Direttore Responsabile: Fabio Mazzari
PATENTE IN SCADENZA?
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ANNO XXXIII / N. 3 - APRILE 2018
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La rinaturalizzazione della cava della Gorra
Buschiazzo e Bastonero
Elezioni a Sassello: i due candidati
Un'oasi naturale per la Val d'Orba
Matteo Serlenga - pag. 5
Zona lacustre in pericolo
Giù le mani dal lago vecchio della Lavagnina
Fabio Mazzari - pag. 7
Faustino Fantoni
Montoggio alle urne: parla il sindaco
Enzo Prato - pag. 24
Fabio Mazzari - pag. 23
Lettera aperta di un novese al Primo cittadino del Capoluogo di Provincia
La depressione è comunista?
L
eggendo attentamente l’articolo in prima pagina di Federico Cabella pubblicato in questo giornale nel numero di marzo mi sono interrogato sulla “sensazione d’impotenza” post voto del giovane Direttore. Conoscendo la sua appartenenza al mondo della sinistra idealista ed entrando tra le righe dell’articolo ho avuto la presunzione di immaginare il suo voto dato ai penta stellati. Una cosa per il sottoscritto è certa: il voto al Movimento grillino è per gran parte l’espressione dello sconcerto del popolo ex comunista. Certamente, condivido la consapevolezza della situazione drammatica che stanno vivendo molti italiani specie nel meridione; io dopo aver votato Salvini sono uscito dal seggio non con la sensazione d’impotenza ma bensì con la sensazione di essere partecipe della ribellione contro questa Europa guidata dall’assurda mentalità tedesca che nel tempo ha cambiato solo le apparenze. Una cosa deve essere ben chiara per chi si professa europeista. Se si vuole gli Stati uniti d’Europa economia e forze armate devono essere unificati altrimenti è meglio ritornare ad essere Stati autonomi dove la ricchezza pro capite sarà più bassa ma ci sarà più lavoro e meno povertà.
Gent.mo Sig. Sindaco P
rima o poi veniamo tutti nella sua città, o meglio, nella città che lei oggi si trova a governare. In Alessandria infatti, come capoluogo di provincia, ci sono gli uffici più sensibili per la vita democratica del Paese. Quindi la sua città, oltre che agli alessandrini, dovrebbe offrire anche ai suoi ospiti il meglio, se non per dovere di accoglienza, soprattutto per “spirito di servizio”. Ma com'è l’accoglienza per chi viene da fuori? Direi non buona, e questi per sommi capi sono alcuni dei numerosi motivi ormai vecchi di storia.
LA VIABILITÀ Qui iniziano le dolenti note. Pe r
chi, non potendo usare il treno ma adoperando l’auto, arriva da Tortona, Novi e Valenza nelle prime ore del mattino, ecco una bella coda chilometrica che dal cavalcavia ferroviario t’imprigiona in un lento serpentone. Forse dovrebbe essere la Provincia a risolvere questo problema, ma le province non le aveva “rottamate” il governo Renzi? Eppure in Piazza della Libertà gli uffici di questo Ente “soppresso” sono sempre lì. L’unica cosa che non c’è più è il Consiglio provinciale eletto dalla gente che è stato sostituito da un Consiglio di nominati. Quindi sig. Sindaco è su questo Consiglio che dovrebbe fare pressione per rendere più fluido l’ingresso nella sua città. I PARCHEGGI Poi, una volta entrati nel tessuto urba-
no, cosa si trova? Parcheggi insufficienti, strade sconnesse, attraversamenti pedonali, soprattutto quelli sugli spalti, che sono vere trappole. E questa penuria di parcheggi, unita a un certo disordine urbanistico di antica memoria e alla mancanza del “senso del bello” (panchine divelte, aiuole lasciate all’incuria, pulizia delle strade carente) la si nota ancor più nei pressi dell’ospedale. L’OSPEDALE Qui si sente veramente la mancanza della “mano pubblica”: davanti ai suoi due ingressi non è possibile fermarsi anche brevemente per far scendere il parente bisognoso di cure e anche i morti non godono del dovuto rispetto perché sono caricati e scaricati nel bel mezzo della strada in quanto anche l’obitorio non ha una piazzola di cortesia per i fur-
goni funebri. Le strisce pedonali, poi, sono soffocate dai veicoli in sosta da ambo i lati della strada. Il tutto mentre il parcheggio di fronte all’ospedale, che è insufficiente, è patria dei buchi e terra di parcheggiatori abusivi. CONCLUSIONI Sig. Sindaco, per rendere più accogliente Alessandria, pur nella consapevolezza che lei è da poco allguida dlla città, non si potrebbe, nel quadro di una politica gradualistica della manutenzione del territorio urbano, partire proprio da qui, dall’Ospedale dove, prima o poi, ci andiamo tutti, magari regolando meglio traffico e parcheggi e mettendo un punto fisso di Polizia urbana a vigilare sul buon andamento delle cose?
Gian Battista Cassulo
L’editoriale di Fabio Mazzari Orfana l’Italia dei Borghi
N
el 2011 a “spending review” del Governo Monti, introdusse una riforma allora salutata con grande favore: la soppressione delle province. Poche furono le voci discordanti e la riforma partì nel 2012 introducendo un ente transitorio (Città Metropolitana per le ex province più grandi, Area Vasta per quelle medio-piccole e Libero Consorzio nel caso della Sicilia), con durata decennale, sino al totale trasferimento delle competenze. A sei anni di distanza possiamo dire che fu un errore clamoroso: a provarlo le ex Strade Provinciali, oggi nuovamente Strade Statali che, dal gennaio 2017, nuovamente di competenza ANAS. Basta percorrere queste strade al di fuori dai centri abitati (dove la manutenzione è svolta dai comuni) per vedere il loro stato disastroso: buche e asfalto dissestato ovunque. Questo si inserisce nella scarsa considerazione che a livello nazionale si ha per quella che Enzo Biagi definì l’Italia minore, quella dei piccoli borghi interni, destinati ad un inesorabile lenta fine. La soppressione delle Province, ente fondamentale per questi paesi, è stata solo l’ultimo degli sgarbi.
Pier Sandro Cassulo Fabio Mazzari
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l’inchiostro fresco Aprile 2018
Storia & Memoria
A 73 anni di distanza non sarà il caso di fare un po’ di chiarezza?
Gianni e Calì 25 aprile giorno del confronto L da sx: Renato Gemme "Calì" e Gianni Malfettani
I
tedeschi alla fine della Seconda Guerra Mondiale, chiesero scusa al mondo per essere stati nazisti e si sottoposero al processo di Norimberga. Fatti i conti con il loro passato, senza nascondersi dietro forzate ricostruzioni, si sono messi a lavorare a muso duro e oggi, a distanza di 73 anni, sono diventati la “locomotiva d’Europa” e una delle più forti economie mondiali. Noi invece non abbiamo chiesto scusa, ma, come ebbe a dire Vittorio Foa: “Si riuscì a far dimenticare che l’Italia la guerra l’aveva persa dimostrando il contrario. Come? Una strada fu quella di dire che gli italiani erano sempre stati antifascisti, ma non era vero. È un mito che abbiamo costruito noi”. Infatti durante il Ventennio, se si escludono le grandi figure di Matteotti e Gramsci, ben poche furono le voci che si levarono contro il fascismo. Tra di esse ricordiamo quelle dei fratelli Rosselli, che furono massacrati in Francia, dove si erano rifugiati, nel 1937.
N
ei giorni scorsi il presidente della sezione ANPI di Novi Ligure, Gianni Malfettani, è andato a far visita partigiano Calì, ospitato presso il pensionato “Monsignor Guerra” di Serravalle Scrivia. Calì, ovvero Renato Gemme classe 1924, originario di Arquata Scrivia tra il 6 e 11 aprile del 1944 partecipò dei fatti della Benedicta. Con lucida chiarezza “Calì” ha ripercorso con il presidente Malfettani la sua vita da partigiano tra i monti delle Capanne di Marcarolo e della Val Borbera. Un incontro questo, che fa parte del progetto “Le emozioni dei ricordi” attuato dalla casa di riposo per i suoi ospiti, sia come momento terapeutico, sia come memoria storica della comunità, per favorire, dai piccoli ai grandi eventi, In tale contesto è stato realizzato tra gli ospiti del pensionato anche un video di testimonianze sulla secondo conflitto mondiale e sulla Resistenza, con un susseguirsi di racconti di chi ha vissuto la fanciullezza o la prima giovinezza in quel particolare e tragico momento storico. Alla fine dell'incontro Malfettani ha fatto omaggio al partigiano Calì del libro: “6 aprile del 1944” dedicato agli avvenimenti della Benedicta.
Gian Battista Cassulo
l 25 aprile non può essere una data come le altre sul calendario. Veniamo da un anno di isteria e starnazzi sul tema del ritorno del Fascismo nel III millennio: irruzioni squadristiche, leggi speciali contro i rigurgiti di estremismo, il tanto temuto approdo dei populisti al potere. Il tutto condito con quella patina di terroristico clamore di cui proprio non riusciamo a fare a meno. Passati, però, ormai 73 anni da quel lontano giorno che tanto segnò il percorso della nostra nazione, non sarebbe forse il caso, ci chiediamo, di consegnare definitivamente alla storia il capitolo della dittatura in Italia? Contestualizzando il fenomeno e affidandone lo studio a persone veramente competenti sull’argomento (gli storici e i politologi, ad esempio) si ridurrebbe il rischio di sentirne parlare
a sproposito. Si potrebbero così scoprire, dietro alla giusta epica di chi combatté e si sacrificò per difendere la sua idea (dolce morte!), le meno avvincenti storie di quanti si illusero, scapparono, cedettero, per malizia o per paura; rubarono, torturarono e addirittura uccisero per dogma o tornaconto personale. La guerra è davvero un brutto affare, anche per chi la vince. Poi ci fu chi cercò di barcamenarsi tra le parti, nel disperato tentativo di salvare il proprio piccolo mondo. Mica si può essere tutti idealisti! O chi poco si interessava della vittoria di dittatura o libertà: tanto, ultimo era e ultimo sarebbe rimasto. La lettura della storia in chiave popolare è sempre stato un tratto caratteristico della nostra tradizione, certo da affiancarsi a quella ufficiale. Che esige, altrettanto certamente, le sue celebrazioni e
le sue feste civili, come quella del 25 aprile. Tuttavia, ormai, occorre uno scatto: a cosa serve che migliaia di persone si ritrovino in piazza a portare avanti con poca convinzione protocolli e cerimonie di cui ormai quasi misconoscono il significato? O che altrettanti si chiudano in casa ascoltando nastri di cui non conoscono più il contenuto, proiettando filmati di cui non capiscono più l’estetica e perpetuino gesti di cui non colgono più il senso? Allora il 25 aprile, pietra miliare, nel processo di nascita di questa nostra (sgangherata!?) repubblica, diventi un giorno di confronto, anche aspro e duro, ma pur sempre in un clima di reciproco rispetto. Questa, ad oggi, ci pare essere l’unica strada percorribile sulla via del progresso. Chissà che, senza il bisogno di abbandonare le proprie ideologie, non si scoprano
dei punti comuni sulla difesa dei più deboli o non si traggano degli interessanti spunti di riflessione. Ad esempio il regime di libertà in cui viviamo non è forse poi così libero come l’avevamo immaginato? Davvero crediamo, al di là di ogni considerazione puntuale, che questo sarebbe il modo migliore per far sì che il brutto macello che si concluse proprio il 25 aprile di 73 anni fa non si sia verificato inutilmente. Federico Cabella
I partigiani davanti al monumento
“
I ricordi di Giovanni Fossati: le perquisizioni dei tedeschi e i momenti difficili. Ma anche la voglia di ricostruire
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5 Aprile, tempo della memoria. Giovanni Fossati, una vita a Frugarolo (Al), è uno dei testimoni ancora viventi degli anni della Seconda Guerra Mondiale. Nonostante il tempo passato, il ricordo è vivo: su tutto spicca la fine del conflitto. “Era il 25 aprile, ho visto i partigiani entrare in paese e fermarsi davanti al Monumento ai caduti, cantando Fratelli d’Italia”. Tuttavia, la fine positiva non cancella le difficoltà del periodo. Come ricorda Fossati, “C’erano
i fascisti, e i tedeschi. Questi facevano perquisizioni. Una volta entrarono nel cortile di casa mia e mio padre aveva una pistola: fece appena in tempo a liberarsene gettandola nel pozzo della fogna”. Controlli e perquisizioni si erano intensificati dopo una sparatoria al vicino cinema: un regolamento di conti tra fascisti e partigiani, che aveva lasciato sul terreno un morto e fatto aumentare l’aggressività degli occupanti.
Giovanni Fossati era un bambino di 7 anni, ma ha vivo nella memoria un momento preciso: un giro di pattuglia nel paese occupato, “con i tedeschi in fila,
a piedi e su un carro trainato da cavalli”. In mezzo a tanta difficoltà, dei momenti positivi. Durante il conflitto, persone eccezionali si impegnavano per aiutare la popolazione. Persone come Don Berto, Bartolomeo Ferrari. “All’epoca, le persone che contavano erano il parroco, il sindaco, il medico ed il farmacista”. Ma Don Berto era un prete speciale, aldilà del suo ruolo. “Aiutava tutti, era sempre disponibile, ha fatto del bene a tanti”. Forse più importante, l’atteggiamento dopo il ‘45. Conclude Fossati: “Finita la guerra, tutti si sono messi a lavorare assieme. Non ci sono state vendette o aggressioni: c’era un Paese da ricostruire”. Matteo Clerici
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Valle Stura e Val d’Orba L’ing. Giovanni Gnocchi risponde ad un articolo di Giovanni Oliveri
AMTER, il chiarimento dell’azienda n riferimento all’articolo pubblicato sul numero di novembre 2017 de “l’inchiostro fresco”, titolato “Salviamo le fonti, bene prezioso per tutti” a firma di Giovanni Oliveri, relativo alla questione AMTER, abbiamo voluto dare voce all’azienda che, tramite l’ing. Giovanni Gnocchi, che ha puntualizzato alcune inesattezze sostenute in tale articolo.
I
da parte dei comuni. Le aziende che erano presenti sul territorio e avevano le caratteristiche per operare sono state salvaguardate. Sotto IREN c’erano altri gestori operativi che hanno continuato a mantenere la loro funzione. Alcuni di essi sono del gruppo IREN, altri sono partecipati e altri ancora completamente indipendenti” spiega Gnocchi.
LA NUOVA NORMATIVA L'ing. Giovanni Gnocchi spiega come: “Bisogna specificare innanzi tutto che, con la grande riforma fatta qualche tempo, è sparita la gestione diretta dell’acqua
I SOGGETTI SALVAGUARDATI Tra i soggetti salvaguardati vi sono: Mediteranea delle Acque (oggi Iren Acqua), IdroTigullio (riguardo al bacino di levante, oggi Iren Acqua Tigullio), due aziende che fanno capo alla francese Veolia (ovvero Sap e Eagua) e appunto AM.TER, società partecipata pubblica, il cui 51% delle azioni è dei comuni soci ovvero Cogoleto, Mele, Masone, Campo Ligure e Rossiglione, il restante 49% delle azioni è di Iren Acqua. AM.TER nata nel 1997, per statuto è un’azienda che si avvale dei servizi di Iren e delle sue collegate. All’interno di esse vi è il gestore di ambito, ovvero I-Reti.
Dalpian C
ongratulazioni da parte di tutta la redazione a Luca Dalpian, titolare dell'azienda agricola “Il Sottobosco” nel territorio di Tiglieto per la recente nomina a Presidente di Sezione Valle Stura per la Coldiretti. Un sincero augurio di buon lavoro. (m.s.)
LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI IREN “IREN ha di fatto quattro gambe, ovvero Iren Energia, con sede a Torino, che si occupa della produzione di energia idroelettrica. Vi è poi Iren Ambiente, presente a Torino, Parma, Piacenza e Reggio Emilia che si occupa della raccolta dei rifiuti – spiega l’ing. Giovanni Gnocchi – abbiamo poi Iren Mercato che gestisce la parte commerciale e di fatturazione e I-Reti, il gestore di servizio idrico integrato di Liguria ed Emilia Romagna, suddiviso anch’esso in ambito ter-
ritoriale”. L’AM.TER Parlando di AM.TER e di quanto affermato da Giovanni Oliveri nell’articolo citato, l’ing. Gnocchi ci fa presente: “quello che ha creato molto disappunto in tutta AM.TER, ma soprattutto nel Sindaco di Cogoleto, Mauro Cavelli, è l’ultimo paragrafo che riguarda proprio il comune del ponente genovese. Nell’articolo Oliveri, partendo da cose reali, sostiene delle posizioni che non stanno ne in cielo ne in terra. Partendo dalle tariffe – chiarisce Gnocchi – esse sono decise in base a delle regole stabilite a livello nazionale. La tariffa, nell’ambito ATO è uguale per tutti perciò a Cogoleto pagano esattamente la stessa tariffa di Genova. Anzi, l’unica tariffa differenziata è per alcuni comuni montani e disagiati. Questa tariffa viene calcolata, uguale per tutti, in base ai conteggi di ogni singola società. L’altro punto completamente errato – prosegue l’ing. Giovanni Gnocchi di Iren – è quello della vendita dell’acqua. Questo è un costo passante che non pesa nel bilancio di AM.TER. Il fatto che gli impianti di AM.TER siano alimentati prevalentemente da sorgenti sotterranee che, d’estate, abbiano un abbassamento della portata, quindi si integrano con l’acqua degli invasi. Per cui il fatto di girare l’acqua della Valle Stura verso Arenzano e Cogoleto coincide con il fatto che andiamo ad alimentare d’estate dei comuni turistici che aumentano la loro popolazione e di conseguenza il consumo di acqua”. Fabio Mazzari
Acqua del Faiallo
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na delle acque minerali protagoniste indiscusse delle nostre tavole, poi sparita nell’oblio, potrebbe tornare a riempire i nostri bicchieri. Il condizionale, in questi casi, è d’obbligo, ma negli ultimi mesi, la possibilità che l’Acqua del Faiallo torni sul mercato, sembra concretizzarsi. “Un imprenditore l’anno scorso ha acquisito la concessione della sorgente che giaceva in Regione” ci racconta Fabrizio Antoci, sindaco di Urbe, spiegando che ad oggi solo un ostacolo si interpone tra il sogno e la realtà, ossia l’acquisto dello storico impianto in località Sambù: “purtroppo, la proprietà del capannone è fallita, ma l’amministrazione ha messo in contatto l’imprenditore interessato a riaprire il business con la sezione fallimentare del Tribunale di Milano che segue il caso; ora tutto dipende da lui”. “L’acqua del Faiallo è un’ottima acqua dal residuo fisso
molto basso e molto più pura di altre acque commercializzate - ci spiega il sindaco - e per noi sarebbe ottimo che questo business abbia ricaduta occupazionale sul territorio”: si parla di quattro o cinque unità per iniziare, ma ricordiamo che l’azienda, ai tempi d’oro, dava lavoro a tantissime persone, poi trapiantate in Alta Valle Orba. Adesso tutto è nelle mani della “Comenii aquae”, la società con base ad Aosta dell’im-
prenditore; azienda che “nasce con lo scopo di realizzare produzione di fonti di acque minerali”, si legge nel sito ufficiale della società, “il nostro obbiettivo è realizzare un progetto di economia etica abbinato alla formazione per le nuove generazioni sulla cultura dell'acqua a 360° tramite il coinvolgimento di comuni e istituzioni”. Matteo Serlenga
La storica etichetta delle bottiglie dell'acqua minerale del Faiallo
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l’inchiostro fresco Aprile 2018
VALLE STURA E VAL D’ORBA - NEWS DAL TERRITORIO
Alla scoperta dei mezzi della Croce Rossa masonese
La musica per tutti!
...Tutti a bordo!
