27 luglio 2008
IL CAFFÈ
EVENTI Volti in controluce. Luoghi in primo piano. Artisti a tutto campo. Fotogramma per fotogramma tutti i “contrasti” della 61esima edizione della rassegna cinematografica di Locarno. Dal 6 al 16 agosto
Un
Festival in giallo e nero
Il giallo & il nero
La famiglia & la società
Giallo oro per Solari a caccia di fondi, nero per Maire e il suo‘petrolio’
I vip & il pubblico Star alla chetichella in un bagno di folla in “divisa” informale
Crisi, e non solo di valori, nel nucleo familiare e nella comunità globale
L’impegno
& lo spettacolo Testimonianze di vita ed esigenze dichiarate di box office in Piazza
Lo scrittore & il regista La prima volta di Baricco tra l’opera omnia di Nanni Moretti
Speciale de
Il lavoro & l’ambiente
direttore responsabile LILLO ALAIMO
Condizioni di vita sospesa e minacciata dalla paura del degrado inevitabile
L’ordine & il disordine Caos e senso dell’ordine alle Officine delle Ffs come a Napoli
Gli incontri & il relax Forum, mostre, convegni e tante visioni, poi scatta la Locarno by night
6/16 AGOSTO 2008
EZIO ROCCHI BALBI
LA VISIBILITÀ È TUTTO, NIENTE LUCE SENZA STELLE
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mpegno sociale e film da audience, cinematografia e autori emergenti, omaggi, retrospettiva, corti e sperimentazione... C’è tutto quanto richiesto ad un festival internazionale del cinema, come Locarno, votato all’insegna del “mai visto”, o almeno di quanto non capita di vedere un po’ dappertutto. Ancora una volta, però, le luci che contano non s’accenderanno sul Pardo, che sembra essersi fatto un punto d’onore nel rifiutare quell’etichetta di “glamour” che viene appiccicata alle manifestazioni che vogliono e sanno attirare le star, i vip dell’entertainment, i personaggi di quello che una volta veniva considerato jet set. È vero che ai cinefili autentici della presenza di starlette internazionali importa poco o nulla; è altrettanto vero che polarizzare l’attenzione sugli ospiti anzichè sulle pellicole rischia di
mettere in ombra il senso stesso della rassegna, ma è indiscutibile che di visibilità il Festival abbia bisogno come e più del pane. E la visibilità, in un mondo dello spettacolo globale, è tutto. Certo, se ogni anno il Pardo riuscisse ad estrarre dal cilindro il prossimo Oscar, una neo candidata al Golden Globe o l’autore destinato a diventare cult nello spazio di una stagione non si sentirebbe l’esigenza dei lustrini dei servizi in tv o dei media orientati al gossip. Realisticamente, però, non è così. Anzi, Locarno deve difendersi con le unghie e con i denti non tanto da altre kermesse a livello continentale, ma addirittura rischia di affrontare un derby casalingo con lo Zurich film festival che, dalla sua, ha tutti quelli che già considerano un lusso “concedere” al Ticino l’evento culturale più importante del Paese.
Inserto a cura di COTTI, D’AGOSTINO, GIACOMETTI, GUENZI, MANTOVAN, MAZZETTA, NEPOTI, ROCCHI BALBI, VITALI - Redazione grafica RICKY PETROZZI (caposervizio)
IL CAFFÈ 27 luglio 2008
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L’abc del festival La giuria del Concorso ufficiale
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www.repubblica.it/trovacinema http://it.movies.yahoo.com www.film.it/rssfeed
www.imdb.com/name/nm1040823 www.meinfuehrer-derfilm.de www.imdb.com/name/nm0622838
Rachida Brakni
Masahiro Kobayashi
Dani Levy
Bertha Navarro
Goran Paskalijevic
Attrice francese di origini algerine, nata nel 1977 a Parigi, nel 2002 ha ricevuto il premio César per la sua interpretazione nel film “Chaos” (2002) e il premio Molière per “Ruy Blas”
Regista, nato nel 1954, Pardo d’oro 2007 con “Rebirth”. Il suo esordio alla regia è del 1996 con “Closing Time”. Suoi i film più famosi “Bootleg Film” (‘98), “Koroshi”, “L’uomo che camminava sulla neve”
Regista e attore, nato a Basilea nel 1957, inizia la sua carriera come clown e acrobata. Il suo ultimo film è stato “Mein Führer - La veramente vera verità su Adolf Hitler”, del 2007
Madre di Valentina Leduc Navarro, produttrice messicana attiva dagli anni Settanta, collaboratrice di molti registi latino-americani tra cui Andrés Wood in “La fiebre del loco”, del 2001
Studia cinema a Praga, dove realizza il suo primo corto “Pan Hrstka” nel ‘69. Nel ‘76 dirige “Bagnino d’inverno”, premiato a Berlino. Suo ultimo film “Come Harry divenne un albero”
Il giallo Il cinema
IN UNA BATTUTA
Via col vento 1939 “Aspetta, Rhett... Rhett... Se te ne vai, che sarà di me, che farò?” “Francamente me ne infischio.”
“Vorrei essere Re Mida per arricchire il Festival” S
e i colori “istituzionali” del Festival sono il giallo e il nero, il presidente Marco Solari rappresenta sicuramente il giallo, quello dell’oro. Per sua stessa ammissione vorrebbe tanto avere, anche solo in piccola parte, il magico tocco di Re Mida, proprio per trasformare nel nobile metallo tutte le iniziative che lo vedono coinvolto. “Magari avessi anche solo il dito mignolo di Re Mida, con i poteri mitologici che gli ha concesso Dionisio... - replica subito al Caffè Solari -. Invece mi tocca rincorrere tutte le fonti di finanziamento possibili, dalle istituzioni agli sponsor, ed è difficile trovare mezzi economici privati. Ma in fondo il compito di un presidente è questo; al direttore artistico tocca trovare la qualità, presentare progetti, coinvolgere filmakers, produttori e protagonisti del cinema mondiale, e il presidente del Festival deve trovare i mezzi per realizzare questo sogno, ogni anno più bello e impegnativo”. Una costante e continua “corsa all’oro” dei finanziamenti, e non sembra sufficiente quell’etichetta che vuole nel Festival del film di Locarno l’evento culturale più importante della Confederazione, o almeno non quanto basta ad assicurare quella copertura finanziaria necessa-
Festival dalla parte svizzero-tedesca. E abbiamo solo un modo per reagire; rispondendo con l’eccellenza, la qualità della nostra proposta”. A infastidire maggiormente Solari è questa visione di un festival rivolto al passato, a un’idea di kermesse dai contorni turistici che non INTERNAZIONALE esiste più, se non nella memoria. “Mi dà fastidio questa visioCi sono grandi ne nostalgica del Festival - ameventi in mette -. Vorrebbero una LocarSvizzera, ma il no ferma nel tempo, con le seraFestival è quello più importante e te al Grand Hotel e con ancora accese tutte le luci sul lungolainternazionale go di Locarno. Ma questa è un’immagine vecchia, perchè il festival ormai ha una visione globale, una vetrina aperta sugli COSTI scenari internazionali. È anche un ‘animale’ vorace, con i costi Il Festival che aumentano in modo espoè un animale vorace e i costi nenziale e, purtroppo, non abaumentano biamo sotto controllo tutte le in modo spese”. Nonostante un bilancio esponenziale economico che, negli anni di gestione Solari, non ha mai presentato cifre in rosso, il rischio, l’incognita è sempre in agguato. STRUTTURE Un budget in costante equilibio precario, che può oscillare anPer fortuna non che solo ospitando troupe o reci siamo fidati di quelle esterne, gisti in arrivo dall’Australia o puntando dal Giappone rispetto alle più su strutture “economiche” trasferte dei cigestite da noi neasti europei. “Il mio compito è garantire i finanziamenti per realizzare gli obiettivi della di-
“Mi inquieta notare una sorta di disaffezione degli svizzero tedeschi verso Locarno”
“Mi infastidisce chi vorrebbe una rassegna ferma nel tempo, con serate al Grand Hotel…”
ria a sopportare i costi sempre più alti della manifestazione. “Ci sono eventi a livello nazionale altrettanto importanti, come Art Basel, Lucerna, Montreux, ma è evidente che anch’io sono tra quelli convinti che il Festival sia l’evento nazionale più importante a livello internazionale - commenta -, ma questo non basta a vedersi concedere credito automaticamente. Non bisogna dimenticare che il Paese si basa su certi equilibri, e quando questo equilibrio viene sfalsato a favore di qualcuno rischiano di spuntare interessi più o meno nobili, come l’invidia, ad esempio, che può scattare nei confronti del Pardo”. Non sfugge la concorrenza, tutta interna, del giovane Zurich Film Festival, in cartellone dal 25 settembre, che in poco tempo ha saputo conquistarsi l’appannaggio e il finanziamento di sponsor di primo piano. “Zurigo ha tutto: l’economia, le infrastrutture, persino i media dalla loro parte e che tendono a trasformare ogni avvenimento zurighese in un evento nazionale reagisce il presidente -. Magari la Svizzera può sopportare un altro festival del cinema, perchè no, ma non è questo a disturbarmi. Quello che mi inquieta, semmai, è notare una sorta di disaffezione, una forma di minor interesse nei confronti del
rezione artistica, anche in termini di ospitalità - spiega -, ma forse è utile ricordare che una sola serata di pioggia in Piazza Grande ci costa 30mila franchi. E non mi si venga a proporre di assicurarci con i Lloyd’s di Londra, perchè costerebbe più la polizza che i danni...”. Bilancio alla mano il presidente elenca tutte le misure messe in cantiere per assicurare altro “oro”, finanziamenti al Festival, necessari per mantenere le strutture esistenti e alimentare gli investimenti per quelle nuove. “E per fortuna non ci siamo mai fidati delle strutture esterne, puntando a gestircele in proprio aggiunge Solari -. Penso di non aver trascurato nessuna misura per aumentare le nostre entrate, a partire dall’idea del ‘club dei sostenitori’ che in poco tempo, e con la presenza di diversi ticinesi, ci ha messo a disposizione più di 50mila franchi. Come non ho difficoltà a dichiarare di “cassetta” le tre serate Open Space in Piazza che siamo riusciti a realizzare col sostegno di Maire anche se film come la Mummia o X Files non rientrano certo nel programma ufficiale del Festival. Sono proposte da box office, certo, ma che non alterano la tradizione della rassegna, anzi ne sottolineano un aspetto: il carattere popolare”. erocchi@caffe.ch
007 Goldeneye 1996 “Walther PPK 7,65! conosco solo tre che la usano, e due li ho ammazzati!” Bond: “Allora sono fortunato”
Il laureato 1967 “Signora Robinson, lei... sta cercando di sedurmi...”
Star Wars - Episode 1 1999
“La Repubblica Galattica è in tumulto. La tassazione delle rotte commerciali verso i sistemi stellari è in discussione”
CASSETTA Le serate Open space non sono nel programma ufficiale, ma ci permettono di fare ‘cassetta’
ZURIGO Ha tutto, anche i media che trasformano gli avvenimenti zurighesi in eventi nazionali
FINANZIAMENTI Il mio compito è garantire i finanziamenti per realizzare gli obiettivi della direzione artistica
Il presidente Marco Solari è... l’oro Come presidente di Ticino Turismo ha i fondi “garantiti” dal Cantone, ma come presidente del festival la sua “corsa all’oro” è continua. Suo il compito di vedersi assicurare finanziamenti istituzionali, dalla Confederazione, ma anche dal maggior numero di sponsor possibili. Il bilancio del Pardo è ok, ma i costi salgono e l’”oro” non basta mai...
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Paolo Sorrentino Nato a Napoli nel 1970, nel ‘98 scrive “Polvere di Napoli” con il regista Antonio Capuano. Nel 2008 riceve il premio della Giuria al festival di Cannes, con “Il Divo”, ispirato alla figura di Andreotti
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http://it.youtube.com/watch?v=IT0rjbuf_E4 www.mymovies.it/biografia/?r=17257 it.movies.yahoo.com/artisti/s/corso-salani/index-185276.html
La giuria del concorso Cineasti del presente
Bertrand Bonello regista (Francia) Benedek Fliegauf regista (Ungheria)
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www.pardo.ch www.imdb.com http://cinefestival.blogosfere.it
La giuria dei Concorsi Pardi domani
Fulvio Bernasconi regista (Svizzera) Eran Kolirin regista (Israele)
Cao Guimarães regista (Brasile)
Angèle Paulino resp. cortometraggi TV5 Monde (Francia)
Corso Salani regista (Italia)
Dick Rijneke regista e produttore (Paesi Bassi)
Franz Treichler musicista (Svizzera)
Orsi Tóth attrice (Ungheria)
La giuria Opera prima
IL CAFFÈ 27 luglio 2008
Albertina Carri regista (Argentina) Cristi Puiu regista (Romania) Marianne Slot, produttrice (Francia/Danimarca)
Il nero
“Sono un estrattore... di prime cinematografiche” Il direttore Frédéric Maire è... il greggio Al direttore artistico del Festival, futuro direttore della Cineteca nazionale, il compito di “estrarre” dai giacimenti cinematografici mondiali ancora inesplorati, la preziosa materia prima in celluloide. Materiale grezzo che può vedere le sue quotazioni impennarsi grazie al mercato, ma proprio come il petrolio - speculazioni a parte - rischia un’altrettanto repentina volatilità. Per Maire, comunque, la quotazione del barile locarnese 2008 è alle stelle.
