Moon and Stars 2007

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IL CAFFÈ

IL DIRETTORE

MAGAZINE 5

Eventi MOON

&STARS

Sei notti

di musica A Locarno nuova parata di grandi nomi del mondo delle sette note sul palco di Piazza Grande per la quarta edizione del festival Moon&Stars Speciale de

direttore responsabile LILLO ALAIMO

“Un cast adatto a tutti i gusti” A PAGINA III

IL RITORNO

Un pezzo di storia sulla Piazza A PAGINA V

IL PERSONAGGIO

È allarme per l’uragano Avril A PAGINA VII

20.30 DOMENICA 8 LUGLIO ORE

PETER GABRIEL .30 LUNEDI 9 LUGLIO ORE 20

ZUCCHERO

20.30 MARTEDI 10 LUGLIO ORE

AVRIL LAVIGNE E 20.30 MERCOLEDI 11 LUGLIO OR

BEASTIE BOYS .30 GIOVEDI 12 LUGLIO ORE 20

P!NK .30 SABATO 14 LUGLIO ORE 20

MUSE

testi di GIORGIO CARRION e MASSIMO SCHIRA


IL CAFFÈ

III

eventi

Estate 2007

MOON & STARS LOCARNO

“È un uncast castadatto adatto a tuttiiigusti” gusti”

Il direttore André Béchir presenta il suo quarto Moon&Stars

MASSIMO SCHIRA

er Locarno è il quarto inizio di luglio all’insegna della grande musica internazionale. Il ritorno di Moon&Stars, con sei concerti tra l’8 e il 14 luglio, è la conferma di un appuntamento di primissimo piano a livello nazionale. Per il direttore della società organizzatrice dell’evento, André Béchir, patron di Goodnews, la quarta kermesse musicale di Piazza Grande rappresenta più che altro la quarta sfida. Una sfida che inizia prima di tutto nell’allestimento del programma, nell’attirare a Locarno le grandi star. “La presenza dei grandi festival è un notevole freno - spiega al Caffè -. Ma i nostri sforzi si concentrano sul garantire la qualità al nostro pubblico, attraverso artisti di primo livello. La difficoltà è ormai nota: i grandi nomi rispondono a chi paga di più…. Siamo comunque molto soddisfatti del cartellone 2007, con un cast adatto a tutti i gusti”. Negli scorsi anni lei disse che avrebbe voluto sentire un artista chiedere espressamente di venire a Locarno. Succede nel segreto delle firme contrattuali? “No. E credo non succederà mai. La concorrenza internazionale e nazionale è troppo forte. Pensi solo a quanti festival ci sono in Svizzera in questo periodo. E, ovviamente, sono sempre i dollari a comandare”. Come presenterebbe il programma di quest’anno? “È un buon mix. La scorsa edizione era adatta ad un pubblico più adulto, mentre quest’anno anche i giovani trovano gruppi molto interessanti”. Una scelta precisa dell’organizzatore? “Sì, volevamo davvero offrire ai giovani musica di qualità. Per questo abbiamo scelto un programma più adatto a loro”. E l’appeal di Piazza Grande? Davvero conta poco per gli artisti? “Con la Piazza piena e un’organizzazione perfetta, certamente godiamo di un vantaggio rispetto ad un prato verde, ma…”. C’è comunque un limite di capienza… “Non è un problema così grande, perché pubblico e artisti apprezzano soprattutto l’ambiente”.

La kermesse musicale secondo Fabio Bonetti

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Ti-Press

Ti-Press

Ma i prezzi salgono. “A titolo di paragone cito due esempi. I Beastie Boys che a Locarno costano 88 franchi, a Montreux costano il doppio circa. Peter Gabriel (88 pure lui in Piazza Grande), ad Amburgo, in Germania costa 126 franchi (76 Euro e 50). Non è vero che i nostri prezzi sono troppo alti”. L’organizzazione a Locarno crea particolari problemi? “Anche aggiungendo nuove proposte, come il villaggio sponsor di quest’anno, ad ogni edizione le cose diventano più facili. Grazie anche alla diretta collaborazione della città”. Si è creata un’ottima sinergia con le autorità. E per il futuro? “Mi auguro che continui, per confermare e legare il pubblico all’appuntamento. Se riusciremo a far riservare alberghi di anno in anno, sarà un bel successo”. Finanziariamente come sta Moon&Stars? “Abbiamo chiuso la scorsa gestione ancora leggermente in rosso. Ma sapevamo molto bene che per stabilizzare un festival di questo tipo sotto il profilo economico servono circa 10 edizioni”. I grandissimi della musica verranno a Locarno? “Credo che il pubblico, per un evento unico - dico per assurdo, i Beatles in Piazza - sarebbe disposto anche ad uno sforzo economico importante per il concerto. Dell’ordine dei 200 franchi a biglietto”. Ma… “Resta certamente da valutare se gli artisti accetteranno l’invito di Moon&Stars”. mschira@caffe.ch

Il sindaco di Locarno, Carla Speziali commenta il programma del 2007, fortemente improntato sulle nuove tendenze

“Un’edizione dedicata ai giovani. Mi piace molto”

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Ti-Press

uando parla delle grandi manifestazioni che costellano il cartellone locarnese, il sindaco Carla Speziali non nasconde mai il suo entusiasmo nel veder pulsare la sua città. La nuova edizione dei concerti di Moon&Stars che invaderà con musica, luci e suoni Piazza Grande tra l’ 8 e il 14 luglio -, quindi, non può che essere la miglior introduzione al sessantesimo compleanno del Festival internazionale del Film ad inizio agosto. “Moon and Stars è un appuntamento ormai molto atteso per tutti - spiega Speziali al Caffè -. Ed è frutto

della stretta collaborazione della città con gli organizzatori. Noi forniamo loro il terreno ideale per far valere la grande esperienza e professionalità che sempre portano a Locarno. La città è ben felice di collaborare con loro”. Locarno è già riconosciuta come “la città di Moon&Stars” nel resto del Paese? “Direi proprio di sì. Soprattutto il binomio con Piazza Grande è già diventato un classico. Lo testimonia il fatto che circa il 50% degli ospiti dello scorso anno venivano dalla Svizzera interna”. Piazza Grande finalmente come vero cuore pulsante della città. “Siamo consapevoli del fascino della Piazza. Ma fa particolarmente piacere sentire, ad esempio, gli artisti definirla un luogo unico al mondo. Ma anche il pubblico è molto legato a questo luogo”. Lei ha spesso contatto diretto con le star. Cosa le confidano della sua Locarno? “Lodano soprattutto la Piazza, perché dicono che suonare qui offre sensazioni ed emozioni speciali. Questo ci soddisfa molto”.

