolti proprio durante le manifestazioni. Appesi alla parete CARPISTA, “POLITICO” MA SOPRATTUTTO... NONNO! Benuzzi è una trottola: va a pesca da una vita (sotto), si è impegnato e ancora si impegna in qualità di socio fondatore della sede Cfi di Endine Gaiano nella gestione dei rapporti con le istituzioni (a sinistra) e non manca mai di coinvolgere i futuri carpisti (a destra).
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del centro ancora oggi ci sono due quadretti che ricordano la generosità dei carpisti italiani: quando li ho visti ho provato un’emozione profonda e mi sono sentito fiero, orgoglioso di ogni singolo carpista che rappresentavo. CFM: Il carp fishing ha dato molto al lago e ai Comuni rivieraschi… Cosa dobbiamo aspettarci in cambio? GB: Purtroppo la situazione non è delle più rosee, perché noi carpisti che peschiamo a Endine, nonostante gli sforzi di dialogo fatti in questi anni, subiamo ancora restrizioni che non ci consentono di praticare la nostra passione in modo completo. I rapporti con le istituzioni non sono semplici e spesso ogni passo avanti fatto oggi, il giorno dopo corrisponde a due passi indietro, anche se l’apertura del Comune di Endine Gaiano ci fa ben sperare. Sono fermamente convinto che l’impegno di Cfi, la passione dei ragazzi di Rudiano ed Endine e l’entusiasmo dei carpisti che ogni anno partecipano alla Maratona avranno la meglio su diffidenze e maldicenze… pregiudizi che scontiamo per errori passati. La Maratona Internazionale di Endine dimostra che i carpisti sanno essere uniti e che, quando questo avviene, possono realizzare imprese veramente grandi!
vero scopo dell’iniziativa e non si erano rabbuiati più di tanto per i cappotti, rincuorò gli organizzatori: l’obiettivo era stato raggiunto e la Maratona poteva diventare un appuntamento fisso! Le successive edizioni furono tutte portate avanti con successo dalla sede Cfi di Goito fino al 2003, quando il testimone è passato alla sede Cfi di Rudiano che ancora oggi promuove e organizza l’evento in tutti i suoi aspetti e gestisce i rapporti con le istituzioni locali insieme alla giovane sede Cfi di Endine Gaiano.
Dieci anni dopo: l’edizione 2007 Chi è un “habitué” di questo evento sa quanto sia forte il flusso di emozioni che proviamo ogni volta alla vista del lago dopo chilometri di strada, il fremito che ci percorre la schiena e la voglia di arrivare alla Casa del Pescatore per ritrovare vecchi e nuovi amici, l’attesa impaziente per l’estrazione delle postazioni, la sorpresa accompagnata da felicità o delusione per ciò che la sorte ci ha consegnato, la fatica per montare il campo e l’indecisione del primo approccio all’acqua. Così è accaduto anche quest’anno: dal 4 al 7 ottobre, venticinque cop-
pie di carpisti provenienti da tutta Italia, agevolate Prendere a Endine dall’ottima organizzazione è “tosta”: grande delle sedi Cfi responsabili, o piccola, è sempre hanno sfidato le acque del lago cariche di speranze una soddisfazione e… di attrezzatura! Nelle prime ore il morale dei carpisti è rimasto alto, merito delle notizie sulle grandi catture della settimana precedente e del probabile sopraggiungere di una fase di bassa pressione che avrebbe fatto calare la temperatura piuttosto alta. Lanciate le esche, però, ci si è resi presto conto che la sfida alle carpe di Endine sarebbe stata più “tosta” del previsto. Infatti, di nuvole e temporali neanche l’ombra: il caldo ha accompagnato le giornaCOPPIE SEMPRE PRESENTI te di giovedì e venerdì e ha fatto quelle di Bocchi-Furghieri sì che le carpe si concentrasse(sopra) e Didoné-Fabbian ro più del solito nelle zone a sud (sotto): i primi vincitori nel 1997 e i secondi nel 2004. mostrandosi del tutto indifferenti alle esche in acqua. Dopo le prime due notti, sono state contate poche catture, tutte agli estremi del lago. E neanche le improvvisate... “danze della pioggia” sembravano avere effetto. Finalmente, il pomeriggio del terzo giorno, la tanto attesa perturbazione è arrivata e ha rovesciato acqua sul lago per diverse ore. Sulla carta, sembrava essere proprio il prelu- ‹ 85
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RISPETTO PER LA NATURA è il motto dei partecipanti alla gara e un buon biglietto da visita agli occhi dei locali: accampamenti ben mimetizzati e ospitalità per i curiosi. Addirittura, quest’anno è stato istituito un premio per il campo “meglio inserito nell’ambiente”, vinto dalla coppia Favaro-Zugno.
