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Il progetto
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Il progetto consiste nella realizzazione di una ricerca in formato digitale riguardante una città. Noi abbiamo scelto Parigi. Considerata La Villa Lumiere, la città della luce, Parigi è la città dove si possono visitare ricchissime collezioni d’arte ed insigni monumenti, lunghi viali alberati chiamati Boulevard e grandi piazze ognuna delle quali è legata ad un momento della storia della Francia. Fra tutte le grandi metropoli, Parigi resta la più affascinante: nessuna città al mondo ha esercitato una attrattiva tanto potente. Nessuno può rivendicare come Parigi, la più cosmopolita delle capitali, il titolo di ‘’nombril du mondè’, ombelico del mondo. E come non scordarla di notte: “Tre fiammiferi uno dopo l’altro accesi nella notte Il primo per vedere intero il volto tuo il secondo per vedere gli occhi tuoi L’ultimo per vedere la tua bocca E l’oscurità completa per ricordarmi queste immagini Mentre ti stringo a me tra le mie braccia.” Jacques Prevert.
Chi siamo Siamo quattro studentesse del primo anno dell’Istituto Tecnico Seperiore Angelo Rizzoli.
�laria Boldorini
�aola Castelnovo
�lena Capelli
�orena Boccuto
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� Parigi (in francese Paris, pronuncia; con riferimento alla città antica Lutezia, in francese Lutece, dal latino Lutetia Parisiorum) è la capitale e la città più popolosa della Francia, capoluogo della regione dell’Isola di Francia e l’unico comune ad essere nello stesso tempo dipartimento. È inoltre dopo Londra, Berlino, Madrid e Roma il quinto comune più popoloso dell’Unione europea. Con oltre 28 milioni di turisti l’anno, Parigi è la città più visitata al mondo. Secondo la rivista The Economist (2010) è la città più cara al mondo. Parigi ha una popolazione di 2.274.880 abitanti e in considerazione della superficie comunale una delle più alte densità abitative del mondo. Tuttavia, l’estensione urbana della capitale francese è ben più ampia del suo territorio comunale. L’area metropolitana infatti, detta anche Grande Parigi (in francese Grand Paris), conta una popolazione di quasi 12 milioni di persone, ed è una tra le più popolose d’Europa. Ereditando la storia di un impero coloniale estesosi su cinque continenti, Parigi è considerata come il centro del mondo francofono e ha mantenuto una posizione internazionale di grande rilievo, sia come influente metropoli mondiale, sia come centro culturale, politico ed economico di indiscusso prestigio. Ospita, tra gli altri, il quartier generale dell’OECD e dell’UNESCO. Secondo stime effettuate dalla CNN, nel 2009 Parigi era sede di 27 delle aziende “Fortune global 500” - seconda città al mondo - davanti Pechino, New York e Londra. La presenza in città di una delle più importanti borse internazionali e le sue numerose attività affaristiche, politiche e turistiche, fanno di Parigi uno dei principali “hub” del mondo.