Come giudica il programma 2007, con Zucchero, Avril Lavigne, Pink, Beastie Boys e Muse? “Lo scorso anno era un po’ più dedicato alla mia generazione (ride)… La nuova edizione è molto più indicata per i giovani e questo è un ottimo segnale, oltre che un cambiamento importante”. C’è grande dinamismo anche nell’organizzazione, quindi. “Nel 2006 si era sottolineata l’importanza degli over 40 per la loro maggior disponibilità finanziaria, ma è essenziale offrire appuntamenti di qualità ai giovani di tutto il Ticino. Per questo il cartellone 2007 è particolarmente azzeccato e ci soddisfa molto”. Per tornare alla Piazza, è l’anno della pedonalizzazione. Che sensazione prova? “La notte bianca introduce a fine maggio la chiusura della Piazza e quando l’autosilo sarà pronto, la soluzione sarà definitiva. Le manifestazioni, poi, renderanno viva la Piazza”. m.s.

Ti-Press

‘Importante per turismo e immagine’

“U

n evento dall’impatto importante, capace da solo di far crescere il numero dei turisti ormai stabilmente del 10% in quel periodo dell’anno”. Dalle parole del direttore dell’Ente turistico Lago Maggiore, Fabio Bonetti, si capisce come il festival Moon&Stars abbia assunto crescente considerazione anche tra gli operatori del settore. Per la quarta edizione, la Piazza Grande ospiterà ancora un cast di primo piano a livello mondiale, anche considerando la “new entry” Peter Gabriel, che torna a Locarno, irrobustendo ulteriormente il cartellone. “Moon&Stars ha un effetto significativo anche per l’immagine di Locarno nel resto della Svizzera - sottolinea Bonetti -. Pensi che da un recente studio realizzato dal Festival del film, Piazza Grande è risultata la più nota della Svizzera con Parade Platz a Zurigo”. Importante anche perché allarga lo spettro dei clienti alle giovani generazioni. “Certamente, soprattutto con il programma 2007 ci attendiamo un pubblico giovane. E ne siamo molto soddisfatti”. Ci sono già clienti fedeli a Moon&Stars? “Molto dipende dal nome dell’artista. Quel che è molto positivo in questo senso è che c’è attesa per il programma dei concerti a Locarno. Segno che Moon&Stars è entrato nel panorama degli affezionati”. Avete studiato pacchetti particolari per i giovani? “In collaborazione con gli organizzatori stiamo elaborando le offerte apposta per i giovani”. Di che genere? “Per la prima volta si potrà acquistare un abbonamento per tutti i concerti. Spingendo i giovani - che magari ci visitano per la prima volta - a restare nella regione per 5 giorni, intendiamo offrire loro dei flash su come occupare il giorno”. Con quale tipo di attività? “Soprattutto con le offerte di svago di tipo sportivo. Ma senza input troppo aggressivi. Con un’informazione mirata che rimandi al sito internet dell’Ente, su cui ci sono tutti i dettagli necessari”.

m.s.


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Estate 2007

MOON & STARS LOCARNO

La “seconda volta” di Peter Gabriel tra performance hi tech e grande musica domenica 8 luglio ore 20.30

PETER GABRIEL http://www.petergabriel.com

Un pezzo di storia torna in Piazza Grande Tra le caratteristiche che hanno reso famoso Peter Gabriel anche i costumi insoliti

MASSIMO SCHIRA

a serata di domenica 8 luglio è dedicata ai “connaisseurs”. Sul palco di Piazza Grande tornerà, infatti, Peter Gabriel, uno dei maggiori musicisti della scena internazionale. Un vero e proprio pezzo di storia della musica. Non solo, perché Peter Gabriel è noto a livello mondiale anche per le sue attività di compositore, produttore e videoregista. Oltre che ad essere stato il principale promotore di molti concerti di denuncia e di difesa dei diritti umani. La carriera musicale di Peter Gabriel comincia, come spesso accade, sui banchi di scuola. Con Tony Banks, Anthony Phillips, Mike Rutherford e il batterista Chris Stewart - compagni della Charterhouse School di Goodalming - nel 1967 fonda il gruppo Genesis, con il quale arriverà alla ribalta internazionale, partendo curiosamente dall’estero e giungendo al successo in patria soltanto in un secondo tempo. Gabriel - suscitando la reazione sgomenta dei fan e mettendo in gioco anche la sopravvivenza stessa della band - lascia il gruppo nel 1975 per dedicarsi alla carriera di solista, con cui raccoglierà comunque innumerevoli successi. La carriera di Peter Gabriel va considerata a 360° nel panorama musicale. Non tanto per scelte tematiche o di genere, quanto per la varietà del suo lavoro. Tra i principali sperimentatori degli effetti sonori, già nel periodo dei Genesis si distingueva per una forte volontà di trasgressione e rinnovamento, come confermano i bizzarri costumi di scena che lo hanno spesso caratterizzato e le strane storie che amava raccontare per introdurre le canzoni. Appena intrapresa l’avventura solista, Gabriel sceglie di non dare un titolo ai suoi primi quattro album, ma di considerarli come capitoli di un’unica opera. Analogamente, sceglie uno stile di vita molto particolare, una lunga introspezione e riflessione, suonando a lungo il pianoforte, coltivando cavoli e praticando yoga e training autogeno. Peter Gabriel - nato il 13 febbraio 1950 - ha però raccolto consensi soprattutto con alcuni suoi video musicali. Ad esempio, nel 1986, con “Sledgehammer”, il musicista batte tutti i record. Il videoclip è il più premiato di tutti i tempi, e vanta pure il primo posto tra i 100 migliori video della classifica del magazine di “Rolling Stone”, oltre che la più alta programmazione nella storia dell'emittente televisiva Mtv. Non solo, perché nel 1989 si è cimentato con particolare successo anche con le colonne sonore cinematografiche. Pubblicando “Passion” - pensato per le musiche di “L’ultima tentazione di Cristo” di Martin Scorsese e considerato uno dei massimi album della world music - ottiene un Grammy Award nella categoria “Best New Age performance” e pure una nomination ai Golden Globe per la colonna sonora. Gli anni di Peter Gabriel solista,