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a Croce Rossa di Masone, nella sua sede di Via Montegrappa 2 all’interno del parco di Villa Bagnara, ha organizzato in questi giorni il nuovo corso di formazione e accesso per diventare militi volontari: noi de l’Inchiostro Fresco, per conoscere da più vicino la loro realtà quotidiana, ci siamo recati alla scoperta dei loro automezzi che Andrea Pastorino, responsabile delle vetture della Croce Rossa di Masone, ci ha mostrato, illustrandoci le particolarità di questi speciali veicoli di fondamentale importanza per l’attività di soccorso. L’Ente dispone infatti di numerosi veicoli attrezzati per ogni evenienza di cui vi presentiamo qui di seguito una panoramica. Appena entrati nei garage si nota subito una organizzazione e manutenzione dei locali e delle vetture a dir poco esemplare: tutti gli automezzi sono in ordine dal punto di vista funzionale, puliti e pronti all’uso. In tutto la croce rossa masonese dispone di ben: • tre ambulanze di rianimazione di classe MSA (mezzo di soccorso avanzato) dotate di cardiodefibrillatore automatico (D.A.E.); • un fuoristrada Land Rover Discovery, che è stato utilizzato anche come auto soccorritrice ufficiale nel rally di Sardegna dal FIA World Rally Championship, anch’esso dotato di unità di monitor e di defibrillazione, quindi di classe MSA; • un’ambulanza Fiat Ducato e tre macchine leggere di categoria MSB (mezzi di soccorso di base) per trasporti programmati come dimissioni, dialisi e terapie. Ultimo, ma non meno importante veicolo della ‘flotta’, un Land Rover Defender, mezzo per così dire “estremo”, adatto a percorsi non convenzionali, all’inverno attrezzato con catene da neve, che rappresenta simbolicamen-
L
La mitica "Carlotta" della Croce Rossa di Masone
te la matriarca e la mascotte di tutte le altre vetture in quanto è il veicolo più anziano ed ha una storia particolare che tra poco vi illustreremo. Andrea ci apre l’autorimessa e porta alla luce del sole tutti i mezzi, che per lui sono come dei figli, infatti traspare dalle sue parole tutto l’entusiasmo che mette nel suo lavoro ed i fatti lo confermano in quanto, come già detto, i mezzi sono impeccabili sotto ogni punto di vista e sembrano appena usciti da un autosalone. Ci viene mostrata per prima una delle tre ambulanze dotate di cardiodefibrillatore, una Volkswagen Syncro 4x4 usata soprattutto in inverno e che, date le sue ridotte dimensioni, risulta utilissima ed efficace nell’entroterra e consente di raggiungere anche le destinazioni più impervie. Di ultima generazione sono i due Fiat Ducato, dotati entrambi di D.A.E. e di tutte le apparecchiature all’avanguardia per ogni tipo di soccorso come respiratore semiautomatico, zaino per pronto soccorso, materiale per immobilizzazione e traumaestricatore K.E.D, set di rianimazione per pazienti pediatrici e numerose altre dotazioni per l’emergenza. Per ultima facciamo la conoscenza di Carlotta, che da anni presta servizio alla Croce di Masone, non stiamo parlando di un’anziana milite, come alcuni di voi avranno pensato, ma bensì del Land Rover Defender a cui ab-
Oh madre... si replica! D
opo il grande successo della "prima", la Compagnia del Cantacaruggio torna sul Palco del Teatro Opera Mons. Macciò di Masone con ben due repliche serali dello spettacolo "oh madre", la rivisitazione del musical inglese "Mamma mia", ispirato dalle canzoni del gruppo musicale svedese ABBA. Gli spettacoli si terranno sabato 5 e domenica 6 maggio alle ore 21, con ingresso libero a offerta. l.s.
biamo accennato prima. Carlotta infatti è il nome di questo infaticabile fuoristrada che fu donato alla Croce di Masone anni or sono da una benefattrice, per l’appunto di nome Carlotta, particolarmente affezionata al paese ed ai suoi luoghi. Luca Serlenga
con artisti locali tra cui Mendez, Travinho, Dieni, Pomella, Amedeo Volpara e Simone Piombo, ognuno con il proprio genere musicale.
a Valle Stura si prepara a concludere il mese di aprile all’insegna della festa e del divertimento con tre giornate a base di musica, gastronomia e intrattenimento per tutte le età: arriva infatti “La Musica per Tutti”, una “tre giorni” di eventi organizzata dal Gruppo Operatori Economici e da Noise Events, con il patrocinio del Comune, che da sabato 28 a lunedì 30 aprile si svolgerà presso l’Area Expo di Rossiglione. SABATO 28 APRILE La rassegna comincerà con una giornata dedicata ai più giovani, curata da “Noise Events”, il marchio creato dai ragazzi rossiglionesi che da anni organizza eventi di musica elettronica sul territorio, che per l’occasione metterà a disposizione, a partire dalle 17, il proprio maxi-
DOMENICA 29 APRILE la giornata sarà dedicata al gusto con una grande polentata. Il piatto tipico del nord Italia sarà disponibile in tanti gusti diversi e a seguire serata musicale con la Portofino Band, che propone musica da ballo e d'ascolto per tutte le età. schermo per il torneo di FIFA ’18 “Noise Cup”. Sedici partecipanti potranno sfidarsi a suon di “controller” per vincere ambiti premi, tra cui un buono di 250 euro presso l’autoscuola “Zunino e Bisio” e un taglio omaggio presso “Oppe Parrucchiere Uomo”. Alle 22.30 serata musicale in vero stile “Noise”
LUNEDÌ 30 APRILE Si terrà il “concerto del Primo Maggio in anticipo”, dove gruppi musicali della Valle e del vicino ovadese si daranno il cambio sul palco, imitando il “concertone” più famoso di Roma. Matteo Serlenga
Il 6 maggio gli artisti di strada “invaderanno” Mele
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x Melle Mihi Nomen, “dal miele il mio nome”: recita così il motto ufficiale del Comune di Mele, dal quale si ispira il nome della festa: se infatti una volta Mele era conosciuta come centro di produzione del miele e dell’apicoltura, ai giorni nostri è diventata a tutti gli effetti la “patria” dei busker e degli artisti di strada, che per le vie del paese mettono in scena i loro spettacoli e le loro esibizioni: tutto è ormai pronto infatti per la nuova edizione di Ex Melle, che, domenica 6 maggio dalle ore 12, trasformerà il piccolo borgo della Val Leira in un vero e proprio “circo a cielo aperto”. Quest’anno, come già anticipato dagli organizzatori, gli stand gastronomici apriranno alle 12 e, come nelle manifestazioni di street food, serviranno gli alimenti in contenitori che permetteranno di consumare le pietanze anche in piedi, consentendo così ai visitatori di continuare a godersi gli spettacoli; il menù prevede i tra-
Ex Melle 2018
L’edizione del 15 maggio 2016 del “Festival degli artisti di strada”
dizionali focaccini, vuoti o farciti, patatine fritte, polenta (alla sera), e birra artigianale. Gli spettacoli inizieranno a partire dalle ore 14 (ad eccezione dei poeti itineranti che partiranno già a mezzogiorno il loro giro del paese) e vedranno protagonisti numerosi artisti di strada itineranti e non (tra cui trampolieri e strilloni), due gruppi musicali,
una banda di percussionisti e un gruppo gospel, quest’ultimo presso l’oratorio di Sant’Antonio Abate. Non mancheranno poi i laboratori dedicati ai bambini tra cui la costruzione di bacchette magiche in un nuovo spazio situato sotto il municipio e spettacoli di acrobatica, di clown e giocoleria, e, come gran finale della giornata, prima dell’inizio dei concerti
serali, uno spettacolo a base di fuoco e luci led. Novità assoluta di questa edizione, il concorso fotografico a tema organizzato dall’associazione SACS: ci sarà una postazione dove i partecipanti al festival potranno iscriversi direttamente in giornata e dove potranno scaricare le proprie foto così da permettere ai fotografi professionisti di giudicarli e di premiare il vincitore. Come nelle scorse edizioni, la moneta ufficiale della festa sarà il “mellino”, nato per permettere ai visitatori di girare per gli stand e scegliere cosa acquistare sul momento senza doverlo decidere alla cassa. Il parcheggio di Via Ronco sarà aperto dalle ore 12 alle 24 a pagamento con servizio navetta gratuito. Matteo Serlenga
l’inchiostro fresco Aprile 2018
SPECIALE ELEZIONI SASSELLO
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Elezioni a Sassello: Daniele Buschiazzo, Maurizio Bastonero e i punti più importanti dei loro programmi
“Tramontana”
“Sassello Libero”
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na proposta di continuità con quello che abbiamo fatto nei cinque anni con una attenzione particolare ai servizi fondamentali. Perché, se stanno bene i residenti, stanno bene anche i turisti”: questa è la filosofia di Daniele Buschiazzo, il sindaco in carica di Sassello che parteciperà alle prossime elezioni amministrative di giugno con la lista civica “Tramontana” cercando di ottenere il secondo mandato. Un programma che, come ci spiega il primo cittadino, “aldilà dei sogni del cassetto, è quella di cercare di mantenere quello che abbiamo, migliorarlo e far sì che i servizi fondamentali funzionino per una migliore qualità della vita”, come illustrato nei seguenti punti programmatici: PROSEGUIRE CON IL PROGETTO DI AREE INTERNE “È un progetto fondamentale per dare una svolta al nostro territorio”, ci spiega Buschiazzo, “per la scuola, il trasporto e la sanità, in quanto servizi essenziali. Una famiglia sceglie dove andare a vivere in base alla qualità di questi servizi: il finanziamento è ingente e i progetti sono in fase di sviluppo dai comuni in una bozza di strategia al ministero che verrà mandata a fine aprile e nell’autunno speriamo di poter partire”. ACQUA E ACQUEDOTTO “Ci sono diversi interventi che
sassellesi in quanto sarà fatta dai volontari; e per i colombi, il comune dovrà prendersi carico della sterilizzazione distribuendo, a chi lo richiede, mangime anticoncezionale”. lo riguarderanno ancora su cui abbiamo già delle progettazioni definitive pronte. L’estate scorsa è stata un banco di prova importante e siamo riusciti a gestire la siccità senza grossi disagi: significa che gli interventi fatti negli scorsi anni cioè circa una quindicina di condotte sostituite e riparazioni di vasche hanno dato i loro frutti quindi continuare su questa linea”. RACCOLTA RIFIUTI “Il 2017 si è concluso con il 67% di raccolta differenziata e una spesa, tra smaltimento e raccolta, inferiore di 80 mila euro rispetto al vecchio sistema di raccolta con solo il 22% di differenziata: il ciò significa una riduzione delle tariffe del 16% per le utenze domestiche e del 7% per le attività economiche. Gli utili che derivano dai risultati vogliamo, oltre che ridurre le tariffe, reinvestirli in un miglioramento del servizio” (Ndr.: come ad esempio le casette di raccolta). RIQUALIFICAZIONE EX SCUOLE ELEMENTARI “Un sogno nel cassetto: con l’aiuto della Cattolica di Milano, dell’Università di Genova e dell’Università della Montagna di Edolo, ci piacerebbe utilizzare
questo spazio in estate come sede di Summer School per corsi di alta formazione con le università (Ndr.: come già è avvenuto a luglio), che generino indotto e che qualifichino il territorio, perché portando l’alta formazione si possono portare studi e sperimentazioni per chi abita qui (Ndr.: come ad esempio il progetto di “scuola a distanza”) e di inverno usarlo come luogo di aggregazione dei giovani per corsi o per recuperi”. COLLABORAZIONE CON IL PARCO “Ci sono progetti in attesa di finanziamento per la Foresta della Deiva e per il turismo ad Alberola, tra cui piste di mountain bike e downhill”. Matteo Serlenga
Elezioni Comunali
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pag. 23 intervista di Fabio Mazzari a Faustino Fantoni sindaco di Montoggio (GE), paese dell'Alta Valle Scrivia, dove il 10 giugno si dovrà rinnovare il Consiglio Comunale. m.s.
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iene da Palo, piccola frazione del comune di Sassello a una manciata di chilometri dal centro del borgo. È Maurizio Bastonero, 66 anni, pensionato dopo una vita di lavoro nella sua azienda agricola, il candidato sindaco per la lista “Sassello Libero”; una distanza, quella con l'attuale amministrazione, non solo geografica, ma anche su molte tematiche: “mi propongo come sindaco delle piccole cose, dei piccoli problemi che si presentano ai sassellesi”, ci spiega Bastonero, “contro la burocrazia e la vecchia politica”. Un programma che, secondo il candidato dell'opposizione, “è semplice, fattibile, e contro le grandi opere, che sono quelle che hanno dilapidato le casse del comune, che non deve più essere visto come un castello con un ponte levatoio”; una politica quindi contro gli sprechi e vicina ai cittadini e che, come vedremo, strizza l'occhio verso Pontinvrea piuttosto che ad Urbe. Ecco i punti principali del programma
STRADE “Bisogna tenere in ordine le strade comunali e, se necessario, attuare una vibrata protesta contro la provincia, ormai sempre più assente”.
GESTIONE DEI RIFIUTI “Dobbiamo lasciare l'orario libero per la deposizione dei rifiuti (rigorosamente differenziati), soprattutto per venire incontro ai villeggianti del weekend dando loro la possibilità di depositare i loro rifiuti e contrastare il loro abbandono”. CENTRO STORICO E MERCATO CIVICO “Vogliamo spostare il mercato nel centro storico. Una proposta per valorizzare il borgo, ormai sempre più abbandonato anche dagli artigiani, istituendo un mercato straordinario il venerdì. Inoltre vogliamo che, chi decide di apre un'attività nel centro storico, per 5 anni non pagherà tasse comunali”. FRAZIONI “Vogliamo aiutare le attività abbassando le tasse per chi ha attività nelle frazioni: un piccolo gesto per il loro eroico tentativo di rimanere e, grazie al loro lavoro, contrastare il drammatico spopolamento delle località più interne.” ANIMALI DOMESTICI (E NON) “Vogliamo l'istituzione di un'area canina che non costi nulla ai
VIDEOSORVEGLIANZA E SICUREZZA “Miglioramento dell servizio nelle zone periferiche e in zone strategiche per limitare furti e vandalismi e lotta all'abusivismo”. AREE INTERNE, LOTTA AGLI SPRECHI, UNIONE DEI COMUNI “Non sono contrario al progetto Aree Interne, però le risorse devono essere amministrate dai comuni. Per quanto riguarda la lotta agli sprechi, toglieremo la certificazione ambientale, che è solo una spesa per il comune: l'ambiente si cura con il lavoro direttamente sul territorio e non con costosi attestati. I comuni vicini (Pontinvera, Mioglia e Stella) non ce l'hanno e hanno i territori più curati dei nostri”. E, RIGUARDO I COMUNI VICINI... “L'unione dei comuni con Urbe è un disastro. Un disservizio totale senza ritorno economico: dobbiamo dare il vigile a Urbe e impiegati due volte alla settimana. Cercheremo di attivare l'unione dei comuni con Pontinvrea, Mioglia e Stella”. Matteo Serlenga
Dal lontano 1950 una tradizione dolciaria che si tramanda da più generazioni
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l’inchiostro fresco Aprile 2018
SPECIALE STORIA DEL TERRITORIO
Nei secoli baluardo di difesa della Repubblica di Genova
Storia di un forte dimenticato
Il Castello di Masone N
Il forte Aresci
el XVII Secolo la Liguria cadde sotto le mire espansionistiche del ducato di Savoia, desideroso di aprirsi uno sbocco sul mare. Cominciò così la guerra tra la Repubblica di Genova e i franco-piemontesi del 1625, che vide nuovamente l'area del Beigua come territorio di scontri e la stessa area giocò un ruolo importantissimo nel porre freno all'invasione piemontese. L'intero entroterra era diventato infatti campo di battaglia tra i due schieramenti e i genovesi avevano posto le loro difese proprio in quel territorio, in particolare la Valle Stura. In occasione della prima guerra savoina, dovo aver perduto Novi e Ovada, le truppe liguri si concentrarono a Rossiglione e a Gavi per impedire la discesa franco piemontese verso la città di Genova. Le truppe genovesi, capitatane da Nicolò Doria, riuscirono a tenere impegnati i piemontesi e i loro alleati tra Rossiglione e Ovada, dove però vennero poi sconfitti a Costa di Ovada. In seguito, non avendo ricevuto aiuti da Campo Ligure, feudo imperiale da sempre ostile alla Repubblica e a Masone, il Doria decise di ripiegare su ciò che era l'ultimo baluardo di resistenza verso Genova: il castello di Masone. Il castello, con non poca fatica, venne espugnato, ma ciò non bastò ai francesi per raggiungere il loro obbiettivo. L'unica strada per Genova, la Cannellona, era infatti in condizioni pessime; quasi impraticabile, la cattiva condizione della strada impedì ai francesi di poter portare verso il mare la loro artiglieria. Nel XVIII Secolo, la Guerra di Successione Austriaca, che coinvolse la Repubblica di Genova, vede nuovamente l'entroterra e la Valle Stura come campo di battaglia e la riapertura delle vecchie ostilità tra i vari feudi, nonché la fondamentale importanza difensiva del
Disegno tratto dalla copertina del libro "Il feudo di Masone e la repubblica di Genova (1342-1626)" di Pasquale A. Pastorino
castello di Masone. Il conflitto arrivò nell'entroterra nel 1746 quando i piemontesi presero Ovada: nonostante una “sortita” dei genovesi con la momentanea rioccupazione del borgo dell'Oltregiogo, Genova ordinò di ripiegare e i paesi della Valle Stura furono abbandonati alle razzie dei soldati austriaci, che fecero di Campo Ligure il loro borgo “testa di ponte” verso il genovesato. Nel frattempo, la zona dell'Alta Valle Orba, dove si svolse una grande battaglia nei pressi della Badia di Tiglieto, venne occupata, e subì la stessa sorte la zona costiera di Voltri. Masone rimase così nuovamente l'ultimo fortilizio della Repubblica a difesa dei confini a ponente della città. Le truppe del castello, nonostante l'inferiorità numerica, resistettero valorosamente fino al 28 maggio 1747: dopo la resa, il castello venn e
abbattuto. Oggi rimane la piazza a portare il suo nome e un muro. Alla conclusione delle ostilità, con la fine della guerra, la Repubblica di Genova rinsaldò i suoi confini, rinunciando però ad alcuni possedimenti oltre Appennino; ne consegue un periodo di tranquillità dal punto di vista amministrativo, anche se si stanno preparando nuovi scenari di guerra con l'arrivo di Napoleone, divenuto, il 23 febbraio 1796, comandante supremo dell'armata d'Italia. Matteo Serlenga
La planimetria di Forte Aresci in un disegno originale tratto dal libro "Forte Geremia" di B. Repetto
A
differenza del più noto forte Geremia, struttura militare di epoca post napoleonica che svetta al di sopra della strada del Faiallo, meno nota è la storia e la locazione del suo fratello minore: il forte Aresci. È situato nei pressi del passo del Turchino e costruito in concomitanza con il Geremia, ma dalla sorte decisamente più sfortunata. Le due opere vennero edificate dal genio militare del Regno d’Italia sulla fine dell’Ottocento per il controllo del passaggio del sottostante valico del Turchino, e prendono il nome dai colli sui
quali sono state erette; entrambe circondate da un fossato in modo da renderle meno visibili ed accessibili in caso d’ attacco erano tra loro collegate da una strada militare e da un telegrafo. Nel 1914 un’esplosione accidentale ha fatto saltare per aria la maggior parte delle strutture della Batteria Aresci provocando la morte di molti militari e ad oggi, a testimonianza di quella lontana sciagura, sono rimasti visibili solo le macerie del corpo di guardia ed un grande piazzale probabilmente sede della violenta deflagrazione di fianco al quale sorgeva la caserma e le postazioni delle bocche da fuoco. Un articolo del Secolo XIX dal titolo
“Sangue sul Turchino, salta in aria la polveriera” datato 29 gennaio 1914, il giorno seguente alla grave tragedia, riporta la notizia dell’avvenimento; il corrispondente M.R. Pizzorni raggiunge alle 19 del 28 gennaio il luogo dell’esplosione e descrive la scena della catastrofe con le seguenti parole: “Dalla radice del mammellone sulla cui vetta era il forte Aresci, si scorgono subito le tracce dell’immane disastro, tutto attorno la neve è ricoperta di pietre, di terra argillosa, di rottami, di macerie. Ci avviciniamo al punto in cui è avvenuto lo scoppio, la topografia del luogo è completamente cambiata. Ove prima sorgevano i magazzini del carriaggio, dei legnami e dei cordami, e dove erano scavate le polveriere, sono ora due vaste buche. Sull’orlo di una di esse sono ancora due fucili, due zappe e un’ascia abbandonati.” Il corrispondete prosegue il suo reportage descrivendo i miseri resti rinvenuti delle vittime, tra cui “una testa dal volto trasfigurato ed irriconoscibile ed un braccio, che dalla manica della giubba, che porta ancora il distintivo, si constata subito che il disgraziato seppellito era un graduato, il caporale maggiore che comandava il presidio del forte”. L’inviato Pizzorni termina la sua cronaca accertando la presenza di sei morti totali e due feriti che furono estratti vivi dai boscaioli e ricoverati all’ospedale di Campoligure.
Genova vista dal Passo del Faiallo dove il Forte Aresci puntava i suoi cannoni, mentre alle sue spalle il Castello di Masone proteggeva la Valle Stura
Luca Serlenga
Ovada e ovadese Purché si faccia!!!
Una riserva naturalistica a Capriata d’Orba
Un’oasi naturale per la Val d’Orba N I el 2005 in quel di Capriata d’Orba venne presentato un progetto per la coltivazione di una cava per l’estrazione di ghiaia in località Gora. Insieme ad esso, tramite la normativa che stabilisce, per chi richiede l’autorizzazione ad estrarre materiali inerti, l’obbligo di presentare un piano di rinaturalizzazione dell’area coltivata, venne presentato un elaborato di ingegneria naturalistica. Tale elaborato prevedeva la realizzazione di un’area umida, ovvero di una sorta di oasi naturale al centro della quale avrebbe dovuto sorgere un sito lacustre artificiale. Francesco Carboni ci spiega: “Tale sito avrebbe rappresentato una sorta di riserva per la flora e la fauna locali e, nell’area lacustre, avrebbe dovuto nascere un’oasi naturale per il ripopolamento di diverse specie di uccelli (ndr Airone Cinerino)”. Per questo all’epoca era stato presentato un idoneo progetto che ricalcava altri due progetti di rinaturalizzazione realizzati con grande successo nel Parco del Po a Casale Monferrato e Valenza. Anche Capriata d’Orba avrebbe potuto fregiarsi di un’iniziativa simile, dove la necessità di reperire materiali utili all’edilizia e ai lavori pubblici si sposava con la tutela ambientale. Come appunto l’ingegneria naturalistica, nuova disciplina di questo millennio, che nel Trentino Alto Adige da anni ha già fatto scuola, insegna. “Un progetto molto bello e interessante - lo definisce Carboni - tuttavia all’epoca non c’erano i presupposti per farlo partire e venne proposto un nuovo progetto, in cui il piano di scavo non era molto profondo e la realizzazione dell’a-
rea lacustre diventava quindi impossibile. Il tutto per non andare ad intaccare una sottostante falda acquifera – prosegue Carboni – e anche per una tutela da eventi alluvionali”. L’impresa titolare della licenza per la coltivazione della cava, in seconda battuta ha presentato un nuovo progetto che sostanzialmente riprende quello iniziale, con alcune modifiche, a tutela dagli effetti di una possibile esondazione. Tale progetto è stato approvato e i lavori sono iniziati, consentendo finalmente, a distanza
di tredici anni, di realizzare l’area lacustre e l’oasi naturale sull’area umida. L’anno scorso la Provincia di Alessandria ha approvato la variante al progetto ritornando così all’idea iniziale del 2005. Entro pochi anni, quindi, Capriata d’Orba avrà, come auspica Carboni “un’area naturale di tutto rispetto che servirà alla valorizzazione e al rilancio del territorio”. I tempi per il momento non sono certi ma l’area dovrebbe essere pronta entro il 2024. Fabio Mazzari
Historia magistra vitae: prima o poi si paga il dazio!!!
L’area umida della cava Gorra Dall'ex sindaco di Capriata d'Orba, Pier Sandro Cassulo, riceviamo e pubblichiamo:
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el corso della mia lunga attività di amministratore della “cosa pubblica”, tra le tante esperienze, ho potuto constatare quanto sia difficile, da parte di alcuni settori della cittadinanza, accettare psicologicamente di essere “minoranza”. La vicenda della cava della Gorra in quel di Capriata d’Orba ne è stato un esempio emblematico. L’ESPERIENZA DELLA “GARZAIA” DI VALENZA Negli anni Ottanta, nel ruolo di Assessore del Comitato Comprensoriale di Alessandria, collaborando con l’Ente Parco del Po alla realizzazione dell’area umida della “Garzaia” di Valenza cavan-
do ghiaia, verificai che si poteva estrarre inerti in modo ecologicamente sostenibile. Infatti la Garzaia, ricca di flora e fauna particolarissima, è ancora oggi meta apprezzata dalle scolaresche di tutta la Regione. LA CAVA DELLA GORRA Nel 2010, sindaco di Capriata d’Orba, la Ditta Cerutti di Silvano d’Orba mi informò che aveva chiesto alla Provincia l’autorizzazione per cavare ghiaia nei terreni di sua proprietà in area golenale sul torrente Orba, in località Gorra, mi ritornò alla mente il progetto della Garzaia. Quindi, in accordo con la maggioranza consigliare, condizionai il nulla osta alla cava, sole se si fosse attuato un progetto simile all’area umida della Garzaia.
