CarpFishingMagazine_19_SessioniVeloci

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Situazioni e

STRATEGIE

a cura di Paolo Meneghelli

Per mille motivi diversi, molti carpisti sono obbligati ad appendere le canne al chiodo: il lavoro, la famiglia e gli impegni assorbono il tempo libero come spugne. Il più delle volte, però, la colpa è della pigrizia che non ci fa sfruttare al meglio le nostre poche ore disponibili. Perché, come scoprirà il protagonista di questo racconto, il carp fishing è anche… questione di cogliere l’attimo!

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foto O. Portrat

l’alba e una pesante nebbia schiaccia il lago. L’esile scia di fumo del caffè bollente lotta con le fitte goccioline per salire al cielo. Sei in un mondo a parte, ovattato, e non vedi nulla davanti a te: niente acqua, niente canneto, niente monti. Solo i calci delle tue canne che riposano sul pod in attesa di un sussulto. Poi un rumore, la piatta superficie rotta dalla prima rollata mattutina di una carpa: forse sarà lei a cedere alla tentazione del tuo innesco. «Driiiin!»... Il lago ti dà una speranza, il suono di un avvisatore. «Driiiiin!». Ancora. Stai fermo, immobile; non vuoi fare rumore perché le canne sono lì, sotto i tuoi piedi. E, forse, il pesce sta assaggiando l’esca con circospezione. «Driiiin!». Uno sguardo agli avvisatori. «Driiiin!». Perché nessun led è acceso? .

È

Tanti impegni… e la pesca? «Driiiinn!»... «Vuoi rispondere o no a quel telefono?». La voce del tuo collega è come un pugno sul viso. Improvvisamente la nebbia si dirada e vedi le

montagne, il canneto e il pod: colori talmente vividi da non sembrare veri. Poi, una cornice nera: ti scopri in ufficio, incantato davanti alla foto del tuo spot preferito che campeggia sullo schermo del computer. Da quanto tempo non lo frequenti? Un anno? È già il terzo giorno che sogni ad occhi aperti, che quello schermo prende vita e ti proietta in un mondo in cui vorresti, ma non puoi, essere. Troppo tempo senza stringere fra le mani una canna, senza l’emozione delle testate di un pesce alla fine della lenza. Troppo tempo. Oggi nella tua vita non c’è più spazio per la pesca, perché sei costretto a nascondere la tua passione più forte sotto uno spesso lenzuolo fatto di impegni. Il tuo lavoro è interessante, ma inizi alle otto del mattino e finisci alle sei di sera, sabato compreso. Hai una moglie meravigliosa ed è dovere del buon marito non trascurarla almeno nei weekend. E poi c’è la squadra di calcetto: Giovanni, Francesco, Riccardo… come fai ad abbandonarli? Ma la passione del carp fishing è ancora viva e ti colpisce forte la pancia, come un bambino che ha deciso di vo- ‹

Se il desiderio di pescare chiama, rispondiamo: anche poche ore bastano

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LAMPO ler nascere. Ogni tanto. Anzi... Ogni giorno ormai.

Una nuova ottica

TRA IL POD E I PICCHETTI. Ecco una soluzione che racchiude i pregi del pod e dei picchi: il tripode si piazza anche sul cemento, pesa poco e non è ingombrante. Poi, calci delle canne a terra e pronti a ferrare: quando si hanno poche ore conta solo il risultato… sul materassino.

È arrivato il momento di ragionare sul tuo futuro di pescatore. «Il carp fishing richiede una quantità di tempo che non ho: meglio ripiegare sulle corte cannette da spinning». Ma poi ci ripensi, perché sono troppo profonde le emozioni che le attese davanti al pod ti hanno lasciato in tutti questi anni. Giungi a consapevolezza del fatto che, forse, non è il carp fishing a essere inadatto al tuo poco tempo libero ma che sei tu a non volerti adattare alle nuove condizioni. «Non è che mi sono impigrito?». Per te il carp fishing è sempre stato giornonotte-giorno-notte-giorno, barca, tenda, chilometri e chilometri lontano da casa. Ora non puoi più viverlo in questo modo. Bisogna cambiare registro, se vuoi placare le tue “crisi d’astinenza da carpa”. E così ti decidi. «Domani è venerdì, esco prima dall’ufficio, mia moglie è al corso di fotografia e non ho la partita. Quindi… vado a pesca».