Questo è l’enduro delle big... a volte non bastano 18 chili per vincere!
dio a una notte piena di catture… ma il lago non ha rispettato le attese, concedendo in tutto solo una ventina di carpe, fra cui il pesce di 12,6 chili che ha regalato alla coppia Borghi-Tomasi il trofeo per la carpa più grande. Il riconoscimento per il maggior peso totale (24,3 chili) è andato invece alla coppia Bortolussi-Infanti. I cappotti si sono sprecati, soprattutto nelle postazioni centrali del lago, ma le facce felici che si sono viste alla premiazione, gli applausi che hanno accompagnato la consegna dell’assegno e le risate al momento dell’eccitante lotteria hanno dipinto una bella immagine del carp fishing italiano. Fosse sempre così… Il pranzo, offerto a tutti i carpisti dalla Comunità Montana locale, è stato il degno finale che ha messo il timbro del successo sull’evento: bellissimo intreccio di pesca, racconti, amicizie e
Il Centro Anziani e lo Sportello Alzheimer “P
escare facendo del bene”. Questo potrebbe essere considerato uno slogan calzante per la Maratona Internazionale Benefica di Endine. Infatti, fin dalla sua prima edizione, i soldi ricavati dalle iscrizioni e dalla lotteria (a quest’ultima può partecipare anche chi non è iscritto all’enduro) sono sempre stati destinati ad associazioni che si occupano di assistenza sociale e medica nei confini del territorio della Val Cavallina, nella Bergamasca. Nei primi anni, il ricavato venne devoluto a una cooperativa che si occupava di ragazzi handicappati che, a sua volta, contribuiva
progetti. E la profondità di questa esperienza non abbandona chi la vive nemmeno al momento di ripartire quando, come si fa con un amico/rivale, si saluta il lago con un «All’anno prossimo!» carico di sfida verso di “lui”, che ti ha vinto e avvinto ancora una volta.
Un patrimonio comune Vivere in questo modo profondo la Maratona di Endine è esperienza comune di tanti carpisti che hanno partecipato alle diverse edizioni e che ogni anno si ripresentano con lo stesso entusiasmo. Pensiamo alle coppie Didoné-Fabbian e Bocchi-Furghieri, che rispondono “presente!” da undici edizioni a questa parte e che hanno vinto il trofeo una volta a testa (nel 2004 i primi, nel 1997 i secondi). Può sembrare un’assurdità, eppure per certi versi non è esagerato dire che ormai i carpisti della Maratona formino una famiglia, un
Il vero obiettivo: quasi alla manifestazione con t-shirt realizzate dai ragazzi stessi e donate come ricordo alle coppie partecipanti. Dal 2003 in poi i soldi vengono devoluti alla Cooperativa Sociale P.a.e.s.e. (Progettare, Agire E Superare l’Emarginazione) Onlus di Entratico (Bg), che ha fra le sue strutture il Centro Diurno per Anziani del Comune di Endine Gaiano. Grazie ai carpisti italiani, questo centro che aiuta gli anziani realizzando attività socializzanti e di animazione, nonché offrendo gratuitamente servizi riabilitativi, socio-sanitari e di ambulatorio di base, ha potuto comprare i macchinari
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gruppo di amici veri uniti dalla stessa passione e... dalla voglia di catturare “grosso”!