L’ITER DEL PROGETTO La ditta Cerutti accettò l’impostazione del Comune, prendendo contatti con l’Ente Parco e insieme stesero un progetto molto oneroso per la ditta. Quando presentai gli elaborati prima alla minoranza consiliare e poi in due assemblee pubbliche, apriti o cielo!!!! Tutte le più assurde critiche vennero fuori. La minoranza consigliare del P.D. capriatese minacciò i suoi rappresentanti provinciali di ritorsioni elettorali se avessero approvato il progetto. L’ESITO DI QUEL MURO CONTRO MURO Risultato? L’Ente Parco fece marcia indietro e la Provincia di Alessandria trasformò il progetto da area umida e cava sopra falda, con il pericolo di vedere travolte, come dissi in Conferenza dei Servizi ad
Alessandria, le previste piantumazioni a fondo cava da eventuali alluvioni. Non fui ascoltato e quello che avevo profetizzato si dimostrò nel tempo purtroppo realistico. LA STORIA PAGA SEMPRE! Alcuni anni fa la Provincia, quando non ero più sindaco, si rese conto dell’errore compiuto e in accordo con la ditta Cerutti riesumò il vecchio piano dell’area umida sotto falda. Purtroppo non credo che, con i lavori sino ad oggi eseguiti, si potrà realizzare appieno il progetto originario che sarebbe stato sicuramente un fiore all’occhiello per tutta la Valle dell’Orba e che avrebbe dimostrato che volendo è possibile coniugare le necessità dell’edilizia con la tutela ambientale.
l 28 gennaio 2005, l’allora sindaco di Capriata d’Orba, Pier Sandro Cassulo, convoca una pubblica assemblea per illustrare un progetto per la coltivazione di due cave di ghiaia in località Gorra e la loro trasformazione in un’oasi naturalistica per l’airone cinerino con un laghetto per la pesca amatoriale. Un’agguerrita minoranza insorse contro quel progetto formando un comitato, “Capriatesi per Capriata”, che con un manifestino, titolato "Avanti con la ghiaia?" e ciclostilato in proprio presso la sede del PD di Novi, chiedeva l’istituzione di una commissione d’esperti per valutare la vicenda. Per tentare di pacificare gli animi, il 18 marzo 2005 il gruppo di studio “Lo Scettro ai Cittadini” propose un pubblico dibattito che però andò deserto e contro organizzato il 13 aprile 2005 presso la S.A.O.M.S. dai “Capriatesi per Capriata”, nel corso del quale si addebitava al comune la responsabilità di quel progetto ritenuto pericoloso all’ambiente. Per far comprendere alla cittadinanza che le scelte non dipendevano dal Comune ma dalla Provincia (Commissione V.I.A.), nasce il comitato “Genovesi per Capriata” che vedeva invece in quel progetto un motivo di attrazione turistica. Ma gli animi erano molto accesi e alla fine si pensò bene di mettere da parte quel progetto, che oggi, col senno del poi, viene fortunatamente ripreso. Gian Battista Cassulo
Pier Sandro Cassulo
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l’inchiostro fresco Aprile 2018
OVADA E OVADESE
Parla Francesco Carboni, presidente del “Consorzio Depurazione Acque Reflue”
La CNA e le attività artigianali
Una realtà utile al territorio Rosso Ciliegia I D l Consorzio Depurazione Acque Reflue della Valle dell’Orba, con sede a Basaluzzo, raccoglie le acque reflue (ovvero fognarie di scarico) di diciassette comuni. La proprietà è gestita da cinque comuni (Basaluzzo, Capriata d’Orba, Castelletto d’Orba, Predosa e Silvano d’Orba) mentre i restanti dodici comuni sono convenzionati. Il presidente Francesco Carboni spiega: “L’impianto ha una rete consortile pari ad un centinaio di
Dati tecnici consorzio
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ede: località IRIDE – Basaluzzo (Al)
19 comuni, 31.977 abitanti, Totale superficie: 301,06 Kmq, 13.100 mc/giorno di portata media, 4 canali di sollevamento, 93,00 Km di sviluppo rete consortili. COMUNI CONSORZIATI: Basaluzzo, Capriata d’Orba, Castelletto d’Orba, Predosa, Silvano d’Orba. COMUNI CONVENZIONATI: Casaleggio Boiro – Francavilla Bisio – Fresonara – Gavi – Lerma – Montaldeo – Mornese – Pasturana – Rocca Grimalda – San Cristoforo – tagliolo Monferrato – Tassarolo – Bosio – Parodi Ligure LE FINALITÀ DEL CONSORZIO: La finalità del Consorzio consiste nella gestione di un unico impianto di depurazione, ove vengono convogliate tutte le acque di scarico provenienti dai paesi consorziati, da trattare prima della loro restituzione al corso d’acqua naturale in località Iride.
Francesco Carboni, presidente del Consorzio
chilometri, nell’ambito della quale si allacciano diciassette comuni” . Il consorzio è nato negli anni Ottanta nell’ambito di una politica attenta ad un ambiente più sano, quando ancora le acque reflue venivano scaricate direttamente nei corsi d’acqua. “Il depuratore nacque con dimensioni che erano circa la metà di quelle attuali – ci fa presente Carboni – poi, con l’adesione di nuovi comuni al Consorzio, l’impianto, il primo in assoluto nella zona, è stato raddoppiato”. Il prodotto finale è acqua pulita che esce dal depuratore e viene reimmessa nel torrente Lemme, affluente dell’Orba. “È un'acqua che può essere tranquillamente adoperata per usi irrigui – ci precisa Carboni – noi usciamo con un Escherichia coli (ndr batterio coliforme) che è pari quasi a zero. Ovviamente non si tratta di un’acqua potabile perché il trattamento delle acque potabili è completamente diverso”. L’impianto di depurazione scarica quindi un prodotto completamente depurato, frutto di un’attenta lavorazione. L’impianto di Basaluzzo copre un territorio che copre circa 272 kmq e serve quasi trentamila abitanti. Un’area molto vasta che, come ci spiega il presidente, ha una peculiarità: “A fronte di un numero di residenti sostanzialmente non considerevole, sono presenti però moltissime attività agricole ed inoltre diverse realtà industriali, da quelle alimentari fino a quelle chimiche, che producono notevoli
scarichi di acque. In tale contesto quindi – sottolinea Carboni - ciò che trattiamo è composto per un cinquanta per cento da acque industriali ed un altro cinquanta per cento da acque civili”. Dopo la realizzazione di due
linee di depurazione, anche il Consorzio Depurazione Acque Reflue di Basaluzzo si è trovato a far fronte con la crisi economica: “Molte aziende – esordisce a questo proposito Carboni – hanno iniziato a ridurre l’attività e, di conseguenza, è diminuito il consumo di acqua da trattare”. Ci congediamo da Francesco Carboni mentre ci esterna una sua soddisfazione personale: “Possiamo dire che stiamo facendo il nostro lavoro in modo ottimale in quanto l’impianto sta funzionando benissimo ed è uno dei più moderni del settore”. Fabio Mazzari
L'Ovada che vorrei Riceviamo e pubblichiamo:
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l neonato Comitato Cittadino “L’Ovada che...Vorrei” ha mosso i primi passi, provvedendo ad approvare lo Statuto, nominando il Consiglio direttivo e registrandosi presso l’Agenzia delle Entrate. Durante la prima riunione del direttivo sono state affrontate varie proposte e si è deciso di iniziare il lavoro con tre argomenti, non di critica ma di proposta, che verranno portati all’attenzione del Sindaco: posteggi, arredo urbano e problematiche della raccolta rifiuti. Nel frattempo il Comitato comunica che è aperto a valutare nuovi ingressi di persone con spirito propositivo desiderose di portare un contributo al miglioramento ed alla crescita di Ovada. Priolo Angelo Ioris
al 1° al 13 maggio presso la Loggia di San Sebastiano di Ovada, il Club Photo 35 Centro Fotografico Ovadese associato alla Federazione Italiana Associazioni fotografiche, presenta una mostra fotografica dal titolo “Rosso Ciliegia” con il patrocinio della CNA, Confartigianato e del Comune di Ovada. Verranno presentate le foto delle attività artigiani di Ovada e della zona e soprattutto i maestri artigiani di cui il territorio è orgoglioso. Sono infatti ancora molti coloro che svolgono, con numerosi sacrifici, le più svariate attività artigianali e tramandano ai figli i segreti di questo lavoro dando un segno di continuità e di presenza. Così il lavoro svolto si traduce in bellissime foto che gli associati di Photo 35 hanno saputo immortalare e custodire per il futuro. (l.r.)
INFO: l ’orario di apertura e sabato e domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 18.30, mercoledì dalle 10.30 alle 18.30, venerdì dalle 21 alle 23. Una foto dell’artigiano dell’anno Marenco
Ovada Docg: finalmente riconosciuto il marchio
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a oggi l’ovadese è più ricco, finalmente è arrivata l’ufficialità sul Riconoscimento del Consorzio Tutela Ovada Docg con il Decreto Ministeriale n.13779 del 27 Febbraio 2018 in corso di pubblicazione sula Gazzetta Ufficiale. Questa è la notizia, sta in poche righe, ma è il risultato di un intenso lavoro iniziato ufficialmente il 5 luglio 2013, atto della costituzione del Consorzio di tutela Ovada Docg. Da quella data un gruppo di diciotto aziende si è messa in gioco per costruire quel soggetto che rispondesse all’esigenza di aggregare le piccole realtà vitivinicole del territorio impegnate a produrre il vino Ovada Docg frutto del “disciplinare” approvato nel 2008, lavorando sulla promozione, costruendo collaborazioni con molti soggetti, stimolando il confronto
continuo tra produttori per una condivisione identitaria dell’Ovada Docg, portando il vino fuori dai soliti confini come un grande rosso piemontese si merita. Si respira soddisfazione tra gli associati al Consorzio, che dichiarano: “Questo percorso di cinque anni è stato di duro lavoro e di grandi soddisfazioni e ci ha portato a crescere numericamente e a raggiungere le percentuali richieste per il Riconoscimento. Oggi il Consorzio è costituito da 33 aziende, superando abbondantemente le
percentuali richieste per il riconoscimento.” Il Presidente Italo Danielli continua: “Un grandissimo grazie a tutti i produttori che in questi anni hanno lavorato per raggiungere questo primo obiettivo, alle aziende associate … strada facendo per aver condiviso il progetto e a chi, anche dall' esterno, ci ha dato supporto e fiducia. Questo Riconoscimento era un obiettivo, non è di certo un traguardo, da oggi si moltiplicheranno le opportunità per questo territorio, dovremo sinergicamente dimostrare di saperle cogliere puntando decisamente sulle nostre eccellenze, non solo l’Ovada Docg ma enogastronomia, accoglienza, paesaggio, cultura in una sola parola Territorio o semplicemente chiamata qualità della vita.” Luisa Russo
l’inchiostro fresco Aprile 2018
OVADA, OVADESE E RONDINARIA Ovadese: i numeri del Consorzio
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Polizia municipale: controlli verso i proprietari di animali
Assistenza I vigili impegnati per la città S N ono stati 2368 i singoli cittadini del territorio ovadese che nel 2017 si sono rivolti ai servizi sociali del Consorzio di Via XXV Aprile ad Ovada. Si tratta di una percentuale importante e significativa pari all’8,61% su una popolazione di 27.505 abitanti al 31/12/2017 che comprende non solo il Comune di Ovada, ma anche i sedici Comuni del territorio.
I NUMERI Analizzando i dati forniti dal Direttore Emilio De Lucchi, 1.639 utenti sono stati presi in carico dai servizi sociali, mentre 729 sono le persone che hanno usufruito esclusivamente del servizio di segretariato sociale. In particolare dei 729 cittadini che hanno fruito esclusivamente del segretariato sociale 82 si sono rivolti ai servizi per il Cercalavoro, 400 sono stati invitati ai servizi della sanità e 247 sono stati invitati ad altri servizi oppure hanno rinunciato alla presa in carico. Invece i 1.639 cittadini presi in carico dai servizi sociali, 320 sono minori, 71 minori disabili, 174 adulti disabili, 561 adulti, 128 anziani e 385 gli anziani non autosufficienti. LE AREE D’INTERVENTO Per quanto riguarda le aree di intervento 2666 sono gli interventi così suddivisi: 850 nell’area famiglia e minori, 443 nell’area disabilità, 10 nell’area delle dipendenze, 707 nell’area anziani, 608 nell’area disagio sociale, 48 nell’area dell’immigrazione. Infine dei 1.639 utenti in carico dal Consorzio, 1.028 sono gli interventi attivati con costo diretto dell’Ente. Tra questi i numeri più importanti riguardano 177 anziani che hanno fruito del servizio di assistenza domiciliare, 123 fruitori di assistenza economica, 59 coloro che hanno fruito del progetto “Amici a pranzo”, 49 coloro che hanno frequentato il Centro “Camminfacendo”, 41 gli utenti beneficiari di assegni di
cura o progetti di mantenimento a domicilio, 32 coloro che hanno fruito del servizio di autonomia scolastica Scuole dell’Obbligo.
GLI INVESTIMENTI E LE PROSPETTIVE L’Ente ha investito sul territorio 2,2 milioni di Euro per una spesa complessiva di 2,8 milioni. Proiettando lo sguardo verso il futuro c’è invece attesa per conoscere tempi e modi della fusione del Consorzio Servizi Sociali dell’ovadese con l’Associazione dei Servizi Sociali di Acqui dopo l’unione dei due Distretti avvenuta nel 2016. Luisa Russo
el 2016 sono 79 ed aumentano di 15 unità rispetto i sinistri rilevati dal Corpo di Polizia Municipale di Ovada. Le cause prioritarie sono da ricercarsi nella velocità, nell’imprudenza, nella mancata precedenza ed osservanza della distanza di sicurezza. Per contro la Polizia Municipale ha anche aumentato nel corso del 2017 le ore di educazione stradale (24) nelle classi delle Scuole Primarie proprio per un discorso di prevenzione verso i più giovani. Come sempre è imponente il lavoro svolto dal Corpo di Polizia Municipale nel 2017 che si concretizza in un lavoro d’ufficio in carico a cinque operatori che hanno garantito anche l’apertura al pubblico per 41.30 ore settimanali oltre all’impegno su strada. Per il lavoro interno si registrano 1450 pratiche per fiere e mercatini e rilascio di 904 autorizzazioni
temporanee di vendita; ricezione di 631 segnalazioni telefoniche; attuazione di pratiche connesse a 132 eventi; registrazione e gestione di 100 oggetti smarriti, istruzione di 104 pratiche di richieste agli atti, istruzione di 66 pratiche relative a permessi sosta invalidi, gestione di 52 bollettini allerta meteo, istruzione di 17 ricorsi, istruzione di 11 pratiche di risarcimento danni, accertamenti anagrafici 665. In riferimento invece al lavoro su strada si evidenziano gli aumenti rispetto al 2016 di sinistri stradali, veicoli controllati n. 2118 rispetto ai 1164 del 2016; veicoli rimossi 112 rispetto ai 97 dell’anno precedente; veicoli sequestrati o fermati 13 rispetto ai 4 del 2016; veicoli abbandonati rinvenuti 10 rispetto ai 2 del 2016. Da registrare anche i controlli agli attraversamenti pedonali (165), i controlli ai stalli residenti (39) e il
controllo nelle frazioni (156). Attenzione particolare viene anche riservata ai proprietari di animali e a tal proposito sono state elevate diverse sanzioni verso coloro che non asportano gli escrementi degli "amici dell’uomo". Compatibilmente con le altre esigenze di servizio del Corpo di Polizia Municipale, si svolgeranno anche uscite in borghese. Nel
Aumentano gli italiani che si rivolgono allo sportello Caritas
Esempio di volontariato da sostenere
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ntitolazione della sede Caritas di Ovada a Madre Teresa Camera e presentazione del bilancio dello sportello. Si è trattato di due momenti importanti per Ovada in quanto quest’anno ricorre il bicentenario della nascita alla frazione S. Lorenzo di Ovada di Madre Teresa Camera, fondatrice delle Suore della Pietà e i volontari Caritas la considerano un esempio da seguire per aver dedicato tutta la vita al servizio dei poveri. L’intitolazione della sede Caritas è avvenuta il 24 marzo scorso in coincidenza con l’anniversario della morte della Serva di Dio. Alla presenza di numerose consorelle tra cui la Generale Madre Miotti e molti ovadesi, è stata apposta una targa accanto all’entrata della sede di Via S. Teresa e un quadro all’interno.
Inaugurazione della sede Caritas di Ovada a madre Teresa Camera con la presenza della Madre Generale di Asti. Foto di Elisa Ferrari
L’ATTIVITÀ DELLO SPORTELLO CARITAS Per quanto riguarda invece lo sportello, aperto il mercoledì e il sabato dalle 9.30 alle 11.30, nel 2017 i ventidue volontari si sono impegnati nei seguenti settori: il Centro di Ascolto, la distribuzione viveri, il guardaroba, mentre altri volontari si sono impegnati nell’approvvigionamento delle derrate alimentari, nel trasporto e nella registrazione.
GLI AIUTI E L’ASSISTENZA Durante il 2017 si sono rivolti allo sportello 87 capi famiglia (9 in più rispetto al 2016) in rappresentanza di 247 conviventi (25 in più rispetto al 2016). Per quanto riguarda la provenienza delle persone assistite in modo continuativo il maggior numero è costituito da Italiani con 46 famiglie (5 in più rispetto al 2016) e 108 componenti (6 in più rispetto al 2016).
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Tra le altre nazionalità assistite segue il Marocco con 9 famiglie e 39 componenti, l’Ecuador con 9 famiglie e 36 componenti, Albania con 6 famiglie e 24 componenti, Romania con 7 famiglie e 12 componenti, Perù 4 famiglie e 9 componenti; Polonia 2 famiglie e 4 componenti; El Salvador 1 famiglia e 3 componenti e con 1 famiglia e 4 componenti Angola, Colombia e Macedonia. UN APPELLO Un’attività quella dello Sportello che ha portato anche a contrazioni nel bilancio per cui viene richiesto un aiuto a chi lo desidera con offerte, alimenti, vestiario rivolgendosi per informazioni alla sede di Via S. Teresa nei giorni di apertura. Luisa Russo
2017 i controlli sono stati 20, ma a quanto pare i più ostinati continuano a non usare il sacchetto. “La maleducazione di poche persone penalizza tanti cittadini – sottolinea l’Assessore ai Lavori Pubblici, Sergio Capello – che insieme al Comune sono impegnati a valorizzare la città”. L.R.
Telecamere al cimitero
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ono in funzione le telecamere all’ingresso del Cimitero Urbano di Ovada. Due occhi vigili osservano gli ingressi e le uscite. È stato anche messo in funzione un sistema di soccorso per chi, attardandosi, trova il cancello chiuso. C'è un pulsante e la persona rimasta chiusa avvisata tramite un telefono e digitando un numero potrà contattare i responsabili della Ditta Elete si recheranno ad aprire il cancello. Intanto l’Ass. ai Lavori Pubblici, Sergio Capello, comunica che riprenderà la sistemazione delle nuove colombaie, mentre continuano i contatti con i proprietari delle tombe lasciate in abbandono, affinché intervengano per una sistemazione. Si sta lavorando anche ad una revisione del regolamento cimiteriale. L.R.
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OVADA E OVADESE I ragazzi del Liceo Pascal: le giornate di primavera del FAI ovadese
Sergio Fava in mostra
Gli apprendisti ciceroni
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er tutto il mese di Aprile a Villa Carolina rimarrà aperta al pubblico una mostra personale del pittore novese con l’esposizione di più di 30 quadri, che hanno modificato temporaneamente l’aspetto degli stupendi ambienti del Golf Club. Una ventata di pittura astratta ha infatti sposato il classico arredamento “country” in una sperimentazione gradita sia dalla direzione che dagli osptiti del club. La pittura di Sergio Fava si colloca nel solco tracciato dalla scuola novese della pittura informale, ma nasce da un profondo pessimismo esistenziale che ha la sua catarsi sulla tela: un variegato caleidoscopio di forme che sfidano la fantasia dell’osservatore, un gioco di luci e di luminosità, una esplosione di colori, il tutto modulato da una sensibilità cromatica raffinata e da una solida tecnica pittorica basata sull’utilizzo degli smalti acrilici. Il maestro ha inaugurato la mostra in una bellissima giornata primaverile, domenica 25 Marzo, nell’occasione della quinta tappa del circuito Rotary D2032 Golf Cup, per la quale ha voluto effettuare un apprezzato gesto di beneficenza: ha messo in palio come primo premio in una simpatica
lotteria un quadro tramite il Rotary Club di Novi, padrino per l’occasione insieme al club Genova Nord Ovest ed al club Genova Golfo Paradiso. Il Distretto Rotariano 2032, che comprende la Liguria ed il Basso Piemonte, ha istituito una commissione specifica con l’incarico di raccogliere fondi, tramite l’organizzazione di gare di golf, da destinare al service mondiale “EndPolioNow”. Come è noto, l’eradicazione completa di questa tremenda malattia, la poliomelite, è molto vicina al suo compimento e necessita di un ultimo sforzo economico ed organizzativo. Il Rotary è stato il primo promotore parecchi anni fa di questa importante iniziativa. Una numerosa partecipazione di golfisti, rotariani e non, ha consentito di reperire numerosi fondi finalizzati al service anche tramite la lotteria. Tiziana Lazzari, past-governor distrettuale e rappresentante del RC Genova Nord-Ovest si è aggiudicata il primo premio della lotteria: il bellissimo quadro che si può ammirare nella foto. Marta Calcagno
’ultimo strascico d’inverno non ha dissuaso i moltissimi visitatori che il 24 e 25 marzo scorsi, Giornate di Primavera del FAI, hanno colto l’occasione per visitare Lerma accolti, come ormai da abitudine consolidata, dagli allievi del Liceo scientifico “B. Pascal” di Ovada coinvolti nel progetto “Apprendista Cicerone”. I circa sessanta ragazzi coinvolti, suddivisi in piccoli gruppi nell’arco delle due mattinate e pomeriggi, hanno condotto i visitatori in un percorso articolato all’interno del ricetto di Lerma con la parrocchiale di San Giovanni Battista e nella chiesetta romanica di San Giovanni al Piano all’interno del cimitero del paese. Il lavoro svolto dai ragazzi ha raccolto unanimi consensi, con
grande piacere dei giovani ciceroni impegnati in una attività che rientra nelle esperienze di Alternanza Scuola Lavoro. Preparati dalla prof.ssa Daniela
Arata con la collaborazione, durante le due giornate, delle prof. sse Carosio, Palazzo, Secondino, Marenco, Contino, e del gruppo FAI “Colline dell’Orba”, organizzatore locale dell’evento, ed in particolare da Giovanni Dolci-
no, i ragazzi hanno riconfermato il loro interesse per l’iniziativa che li vedrà pertanto nuovamente partecipi nei prossimi appuntamenti del FAI. Luisa Russo
Olga Regina D’Eramo laureata presso l’ospedale di Ovada
Una bella storia
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uella di Olga Regina D'Eramo, affetta da una grave malattia e ricoverata all'ospedale di Ovada, è una storia da raccontare. Non potendo trasferirsi a Roma per la discussione della tesi in quanto iscritta alla Facoltà di Psicologia dell’Università Telematica Internazionale UniNettuno, ha ottenuto in via eccezionale il conseguimento della laurea presso il Day Hospital Oncologico dell’Ospedale di Ovada grazie all’autorizzazione del Direttore Generale dell’Asl, Gilberto Gentili e del Primario di Medicina dell’Ospedale di Ovada, Paola Varese. Così la commissione ha raggiunto l’Ospedale di Ovada con grande disponibilità del personale per assistere ad un evento veramente unico. Olga D’Eramo si era sentita male nella notte tra il 28 febbraio e il 1° mar-
zo e la data della tesi era già stata fissata per cui non intendeva arrendersi proprio quando accarezzava un sogno dopo aver ottenuto da privatista il Diploma da Dirigente di Comunità e un posto di Docente al CNOS di Alessandria.