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l direttore artistico Frédéric Maire punta decisamente sulle quotazioni al rialzo del “greggio locarnese”, riconoscendosi pienamente in quel ruolo di “estrattore” di materia prima preziosa dalla produzione di Paesi e cinematografie emergenti. In quel contrasto di giallo e nero che rappresenta il 61esimo Festival internazionale del film di Locarno, Maire rappresenta il “nero”, come il petrolio e come le pellicole, con tutto il loro carico di speculazioni, volatilità e valore nominale. “Per ‘estrarre’ un’ottantina di prime visioni, quante sono più o meno quelle in programma quest’anno, solo io ho visionato 500 film - assicura il direttore artistico del Pardo -. Se considero tutte le pellicole selezionate dall’intero staff dei miei collaboratori parliamo di più di 2mila titoli, e senza contare i cortometraggi. Non solo le quotazioni dell’‘oro nero locarnese’ sono elevate, ma sono anche in crescita, perchè parliamo di nuovi talenti, di cose mai viste altrove, film importanti”. Maire coglie l’occasione per togliersi anche un sassolino dalla scarpa, ricordando la polemica che vedeva il festival del Pardo, con la sua gestione, nella veste di quello che s’accontenta degli “scarti” di Cannes o Venezia. “Il titolo di Locarno, se vogliamo
TITOLI Abbiamo visionato più di 2mila film per “estrarre” un’ottantina di prime visioni
ANTEPRIME Locarno non ha certo bisogno di ‘mendicare’ titoli, anzi il problema è rifiutare proposte
ZURIGO Certe rassegne sono costruite come eventi di marketing, con lo sponsor prima del contenuto
contenuto, affidandogli un ruolo da protagonista. Anche noi abbiamo bisogno degli sponsor, ma il ruolo di primo piano è del Festival, e senza compromessi”. Anche sulle esigenze del festival del futuro, sopratutto per quanto riguarda le strutture, Maire esattamente come le quotazioni dell’oro nero - vede un listino in crescita. “Servirebbe una sala in più, lo spazio c’è e lo abbiamo già individuato in zona Peschiera, sempre nell’area Fevi – confida al Caffè anticipando le strategie delle prossime edizioni -. Tra l’altro potremmo coinvolgere gli studenti della Scuola professionale della Morettina, trasformando l’istituto in un centro del festival, una cittadella del cinema”. Ancor più entusiasta, Maire, quando parla dei film selezionati per la 61esima edizione, che offre molto più spazio alle produzioni europee, a partire dal Concorso internazionale che vede la maggior parte dei titoli in arrivo dal Vecchio Continente. “Diciamo che la ‘bolla speculativa’ dei film prodotti nel sud est del mondo s’è un po’ attenuata, ma è una questione di cicli - conferma -. In realtà ci sarebbe una realtà cinematografica estremamente dinamica come quella della Cina, ma un po’ per le Olimpiadi, un po’ perchè i controlli e le limitazioni si sono strette ancor di più, è difficile ot-
“Il nostro festival rispetto a Zurigo? Non dirò mai che è migliore. Certo però è... diverso”
“Il cartellone rispecchia fedelmente l’offerta e le tendenze in atto”
continuare la metafora economica, è così forte che non abbiamo bisogno di mendicare pellicole in anteprima. Anzi, il problema è stato quello di saper rifiutare non poche proposte - commenta il direttore artistico -. L’importante è saper cogliere, e il Festival l’ha fatto, le realtà più dinamiche e innovative della cinematografia mondiale; perchè questa è una rassegna che fa dei suoi contenuti, della sua libertà e coraggio di scelta la sua immagine, e non abbiamo certo bisogno di trasformare tutto in evento”. Il confronto con la concorrenza tutta interna, quella con lo Zurich Film Festival, come la disaffezione svizzero tedesca lamentata dal presidente Solari, non sembrano minimamente preoccupare il successore di Hervé Dumont alla direzione della Cineteca svizzera. “So solo che, per quanto riguarda il pubblico, gli spettatori svizzero tedeschi amano il Festival e lo dimostrano aumentando le loro presenze di anno in anno - commenta stupito, non risparmiando, pur senza nominarlo, una stilettata alla manifestazione zurighese -. Non dirò mai che Locarno è il festival migliore, ma lo sento comunque diverso. Certe rassegne sono state costruite come eventi di marketing, mettendo lo sponsor prima del
tenere qualcosa. Anzi, è già un miracolo che siamo riusciti a ‘strappare’ un film come Liu mang de sheng yan di Pan Jianlin, che racconta la tragedia di un disoccupato costretto a vendere un rene per pagare i debiti. In compenso segnaliamo in Open doors la realtà dinamicissima della cinematografia dell’America latina, e non parliamo di produzioni di fascia alta, tradizionali come Messico, Argentina o Brasile”. In linea con la tendenza già registrata a Cannes, otre alla cinematografia europea torna in primo piano la scelta, se non impegnata, almeno coinvolta sui temi sociali. Tantissimi, in cartellone, i film che, direttamente o indirettamente, affrontano piccoli e grandi temi tra politica e situazioni socialmente drammatiche. “Il festival rispecchia fedelmente l’offerta e le tendenze cinematografiche in atto - replica Maire sfatando la convinzione che una rassegna nasca seguendo o cercando un motivo conduttore -. Non è che a un direttore salta il pallino di cercare tutti i film legati ad un argomento particolare; questa è la realtà della produzione. Soprattutto nei Paesi industrializzati la stessa fiction non può che riflettere una crisi economica e morale”. e.r.b.
SALE Serve una sala in più, e l’abbiamo già individuata nell’area della Peschiera
ORIENTE La bolla ‘speculativa’ dei film del sud est del mondo s’è attenuata. È stato un ciclo
SOCIALE Ritorna l’attenzione al sociale e pure la fiction riflette una crisi economica e morale
Il cinema
IN UNA BATTUTA
Psycho 1960 “Un hobby serve a passare il tempo, non a riempirlo”
Shining 1980 “Wendy, tesoro, luce della mia vita! Non ti farò niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase”
Blade Runner 1982 “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…”
K-Pax 2001 “Se io le dicessi che un uomo chiamato Einstein ha detto che niente può andare più veloce della luce, cosa risponderebbe?” “Che ha frainteso Einstein…”
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L’abc del festival In diciassette in corsa per il Pardo d’oro da 16 paesi
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■ 33 SZENY Z ZYCIA (33 Scenes from Life) di Malgorzata Szumowska – Germania/Polonia – 2008 – 94 min con Julia Jentsch, Peter Gantzler Prima mondiale ■ DAYTIME DRINKING di NOH Young-seok – Corea del Sud –
2008 – 116 min con SONG Sam-dong, YUK Sang-yeop Prima internazionale – Opera prima ■ DIOSES di Josué Méndez – Perù/Argentina/Germania/Francia – 2008 – 91 min con Maricielo Effio, Sergio Gjurinovic, Anahí De Cardenas Prima mondiale
I film in
www.filmweb.pl/f341466/33+sceny+z+życia,2008 www.metronieuws.nl/index.php?actie=nieuws&c=16&id=128948 www.romeniaviterbo.com/2008/04/mar-nero-primo-ciak-firenze-per-il.html
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www.cinemainfamiglia.net www.cinemaitaliano.info/marnero www.raicinema.it
■ ELLE VEUT LE CHAOS di Denis Côté – Canada – 2008 – 105 min con Eve Duranceau, Laurent Lucas, Prima mondiale
■ KISSES di Lance Daly – Irlanda/Svezia – 2008 – 76 min con Kelly O'Neill, Shane Curry, Paul Roe, Prima mondiale
■ HET ZUSJE VAN KATIA (Katia’s Sister) di Mijke de Jong – Paesi Bassi – 2007 – 85 min con Betty Qizmolli, Julia Seykens, Olga Louzgina Prima mondiale
■ LIU MANG DE SHENG YAN di Pan Jianlin – Cina – 2008 – 85 min con ZHOU Cheng, LI Geng, ZHAO Jinge, Prima mondiale
concorso
■ MAR NERO di Federico Bondi – Italia Romania Francia – 2008 – 90 min con Ilaria Occhini, Dorotheea Petre, Prima mondiale – Opera prima
Il cinema
IN UNA BATTUTA
Il dottor Zivago 1965 “Sarebbe stato bello incontrarci prima...” “Anche di un giorno, sì.”
La famiglia&La società
Tra drammi privati e crisi “domestiche” ALBERTO COTTI
A TRA MALATTIA E VECCHIAIA
Ghostbusters
1984
“Alice, ora le farò un paio di domande di rito. Lei o qualche membro della sua famiglia ha mai avuto diagnosi di schizofrenia o di infermità mentale?” Alice: “Mio zio credeva d’essere San Giuseppe” Venkman: “Io ci metterei un bel sì”
Shakespeare in love 1998 “Questa non è la vita, Will, è solo una stagione rubata”
Casablanca
1942
“Ehi, Sam, suonami ancora ‘The time goes by’, per favore”
In alto, un fotogramma del film “Het zusje van Katia”; qui a destra, “Mar nero”, sul tema delle badanti; sotto, un’immagine tratta da “33 szeny z zycia”
nche fra gli operai all’uscita dalla fabbrica che hanno permesso ai fratelli Lumière di inaugurare la cinematografia, si celavano crisi familiari e drammi personali. D’altra parte la storia della cosiddetta settima arte è ricca d’indagini sociologiche a sfondo familiare. Anche perché ogni regista nel proprio lavoro, è quasi influenzato dalla realtà nella quale vive. Vittorio De Sica e Roberto Rossellini - i padri del neorealismo -, non potevano che indugiare sulle macerie del secondo dopo-guerra e le loro famiglie che potevano che essere confrontate con problemi economici quasi insormontabili. Disoccupazione, miseria e fame erano una realtà quotidiana che si riflettevano pure sulle relazioni sociali ed affettive. E “Ladri di biciclette”, diretto nel 1948 da Vittorio De Sica ne è forse l’esempio più chiaro. Perché se è vero che il furto della bicicletta di un povero operaio è il filo conduttore della pellicola, è altrettanto vero che il vero protagonista della vicenda è l’intenso
Vero protagonista è l’intenso rapporto tra l’operaio ed il figlio costretto dalla durezza della vita a diventare adulto rapporto tra l’operaio ed il figlio costretto dalla durezza della vita a diventare adulto. Ma a volte la maglia ed i drammi sono stati ignorati dalla cinematografia che ha privilegiato il disimpegno, mettendo anche la famiglia in... naftalina. Come nel caso di “Big” e del suo rifacimento italiano “Da grande”, dove il protagonista è un bambino che, stufo di essere ancora piccolo, esprime il desiderio di crescere e, per magia, è accontentato ed assume così le sembianze di un adulto. Così il piccolo-grande uomo, vive la sua vita tranquilla e serena, senza alcun rimpianto, né nostalgia per la famiglia abbandonata. “Il disimpegno - commenta la psicologa Mariarosa Spina - non ha
La badante rumena di mia nonna Q
uello delle bandanti è un tema d’estrema attualità in Italia, dove si stima che le assistenti familiari siano oltre un milione; molte delle quali straniere ed illegali. Invecchiamento della popolazione, carenza nei servizi sociali e legami famigliari inconsistenti o quasi, hanno fatto delle badanti - soprattutto quelle straniere a basso costo - una soluzione a portata di quei nuclei familiari che, da soli, non riuscirebbero a far fronte al sostentamento di un genitore non autosufficiente o di un figlio, oltre al disbrigo delle faccende domestiche. E’ solo una delle mille sfaccettature della crisi della famiglia. Un risolto che il regista Federico Bondi conosce bene e che ha quindi scelto per la sua opera prima, “Mar Nero”, in concorso a Locarno. Quella tra “Mar Nero” infatti non è solo la storia della convivenza forzata tra due donne che diventa amicizia. È anche una vicenda strettamente autobiografica. Perché Gemma, la protagonista anziana, era la nonna del regista; mentre Angela la badante - che nel film è una giovane ragazza rumena da poco in Italia - era Angela, la “vera” badante di sua nonna. Ed è proprio il rapporto, vero, tra le due donne, che Federico Bondi osserva con occhio interessato. Proprio come nel corso degli anni ha guardato all’evoluzione del rapporto tra sua Gemma e Angela. Con la prima, a volte dura e cinica, che però piano piano si affeziona alla seconda. a.c.
