CarpFishingMagazine_18_UnhookingMat

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Ferri del

MESTIERE

Materas a cura di Paolo Meneghelli

foto A. Cucconi

Un racconto che sfiora il mito ci ricorda una delle più importanti regole che un buon pescatore di carpe deve rispettare: molto spesso dimentichiamo che, oltre ad ami, fili, boilie, canne, mulinelli e piombi… quello che non deve mai mancare durante le nostre uscite di pesca è proprio “lui”: l’unhooking mat, come lo chiamerebbero i padri inglesi della tecnica

Se non lo usi che

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arpista… sei ancora qui? Ti rivedo quasi ogni settimana per giorni e notti: ma come fai? Non spaventarti, so che senti solo una voce leggera nella tua testa e non scorgi chi ti sta parlando. Mi chiamo Sam e sono una di quelle che voi esseri che state fuori dall’acqua chiamate a volte “carpa” e a volte “specchi”. Sono un maschio… uno dei più grossi del tuo lago. Devi infatti sapere che sono figlio di Sloan, la vera regina del lago, la più grossa carpa che abbia mai abitato queste acque. È da quando ho abbandonato il mio branco che non la vedo più e ora come ora non so che fine abbia fatto: la ricordo ancora, però, avanzare sontuosa fra le mie piccole sorelle, terrorizzate dal turbine d’acqua che creava muovendo la sua grande coda. E io non sono mai stato da meno. Anzi, quanto a dimensioni credo di essere ormai come mia madre… Pensa che sono talmente grande che qui, nel regno delle acque, non temo pericoli dagli altri pesci. I boccaloni più piccoli, quelli più baldanzosi, quando mi vedono passare si rifugiano tra le cannelle, tremanti di paura: qualche volta per spaventarli e divertirmi ho provato addirittura ad aspirarne un paio. Avresti dovuto vederli mentre

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foto A. Cucconi

s sino provavano a scappare dal vortice che creavo con la mia bocca! Comunque non li uccidevo… li tenevo lì per un po’, poi li sputavo e loro fuggivano terrorizzati. Nemmeno quei becchi d’anatra dei lucci provano più a farmi male: qualche decina di inverni orsono, quando ero appena uscito dal branco, senza accorgermene passai di fianco a uno di questi malvagi opportunisti e in pochi secondi me lo ritrovai attaccato appena sotto la coda. Reagii al dolore e lo schiacciai nel fango, finché non decise di mollare la presa e ritirarsi, ferito a un occhio. Da quel giorno ho ottenuto il rispetto non solo di quel luccio orbo, che ho rivisto tante altre volte, ma anche di quei pigri siluri che ogni tanto condividono con me le buche profonde del lago: quelli neanche ci provano a mangiare un pesce grande come me!

La prima volta Comunque, carpista, non sono qui per cantare le mie lodi. Il mio intento è un altro, ed è molto più importante: attraverso il racconto della mia vita voglio mandarti un messaggio da diffondere a tutti i tuoi simili. Molti anni fa passeggiavo con alcune mie sorelle in poche spanne d’acqua, poco lontano da un branco di carpette che avevano trovato del cibo e stavano

