Direttore Responsabile: Fabio Mazzari
PATENTE IN SCADENZA?
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dal 1985... la voce di Rondinaria e dell'Oltregiogo
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ANNO XXXIII / N. 2 - MARZO 2018
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Cremolino: il Santuario della Bruceta
23 Marzo 2018: decima edizione
La Milano - San Remo ruggisce ancora
Duecento anni di storia
Luca Serlenga - pag. 7
L’editoriale di Fabio Mazzari Corsi e ricorsi storici
S
i scrive 2018 ma si potrebbe leggere benissimo 1958. Sono diversi infatti i fattori che fanno assomigliare quest’anno a sei decadi esatte fa. No, non parliamo soltanto della mancata qualificazione ai Mondiali di Calcio (l’ultima volta fu proprio allora), ma anche e soprattutto alla situazione politico-economica. Spulciando la storia anche sessant’anni fa si svolsero in primavera le elezioni politiche, allora come adesso, fu l’incertezza e l’insoddisfazione dei cittadini a dominare la scena. Anche all’epoca vi fu un calo dei due grandi partiti di riferimento (Democrazia Cristiana e Partito Socialista) e un netto rafforzamento delle “ali estreme” sia a destra che a sinistra (Comunisti, Monarchici e Missini). Oggi, seppure con nomi e programmi delle forze politiche trasformati, siamo davanti più o meno alla stessa situazione. La similitudine con il 1958 si estende anche alla Presidenza della Repubblica, ricoperta in entrambi i casi da una figura mediaticamente “opaca” (Gronchi allora, Mattarella oggi) che né sostituì una “forte” (rispettivamente Einaudi e Napolitano). Gli anni successivi furono controversi: una serie di governi di breve duraContinua a pagina 8
Le scuole raccontano
Il mondo visto dai bambini
Luisa Russo - pag. 12
Un inserto sulla Pasqua
Tra storia, religione e antiche usanze
L'Inchiostrino - pag. 25-26
Speciale - pagg. 15-18
Entriamo in cabina decisi a voler cambiare le cose, ma usciamo con un senso di delusione
Una sensazione d’impotenza L
a Costituzione del 1948, legge fondamentale dello Stato, volenti o nolenti, sancisce il diritto-dovere al voto. Sicuramente in anni più eroici (quindi passati) fu una grande conquista per le classi sociali che vi accedevano man mano, tuttavia al giorno d’oggi pare molto più accentuato l’aspetto del dovere: ormai si vota più per lealtà verso le istituzioni dello Stato che per rivendicare un diritto faticosamente conquistato dai nostri predecessori in anni di lotte. D’altronde, lo si conceda, la scelta è scarsa. Non tanto nella quantità, quanto nella qualità. LE OFFERTE DEI PARTITI Votiamo il vuoto, ovvero per la sovranità nazionale, per dare un segnale all’Europa delle banche, perché non ne possiamo più dei migranti che ci invadono o viceversa per fiducia incondizionata nel progresso futuro. Di questo si è parlato in quest’ultima campagna elettorale più becera di sempre (ma, la riteniamo, di gran lunga migliore di quella che avverrà nel 2023), tutta imperniata sui guizzi retorici di guitti auto-compiaciuti dalla propria telegenia. Ma poco succo. O meglio, un unico concetto declinato in tanti colori: si può essere più o meno solidali o europeisti, più o meno contro i migranti, ma non si discutono i pilastri fondamentali di una società sempre più in mano a pochi ricchi monopolisti, a tutto scapito degli altri.
nazionali loro alleate, che ingenerano così vasti squilibri. IL WEB E IL SUO POTERE Più in generale, poi, sarebbe opportuno ascoltare anche qualche posizione critica verso il democraticissimo web e le nuove tecnologie che, ormai onnipresenti in ogni aspetto della nostra vita, finiscono sempre più per asservirci a chi le controlla.
Cambio di guardia a l'inchiostro fresco
S
i dice che l’Italia sia il paese delle poltrone, una volta seduti sulle quali nessuno vuole schiodarsene. Ebbene, lasciare il testimone di direttore responsabile all’amico Fabio Mazzari e quindi entrare nel novero degli ex-direttori a poco più di trent’anni, lo considero un personale record da sfoggiare nelle occasioni in cui più ostentatamente marco la differenza tra “l’inchiostro fresco” e gli altri giornali. Una “macchina perfetta”, frutto della sintonia in cui le sue diverse parti lavorano, realizzando un meccanismo meravigliosamente funzionante, anche quando il direttore (mea culpa!) talvolta diventa irreperibile per soverchi impegni. Proprio in quest’ottica risulta essere vitale nutrimento per questa testata il turn over, ovvero il cambio al vertice, perché una nuova ondata di freschezza investa il giornale del quale rimarrò collaboratore finché mi si sopporterà - e in questo senso Fabio, per bravura ed esperienza, risulta essere la persona giusta. Mi sia concesso, come il più scontato dei politici che lascia la poltrona, un ultimo vezzo, l’irresistibile tentazione di snocciolare il dato numerico: sotto la mia direzione del giornale, sono stati licenziati (nel senso che hanno conseguito il patentino) quattro nuovi giornalisti pubblicisti. Non è poco per una piccola realtà come la nostra!
IL PREVALERE DELL’ECONOMIA Eppure argomenti da dibattere
Federico Cabella
su questa nostra stanca democrazia ce ne sarebbero eccome: a cominciare dall’onnipresente economia, per esempio, che sviscera numeri e dati, senza rivelare chi o cosa siano le agenzie di rating o la troika, perché abbiano così tanto potere da costringerci ad accettare pronamente ogni loro decisione e nessun organismo statale che le controlli. IL RETAGGIO DEL PASSATO I sovranisti, invece che rimpiangere nostalgicamente la vecchia lira (quando c’era lei…), potrebbero anche chiedersi perché nel nostro territorio dobbiamo tollerare la presenza di basi militari di una potenza straniera, all’interno delle quali non sappiamo quel che avviene. Chi parla continuamente di migrazione dovrebbe anche soffermarsi sulle politiche di destabilizzazione di vasti territori mediorientali, sugli interessi delle potenze neocoloniali in Africa, Asia e Sud America e delle multi-
MANCA UNA VISIONE D’ASSIEME Eccetera eccetera. Meglio, però, ridurre tutto a zuffa di pianerottolo (con tutto il rispetto che si può avere per tali diatribe, comunque importanti per la costruzione di un vivere comune). Manca visione d’assieme, lungimiranza; d’altronde tali qualità non sono richieste nella legislatura “dei fatti e dei risultati tutti e subito”. Peccato, perché globalismo, crollo delle idee, rapporto uomo-macchina, relativizzazione dei valori su cui si basava la nostra vecchia società, potevano essere interessantissimi spunti di riflessione per gli uomini evolutissimi del Terzo Millennio. CONCLUSIONI Si preferisce dunque glissare, toccare gli argomenti per sommi capi, senza scavare tanto. Troppa fatica. Intanto ci consoliamo celebrando il meraviglioso meccanismo democratico che puntualmente ritorna, ovvero votando. Il meno peggio, s’intende. Con la certezza quasi matematica, dopo aver tracciato la nostra crocetta, che non era quello che abbiamo scelto. Federico Cabella
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l’inchiostro fresco Marzo 2018
Mancata politica I
n democrazia la definizione dei problemi, e quindi delle alternative, distribuisce il potere: chi è in grado di imporre le priorità politiche, di solito, vince le elezioni. In un certo senso, è una questione di percezione. Nella campagna elettorale appena conclusa, che ha decretato più vinti che vincitori e ha spaccato ancora una volta l'Italia in due, la battaglia sui temi si è svolta in televisione, su internet, e assai meno nelle piazze. Mentre il filo rosso della critica al governo che ha contraddistinto i discorsi della Lega e del M5S è risultato estremamente efficace, il centrosinistra non è riuscito a dettare l'agenda, finendo invano a inseguire le altre forze politiche nel loro stesso campo. Alla fine, si è parlato molto di immigrazione e tasse, poco di Europa e lavoro, e per nulla di ambiente, cultura, sanità, istruzione e mafia. L'UOMO NERO Le crescenti preoccupazioni legate al problema migratorio, alimentate da una narrazione molto emozionale e poco fattuale – che ha raggiunto il suo culmine nella doppia tragedia di Macerata – ha sicuramente favorito la destra (quella che di “centro” ormai ha ben poco). Riesumando la retorica etno-nazionalista al grido di “prima gli italiani” e “stop invasione”, la Lega ha quadruplicato il proprio consenso rispetto al 2013 e Fratelli d'Italia lo ha raddoppiato. Sull'altro fronte, mentre il M5S ha mantenuto un approccio sull'immigrazione piuttosto generico e indefinito, il centrosinistra non è chiaramente riuscito a capitalizzare i risultati – buoni o cattiContinua a pagina 8
Alcune considerazioni attorno alle cifre assolute
Elezioni politiche: anno 2018 L a miglior comprensione dell’esito del voto determinatosi in occasione delle elezioni legislative generali svoltesi il 4 marzo 2018 può essere agevolata analizzando i dati attraverso la lettura delle cifre assolute, anziché delle percentuali che spesso sviano (clamoroso il caso del PD in occasione delle elezioni Europee 2014) l’orientamento dei commentatori.
È stata usata per la prima volta una formula elettorale “mista” tra proporzionale (2/3) e uninominale maggioritario (1/3) sia alla Camera sia al Senato, con listino bloccato e impossibilità di voto disgiunto (i candidati di uninominale e proporzionale sono stati
proposti all’interno della stessa scheda): formula che, riteniamo, sarà sicuramente oggetto di giudizio da parte della Corte Costituzionale nei prossimi mesi. Vale ancora la pena di ricordare che l’elettorato si è trovato di fronte la terza formula elettorale cambiata
COME DEFINIRE QUESTA TORNATA ELETTORALE? È necessario immediatamente chiarire che l’esito di questa tornata può consentire di definire le elezioni 2018 come “elezioni critiche” (come accadde nel 1948 o nel 1976 o ancora nel 1994) tali da provocare un complessivo riallineamento dei soggetti presenti nel nostro sistema politico. LA NUOVA FORMULA ELETTORALE
L’Italia divisa in due: al sud sale la protesta
È
un risultato netto, clamoroso per le modalità con cui si è manifestato, quello elettorale relativo alle ultime politiche del 4 marzo. Cartina di tornasole di un Paese spezzato in due tronconi, dilaniato dalle disparità sociali ed economiche. Soprattutto nel Mezzogiorno, a Sud dell’Italia e dell’Europa, in Calabria, una delle regioni tra le piú povere dell’Unione. In questa parte dello Stivale, dove lo Stato è da sempre colpevolmente assente, qualcosa è cambiato.
I VINCITORI Vincono due leader, due leader giovani: uno di 44 anni e uno di 31 anni: Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Due sui quali ha puntato il popolo stanco di logiche vecchie, quasi da ancien régime, e sistemi stantìi. Ed è il Movimento Cinque Stelle a fare la voce grossa. Quella grillina è un’onda, come gli stessi esponenti del Movimento l’hanno
chiamata, che travolge tutto e tutti. E che porta con se il malcontento di gente delusa emotivamente e fisicamente, che guarda con diffidenza ai sistemi governativi e transnazionali con diffidenza. CENTRO DESTRA E CENTRO SINISTRA Resiste, in parte, il Centrodestra, grazie alla Lega e al suo clamoroso exploit, e grazie ai rapporti di forza che, in Calabria forse più che altrove, lo vedono legato a lobby e gruppi di potere ancora ben saldi nella regione. Non pervenuto il Partito Democratico e tutto il Centrosinistra, lo stesso che governa la Regione, e che in questi anni si è colpevolmente lasciato andare all’apatia e all’inerzia. Mentre il resto del mondo viaggiava, il carrozzone calabrese si arenava, dilaniato da lotte intestine, e si dedicava più al poltronificio che agli interessi della collettività.
FIGLI, FIGLIOCCI E MASSONI Ad essere investiti dall’urto dell’onda “rivoluzionaria” popolare sono soprattutto le dinastie politiche storiche della Calabria. Due casi sono emblematici: quelli di Andrea Gentile e Giacomo Mancini Jr. • Andrea Gentile, figlio di Tonino Gentile, ex sottosegretario e politico di grande peso della Provincia di Cosenza, e nipote di Pino, vicepresidente del Consiglio Regionale. Andrea,
nel 2014 fu al centro di un vero e proprio scandalo che portó il padre alle dimissioni dalla carica di Viceministro dell’allora Governo Renzi, dopo che tentó di bloccare l’uscita di un giornale che dava notizia di un avviso di garanzia nei suoi confronti. • Giacomo Mancini jr, figlio dell’ex Ministro Mancini, al quale, proprio in questi giorni è stata dedicata una via a Roma. Un passato nel Centrodestra, Mancini jr, era in questa tornata tra i volti più importanti del Pd Calabrese. Entrambi sono stati bocciati all’uninominale a favore dei candidati del M5S. Dentro il Movimento, invece, era candidato Bruno Azzerboni, scoperto essere appartenente ad una loggia massonica ed espulso prima del voto. Anche lui non ce l’ha fatta. Ed ecco qui appresso i numeri.
IL VOLO DEL MOVIMENTO 5 STELLE E IL CROLLO DEL PD Vola il M5S che chiude col 43,4% delle preferenze, più del doppio del secondo partito, Forza Italia, che si assesta al 20,2%, trascinando la coalizione di Centrodestra fino al 32%. All’interno della stessa spicca il risultato della Lega, che sfiora il 6%, dopo che alle politiche di 5 anni fa aveva raccolto solamente lo 0,2%. Il Pd crolla al 14% perdendo ben 9 punti percentuali. Al Senato, nel complesso, tre collegi uninominali vanno agli uomini di Di Maio, uno al centrodestra. Alla Camera, invece, il trionfo è, se possibile, ancora più ampio: tre collegi vinti con oltre il 50% delle preferenze, due con ampio consenso e uno strappato al Centrodesta al fotofinish. Il totale è sei collegi per il M5S, due per il centrodestra. Nessuno per il centrosinistra.
nel giro di un ventennio e che una quarta formula (il cosiddetto Italikum) era stato bocciato dall’Alta Corte prima ancora che si fosse presentata l’opportunità di provarla sul campo. NASCITA DI UN INEDITO BIPOLARISMO? Queste elezioni hanno suffragato, se ce ne fosse ancora stato bisogno, la fine del possibile bipolarismo centrodestra versus centro sinistra che aveva caratterizzato il primo decennio del XXI secolo: poi era subentrato un precario “tripolarismo”. Adesso sembra prendere consistenza la possibilità di un inedito bipolarismo con protagonisti ancora il centrodestra e il M5S che, nato come movimento antisistema, pare volersi misurare con l’ardua prova del governo: confortato per la verità da una crescita esponenziale nella raccolta del consenso. LA DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEL VOTO Altro elemento che contribuisce alla definizione di “elezioni critiche” riguarda la dislocazione geografica del voto: in questo caso il M5S appare assolutamente egemone al Sud e il centro destra, con un significativo primato della Lega al Nord. In mezzo, però e questo è l’elemento di novità, il Centro tradizionale insediamento del PD e del centrosinistra. In quest’occasione però il primato incontrastato del PD è comunque incrinato dalla messe di consensi attenuto dalla Lega che in molti collegi tra Toscana, Marche ed Emilia – Romagna ha ottenuto percentuali oscillanti tra il 18 e il 20%. L’ASTENSIONISMO E VOTI NON VALIDI Andando per ordine è necessario però appuntare la nostra attenzione sul tema dell’astensione. Fenomeno che era temuto in crescita assoluta. In verità nessuna delle forze politiche che si era ripromes-
Pasquale Cotroneo
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Valle Stura e Val d’Orba Cambia il podio: Lega primo partito, cresce il Movimento cinque stelle, centrosinistra in calo
Da Tiglieto a Sassello: il Beigua alle urne T rionfo del centrodestra nell’entroterra del Beigua, che vede la Lega primo partito nei comuni dell’Alta Valle Orba, Urbe e Tiglieto, e a Sassello. A seguire, i pentastellati, che si pongono in seconda posizione a Sassello e a Urbe, mentre il centrosinistra, in netto calo, ottiene il secondo posto a Tiglieto, dove tradizionalmente ha sempre avuto un ottimo bacino di voti. Un risultato “storico” quindi per il centrodestra, che si afferma come la coalizione più votata nell’entroterra ligure.
I CONFRONTI CON GLI ULTIMI APPUNTAMENTI ELETTORALI. Confrontando i dati delle recenti votazioni con i risultati degli ultimi appuntamenti elettorali (politiche 2013 e regionali 2015), salta subito all’occhio la crescita esponenziale della Lega, che, abbandonata la dicitura “nord”, passa dai soli 10 voti a Urbe nel 2013 ai 90 nel 2015 e ai ben 112 alle ultime elezioni; una crescita che, in generale, era già stata evidenziata alle ultime elezioni regionali, dove a Sassello la coalizione di centrodestra per Toti presidente aveva superato quella del Partito Democratico, con la Lega Nord sempre come forza trainante. Si conferma quindi il radicamento del centrodestra nei territori dove, solo cinque anni fa, il centrosinistra e il Partito Democratico vincevano: a Tiglieto e a Sassello il PD era primo partito (in quest’ultimo dopo un testa a testa all’ultimo voto con il M5S), mentre ad Urbe avveniva il “sorpasso” dei pentastellati, diventati secondo partito, confermando la stessa posizione sul podio a que-
ste ultime elezioni. Seconda posizione ai Cinque Stelle anche a Sassello.
GLI ALTRI PARTITI Cala il consenso verso i partiti di Berlusconi a Tiglieto, passando dai 76 voti delle politiche 2013 (quando Berlusconi correva con il “Popolo della Libertà”) ai 65 voti delle regionali (già Forza Italia) ai 35 dell’ultimo incontro elettorale; trend simile anche nel comune di Sassello, dove il PdL aveva ottenuto un ottimo risultato nel 2013 (248 voti), per perde-
L
La sconfitta del Partito Democratico è molto pesante”: non usa mezzi termini Alessandro Porrata, il giovane segretario del PD di Masone, in merito al risultato elettorale del 4 marzo. “Il compito di ricostruzione del consenso è duro, perché il voto ha bocciato un'azione di governo: questo è dovuto in larga parte ad alcune forze politiche, che hanno giocato su promesse e slogan poco credibili. Bisogna fare un'ampia riflessione interna al partito, sulla dirigenza e sulle tematiche, trovare risposte innovative e affrontare nuovi temi che rispondano ai problemi dei cittadini. Il PD a Masone ottiene un risultato insoddisfacente”, spiega Alessandro analizzando il voto locale, “con il 25,42% di consensi alla Camera; ma nell'ottica nazio-
nale e regionale tiene campo. I Cinque stelle vincono, ma non sfondano, perché hanno perso una settantina di voti; in grande crescita invece la Lega, che guadagna quasi 400 voti. Nascono perciò nuove riflessioni nel partito”, conclude Alessandro, “in particolare sui temi più sentiti dai miei concittadini. In questa campagna elettorale ho conosciuto una comunità democratica formata da tanti giovani e meno giovani, che va difesa e alimentata, perché, se come si dice, l'Italia ha svoltato a destra o nel populismo, noi non l'abbiamo fatto. Ringrazio infine tutte le persone che hanno ascoltato e apprezzato il nostro lavoro e naturalmente tutti i compagni che hanno dato il loro fondamentale contributo”. Matteo Serlenga
Matteo Serlenga
Il voto in Valle Stura a
PD: Voglia di rimonta “
re poi consensi alle regionali del 2015 con solo 70 voti. Dimezzati anche i voti a Urbe. Non sfondano i partiti della sinistra più radicale (che comunque vedono Liberi e Uguali ottenere ben 42 voti a Sassello a differenza della scarsa dozzina di voti nei comuni vicini) né Casapound, che ottiene tre voti a Urbe, quattro a Sassello e uno a Tiglieto.
