Carnevaliamo a Viareggio 2017 bozzetti opere in concorso

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CARNEVALE DI VIAREGGIO 5 - 12 - 18 - 26 - 28 febbraio 2017 Corsi Mascherati Il triplice colpo di cannone è il segno inequivocabile che a Viareggio inizia il grande spettacolo delle macchine allegoriche. Come per magia i giganteschi mascheroni prendono vita tra movimenti, musica e balli. Uno spettacolo sempre nuovo, affascinante, emozionante e molto coinvolgente che stupisce il pubblico di ogni età. Frutto di una tradizione artistica e culturale che Viareggio custodisce gelosamente da 143 anni.

Il calendario domenica 5 febbraio
 1° Corso Mascherato domenica 12 febbraio
 2° Corso Mascherato sabato 18 febbraio
 3° Corso Mascherato 
 in notturna domenica 26 febbraio
 4° Corso Mascherato martedì 28 febbraio
 5° Corso Mascherato
 Al termine la proclamazione dei vincitori e il grande spettacolo pirotecnico di chiusura.

Carnevale di Viareggio 2017

La fabbrica del divertimento Dal 1873 il Carnevale di Viareggio è la fabbrica italiana delle emozioni e del divertimento. Ogni anno lo spettacolo delle sfilate dei giganti di cartapesta coinvolge il pubblico in un mese di grandi festeggiamenti. Sfilate sul Lungomare, baccanali notturni nei rioni, veglioni, spettacoli pirotecnici, rassegne teatrali, eventi, appuntamenti culturali e manifestazioni sportive mondiali sono il programma di un febbraio straordinario che solo la Città di Viareggio offre ai suoi ospiti. Il momento più atteso è quello dei Corsi Mascherati in programma il 5, 12, 18, 26 e 28 febbraio 2017. Cinque eccezionali occasioni per poter ammirare le straordinarie macchine allegoriche realizzate dagli artisti viareggini e lasciarsi coinvolgere dal brio delle maschere, dalle musiche, e dalla bellezza del più grande spettacolo al mondo nel suo genere.

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Le macchine allegoriche

Un Carnevale

ecofriendly La materia prima dei carri del Carnevale di Viareggio è la cartapesta, o meglio: la carta a calco. Inventata dal pittore e costruttore viareggino Antonio D'Arliano nel 1925, ha permesso di realizzare opere sempre più grandi, ma allo stesso tempo leggere. Modelli in creta, calchi in gesso, carta di giornale e colla, fatta di acqua e farina, sono gli ingredienti semplici del più grande spettacolo al mondo nel suo genere. La filosofia del recupero e del riciclaggio, attraverso una tecnica manuale unica, sono la base della manifestazione.Questa tecnica artigianale, applicata dai nostri artisti anche in altri settori, come la scenografia, la museografia, l'arredamento e l’oggettistica, è di facile impiego e può essere usata nelle scuole. La tecnica della cartapesta, in una società sempre più indirizzata verso la computerizzazione, valorizza la creatività privilegiando l'operatività manuale e, in particolare, l'utilizzo ed il recupero di un materiale "usa e getta". Il luogo magico, teatro di questa tecnica artigianale, è nella Cittadella dove gli artigiani-artisti del Carnevale creano i grandi carri allegorici che ogni anno sfilano sul Lungomare. Carnevale di Viareggio 2017

Unici al mondo per dimensioni, movimenti, coreografie, spettacolarità i grandi carri sono delle vere e proprie macchine allegoriche che si muovi in un circuito ad anello sul Lungomare di Viareggio tra edifici Liberty e straordinarie piazze che si affacciano sulla spiaggia. Ad ogni sfilata partecipano dieci macchine allegoriche di prima categoria che arrivano fino a 30 metri di altezza ed ospitano a bordo fino a 250 figuranti in maschera. Quattro le macchine allegoriche di seconda categoria. Nove le mascherate in gruppo, figure in cartapesta alte tre metri indossate dai portatori che interagiscono direttamente con il pubblico. Quindici le maschere isolate, vera e propria “palestra” dei giovani artisti che in questa categoria muovono i primi passi. Ogni anno la selezionatissima giuria stila le graduatorie di merito decretando vincitori e vinti e avanzamenti e retrocessioni di categoria in un concorso che da sempre appassiona viareggini e visitatori.

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La tradizione lunga 144 anni Era il Martedì Grasso del 1873 quando sbocciò l’idea di una sfilata di carrozze per festeggiare il Carnevale, all’aperto, in piazza, fra la gente. La sfilata irruppe in via Regia, nel cuore vecchio della cittadina marinara. Da quel primo nucleo si è sviluppato il Carnevale di Viareggio così come oggi è conosciuto: evento spettacolare tra i più belli e grandiosi del mondo. La fama del Corso Mascherato di Viareggio è cresciuta di pari passo con le dimensioni dei carri, vere e proprie macchine allegoriche. Grazie al trasferimento del circuito delle sfilate dalla Via Regia alla Passeggiata a mare, all'inizio del Novecento, lo spettacolo del Carnevale di Viareggio poté godere di un palcoscenico straordinario, quanto spazioso che stimolò la fantasia e la creatività dei costruttori. Nel 1921 si cantò la prima canzone ufficiale, la "Coppa di Champagne”, attuale inno del Carnevale di Viareggio. La manifestazione iniziò a promuovere se stessa attraverso la rivista ufficiale "Viareggio in maschera", ancora oggi testimone indiscussa. Sempre nel 1921 per la prima volta le maschere si animarono a suon di musica: una banda trovò posto a bordo del carro intitolato “Tonin di Burio”, che rappresentava la festa nuziale nell’aia di una casa colonica. Due anni dopo il carro del “Pierrot”, nostalgica e romantica figura del Carnevale, fu la prima maschera a muovere la testa e gli occhi. Ma la vera rivoluzione fu nel 1925. Per iniziativa di alcuni costruttori, venne inventata la tecnica della carta a calco, da tutti conosciuti come cartapesta, per realizzare i carri. Questo materiale, estremamente leggero, quanto povero, ha consentito costruzioni colossali e sempre più ardite nella scenografia e nella movimentazione. Per reclamizzare i Corsi Mascherati, dal 1926 viene dato alle stampe un manifesto, nuovo ogni anno. Nel 1930 Uberto Bonetti, pittore e grafico futurista, ideò Burlamacco: la maschera simbolo di Viareggio, che nel manifesto del 1931, sullo sfondo dei moli, protesi sul mare, apparve in compagnia di Ondina, bagnante simbolo della stagione estiva.

Dopo la seconda guerra mondiale, il Carnevale di Viareggio rinacque nel 1946. Nel 1954 venne scelto come evento speciale da meritare la prima diretta televisiva in esterna della neonata Rai. Quattro anni dopo la telecronaca fu in Eurovisione. Nel 1960 il rogo dei baracconi di via Cairoli non riuscì a mandare in fumo il Carnevale, che si trasferì per quarant'anni negli hangar di via Marco Polo. Di essi oggi non rimane che un ricordo. Nel 2001 è stata inaugurata la nuova Cittadella del Carnevale, straordinario complesso architettonico interamente dedicato alla creazione dei grandi carri allegorici.

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Il legame con l’arte

La Cittadella del Carnevale

Tra le numerose collaborazioni che il Carnevale ha avuto le più significative sono state la collaborazione con Sinclair Lewis, premio Nobel 1930 per la Letteratura, interessato nel 1950 ad una indagine sull’arte popolare europea, il rapporto di alcuni costruttori con il regista Federico Fellini per la realizzazione di scenografie per i suoi film, la partecipazione dello scultore Emilio Greco, coinvolto nella giuria dei carri allegorici del 1988, la collaborazione del premio Nobel Dario Fo che ha partecipato all’allestimento della manifestazione sia occupandosi di una rassegna teatrale, sia realizzando un manifesto, sia progettando il carro fuori concorso per l’edizione 2000 dal titolo “La pace” costruito dai maestri di Viareggio. Il vignettista Sergio Staino ha realizzato il manifesto dell’edizione 2002 e firmato come autore il carro allegorico “Sud chiama Nord”. Il fondersi tra Carnevale ed Arte si è concretizzato nel 2011 con un carro scultura. Il progetto, firmato da Aldo Spoldi, autore del Premio Carnevalotto 2010, dal titolo “Il mangiatore di mondi”, è diventato il carro, progettato dall’artista e realizzato dal giovane costruttore Luca Bertozzi.