Come per magia, una carpa parla a un pescatore e gli racconta la sua vita ‹

carpista sei? CF18_056_063_FerriMest.indd 57

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Il mat

GIUSTO

facendo la lotta per mangiare. Io e le mie sorelle, ormai grandi, eravamo già abituate a girare al largo da quelle ingenue, dal momento che in quelle situazioni si mangia, sì… ma si mangia poco! Discutevamo tra noi sull’opportunità di fargli uno scherzo: volevamo lanciarci a tutta velocità sul cibo per farle scappare. Devi sapere che temono tantissimo le sorelle più TEMPI CHE CAMBIANO: grandi! Nostra madre ci aveva pesopra, i primi modelli di mat, piccoli e sottili; sotto, uno rò insegnato che situazioni come dei più moderni e sicuri. quelle potevano essere molto pericolose. Capitava spesso, infatti, che qualche piccola sparisse fuori dall’acqua. O che arrivassero i siluri in caccia. Proprio mentre eravamo lì, discutendo il da farsi, qualcosa attirò la mia attenzione. Era a pochi metri da me, lo ricordo ancora. Un segnale forte, intenso. Prima lo sentii sul fianco, poi sui baffi. Mi girai, lasciando il gruppetto per scoprire da dove venisse quel richiamo. E più mi muovevo, più l’acqua passava tra le mie branchie, e più io avevo fame. Tanta fame. Cominciai a toccare il fondo con la bocca, senza aprirla, seguendo quel qualcosa che mi attirava a sé. Poi cedetti: succhiai il fondo con forza brutale, come faccio Vogliamo pescare quando le conchiglie nere provano a scappare sotto ancora carpe belle la sabbia o gli esseri con le e sane? Portiamoci chele cercano riparo sotto sempre dietro il mat i sassi. Forte, fortissimo. Improvvisamente, però,

sentii pungere sul labbro inferiore. Un primo accenno di dolore. Poi, qualcosa cominciò a tirarmi: vidi uscire dalla mia bocca un’alga nera con una grossa conchiglia che penzolava. Tiravo per spezzarla, ma quell’alga era troppo forte: non avevo mai visto niente del genere! Girai la testa e cominciai a scappare sul fondo, picchiando la testa sulle rocce per liberarmi da quella cosa che mi aveva preso. Ma non ce la facevo: fuggivo, e pochi secondi dopo mi ritrovavo dove ero partito. Testate, colpi di coda, un mostro invisibile mi tirava a sé e non sapevo dove voles-

Un occhio al mercato

I migliori materassini osservati... al microscopio

se portarmi. Gli incubi tremendi che mi raccontavano le vecchie carpe stavano materializzandosi: non volevo andare lì fuori, non volevo finire come le mie sorelle scomparse, non potevo finire così io, figlio di Sloan. Cominciai a tirare all’impazzata verso le cannette: avrei girato intorno a una di esse per spaccare quell’alga. Poi sentii una vibrazione, e un rumore. “Bip! Bip!”. «Oh, ti ha preso dentro l’altra canna!». Vidi allora uno di quelli che assomigliano a te, carpista, stringere tra le sue pinne una di quelle cose nere che tu tieni lì appoggiate, affiancato

Leon Hoogendijk T.P.S. Mat

Pelzer Target Mat

Distributore: Big Fish, Preganziol (Tv) Dimensioni (cm): 120 x 93 Il nome dice tutto: T.P.S. sta per “Total Protection System”, in italiano “Sistema di protezione totale”. Ben imbottito e di dimensioni notevoli, sui lati ha quattro alette in tessuto che ne aumentano l’ampiezza, fino a 200 x 93 centimetri: è uno dei più grossi materassini sul mercato, quindi uno dei più sicuri quando il pesce è… fuor d’acqua. In più, unendo le alette dei lati lunghi tramite l’anello in metallo, possiamo usare questo materassino anche come sacca di pesatura. Unico difetto: è ingombrante.

Distributore: Com.Es, Milano Dimensioni (cm): 110 x 65 È il materassino più piccolo della nostra rassegna. Adatto alle sessioni veloci o per i neofiti, una volta arrotolato può essere inserito sugli zaini come un normale sacco a pelo. E poi costa poco. Il materiale che lo compone è nylon 420 denari, ricoperto da un sottile strato di

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Quello giusto

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i sono materassini di slamatura di ogni tipo. Lo vogliamo grande? C’è. Lo vogliamo grande ma non troppo ingombrante? C’è. Lo vogliamo galleggiante? C’è. Lo vogliamo gonfiabile? C’è. Ormai tutte le aziende che si occupano di carp fishing offrono soluzioni adatte a qualsiasi condizione di pesca. Dunque, non ci sono scuse: ogni qualvolta che andiamo a pesca dobbiamo avere con noi il materassino. Quando ne acquistiamo uno, poniamo particolare attenzione alle tre caratteristiche che elenchiamo di seguito, imprescindibili per poter dire: questo è il materassino giusto!

da un altro che reggeva una rete nera enorme. E mi parlarono: «Sei bella, sai? Quanto sei grossa!». Dare della femmina a me? Sia mai! Diedi un ultimo colpo, ma poi sentii avvolgermi da un mondo nero. «Presa!».