solo aspetti negativi. Grazie alla televisione, per esempio, c’è chi migliora il proprio linguaggio scritto e parlato”. Di fatti però l’immagine della famiglia cambia. “Cambiano anche la famiglia e le relazioni - replica Mariarosa Spina -. Ruoli, tradizioni, norme e tabù, evolvono. Subiscono critiche a getto continuo e a volte sono demoliti per poi essere subito dopo recuperati. Come nei film”. Di fatto però, il disimpegno non avrà posto nel concorso ufficiale del festival del film di Locarno, dove per conto i drammi intimi e le crisi familiari avranno diverso spazio. Come in “März” di Klaus Händl, i cui il drammaturgo austriaco, indaga su un intero paese confrontato con il suicidio di tre adolescenti. “Het Zusje Van Katia”, della cineasta olandese Mijke de Jong, è invece il ritratto di un’adolescente abbandonata a sé stessa. La crisi di una figlia di fronte alla malattia della madre è la vicenda al centro di “33 Szeny zzycia”, della polacca Malgorzata Szumowska. “Yuriev Den” narra dell’intimistica ricerca interiore di una donna, messa in scena dal giovane talento russo Kirill Serebrennikov. Mentre Federico Bondi, in “Mar Nero” osserva il rapporto tra un’anziana signora e la sua badante rumena. “Mi sembra interessante notare commenta Mariarosa Spina - come alcune tematiche che un tempo erano considerate scottanti, l’omosessualità per esempio, e che non erano quindi rappresentate sullo schermo, oggi invece lo siano. Anzi, in seguito alle grosse trasformazioni sociali avvenute in questi anni, sono molto presenti nella cinematografia”. Il problema nasce però quando quello cinematografico diventa il modello da imitare, come succede per la violenza giovanile. “Il teppismo - ammette la psicologa -, testimonia proprio la crisi di modelli consistenti da imitare e dai quali farsi sostenere nel percorso di crescita. E questo succede perché cinema e televisione, hanno supplito e suppliscono in molti casi alla famiglia e spesso anche agli altri educatori”. acotti@caffe.ch
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■ MÄRZ di Klaus Händl – Austria– 2008 – 83 min con Isolde Ferlesch, Florian Eisner, Prima mondiale – Opera prima ■ PARQUE VIA di Enrique Rivero – Messico – 2008 – 86 min con Nolberto Coria, Nancy Orozco, Tesalia Huerta Prima internazionale – Opera prima ■ SLEEP FURIOUSLY di Gideon Koppel – Gran Bretagna – 2007 – 94 min Prima internazionale – Opera prima
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www.dianying.com/en/person/PanJianlin http://outnow.ch/Movies/2008/LiuMangDeShengYan http://www.imdb.com/name/nm0777989
http://forum.divxplanet.com/index.php?showtopic=82954 http://outnow.ch/Movies/2008/LiuMangDeShengYan http://www.imdb.com/name/nm0777989
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■ NULLE PART TERRE PROMISE di Emmanuel Finkiel – Francia – 2008 – 94 min con Elsa Amiel, Nicolas Wanczycki, Haci Aslan, Prima mondiale
■ SONBAHAR (Autumn) di Özcan Alper – Turchia/Germania – 2008 – 106 min con Onur Saylak Yusuf, Megi Koboladze Eka Prima internazionale – Opera prima
■ UN AUTRE HOMME di Lionel Baier Svizzera – 2008 – 84 min con Robin Harsch e Natacha Koutchoumov Prima mondiale
■ THE MARKET – A TALE OF TRADE (Pazar - Bir Ticaret Masali) di Ben Hopkins – Germania/Gran Bretagna/Turchia/Kazakhistan – 2007 – 93 min con Tayanç Ayaydin Prima mondiale
■ UM AMOR DE PERDIÇÃO di Mario Barroso – Portogallo/Brasile – 2008 – 100 min con Tomás Alves, Rui Morisson, Ana Padrão Prima mondiale
■ YURIEV DEN (Yuri’s Day) di Kirill Serebrennikov – Russia/Germania – 2008 – 138 min con Xenia Rappoport, Yevgenia Kuznetsova Prima internazionale
Il lavoro&L’ambiente
Quando la vita vale solo un posto in fabbrica
Il cinema
IN UNA BATTUTA
La dolce vita 1960 “Marcello, come here, vieni!” “Un attimo, arrivo”.
Apocalypse now RITORNA IL CINEMA DELLA VITA REALE In grande, a sinistra, un drammatico frame di “Liu Mang De Sheng Yan” di Pan Janlin; sotto “Dioses” di Josuè Mendez e, in bianco e nero, “Un autre homme” di Lionel Baier. Tre delle 17 pelliccole del 61esimo Concorso internazionale
1979
“Adoro l’odore del napalm la mattina. Ha il profumo della vittoria!”
Dalla Cina uno spaccato del mondo operaio in crisi. L’espianto di un rene per pagare i debiti
“
… come se non c’è altro che fabbrica…” cantava Enzo Janacci. Eppure nella lunga storia della cinematografia non mancano certo gli esempi che oltre alla fabbrica c’è altro. Al Gore con il suo documentario “Una scomoda verità” - che è stato proiettato anche in Piazza Grande -, oltre a vincere un Nobel per la pace, ha dimostrato al grande pubblico come la questione ambientale sia anche un fatto etico. “Full monthy” invece, è una commedia che ha offerto uno spaccato preciso e reale della vita degli operai siderurgici dopo la meccanizzazione e che, con ironia, invita a riflettere sulla realtà della disoccupazione e sulle sue ripercussioni a livello sociale e culturale. Senza però dimenticare “La classe operaia va in paradiso”; il primo film italiano sugli operai e che mescola i grandi temi dei primi anni ’70: grandi scioperi, lotte studentesche e “autunni caldi”. Ma non solo. Al centro della pellicola di Elio Petri, c’è condizione dell’operaio e l’alienazione, con il protagonista che ad un certo punto si mette a valutare il costo delle cose in ore di lavoro retribuito. “Oggi come ieri però - commenta Hugo Fasel, ex-sindacalista che si appresta ad assumere la direzione di Cari-
L’arrivismo e l’ascesa sociale di “un autre homme” E
nfant prodige del cinema svizzero, Lionel Baier con il suo “Un autre homme” una gustosa satira sul tema dell’arrivismo e dell’ascesa sociale - va a caccia del Pardo d’oro. Una caccia partita da molto distante, perché a soli 17 anni, la
La sola pellicola svizzera in gara è dell’enfant prodige Lionel Baier sua passione per il cinema l’aveva portato a gestire una piccola sala cinematografica a Losanna. Si trasforma poi in aiuto-regista, prima firma due cortometraggi e poi un paio di lungometraggi a sfondo documentaristico. “Garçon stupide”, uscito nelle sale nel 2004, segna
il suo passaggio alla finzione e gli frutta un discreto successo negli Stati Uniti, nonché l’ammirazione di Steven Soderbergh. Nel 2006, con “Comme des Voleurs (à l’Est)”, Baier si conferma regista di talento: a metà strada tra realtà e finzione il film è una sorta di road movie autobiografico tra Losanna e Varsavia nel quale affronta temi come la ricerca dell’identità Baier è infatti di origini polacche - e le differenze sessuali. E quello dell’omosessualità è un tema ricorrente per lui - nel 2002, per esempio, ha presentato il documentario “La Parade” dedicato alla Gay Pride in Vallese - che non esita a parlare apertamente delle proprie inclinazioni sessuali. Ed ora con “Un autre homme”, il regista vodese mette in luce
l’ambiente feroce del mondo del lavoro, dove arrivismo e opportunismo sono filtrati proprio dal suo occhio e pure dalle sue scenografie. E per la terza volta sulla scena ci sarà quella che non può che essere definita la “sua” musa ispiratrice: Natacha Koutchoumov. La bionda attrice ginevrina - di origine russa ed italiana, da parte di padre, ma anche scozzese e francese da parte di madre e che ha la doppia nazionalità: francese e svizzera -, che si è anche aggiudicata un “Prix du cinéma Suisse” quale attrice non protagonista in “Pas de panique” di Denis Ramaglia. Accanto a lei ci saranno anche Robin Harsch - che recentemente ha realizzato “La touche”, un cortometraggio su Euro 2008 -, Elodie Weber e Brigitte Jordan. a.c.
tas Svizzera -, la classe operaia è costretta a misurasi con i soliti problemi. Ad iniziare dai salari bassi, dai ritmi di lavoro incalzanti e dal costo della vita al rialzo”. Problemi comuni in tutto il mondo e che, ognuno tenta di risolvere a proprio modo. In “Liu mang de sheng yan”, per esempio, il regista Pan Jianlin offre uno spaccato del mondo operaio cinese e racconta di un disoccupato indebitato che tenta di risolvere i suoi problemi finanziari, vendendo un rene. D’altra parte il concorso del Festival del film, sarà caratterizzato anche da diverse altre pellicole dedicate al mondo del lavoro ed ai suoi risvolti, compresi quelli ambientali. Il regista britannico Ben Hopkins, per esempio, racconta una favola moderna sul denaro e il commercio girata in Turchia con attori locali in “The Market -. A Tale of Trade”. In “Nulle parte terre promise”, il francese Emmanuel Finkiel, propone una sua personalissima interpretazione della società occidentale, alternando tre storie di viaggio, emigrazione e delocalizzazione economica. Lo sviluppo sostenibile, la povertà e la ricchezza sono invece messi a fuoco con due stili assai diversi da due giovani autori latino-americani. In “Dioses”, Josué Méndez si concentra sulla realtà peruviana, mentre in
Tutte le ferite della società del lavoro sfilano sul grande schermo “Parque via” Enrique Rivero parla del Messico. Da parte sua invece, Lionel Baier - considerato l’enfant della cinematografia elvetica - con “Un autre homme” vuole offrire al pubblico una gustosa satira sull’arrivismo e l’ascesa sociale. Tema questo sfrontato spesso anche dai grandi registi fra i quali non si può non citare “Barry Lyndon” che Stanley Kubrick chiude con una frase addirittura caustica: “I fatti narrati accaddero durante il Regno di Giorgio III: belli o brutti, ricchi o poveri, buoni o cattivi, tutti hanno avuto la stessa sorte”. Il dubbio però, rimane. “Il divario sociale, all’estero, ma anche in Svizzera rimane - commenta Hugo Fasel -. Solo nella Confederazione i poveri sono oltre un milione”. Ed la cinematografia non contribuisce a riequilibrare la situazione. “Certe pellicole - replica Fasel -, aiutano a mettere a fuoco certe situazioni, a denunciare delle ingiustizie. Anche la sensibilizzazione è importante, sia quella a sfondo sociale, sia quella a sfondo ambientale”. Non per nulla, da sempre, il cinema d’autore ha indugiato sulle sofferenze umane ed in particolare su quelle dei lavoratori. Operai che, di volta in volta, sono schiavizzati e ridotti quasi ad automi dalla meccanizzazione - come in “Metropolis” e “Tempi moderni” -, oppure vittime della discriminazione - “Fronte del porto” - o ancora delle persecuzioni razziali (“Il buio oltre la siepe”). a.c.
Men in black
1997
“Lo sai che Elvis è morto vero?”. “No, Elvis non è morto. È solo tornato a casa”.