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coincidono pure con il periodo dell'impegno. La sua “Biko” (1988) è stata la prima canzone rock a trattare le conseguenze della politica dell'apartheid. Sempre nel 1988 partecipa al tour “Human Rights now!” in collaborazione con Amnesty International a cui prendono parte anche Sting, Bruce Springsteen, Tracy Chapman e Youssou N’Dour. Peter Gabriel ha avuto due figlie dal suo primo matrimonio. Melanie ha collaborato con il padre nel 2002, nel corso del “Growing up tour”, dove ha fatto da vocalist durante i concerti che hanno portato l’ex Genesis ad esibirsi anche a Locarno. Analogamente, Anna ha partecipato “dietro le quinte” al medesimo tour, dove ha girato il documentario “A family portrait”. Gabriel e la sua seconda moglie, proprio nel 2002, hanno avuto un altro figlio: Isaac. Dal lontano 1975, quando Gabriel lasciò i Genesis (al suo posto quale solista venne scelto un certo Phil Collins), fino ad arrivare a oggi, il musicista inglese ha pubblicato una decina di album, imponendosi come uno dei maggiori sperimentatori del panorama internazionale. Tanto che Gabriel ha recentemente collaborato con alcune aziende realizzatrici di videogiochi per aiutarle nella produzione del suono per i video games. Ma il musicista inglese è anche tra gli inventori di “The Filter”, un’applicazione di iTunes capace di generare automaticamente una playlist a seconda del genere musicale preferito. Un pezzo di storia della musica, ma non solo, insomma, che suonerà in Piazza Grande in compagnia di una band assolutamente per palati fini e con performance tecnologiche assolutamente imperdibili.

I nuovi lavori Attualmente Peter Gabriel sta lavorando a due nuovi album. La data d’uscita è ancora un mistero, ma i titoli dovrebbero essere I/O (InputOutput) e Big Blue Ball

L’inattesa rinascita degli storici “Genesis” Dopo anni di silenzio, riecco la band inglese con Phil Collins

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uando, nel 1975, Peter Gabriel abbandona i Genesis per le crescenti tensioni interne legate essenzialmente al suo protagonismo, per la band inglese comincia una nuova vita. Si tratta innanzitutto di scegliere chi prenderà il posto dell’esuberante vocalist e musicista. Nel corso degli anni, Phil Collins aveva già intrapreso alcune esperienze con il gruppo e - dopo aver inutilmente sottoposto ad audizione centinaia di candidati - è proprio su Collins che cade la scelta degli altri membri della band. Ed è proprio sulla spinta di Phil Collins, reduce da una brillante carriera solistica, che l’esperienza dei Genesis riprende un paio d’anni orsono. Tra il 2005 e il 2006, infatti, si moltiplicano le voci su una possibile riunione dello storico gruppo inglese. La conferma della volontà di tornare in corsa, viene da Steve Hackett, che in un’intervista sul Chicago Sun Time spiega la vo-

lontà dei Genesis di tornare a lavorare assieme. Una conferma che viene poi anche dai due leader storici della band, Phil Collins prima, e Peter Gabriel poi. La riunione vera e propria, però, è del novembre 2006, quando viene annunciato il “Turn it on again Tour”, previsto per quest’anno. Del progetto non fanno però parte né Hackett, né Gabriel. Soltanto Tony Banks, Phil Collins e Mike Rutherford partiranno per la quarantina di date tra Europa e Stati uniti del Tour mondiale. Ad accompagnarli, i fidi Chester Thompson e Daryl Stuermer. Tra le tappe europee, il prossimo 12 giugno, anche quella allo Stade de Suisse di Berna, appuntamento attesissimo da tutti i fan della prima ora della storica band britannica tornata a far parlare di sé ad oltre quindici anni dall’ultimo disco in cui figurava Phil Collins alla batteria: il live “The Way We Walk”.


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“L’anima nera” della musica italiana MASSIMO SCHIRA

oi crediamo nel Blues, il Blues non morirà mai”. È il motto scelto da Zucchero “Sugar” Fornaciari per accogliere i suoi fan sul sito internet a spiegare al meglio l’“anima nera” della musica italiana, che si esibirà lunedì 9 luglio in Piazza Grande a Locarno per il festival Moon&Stars. Zucchero è certamente uno dei musicisti italiani più noti in giro per il mondo. Non fosse altro che per le sue intense collaborazioni con altri grandi del mondo della musica. Una propensione, quella di “lavorare in team”, che nasce già dai primi anni di carriera di Zucchero - che deve il suo nome al ricordo d’infanzia di una maestra di scuola che lo aveva soprannominato “marmellata e zucchero” per la sua dolcezza -, con Gino Paoli quale partner per gli album Rispetto e Blue’s. Sono i primi dischi in cui il cantautore emiliano si cimenta - con successo - nel Rythm and Blues. Proprio alcuni dei brani più noti di questa fase produttiva di Zucchero diventano famosi anche grazie alle scelte particolari del cantante, che ama duettare con “colleghi”. Basti pensare a “Senza una donna” nella versione con Paul Young. I tardi anni Ottanta sono anche il periodo

“N

più trasgressivo di “Sugar”. Già nell’’85, infatti, “Donne” suscita molte polemiche al Festival di Sanremo e attira molte critiche a Zucchero. Nonostante ciò, il brano realizzato con la Randy Jackson Band, avrà un enorme successo. Grandi discussioni emergeranno poi alla pubblicazione dell’irriverente brano “Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall’Azione Cattolica”. Il 1989 è l’anno della definitiva consacrazione del cantautore emiliano. “Oro incenso e birra”, suo settimo lavoro, già prima dell’uscita vanta oltre un milione di prenotazioni in Italia e diventa rapidamente il disco più venduto della storia italiana. Tra le canzoni più celebri contenute nell’album, “Diavolo in me” e “Diamante”, su testo di Francesco De Gregori. All’evoluzione sonora della musica di Zucchero, l’artista contrappone la costante delle collaborazioni con musicisti di calibro internazionale. Oltre a Paul Young, nascono anche amicizie con Joe Cocker e Luciano Pavarotti - con cui collabora attivamente al progetto “Pavarotti&Friends for war childs” e incide “Miserere”, contenuta nell’omonimo album - oltre che a

lunedì 9 luglio ore 20.30 Abiti neri occhiali scuri e cappello

Il Blues di Zucchero “Sugar” Fornaciari risuona per Moon&Stars

Oltre ad essere diventato uno dei cantautori italiani più famosi del mondo, Zucchero ha, in qualche modo, inaugurato una “moda”, un “Sugar Style”. Sul palcoscenico come nei video non mancano mai i suoi completi neri, gli occhiali scuri e il cappello a tuba, spesso con una piuma. Oltre all’ormai mitica barba incolta e ai capelli lunghi e trascurati