Le carpe, che media! Non è sempre facile prendere pesci che sfiorano i 20 chili quando molti carpisti ingolfano il lago con i loro inneschi. Eppure, sbirciando le classifiche di queste undici edizioni capiamo perché, non contando la prima, quella del 2007 è la classica “eccezione che conferma la regola”. Sono le catture a parlare: PasqualatoFlorian, nel 2005, hanno catturato una carpa regina di 21,5 chili; Didoné-Fabbian, l’anno precedente, presero una specchi di 21,3 chili; nel 2003 BinottoCaon fecero il colpaccio con una specchi di 19,2. Ma andando indietro nel tempo c’è anche la superba 19,5 chili della coppia Mogno-Lomi catturata nel 1999. E non dobbiamo dimenticare le
carpe che per pochi grammi non si sono aggiudicate il top della classifica, pesci di tutto rispetto che in qualsiasi altro lago regalerebbero il record a tanti pescatori. Per non parlare delle numerose regine e specchi dai 15 ai 17 chili. Endine ha un ottimo potenziale quanto a carpe di taglia: sapere che lì, sotto la superficie dell’acqua, nuotano autentici “vitelli”, potenziali record della vita, è una calamita molto forte per le lenze di tanti appassionati che ogni anno sfidano il lago ed è senza dubbio un elemento fondamentale dell’enorme successo della manifestazione. Ma attenzione, non facciamoci ingannare dalla classifiche: catturare durante questo enduro non è scontato: Endine è un lago “tosto”, le sue carpe sono ormai smaliziate e risentono molto dei cambiamenti climatici, tanto che non è raro trovarle statiche, svogliate, tutte
27 chili di specchi… Nel 1999 l’exploit... fuori concorso!
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e carpe di Endine a volte sono veramente dispettose, come se fossero d’accordo nel prendersi gioco dei partecipanti all’enduro. Un esempio per tutti: curiosamente, durante l’edizione 1999 fu catturata una carpa a specchi di 26,950 chilogrammi che però… non risulta nelle classifiche della gara! Il motivo? I carpisti che ebbero la fortuna di stringere fra le braccia questo bel bestione non erano iscritti alla gara! Erano di Rimini e pescavano da una delle postazioni tabellate per la gara, ignari dell’evento che si sarebbe svolto in quei giorni. L’allora organizzatore della gara (nonché presidente di Carp Fishing Italia) Giancarlo Benuzzi decise di non mandarli via, credendo alla loro buona fede,
e diede un bell’aiuto alla loro fortuna: fu ripagato con uno dei ricordi più belli e indelebili della sua esperienza di presidente. Benuzzi stesso racconta: «All’una di notte mi hanno telefonato i ragazzi di Rimini, gridando: “La carpa grossa! La carpa grossa!”. Quindi, carico di adrenalina, ho raggiunto la loro postazione: come premio per la mia comprensione nei loro confronti, ho accarezzato e ammirato una carpa di quasi 27 chili». Il giorno seguente, davanti ai flash della stampa e addirittura agli obiettivi delle televisioni locali, l’enorme carpa fece bella mostra di sé, per poi essere rilasciata sotto gli occhi di numerosi curiosi e tra gli applausi di tutti i partecipanti alla Maratona... forse un po’ “invidiosi” ma entusiasti.
25.000 euro di beneficenza in undici edizioni per completare l’allestimento di una palestra interamente dedicata alla riabilitazione ed è riuscito a realizzare l’impianto di condizionamento per regalare agli utenti qualche ora di fresco nelle torride giornate estive. Dal 2006, invece, la Cooperativa Sociale Paese ha utilizzato i contributi dell’enduro per finanziare un’altra iniziativa estremamente importante: lo Sportello Alzheimer della Val Cavallina. Anch’esso gratuito, il servizio fornisce aiuto e dispensa consigli agli anziani e alle famiglie che li assistono, indirizzandoli nelle scelte con il supporto di medici ed esperti.