Colazione da Tiffany 1961 Holly: “Non permetterò a nessuno di mettermi in gabbia”. Paul: “Non voglio metterti in gabbia, io voglio amarti.” Holly: È la stessa cosa”
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IL CAFFÈ 27 luglio 2008
L’abc del festival Gli ambiti gadget maculati
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È partita la caccia all’omaggio ultra-griffato C’è chi non perde un pezzo della collezione di gadget che ogni anno il Festival riserva ai suoi ospiti. Tra i souvenir “popolari” e accessibili a tutti, spuntano anche vere chicche riservate ai Vip
L’agendina di Hemingway
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www.asiargento.it www.mymovies.it/biografia/?a=2679 http://it.wikipedia.org/wiki/Laura_Morante
Rarissima, quasi introvabile, la Moleskine maculata riservata ai media più blasonati. L’agendina esclusiva è stata realizzata appositamente per il Festival
C’è borsa e borsa…
Gadget tradizionale la borsa a tracolla portacatalogo. Non mancano quelle messe a disposizione dagli sponsor, ma la più ricercata è quella d’oro con scritta giapponese vista a Cannes
www.blogtoplist.com www.gossipcelebrita.com/category/cinema www.wikio.it/cultura/cinema
La tessera al collo è di rigore
Tutti portano la tessera d’accesso ai film appesa al collo, ma c’è string e string… tutti distribuiti in omaggio, anche con i titoli dei film ma contano quelle a tiratura limitata. Chi ce l’ha, ce l’ha…
I vip
Da Asia ad Anjelica la sfilata di chi calcherà Piazza Grande
IN UNA BATTUTA
Quarto potere 1941 “È morto senza credere a niente: deve essere stata una cosa spiacevole”
PATRIZIA GUENZI
C
LAURA MORANTE L’hanno scelta registi come Muccino e Avati
ASIA ARGENTO Fra le donne Vip la figlia di Dario, forse presente al Festival
hissà se Asia Argento, l’anti-diva per eccellenza, provocatoria e indomita, giungerà a Locarno accompagnata dal fido Rottweiler, col quale scambiò il “famoso” bacio in bocca sul set del film di Abel Ferrara “Go go Tales”, o si “accontenterà” del partner Michele Civetta esibendo - c’è da esserne certi - la sua ormai evidente maternità. Dopo Anna Lou, avuta dall’ex marito Morgan, l’attrice italiana è in attesa di un altro figlio. Staremo a vedere. Anche se la prima volta l’ha già vissuta Era il 1999 quando la Argento venne a Locarno per presentare il video musicale “La tua lingua sul mio cuore” dei Royalize. Insomma, se i molti fans di Asia attendono di poterla incontrare, altri nomi di sicuro richiamo non mancheranno. Iniziamo dagli italiani. Lo scrittore - ora anche regista Alessandro Baricco che presenta in piazza la sua prima opera cinematografica, “Lezione 21”, in cui indaga sui misteri della Nona Sinfonia di Beethoven. E poi la splendida Laura Morante, attrice italiana cinquantaduenne che ha macinato film su film e che ha lavorato
Ecco un “tocco” di classe e glamour all’appuntamento più importante dell’estate
Qualcuno volò sul nido del cuculo 1965 “Ma credete veramente di essere pazzi? Davvero? Invece no, voi non siete più pazzi della media dei coglioni che vanno in giro per la strada, ve lo dico io!”
Star wars
1977
“Navigare nell’iperspazio non è come spargere fertilizzante da un aeroplano”.
con i registi più famosi, tra cui anche Moretti. Proprio come Silvio Orlando, anche lui tra i papabili attori vip che molto probabilmente vedremo aggirarsi in piazza. In “Palombella Rossa”, ad esempio, interpreta l’allenatore. Ma Orlando ha lavorato in numerose altre opere di Moretti: una su tutte “Il Caimano”, che ha fatto parecchio scalpore perché ricalca la figura reale di un importante uomo politico alle prese con soldi sporchi, tangenti e mafia…, e poi “Caos calmo”, anche se in questo caso Moretti era attore e sceneggiatore. E ancora. Valia Santella, giovane regista napoletana della delegazione di Moretti. Il suo primo lungometraggio è stato “Te lo leggo negli occhi”. FiFRANCO glia d’arte, già assistente dei PIERSANTI più talentuosi registi napoletaIn passerella il musicista scelto ni (Antonio Capuano, Pappi Corsicato, Mario Martone e da Moretti e Gabriele Salvatores) quattro Amelio anni fa decise di fare il grande salto e di esordire dietro la PAUL da presa. Fanno parKALKBRENNER macchina te della delegazione di Moretti Dai locali di anche lo scenografo GianfranBerlino il dj co Basili e il musicista Franco arriverà in Piersanti. Piazza Grande E veniamo agli stranieri. Un nome su tutti: Anjelica Huston, attrice e modella statunitense, figlia del regista John e nipote dell’attore Walter, premio Oscar per la migliore attrice non protagonista nel 1986 per il film “L’onore dei Prizzi”, diretta dal padre e in cui recitava accanto al compagno Jack Ni-
La mondanità sarà la cornice della 61ma kermesse con personaggi di grande richiamo cholson, e Golden Globe come migliore attrice in una serie televisiva nel 2005 per il film “Angeli d’acciaio”, tanto per citare i riconoscimenti più recenti. A Locarno riceverà l’Excellence Award, la sera del 9 agosto, subito prima della proiezione in prima europea di “Choke”, di Clark Gregg (presente pure lui, coì come l’autore del libro, il famoso scrittore Chuck Palahniuk), in cui è la protagonista. Con l’attrice è inoltre prevista una Masterclass al Forum. Non mancherà il celebre dj tedesco Paul Kalkbrenner, interprete principale in “Berlin Calling”, del regista Hannes Stoehr. Film evento, scandito dal ritmo del beat e della musica elettronica: un tuffo nella cruda realtà del mondo della notte berlinese. Infine, citiamo qualche politico che, come sempre, non mancherà all’appuntamento festivaliero: il presidente della Confederazione Pascal Couchepin, già dato per certo, e Micheline Calmy-Rey, così come alcuni politici di casa nostra: Patrizia Pesenti e Laura Sadis e l’immancabile Marco Borradosi che dispenserà sorrisi e strette di mano. pguenzi@caffe.ch
SILVIO ORLANDO Da Lucchetti a Moretti l’attore napoletano a Locarno
CLARCK GREGG L’americano porterà la commedia “Choke” sul grande schermo
ANJELICA HUSTON La bella californiana riceverà l’ Exellence award
Keystone
Il cinema
Il pubblico
L’informale è d’obbligo per il look festivaliero L’
indicazione “black tie” non apparirà mai sui cartoncini d’invito delle varie manifestazioni, eventi e ricevimenti del festival. Al contrario, se c’è una “tenuta” che s’accompagna alle visioni, incontri e tavole rotonde della rassegna locarnese è quella informale. Sarà, anzi sicuramente è un festival internazionale, ma a differenza di Cannes sono bandite le toilette da sfoggiare sulla Croisette; niente passerelle griffate come si pretende a Palazzo Volpi a Venezia o sulla televisiva passatoia rossa della Festa
Dal Rialto al Fevi, come in tutti i siti ufficialmente maculati, in fatto di moda regna l’anarchia del cinema di Roma. In Piazza Grande, e in tutti i siti ufficialmente maculati, in fatto di moda regna la più completa anarchia. Un po’ perchè il pubblico ticinese è disavvezzo all’ostentazione dell’abbigliamento da grand soirée (e i più maliziosi insinuano che quel “black tie” potrebbe essere letteralmente confuso con l’adozione di una cravatta nera, al posto dello smocking previsto dall’etichetta), un po’ perchè la stragrande maggioranza del popolo festivaliero è costituita da pubblico “vero” e non da addetti ai lavori e presenzialisti a tutti i costi. E il pubblico vero tende un po’ ad agghindarsi come gli fa più comodo. Insomma, a colpo d’occhio non c’è alcuna differenza tra chi bighellona sul lungolago in tenuta vacanzie-
ra e chi si spintona per aggiudicarsi un posto nelle preziose “sedie vip” in Piazza Grande. Canottiere, calzoni al ginocchio, piedi nudi infilati in sandali infradito o coloratissime Crocks (che in plastica hanno sostituito i tradizionali zoccoletti) rappresentano la mise ufficiale dei tipi da festival. Naturalmente c’è chi non rinuncia al completo giacca-camicia-cravatta, ma è quasi impossibile pretenderne l’aspetto inamidato. Un po’ il caldo, un po’ la fremesia da multisala, i pochi esemplari vestiti come dio comanda finiscono inevitabilmente la serata sudati, stazzonati e stropicciati. A trarre maggior vantaggio della carenza d’etichetta è il pubblico femminile che approfitta dell’irrinunciabile occasione per rispolverare tutto quanto fa mercatino dell’usato. Tendenze, mode, glamour e consigli da rivista patinata sono bellamente ignorati. Va bene tutto: dalla gonna zingaresca alle foggie orientaleggianti, dai prendisole da bordo vasca a gonnellina e t-shirt che, nel contesto, assumono quasi la nobiltà del “classico”. Non che il sesso forte si tiri indietro. Se si tratta di licenza di costumi, la parità è raggiunta, se non superata. Nenache gli accessori fanno la differenza. Più che la borsetta per lei è immancabile la bottiglietta d’acqua minerale, per lui, invece vale qualsiasi “bag” (dal sacchetto della spesa alla bisaccia da pony express) pur di portarsi il corredino sempre con sè. Per entrambi è comunque indispensabile un pertugio dove nascondere sigarette, accendino, I-pod e telefonino. Per quanto riguarda i pass per accedere alle sale il problema è risolto da tempo: una bella string sponsorizzata al collo e via andare. e.r.b.
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IL CAFFÈ 27 luglio 2008
L’abc del festival Tutti i film alle 21 in Piazza Grande
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Mercoledì 6 agosto
Giovedì 7 agosto
Venerdì 8 agosto
Sabato 9 agosto
Domenica 10 agosto
Brideshead Revisited
Plus Tard Tu Comprendras
Chaos Theory
Nordwand
La Fille de Monaco
DI JULIAN JARROLD
DI AMOS GITAÏ
Berlin Calling
Choke
Vem
DI MARCOS SIEGA
DI HANNES STOEHR
DI PHILIPP STÖLZL DI CLARK GREGG
I film in
piazza IN UNA BATTUTA
Armageddon 1998 “Ci troviamo ad affrontare la più spaventosa delle prove. Nella bibbia quel giorno è chiamato Armageddon cioè la fine di tutte le cose...”
DI JAN CVITKOVIC
In Drei Tagen Bist Du Tod 2 DI ANDREAS PROCHASKA
“...Perché posso spiegare tutto, anche la bionda in cucina...”. “Un momento, Dickino: quale bionda in cucina?”
1941
“Che penserà la gente Mr. Kane?” “Quello che dico io.”
L’era glaciale 2002 Sid: “Per un attimo credevo che mi avresti mangiato veramente...” Diego: “Non mangio schifezze!”
BERLIN CALLING
Il film diHannes Stoehr, è scandito dal ritmo beat e della musica elettronica
L’impegno GIORGIO VITALI
C
hi non ha nella mente e nel cuore la sequenza in cui appare il parallelepido nero in 2001 Odissea nello spazio sul proprompere dell’incipit di Così parlò Zarathustra di Richard Strauss? Chi non rivede la maschera drammatica di Dustin Hofmann in Un uomo di marciapiede sentendo le note di Everybody's Talkin'? Stanley Kubrick, John Schlesinger sono stati maestri nel creare simbiosi fra musica ed immagine, note ed emozioni visive. Ma il rapporto fra le due arti, così vicine, così indispensabili l’una (la musica) all’altra è un rapporto intenso, affascinante, tutto da esplorare. Raccontava Leonard Bernstein, il grande direttore d’orchestra ed autore, fra l’altro, delle musiche di West side story: “quando mi sono trovato in sala di montaggio ho capito che dovevo scrivere qualche cosa che non rubasse l’attenzione, che si sentisse in sottofondo. Ci sono rimasto quasi male”. Il grande Lenny sarebbe felice di assistere alla sezione del Festival del film di Locarno edizione 2008 intitolata “Una Piazza musicale”. Perché i film presentati parleranno di musicisti: e di musica, senza considerarla un sottofondo. Ma gradirebbe sicuramente anche la sezione Cronache sociali e commedie graffianti, che spazia da Brideshe Revisited di Julian Jarrold con Em-
ma Thompson, tratto da un classico della letteratura britannica di Evelyn Waugh a Back soon, una spassosissima commedia scandinava della cineasta franco-islandese Solveig Anspach ricca di poesia... e di marijuana. Passando dall’umorismo di Choke (Soffocare) di Clark Gregg, e alla leggerezza di La Fille de Monaco della regista francese Anne Fontane. Ma torniamo alla…musica: il cineasta britannico Julien Temple, habitué dei film musicali (come Absolute Beginners o Joe Strummer: un ritratto-documentario dedicato all’amico e carismatico leader dei Clash) ha girato con The Eternity Man, un vero filmopera contemporaneo. Alessandro Baricco (l’autore di romanzi come Seta e Novecento che ha sempre mostrato grande interesse per la musica) debutta addirittura con Lezione 21, un’indagine (naturalmente fantastica) sui misteri della Nona Sinfonia di Beethoven, con Noah Taylor e John Hurt. Mentre l’altro film-evento, Berlin Calling di Hannes Stoehr, è scandito dal ritmo del beat e della musica elettronica: un tuffo nella cruda realtà del mondo della notte berlinese, che ha come interprete principale il celebre DJ tedesco Paul Kalkbrenner. Cosa tenta di più? Questione di gusti, di riferimenti. Da una parte The eternity man, nel quale libretto e partitura sono stati scritti espressamente per il cinema, dipinge un affresco sulla fondazione della
città di Sydney con Grant Doyle e Christa Hughes: e promette una vera e propria “esperienza sensoriale e musicale”. Non un caso isolato, certo: basta pensare a Koyaanisqatsi di Godfrey Reggio con la musica di Philip Glass. Ma non può non destare curiosità la pellicola di Baricco (con Noah Taylor, Leonor Watling, John Hurt, Clive Russel, Rasmus Hardiker, Clive Riche). Baricco certamente sa narrare: ma girare, montare, costruire sequenze sarà per lui la stessa cosa? E dimostrare che la Nona sinfonia di Beethoven non è poi quel capolavoro che si crede non è semplice. Ma il professor Mondrian Killroy (il protagonista) cercherà di farlo: complici visioni angeliche e presenze demoniache di chi ha assistito davvero alla prima esecuzione di un caposaldo della storia della musica il cui Scherzo, lo ricordiamo, già era stato utilizzato (e sempre da Kubrick) nella scene di stupro e violenza di Arancia meccanica. Quanto a Berlin calling (protagonisti Paul Kalkbrenner, Rita Lengyel, Corinna Harfourch), la novità di Hannes Stoehr (regista di One Day in Europe) l’universo torna ad essere quello della musica elettronica, fra registrazioni, club e cliniche psichiatriche. Perché chi vive la musica, vive intensamente.