La Cittadella del Carnevale di Viareggio, inaugurata il 15 dicembre 2001 è il più grande ed importante centro tematico italiano dedicato alle maschere. Non esistono, per dimensioni, spazi, servizi, altri grandi poli incentrati sul Carnevale. Qui sono concentrati i laboratori per i costruttori, gli hangar in cui vengono costruiti e conservati i giganteschi carri, due Musei, un Centro documentario storico. Tutto affacciato su una enorme piazza ellittica che in estate si trasforma in arena per grandi spettacoli. Questo insieme, immediatamente percepibile anche dall'Aurelia, che costeggia l'area in posizione elevata è disposto intorno ad una piazza ellittica. Questa è la forma che meglio evidenzia il carattere di fondale e nello stesso tempo sottolinea la volontà di porsi come emergenza del territorio, fulcro di future addizioni. Anche di notte l'insieme delle costruzioni costituirà un segnale guida, manifesto di un'attività e di una città famosa nel mondo. L'insieme dei sedici capannoni e degli altri edifici disposti, costituisce una piazza, ambiente ideale per feste e rappresentazioni. Sulla piazza si aprono le porte da dove escono i carri, quando sono chiuse costituiscono il sipario abbassato di un particolare teatro che al suo aprirsi lascia comparire sulla scena, in una magica visione contemporanea, i sedici straordinari attori, i carri del carnevale. Ma se la piazza è il luogo delle feste, la strada ellittica perimetrale esterna, la strada degli artisti, è il luogo degli incontri tra i visitatori del parco e gli artigiani al lavoro, che su essa hanno le loro botteghe.

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Il sistema museale del Carnevale Il Museo della cartapesta Al Museo del Carnevale della Cittadella è possibile scoprire tutti i segreti e i trucchi della cartapesta. Presso la Cittadella del Carnevale, il complesso che accoglie gli atelier dove i costruttori viareggini realizzano i carri allegorici, il Museo del Carnevale racconta attraverso documenti originali, bozzetti, manifesti e modellini, la gloriosa storia della manifestazione. All’interno del Museo è presente anche uno stand didattico che illustra le diverse fasi della realizzazione di un’opera in cartapesta, mentre al piano terra dell’edificio museale sono allestiti laboratori didattici dove è possibile cimentarsi nella manipolazione della creta e della carta per fare esperienza di modellazione e lavorazione di un manufatto in cartapesta. La statua di Burlamacco creata dalla fantasia di Uberto Bonetti nel 1930 accoglie con il sorriso i visitatori per guidarli nel fantastico mondo del Carnevale. Il percorso inizia con un ideale corteo di modellini di carri allegorici di prima categoria, che offrono la possibilità di osservare la struttura e le diverse soluzioni compositive, cromatiche ed in particolare la traduzione in chiave satirica dei vari temi affrontati.

Il Museo Arte Contemporanea Carnevalotto Il 28 gennaio 2012 la Fondazione Carnevale di Viareggio e lo Studio Saudino inaugurano a Viareggio il Museo Arte Contemporanea “Carnevalotto”. Il museo dedicato al Premio “Carnevalotto” presenta opere di pittura, scultura e grafica che, dal 1987 ad oggi, hanno appositamente realizzato alcuni fra i più importanti artisti italiani e stranieri. Il Premio, oltre a voler mettere in atto un fecondo incontro fra il rigoroso mondo dell’Arte e quello fantasioso del Carnevale, si è posto l’obiettivo, fin dalla sua istituzione, di creare una originale e importante collezione di opere d’arte contemporanea la cui fonte di ispirazione fosse proprio il carnevale, che ha dato a Viareggio notorietà internazionale. Le opere degli artisti che di anno in anno si sono avvicendati, ai quali va gratitudine ed ammirazione, rappresentano linguaggi espressivi differenti nel contesto del panorama artistico internazionale. Il Premio “Carnevalotto”, che sottolinea la partecipazione attiva degli artisti al Carnevale, ha inteso trasformare la ricerca artistica in festa gioiosa, dove la riflessione sull’arte si intreccia alle pratiche manuali e artigianali, in modo da creare legami e collaborazioni capaci di un vicendevole arricchimento.Il Premio è rivolto a coniugare la sofisticata autonomia dell’arte con la popolarità dei carri realizzati dai Maestri della cartapesta, ai quali la Città ha dedicato una grandiosa e operosa “Cittadella”, dotata di una sezione espositiva e museale. Carnevale di Viareggio 2017

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Maghi della cartapesta famosi nel mondo Gli artisti del Carnevale di Viareggio, veri e propri maghi della cartapesta sono famosi in tutto il mondo. Le loro abilità artistiche e tecniche li hanno portati a lavorare anche all’estero, dal Venezuela, agli Stati Uniti, dall’Australia a Macao e Singapore, oltre che in tutta Europa.Venticinque ditte artigiane impegnate in un mestiere che non ha eguali al mondo. In molti casi si tratta di figli d’arte che hanno ereditato da padri e nonni le abilità e i segreti di un’arte che solo a Viareggio è possibile ammirare. I costruttori di oggi sono i “discendenti” degli antichi maestri d’ascia e calafati che hanno importato nel mondo del Carnevale le straordinarie capacità costruttive dei cantieri navali della Darsena. I giganteschi carri allegorici di oggi che solcano la folla, sono come i grandi bastimenti di un tempo realizzati a Viareggio che solcavano i mari. Tra le più importanti e prestigiose collaborazioni all’estero il trasferimento di ben tre carri allegorici in Venezuela, negli anni Settanta, la realizzazione, recentemente, di carri acquatici per il Carnevale di San Carlos in Nicaragua nel 2012 e di una sfilata con una costruzione realizzata a Viareggio a Managua nel 2013. Recentemente macchine allegoriche firmate dai maestri viareggini sono state inviate a Singapore, Macao e in Corea.

I vincitori

Il Premio Burlamacco d’Oro Il Burlamacco d’Oro è il prestigioso Premio della Fondazione Carnevale ed è parte integrante della storia del Carnevale di Viareggio. Istituito nel 1998 è intitolato alla maschera simbolo della manifestazione, Burlamacco, e rappresenta il riconoscimento della Città di Viareggio a uomini ed artisti straordinari. Viene destinato ogni anno a personaggi maschili del mondo dello spettacolo e dei media i cui percorsi artistici richiamano le caratteristiche salienti della manifestazione. Al personaggio femminile è riservato invece il Premio Ondina d’Oro. Ondina è la maschera femminile e rappresenta l’anima estiva e balneare della città. Carnevale di Viareggio 2017

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1998 Dario Fo
 1999 Roberto Benigni
 2000 David Trimble
 2001 Mario Monicelli
 2002 Marco Columbro
 e Gigi Proietti
 2003 Antonio Ricci
 2004 Enrico Ghezzi
 2006 Gene Gnocchi
 2007 Fabrizio Frizzi
 2008 Il Gabibbo 
 e Arnaldo Galli
 2009 Massimo Ranieri 
 2010 Leonardo Pieraccioni
 2011 Gerry Scotti
 2012 Carlo Conti
 2013 Carlo Verdone
 2014 RAI
 2015 Paolo Virzì 
 2016 Giuseppe Cruciani

Ondina d’Oro Il Premio Ondina d’Oro è stato assegnato negli anni a:Franca Rame, Stefania Sandrelli, Gina Lollobrigida, Sandra Mondani, Katia Ricciarelli, Dionne Warwick.

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I NUMERI del Carnevale Storia e tradizioni 144 anni di Carnevale
 410 sfilate programmate
 786 macchine allegoriche di prima categoria 
 484 macchine allegoriche di seconda categoria
 876 mascherate in gruppo
 2.000 canzoni composte sul tema

Al Corso Mascherato 10 costruzioni grandi
 4 costruzioni di seconda categoria
 9 mascherate in gruppo
 15 maschere isolate
 Un carro è alto più di 20 metri e largo oltre 12
 A bordo ballano fino a 250 figuranti

Il brand 20 milioni di euro di indotto
 32,4 milioni di persone seguono e apprezzano la manifestazione
 37,9 milioni di persone conosco l’evento
 Il pubblico è giovane: 35-44 anni (23%), 18-24 anni (11,8%)
 Piace perché vanta una sua lunga tradizione, è popolare e moderno

Comunicazione 30.000 abbonati
 600.000 spettatori
 40 ore televisive
 Oltre 400 giornalisti che si accreditano
 Oltre 1.500 articoli sulla stampa

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Il manifesto di Giorgio Michetti Una maschera nera sugli occhi, una manciata di coriandoli che diventano quasi lentiggini, delle strisce filanti che paiono riccioli, due grandi e sensuali labbra che recitano: “Carnevaliamo a Viareggio”. Ecco il manifesto del Carnevale di Viareggio 2017, firmato dall’artista Giorgio Michetti, 104 anni a dicembre, che promuoverà i prossimi Grandi Corsi Mascherati in programma le domeniche 5 e 12, sabato 18, domenica 26 e martedì grasso 28 febbraio. “Questo manifesto – spiega l’artista Giorgio Michetti – vuole uscire dagli schemi tradizionali e rappresentare Viareggio nelle sue due anime: quella sensuale e femminile dell’estate, quella divertente e intrigante del Carnevale. La grande bocca rossa, al centro del manifesto, è come se pronunciasse l’invito Carnevaliamo a Viareggio. Come a dire: venite a Viareggio e viviamo insieme il Carnevale. Non solo a vederlo, ma ad esserne protagonisti”.

Il Maestro Giorgio Michetti è nato a Viareggio il 7 dicembre 1912. Artista di fama nazionale e internazionale ha esposto le sue opere anche all’estero. Pittore, grafico e illustratore ha firmato numerose e importanti campagne pubblicitarie. Il suo nome è legato al Carnevale di Viareggio sotto diversi aspetti. Nel 1949 vince con la mascherata in gruppo “Allegria express” che raffigura un allegro trenino carico di maschere capitanato da Burlamacco. Nel 1952 ha collaborato alla realizzazione dell’opera allegorica di seconda categoria “La domenica giorno di riposo” del Bar Alceo. Nel 2005 ha firmato il manifesto ufficiale: un grande Pierrot a testa in giù che salta nel cielo e le sue gambe divaricate diventano la “V” di Viareggio.