Anche i ricavati dell’edizione 2007, oltre 3.000 euro, sono stati devoluti all’attività di questo sportello e andranno a sommarsi agli oltre 21.500 euro donati dai carpisti italiani nelle undici edizioni della gara. Non male, no? GLI ANZIANI RINGRAZIANO: nella palestra riabilitativa ci sono due quadretti che ricordano l’impegno dei partecipanti alla Maratona. Si legge testualmente: “L’attrezzatura della palestra è stata acquistata grazie al generoso contributo dei Carpisti Italiani”. Soddisfazioni che vanno al di là di ogni... over twenty!
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Qui vige una regola: si monta o si smonta con la pioggia... e più piove, più si cattura
ammassate in determinati punti del lago invece che in movimento per tutto il perimetro.
La pioggia e... la fortuna C’è un detto che tutti i partecipanti alla manifestazione conoscono: “A Endine si monta o si smonta con la pioggia”. Un fondo di verità c’è, perché tutte le edizioni sono state bagnate da precipitazioni più o meno forti. E non è un caso che le edizioni più “piovose” siano anche state quelle che hanno regalato di più: tante catture e molte anche belle. Prendiamo come esempio il 2003: sul lago si abbatté un vero e proprio uragano.
Cara Maratona… ti scrivo L
a nebbiolina che permea l’aria appena svegli; il velo di mistero che con il buio scende sulle nostre piccole dimore temporanee; l’innocente ottimismo di un «Buonanotte, ci vediamo tra poche ore con il pesce in canna»; la tranquillità di quattro giorni passati fra amici, lontano dalle preoccupazioni quotidiane; il sorriso di persone che non incontravamo da tempo; l’amara dolcezza della voglia di tornare e sfidare di nuovo il lago… Ecco le esperienze di quattro appassionati, “stregati” dalla Maratona per motivi diversi: chi per una cattura, chi per il “battesimo del fuoco” nelle acque di un grande lago, chi per poter dire «Io c’ero!» o chi, come Paolo Cominelli, per l’orgoglio di essere uno dei fautori di questo evento unico. A loro la parola…
I commenti e i ricordi di alcuni protagonisti della
Ciao Lago, sono Marco da Cremona. Ti ricordi di me? La prima volta che partecipai alla Maratona fu nel 2000, io e il mio socio Cristian rimanemmo rapiti dalla bellezza delle tue acque, dell’atmosfera che ti avvolge, stupenda pietra preziosa incastonata nelle montagne. Ogni ottobre sono sulle tue sponde a inseguire un sogno che il più delle volte sfugge via. Un sogno che tu hai realizzato dopo tanto tempo: un pesce stupendo, di quelli che arrivano quando non ci pensi. Un pesce preso di notte, sotto la pioggia, da solo, perché il socio aveva un impegno e l’amico che doveva sostituirlo ci aveva tragicamente lasciato qualche mese prima. Merito tuo, Lago, e di voi amici che ogni anno mi fate sentire parte di qualcosa di importante e rendete questi giorni un appuntamento che è parte fondante della mia vita. Caro Lago, tu lo sai che a me basta vederti da lontano, sbucando dal traffico della statale, per sorridere come quando si incontra un amico che non si vede da un po’. Mi bastano i tuoi canneti, da lontano, per farmi alzare i peli sulle braccia. Ma tu, Lago, lo sai, vero? Marco Petracco, vincitore edizione 2006
Partecipare alla Maratona di Endine è un’esperienza che lascia il segno. La splendida cornice del Lago, l’atmosfera magica, le sue splendide carpe che richiamano carpisti da ogni dove, la storia e il successo dell’evento… Tutto questo, sommato alla cordialità, alla simpatia e all’impegno dei ragazzi di Rudiano e di Endine,
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TUTTI GLI ASSOCIATI a Carp Fishing Italia si impongono una regola: giubbetto di salvataggio sempre... tinca o carpa che ci sia all’altro capo della lenza. E quest’anno gli organizzatori della Maratona sono stati inflessibili: senza giubbetto, squalifica immediata e niente carpe! È proprio vero che a volte bisogna usare le maniere forti...