A
quest’ultimo appuntamento elettorale la Valle Stura riflette sostanzialmente il risultato nazionale di queste elezioni politiche 2018: all’alba del giorno successivo al voto i risultati politici dei principali comuni della Valle fanno infatti da “cartina tornasole” rispetto ai valori ottenuti a livello nazionale. Il Movimento Cinque Stelle si conferma vincente nella realtà dell’entroterra genovese, incremento della Lega in tutti e tre i comuni con una percentuale attorno al 20% e decremento del PD che accusa una flessione di voti. Rispetto alle elezioni politiche del 2013 si nota un aumento dei voti della Lega, che, da quando ha incentrato la sua politica in un’ottica più nazionale rispetto al passato, ha visto un maggiore consenso generale; altro punto divergente
con le passate elezioni politiche è il risultato di Forza Italia, che ha evidenziato un calo considerevole di voti rispetto al vecchio progetto politico del Popolo delle Libertà; perde circa il 10% dei consensi il PD a Masone, e a Rossiglione, storica roccaforte rossa, il partito vede un sensibile calo di consensi passando dal 42% al 27%. Stessa sorte in tutta la Valle per gli altri partiti del Centrosinistra, che hanno visto
una diminuzione dei consensi in una realtà che, a livello locale ha sempre ottenuto ottimi risultati. Ribaltati quindi anche i risultati delle elezioni regionali del 2015, che vedevano in Valle Stura il Centrosinistra vincitore, seguito dal centrodestra a Masone e a Campo Ligure e dai Cinque Stelle a Rossiglione. Luca Serlenga
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l’inchiostro fresco Marzo 2018
VALLE STURA E VAL D’ORBA - TRASPORTI Valle Stura: una buona notizia per i pendolari
Disagi sull'autostrada dei trafori
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on è iniziato nel migliore dei modi l’anno per i numerosi fruitori dell’autostrada A26 “dei trafori”, una delle principali infrastrutture che collega la Liguria (e il bacino portuale di Genova) con il basso Piemonte e il resto del Nord: a nemmeno quattro mesi dall’inizio dell’anno, sono stati numerosi gli incidenti (di cui uno mortale) e le difficoltà a cui gli automobilisti hanno dovuto far fronte. Sono infatti tantissimi gli abitanti dell’entroterra che usufruiscono di questa importante infrastruttura per raggiungere il proprio posto di lavoro o per raggiungere agevolmente la città. Nelle ultime settimane, in particolare, il clima rigido dell’inverno ha messo a dura prova la viabilità stradale per via di numerose chiusure a causa del “gelicidio”, che ha creato disagio soprattutto ai mezzi pesanti; l’8 marzo, proprio un TIR ha perso una grossa barra di ferro, danneggiando diverse automobili, per fortuna senza causare feriti. Ci sono stati segnalati anche danni causati da un giunto che avrebbe “tagliato” i copertoni di alcune macchine sul viadotto del Turchino: anche in questo caso, per fortuna, soltanto tanta paura per gli automobilisti. Matteo Serlenga
ATP: abbonamenti ridotti
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inalmente una buona notizia per il bistrattato trasporto pubblico locale che certamente farà felici i pendolari della Valle Stura. A partire da marzo, infatti, l’abbonamento mensile alla linea di trasporto extraurbano per i residenti nella Valle Stura è sceso dai 50 Euro precedenti ai 30 Euro attuali, con un bel risparmio per le tasche degli utenti. La decisione è stata presa dopo un incontro pubblico molto partecipato, tenutosi a Masone, tra la Città Metropolitana di Genova, rappresentata dal consigliere delegato Claudio Garbarino, l’ATP Azienda di Trasporti Provinciali, con il presidente Enzo Sivori ed il vicepresidente Carlo Malerba, i cinque sindaci dell’Unione Valle Stura-Orba-Leira ovvero Katia Piccardo di Rossiglione (presidente dell’Unione), Mirco Ferrando di Mele, Enrico Piccardo di Masone, Andrea Pastorino di Campo Ligu-
Una breve storia: Autostrada A26
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onosciuta da tutti come “autostrada dei trafori”, l’autostrada A26, che da Voltri scorre verso nord per congiungersi alla Gravellona Toce in Piemonte, è stata iniziata a partire dagli anni ’60 ed il suo completamento effettivo avvenne nel 1994, quando è stato ultimato il tratto che la congiunge alla Gravellona Toce SS 33. Il primo pezzo ad essere terminato è stato il tratto Genova Voltri-Alessandria che è stato aperto l'11 agosto 1977. A livello ingegneristico questo tratto è il più complicato in quanto l’autostrada in quel settore percorre un dislivello notevole partendo da meno di 70 m.s.l.m. per giungere in soli 10 km alla quota di 420 m.s.l.m, superando lo spartiacque appenninico nei pressi del Passo del Turchino. In questo tratto le carreggiate sono sospese su altissimi viadotti tra i quali il viadotto del Gorsexio, ancora oggi uno dei più alti d’Europa. Luca Serlenga
il Viadotto del Gorsexio
re e Giorgio Leoncini di Tiglieto. Presente ovviamente il Comitato dei Pendolari della Valle Stura e, soprattutto, una cittadinanza molto numerosa. Claudio Garbarino, consigliere delegato ai trasporti della Città Metropolitana spiega “con questo provvendimento vogliamo incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico locale ed in particolare l’uso integrato di autobus e
treni”. Katia Piccardo, presidente dell’Unione dei Comuni S.O.L. è stata delegata alla funzione di responsabile per il collegamento tra la Città Metropolitana ed il Comitato dei Pendolari. La presidente dell’Unione ci spiega “è stata scelta la Valle Stura perché, purtroppo, siamo la zona che in rapporto al numero di residenti è la più disagiata e meno servita dai
mezzi pubblici – fa presente Katia Piccardo – l’esperimento è iniziato il 1° marzo e per il momento coinvolge i residenti di Campo Ligure, Masone e Rossiglione. ATP comunque si è impegnata ad estendere nell’immediato futuro lo sconto anche ai residenti di Mele e Tiglieto. Non possiamo che accogliere questa decisione con favore, abbiamo visto finalmente una sensibilità verso l’entroterra, dove quotidianamente facciamo fronte a numerosi disagi”. La linea Genova-Ovada-Acqui Terme come è ben noto ai nostri lettori, purtroppo, è una delle linee ferroviarie più “disastrate” d’Italia, come riportato anche da diversi giornali nazionali. Le nevicate ed il maltempo che hanno caratterizzato i giorni tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo hanno causato numerosi disagi ai pendolari, con corse limitate, soppresse e ritardi. Fabio Mazzari
Un tragico incidente sulle nostre strade
La Freccia del Turchino
A
pochi giorni dall’incontro pubblico tenutosi a Masone tra la citta metropolitana di Genova e l’ATP l’azienda di trasporti provinciali, in cui è stata decisa la riduzione del prezzo dell’abbonamento mensile alla linea di trasporto extraurbano che collega la Valle Stura al centro Genovese e alle zone dell’Ovadese, vogliamo qui ricordare un tragico episodio avvenuto all’inizio degli anni cinquanta sulla strada provinciale del Turchino, riguardante proprio il trasporto pubblico locale tra Masone e Genova. All’epoca, il trasporto pubblico della valle era diviso tra i fratelli Parodi e Daglio fondatori della Freccia del Turchino, che ottennero la concessione della linea da Voltri a Masone attraverso la statale del Turchino ed i Fratelli Zaninetta, che invece concentrarono la loro attività su Rossiglione, Tiglieto e Sassello e si espan-
Il cippo eretto sul punto dell'incidente
sero poi nell'Ovadese diventando poi ALPI. All’alba del 5 aprile del 1956 la corriera di linea diretta a Genova soprannominata, come già detto, la Freccia del Turchino stava percor-
rendo il tratto di strada statale subito dopo il valico in direzione Voltri. A causa di uno sbandamento il mezzo precipitò nella scarpata sottostante provocando la morte di 10 viaggiatori e numerosi feriti che, ad
Direttori onorari: Rino Vaccaro e Luisa Russo • Direttore responsabile: Fabio Mazzari • Edizioni On-line: Luca Serlenga • Trattamento dati: Gian Battista Cassulo Presidente: Ass. Club F.lli Rosselli • Comitato di redazione: Luisa Russo (Ovada, Ovadese) Matteo Serlenga (Valle Stura, Val Leira) Marta Calcagno (Rondinaria, Novi) Fabio Mazzari (Valle Scrivia, Oltreappennino) Marisa Pessino (Nuova Libarna)
eccezione dell’autista, originario di Genova Pra’, erano tutti masonesi che si recavano nel capoluogo per lavoro. Dalle ricostruzioni delle cronache dell’epoca sembra che l’automezzo, già in territorio di Mele, abbia urtato con il fianco contro la scarpata del monte; l’autista perse il controllo e non riuscì a correggere lo sbandamento che indirizzò la corriera nella scarpata sottostante uno dei tornanti del Turchino. Nel punto dove la corriera è uscita di strada è stato eretto un cippo, in ricordo del tragico evento. Luca Serlenga
Samantha Brussolo (Val Borbera, Valle Spinti) • Rubriche: Davide Ferreri (l’Arca) Ester Matis (Esternando) Fabiana Rovegno (Dalla vostra parte) • Sport: Enzo Prato • Grafica e impaginazione in proprio: grafica2@inchiostrofresco.it “l’inchiostro fresco” è registrato presso: Reg. Stampa AL n. 322 del 31/01/1985 R.O.C. n. 11700 del 12/02/1998 Iscr. online: n. 36 del 11/01/2016
Pubblicità raccolta in proprio: geom. Umberto Cecchetto (328-60.87.969) Associazione “Club Fratelli Rosselli” editrice de “l’inchiostro fresco” • Presidente e Legale rappresentante • Collegio dei Probi Viri: Gian Battista Cassulo Domenico Bisio, Federico Cabella, Davide Ferreri (soci fondatori de “l’inchiostro • Consiglio Direttivo: fresco”, voce di Rondinaria - 2005) Marta Calcagno, Massimo Calissano, Arnaldo Liguori, Fabio Mazzari Club Fratelli Rosselli Iscritto alla C.C.I.A.A. di Alessandria • Collegio dei revisori dei Conti: Umberto Cecchetto, Alfonso Gatti, Renato Milano al n° 226160 il 4/10/2005 (soci storici e fondatori dell’Associazione nel 1985) P. IVA e C.F. 02096520065
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VALLE STURA E VAL D’ORBA - NEWS DAL TERRITORIO Un turismo su rotaia per conoscere l'Italia nascosta
Trenitalia per i “Borghi più belli”
È
stato presentato lo scorso 14 febbraio nella sede centrale delle Ferrovie, l’accordo ufficiale tra Trenitalia e l’Associazione “I Borghi più belli d’Italia”. Si tratta di un progetto di partnership turistica che lo scopo di incentivare il turismo su rotaia diretto verso i piccoli centri d’arte del nostro Paese, nello specificio quelli inseriti all’interno del prestigioso circuito de “I Borghi più belli d’Italia”. Sono venticinque su oltre duecento le località che fanno parte di questo esclusivo “club” che sono facilmente raggiungibili con le linee di treni regionali. Spulciando l’elenco ecco che compaiono nomi conosciuti nei circuiti turistici da Bard (Aosta) celebre per il suo forte, ad Orta San Giulio (Novara) con l’isola lacustre, Vipiteno
(Bolzano), Vernazza (La Spezia), Spello (Perugia), Vietri Sul Mare (Salerno) e tanti altri ancora. Ma nella lista ecco che compare anche una “nostra” località, stiamo parlando di Campo Ligure. Il centro geografico della Valle Stura, unico nella ex Provincia di Genova, è stato inserito all’inter-
no dei “Borghi più belli d’Italia” grazie al suo centro storico perfettamente conservato, il castello costriuto dalla famiglia Spinola nel XIV secolo e rimasto intatto nel corso dei secoli, il ponte medioevale (chiamato di Adelasia) costruito nel 998 d.C. uno dei più antichi d’Italia e la presenza di
un’importantissima attività artigianale, quella della lavorazione della filigrana, di cui Campo Ligure è la capitale nazionale e la tradizione si tramanda di generazione in generazione ed a cui è dedicato il museo civico “Pietro Carlo Bosio”, inaugurato nel 1984. Tramite l’accordo stipulato tra Trenitalia e “I Borghi più belli d’Italia” vi saranno diverse azioni di promozione territoriale destinate agli utenti delle ferrovie, a partire dalle immagini e le informazioni sui venticinque borghi che saranno proiettate sugli schermi della stazione di Termini e nelle linee interregionali più importante. Gli abbonati alle linee regionali di Trenitalia avranno inoltre uno sconto sulla guida ufficiale dei Borghi più belli d’Italia. Fabio Mazzari
Valle Stura: sonorità irlandesi e “sessions” musicali di artisti
“Campo Celtico”
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hitarre, flauti, e le famose “uillean pipes”, le cornamuse irlandesi, invadono Campo Ligure, il borgo “più medievale” della Valle Stura: grazie alla collaborazione tra alcuni musicisti specializzati in musica celtica e il locale pub irlandese “O’Donoghue”, anche la Valle Stura è diventato un punto di riferimento per tutti gli appassionati delle sonorità e della tradizione celtica, che si incontrano a cadenze mensili nel locale per suonare insieme e condividere la loro arte in vere e proprie “jam sessions”, gustandosi una buona pinta. “La musica tradizionale irlandese ha affascinato ascoltatori di tutto il mondo”, ci racconta Dario Gisotti, polistrumentista genovese, “grazie alla commistione di suggestive canzoni e vivaci musiche da ballo. Genova
Gli artisti durante un'esibizione
è uno dei poli principali di questa musica in Italia, e ospita su base regolare incontri musicali, chiamati “sessions”, in cui diversi strumentisti si riuniscono per suonare assieme”: dopo Genova, Arenzano e altre località, anche Campo Ligure è diventato uno di questi “punti di ritrovo”. “La nostra intenzione è quella di creare aggregazione”, ci spiega
AI LETTORI
Informiamo che il responsabile della raccolta pubblicitaria per “l'inchiostro fresco” è il geom.Umberto Cecchetto socio dell'Associazione "Club F.lli Rosselli".
328 60.87.969
Contattabile al: email: cecchettoumberto@gmail.com
Andrea Rangone del pub, “con questi eventi mensili vogliamo far diventare Campo attrattiva per tutti gli appassionati di questo genere, che ben si sposa con l’atmosfera del nostro magnifico paese”. L’atmosfera celtica e irlandese è ormai “di casa” a Campo Ligure: infatti, ogni anno, i primi di agosto, la scenografica ambientazio-
ne del parco del castello Spinola ospita uno dei più importanti festival di musica celtica nazionali, il “Campo Festival”, che richiama tantissimi visitatori e appassionati da tutta la regione (e non solo), e naturalmente numerosi artisti stranieri di fama internazionale. Matteo Serlenga
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Il nuovo romanzo di Marina Salucci, tra ironia ed amarezza
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i intitola “Di cristallo e di fiamma” ed è pubblicato da Leucotea di Sanremo, il nuovo romanzo dell’autrice Marina Salucci. Il romanzo è il terzo della scrittrice genovese, insegnante di lettere, che ha esordito nel mondo dell’editoria con “L’altra città” una raccolta di racconti incentrati sul rapporto tra la normalità e la follia ed ha successivamente pubblicato “L’acero delle stelle”, un romanzo intimista e surreale che vede come protagonista un produttore di videogiochi violenti di successo che, un giorno, inizia ad interrogarsi su se stesso e sulle sue scelte di vita. “Di cristallo e di fiamma” è un romanzo diverso dai due precedenti, esso ruota attorno ad un fatto di cronaca immaginario, ovvero il restauro di uno splendido affresco in una grande villa che, clamorosamente, si rivelerà essere falso. L’autrice non ha ambientato il romanzo in una città specifica ma, attraverso le pagine del libro, parla, in maniera ironica, dei problemi della nostra società del presente. Villa Fugazzi, il luogo in cui si svolgono tutte le vicende del romanzo, è una splendida villa nobiliare su cui il comune spende
tantissimi soldi per iniziative di vario genere. Tuttavia proprio da queste iniziative si scoprirà invece che, sotto la patina di promozione della cultura e degli eventi, esiste un grosso giro di corruzione con protagonisti alcuni politici locali ritratti dall’autrice in modo ridicolo e grottesco. Insieme alle vicende del quadro e della corruzione si intrecciano quelle dei due protagonisti, l’insegnante Fulvio Arrighi, timido e riservato e Sandra Martino, giornalista d’assalto senza paura di scontrarsi con i potenti. Le vicende narrate nelle pagine di “Di cristallo e di fiamma” nemmeno a farlo apposta si sono intrecciate con la realtà, abbiamo infatti tutti letto la vicenda dei dipinti di Amedeo Modigliani esposti la scorsa primavera a Palazzo Ducale di Genova e poi rivelatisi quasi tutti dei falsi! Riguardo al prossimo lavoro Marina Salucci ci anticipa che si intitolerà “Se esistessimo davvero” e sarà incentrato sul condizionamento che, specialmente le nuove generazioni, si ha verso la tecnologia che ha progressivamente ridotto i rapporti umani. Fabio Mazzari
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“Una vita di lavoro” di Luigi Pastorino
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rtigianato, arredamento ed anche un’urna “simbolica” dal significato profondo: questi sono solo alcuni degli oggetti che l’artista masonese Luigi Pastorino detto “Cantaragnin” che dal 24 febbraio sta esponendo sino al prossimo 1° luglio le sue opere presso il museo civico di Masone Andrea Tubino. La mostra, titolata “Una vita di lavoro”, organizzata con la collaborazione dell’associazione “Amici museo Masone”, vede esposte tra gli altri lavori del poliedrico artista masonese, anche un’urna, che racchiude e condensa in sé stessa il significato di democrazia e l’importanza del voto, rivolgendosi soprattutto ai più giovani: “L’urna rappresenta la volontà del popolo”, ci dice Luigi Pastorino anche facendo un riferimento alla appena conclusa tornata elettorale. “La nostra Valle ha dato molto per ottenere la nostra libertà e i nostri diritti, tra cui quello di voto, che è importantissimo. Io ho 95 anni” conclude Luigi, “mi rivolgo ai giovani affinché facciano tesoro di questo privilegio rappresentato dall’urna, privilegio che a noi, per molti anni, è stato negato”. Luca Serlenga
VALLE STURA E VAL D’ORBA - NEWS DAL TERRITORIO Quando il trail “del cuore” incontra la camminata escursionistica
Cuore a Mille... per tutti!
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itorna la corsa competitiva più bella che ci porta alla scoperta del nostro territorio: stiamo parlando infatti di “cuore a mille”, la gara podistica che vede come percorso un anello a forma di cuore sui monti e sulle vallate di Urbe, giunta ormai alla sua terza edizione. La gara (valevole per il Grand Prix UISP 2018) che nelle sue prime due edizioni ha raccolto tantissime adesioni, è organizzata da ASD Urbe in collaborazione con l’Unione dei Comuni del Beigua (Urbe e Sassello) e il Parco Naturale Regionale del Beigua e si terrà domenica 29 aprile. Il percorso, lungo ben 17 chilometri e con 440 metri di dislivello, vede la sua partenza dall’area pic-nic del Faiallo, a 1000 metri sul livello del mare, per poi proseguire sulla strada provinciale verso gli abitati di Vara, dove, una volta giunti a Vara Inferiore, la strada
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diventa sterrata e, dopo aver attraversato i boschi di faggi, si raggiungono gli altipiani a ridosso dell’Alta Via per ricongiungersi infine al punto di partenza. Novità assoluta di questa edizione è la possibilità, per i non “addetti ai lavori”, di fare
un percorso parallelo in “slow trekking”, ossia una passeggiata “slow” in compagnia di una guida per scoprire l’Alta Val d’Orba, le sue tradizioni e le sue bellezze naturali: 4 ore di percorso con una pendenza di 114 metri per un’escursione
dedicata interamente alle famiglie o agli amici dei partecipanti del trail che desiderano conoscere il territorio mentre i loro amici “più sportivi” affrontano la gara. Matteo Serlenga
La protesta sui social contro la prolungata chiusura del passo
Faiallo: “Passo e chiudo” S i è alzata sui social la protesta contro la prolungata chiusura del passo del Faiallo, che, a causa delle abbondanti nevicate di questi ultimi mesi invernali, è rimasto impraticabile per molti giorni, dal periodo che va dal 24 febbraio al 12 marzo, costringendo gli abitanti delle frazioni “montane” di Urbe, Vara Superiore ed Inferiore, a compiere un lungo percorso alternativo per poter raggiungere rapidamente Genova e la Valle Stura. Un danno non solo in “uscita” per i pendolari urbaschi che ogni giorno devono raggiungere il loro posto di lavoro, ma anche “in entrata” in quanto, con la strada chiusa, i numerosi fruitori turistici invernali dell'Alta Valle Orba, appassionati di escursionismo, scialpinismo (o semplicemente famiglie con i bambini desiderosi di passare una giornata sulla neve), si sono visti
Morchio al Museo della Carta
A pag 16 speciale "Scuratta Giudei"
costretti a rinunciare alla loro gita oppure a prolungare il loro tragitto, passando dalla strada della “crocetta” tra Rossiglione e Tiglieto. La protesta si è alzata proprio nei giorni che Montagna.tv, una celebre testata online specializzata sul turismo invernale, dedicava sul loro sito ampio spazio alle bellezze naturalistiche comprese tra il Monte Beigua e il Monte Reixa, e numerosi spunti per una gita sulle ciaspole o una sciata “fuori pista” per gli esperti di scialpinismo. Una chiusura prolungata che, secondo gli imprenditori del luogo, non è concepibile proprio nei giorni di maggior afflusso turistico, quando le forti nevicate lasciano spazio a fredde giornate di sole, che rendono il territorio una vera attrazione per gli amanti delle escursioni sulla neve.
Foto tratta dal sito "Montagna.tv"
Matteo Serlenga
abato 24 marzo sarà ospite del Museo della Carta di Mele uno dei più importanti giallisti italiani contemporanei. Si tratta di Bruno Morchio che, alle ore 17:00, presenterà il suo ultimo romanzo dal titolo “Un piede in due scarpe”.Bruno Morchio, nato a Genova nel 1954, dopo aver esercitato la professione di psicologo, alla fine degli anni Novanta iniziò a dedicarsi al romanzo giallo, pubblicando nel 1999 “Maccaia”, passato però inosservato e nel 2000 “Bacci Pagano: una storia di Caruggi” per l’appena nata casa editrice Fratelli Frilli Editori. Questo ultimo romanzo fu un successo clamoroso, al punto che venne più volte ristampato. Da questo romanzo nacque il personaggio di Bacci Pagano, un investigatore privato genovese, dal carattere ironico, amante della musica classica, del buon cibo e delle donne, quasi una versione genovese del Commissario Montalbano di Camilleri. La città di Genova ed il suo hinterland sono lo sfondo di tutti i romanzi della serie di Bacci Pagano, passando dai quartieri residenziali fino a quelli degradati e fatiscenti. Oltre alla serie di Bacci Pagano, che comprende undici romanzi, Bruno Morchio ha pubblicato “Il profumo delle bugie”, “Il testamento del Greco” e appunto l’ultimo “Un piede in due scarpe” edito da Rizzoli, nonché diversi racconti brevi. f.m.
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23 Marzo 2018: parte la decima ri-edizione di uno storico raduno di auto d'epoca sulle più belle strade d'Italia
La “Milano-Sanremo” ruggisce ancora Dopo 112 anni dalla sua prima edizione torna la rievocazione storica della gara di regolarità automobilistica Milano-Sanremo. La partecipazione sarà a numero chiuso e limitata a 100 veicoli storici che si sfideranno in un tragitto di oltre 600km diviso in due tappe tra Lombardia Piemonte e Liguria.
anche grazie al sempre maggior numero di pubblico raccolto durante quegli anni. Nella seconda metà del secolo scorso la Milano Sanremo ha goduto anche di una cospicua partecipazione femminile, portando così alla creazione di una apposita “Coppa delle Dame”. Interrotta definitivamente nel 1973 a causa della crisi petrolifera, ha rivissuto ben nove riedizioni storiche, l’ultima del 2011, per arrivare alla decima edizione dei giorni nostri in procinto di avvio.
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utti conosciamo la celebre mitica, “classicissima di primavera”, ovvero la Milano-Sanremo che, ogni anno, attraversa il nostro territorio dando il via al calendario ciclistico nazionale, ma solo alcuni sono a conoscenza di un’altra meno nota ma non meno affascinante “Milano Sanremo”, che non vede più protagonista le due ruote bensì i motori rombanti delle auto storiche di regolarità turistica, che quest’anno, alla sua decima rie-
vocazione storica, solca anche le strade dell’Oltregiogo. La Milano Sanremo automobilistica nasce nel lontano 1906 grazie ad un gruppo di giovani appassionati dell’epoca che hanno
dato il via a questa competizione per dare l’opportunità ai facoltosi piloti del tempo di cimentarsi in un percorso verso la rinomata Riviera dei Fiori. Nel corso degli anni, la competizione ha ottenuto sempre un
maggior successo ed ha vissuto il suo massimo splendore fino alla fine degli anni ’30, quando ha visto il suo arresto forzato dall’avvento della Seconda Guerra Mondiale, ma già dal 1948 ha continuato a far rombare i motori
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questi episodi calamitosi. La ditta Agrifor, con sede a Masone e Campo Ligure, è una impresa che opera nel settore boschivo e si occupa di varie attività come il taglio ed il commercio del legname, la manutenzione del bosco, la realizzazione di interventi di ingegneria naturalistica, la produzione e vendita di piante ad uso forestale ed ornamentale, la produzione di cippato per le caldaie a biomassa, un combustibile ecologico a km 0, utilizzato soprattutto negli impianti di riscaldamento delle serre locali e la realizzazione di manufatti ed arredi per esterno in legno di castagno. Agrifor nasce ufficialmente nel 1998 ma i titolari della ditta, Giuseppe
Emanuele e Carmelo Emanuele (padre e figlio), già da generazioni si occupano di lavori nel settore boschivo. Da ottobre 2014, Agrifor ha diversificato la propria offerta grazie alla presa in gestione dell’ex vivaio forestale di proprietà della regione Liguria, dove al suo interno, adesso, vengono organizzate con le scuole delle attività di educazione ambientale in una apposita aula attrezzata, per avvicinare i giovani alla conoscenza della natura ed inoltre, sono stati programmati dei corsi di formazione professionale, come quello per l’abilitazione all’uso di mezzi agricoli. “Per prevenire situazioni di pericolo e disagio come quelle appena trascorse bisognerebbe tornare un po’ indietro” afferma Giovanna, che collabora nell’attività assieme a suo marito Carmelo, “ed adotta-
Molti i premi in palio tra i quali vi sarà anche quello destinato all’equipaggio femminile che farà il miglior tempo che oltre al titolo assoluto potrà quindi gareggiare anche per l’ambito premio “Coppa delle Dame”. Si avvicina quindi il momento di dare il via ad un nuovo capitolo di questa emozionante gara automobilistica che siamo orgogliosi di ospitare nel nostro territorio per rivivere le emozionanti corse dei gentleman driver di un tempo. Luca Serlenga
Urbe: scongiurata la chiusura
Alla scoperta di Agrifor opo il recente fenomeno del gelicidio che ha gravemente colpito la valle Stura, ci siamo recati a visitare un’azienda locale operante nel settore della manutenzione boschiva per capire da vicino come queste imprese possono rivelarsi delle ottime alleate per la gestione del territorio e come possano prevenire e ridurre le situazioni di rischio e di pericolo create da
Il percorso che attraversa tre regioni, Lombardia, Piemonte e Liguria in un tragitto di oltre 600 chilometri è diviso in due tappe e vedrà la partenza da Milano il 23 marzo con arrivo a Rapallo nello splendido Golfo del Tigullio, per poi ripartire il giorno successivo
e giungere in serata a Sanremo. La gara è composta da 70 prove cronometrate e la partecipazione sarà a numero chiuso, limitata a cento veicoli costruiti fra il 1906 ed il 1976 a cui si aggiungeranno le vetture del Tributo Maserati costruite dal 1977 ad oggi.
La banca resta
re le stesse misure di prevenzione, dettate dal buon senso, che applicavano i nostri nonni; inoltre, bisognerebbe rendere più snelle le procedure di attuazione dei lavori e credere un pò di più nelle conoscenze di una volta. Da quando è cominciato il processo di urbanizzazione ed il conseguente abbandono delle campagne, sono rimasti in pochi a pulire i versanti e si sono perse le abitudini e le conoscenze di un tempo. Oggi bisogna riprendere in mano quel sapere ed assimilarlo alle tecnologie odierne per svolgere procedimenti mirati e frequenti in modo da tale da mantenere il patrimonio forestale sano ed efficiente perché solo in questo modo si potranno prevenire ed arginare situazioni come quella dello scorso dicembre.” Luca Serlenga
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er un piccolo paese dell’entroterra, la chiusura dell’unico sportello bancario rischia non solo di essere una causa di disagio, ma un “punto di non ritorno” con gravi conseguenze sul territorio, già vittima di un lento ma costante decremento demografico. Per fortuna, questa evenienza è stata scongiurata ad Urbe, dove l’unico sportello bancario (e bancomat) presente in tutto il territorio comunale ha realmente rischiato di chiudere i battenti: la filiale di Urbe era infatti stata inserita nella lista delle 63 “probabili” a rischio chiusura di una nota banca ligure, creando sconforto tra gli amministratori dei piccoli comuni che potrebbero vedere scomparire gli sportelli bancari sul loro territorio. Una chiusura, che, come scritto dall’amministrazione, “avrebbe costretto la perdita di tutta la raccolta e del credito erogato alla piccola impresa che opera sul territorio”,
creando anche disagio alla popolazione (perlopiù anziana) poiché “le più vicine filiali della stessa banca disterebbero in media 22 km (Rossiglione) e 18 km (Sassello), distanze non rettilinee ma di strada tortuosa tutto l’anno e anche ghiacciata d’inverno”. Per fortuna questo rischio è stato scongiurato grazie ad una mozione comunale che, recapitata alla banca e alla Regione Liguria, ha fatto sì che la banca decidesse di lasciare aperta la filiale di Urbe per tre giorni a settimana, garantendo un servizio essenziale per la comunità. Nella stessa giornata, da quanto si apprende dalla pagina Facebook del Comune, l’Assessore Regionale, Edoardo Rixi, ha garantito il suo appoggio per la creazione della pompa di benzina, un altro bene indispensabile al momento “non erogato” nel territorio di Urbe. Matteo Serlenga
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l’inchiostro fresco Marzo 2018
SPECIALE ELEZIONI
Considerazioni intorno alle cifre assolute Prosegue dalla prima pagina: L'editoriale di Fabio Mazzari
ta, nella prima fase spostati a destra con l’appoggio di PNM e MSI alla DC e, nella seconda a sinistra con PSI e PSDI. Uno scenario che si potrebbe tranquillamente ripetere oggi. Cosa causò all’epoca un improvviso e pesante cambio di scelte nel segreto dell’urna? Proprio come oggi fu l’economia. Se da un lato era vero che l’economia italiana era entrata da poco in una fase di crescita (proprio come dal 2015 in poi), che però inizialmente fu una crescita senza un reale benessere, in quanto gli effetti non vennero immediatamente percepiti dai cittadini. Tuttavia quella incertezza ci portò, nel giro di pochissimi anni, al periodo di maggior crescita, benessere e sviluppo dei consumi di sempre. Chissà che quel boom, nato da un periodo difficile, non possa ripetersi?…
Elezioni 2018 Prosegue da pagina 2 sa di intercettare la disaffezione al voto può vantare di essere riuscita nell’intento. Prendendo come riferimento di questa comparazione l’esito delle elezioni del 2013 [Ndr: obbedendo al dettame che vuole i confronti rigorosamente eseguiti su eventi elettorali omogenei e quindi confrontando l’esito della tornata del 2013 alla Camera dei Deputati con quella del 2018 per analogo ramo del Parlamento] deve essere subito fatto notare come nel 2013 alla fine si fossero avuto 34.005.755 voti validi (Italia, esclusa la Valle d’Aosta dove si vota con una formula elettorale diversa), nel 2018 i voti validi sono stati 32.819.888 (riferimento candidati all’uninominale. In sostanza i voti non validi sono aumentati tra il 2013 e il 2018 di 1.185.867 unità (dato in miglioramento comunque rispetto a quanto era avvenuto nelle Europee 2014 e nelle successive tornate amministrative).
f.m IL DATO DEL NON VOTO
Mancata politica Prosegue da pagina 2 vi che siano – ottenuti dal Ministro Marco Minniti (il quale a Pesaro perde contro un pentastellato impresentabile). TASSE SÌ, LAVORO NO Nell'asta al ribasso degli sconti fiscali per gli italiani, vincono populisticamente la flat tax (di Salvini e Berlusconi) e le proposte per ridurre l'aggressività della lotta all'evasione (sia di Salvini che di Luigi Di Maio). Le proposte del centrosinistra (detrazioni IRPEF, taglio dell'IRES e del cuneo fiscale) non sembrano essere pervenute agli elettori. Il grande assente nel dibattito elettorale è stato invece il tema del lavoro, e in particolare della disoccupazione giovanile: davvero poco è stato detto o scritto (escluso forse da Liberi e Uguali) su quello che oggi sembra essere uno dei problemi più drammatici del nostro paese. Un fatto, questo, che più di altri marca l'incapacità del Partito Democratico di farsi portatore dell'istanza più eminentemente di sinistra: la tutela economica dei lavoratori. Ai giorni nostri, gli operai preferiscono Lega o M5S. IL REGNO PER LO SCETTRO In quella che sembra essere stata la peggiore delle campagne elettorali, ciò che è mancato di più è la politica stessa, quella programmatica, partecipativa, lungimirante. Nella rincorsa al consenso, nell'inconsistenza delle proposte, nella mancata attenzione alle coperture economiche, nell'insistenza delle accuse reciproche, tanto, troppo, è stato dimenticato. Nessuna visione d'insieme, se non quelle espresse nella
negazione dell'esistente, è stata portata avanti. La critica ha vinto, questo è certo: i partiti tradizionali, nella forma del PD e di Forza Italia, hanno perso terreno. Ma quale nuova strada sia stata imboccata, questo resta, ad oggi, ignoto. Arnaldo Liguori
Speciale Elezioni
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pag 19, nella sezione dedicata alla Valle Scrivia, Val Trebbia e Val Polcevera, altri articoli di Fabio Mazzari, Matteo Clerici e Arnaldo Liguori sull'andamento elettorale.