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Frontiere di Alessandro Avanzini Il dramma delle migrazioni di popoli, i nazionalismi e il sorgere di nuove frontiere sono il temi della costruzione, che con spettacolarità e crudezza analizza la preoccupante situazione che il “mercato libero” ci impone: le merci transitano, i bambini, le donne e gli uomini no. Il nuovo filo spinato, che si sta ergendo a invalicabile confine, sta mettendo in crisi l’Unione Europea.

Murarli dentro o murarli fuori? Al tempo del mondo fluido. Nel 1983 l’economista Theodore Levitt introduce il termine globalizzazione, i più entusiasti parlano di “villaggio globale”. Nel novembre del 1989 cade il Muro di Berlino. Sulle ceneri della cortina di ferro una nuova sovranità mondiale interviene in sostituzione del vecchio arnese dello StatoNazione. Le barriere doganali si smaterializzano, nelle scienze sociali si indagano gli effetti del cambiamento e si introduce il concetto di Società Liquida. Il nuovo ordine mondiale non ha limiti, deve espandersi, là dove non riesce “esporta democrazia”. Aumentano i conflitti, i nazionalismi, le frontiere: il mercato è “libero”, le merci transitano, i bambini, le donne, gli uomini no. Gli altri da sé devono rimanere dove sono, un filo spinato attraversa i popoli, un confine li separa.

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L’immaginario itinerante Il grande spettacolo della vita di Massimo Breschi La straordinaria bellezza della vita con i suoi cicli naturali viene costantemente messa in pericolo dall’insaziabile avidità dell’uomo. La sua corsa al profitto e al consumismo, con devastanti ritmi di sfruttamento degli ecosistemi mette in pericolo sempre più il fragile equilibrio dettato da Madre Natura. Un terribile macchinario di morte, dalle sembianze di un teschio meccanico, si nasconde dietro l’immagine rassicurante della Bellezza. Ecco il dualismo che sovrasta sulla traballante carrozza della vita che prosegue il suo percorso sperando in un futuro migliore.

Il grande spettacolo della vita è un’antica carrozza, che da sempre offre al pubblico una esibizione, che va ben oltre quello che si aspetterebbe: il volto affascinante di Madre Natura esprime l’infinita bellezza dei suoi colori nel ciclico ed eterno susseguirsi delle sue stagioni. Sulle fiancate del carro è rappresentato poeticamente l’alternarsi del giorno e della notte attraverso una raffigurazione immaginaria tipica di un piccolo teatro di strada. L’idillio viene però interrotto da un ticchettio di orologi impazziti; lo spettatore viene catapultato davanti ad una realtà ben diversa: un incredibile macchinario di morte dalle sembianze di un teschio meccanico, simbolo dell’avidità del profitto e dell’insaziabile consumismo della razza umana, prende il posto del rassicurante volto di Madre Natura. I devastanti ritmi di sfruttamento degli ecosistemi naturali, che imponiamo al nostro pianeta, rischiano di deturpare l’indifeso e fragile equilibrio della natura che avrà come unica conseguenza l’inevitabile estinzione della razza umana. La barcollante carrozza della vita prosegue a stento il suo percorso, mentre l’inarrestabile ingranaggio mortale ad orologeria scandisce il conto alla rovescia; la speranza è quella di fermare questo meccanismo distruttivo prima che sia troppo tardi.

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Burocrazy. La giungla delle leggi de La Compagnia del Carnevale di Lebigre e Roger Montagne di scartoffie, documenti incomprensibili, tonnellate di cartolari, cartelline, documenti. Ecco la giungla delle leggi in cui sono in vigore i principi di incomunicabilità, lentezza, scarsa comunicazione, nepotismo, favoritismo, mafiosità. Una giungla inaccessibile in cui vivono incravattate scimmie, immerse nei faldoni e nel caos. Perché solo dove c’è conflitto – ammoniscono i costruttori – c’è profitto.

Il mondo della burocrazia è fuori dal mondo. Sicuramente vi sarete imbattuti più volte nella nostra foresta, senz’altro anche voi vi siete persi almeno una volta nelle fronde di dossier, tra tronchi di cartolari, cartelline e documenti. Benvenuti nella giungla delle leggi. I nostri governanti e il consiglio ristretto delle scimmie perverse incravattate hanno organizzato l’ecosistema della nostra giungla attraverso il sistema della Burocrazya. Secondo l’articolo 1 della legge della Giungla “Bisogna rispettare in toto la natura selvaggia della Burocrazya” Per Burocrazya s’intende l’organizzazione a braccio di primati e banane retta su solidi principi di nepotismo, inutilità e mafiosità destinata alla realizzazione di un fine collettivo, il caos, secondo criteri di incomprensibilità, astrusità, lentezza e scarsa o assente comunicazione e soprattutto attraverso tonnellate di documenti, cartolari, cartelline. La moneta di scambio è il debito che viene agevolmente sminuzzato dai nostri uffici preposti in comode rateizzazioni millenarie. Il principio di incomunicabilità viene applicato perfettamente cosicchè la giungla possa godere di una florida economia basata sul caos e sulla proverbiale irascibilità della specie e ricordiamolo dove c’è un conflitto c’è profitto! Carnevale di Viareggio 2017

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Indovina a chi… vien dato il vitalizio di Simone Politi e Priscilla Borri La politica italiana rispolvera uno dei giochi da tavolo più amati dai bambini di qualche decennio fa. Ma a sfidarsi in “Indovina chi?” sono il premier Matteo Renzi nei panni di Pierino e il presidente dell’Inps Tito Boeri alla sua prima caricatura in cartapesta. Nel quiz, domanda dopo domanda, verranno fuori gli identikit dei politici che si godono i tanto discussi vitalizi.

Sono trascorsi due anni dalla grinta del Premier Matteo Renzi in versione “Riformers”. Molto?... è stato fatto, ma, senza scalfire uno dei più dispendiosi privilegi del Bel Paese, “quello dei Vitalizi” di una casta vergognosa che ha l'abilità di condizionare qualsiasi governo. Troppe le domande...molteplici le risposte? ... bene. Allora giochiamocela!! In una sorta di rimbalzo mediatico scherzoso... al noto gioco “INDOVINA A CHI”, che ha fatto divertire generazioni di grandi e bambini, si confrontano i due protagonisti della costruzione. La Camera dei deputati è la location ideale. Da un lato, il professore, stimatissimo negli ambienti politico-finanziari europei nonché direttore del massimo istituto italiano, Inps, Tito Boeri; dall'altro il premier Matteo Renzi, che ai quesiti del professore sull'argomento “vitalizi”, risponde attraverso sberleffi e battute alla “Pierino”, sempre intento a giocare e tentare, dai tempi della Ruota della Fortuna in poi. I Vitalizi, sono “rendite erogate prelevando importi dalle tasse dei contribuenti, che vanno ad aggiungersi alla pensione. La partita ha inizio e potrebbe porre fine alla legislatura. Indoviniamo a chi vengono dati tali extra? Una serie di domande ad indovinello caratterizzano il dialogo scherzoso, ma complice, tra i due giocatori: “Indovina se i vitalizi vengono distribuiti anche a parlamentari e senatori condannati per reati”. “Gli importi dei vitalizi sono prelevati dalle casse Inps o altrove?”. “Visto che l'articolo 3 della costituzione sottolinea che non sono importi dovuti... aboliremo i vitalizi?”. “Indovina chi ha spontaneamente rinunciato al vitalizio”. “Dopo quante legislature si acquisisce la rendita a vita?”. Così, il gioco delle parti, come in un eterno carnevale, prosegue, mentre milioni di Italiani si dovranno accontentare della famigerata e temuta busta arancione, recapitata dall'Inps, con la previsione ricca solo di tanti “se” e tanti “ma” con indicato l'importo della futura pensione. Idea e soggetto di Priscilla Borri. Realizzazione Fantasticarte snc di Politi e Borri Carnevale di Viareggio 2017

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Bang bang di Umberto e Stefano Cinquini Nell’America che si appresta a eleggere il prossimo Presidente degli Stati Uniti c’è chi si batte per la difesa del diritto costituzionale e al porto delle armi da fuoco. Ma le conseguenze ce la racconta la cronaca con il lungo elenco di delitti o di incidenti per l’uso domestico di pistole e fucili. Come se fossimo in un moderno Saloon del Far West Donald Trump è, per i costruttori, il simbolo di tutto ciò.