G.Putzu/Ti-Press

Passione per la terra Quando smette gli abiti da cantante, Zucchero ama molto dedicarsi alla terra, come dimostra il fatto che vive abitualmente in una fattoria con piante e animali al confine tra Emilia Romagna e Toscana Da cantautore irriverente a bluesman di successo internazionale

ZUCCHERO http://www.zucchero.it

Stevie Ray Vaughan e molti altri. Oltre che nelle vendite di dischi e nelle collaborazioni, il successo di Adelmo Fornaciari (il suo vero nome) è sancito soprattutto sul palcoscenico. Innanzitutto per un pubblico molto affezionato durante i suoi tour europei, ma anche per gli inviti che gli arrivano da tutto il mondo per i maggiori happening internazionali. Nel 1992, ad esempio, è l’unico italiano a Wembley per il concerto dedicato al grande Freddie Mercury, dove interpreta “Las palabras de amor” in memoria del leader e cantante dei Queen. Proprio in quell’occasione inizia un’ennesima collaborazione musicale di prestigio, quella con il chitarrista Brian May e il batterista Roger Taylor. Due anni dopo, è ancora l’unico a rappresentare il suo Paese all’evento Woodstock 1994, in memoria del grande raduno musicale inglese degli anni Sessanta. Questa caratura internazionale di Zucchero trova conferma anche nel successo che “Zu&Co.” album del 2004 in cui duetta con molti grandi artisti, da B.B. King a Dolores O’Riordan, da Miles Davis ad Andrea Bocelli, per non citarne che alcuni - ottiene negli Stati Uniti. Il disco vende oltre 200mila copie negli Usa, e suscita l’interesse di testate storiche come il Wall Street Journal e il Los Angeles Times. Zucchero rimane però un cantante molto amato soprattutto per le performance coinvolgenti che riesce a realizzare quando si esibisce dal vivo. Facendo leva su band formate da musicisti di grande spessore, sulla sua verve da Bluesman e offrendo al pubblico una selezione tra i suoi brani storici e le nuove proposte, riesce sempre a convincere gli spettatori. E anche se “Fly”, album uscito nel 2006, costituisce un cambiamento di stile verso atmosfere più pop con molte ballate, c’è da star certi che l’“anima nera” della musica italiana tornerà a tirar fuori le unghie e a scatenarsi sul palco di Piazza Grande.

“Welcome to Lunisiana Soul” Galline, mucche e asini in una fattoria tra Emilia e Toscana l rapporto tra il più noto bluesman italiano e la patria della musica nera, New Orleans, non poteva che essere stretto. Zucchero ha spesso lavorato con artisti della Louisiana, così come si è spesso trasferito a New Orleans e dintorni per registrare alcuni suoi lavori. Oltre al profondo amore per tutto quanto ruota attorno al Blues “vero”, lo stesso “Sugar” spiega - sul suo sito internet come ci siano davvero molte somiglianze con il suo universo quotidiano: “In Louisiana ci sono molte tradizioni che assomigliano a quelle della mia terra, l’Emilia”, scrive il cantautore. E proprio nel solco della tradizione emiliana, Zucchero qualche anno fa si è costruito una fattoria in Lunigiana, al confine tra Emilia e Toscana.

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Qui il cantante ha stabilito il suo “quartier generale”, dove vive con la famiglia e gli amici i suoi “giorni liberi”, circondato dai molti animali che alleva. Si va dalle mucche alle galline, dalle pecore agli asini, dai cavalli ai pavoni. Un ambiente bucolico da cui Zucchero trae pure ispirazione per comporre musiche e scrivere testi per le sue canzoni. Proprio per questo ha scelto di coniare un termine particolare per la sua terra, unendo l’amata Louisiana alla Lunigiana. Ne è uscito Lunisiana, che sta diventando una specie di “marchio” di casa Fornaciari, visto che è anche stato creato un simbolo, il Lunisiana Soul, tratto da un disegno di Alessandro Rabuffi. Del resto, il legame di Zucchero con la terra era già stato sancito da “X colpa di chi?” - tra i pezzi forti dell’album Spirito DiVino del 1995 - in cui un gallo era diventato il simbolo musicale del cantautore emiliano. Tanto che un enorme gallo gonfiabile lo accompagnava in tutte le esibizioni dal vivo.


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martedì 10 luglio ore 20.30

AVRIL LAVIGNE http://www.avrillavigne.com

a caccia L’uragano in musica Sempre di… nuovi premi chiamato Avril S

La folgorante carriera di una precoce cantautrice canadese

Riconoscimenti e “nomination” a raffica per la giovane Lavigne

MASSIMO SCHIRA

utto si può dire, fuori che la carriera di Avril Lavigne sia banale. La minuta rocker canadese dell’Ontario che si esibirà a Locarno il 10 luglio in Piazza Grande per Moon&Stars, a soli 23 anni, ha già alle spalle una serie impressionante di esperienze musicali, oltre che un successo planetario come raramente si è visto per una donna impegnata in una musica impegnativa come il pop-rock o poppunk, scelto da Avril. Pensare poi che le prime esperienze nel canto sono di origine religiosa, di quando, cioè, frequentava con la famiglia la Evangel Temple e intonava brani country e gospel, sembra lontano anni luce dalla grintosa ragazza che sale sul palco oggi. La prima canzone “pubblica” a 10 anni, la prima chitarra l’anno successivo e il primo grande concorso vinto di lì ad un paio di stagioni. Poi l’esplosione mondiale di un vero e proprio fenomeno della musica. Ancor prima di incidere il primo album, Avril è già milionaria, in virtù del contratto firmato con la Arista Records: 1,9 milioni di dollari per il primo lavoro, più altri 1,4 milioni per l’album successivo. La firma porta la sedicenne Avril Lavigne a trasferirsi a New York pur non avendo nemmeno terminato la High School, dove viene accompagnata dal fratello Matt, che si assume il compito di accompagnarla nella sua avventura nella “grande Mela”. Il periodo newyorkese non porta però a un progetto concreto e la giovanissima cantante canadese si trasferisce allora a Los Angeles, alla corte di Cliff Magness, uno dei più noti

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Avril Lavigne è considerata una delle artiste più sexy del panorama internazionale della musica

scrittori di canzoni americano. Dalla collaborazione - immediatamente con grande feeling - con Magness escono i primi risultati concreti. Primo fra tutti, nel giugno 2002, il singolo “Complicated”, che si abbatte come un uragano musicale sul panorama internazionale. Il successo è subito enorme, tanto che il brano batte tutti i record per il numero di passaggi radiofonici sulle radio americane. Anche il primo vero album “Let Go” avrà grandissima fortuna, tanto che le vendite toccheranno quota 15 milioni di copie sui cinque continenti. La prima tournée per la vulcanica ragazzina canadese è a cavallo tra 2002 e 2003. Avril Lavigne non ha nemmeno 19 anni. Tutte le tappe, in tutto il mondo, fanno registrare il tutto esaurito, lanciandola nell’universo dei fenomeni della musica internazionale. Dopo la consacrazione e le meritate vacanze, Avril Lavigne inizia a collaborare con due persone che risulteranno molto importanti per la sua evoluzione musicale. Il chitarrista, e suo grande amico, Evan Taubenfeld e la cantautrice Chantal Kreviazuk. Con loro - oltre che con altri “collaboratori” del calibro di Ben Moody, chitarrista degli Evanescente - elabora testi e canzoni che andranno a comporre il secondo album, “Under my skin”, che conterrà brani come “My happy ending”, autentica hit a livello mondiale. Anche la vita privata della biondina tutto pepe volge al sereno.