Centrosinistra Centrodestra Movimento 5 Stelle
O VOTO NULLO Iscritte/i nelle liste elettorali al 2018 risultavano 46.505.499 cittadine/i; di conseguenze le espressioni di non voto o di voto nullo (non presenza ai seggi, voto bianco e voto nullo) sono state 13.685.611, nettamente la maggioranza relativa. COALIZIONI E PARTITI Esaminiamo allora il comportamento delle coalizioni e delle singole forze politiche. 1 - CENTRO DESTRA Nel 2013 la coalizione di centro destra formata da PDL, Lega Nord, Fratelli d’Italia e da altre numerose formazioni (la principale delle quali risultò “La Destra” con 666.765 voti) assommò 9.923.600 voti. Nel 2018 quest’area politica ha toccato i 12.145.669 voti (dato sempre riferito ai candidati nei collegi uninominali), con un incremento di 2.222.069 suffragi. • Una crescita dovuta all’incremento davvero ragguardevole dovuto alla Lega (che nel frattempo aveva abbandonato l’appendice “Nord” mutando anche strategia politica) salita da 1.390.534 voti a 5.679.528 (più 4.288.994: un incremento che indica come la contraddizione riguardante l’Europa e quella relativa ai migranti abbiano avuto un peso assolutamente decisivo nell’orientamento dell’opinione pubblica, così come ha avuto un grande peso la proposta di abolizione della Legge “Fornero” sulle pensioni). • Anche Fratelli d’Italia ha realizzato un incremento significativo salendo da 666.765 voti a 1.422.321. • Forza Italia ha ereditato dal PDL (7.332.134 voti nel 2013, già subita la scissione di FLI) 4.581.736 voti con una flessione di 2.750.398 suffragi (il PDL comprendeva anche il segmento che poi avrebbe formato NCD passando a sostenere i governi
Letta, Renzi, Gentiloni). 2 – L’AREA DI CENTRO È praticamente sparita, invece, quell’area di “centro” che nel 2013 si era raccolta attorno all’esperienza del governo Monti raccogliendo all’epoca 3.591.541. I residui di quell’operazione sono rimasti ben al di sotto della soglia di sbarramento: la lista “Noi per l’Italia” schieratasi con il centro destra ha raccolto soltanto 429.243 voti, mentre è risultata assolutamente clamorosa la débacle della lista Civica Popolare intestata a Beatrice Lorenzin presentatasi in appoggio al PD ha ottenuto 177.013 voti restando al di sotto addirittura dell’1%. Sempre a fianco del PD non ha superato la soglia la lista “Più Europa” patrocinata da Emma Bonino, ma i suoi 833.472 voti potranno essere utilizzati dalla “casa madre” democratica in occasione dell’assegnazione dei seggi parlamentari. Insignificante il richiamo “ulivista” di “Insieme” (con socialisti e verdi) con 195.966 voti. 3- IL PARTITO DEMOCRATICO Il Partito democratico ha fatto registrare un’importante dato di flessione scendendo da 8.646.034 voti a 6.110.159 ( meno 2.535.875) dopo una legislatura condotta sulle “montagne russe” dell’impennata al vertice degli 11 milioni di voti raccolti
alle Europee 2014 e la rivendicazione di proprietà dei 13.431.087 sì alla riforma costituzionale. Un “atterraggio” davvero rovinoso per la gestione Renzi, che già aveva dovuto registrare una scissione. 4– LA POLVERIZZAZIONE DELL’AREA DELLA SINISTRA A sinistra non ha evidentemente funzionato la proposta di “Nuovo Centrosinistra” (tentando di rappresentarne l’ala sinistra) avanzata da “Liberi e Uguali” (debole per questa formazione è risultata anche l’espressione di leadership): Liberi Uguali ha raccolto 1.113.758 voti (sempre in riferimento ai suffragi espressi verso i candidati nell’uninominale), esattamente gli stessi voti ottenuti nel 2013 da “SeL” presentatasi allora in coalizione con il PD (1.089.231). L’apporto dei leader degli ex – DS usciti nel frattempo dal PD può essere in questo senso giudicato quasi ininfluente. Ancora a sinistra da segnalare i 371.921
voti ottenuti dalla lista di “Potere al Popolo” La lista “Rivoluzione Civile”, pur in allora comprendente Rifondazione Comunista aveva ottenuto 765.189 voti: si potrebbe quindi parlare, per via di affinità, di una flessione ragguardevole. Pur tuttavia “Potere al Popolo” ha presentato un’impostazione affatto diversa rispetto ai cartelli di sinistra già presenti nel passato (ricordiamo l’Arcobaleno nel 2008) e quindi può essere considerata come una formazione del tutto esordiente, espressione del mancato coagulo a sinistra che era stato avanzato qualche mese fa dalle cosiddette “Assemblee del Brancaccio”. 5 – IL PARTITO DI MAGGIORANZA RELATIVA La maggioranza relativa, sotto l’aspetto del singolo partito, è toccata com’è noto al Movimento 5 Stelle: passato attraverso un risultato di apparente ridimensionamento con le elezioni europee 2014 e avendo ottenuto esiti significativi alle elezioni amministrative successive, il Movimento è salito da 8.691.406 voti a 10.725.703 (più 2.034.297) monopolizzando la protesta del Sud in maniera assolutamente egemonica [Ndr: scriviamo senza disporre dell’assegnazione dei seggi al quale si sta lavorando utilizzando un meccanismo molto complicato di doppia “spalmatura” e di riversamento di voti da una lista all’altra nelle coalizioni, che non interessa comunque il M5S. Da parte degli osservatori al proposito del voto al Sud era stato completamente sottovalutato l’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 (espressi in quell’occasione 32.852.112 voti validi, dato assolutamente in linea con quello del 2018] quando l’elettorato delle regioni meridionali aveva espresso un massiccio rifiuto della proposta avanzata dal governo Renzi in materia costituzionale. UNA CURIOSITÀ Infine, una curiosità riguardante la lista neo-fascista di “Casa Pound” che è stata oggetto, nel corso della campagna elettorale, di svariate attenzioni: Casa sterlina c’era già nel 2013 con 47.911 voti (una lista “Fiamma Tricolore” ne aveva realizzato 44.408 e “Forza Nuova” 90.047). Nel 2018 “Casa Pound” sembra aver polarizzato l’insieme di queste formazioni di estrema destra raccogliendo 312.100 voti sfiorando l’obiettivo dell’1% (0,95%). Un segnale comunque da raccogliere. CONCLUSIONI Fin qui una prima analisi del voto basata sulle cifre assolute, sarà il caso di ritornare sull’argomento quando avremo la definitiva assegnazione dei seggi anche per valutare l’effetto distorsivo nel rapporto voti / seggi che avrà avuto questa complicata formula elettorale. Franco Astengo
Ovada e ovadese Il Centro Destra vince ad Ovada. I militanti di questo schieramento esultano e sentono il peso delle nuove responsabilità
Risultato inatteso: 34% a Camera e Senato I l risultato elettorale uscito nella prima mattina del 5 marzo dai seggi elettorali delle scuole di Ovada è stato sorprendente ed in parte inaspettato. La coalizione del Centro Destra ha raggiunto oltre il 34% sia al Senato che alla Camera, con la Lega che ha sfiorato il 20%, distanziando di ben 4 punti la coalizione di Centro Sinistra e di quasi 8 punti il Movimento 5 Stelle, che però si è presentato da solo. “Desideriamo innanzi tutto ringraziare i cittadini di Ovada che hanno dato fiducia al nostro programma”, ci hanno detto, visibilmente soddisfatti, i tre segretari cittadini, Pier Sandro Cassulo della “Lega”, Mario Ferrari di “Forza Italia” e Angelo Priolo di “Fratelli d’Italia”. La coalizione di centro Destra è riuscita infatti ad eleggere per la prima volta in Provincia di Alessandria ben suoi quattro parlamentari: alla Camera l’alessandrino Riccardo Molinari, la tortonese Rossana Boldi e Lino Petazzi di Fubine, tutti della Lega, mentre al Senato è andato il tortonese Massimo Berutti di Forza Italia. “Questo risultato è stato la conseguenza del comportamento del Governo di centro sinistra servo delle sciagurate direttive europee – ha sottolineato Pier Sandro Cassulo - che hanno distrutto la nostra economia”, che ha aggiunto: “Noi siamo certamente europeisti ma vogliamo un’Europa molto diversa da quella attuale che ha portato, da un lato, ad una disoccupazione mai vista prima costringendo i nostri giovani a cercare lavoro all’estero e, d’altro canto, favorire una incontrollata immigrazione, specie di origine africana, che, oltre a costituire una futura facile
Mario Ferrari "Forza Italia"
Pier Sandro Cassulo "Lega"
Angelo Priolo "Fratelli d'Italia"
manovalanza per la delinquenza frutto della poche opportunità di lavoro, sta cancellando parte della nostra cultura e delle nostre tradizioni”. E alle accuse di populismo mosse in campagna elettorale, Pier Sandro Cassulo risponde: “Queste continue accuse da parte dei molti esponenti radical chic del Partito Democratico, non solo ci hanno resi orgogliosi di esserlo ma hanno creato risentimento proprio da parte dei tanti cittadini che si sono sentiti abbandonati da chi per tanti anni, specie nell’ovadese, aveva dato loro fiducia”.
La distribuzione nella città e nel suo circondario buzione del voto ne
Nelle urne la voglia di cambiare
B
oom! Il centrodestra nell’ovadese sale sul gradino più alto del podio al termine delle politiche 2018 quasi ovunque (Ovada, Carpeneto, Casaleggio Boiro, Castelletto d’Orba, Cremolino, Lerma, Molare, Montaldeo, Montalto Bormida, Morsasco, Mornese, Rocca Grimalda, Silvano d’Orba, Tagliolo Monferrato e Trisobbio); fanno eccezione Cassinelle e Belforte Monferrato dove il M5S, che correva da solo, stacca anche la coalizione del trio BerlusconiMeloni-Salvini. Quest’ultimo è in assoluto il vero trionfatore: risultati straordinari e inaspettati; una crescita media di quasi il 15%; e riesce a trascinare anche Forza Italia in chiara difficoltà (-8/10 punti rispetto al “vecchio” Popolo della Libertà). I pentastellati sono il primo partito in tutto il
circondario tranne che a Montalto Bormida, dove il primato è dei leghisti (quasi il 29%), mentre la marea nera ipotizzata da molti si infrange prima della soglia di sbarramento. Percentuali risibili ovunque, con l’eccezione del 2% toccato a Belforte Monferrato da CasaPound. Fallito l’esperimento a sinistra di Liberi e Uguali che conferma il negativo trend nazionale, nonostante gli sforzi del
candidato Federico Fornaro, che raggiunge il 14% a Castelletto d’Orba.
della media nazionale. Fratelli d’Italia supera il 3%. Prossimi allo zero tutti gli altri.
IL RISULTATO A OVADA In città, come altrove, è terrificante il crollo del Partito Democratico. Il “partito della nazione” voluto da Renzi perde circa 11 punti percentuali, passando dal 36,39% del 2013 al 25,56% attuale. Stabile il Movimento 5 Stelle, che porta la sua soglia di preferenza al 26,95 (più 1,7% rispetto al 2013); molto bene il centrodestra che raggiunge il 34, 4%, e aumenta del 12% circa rispetto alle passate politiche. Il risultato è dovuto soprattutto al balzo della Lega, che passa dal 3,3% al 19, 46%; cinque invece i punti percentuali persi da Forza Italia. Un dignitoso 7%, è ottenuto (ndr.: grazie a Fornaro) da Liberi e Uguali ben al di sopra
SINISTRA ADDIO? La sinistra è scomparsa, restano macerie della sua memoria, sempre più flebile e ingiallita. Anche in quei comuni un tempo terra di conquista. Emorragia di voti soprattutto dal Pd verso Lega e Movimento Cinque Stelle. Un partito che si è insabbiato, che ha litigato su poltrone, che ha governato col centrodestra e tentato di modificare la costituzione con Verdini. Un partito che ha tagliato i fondi su istruzione e sanità e si è dimenticato di discutere dei temi sociali ed economici che interessavano al Paese. Che, ovadese compreso, ha presentato il conto.
Ora, a risultati acquisiti, le maggiori preoccupazioni per non vanificare i successi conseguiti per gli esponenti del Centro Destra sono per la nascita di un nuovo Governo: “Adesso speriamo – ci rispondono a questo proposito Mario Ferrari e Angelo Priolo - che si creino le condizioni per la formazione di una compagine governativa di Centro Destra in modo da dare corso al programma presentato e dare così risposte concrete ai cittadini che ci hanno votato.” Pasquale Cotroneo
Tra un anno: le “comunali”
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ra un anno ad Ovada ci saranno le elezioni comunali e preso atto del quadro politico emerso da queste ultime elezioni politiche che ha visto il Centro Destra avanti come coalizione ed il Movimento 5 Stelle che alla Camera ha addirittura superato il Partito Democratico, si profila un’interessante corsa a tre in una città dove dal dopoguerra ad oggi il partito Comunista prima ed il Partito Democratico poi, seppur mascherato ultimamente da lista civica, ha sempre governato ininterrottamente. Sarà un bella sfida ed il nostro giornale sarà in prima fila a raccogliere le opinioni, le idee e le istanze dei cittadini. g.b.c.
Pasquale Cotroneo
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l’inchiostro fresco Marzo 2018
OVADA E OVADESE Federico Fornaro eletto con “Liberi e Uguali”
Una voce dell’ovadese in Parlamento
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l territorio dell’Ovadese avrà la sua voce in Parlamento, precisamente alla Camera dei Deputati. Federico Fornaro, già Sindaco di Castelletto d’Orba e Senatore uscente della precedente legislatura è stato eletto alla Camera dei Deputati con la lista “Liberi e Uguali”. “Ero presente come capolista nel collegio uninominale di Alessandria e nel proporzionale nel collegio di Acqui Terme – ci spiega Federico Fornaro – sono ovviamente contento della mia elezione, penso che, in una situazione normale e non con il terremoto che si è verificato domenica, la nostra lista avrebbe potuto ottenere un risultato migliore”. Per Federico Fornaro si tratta di una riconferma, anche se in una camera differente “dopo l’espe-
rienza di cinque anni al Senato ora farò esperienza alla Camera dei Deputati, una realtà molto più grande ma dove c’è ancora più possibilità di confronto, partecipazione e approfondimento”. Il territorio dell’Ovadese è ovviamente in cima alle preoccupazioni dell’Onorevole Fornaro “il primo problema che voglio portare a conoscenza in Parlamento e per cui è fondamentale agire subito – fa presente il neo onorevole – è quello del trasporto pubblico, nell’Ovadese e nell’Alessandrino la situazione è particolarmente deficitaria, sia per quanto riguarda gli autobus che per i treni”. Attenzione poi ai piccoli comuni e alla tecnologia “farò battaglia in Parlamento per installare la banda larga in tutti i paesi della zona, dove quasi sempre manca, anche in quelli più piccoli e isolati”.
Come vendere le proprietà comunali?
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l Comune di Ovada, con l’approvazione unanime dell’ultimo Consiglio Comunale, si è dotato di uno strumento che regola le procedure di alienazione. Era una proposta rimbalzata già più di una volta in Consiglio, per cui il regolamento prevede la perizia della Agenzia delle Entrate (o altro Ente pubblico) e in subordine di un professionista. Solo sotto i 50.000 euro potrebbe occuparsene l'Ufficio Tecnico, al quale comunque competono quelle sotto i 10.000 euro. Questa la procedura. Tre aste pubbliche: • la prima a base prezzo di perizia con sole offerte al rialzo; • la seconda stessa base ma con possibilità di offerte al ribasso con un max del 20%; • la terza base ridotta del 10% e possibilità di offerte al ribasso con un max del 20%. In caso di aste deserte, si procede a trattativa privata e in tal caso la Giunta può autorizzare un ribasso fino al 30% rispetto alla perizia scontata del 10%; la trattativa privata è sempre prevista per beni (mobili o immobili) di valore inferiore ai 30.000. “Ci sono ancora alcune rigidità – sottolinea il Vice Sindaco, Giacomo Pastorino - però almeno ci sono regole certe e l'esperienza potrà poi suggerire eventuali modifiche che dovessero rendersi utili o necessarie. Credo che in fondo sia questa la ragione per il voto unanime, arrivato dopo un percorso di costruzione delle regole che è stato rapido ma intenso, con un’ autentica partecipazione di tutti”. l.r.
II neo deputato Federico Fornaro. Sullo sfondo Palazzo Montecitorio
Infine grande attenzione al tema dell’agricoltura, in particolare la vitivinicoltura, l’eccellenza di questo territorio “la situazione della viticoltura è molto complessa – ci fa presente l’onorevole Fornaro – da una parte abbiamo real-
tà che nel corso degli anni hanno raggiunto posizioni di eccellenza come il Gavi mentre dall’altra colture e produzioni in gravi difficoltà, come il Dolcetto, che vanno assolutamente sostenuta. Infine – conclude Federico Fornaro – in
Parlamento voglio affrontare il tema ancora irrisolto dell’emergenza della fauna selvatica, in questi anni abbiamo visto un continuo rimpallo tra gli enti senza arrivare a risultati apprezzabili”. In conclusione infine un com-
mento sul Parlamento frammentato uscito fuori dalle elezioni del 4 marzo “le critiche che avevamo fatto al Rosatellum si sono puntualmente verificate, portando ad una situazione di ingovernabilità dove, al momento attuale, la possibilità di arrivare ad una maggioranza non sembra né facile né possibile. Personalmente – ci confida l’on. Fornaro – sono disposto ad un confronto e un dialogo con le varie forze politiche sui programmi, ma è presto e affrettato parlare di governi di unità nazionale o governi del presidente”. Fabio Mazzari
Chiuso il 4° anno dell'ex Comunità Montana Alta Val Lemme e Alto Ovadese
Unione “Dal Tobbio al Colma”: OK
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i è concluso il quarto anno di attività dell'Unione Montana “Dal Tobbio al Colma”, sotto la guida di Franco Ravera ed è possibile tracciare un bilancio. Tra le iniziative più significative, sta giungendo al termine la realizzazione di un sistema di videosorveglianza che controlla le strade provinciali di accesso ai confini dell’Unione con un primo intervento a maggior difesa dei centri abitati, oltre ad un controllo della circolazione stradale. Si stanno proseguendo, inoltre, i lavori per l’installazione di cartellonistica per sentieri e per informazione turistica, che riguardano non solo l'Unione Montana, ma anche altri comuni della zona. La gestione in unione di alcu-
Franco Ravera durante la riunione inaugurale svoltasi nel 2013
ne funzioni amministrative sta agevolando i Comuni nello svolgimento di alcune attività di primaria importanza. Ad esempio, per quel che concerne la polizia locale, viene effettuato anche il servizio di polizia amministrativa, per notifiche e accertamenti, burocrazie elet-
torali e rilevamento di violazioni al codice della strada. È poi in programma la creazione di una banca dati locale, che riguardi il territorio in vista di un programma di sviluppo economico e sociale e per la promozione degli interessi della collettività.
L’Unione, sta cercando pure di sgravare i comuni di alcuni costi, che, sebbene piccoli, garantiscono agli enti comunali maggior respiro. Così per il secondo anno consecutivo, l’Unione si è fatta carico del costo dei libri scolastici delle Scuole Primarie e della quota associativa dell’Associazione Oltregiogo. Infine non è ancora completato il passaggio di proprietà del Centro Polifunzionale di Mornese; la Regione Piemonte ha nominato un altro Commissario liquidatore che dovrà estinguere a breve la gestione. Analogo discorso per l'immobile della Cantina di Lerma che richiede ancora un lungo lavoro tecnico-amministrativo. l.r.
l’inchiostro fresco Marzo 2018
OVADA, OVADESE E RONDINARIA
"Io amo i colori" Elisabetta Somaglia
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rriva nelle librerie “Io amo i colori”, di Elisabetta Somaglia pubblicato da Youprint. “Io amo i colori” è libro complesso: una serie di emozioni, un “stream of consciusness” (flusso di coscienza”, oltre il semplice romanzo od opera autobiografica. Parole ed immagini per descrivere momenti della vita, sentimenti e “pezzi di pensieri” che il lettore, in base alla propria esperienza, può legare a momenti e sensazioni della propria esperienza. Il titolo descrive poi l'obiettivo finale: “Io amo i colori”, vivere cioè una vita aldilà delle emozioni negative, con una visione positiva che consente di andare oltre i momenti di fragilità e sofferenza. La struttura del libro, dove le foto dei momenti felici si alternano a racconti di esperienze drammatiche, rafforzano il concetto, che trova la sua espressione massima nelle dediche finali ai figli. Il libro ha già raccolto diversi apprezzamenti, tra cui quello del dottor Vittorio Cei, Presidente dell'Associazione Italiana per la Creatività. Per Cei, il testo di Somaglia “Non è un semplice libro. È un armonioso insieme di opere d’arte. È una raccolta di poesie; è una mostra di quadri con meravigliosi colori; è un’opera musicale in cui le parole, le frasi, i concetti si compongono e si contrappongono come perfette e coerenti note musicali; è una raccolta di immagini come un’esposizione di un grande fotografo che racconta le emozioni e le esperienze della sua vita”. Luisa Russo
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Ovada: con la primavera arriva la voglia di fare
Expolandia e le attività produttive U occasioni di sviluppo economico e di competitività con gli altri paesi. Questo è lo spirito che ci ha animato nell’organizzazione e ci spinge a continuare a lavorare per il nostro paese.” ExpolandiaOvada 2018 - BBBell sarà liberamente accessibile a tutti senza alcun biglietto di ingresso, venerdì dalle 17 alle 23 e sabato e domenica dalle 10 alle 23. Non mancheranno aree di ristoro e isole di Street food.
na nuova grande rassegna di prodotti tipici del territorio, di tutto il Basso Piemonte e dell’entroterra ligure, ExpolandiaOvada 2018 BBBell, così si chiamerà l’evento che animerà nei giorni 27-28-29 aprile Piazza Martiri della Benedicta e piazza Bausola di Ovada.