Così è stato chiesto all’Ateneo di effettuare una sessione speciale alla presenza della famiglia, degli amici, del personale infermieristico e dei Sindaci di Cremolino, dove vive, di Ovada e di Molare. Ha presieduto la Commissione
Direttori onorari: Rino Vaccaro e Luisa Russo • Direttore responsabile: Fabio Mazzari • Edizioni On-line: Luca Serlenga • Trattamento dati: Gian Battista Cassulo Presidente: Ass. Club F.lli Rosselli • Comitato di redazione: Luisa Russo (Ovada, Ovadese) Matteo Serlenga (Valle Stura, Val Leira) Marta Calcagno (Rondinaria, Novi) Fabio Mazzari (Valle Scrivia, Oltreappennino) Marisa Pessino (Nuova Libarna)
Luciano Di Mele in una giornata indimenticabile per tutti i presenti. Anche il Rettore dell’Università Maria Amato Garito, non potendo partecipare personalmente alla sua cerimonia di laurea, ha inviato una lettera di congratulazioni per il traguardo raggiunto e per l’impegno che ha sempre messo nello studio. “Ho potuto constatare la qualità del suo percorso di laurea, si legge - l’originalità del suo elaborato finale, nonché l’affinità che ha dimostrato fin dall’inizio ai valori e ai principi su cui si fonda la nostra Università. La ringrazio per la forza che sta dimostrando nel voler concludere i suoi studi anche in un momento difficile della sua vita. È lei, cara Olga, che oggi sta insegnando a tutti noi il modo di affrontare le avversità della vita”. Luisa Russo
Samantha Brussolo (Val Borbera, Valle Spinti) • Rubriche: Davide Ferreri (l’Arca) Ester Matis (Esternando) Fabiana Rovegno (Dalla vostra parte) • Sport: Enzo Prato • Grafica e impaginazione in proprio: grafica2@inchiostrofresco.it “l’inchiostro fresco” è registrato presso: Reg. Stampa AL n. 322 del 31/01/1985 R.O.C. n. 11700 del 12/02/1998 Iscr. online: n. 36 del 11/01/2016
Pubblicità raccolta in proprio: geom. Umberto Cecchetto (328-60.87.969) Associazione “Club Fratelli Rosselli” editrice de “l’inchiostro fresco” • Presidente e Legale rappresentante • Collegio dei Probi Viri: Gian Battista Cassulo Domenico Bisio, Federico Cabella, Davide Ferreri (soci fondatori de “l’inchiostro • Consiglio Direttivo: fresco”, voce di Rondinaria - 2005) Marta Calcagno, Massimo Calissano, Arnaldo Liguori, Fabio Mazzari Club Fratelli Rosselli Iscritto alla C.C.I.A.A. di Alessandria • Collegio dei revisori dei Conti: Umberto Cecchetto, Alfonso Gatti, Renato Milano al n° 226160 il 4/10/2005 (soci storici e fondatori dell’Associazione nel 1985) P. IVA e C.F. 02096520065
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l’inchiostro fresco Aprile 2018
OVADA, OVADESE E RONDINARIA
Guido Ratto Rettore della Confraternita
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uido Ratto è il nuovo Rettore della Confraternita della SS. Annunziata e subentra a Marino Campora che ha occupato tale ruolo per sei anni. Il nuovo Direttivo è composto oltre che dal nuovo Rettore da Valter Lorietti Vice Rettore, Marino Campora Tesoriere, Stefano Erbaggio Segretario; Sergio Lantero Revisore dei Conti, Luigi Nervi maestro dei novizi, carica in precedenza ricoperta dalla Paola Toniolo che ha rinunciato per motivi personali. Consiglieri: Elvio Nervi, Lorenzo Bisio, Emanuele Vignolo. “Negli ultimi anni - afferma Guido Ratto – è stato fatto molto per conservare la bellezza dell’Oratorio come il recupero degli altari, della casse processionali e dei quadri di Luca Cambiaso, oltre ad opere meno visibili ma necessarie come l’impianto elettrico. Il mio impegno sarà nel segno della continuità in ricordo di Napoleone Aschero, grande Amico e Maestro di vita confraternale nonchè nel segno di Marino Campora che negli ultimi sei anni ha veramente dato tanto alla Confraternita senza risparmiarsi coniugando al meglio la partecipazione alle iniziative religiose ed al mantenimento del grande patrimonio artistico dell’Oratorio”. La Chiesa è sempre aperta il mercoledì e sabato mattina e le due feste principali sono la Santissima Annunziata, quest’anno celebrata il 9 aprile scorso, mentre la Madonna del Carmine con la processione viene celebrata il 15 luglio 2018. L.R.
L’Accademia Urbense presenta gli eventi 2018
Un fitto programma di eventi L ’Accademia Urbense di Ovada continua ad essere un luogo di cultura e un punto di riferimento non solo per la città. È uscito nei giorni scorsi per il 31° anno il primo numero del 2018 di URBS con articoli e recensioni, mentre sono state annunciate le prossime iniziative. Si svolgeranno presso la Pinacoteca di Via Gilardini corsi di disegno artistico e pittura riservati ai soli associati e tenuti dal Maestro Ermanno Luzzani. È in preparazione un volume memorial dedicato a Claudio Villa incoronato ad Ovada “Re della canzone” dal titolo “Il giorno che facemmo un re” e con i momenti legati al periodo d’oro del ballo con la famosa “Conchiglia” dell’Enal e i veglioni. Tra le altre iniziative verrà pubblicata una guida su Silvano d’Orba curata da Giovanni Calderone; nell’ambito
conferenza sul talento e la poliedricità artistica del Maestro. Infine dal 21 al 30 settembre presso la Loggia di San Sebastiano avrà luogo una mostra pittorica ed un angolo conferenziale dedicati al fascino dei cieli del Monferrato con l’esposizione delle opere del Maestro Eranno Luzzani e dei suoi allievi ovadesi e boschesi. Un’attività senz’altro imponente grazie anche alla quota associativa sottoscritta dai soci che permette di svolgere al meglio le attività volte alla difesa del patrimonio storico – artistico, usi, tradizioni e dialetto dell’Ovadese e alla sua valorizzazione.
dei programmi editoriali in Primavera uscirà il libro postumo di Romeo Pavoni dedicato alla storia dell’Oltregiogo Genovese. Verrà ricordato “Nino” Natale Proto presso il Complesso Monumentale di Santa Croce in Bosco Marengo
nell’ambito di una mostra dedicata alla figura del pittore ovadese. L’evento è in programma dal 1 al 17 giugno presso la prestigiosa sala “Corbacev” e nel contesto della manifestazione lo studioso d’arte Ermanno Luzzani terrà una
Luisa Russo INFO: È possibile anche sostenere le iniziative dell’Accademia sottoscrivendo il 5 per mille intestato a P.I e C.F. 01294240062.
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6 maggio: Bruceta di Cremolino
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rimo appuntamento per il Bicentenario della concessione Giubilare alla Bruceta di Cremolino. Domenica 6 maggio è in programma il VII Raduno dei giovani Confratelli della Provincia Ecclesiastica Ligure e Giubileo delle Confraternite della Diocesi di Acqui Terme. Alle ore 8.30 iscrizioni e colazione in Piazza San Bernardino; ore 11 apertura Porta Santa e solenne Pontificale presieduta da S.E. Mons. Alberto Maria Careggio Vescovo emerito di Ventimiglia – San Remo. Ore 12 benedizione apostolica impartita per conto e nome del Santo Padre Francesco. L.R.
Candidatura al Premio Campiello per Enrico Giannichedda
“Quasi Giallo. Romanzo di archeologia”
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nrico Giannichedda, ovadese di adozione e archeologo indipendente noto nel mondo accademico italiano e non solo si presenta nel 2018 all'insegna del giallo e il suo libro “Quasi Giallo. Romanzo di archeologia” (Edipuglia 2018), è stato selezionato tra i romanzi che concorreranno alla 56° edizione del Premio Campiello. Il 25 maggio a Padova si svolgerà la selezione della cinquina finale e 15 settembre a Venezia la proclamazione del vincitore. Dunque non un saggio tecnico sull’archeologia, la sua “scienza”, ma una prova di narrativa. Abbiamo chiesto all’autore che cosa lo abbia spinto a provarsi in un contesto che esula dalla sua “normale” attività, quella di archeologo sul campo e di scrittore sì, ma di relazioni di scavo o di manuali di metodolo-
AI LETTORI
Informiamo che il responsabile della raccolta pubblicitaria per “l'inchiostro fresco” è il geom.Umberto Cecchetto socio dell'Associazione "Club F.lli Rosselli".
328 60.87.969
Contattabile al: email: cecchettoumberto@gmail.com
gia adottati nei principali corsi di laurea di indirizzo Archeologico e dei Beni culturali. La risposta è stata articolata, ma muove dal fatto che l’archeologia, così accattivante, resa anche misteriosa da diversi approcci televisivi e di divulgazione, in realtà è una scienza poco conosciuta. “Mi sono, quindi, chiesto – afferma Enrico Giannichedda - se un tecnico, un archeologo, potesse raccontare l’archeologia attraverso alcuni suoi protagonisti, uomini e donne che lottano per emergere in un mondo dove la cultura e la ricerca non pagano, in contesti dove sono loro stessi, non solo accademici, ma persone portatrice di storie da “scavare”. Il testo, quindi, già potete immaginarlo, ha diverse chiavi di lettura. Sicuramente la più immediata tra le suggestioni e quella che muove dal paragone
archeologo-investigatore: l’interpretazione degli indizi, la ricerca dei moventi, la ricostruzione di vite e di contesti che non esistono più spinge lo studioso così come il detective ad essere un acuto osservatore che non da nulla per scontato. Partendo da questa analogia, Enrico Giannichedda ha
creato nelle sue pagine, in realtà, non un giallo classico, ma semmai una “indagine” all’interno di storie ora del passato ora del presente, dove emergono bassezze e vicende mai chiarite. La narrazione si snoda tra “perle” di saggistica archeologica e dietro le quinte che coinvolgono la vita
privata di docenti e ricercatori di un dipartimento universitario. Il romanzo è stato dato alle stampe nel mese di febbraio, disponibile a richiesta nelle librerie, sul sito dell’editore e anche sulle principali piattaforme online. Un libro che terrà col fiato sospeso e che segna il sorprendente esordio narrativo di un autore già noto per molte ricerche archeologiche, fra cui, per ricordare quelli in zona, gli scavi del monastero di santa Maria di Bano a Tagliolo. La performance di Enrico non fa altro che confermare la presenza di personaggi nel campo artistico, culturale e letterario che tengono alto il nome del territorio Ovadese con risultati che escono dal locale per confrontarsi con successo ad alti livelli. L.R.
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OVADA, OVADESE E RONDINARIA La storia di Castelletto rivive tra le mura del borgo medievale
Fratelli d’arme nel ricetto
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l 5 e il 6 maggio Castelletto d’Orba si colorerà di storia medievale, per la V edizione della Kermesse “Quattro passi nel Medioevo”, organizzata come di consuetudine dall’Associazione sportiva dilettantistica “Fratelli d’Arme”, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale e la collaborazione di varie Associazioni storiche locali.
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IL FILO CONDUTTORE Figuranti in costume, cavalieri dotati di corazza elmo e scudo attenderanno alle porte del paese i visitatori, per accompagnarli all’interno dell’antico riccetto, dove per due giorni il borgo medievale sarà animato da cruenti duelli tra cavalieri, spettacoli di arcieri, sbandieratori, maghi e saltimbanchi. Riusciranno i valorosi cavalieri a liberare il paese dal gioco pressante del Marchese Alberto Zueta, cacciandolo e uccidendolo spietatamente? Un pezzo di storia, che Castelletto ha vissuto nel Medioevo, si materializzerà sotto gli occhi dei passanti e diventerà presente; le luci, i suoni e tante magiche suggestioni permetteranno di vivere l’antica atmosfera del passato, che unisce storia e tradizione. IL PROGRAMMA Sabato 5 maggio l’accampamento medievale si aprirà al pubblico, verranno organizzate sfide tra cavalieri delle numerose associazioni, gare di tiro con l’arco, esibizioni di spada, danze e giochi medievali. In serata il processo all’eretico Morioldo da Gavi, spettacoli di giocoleria e spade infuocate. La grande novità sarà domenica 6 maggio, dalle ore 11 alle ore 21. Zosimo lo stregone intratterrà i più piccoli con le sue strabilianti magie e al pomeriggio si svolgerà il “Torneo dei Paesi” , che consiste nella rappresentazione delle più suggestive competizioni medievali: scherma, arco, fune.
Si fronteggeranno i rappresentanti dei paesi limitrofi: Belforte, Capriata, Castelletto, Ovada, San Cristoforo e Silvano. Saranno protagonisti anche i bambini delle scuole elementari che verranno premiati per aver partecipato all’Iniziativa “disegna il tuo paese” su uno scudo da cavaliere. “Sarà l’occasione per curiosare tra i banchi di artisti ed artigiani, lasciarsi tentare dalle eccellenze enogastronomiche, ammirare duelli, danze, spettacoli - precisa Oscar Fossen, presidente della compagnia Fratelli D’Arme - che avranno come filo conduttore le rievocazioni storiche della disfida tra i Castellettesi e il Marchese Zueta, ma che legheranno tanti altri momenti di grande suggestione. Quattro passi nel Medioevo oltre ad essere un omaggio alla storia del nostro paese è anche una grande manifestazione dell’artigianato locale. Esporranno i loro prodotti tipici, del territorio Piemontese moltissimi artigiani, con tessuti, legno, rame, oggetti in pelle, bijou, quadri ceramiche, miniature”. GLI SBANDIERATORI, LA MUSICA, LE VISITE GUIDATE E LA CUCINA Per finire non mancheranno musici e sbandieratori, il rullare dei tamburi e gli squilli delle trombe di diffonderanno lungo le vie del centro storico, da dove partiranno visite guidate ai luoghi più suggestivi di Castelletto e si potranno ammirare le rievocazioni
Gli stand e gli espositori • • • • • • • • • • • • • • • • •
Birra Kamun Circolo S.Maurizio x La Cucina Pasticceria Alessia di Bianchi Alessandro Giochi d’ingegno di Branda Maurizio Artigianato e Oggettistica per L’equitazione Di Geny Silvia Calcagno Hippocras Di Paolo Tonti Master Legno Di Rosa Massimo Cera E Saponi di Loredana Perotto Quaderni in pelle, oggettistica in Cuoio di Alessandro Tiribocchi Salumi E Formaggi Della Valle Di Max Curletto Pittura E Intarsi Su Legno E Cuoio Di Livio Cavedon Intrecciatore Di Cestini Holy-Wood Di Antonio Annunziata (Legno Di Gerusalemme) Ogg. Rame/Ottone Di Giuliana Calderoni Miele Formaggi Conserve Di Trasforini Nadia Alien Hobby Shop Artigianato Creativo La Morella Garden (Fiori E Piante)
degli antichi mestieri, come il fabbro, il maniscalco, l’erborista e il falegname. Il cerusico attenderà i pazienti e la cucitrice ricamerà favolosi merletti. Si potranno gustare le prelibatezze del Circolo Acli San Maurizio,
che come ogni anno preparerà la squisita polenta con salsiccia, le braciole marinate con erbette e patatine e i tipici dolci piemontesi. Marta Calcagno
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OVADA, OVADESE E RONDINARIA Pratalborato: Domenica 13 ritorna il classico appuntamento di Rondinaria
La Festa del "Maggio" 2018 P ratalborato, frazione di Capriata d’Orba, è sempre stato un paesino in miniatura, con caratteristiche autonome, che per un giorno di Maggio, a partire da oltre 100 anni fa, si propone come la vera capitale di Rondinaria. Infatti, per un piccolo centro abitato, pur non essendo comune, le due Chiese, la Società di Mutuo Soccorso, l'acquedotto autonomo costruito in proprio e conferito poi, insieme a quello comunale, alla gestione pubblica. sottolineano la laboriosità secolare degli abitanti.
UNA FESTA DEDICATA ALL’ALBERO Anche quest'anno, dunque, secondo la tradizione, in onore al nome del borgo, una volta Prato Alberato, alla Festa del Maggio sarà messa in palio, offerta dai pratalboratesi, una giovane pianta, che quindi trapiantata contribuirà, divenendo poi albero, a mantenere la caratteristica appunto del Paese, se vinta da un residente, ovviamente, ma anche se il vincitore non sarà di Pratalborato l'albero, ovunque andrà, servirà a migliorare il futuro di tutti noi. GLI ORGANIZZATORI: ORGOGLIO E PASSIONE Con questi sentimentii di orgoglio e passio-ne paesana, Marco,, Antonella, Anna,, Maria Rosa, Roby,, Sara, Giorgio, Lisa,, Claudia, Dino, Carla,, Giampaolo, Gianni e tantissimi, attraversoo l'impegno volontario,, hanno dimostrato inn queste ultime edizionii la "filosofia" del Mag-gio di Pratalborato,, una delle feste più an-tiche e caratteristichee dell’intero Oltregiogoo che, anche quest’annoo tornerà, stavolta la se-conda domenica dell mese, il 13 Maggio. IL RUOLO DELLA SO.M.S., RIQUALIFICATA E RISTRUTTURATA Negli ultimi anni, ar-ricchendolo ad ognii edizione, gli appassio-nati di questa classicaa ricorrenza stanno cer-cando di far diventaree appuntamento fissoo una festa molto senti--
ta in tutto il circondario che, attraversando i primi decenni del secolo scorso e dopo le due guerre mondiali, fino ai primi anni Sessanta era segnata sopra i calendari dell’Oltregiogo. Una importante consideraderaa zione, in merito alla riproposizione della Festa del Maggio è dovuta vutaa alla riqualificazione della locale So.M.S. Società di Mutuo Soccorso so laa cui ristrutturazione della sede è tuttora in corso e sta impegnando tutti tutti i Soci e le realtà produttive locali che si dimostrino collaborative. MA CHE GIORNATA SARÀ QUELLA DI DOMENICA 13 MAGGIO? Sarà una bella giornata di festa, da passare in compagnia a Pratalborato: rato: pre• al mattino ci sarà l’appuntamento con le torte di beneficenza e la presentazione della Pianta del Maggio, on • nel pomeriggio le attività ludiche, la conclusione della lotteria ccon agra l'assegnazione dell’albero ed altri premi e naturalmente la Sagra vissto del buon cibo, frittelle comprese, con soprattutto il Pranzo, previsto l la nell'area sociale della So.M.S., che farà da piacevole intervallo aalla g Bangiornata, tra le Banc ierra, carelle della Fiera, l spazio dedicatoo aall lo B esBallo nel salone m mess a nuovo all’interno erno so d uelllo della Società e quello a svago ed al gioco, ocoo,, allo o azz zza, organizzato in piazza, p bi i proprio per i Bambini. I Maggio di PratalboIl r è stata e sarà una rato f festa fantastica, perché P Pratalborato non è s una bella località, solo m diventa fantastico ma q quando si trasforma n luogo magico dove nel t sono Amici... tutti P Pratalborato Fantastic domenica 13 Magco, g venite a scoprirlo! gio, Gianni Franza
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Le vetrine ratalborato di P
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La lapide commemorativa
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ell’archivio storico del Comune di Cassine si conserva ancora la documentazione relativa alla lapide eretta sotto il portico del palazzo del Municipio. Una lapide in marmo sovrastata da un’aquila di bronzo. L’inaugurazione avvenne il 16 ottobre 1887 alla presenza delle autorità. Recita tali parole:
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ASSINE SUPERBA, DI AVER DATO I NATALI A ERNESTO SBURLATI, TENENTE DELLA XX FANTERIA, CADUTO ALL’ETA’ DI ANNI XXII, EROICAMENTE COMBATTENDO A DOGALI, VOLLE CON QUESTA LAPIDE TRAMANDARE AI POSTERI IL NOME GLIRIOSO E BENEDETTO.
Le battaglie di Saati e Dogali
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fine Ottocento, l'avventura coloniale italiana entra nel vivo: desiderio di prestigio internazionale e bisogni economici spingono il neonato Regno unificato a cercare il suo “posto al sole” in Africa. L'esercito italiano invade l'Eritrea, partendo da basi sulla costa e tentando di penetrare l'entroterra ostile. Tra gli scontri più importanti, l'assedio di Saati (25 gennaio 1887) e la battaglia di Dogali (26 gennaio 1887). In entrambe le occasioni, gli assalti di massa e le imboscate degli etiopi si dimostrarono più efficaci della superiorità tecnologica degli italiani, che vennero massacrati. Le due sconfitte ebbero grande eco in Patria. Matteo Clerici
CASSINE Le battaglie coloniali di Saati e Dogali per ricordare il tenente di Cassine: Ernesto Sburlati
Un giovane caduto da eroe in Africa U n pomeriggio per ricordare le battaglie di Saati e Dogali, conflitti coloniali del Risorgimento italiano, spesso dimenticati e annebbiati dal tempo. Sabato 7 aprile presso la Società militare di mutuo soccorso di Cassine, alla presenza di numerose autorità, tra cui il Vicesindaco del paese Sergio Arditi, storico, il Mario Salvitti specialista di storia del Risorgimento, originario di Lanciano, Alberto Calepio in qualità di lettore, il Presidente della Società, Franco Giovanni Gotta, del corpo degli alpini, è stato rispolverato un tasto dolente della storia italiana. La battaglia di Dogali fu combattuta il 26 gennaio 1887, in Eritrea, tra le truppe del Regno d’Italia e le forze dell’Impero Etiope, durante la prima fase dell’espansione italiana oltre mare, in
tendo in luce come il sanguinoso scontro portò alla vittoria degli etiopi, numericamente maggiori e ben organizzati militarmente. I 500 italiani caddero sotto le armi etiopi pur facendo strage di nemici. Alcuni corpi furono sepolti, altri lasciati in pasto agli animali. Pochissimi i sopravvissuti. Un eccidio senza pari.
da Sinistra Mario Salvitti, storico, al centro il Vicesidaco Arditi, a destra il Presidente della società Militare di Mutuo soccorso Gotta Franco Giovanni
epoca coloniale, momento in cui l’Italia per questioni di prestigio internazionale fu indotta a conquistare “il suo dominio” nel continente africano.