Solo l’indispensabile Le canne impolverate sembrano quasi sorridere quando le accarezzi dopo così tanto tempo. E anche tu sorridi, se pensi a quali sacrifici hai fatto per averle. In fondo, sono un po’ come le

Il method “potenziato” U

sare il method mix è già di per sé una tattica che aiuta a entrare in pesca velocemente, perché la palla di pastura che usiamo per coprire il piombo crea una zona di attrazione e di frenesia proprio attorno all’amo che ospita il nostro innesco. L’arguzia di alcuni carpisti europei e italiani, però, ha sviluppato un’alternativa che potenzia le già elevate qualità attiranti del method mix. Il trucco è di una semplicità talmente disarmante da farci dire “perché non ci ho

catenine con brillanti che tempo fa hai regalato a tua moglie per l’anniversario: in cassaforte, mai utilizzate. Comunque, nel riprendere in mano l’ormai disordinata attrezzatura, sei mosso da una sola parola d’ordine: poca roba. E quanti ricordi riaffiorano mentre carichi l’automobile! Poi, non ti resta che decidere dove andare. «Ehi, Michele, non ci crederai, ma domani vado a pesca. Che spot mi consigli?». «Vai allo spiaggione! Anche questo weekend abbiamo catturato alla grande. Alex ha fatto una ventiquattro!». Ventiquattro. Chili. L’immaginazione corre: ti vedi davanti alla macchina fotografica, a tarare l’autoscatto per fare una foto indimenticabile a quel bestione. Da solo. Insomma, la sfida ti ha preso più di quanto dovesse, e solo un briciolo di stanchezza ti fa notare che è sera, che sei in piedi dalle 6,30 e che devi andare a letto. Tanto puoi continuare a sognare anche da lì. Fino a domani.

Male la prima È stata una tragedia. Ti ritrovi sul divano, con il ghiaccio sul collo e sulla schiena. Dolori ovunque. «Sei vecchio ormai!», ti dice tua moglie, un po’ indispettita perché stasera dovrà farti da crocerossina, invece di gustarsi il suo telefilm preferito. La tua prima sessione dopo tanto tem-

Una soluzione rapida e vincente: niente alchimie, basta

pensato prima?”. In pratica, non bisogna fare altro che “bagnare” la pastura del method con l’acqua o l’olio che conserva il tonno nelle scatolette. Oltre a dare una forte impronta aromatica alle farine, l’acqua del tonno forma una “nuvola” attrattiva davvero irresistibile attorno al piombo. Per potenziare ulteriormente il method, possiamo aggiungere anche un po’ di corn steep liquor, un attrattore che piace e piacerà sempre alle carpe. Ecco come preparare il method “potenziato”.

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Versiamo il method mix (al massimo un chilo) all’interno di un secchiello. Potremo usare un semplice birdfood mix o una classica pastura da fondo dolce.

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po è andate male: hai fatto una fatica bestiale e un cappotto clamoroso. Ripercorri la sessione, perseguitato dai “perché”, e ti rendi conto di averci capito poco o nulla. E pensare che non era iniziata male: in ufficio il tempo era volato, le voci dei clienti al telefono parevano cinguettii di uccellini e non ti era difficile fare un sorriso ai “simpatici” colleghi. Sembrava la giornata perfetta, perché eri addirittura riuscito ad uscire dall’ufficio in orario, senza che qualche collega ti chiedesse di sostituirlo perché doveva andare a parlare con i professori del figlio. Questa volta un “a buon rendere” non sarebbe bastato! Ma, arrivato al lago e scaricata l’automobile, l’entusia-

una scatoletta di tonno!

smo infantile si è subito infranto contro quella “poca roba” che… non era poi tanto “poca”.

DIMENTICHIAMO LA BARCA. Questa è una strategia “light”: tre telescopiche, materassino, guadino, zaino... e niente più!