La National Rifle Association o NRA è un’organizzazione che agisce in favore dei detentori di armi da fuoco degli Stati Uniti d’America. Si occupa di promuovere la sicurezza nell’uso delle armi, organizza corsi di maneggio ed eventi sportivi relativi alle armi, ed è spesso considerata come una delle più potenti organizzazioni degli Stati Uniti. Fu fondata a New York il 17 novembre 1871 con il nome di American Rifle Association e viene frequentemente definita come la più antica organizzazione per i diritti civili degli Stati Uniti, dove il possesso e il porto di un’arma costituisce un diritto civile protetto dalla Carta dei Diritti statunitense (in particolare dal secondo emendamento). La NRA è, inoltre, una potente lobby che spesso finanza campagne politiche e si batte per la difesa del diritto costituzionale al possesso e al porto delle armi da fuoco per i cittadini rispettosi della legge. Cit. Wikipedia. P.S. Crediamo non vi sia niente altro da aggiungere… Carnevale di Viareggio 2017

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Il seme della bellezza di Fabrizio Galli Dopo la ferocia barbarica della distruzione, la speranza di una rinascita nel segno della Bellezza. Fabrizio Galli propone il sequel della costruzione allegorica con cui ha vinto lo scorso anno e ispirandosi di nuovo a Michelangelo, ma anche al pittore contemporaneo Bak e al filosofo Emerson ci ricorda che solo la Bellezza interiore, della natura e che sa esprimersi nelle forme artistiche riesce a sconfiggere la paura del diverso.

Essendo un bando di concorso biennale ho pensato di progettare il sequel di “Barbarians”, cercando di mantenere stilemi contigui ma in uno scenario completamente innovativo. “L’erba cattiva non muore mai”, s’insinua tra le macerie fredde e inanimate. S’insinua lentamente nelle menti della gente. Tutto stritola, occulta, paralizza. Campi incolti, mondi chiusi. Ma noi vogliamo mondi aperti! E soltanto “Il Seme della Bellezza” ci salverà! Le mie fonti di ispirazione sono state: “Il tondo Doni” che Michelangelo dipinse nello stesso periodo che realizzò il David; le opere del pittore contemporaneo Karola Bak che ha come suo punto di forza la sublimazione della bellezza femminile; il saggio su i “Cerchi” in espansione del filosofo Ralph Waldo Emerson.

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Boruca Dietro la maschera di Uberto e Luigi Bonetti La costruzione è un invito a ritrovare se stessi, la voglia di vivere e di libertà guardando all’esempio che ci offre la popolazione Boruca, una delle poche comunità indigene del Costa Rica che è scampata alla colonizzazione spagnola del Cinquecento. Oggi i Boruca vivono in una riserva naturale protetta autogovernandosi, mantenendo identità e orgoglio.

Boruca è una delle poche comunità indigene del Costa Rica che continua a sopravvivere dopo la colonizzazione spagnola nel 1500. Attualmente con circa 2.000 membri, i Boruca hanno acquisito il diritto di autogoverno e della possessione di un territorio su una riserva naturale protetta nella Costa Pacifica dove abitano. La loro identità ed il loro orgoglio è rappresentato nel trasmettere la loro tradizione culturale attraverso l’artigianato con il loro legno riccamente intagliato per autentiche maschere che simboleggiano la difesa del popolo alla colonizzazione spagnola. Per la realizzazione di queste maschere gli uomini della famiglia di prendono cura di intagliare il legno di balsa e le donne di decorarle ed impreziosirle. Queste opere d’arte includono numerosi animali tra i quali rana, tucano, giaguaro, farfalle, ecc… ognuno ad interpretare un significato diverso, sempre però legato al culto dei propri antenati ed al rispetto del territorio. Le maschere insieme all’albero rappresentano la comunione tra la Comunità indigena e la natura, un forte legame che per chi visita questi luoghi rimane ammaliato dalla ricchezza di flora e fauna che offrono. Abbiamo scelto di accostare alle maschere di questo popolo l’albero proprio perché rappresenta ed è un simbolo di vita e di libertà. La vita e la libertà che questo popolo ha fortemente voluto per mantenere la propria identità e che noi vogliamo trasmettere attraverso un’allegoria carnevalesca. Un gioco tra maschere, colori e natura che si sposa bene con il Carnevale.

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Orsa maggiore di Carlo Lombardi Il surriscaldamento del pianeta sta mettendo in serio pericolo i ghiacciai nei due Poli. I primi a risentirne sono gli orsi bianchi, completamente dipendenti dai ghiacci per il loro intero ciclo vitale. Il gigantesco mammifero al centro della costruzione esprime tutta la drammaticità delle conseguenze dell’innalzamento delle temperature e del nuovo sfruttamento dei giacimenti petroliferi al Polo Nord. La gigantesca orsa bianca che irrompe sulla scena esprime tutta la rabbia di una mamma che vuole proteggere la vita dei propri cuccioli.

Il pianeta si sta surriscaldano ovunque, dal Polo Nord al Polo Sud. Segnali si manifestano ovunque ed alcuni di questi sono sorprendenti. Il riscaldamento non solo sta provocando lo scioglimento dei ghiacciai e delle banchise, ma sta anche modificando la distribuzione delle precipitazioni e spingendo gli animali a muoversi. Alcune conseguenze dell’innalzamento delle temperatura si manifestano già. Se il riscaldamento dovesse continuare, ulteriori effetti potrebbero manifestarsi più avanti nel corso del secolo: ci si aspetta che il livello dei mari cresca tra i 18 e i 59 centimetri entro i prossimi cento anni e che a questi centimetri possano aggiungersene altri 10-20, derivanti dal continuo scioglimento dei Poli. Gli orsi sono completamente dipendenti dai ghiacci per il loro intero ciclo vitale: dalla caccia alle foche, la loro preda principale, all’accudimento dei cuccioli. I ricercatori stanno registrando un crescente numero di orsi polari che annegano perché devono nuotare per distanze più lunghe tra un banco di ghiaccio e l’altro. Altri passano più tempo sulla terraferma a digiuno, mentre aspettano che l’acqua torni a ghiacciarsi alla fine dell’estate. Alcune ricerche hanno anche trovato che per la prima volta gli orsi polari si stanno cannibalizzando a causa della mancanza di cibo, un effetto diretto della perdita di ghiaccio causata dai cambiamenti climatici. Il carro di prima categoria “Orsa maggiore” è un monito per la specie umana, un ruglio contro le cause e i possibili effetti del surriscaldamento del globo. Mentre i cambiamenti climatici accelerano lo scioglimento dei ghiacci, le compagnie petrolifere ne approfittano per trasferirsi al Polo Nord per estrarre quei combustibili fossili a loro volta responsabili di questo fenomeno, ed ecco le nostre paradossali e stilizzate trivelle che perforano la nostra banchisa. L’uomo in maniera puramente simbolica accende due grandi ventilatori per rinfrescare i ghiacciai, come cura placebo della grande malattia terminale dei Poli. La nostra Orsa si ribella a questo vergognoso scempio, irrompendo nel contesto carnevalesco spaccando l’iceberg e mostrando la propria rabbia di una mamma a protezione della vita dei loro piccoli. “Orsa maggiore” è il nome di una costellazione tipica dei cieli boreali, la costellazione che sfida il tempo, immune ai danni che l’uomo fa alla terra, nessuno potrà mai cancellarla, l’Orsa maggiore sarà sempre là a guardare la vita che scorre. Carnevale di Viareggio 2017

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Il Pianeta X di Franco Malfatti Il vero male del mondo è l’uomo che con la sua forza distruttiva continua a minacciare l’ecosistema. Le politiche scellerate ed egoistiche di pochi stanno mettendo in serio pericolo la vita di tutti. E se un domani l’uomo fosse costretto a fuggire in un altro pianeta? I suoi istinti primordiali di sfruttamento e distruzione lo porterebbero a colonizzare anche nuove realtà. La soluzione? Guardare dentro se stessi e riscoprire i primordiali istinti al bene.

In un futuro, speriamo lontano, l’umanità potrebbe trovarsi a vivere l’esperienza più terribile della propria esistenza perché, a causa delle politiche economiche scellerate ed egoistiche elaborate da pochi uomini potenti, si potrebbero man mano prosciugare tutte le risorse della Terra che, fagocitata dall’inquinamento, rimarrebbe senza cibo, acqua e risorse energetiche. Siamo arrivati al punto di non ritorno e l’ultima possibilità di salvezza per gli uomini potrebbe essere partire con una missione spaziale alla ricerca del Pianeta X, un luogo lontano anni luce dalla Terra, in grado di rappresentare un rifugio per la nostra umanità e la salvezza per le nostre future generazioni. Ma anche qualora riuscissero a trovare questo luogo che appartiene all’immaginario, quale riflessione potrebbero fare i componenti della missione spaziale voltandosi indietro a guardare la Terra? Si renderebbero conto che in qualsiasi parte dell’Universo essi vadano, porterebbero sempre con sé la causa malorum, il lato peggio dei propri istinti primordiali volti alla distruzione; non migliorerebbero la loro condizioni spostandosi altrove e comportandosi egualmente nel pianeta da colonizzare. Prima di intraprendere qualsiasi viaggio nello spazio esterno, più opportuno sarebbe viaggiare prima di tutto dentro se stessi e riscoprire quei valori sopiti se non addirittura soffocati che ci appartengono e che ci consentirebbero di salvare il nostro Pianeta nel rispetto delle persone e delle cose che su di esso di trovano. Carnevale di Viareggio 2017

