Direttore Responsabile: Fabio Mazzari
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ANNO XXXIII / N. 4 - MAGGIO 2018
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Domenica 27 maggio a Silvano d'Orba giornata di festa
Una delegazione ufficiale ha visitato il Geoparco
Hong Kong “chiama” il Beigua Fabio Mazzari - pag. 2
I licei "Amaldi" e "Doria" si fanno onore
Silvano d'Orba è ... Ambardan
L’evento che ha unito la storia e la natura
Lorenzo Mazza e Lorenzo Robbiano
Umberto Cecchetto - pagg. 15-17
Tricolori sull’Antola
Maurizio Priano - pag. 22
Fabio Mazzari - pag. 25
In occasione del 72° anniversario della nascita della Repubblica
Cittadini non si nasce si diventa A scuola di cittadinanza
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ome già scrissi su “l’inchiostro fresco” del novembre 2008, commentando un articolo de La Stampa del 23 ottobre di quello stesso anno, titolato “Cittadini non si nasce, si diventa” a firma di Michael Walzer, a distanza di dieci anni, oggi più che mai, mi sento di condividere l’idea di questo sociologo d’oltre oceano, che nel suo scritto sosteneva l’inderogabile necessità, per mantenere in piedi un sistema democratico, di addestrare i cittadini ad essere tali. E cioè di inculcare nei singoli individui sin dalla più tenera età la conoscenza dei presupposti democratici, per farli appunto diventare cittadini. In sostanza era ciò che, nel 1942, Lord Beveridge aveva espresso a Winston Churchill nel presentargli il suo Piano sociale (il Welfare State) dicendo che anche la migliore delle leggi, per ottenere i suoi risultati, doveva ricadere su una popolazione civicamente formata, perché l’ignoranza (sociale) è “una cattiva erbaccia che i dittatori possono coltivare tra i gonzi, ma che nessuna democrazia può permettersi di far crescere tra i suoi cittadini”. Scuola e famiglia dunque hanno in questo senso importante compito da svolgere. Gian Battista Cassulo
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uando nasce un bambino, di qualunque etnia esso sia, nasce un essere umano che, sotto il profilo giuridico, diviene portatore di diritti e di doveri. Sotto l’aspetto naturale, però, i bambini non hanno questa consapevolezza. Basta andare ai giardini pubblici per rendersene conto: corrono spensietari, sia che abbiano gli occhi a mandorla o i capelli crespi. Giocano sulle altalene, tirano calci al pallone, rincorrono i piccioni, schiamazzano allegri e, quando qualcosa non va, piangono tutti allo stesso modo. E allora cosa sono questi bambini? Cittadini? No, sono semplicemente esseri umani che, crescendo, devono però acquisire le necessarie conoscenze per diventare adulti. E in primo luogo imparare ad essere cittadini, perché parole e principi come “potere” (il governo), “legge” (parlamento e magistratura) e “libertà” (i rapporti tra gli individui e tra individuo e Stato), senza una sia pur minima preparazione, rimarrebbero parole vuote con il risultato di favorire pericolose derive (degenerazioni sistemiche). Tra una società dispotica dove vi è legge e potere senza libertà e una società anarchica dove vi è legge e libertà senza potere, è infatti molto meglio vivere in una società democratica, dove la contemporanea presenza della legge, del potere e della libertà pone l’individuo al riparo dalla prepotenza (il dispotismo) e dal disordine (l’anarchia). Una società democratica, secondo quanto ci ha insegnato Rousseau (Il contratto sociale – 1762), si fonda
però sulla volontà generale che legittima “dal basso” la sovranità dello Stato. Una volontà generale all’interno della quale il singolo, per contrastare l’egoismo individualista insito nella natura dell’uomo, si riscatta diventando cittadino. Ed è qui il punto che caratterizza ogni società. Ovvero una società è più o meno evoluta, più o meno aperta, in funzione della preparazione (la cultura civica) dei suoi cittadini, tanto da poter dire che i governanti altro non sono che lo specchio dei governati. In