IMBOTTITURA

L’uomo-nutria Preso… Mi sentii trascinare fuori dall’acqua. La palla gialla che voi chiamate “sole” era diventata un tutto omogeneo così luminoso e forte da rendermi cieco. Mi mancava il respiro: stavo morendo? Piano piano riacquistai la vista e potei vedere chi mi aveva cat-

(continua fino a pagina 63) Pvc che lo rende sicuro per il muco del pesce e pratico da pulire. Non ha, però, una grandissima imbottitura (appena 3 centimetri), anche se si tratta di gommapiuma piuttosto buona, e le dimensioni non sono proprio da “big carp”.

Un mat ben imbottito evita che le carpe sbattano violentemente contro il suolo quando le slamiamo, le pesiamo o le imbracciamo per scattare una fotografia. Una bella imbottitura attutisce le “botte” e ci permette di manipolare il pesce con più sicurezza, preservandolo da danni agli organi e, ancora peggio, da emorragie interne. Ma non alziamoci mai in piedi mentre immortaliamo la nostra preda con una fotografia: se casca da quell’altezza, non c’è materassino che tenga!

MATERIALI AD HOC È bene che il materassino di slamatura sia realizzato con materiale liscio oppure con uno che assorba molta acqua. Meglio scartare i materiali ruvidi che non assorbono acqua, perché rimuovono quel sottile strato di muco che protegge la carpa dall’attacco di batteri e funghi. Cosa scegliere? Pvc e nylon, il primo perché è estremamente liscio, il secondo perché è resistente e, grazie agli spazi fra le trame, si impregna maggiormente d’acqua.

foto A. Cucconi

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Le tre regole d’oro per scegliere bene

VERSATILITÀ Controlliamo che il nostro materassino abbia delle maniglie o che si possa chiudere, con una zip o con delle clip, in modo da imbrigliare il pesce. Quando ci accingiamo a rilasciarla, infatti, la carpa potrebbe agitarsi e scivolare fuori dal materassino. Oppure, se molto grossa, potrebbe sbilanciarci e farci cadere, finendo anche lei con violenza al suolo: un rischio che non possiamo correre!

Daiwa Mission Mat Distributore: Fassa, Milano Dimensioni (cm): 100 x 120 È un “giaciglio per pesci” molto versatile, composto da due parti unite tra loro da una cerniera molto resistente. Una volta chiuso e arrotolato, occupa pochissimo spazio e può essere trasportato con facilità anche appena dopo l’uso, perché è realizzato con tessuto impermeabile e non si impregna d’acqua. Aprendo le zip, poi, si ottiene un materassino di dimensioni notevoli che, grazie a due maniglie, facilita anche il trasporto del pesce in acqua. L’imbottitura non esagerata è però il pegno che dobbiamo pagare per avere un materassino poco ingombrante.

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GIUSTO

Le dimensioni contano Mai sotto il metro di lunghezza

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l giorno d’oggi è davvero difficile, se non impossibile, trovare sugli scaffali dei negozi materassini “francobollo”, talmente piccoli da non riuscire a ospitare nemmeno un cavedano. Comunque, per evitare fregature, controlliamo che le dimensioni del materassino rientrino almeno tra 1 metro di lunghezza e 50 centimetri di larghezza. In ogni caso, meglio abbondare… Grande o piccola che sia, la nostra preda ringrazierà!

UNA VOLTA ERANO COSÌ, molto sottili e grandi come un quotidiano. Se ancora li conserviamo... non usiamoli!