LA CRONACA DEL CONFLITTO A Cassine Mario Salvitti, racconta tutti i retroscena della battaglia con grande puntiglio critico, met-
LE ONORIFICENZE A Cassine vengono ricordati i nomi di numerosi militari insigniti della medaglia d’oro al valore, caduti a Dogali, tra cui il tenente colonnello Tommaso De Cristoforis (Casalese), Nichelini di S.Martino Carlo, capitano di artiglieria, ed in particolare un cassinese, il tenente Ernesto Sburlati, classe 1864, combattente a Dogali, morto eroicamente il 26 gennaio 1887.
IL RICORDO DEL TENENTE ERNESTO SBURLATI Viene ricordata la sua figura, non solo perché ebbe i natali a Cassine, ma perché fu un modello di rettitudine e di grande onestà intellettuale. Figlio di Clara Scazzola e Carlo, di professione farmacista, studente nel collegio militare di Milano, poi alla scuola di Modena. Divenuto sottotenente nel 1883, raggiunse i suo reggimento di stanza a Napoli, poi inviato in Africa nel novembre 1885. Le lettere di Sburlati, di cui disponiamo per gentile concessione dei genitori, mettono in luce un uomo dal temperamento equilibrato, di carattere resoluto e fortemente legato all’amore per la sua patria e la sua famiglia. Marta Calcagno
Cavalieri del Risorgimento e battaglie coloniali: la storia d’Italia arriva a Cassine
Un ricordo: due momenti della storia nazionale
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l comune di Cassine diventa sede della grande storia, italiana e non. La cittadina piemontese ha onorato infatti il 170° anniversario della battaglia di Pastrengo, uno degli scontri cruciali del Risorgimento Italiano, rimasto nell’immaginario collettivo per l’eroica carica di cavalleria delle truppe sabaude. Il patrocinio del Comune ha rappresentato anche l’occasione per ricordare i combattenti alessandrini protagonisti di quell’evento: Alessandro Negri di Sanfront di Ponzone, Emanuele Trotti di Cassine, Sebastiano Baucia di Oviglio e Paolo Spingardi. LA PRESENZA ALLA RIEVOCAZIONE DI PASTRENGO Il ricordo sarà completato con una conferenza, organizzata dal'Ass. Carabinieri, che si terrà
ad Alessandria, il 30 aprile p.v., con l’invio di una delegazione alla rievocazione di Pastrengo e con la creazione di un folder. Quest’ultimo, realizzato dall’artista Giovanni Cavanna, sarà composto da cinque cartoline celebrative rappresentanti l’attacco dei cavalieri. UNA CONFERENZA SU DUE BATTAGLIE COLONIALI Sempre a Cassine, come si legge nell'aarticolo qui sopra a firma di Marta Calcagno, la Società militare di mutuo soccorso ha ospitato una conferenza sulle battaglie coloniali di Saati e Dogali. La conferenza è stata condotta da Mario Salvitti, autore di ricerche sulla battaglia, in particolare sul ruolo di Ernesto Sburlati (nella foto piccola), tenente dell’esercito coloniale d’origine cassinese morto durante lo scontro. Oltre all’a-
spetto storico, l’aspetto umano: la conferenza ha ricordato le lettere dei militari coinvolti, uomini comuni diventati prim’attori di un evento storico che colpì l’Italia intera, come testimoniato dalle numerose lapidi e monumenti eretti in moltissime località. Riccardo Tornato Nota: la carica dei Reali Carabinieri a Cavallo guidati dal mag-
giore Alessandro Negri di Sanfrort avvenuta il 30 aprile 1848, durante la 1° Guerra d‘Indipendenza, servì a proteggere re Carlo Alberto che era sotto il fuoco nemico e a respingere gli austro – ungarici. Ma Carlo Alberto non seppe sfruttare quel particolare momento.
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Principesse senza principi
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comunione. Oltre ai beni di cui il coniuge era già titolare prima di convolare a nozze, sono beni personali anche, ad esempio, quelli pervenuti in costanza di matrimonio da una successione o da una donazione o a titolo di risarcimento del danno. La separazione dei beni non costituisce l'unica alternativa alla comunione legale, in quanto i coniugi possono ad esempio adottare una “comunione convenzionale”, potendo cioè derogare ad alcune norme della comunione legale. E se dopo il matrimonio ci si accorge che la convenzione matrimoniale stipulata non è in linea con le esigenze e la volontà della coppia? I coniugi possono certamente accordarsi nel senso di modificare la convenzione matrimoniale con un atto pubblico.
a sempre definito come “il giorno più bello” il matrimonio può essere celebrato con forme diverse: davanti ad un ufficiale dello stato civile, ad un ministro del culto cattolico o dinnanzi ad un ministro di un'altra confessione. • MATRIMONIO CIVILE E MATRIMONIO CONCORDATARIO Fino al Concordato del 1929 tra l'Italia e la Santa Sede il matrimonio civile e quello canonico erano contrapposti, sicché i cittadini italiani professanti la fede cattolica erano costretti, affinché il matrimonio fosse valido sia per lo Stato sia per la Chiesa, ad effettuare una doppia celebrazione. A seguito dei Patti Lateranensi il matrimonio canonico è divenuto rilevante anche agli effetti civili, purché trascritto nei registri dello Stato civile: è così nato il “matrimonio concordatario”. • IL C.D. “MATRIMONIO ACATTOLICO” I fedeli degli altri culti ammessi nello Stato possono celebrare il matrimonio innanzi ai ministri dei loro culti, previa osservanza delle formalità previste dalle leggi statali e con gli stessi effetti del matrimonio civile in virtù di trascrizione nei registri dello stato civile. A fronte di una pluralità di forme di matrimonio, la disciplina relativa agli effetti è unica. Vediamo
in breve le principali norme che regolano gli aspetti patrimoniali. REGIME PATRIMONIALE: COMUNIONE LEGALE O SEPARAZIONE DEI BENI? Dal matrimonio deriva un obbligo in capo ai coniugi di contribuire ai bisogni della famiglia, ciascuno in proporzione ai propri redditi e alle proprie capacità di lavoro professionale o casalingo, dovendosi pertanto tenere conto anche dell'attività domestica e non solo dell'apporto economico. Fermo questo fondamentale dovere, i coniugi possono invece derogare al regime patrimoniale di comunione legale dei beni, che opera in mancanza di una diversa convenzione.
Le convenzioni matrimoniali: possono essere stipulate anche dopo la celebrazione del matrimonio e richiedono la forma dell'atto pubblico. L'alternativa più diffusa alla comunione legale è la separazione dei beni, che negli ultimi tempi ha conosciuto un aumento, che trova spiegazione nel desiderio di reciproca indipendenza nelle giovani coppie di sposi. La separazione dei beni consente infatti a ciascun coniuge di essere titolare esclusivo dei beni acquistati durante il matrimonio e di amministrare il proprio patrimonio senza ingerenze da parte del coniuge. Tuttavia anche con la comunione legale non tutti i beni cadono in
IL DUBBIO Concludo infine con un chiarimento ad un quesito che sovente mi viene sottoposto: il regime patrimoniale non incide in alcun modo né sul diritto alla pensione di reversibilità né sui diritti successori del coniuge, che spettano indifferentemente sia nel caso di comunione legale, sia che si abbia optato per la separazione dei beni o per diversa convenzione: si tratta infatti di diritti che nulla hanno a che vedere con l'assetto patrimoniale che i coniugi decidono di dare al loro rapporto coniugale. Avv. Fabiana Rovegno
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l matrimonio è stato da sempre nucleo della vita sociale e punto cardine di relazioni e affari. Il suo valore e significato sono cambiati nel tempo, evolvendosi con le aspettative, i desideri e le paure delle giovani donne. Nel passato questa unione costituiva un passaggio obbligatorio, quasi una tappa scontata nel percorso esistenziale di una persona ed era legata soprattutto agli interessi economici delle famiglie coinvolte, nelle quali gli sposi erano spesso solo due pedine mosse dagli accordi fra i padri. Poco o niente era lasciato alla casualità, ai sentimenti, ai giochi della seduzione, così come poca importanza veniva data al rispetto, all’uguaglianza e alla fedeltà reciproca, ideali che oggi sono invece di rilievo per coloro che decidono di iniziare un percorso di vita insieme. È però necessario sottolineare che oggi sempre meno coppie scelgono di sposarsi e il valore tradizionale del matrimonio scivola in un passato sempre più lontano. Da una parte, sposarsi giovani nell’epoca odierna è raro, perché la realtà e la società nelle quali viviamo sono cambiate e se si pensa al matrimonio si pensa prima a trovare l’indipendenza, quindi finire gli studi e avere un lavoro (cose non facili e scontate da ottenere). D’altra parte, anche i sentimenti e le aspettative delle ragazze prima
del matrimonio sono cambiate notevolmente nell’arco degli ultimi cinquant’anni, così come si è evoluta quella rigida distinzione dei ruoli sessuali, che prevedeva che gli uomini si occupassero di mantenere materialmente la famiglia e che le donne gestissero la vita domestica. Se una ragazza che si sposava negli anni Cinquanta o Sessanta del Novecento sognava il matrimonio sin da piccola e mirava a “sistemarsi” per poi diventare una buona madre e moglie, la ragazza di oggi ha ben altri sogni. Le signorine del XXI secolo non si accontentano più di essere “angeli del focolare”, le loro aspettative sono forse più alte, vogliono sentirsi donne prima di essere madri o mogli, vogliono essere orgogliose di loro stesse, curarsi e sentirsi bene con il proprio corpo, vogliono poter coltivare passioni e fare carriera in ambito lavorativo. Insomma, la ragazza ventenne del 2018 non pensa quasi mai al matrimonio, se non associandolo alla realtà di nonni e genitori e, se invece lo desidera da sempre, aspira ad un rapporto di complicità e sostegno reciproco con il proprio partner, vuole sentirsi una principessa, ma senza il bisogno di alcun principe, perché le principesse di oggi si salvano da sole! Chiara Frisone
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1 novembre del 1832 una data che, in quel di Acquasanta di Mele ricordano ancora oggi per un evento indimenticabile. Quel giorno il Santuario di Nostra Signora dell’Acquasanta venne scelto per il matrimonio regale tra Ferdinando II di Borbone, sovrano del Regno delle Due Sicilie da due anni, con Maria Cristina di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele I, sovrano del Regno di Sardegna. Un matrimonio che anticipava di quasi trent’anni l’Unità d’Italia.
FERDINANDO E CRISTINA I due Re erano di carattere molto diverso. Ferdinando II era un sovrano molto dinamico e comunicativo, attento allo sviluppo industriale del suo regno (all’epoca il più esteso e importante della futura Italia), basti pensare alla costruzione della “Napoli-Portici”, la prima ferrovia d’Italia. Maria Cristina di Savoia era invece austera e riservata e una cristiana fervente, che si trovava, per sue stesse parole, a disagio con lo stile di vita dei palazzi nobiliari. IL RITO NUNZIALE ZIALE Per desiderio della sposa stessa il rito nuziale al Santuario di N.S. dell’Acquasanta si svolse senza clamore e fu abbastanza semplice. Tra l’altro erano trascorsi appe-na solamentee lotto mesi dalla la morte della na madre, la regina sa Maria Teresa
Quando Ferdinando II di Bor
rbone si sposò ad Acquasanta
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d’Asburgo. Anche il matrimonio non fu d’amore, ma bensì imposto dalle due casate reali. Secondo molti studiosi, infatti, il desiderio di Maria Cristina di Savoia era in realtà quello di prendere i voti ed entrare nell’ordine delle Monache Turchine. LA CRONACA DELL’EPOCA La cronaca della cerimonia nunziale venne ripresa attentamente dalla “Gazzetta di Genova” che descrisse l’entusiasmo degli abitanti di Acquasanta per l’evento. Maria Cristina di Savoia divenne subito estremamente popolare nel Regno delle Due Sicilie grazie alle azioni di beneficienza verso i poveri e i malati, nei pochissimi anni di matrimonio riuscì anche a far annullare le condanne a morte, al punto che a Napoli venne soprannominata la “reginella santa”. Tuttavia sempre le cronache parlano di un rapporto difficile con il marito Ferdinando II. LA NASCITA DI FRANCESCO II Il matrimonio ebbe vita breve, Maria Cristina morì infatti di parto il 16 gennaio del 1836 dando alla luce Francesco che, nel 11859, con il nome di Francesco III diventò l’ultimo sovrano ddel glorioso R Regno delle D Due Sicilie. V Og Oggi nei portici del Santuar tuario di Nostra Signora dell’Acquasanta uuna lapide ricord ricorda quello storico evento. Fab Fabio Mazzari
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Due a Novi Ligure, una ad Arquata, Basaluzzo, Serravalle Scrivia, Silvano e Capriata d’Orba... e ancora due a Tortona, una a Rivalta Bormida, Guazzora, Viguzzolo, Alzano, Castelnuovo e Carbonara Scrivia.
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Scrivia e Polcevera Da Novi Ligure attaverso gli Appennini, ad oltre i Giovi Novi Ligure: Rocchino Muliere punta di diamante per il PD
I ciceroni delle giornate del FAI
Politiche: partiti verso il 2019 Palazzi aperti D al responso del 4 marzo 2018 uscito dalle urne, in casa PD a Novi Ligure (Al) è stata fatta un’analisi sui risultati, allargata a tutti i Circoli di zona. “È un atto doveroso, da parte nostra, complimentarci con quanti sono usciti vincitori dal voto e ai quali tocca proporre un percorso per arrivare alla formazione di un governo stabile - ci ha detto Matteo Morando, coordiantore del Circolo del PD novese – ma il Partito nazionale sbaglia a chiudere o aprire porte ad eventuali alleanze senza prima interpellare i propri iscritti”. Durante la riunione c’è stata una riflessione sulle cause che hanno portato alla perdita di consenso del partito. “Mentre Centrodestra e M5S battevano su pochi ma chiari punti proponendo una leadership evidente – ci precisa a questo proposito Morando – da noi si è sviluppata una campagna incentrata su 100 punti e condotta in un contesto nervoso sia per la scissione che abbiamo subito, sia per l’esecrabile modalità seguita per formare le liste”. Un errore nella comunicazione? “Certo – ci risponde Morando – perché non è stato dato opportuno risalto alle buone politiche realizzate: gli sgravi fiscali per i redditi più bassi, le unioni civili, il “dopo di noi”, il reddito di inclusione, il
Giornata della Terra
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omenica 22 Aprile con scopa e rastrello tutti a Pozzolo Formigaro per le grandi pulizie dell'ambiente. azza Ca ritrovo ore 9,30 in piazza Castello.
bonus mamma e bonus bébé”. E a livello locale come sarà assorbito questo risultato? “Ripartire
stringendoci, ancora di più, intorno alla figura del Sindaco Rocchino Muliere, che era e rimane
la nostra punta di diamante”, ci risponde senza esitazioni Matteo Morando. E proprio in questo senso nelle prossime settimane il PD novese convocherà un’Assemblea volta ad analizzare l’attività dei primi quattro anni di amministrazione e per individuare ciò che sarà possibile ancora realizzare, stabilendo con Sindaco, Giunta e Consiglieri, le priorità dell’ultimo anno di mandato. Ovvero per gettare le prime basi del programma delle elezioni 2019. Gian Battista Cassulo
Tortona: parliamo con il neo senatore Massimo Berruti
Sì allo spirito di servizio
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a politica come “Spirito di servizio” per essere “Disponibile per tutti”. Per Massimo Berutti (Forza Italia), la neo-elezione al Senato è il momento per fare il punto sulle recenti votazioni e sulla sua visione della politica. Riguardo al risultato delle urne, Berruti è chiaro: Gli italiani vogliono un Paese governabile e lo scorso 4 marzo si è così concretizzato “Il sentire della gente”. Molti hanno accusato i vincitori di diffusione di fake news e populismo, ma il senatore di FI non concorda: la vittoria è “Un merito per chi ha lavorato meglio. Prima di accusare, è bene dare meriti ai vincitori”. Per molti inoltre, il recente voto è il trionfo dell’antipolitica, con il Movimento 5 Stelle capace di conquistare gli elettori con il
mantra dell’onestà contro il professionismo della vecchia politica. Per Berutti, “Le aziende non mettono ragazzini o neo-laureati nei ruoli da dirigenti. È giusto che ci si un ricambio, con persone dalla fedina penale pulita. Ma la politica è lavoro e passione, non dilet-
tantismo”. Il cambio di governo è anche occasione per riflettere sul rapporto tra Italia ed Europa. Ed il senatore non si nasconde: “L’Europa così non la voglio. Serve un sistema forte, con politiche comuni, non il divide et impera tra Stati”. Dalla realtà europea a quella nostrana. “Dobbiamo essere in grado di valorizzare il patrimonio e il territorio, la base strategica e logistica di partenza. Purtroppo, non abbiamo un piano comune e ne paghiamo le conseguenze negative” Anche perché, politica romana e politica locale si assomigliano: “Non ci sono grosse differenze: è questione di dimensioni, gli obiettivi rimangono uguali, cambia il livello di lavoro”. Matteo Clerici
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rande successo quello riscosso dal Fai (Fondo Ambiente Italiano) in tutta Italia durante la 26° edizione delle Giornate FAI di Primavera di sabato 23 e domenica 24 marzo, nelle quali sono stati aperti al pubblico circa 1000 beni culturali in tutta la Penisola. Anche la delegazione Fai di Novi Ligure si è dimostrata all’altezza delle aspettative dei turisti, rimasti affascinati dalle visite proposte che hanno coinvolto tre luoghi che si affacciano sulla strada ancora oggi conosciuta come “Lomellina”. Percorrendo la strada da sud verso nord, quindi da Gavi a Novi, ecco che incontriamo i tre beni aperti in occasione di questo evento: La Centuriona (sulla strada che da Gavi va a Voltaggio), villa Broglia (in località San Bernardo) e infine Palazzo Adorno, nel centro storico di Novi Ligure. La tematica che è stata scelta come filo conduttore della visita riguarda la “nuova strada” da Genova all’Oltregiogo ed è legata alle fiere di cambio, importanti appuntamenti tra operatori finanziari, durante le quali avvenivano negoziazioni dei cambi e operazioni di prestito. A Novi i numeri hanno parlato molto
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chiaramente riguardo al successo ottenuto dall’apertura di questi luoghi: circa 4500 visitatori (di cui mille a Novi e oltre tremila a Gavi). Gran parte del risultato finale è merito degli organizzatori e volontari del Fai novese che hanno dedicato impegno e passione nel coordinare, gestire e programmare le due giornate di apertura. Alla loro competenza va aggiunto il sostegno del neonato Gruppo Fai Giovani e la grande partecipazione dei numerosi “Apprendisti ciceroni”, provenienti dal liceo Amaldi e dall’istituto Ciampini-Boccardo. Ci auguriamo quindi che questo successo possa crescere sempre più e che le bellezze del luogo possano essere riscoperte e “portate alla luce” per essere mostrate a tutti! Chiara Frisone Venire a Novi senza andare al bar "Carletto" è come suonare il violino senza archetto!!! Un genovese amico di Novi
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NOVI LIGURE
Novi: “Più fatti e meno giri del bibino”
Rivalta Scrivia: un monumento ricco di spiritualità, storia, cultura
Vale la pena industriarsi?
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n comm e r cian ciante di Novi Ligure Ligur ha t t t con noi protestato per la pubblicazione di una lettera giunta in redazione, titolata “Più fatti e meno giri del bibino”. In questa lettera veniva messo in evidenza lo stato di abbandono della città in ordine soprattutto alle numerose vetrine di negozi ormai chiusi, abbandonate all’incuria. GLI SFORZI DEGLI ESERCENTI NOVESI Chi ci ha telefonato, giustamente ha messo in luce i numerosi sforzi che il commercio novese sta, assieme ad enti e associazioni, producendo per dare un’immagine migliore della città. Noi siamo consapevoli di questo meritorio impegno e, sia pure nel nostro piccolo, sulle nostre pagine diamo ampio spazio a queste iniziative, ma rimane il fatto che, camminando per le vie del centro storico (per non parlare del restante concentrico cittadino) i cartelli “Vendesi”, “Affittasi”, penzolano sempre più numerosi dalle serrande abbassate. E alcuni sono lì da tempo immemorabile, come si può vedere dai recapiti telefonici ormai scoloriti. OUTLET E CENTRI COMMERCIALI Sono ormai l’Outlet e i grandi Centri commerciali a farla da padrone, alla faccia di chi negli anni
Ottanta in Consiglio comunale, nel presentare il Piano commerciale della città, declamava che “sarebbero stati il volano per l’economia locale”, e ai piccoli negozi altro non resta che o consorziarsi tra loro per creare eventi, pubblicizzare le loro iniziative per attrarre nuovi interessi, o specializzarsi sempre più in prodotti di nicchia difficilmente reperibili sui banchi dei supermercati. Le città si svuotano e le gallerie della grande distribuzione si riempiono. L’IMMOBILITÀ DELLA POLITICA Ed è in questo quadro che il degrado urbano avanza, nonostante gli encomiabili sforzi di alcuni e non aiutare il commercio minuto ci si mettono anche leggi e regolamenti. Ovvero, da un lato, i legislatori che non si adoperano per abbattere, ad esempio l’IVA, per gli esercizi commerciali del Centri storici e dei piccoli paesi e, dall’altro, gli amministratori locali che non favoriscono per nulla il piccolo commercio. A chi infatti si azzarda ad alzare una serranda e ad ingentilire la vetrina con decorazioni e quant’altro per rendere gradevole un angolo di città, il comune invece di dargli un premio gli fa arrivare il salatissimo conto delle pubbliche affissioni. Meglio chiudere e lasciare le ragnatele al vento!!!!