questo senso noi de “l’inchiostro fresco” è dal 2003, anno in cui con l’on. Roberta Pinotti andai a Varazze per ricordare il centenario della nascita di Lelio Basso, che organizziamo ogni anno nelle scuole elementari e medie incontri sulla Costituzione, spiegando agli alunni i due principi fondamentali sui quali si reggono le moderne costituzioni: quello della volontà generale e quello della divisione dei poteri. Ma come far comprendere temi così com-
plessi a degli adolescenti? L’idea mi venne proprio a Varazze escogitando una comparazione con il mondo del calcio, dove sul campo da gioco, per rendere piacevole e corretta una partita, i ruoli sono ben distinti. E gli alunni, lontani da ogni demagogia, si sono dimostrati in tutti questi anni ben contenti di imparare la Costituzione in tal modo, trasportandola addirittura, come gli alunni delle scuole “Saracco” di Acqui Terme, sul palcoscenico del loro saggio di Fine Anno scolastico. Perchè la Costituzione, ma soprattutto la sua concreta applicazione, mette al riparo la Società da ogni consorteria, da ogni gruppo di potere, da ogni mafia. Gian Battista Cassulo
ARBITRO
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ALLENATORE
POTERE GIUDIZIARIO (LA MAGISTRATURA)
POTERE ESECUTIVO (IL GOVERNO)
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TUTTI GLI SPETTATORI
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LA SOCIETÀ (GLI ELETTORI)
CURVA B
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ISCRITTI PARTITO POLITICO B
CURVA A
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ISCRITTI PARTITO POLITICO A
SQUADRA A
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PARTITO POLITICO A
TUTTI I GIOCATORI
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POTERE LEGISLATIVO (IL PARLAMENTO)
SQUADRA B
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PARTITO POLITICO B
L’editoriale di Fabio Mazzari Quella mafia invisibile
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a cittadinanza onoraria data da Campomorone a Salvatore Borsellino, fondatore del Movimento delle Agende Rosse e fratello di Paolo, il magistrato antimafia ucciso da Cosa Nostra a Palermo nel 1992 è un gesto nobile, che ci deve far riflettere sulla situazione attuale. In questi anni abbiamo assistito ad una sorta di mutazione genetica delle mafie nel nostro Paese. Non assistiamo più alle stragi che insanguinarono l’Italia dai primi anni ‘70 fino alla seconda metà degli anni ‘90, ma ad una presenza “nascosta” delle mafie. Le principali organizzazioni criminali (Cosa Nostra, Ndrangheta, Camorra) si infiltrano nell’economia nelle istituzioni e nella politica (basti pensare che le organizzazioni mafiose sono la prima “azienda” italiana per fatturato, davanti alla Fiat). Nel 2017 sono stati ben venti i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, mentre nei primi quattro mesi di quest’anno siamo già a dieci. E non si tratta più di un fenomeno circoscritto alle regioni del Mezzogiorno, come ha dimostrato ad esempio il caso di Lavagna nell’estate del 2016. Una mafia subdola e pervasiva quella che si è estesa nello stato negli ultimi vent’anni e che ha contribuito sicuramente a rallentare lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese.
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Fabio Mazzari
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l’inchiostro fresco Maggio 2018
COSTUME E SOCIETÀ
Alessia Cotta Ramusino: dall’Iran a Genova per trovare i suoi veri interessi op
Una tesi sulla moda per capire la Società Aldilà di nastri e sfilate A L a moda italiana, con le sue origini, il suo presente e il suo futuro, tra rischi e opportunità. Questo l'obiettivo di tesi di laurea di Alessia Cotta Ramusino, “Sociologia della Moda: definizioni e problemi”, che nell’anno accademico 1993/94 si laureò brillantemente, con il Chiar.mo Prof. Giorgio Sola, in Scienze Politiche. Una tesi tutt’oggi valida e attuale perché analizza quei processi di imitazione che influenzano la mobilità sociale (ma anche il suo appiattimento), dei quali la moda è uno degli attori protagonisti. Come chiarito dal testo, scopo dell'autrice, oggi apprezzata compositrice musicale, è analizzare il mondo della moda, visto essenzialmente sotto il profilo dalla “Innovazione e mutamento di stile” e, come accennato, quale “Principio dinamico che si sviluppa con tratti e tempi differenti in