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Chinatown street di Roberto Vannucci Dopo 125 anni la Cina ha superato gli Stati Uniti ed è oggi la la super potenza mondiale. L’avanzata del più grande Paese orientale è ormai culminata nella trasformazione di Wall Street in Chinatown Street. La costruzione vuole rappresentare proprio questo attraverso i simboli statunitensi riletti con i colori e le tradizioni cinesi

Ormai è un fatto acclarato: la Cina ha superato gli Stati Uniti come la più grande economia del mondo e riconosciuto dal fondo monetario internazionale. L’ascesa della Cina è costante ed ogni giorno prende sempre forza, potere e peso economico del mondo. Dopo tutto la Cina è il Paese più popolato al mondo da quando è stato unificato oltre 2000 anni fa, quindi ha senso che sia anche l’economia più grande del mondo. Che la Cine fosse più grande (in termini di parità di potere di acquisto) di qualsiasi altra economia nel mondo fino al 1899, quando venne eclissata dagli Stati Uniti. Ora, dopo 125 anni, le classifiche si sono nuovamente invertite, a seguito di decenni di rapido sviluppo economico della Cina. Con il crescente potere economico è arrivato un crescente ruolo geopolitico. Molti Paesi europei e non solo guardano alla Cina come la chiave di crescita economica più solida. Oggi la Cina sta mettendo molti soldi per creare ed investire forti legami economici e infrastrutturali con Paesi di tutto il mondo. In sostanza stanno diventando i nuovi padroni del mondo e siamo passati da Wall Street a Chinatown Street e stanno investendo e diventando i nuovi padroni dell’economia mondiale. La Cina sta aprendo la nuova strada della seta e sta invadendo il mondo con il suo potere economico nell’industria, nell’arte, nell’informatica, nelle infrastrutture, nello sport, nella cultura: in poche parole una vera e propria invasione economica mondiale. Carnevale di Viareggio 2017

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Un amore così grande di Jacopo Allegrucci Il Belpaese è un’affascinante e suadente donna, ricca e attraente, che conserva i ricordi dei suoi tanti amori e dei suoi molteplici amanti, immortalati in tante cornici d’argento dal sapore retrò. Ma è ancora bella ed attrae vecchi e nuovi Cupidi: losche figure che l’hanno sfruttata ma che sono pronti a farlo di nuovo per i propri interessi.

L’Italia ha un’eredità unica al mondo, Italia è una donna ricca. 
 Il suo patrimonio è culturale, artistico, culinario, storico, sportivo, paesaggistico, architettonico. 
 L’Italia ha un valore inestimabile! Italia si è sempre innamorata dei suoi amanti e ne conserva gelosamente le foto in cornici d’argento. 
 Italia rimane ancora una donna attraente. Losche figure hanno abusato di lei negli anni
 Nuovi Cupidi cercano di farla cadere tra le loro braccia per poter di nuovo sfruttare, per i propri interessi, i suoi averi.

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La fabbrica di cioccolato di Edoardo Ceragioli In una gigantesca fabbrica di cioccolato, tutto sempre funzionante per preparare la prelibata crema color nocciola. Le macchine produttrici sono in funzione e tutto sembra girare a meraviglia. Ma, chiuso nella stanza dei bottoni, il più famoso produttore di cioccolata, Renzi Wonka, nasconde la sua ricetta.

“La Fabbrica di Cioccolato Renzi Wonka è davvero la più grande al mondo?” – disse il piccolo Charlie ai nonni. “Se è verooo?” esclamarono tutti e quattro all’unisono. 
 “Ma certo che è vero! Santo cielo, possibile che non lo sapessi? E’ all’incirca cinquanta volte più grande di qualsiasi altra fabbrica al mondo??” “Mio caro ragazzo – rispose nonno Joe tirandosi su a sede e appoggiando la schiena al cuscino – il signor Renzi Wonka è il più sorprendente, il più fantastico, il più straordinario produttore di cioccolato che il mondo abbia mai visto! Credevo che ormai lo sapessero tutti!” “Sapevo che era famoso, nonno Joe, e sapevo anche che era molto abile…” “Abilee! - esclamò il vecchio -.Altro che abile! E’ un mago del cioccolato! Riesce a farci tutto quello che vuole!”. “Intendi dire che non ti ho mai raccontato di Renzi Wonka e della sua fabbrica?”, aggiunse nonno Joe. “No, mai” rispose il piccolo Charlie”, ti prego nonno raccontamelo ora! “Senz’altro – rispose il vecchio – siediti qui accanto a me e stai a sentire…”. Liberamente tratto dal racconto “La Fabbrica di Cioccolato” di R. Dahal Carnevale di Viareggio 2017

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Anima Bianca di Emilio Cinquini (da un’idea di Massimiliamo Marmugi) Lo smisurato sfruttamento industriale inquina la terra, i mari e l’aria e minaccia quello che è considerato la memoria storica del pianeta, la sua vera anima: il grande ghiacciaio. I grandi orsi polari, sul proscenio della costruzione, tentano di salvare l’ecosistema dei Poli, ma la catastrofe è imminente.

Anima è il cuore più antico della terra: è il ghiaccio, figlio di Adeano primordiale. Bianca, perché il ghiaccio è custode perfetto e fedele della nostra storia, silenzioso, monumentale. Ma i grandi ghiacciai stanno perdendo la loro eternità, disgregati, liquefatti dalle innumerevoli e nefaste conseguenze di una industrializzazione smisurata, che devasta l’ecosistema climatico e dentro corrode la purezza della loro memoria: fuoco, fumo, vapore, sporco, rumore, terrore… Servono davvero a poco i grandi orsi bianchi guardiani di questo bene comune, che tentano invano di sorreggere il peso della lattea struttura cattedrale in decomposizione, Fuggono spaventati i simpatici pinguini e accelerano la fuga sugli scivoli, atterriti e quasi senza meta. Anima Bianca, anima della nostra terra: un richiamo forte all’attenzione sugli effetti dello scioglimento dei ghiacciai che innalzano il livello delle acque produrrà tra alcuni decenni immani catastrofi planetarie.

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In fondo all’anima di Luciano Tomei La storia del miracolo di San Francesco e del lupo di Gubbio sono il tema della costruzione che invita l’uomo a guarire dal propri “lupi interiori” facendo pace con il proprio io per tornare alla semplicità e alla genuinità dei sentimenti dei bambini. Riscopriamo il buono e il mite che è in noi – suggerisce il costruttore – per ammansire il lato oscuro e duro dell’animo umano.

Il costruttore, ispirandosi al famoso miracolo di San Francesco e il lupo di Gubbio descritto nei fioretti dedicati al Santo di Assisi, mette in opera un'allegoria che vuole evidenziare come guarire dai propri “lupi interiori” significhi spesso fare pace con il proprio io, e di conseguenza, tornare piccolo ed alla semplicità di un bambino. Ecco quindi che, grazie alla capacità di un uomo mite ed umile ma in grado di far breccia nel profondo dell’anima, anche un lupo feroce e minaccioso, fermandosi a dialogare con lui, riesce a riconciliarsi con la sua storia e le sue emozioni di cucciolo perché si sente accolto ed amato. L'autore del progetto crede fermamente che in fondo al cuore di ogni uomo, anche il più indurito, ci sia del buono. Ecco perché nella costruzione vedremo l'alternarsi di due scenari: un lupo minaccioso e una bimba (l'anima) che affianca un piccolo cucciolo. Naturalmente oltre a questa lettura “laica”, esiste anche la volontà di celebrare una delle storie più note legate al Santo Patrono d'Italia, la cui fama è universalmente riconosciuta.

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Salerno Via-Reggio Calabria E’ stato un gioco da ragazzi di Luca Bertozzi Taglio del nastro al Carnevale di Viareggio per quella che viene definita il “corpo del reato più lungo d’Italia”: la Salerno-Reggio Calabria. Ma siamo a Carnevale e la battuta del premier Renzi che ha definito la ripresa del cantiere “un gioco da ragazzi” diventa motivo di satira.

Il 22 dicembre 2016 è un giorno da ricordare, è il giorno della grande cerimonia di inaugurazione della SalernoReggio Calabria. Il giovane e ambizioso Matteo Renzi gioca alle costruzioni e fiero completa la grande autostrada immaginando così i grandi festeggiamenti inaugurali. Definita “il corpo del reato più lungo d’Italia”, famosa in tutto il mondo per promesse non mantenute, spreco di denaro pubblico, appalti truccati, infiltrazioni mafiose, vite spezzate la Salerno – Reggio Calabria “è diventata il simbolo delle cose che non vanno”. Ma ora tutto è cambiato e tutto sommato è stato un gioco da ragazzi!

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La grande migrazione di Michele Canova Prende ispirazione da “Gli uccelli” di Aristofane, il costruttore che nella mascherata in gruppo racconti è un monito contro la smania di potere e la difficoltà di accettare il diverso che l’uomo manifesta troppo spesso. Capovolgiamo il punto di vista: non è l’uomo a dover accettare, ma è colui che deve farsi accettare.