I PROMOTORI Una manifestazione promossa da EURO CED SRLS su incarico dell’associazione Nord Industriale di Torino e con la collaborazione dello studio di consulenza del lavoro Torriglia Roberta di Ovada, con l’intento di promuovere e valorizzare il nostro territorio, coniugando in una grande manifestazione il tradizionale spirito comunitario tipico delle fiere e dei mercati di un tempo, ad una più moderna visione del commercio e dell’economia, al passo con la modernità. UNA FORMULA INNOVATIVA Per questo motivo ExpolandiaOvada 2018 - BBBell non si connoterà soltanto come una semplice esposizione di tipicità locali, ma sarà anche una vera e propria festa, in cui l’intrattenimento, lo spettacolo e il gioco allieteranno i visitatori diventando un luogo di incontro tra produttori e clienti e un’occasione di dialogo e scambio di idee. CONTENUTI E PROGRAMMA Inizierà venerdì 27 alle ore 17, con la cerimonia di apertura e la rievocazione storica medievale dei Fratelli d’arme di Castelletto D’Orba, che comprenderà esibizioni di tiro con l’arco, combattimenti di cavalieri e giocoleria infuocata. In Piazza Bausola sarà collocato il palco su cui per due giorni si alterneranno vari artisti, esibizioni di danza, sfilate di moda bimbi, spettacoli di cabaret. Attesissimo lo show di Paolo Drigo, trasformista cabarettista di Canale 5. Non mancheranno i
gonfiabili e tanti giochi per i più piccini. “Il cuore pulsante di ExpolandiaOvada 2018 - BBBell sarà legato agli stand espositivi delle eccellenze produttive del territorio, una vera e propria vetrina del
mercato locale - dice Valentina Ostojic, responsabile del coordinamento della manifestazione ovadese – un’occasione straordinaria per valorizzare il nostro territorio, un obiettivo a cui crediamo fortemente,se vogliamo creare
I SETTORI MERCEOLOGICI La fiera ospiterà imprese provenienti da diversi settori merceologici: manufatti e arredamento, per la casa e il fai da te, moda, tessili, oggettistica e articoli da regalo, prodotti tipici regionali e artigianali.: L’iniziativa gode del Patrocinio del Comune di Ovada, la collabo-
Imprenditore dell'anno 2018
Luca Marenco
È
Luca Marenco, 38 anni, coniugato con Elena, padre di una bimba, Anita, e titolare dell’azienda “Gelateria Lung’Orba” ad Ovada, l’Imprenditore dell’Anno 2018. Il prestigioso riconoscimento organizzato dalla Confartigianato è stato attribuito durante ua serata al Teatro Splendor di Ovada in collaborazione con la Parrocchia con il concerto del gruppo “I Fuori programma” e l’incasso devoluto al Progetto Musalac, missione in Burundi coordinata dalla Parrocchia per l’alimentazione ai bambini fino ai 6 anni. CHI È LUCA MARENCO Luca Marenco inizia l’attività quasi per caso, come cameriere nei mesi estivi nella vacanze scolastiche nella stessa azienda all’età di 15 anni, si è successivamente inserito nel lavoro del banco e nel laboratorio
con i titolari precedenti. Ottenuto il diploma di maturità scientifica e iniziata l’Università, ha continuato il rapporto con la gelateria e quando, nel 2001, i titolari decidono di cedere l’attività, Luca corona il suo sogno di rilevare l’azienda e produrre gelati di qualità artigianale. ATTIVITÀ PRENDITORIALE Da allora continua nella sua formazione imprenditoriale, sempre alla ricerca della scoperta e della valorizzazione dei prodotti del territorio. Dal 2014 ha cominciato una serie di collaborazioni con aziende dell’ovadese nel settore enogastronomico e agricoltura. Un’iniziativa da sottolineare è il gelato “Sapore di Amatrice”, creato da un gelatiere della città colpita dal terremoto, Daniele Mosca, e riproposto da Luca nel suo locale. Con questo gesto di solidarietà è riuscito ad aiu-
D.M. SERVIZI Noleggio minigru cingolate Officina Meccanica - Oleodinamica e Pneumatica Assistenza e vendita attrezzature t RACCORDATURA TUBI OLEODINAMICI per medie e alte pressioni t manutenzioni e riparazioni di MACCHINE OPERATRICI, MEZZI AGRICOLI e MACCHINARI PER VIGNETO t revisione e riparazione di CILINDRI IDRAULICI t costruzione CENTRALINE OLEODINAMICHE t forniture di accessori idraulici per gru ed escavatori, PINZE PER TRONCHI ed attrezzature di presa
SI ESEGUONO APPLICAZIONI IDRAULICHE, MECCANICHE O DI CARPENTERIA SU ATTREZZATURE E MACCHINARI Via della Cantina Sociale - Capriata d’Orba (AL) - Cell. 346/853.24.51 - Fax 0143/46.598 www.dmservizi.net - d.m.serviziminigru@gmail.com
tare Daniele che, nonostante tutto, ha riavviato la sua attività. SUCCESSI OTTENUTI Grazie alla sua professionalità è diventato un punto di riferimento non solo per gli ovadesi, ma per tantissimi clienti provenienti da altre parte della provincia e dalla vicina Liguria. Sostenitore da sempre della necessità di coordinare al meglio le potenzialità di Ovada e dell’ovadese sotto il profilo dell’attrazione turistica, uno sbocco strategico importante per il rilancio di tutto il territorio. l.r.
razione fattiva del Sindaco Paolo Lantero, il Vice sindaco e assessore al bilancio, integrazione territoriale dell'Ovadese, Giacomo Pastorino e la preziosa collaborazione della Polizia Municipale ovadese. Marta Calcagno
Alcuni dei principali espositori
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ubbli O, articoli per la grafica, Germacht isolamenti e coibentazione, Decordue pavimentazione, Gestione Cash and Carry bevande alcolici e superalcolici, Mavi Trading commercio di detergenti carta e stoviglie in plastica, Meneghello Nadia con le decorazioni di pareti e murali, BM Calor stufe, Linda Cataldi centro estetico, Autogas Nord gpl-gas energia elettrica, Isolare la casa SNC, Cool Made grafica, TrivellatoFranco con paratie stagne e intonaci stampati, Weishaupt Italia con caldaie, pompe di calore, Wake up di Fanelli Erik con accessori e macchine caffè, Verde e Acqua piscine e vasche idromassaggi, La Via delle terme, Windoor serramenti, Repetto Claudio mostre fotografiche, Vorwerk folletto, Pasticceria Bottaro e Campora, Edicola di Nervi Alice, Gelateria Lung’Orba di Marenco Luca con la collaborazione di Q & V “Pizza al taglio Ilio”. Tra gli espositori esterni menzioniamo Geko Group per l’igienizzazione dei materassi, la Grotta di Barbanera, con somministrazione panini e birre, Melone Giuseppe Consessionario Auto, Restore SRLS Energie rinnovabili, Rosso Auto Concessionario auto, BBBell SPA telefonia, Verde smeraldi manutenzione del paesaggio, Repetti Nicoletta ristorante, FC Auto Concessionario auto e altri ancora.
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OVADA, OVADESE E RONDINARIA Cremolino: grandi festeggiamenti dal 6 maggio 2018 al 19 maggio 2019
Duecento anni di storia
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NUOVA AUTOCARROZZERIA PINO di Edoardo Mottin
Via Rocca Grimalda, 47 15076 Ovada (Al) Tel. 0143/81.296 Fax 0143/832.350 Cell. 336/51.27.94
icorre a Cremolino il bicentenario della concessione Giubilare al Santuario N.S. della Bruceta e per l’occasione la Parrocchia N.S. del Carmine, ha approntato un calendario di manifestazioni religiose e culturali con la sponsorizzazione del Comune e l’Associazione Pro Loco. Si tratta di un anno straordinario di celebrazioni che avrà inizio domenica 6 maggio 2018 per concludersi domenica 19 maggio 2019, mentre sabato 17 marzo è stato presentato l’evento. Da sempre il Santuario è stato meta di pellegrinaggi grazie anche alla presenza costante di un Cappellano, verso la fine del XVII sec. la crescente affluenza di fedeli fece prendere una decisione ai Fabbriceri di iniziare l’ampliamento dell’edificio. Nel 1808 l’allora Cappellano Don Francesco
il Santuario Nostra Signora della Bruceta a Cremolino
Giacobbe visitò a Savona, Papa Pio VII prigioniero di Napoleone, e la tradizione orale vuole che gli abbia servito la Santa Messa; il Papa, ammirato da tale devozione, chiese al Sacerdote cosa desiderasse ed egli chiese per il suo Santuario il dono dell’indulgenza Plenaria e il Papa concesse tale
privilegio per una sola volta “viva voce oracolo”. L’anno successivo venne formulata una richiesta per iscritto e il Santo Padre concesse nuovamente tale privilegio sempre per un anno, successivamente venne fatta un’ulteriore richiesta chiedendo in perpetuo la Grazia di
tale dono e il Sommo Pontefice lo concesse per sette anni. Prima dello scadere del termine venne effettuata una richiesta scritta da parte del Popolo, Clero e del Feudatario per una concessione in perpetuo e Pio VII con rescritto datato 19 Maggio 1818 concedeva in perpetuo tale privilegio per il giorno della Festa del Nome Santissimo di Maria e dell’Ottava di Pasqua. Sabato 17 marzo 2018 nell’Auditorium Karmel Onlus di Cremolino alla presenza di Autorità Civili ed Ecclesiastiche ha avuto luogo la presentazione dell’annullo filatelico approntato da Poste Italiane per commemorare la concessione del privilegio e i restauri di tre dipinti della Parrocchia poi l’annuncio delle celebrazioni. Luisa Russo
Il plesso è il più numeroso dell’IC di Molare
La scuola di Mornese www.autocarrozzerianuovapino.it - nuovapino@libero.it
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’è una particolare attenzione dell’Amministrazione di Mornese guidata da Simone Pestarino verso la Scuola, il plesso più numeroso dell’Istituto Comprensivo di Molare. Anche nel 2017 il Comune si è impegnato per migliorare l’ambiente e la vita scolastica dei ragazzi attuando numerosi interventi agli edifici; è stata inoltre realizzata una nuova centrale termica con due generatori di nuova concezione che permetterà un risparmio di combustibile di circa il 30%. Non poteva mancare attenzione alla connessione web, gestita da un particolare portale di rete che permette il monitoraggio costante delle connessioni e del traffico dati. Per migliorare la sicurezza e la privacy, gli studenti hanno la possibilità di avere una connessione personalizzata, controllata
e nominativa. Il sistema installato permette la creazione di voucher a scadenza per cui lo studente potrà, dunque, avere la sua connessione per scopi didattici per tutta la durata dell’anno scolastico o per un periodo ben specificato. Tra le altre opere, sta per essere ultimato l’allestimento di una nuova biblio-
teca nel plesso scolastico, di facile fruizione da parte degli alunni ed è stato anche predisposto un campo da pallavolo in un’area antistante la Scuola, utilizzabile per fini didattici e nel tempo libero. Ma il Comune ha messo a disposizione anche diversi progetti rivolti agli studenti come il concorso foto-
grafico “Mornese da vivere in autunno” durante le giornate del FAI, la possibilità di scoprire la figura di Santa Maria Mazzarello in occasione della festa della Santa, i mercatini di Natale e per questo 2018 è in programma “Gavi: forte di cultura, arte e storia”, indetto dal Polo Museale del Piemonte, fortemente voluto dal Comune di Mornese, che consisterà in una serie di laboratori teatrali con rappresentazione finale, consentendo la scoperta dei monumenti più interessanti del territorio. “Siamo soddisfatti – afferma il Sindaco, Simone Pestarino – perché oltre alla Primaria e alla Secondaria con circa 200 allievi, funzionano l’Asilo Nido e la Scuola dell’Infanzia per cui tutti gli ordini di scuola sono presenti” l.r.
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OVADA, OVADESE E RONDINARIA Silvano d'Orba: scorci di paese in una mostra fotografica che sa di America
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Una rivoluzione del ruolo femminile
Foto come memoria storica Ragazze del '68
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a il gusto americano la nuova mostra fotografica permanente allestita dal Circolo culturale silvanese “Ir Bagiu” con la collaborazione dell’Amministrazione comunale, inaugurata venerdì 8 marzo presso la galleria comunale, aperta per l’occasione. Si tratta di una mostra di fotografie storiche che rappresentano luoghi e momenti di vita silvanese risalenti agli anni 50 del 900, scattate da Dominick Motta, cittadino statunitense, nato da genitori silvanesi emigrati dello Utah dopo la prima guerra mondiale. Un americano a tutti gli effetti, ma di radici silvanesi, che diventa il fotografo “storico” del paese, poiché spinto dal desiderio di conoscere le sue radici, nel 1953 viene a Silvano e munito di macchina fotografica immortala gli scorci più rappresentativi, coglie soprattutto l’autentico spirito comunitario, che si manifesta durante le feste di paese, come la processione, la festa di San Pancrazio del 12 maggio, la vendemmia. Grazie alla cugina Lorenza Priano, alla quale Dominick Motta lascia le sue fotografie, oggi, a due anni dalla sua scomparsa, disponiamo di un tesoro storico di grande valore e bellezza. “Tale mostra – spiega Claudio Passeri, Presidente del Circolo Ir Bagiu- vuole essere una donazione del Circolo alla collettività, le 22 gigantografie che ci legano al nome di Dominick Motta e ai suoi genitori, permettono di ricostruire un angolo di storia del paese, valorizzano le nostre tradizioni e la nostra cultura. Per l’inaugurazione - continua Passeri - abbiamo scelto una location di grande suggestione, le cosiddette “cantine” del palazzo comunale, perfettamente restaurate e dedicate, grazie alla disponibilità del Sindaco Ivana Maggiolino, ad eventi e manifestazioni culturali. La prima “Grappa letteraria” a cui è stata ispirata la serata è un
omaggio ai simboli della silvanesità" - afferma Giovanni Calderone del Circolo Ir Bagiu, presentatore della serata – Silvano annovera una scrittrice d’eccezione, Maria Elettra Maranetto che presenta il suo monologo sull’amore, insieme ad un altro gradito ospite, il proprietario
della storica distilleria Gualco, che fa di Silvano un simbolo della tradizione vitivinicola e della produzione di grappe. Non poteva mancare a conclusione della serata una degustazione di grappe speciali.
UNA TESTIMONIANZA DI PIER FRANCO ROMERO Un pomeriggio, mentre giocavo con i coetanei a pallone al campo sportivo di Silvano, a piedi nudi, come si usava fare ai tempi, vidi un uomo di bell’aspetto, con al collo una macchina fotografica, forse una Laika o una Nikon, non ricordo bene, che si avvicinò a noi per scattare delle fotografie. Mi colpì tanto quella macchina, dalla quale si protraeva una strana struttura che a seconda dei movimenti avanzava e si ritraeva. Scoprii in seguito che si trattava dello zoom, all’epoca non sapevamo cosa fosse. L’uomo era proprio Dominick Motta, di cui io non conoscevo l’identità. Ma lo vidi bene e mi rimase impresso per sempre.
Marta Calcagno
Pierfranco Romero
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Castelletto d’Orba l’8 marzo in occasione della giornata internazionale della donna l’associazione “Insieme per Castelletto", ha organizzato un incontro con la cittadinanza per parlare di diritto, giustizia, emancipazione femminile, insieme a tre relatrici, protagoni-
Il Vescovo di Tortona a Fresonara e Silvano d'Orba
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resonara si ferma. Dall’8 al 14 aprile tutti gli sguardi dei suoi abitanti saranno rivolti a S.E. Mons. Vittorio Viola, Vescovo di Tortona, Diocesi dalla quale la nostra Chiesa dipende insieme ad altre 313 parrocchie. Dopo le visite pastorali del 1992 e del 2000 svolte dai suoi predecessori, quest’anno tocca al nuovo vescovo incontrare i fedeli della comunità religiosa fresonarese. Già da diversi giorni fervono i preparativi, curati nei minimi particolari dal parroco, Don Sandro Cazzulo. L’agenda è ricca di appuntamenti e tutto deve svolgersi secondo orari ben definiti, visto che contemporaneamente Mons. Viola deve svolgere uguale missione anche a Silvano d’Orba. La partenza domenica 8 aprile, quando il vescovo, durante la Messa delle
ore 11.30 impartirà la Cresima agli aspiranti soldati di Cristo. Seguirà nel pomeriggio la visita al Camposanto con benedizione dei defunti. Il giorno dopo, alle ore 20,30, Messa in San Rocco, dopo la quale il vescovo incontrerà i collaboratori della parrocchia e i genitori dei bambini
che frequentano il Catechismo. Giusta pausa di assestamento, per poi ricominciare mercoledì 11 aprile con la pomeridiana visita ad anziani e ammalati, a cui seguirà l’appuntamento con le Aziende del territorio. Terminata quindi la Messa in San Glicerio, la giornata continuerà
nell’incontro con le Autorità e le Associazioni. Venerdì 13 toccherà agli alunni della Scuola dell’Infanzia e della Scuola Primaria porgere il benvenuto al Pastore di anime, che certamente non mancherà di rivolgere parole di cristiano augurio ai piccoli studenti. Sabato 14 aprile la conclusione dell’intensa settimana avverrà nella Chiesa Parrocchiale alle ore 18, con la Messa celebrata da Mons. Vittorio Viola. Certamente la Visita Pastorale sarà un incontro gioioso per raccontarsi a vicenda le opere di Dio e rendergli grazie. Sarà l’occasione, per la comunità cristiana fresonarese, di verificare se si è messa in cammino operando il discernimento alla luce della Parola del Signore. Dom&Nico BISio
ste indiscusse della serata: l’assessore alla cultura Roberta Cazzulo, l’insegnante Sabrina Caneva e la sindacalista Luisa Folli. Una serata tutta al femminile che ha voluto essere un’occasione straordinaria per raccontare e ricordare l’importanza del ‘68 in Italia, delineare la portata innovativa di un’epoca non tanto lontana, che ha costituito il momento di partenza di una vera e grande rivoluzione della cultura italiana. Le donne sono state al centro delle contestazioni – è stato detto operando una vera e propria rivoluzione del loro ruolo all’interno della nostra società, fautrici di un cambiamento politico ideologico e sociale, che ha influito prepotentemente sulla nuova visione e sul ruolo della donna, a partire dalla moda, al lavoro, ai costumi sessuali, alla formazione di una propria dignità. La ricostruzione delle tappe attraverso cui si è attuato il processo di emancipazione lungo il corso dei secoli raccontato da Sabrina Caneva ha fatto riflettere tuttavia sull’oggi, sulla situazione ancora precaria delle donne, talora svilite, offese e sconsiderate in ambito lavorativo. Non più spose - madri, ma ribelli alle regole della società, le donne del '68 hanno incominciato un percorso impervio, ma un cammino che arretra e avanza di continuo. Non per questo bisogna rinunciare a percorrerlo. Marta Calcagno
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I vini dell’ottima annata 2017 sono già disponibili nella vendita al dettaglio anche nei pratici bag in box. Vi aspettiamo per acquistarli! Oltre ai vini di uso quotidiano potrete acquistare i vini per l’imbottigliamento della Luna di Marzo:
BARBERA DEL MONFERRATO DOLCETTO DI OVADA
PIEMONTE BONARDA CORTESE DELL’ALTO MONFERRATO PIEMONTE CHARDONNAY PINOT ROSATO MONFERRATO FREISA
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L ’origine delle Uova di Pasqua È
Cosa la Pasqua delle tre religioni monoteiste può insegnare ai non credenti
Senso civile di una festà religiosa I
l calendario non mente: il prossimo primo Aprile sarà Pasqua 2018. A questa chiarezza formale non corrisponde chiarezza sostanziale. Ogni religione ha la “sua” Pasqua, con regole, ideali e rituali diversi. Discorso ancora più complicato per i non credenti, per cui Pasqua rischia di essere solo una vacanza. Magari particolare, con tradizioni come la gita fuori portata e l’agnello, ma niente di più. Allora, tra diversità religiose e scelte personali è possibile recuperare Pasqua, cercando valori e idee che possano essere validi per più persone possibile.
L’IDEA DELLA CONDIVISIONE NELLA PASQUA CRISTIANA Per cominciare, possiamo ricordare uno degli eventi centrali della Pasqua cristiana. Gesù nell’Ultima Cena consuma il suo ultimo pasto con i discepoli, in un clima di condivisione e fraternità. Perciò, cerchiamo di fare sì che anche la nostra festa sia un momento di serenità, per quanto possibile. LA PASQUA EBRAICA TRA IL SENSO DEL BENE E DEL MALE La Pasqua ebraica ci invita a rispondere alle difficoltà. Al momento della fuga dell’Egitto, gli Ebrei sono un popolo di schiavi, che lascia tutto sommato una vita con delle certezze per un cammino ricco di dubbi e di pericoli. Non è facile non farsi schiacciare dai problemi e dalle incognite della vita: l’antico Popolo di Israele ci può insegnare a godere del bene presente senza nascondere il male altrettanto reale.
L’ESPRESSIONE DELLA SOLIDARIETÀ NELLA PASQUA ISLAMICA Dalla Festa del sacrificio, il valore della solidarietà. Nei Paesi islamici, ogni famiglia onora la ricorrenza portando in tavola una capra, un montone ed un agnello. Nessuno viene lasciato a digiuno, i poveri invitati alla tavola dei vicini più abbienti. In un Occidente in crisi, l’individualismo è una virtù e l’egoi-
forse, smo uno stile di vita onorato: orattoo forse oorato guardare i nostri vicini musulmani ci può dare una prospettiva diversa (e magari valori in cui una volta anche noi credevamo). GESÙ O BARABBA? Infine, ancora la Pasqua cristiana. Il Nuovo Testamento racconta come, durante il processo, il procuratore Pilato non trovasse colpe in Gesù. Volendo liberarlo, ma non avendo
ill coraggio ccoor di opporsi por al radicalismo dei religiosi locali, decide di appellarsi al popolo. Messi di fronte alla possibilità di liberare un condannato, la folla decise di però di non salvare Gesù ma Barabba, brigante ed assassino. “Scegliere tra Gesù e Barabba”: l’evento così conosciuto da ispirare film, detti popolari e più di un dubbio sulle capacità della democrazia rappresentativa.
UNA RIFLESSIONE E UN AUSPICIO Non è però sempre necessario scegliere, né sempre bene dividere. L’Italia ha da poco superato le elezioni, e la futura maggioranza si preannuncia incerta: allora, per la Pasqua che si avvicina, speriamo che i nostri politici sappiano procedere uniti verso un’Italia migliore. Matteo Clerici
Il peso della storia
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uando il popolo ebraico trascinò Gesù ai piedi di Ponzio Pilato, con l’accusa di essersi equiparato a Dio, secondo la leggenda sembra abbia decretato la sua rovina, o meglio, l’inizio del suo lungo exodus. Un popolo tribolato, in effetti quello ebraico, che nel corso della storia non è riuscito a trovare la sua stabilità di vita e ancora oggi fatica ad essere in pace con il mondo. Una maledizione antica? No, più semplicemente un decorso analogo purtroppo anche ad altri popoli che ancora oggi vagano alla ricerca del loro eden, come i curdi ad esempio. Gesù era nato ai tempi dello splendore dell’antica Roma del primo imperatore romano, Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, che lasciava ai popoli vinti ampia libertà politica e di culto, chiedendo ad essi solo
di “dare a Cesare solo quello che era di Cesare”. Era la cosiddetta Pax romana. E così Ponzio Pilato, procuratore della provincia della Giudea, altro non poté che ratificare la decisione del tribunale ebraico, non prima però di aver fatto un ultimo tentativo per non mandare a morte quel giovane che non gli sembrava un sovversivo, facendo scegliere alla folla tra Gesù e Barabba chi salvare. La folla scelse Barabba.
L’exodus del popolo ebraico nasce da lì? Non saprei cosa rispondere. So solo che ad oggi gli ebrei sono ancora perseguitati in buona parte del mondo e non sono in pace nemmeno nel loro nuovo stato: quello di Israele, nato, con la protezione delle truppe britanniche, il 14 maggio 1948 sulle terre dei palestinesi, scatenando una guerra senza fine. Il Medio Oriente infatti è tutto
un focolaio di scontri micidiali dove l’odio è una delle armi più distruttive in quel quadrante del mondo nel quale inglesi e francesi, con il loro colonialismo otto-novecentesco di stampo imperialistico, hanno creato sulle spoglie dell’ex impero ottomano, complice poi la lunga mano degli Stati Uniti, un perfetto “inferno in terra”, come ci mostrano ogni sera i telegiornali facendoci vedere quello che accade in Siria, sulla quale adesso anche la Russia e nuovamente la Turchia sembrano aver messo gli occhi. Questa Pasqua ci porterà la pace, come recita il cristianesimo? Non so, ma credo che sino a quando permarranno i vecchi imperialismi, di pace sarà veramente difficile parlarne. A meno che non torni la Pax romana!!!
curioso sapere come abitudini ormai radicate nella nostra cultura, come lo scambiarsi uova di cioccolato per le festività di Pasqua, abbiano avuto inizio in tempi lontanissimi e che si siano poi trasformate in una vera e propria tradizione. Le uova come simbolo pasquale hanno infatti origini molto antiche e quelle colorate o dorate hanno un’origine ancora più remota rispetto a quelle di cioccolato. Da sempre, sin dalle antiche religioni pagane, l’uovo è stato simbolo di vita e di rinascita, veniva considerato come l’unione fra terra e cielo e indicava, allo stesso tempo, l’arrivo della primavera, il periodo dell’anno che rappresenta appunto la fertilità. Anche gli Egizi lo vedevano come base degli elementi dell’universo. Con il Cristianesimo l’immagine dell’uovo è stata collegata poi alla festività sacra della Pasqua, infatti esso contiene in sé una nuova vita, così come il sepolcro rappresenta la resurrezione dopo la morte. La tradizione, ancora oggi diffusa, di scambiarsi le uova a Pasqua è nata invece nel Medioevo e, da questo momento, le uova cominciarono a essere decorate per simboleggiare la rinascita dell’uomo in Cristo. La tradizione si sviluppò poi con i primi cristiani, che dipingevano le uova di rosso per ricordare il sangue del Salvatore. Ma come mai oggi ci scambiamo proprio uova di cioccolato? L’usanza iniziale, diffusa soprattutto tra i sovrani d’Inghilterra e gli zar russi, era quella di scambiarsi uova d’oro riccamente decorate. Quelle preziose uova sono state poi rimpiazzate dalle più umili ma deliziose uova di cioccolato, che oggi sono ormai diventate simbolo della Pasqua commerciale.