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La città, costruita su un’ansa della Senna, oltre che fondamentale snodo di trasporti e traffici del continente europeo. In effetti, la posizione di Parigi al centro dei principali itinerari commerciali terrestri e fluviali le permise di diventare una delle città più influenti della Francia a partire dal X secolo, con la costruzione dei palazzi reali, di ricche abbazie e della celebre cattedrale di Notre-Dame. Lungo tutto il corso della propria storia, Parigi ha saputo influenzare in modo determinante la politica, cultura, lo stile di vita e l’economia dell’intero mondo occidentale. Nel XIII secolo diede grande impulso alla rinascita delle arti e del sapere grazie alla presenza della prestigiosa Università della Sorbona nel Quartiere latino, nel XIV secolo divenne una delle più importanti città del mondo cristiano. Nell’Età moderna la sua influenza continuò a crescere in tutti i sensi: nella seconda metà del XVII secolo fu la capitale della più grande potenza militare del continente, nel Settecento divenne il cenacolo europeo della cultura e dei “lumi”, per poi avviarsi nell’Ottocento a divenire la città dell’arte, dei piaceri e del divertimento. Scrigno contenente numerosi monumenti dall’incalcolabile valore storico ed artistico, Parigi rappresenta il simbolo stesso della cultura francese e del suo prestigio nel mondo. I turisti le attribuiscono spesso il qualificativo di “più romantica città del globo”: titolo derivato dal periodo della “Belle époque” durante la quale Parigi fu pro-
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fondamente trasformata dal barone Haussmann, guidato dall’imperatore Napoleone III che voleva fare della capitale francese la più bella città d’Europa: una delle più grandi e criticate (visto lo sventramento del cuore storico della città) rivoluzioni urbanistiche mai conosciute nella storia dell’umanità. La città di Parigi occupa una superficie di 105,40 chilometri quadrati ma la sua agglomerazione è molto più grande. La “piccola corona”, composta dalla città e dai 3 dipartimenti confinanti di Senna-Saint-Denis (236 km²), Valle della Marna (245 km²) ed Hauts-de-Seine (176 km²), occupa una superficie di 762,40 km²; con una popolazione di circa 6.260.000 abitanti (al 2005). Poggia su un suolo calcareo. Il nome stesso potrebbe derivare dal celta kwar che significa “cava”, “miniera”: il territorio è infatti stato oggetto di industria estrattiva, in particolare gesso, calcare e argilla dall’epoca gallo-romana al XVIII secolo.
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L’altitudine media di Parigi è, secondo le varie fonti, 47–53 m s.l.m. (intervallo: dai 26 m del Point du Jour ai 148,48 m di rue du Télégraphe 40, nel XX arrondissement). La Senna scorre a 26–28 m, con inondazioni storiche fino a 32–33 m. Il clima di Parigi è alquanto particolare, a metà strada tra il clima oceanico e il clima continentale. Generalmente il clima di Parigi è quello tipico dell’Europa occidentale, caratterizzato dalla corrente del golfo, quindi un clima oceanico. L’inverno è caratterizzato da un’alternanza di periodi miti e piovosi (quando soffiano i venti umidi e tiepidi dall’Oceano Atlantico) e periodi invece più rigidi e nevosi (con minime anche di -10º) quando soffiano i venti dal Polo Nord o dall’Est. In inverno i giorni sono freddi, ma le temperature sono spesso sopra lo zero.Le gelate notturne sono frequenti, ma le temperature sotto i -5 °C si verificano di norma per qualche giorno all’anno. La neve è rara, ma la città vede a volte leggere nevicate o spruzzate leggere senza accumulo.
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Tuttavia negli inverni del 2009, 2010 e 2011 intensi fronti freddi hanno portato a violenti episodi nevosi, e temperature che hanno raggiunto i -10 e -20 nelle periferie. Allo stesso modo l’estate può presentare giornate piuttosto calde e giornate assai fresche, ventose e piovose (con temperature minime sui +10º). In agosto ad esempio le temperature medie possono variare tra i +14º e i +23º. La temperatura media nel mese di luglio 2010 è stata +22.46º. Inoltre i quartieri meridionali e orientali presentano inverni più rigidi rispetto al centro-città e ai quartieri settentrionali e occidentali. Le minime invernali nel centro-città raramente sono particolarmente basse, grazie al fenomeno dell’Isola di calore urbana. I periodi più consigliati per visitare la città sono quindi la tarda primavera (maggio) e l’inizio dell’autunno (settembre e inizio ottobre). La temperatura più alta mai registrata è di 40,4°, il 28 luglio del 1947.