Di tutto, di più Mentre ripercorri col pensiero quegli attimi, ricordi la serie dei film di Fantozzi e la voce fuori campo che racconta le vicissitudini dell’icona Razionalizziamo dell’italiano medio anni Settanta. La senti coml’attrezzatura o il mentare le tue goffe imtempo lo passiamo prese, proprio come se a fare i facchini... fossi quel ragioniere sfigato. Sulle spalle, infatti, avevi “portacanne in cordura militare ospitante canne tre, abbinate a mulinelli da surf da grammi ottocento l’uno, materasso di slamatura di centime- ‹

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2 Aggiungiamo l’acqua o l’olio del tonno per aumentare il potere attirante, e anche del corn steep liquor. Per ottenere la consistenza giusta, infine, aggiungiamo per gradi acqua di lago.

Amalgamiamo per bene l’impasto, quindi prepariamo delle palle di method mix grosse più o meno come arance. Schiacciamole e richiudiamo al loro interno il piombo.

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LAMPO

Il method è pronto in cinque minuti, scelta ideale per chi ha poco tempo

UNA VENTINA DI RIG DIVERSI già pronti bastano per tutte le situazioni: i rocchetti dei filati, gli ami e il resto della minuteria... portiamoli quando ci sarà tempo per usarli.

tri duecento per centocinquanta imbottito di palline di polistirolo, sedia reclinabile di chilogrammi sette, zaino Operazione Desert Storm di litri centoventi, contenente in serie: chili due di boilie alla banana, chili due di boilie al pesce, barattolini cinque di popup da 10, 18, 20, 22 e 30 millimetri, scatoletta portaminuteria di centimetri 50 per 30, macchina fotografica reflex con cavalletto di chili quattro e obiettivi in numero di tre, ricambio intero di tutti i capi di vestiario, giubbino tecnico anti-pioggia e una piccolissima, utilissima, pesantissima

Piccoli, velocissimi trucchi P

er catturare con costanza durante tutto l’arco dell’anno, la soluzione migliore è senza dubbio pasturare con costanza un paio di postazioni, così da creare zone di alimentazione alternativa per i pesci che, dopo le prime settimane, si abitueranno a cercare le boilie con continuità. Ma quando il tempo è poco per pescare, figuriamoci per pasturare! Ecco allora che diventa essenziale capire come si comportano i pesci nelle varie stagioni, per lanciare gli inneschi proprio “sulla loro testa” e

incrementare le possibilità di cattura. Conoscere l’acqua è fondamentale: sembrerà scontato dirlo, ma in ogni bacino le carpe si comportano in maniera differente. Per esempio, in inverno, nei grandi laghi si infilano molto spesso tra i canneti in cerca di calore, anche di giorno, mentre nelle cave in genere stazionano nelle buche profonde. Passare qualche ora a osservare il comportamento delle carpe e a parlare con gli altri pescatori è fondamentale per creare quel bagaglio di informazioni che ci farà trovare lo spot giusto

sacca portapiombi, riempita con piombi trenta, in grammature 60, 70, 80, 90, 100, 120 e 150. A completare l’opera, rod pod di ultima generazione in acciaio inox antiproiettile di chilogrammi 10”. Non puoi non ridere ripensando alla “maratona” che hai fatto per arrivare alla postazione, camminando per trecento metri sul sentiero di un bosco. Carico di tutta l’attrezzatura, sbuffando, sei partito verso lo spot ma… poco dopo ti sei dovuto fermare in un restringimento tra due alberi: le canne in due pezzi non ci passavano. «Faccio due viaggi».

Poco più avanti, il terreno molle ti ha tradito e sei finito dentro alla melma fino al ginocchio: via il pod. «Faccio tre viaggi». E poi, quasi all’arrivo, sei stato bloccato da quello zaino più grosso di te mentre tentavi di passare sotto ad alcune fronde. «Faccio quattro viaggi». In poche parole, sei arrivato allo spiaggione solamente col materassino e… con uno strappo muscolare alla schiena. Poi, per tornare alla macchina hai dovuto fare venti viaggi, portando l’attrezzatura pezzo per pezzo. Il tutto solo quattro tragiche ore dopo essere arrivato.