Nell’estate del 2004 si trasferisce a Los Angeles per convivere con il fidanzato Derick Whibley, con cui si sposerà il 15 giugno 2006. Nel frattempo, il piccolo fenomeno venuto dall’Ontario approda anche al mondo del cinema. Iniziando da quello d’animazione, dove realizza la colonna sonora per “Spongebob” e, in seguito, presta la voce ad un personaggio del film “La gang del bosco”. Subito dopo, il cinema. Il debutto sul grande schermo avviene per “The Flock” con Richard Gere, dove interpreta una piccola parte. E non è tutto, perché l’uragano Lavigne continua ad abbattersi sul mondo musicale. In un concerto tributo ai Metallica, ad esempio, riceve i complimenti di James Hetfield, leader della storica band metal, per la sua interpretazione di Fuel, uno dei brani più famosi dei Metallica. Oltre a ciò viene invitata a partecipare all’Olimpiade di Torino 2006, dove si esibisce in un concerto acustico durante le premiazioni e suona anche alla cerimonia di chiusura. Il 5 marzo del 2007, nonostante alcune versioni pirata circolate anzitempo su internet, esce “Girlfriend” e la data diventa immediatamente un evento negli Usa, mentre nel resto del mondo i fan della cocker canadese devono attendere 14 lunghi giorni in più per tenere tra le mani il terzo album di Avril Lavigne. Ad ultima, ed ennesima, conferma di un enorme successo mondiale, a luglio – proprio nei giorni in cui si esibirà a Locarno - entrerà in produzione la Fender Squier Telecaster “Avril Lavigne signature”, un privilegio riservato a pochi.

e i numeri della carriera di Avril Lavigne non sono da Guinness dei primati, poco ci manca. Oltre al fatto di aver intrapreso giovanissima una carriera che nel 2002 la portava al primo album capace di vendere oltre 15 milioni di copie, la grintosa cantautrice canadese è una vera e propria cacciatrice di premi. Tra il 2002 e il 2006 ha ottenuto 49 riconoscimenti di alto livello, tra cui Mtv video music Award e Rolling Stone music award. Senza dimenticare le 72 nomination, tra le quali spiccano le 9 per i Grammy Awards, il massimo riconoscimento a livello musicale. Oltre ad essere apprezzata sotto il profilo musicale, Avril Lavigne è stata giudicata donna più sexy nel 2003 e continua ad avere moltissimi ammiratori a livello mondiale per il suo stile irriverente e per il suo fascino. E questo nonostante gli atteggiamenti che spesso assume come “personaggio”. Non è raro vederla posare in foto con il dito medio di entrambe le mani come “segno di riconoscimento”, oltre che all’ormai classica sigaretta stretta tra le labbra in “stile Bruce Willis”. Tra le curiosità che ruotano attorno a questo autentico fenomeno della musica internazionale, il fatto che la prima canzone ad uscire dal suo impegno con la chitarra è stata “Fly Away” di Lenny Kravitz, altro grande ospite delle passate edizioni di Moon&Stars. Senza dimenticare che, attorno alle nozze con Deryck Whibley, cantante del gruppo Sum41, si è scatenata una vera corsa al colpo di gossip. Pare che Avril, nella cerimonia svoltasi in una tenuta privata a Fresno, in California, indossasse un abito bianco firmato da Vera Wang e sia arrivata all’altare accompagnata dalla marcia nuziale di Mendelssohn… Prima di partire per una romantica luna di miele a Portofino, pare…


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IX

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L’anarchia suonata in “do” maggiore

mercoledì 11 luglio ore 20.30

BEASTIE BOYS http://www.beastieboys.com

GIORGIO CARRION

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edici Lp di una musica fortemente influenzata da hardcore, hip hop, rock classico, punk, e a volte da metal, funk e jazz. Questa la carta d’identità musicale dei Beastie Boys, gruppo musicale newyorkese di genere hip hop che si presenta in piazza Grande con il suo lungo e ormai storico repertorio. Il nome “Beastie” è l’acronimo della frase “Boys Entering Anarchistic States Towards Inner Excellence”, che significa ‘ragazzi che entrano in Stati anarchici per ottenere una perfezione interiore’. Il che la dice lunga sulla personalità musicale e culturale della band. Nati come cultori del genere hardcore punk, nel 1984 si convertono all’hip-hop. Il loro primo Lp di questo genere musicale è stato “Licensed To Ill”, il primo album rap a raggiungere la vetta nelle classifiche statunitensi. Con il secondo album sono diventati più seri cominciando a suonare loro stessi gli strumenti e fondando una propria casa discografica, la Grand Royal, nei primi anni Novanta. Tutti gli album pubblicati dal 1994 in poi hanno riscosso un ottimo successo: Ill Communication, Hello Nasty e To The 5 Boroughs hanno raggiunto la prima posizione delle classifiche statunitensi. I Beastie Boys sono stati il primo gruppo rap bianco di successo ed uno dei pochi della prima ora dell’hip-hop ad essere ancora attivi ad alti livelli. Il loro punk-rock ha influenzato artisti sia della scena hip-hop che al di fuori. Il gruppo è oggi composto da Mike D (Michael Diamond), Mca (Adam Yauch) ed Adrock (Adam Horovitz), Mix Master Mike (Michael Schwartz) anche se molti altri musicisti vi hanno fatto parte per diverso tempo. Agli esordi, infatti, della band facevano parte John Berry (chitarra) e Kate Schellenbach, (batteria). La storia del gruppo iniziò nel 1981, quando il gruppo hardcore dei The Young Aborigenes, a seguito dell’entrata nel gruppo del bassista Adam Yauch, cambiò il proprio nome in Beastie Boys. Gli esordi avvengono in alcuni locali di New York. Il successo è subito buono e diventano presto uno dei principali gruppi hardcore, genere a quel tempo molto seguito, del panorama musicale cittadino. Agli inizi del 1982, registrano il loro primo Lp dal titolo Pollywog Stew. Il successo crescente nell’ambiente underground newyorchese li spinge a comporre ulteriori canzoni,