Nel 414 a.C. Aristofane scrive una commedia dal titolo “Gli uccelli” protagonisti due uomini Pisètero e Evèlpide, che disgustati dai propri concittadini, decidono di lasciare la città e di chiedere agli uccelli di fondare insieme una nuova società. Gli uccelli si dimostrano in un primo momento ostili, ma si lasciano presto convincere e iniziando i lavori per creare Nubicuculia, città di uomini e uccelli. Quello che succederà in seguito sarà storia già vista: pieni di buoni propositi, i protagonisti si riveleranno uguali ai concittadini che un tempo lasciarono, pronti ad approfittarsi delle buone occasioni che questa nuova città offre, vittime delle umane debolezze. Aristofane offre spunto per riflettere su due punti: la smania di potere dell’uomo e la difficoltà di accettare il diverso, ma da un punto di vista opposto rispetto a quello cui siamo abituati, perché non è l’uomo nei panni di chi deve accettare, ma è colui che deve farsi accettare. Questo è il punto di partenza per questa mascherata. Uno stormo di uccelli dalle strane forme e dai colori mai visti, con becchi lunghi e arricciati, avanza tra gli spettatori. Diffidenti e incuriositi, enormi e pericolosi, sono stati costretti a emigrare da una terra lontana e ora non resta altro che condividere una nuova terra con altri “animali”: ma sarà possibile un futuro con questa strana specie, detta “umana”? “La grande migrazione” riflette e fa riflettere sull’irrisoria e sempre attuale questione della disuguaglianza in tutte le sue forme e accezioni. La mascherata sarà accompagnata da un corteo composto da 40 figuranti uomini/uccelli. Il progetto artistico è realizzato in collaborazione con Alice Bachi e Maicol Borghetti di Studio B. La coreografia del gruppo sarà coordinata da Alice Bianchi.

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I libri aprono la mente di Roberto De Leo e Vania Fornaciari I libri non solo aprono la mente, ma stimolano la fantasia e la creatività. Al Carnevale di Viareggio i libri, inoltre, diventano straordinari mezzi per compiere mirabili viaggi fantastici. Ce lo dimostra il costruttore che in questa mascherata trasforma la letteratura in opere in cartapesta.

Il modo di dire “Il libro apre la mente”, suffragato anche dal risultato di una recente ricerca scientifica, è il tema della mascherata proposta che sarà realizzata con la tecnica del “pop up” o “libro animato” e che, se mai ce ne fosse il bisogno, testimonia, nel fantasmagorico spettacolo del Corso Mascherato, il fecondo rapporto tra il Carnevale di Viareggio e la cultura, nello specifico la letteratura. I soggetti che compongono la mascherata sono alcuni dei più grandi capolavori della letteratura mondiale, “Don Chisciotte della Mancia”, “Guerra e pace”, “Moby Dick”, “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”, “Il piccolo principe” e “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, che mettono in scena, grazie alla leggerezza della materia carnevalesca, la rappresentazione iconica dei sentimenti e delle passioni dell’universalità della vita dell’uomo. Nel Don Chisciotte, dello spagnolo Miguel de Cervantes, le visionarie avventure del cavaliere errante sono proiettate nell’attualità e i mulini a vento sono i moderni mostri delle piattaforme petrolifere. “Guerra e pace”, il romanzo di Lew Tolstoj, che narra della resistenza della Russia contro l’invasione napoleonica è un grande affresco storico che mette in scena la totalità della vita nell’eterno dualismo della guerra e della pace. Nel “Moby Dick”, capolavoro della letteratura americana di Herman Melville, l’enorme balena bianca cacciata da capitan Achab offre lo spunto per denunciare la strage delle balene che ancora oggi arrossa i mari. Nelle “Avventure di Alice” di Lewis Carroll, il viaggio della protagonista in un mondo sotterraneo di paradossi e assurdità offre lo spunto per rappresentare le violenze e le ingiustizie subite dalla donna nella realtà di oggi. Ne “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exuperèry, fra le opere letterarie più celebri del XX secolo e fra le più vendute della storia, vengono messi in risalto le tematiche del senso della vita e del significato di amore ed amicizia. Infine “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, il romanzo di Milan Kundera ambientato a Praga durante l’invasione dell’Unione Sovietica, offre lo spunto per rappresentare il valore dell’amore e della libertà nel palcoscenico violento e disumanizzante delle moderne metropoli. Carnevale di Viareggio 2017

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E il naufragar m’è dolce in questo mar… I Sincronet di Marzia Etna A noi, popolo italiano, naufragare in questo mare è dolce. Ai nostri governanti no. Prende spunto da questa riflessione la mascherata che propone la costruttrice. Ma mentre noi nuotiamo, seppure in un mare di guai, con il sorriso sulle labbra, i nostri politici invece si accordano per un nuoto sincronizzato, tra piroette ed acrobazie, a volte prendendo decisioni sagge, altre volte no.

Quest’anno ho voluto rappresentare i nostri politici (Renzi, Grillo, Mattarella, Boschi, Meloni, Salvini) che in costume da bagno vintage si sono trasformati in nuotatori sincronizzati e il Presidente Mattarella dirige tutto il movimento. Chiaramente al popolo italiano non resta che naufragare in un mare di guai, ma sempre felici e contenti e alzando spallucce. Mentre i governanti sguazzano e non naufragano mai, anzi si sincronizzano tra loro per adottare scelte a volte giuste, altre volte scellerate ma tutti molto ben sincronizzati.

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L’amor che move il sole e l’altre stelle di Giampiero Ghiselli (progetto di Maria Chiara Franceschini) Contro i mali che affliggono il mondo l’unica cura possibile è l’amore, in ogni sua forma. Ne è convinto il costruttore che propone una opera in cartapesta dedicata a quel sentimento che… move il sole e l’altre stelle come scrive Dante Alighieri.

Amore è forse la parola più conosciuta ed usata al mondo, eppure non è facile darne una definizione tanto è grande il valore e la potenza del suo significato. L’amore può essere il bene della persona amata, quello della mamma verso il suo bambino, la cura e la dedizione verso qualcosa che si reputa veramente importante come la natura, gli animali e tanto altro ancora. Ma l’amore non può essere relegato ad un volubile sentimento umano perché è qualcosa di superiore a noi piccoli e fragili essere umani capaci di violenza, omofobia, guerre, distruzione del pianeta e di tutte le cose orrende di questo mondo. Come scriveva Dante “l’Amor che move il sole e l’altre stelle” è quella forza che regola l’intero ordine delle cose. E quel sentimenti che non conosce ideologie, distinzioni di sesso, di religione o di razza. L’amore, quello vero, è superiore ad ogni cosa e ad ogni giudizio e mai come in questa epoca colma di ingiustizie, pregiudizi e violenza, assume un ruolo fondamentale. Quando si ama si diventa migliori perché l’amore conduce verso ciò che è universalmente conosciuto come il bene. La mascherata vuole quindi essere una esortazione ad amare, come una risposta ai tanti mali del mondo. L’amore è la cura, l’amore ci rende liberi.

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Questa sera varietà di Libero Maggini I protagonisti dello spettacolo più amato di tutti i tempi. I grandi personaggi intramontabili. A loro è dedicata questa mascherata in gruppo. Un percorso che ci permette di rivivere le emozioni che ci hanno lasciato Chaplin, Petrolini, Jospehin Baker, Macario, solo per citarne alcuni.

Contro il logorio della vita moderna “la premiata ditta Maggini costruttori di babacci” propone uno spettacolo d’arte varia che poco ha a che vedere con la rumenta che si viene propinata giornalmente dal tubo catodico.

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L’ultimo samurai. La lega dei Mangiamorte di Giacomo Marsili Chi è l’ultimo samurai che ingaggia la lotta contro lo straniero? E’ Matteo Salvini, leader della Lega che in questa mascherata indossa gli abiti da guerriero giapponese pronto a combattere contro l’immigrazione, raffigurata dalle straordinarie maschere africane che si celano dietro i simboli orientali dei kabuki. Sarà l’ultimo samurai contro l’immigrazione o anche altri cambieranno volto sul tema?