Gian Battista Cassulo Chiara Frisone
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Pèsach, tempo della nostra liberazione
La Pasqua ebraica
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a Pèsach, ovvero la Pasqua ebraica, viene chiamata anche “Zman Cherutenu”, ovverosia “tempo della nostra liberazione”. La parola “Pèsach” viene citata per la prima volta nel Libro dell’Esodo, il suo significato letterale è “passaggio” e indica la punizione di Dio agli egiziani, che avevano schiavizzato il popolo ebraico. Due sono i comandamenti principali che i fedeli devono seguire durante il periodo della Pèsach. Il primo è quello di cibarsi di “matazh” cioè pane non lievitato ed il divieto di consumare cibi “chametz” ovvero contenenti lievito, per tutto il periodo della festività. I credenti più osservanti seguono un terzo comandamento, l’offerta a Dio di un agnello la sera del giorno 14 del mese di Nisan. Nelle prime due sere della festività viene consumata una cena parti-
colare, chiamata “seder”. Il giorno 15 di Nisan si tiene un particolare rituale, chiamato “Haggadah di Pèsach”. Il rituale inizia con le benedizioni della casa, in silenzio e illuminati solo da una candela, alla ricerca del “chametz”, solitamente vengono nascosti dieci pezzettini di cibo lievitato che verrà poi gettato via. Alla sera, dopo il tramonto e la preghiera serale di Arvith, inizia il “seder” vero e proprio in cui viene narrata l’uscita del popolo ebraico dall’Egitto. Il Pèsach è una festività che viene sempre festeggiata in famiglia. La tavola tradizionale della Pasqua ebraica solitamente è composta da un piatto conte-
nente alimenti diversi che hanno ognuno un significato specifico. Sul tavolo per ogni persona vi sono tre “mazots” piccoli panini non lievitati che simboleggiano la fretta con cui gli Ebrei dovettero fuggire dall’Egitto senza aver avuto nemmeno il tempo di far lievitare il pane, un uovo e un osso che rappresentano il ciclo della vita e vengono sistemati a lato dell’agnello, il “maror” un composto di erbe amare e la lattuga che ricordano il primo gli schiavi ebrei e il secondo la volontà di Dio e “harroset” un dolce composto da fichi, melograno, mele, datteri, noci e vino rosso che simboleggia i mattoni d’argilla che gli Ebrei dovettero fabbricare di forza quando erano in Egitto. Al centro di tutto vi è ovviamente l’agnello (korbàn). Fabio Mazzari
Le proposte appetitose per trascorrere la festività
Tempo di… dolci
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i avvicina il tempo di Pasqua che, quest’anno, cade piuttosto bassa, ovvero il 1° aprile. Quale occasione migliore per (ri)scoprire la ricca tradizione gastronomica dei nostri luoghi? Anticamente era tipico della tradizione pasquale genovese un dolce chiamato “cavagnetto”, già dal nome è facile intuire che si tratta di un dolce intrecciato (cavagno significa infatti cestino), la cui forma e preparazione ricorda molto da vicino quello dei dolci pasquali tipici dell’Italia meridionale come la “scarcella” barese e la “cuzzupa” calabrese. È probabile che l’origine di questo dolce derivi dai commerci che, specialmente, via mare, venivano fatti nei tempi andati. La preparazione è molto semplice: farina, burro, zucchero, un uovo sbattuto e sei uova sode intere con il guscio. Il cavagnetto si prepara intrecciando la pasta dolce con le uova sode che, volendo, possono essere colorate. Questo dolce pasquale veniva offerto specialmente ai bambini ed era molto diffuso durante le scampagnate del Lunedì dell’Angelo. Un’altra ricetta antica della Pasqua genovese erano i “Canestrelli pasquali”. Si tratta di una variante del celebre biscotto dell’entroterra genovese, con gli stessi ingredienti, da cui però si differenzia in quanto è decisamente più grande di dimensioni ed il buco centrale viene riempito con un uovo sodo intero con il guscio. Non tutti ne sono a conoscenza, ma uno dei dessert più famo-
si della cucina francese, ovvero l’ “Ile flottante”, tipico della tradizione di Pasqua ha origini genovesi. Questo dolce venne portato alla fine dell’Ottocento a Marsiglia, nei caffè più eleganti della città, grazie alle figlie dei commercianti ed alle domestiche genovesi, abituate a consumare questo dessert in città. Tuttavia, stranamente a Genova il dessert, che veniva chiamato in città come “crema inglese con schiumette”, sparì poco a poco, mentre diventò popolarissimo in Francia, tanto da affermarsi come il dolce per eccellenza della Pasqua. Spostandoci nel Basso Piemonte il dolce per eccellenza simbolo della Pasqua è sicuramente la “ciambella pasquale”. Questo dolce è un’amalgama di farina, zucchero e burro che vengono lievitati e arricchiti con limone, anice e pinoli. Una volta cotta al forno la ciambella pasquale (che come, suggerisce il nome stesso, è a forma circolare) viene solita-
mente gustata con un bicchiere di spumante locale. Ma dopo aver fatto una carrellata dei dolci della nostra tradizione ecco qualche suggerimento per acquistare un buon prodotto artigianale di qualità. Partendo dalla Val Polcevera a Pontedecimo la prima tappa è dalla storica pasticceria “Poldo” di Piazza Pontedecimo, premiata anche in televisione. Nella vicina Campomorone, nella centrale Via Martiri della Libertà, ecco “Ferrante”. Spostandoci a Busalla sono ben due le pasticcerie artigianali, ovvero “Valente” nella via centrale e “Vicario” in Largo Italia poco dopo il Passo dei Giovi. Giungendo fino a Torriglia nel centro della Val Trebbia c’è solo l’imbarazzo della scelta: “La Nuova Torrigiana”, “Guano”, “Gardella” e “Flavia”. Spostandoci fino a Montebruno infine ecco l’antico forno “Da Carlo”. Fabio Mazzari
Antiche usanze: la Pasqua ad U
“Scuratta
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a Settimana Santa, in tutto il mondo, viene celebrata in tanti modi differenti, con tradizioni che uniscono sacro e profano, diventando oggetto di studio di antropologi e studiosi; anche il nostro territorio, nel suo piccolo, custodisce un grande patrimonio culturale: Giuseppe Vitale, appassionato di storia locale, ci aiuta a riscoprire, grazie ad un suo prezioso articolo del 2001 comparso sul “giornalino di Urbe”, le antiche tradizioni pasquali di Urbe, ripercorrendo, giorno per giorno, i principali avvenimenti che avvenivano tra il Giovedì Santo e la Domenica di Resurrezione.
GIOVEDÌ SANTO In occasione dell’Ultima Cena, le campane venivano suonate un’ultima volta, per poi riprendere il loro suonare festoso solamente domenica, in occasione della Resurrezione. In sostituzione del suono delle campane, gli eventi religiosi venivano scanditi dal rumore metallico di un insolito attrezzo in legno e in ferro, ra tavéla, andato perduto. La sera di giovedì avveniva inoltre il rituale tradizionale della lavanda dei piedi, che veniva svolto grazie all’utilizzo di un vaso in ceramica di Albisola, purtroppo andato distrutto. VENERDÌ SANTO Il fulcro della giornata era la Messa matta delle tre del pome-
riggio: in occasione della morte di Gesù, la messa avveniva senza Consacrazione, e il parroco acconsentiva ai ragazzi di uscire e “ricreare” l’atmosfera lugubre e rumorosa descritta nel Vangelo, con attrezzi quali la borgna, una grossa conchiglia di mare, e la sgrizzura, simile alle raganelle di oggi. Secondo Giuseppe Vitale, i giovani a volte si lasciavano un po’ prendere la mano e continuavano a far baccano per tutto il paese, disturbando la solennità delle funzioni: a questo punto, le persone in chiesa uscivano per, letteralmente, “dare la caccia ai giudei”, ossia a questi giovani “discoli” che, con il loro far baccano, si comportavano proprio come dei non credenti, dei giudei appunto. A rafforzare questa tesi, Giuseppe
Lo “Scuratta Giu
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imone Ottonello, della Arciconfraternita Natività di Maria SS. e San Carlo di Masone, ci ha scritto in merito alla nostra ricerca sulla scuratta giudei, che, tempi addietro, veniva praticata anche in Valle Stura, con qualche sostanziale differenza dai vicini “urbaschi”: “da memoria orale so che anche a Masone veniva fatta”, ci scrive Simone, “nei giorni imme-
diatamente prima di Pasqua, al seguito della Processione della Confraternita, che dall'Oratorio si recava in Chiesa per visitare il "Sepolcro". I bambini, al seguito dei confratelli, rumoreggiavano con qualsiasi arnese o gioco di latta per imitare la turba dei giudei che vollero libero Barabba e crocefisso Gesù”. A differenza di San Pietro d’Olba, quindi, il rumore rievocava
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La Pasqua islamica D
Urbe tra tradizione e solennità
a Giudei” ci ricorda che, nel dialetto locale, un ragazzo un po’ vivace viene indicato come giudé. Da questo nasce lo scuratta giudei, “rincorrere il giudeo”, che si ripete ogni Venerdì Santo. LO SCURATTA GIUDEI OGGI La “caccia al giudeo” continua ad essere una delle tradizioni più sentite e partecipate a San Pietro d’Olba: i ragazzi del luogo, qualche settimana prima di Pasqua, radunano barattoli di latta di ogni dimensione, unendoli con un grosso filo d’acciaio; grazie a dei bastoni, il grande “serpentone” di latta viene trainato dai ragazzi più grandi in lungo ed in largo per le vie del paese, riproducendo quei rumori che, una volta, rappresen-
udei” a Masone non più l’atmosfera e la confusione a seguito della crocefissione, bensì il frastuono del popolo durante il processo di Gesù. Come spiega Simone: “La processione infatti terminava con la recita del Paxetto, nome dialettale del Passio in forma breve che viene detto davanti all'altare della reposizione ricordando il processo e la condanna di Gesù”. Proprio
come i cugini della Valle Orba, Simone ci spiega che questa tradizione “era un modo originale per fare partecipare i bambini ad uno dei momenti della settimana santa: attualmente, restano la recita del Paxetto e la visita al sepolcro della Confraternita, presso il Paese Vecchio di Masone”.
tavano sia il fragore a seguito della morte di Gesù, sia il “baccano” dei giudé urbaschi di una volta. A sua volta, per estensione, il grande serpentone di latta viene chiamato scuratta giudei e, più giovane era l’età dei partecipanti, più era piccolo, a volte composto semplicemente da lattine di bibite unite da una cordicella. UNA TRADIZIONE TUTTA URBASCA? Questa domanda lascia perplesso Giuseppe: “Leggendo un libro di Maria Tarditi ho scoperto che anche in alcuni paesi della Valle Bormida (Monesiglio, Saliceto...) esiste (o per lo meno esisteva) qualcosa di analogo, contrariamente a quello che abbiamo sempre creduto noi urbaschi, che fosse un qualcosa di "nostro" esclusivo...”. Il “far rumore” con barattoli di latta e quant’altro, a dire il vero, è un’usanza abbastanza comune in diverse realtà, in quanto il baccano “spaventerebbe” le entità malvagie e i demòni a ridosso di eventi lieti quali matrimoni, festività, nascite; al momento però non possiamo rispondere con più precisione a questa domanda. Resta il fatto che lo scuratta giudei è un “grande tesoro” di una piccola comunità, che va difeso, preservato e tramandato alle future generazioni come patrimonio culturale e locale, e approfondito dagli antropologi e dagli studiosi.
Matteo Serlenga Matteo Serlenga
opo due mesi e dieci giorni dalla festa dell’interruzione del digiuno, Aid el-Fitr che proclama la fine del Ramadan, i musulmani celebrano la Pasqua, ovviamente con un significato del tutto diverso rispetto alla tradizione cattolica. La Pasqua Islamica, l'Eid al-Adha, è la cosiddetta festa del sacrificio: tale celebrazione, infatti, ricorda il sacrificio del profeta Abramo, primo patriarca dell'islam, nei confronti del figlio Isacco. Dio, infatti, mise alla prova la fedeltà di Abramo ordinandogli di sacrificare Isacco. Abramo obbedisce, ma un angelo scendendo dal cielo, blocca la mano di Abramo . La Festa del sacrificio (Id AlAdha), viene chiamata anche “Grande Festa” (Al-Id Al-Kabir), è la più importante. Si celebra il 10 del mese di dhu al-higgia
(l’ultimo mese del calendario lunare), dura di solito tre o quattro giorni durante i quali si fa visita ai parenti e agli amici, e prevede l’immolazione di un capo di bestiame nello stesso momento in cui i pellegrini fanno altrettanto nella valle di Mina vicino a La Mecca.
Scorci di antiche tradizioni anche
...in Calabria
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Pasqua in Calabria vince la tradizione, uno dei tratti caratteristici e più forti della regione. Dentro questa vengono raccolte la storia, le contraddizioni, le diverse culture che animano la culla dell’antica Magna Grecia.
LE RAPPRESENTAZIONI RELIGIOSE Tantissime sono le rappresentazioni sacre che vengono organizzate. Molto suggestive quelle di Platì, Polistena e Cinquefrondi, in provincia di Reggio Calabria o quelle di Nocera Terinese, in provincia di Catanzaro, dove, tutti i Venerdì Santo rivive il rito dei flagellanti, chiamati “vattienti”, che si martoriano le carni fino a far scorrere sangue lungo le vie del paese. Sempre nel Catanzarese si celebra “la naca”, la culla che custodisce il corpo di Cristo portata a spalla per le vie del centro storico. Le processioni hanno, infatti,
ovunque grande rilievo, ed è normale assistere, per tutto il periodo a quello che viene chiamato “incanto”, una sorta di asta tra i cittadini che cercano di accaparrarsi l’onore di trasportare personalmente le varie effigi durante i riti. Tantissimi sono i casi delle “Affruntate”, scene in cui tre statue (raffiguranti Maria Addolorata, Gesù e san Giovanni) vengono trasportate a spalla per simboleggiare l'incontro dopo la resurrezione di Cristo. Questo rito è inscenato anche in altri comuni d'Italia e all'estero, ad esempio a Toronto in Canada, dove le comunità di emigrati hanno deciso di mantenere le tradizioni dei paesi d'origine. In alcuni paesi i bambini, prima della mezzanotte a Pasqua girano per le vie dei borghi con in mano “le troccole”, strumenti popolari di legno che devono risuonare per richiamare la popolazione ad andare in Chiesa dove “è risorto il Signore”. Ovunque viene inscenata la Passione. DOLCI E PIATTI TIPICI A prevalere è la preparazione di prodotti tradizionali gustosi e nello stesso tempo dall’alto valore simbolico. Sin dal tardo medioevo era uso fare dolci di varie forme caratterizzati dalla presenza all’esterno di uno o più uova sode, collegate alla simbologia della resurrezione e, in alcuni casi, dipinte con colori vivaci, che potevano essere regalati al futuro marito, in segno di buon auspicio. Nella zona del centro Calabria vengono chiamate “cuzzupe”,
Inizia con una breve preghiera nella moschea, preceduta da un corale (takbīr) e seguita da un sermone (khuţba). A tale cerimonia partecipano uomini e donne e i bambini , per l'occasione indossano i loro migliori abiti. “Aid Al Idha”, come tutte le feste musulmane, è anche l'occasione per riunire le famiglie: tutti i componenti partecipano ai preparativi, dall'uccisione della pecora portano la carne a casa e cominciano a cucinare i deliziosi piatti tipici. In Marocco si fa la carne alla griglia, e tajine che un tipico piatto del Paese, si tratta di una pietanza di carne in umido che prende il nome dallo strumento che si usa per prepararlo: un vassoio di terracotta smaltata e decorata, con relativo coperchio a forma di cono. Normalmente il tajine viene cotto direttamente sulle braci, lentamente, affinché la carne si mantenga morbida. Durante l'epoca dell'Eid al-Adha, il tajine più conosciuto in Marocco il Mrouzia a base di agnello e prugne e aromatizzato con miele, cannella e mandorle. I musulmani hanno un particolare pensiero nell'Aid per le persone bisognose, infatti la carne viene divisa preferibilmente in tre parti uguali, una delle quali va consumata subito tra i familiari, mentre la seconda va conservata e consumata in seguito e la terza viene destinata ai poveri della comunità, che non hanno i mezzi economici per acquistarlo. Quest’anno si festeggia il 21 o il 22 di agosto e sarà un giorno di festa anche per le comunità musulmane in Italia. Rachida Hasbanee
mentre nella bassa Calabria assumono il nome di “cuddhuraci”. Molto diffusa è anche la pastiera, nella versione calabrese che si ispira a quella tradizionale napoletana. Diversi i dolci a base di mandorle caramellate, famoso e esportato in tutto il mondo il torrone, su tutti quello di Bagnara Calabra. Pasquale Cotroneo
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Buona Pasqua
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Gastrononia d'autore per una gustosa Pasquetta fuori porta
Tra castelli, dimore storiche e vigneti
Tour della Val Borbera 2018 I borghi d'Italia I L l 12 di aprile, come ogni primavera, riparte in Val Borbera il tour gastronomico, appuntamento imperdibile organizzato dall’Associazione Albergatori e Ristoratori della Val Borbera e Spinti che dal 1978 promuovono e rappresentano il territorio attraverso piatti tipici e rivisitati, dando ampio risalto alle produzioni locali. Un percorso attraverso la tavola che si sviluppa in sedici giornate e che permetterĂ di unire la buona e genuina cucina con la vista di un paesaggio incontaminato. L’Associazione, una delle piĂš longeve a livello provinciale, festeggia proprio quest’anno il 40^ anniversario dalla sua fondazione, arrivando ad accorpare altre cinque strutture, per un totale ad oggi di venti soci, e portando avanti l’idea originaria dei soci fondatori di essere rappresentanti dell’intero territorio e delle sue tipicitĂ . I molti prodotti conosciuti quali, ad esempio, Montebore, Timorasso, ma anche i vari tipi di carne della zona, mele, castagne, funghi ed altre golositĂ , si intrecciano con le tradizioni del luogo, musiche e canti popolari, che fanno di questa zona una perla della provincia alessandrina. La stessa Associazione inoltre non opera in maniera isolata ma cerca a sua volta di sostenere e collaborare con tutte le manifestazioni che insistono sul territorio come il Montebor’è, la Borberissima e Porte di Pietra, al fine di far conoscere quest’angolo di Piemonte ed incrementare un turismo che non sia considerato soltanto di “passaggioâ€?.
’associazione “Altomonferratoâ€? organizza tour alla scoperta dei borghi d’Italia, piccoli tesori da scoprire o riscoprire. Il primo tour si svolgerĂ il giorno di Pasquetta, lunedĂŹ 2 aprile e si snoderĂ su un percorso che porterĂ i visitatori prima ad Acqui Terme con visita al castello dei Paleologi, alla piscina romana che, per l’occasione, verrĂ straordinariamente aperta, la Cattedrale con il capolavoro di Bermejo dedicato alla “Madonna di Montserratâ€? e la chiesa dell’Addolorata. Nel pomeriggio la tappa del tour sarĂ al Castello di Morsasco, piccolo e caratteristico borgo alle porte di Acqui. Non dopo però di essersi seduti per il pranzo ad una buona tavola imbandita con prodotti tipici del territorio preparati sopra un’elegante tavola imbandita all’aperto.
Per informazioni sul calendario degli appuntamenti è possibile contattare telefonicamente la stessa associazione o visitare il sito internet www.valborberaespinti.com Samantha Brussolo
I prossimi giri organizzati faranno tappa il 22 aprile in Val Bormida con il “Tour de Mistero dei Templariâ€? e il 13 maggio ad Altare, paese sulle alture di Savona con la visita al Monastero Induista ed al Museo del Vetro, dove si potrĂ ammirare all’opera il mastro vetraio Henry Schmitt. Fabio Mazzari
Ovada: un LunedÏ dell’Angelo tra le bancarelle
Pasquetta di brocantage
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n’idea alternativa per trascorrere la giornata del LunedÏ dell’Angelo ci arriva da Ovada. La Pro Loco, con la collaborazione del Comune organizza per la giornata del 2 aprile il tradizionale appuntamento con il Mercatino dell’Antiquariato e dell’Usato. Il mercatino del brocantage ovadese si svolge in particolari date ovvero appunto la Pasquetta, il 1° Maggio, il 2 Giugno, Ferragosto, la prima do-
menica di ottobre (festa patronale), il 2 novembre e l’8 dicembre. Già dalle prime ore del mattino numerosissime bancarelle con proposte adatte a tutti i gusti e tutte le tasche affolleranno le vie, le piazze ed i vicoli del centro storico ovadese proponendo oggetti di antiquariato, gioielli, stampe, libri antichi e usati, oggettistica, articoli di modernariato, numismatica, filatelia, mobili e tanti oggetti da collezione. Il mercatino
di Ovada si contraddistingue dai tanti appuntamenti di brocantage che ormai si trovano in Liguria e Piemonte sia per le dimensioni eccezionali che, soprattutto, per l’assoluta qualità della merce esposta. Ad ogni mercatino sono sempre di piÚ i visitatori che accorrono all’appuntamento ovadese. f.m. INFO: ufficio IAT di Ovada (tel. 0143/821.043) o inviare una mail a iat@comune.ovada.al.it
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Scrivia e Polcevera Da Novi Ligure attaverso gli Appennini, ad oltre i Giovi Arquata naviga a destra
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el comune di Arquata Scrivia vince il centrodestra con il 36,2% dei voti. La Lega di Salvini è il primo partito della coalizione, con il 21,5% alla Camera e il 22,7% al Senato, quadruplicando i voti rispetto al 2013 e doppiando letteralmente Forza Italia, che si assesta al 10% circa. Il Movimento 5 Stelle rimane il partito più votato (con il 33%), ottenendo un risultato simile alle scorse politiche, quando prese il 31% circa; in entrambe le consultazioni ha ottenuto più voti alla Camera rispetto al Senato, un fatto che suggerisce che sia un partito maggiormente votato tra i giovani (molti dei quali non hanno l'età per votare al Senato). Il centro sinistra ottiene circa il 22%, crollando rispetto alle politiche del 2013, quando ottenne il 32%, e confermando la generale sfiducia nei confronti del Partito Democratico. Un risultato migliore rispetto alla tendenza nazionale ottengono invece i partiti più a sinistra: Liberi e Uguali raccoglie il 4,1% e Potere al Popolo arriva addirittura al 3% alla Camera e al 2,7% al Senato (forse grazie alla candidatura del medico arquatese Diego Sabbi). L'1% Va invece a Casa Pound. Rispetto ai risultati ottenuti in ambito nazionale dunque, gli estremi dell'arco costituzionale (sia la Lega sia l'estrema sinistra) sembrano guadagnare maggiore consenso sul territorio arquatese. Arnaldo Liguori
In Valle Scrivia e in Val Polcevera i pentastellati primi quasi ovunque
Tsunami Cinque Stelle nel Genovesato
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enova e Provincia non sono state risparmiate dallo “tsunami” delle elezioni del 4 marzo 2018, che, probabilmente, tra qualche anno verranno inserite nei libri di storia come la fine della “Seconda Repubblica”. Il MoVimento 5 Stelle è nettamente il primo partito sia in città (33.8%) che in provincia (34.2%), ottenendo percentuali superiori alla media nazionale, conquistando entrambi i collegi uninominali della Camera, con Roberto Traversi e Marco Rizzone ed il collegio del Senato con Mattia Crucioli. Facendo un paragone con i risultati del 2013 è netta l’avanzata del M5S, che guadagna quasi dieci punti, seguita da quella delle destre, con Lega e FdI che insieme ottengono circa 20%. Pesante calo del Partito Democratico che con la lista “Insieme”, si ferma a poco più del 22%, perdendo un terzo dei voti. Ancora peggio va Forza Italia, che pur esprimendo il sindaco di Genova (Marco Bucci), unita alla lista “Noi con l’Italia”, non arriva nemmeno al 10%. Decisamente superiore alla media nazionale il voto delle liste di sinistra LeU e Potere al Popolo che superano il 7%. Nella media Più Europa, il resto a percentuali minime. Abbiamo intervistato Gerardo Altosole, responsabile del M5S per la Val Polcevera e la Valle Scrivia che ha commentato il risultato: “è un qualcosa di straordinario – ci dice senza tanti giri di parole - durante la campagna elettorale ci rendevamo conto della possibilità di fare un ottimo risultato, ma i dati sono andati anche
oltre le nostre più rosee aspettative”. Altosole si sofferma anche sull’esito dei collegi uninominali: “in gergo calcistico è un tre a zero, abbiamo vinto i due collegi della Camera e quello del Senato. Sopratutto quest’ultimo – afferma sorridente il nostro interlocutore – è quello che ci ha dato la maggiore soddisfazione, il nostro candidato Mattia Crucioli, un giovane avvocato, ha battuto due big della politica quali l’ex ministro Roberta Pinotti del PD e l’ex presidente della provincia Angelo
f.m.
Elezioni 2018: vittoria del M5S, in calo del PD
Anche a Novi Ligure cambia il vento
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nche a Novi Ligure (Al), città “rossa” per eccellenza che solo nel 1985 aveva visto, sia pure per il breve lasso di una legislatura, il P.C.I. all’opposizione grazie ad una innovativa presenza del P.R.I. che aveva consentito la nascita del “Pentapartito”, ha segnato un clamoroso cambio di passo con un al vento in poppa del M5S e della Lega. Ecco i risultati I VOTI PER LA CAMERA Grillo e compagni si sono dimostrati capaci di ottenere il 30,5% dei consensi. Al secondo posto la Lega, che con il 22,7% delle preferenze porta la coalizione di centrodestra al 39,4% (Forza Italia si è fermata al 12,3 per cento). Piazza d’onore per Fratelli d’Italia con il 3,3%. Totalmente diver-
sa la situazione della sinistra ed il centro, alle prese con una serie di risultati non positivi. Tra i bocciati, allora, in prima il Partito Democratico, incapace di superare quota 20%,e poi Liberi ed Uguali, (3,9%), che comunque è riuscito a piazzare un suo candidato, Federico Fornaro, nell’emiciclo e Potere al popolo (0,9%). Male anche la coalizione Più Europa, Insieme e Civica Lorenzin, con parziale riscatto della sigla della Bonino, che ha portato il 2,9%. Infine, da notare il risultato dell’estrema destra: Casapound ed Italia agli italiani hanno ottenuto l’1,2% delle schede
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Vaccarezza di FI in una sfida che, sulla carta, sembrava per noi impossibile!”. Il giallo è il colore che dipinge Genova, il suo entroterra, la Valle Stura, la Valle Scrivia sino al levante, con qualche rara eccezione. Per curiosità, Genova insieme a Cagliari sono le due grandi città in cui le percentuali dei partiti si sono maggiormente avvicinate a quelle nazionali.