Se non possiamo pasturare, affidiamoci a al momento giusto. Certo, in primavera scovare le carpe non è difficile: più o meno in tutti i bacini frequentano le acque poco profonde e ricche di vegetazione, canneti compresi, dove trovano condizioni ideali per la frega. Almeno fino a giugno, saranno tutte ammassate lì. Con quali esche tentarle? Polente veloci, aromatizzate con pochi millilitri di essenza fruttata, oppure birdfood mix grossolani, miscelati semplicemente con aroma, dolcificante e liquore di grano (Csl). E non dimentichiamo i dip…

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Qual è la canna giusta?

LE BOILIE SPEZZATE sono ideali quando dobbiamo attirare subito le carpe sui nostri inneschi: il loro “cuore” è iper-attrattivo!

La rivincita Sei convinto che il cappotto sia stato una normale conseguenza della stanchezza e che, comunque, devi trovare una soluzione, perché questa è l’unica sfida che ti puoi permettere. Dopo quattro giorni passati a sfogliare riviste e a leggere forum su Internet, prendi la seconda, importante decisione: «È ora di dare un ritocchino alla mia attrezzatura». Ti “regali” tre canne telescopiche, che a riposo occupano pochissimo spazio e possono essere trasportate senza portacanne, e le abbini a tre mulinelli che non pesano più

osservazione, ricerca del pesce ed esche “fulminee” SAPERE DOVE SONO le carpe, stagione per stagione, è fondamentale. Approfittiamo nel modo migliore del nostro tempo libero: un giro in bici a volte può essere anche più utile di un’ottima pasturazione.

LE ZONE A CANNETO si scaldano fin dai primi accenni di sole primaverile e si ripopolano di molluschi e conchiglie prima di altre. Le carpe pronte per la riproduzione sono tutte lì.

UN BIRDFOOD MIX dolce è quello che fa per noi. Impastiamolo con una dose media di aroma all’ananas, corn steep liquor, dolcificante e 10 gocce di olio essenziale al geranio: micidiale!

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LAMPO di quattro etti l’uno. Poi, ti procuri un materassino di slamatura gonfiabile che può essere usato anche al posto della sedia e, in sostituzione del pachidermico pod, tre picchetti in alluminio, più leggeri di quelli in acciaio. Infine, sostituisci lo zaino gigante con un piccolo “50 litri” e lo riempi con un chilo di boilie, un barattolo di pop-up miste, un astuccio con venti terminali già pronti e cinque piombi di due grammature diverse. In fin dei conti, devi pescare solo poche ore. Rispolveri anche la vecchia fotocamera digitale da tre megapixel e la abbini a un minitreppiede comprato su una bancarella da un cinese. Ora sì che sei pronto per tornare “a cacciare”. «Michele, domani torno a pesca… situazione catture?». «Strepitosa: Giulio ha fatto una diciotto. Partono impazzite appena arriva sera». foto O. Portrat

Possiamo andare di fretta in molte cose, ma mai nel rilascio della preda!

Sonoro cappotto Non ti sembra vero: riesci a fare quei trecento metri nel bosco portando tutto in una volta so-

la e senza farti venire il mal di schiena. E le telescopiche sono un piacere da montare: ti fanno tornare a quando eri bambino e una bolognese era la tua più cara amica. In dieci minuti hai tutte le lenze in pesca. Cinque minuti per il tragitto più dieci per innescare e lanciare le canne: hai “perso” solo quindici minuti e ti puoi gustare interamente le quattro ore che hai a disposizione. Le migliori, quelle in cui le carpe “partono impazzite”. Sfortunatamente, te le gusti tutte senza distrazione e puoi assaporare ogni rumore, ogni odore, ogni luce del lago: il tuo sedere, infatti, non si muove più dal materassino che usi come sedia. Cappotto, come l’altra volta. «Che cosa sto sbagliando?».