Platone – La Repubblica Cap. VIII, Atene 370 a.C. Quando la città retta a democrazia si ubriaca di libertà confondendola con la licenza, con l’aiuto di cattivi coppieri costretti a comprarsi l’immunità con dosi sempre massicce d’indulgenza verso ogni sorta di illegalità e di soperchieria; quando questa città si copre di fango accettando di farsi serva di uomini di fango per potere continuare a vivere e ad ingrassare nel fango; quando il padre si abbassa al livello del figlio e si mette, bamboleggiando, a copiarlo perché ha paura del figlio; quando il figlio si mette alla pari del padre e, lungi da rispettarlo, impara a disprezzarlo per la sua pavidità; quando il cittadino accetta che, di dovunque venga, chiunque gli capiti in casa, possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l’ha costruita e ci è nato; quando i capi tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine; c’è da meravigliarsi che l’arbitrio si estenda a tutto e che dappertutto nasca l’anarchia e penetri nelle dimore private e perfino nelle stalle? 
 In un ambiente siffatto, in cui il maestro teme ed adula gli scolari e gli scolari non tengono in alcun conto i maestri; in cui tutto si mescola e si confonde; in cui chi comanda finge, per comandare sempre di più, di mettersi al servizio di chi è comandato e ne lusinga, per sfruttarli, tutti i vizi; in cui i rapporti tra gli uni e gli altri sono regolati soltanto dalle reciproche convenienze nelle reciproche tolleranze; in cui la demagogia dell’uguaglianza rende impraticabile qualsiasi selezione, ed anzi costringe tutti a misurare il passo delle gambe su chi le ha più corte; in cui l’unico rimedio contro il favoritismo consiste nella molteplicità e moltiplicazione dei favori; in cui tutto è concesso a tutti in modo che tutti ne diventino complici; in un ambiente siffatto, quando raggiunge il culmine dell’anarchia e nessuno è più sicuro di nulla e nessuno è più padrone di qualcosa perché tutti lo sono, anche del suo letto e della sua madia a parità di diritti con lui e i rifiuti si ammonticchiano per le strade perché nessuno può comandare a nessuno di sgombrarli; in un ambiente siffatto, dico, pensi tu che il cittadino accorrerebbe a difendere la libertà, quella libertà, dal pericolo dell’autoritarismo? 
 Ecco, secondo me, come nascono le dittature. Esse hanno due madri. 
 Una è l’oligarchia quando degenera, per le sue lotte interne, in satrapia. L’altra è la democrazia quando, per sete di libertà e per l’inettitudine dei suoi capi, precipita nella corruzione e nella paralisi. 
 Allora la gente si separa da coloro cui fa la colpa di averla condotta a tale disastro e si prepara a rinnegarla prima coi sarcasmi, poi con la violenza che della dittatura è pronuba e levatrice. 
 Così la democrazia muore: per abuso di se stessa. 
 E prima che nel sangue, nel ridicolo

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Non ci spaventiamo di Adolfo Milazzo Vincere le paure è possibile. Come? Comportarci da spaventapasseri, leggeri e silenziosi, facendo noi paura alle difficoltà e ai timori che ci affliggono. La carta vincente è sempre quella del sorriso. Un metodo infallibile, dice il costruttore.

In questo mondi pieno di paure e di incognite la realtà è spesso più incredibile della fantasia. Quando tutto sembra cadere davanti ai nostri occhi, coraggio e avanti: non ci spaventiamo! Soprattutto nelle tribolazioni perché proprio queste portano sempre alla speranza, a vita nuova. Piuttosto come i leggeri e silenziosi spaventapasseri facciamo noi paura alle tante paure della nostra esistenza, magari con un sorriso che abbatta l’indifferenza e le tante intolleranze di oggi.

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I sette vizi capitali di Enrico Vannucci Quali sono i sette vizi capitali? Invidia, lussuria, accidia, superbia, avarizia, ira e gola. Ed eccoli i sette peccati che tentano l’uomo dalla notte dei tempi. Ovviamente riletti in chiave carnevalesca, ironica e scanzonata.

Quando si parla dei sette peccati capitali si fa riferimento ad un insieme circoscritto di inclinazioni negative che hanno diversa natura. I peccati capitali, infatti, rappresentano quelle debolezze che hanno a che fare con la sfera squisitamente comportamentale, morale e in un certo senso spirituale dell’essere umano. I vizi capitali sono un elenco di inclinazioni profonde, morali e comportamentali dell’anima umana, spesso e impropriamente chiamati peccati capitali. Questo elenco di vizi distruggerebbero l’anima umana, contrapponendosi alle virtù, che invece ne promuovono la crescita.

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Terrore senza frontiere di Silvano Bianchi La paura del diverso, l’ansia di voler salvaguardare la propria cultura da ciò che è sconosciuto, il disagio sono i motivi ispiratori di questa maschera che nel cavallo di Troia sintetizza quell’entità che molti guardano in modo sospetto, proveniente da frontiere geografiche e mentali.

Sentimenti di paura, terrore, rabbia dominano le menti degli uomini del nostro tempo. La diversità viene spesso avvertita come attentato all’identità, con la convinzione che la propria cultura sia l’unica vera, e che la visione del mondo in essa contenuta sia migliore di altre. Il disagio che nasce dall’incontro fra culture sfocia frequentemente in forme di discriminazione razziali e guerre. Un’entità sospetta proveniente da terre lontane, nell’immaginario incarnata dal temerario cavallo di Troia, avanza imponente attraversando le nostre frontiere geografiche e mentali. Nasconde al suo interno nuove indefinite realtà che destabilizzano una società troppo spesso manipolata da pregiudizi, incapace forse di accettare culture e tradizioni sconosciute.

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Rogna capitale di Erica Cerri Costruzione allegorica tutta dedicata al neo sindaco grillino Virginia Raggi che ha da poco conquistato la Captale. Roma, attraverso il suo simbolo più famoso, la lupa, appare malata e piena di rogne con corruzione e criminalità a farla da padrone. Un duro lavoro per la prima cittadina.

La lupa capitolina si è ammalata, è il simbolo dello stato in cui versa Roma, una città piena di “rogne”, affetta da corruzione e criminalità organizzata. Mentre c’è chi è sempre pronto ad “ingrassare” sottraendo risorse alla città, il sindaco Virginia Raggi si impegna a risanare la Capitale con le sue iniezioni di fiducia e legalità. Riuscirà nel suo intento?

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L’extracomunitaria (God save the Queen) di Daniele Chicca E’ la Brexit il tema della costruzione allegorica che vede la Regina Elisabetta, diventata extracomunitaria, intenta a fuggire pur di salvare i propri beni dalla speculazione. Mentre Matteo Salvini per una volta non si scaglia contro lo straniero, ma diventa seguace di questa emigrazione di lusso.

Con il recente fenomeno Brexit, la Gran Bretagna è uscita dall’Unione europea anche la Regina Elisabetta ad oggi quindi è diventata un’extracomunitaria che però, contrariamente ai flussi migratori, fugge dall’Europa per salvare i suoi beni dalle speculazioni bancarie del Continente. Il nuovo status sociale non passa inosservato a Matteo Salvini, che istintivamente si sdegna ma contrariamente ai suoi ideali si accorda riverente e seguace a questa emigrazione di lusso, perché comunque anche gli extracomunitari non sono tutti uguali.

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Mad Donald Trump di Michele Cinquini e Silvia Cirri Guarda alle prossime elezioni americane la maschera isolata che ci propone in chiave allegorica il candidato repubblicano Trump nelle vesti della più nota catena di fast food al mondo pronto a propinarci cibi a basso costo pur di sconfiggere la rivale Clinton

Il magnate Donald Trump nelle vesti della celebre mascotte della più importante catena di fast food al mondo, vuole offrire al suo pubblico del Carnevale di Viareggio le sue prelibatezze a basso costo, in particolare la sua recente avversaria politica Hillary Clinton. Riuscirà questo malefico pagliaccio a stelle e strisce ad attuare il sogno americano di portare la sua impronta e i suoi ideali di patriottismo e nazionalismo in tutto il mondo, proprio come è riuscito a fare la quasi ottantenne catena di ristorazione?

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Ridi Pagliaccio di Michele Deledda La maschera vuole essere un omaggio a Luciano Pavarotti a dieci anni dalla sua scomparsa. In questa rappresentazione allegorica però il grande tenore tiene in mano il premier Renzi smascherandolo dei suoi panni di pagliaccio.

Nel decimo anniversario della morte di Luciano Pavarotti, un omaggio al grande lirico che con la sua voce ha emozionato il mondo. Con il titolo della grande opera “Ridi pagliaccio” si crea il doppio senso e Renzi, nostro Presidente del Consiglio travestito da pagliaccio, viene smascherato dal tenore al popolo che, non troppo d’accordo con la sua linea politica avrà ben chiaro il gioco di parole.

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L’organico parlamentare di Michelangelo Francesconi La maschera isolata vuole essere una allegorica fotografia della situazione politica, attraverso i leader dei gruppi che siedono in Parlamento. C’è Renzi stordito dopo la batosta elettorale alle comunali, le neo elette sindaco Raggi e Appennino, ma anche Grillo, la Boschi, Alfano, Salvini. Alla ribalta anche Verdini.

La mascherata di quest’anno intitolata “L’organico parlamentare” vuole rappresentare in sintesi la situazione economico-politica dello Stato italiano. L’aspetto economico viene rappresentato da un bidone dell’immondizia che vuole significare quanto il paese sia in difficoltà in questi ultimi anni; viene quindi considerato come uno Stato spazzatura, causa di tutta la corruzione che circonda il mondo organizzativo e amministrativo italiano. Al suo interno troviamo quindi i membri più importanti del Parlamento e del governo come il Premier Renzi, stordito dall’ultima batosta presa dal M5S alle ultime elezioni comunali, i ministri Alfano e Boschi, Beppe Grillo il quale esulta con i neo sindaci Raggi e Appennino, l’onorevole Verdini che manovra i vari governi e infine non può mancare Matteo Salvini il quale su una barchetta di carta continua a criticare Renzi. Si crea quindi una situazione di completa confusione che è lo specchio perfetto della situazione politica, la quale “speriamo” possa migliorare.

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Teatrino all’italiana di Beppe Garone Chi sono i veri poteri forti che governano l’Italia? Se lo domanda il costruttore che con questa maschera isolata tenta di smascherare il solito teatrino della politica italiana per vedere cosa ci sia dietro.