I VOTI PER IL SENATO La visone d’insieme non cambia, bene il Movimento, arretramento del Partito Democratico, seppur il distacco risulti meno evidente. Idem per la Lega, che conferma il suo trend positivo. Il partito di Di Maio ha così raggiunto quota 30,4% , davanti a Lega, 22,3% e PD, con il 20,7%. Andamento uguale per le coalizioni: quella di destra ha preso il 39,1% dei voti, mentre quella di sinistra si è fermata al 23,9%. Per questo, all’uninominale si sono imposti i candidati del centrodestra: Riccardo Molinari alla Camera (5.864 voti) e Massimo Berutti (5.421 voti). UNO SGUARDO SULLA PROVINCIA L’andamento non cambia a livello
provinciale, dove la contesa elettorale è diventata presto una corsa a due tra Movimento 5 Stelle e Lega Nord, con il risultato finale di 4-3 per il partito di Salvini. I pentastellati hanno vinto a Ovada, Novi Ligure e Acqui Terme, mentre Salvini e compagni hanno prevalso ad Alessandria, Casale, Tortona e Valenza. Osservando infine i neo-eletti in Parlamento della provincia, Riccardo Molinari (Lega Nord, Alessandria) è stato eletto alla Camera nel collegio di Alessandria con il 44,59% dei voti, con oltre 65.000 voti. Insieme a lui, Massimo Berutti (Forza Italia, Tortona) eletto nel collegio Alessandria Asti ha vinto con il 45,22%, cioè oltre 114.000 voti. Matteo Clerici
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NOVI LIGURE
2000€ all’associazione San Vincenzo, omaggio al dialetto
Nella civica biblioteca di Novi Ligure un interessante convegno
E sa faismu duu parole “Attenti al lupo” U V n libro “novese” a tutti gli effetti, per contenuto e forma, in vendita in questi mesi nelle librerie di Novi Ligure (Al), dal titolo “Dialetu, dialetu, dialetu. E sa faismu duu parole”, ideato e curato dal notaio Gian Luigi Bailo, noto cultore del dialetto novese ed estimatore delle antiche tradizioni popolari legate alla città. Un libro che ha fatto tanto scalpore tra i lettori, perché ripropone la valorizzazione del dialetto come lingua del popolo, in grado di esprimere autenticamente il vero spirito della novesità, che accomuna le persone nelle loro vicende quotidiane e permette di riscoprirne l’identità culturale e il legame con la lingua d’origine, legame che non va perso, ma costantemente valorizzato. Un’opera inoltre il cui ricavato, che ammonta a oggi a 2000 euro, è stato conferito alla presenza del Sindaco, Rocchino Muliere e l’Assessore alla cultura, Cecilia Bergaglio, il dott. Enzo De Cicco, all’Associazione San Vincenzo di Novi Ligure, Presidentessa Fiammetta Bortoli. A ritirare l’assegno giovedì 22 febbraio presso il salone di Palazzo Pallavicini, è stata Ada Caraccia, volontaria vincenziana, esponente di un gruppo volontaristico che per Novi costituisce un grande punto di riferimento per la caritas locale. Il progetto di Bailo e De Cicco, inizia con questo libro, ma prosegirà con altre iniziative che saranno messe in cantiere, come il corso di dialetto per i ragazzi della scuola elementare Zucca, grazie
Il sindaco Rocchino Muliere durante la presentazione del libro
alla collaborazione di maestre intraprendenti con il compito di preparare lezioni di grammatica italiana con traduzione dialettale. L’idea è quella di realizzare cd multimediali di grammatica e dialetto. Non si fermerà qui la
vena creativa di Bailo e De Cicco, non smetteranno di stupire i novesi con la loro voglia di trovare un denominatore comune che serva a tener viva la lingua. Marta Calcagno
enerdì 9 marzo si è svolta nella Biblioteca civica di Novi Ligure, sede del centro comunale di cultura G. Capurro, la conferenza dal titolo “Attenti al Lupo”, a cura di G.E.A. Animal’s Land Onlus, associazione che si occupa della protezione degli animali, rappresentata dalla sig.ra Fiammetta Bollero, con Paolo Rossi, fotografo di fauna selvatica e naturalista che da anni svolge attività di monitoraggio e salvaguardia del lupo vivendo a stretto contatto con il territorio, e M. Grazia Gavazza rappresentante della sezione C.A.I. di Novi Ligure. Durante l’incontro si è parlato del ritorno naturale del lupo appenninico (Canis lupus italicus) nei nostri luoghi, o meglio, nei
Più fatti e meno “giri del bibino” Novi Ligure Lig è la mia città, ma mi si stringe il cuore vedendola ridotta ad uno spettro che, come da tradizione, deve vagare nella notte per fuggire ai suoi rimorsi. Le strade sono in stato pietoso, maltenute. Sono piene di buchi, il porfido è stato rimosso e le lastre col cemento si stanno rompendo per la poca manutenzione. Camminare senza guardare è il modo migliore per finire in una stanza di Ortopedia dell'Ospedale San Giacomo Altro problema, i negozi. Capisco i problemi della crisi, e la concorrenza dell'Outlet di Serravalle, ma le vetrine rimangono vuote e disadorne e la città rimane triste e fatiscente. Forse, non si potrebbe provare ad abbassare gli affitti, o pensare ad altre misure per rinvigorire il commercio e riempire le vie cittadine nuovamente di gente? È ora di ricordare ai politici della giunta comunale che se si trovano sui loro seggi è grazie alla fiducia concessa loro dai cittadini per migliorare la situazione, non per darci, direbbero i vecchi novesi, il classico “giro del bibino”!!!! Un cittadino arrabbiato
suoi luoghi, ossia in quell’ecosistema che corrisponde ai boschi ed alle praterie della catena appenninica ed alpina da dove era scomparso in passato a causa della persecuzione dell’uomo perpetuata nei secoli nei confronti di questo predatore per via delle leggende e delle credenze popolari che lo hanno ingiustamente dipinto nell’immaginario collettivo come un animale pericoloso e da estirpare in quanto emblema di aggressività e di tutto ciò che è selvaggio ed elude dal controllo dell’essere umano sulla natura. Il giovane fotografo e documentarista Paolo Rossi ha illustrato le sue fotografie e filmati raccolti durante gli anni di appostamenti nell’entroterra ligure e non solo, ed ha spiegato al pubblico le modalità del suo lavoro di fotografo naturalista, attività che lui stesso paragona a quella degli antichi lupari di un tempo, ma con la differenza che al posto del fucile egli utilizza una macchina fotografica reflex per immortalare questi splendidi animali nei suoi meravigliosi scatti. La conferenza è proseguita con gli intereventi dei vari relatori che hanno ribadito che nonostante tutto permane ancora da parte di alcuni un sentimento di avversione nei confronti del lupo dovuto soprattutto ad una scarsa o poco approfondita conoscenza in materia. Ma oggi come un tempo il motivo concreto di attrito nella
convivenza tra uomo e lupo va ricondotto al mondo dell’allevamento e della pastorizia con la differenza che rispetto al passato ora abbiamo a disposizione ulteriori sistemi di prevenzione dagli attacchi di lupo, come le recinzioni elettrificate, da affiancare al sempre efficiente ed intramontabile cane da guardianìa. “Il lupo non deve essere visto come un problema ma al contrario come una risorsa a livello naturale e turistico” ha affermato M. Grazia Gavazza “Molte associazioni come il C.A.I. e gli enti parco promuovono ormai da anni un turismo responsabile legato all’educazione ambientale ed alla conoscenza, per esempio con la realizzazione di escursioni tematiche ed attività outdoor con guide specializzate, in modo da offrire un’occasione per unire un momento di piacevole relax ad una esperienza didattica e scientifica.”
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Luca Serlenga
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ARQUATA SCRIVIA E VAL BORBERA
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Intervista a Diego Sabbi sulla questione Asilo nido
“Arquata Bene Comune” dice la sua
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a vicenda dell’asilo nido di Arquata Scrivia ha valicato i confini locali ed è approdata anche su importanti quotidiani nazionali. Abbiamo intervistato Diego Sabbi, capogruppo della lista di minoranza “Arquata Bene Comune” riguardo a questa vicenda. “Ho avuto occasione di conoscere, ormai più di vent’anni fa quando erano piccolissimi i miei figli, gran parte del personale di questo asilo nido ed ho assoluta stima delle persone che vi lavorano” ci dice Diego Sabbi “fatta questa premessa, l’ asilo nido con la direttrice Teresa Gandolfo è riuscito a trasformarsi da semplice ‘parcheggio’ per bambini a luogo pedagogico e unico posto dove i bambini di Arquata e dintorni vedono altri bambini della stessa fascia di età. Possiamo tranquillamente definirlo un’eccellenza” ci illustra il capogruppo di Arquata Bene Comune “tuttavia per ragioni che direi fortunose, il Comune di Arquata Scrivia si è accorto che i bambini che frequentano questo asilo nido non erano solo sessanta, come prevedeva il tetto massimo di legge, ma ben settantasette” prosegue Sabbi. Ma c’è anche un altro risvolto: “si è scoperto, come è apparso anche su diversi giornali, che la direttrice teneva una sorta di contabilità parallela” ci spiega infatti Sabbi “della quale poco si sa perché il sindaco ci dice che le indagini sono coperte da segreto istruttorio. La direttrice Gandolfo – sottolinea Diego Sabbi – fino al giorno della
scoperta della contabilità parallela godeva della piena fiducia del Comune. L’asilo nido effettivamente funzionava bene, ma era facile accorgersi che qualcosa non andava: bastava entrare e si vedeva che erano presenti settantasette attaccapanni anziché sessanta e che sulla scrivania della direttrice c’erano due libri di contabilità”. Una situazione dove, come ci ha fatto presente lo stesso capogruppo di “Arquata Bene Comune”, a fronte della legge Bassanini non c’è una responsabilità diretta dell’Amministrazione. “Sia l’attuale amministrazione che la precedente, - ci dice infatti Sabba - non aveva l’obbligo di controllare ma è chiaro che in una situazione simile, per opportunità politica, avrebbe dovuto farlo”. Il Comune di Arquata Scrivia si è costituito parte civile nei confronti della direttrice dell’asilo, ma ci sono alcuni atteggiamenti che stridono, come segnala Diego Sabbi: “il Comune, trincerandosi sul fatto che ci sono indagini in corso, non ha mai fatto nessun incontro pubblico, nonostante l’avessimo più volte sollecitato, limitandosi a modificare i vertici che controllano l’asilo nido. Facendo i conti si è scoperto un ammanco e, quindi, senza dire nulla alle famiglie, il Comune ha recapitato il 18 febbraio agli interessati lettere con richieste di conguaglio da chiudersi entro febbraio che vanno dai dodici fino a oltre tremilacinquecento euro. Tutto ciò limitandosi a comunicare che l’ufficio preposto
sarà aperto tre mattine alla settimana per rateizzare”. La questione grave, fa presente “Arquata Bene Comune”, è stata quella del mancato senso di responsabilità politica su quanto avvenuto: “in una situazione simile il Comune doveva avvertire i cittadini” afferma “Arquata Bene Comune” che punta il dito anche sulla mancanza di trasparenza verso i cittadini. “Il comune di Arquata doveva aprire un fondo per rateizzare, cosa che non ha fatto e si è limitato a mandare le lettere
alle famiglie. Tutto questo non è successo ed in rete è esploso il malcontento verso l’amministrazione comunale. Come si fa a chiedere ad una famiglia, anche se benestante, tremilacinquecento euro da pagare in dieci giorni?”. Le cifre il Comune di Arquata le ha chieste sia alle famiglie che avevano pagato con bonifici, con tanto di ricevuta, sia quelle che avevano pagato in contanti. Parlando dell’ammanco Diego Sabbi spiega “i diciassette bambini in più sono un problema lega-
le, in quanto tutte le spese sono state preventivate su un numero di sessanta bambini. Tuttavia mi domando, se c’erano bambini iscritti in più come fa ad esserci un ammanco? Dove sono finiti questi soldi?”. Sull’evoluzione della situazione Sabbi ipotizza “dal mio punto di vista, pur facendo parte di una lista civica nata dal basso, trovo che rivolgerci alla piazza in questo particolare frangente sia controproducente”. Fabio Mazzari
Rocchetta Ligure: storia e tradizioni
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e vallate montane a cavallo dell’Appenino ligure-piemontese sono portatrici di tradizioni e custodiscono ricordi del passato che non vanno sottovalutati. Palazzo Spinola di Rocchetta Ligure, oltre ad ospitare mostre temporanee come quella appena conclusasi sul Giorno della Memoria, è sede di due musei permanenti. Il primo di questi è il “Museo d’Arte Sacra Valle Borbera e Spinti”, sezione distaccata del Museo diocesano di Tortona, il quale raccoglie tutta una serie di opere che, seppur sempre di proprietà delle parrocchie di provenienza, vengono qui radunate in virtù di una convenzione sottoscritta dalla Diocesi di Tortona, dal Comune di Rocchetta e dalla
Comunità Valli Borbera e Spinti. L’obiettivo del museo è quello di tutelare oggetti che sono testimonianza della fede e della devozione degli abitanti della valle attraverso i secoli e che rischiavano di andare perduti o di deteriorarsi
per la mancanza in alcune aree di un parroco residente in loco. Il secondo museo permanente a Palazzo Spinola è quello denominato della “Resistenza e della Vita Sociale in Val Borbera”. Sorto nel 1990 per iniziativa dell’Amministrazione Comunale, grazie anche ai contributi della Regione Piemonte, della Provincia di Alessandria, della Cassa di Risparmio di Tortona, dell’Istituto di Storia Moderna e Contemporanea dell’Università di Genova, dell’Istituto Storico della Resistenza di Alessandria (ISRAL), dell’ANPI Val Borbera e del GAL Giarolo Leader, l’allestimento intende valorizzare il patrimonio storico accumulato nel tempo, legando la dimensione privata della vita
quotidiana che emerge dalle tracce delle storie familiari a quella universale della Seconda Guerra Mondiale. La parte dedicata alla “Resistenza” raccoglie reperti di armi e munizioni, divise, elmetti e tutti quegli oggetti appartenuti ai partigiani della zona, mentre la parte dedicata alla “Vita Sociale” raduna foto d’epoca inerenti la quotidianità e i costumi sociali della vallata.
e r u g i L i v o N a o i c r e m m o Il c
Samantha Brussolo
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ltri articoli su Arquata Scrivia a pag. 24 nella sezione "Cultura, politica e ricordi storici in Valle Scrivia".
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VALLE SCRIVIA E OLTREAPPENNINO
Sant'Olcese e Isola del Cantone
Valle Scrivia: aziende agricole e b&b locali mostrano i loro roseti
Regine dei quiz
I "Giardini nascosti"
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ue paesi del Genovesato in festa grazie ai quiz televisivi della RAI. Stiamo parlando rispettivamente di Sant’Olcese e Isola del Cantone, che si sono fatte conoscere in tutta Italia grazie alle performance di due concorrenti. Martedì 6 marzo al quiz “Soliti ignoti” condotto da Amadeus, Maurizio di Sant’Olcese, dipendente di una grossa azienda informatica di Genova e padre di due bambini ha sbancato il gioco conquistando ben 32.500 Euro. Maurizio, che ha scherzato durante la puntata con Amadeus per la sua somiglianza con il cantante Francesco Gabbani, ha indovinato ben otto delle eredità in palio. Dopo aver raccolto durante il gioco 65.000 Euro, Maurizio ha chiesto l’indizio e dimezzato nella manche finale del “parente misterioso”. Il concorrente della Val Polcevera ha quindi indovinato che la signora Antonietta era la madre della concorrente numero 5, ovvero Adriana da Pozzuoli, di professione educatrice penitenziaria. Per un caso della sorte la madre di Maurizio, come ha detto lo stesso concorrente durante il gioco, è originaria proprio di Pozzuoli. Venerdì 23 febbraio invece aveva fatto festa Isola del Cantone, grazie a Paolo Bertuccio, concorrente a “L’eredità”, il quiz condotto da Fabrizio Frizzi. Bertuccio, quarantenne responsabile della comunicazione di una ditta legata al mondo dei motori, padre di una bambina di pochi mesi, ha, nel corso del programma, eliminato tutti i concorrenti in gara, approdando alla prova finale della “ghigliottina”. Qui ha indovinato la parola finale, che era “esercito”, portandosi a casa la somma di 21.250 Euro. f.m.
i chiama “Giardini nascosti” l’iniziativa nata dall’Associazione “Le Rose della Valle Scrivia” che propone una serie di percorsi di turismo botanico ed eno-gastronomico alla scoperta del prodotto principe della Valle Scrivia: la rosa. Viviane Crosa Di Vergagni, presidente dell’associazione illustra il progetto: “Si tratta di un’iniziativa che è nata fra sei tra aziende agricole, agriturismi e bed&breakfast che si propone da una parte di svelare al pubblico i roseti di questa valle – fa presente la presidente dell’associazione – dall’altra far conoscere le enormi potenzialità che questa valle offre, abbiamo un grande patrimonio storico e naturalistico e un prodotto, appunto la rosa da sciroppo, che in Italia viene coltivata solamente qui”.
LA ROSA NELL’ALTA VALLE SCRIVIA L’Alta Valle Scrivia, il territorio compreso tra Savignone e Montoggio, per secoli ha visto le profumatissime varietà di rosa “rugosa” e “muscosa” presenti in quasi tutti gli orti e giardini, i coltivatori della zona hanno ripreso, dopo molto tempo, la coltivazione recuperando così una tradizione antichissima che stava rischiando di perder-
ARQUATA SCRIVIA: ra fondamentale consumare cinque belle pesche, per entrare in possesso dei noccioli. Dovevano essere lavati e puliti a dovere. Il gioco, tutto all'insegna dell'abilità, consisteva nel disporre sul piano di gioco i noccioli e a seconda della disposizione, sceglierne uno, lanciarlo in aria, afferrare un nocciolo sul piano di gioco ed intercettare sempre con la stessa mano il nocciolo lanciato in aria prima che toccasse terra. L'operazione andava ripetuta per i rimanenti noccioli. La fase successiva prevedeva che i noccioli da afferrare fossero due, poi tre, fino ad arrivare all'ultima manche dove un volta lanciato in aria il nocciolo, bisognava afferrare tutti gli altri quattro sul piano, e riprendere senza farlo p con la stessa mano,, il nocciolo lanciato in aria. Era cadere,, sempre vincitore chi eseguiva tutta la sequense commettere errori. za senza Giacomo Quaglia
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LE ALTRE ATTRATTIVE Il percorso “Giardini nascosti della Valle Scrivia” non è però solo turismo eno-gastronomico, in valle si possono infatti anche ammirare e scoprire tesori d’arte come i castelli di Savignone e Montoggio, che testimoniano l’epoca dei Fieschi, praticare pesca sportiva lungo le
rive del fiume e praticare escursionismo sull’Alta Via dei Monti Liguri. LE AZIENDE E I LORO ROSETI Sei sono appunto le aziende che hanno aperto i loro roseti: “Il Giardino delle Dalie” di Savignone, fattoria didattica che organizza laboratori di arte e potatura delle rose e porta avanti tecniche e varietà antiche di questo fiore, quali la rosa Charleston nell’affascinante contesto di un palazzo storico. “Autra” sempre di Savignone, con il suo giardino ecologico in cui le piante di rose sono in libertà insieme agli animali da cortile e dove si produce un celebre formaggio. “Camporotondo” anch’essa di Savignone che ha unito la produzio-
ne delle rose a quella del miele, con vendita diretta in loco in una zona panoramica raggiunta dall’Alta Via dei Monti Liguri. “Cascina Salvega” di Casella, con campi di rose, boschi di castagni e pascoli dove vengono allevate capre e pecore da cui si ricava un formaggio di ottima qualità e animali da cortile. “O Gatto” di Montoggio, con il suo giardino organizzato secondo l’antichissimo sistema della coltivazione a fasce, specializzato nella ristorazione con prodotti tipici dell’entroterra genovese ed infine “Artemisia” di Montoggio, con il suo roseto insieme al laboratorio di erbe aromatiche da cui si ricavano essenze, tisane, infusi, profumi, cosmetici e molto altro ancora. Fabio Mazzari
Un gruppo di giovani professionisti al servizio della comunità
Cinque noccioli
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si, riadattandola ai tempi moderni. “La raccolta avviene solitamente nel mese di giugno – ci spiega Viviane Crosa di Vergagni – e lo sciroppo viene preparato con petali, zucchero e limone. Una volta era la bevanda preferita dai bambini ma, piano piano, si è estesa anche agli adulti, oggi la rosa è un ingrediente molto utilizzato per bibite, cocktails ma anche per dolci, confetture, gelatine”.
Lo "Sportello Energetico"
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asaClima Network Liguria svolge la propria attività in collaborazione con l'Agenzia CasaClima di Bolzano, che ha ideato il sistema di certificazione dell'efficienza energetica sinonimo internazionale nell'ambito dell'edilizia e della tutela ambientale. Allo scopo di promuovere il tema del risparmio energetico nella ristrutturazione e nella costruzione degli edifici il Network CasaClima Liguria mette a disposizione i professionisti che operano
nel settore e i Consulenti CasaClima per realizzare un servizio di pubblica utilità all’interno di
un nuovo Sportello Energetico in Valle Scrivia, precisamente a Isola Buona, Ronco Scrivia, nei
locali messi a disposizione dall’attività Edil Est. Un punto informativo a supporto di cittadini, imprese, amministratori condominiali, dove è possibile ricevere indicazioni relative al risparmio energetico, alle tematiche legate al benessere termoigrometrico degli ambienti interni degli edifici come muffe, ventilazione meccanica controllata, cappotto interno ed altre problematiche legate al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. Red.
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VALLE SCRIVIA E OLTREAPPENNINO Lo studio sul movimento franoso di
Malvasi
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all’alluvione del 2014 Malvasi, frazione di Ronco Scrivia, vive con l’incubo di una possibile frana ai piedi dell’abitato. Finalmente sembra che per i residenti di questa località, circa una ventina di famiglie, la situazione sia in fase di risoluzione. Lunedì 5 marzo, infatti, il Comune di Ronco Scrivia ha organizzato un’assemblea pubblica tra i cittadini e gli esperti tecnici e geologi, che hanno monitorato con uno studio la zona. A questo proposito abbiamo sentito Rosa Oliveri, Sindaco di Ronco Scrivia: “L’assemblea è stata molto partecipata, erano presenti più di trenta abitanti della frazione. I tecnici incaricati, il geologi Rosato e Timossi hanno portato all’attenzione delle persone la situazione – ci ha detto il primo cittadino ronchese – a partire dal 2015 abbiamo portato in Regione una richiesta affinché si facesse questo monitoraggio. Probabilmente, da come è emerso dallo studio, esistevano già avvisaglie di questa frana, ma la grande quantità d’acqua caduta in quei giorni l’ha risvegliata”. Lo studio geologico ha fatto emergere anche degli aspetti interessanti, come sottolinea il Sindaco Oliveri: “a differenza di quanto
si pensava, la frana è di tipo ‘gravitica’, in pratica è come esistesse una sorta di sacco presente sotto la frazione che, pur in maniera lenta, procede progressivamente. Questo – ci spiega Rosa Oliveri – necessita di urgenti lavori di mitigazione. Lo studio, che in questi giorni porteremo in Regione ha previsto quattro interventi: • la regimentazione della parte alta del paese, • una tombinatura delle acque nella frazione, • un supporto dei due rivi che passano intorno a Malvasi • una revisione di un piccolo ruscello che va verso il torrente Minceto. Il tutto ha una valenza economica pari a più di 700 mila Euro. Ogni intervento è legato all’altro – precisa la nostra interlocutrice – per quanto riguarda i piccoli interventi possiamo investire sui bilanci comunali, ma di fronte a cifre di questa entità chiederemo alla Regione. L’assemblea del 5 marzo è stata molto chiara, abbiamo capito cosa abbiamo di fronte e come possiamo muoverci”. Fabio Mazzari
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Busalla: La storia di una fabbrica che ha fatto epoca
Era la “Capitale” della birra N on molti ne sono a conoscenza ma, per quasi un quarto di secolo, Busalla è stata una delle capitali italiane della birra. Tutto partì il 14 febbraio del 1905 quando tre imprenditori genovesi, ovvero il Comm. Giacomo Ricchini, il Cav. Giovanni Magnasco ed il Cav. Sisto Poggi fondarono, nella frazione di Isorelle (oggi sotto il Comune di Savignone ma all’epoca appartenente a Busalla), una fabbrica per la produzione della birra. Non fu però un’idea originale, già nel 1878 infatti vi fu l’interessamento da parte di due imprenditori svizzeri, Rau e Pommer, che trattarono l’acquisto dell’area in cui sorse poi lo stabilimento, tuttavia non se ne fece nulla. Nacque così, nel febbraio 1905, la “Fabbrica Birra Busalla”. Alla fine del 1906 il Cav. Sisto Poggi assunse il controllo della società, acquistando la maggioranza delle quote del capitale, trasformando il nome della ditta in “Fabbrica Birra Poggi & C.”. In pochissimi anni, grazie a politiche di ampliamento e potenziamento dei macchinari, la produzione arriva ad essere circa un quarto di tutta la birra prodotta in Italia. La birra di Busalla veni-
va quindi distribuita e venduta su tutto il territorio nazionale. Purtroppo degli antichi macchinari per la produzione della birra, fabbricati tutti all’estero, non rimane nulla, in quanto essi vennero smantellati e successivamente venduti ad altre fabbriche. La Fabbrica Birra Busalla importava le materie prime necessarie per la produzione (malto, orzo e lievito) dalla Germania, attraverso la linea ferroviaria e, in alcuni casi, addirittura tramtie carri trainati da cavalli. L’acqua invece proveniva da un acquedotto di proprietà della fabbrica stessa e veniva filtrata e depurata per essere pronta all’uso. Presso la Fabbrica Birra Busalla lavoravano dagli ottanta ai novanta operai, provenienti spesso
dai paesi vicini, sia uomini che donne. Le donne si occupavano delle mansioni più leggere come il lavaggio delle bottiglie. A proposito di bottiglie le prime con cui veniva commercializzata la Birra Busalla erano in vetro soffiato, sostituite ben presto da più pratiche bottiglie di colore marrone (simili a quelle con cui ancora oggi si commercializza la birra). Particolare attenzione veniva data alla comunicazione: fu creato un marchio ufficiale, raffigurante un orso con in mano un fusto di birra e furono prodotte varie cartoline e manifesti pubblicitari, solitamente raffiguranti una donna elegante con accanto tre calici di birra di colore diverso, a simboleggiare che il bere birra poteva essere anche una cosa raffinata.