Attraverso le parole di un partecipante, Francesco Favaro, scopriamo che… «la notte mi sono trovato seduto sul lettino a tenere con le mani le stecche della mia tenda che sotto lo sforzo del vento continuava a scricchiolare e piegarsi. Per di più, appena finito il temporale trovammo il nostro bivvy d’appoggio completamente distrutto, da buttare via: un’esperienza per cuori forti!». Nonostante questo, i carpisti sembrano non disdegnare la pioggia e il freddo, e il motivo è presto detto: le precipitazioni e i cambiamenti climatici repentini hanno un “effetto-sveglia” sulle carpe che di solito sono pigramente al pascolo fra i grossi erbai
nella parte sud del lago, zona di stazionamento estivo e di inizio autunno, e che in questi casi si spostano in tutto il bacino in cerca di cibo; così diventa più “facile” catturare: se non altro, sappiamo che il pesce è lì sotto! Durante l’edizione 2005, per esempio, la pioggia è arrivata il secondo giorno ed è caduta ininterrottamente per altre 48 ore. Risultato? 489,5 chili di carpe catturati in tutto il lago, il risultato migliore raggiunto finora. E se non ci si mette la pioggia ad accontentare tutti, non resta che rivolgersi al compagno più fidato, ma non sempre disponibile, delle nostre sessioni di pesca: il... “fattore C”, noto anche
con un termine più elegante, “fortuna”. Negli ultimi anni, infatti, le coppie cui la sorte ha regalato le postazioni piene di erbai a sud del lago, le migliori quando fa caldo, hanno dominato Quando c’è il sole, le classifiche, soprattutto se prendiamo in considemeglio sperare razione i pesci più grossi. nella dea bendata e Dannate temperature: ogni trovare un erbaio ottobre che arriva sono sempre più alte, tanto da provocare un ritardo nella distribuzione delle carpe in tutto il lago e, di conseguenza, chi capita male… s’attacca al pod! E chissà quanti in questi anni sono rimasti abbracciati alle gambe del tripode per l’intera durata della gara… ‹
manifestazione mi ha spinto a partecipare alla manifestazione l’anno scorso e a non poter dire di no nemmeno quest’anno. Consiglio a tutti di provare le emozioni che questi quattro giorni lasciano sulla pelle ogni anno: proprio come una cicatrice, non potrete più togliervela di dosso! Andrea Pistorello, edizioni 2006 e 2007
La Maratona ha per me un significato molto particolare. La mia prima partecipazione, nell’anno 2003, coincise con la mia prima vera sessione in un grande lago naturale. La fama di “posto difficile” all’inizio mi spaventò ma, contrariamente alle aspettative, le strategie e le esche fecero strike: io e il mio socio catturammo bene per tre notti, nonostante l’uragano che mise a dura prova la nostra attrezzatura! Da allora, l’attaccamento al lago e alla manifestazione mi ha “costretto” a ritornare ogni anno, anche solo come semplice spettatore per salutare gli organizzatori e gli amici in gara. L’atmosfera del lago e le sue carpe da sogno sono come piccoli incantesimi: spingono i carpisti che ci sono stati almeno una volta a ritornarvi ancora e ancora… proprio come accadde a me! Francesco Favaro, edizioni 2003 e 2007
La Maratona, per me e il mio club, è come vedere nascere un figlio ogni anno… Un’emozione che si rinnova autunno dopo autunno, mai uguale a se stessa, mai scontata, giammai banale! E vedo che anche i “miei ragazzi” si armano di impegno e responsabilità sempre più forti affinché tutto possa andare sempre meglio. Siamo fieri di organizzare la Maratona e cercheremo di farlo ogni anno, cercando per quanto possibile di migliorare il rapporto con le istituzioni che non sempre è stato… idilliaco. È il nostro obiettivo e vogliamo raggiungerlo! Ma alla fine dei conti, il sorriso di tutti i carpisti al pranzo finale è il premio più bello per tutti i nostri sforzi, il valore aggiunto che nutre ogni nostro entusiasmo. Paolo Cominelli, presidente sede Cfi Rudiano
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Maratona di
ENDINE
Quattro giorni senza multe su un lago off-limits per noi carpisti!