The Eternity Man
Back soon
Cer
Non sarà solo sottofondo musicale. I film parleranno di musicisti
Quando la moglie è in vacanza 1955
http://cinemino.kaywa.com/p651.html http://confidenziale.wordpress.com www.swissfilms.ch
DI ANNE FONTAINE
Tra musica e immagini note ed emozioni visive
Il cinema
Quarto potere
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http://movies.yahoo.com/movie/1810027327/info www.berlin-calling.de www.backsoonmovie.com
Due arti che si compenetrano. Un rapporto inteso esplorato da alcune pellicole
Le ferite delle deportazione raccontate da Amos Gitaï C
on la sua bellezza ambigua e i modi sensuali fu l’incarnazione della Nouvelle Vague francese degli anni ’50, creata per lei dal regista Louis Malle attraverso i film “Ascensore per il patibolo” (1957), e poi da Truffaut in “I quattro colpi” (1959), “Jules et Jim” (1962), “La sposa in nero” (1968), e da Jean Luc Godard in “Donna è donna” (1968). Nel 1960 Antonioni, con “La notte”, svilupperà ulteriormente la sua personalità drammatica, incatenandola in un altro labirinto dei sentimenti. Poi, nel 1990 una breve, ma intensa e indimenticabile, parte in “Nikita”, di Luc Besson. Oggi, Jeanne Moreau - attrice francese di cui ancora si ricorda la splendida interpretazione ne “Les amants” (1958), di Louis Malle, film scandaloso per l’epoca, incentrato sulla sua sensualità di Jeanne, moglie annoiata finita nelle braccia di due amanti e destinata ad abbandonare la famiglia per un futuro di libertà ma gravido di incertezze - oggi, a ottant’anni suonati torna in Piazza a Locarno con “Plus tard tu comprendras”, del regista israeliano Amos Gitaï. Il film adatta al piccolo schermo la biografia di Jérôme Clément, direttore del canale tematico Arté. Presentato al 58° festival di Berlino (2008) nella sezione Berlinale Special, racconta le vicen-
de di Victor e della sua brama di sapere cosa ne è stato della sua famiglia deportata durante la seconda guerra mondiale. Cerca di saperne di più interrogando sua madre Rivka che per una vita era riuscita a tenere nascosta la verità sulle sue origini. Ma alla fine degli anni ‘80, con l’apertura del processo al “macellaio di Lione” Klaus Barbie (capo della Gestapo estradato dalla Bolivia e ac-
Con “Plus tard tu comprendras” l’attrice Jeanne Moreau si cala nel personaggio testimone controvoglia del passato cusato di crimini contro l’umanità, essendo uno dei responsabili dell’Olocausto durante la II Guerra Mondiale) si riaprono anche vecchie ferite. E in Victor nasce il desiderio di sapere la verità, nonostante le reticenze della madre. Finalmente, dopo anni di ricerche e collezione di documenti, il quarantenne Victor riesce a ricostruire la storia della sua famiglia e dei drammatici avvenimenti relativi alla deportazione dei suoi nonni, ebrei di origine russa. p.g.
JEANNE MOREAU
L’attrice francese incarnazione della Nouvelle Vague, nata a Parigi nel 1928
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www.themummy.com www.mammamia-ilfilm.it www.xfiles.com
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www.pardo.ch www.imdb.com http://cinefestival.blogosfere.it
IL CAFFÈ 27 luglio 2008
Lunedì 11 agosto
Martedì 12 agosto
Mercoledì 13 agosto
Giovedì 14 agosto
Venerdì 15 agosto
Sabato 16 agosto
Lezione 21
Retouches
Son of Rambow
Khamsa
Outlander
The Eternity Man
Marcello Marcello
Palombella Rossa
1001 Films
Cerimonia di Premiazione Pardi 2008
Nigth and the City
Back Soon
DI ALESSANDRO BARICCO DI JULIEN TEMPLE
DI GEORGES SCHWIZGEBEL
DI GARTH JENNINGS
DI DENIS RABAGLIA
DI KARIM DRIDI
DI NANNI MORETTI
DI HOWARD MCCAIN DI ANDRÉ DELVAUX DI JULES DASSIN
DI SOLVEIG ANSPACH
Lo spettacolo Uno stato di ‘febbrile interesse’ accompagnerà la gente durante la visione di alcune opere. Ecco quali e perchè
Lo schermo si tinge di giallo, la suspense cattura il pubblico CLEMENTE MAZZETTA
“A
pensarci bene la suspense, il clima di attesa, è un meccanismo narrativo presente in qualsiasi storia, non è solo una specificità dei thriller”. Per Andrea Fazioli, il giovane scrittore ticinese di gialli, che si dichiara debitore di Hitchcock, il grande regista del brivido, la suspense non è null’altro che l’abilità, “sempre da affinare”, di creare uno stato di tensione, di attesa, capace di tenere agganciato lo spettatore dalla prima all’ultima scena, dalla prima all’ultima pagina. È quello stato “febbrile” che accompagnerà gli spettatori in Piazza Grande durante la proiezione del film sulla montagna, Nordwand, di Philipp Stölzl. È quel sottile sentimento di ansia che sarà compagno di viaggio nell’epopea fantastica e fantascientifica di Outlander, pellicola di Howard McCain, superproduzione americana al cardiopalmo popolata di alieni e vichinghi, con Jim Caviezel nel ruolo di protagonista. È quella capacità di sorprendere, di far sussultare sulla sedia, nonostante lo spettatore sia avvertito fin dall’inizio, che sarà la caratteristica del thriller austriaco “In 3 Tagen bist Du tot, 2” di Andreas Prochaska. Si
In 3 Tagen bist Du tot 2
Outlander
Per creare ‘attesa’ gli spettatori devono avere più informazioni dei personaggi
Tra i ghiacciai dell’Eiger la scalata diventa tragedia R
itorna l’avventura al Festival. E questa volta avrà come scenario una delle più belle montagne delle Alpi, l’Eiger, la vetta mito di centinaia di alpinisti. Cima immortalata in film e libri che a causa riscaldamento globale e del ritiro dei ghiacciai ora sta ora franando. Ma non è sul “crollo” di un mito che si parlerà al festival, bensì di uno dei più dolorosi tentativi di scalata della vetta delle Alpi svizzere. Si tratta del film “Nordwand”, di Philipp Stölzl, in prima mondiale in Piazza Grande, sabato 9 agosto 2008: pellicola che ripercorre il tragico tentativo del 1936 di scalare la parete settentrionale dell’Eiger: un’ascensione alpina trasformata in un’emozionante esercizio di suspense. La leggendaria scalata non è la prima volta che viene raccontata in un film, in passato ci provò Gerhard Baur, pellicola premiata al FilmFestival di Trento nel 1982. Prima ancora Clint Eastwood, attore e regista, realizzò un thriller in grande stile con “Assassinio sull’Eiger” trasformando la scalata in una fiction carica di suspense. La parete nord dell’Eiger ha rappresentato per generazioni di alpinisti qualcosa di irraggiungibile. Solo nel 1938 venne vinta da una cordata di alpinisti tedeschi e austriaci, dopo aver fatto numerose vittime. Talmente difficile e carica di significati che Hitler trasformò in eroi gli uomini che la conqui-
starono. Ma la parete è diventata famosa anche perché i drammi di chi vi arrampica possono essere seguiti in “presa diretta”, istante dopo istante seduti a un tavolo degli alberghi costruiti alla Kleine Scheidegg, un terrazzo naturale al quale arriva il più alto trenino d’Europa. Questa volta si ritorna alla storia vera : la co-produzione tedesca, austriaca e svizzera racconta del desti-
La drammatica ascesa del ‘36 in un film di Philipp Stolzl che unisce passione e avventura no dell’alpinista bavarese Toni Kurz dei suoi compagni sorpresi da una tempesta. Mentre cercano di ritornare tre precipitano e muoiono, Kurz sembra farcela, si cala fino a pochi metri dai soccorritori ma è ucciso anche lui dal gelo e dallo sfinimento. Girato in parte nel grandioso scenario delle Alpi bernesi, proprio nei luoghi in cui si è consumato il dramma, “Nordwand” narra le drammatiche peripezie dei personaggi, avversati dalle forze della natura, con un racconto che mescola con brio passione e avventura. c.m.
tratta del seguito del film “Fra tre giorni sarai morto”, che già aveva tenuto la Piazza con il fiato sospeso nel 2006. “La suspense è un meccanismo artigianale caratteristico dei gialli, dei thriller che va sperimentato, corretto, osservando i grandi maestri, gli specialisti del genere”, continua Fazioli. In altre parole un meccanismo che si può apprendere e che dipende dalla prefigurazione mentale, di quel che succederà dopo, dalla tecnica con cui situazioni o eventi sono suggeriti in anticipo. Ma anche dalla modalità di scrittura, dalla tecnica narrativa “ a volte avvolgente, a volte incalzante”, spiega Fazioli. Una lezione che parte da Alfred Hitchcock e che arriva ad Andrea Camilleri o a Carlo Lucarelli, passando per Patricia Highsmith, la scrittrice di gialli che abitava in Vallemaggia, che ha pubblicato un libro su questo aspetto: “Come si scrive un giallo, teoria e pratica della suspense”, proprio per svelare come è strutturato un thriller, mostrandone, gli strumenti creativi attraverso un metodo di scrittura, l’attenzione ai particolari prima insignificanti, ma che si riveleranno determinanti. “Per creare la suspense in una storia, in un giallo basta in fondo un semplice trucco: fornire agli spettatori
Il cinema
IN UNA BATTUTA
C’era una volta il West 1968
“Ma tu sai solo suonare, Armonica, o sai anche sparare?”
Indiana Jones e l’ultima crociata 1989
“Non sapevo sapessi pilotare un aereo” “Pilotare sì, atterrare no!”