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turato. Sconfitto, non potevo che affrontare la morte con ironia e vedere per bene quello che avevo solo sentito raccontare: uomini, quanto siete più brutti di noi pesci! Poco dopo mi sentii sollevare, per poi ricadere dolcemente su una superficie liscia. Un po’ calda a dire la verità. Scoprii qualche tempo dopo che voi lo chiamate “materassino”. Poi uno dei due umani, che aveva del pelo intorno alla bocca che lo faceva sembrare una nutria, si avvicinò e mi toccò: quanto era morbida e bollente la sua pinna! Mi dimenai fortissimo, sperando di tornare libero. Ma l’altro umano mi coprì gli occhi e mi tenne fermo. Ero stremato! Il primo pescatore allora si riavvicinò di nuovo, e io stetti buono: potei vedere allora uscire dalla mia bocca una di quelle palline che ogni tanto avevo visto sul fondo del mio lago, e di cui mi avevano parlato con mistero: «Sono buone, buonissime, ma portano via, lontano, nel mondo degli uomini…». E io in quel momento ero nel mondo degli uomini. Non respiravo bene, mi sentivo mancare, e fu così che mi agitai di nuovo. «Bagnala», disse uno dei due, mentre l’altro prendeva una cosa bianca e gli metteva dentro l’acqua del lago. La sentii addosso, fresca, e respirai. Provai una sensazione strana: mi sentivo libero sul materassino, pur non essendo nel mio mondo. Non feci in

tempo a finire quel pensiero che vidi l’uomo-nutria inginocchiarsi, mentre l’altro si era messo davanti a lui tenendo tra le pinne una cosa scura. Mi sentii sollevare di nuovo verso l’alto, ma stavolta erano le pinne dell’uomo a tirarmi su. Bellissimo stare così: ero in posizione di nuoto, nell’aria, nell’elemento che per noi pesci è morte ma che per voi uomini è vita. E quelle pinne calde… non è poi così male il mondo degli umani! Ero comunque rassegnato, tanto di lì a poco avrei fatto la fine delle mie sorelle... “Click”.

Preso, esausto ma ancora vivo Fui posto ancora sulla superficie morbida e liscia. Poi, dentro a questa, fui sollevato di nuovo. «Venti!». E riappoggiato vicino all’acqua, che lambì di nuovo la mia pelle. Ero ancora sdraiato sul fianco mentre l’uomo-nutria mi passava lentamente la sua pinna calda sul corpo. Sensazione piacevole, soprattutto ora che un leggero flusso d’acqua passava tra le mie branchie. Poi l’uomo mi rimise dritto e impugnò la mia coda, facendo scivolare il materassino sotto di me. Sentii l’acqua invadermi le branchie: ero di nuovo vivo! «Ci rivediamo quando sarai ancora più grande e bella», disse l’uomo abbandonando la presa. Lentamente ritornai nel mio mondo, confuso,

foto A. Cucconi

Il mat

Un occhio al mercato

Lineaeffe Materassino Gonfiabile Distributore: Lineaeffe, San Pietro in Casale (Bo) Dimensioni (cm): 105 x 60 Piccolo e poco ingombrante, questo materassino ha un grande pregio: basta gonfiarlo prima dell’uso. Non troppo imbottito, una volta riempito d’aria accoglie con sicurezza anche le carpe più scalmanate. Oltre alla sezione gonfiabile che costituisce il “letto” vero e proprio per i pesci, ce n’è un’altra che, grazie a due fibbie, consente di chiudere la cattura nel materassino per le operazioni di trasporto. Le modestissime dimensioni da chiuso, e quindi l’ingombro minimo, lo rendono perfetto per quei carpisti che amano inseguire le proprie prede in posti difficili da raggiungere o che si spostano spesso durante una sessione.

Milo Materassino Carpa 13537 Distributore: Milo, Milano Dimensioni (cm): 125 x 90 Colpisce per il tocco di originalità dato dal colore camouflage. Di forma rettangolare, può galleggiare sull’acqua grazie alle palline di polistirolo che ne costituiscono l’imbottitura (molto buona). In più, sui lati lunghi, a metà del materassino, ha due inserti in rete fatti apposta per evitare che la carpa possa scivolare durante il trasporto. Il difetto più evidente lo riscontriamo... più in automobile che in pesca: è ingombrante e, quando si impregna d’acqua, si asciuga molto lentamente.