Chi cerca, trova! «Michele, sei un contaballe! È la quarta volta che pesco al tramonto ma non prendo niente!». «Strano… Noi stiamo prendendo bene!». «Io le ho provate

Autoscatto o telecomando A

volte le sessioni-lampo in solitaria regalano catture che meritano ben più di uno scatto. E sperare nel vecchietto di passaggio che magari scatterà una foto tutta sfuocata, non è proprio la soluzione ottimale... Alcune macchine fotografiche offrono come optional lo “scatto remoto”, un particolare sistema che consente di controllare il “click” attraverso un comando a distanza: basterà posizionarsi davanti alla macchina fotografica, inserire il telecomando in un sacchettino per freezer, così

che non si bagni, e cominciare a scattare a più non posso. In genere, però, ci si deve accontentare del faticoso e “antico” autoscatto. Per sfruttarlo al meglio, è necessario posizionare la macchina fotografica sul cavalletto e fare degli scatti di prova senza il pesce, prendendo dei riferimenti in modo che la nostra figura rientri sempre all’interno dell’area inquadrata. Per esempio, un trucco sta nel far combaciare il lato lungo del materassino al bordo inferiore di inquadratura:

SCATTI DI PROVA per creare il “set fotografico”. Per non “tagliare” la testa o la coda ai pesci molto lunghi, è bene far combaciare il lato lungo del materassino con il bordo inferiore dell’inquadratura.

in questo modo, presumendo la classica posizione accovacciata, siamo sicuri di far entrare nella foto la nostra testa e anche pesci particolarmente lunghi, come gli amur. Fatto questo, non resta che lasciare il “set” già pronto e aspettare la cattura. Quando la carpa è sul materassino (ottimi quelli “a piscina” perché non fanno scivolare via il pesce anche quando non possiamo controllarlo perché siamo a qualche metro), va slamata, con l’accortezza di coprire i suoi occhi con la rete del IL MOMENTO CLOU, dieci secondi dopo lo scatto, richiede calma e un po’ di esperienza: due o tre scatti al massimo ed ecco pronta la foto “da cornice”.

guadino. Una volta piazzata la carpa nel materassino, si imposta la macchina fotografica sull’autoscatto e via. A seconda del modello, avremo tra i 10 e i 20 secondi di tempo: il pesce va imbracciato nel modo più sicuro possibile, stando sempre accovacciati e tenendolo vicino al petto. La carpa, ovviamente, si agiterà: facciamo diversi tentativi, senza farla mai cadere per terra. Le prime volte faticheremo ma, anche se “corriamo contro il tempo”, è la calma la nostra migliore alleata!

CON IL TELECOMANDO è più facile, ma non tutte le macchine fotografiche lo supportano. Infiliamolo in un sacchetto di plastica per evitare che si bagni o, facilmente, si rovinerà.

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tutte…». «Ma dov’e che cali le lenze?». «Calo le lenze? Michè, guarda che vado al lancio, pesco sotto lo scalino!». «Ci credo che non prendi niente, le carpe sono tutte nel canneto di sinistra, devi pescare lì. Sveglia, amico, è primavera! Pretendi di trovarle in cinque metri d’acqua?». Già, sei proprio arrugginito. Ma alme-

no hai la soluzione: il canneto a sinistra. «Come ci arrivo?». Confidando nella tua attrezzatura “light”, decidi di fare come si faceva una volta: gambe in spalla e pedalare. Prima, però, bisogna trovare il passaggio. «Amore, vado a prendere il giornale»: la domenica mattina giri più volte il lago in bicicletta, cercando ogni

minuscolo accesso all’acqua. Ed ecco il tuo “Graal”: scovi un piccolo rigagnolo che scorre tra le sterpaglie del bosco, sinuoso come un serpentello. «Come ho fatto a non vederlo mai?». Decidi di seguirne il corso, fregandotene della camicia di lino che si lacera impigliandosi nei rami e che ti creerà tanto imbarazzo davanti a tua moglie, ignara di queste “gite”. Ancora due fronde e ci sei: davanti a te hai tutto il lago aperto, sulla destra vedi l’infame spiaggione e sulla sinistra il canneto tanto agognato. Non ti accorgi dell’acqua che bagna le “scarpe della festa”: i piedi calcano un fazzoletto di terra di un metro per due, appena sommerso dall’acqua ma miracolosamente vicino allo spot dei sogni. Non sei più assorto davanti allo schermo del tuo computer: è tutto vero. «Venerdì, mio caro, inizia un’altra storia. Parola d’ordine: poca roba... ma quella giusta!». n

QUANDO SIAMO SOLI, muoviamoci con cautela lungo le rive, soprattutto durante il combattimento e la guadinatura: rischiamo noi e anche il pesce!

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