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� Terme di Cluny, di epoca gallo-romano, presso l’Hôtel de Cluny, nel quartiere latino. L’antico nome della città, Lutece, e di due suoi quartieri, le Marais e la montagna di Sainte-Geneviève l’antica Lucotecia, indicano che nella zona vi erano delle paludi, ma diversamente da quanto ciò possa far pensare, la zona non era paludosa, bensì molto fertile. Eventuali inondazioni da parte della Senna avvenivano nel vallone che dall’estremità orientale del Marais, dal canal Saint Martin, prosegue ai grandi Boulevards, fino al ponte dell’Alma. Altro non è che un lungo meandro abbandonato dal fiume probabilmente 10000 anni fa, esistendo effettivamente paludi tra Montmartre e la montagna di Sainte-Geneviève fra i 30000 ed i 40000 anni fa. Tribù celtiche furono stanziate per molti secoli in un’ansa della Senna. Tito Labieno, luogotenente di Cesare nel 53 a.C. assedia l’oppidum dei Parisi, vincendoli. I romani vi stabilirono un proprio insediamento e lo chiamarono Lutetia Parisiorum. Conquistata e pacificata la Gallia, Lutetia diventa una città romana, nelle aspirazioni e nello stile civile: il sito è in posizione favorevole per i commerci e i traffici fluviali, le popolazioni locali sono avvantaggiate dall’espansione economica portata dai romani. Il famoso pilastero dei Nauti, un’opera votiva costruita su richiesta della corporazione dei commercianti fluviali, è testimonianza della feconda attività che gravitava intorno alla città, nonché immagine precorritrice delle sorti di Parigi, che ha infatti per stemma quello della potente corporazione medievale dei Nauti che per secoli ha guidato le sorti municipali. Lutetia si sviluppa molto, in particolare lungo la rive gauche della Senna e si dota delle strutture essenziali per essere degna di questo nome: il foro, le terme (i cui resti sono visibili all’Hotel de Cluny),
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l’anfiteatro e un teatro. La tradizione vuole che nel 250 venga cristianizzata dal vescovo Dionigi che qualche secolo dopo sarà eletto a patrono della città (Saint Denis). Nel IV secolo la città inizia ad essere chiamata Paris. Nel 383 Magno Massimo, autoproclamatosi imperatore della Brittannia vince a Lutezia il legittimo imperatore Graziano. Nel 445 Clodione razzia la città. Arrestata l’avanzata di Attila nel 451 grazie a santa Genoveffa, nel 465 è il turno di Childerico I di assediare la città. Mancano tuttavia fonti attendibili per questo assedio, tanto che molti storici ne criticano la realtà. Ma Parigi è definitivamente merovingia nel 486 con Clodoveo I. Clodoveo, convinto da Genoveffa, fa costruire una chiesa intitolata ai santi Pietro e Paolo su una collina non distante (l’odierno Monte di Santa Genoveffa, V arrondissement di Parigi) dove i due verranno sepolti. Notre-Dame de Paris Capitale dei Franchi fino a Carlo Magno che le preferisce Aquisgrana, verrà assediata dai Vichinghi a più riprese dall’845 al 911, anno di stipula del trattato di Saint-Clair-sur-Epte, col quale gli invasori si stabiliscono definitivamente in Normandia. I Robertingi, abbati laici di Saint-Germain-des-Prés, vittoriosi sui normanni, diventano re dei francesi, pongono la propria capitale a Parigi, ma risiedono preferenzialmente a Orléans. Nel 1021 il capitolo di Notre-Dame è già meta di molti clerici vagantes; nel 1246 l’università di Parigi vedrà riconosciuta la propria autonomia, e nel 1257 nasce la scuola della Sorbona: Parigi si avvia a diventare uno dei centri della cultura europea, nel cuore della Francia medioevale. Il XII e il XIII secolo vedono Parigi al centro di una forte crescita economica, e la corporazione dei mercanti come sua protagonista.La rive droite viene urbanizzata durante il Medioevo. Il nuovo nucleo viene ben presto a superare in numero di abitanti e in importanza la parte più antica, nota come “citè de Saint Germain”, ma anche come Université, poiché abbazie, scuole, editori, artisti vi avevano eletto sede. La rive droite diverrà il nuovo centro direttivo. Fino a Filippo Augusto l’urbanizzazione di Parigi può sintetizzarsi nella costruzione delle prime cinte murarie e nel prosciugamento delle paludi. Dell’edilizia romanica restano tuttavia pochissime tracce, ad esempio