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Tuttavia il declino arrivò ben presto, a partire dal 1914 vi fu una pesante battuta d’arresto della produzione della birra, a causa della difficoltà di importare orzo dalla Germania e dall’Austria, nazzioni con cui l’Italia era in guerra, qquesta crisi coinvolse tutta l’indusstria della birra italiana. Dopo il ttermine del conflitto l’industria bbirraia nazionale si risollevò, ma iin pochissimo tempo, si conccentrò in pochi grandi gruppi. LLa fabbrica di Busalla negli anni Venti non riuscì più a mantenere il passo della concorrenza e chiuse i battenti nel 1929. I locali della fabbrica rimasero per lungo tempo abbandonati, fino al 1971 quando, tramite lascito della famiglia Poggi, passarono all’Opera Don Orione. A partire dagli anni Settanta diventarono un magazzino per la vendita all’ingrosso delle merci. Tutto questo fino al 1995 quando, un gruppo di imprenditori decise di recuperare l’intera struttura e, finalmente nel 1999 riprese la produzione della Fabbrica Birra Busalla. Oggi il marchio, seppure a livello più artigianale e di nicchia, è nuovamente presente nell’industria birraia italiana. Fabio Mazzari
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CULTURA, POLITICA E RICORDI STORICI IN VALLE SCRIVIA Bosco Marengo: lutto tra gli “Amici di Santa Croce”
Un ciclo di conferenze sull'antica città romana
Libarna torna a vivere Addio Antonio Fasolo L V e sei conferenze su “Archeologia e paesaggio in Valle Scrivia alla luce delle ultime ricerche archeologiche”, che hanno preso il via il 10 marzo presso la Sala Consiliare di Palazzo Spinola ad Arquata Scrivia (AL), promosse dalla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio e organizzate dal Comune di Arquata Scrivia insieme all’Unitre Arquata – Grondona e all’Associazione Libarna Arteventi, sono state indette per divulgare i risultati delle indagini archeologiche preventive effettuate in occasione dei lavori per il “Terzo Valico dei Giovi”. La nuova linea ferroviaria attualmente in corso di realizzazione non è che l’ultima di una serie di infrastrutture che, a partire dall’età del Ferro (VI secolo a.C.), hanno attraversato il territorio di Libarna per collegare il Mediterraneo e l’Europa. La realizzazione di queste infrastrutture è stata all’origine di importanti scoperte che hanno arricchito le conoscenze sull’antica città romana, sorta lungo la via Postumia (148 a.C.), e sul popolamento del territorio dalla preistoria al medioevo. Così sta accadendo anche per la costruzione della linea ad alta velocità. Queste indagini sono state particolarmente fruttuose in valle Scrivia, interessando i comuni di Arquata, Serravalle, Novi Ligure, Pozzolo e Tortona, fornendo nuovi elementi di comprensione, di cui finora è stata data informazione solo in riviste specialistiche e di settore. Il ciclo di conferenze, a cura dei funzionari
della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo e per la Città Metropolitana di Torino, vorrebbe diffondere a livello locale una maggiore conoscenza di questi rinvenimenti. Ne abbiamo parlato con Nicoletta Cucinella, assessore alla cultura del Comune di Arquata “Le conferenze ospitano contributi e approfondimenti di diversi autori, i cui risultati spesso sono riservati a pubblicazioni riservate a studiosi del settore. La presentazione di studi così puntuali, che diventeranno quaderni ufficiali, messi a disposizione della cittadinanza, conferma il valore e l’importanza dell’iniziativa. La diffusione dell’informazione, arricchita dalle recenti indagini archeologiche, fornisce ulteriori approfondimenti sui più antichi insediamenti rurali della Valle Scrivia in età romana, per un recupero del territorio e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale. A tutti i relatori, alla Soprintendenza, all’Unitre Arqua-
ta- Grondona,all’Associazione Libarna Arteventi, il ringraziamento dell’Amministrazione Comunale di Arquata per il prezioso contributo a favore della collettività e della diffusione culturale”. Marisa Pessino
enerdì 2 febbraio, nella chiesa di Santa Croce a Boscomarengo, una folla commossa ha tributato l’estremo saluto ad Antonio Fasolo, uomo di grande cultura, autodidatta, uno dei soci fondatori dell’associazione “Amici di Santa Croce” e per molti anni vice presidente. Non ci sono parole sufficienti per ricordare l’uomo, il suo carattere, la sua versatilità, il suo significativo impegno per promuovere e divulgare la conoscenza delle bellezze artistiche e culturali di Bosco. In questa triste circostanza sono molte le cose che occorrerebbe menzionare: la sua grande passione per la storia locale, per l’arte, per la letteratura, la capacità di raccontare che ha saputo coinvolgere ed appassionare le migliaia
Piazza Caduti e Viale della Rimembranza
A
ttorno al 1890 il Comune di Arquata Scrivia acquistò dai marchesi Spinola il Campo dell’Erta, posto ai piedi del colle che divide le valli di Montaldero e di Regonca. Ne destinò la parte centrale a piazza pubblica, intitolandola al Re Umberto I°. Nel 1921 vi fece costruire il Monumento ai Caduti della Grande Guerra e da quel momento si chiamò Piazza Caduti. Nel 1923, per onorare la memoria dei Caduti, venne istituito un comitato per realizzare il Viale della Rimem-
branza, ricavato da un appezzamento di terreno nella zona Erta, donato dalla Società Anonima Fondiaria. Questa via alberata, consacrata ai caduti arquatesi della Grande Guerra, fu solennemente inaugurata il 29 aprile 1923. A ogni albero di tiglio piantato, allineato sul lungo viale che inizia da Piazza Caduti, fu applicata una targhetta in marmo con il nome di un caduto, per consacrarne l’imperitura memoria.
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di persone che hanno visitato il complesso monumentale di S. Croce. È stato la mente storica del paese, ha sempre ricordato con lucidità avvenimenti e date importanti della vita culturale di Bosco; tutti lo hanno interrogato e lui ha sempre saputo rispondere
esaurientemente alle numerose domande che gli venivano poste. Gli ultimi anni del suo lungo cammino terreno non sono stati facili, ma costellati da sofferenze. Finché il suo corpo malato lo ha permesso non ha mai abbandonato S.Croce e non ha fatto mancare la sua preziosa collaborazione, anche quando gli costava fatica salire le scale e percorrere i lunghi corridoi del convento. Ora che è tornato alla casa del Padre accanto ai suoi cari, sarà senz’altro in compagnia anche del Vasari e dei tanti artisti di cui si è stato un profondo conoscitore e discuterà pacatamente con loro di pittura, scultura e architettura e soddisferà finalmente le infinite curiosità del suo spirito.
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Le FAVOLE e il CIBO
L
e Scuole Primaria e dell’Infanzia di Molare Molare, dell’Istituto Istituto Comprensivo di Molare Molare, quest’anno, nell’ambito della continuità tra i due ordini di scuola, hanno programmato di concentrare l’attenzione sulle fiabe che abbiano tra gli argomenti principali il cibo. Infatti la Scuola dell’Infanzia ha come progetto annuale alimentazione e le insegnanti, insieme alle proprio l’alimentazione colleghe della classe 5°, hanno pensato di scegliere due tra le favole più conosciute e tradizionali da drammatizzare e sviluppare durante l’anno scolastico. Nel primo quadrimestre gli alunni della 5° hanno messo in scena la fiaba “La casetta di cioccolato” opportunamente rivisitata a beneficio dei bambini dell’Infanzia che sono stati ospitati nella loro classe e coinvolti nella drammatizzazione. mbini Nel frattempo gli alunni della 5° hanno disegnato la storia in modo tale che i bambini dell’Infanzia potessero colorarla e lo stesso hanno fatto i più piccoli individuando i personaggi, gli ambienti e le azioni. C’è stato un altro incontro in cui gli alunni della 5° si sono recati all’Infanzia per mostrare i disegni colorati con varie tecniche. Entrambi i lavori sono stati raccolti in due libri che gli alunni della futura prima ritroveranno al passaggio nel prossimo anno scolastico. Il prossimo incontro prevede la drammatizzazione di “Cappuccetto Rosso” con canzoncine e balletti da eseguire tutti insieme. Questo progetto di continuità ha come finalità quella di favorire un graduale e sereno passaggio degli alunni tra i due ordini di scuola attraverso la creazione di opportunità di confronto per permettere loro di conoscere, esplorare e frequentare un ambiente scolastico sconosciuto. Tale finalità verrà raggiunta attraverso il conseguimento di diversi obiettivi stabiliti dalle docenti durante alcune riunioni e con le modalità descritte per poter coinvolgere il più possibile tutti gli alunni in modo giocoso e vario. Le insegnanti della Scuola dellInfanzia dell’Infanzia di Molare e della classee V della Scuola Primaria di M Molare
o augurio per la Pasqua è r t s o n ... Il
Scuole Rodaari di Noovi Liggure - Classsee IIII Maaesstraa Giaanna Tim mossi
MOLARE
CAPPUCCETTO ROSSO va in scena
E
ccoci nuovamente in scena! Noi, ragazzi della classe VV, eravamo nuovamente pronti a recitare … q anno ci abbiamo preso quest’ p proprio gusto! Sembra ieri q quando abbiamo trasformato la nostra aula in palcoscenico p interpretare la storia della per “Casetta di cioccolata” e ora ci “C ssiamo già sentiti preparati per ccalarci nei panni dei personaggi cche popolano la fiaba “Cappuccetto Rosso” e recitare di fronte ai nostri amici della classe I e poi Molare. davanti ai bambini della Scuola dell’Infanzia di Molare Che gioia sentirsi protagonisti, essere apprezzati e applauditi, orgogliosi di aver svolto un compito utile per noi e per gli altri. Infatti i bambini dell’Infanzia sono venuti nuovamente a contatto con la Scuola Primaria che frequenteranno l’anno prossimo. Hanno rivisto la classe che li ospiterà e che noi invece lasceremo, con un po’ di gioia e un po’ di tristezza, per andare alla Scuola Secondaria di Primo grado.. I bambini della classe prima li abbiamo invece coinvolti leggendo insieme a loro una riduzione illustrata della storia. È bello vedere con che entusiasmo i piccoli alunni si lasciavano trasportare in un mondo fantastico e volevano farci vedere come erano migliorati nella lettura! È eccitante recitare, è fantastico essere al centro dell’attenzione, ricevere i complimenti delle insegnanti, ma lo è ancora di più sapere che qualcuno ci tiene al nostro giudizio e vuole fare bella figura con noi, dimostrandoci quanto è progredito! Eh sì, ormai siamo grandi! Alunni e insegnanti della Scuola Primaria di Molare
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l’inchiostro fresco Marzo 2018
Le nostre VACANZE
NOVI LIG URE
Io sono andato in Puglia e io sono andato a visitare le grotte con una barca dove c'era scritto, di fianco, Benedetta. Francesco Mio papà mi fa fare sempre i tuffi e mia mamma prende il sole. Gaia O. Qunado ero in Sardegna, a Chia, stavo spesso in spiaggia, facevo tanti tuffi e mi divertivo un sacco. Luca Sono andato a fare il bagno e poi sono andato sott'acqua con la maschera, mi sono divertito. Riccardo Un martedì io e mio cugino siamo andati in piscina e mi sono divertito tantissimo. Stefano Ho disegnato tanti animali marini, io che nuoto, il sole, i gabbiani e un’isola, mi sono divertito. Ettore Ho disegnato me in vacanza Lorenzo Quando sono andato in Francia ho fatto il bagno. Alessandro Io sono andata in piscina e ho nuotato sott’acqua Giulia Io sono andata al mare e mi sono divertita. Carlotta Mi sono divertito tanto in Sicilia!!!! Giovanni A me è ppiaciuto andare da mia zia Anna, mi sono divertito con i cani. Matteo Io ho disegnato me che pescavo. Michael Io sono andata all’isola d’Elba, la mamma prende il sole e papà e lo zio prendono il caffè. Elisa Io sono andato a Roma e ho visto il Colosseo. ghissima. Camminavamo in una pineta lunghissima. edetta Al mare mi sono divertita tanto. Benedetta Con Co on le mie amiche ho gio giocato in spiaggia e mi m sono div divertita. Gaia D.
NOVI LIG URE
Il primo giorno di SCUOLA LA . .alcuni dei nostri pensierini..
Il primo giorno di scuola in prima io non ero capace di scrivere, ero emozionato, adesso so scrivere e ora sono tranquillo. Leonardo Quest’anno il primo giorno di scuola mi sentivo felice e anche contenta, ho imparato tanto, è stato bellissimo. Anche il primo giorno di prima mi sentivo felice e anche contenta. Arianna Il primo giorno di prima avevo paura perché non sapevo niente, però, ho imparato a leggere e a scrivere. Il secondo anno sapevo già cosa facevamo a scuola come leggere e scrivere perciò ero contenta. Gaia L’anno scorso ero tanto tanto emozionata e figuriamoci in seconda, ero tanto emozionata che avevo mal di pancia. Benedetta L’anno scorso che era il mio primo giorno di scuola ero molto emozionato. Quest’anno che è il primo giorno di scuola di seconda, ero molto emozionato perché sapevo molte cose. Pietro Il primo giorno di scuola ero emozionato perché non sapevo niente di prima. In seconda sapevo tutto, conoscevo le maestre, sapevo tante cose divertenti, ma anche difficili. Alberto L’anno scorso era il primo giorno di scuola io ero emozionata. Il primo giorno di scuola di seconda ero meno agitata perché sapevo già che maestre avevo. Elisa Scuole Rodari di Novi Ligure - Classe III - Maestra Gianna Timossi
Compleanno con la NEVE R O S S IGLI ONE
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uest'anno per il mio compleanno ho ricevuto un bellissimo regalo: la neve. Ha cominciato a cadere ieri mattina e ha smesso solo nella notte. È bello restare in casa mentre fuori nevica. Piano piano copre tutto, anche le cose meno belle. Gli alberi risaltano nel loro candore e il profilo dei monti sembra più nitido. Tutto è silenzioso; anche le macchine che passano per la strada, sembrano meno rumorose. Non si sentono nemmeno più gli uccellini. Sissi, la mia gatta, cerca di uscire il meno possibile e quando lo fa, zampetta infreddolita per pochi metri, rintanandosi subito dopo in casa. Sasha e Boris, i miei due cani, adorano la neve e giocano felici. Io e mio fratello ci divertiamo a tirarci le palle di neve. Ci piace anche fare il pupazzo ma quest'anno non lo abbiamo ancora fatto. Vorrei che nevicasse ancora tanto da poter costruire un bel castello con le gallerie ma credo che sia ormai troppo tardi. Nives - Classe 4 di Rossiglione
ROSSIGLIONE
CARNEVALE 2018
D
omenica 18 febbraio mi sono vestita da principessa e mia sorella da fatina, insieme siamo andate alla festa di Carnevale organizzata dalla Proloco di Rossiglione, nel capannone della Ferriera. Appena sono entrata, ho visto tanti bambini, dai più piccoli ai più grandi, vestiti con masc maschere di ogni tipo:da regine, principesse, pirati, fate, topi, gatti, cow boyy e cow girl. Poi ho incontrato le mie amiche e sono andata con loro, abbiamo fatto merenda giocato e ci siamo divertite molto. Dopo un po’ è arrivata l’ora della pentolaccia, ne sono state fatte quattro:la prima per i bambini dell’asilo, la seconda per quelli della prima e della seconda elementare, la terza per quelli della terza e della quarta elementare, infine la quarta pentolaccia per i ragazzi di quinta e delle medie. Quando sono andata via non si vedeva più il pavimento perché era coperto di coriandoli. Emma
Abbiamo letto il libro…
“Otto, autobiografia di un orsacchiotto”
O
tto è un orsacchiotto di pezza che viene cucito in una fabbrica in Germania. Viene impacchettato e messo in una scatola per diventare il regalo di compleanno di un bambino di nome David. David gioca insieme al suo amico Oskar a fare gli scherzi con Otto. Un giorno provano a insegnare a scrivere a Otto, ma l'orsetto non ci riesce e si macchia. Ad un certo punto David e i suoi genitori devono indossare una stella gialla con scritto “ebreo” e delle persone vestite di nero li portano via in un furgone. Otto rimane da solo con Oskar. C'è la guerra e ci sono i bombardamenti aerei. Durante un bombardamento, Otto si perde tra le macerie. Un soldato di nome Charlie trova Otto e lo prende. Un altro soldato spara un proiettile contro Charlie, ma Otto gli fa da scudo e gli salva la vita. Entrambi vengono port portati all'ospedale e curati. Otto viene premiato con una medaglia e u eroe. Charlie porta Otto a casa sua in America e lo regala a sua diventa un figlia Ja Jasmine. Jasmine porta a passeggio Otto, ma lo perde e finisce nelle mani ddi una banda di ragazzacci. Questi giocano male, lo maltrattano, lo rovina e Otto finisce nel bidone dell'immondizia. Qui lo trova una vecchia rovinano signo e lo vende a un rigattiere. Otto finisce nella vetrina del negozio signora e ci ssta per molti anni. Un giorno Oskar, ormai anziano vede Otto nella vetrin del rigattiere, lo riconosce grazie alla macchia che gli aveva fatto vetrina bam e lo compra. La loro storia va a finire sui giornali e David la da bambino legge. DDavid chiama Oskar e si incontrano per parlare della loro triste storia. Scopr Scoprono di essere rimasti tutti e tre soli, così decidono di vivere insieme! Classe 3° scuola primaria “F.lli Puppo - Rossiglione
Le rubriche de ara... Passeggiando con Chi
Attraversamenti pedonali:
l’inchiostro l’i i nchiostrr o fresco Marzoo 2018 M 201 018
La psicologia, in una società complessa come la nostra, è materia indispensabile
La rubrica per conoscerci meglioo d o t t . s s a Alberta Ponte
a volte trappole pericolose
G
irando a piedi per la mia città, Novi Ligure, ho avuto occasione di notare quanto sia pericoloso per i pedoni attraversare la strada, principalmente a causa della scarsa illuminazione che limita la visibilità sia di coloro che passeggiano sia dei conduttori di veicoli, portando poi a gravi incidenti. Spesso gli attraversamenti pedonali non sono solamente bui, ma anche oscurati da veicoli parcheggiati o da altri ostacoli, oppure sono situati in prossimità di curve pericolose. Questo problema non è presente solo a Novi Ligure, ma purtroppo accomuna molti altri centri urbani in tutta Italia, rimanendo fonte di numerosi incidenti stradali (i dati sulle tragedie che coinvolgono i pedoni sono infatti pietosi: 7mila morti e oltre 200 mila feriti in dieci anni).
Riflettendo e visitando anche altre città in zone limitrofe, alcune di queste si sono dimostrate più che sensibili alla problematica, attuando diverse soluzioni. Ad esempio il comune di Ovada, per rendere il passaggio pedonale più visibile ha fatto posizionare luci a led molto luminose in prossimità dei passaggi pedonali, illuminandoli a giorno; anche a Serravalle Scrivia sono stati installati dei led lampeggianti sull’asfalto, vicino alle strisce pedonali per metterle in risalto. È opportuno ricordare però, che, oltre ai miglioramenti che possono essere attuati per rendere i pedoni più sicuri, gran parte dell’attenzione deve arrivare dal buonsenso delle persone, sia di coloro che attraversano la strada sia di coloro
Nonostante non esista, al momento, una prevenzione sicuramente efficace nei confronti della malattia, esistono sintomi che, se riconosciuti in tempo, permettono un intervento precoce da parte dello specialista
che guidano un veicolo. Chi si mette al volante dovrebbe infatti riflettere sul fatto che la strada è irta di pericoli e il solo modo per evitarli è la prudenza, senza lasciarsi ingannare da piccole distrazioni, come radio o cellulare, che possono talvolta essere fatali. Ci auguriamo quindi di riuscire a raggiungere con successo l’obiettivo europeo “Orizzonte 2020” per ottenere il dimezzamento delle morti sulla strada. Chiara Frisone
Alzheimer e campanelli di allarme da non sottovalutare
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’Alzheimer è la più diffusa forma di demenza associata all'invecchiamento, copre circa il 50-60% di tutti i casi di compromissione cognitiva in età avanzata. Attualmente, le persone affette da questa patologia a livello globale sono circa 36,5 milioni (600.000 in Italia) e il loro numero è inevitabilmente destinato a crescere a causa del progressivo allungamento della vita media e dell'aumento della quota di soggetti persone anziane. Secondo le stime ufficiali, nel 2050 i malati di Alzheimer nel mondo saranno circa 115 milioni. La causa e la progressione della malattia di Alzheimer non sono ancora ben compresi.
Se un soggetto ha persistenti difficoltà di memoria, di ragionamento, di linguaggio o nella capacità di pensare in maniera adeguata, questi segnali "non vanno ignorati", perché potrebbe trattarsi dei cosiddetti "campanelli di allarme" della malattia. 1) Amnesie: uno dei segnali più comuni è la perdita di memoria:il soggetto comincia ad avere difficoltà nel ricordare ciò che è accaduto di recente, come ad esempio cosa ha mangiato per il pranzo; nell’invecchiamento non patologico, il soggetto ha delle dimenticanze, relative ad esempio ad alcuni nomi di persone a lui familiari, ma li ricorda dopo poco. Continua alla pagina seguente Psicologa Clinica, Consulente in neuropsicologia Ordine degli Psicologi della Regione Piemonte N° 7740/sez. A cell. 3470390020 Genova - Masone (GE) - Tagliolo Monferrato (AL)
Sinistri Stradali: il risarcimento del danno Cos'è il risarcimento diretto e quando opera?
Dalla vostra parte
I
n talune ipotesi il risarcimento dei danni derivanti da un sinistro stradale di cui non si è responsabili (o di cui si è responsabili solo in parte) viene richiesto alla propria compagnia assicurativa e non a quella del veicolo che ha cagionato l'incidente. Pertanto l'assicurazione anticipa al proprio cliente danneggiato la liquidazione del danno, per poi rivalersi in un secondo tempo nei confronti dell’altra compagnia. L'indennizzo diretto si applica quando il sinistro riguarda due veicoli, entrambi immatricolati in Italia, identificati e regolarmente assicurati e solo in relazione a danni materiali e a lesioni lievi alle persone. Sembrerebbero quindi automaticamente esclusi da tale meccanismo tutti gli incidenti in cui risultino coinvolte più di due automobili. Tuttavia si segnala una recente sentenza della Corte di Cassazione del 2017 che ha ritenuto che l'indennizzo diretto sia ammissibile “anche in caso di sinistro che abbia coinvolto più di due veicoli, purché, oltre al
veicolo dell'istante e a quello nei cui confronti questi rivolge le proprie pretese, non siano coinvolti ulteriori veicoli responsabili”. Un'ipotesi potrebbe ad esempio essere il si-
Avv. Fabiana Rovegno
nistro che coinvolga 3 vetture, di cui una regolarmente parcheggiata e non certamente qualificabile come veicolo responsabile: in base a tale pronuncia si applicherebbe
comunque il risarcimento diretto, sebbene siano coinvolti più di due veicoli. I DANNI RISARCIBILI CON IL RISARCIMENTO DIRETTO SONO: i danni materiali
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subiti dal veicolo assicurato, nonché quelli occorsi ai beni trasportati appartenenti al proprietario o al conducente; le lesioni di lieve entità subite dal conducente: si intendono
Direttore Sanitario Dr. MIRCO ALLEGRI Medico Chirurgo Odontoiatra Specialista in Cardiologia e Radiologia
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come tali quelle che si estrinsecano in un danno biologico di invalidità permanente inferiore o uguale al 9%. Nei casi in cui non opera il risarcimento diretto la richiesta va quindi inoltrata alla compagnia assicurativa della vettura che ha causato il sinistro. Si pensi ad esempio al sinistro tra due veicoli in cui il conducente non responsabile subisca lesioni superiori al 9% di invalidità. O al maxitamponamento a catena tra veicoli in movimento: in tal caso opera una presunzione di responsabilità (superabile con prova contraria) in capo ad ogni conducente nei confronti del veicolo che lo precede, perciò la richiesta dei danni andrà rivolta all'assicurazione del responsabile, che ciascuno individuerà rispettivamente nel veicolo che lo ha tamponato. E per il terzo trasportato? In questo caso siamo al di fuori della disciplina dell'indennizzo diretto. Il passeggero può infatti chiedere il risarcimento dei danni alla compagnia del veicolo su cui si trovava, indipendentemente da quale sia il veicolo responsabile. A titolo esemplificativo. Tizio è passeggero sull'auto dell'amico Caio, il quale, alla guida del proprio veicolo, cagiona uno scontro con un'altra vettura: Tizio, rimasto ferito, potrà chiedere i danni all'assicurazione dell'auto di Caio, il quale invece, ovviamente, in forza della propria assicurazione RCA obbligatoria, non verrà risarcito né rispetto alle eventuali lesioni Continua alla pagina seguente
Le rubriche de
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l’inchiostro l’inchios ios oss tro o ffresc fresco r ssc re co Marzo Mar arrzoo 2018 2200118
Prosegue dalla pagina precedente 2) Impossibilità nel portare a termine compiti semplici: tutte quelle attività che prima si facevano con facilità ora diventano più complicate; pensiamo, ad esempio, al vestirsi da soli. 3) Disturbi del linguaggio: il soggetto ha difficoltà nel denominare un oggetto, pur riconoscendolo, spesso per arginare tale difficoltà utilizza termini non esatti 4) Difficoltà di ragionamento e pianificazione: diventa sempre più difficile eseguire i calcoli, seppur semplici e condurre un ragionamento lineare 5) Disorientamento temporale: il soggetto tende a perdere il senso delle date e a confondere i giorni della settimana o le stagioni dell'anno. 7) Difficoltà a capire le immagini visive e i rapporti spaziali: in assenza di altri disturbi della vista si può avere difficoltà a leggere, a giudicare la distanza e a stabilire il colore o il contrasto 8) Irritabilità e delirio: sono frequenti gli episodi in cui il soggetto appare irascibile e accusa le persone che gli sono vicino, attuando comportamenti spesso incongrui; possibili sono anche i deliri, specie di tipo persecutorio. 9) Ansia e depressione: frequenti episodi di ansia e deflessione del tono dell'umore. 10) Apatia e abulia: perdita di interesse verso le persone care e tutte quelle attività che prima risultavano fonte di interesse e piacere.