L’Abbazia Cistercense
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onumento storico architettonico di grande valore, l’abbazia di Rivalta Scrivia è ancora oggi un punto di riferimento per gli itinerari turistici tortonesi e di tutta la provincia. La storia spirituale dell’edificio si radica a partire dalla seconda metà del XII secolo nell’ordine monastico cistercense e con questo condivide i linguaggi architettonici, l’organizzazione della vita monastica, unita ad una spiritualità intensa e rigorosa. Passata poi all’ordine benedettino, si trasforma alla fine del XVI secolo in parrocchia per diventare spazio aperto e fruibile dalla comunità locale. Come già accade da anni, il gruppo di volontari Amici dell’Ab-
Per ulteriori informazioni scrivere a: faustomiotti@libero.it
bazia di Rivalta Scrivia accoglie tutti coloro che desiderano visitare il complesso cistercense alla domenica pomeriggio dalle ore 15.00
alle ore 18.00. I volontari saranno lieti di illustrare le vicende storiche dell’edificio, soffermarsi sugli aspetti architettonici, approfondire
la cultura pittorica documentata all’interno della chiesa. I visitatori potranno inoltre apprezzare, allestite all’interno dell’ampio locale del primo piano del monastero, un tempo dormitorio dei monaci cistercensi, due interessanti mostre che bene si integrano a valorizzare la valenza profondamente spirituale e culturale del monumento: Alla ricerca dell’eterno, esposizione di icone russe (XVIII – XIX secolo) e L’Apocalisse – Interpretazione pittorica di Giuseppe Papetti. Si ricordano inoltre le due aperture straordinarie dell’abbazia nei giorni 25 aprile e 1 maggio. Fausto Miotti
Tortona, le DAT arrivano in Comune T
ortona città per il testamento biologico. È infatti possibile recarsi nel Comune della città piemontese per depositare la Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT). Le DAT nascono con la legge 219/017, con lo scopo di tutelare il rispetto e la volontà della persona, anche nelle fasi terminali della vita. Sono documenti con validità giuridica, con cui un cittadino decide se e come sottoporsi ad una serie di trattamenti medici. Aiuta il cittadino quando questo non può più esprimersi
sull'argomento e si raccomanda, prima di firmare di consultarsi con medico curante per ottenere le informazioni necessarie. La DAT viene completata con l'indicazione di un fiduciario, maggiorenne, con il compito di far rispettare la propria vo-
lontà. Infine, il documento viene consegnato in busta chiusa: all'All’ufficiale di Stato Civile spetta il compito di ricevere, in busta chiusa, tale dichiarazione e curarne il deposito, dopo aver annotato in apposito registro la numerazione progressiva che verrà riportata sulla busta stessa. Per ragioni di privacy, il Registro delle DAT non è accessibile al pubblico: tuttavia, i cittadini bisognosi di informazioni possono rivolgersi all’Ufficio di Stato Civile del Comune di Torto-
na oppure consultare la pagina dedicata sul sito istituzionale del Comune di Tortona. Secondo l'assessore Vittoria Colacino, “Sono numerosi i concittadini che si sono già rivolti ai nostri Uffici per acquisire informazioni ed alcuni hanno già provveduto al deposito della propria dichiarazioni. Credo sia la conquista di un importante diritto soggettivo in un’ottica di tutela della dignità dell’individuo nel fine vita”.
Gian Battista Cassulo
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Matteo Clerici
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ARQUATA SCRIVIA E VAL BORBERA
Un omaggio a Fortunato Stasi
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a galleria d’arte “Il Crocicchio” di Campomorone ha omaggiato tra la fine di marzo e la metà di aprile il pittore genovese Fortunato Stasi, con una mostra a lui dedicata. Stasi, nato a Genova nel 1913 e scomparso nel 2003, si formò da autodidatta alla scuola dei “pittori sestresi” e si affermò come paesaggista e post-impressionista con predilezione per la pittura “en plen air”. Nel corso della sua lunga carriera Fortunato Stasi si dedicò anche all’illustrazione, sia come disegnatore satirico sia come illustratore di riviste e libri per bambini, dedicandosi altresì alla sceneggiatura di commedie dialettali. Partecipò a numerosissime mostre in Italia e all’estero (ben 280 collettive e 75 personali) tra cui vanno ricordate il “Salone Internazionale dell’Umorismo” di Bordighera e il “Pavillon International de l’Humour” di Montreal. Nel novembre 2017 il Comune di Genova ha dedicato a questo importante artista dei giardini in località Villa Gavotti, tra i quartieri di Sestri e Pegli. F.M.
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Luigi Coda, autore valborberino parla del suo libro con Samantha Brussolo
Shakespeare in Val Vobbia P
ier Luigi Coda, scrittore alessandrino attualmente impegnato con la presentazione del suo ultimo libro per ragazzi “William Shakespeare al Castello della Pietra”, è originario della Val Borbera. Autore di numerosi libri per ragazzi e non solo, Pier Luigi Coda lascia molto giovane la sua valle per trasferirsi con la famiglia in Liguria, luogo in cui coltiverà l’amore per la scrittura, anche grazie ad incontri con professori del luogo che sapranno ben presto riconoscere la propensione del giovane ragazzo per la materia letteraria. Nonostante la scelta universitaria ricadrà poi sulla facoltà di Economia e Commercio, strada che gli permetterà di ricoprire incarichi di rilievo anche attraverso numerosi viaggi, Pier Luigi Coda non abbandona il mondo della letteratura, strada che porterà avanti in parallelo con la sua attività lavorativa, riuscendo addirittura ad affermarsi attraverso la pubblicazione di numerosi libri. “Sono nato a Cabella Ligure ma mia mamma e mia nonna sono di Cerendero, piccola frazione di Mongiardino Ligure”, ci racconta Pier Luigi Coda. “A Cerendero ho ancora la casa di mia nonna dove mi reco quando posso nel mio tempo libero, soprattutto d’estate. Amo la mia valle dove ho ancora molti amici e conoscenti e dove in passato mi sono adoperato per ripristinare la Chiesa di San Ruffino sempre a Cerendero. In questo angolo montano a cavallo
Il Castello della Pietra
tra Piemonte e Liguria ho imparato ad amare e rispettare la natura scoprendo l’incanto di un paesaggio ancora incontaminato”.
“Le sue radici hanno influenzato i suoi racconti?” gli domando: “I miei racconti non sono specificatamente biografici anche se respi-
rano ambienti conosciuti e soprattutto quelli dell’infanzia. Solo con –William Shakespeare al Castello della Pietra- mi sono lasciato andare collocando la scenografia letteraria nel Castello della Pietra di Vobbia, borgo confinante con Mongiardino Ligure, senza peraltro mai citarlo espressamente. Vi ho vissuto un attimo in queste valli, una scheggia di vita di cui porto sempre con me i ricordi più belli e dove faccio ritorno ogni volta che gli impegni me lo permettono”.
La fionda
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ioco non del tutto ortodosso, se si vuole considerare una certa pericolosità se usato impropriamente. C'era la gara fra i ragazzi per la ricerca del particolare base, e cioè il forcino. Doveva essere di un buon legno, elastico, che mantenesse queste qualità nel tempo e che sopratutto presentasse una bella armonia di conformazione. La ricerca era indirizzata verso gli arbusti di nocciolo. Poi gli elastici e il cuoio per l'oggetto da lanciare montato con estrema cura per assicurare un corretto funzionamento. Senza far male a nessuno! G.Q.
Samantha Brussolo Altre informazioni su www.dictamundi.net
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opo il successo della prima edizione, torna anche quest’anno il corso di dialetto arquatese gratuito, serale, aperto a tutti (adulti e ragazzi), organizzato dal Comune di Arquata. A cominciare dal mese di aprile, per otto settimane tre insegnanti faranno conoscere una lingua che, se non divulgata, verrebbe dimenticata. Per i meno giovani è la lingua delle origini, quella parlata in famiglia. Per i più giovani un retaggio del
passato, tutto da scoprire. In un tempo non lontano parlare dialetto era considerato segno di scarsa cultura. Oggi sappiamo che è esso stesso una forma culturale e di espressione della società. In “cattedra” si alterneranno tre insegnanti “madrelingua”, Gabriella Boiani, Angelo Allegro, Angelo Quaglia, arquatesi doc, pronti a condividere ricordi con gli allievi del corso. “Mantenere vive le nostre tradizioni, soprattutto fra le nuove generazioni è importantissimo
– ci dice l’assessore alla cultura Nicoletta Cucinella-. Il corso di dialetto è fondamentale a questo scopo. Dialetto significa anche condivisione, perché si sta con altre persone, quindi in compagnia”. Una curiosità. Il corso di dialetto ha destato l’interesse del sig. Filippo Pizzirani, collaboratore del glottologo bolognese Daniele Vitali, che da anni effettua studi linguistici sul territorio dell’Oltregiogo Ligure, che vorrebbe saperne di più sul dialetto arquatese.
A questo proposito chiede di trovare un buon parlante, nato non oltre gli anni ’50, a cui far tradurre a voce una favoletta, già tradotta in vari dialetti, nonché compilare un questionario con parole che verrebbero usate per scopi di studio. La persona disponibile (Gabriella Boiani) dovrà registrarsi in modo da ottenere un file audio. Il nostro dialetto sarà confrontato con quelli vicini.
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(M.p.)
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VALLE SCRIVIA E OLTREAPPENNINO
Isola del Cantone: tra tradizione locale ed etnica
Isola del Cantone: Il gruppo Koinonia Caleb Valle Scrivia
"Canto dei Migranti" Operare a fin di bene S i intitola “Canto di Migranti” il cd prodotto dai Quartelà, il duo musicale genovese con solide radici nell’alta Valle Scrivia di Flavio Bertuccio e della moglie Marcella Cortese. Il nome “Quartelà” è stato scelto quasi per caso, Bertuccio scrisse un pezzo dai ritmi brasiliani intitolato “Canyon”. Cercando sull’atlante scoprì che in Brasile esiste il canyon Quartelà, da lì il nome particolare del duo.
IL TEMA DEL CD “Canto di Migranti” è un CD dedicato a tutti i tipi di viaggiatori: dai nomadi a chi si sposta per piacere, dai marinai a chi è costretto a scappare dalla propria terra. “Il tema dei migranti ci è sempre stato caro – spiega Marcella Cortese – fa male la mancanza di pietà che si è vista ultimamente verso i migranti delle guerre, rifiutati da intere nazioni. Il titolo è dedicato a queste persone che sono in grande sofferenza. Ma il disco è dedicato anche a chi viaggia per piacere o chi desidera partire ma non ne ha il coraggio”. Il disco parte dalla terra di origine, ovvero la Liguria: “in molte canzoni descriviamo il paesaggio ligure e facciamo un melting pot di lingue: dal dialetto genovese fino a lingue straniere: dall’antico persiano fino alla lingua Lakota, una tribù nativa nordamericana”. La musica dei Quartelà non si inserisce in un genere ben definito: “potremo definirla world music ma non cerchiamo
uno stile particolare, ma cerchiamo di unire strumenti, musiche e stili differenti tra di loro” ci spiega Flavio Bertuccio.
LA TECNICA MUSICALE I Quartelà per la realizzazione dei brani hanno utilizzato ben trentasei strumenti musicali differenti: “tutti gli strumenti sono rigorosamente acustici, non abbiamo mai utilizzato versioni elettroniche per la musica” fanno presente i Quartelà “cercando strumenti molto antichi che vengono suonati in giro per il mondo”. Tutto il CD dei Quartelà è prodotto da loro: testi, musiche, arrangiamenti e copertina, avvalendosi, per alcuni brani, della collaborazione di musicisti affemati come Edmondo Romano, Michele Ferrari, Giuseppe De Paola, Matteo Rebora e Ismail
infatti a tal proposito si offrono gratuitamente libri, riviste e bibbie. Inoltre si mettono a disposizione anche i doni musicali con lezioni di canto e avviamento al pianoforte, corsi di cucina, cucito e volontariato infermieristico. Ci auguriamo pertanto di essere un piccolo supporto in una società in cui c’è bisogno di solidarietà, condivisione e comunione fraterna.
Emanuele Minetti.
MUSICA E TERRITORIO Molto spazio, come detto prima, è dato alla Liguria e alla sua tradizione: “siamo una terra di mare e soprattutto di marinai, che hanno viaggiato e viaggiano in giro per il mondo senza dimenticare il legame con la terra di origine” per esempio nel brano “Seja du Portu” dedicato al quartiere imperiese di Porto Maurizio. Le esibizioni dal vivo dei Quartelà, per volontà degli stessi musicisti, vengono fatte in ambienti intimi, dove si può far ascoltare la musica al naturale, senza dover utilizzare casse acustiche e amplificatori. Il cd “Canto di Migranti” è in vendita in diversi negozi di dischi di Genova. Fabio Mazzari
Maria Ciccimarra
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l piccolo gruppo Koinonia Caleb di Valle Scrivia nasce a Isola del Cantone nel 2017 dal desiderio di alcuni fratelli della Chiesa Cristiana Avventista del 7° giorno di Genova di operare a fin di bene nel luogo dove vivono come indicato nella bibbia in Geremia 29:7 “Cercate il bene
della città dove io vi ho fatti deportare, e pregate il Signore per essa; poiché dal bene di questa dipende il vostro bene". Le attività che si svolgono variano dalla distribuzione alimentare per le famiglie meno agiate allo studio della bibbia per chi è interessato a conoscere o approfondire argomenti spirituali,
Il gruppo è stato così chiamato in omaggio ad un episodio citato nella Bibbia, dove si parla di 12 principi di Israele inviati in esplorazione nella terra di Canaan. Gli unici a riportare un resoconto positivo ai fini della conquista del territorio sono Caleb e Giosuè.
Il giocattolo dal passato al futuro
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hi l’ha detto che oggi giorno ci sono solo giocattoli commerciali confezionati? Si è davvero persa l’idea del giocattolo come fonte infinita di immaginazione infantile, simbolo di creatività e complicità del bambino con il proprio genitore? A queste domande risponde il Museo del Giocattolo inaugurato il 30 ottobre 2016 nella Casa del Fante di Torre Ratti, frazione di Borghetto Borbera, con lo scopo di riportare il visitatore all’epoca in cui i bambini, anziché correre nel negozio alla ricerca del passatempo pubblicizzato, utilizzavano la propria manualità e fantasia per creare e far emergere l’animo artistico presente in ognuno di loro. Autore del progetto è il pittore professionista piemontese Enrico De Benedetti il quale, attra-
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verso l’utilizzo di materiale riciclato come per esempio lattine, tappi di bottiglia, vaschette o scatole di legno, ha provveduto a ricreare giocattoli che sanno di un ritorno al passato ma che al tempo stesso rappresentano anche un simbolo d’avanguardia. Secondo lo stesso artista De Benedetti, questo percorso d’arte dal riciclo al giocattolo permetterà ad adulti e bambini che faranno visita al museo di Borghetto di ritrovare la fantasia racchiusa dentro ognuno di loro e poco stimolata al giorno d’oggi. Il tutto grazie all’appoggio dato dall’Amministrazione del Comune di Borghetto di Borbera e dall’Associazione “Le Cucalle” di Torre Ratti. Samantha Brussolo
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VALLE SCRIVIA E OLTREAPPENNINO Il paese della Valle Scrivia rinnoverà il sindaco a giugno
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Da maggio in poi si anima il “capoluogo” della Valle Scrivia
Montoggio alle urne La Pro Loco Busalla L U ’unico comune della Provincia di Genova che andrà alle urne il prossimo 10 giugno Montoggio è, duemila abitanti, ultimo centro della Valle Scrivia. Il primo cittadino uscente è Faustino Fantoni, che, nel 2013, battè nettamente la lista appoggiata dal precedente sindaco, Walter Raineri con il 68% contro il 32%. Alle politiche del 4 marzo a Montoggio il primo partito è stato il MoVimento 5 Stelle (36.5%) seguito dalla Lega (22.7%) e Partito Democratico (16.4%). Come è noto però, nei piccoli centri il voto politico non si riflette mai o quasi nel voto amministrativo. Abbiamo intervistato il vicesindaco Silvano Alberti, che ci anticipa alcune notiziesulle ormai imminenti elezioni “il sindaco Fantoni ha sciolto le riserve e correrà per un secondo mandato – spiega Alberti – a livello lavoriamo ad un rinnovamento della squadra, grazie anche per via della legge che ha riportato da sette a dieci il numero dei consiglieri, in particolare entreranno alcuni giovani”. Ed è proprio sui giovani che Silvano Alberti pone l’attenzione “anche a Montoggio il voto dei giovani è andato soprattutto verso il MoVimento 5 Stelle, questo va interpretato come un
segnale di riavvicinamento delle nuove generazioni alla vita politica”. I cinque anni di mandato non sono stati certo facili, l’alluvione dell’ottobre 2014 fece i maggiori danni proprio a Montoggio, con la terribile esondazione del rio Carpi che devastò il centro paese “purtroppo più della metà del mandato è stata condizionata dagli eventi alluvionali. Tuttavia – ci fa presente il vicesindaco – malgrado le difficoltà abbiamo realizzato diverse opere importanti per il paese e di questo se ne sono resi conto i cittadini”. Silvano Alberti ci dice che un grande merito dell’amministrazione di Fantoni è stato quello di recuperare il rapporto con i cittadini “i concittadini hanno visto il Municipio
come un palazzo di vetro, aperto e trasparente. Per questo ci ringraziano, e per la strada ci illustrano i loro problemi, mentre cinque anni fa l’atteggiamento era molto più distaccato”. Anche quest’anno, come cinque anni fa, la lista a sostegno di Faustino Fantoni (che pure ha un trascorso politico nel Partito Socialista prima e nel Partito Democratico dopo) sarà completamente civica, aperta a persone di idee e opinioni differenti, unite dalla voglia di fare il bene del paese.Riguardo alle altre liste in campo al momento sembra molto probabile infatti la possibilità di un’elezione con lista unica.
na stagione estiva da maggio a Settembre che si preannuncia ricca di eventi e manifestazioni a Busalla grazie a Comune, Pro Loco e altre Associazioni come ci spiega Guido Balladore presidente della Pro Loco di Busalla. Il primo appuntamento sarà il 5 maggio con la prima edizione della "Cena Medioevale in costume", a cura dell’associazione Corte dei Fieschi. All’interno di Villa Borzino si terrà una cena con piatti e ricette dei secoli scorsi, alla presenza di commensali in costume e non. Il 19 maggio ritornerà un’antica tradizione locale: la "Festa degli Alberi", con la partecopazione degli alunni delle scuole, che metteranno a dimora un albero nel parco di Villa Borzino. Il mese di giugno si aprirà con la tradizionale camminata notturna “Mille luci per Livio”, intorno al Sanutario di N.S. della Bastia. Il 9 e 10 giugno ritornerà, per la sedicesima edizione, uno degli appuntamenti più attesi dell’entroterra genovese, la "Festa delle Rose" (di cui daremo ampio spazio sul prossimo numero). La novità dell’estate 2018 è “Estate in Villa” una serie di
Fabio Mazzari
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resso la Casa della Salute di Arquata Scrivia, presente il sindaco Alberto Basso e l’ass. Nicoletta Cucinella, il dott. O.F.Barresi, si è incontrato con l’equipe medica del SERD (dipartimento patologia delle dipendenze). Sul nostro sito servizio di Marisa Pessino
eventi, musica, teatro e cinema che si terranno all’interno della cornice di Villa Borzino. Il primo appuntamento sarà il 17 giugno con la commedia teatrale “Don Pasquale” un’opera buffa interpretata dall’Associazione OperaOpera. Il 30 giugno sarà la volta del concerto della banda Filarmonica di Cornigliano. Il 7 luglio appuntamento con il teatro dialettale a cura della compagnia “Gli amici di Gianni” di Sant’Olcese. Il 14 e 15 luglio ci sarà il grande evento “Busalla Music Fest” due giorni full immersion nella musica, dove si esibiranno band liguri e di cui daremo maggiori dettagli sul prossimo numero e sul nostro sito.
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Il mese di agosto sarà dedicato al cinema all'aperto, al Campionato Italiano di tiro con balestra storica a cura della compagnia Balestrieri di San Giorgio di Genova che gareggeranno in Villa Borzino l’8 agosto e, soprattutto, alla seconda edizione, del Festival dello Spazio dal 27 al 30 agosto, da non perdere; per la quantità di esposizioni, convegni dibattiti e ospiti. Tra gli altri eventi ormai tradizionali di agosto si segnalano "Per Tetto un Cielo di Stelle” la "Festa in Cazen", la "Sagra dei Testaroli" e le tradizionali Feste nelle frazioni di Bastia, Camarza e Semino. Fabio Mazzari
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TERRITORIO
Nel mese di maggio uno spettacolo emozionante
Torriglia: verso la navigabilità del
Narcisi in Val Trebbia Lago del Brugneto L U e belle giornate di primavera sono indicate per gite ed escursioni fuori porta. Una delle più interessanti ed emozionanti si trova in Val Trebbia, con il “Sentiero dei narcisi” in località Pian della Cavalla, tra i comuni di Fascia e Gorreto, situata tra i 1200 ed i 1500 metri di altitudine sul livello del mare. A partire indicativamente dalla metà di maggio (tenendo conto delle condizioni atmosferiche dei mesi precedenti, quest’anno ad esempio la fioritura potrebbe avvenire con qualche giorno di ritardo a causa della primavera fredda e piovosa) questo altopiano della Val Trebbia offre ai visitatori uno spettacolo unico nel suo genere: una distesa di narcisi fioriti che, come simile ad un enorme tappeto bianco, adorna tutta la piana. Lo spettacolo che avremo davanti non ci lascerà sicuramente indifferenti, è bene però ricordare che è ovviamente vietato raccogliere i narcisi (ed è estremamente consigliato di fare attenzione a non calpestarli) ma si può comunque goderne in pieno la bellezza fotografandoli. Un’esperienza quindi di turismo sostenibile alle porte di casa. Il sentiero dei narcisi è facilmente raggiungibile sia dal paese di Fascia che dalla località Casa del Romano (nei pressi dell’Osservatorio Astronomico), con un percorso segnalato dai cartelli percorribile in circa tre quarti d’ora che si snoda quasi tutto in pianura ed è quindi adatto a tutti, bambini compresi, che potranno godere dei prati di Pian della Cavalla, puliti e senza la presenza pericolosa di buche e ruscelli. Anche il panorama che offre l’altopiano di Pian della Cavalla vale la pena di una visita, con una vista che spazia dal Monte Antola all’intera Val Trebbia fino alle colline dell’Appennino Piacentino. Le guide del Parco dell’Antola inoltre, durante il mese di maggio, organizzano delle escursioni guidate alla scoperta di questa bellissima “terrazza fiorita” sulle alture genovesi. Fabio Mazzari
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Lo spettacolo che vi accoglierà non vi lascerà indifferenti, resterete stupiti!
n’importante novità si sta prospettando, a breve termine, per il Lago del Brguneto, il più importante invaso artificiale del Genovesato. Dopo l’ottima esperienza avuta dalla “Giornata dello Sport” evento organizzato dal CONI (Comitato Olimpico Nazionale) insieme agli otto comuni della Val Trebbia genovese, che ha portato gare sportive sul lago del Brguneto, è nato successivamene un comitato per la navigabilità dell’invaso artificiale,
Il lago del Brungneto e il sindaco Maurizio Beltrami
verserà il territorio di Casaleggio, costeggerà il Castello dell’Innominato e salirà al Percorso Verde, per poi proseguire verso la Cappelletta di San Carlo, i Pianoni e terminare al Santuario dei Mazzarelli. É prevista anche una zona attrezzata per picnic. “I sentieri – afferma il Sindaco di Mornese, Simone Pestarino - saranno accatastati e segnalati con appositi cartelli, per rendere sempre più semplice il loro mantenimento e per rivalutare il nostro territorio dal punto di vista turistico”.
in modo da poterlo utilizzare per eventi sportivi in grado di portare in zona curiosi e visitatori. Il comitato promotore, i comuni di Torriglia, Propata e Rondanina (sul cui territorio si estende il lago) ed il CONI hanno così chiesto alla Città Metropolitana di Genova di attivarsi per ottenere la navigabilità del lago. Abbiamo ascoltato in merito Maurizio Beltrami, sindaco di Torriglia, che ci ha spiegato la situazione: “Dalla regione è arrivato l’ok al primo parere, la pratica attualmente è in Città Metropolitana, dove è stata individuata una fascia di rispetto - fa presente Beltrami - lo stesso ente ha già espresso il suo parere favorevole alla navigabilità del Brugneto. Se, come quasi sicuramente sarà, non vi saranno osservazioni, la Città Metropolitana reinvierà la proposta alla regione che, seguendo la legge nazionale, provvederà alla ratifica”. I tempi però non saranno brevissimi, in quanto dovranno essere seguite tutta una serie di norme burocratiche: “Possiamo dire che la prima parte, quella tecnica, è andata – afferma il primo cittadino di Torriglia – ovviamente, dopo l’ok da parte della regione, non vi sarà l’immediata navigabilità del lago del Brugneto, in quanto saranno da seguire tutta una serie di procedure tecniche che vedranno coinvolti i tre comuni, il Parco dell’Antola ed il Coni”. Durante le giornate dello sport che si sono svolte dal 2015 ad oggi il lago del Brugneto è stato teatro di gare di pesca sportiva ma è stato anche possibile solcare le acque con canoe, piccole barche a vela (dinghy) e barche da canottaggio con appositi istruttori. La navigabilità del lago del Brugneto sarà sicuramente un importante volano per lo sviluppo del turismo outdoor in Val Trebbia e sarà importante per rilanciare turisticamente queste località.