Andrea Fazioli spiega come si costruisce un giallo perfetto che coinvolge i lettori maggiori informazioni rispetto ai protagonisti. Vorremmo dirglielo, ma non si può”, spiega Andrea Fazioli. E ricorda la lezione di Hitchcock: “Il regista per far comprendere la differenza tra sorpresa e suspense, era solito raccontare la scena di due persone sedute tranquillamente ad un tavolo. Se dopo qualche minuto esplode una bomba sotto il tavolo, lo spettatore sobbalzerà sulle sedia. Questa è l’effetto sorpresa. Dura un attimo. Ma se il pubblico vede dapprima un terrorista mettere la bomba sotto il tavolo, e sa che l’ordigno scoppierà 15 minuti prima di mezzogiorno, cosa che i protagonisti del film ignorano, si creerà una situazione d’attesa. Se poi si inquadra l’orologio che avanza inesorabilmente verso l’ora fatale, la suspense crescerà di minuto in minuto. Nel primo caso, si è offerto al pubblico quindici secondi di sorpresa al momento dell’esplosione. Nel secondo caso gli abbiamo offerto quindici minuti di suspense”. Per creare la suspense in maniera tradizionale ma non banale, fa presente Fazioli non è necessario immergere la storia ‘gialla’ nei vicoli bui, disseminarla di assassini, di cadaveri sanguinolenti, “occorre invece creare un clima mentale, entrare nella ‘testa’ dei protagonisti, nella psicologia creare una sottile situazione d’attesa; almeno questo è quello che piace a me, che preferisco”. cmazzetta@caffe.ch
La dolce vita 1960
“A me invece Roma piace moltissimo: una specie di giungla, tiepida, tranquilla, dove ci si può nascondere bene” Mamma ho perso l’aereo 1990
“Ho la sensazione di aver dimenticato a casa qualcosa di importante”.
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L’abc del festival La tecnologia arriva dal futuro
Il cinema
IN UNA BATTUTA L’aereo più pazzo del mondo 1980
“Sono molto nervoso...” “È la prima volta?” “Oh no, è successo molte altre volte!” Lo squalo 1975
“Ci serve una barca più grossa”. L’invasione degli ultracorpi 1956
“Quelli che mi stanno inseguendo non sono esseri umani! Ascoltatemi! Siamo tutti in pericolo!”
EZIO ROCCHI BALBI
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aos, disordine, indisciplina, ma Napoli è anche storia, cultura e tradizione. Due volti della stessa città dove il primo si sovrappone con feroce puntualità al secondo, e non basta la poesia, la musica e quello sfondo da cartolina a cancellare quelle istantanee che distruggono in un attimo l’immagine della città. Le montagne di rifiuti nella memoria recente, i crolli dei palazzi di ieri, la malavita e la camorra di sempre. Nato a Torre del Greco nel 1972 il giovane Bruno Oliviero, col suo “Napoli Piazza Municipio” - in prima mondiale nella sezione Cineasti del presente sceglie proprio la centralissima piazza come luogo di interfaccia, per affrontare un discorso apparentemente senza soluzione sulla realtà cittadina. Nella presentazione dei film del Pardo gli viene anticipatamente riconosciuta una realizzazione “che echeggia di poesia, dove la famosa piazza di Napoli diventa una metafora dell’intera società”. Ma la piazza napoletana, con la sua
Un luogo cittadino come metafora sociale nel docufilm di Bruno Oliviero in prima mondiale vicinanza con Piazza Plebiscito e la “city” di via Toledo, già di suo è considerata un crocevia fondamentale per la città, e i più ottimisti ne ridisegnano già il ruolo che avrà, ancor più esaltato, quando aprirà (se aprirà) la stazione del metrò in costruzione. “Mi sono accorto che tutti parlavano del passato, a volte anche molto prossimo – spiega il regista -. Così alla fine mi sembra di aver registrato il pas-
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www.hdtv-forum.ch http://officine.unia.ch www.cinemaitaliano.info/personaggio.php?id=00007566
www.rarovideo.com www.cede.ch www.dolby.com
Un maxischermo per 35 millimetri
La doppia qualità ora è in digitale
Lo chiamamo suono ma è in surround
Tra i più grandi al mondo lo schermo in Piazza occupa 364 metri quadrati, con il proiettore a 80 metri
Oltre al proiettore tradizionale, l’alta definizione è affidata a un Xdc server-Hd Cam con 27 mila lumen
Impianto analogico e digitale per il sonoro che sfoggia il Dolby, l’S-Dds e il futuristico Digital Tecno Sound
L’ordine&Il disordine
La piazza di Napoli è sospesa nel tempo sato che vive nel presente, in una piazza di una città come Napoli, dove le varie parti, i differenti strati non riescono mai a formare un intero”. Piazza Municipio, oltre a collegare la zona occidentale e la zona orientale della città, costituisce soprattutto la principale porta d’ingresso a Napoli dal mare, con la presenza del Molo Angioino e della Stazione Marittima, e Olivierio, di suo, ci mette uno sguardo cinematografico forte, fra realismo e poesia sì, ma con grinta. La stessa grinta che gli ha fatto vincere il Filmmaker 2006 di Milano, con quell’”Odessa” firmato con Leonardo Di Costanzo. Un’altra storia “da” Napoli, un documentario che narrava le vicende dell’equipaggio della famosa nave, Odessa appunto, ancorata nel porto da anni da cinque anni con tutto il suo equipaggio di marinai ucraini. In quel caso caos, disordine di natura burocratica, finanziaria o incomprensibili. Una storia surreale, come la nave, un posto sospeso nel porto di Napoli dove il tempo sembra essersi fermato. Proprio come in Piazza Municipio. erocchi@caffe.ch
‘Le Officine, una storia che si doveva raccontare’ PATRIZIA GUENZI
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n mese di sciopero non è stato vano, ma ci ha permesso di arrivare al traguardo. Abbiamo vinto una battaglia, ma non la guerra. Dobbiamo restare vigili se vogliamo garantire reali prospettive alle Officine”. Le parole di Gianni Frizzo, a capo del comitato di sciopero delle Officine Ffs di Bellinzona contro lo
Il regista Danilo Catti presenta fuori concorso il “mese di passione” degli operai di Bellinzona
DA BELLINZONA A NAPOLI La famosa Piazza del Municipio diventa metafora della società; sopra, le Officine di Bellinzona in rivolta
Festival del film Locarno & noi Per una Svizzera dai mille volti
smantellamento dello stabilimento, all’indomani di un mese di passione (di ‘disordini’ alla rcerca di un diverso ‘ordine sociale’) e dopo aver ricucito lo strappo con il consigliere federale Moritz Leuenberger, risuoneranno nelle orecchie degli spettatori del Festival. Grazie a “Giù le mani”, di Danilo Catti, 53 anni, documentarista, regista Tsi, che sarà presentato in una speciale proiezione fuori concorso, in prima mondiale.
Un’inedita cronaca vissuta dall’interno dello sciopero delle Officine delle ferrovie a Bellinzona, che la scorsa primavera ha scosso il Ticino, coinvolto l’intera Svizzera e mobilitato migliaia di persone solidali con gli operai. “È un film svizzero che racconta di un problema svizzero, che ha toccato la Svizzera nelle sue viscere e scatenato mille sentimenti e altrettante frustrazioni”, precisa Catti. E allora, “Giù le mani” sarà l’occasione per vedere realmente tutto ciò che i media non sono riusciti a scrivere, documentare, fotografare, semplicemente perché non c’erano. Tutto ciò che i protagonisti hanno vissuto, ma che al di fuori dalle mura delle Officine non è trapelato perché coperto dal “riserbo delle trattative”. Invece, la cinepresa di Catti era sempre presente. Lì, sul campo, a seguire tutte le trattative. Dall’inizio alla fine. A cogliere le sfumature dell’animo degli operai coinvolti, delle loro famiglie, di tutte le persone preoccupate per uno smantellamento che colpiva il cuore dell’industria ticinese e il passato storico del cantone. Insomma, il Gianni Frizzo di Catti sarà inedito. Un’altra persona rispetto alle dichiarazioni ufficiali riportate dai media. Anche se, malgrado il piglio brusco, di tanto in tanto il “leader” delle Officine ha lasciato trapelare i sentimenti, il documentario di Catti entra nelle viscere di una tragedia che ha messo in evidenza la brutalità di un’economia dai ritmi sempre più incalzanti dove l’attenzione per l’altro è nulla. “Era una storia che gridava di essere raccontata - spiega Catti -. E mi premeva coglierne soprattutto l’aspetto umano, quello dei sentimenti, delle ansie e paure degli operai e delle loro famiglie, ho privilegiato i valori umani.” pguenzi@caffe.ch
Una Svizzera ricca di manifestazioni emozionanti: è il nostro obiettivo e il nostro impegno. Come sponsor principale sosteniamo interessanti eventi sportivi e culturali in tutto il paese. Fra questi il Festival internazionale del film di Locarno. Lasciatevi entusiasmare insieme a noi dalle mille sfaccettature della Svizzera.
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L’abc del festival Il meglio dei film d’animazione e cortometraggi con passaporto rossocrociato
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http://oceanomare.blogspot.com/ http://tv.repubblica.it/home_page.php?playmode=player&cont_id=5140 www.wuz.it/articolo/476/intervento-baricco.html
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www.oceanomare.com www.scuolaholden.it http://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_Baricco
La cucina a cartoni animati Dopo dieci anni dalla sua prima apparizione a Locarno, ritorna “Cuisine d’animation 2”, quattordici cortometraggi in rappresentanza del meglio dell’animazione svizzera dal 1998
Jeu, di Schwizgebel
Nosferatu Tango, di Horvath
Wolkenbruch, di Eltz
Poldek, di Gentinetta
Già considerato un maestro dell’animazione, George Schwizgebel ha realizzato “Jeu” nel 2006
Il corto d’animazione di Zoltan Horvath, realizzato nel 2002, ha trovato spazio con successo anche sul web
I rarefatti disegni di Simon Eltz sono concentrati nel ritmato “Wolkenbruch” realizzato nel 2005
L’opera di Claudius Gentinetta, “Poldek”, è stata selezionata dal Gruppo svizzero del film d’animazione per la rassegna
Lo scrittore
A lezione di musica da Alessandro Baricco LIBERO D’AGOSTINO er il suo vero esordio cinematografico, Alessandro Baricco s’è cimentato in un impegno non da poco: demolire con la “Lezione 21” del suo professore Mondrian Killroy la Nona di Beethoven. Picconare l’ingiustificata fama di quell’Inno alla gioia, che oggi fa anche da colonna sonora ad un’Unione Europea che tanto felice, poi, non è. Cinquant’anni, Scrittore, regista e autore teatrale, Baricco è uno degli intellettuali italiani che più dividono la critica e i lettori. Fatuo, involuto e narcisista dicono i suoi detrattori; eclettico, impegnato e coerente, secondo i suoi ammiratori, che ne hanno fedelmente seguito il percorso creativo, da “Castelli di rabbia” a “Oceano Mare”, dal monologo “Novecento”, a “Seta”, “Senza sangue”, “City” e all’ultimo saggio, “I barbari”. I ferri del mestiere per misurarsi con Beethoven, Barrico li ha tutti: laurea in filosofia, con Gianni Vattimo, il maestro forte del “pensiero debole” e diploma in pianoforte al Conservatorio, dedica i suoi primi saggi alla critica musicale, con spiccata predilezione per Gioacchino Rossini, e al rapporto tra musica e mondo contemporaneo. Ma perché ce l’ha tanto con la Nona sinfonia? È il suo amore per Rossini?