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incredulo. Esausto. Preso. Ma vivo. Recuperai la mia baldanza: «Uomo-nutria, lo vuoi capire che sono un maschio?».

Mi diverto, sano e salvo I miei viaggi nel mondo degli esseri umani diventarono regolari. I primi tempi ci andavo una volta sola ogni inverno, poi anche quando l’acqua diveniva più calda. Ti sembrerà strano, ma sono riuscito anche a divertirmi. Ne ho approfittato per guardare bene voi uomini e come fate a stare fuori dall’acqua: ancora mi chiedo come facciate a respirare nel nulla e a stare piantati sul terreno! Poi ogni tanto mi sono divertito a prendervi un po’ in giro. Per esempio, quando ho sentito che qualcuno dei tuoi simili non era molto capace, mi sono lasciato catturare facilmente. Ma poi sul materassino ho sempre fatto il matto: tu non sai quanti pescatori ho mandato a casa bagnati! Certo, qualcuno dei vostri materassini a volte non era proprio morbido… e sono tornato a casa con qualche livido, ma niente di che. Mi è anche capitato di essere ricatturato dall’uomo-nutria: è molto bravo e ogni volta ho lottato sino alla fine delle forze per non dargliela vinta. Ma ha vinto sempre lui. In un’occasione, addirittura, sono riuscito a liberarmi dalla rete nera che voi umani usate per tirarmi fuori: che potenza, Sam! Ogni volta che so-

Quantum Unhooking Mat Distributore: Old Captain, Busto Arsizio (Va) Dimensioni (cm): 135 x 85 Ecco un materassino “oversize” che occupa poco spazio. Può essere ripiegato in tre parti e chiuso con una cerniera a strappo. Due comode maniglie ci agevolano durante il trasporto del pesce verso l’acqua. Non avendo sponde, però, dovremo stare molto attenti affinché il pesce non scivoli cadendo sul terreno. Buono per le sessioni veloci in quei laghi dove ci può sempre scappare la “big”.

no venuto nel vostro mondo sono poi tornato a casa e ho raccontato alle mie sorelle, incredule, le “imprese di Sam”. E cosa ci fate vuoi umani quando ci tirate fuori dall’acqua. Sano e salvo. Almeno fino a due giorni fa.

L’inferno Mi sono ritrovato a grufolare nella zona dove fui catturato la prima volta dall’uomo-nutria. Davanti a me c’era una bella pallina gialla che si alzava dal fondo. L’odore e il sapore mi Galleggianti e ben parevano davvero buoni. Ci ho pensato un po’ e imbottiti: sono più poi mi sono detto: «Ma comodi e i pesci sì, dai, è un po’ che non non soffriranno faccio un bel combattimento: io la mangio!». L’ho aspirata e mi sono messo in attesa della puntura. Che è arrivata subito. La solita fuga verso la profondità ma… mi sono accorto immediatamente che qualcosa non andava: il pescatore che mi aveva allamato tirava senza darmi tregua. Il labbro mi faceva male, non riuscivo a girare la testa. Ogni tentativo era inutile. «Meglio cedere, non mi sto divertendo», mi sono detto. Così sono entrato nella rete dell’uomo. Erano in due. Ed è iniziato il mio incubo. Sono stato sollevato dall’acqua, ma a causa del mio peso l’uomo si è sbilanciato ed è caduto insieme a me sul fondo freddo, duro, ‹

Spro Complete Care Specialist

continua

Distributore: Outdoor International, Savignano sul Rubicone (Fc) Dimensioni (cm): 135 x 85 Rivestimento in nylon e ottima imbottitura con palline di polistirolo, questo materassino ha due caratteristiche in particolare che vanno sottolineate: una volta piegato, può essere chiuso con una cerniera su entrambi i lati, così da non lasciare al pesce la possibilità di scivolare, e per di più può essere chiuso anche sulla parte in corrispondenza delle maniglie. In pratica, non c’è possibilità che il pesce cada accidentalmente a terra nella fasi di trasporto. Il difetto? È un po’ ingombrante.