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nell’abside di St-Martin-des-Champs. L’Île de France è invece la culla dell’arte e dell’architettura gotica, che tra il XII secolo e il XV evolve dal gotico primitivo al flamboyant. Rinascimento ed epoca moderna A metà del XIV secolo, Parigi cerca di fare la propria politica municipale: ha già più di centocinquantamila abitanti e, attraverso sollevazioni e alleanze (la guerra dei cent’anni) mostra di non voler rinunciare alla propria indipendenza. La città si estende soprattutto sulla riva destra, e le mura di Carlo V (1371-1380) comprendono l’insieme degli arrondissement III e IV. Bisogna arrivare al 1437, perché Carlo VII possa fare di Parigi, indiscutibilmente, la capitale dei Valois. La storia della città si intreccia da lì in poi inestricabilmente con la storia di Francia. Enrico III nel 1588 fugge dalla città e l’ugonotto Enrico IV dovrà convertirsi al cattolicesimo e pagare 200.000 scudi per rientrarvi. L’Arc de triomphe Sotto i Borboni, Parigi è scenario e protagonista della Fronda: Luigi XIV sposta la corte a Versailles, per sottrarsi in un solo colpo agli intrighi dei nobili e alle barricate del popolo parigino e procedere liberamente nella propria politica accentratrice. Alla vigilia della Rivoluzione Parigi occupa 1.100 ettari e conta oltre seicentomila abitanti. Al di fuori della cinta daziaria (le mura dei Fermiers généraux), i sobborghi sono costituiti da 24 villaggi. Di nuovo protagonista, non meno che testimone, il popolo parigino gioca la propria rivoluzione. Lo spirito di ribellione e d’indipendenza dei parigini viene di nuovo duramente represso, con l’esecuzione della prima Commune rivoluzionaria - il consiglio della città - che segna l’inizio del Terrore di Robespierre: per più di un anno, tra il 1793 e il 1794, le piazze di Parigi ospitano il lavoro indefesso della ghigliottina. Come molti prima e dopo di lui, anche Napoleone cerca di assoggettare la città al potere centrale, nel quadro della propria riforma amministrativa. Questo non impedirà ai parigini di insorgere di nuovo contro Carlo X, nel 1830. Nel 1845 la città supera il milione di abitanti e Thiers allarga di nuovo la cinta muraria, includendo alcuni villaggi del-
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la campagna. L’estetica viene sempre più rifinita, col completamento dei lungosenna, di Piazza della Concordia e dell’Arco di Trionfo. Ma la vera grande rivoluzione urbanistica è quella condotta da Haussmann per conto di Napoleone III: lo sventramento di interi vecchi quartieri risponde alla necessità di liberare la città dalla congestione viabilistica, fagocitata dalla sovrappopolazione, da sei linee ferroviarie e da migliaia di veicoli a cavallo. La costruzione dei grandi viali alberati è inoltre dettata da motivi di ordine pubblico, onde impedire ai parigini la possibilità di dedicarsi alla loro attività preferita: la rivoluzione. In trent’anni la città raddoppia e nel 1876 arriva a due milioni, nonostante la guerra con la Prussia e il disastro della Comune. A quest’epoca risalgono alcuni famosi monumenti come la Torre Eiffel e la Basilica del Sacro Cuore a Montmartre. Qui sorge il celeberrimo quartiere degli artisti, simbolo della Parigi bohemien di fine XIX secolo destinata ad entrare nell’immaginario collettivo mondiale. Epoca moderna La città continua a crescere. All’inizio della prima guerra mondiale, nel 1914, la battaglia della Marna la salva dall’invasione tedesca, ma non andrà così nel 1940, quando il Terzo Reich occupa la città dichiarandola città aperta. La bandiera con la svastica sventola sulla Torre Eiffel e su tutti i monumenti cittadini. Hitler, appassionato di architettura, ha sempre ammirato Parigi usandola come riferimento per la costruzione della nuova Berlino. Tuttavia, nell’agosto del 1944 - in vista dell’invasione americana - ordina al governatore della città la distruzione dei ponti sulla Senna e dei monumenti. Nei drammatici giorni della sua liberazione, Parigi insorge ma viene salvata dallo stesso governatore tedesco - von Choltitz - che rifiutandosi di distruggere i monumenti della città si arrende al generale Leclerc quasi senza colpo ferire.Parigi è l’unica metropoli europea ad uscire praticamente intatta dalla seconda guerra mondiale: infatti, non essendo snodo di ferrovie militari né sede di fabbriche (collocate solo in periferia), fu risparmiata dai