Un acronimo lungo quanto un semaforo Il nome del gruppo, Beastie Boys, altro non è che l’acronimo , lungo quanto un semaforo della Quinta Strada di ‘Boys Entering Anarchistic States Towards Inner Excellence’. Incredibile a dirsi, vista la verve che ci mettono in concerto, sono 25 anni che i Beastie Boys calcano le scene dell’hip hop mondiale, cambiando tre etichette discografiche pubblicando ben 16 album. Tutti e tre i componenti sono di origine ebraica, anche se MCA, al secolo Adam Yauch, è diventato buddista

oltre alle già famose Egg Raid on Mojo e Beastie Boys. Così, nel 1983, editano il loro secondo Lp, Cooky Puss, notevolmente diverso dall’album dell’anno precedente. Infatti, si assistette a un grande cambiamento nel ritmo e nei testi delle canzoni: Yauch e Diamond si erano avvicinati all’hip hop, genere con il quale, dopo alcuni anni, avrebbero ottenuto il successo internazionale. Intanto, nello stesso anno, i componenti della band cominciano a dividersi sulle prospettive del gruppo. John Berry lascia di propria iniziativa e viene sostituito dal giovane Adam Horovitz, che suonava la chitarra nel gruppo dei The Young and the Useless. Mentre tra i tre ragazzi sorse una grande amicizia, Kate Schellenbach non instaurò un grande rapporto con il nuovo entrato, rapporto che in parte la spingerà, successivamente, a prendere la decisione drastica di lasciare la formazione. Nel 1984, dopo l’uscita dell’Lp Rock Hard, prodotto dalla nuova casa discografica Def Jam, Kate di comune accordo con i tre Beastie esce dal gruppo. La storia musicale del gruppo è ricca di produzioni e aneddoti. Legatissimi alla loro città, New York, all’indomani dell’attentato dell’11 settembre, promossero diversi concerti in onore delle vittime e dei loro famigliari. Nel 2005 per celebrare i 24 anni di attività, il trio annuncia l’uscita del secondo Greatest Hits, Solid Gold Hits, che contiene i più grandi successi del gruppo. A gennaio scorso Michael Diamond, parlando a nome della band, ha dichiarato che il nuovo disco, atteso per la seconda metà dell’anno ed attualmente a metà registrazione, sarà a tratti sconvolgente ed attirerà per questo l’ira di molti fan. Si spera che qualche nuovo pezzo possa risuonare proprio a Locarno. Tramite il loro sito ufficiale, i Beastie Boys hanno recentemente annunciato che terranno una serie di concerti in Europa tra giugno e settembre 2007, ma il calendario preciso non è del tutto noto.

I Beastie Boys sono sulla breccia ormai quasi da 30 anni

I Beastie Boys sono i più fedeli interpreti della musica giovane made in Usa

La cultura dell’hip-hop Il genere commerciale degli under 20 è stato partorito nelle strade del Bronx da due deejay

I

l termine hip-hop è entrato nel linguaggio comune e commerciale e sta ad indicare non solo uno stile musicale ma anche un modo di credere e di vivere, oltre ad un modo di vestire diverso da altri. L’hip-hop non è, quindi, solo una definizione musicale utile ai critici per etichettare uno stile, ma è un’espressione musicale che più in generale si esprime nella cultura, in un modo di vivere, con estensioni che arrivano al cinema, alle arti visive, alla poesia. All’inizio sembrava semplicemente un genere, oggi si tende a considerarlo un universo. Nato in prevalenza nelle comunità afroamericane e latine del Bronx, alla fine degli anni ’70, Il movimento ha probabilmente mosso i primi passi con il lavoro che nasce su ispirazione di due deejay Kool Herc e Afrika Bambaataa, che si dice abbiano inventato il termine Cuore del movimento è stato il fenomeno dei Block Party: feste di strada, in cui i giovani afroamericani e portoricani interagivano suonando, ballando e cantando. Parallelamente il fenomeno dei “graffiti” contribuì a creare un’identità comune in questi giovani che vedevano la città sia come spazio di vita sia come spazio di espressione. Negli anni ’80 l’hip-hop varca i confini americani e si espande in tutto il mondo.

Le parolacce in un Dvd A guidare i Beastie Boys ad inizio carriera anche i Run Dmc

L’ultima prodotto dei Beastie Boys non è un album, atteso comunque per la seconda metà del 2007, bensì un documentario in Dvd, reallizzato da Adam Yauch, ricco di epiteti e parolacce Il regista è un certo Hörnblowér, inesistente e fantomatico svizzero

Il ‘traino’ dei Run Dmc Nati nel 1981, i Beastie Boys allargarono la loro fama tre anni dopo, quando seguirono in tournée in tutti gli Usa i mitici Run Dmc. Da loro, cioè dalla band di hip hop forse più famosa al mondo, i Beastie Boys impararono ed affinarono la stesura dei testi.


X

IL CAFFÈ

eventi

Estate 2007

MOON & STARS LOCARNO giovedì 12 luglio ore 20.30

P!NK

http://www.pinkspage.com

GIORGIO CARRION

P

erché hai chiamato il tuo album ‘Non sono morta’?: “L’ho scelto perché ho avuto una sorta di risveglio. Compiendo 25 anni, da ragazza sono diventata donna. Con gli anni ho cambiato il mio modo di vedere le cose. Ho iniziato a leggere il New York Times. In realtà è stato soprattutto a partire della sfida elettorale Gore-Bush. Ho cominciato a preoccuparmi del mondo e non solo di quello che succedeva nel mio piccolo”. Ecco un esempio sintetico del Pink-pensiero! Lei, Pink, la nuova voce soul pop del momento, è usa alle iperboli. Tutta la sua persona, d’altronde, è iperbolica: rosa shocking i capelli e una voce potente e aggressiva. Ragazza talentuosa, Alecia “Pink” Moore ha costruito la sua carriera in perfetta autonomia, anzi in solitudine.