L.R.
Fabio Mazzari
Lavagnina: in pericolo una zona palustre di grande pregio
Giù le mani dal lago vecchio
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l Circolo di Legambiente Ovadese e Valle Stura esprime la propria contrarietà alla proposta di intervento sul Lago Superiore (vecchio) della Lavagnina, volta ad incrementare le capacità di raccolta dell’invaso. Si tratterebbe di scavare nuovamente un lago che oggi non c’è più. Infatti l’invaso costruito nel 1882 per evitare che detriti e sedimenti portati dal Gorzente finissero nel Lago Inferiore, ha svolto così bene il suo compito da presentarsi oggi come uno specchio d’acqua poco profondo che sostiene un’interessante zona palustre. All’interno dell’ex Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo (ora Aree Protette Appennino
Piemontese) si vorrebbe sbancare una zona lacustre di valore ambientale inestimabile, meta di un turismo sostenibile e non invasivo. Il lavoro sarbbe svolto da
mezzi di notevoli dimensioni che dovrebbero lavorare per diverso tempo ad estrarre e trasportare via (attraverso nuove piste) terra, massi e ghiaia sedimentatisi
negli anni, da che fu eretta la diga vecchia, con ripercussioni nefaste per tutto ciò che vive in quell’area umida. “Auspichiamo – affermano da Legambiente fortemente che tutti coloro che hanno a che fare con il ciclo delle acque vogliano dedicare i propri sforzi (e le risorse private e pubbliche che gestiscono) al rinnovo delle reti idriche, ad eliminare le dispersioni e gli sprechi, a garantire sempre con maggior attenzione la qualità dell’acqua potabile e a fare in modo che vi siano reti alternative che attingano al riciclo e alla depurazione per i consumi industriali e alla razionalizzazione degli impieghi agricoli”. Enzo Prato
Verso la conclusione un p percorso da intraprendere a ppiedi o in mountain bike p
Mornese: la rete sentieristica
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ome di consueto il Comune di Mornese non trascura la manutenzione e il ripristino dei percorsi escursionistici della rete sentieristica. Buona parte dei lavori sono stati eseguiti, dietro richiesta esplicita dell’Amministrazione Comunale, da parte degli operai forestali regionali. Nello specifico, è stata rivolta un’attenzione particolare al Percorso Verde, sentiero tanto amato dalla comunità mornesina. Sono state rispristinate le panchine in legno, restaurati e messi a nuovo gli attrezzi ginnici e si sta lavorando anche per un restauro
dei cartelli degli esercizi fisici; è stata costruita una nuova panchina nella zona dell’ex baita e ripristinata la fontana esistente, lavori eseguiti dai cantonieri comunali coordinati dagli Amministratori. Sempre nella zona dell’ex baita, gli operai forestali hanno delimitato la parte più pericolosa, ma al contempo anche estremamente panoramica, con una staccionata in legno. Infine, è in fase conclu-
siva la realizzazione di un percorso, pensato per vivere la natura a piedi o in mountain bike, che coinvolge buona parte dei Comuni dell’Ovadese e che sarà messo a punto grazie all’intervento della Regione Piemonte. In particolare, il tratto in che interessa Mornese, è stato studiato insieme ai paesi di Lerma e Casaleggio; il sentiero partirà dal Santuario della Madonna della Rocchetta, attra-
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GLI ALUNNI DI QUINTA A E L'INSEGNANTE MARIANGELA CELLOTTO SCUOLA PRIMARIA "G. PASCOLI" DI ARQUATA SCRIVIA
LA COSTITUZIONE RACCONTATA AI BAMBINI
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nna Sarfatti, ex-insegnante e ora scrittrice molto famosa, martedì 20 Marzo, si è recata alla scuola secondaria di Arquata Scrivia a spiegare agli alunni la Costituzione nel modo più semplice possibile. La scrittrice ha co colto la loro attenzione con un video, realizzato da ragazzi di una scuola primaria, rap rappresentando le violazione di alcune regole e le loro conseguenze. Le scene erano molto semplici, ma efficaci. Per approfondire il discorso, Anna ha mostrato delle foto di ragazzi che non hanno potuto godere dei propri diritti: Franco Cesana Cesana: 1943, seconda Guerra Mondiale, ebreo, tredici anni, nascosto con la madre, ma con il desiderio di diventare partigiano per combattere per i diritti futuri;. Pablo, messicano, dodici anni. Sua nonna ricamava fazzoletti e lui non poteva godere dei suoi diritti; infatti, non Pablo poteva andare a scuola e la sua vita non era affatto semplice.; AAndrea, è venuto bambino dal Congo in Italia a causa della guerra, dopo essere stato gravemente ferito e aver perso l’intera famiglia, ha potuto trovare nel nostro paese un posto in cui crescere. In un suo testo ha ringraziato la Co Costituzione italiana, perché senza di essa non avrebbe visti rispettati e garantiti i suoi diritti. L’autrice ha, infine, spiegato che immagina la Costituzione come una casa con dentro gli articoli che si leggono da soli; dob dobbiamo tenerla così com’è. Insomma il messaggio che Anna Sarfatti ha voluto lanciare è: “Cercate di far in modo di lott lottare per i diritti futuri e difendete la Costituzione”.
noi
Matteo, Laura, Paolo, Scuola Primaria “G. Pascoli”, 5aA, Arquata Scrivia
LA POLFER DI NOVI LIGURE TRA I BANCHI DI SCUOLA
TRAIN TO BE COOL
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ecentemente gli agenti della Polfer di Novi Ligure, appositamente formati, hanno incontrato, nel quadro del progetto “Train to be cool” promosso dal Servizio Polizia Ferroviaria di Roma gli studenti dell’Istituto “Palazzo Liceo Saracco” di Acqui Terme (AL), coinvolgendo 190 studenti, dei quali il 70% utilizza il treno per raggiungere la scuola. Il Dirigente scolastico ha ricevuto il personale Polfer, presentandolo gli studenti ed introducendo il Progetto “Train to be cool”, evidenziandone l’importanza anche in ordine alla loro formazione scolastica e culturale. È intervenuto anche il Sindaco di Acqui Terme particolarmente sensibile alla tematica della sicurezza ferroviaria.
gli attraversamenti dei binari o passaggi a livello senza utilizzare i sottopassaggi, la salita sul treno in corsa, la disattenzionee per l’uso di cellulari, cuffiette o tablet in prossimità dei binari, che crea gravi pericoli. Anche il cosiddetto ‘selfie con il treno in arrivo’ è estremamente pericoloso!!!! Si è parlato anche dell’imbrattamento di carrozze ferroviarie, il lancio di sassi e altri atti vandalici. Gli studenti si sono dimostrati molto attenti e, visto il successo dell’iniziativa, la Polfer Alessandrina tornerà tra i banchi di scuola per incontrare gli altre scuole.
Le lezioni sulla sicurezza si sono incentrate sulla proiezione di slides e filmati, relativi a fatti di cronaca accaduti in alcune città italiane che hanno avuto come protagonisti i giovani, rimasti vittime di incidenti ferroviari derivati dall’inosservanza di semplici norme comportamentali. Tra queste si ricordano
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GLI ALUNNI DI QUINTA E L'INSEGNANTE FRANCESCA CAVANNA SCUOLA PRIMARIA "FRATELLI PUPPO" DI ROSSIGLIONE
FAVOLANDO.. MIX FI FIABESCO C’era una volta una ragazza di nome Heidi, che, stufa di vivere in città, decise di trasferirsi in montagna. Andò a vivere in una graziosa baita, ai m margini delle piste da sci. Un giorno vide una ragazza che si stava allenando per una gara. Decise di iscriversi anche lei. Nives, così si cchiamava la ragazza, vedendo quanto era brava Heidi, pensò di sabotare la gara e si rivolse a sette marmotte, alle quali promise d cibo, in cambio del loro aiuto. Il loro compito sarebbe stato quello di scavare una buca nella neve, al passaggio di Heidi. scorte di Arrivò ili giorno della gara: Nives fece un ottimo tempo. Venne il turno di Heidi: le marmotte iniziarono a scavare la buca nella pista. Per fortuna un pastore, amico di Heidi, che stava raccogliendo legna, le vide e si insospettì. Così, prima del passaggio di Heidi, mise due tavole sulla buca e le ricoprì di neve. Heidi non si accorse di nulla e vinse la gara. Arrabbiata, Nives sgridò le marmotte e progettò un nuovo piano. Il pastore, però, mise in guardia Heidi sul pericolo che stava correndo. Nives venne espulsa dalla gara e le marmotte, per ppunizione, furono mandate a lavorare in miniera. Lì conobbero i Sette Nani. Anche Heidi e Biancaneve si conobbero e divennero amic al punto di scambiarsi i numeri di telefono per restare in contatto Whatsapp. Heidi, infatti, dopo la brutta esperienza amiche, viss decise di trasferirsi altrove. Prima di partire donò al pastore il premio vinto al termine della gara: un viaggio in Polinesia. vissuta, Tut tornarono alla loro vita di sempre, tranne Nives, che è ancora in prigione. Tutti Federico Mazzarello
BIANCA NEVE: UNA PERFIDA RAGAZZA gnata da
libro dise rtina del
MATILDE
BOCCONE
La cope
Gli alunni della classe Va della Scuola Primaria "Fratelli Puppo" di Rossiglione (GE) con la loro maestra, Fran cesca Cavanna, si apprestano a dare alle stampe un loro libro: FAVOLAND ANDO O.. dove la loro lor oroo im imm maagina g nazio gi zione abriglie sciolte, corre nella prateria dei ne,, sogni ad occhi aperti, con le figure ei che prendono corpo nei disegni che accompagnano le storie raccontate. Il volume sarà edito da "l'inchiostro fresco" e a tutti . buona lettura!
C’era una volta una volta, in un piccolo paese, una buona e dolce ragazza, che si chiamava Bianca Neve. Fin da bambina si dedicava a fare degli esperimenti. Quando crebbe, trovò l’amore della sua vita, che, sfortunatamente, si trasferì in un grande regno, dove diventò principe. Quel fatto la sconvolse e, allora, si trasformò in una strega cattiva. Voleva assolutamente vendicarsi del suo amore perduto. Decise di rapirlo. Creò cinque nanetti, ognuno di un colore diverso. Il primo rosso, il secondo arancione, il terzo giallo, il quarto verde e l’ultimo blu. Ogni volta che si tenevano per mano, creavano il potere dell’arcobaleno, che per loro consisteva nel teletrasportarsi dove volevano in qualunque momento. Bianca Neve diede loro una pera avvelenata per fare addormentare il principe. Quando arrivarono in città, videro il ragazzo, accanto ad una bellissima fanciulla, di nome Grimilde: era la sua futura sposa. Il più alto dei nani si trasformò in cuoco e si diresse dal principe. Gli disse che aveva preparato una squisita pera cotta e che lui doveva per forza assaggiarla. Il principe la mangiò e poco dopo si addormentò. Grimilde, scioccata, scoppiò in lacrime: lo amava davvero! I nani solo in quel momento capirono di essersi schierati dalla parte sbagliata. Così, non si sa come, fecero risvegliare il principe e, con una strana formula, riuscirono a portare Bianca Neve in una grotta, dove si sarebbe nutrita solamente con pane e acqua. I due futuri sposini si congratularono con i cinque nani, i quali, dopo il grande matrimonio, diventarono servitori di corte. Così, a parte Bianca Neve, vissero tutti felici e contenti. Maddalena Pizzorni
GLI ALUNNI DI QUARTA E L'INSEGNANTE GRAZIA ZUNINO SCUOLA PRIMARIA "FRATELLI PUPPO" DI ROSSIGLIONE
“UN GIORNO AL MUSEO” Mi sono piaciuti molto tutti i tipi di uccelli: anatre, diurni e notturni, marini ecc.. Mi è piaciuta molto anche l'organizzazione. La ragazza che ci accompagnava, Elena, rispondeva ad ogni nostra domanda e ci faceva vedere le impronte, gli escrementi e gli animali piùù piccoli messi dentro un barattolo pieno di alcool. L'alcool serve per conservarlo, un po' come il salame e il pepe. Mi sono emozionato quando ho visto le papere anche se Elena non ne ha parlato, ma perlomeno ha parlato dei rapaci notturni e diurni. Mi ha impressionato molto l'elefante antico Italiano, gli mancava un pezzo di zampa (quella posteriore a destra). Ci hanno mostrato: ghiri, tassi, cinghiali, scoiattoli, marmotte, talpe, volpi ecc.. Tutti animali che si trovano in Liguria. E' stata un esperienza bellissima e consiglio a chi non c'è mai andato di andarci in famiglia, con amici o con la scuola! Simone Leoncini
ď‚– Le rubriche de CAPARRA, ACCONTO E CAUZIONE
p Dall vostra parte Dalla
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l’inchiostro l’i i nchiostrr o fresco Aprilee 201 A 2018 20018 18
La psicologia, in una società complessa come la nostra, è materia indispensabile
La rubrica per conoscerci meglioo d o t t . s s a Alberta Ponte
Avv. Fabiana Rovegno
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notoriame notoriamente not i nte t ffrequente requ q ent entee nel n linguaggio comune l'uso dei termini “caparraâ€?, “accontoâ€? e “cauzioneâ€?, sicchĂŠ spesso quando si concludono contratti tali istituti vengono confusi. Tuttavia, sia al fine di non incorrere in accordi che non soddisfano le nostre esigenze, sia al fine di far valere al meglio i nostri diritti, è utile conoscere le differenze tra gli stessi. CAPARRA Si tratta di una somma di denaro consegnata da una delle parti all'altra, di solito al momento della conclusione del contratto. Se il contratto è adempiuto correttamente la caparra va restituita oppure potrebbe valere a titolo di acconto sul prezzo. I problemi sorgono in caso di inadempimento o recesso. La caparra può essere di due tipi: • Caparra confirmatoria: se inadempiente è la parte che ha dato la caparra, l'altra può scegliere se recedere dal contratto, trattenendo la somma ricevuta, o chiedere l'esecuzione del contratto o la sua risoluzione; se inadempiente è la parte che ha ricevuto la caparra, tale scelta spetta ovviamente all'altra, che qualora preferisca recedere ha diritto a ottenere il doppio della caparra versata. Pertanto la parte che subisce l'inadempimento, qualora non voglia chiedere l'attuazione del contratto, potrĂ decidere se recedere e accontentarsi della restituzione della caparra (o del doppio), evitando cosĂŹ la causa, oppure se chiedere la risoluzione del contratto, con l'onere di provare l'inadempimento della controparte, ma con la possibilitĂ di dimostrare di aver subito un danno maggiore rispetto alle somme che gli verrebbero corrisposte con il recesso. • Caparra penitenziale: è un corrispettivo pattuito per l'ipotesi di eventuali ripensamenti; se chi recede dal contratto è la parte che ha versato la caparra, quest'ultima perde tale somma; se invece a recedere è la parte che l'ha ricevuta, quest'ultima
Pillole per genitori deve restituire il doppio della caparra. La differenza rispetto alla caparra confirmatoria è che qui la parte non recedente può solo ottenere la restituzione dei predetti importi, senza poter pretendere un maggior danno. ACCONTO Anche in questo caso si tratta di una somma di denaro versata da una parte all'altra, ma la differenza sta nella sua funzione di pagamento parziale, che si riflette anche nella diversa disciplina. Infatti se una delle parti è inadempiente l'acconto non può essere trattenuto, potendosi chiedere la risoluzione del contratto. Come distinguere tra caparra e acconto nel caso venga pattuito il versamento di una somma? Se il contratto non specifica a quale titolo sia versato l'anticipo, esso deve intendersi come acconto. CAUZIONE Come la caparra confirmatoria è una somma di denaro versata da una delle parti con funzione di garanzia contro l'inadempimento del contratto: in tal caso la parte che ha ricevuto la cauzione può trattenerla. La particolarità è che al termine del contratto correttamente eseguito la cauzione viene restituita a chi l'ha versata, in quanto di regola non viene compresa nel corrispettivo pattuito.
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a sempre sentiamo dire che fare il genitore sia il mestiere piĂš difficile del mondo e, quel che è peggio, è che non esiste il manuale del genitore perfetto che sappia fare di un bambino un adulto felice! La bella notizia è che non serve essere “genitori perfettiâ€? ma è sufficiente essere buoni genitori, buone guide, solidi appoggi. Spesso i papĂ e le mamme si affannano per trovare una soluzione ai problemi dei figli, cercando di spianare loro la strada, cercando di rendere la loro vita il piĂš semplice possibile. Ebbene, è assai meglio aiutarli a perfezionare “mezziâ€? e “strategieâ€? da riporre nella loro borsa degli attrezzi in modo da fornire la possibilitĂ di trovare da soli la soluzione ideale. Quali sono le parole chiave da tenere a mente nell'educazione di un bambino? • FIDUCIA - dare fiducia ai figli è essenziale per farli crescere forti e sicuri: guai agli iperprotettivi che impediscono loro di vivere esperienze dalle quali imparare come funziona il mondo. • EMOZIONI - fondamentale è riconoscere e dare valore alle emozioni dei bambini: insegnare loro a riconoscerle in sĂŠ e negli altri. I bambini devono imparare da subito quanto è importante "sentire la loro vita al massimo, con allegria e integritĂ " • COMPRENSIONE - è essenziale che i bambini imparino fin da piccoli a capire gli altri
Avv. Fabiana Rovegno
e a mettersi nei loro panni. Troppo spesso si dà grande importanza alla conoscenza intellettuale e poca a quella emotiva. Si ricordi che è invece essenziale che la conoscenza intellettuale e quella emotiva siano equilibrate. • CONDIVISIONE - insegnate ai vostri bambini a condividere le proprie emozioni e ciò che hanno con chi sta loro intorno, amichetti, cuginetti: tutto ciò eviterà di crescere bambini egoisti che pensano solo a se stessi che antepongono costantemente le proprie necessità a quelle degli altri. Se imparano a condividere ciò che hanno, riusciranno a stabilire relazioni sociali piÚ intime e sicure, avranno buoni amici e, in futuro, avranno rapporti affettivi piÚ solidi. • AMORE - una delle basi per far sÏ che i bambini crescano felici, è necessario che "imparino ad amare loro stessi". L'autostima è molto importante per crescere sicuri e maturi. Amare se stessi ed essere in grado di dimostrare amore agli altri è, senza dubbio, la base per sviluppare l'intelligenza emotiva dei bambini. L'amore, la fiducia, il saper condividere e la comprensione sono ponti necessari per raggiungere il futuro come adulti felici. Educare e crescere i bambini è un'avventura che bisogna affrontare giorno dopo giorno con pazienza, dedizione e amore. Non abbiate paura di sbagliare: nessuno è perfetto quando si danno consigli o quando bisogna fare da esempio. La cosa piÚ importante è che i vostri bambini sappiano di poter contare sempre sul vostro affetto e sul vostro appoggio. Dr.ssa Alberta Ponte - 3470390020 Psicologa Clinica, Consulente in neuropsicologia Ordine degli Psicologi della Regione Piemonte N° 7740/sez. A cell. 3470390020 Genova - Masone (GE) - Tagliolo Monferrato (AL)
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l’inchiostro l’inchios ios oss tro o ffresc fresco r ssc re co Aprile Ap prrile pr ile lee 20 22018 18
Ortensia: per un matrimonio romantico e in stile shabby? D
a qualche anno, ormai, lo stile "shabby" o "shabby chic" ha invaso letteralmente la nostra vita. Uno stile caratterizzato da una studiata trasandatezza utilizzando, soprattutto nell'arredamento, mobili, oggetti e suppellettili vecchie e rimodernate (ma non troppo, per non perdere il fascino del tempo andato), il colore bianco o i toni neutri (beige, tortora) e pizzo, i merletti della nonna, i fiori di campo... Vuoi un fiore che sia il concentrato di tutto questo e che dia un fascino particolare alle composizioni floreali e al tuo bouquet? Scegli l' Ortensia. Con la sua corolla grande, composta da tantissimi piccoli fiorellini, bianca, rosa o lavanda e quell'aspetto soffice, otterrai composizioni di sicuro effetto: posizionale in coppe di ceramica, oppure in cesti di vimini sbiancato, in entrambi i casi saranno splendide! E' molto bello anche l'accoppiamento ortensie e rose, perché entrambe i fiori ci permettono, con sfumature e contrasti di colore, di ricreare l'atmosfera retrò tipica dello stile shabby. Il tuo bouquet, che sia di sole ortensie o misto con le rose (di colore diverso dall'ortensia, ovviamente) sarà rifinito con del pizzo e delle perle, elementi che non potranno mancare anche nel tuo abito! Ti ho convinta? Devi pensarci su? Ti do 5 minuti... Tic tac, tic tac...Scherzi a parte, se veramente ami lo stile shabby chic, l'ortensia è il fiore dei tuoi desideri.
l'Orto di Marisa
Risotto alla vaniglia e fragole
La vaniglia è un baccello di orchidea originaria del Messico ed è una delle spezie più corpose; era usata dada gli Atzechi per aromatizzare la bevanda reale fatta con cacao, vaniglia e miele. Fu portata in Europa nel XVI secolo e riscosse subito un grande successo anche perché aveva fama di essere afrodisiaca e di combattere l’impotenza. Oggi gli studi dimostrano che è antianemica, antidepressiva, rilassante e tanto altro.