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bombardamenti a tappeto che la RAF condusse sul resto d’Europa tra il 1942 e il 1945. La liberazione di Parigi: agosto 1945. Il 26 agosto il generale de Gaulle entra a Parigi acclamato dalla folla in delirio, e il 27 ottobre 1946 all’Hotel de Ville viene proclamata la Quarta Repubblica francese. Lo spirito rivoluzionario parigino si ridesta nel maggio 1968, nel quartiere latino, con lo sciopero generale avviato dagli studenti, che per qualche giorno si estende all’intera Francia. Il risultato, sul piano dell’organizzazione della città, è lo smembramento della Sorbona in 13 università nella regione di Parigi. La città torna a dedicarsi al proprio sviluppo. Già negli anni sessanta si era aperto, con il trasferimento dei mercati generali (les Halles) a Rungis, un periodo di grandi lavori pubblici, teso a liberare il centro storico della città dalla pressione del traffico e dagli insediamenti popolari, e a riqualificarlo con funzioni prevalentemente culturali e di rappresentanza. Le tappe principali della ristrutturazione sono: 1969: il trasferimento delle Halles; 1970: la creazione delle 13 università della Région parisienne; 1973: il completamento del Boulevard périphérique (che diventa il limite della nuova cintura metropolitana, come il raccordo anulare a Roma); 1977: l’inaugurazione del Centre Pompidou; 1986: l’inaugurazione del Museo d’Orsay; 1989: nel bicentenario della Rivoluzione, l’inaugurazione della Pyramide del Louvre, della Grande Arche de la Défense e dell’Opéra Bastille; 1995: l’inaugurazione della nuova Bibliothèque Nationale de France (che sarà intitolata a François Mitterrand); 2003: il nuovo quartiere Paris Rive Gauche attorno alla Biblioteca. Grandi protagonisti di questa riqualificazione furono i presidenti Georges Pompidou e François Mitterrand.
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Usi e co stumi 23
� La cultura francese deriva da un mix di elementi celtici, greco-romani e germanici. I monumenti, soprattutto del periodo romano, sono numerosi e includono l’anfiteatro ad Arles, le arenes a Parigi e l’acquedotto presso Pont du Gard. Durante il medioevo si sviluppò una notevole corrente culturale, affidata ai monaci e ai docenti universitari, ma poi diffusa, intorno al XVIII secolo, sotto il patrocinio aristocratico e reale. Infatti la cultura divenne accessibile proprio da quel periodo, quando la borghesia insorse e si sviluppò. Questo secolo vide nascere l’Illuminismo, la voglia di domandare e di indagare. Le attività culturali rimasero concentrate a Parigi, sebbene città come Aix-les-Bains o Lione vivessero una fervida situazione. La cultura francese ha determinato profondamente il mondo occidentale, soprattutto nelle arti e nelle lettere; nei secoli XVI, XVII e XVIII la famiglia reale promosse lo sviluppo della cultura tanto che la corte francese cominciò ad attirare gli artisti più talentuosi d’Europa. Nel XX secolo il cinema assunse un ruolo guida nel panorama mondiale, in particolare negli anni ’60 con la nouvelle vague, rappresentata da registi come Jean-Luc Godard, Alain Resnais e Francois Truffaut. La letteratura francese ha una lunga e notevole tradizione; nel XVI secolo fiorì il Rinascimento e personaggi come il poeta Pierre de Ronsard, l’umorista Rabelais e Michel Montagne ottennero riconoscimenti internazionali. Il XVII secolo fu tracciato dalle opere di Voltaire, Diderot e Rousseau, in particolare quelle filosofi-
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che; ma questi artisti contribuirono in maniera fondamentale a tutti i generi. Pietre miliari sono anche gli scritti di Emile Zola e Alexander Dumas. La pittura ha visto svilupparsi qui uno dei suoi più grandi movimenti, quello impressionista con artisti come Monet, Manet, Renoir, Cezanne e Degas. Tra gli sport, i francesi amano calcio, ciclismo, rugby e basket. La lingua ufficiale è il francese, appartenente al gruppo di lingue romanze derivanti dal latino. La religione cattolica è la più seguita, ma esistono minoranze di musulmani e di ebrei. Festa nazionale - 14 luglio In commemorazione della presa della Bastiglia del 14 luglio 1789, la festa nazionale del 14 luglio è ogni anno l’occasione di una grande sfilata militare sugli Champs-Élysées in presenza del presidente della Repubblica e di tutti i corpi costituiti, di fuochi d’artificio e di balli popolari in tutte le città di Francia. 1789, la presa della Bastiglia Quando gli Stati Generali convocati nella primavera del 1789 si sono trasformati in Assemblea nazionale costituente e una grande agitazione regnava a Parigi, la causa diretta di questa prima insurrezione del popolo di Parigi sono le dimissioni di Necker, ministro popolare, da parte di Luigi XVI. La mattina del 14 luglio, il popolo di Parigi prende le armi negli Invalides e si dirige verso la vecchia fortezza reale della Bastiglia, ne prende possesso dopo una sparatoria cruenta e libera i prigionieri che vi erano rinchiusi. Seguì la capitolazione del re: richiama Necker e riconosce le nuove autorità parigine: il sindaco Bailly e il comandante della guardia nazionale, La Fayette.