Prosegue dalla pagina precedente: Cos'è il risarcimento diretto e quando opera? dal medesimo subite né rispetto ai danni occorsi al proprio mezzo. Sempronio è invece terzo trasportato su uno dei veicoli coinvolti nel maxitamponamento di cui sopra (ad es. tra 5 veicoli): costui chiederà i danni alla compagnia assicurativa del veicolo su cui si trovava, anche se il conducente proprietario Mevio rivolgerà le sue richieste risarcitorie relative alle lesioni da lui subite e ai danni occorsi alla parte posteriore del proprio veicolo all'assicurazione della vettura che lo ha tamponato. Mentre all'assicurazione del veicolo di Mevio inoltrerà richiesta di risarcimento anche il proprietario della vettura che nella catena si trovava davanti a Mevio e che è stata a sua volta tamponata da quest'ultimo. Risulta infatti evidente come il passeggero sia più tutelato rispetto al conducente, in quanto, a differenza di quest'ultimo, non è tenuto a provare la precisa dinamica dell'incidente in funzione dell'accertamento delle responsabilità dei conducenti dei veicoli coinvolti. Avv. Fabiana Rovegno
Primule: la primavera e' arrivata! L
e coloratissime primule segnano l'arrivo della primavera e fanno venire subito voglia di giardinaggio! Come possiamo prenderci cura di loro e avere una fioritura rigogliosa e duratura? Importante è ricordare che sono piantine boschive: amano terreno ricco di humus e nutrimento; scegliamo, inoltre, una zona di mezzombra o con una buona luce solo nelle prime ore del mattino. L'annaffiatura è un'altra parte importantissima per la loro cura: amano terreno umido e annaffiature regolari, ma non tollerano i ristagni: misceliamo la terra con sabbia e argilla espansa per ottenere un buon drenaggio. Non bisogna dimenticare che non amano il caldo: se decidiamo di tenere i vasetti in casa, bisogna posizionarli in una zona abbastanza fresca. Piccola curiosità: la primula è simbolo di rinascita, speranza, ma anche di amicizia: un pensiero perfetto per un'amica, come segno di augurio e porta fortuna... e un regalo a noi stessi per iniziare una nuova stagione sotto il segno della positività! Simona e Renata - Gemma fiori e...
Ester… nando…!!! Riflessioni a ruota libera di Ester Matis
Apocalipse Now
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ico la verità: la tentazione di mettermi a commentare i risultati geograficamente dicotomici delle ultime elezioni è forte. Qualcuno ipotizza già scenari apocalittici. Io mi astengo, perché il mio “grillo parlante” (che non ha nulla a che vedere con quello penta stellato) con la sua vocina all’orecchio mi dice no, dai, che poi qualcuno potrebbe insinuare “ecco una sporca secessionista!”. Quindi, per ora, non voglio “curarmi” di questa Italia bicefala, ma “guardo e passo”. Passo ad altri argomenti. Più terra, terra. Poco tempo fa ho letto un’intervista su un quotidiano nazionale (che qualcuno ha ribattezzato “la bugiarda”… ed è tutto detto), a un certo A. Etzioni, sociologo americano, il quale spiegava ai giovani cosa aspettarsi da un futuro sempre più meccanizzato e come affrontarlo per vivere felici. Il succo del discorso era: tu, giovane, rassegnati, abituati all’idea che trovare un lavoro sarà sempre più un miraggio, le
macchine faranno tutto al tuo posto, lavorerai di meno per far lavorare tutti, guadagnerai un tubo, avrai un potere di acquisto ridicolo e ridimensionerai la tua vita, però consolati, avrai più tempo per i piccoli piaceri, stare a casa e goderti famiglia e amici. Quanto detto, secondo me si commenta da solo. Più di una domanda sorge spontanea: questo pronosticato popolo di schiavi tecnologici sottopagati sarà in grado di farsela una famiglia? E se si ammala? Ah già! Magari avrà diritto all’eutanasia di stato! E poi, sarà in grado di far girare l’economia o verrà soggiogato da un filantropico (leggi: clientelare) assegno di “dignità” per non morire di fame? E soprattutto, riuscirà a sopportare il peso di tutti i “cagnoni” sparsi per il mondo e i soloni come quel tale Etzioni che ovviamente non rinunceranno, in nome di nessuna tecnologia o intelligenza artificiale, alla loro vita da nababbi?? Ma quale tecnologia? Ma quali piccoli piaceri alternativi? Questi vogliono far-
l'Orto di Marisa
ci credere che Cristo è morto di freddo! Una società appiattita, multirazziale e meticcia, sottosviluppata, sotto acculturata, di persone assoggettate, pari a numeri, che devono accontentarsi, e dire pure grazie, di qualche briciola e qualche osso lasciati cadere dal tavolo del grande banchetto dei nuovi faraoni del terzo millennio. Ecco la società che hanno in mente. Quella che stanno creando. E ora, dopo le elezioni, vediamo come risponderà l’Italia. Ester Matis
Fusilli piccanti con cavolfiore, olive e pomodori secchi
Ingredienti (per 4 persone): 300 gr di fusilli, 300 gr di cavolfiore, una decina di olive nere, 2 – 3 pomodori secchi, 1 spicchio d’aglio, peperoncino piccante, olio extravergine di oliva, sale.
Preparazione: Portare a ebollizione una pentola d’acqua, salare e cuocervi le cimette del cavolfiore,
lasciandole al dente; scolarle e nella n stessa acqua fare cuocere i fusilli. Sciacq Sci acqua ua i pomodori secchi e tagliarli grossolanamente, tagliare le olive nere a Sciacquare rotel rotelle. Ro Rosolare lo spicchio di aglio nell’olio; quando l’aglio inizia a dorarsi, rimuove verlo e aggiungere il peperoncino piccante tritato, le cimette di cavolfiore, i ppomodori e le olive. Fa Fare saltare a fuoco medio per pochi minuti. Scolare al dente i fusilli e farli ins insaporire….. … e poi Buon appetito!
Il Cremolino al via in serie A per il tredicesimo anno consecutivo
Tamburello: una grande affermazione
U
n paese che conserva ancora oggi la passione per lo sport più tradizionale di queste terre: il tamburello. Succede a Cremolino, piccolo centro dell’ovadese, situato sulla sommità della collina tra Ovada e Acqui Terme. Così ogni anno, alla vigilia dell’avvio del campionato di serie A, è ormai diventato un appuntamento per gli sportivi ritrovarsi a tavola attorno alla squadra e ai dirigenti non solo per ricordare i campioni con le loro gesta e gli anni trascorsi in questa disciplina, ma anche per vivere l’attesa del nuovo campionato oramai alle porte. Sono infatti tredici anni che la squadra milita ininterrottamente in serie A e ben trentadue con a capo del sodalizio Claudio Bavazzano. “Dobbiamo ringraziare - dice il numero uno - i nostri sostenitori, gli sponsor, il Comune, la Pro Loco, il vice Luigi Gollo con la famiglia, l’altro vice Fabrizio Bormida, Enzo Frutti, il presidente onorario Aldo Casamonti che ha fatto la storia del tamburello, l’affezionata tifoseria.” Un entusiasmo che si è potuto avvertire anche durante la cena presso il ristorante degli Sportivi gestito da un ex tamburellista, Fabrizio Puppo, con applausi alla presentazione dei giocatori e promesse di impegno per il via del 25 marzo con la trasferta di Solferino. Un’annata che prevede dal punto di vista sportivo l’inserimento nel punteggio di due set con tempo massimo di un’ora di gioco ciascuno (2 set ai 6 ed eventuale tie break in caso di un set pari) mentre l’organico è rinnovato con il preparatore atletico Antonio Surian da Castell’Alfero nonché titolare di una famosa Ditta di tamburelli
(Cobra da trent’anni sui campi)) e il Direttore Tecnico, Mauro Bavazzano; in campo nel reparto arretrato Daniele Ferrero e Luca Merlone, mezzo volo Ivan Briola, i terzini sono i fratelli Alessio e Daniele Basso; riserve Emanuel Monzeglio e Daniele Oddone. Non solo in serie A ma il Cremolino partecipa con una propria squadra al campionato di serie B a muro disputando le gare casalinghe allo Sferisterio di Via Lung’Orba Mazzini ad Ovada. Sotto la guida di Luigino Gollo l’organico
è composto dai fratelli Andrea e Fabrizio Gollo, Attilio Macciò, Vincenzo Tripodi, Luca Bisio e Sergio Tassistro. Il campionato
di serie A Open a 12 squadre al via il 25 marzo si concluderà il 23
settembre. Le formazioni giocheranno partite di andata e ritorno
e a conclusione del torneo la prima classificata verrà proclamata Campione d’Italia, mentre le ultime due retrocederanno in serie B. In campo oltre al Cremolino Cavaion, Guidizzolo, Medole, Mezzolombardo, Solferino, Sabbionara, Tuenno, Ceresara, Sommacampagna, Castellaro, Cavrianese.
La squadra della serie A e la squadra del torneo a muro
Enzo Prato
Attività giovanile per la “Guizzardi”
Una storia di amore nata dalla passione per il ballo
Le nuove speranze
Aurora e Denis
È Foto del Cicli Guizzardi
È
stata presentata l’Associazione Sportiva Dilettantista “Cicli Guizzardi” che distaccatasi dal Pedale Acquese svolgerà attività autonoma con le categorie Giovanissimi ed Esordienti. Venti bambini avranno la possibilità di cimentarsi sia in mountain bike che con la bici da corsa su percorsi protetti e sotto la guida dei tre allenatori: Pietro De Prati, Sergio Tanda e Alberto Agresta. “La cosa principale – afferma il Presidente, Denise Alloisio - rimane comunque quella di fare gruppo ed è a questo proposito che organizzeremo escursioni, gite e trasferte con e senza bici. Un appuntamento importante sarà la trasferta a Cervinia in occasione della tappa del Giro d'Italia.” Enzo Prato
una storia non solo di amore, ma anche di passione per il ballo quella che unisce Aurora Diana e Denis Pestarino. I due giovani ovadesi appassionati di ballo si sono proprio conosciuti quindici anni fa sulle piste praticando la disciplina caraibica e da quel momento è sbocciato un grande amore che li ha portati ad unirsi in matrimonio nel 2008. Tra i tanti progetti di una vita insieme si è costituita nel 2009 l’A.S.D. Mambo Ricco di cui hanno assunto la Direzione Artistica, sono nati i piccoli Thomas e Daniel, rispettivamente di 5 e 2 anni e oltre ad essere genitori esemplari si sono “rituffati” sulle piste ottenendo anche successi importanti. “Non è stato facile – affermano – perché con due figli, riprendere gli allenamenti rappresenta dei sacrifici, ma il ballo è una ginnastica anche
salutare per il corpo” Così recentemente nella competizione che si è svolta al “Palaruffini” di Torino, Denis Pestarino ed Aurora Diana hanno ottenuto un primo, un secondo e due terzi posti, poi hanno partecipato con un buon gruppo al Carnevale di Alessandria ed altri appuntamenti sono previst in primavera “Mai fermarsi...continuare a crescere sia come Maestri e come persone nonché trasmettere il più possibile la nostra sana passione per il ballo” è il loro messaggio che intendono trasmettere a tutti coloro che conoscono e partecipano ai corsi presso la scuola di Corso Saracco ad Ovada. Ad oggi venti coppie svolgono attività a livello competitivo, mentre oltre un centinaio sono le persone, di ogni età, che si avvicinano a questa disciplina. l.r.
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l’inchiostro fresco Marzo 2018
SPORT
Silvano d'Orba: la “Classicissima” in un ricordo di Pierfranco erffranco Romero
Un novese alle Olimpiadi
Non passa la “Sanremo”!!! Luca Lovelli U P n incidente stradale verificatosi pochi giorni prima della “Sanremo” in località “Cascina Nuova” obbliga la Provincia a chiudere la strada che da Silvano porta ad Ovada. Il percorso della “classicissima” viene modificato, niente Silvano, si devia per Predosa e poi via per Ovada. È la prima volta che questa corsa non passa per Silvano e questo, forse, ha portato fortuna al bravissimo Nibali. Questa “eccezione” me ne riporta alla memoria un’altra: la Sanremo del 1950 che credo per la prima volta non sia stata corsa il 19 marzo (San Giuseppe) ma, sabato 18 marzo. Frequentavo la quinta elementare e quel venerdì la mia maestra, la sig.ra Gilardi, ci disse che se qualche parente ci veniva a prendere per le ore 10,30 potevamo andare a vedere la corsa. Mi prende lo zio Pino e vedo la “classicissima” davanti al bar Drogheria, sopra un cumulo di neve: pochi giorni prima, infatti, era nevicato molto come succedeva in quegli anni. La strada del paese non era ancora asfaltata e gli spazzaneve avevano peggiorato la viabilità, creando molte buche. Per più di un’ora scorre sotto i nostri occhi la carovana pubblicitaria: l’Amaro Ramazzotti pubblicizzato da un tram milanese, due camion rappresentavano, uno la Mucca Carolina, l’altro l’Uomo forzuto della Plasmon. E poi dalle altre varie autovetture, pavesate con le réclame delle varie ditte, lancio di caramelle, cioccolatini, biro e cappellini. Una gioia per noi bambini che, tra una macchina e l’altra, ci precipitavamo a racco-
gliere quel ben di Dio. Arrivano i corridori e proprio davanti ai miei occhi Rik Van Steembergen, che correva sotto i colori della Girardengo, prende una buca e vola letteralmente nel piccolo rio che a quei tempi attraversava la strada. Aiutato dai tifosi e dai meccanici che gli sostituiscono la ruota anteriore riparte: è sfortunato Rik perché dopo una ventina di chilometri fora. La corsa a Sanremo
viene vinta in volata dal mio corridore preferito: Gino Bartali. Rik è solo settimo e i giornali dell’epoca giustificarono la sconfitta del Campione del mondo, che a quel tempo era considerato il più forte velocista del momento, con la caduta di Silvano e con la foratura che lo obbligarono ad un lungo inseguimento.
Nella foto a destra: il traguardo volante nel centro del paese (davanti all’attuale minimarket “Da Caterina”). Nella foto sopra: il passaggio dei corridori nel tratto della provinciale tra la cascina Sant’Agata e l’ingresso di Silvano d’Orba. Foto tratte dall’archivio del Circolo dialettale silvanese "Ir Bagiu”
Pierfranco Romero
ochi giorni fa sono rientrato a Novi dopo aver vissuto l’esperienza professionale più gratificante della mia vita. Assistere dal vivo a un’Olimpiade ti proietta fuori dalla realtà quotidiana. Ti immerge in una gigantesca bolla magica che ti inghiotte per circa 20 giorni ma dalla quale non vorresti più uscirne. Nel mezzo passano persone provenienti da tutto il mondo con le quali ti relazioni, ti confronti e fai amicizia. Volontari, giornalisti e atleti accomunati da quello spirito olimpico che finché non ci sei dentro non puoi veramente percepire. Tante gare, tante emozioni, tante vittorie. L’Italia torna a casa da PyeongChang con un bottino di 10 medaglie di cui 3 d’oro. Di fatto, la miglior Olimpiade invernale dopo l’esperienza casalinga di Torino 2006. Ho avuto la fortuna
presentazione ufficiale della tappa di Ovada. L’evento si terrà presso la Loggia di San Sebastiano ed è aperto al pubblico e agli appassionati delle due ruote. Nell’occasione verrà presentata anche “La Campionissima” Ovada, manifestazione riservata alle bici d’epoca ed inserita nel calendario del Giro d’Italia Bici d’Epoca, che si svolgerà domenica 29 aprile.
di assistere dal vivo a tutti e tre i successi azzurri, rigorosamente a tinte rosa. Arianna, Michela e Sofia hanno regalato a me e a tutti i presenti una gioia difficile da descrivere, paragonabile forse solamente al mondiale di calcio conquistato dall’Italia ormai 12 anni fa. Una manifestazione che ha raccontato storie bellissime, a cominciare da quella di Ester Ledecka, prima atleta a vincere due ori in due differenti discipline nella stessa edizione dei Giochi. Oppure quella della squadra di hockey su ghiaccio della Corea Unita, con le giocatrici del Nord che al momento del loro rientro in patria hanno salutato con sincera commozione le compagne del Sud conosciute proprio in occasione del grande evento. Vivere tutto questo è stato un privilegio e un onore. E ora che la bolla magica si è inesorabilmente rotta, non ci resta che aspettare la prossima. La strada verso Tokyo 2020 è ufficialmente tracciata.
nzo Prato Enzo
Luca Lovelli
Il "Giro Rosa" ad Ovada
I
n occasione della corsa internazionale “Strade Bianche” che si è disputata a Siena alcuni ovadesi, appassionati di ciclismo, hanno approfittato per divulgare la tappa del Giro Rosa che si disputerà in Ovada il prossimo 7 luglio. Diverse atlete sono state avvicinate e fotografate mentre esibivano il logo della tappa ovadese, tra queste anche la Campionessa Italiana, e seconda al Giro Rosa 2017, Elisa Longo Borghini. Da
parte delle atlete e dei loro tecnici molto interesse è stato dimostrato per la prova di Ovada e non sono mancate le domande circa le difficoltà del tracciato. Alcune squadre hanno manifestato l’intenzione di venire, in un prossimo futuro, a provare le strade della tappa che si snodano per una lunghezza di 120 chilometri. Sul versante organizzativo il Comitato organizzatore ha indetto per sabato 24 marzo, ore 17, la
Elisa Borghini, campionessa italiana, presenta il logo della gara
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l’inchiostro fresco Marzo 2018
SPORT
MUSICA & SPORT
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rande successo dello spettacolo “Costante la nuvola”, monologo di Davide Mancini con accompagnamento musicale de “Le Quattro Chitarre”, andato in scena domenica 18 marzo al Museo dei Campionissimi di Novi Ligure. Lo spettacolo, inserito nel novero delle manifestazioni per ricordare la nascita di Costante Girardengo (18 marzo 1893) che vinse due giri d’Italia e sei “Milano – Sanremo”, è stato organizzato dall’Ass. “I Cinghiali” e dalla Soc. ciclistica “Fossati” con il patrocinio del comune di Novi Ligure e de “l’inchiostro fresco”. Numeroso il pubblico che ha contribuito ai fini benefici di questa rappresentazione organizzata a sostegno dell’associazione Difesa dell’Ammalato Psichico (Di.A.Psi.) di Novi Ligure. Red.
Amatori Rugby Vallescrivia rinasce con il settore giovanile
Busalla: il rugby cresce U na squadra storica, nata nel lontano 1949 che già l’anno successivo disputò il primo campionato della sua storia. Stiamo parlando del Rugby Busalla Amatori Vallescrivia che, dopo lo scioglimento avvenuto nel 1985 è rinata nel 2012, ripartendo dall’attività giovanile. Sono proprio i giovanissimi a dare grandi soddisfazioni alla squadra, ci spiega Gianni Pastrovicchio, coordinatore tecnico della squadra. “Le nostre squadre si allenano nel campo nei pressi della pista di atletica di Sarissola – esordisce Pastrovicchio – la nostra attività per il momento è rivolta prevalentemente al settore giovanile, abbiamo atleti che vanno dai quattro ai dodici anni. L’under 8 è la squadra che ci sta dando le maggiori soddisfazioni quest’anno, ma anche l’under 10 si sta comportando molto bene” spiega il coordinatore tecnico
dell’Amatori Rugby Vallescrivia. Accanto all’attività giovanile la squadra porta avanti uno sport ancora poco conosciuto, almeno in Italia, al momento, ovvero il rugby femminile. “Abbiamo la squadra femminile a sette – ci dice ancora Pastrovicchio - che è iscritta al campionato interregionale ligure - piemontese e che sta vivendo un’annata eccezionale, vincendo quasi tutti i raggruppamenti a cui
Porta, campione a Valenza
partecipa”. Rugby femminile che sarà in sicura crescita nei prossimi anni, essendo stata inserita, a partire dal 2016, nel programma delle Olimpiadi. L’obiettivo della squadra della Valle Scrivia è quella di portare avanti le giovanili per arrivare, in poco tempo, a riavere una prima squadra maschile di livello. Fabio Mazzari
Milano Sanremo
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resso il Circolo Tennis Paradiso di Valenza (AL) Alessandro Porta del “Circolo Tennis Gavi” si è imposto con una bella vittoria nel torneo di 4a categoria nominato “Pre qualificazioni BNL provincia di Alessandria”, imponendosi nella finale su Francesco Vecchio con il punteggio di 6/3, 6/2. Alessandro Porta è un giocatore hobbista di 37 anni, ma che ha una “buona racchetta” ed è tesserato da soli tre anni al Circolo gaviese. Il “Circolo Tennis” di Gavi è intestato a Carlo Bassano, socio fondatore che negli anni Ottanta, assieme a Emilio Carbone e Mauro Nattino lo tenne a battesimo. Negli anni '90 questo club raggiunse il suo apice di iscritti arrivando a vantare circa un centinaio di soci frequentatori e proprio in quegli anni cambiò la sua veste con la creazione di due strutture coperte con due campi in erba sintetica Attualmente il Presidente del Circolo è
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Premiazione del Torneo di Valenza: a destra Alessandro Porta, a sinistra Francesco Vecchio, premia Roberto Santangeletta
Mauro Luicani, coadiuvato dal suo Vice, Franco Di Biase e da un Consiglio Direttivo. Nel mese di marzo è in svolgimento l'annuale Torneo Fit che si sovrappone a diversi tornei sociali svolti nel corso dell'anno di singolo sia maschile che femminile, senza tralasciare i vari doppi anche a squadre Per maggio il Circolo ha iscritto una squadra ai campionati a squadre
federali e una squadra al campionato veterani. Accanto all’attività agonistica il Circolo però non si è dimenticato della formazione e in questo senso ha allestito una Scuola Tennis, ad oggi in fase di rilancio, e questo dimostra la vitalità di questo antico sodalizio gaviese. Gian Battista Cassulo
CAVALLI E DINTORNI
Cavalli? In cielo! Quando ormai è sceso il buio, se alziamo gli occhi al cielo troviamo un po' di cavalli: per alcuni basta l'occhio nudo, mentre c'è chi richiede l'uso di strumenti per essere osservato. Mi riferisco principalmente alle costellazioni, alcune delle quali hanno nomi che rimandano direttamente a cavalli, se non proprio il nome di un cavallo. Questo è il caso proprio di Pegaso, il famoso cavallo alato. Ma l'importanza di questa costellazione, e della storia che la lega, assieme ad altre consorelle, ad un famoso mito è tale da meritare un intero numero di questa rubrica, il prossimo. Che altro c'è lassù, legato ai cavalli? C'è un'altra costellazione famosa, contenente un paio di stelle anch'esse famose, che rappresenta un cavallo... a metà: è il Centauro. Peccato che da Novi e (ampi) dintorni non si possa mai vedere: è una costellazione anticircumpolare per le nostre latitudini, ovvero non sorge mai. Contiene Alfa Centauri, una stella fra le più brillanti nel cielo, che rivela al telescopio essere un sistema composto da tre stelle, una delle quali, Proxima Centauri, è la stella più vicina al nostro Sole, da quale dista solo circa 40.000 miliardi di chilometri. E, poi, c'è un cavallino (un puledrino), che è rappresentato da una costellazione tra le più piccole e meno appariscenti in cielo: Equuleus. Con stelle di scarsa luminosità apparente e per il fatto di trovarsi bassa sull'orizzonte, anche quando è al meglio della visibilità, è tra le costellazioni meno note. Molto più appariscente è la costellazione Auriga, il cocchiere: nel mito sarebbe Erittonio, inventore della quadriga e per questo motivo messo in cielo da Giove. Ma il “cavallo” più intrigante che si trova in cielo è nella costellazione di Orione: si tratta della nebulosa Testa di cavallo. E' una nebulosa oscura, una enorme nuvola di polvere che spicca su uno sfondo particolarmente luminoso di stelle brillanti, giovani e in formazione, oltre che di gas molto luminosi. Non è però osservabile ad occhio nudo, e anche con un piccolo telescopio è appena percettibile. Ultima annotazione: i due satelliti di Marte portano i nomi di figli dell'omonimo dio (ovvero Ares, nella mitologia greca): Phobos (la paura, o spavento) e Deimos (il terrore). Ma si trovano gli stessi nomi anche per indicare due cavalli che trainavano il carro di Marte. Fioravante Patrone
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nche quest'anno Novi Ligure ha fatto da cornice alla "Milano-Sanremo" che è passata nella terra dei Campionissimi tra due ali festanti di folla che hanno incitato i loro beniamini cercando di vederli in quel lungo serpentone multicolore che è la carovana del giro! g.b.c.
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EVENTI