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Il mat

GIUSTO

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È molto difficile ammetterlo... eppure, per colpa nostra, a volte i pesci muoiono

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appuntito: un dolore fortissimo sul ventre. L’agitazione pompava i battiti del mio cuore, ma a ogni scodata il dolore aumentava come se il mio corpo fosse ricoperto di morsi. Non c’era alcuna superficie morbida, non c’era il morbido materassino. Mi sono calmato non appena uno degli umani ha schiacciato la mia pancia con una delle sue pinne inferiori, nera e fredda: faceva troppo male. L’altro mi ha tolto la pallina dalla bocca e ha cercato di levarmi dalla rete. Non ci riusciva, perché la mia pinna dorsale era rimasta intrappolata. Quell’uomo tirava, tirava, tirava, ma non ce la faceva a liberarmi. Non respiravo più, non mi potevo muovere e quegli uomini malvagi non mi stavano buttando addosso l’acqua come hanno sempre fatto tutti. Un incubo. Poco dopo una fitta lancinante proprio sulla pinna: ne ho visto un pezzo cadere tra i sassi. Non riuscivo più nemmeno ad agitarmi mentre mi sfilavano dalla rete, perché tutte le mie forze erano concentrate nel sopportare il dolore. Quell’inferno non finiva più… Ero in loro balia, sollevato molto più in alto del solito tra le pinne dell’uomo che poco prima mi teneva per terra. Impugnandomi tirava una pinna del ventre e tutto il mio peso era appeso lì: con le ultime forze rimaste, senza ormai quasi più respirare, ho scodato. E ho

sentito l’uomo lasciarmi andare. Pochi istanti dopo la mia carne è stata lacerata dal dolore più forte che avessi mai provato, più forte anche del morso del luccio orbo: una botta fortissima contro quella superficie dura e aguzza, sui sassi. L’uomo allora mi ha ripreso e con forza mi ha infilato in una cosa nera molto simile alla rete con cui mi avevano tirato su. Poi mi ha lanciato in acqua e io ho ricominciato finalmente a respirare: ma stavo male, la pelle mi bruciava, mi sentivo gonfio, tanto che non riuscivo a stare dritto. Sono rimasto a galla, nel tentativo di recuperare le forze. Passavano i minuti, le ore, è diventato buio e poi si è fatto giorno. E io non potevo muovermi, stretto e cieco dentro quel sacco nero: ero vivo solo perché respiravo. In un momento in cui il sole picchiava forte mi sono sentito di nuovo tirare. Ancora lui, ancora quell’uomo. Non potevo reagire, quindi gli è stato facile rifare tutto quello che aveva fatto il giorno prima: di nuovo sui sassi, in braccio, poi ancora forte al suolo. Non era da solo, ma ce n’erano tanti altri con lui. Quindi è arrivato un altro uomo, e ha fatto la stessa cosa. Poi un altro. Poi un altro ancora. Speravo di rimanere in braccio per sempre a uno di quelli, pur di non toccare nuovamente il duro e il freddo. Improvvisamente la

Un occhio al mercato

ProLogic Max-4 Inflatable Mat Distributore: Svendsen sport (Dk) Dimensioni (cm): 100 x 80 All’apparenza questo materassino può sembrare poco imbottito. In realtà non è così, perché può essere gonfiato. “A riposo”, il materassino occupa quindi poco spazio e si trasporta senza problemi. Riempito d’aria, invece, offre grande comfort al pesce, grazie a quei 4 centimentri di spessore in più. Consigliato per sessioni veloci o quando abbiamo bisogno di centellinare peso e ingombro dell’attrezzatura. Nell’uso, però, facciamo attenzione a rocce appuntite o alle castagnole: il nylon N420 che lo compone è piuttosto delicato.