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1790, la Festa della Federazione Il 14 luglio 1790, termina la demolizione della fortezza della Bastiglia e 260.000 parigini, insieme al re, la regina e i delegati di tutti i dipartimenti, celebrano sul Campo di Marte il primo anniversario della presa della Bastiglia. È la Festa della Federazione, che consacra il successo effimero della monarchia costituzionale. 1880, il 14 luglio diventa festa nazionale In seguito, la celebrazione del 14 luglio viene abbandonata fino a quando, sotto la IIIa Repubblica, grazie alla legge del 6 luglio 1880, il 14 luglio viene proclamato festa nazionale. Per testimoniare la ripresa della Francia dopo la sconfitta del 1879, l’accento viene messo sul carattere patriottico e militare della festa che inizia, il 13 sera, con una ritirata con le fiaccole. Il giorno successivo, le campane delle chiese annunciano la sfilata militare. Alla fine della giornata vengono organizzati balli e fuochi d’artificio. Così, dal 1880, il 14 luglio è ufficialmente la Festa Nazionale francese e simbolizza per i Francesi la fine della monarchia assoluta e l’inizio della Repubblica.
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Vittoria dell’8 maggio 1945 L’8 maggio è la data che segna l’anniversario della fine della Seconda guerra mondiale nell’Europa occidentale. Il 7 maggio 1945, alle 2,41, un primo atto di resa tedesca viene firmato a Reims. I combattimenti dovranno cessare alle 23,01, ora francese, dell’8 maggio. La notizia viene comunicata ufficialmente in Francia solo il giorno successivo. L’8 maggio, alle 15,00, le campane di tutte le chiese francesi suonano per annunciare la fine della guerra, mentre il Generale de Gaulle fa l’annuncio alla radio. “La guerra è vinta. Ecco la vittoria. È la vittoria delle Nazioni Unite ed è anche la vittoria della Francia”, dichiara il Generale de Gaulle in un messaggio radiofonico. Circondato dalla folla, va poi a raccogliersi sulla tomba del milite ignoto, all’Arco di Trionfo. La popolazione esplode di gioia. Il pomeriggio dell’8 maggio e il 9 maggio vengono dichiarati eccezionalmente festivi. La folla si riversa nelle strade intonando la Marsigliese e canti patriottici. Le scene di tripudio ricordano quelle che avevano accompagnato la Liberazione, nell’estate e nell’autunno del 1944. L’8 maggio, la resa generale tedesca viene firmata a Berlino dal Maresciallo Wilhelm Keitel. I sovietici, padroni della città dal 2 maggio, ritengono infatti che la resa di Reims sia solo un atto preliminare. La Francia, firmataria a fianco degli Alleati di questi due atti, viene rappresentata a Reims dal Generale Sevez e a Berlino dal Generale de Lattre de Tassigny. La resa incondizionata della Germania nazista mette fine in Europa a un conflitto durato sei anni costato svariate decine di milioni di morti. La data dell’8 maggio non segna tuttavia la fine della presenza militare tedesca in tutto il territorio francese. Le ultime sacche di resistenza, a Dunkerque, Lorient e Saint-Nazaire, cadono solo i giorni successivi alla capitolazione del Reich. L’8 maggio è stato dichiarato giorno festivo di commemorazione, in Francia, il 20 marzo 1953. Festa della musica La Festa della musica (dal francese “Fête de la musique”) è una grande manifestazione popolare gratuita che si tiene il 21 giugno di ogni anno per celebrare il solstizio d’estate. È una festa aperta a tutti i partecipanti, amatori o professionisti, che desiderano esibirsi di fronte ad un vasto pubblico.