Nel teatrino di Palazzo Montecitorio va in scena l’ennesimo spettacolo del nostro Presidente del Consiglio Matteo Renzi, detto il bugiardino. Ogni giorno il Premier fiorentino cerca di convincere il popolo italiano con bugie e false promesse. Ma dietro di lui chi si nasconde realmente? Dietro la politica del nostro Pinocchio ci sono i poteri oscuri e forti che lo rendono un burattino nelle loro demoniache mani. Tramite di lui massoneria, banche e lobby muovono i fili della nostra Nazione privilegiando i propri interessi a discapito di quelli dei cittadini. In questo triste spettacolo teatrale però non è rimasto altro che tagliare questi sporchi fili.

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I fiori di giacinto di Pierfrancesco Giunti Omaggio al leader dei radicali italiani recentemente scomparsa Marco Pannella. Fautore di tante battaglie politiche e conquiste sociali nonostante molti abbiano sempre cercato di fermarlo, oggi viene ricordato con questa maschera allegorica.

Il giacinto è un’infiorescenza rigogliosa la cui unione di tanti piccoli fiori ne origina uno ancora più bello, così come l’unione di tante idee che hanno generato le numerose conquiste sociali del nostro Paese. Fautore di queste molteplici fioriture è stato Giacinto Pannella detto “Marco”, da molti sostenuto, da altrettanti criticato, ma da tutti come da italico costume, santificato solo a posteriori, comunque con assoluta certezza che senza la sua figura l’Italia sarebbe stata un po’ meno libera di scegliere.

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Lo s…trump…alato di Rodolfo Mazzone La battaglia per la conquista della Casa Bianca impazza e il costruttore vuole ritrarre il candidato repubblicano Donald Trump in modo ironico, allegorico e divertente. E al prossimo Carnevale di Viareggio arriverà da vincitore o da sconfitto?

“Persona che pensa e si comporta in modo strano, imprevedibile, non conseguente… che si caratterizza per mancanza o scarsezza di logica o che contrasta con il comune modo di pensare e di agire”. Ecco la definizione più congeniale al protagonista di questa maschera isolata: Mr Donald Trump. Per mesi ha percorso con le sue enormi ali gli Stati Uniti d’America, influenzando anche la politica italiana. Arriverà una cacciatrice in grado di fermare il suo volo trionfale? Tra jet privati, auto di lusso, dollari a volontà, sbarca al Carnevale più famoso d’Italia e d’Europa. Un’unica domanda: da vincitore o da sconfitto?

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La Camera dei deputati Riforme in corso di Lorenzo Paoli La Camera dei Deputati, sede della politica, viene in realtà riletta come una camera da letto in cui viene messo a nudo il malcostume dei nostri politici, causa di disordine e inconcludenza. Tutto ciò fa sì che l’unico corso possibile delle riforme sia quello del Carnevale di Viareggio.

Montecitorio è uno dei palazzi della politica più belli d’Europa, per non dire del mondo intero. In linea con l’importanza e il valore del Palazzo altri primati, meno importanti, ci derivano dal Parlamento che vi ha sede. Il nostro Parlamento conta il maggior numero di parlamentari indagati, un onorevole su quattro cambia schieramento nella stessa Legislatura, ha il maggior numero di assenteisti e di corrotti. I nostri parlamentari sono i più pagati d’Europa e con pensioni e indennità che superano di gran lunga quelle dei colleghi d’Oltralpe, un parlamentare su tre fa uso di sostanze stupefacenti. La Camera dei Deputati si trasforma in una camera da letto dove viene messo a nudo il malcostume dei nostri politici, causa prima di una produzione legislativa disordinata, mancanza di capacità decisionale e inconcludenza. Tutto ciò fa sì che l’unico corso possibile delle riforme sia quello del Carnevale di Viareggio.

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La s…coperta L’incubo è la realtà di Alessandro Pasquinucci e i Burlabomber Altro che sogni, incubi, per il premier Matteo Renzi minacciato dai fantasmi della crisi nazionale, dell’Unione europea in difficoltà e dai mille problemi del Paese. Ma anche svegliandosi i mostri non spariscono perché la realtà è peggio di un incubo

Nell’insidiosa e oscura notte italiana ed europea il premier Matteo Renzi sembra fare brutti sogni. I problemi del Paese, la crisi nazionale, la traballante sorte dell’Unione europea e le minacce per la stabilità del suo governo assumono le sembianze di creature terrificanti e fantasmi, che lo perseguitano e avvolgono durante il (meritato?) riposo. All’improvviso Renzi si sveglia di soprassalto. E’ agitato, sudato, spaventato. Pensa che solo svegliandosi potrà scacciare quei brutti mostri. Suo malgrado, però, fa l’amara scoperta. Non si tratta solamente di un sogno. La realtà infatti, è peggio di un incubo.

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Vado al massimo di Andrea Pucci Doppio omaggio a Vasco Rossi e Valentino Rossi. La maschera isolata prende spunto dai 40 anni di carriera del cantautore italiano ma accoglie una scoppiettante Yamaha pilotata dal campione Valentino Rossi sulle note della famosissima canzone “Vado al massimo”

Frontalmente una sagoma enorme ci descrive il numero algebrico 46, fintanto che le due cifre cominciano a ruotare su se stesse, come un vero e proprio sipario di un palcoscenico, dalle quali emerge una scoppiettante Yamaha pilotata da Valentino Rossi e Vasco Rossi che si dirige verso il pubblico presente… Vado al massimo! La maschera isolata è un omaggio ai 40 anni di carriera del cantante e prende spunto da una delle sue più celebri canzoni: vado al massimo. La costruzione propone lo stesso cantante su una Yamaha pilotata da Valentino Rossi.

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Il grande bluff: giochiamoci il mondo di Pietro Pulcini La posta in gioco è assolutamente alta: la salvezza del mondo che rischia di crollare sotto i colpi della speculazione. E come in una grande partita a poker i cinque poteri di uno Stato si sfidano. Ma al tavolo c’è un giocatore più forte di tutti: gli Stati Uniti che dando le carte cerca sempre di far vincere il banco. Sembra un gioco, ma non lo è affatto.

Un grande tavolo da poker intorno al quale siedono i cinque poteri su cui uno Stato si fonda: politico, forze armate, ecclesiastico, magistratura e finanziario. La posta in gioco è la sopravvivenza del mondo che tra una partita e un’altra rischia di crollare sotto i colpi della speculazione. C’è un giocatore ed è risolutivo: sono gli Stati Uniti che con la loro strategia fondata sui principi della Repubblica e della democrazia, consegna le carte a proprio piacimento, da far in modo che a vincere sia sempre il banco. Al centro del mondo troviamo il dio denaro che con il suo potere smuove guerriglie e decide il destino degli altri Stati. Sembra un gioco, ma non lo è affatto. Si continua a giocare con le sorti del mondo, quando in realtà si sta rischiando la rovina totale.

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The political ghostbusters di Devis Serra Ambientazione da Ghostbuster per Renzi, Alfano e Mattarella alle prese con la cattura del fantasma di turno: lo spettro Slimer rappresentato dal leader leghista Matteo Salvini.

La maschera vuol rappresentare una chiara e di facile comprensione satira della nostra politica italiana. L’ambientazione è ispirata da un noto film degli anni Ottanta, ossia i Ghostbusters, che a distanza di trent’anni vedere a breve uscire nei cinema una nuova versione tutta al femminile. Nella maschera vediamo al centro la famosa ECT01 la nota auto dei Ghostbusters presieduta da esponenti dell’attuale nostro governo, ossia il premier Matteo Renzi e Angelino Alfano affiancati dal neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Questi vestono i panni degli acchiappa fantasmi tutti nell’atto di catturare uno “spettro” che possa in qualche modo minare la loro permanenza al governo. Renzi cerca di colpire Salvini che qui è rappresentato come il noto spettro del film Slimer, Alfano alla guida dell’auto invece guarda all’orizzonte alla ricerca del “fantasma” Berlusconi che però gli sta minaccioso alle spalle mentre Mattarella data l’età lo si vede in chiara difficoltà con le apparecchiature tecnologiche e con queste finisce per ingarbugliarsi ma cerca comunque di catturare nella trappola per fantasmi Beppe Grillo. Queste le speranze dei protagonisti augurandosi per loro che non restino solo dei desideri di Carnevale.

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Il Che guePapa di Alessandro e Paolo Vanni Il Papa mascherato come un novello Che Guevara attorniato da uno stuolo di putti con le sembianze di Marx e Lenin, per somma disperazione dei nei liberisti di tutto il mondo è il protagonista di questa costruzione che vuole ironizzare su chi ha definito Bergoglio come un pontefice comunista.

Il Papa è un comunista? Dopo le critiche ricevute dai Repubblicani americani il crocifisso inscritto in una falce e martello donatogli in Venezuela, in un momento politici in cui la sinistra cede il passo alle destre xenofobe in tutta Europa, Bergoglio con le sue prediche contro il capitalismo è rimasto un baluardo a difesa di valori di condivisione e uguaglianza sociale. Abbiamo voluto scherzare sulla situazione e ci siamo immaginati il Papa mascherato come un novello Che Guevara attorniato da uno stuolo di putti con le sembianze di Marx e Lenin, per somma disperazione dei nei liberisti di tutto il mondo.

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