Kkarp Super Mat Distributore: Trabucco, Bianconese di Fontevivo (Pr) Dimensioni (cm): 104 x 50 Materassino “a piscina” di nuova generazione. Fa della sicurezza nel trasporto del pesce la sua dote migliore: le maniglie sono grandi e ben saldate al corpo del materassino. In più, galleggia. Rivestito in Pvc impermeabile e facile da lavare, può

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Laviamolo sul posto e a casa Sciacquiamo il mat per eliminare gli odori ed evitare epidemie

foto A. Cucconi

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mia vista si è annebbiata. Non respiravo più davvero. Sentivo le parole degli uomini un po’ più lontane. Ho pensato a mia madre, a cosa avrebbe fatto se fosse stata al posto mio. Così ho trovato le ultime forze e, con una scodata potente, ho fatto leva sui sassi e sono tornato di nuovo nell’acqua. Via dalla brutalità dell’uomo. Per morire libero.

Addio, carpista Sono passate solo poche ore e la mia vita sta volgendo al termine. Il mio corpo sta cedendo

alla violenza dell’uomo malvagio. Il mio ventre è gonfio, la mia pelle tagliata, ferita. I piccoli bass non sono più spaventati dalla mia mole. Mi toccano, ora. Li sento mangiare il mio sangue. Il dolore è troppo forte e non mi consente più di andare sul fondo. Non posso più mangiare perché non ho né le forze né la fame sufficienti. L’agonia mi sta mangiando piano piano, inesorabile. Sento che non riesco più a nuotare. Capisci ora, carpista, perché ti sto parlando? Capisci il senso del mio

messaggio? Mi sento cedere. Non ha più senso continuare a lottare. Mentre ti parlo vedo il mio mondo alla rovescia e percepisco il calore della palla gialla colpirmi il ventre. Vedo le mie sorelle più grandi e il luccio orbo avvicinarsi a me. Mi sento spingere verso quelle cannelle dove cercai riparo la prima volta che fui catturato. E lì c’è ancora l’uomo-nutria. «Non è possibile», dice. Addio, sorelle. Sto partendo per un lungo viaggio. Arrivo, mamma Sloan. Sam ora n non soffre più.

Wychwood Beanie Mat essere riempito d’acqua per far sì che la carpa rimanga sempre bagnata nelle fasi di slamatura. Un’appendice a rete consente di “chiudere” la cattura dentro il materassino: ottimo per gli autoscatti. Per la sua forma, però, copre una superficie di suolo inferiore rispetto ai materassini rettangolari classici: non “giochiamo” troppo mentre facciamo le foto!

Distributore: Tubertini, Bazzano (Bo) Dimensioni (cm): 130 x 90 Materassino di grandissime dimensioni, imbottito con palline di polistirolo di 9 millimetri che gli consentono di galleggiare e realizzato in nylon 600 denari: è il tipico materassino per grandi catture. La trapuntatura “a quadri” e l’imbottitura maggiorata sui lati fanno sì che si depositi sempre un po’ d’acqua all’interno per bagnare di continuo la pelle del pesce. Può essere reso più ampio con un’ulteriore sezione imbottita che protegge le ginocchia dagli urti mentre facciamo le foto. Il difetto, come per tutti i “colleghi” delle sue dimensioni, è l’ingombro.

l termine di una sessione di pesca è sempre opportuno sciacquare il materassino nell’acqua del lago e poi farlo asciugare al sole, soprattutto se ha ospitato qualche bella carpa: in questo modo eviteremo di riempire la nostra auto di… olezzo di pesce. Chiaramente, se piove o il tempo è umido, il materassino non si asciugherà in poco tempo o non si asciugherà affatto: dunque, sarà meglio portare con noi un sacco di plastica da usare come contenitore ed evitare che il bagagliaio dell’auto diventi una pozza d’acqua. Come è ovvio, appena arrivati a casa dovremo lavare immediatamente il mat. Oltre a difenderci dal tanfo, però, le operazioni di lavaggio servono anche a eliminare dalla superficie del materassino i residui di muco delle carpe catturate: qualora una di queste fosse malata e una carpa sana entrasse in contatto con il suo muco durante una sessione successiva, rischierebbe a sua volta di infettarsi. E una volta rilasciata potrebbe infettare le altre carpe del bacino. Per questo motivo, una volta a casa, è bene lavare il materassino anche con un po’ di candeggina o amuchina. È bene farlo sempre, soprattutto quando cambiamo di frequente luoghi di pesca.

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