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Lanciata in Francia nel 1982, la Fête de la Musique è diventata un autentico fenomeno che si iscrive in un contesto europeo che coinvolge ormai numerose città in tutto il mondo. In Europa dal 1995 hanno aderito, confederandosi in una Associazione europea, le città di Atene, Barcellona, Berlino, Budapest, Bruxelles, Lisbona, Liverpool, Losanna, Madrid, Napoli, Parigi, Praga, Roma, Senigallia (An), Lanuvio (RM). In Italia, in questi ultimi anni, numerose città hanno aderito all’evento e molte altre ancora stanno aderendo. Numerosi istituti, amministrazioni, centri culturali, operatori, professionisti hanno contribuito a questo sviluppo internazionale e sono coinvolti ogni anno nell’organizzazione dell’evento. Adattandosi alle specificità culturali di ogni paese, la festa ha saputo inventarsi, reinventarsi e diventare una manifestazione musicale internazionale emblematica. Lo spirito della Festa è quello di una festa popolare, che riassume in sé i valori di una nuova tradizione. Il significato è la partecipazione come momento di socialità, creatività, espressività. La libera volontà dei partecipanti, l’assenza di forme di selezione dei generi, l’organizzazione come struttura che facilita l’iniziativa dei musicisti, rappresentano l’idea di una società in cui il singolo cittadino trova il proprio spazio in perfetta armonia, in un insieme in cui il contributo di ognuno è anche la sua stessa rappresentazione. Solo una festa popolare può offrire l’opportunità della libera espressione di tutte quelle persone che, prescindendo dall’attività professionale, o aspirando a una carriera musicale, desiderano esibirsi di fronte ad un vasto pubblico.
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Lo sport in Francia viene praticato molto, grazie anche alla ricchezza geografica del territorio e alla varietà dei climi che lo contraddistinguono che permettono la pratica di tutte le attività. Chi ama il sole ed il nuoto amerà mete quali la Costa Azzurra, la Corsica, le coste della Normandia o quelle bretoni. Gli appassionati di sci e sport invernali invece opteranno per un soggiorno nelle zona dei Pirenei o in quella del Massiccio Centrale, dove si pratica lo sci di fondo, oppure in alcune località alpine. I Francesi seguono con entusiasmo anche il calcio ed il basket mentre sono molto popolari alcuni giochi tradizionali quali pétanque e boules. Sono grandi amanti della vita all’aria aperta ed apprezzano moltissimo passeggiate ed escursioni, alle quali si dedicano di frequente. Lo sport più popolare in Francia resta forse il ciclismo, quasi una mania, come dimostra il grande seguito che ha il Tour de France. Per chi è in viaggio belli sono gli itinerari in bicicletta nelle zone della Margeride in Languedoc. Infine il territorio si presta molto bene anche alla pratica dell’equitazione e del surf e non è raro vedere persone che si cimentano con il loro deltaplano nella zona della Linguadoca.