Il cinema
IN UNA BATTUTA
P
“Quello che penso io su Beethoven conta poco. Ho creato un personaggio, il professore Mondrian Killroy, che sviluppa e bene argomenta una tesi fondata. Certo, in alcuni punti il suo pensiero coincide col mio. Soprattutto per quel che riguarda l’influsso delle sedimentazioni storiche e culturali nell’attribuire valore artistico a talune creazioni. Per capire la loro reale portata artistica sarebbe interessante indagare su cosa hanno fatto i loro autori dopo questi grandi lavori”. “Per Lezione 21 ha costruito una fantasmagorica macchina narrativa: atmosfere circensi e tagli teatrali, immagini spezzettate, ma molto curate, e veloci sequenze da video, che alla fine si ricompongono in un film. Una tecnica che attinge al suo stile di scrittore? “Non sono nato regista. Nel film butto dentro sensibilità che vengono dal teatro, dalla tv, dalla letteratura e dalla scrittura. Contaminazioni diverse. In fondo mi sento come uno straniero che parla una lingua non sua, io ho tentato a modo mio di parlare la lingua del cinema” Ha definito “Lezione 21 un film sulla vecchiaia, come mai? “Mondrian attribuisce grande importanza al fatto che Beethoven compose la Nona da vecchio e alla fine della sua carriera. Lo stesso Mondrian è vecchio, parlando di Beethoven la sua diventa an-
IL DOCENTE Il professore Mondrian Killroy, interpretato da John Hurt, tiene la sua 21 lezione sulla Nona sinfonia di Beethoven; a sinistra, Alessandro Baricco
Fotogramma
“È la mia ‘prima’ da regista. E sono orgoglioso che questo avvenga a Locarno”
L’amara sinfonia del Maestro Mondrian Killroy N
el monologo di Novecento diceva: “Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia da raccontare e qualcuno a cui raccontarla”. In “Lezione 21”, anteprima mondiale in Piazza Grande a Locarno, Baricco di cose da raccontare ne ha tante. Anzi, capovolge una storia di chiara fama, per sradicare la verità universalmente accettata che la Nona sinfonia di Beethoven sia un immortale capolavoro, e costruirvi sopra tutt’altra storia. La “Lezione 21” comincia col vecchio ed eccentrico professor Mondrian Killroy mentre racconta ai suoi studenti di un violinista, Hans Peters, che nel 1824 si lascia morire dal freddo
Matrix 1999 Morpheus: “Ho visto agenti dare pugni attraverso muri di cemento, uomini svuotargli caricatori adosso colpendo solo l’aria. La loro velocità e forza però sono e restano frutto di un mondo che osserva delle regole”
Il violinista Peters muore sulle note della musica, e il professor Killroy diventa uno ‘squatters’
che una riflessione sulla vecchiaia” Cos’è il cinema per lei? “Ho fatto tante cose diverse musica, teatro, tv e ho scritto dei libri, tutte accomunate però dalla voglia, dal bisogno di raccontare una storia. Il cinema è uno strumento in più per questo gusto del narrare, senza dubbio più complicato ma anche più affascinante” I suoi personaggi spesso non muoiono con i libri, Dann Rail citato in Castelli di rabbia, ricompare in Seta, lo stesso Mondrian Killroy, il professore di Lezione 21, c’era già in City. “È soprattutto un vezzo. L’ho ereditato dalle letture giovanili di Joseph Roth, lui ricorreva spesso a questo espediente. A me piace perché crea collegamenti sotterranei tra un libro e un altro, tra cose diverse nel tempo. Spero solo che non disturbi i lettori” Cosa si aspetta da questa prima mondiale in Piazza Grande a
Locarno? “Di venire e vivere lì questo magnifico momento. È la prima volta che da regista mi presento al grande pubblico, sono onorato e orgoglioso del fatto che ciò avvenga in Piazza Grande, nel contesto di un Festival che significa molto per il cinema”. Le ha fondato anche una scuola di tecnica narrativa, la Holden, ma per lei cosa significa narrare, con la scrittura o con le immagini del grande schermo? “Narrare è un gesto fondante dell’umanità sin dalle origini, perché è qualcosa che coniuga piacere e sapere, gioia e conoscenza. È una delle cose più veramente nostre, come genere umane. Non bisogna perdere mai la voglia e la capacità di raccontare” Dopo Lezione 21, cosa ci sarà? “Un altro libro. Ho cominciato a lavorarci appena finito il film. Ma per ora non anticipo nulla”. ldagostino@caffe.ch
su un lago ghiacciato vicino Vienna, continuando a suonare sino alla fine. Sino a che gli appare un angelo che lo porta con sé in cielo. Il povero violinista si ritrova in mezzo ad una stravagante compagnia di angeli di tutti i tipi, dai tratti onirici che piacevano tanto a Fellini, pazzerelli e giocherelloni, ma soprattutto bene informati su cosa era veramente accaduto la sera del 7 maggio 1824 alla prima esecuzione della Nona sinfonia di Beethoven. Un flop. Col teatro mezzo vuoto, i pochi ammiratori del maestro che si agitavano per riscaldare una platea stecchita dalla noia e un impresario disperato per il fiasco totale. L’inarrivabile maestro, sordo come una campana, è tratteggiato come un tipo altrettanto noioso. Che si era meritato grande successo per la Quinta sinfonia, ma miseramente naufragato con la Nona. Curatissime e molto belle nella trasognante atmosfera da circo, le immagini in cui gli angeli inscenano l’ Inno alla gioia. Il povero violinista Hans Peters muore veramente sulle note di quella musica, mentre il professore Killroy lasciato l’insegnamento va a vivere in mezzo agli squatters, sempre più amareggiato per l’immeritata fama della Nona in re minore del grande Ludwig van Beethoven. Lezione 21 è una fantastica matrioska narrativa, con un racconto dentro altri racconti, il cui distillato finale, quello che sembra interessare veramente a Baricco, è il misterioso e insondabile meccanismo della percezione umana per cui un’opera è destinata a fallire o trionfare, a prescindere dal suo reale valore artistico. l.d.a.
It 1990 “Lo vuoi un palloncino?”
Basic Instinct “Uccidere non è come fumare. Si può smettere”
1992
L’attimo fuggente 1989
“‘O Capitano, mio capitano!’ Chi conosce questi versi? Non lo sapete? È una Poesia di Walt Whitman, che parla di Abramo Lincoln…”
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L’abc del festival Quattro donne per un pardo
http://italian.imdb.com/title/tt0429727/ http://italian.imdb.com/name/nm0604335/ http://it.wikipedia.org/wiki/Nanni_Moretti
Claudia Laffranchi Il “volto ufficiale” del Festival, almeno sul palco in Piazza Grande, è la ticinese Laffranchi. Giornalista e conduttrice televisiva vanta nel curriculum una docufiction realizzata negli Stati Uniti, dove vive e scrive per il Caffè.
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www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=33150 http://filmup.leonardo.it/sc_ilcaimano.htm http://it.movies.yahoo.com/c/caos-calmo/index-2234048.html
Tiziana Finzi
Chicca Bergonzi
Nadia Dresti
Insostituibile braccio destro di Maire, che accompagna ovunque ci sia da “trattare” una pellicola da assicurare al Festival, ha la responsabilità dell’intera programmazione della kermesse del Pardo.
Dalla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi a Milano a delegata alla direzione artistica. Affidata a lei la programmazione dei Pardi di Domani e nella 61esima edizione anche l’evento speciale Mélancolie Cinéma.
Nel triumvirato al femminile della guida artistica è il direttore dell’Industry Office del Festival abbinata, quest’anno, al laboratorio di co-produzione Open Doors Factory e l’evento Spotting the right training.
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Il regista
Un Moretti a 360°, anche inedito, per rileggere trent’anni di storia
Il cinema
IN UNA BATTUTA
Attila flagello di Dio 1982
ROBERTO NEPOTI
“A come atrocità, doppia T come terremoto e traggedia, I come ira di ddio, L come lago di sangue, A come adesso vengo e ti sfascio le corna!”
O
Fotogramma
ttima e abbondante, anzi completa, la retrospettiva che il Festival di Locarno dedica a Nanni Moretti. Ed è importante che lo sia: perché, aldilà degli stranoti tormentoni dei suoi film (le frasi “Ve lo meritate Alberto Sordi!”, “Continuiamo così, facciamoci del male!”, “D’Alema, dì una cosa di sinistra”), vi si potrà scoprire la personalità di un uomo di cinema a 360°: regista, attore sceneggiatore, produttore, distributore, esercente di sala, direttore di manifestazioni cinematografiche (il Torino Film Festival). Finora si era parlato molto del Moretti cineasta e “personaggio”: provocatorio interprete dei disagi giovanili nei primi film poi, via via, più maturo osservatore critico dalla società italiana, con i suoi usi costumi e difetti. S’è trascu-
Roma città aperta
Il film di Moretti sul tema della crisi ideologica della sinistra sarà proiettato in Piazza Grande il 13 agosto
Più che una retrospettiva Locarno gli dedica un’opera omnia, spezzoni inclusi
Fino ad oggi è stato trascurato il suo ruolo attivo di promotore culturale
rato parecchio, invece, il suo ruolo attivo di promotore culturale, creatore di una factory (esperienza rara in Italia) che ha fatto debuttare e riunito in progetti comuni numerosi giovani aspiranti a far cinema. Così come il ruolo di distributore ed esercente di qualità, in un panorama sempre meno attento a quella, sempre più al profitto di un cinema inteso come pura merce. I film realizzati in prima persona da Moretti sono corti (a cominciare da “La sconfitta”, girato a vent’anni con una cinepresa di piccolo formato) e lungometraggi: “Io sono un autarchico”, “Ecce Bombo”, “Sogni d’oro”, “Bianca”, dove il regista impersona il suo alter-ego Michele Apicella; passando poi per altri personaggi (don Giulio, il prete di “La messa è finita”) an-
nel 2001 con la Palma d’Oro a Cannes), fragili ma positivi, e quelli di segno totalmente negativo: dal Cesare Botero del “Portaborse” all’apocalittica incarnazione del “Caimano”. Però la retrospettiva permetterà di apprezzare altri aspetti morettiani, corredando i film con una serie di documenti più o meno inediti, tutti di grande interesse: scene tagliate ed “extra”, documentari (da non perdere “The Last Customer” del 2002), mediometraggi, corti e cortissimi appartenenti a progetti collettivi (“Diario di uno spettatore”, realizzato in occasione di Cannes 2007). Per completare l’immagine di uomo di cinema “globale”, frequentatore di tutti i formati e di tutti i ruoli dell’universo cinematografico, Locarno ha riservato uno spazio anche al Moretti critico, consegnandogli una “carte blanche” d’una decina di film a sua scelta. A coronamento del tutto c’è, oltre lo sguardo morettiano, lo sguardo altrui su Moretti, in video e libro. La Retrospettiva comprende infatti otto documentari dedicati a Nanni, tra cui un numero della serie televisiva “Cinéma de notre temps”, “Diario d’aprile” di Andrea Molaioli e diversi speciali o interviste sui singoli film realizzati da Susanna Nicchiarelli. Per l’occasione, inoltre, esce un volume in francese (in collaborazione con i “Cahiers du Cinéma”) ricco di contributi e testimonianze della gente di cinema (Laura Morante e Carlo Mazzacurati, Sandro Petraglia e Silvio Orlando, Nicola Piovani e molti altri) che ha lavorato con lui. Un apparato “panottico”, insomma, per celebrare un personaggio che un tempo sembrava il più refrattario di tutti alle celebrazioni; ma che ormai rappresenta un trentennio di cinema, di cultura (e anche di politica) italiana e che sarà molto istruttivo riesaminare, in modo così completo, dall’osservatorio locarnese.
1945
“È facile morire bene. Difficile è vivere bene”.
007 Licenza di uccidere 1962 “Ammiro la sua fortuna, mister...?”. “Bond, James Bond”.
Il silenzio degli innocenti 1991 “Tutti gli psicopatici tengono dei trofei delle loro vittime. - Io no. Lei se le mangiava, dottore!”