Ingredienti (per 4 persone): 300 gr. di riso per risotti - 300 gr. di fragole - Un baccello di vaniglia - 50 gr. di burro - 60 gr. di formaggio grana grattugiato - Brodo vegetale quanto basta - Limone e sale
Preparazione: Pulire le fragole e tagliarle a fettine, tostare in una casseruola il riso per due minuti,aggiungere il brodo bollente, mescolando spesso, a metà cottura aggiungere la fragole. A fine cottura mantecare il risotto con il burro e il grana, aggiungere i semi del baccello di vaniglia e mescolare accuBuon appetito! ratamente. Servire il risotto con foglie di basilico a guarnizione… e poi
Il Mondo visto da
Ester… nando…!!! Riflessioni a ruota libera di Ester Matis
Le insidie del centro città
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uesto mese vogliamo parlarvi del Sequoia NP, uno dei principali parchi della California,quello che vogliamo portare alla vostra attenzione non sono gli alberi giganti simbolo del parco , ma una piccola chicca, il Moro Rock, uno dei più impressionanti monoliti di granito della Sierra Nevada. Almeno una volta nella vita dovete farlo. Salite in cima al Moro Rock. Il tragitto non dura molto, ma dovete salire 400 scalini stretti ed intagliati nella roccia, un'impresa che vi farà venire il fiatone, ma una volta raggiunta la sommità sarete ripagati dallo splendido panorama che si aprirà alla vostra vista. E' un orizzonte frastagliato da cime solcate dai ghiacciai che superano i 4.000 metri di altezza, uno dei più bei panorami di tutta la Sierra Nevada. Il momento migliore per godere di questo spettacolo è il mattino presto quando il cielo è più terso. Non ci resta che augurarvi una buona salita sul Moro Rock e ricordatevi il turista attraversa un paesaggio, il viaggiatore lo vive!!.
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oversi recare in auto in una città che non si conosce può essere veramente insidioso. Circolare nei centri storici è diventata un’impresa da affrontare in punta di piedi. Anche il navigatore più aggiornato rischia di tradire poiché ormai è quasi impossibile stare al passo coi cambiamenti della viabilità cittadina, con le sue ZTL, zone di corona, sensi unici ed i micidiali poliziotti elettronici: le telecamere! Servono a poco per la sicurezza in senso stretto, ma non
mancano un colpo in fatto di multe. E allora diventa attuale quel vecchio personaggio di Zelig dell’"automobilista incazzato”: uno crede di aver fatto tutto per bene, studiandosi i percorsi, parcheggiando in zone defilate e percorrendo le mille miglia a piedi, ma a distanza di mesi… zac! Arriva la raccomandata con ricevuta di ritorno. Cerchi di ripercorrere col pensiero i tuoi passi, scavi nella memoria sbiadita di quel fatidico giorno, ma non ce la
puoi fare. Dove hai sbagliato? Non riesci a mettere a fuoco la subdola parallela o traversa in cui ti sei fatto fregare. Eppure sulla lettera c’è il tuo numero di targa, giorno e ora. Ti rassegni e paghi salato. Quale grave danno avrai apportato alla suddetta cittadina non è da sapersi, ma di sicuro hai contribuito con l’amministrazione a fare cassa. Con tanti auguri di buon viaggio e arrivederci. Ester Matis
16° Torneo dell’Adriatico – Cesena
Boys 2004: sempre bravi sul campo T erzo posto per i Boys 2004 al 16° Torneo dell’Adriatico organizzato dall’ASD Romagna Centro di Martorano Cesena. I ragazzi di Micale, inseriti nel girone A con Ardor Lazzate della Provincia di Monza e Brianza e l’Fc Oliviero di Napoli, nella prima partita disputata a Martorano con l’Ardor Lazzate, partono forte e costringono i brianzoli a difendersi. I “Neri” confezionano numerose occasioni che si concretizzano nel primo tempo solo su calcio di rigore calciato e realizzato dal capitano Mazzarello e nel secondo tempo con un bel goal di Barbato. Nella seconda partita a Villalta, i Boys affrontano la temibile formazione partenopea con il piglio giusto e la partita finisce 0 a 0 con molto da recriminare da parte dei ragazzi di Micale che un po’ più di determinazione avrebbero potuto far loro l’incontro. Nella prima semifinale giocata a Fiorenzuola di Cesena, i Boys affrontano la Grumellese di Bergamo. Nei primi venti minuti i Boys si difendono alla grande e contrattaccano ad ogni stilettata bergamasca. Ma su il primo errore dei piemontesi e con l’aiuto determinate della fortuna, gli orobici si portano in vantaggio con un tiro sul quale l’estremo difensore Massone non puo’ far nulla. Nel secondo tempo i Boys si rinvigoriscono e mettono alle corde la difesa avversaria confezionando almeno due nitide occasioni da goal ma un po’ la stanchezza e un po’ l’imprecisione non permettono alla squadra ovadese di pareggiare. Così all’ultimo minuto, con un uomo in meno in difesa, arriva il raddoppio dei bergamaschi viziato da un macroscopico fuori gioco non visto dal Direttore di gara. I Boys disputano così la finale per il 3° e 4° posto sul sintetico di Mar-
torano contro il Rumagna infilando cinque reti con doppietta di Colombo e una rete ciascuno per Barbato, Tagliotti e Cannonero. Questa vittoria porta i Boys al 3° posto assoluto dietro l’FC Oliviero (2°) e alla Grumellese affrontata in semifinale, vincitrice del torneo solo dopo i calci di rigore. Complessivamente un’ottima esperienza condita anche da una convincente prestazione da parte dei ragazzi ovadesi diretti sempre con competenza e professionalità da Biagio Micale. Infatti, dopo la Croazia dello scorso anno dove hanno affrontato alcune società
professionistiche slovene e croate, i Giovanissimi 2004 hanno potuto mettersi a confronto con alcune società provenienti da regioni solitamente forti in tema di calcio giovanile, come la Lombardia e la Campania. Un plauso particolare ai genitori - tifosi che con denari, sciarpe, bandiere, striscioni e tamburi hanno sostenuto i loro figli in questa bella esperienza di vita e di sport e a chi, dedicando parte del proprio tempo libero, ha organizzato egregiamente questa “escursione” in terra romagnola. Enzo Prato
CAMPIONISSIMI 100
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a Nel 2019 cadranno due il centenari. Quello della nascita di Fausto Coppi e quello della prima vittoria di Costante Girardengo con la maglia rosa. Novi Ligure si prepara a ricordare degnamente queste due storiche date con la creazione di un apposito comitato d’Onore. Lo ha annunciato il sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, nel corso di una conferenza stampa. Questo comitato si chiamerà “Campionissimi 100” e avrà sede nell’omonimo Museo. Sul nostro sito è visibile un ampio servizio a cura di Marta Calcagno. Luca Serlenga
Castelletto d'Orba: 8° Torneo Telethon in ricordo di Stefania
Il Ferrari Club Novi Ligure a Tortona
In campo il buon calcio
“Rosse” in piazza
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abato 19 maggio e domenica 20 maggio 2018, presso il campo sportivo di Castelletto d’Orba (Al.), loc. Castelvero, si svolgerà il “Torneo Telethon” giunto alla sua ottava edizione e dedicato a Stefania. Il torneo e riservato alle categorie esordienti 2006, pulcini 2007-2008 e primi calci 2009, con la partecipazione di circa 48 squadre provenienti dal Piemonte e dalla Liguria. L’evento è organizzato da Carmelo Barca, dirigente dei Boys calcio 2004 Ovada e dal gruppo genitori dei 2004, con la collaborazione del figlio Daniele Barca, che ha curato l’organizzazione dell’asta benefica pro-Telethon, contattando numerose società sportive di serie A,B,C, e straniere, il cui incasso dell’asta e del torneo saranno devoluti totalmente all’associazione “Telethon di Alessandria”.
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la manifestazione è stata creata per poter aiutare le persone colpite da malattie genetiche e rare, e grazie all’aiuto e alla disponibilità del presidente provinciale Telethon, Enzo Fasanella, l’evento è giunto all’8° edizione. domenica 20 maggio saranno presenti alla manifestazione Caudio Onofri
(ex giocatore del Genoa), Claudio Maselli (ex giocatore del Genoa), Enrico Dordoni (ex giocatore Sampdoria), l’avv. Leonardo Grosso presidente associazione calciatori europea ed ex giocatore Torino e Genoa. Mario Bertuccio
Tortona, sabato 14 aprile, le Ferrari sono rimaste in esposizione in Piazza Malaspina per tutto il pomeriggio. È stata una festa per queste vetture beniamine del pubblico e sempre nel cuore degli italiani. Un marchio doc in giro per il mondo che solo il nostro ingegno e il nostro estro ha saputo creare. Diciamo “nostro” perché le Ferrari, come il Fausto Coppi, visto che siamo a Tortona sono eccellenze di un patrimonio comune: il nostro, quello di un’Italia invidiata per questo da molti! Alle 18, dopo la messa, la benedizione delle auto in Piazza Duomo mentre a Palazzo Guidobono andava in scena una mostra fotografica sulla formula uno. A questo evento ha partecipato anche la Scuderia Ferrari Club Novi Ligure nata il 2 agosto 2017, che rappresenta il 180° club ufficiale
della Ferrari nel mondo. Presidente di questo sodalizio novese è Ottaviano Bauce, vice Mario Coscia e segretaria Elena Coscia. Ad oggi il club novese conta ben 84 iscritti proponendo loro svariati eventi, come appunto quello di Tortona. Luca Serlenga CALENDARIO EVENTI • Sabato 18/06/2018: La Notte Rossa (Maranello) • Venerdì 13/07/2018: Pit stop e simulatori (Novi L.) • 30/8/18 – 2/9/18: G.P. Monza con acquisto biglietti cumulativi nella tribuna centrale riservata Scuderia Ferrari Club • Ottobre – Novembre 2018: Visita alla fabbrica Ferrari • 2-3-4 Novembre 2018: Finali mondiali Ferrari (Monza). Ingresso gratuito per tesserati Sfc previa registrazione a cura del Presidente
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SPORT
III Trofeo dei Colori
La "Campionissima" e il
"Giro Rosa"
È
in programma per domenica 29 Aprile ad Ovada “La Campionissima” riservata agli appassionati del ciclismo eroico con biciclette costruite entro il 1987 con filo freno esterno al manubrio, cambio al tubo obliquo e abbigliamento d’epoca. Ad organizzare l’evento è la Società Servizi Sportivi in collaborazione con “Gli Amici del Borgo” e il “Vespa Club”. La manifestazione rientra nelle iniziative promosse nell’anno 2018 che culmineranno sabato 7 Luglio con la tappa del “Giro Rosa” di ciclismo professionistico femminile che avrà Ovada quale sede di partenza ed arrivo. LA CAMPIONISSIMA La nuova edizione di questa manifestazione, è entrata a far parte del calendario del Giro d’Italia d’Epoca in qualità di evento Patrocinato. Il ritrovo è fissato alle ore 8 presso il Caffè Trieste, locale storico per il ciclismo in quanto, nelle sue prime edizioni, la “Classicissima” Milano - Sanremo vi faceva sosta per il ristoro degli atleti. Quindi
alle 8.40 sfilata per le vie del centro ad andatura controllata a scaglioni per fasce di età delle macchine fino al “Borgo” di Ovada. Alle 8.50 timbratura di partenza dei carnet di viaggio presso il Bar del Borgo. Ore 9 partenza in contemporanea per i tre percorsi. alternativi a disposizione dei partecipanti. Il primo denominato “Coppa Colli del Dolcetto” si snoderà su di un tracciato di 30 chilometri sulle alture dove si produce il rinomato vino. Il secondo denominato “Brevetto dell’Orba” prevede un percorso di 54 chilometri e porterà i ciclisti fino all’antico ponte di Tiglieto dopo aver costeggiato a lungo il torrente Orba. La terza soluzione di 84 km è la somma dei due tracciati che sarà a disposizione dei più volonterosi ed allenati, in questo caso la denominazione è quella di “Audax dell’Ovadese”. I partecipanti agli ultimi due percorsi si ritroveranno alle ore 11 presso il ponte storico di Tiglieto per la foto di rito. Alle ore 13 banchetto conviviale e premiazioni. Enzo Prato
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ontinua la stagione del Pattinaggio Artistico della Polisportiva Comunale Castellettese. Ad Asti, Francesco Meloni si è laureato campione regionale Fisr, mentre Azzurra Picasso e Gaia Meloni hanno vinto due medaglie di bronzo al Regionale Uisp. A Vercelli, al Campionato Fisr, le coppie di "artistico", Eva Pomella - Alessandro Montobbio e Francesco Meloni - Francesca Gallesi, hanno vinto la medaglia d'oro. Il 5 Maggio a Castelletto d'Orba si terrà il 3° Trofeo dei Colori, dove tutti i futuri campioni si avventureranno nella loro prima gara. (l.s)
Castelletto d'Orba: Uomini, attenti a queste donne!
"Sicura di te"
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i è concluso lunedì 9 aprile, con una piccola festa e la cerimonia della consegna del diploma di partecipazione e la maglia il corso “Sicura di te”. Il corso è nato da un’idea e passione di Romina Repetto insegnante di ju jutsu Hontai Yoshin ryu 3 dan in collaborazione con la Polisportiva Comunale Castellettese e con il patrocinio del Comune di Castelletto d’Orba. L’istruttrice è stata affiancata per 8 lezioni dal preziosissimo Alessandro Cazzulo 4 dan Hontai e Shoden della scuola, dalle operatrici di Me. Dea, dalla Psicologa Sabrina Dattilo, dalla consulente estetica Carmen Pronestì dell’Angolo delle coccole. Le lezioni infatti non erano solo basate sull’autodifesa ma anche su psicologia e attenzione al proprio corpo. Un corso a 360° per rendere la persona più sicura di sé. Al primo corso hanno partecipato 17 donne di tutte le età provenienti non solo
da Castelletto ma anche dai paesi limitrofi. L’indice di gradimento del corso è stato alto tanto che le partecipanti hanno chiesto l’organizzazione di un secondo corso. I maestri Alessandro e Romina sono molto soddisfatti e si metteranno al lavoro per organizzare una seconda edizione al più presto.
INFO: Romina 3395473692, Alessandro 3485454953 Castelletto@samuraikidsacademy.it
Novi Ligure: in sella le giovani speranze del pedale
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l 13 maggio 2018 la società ciclistica “Pietro Fossati”, presieduta da Gian Paolo Ghelardi, organizzerà la prima prova regionale del “Trofeo Primavera”, quarto memorial “Rino Olivieri”. La partenza e arrivo, su un circuito di 1390 metri, si terrà di fronte la Museo dei Campionissimi a Novi Ligure. Si prevede una fortissima partecipazione, perché i tesserati sono 250. La gara è dedicata ai giovanissimi tra gli otto e i dodici anni, maschile e femminile. Luca Serlenga Per informazioni: 334.3162027
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LA SCHEDA La “Pietro Fossati” è stata fondata nel 1945 e il suo primo presidente onorario è stato Costante Girardengo. Pietro Fossati, che, tra le altre gare, si aggiudicò nel 1929 il Giro di Lombardia è stato infatti un apprezzato gregario di Costante Girardengo. Fossati, detto “Pietrino”, nacque a Novi in via Borgo Lavandaie (oggi via San Giovanni Bosco) il 29 Giugno 1905 e perì, durante una delle ultime incursioni aeree su Novi, sul posto di lavoro all’ILVA il 13 marzo 1945, dove vi era entrato nel 1935, a conclusione ua lunga carriera da ciclista. dlla sua
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EVENTI
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ara... Passeggiando con Chi CAVALLI E DINTORNI
Novi Light Sensation
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enerdì 23 e sabato 24 marzo Novi Ligure si è ritrovata avvolta nei colori. Merito della 1° edizione del Festival della luce: il Novi Light Sensation, magistralmente organizzato da Simone Siri. L’evento consisteva in una serie di spettacoli con protagonista assoluta la luce che, in diverse location del centro storico, letteralmente “fasciava” vari artisti impegnati in varie performance accompagnandoli con raggi luminosi proiettati sulle facciate di chiese e palazzi, esaltando la bellezza architettonica del concentrico cittadino. Tutti gli spettacoli sono stati poi
giudicati, a seconda delle categorie d’appartenenza, da una giuria di esperti che hanno redatto una classifica assegnando premi in denaro e targhe di merito. Novi Light Sensation è stato il primo organizzato nella provincia di
Alessandria e si è dimostrato un’idea molto originale e differente per far conoscere Novi. Durante entrambe le serate si è verificato un notevole afflusso di persone, insolito per la realtà cittadina, e Siri si è dimostrato soddisfatto
“Il bambino non è un utente, è un figlio"
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ome ogni anno, la Casa del Giovane di Novi Ligure è in attività: l’oratorio di Via Gagliuffi offre diverse possibilità ai giovani interessati. Forse al primo posto, la ASD Casa del Giovane Virtus, una squadra di calcio pensata per dare spazio a chi non giocherebbe nelle società tradizionali. Il doposcuola, presente tutti i giorni. Le feste per occasione “speciali”, come Natale o Pasqua. Senza, ovviamente, dimenticare il catechismo. Tutto questo con orari continuati: l’oratorio di Via Roma è aperto tutto l’anno: nel periodo estivo si trasferisce al Centro di S. Rita. Tutto questo per soddisfare varie esigenze. Giovani credenti, che si avvicinano alla Casa per questioni di fede, ma anche giovani di altri credo e nazionalità, insieme come una grande famiglia. E poi i bambini delle elementari, che escono da scuola e trovano un ambiente aperto
Pegaso
per l’entusiasmo manifestato dalla cittadinanza e non. L’augurio è che l’anno prossimo si ripeta una seconda edizione, magari spostata in un periodo con condizioni climatiche più favorevoli. Anche i commercianti hanno contribuito alla riuscita dell’evento con l’apertura serale e addobbando le vetrine “a tema”. Noi ovviamente ci uniamo ai complimenti fatti per la buona riuscita dell’evento sicuri che ne seguano altri sempre più curati e coinvolgenti, d’altronde l’obiettivo di sorprendere e divertire è stato pienamente raggiunto! Chiara Frisone
La StraNovi
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pronto ad accoglierli. Per rispondere alle loro esigenze, è presente uno staff preparato, composta da una persona presente regolarmente e diversi volontari. Questi sono adulti e ragazzi, formati con corsi appositi e indirizzati verso ulteriori esperienze nel mondo del volontariato. La loro filosofia, “Il bambino non è un utente, è un figlio”. Nessuno viene rifiutato a priori e per i soggetti più fragili (come i minorenni che scontano una pena alternativa) c’è la col-
laborazione con i servizi sociali ed altri professionisti. I genitori non sono distanti, ma seguono e aiutano i volontari nell’educazione del bambino. Per questo, quasi sempre con loro vi è un dialogo sereno. Non ci sono problemi di razzismo: ragazzi stranieri, sia educatori che bambini, che giocano e vivono insieme agli altri, senza intolleranza o discriminazione. Matteo Clerici
Novi Ligure si correrà la 37° StraNovi, gara podistica stracittadina libera a tutti su di un tracciato di 4,5 chilometri. L’appuntamento è per la serata di venerdì 18 maggio con partenza alle 20.15 da piazza XX Settembre. Quest’anno l’evento organizzato, con il patrocinio del Comune, dall’Atletica Novese è a sostegno dell’associazione “Centro Aiuto alla Vita”. All’atto dell’iscrizione, i partecipanti riceveranno una t-shirt che per la prima volta porta la scritta: “Corri con Andrea” per i ricordare Andrea Chaves, tragicamente scomparso nel settembre scorso. G.B.
Come detto l'altra volta, in questa occasione spenderò un po' di parole su Pegaso e... il circondario. Pegaso è una grande costellazione, molto ben visibile, specialmente in autunno: un gran quadrato che individua il corpo, e un altro paio di stelle che rappresentano la testa del mitico cavallo alato. Una curiosità astronomica riguarda un vertice del quadrato: per molto tempo questa stella (detta Sirrah o Alpheratz) ha avuto una caratteristica peculiare, ovvero quella di appartenere a due costellazioni, Pegaso ed Andromeda; alla fine, è stata ufficialmente attribuita ad Andromeda. Cavallo alato, si diceva: storia importante, la sua, nella mitologia greca. Nasce dalla testa della Medusa, tagliata da Perseo. L'eroe lo cavalca nel suo viaggio di ritorno, e a un certo punto vede Andromeda incatenata che viene attaccata da un mostro marino, la Balena, mandata da Poseidone per vendicarsi della madre Cassiopea (e del di lei marito Cefeo) che aveva “troppo” vantato la propria bellezza, rispetto alle figlie di Poseidone, le Nereidi. Ebbene, tutti i nomi evidenziati in grassetto, sono anche nomi di costellazioni, vicine a quella di Pegaso, che continuano in cielo a raccontare un mito. Per chi non abbia mai individuato questo gruppo di costellazioni, il suggerimento è quello di... provarci: libri, software, risorse in rete sono disponibili in abbondanza per chi volesse cimentarsi in questa non troppo difficile sfida. Ricordo però che di questa stagione le uniche costellazioni legate al mito di Pegaso che possiamo osservare sono Cassiopea e Cefeo (visibili tutto l'anno, sono circumpolari) e Perseo. A proposito di quest'ultima costellazione, sarà un caso che la stella che rappresenterebbe la testa della Medusa venga detta “Algol” (il demonio) e sia una stella variabile, oltretutto con un periodo breve, inferiore ai tre giorni? Chiudo con un breve rimando alla rubrica del mese scorso: menzionavo Equuleus, il cavalluccio. Bene, questa debole e piccola costellazione che rappresenterebbe un puledrino, si trova proprio a fianco di Pegaso.
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