Tour de France Il Tour de France (in italiano “Giro di Francia”) è uno dei tre grandi giri maschili di ciclismo su strada ed uno tra i più importanti avvenimenti sportivi del mondo. È parte del calendario professionistico UCI World Tour. A partire dal 1903 la corsa si è svolta ogni anno, ad eccezione dei periodi della prima e della seconda guerra mondiale, durante il mese di luglio, nell’arco di circa tre settimane e su un percorso ogni volta diverso attraverso la Francia ed i paesi confinanti. Attualmente l’organizzazione della gara è affidata alla Société du Tour de France, una sussidiaria dell’Amaury Sport Organisation, che fa parte del gruppo mediatico de L’Équipe. A partire dal 1984 e fino al 1993 venne organizzato parallelamente anche un Tour de France femminile, con un percorso e tappe più brevi. Le radici del Tour de France possono essere ricondotte all’Affare Dreyfus, uno scandalo politico che divise la Francia per molti anni sul finire del XIX secolo riguardo l’innocenza di Alfred Dreyfus, un ufficiale accusato di aver venduto segreti militari alla Germania. Le opinioni si scaldarono e ci furono dimostrazioni da entrambe le parti, come quella che lo storico Eugen Weber chiamò “un’assurda baruffa politica” verificatasi durante una corsa di cavalli a Parigi nel 1899. Tra i manifestanti vi era il Marchese Albert de Dion, proprietario della De Dion-Bouton, una casa automobilistica francese, che riteneva Dreyfus colpevole. De Dion passò 15 giorni in prigione e fu multato di 100 franchi per il suo ruolo ad Auteuil. Tale incidente, secondo Weber, fu creato su misura per la stampa sportiva. Il più importante quotidiano sportivo francese era Le Vélo, che vendeva 80.000 copie al giorno. Il suo editore, Pierre Giffard, riteneva Dreyfus innocente ed i suoi principali sponsor, tra cui de Dion, non apprezzarono. Quest’ultimo, nel 1900, decise, insieme ad altri “anti-Dreyfusards” come Edouard Michelin, di finanziare Henri Desgrange che creò un quotidiano sportivo rivale,
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L’Auto-Vélo. Visto che le Vélo era pubblicato su carta verde, Desgrange fece editare il suo su carta gialla (qualche anno più tardi fu proprio da questo colore che nacque la maglia gialla). Desgrange era un famoso ciclista e possedeva insieme a Victor Goddet il velodromo al Parco dei Principi. De Dion lo conobbe per la sua reputazione nel mondo del ciclismo, attraverso libri e articoli di ciclismo che aveva scritto. L’Auto-Vélo non ebbe però il successo che i suoi finanziatori speravano. Per trovare una soluzione alla crisi ed alle vendite inferiori al giornale rivale, ci fu una riunione il 20 novembre 1902 nella sede del giornale
a Montmartre, Parigi. L’ultimo a parlare fu il più giovane tra loro, il principale giornalista di ciclismo, un ventiseienne chiamato Géo Lefèvre, che Desgrange aveva assunto dal quotidiano rivale. Lefèvre suggerì una gara di sei giorni di ciclismo, attraverso tutta la Francia. Le gare di ciclismo su lunga distanza era un comune mezzo per vendere più giornali, ma nessun evento della lunghezza che Lefèvre aveva suggerito era mai stato organizzato. Desgrange in precedenza aveva già tentato di copiare e ricreare corse organizzate dal suo rivale: nel 1901 ripropose, dopo un decennio di assenza, la Parigi-Brest ma la corsa non ottenne l’attenzione del pubblico sperata. Normalmente le più lunghe gare andavano da città a città, come da Bordeaux a Parigi, in un giorno solo. Giffard fu il primo a suggerire una gra che durasse diversi giorni, evento nuovo per il ciclismo ma pratica già diffusa nelle gare automobilistiche. Diversamente da altre gare di ciclismo, sarebbe stata corsa largamente senza battistrada. Se una gara del genere fosse stata organizzata, L’Auto-Vélo avrebbe battuto il quotidiano rivale e probabilmente lo avrebbe fatto anche fallire. Desgrange era dubbioso ma il direttore finanziario, Victor Goddet, fu entusiasta. Lasciò le chiavi della cassaforte della compagnia a Desgrange e gli disse: “Prendi ciò che ti serve” Il 16 gennaio 1903, Desgrange perse il processo che lo vedeva opposto a le Vélo, e fu costretto a rinominare L’Auto-Vélo in L’Auto. Il ciclismo era lo sport re in Francia e questo cambio di denominazione poteva avere effetti decisivi. Pochi giorni dopo, il 19 gennaio, L’Auto annunciò l’organizzazione della corsa.
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