PALOMBELLA ROSSA
che apertamente autobiografici. Come in “Caro diario” e “Aprile”, in cui Moretti fa - semplicemente - se stesso. Quanto all’attore, sarà interessante il confronto con le performance sostenute in film altrui: “Il portaborse” di Daniele Luchetti, dove Nanni presta il volto a un corrotto ministro italiano; “La seconda volta” di Mimmo Calopresti, in cui è una vittima del terrorismo che ritrova la propria attentatrice; fino ad arrivare al recente “Caos calmo”. I personaggi che ha interpretato si possono dividere in due tipologie: Apicella e relativi epigoni (tra cui gli uomini in lutto di “Caos calmo” e della “Stanza del figlio”, il suo film premiato
LA STANZA DEL FIGLIO – 2001
IL CAIMANO – 2006
CAOS CALMO – 2007
Vincitore della Palma d’Oro al 54° Festival di Cannes, racconta la storia di una famiglia colpita dalla morte del figlio
Presentato in concorso al Festival di Cannes, parla di un produttore cinematografico in crisi
Isabella Ferrari e Valeria Golino protagoniste con Moretti nel film di Grimaldi
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La vita diurna Luoghi ed eventi intorno alla Piazza
Orari
Il Forum
Insieme al Bar Verbano, il centro Rtsi accanto a Piazza Grande rappresenta il crocevia di attori, registi, vip, giornalisti e gente alla ricerca del gadget più originale
Dalle 10 alle 19.30
La cittadella del cinema, attorno al Fevi, si arricchisce di spazi ogni anno. Ma il Forum, dove si celebrano anche gli incontri con i registi, resta un punto fermo
Prezzi
3 frs non residenti
La spiaggia Con il Lido fuoriuso, a Locarno resta il Bagno pubblico, in riva al Lago, per rinfrescare le idee dopo ore e ore di proiezioni. Oppure si va ad Ascona, nel maxi-lido gratuito
Dalle 10 alle 3 Prezzi
Ingresso libero
Gli incontri L’Industry Office affidato a Nadia Dresti è il motore commerciale del Festival. Quest’anno si è aggiunta una dozzina di nuovi distributori di film
Open Doors L’Industry Office organizza una serie di eventi ed incontri tra addetti ai lavori, denominati ‘Open Doors’. Saranno più di 200 nell’edizione di quest’anno
I laboratori Per il terzo anno consecutivo torna “Kabaret Kino”, laboratorio d’improvvisazione cinematografica con Eric Gravel e Sergio Basso come ‘tutors’
ieci giorni di proiezioni, altrettanti di incontri, inaugurazioni, dibattiti, faccia a faccia, mostre e appuntamenti per parlare di cinema e dintorni. Con quattro protagonisti assoluti, anzi cinque. Ovviamente Nanni Moretti, al quale è dedicata la retrospettiva e che dal 13 agosto, per un paio di giorni, si darà in pasto a giornalisti, critici ed entusiasti ammiratori della sua filmografia, magari trasferendosi da un villaggio festivaliero all’altro con la sua mitica Vespa di ‘Caro diario’. E Palazzo Casorella, durante le dieci giornate del festival, dedica ai film di Moretti una mostra fotografica. Secondo momento clou è quello che coinvolgerà l’attrice americana Anjelica Houston, premio Oscar nel 1986 con ‘L’onore dei Prizzi’, eclettica e grande presenza cinematografica capace di spaziare da film drammatici a pellicole grottesche come quando ha vestito i panni di Morticia ne ‘La famiglia Addams’. Ad Anjelica Houston, che nel 2007 era presente nelle sale con il suo ul-
ne e dalla capacità dialettica di Alessandro Baricco, quarto protagonista dell’edizione 61 del Festival e in Piazza con il suo ‘Lezione 21’. Baricco sarà uno dei più ricercati interlocutori sui massimi sistemi della comunicazione e della cultura. Il quinto ‘occulto’ protagonista, ma di assoluto spessore, della 61° rassegna cinematografica locarnese sarà proprio il cinema. Inteso come stabile, come fantastico contenitore collettivo in cui la settima arte trova la sua massima intensità. E ad omaggiare i ‘palais du cinema d’antan’ ci ha pensato Simon Edelstein, fotografo e regista che, nella mostra intitolata non per caso ‘Mélancolie Cinéma’ ha ritratto le sale cinematografiche del passato, che sognavano l’immortalità e credevano di poter attraversare il tempo, come cattedrali. Qualcuno di questi leggendari ‘cinema paradiso’ immortalati da Edelstein sono sopravvissuti. Resta da vedere fino a quando, con la lenta ma inesauribile estinzione di ‘palais’ che fanno posto a centri commerciali e, nel migliore dei casi, ad anonime multisala. Il resto del ‘coté’ culturale festiva-
Dieci giorni di incontri, dibattiti, conferenze. Con due “mattatori”, Moretti e Houston
Baricco incanterà il pubblico con la sua dialettica, Edelstein con le immagini dei cinematografi
MAURO GIACOMETTI
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timo lavoro, ‘Il treno per Darjeeling, di Wes Anderson, sarà consegnato l’Excellence Award pardesco, con relativo bagno di folla al Forum nella cosiddetta ‘Masterclass’. Il terzo mattatore del Festival edizione ’08 sarà quindi Amos Gitai, regista israeliano con una quarantina di film all’attivo, tra fiction e documentari, nominato Pardo d’onore quest’anno e che incontrerà giornalisti e fan l’8 agosto al Forum della Morettina. Ci si aspetta molto dall’affabulazio-
Vent’anni dell’Associazione Trigon-Film festeggiati con due proiezioni, una per famiglie e l’altra per adulti, accompagnate da musica jazz
Da programma Prezzi
Ingresso libero
IL DIARIO E IL VIAGGIO DI DUE STAR In alto, l’immagine della locandina di ‘Caro diario’, uno dei film più famosi di Nanni Moretti; sotto, una sequenza dell’ultimo film di Anjelica Houston, ‘Il treno per Darjeeling’
La malinconia delle vecchie sale
liero prevede lunedì l’11 agosto, per il terzo anno consecutivo, videasti, artisti, cineasti, critici ed esperti del settore che discuteranno al Forum del rapporto tra il cinema e le altre arti visive nella produzione delle opere contemporanee. Ma la gran parte delle discussioni e degli incontri e, perché no? degli affari cinefili, come da tradizione, si svolgeranno nei locali, nei lounge e nelle salette approntate dalla ‘macchina’ festivaliera. mgiacometti@caffe.ch
Il cinema svizzero si proietta sul web
Si chiama Play Forward la sezione sperimentale del Festival curata da Tiziana Finzi che riunisce film, videoclip e altre forme d’arte
L’anniversario
Orari
La mostra
Dalla vespa di Nanni al treno di Anjelica
Gli esperimenti
www.e-talenta.1st.ch www.swissfilms.ch www.piazzagrande-locarno.ch
La Magnolia
Orari
I produttori
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www.tv.com/person/64044/summary.html www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=44614 http://it.youtube.com/watch?v=7ob-LW6Xt7s
È
ancora in versione sperimentale (beta) e gratuita, fino alla fine di quest’anno, ma il data-base su internet ‘e-talenta’ (www.e-talenta.1st.ch), realizzato dalla European Actors & Artists Connection è senza dubbio il portale di riferimento dell’attività cinefila continentale, svizzera compresa. Caratteristiche e potenzialità di ‘e-talenta’ saranno illustrate da Beatrice Kruger in una tavola ro-
Un tour de force rossocrociato di alto livello per quanto riguarda gli appuntamenti e le proiezioni JEAN-FRÉDÉRIC JAUSLIN Direttore dell’Ufficio federale della cultura, Inaugurerà e supervisionerà la giornata sul cinema svizzero al Festival, il 12 agosto
tonda nell’ambito della giornata del cinema svizzero il 12 agosto. Un tour de force rossocrociato di alto livello per quanto riguarda gli appuntamenti e le proiezioni. Si parte alle 10 del mattino, con l’inaugurazione ufficiale della giornata al ‘Pavillon Swiss Film’, con la presenza di JeanFrédéric Jauslin, direttore dell’Ufficio federale della cultura e Micha Schiwow, direttore di Swiss Films, per continuare con la premiazione dei vincitori 2008 a ‘La Sala’. Da mezzo-
giorno, al Villaggio Magnolia di Piazza Grande, si potrà invece partecipare alla tavola rotonda ‘Glamour! Carpets! Awards! What For?’ organizzata dall’associazione svizzera dei giornalisti cinematografici e condotta da Christian Jungen con Nicolas Bideau e Francine Brücher come relatori. Alle 13.30, sempre il 12 agosto, allo Spazio Cinema in zona Morettina, la presentazione del dvd ‘Jungle Talente 08’ con la presenza degli attori e tavola rotonda condotta da Corinna Glaus, Susan Müller e Martin Rapold. Alle 14.15, sempre a Spazio cinema, la kermesse rossocrociata della celluloide prevede appunto la presentazione del portale web ‘e-talenta’ con relativa tavola rotonda. Due anteprime nel pomeriggio a ‘La Sala’ (‘Cuisine d’Animation2’ e ‘Luftbusiness’), ma soprattutto la proiezione in serata in Piazza Grande di ‘Marcello Marcello’ e di ‘Retouche’ costituiscono il piatto forte cinematografico. Poi tutti all’ambitissima festa conclusiva del cinema svizzero al Lido, condita da un ricco buffet e danze sfrenate fino a notte fonda. m.g.
imon Edelstein, fotografo e regista, ha relizzato una serie di immagini delle sale cinematografiche S d’antan, d’epoca. Un’epoca in cui i cinematografi erano al centro del mondo, consacrati alla settima arte, punti focali di cultura, spettacolo e sogno. Ecco una selezione del reportage fotografico di Edelstein che sarà esposto sia al Centro Elisarion di Minusio sia alla Casa Serodine di Ascona.
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www.2she.ch www.swissguide.ch www.local.ch
La vita notturna Luoghi ed eventi intorno alla Piazza
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www.pardo.ch/jahia/Jahia/home/pid/26 www.maggiore.ch www.ticino.ch
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La Rotonda
Orari
Il Lido
È il cuore dell’altro Festival, ma anche il punto di riferimento dei ‘cinefili doc’. Decine di locali, bancarelle, stand e musica per infuocate serate d’agosto
Fino alle 3
Un po’ penalizzato dai lavori, il ‘lounge’ sul prato del Ristorante Al Lido aprirà i battenti solamente per la serata di gala del cinema svizzero, martedì 12 agosto
Orari
Dalle 19 alle 3 Prezzi
Ingresso libero
Prezzi
A consumazione
I bar Con la ‘Pardo Way’ s’è voluto mettere un po’ d’ordine tra i bar e i locali pubblici che gravitano attorno al Festival. Ma c’è spazio anche per gli altri…
Orari
Dalle 19 alle 3 Prezzi
Ingressi ad invito
Il relax
I biglietti
Sala rinata Il cinema Rex per una decina di giorni torna ai fasti del passato. Poi l’inevitabile oblio da dopofestival
Nuovi gadget Il gadget più ‘in’ del 60° fu la borsa ricavata dal vecchio telone del maxischermo. Il Pardoshop riserva altre sorprese…
La “movida” festivaliera si celebra sulla Pardo Way
Biglietto per proiezioni diurne nelle sale
fr. 15.– Biglietto per proiezioni serali in Piazza
fr. 22.–
(Fr. 32.– per serate con due film)
Tessera giornaliera
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a Muralto ad Ascona, passando per la rotonda di Piazza Castello, vero e proprio centro nevralgico della ‘movida’ festivaliera. Il 2008 sarà l’anno della prima ‘Pardo Way’, la via dei locali targati Festival, una dozzina di bar, ristoranti e lounge dove passare il tempo, incontrare gente, mangiare o ballare tra una proiezione e l’altra. L’organizzazione, con questa iniziativa, ha voluto metter ordine ai locali che si possono fregiare del ‘marchio’ pardesco. Senza dimenticare, ovviamente, gli altri esercizi pubblici che si affacciano su Piazza Grande o nelle immediate vicinanze delle sale di proiezione. La passerella dell’enogastrofestival può cominciare con l’Open Doors Factory, a ridosso del ristorante DiVino di Muralto e prosegue, entrando a Locarno, sotto i portici con un aperitivo al Caffè Paolino. Poco distante, davanti all’Ubs, nel Villaggio Magnolia, musica e cocktail allo Spazio Rtsi, prima di
affacciarsi sul marciapiede del Bar Sport, uno dei locali più ‘trendy’ dell’epopea festivaliera. Quindi ci si può dirigere verso il Cantinone e finire la prima tappa del tour della Pardo Way al 2shé.
Una dozzina di locali “griffati” in giallo e nero coloreranno le notti Un meritato riposto prima di affrontare la circumnavigazione della Rotonda, vero e proprio bazar di proposte gastronomiche, shopping etnico e attrazioni varie. Negli anni questo spazio è riuscito a calamitare sia il mondo dei cinefili che quello dei semplici ‘viveur notturni’, poco interessati a pellicole, attori e registi. Data l’impegno di una serata alla Rotonda, è consigliabile un’altra pausa prima di affrontare le rampe per il Ca-
stello e dirigersi verso ‘La Suite’, isola di incontro per vip, personalità e varia umanità. Si ritorna poi in Città Vecchia e alla Casa del Popolo non può mancare un ‘pit stop’ a base di pizza e piatti prelibati, si prosegue con il ‘lounge’ del teatro Paravento, prima di immergersi nel Max Way, locale relativamente nuovo, a pochi passi da Piazza Grande. E a proposito di nuovi locali, non poteva mancare il Seven di Ascona, inaugurato un anno fa e già ben collaudato, per una trasferta ‘fuoriporta’ dei tipi da festival. Tra i punti nevralgici delle dieci giornate festivaliere, non inseriti nella Pardo Way ma ben conosciuti e apprezzati da cinefili e non, vanno ricordati il Bar Verbano, per incontri informali con registi, attori e giornalisti, nonché il Ristorante Lido, un po’ penalizzato dai lavori in corso per realizzare il nuovo centro balneare ma in grado egualmente di offrire serate a tutto volume. m.g.
fr. 42.– (Fr. 47.– nei giorni con doppia proiezione serale)
Abbonamento generale
fr. 300.– (con foto; a partire da lunedì 11 agosto, fr. 210.–)
Prevendita. I biglietti per le proiezioni serali in Piazza Grande e le tessere giornaliere possono essere acquistati a partire dal mese di luglio presso tutti i centri di prevendita Ticket Corner (www.ticketcorner.ch), oppure telefonando al numero 0900 800 800 Le tessere e i biglietti serali Possono essere acquistati presso le casse in Piazza Grande a partire da lunedi 4 agosto, ore 10.00