PRIMA IL DOVERE... e poi il piacere: sul lago avversari, a tavola amici. Ecco spiegata la quintessenza della Maratona.
Scommettiamo che in tanti proporrebbero la stessa riflessione: perché non posticipare la manifestazione di una settimana? Ma forse anche in quel caso si troverebbe una scusa buona per giustificare il cappotto!
Il bello… e il brutto
BELLE E ASSAI COMBATTIVE le regine del lago. E per niente facili da prendere: molti, dopo anni, sono ancora a cappotto!
Dal 1997 a oggi, gli echi di catture che superavano i 30 chilogrammi hanno reso il lago meta di numerosi “pellegrinaggi” da tutta Europa, con conseguenze assolutamente nuove per il tranquillo bacino ai piedi delle montagne bergamasche: il triplicarsi del numero di tende in riva al lago ha allarmato i sindaci dei Comuni rivieraschi e ben presto è stato un fioccare di multe. Per di più, la pratica del long range estremo e la maleducazione di alcuni hanno sollevato un certo fastidio da parte dei pescatori locali, più o meno professionisti, trasformando il carpista in un nemico da combattere. La mutata
situazione influì anche sull’organizzazione dell’enduro: i Comuni opposero i primi secchi “no!” alla richiesta di postazioni sul proprio territorio, così da preservarle dall’inquinamento visivo (e in alcuni casi... ambientale) di bivvy, tende e ombrelloni. Per questo motivo il numero di postazioni è sceso dalle 40 delle prime edizioni alle appena 25 di quest’anno. Eppure, i ragazzi di Rudiano ed Endine non hanno mai mollato, consapevoli del fatto che la Maratona rappresenta un patrimonio importante di tutti: è un modello di abilità e qualità organizzativa ed è il frutto della fatica e dell’impegno di tanti carpisti che, per pura passione, mettono a disposizione il loro tempo per realizzare quello che attualmente è solo un sogno: quattro giorni di pesca in tranquillità e legalità in un lago diventato per certi versi off-limits a causa di regolamenti molto restrittivi. Ma non finisce qui: i ragazzi di Rudiano e
di Endine, con l’appoggio di Cfi, si stanno battendo per non farci passare mai più per “bracconieri” solo perché pratichiamo la nostra pesca preferita. A dimostrazione delle ambizioni di correttezza, da quest’anno è stato istituito il premio “Migliore postazione inserita nell’ambiente”, consegnato alla coppia capace di allestire il campo con il minore impatto visivo, quest’anno Favaro-Zugno. La Maratona è importante per eliminare i pregiudizi che ci ritroviamo cuciti addosso, mostrando che non siamo invasori e usurpatori ma semplici appassionati che vogliono pescare in un luogo da sogno, animati da valori forti come la socialità, il rispetto per l’ambiente e l’impegno verso il prossimo. Ecco perché è bello partecipare alla Maratona di Endine: è un’esperienza unica, un arricchimento umano e tecnico, un’emozione che ci prende fin dalla prima volta e poi... non possiamo più farne a meno. n
GRANDI SORRISI sui volti dei bambini che Giancarlo Benuzzi ha sempre coinvolto in ogni occasione. E persino i partecipanti meno fortunati si divertono alla grande... a fare le foto con i compagni di pesca! È tutto merito di chi ha creduto e ancora crede nell’evento, come i ragazzi del club di Rudiano ed Endine.
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