Il risveglio rosa di P!nk A tredici anni era già una piccola star a Philadelphia, dove si esibiva come ballerina al seguito di una band dal nome improbabile Schools of Thought. Figlia di James e Judy Moore, ha nelle vene sangue irlandese e tedesco, ed anche ebraico da parte di madre. Poco più di un anno fa, ha sposato un pilota di moto, Carey Hart, ma nel suo cuore hanno trovato albergo anche altri ragazzi, tra cui il batterista dei Motley Crue, Tommy Lee. Prima di cantare, ha fatto di tutto come tanti ragazzi e ragazze americane, lavorando anche da McDonald’s, da dove è stata cacciata perché mangiava hamburger sul posto di lavoro. Istrionica, fantasiosa, provocatrice di professione ha rivelato che attaccato al suo dente c’è veramente un diamante, particolare che è possibile notare nel

video di “Stupid Girls”. Figlia di genitori appassionati di musica - suo padre suonava la chitarra - aspirava fin da piccola a diventare una rock star. Dopo il divorzio tra i genitori avvenuto quando Alecia aveva solo 7 anni, comincia a drogarsi. ‘Vizio’ continuato fino al 1995, quando decide di farsi disintossicare. La sua prima band Pink la crea quando va alle scuole superiori: si chiamava “Middleground”, ma non ebbe mai successo. Il salto nella musica professionale arriva ad Atlanta, quando entra come voce nel trio di Rhythm and Blues, Choice. Il management de La Face, L.A. Reid, dopo un’esibizione di Choice rimase molto colpito da Alecia e le offrì di incidere come solista: nasce ufficialmente

Pink. Il suo album di debutto fu “Can’t Take Me Home” pubblicato nel 2000. Un sostanziale successo la portò ad avere nelle top 10, due singoli: “There You Go” e “Most Girls”. Il terzo singolo dell’album, “You Make Me Sick”, fu pubblicato alla fine del 2000 e divenne una hit all’inizio del 2001. Dotata di un ‘caratterino’ deciso, si ribella alle leggi del marketing musicale e decide di scrivere canzoni dal contenuto più impegnato. Con Linda Perry, scrive la maggior parte delle canzoni di “Missundaztood”, pubblicato il 20 novembre 2001. Con “Just Like a Pill”, conquista il primo posto in vetta alle classifiche del Regno Unito nel 2002. Il terzo album fu “Try This”, pubblicato nel 2003. Con il singolo “Trouble” guadagna il suo secondo Grammy award. In questo stesso anno fa un tour in Europa, non particolarmente di successo. Il quarto album “I’m Not Dead” è stato pubblicato nell’aprile 2006 ed

La pop star americana con due Grammy Award attesa ad una grande performance L’istrionica Pink è figlia di genitori irlandesi e tedeschi, ma ha anche origini ebraiche

ha segnato il ritorno della cantante alla casa discografica LaFace, “Dear Mr. President” , che è un’esplicita lettera indirizzata all’attuale Presidente degli Stati Uniti George W. Bush. Il primo singolo, “Stupid Girls”, è entrato nella top 20 dei singoli, cosa che non avveniva da “Family Portrait”. “Stupid Girls” è stato inoltre nominato “Migliore Video Pop” agli MTV Video Music Awards del 2006. “Nobody Knows” altro singolo estratto dall’album che si è aggiudicato il disco di platino. Il video è stato girato a Londra, in diverse locations. Durante le riprese del video pare che la troup sia stata aggredita da un gruppo di uomini in evidente stato di ebbrezza che hanno iniziato a lanciare oggetti contro di loro. In piazza Grande Pink potrebbe regalare un grande momento di musica e canto. Ma pare sia molto sensibile al calore del pubblico, che non bisogna fargli mancare.

Un’animalista che colleziona strani tatuaggi Un metro e sessantatre di aggressività canora che Alicia Moore aveva già manifestato a 13 anni quando un dj della sua cittadina, Doylestone la inserì nel suo gruppo vocale. L’aggressività, del resto, circonda la vita di Pink, figlia di un veterano del Vietnam e fidanzata con una star del motocross, Carey Hart. Cosa che non le impedisce di essere una grande supporter dell’organizzazione internazionale per i diritti degli animali, Peta. Strano ma vero, non sopporta i film horror e il suo colore naturale è il biondo. L’unica “collezione” che dichiara è

quella di tatuaggi. Un angelo guardiano le copre la schiena, simboli cinesi su braccia e avambracci, un allusivo Pink o Mr. Pink sull’anulare sinistro ed una stella rossa tra pollice ed indice della mano destra. Alla base della nuca, sul collo, l’intero codice a barre che corrisponde a quello del suo album “M!ssundaztood”. Nel suo video più famoso, “Stupid girl”, s’è fatta un sacco d’amiche parodiando Paris Hilton, Hilary Duff, Jessica Simpson e altre bellone dello star system Usa. “Di sempre la verità, mi ha insegnato mio padre - ha raccontato -. Non ti farai molti amici, ma neanche nemici perchè tutti capiranno subito da dove spunti fuori...”. Una massima che ha rispettato.

Tutta la magia del soul Il genere musicale che resiste da oltre mezzo secolo

T

utte le tendenze della musica leggera nera che erano venute maturando dal gospel degli anni ‘40 al doo-woop degli anni ‘50 confluirono nella grande stagione del soul. Il genere che ha dominato per venti anni le classifiche di vendita americane ebbe quattro epicentri: Chicago, Memphis, Detroit e Philadelphia. La sua fortuna fu quella delle piccole, coraggiose etichette indipendenti locali: l’Atlantic, la Stax, la Motown e la International. Al principio degli anni ‘70 il soul conobbe la sua prima crisi, facente seguito a un decennio di travolgente successo. Si manifestarono allora diversi sintomi che una nuova musica leggera nera si profilava all’orizzonte. La fusione successiva con la disco music fece nascere nuove forme musicali che ne rappresentavano un surrogato. Neo soul è il nome del genere musicale che fonde R&B contemporaneo, soul degli anni ‘70 ed hip hop. È il terzo più grande sottogenere del Rhythm and Blues contemporaneo, dopo il new jack swing dei tardi anni ‘80 e dei primi anni ‘90.


IL CAFFÈ

XI

eventi

Estate 2007

MOON & STARS LOCARNO

sabato 14 luglio ore 20.30

MUSE

http://www.muse.mu

Showbiz all’esordio Nel settembre del 1999 i Muse si affacciano nel panorama discografico con il primo album che conquista pubblico, critica e diversi premi, tra cui il ‘Brand New Band 2000’

Spalla dei ‘Red Hot’ La band inglese, sfruttando il successo di Showniz, si lancia in tournée. Prima come spalla dei ‘Red Hot Chili Peppers’,negli Usa, quindi con concerti da solisti in Europa e in Giappone

Hullabaloo dal vivo I Muse sono più che altro una ‘live band’ non disdegnano il contatto con il loro pubblico. Da una loro lunga tournée del 2003 esce Hullabaloo, registrato dai palchi di tutto il mondo

Black Holes l’ultima fatica L’ultimo album sfornato dai Muse, nel luglio del 2006, si intitola ‘Black Holes and Revolution’ ed è con questo che si presenta, un anno dopo, al pubblico di Piazza Grande

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Il rock ispirato firmato Muse

Sonorità classiche, dai Nirvana a Jimi Hendrix, per il trio inglese ‘di provincia’

GIORGIO CARRION

uando si dice il rock! Ascoltare i Muse, trio inglese di Tinighmonth, significa ripercorrere la storia del rock al ritroso, evocandone le sonorità più vere, ‘classiche’, insomma dure. L’ispirazione dei tre ragazzi è chiara: Sonic Youth, Nirvana e Rage Against The Machine. La band nasce nel 1999 dall’incontro tra Matthew Bellamy (voce, chitarra e pianoforte), Dominic Howard (batteria) e Chris Wolstenholme (basso e cori). Il loro primo album, Showbiz (Mushroom Records/Spingo) conquista la critica e diversi premi, tra cui “Brand New Band 2000”. Al centro del sound la chitarra, nel più puro stile Radiohead. Anche se loro dichiarano di adorare i Rage Against The Machine e i Primis: “Siamo cresciuti ascoltando band alternative come Sonic Youth e Dinosaur Jr.”. Bravi dal vivo, scatenano sul palco una valanga di suoni elettrici. E’ proprio dal vivo, in effetti, che i Muse riescono ad essere più grintosi. Più recentemente, hanno subito l’influenza di Pavement e Flaming Lips, e poi dei Red Hot Chili Peppers. Bellamy, chitarra elettrica alla mano, si esibisce in performance infuocate che culminano spesso con la distruzione degli strumenti. Criticati all’inizio come ‘rockettari di provincia’, hanno convinto anche i critici più severi Ottimo successo ricevono Lp come Origin of Symmetry. La stampa musicale britannica punta chiaramente su di loro. I Muse sfornano nel 2002 la doppia antologia Hullabaloo Soundtrack che raccoglie B side degli inizi carriera (marzo 1999-ottobre 2001) più un estratto da un concerto a Parigi. Nel 2003 i Muse tornano con Absolution , per un ennesimo successo di pubblico, che però delude in buona parte le aspettative della critica. Il quarto disco dei Muse abbandona classicheggianti del lavoro precedente, per ripescare il pop-rock elettrico degli esordi.

In memoria del ‘maledetto’ Kurt Cobain ‘Meglio bruciare che spegnersi lentamente’, scrisse prima di suicidarsi

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elle sonorità dei Muse qualcuno riconoscerà Kurt Cobain, il leader dei Nirvana, morto suicida. Come altri grandi della scena rock, Cobain resta un mito, celebrato da decine di cultori, siti internet, remake di canzoni, libri, articoli. Delle sue ultime giornate è stata fatta una ricostruzione minuziosa. Subito dopo l’ultimo concerto dei Nirvana al Terminal Einz a Monaco, in Germania, nel marzo del ‘94, a Kurt vennero diagnosticate una bronchite ed una laringite. Fu così che il giorno dopo volò a Roma per sottoporsi ad una terapia medica presso il Rome American Hospital; il 3 marzo venne raggiunto dalla moglie. La mattina successiva Courtney Love, la sua compagna, si accorse di avere il marito in overdose, ma scampò la morte.

Il 18 marzo Courtney telefonò alla polizia, temendo il suicidio del marito: si era rinchiuso a chiave in una stanza armato di un fucile. La polizia sequestrò alcune armi da fuoco e alcune pillole appartenenti a Cobain. Il 30 marzo Cobain arrivò all’Exodus Medical Center di Los Angeles, California. Nel pomeriggio scavalcò un muro alto due metri, prese un taxi e si fece portare all’aeroporto, dove prese un aereo per Seattle. Il 3 aprile, Courtney Love contattò un investigatore privato e lo incaricò di ritrovare il marito. L’8 aprile il corpo di Cobain fu trovato da Gary Smith, un elettricista nella serra presso il garage nella sua casa sul Lago Washington. Smith vi giunse per installare l’illuminazione di sicurezza e vide il corpo steso all’interno.

L’ultimo disco della band si chiama Black Holes and Revelations. Nel dicembre del 2006 viene presentato “Knights Of Cydonia” terzo singolo in Europa e primo singolo in America. Il brano è accompagnato da uno stupendo video di Joseph Kahn, già regista di “Muscle Museum” (1999). Il 4 Aprile 2007 esce il quarto singolo “Invincible” (nel video, diretto da Jonnie Ross, si susseguono delle immagini dove è possibile notare l’attentato dell’ 11 settembre 2001 a New York). Nel frattempo i Muse rivelano già la data di rilascio del 5° singolo, il 18 Giugno 2007, che sarà Map Of The Problematique. Il singolo che lancia Black Holes & Revelations (2006) un bel brano. I Muse puntano ad una musica che va dritta al cuore, ma non sono i Radiohead. Dopo Piazza Grande, il mese di settembre vedrà la band impegnata nel tour statunitense. Il 24 ottobre a Bilbao (Spagna) prende il via il tour europeo, la cui ultima data è il 19 dicembre ad Anversa (Belgio). Nel dicembre 2006 si sono svolte 3 date del tour in Italia: il 1 dicembre al PalaLottomatica di Roma, il 2 dicembre al PalaMalaguti di Casalecchio di Reno (Bologna) e il 4 dicembre (sold out) al Datchforum di Milano (sold out). La band avrebbe dovuto inaugurare inoltre la nuova struttura del Wembley Stadium il 16 giugno, seguendo poi una data il 17 ma dopo l’annuncio da parte di George Michael di una data del suo tour che toccherà lo stadio il 9 - 06, si è appreso quindi che non starà al trio di Bellamy e soci, aprire le danze nel celebre stadio inglese atteso da oltre 5 anni. Da poco è stata annunciata ufficialmente una straordinaria data italiana alla prestigiosa Arena di Verona per il 16 luglio 2007 ed una il 30 maggio al Piazzale Michelangelo di Firenze. I Muse hanno ricevuto anche due nomination agli Mtv Europe Music Awards 2006 di Copenaghen, vincendo l’award come Best Alternative. La band si è inoltre aggiudicata il 14 febbraio 2007 il premio come Best Live Act ai Brit Awards 2007 e, l’1 marzo 2007, il premio come Best British Band agli Nme Awards 2007 a Londra.


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