tutte le società e le epoche”, pur essendo diventato più importante nella modernità. Il lavoro di Ramusino esamina dunque in dettaglio questi aspetti. Nel capitolo “Moda come imitazione” indaga infatti la tesi secondo cui la moda sia il mezzo attraverso il quale i deboli ed i perdenti sociali cercano di copiare e di trasferire a loro il successo ed i benefit delle classi superiori. “La moda come craze” ovvero intesa come un comportamento collettivo che agisce sull’individuo al di là della sua libera scelta. La moda dunque che spingendo sui “quei comportamenti più o meno spontanei” plasma la volontà del singolo. L'eterno dibattito tra condizionamento e libero arbitrio visto da una nuova prospettiva. Nella seconda parte, “La moda nei classici”, la tesi si focalizza sul lavoro di autori considerati fondamentali, come Georg Simmel e Renè Konig, significando come la “vita di società” diventi parte integrante
della struttura sociale. Nella terza ed ultima parte, “Fenomenologia della moda”, viene indagato il rapporto a doppio senso tra società e moda, con la prima che usa la seconda per promuoversi e viceversa, in una relazione duale. “Moda dei corpi” infine analizza i metodi che la moda usa per modificare e influenzare il “comune senso del pudore” a vantaggio del prodotto “del momento”. Più specifico, “Moda-donna, moda-uomo” dimostra come a volte, è la moda stessa a definire cosa è maschile e cosa è femminile. Insomma, un testo non facile, ma un modo di vedere la moda aldilà dei luoghi comuni a base di nastrini, sfilate e belle donne (troppo) magre.
bbiamo incontrato a Genova Alessia Cotta Ramusino, artista, musicista e studiosa del mondo della moda che ci parla della sua attività.
LA PASSIONE PER LA MUSICA Una passione per la musica, quella di Alessia Ramusino, che nasce fin da giovanissima. “Ho avuto la fortuna di passare gli
Matteo Clerici
Moda da sempre
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'uomo è animale sociale” diceva Aristotele e, praticamente da sempre, la moda è uno degli aspetti più sociali che esistano. Perché, se ci mettiamo cose addosso per motivi oggettivi (difenderci dal freddo, dalla pioggia, dalle spade dei nemici...) lo facciamo anche per motivi soggettivi, legati cioè a caratteristiche umane, come gusti e idee.
L’UOMO DI NEANDHERTAL Forse, i primi uomini amanti della moda, sono stati i Neandhertal, quindi neanche uomini “al 100%”. Secondo gli studiosi, i loro ornamenti (collane, ma anche pigmenti da applicare sulla pelle) servivano per acquisire status e aumentare la possibilità di accoppiamento col sesso opposto.
GLI ANTICHI ROMANI Anche millenni dopo, per i Romani, quello che indossavi diceva chi eri. La porpora serviva a evidenziare il più vincente dei vincenti, l'imperatore. La barba era più “popolare” ma serviva anche come indicatore visivo. Il vero cives poteva portarla, ma doveva essere curata: solo il barbaro aveva la barba incolta. LE ARMATURE Nel medioevo (e nel Rinascimento) l'armatura italiana era l'equivalente odierno della Ferrari per il riccone di provincia: un prezioso esempio di artigianato, ma anche un simbolo di benessere e status irrinunciabile. IL SECOLO DEI LUMI Nel Settecento, il mondo si divideva tra gli “in”, dalla pelle chiara, e gli “out”, i poveracci ab-
bronzati che dovevano lavorare sotto il sole. E tra i nobili spopolò la cipria, per vantare un'epidermide a prova di cafoneria. L’EPOCA ROMANTICA Nell'Ottocento, era di moda essere uomini duri. Per questo, nacquero i duelli su misura: ci si affrontava con combattimenti da burletta, con molte protezioni. Alla fine, vincitori e vinti potevano sfoggiare delle maschie cicatrici, ma non sempre finiva così. GLOBALIZZAZIONE Ed oggi la moda, con la globalizzazione, da un lato è diventata una divisa di massa, eleganti a basso costo grazie allo sfruttamento del lavoro nei paesi del terzo e quarto mondo, e dall’altro motivo di mobilità sociale grazie ad un processo di imitazione. (m.cl.)
anni dell’infanzia, fino gli undici anni, in Iran – ci spiega la nostra interlocutrice – lì, dove ho vissuto degli anni meravigliosi, sono entrata in contatto con una cultura ricchissima che ha influenzato la mia attività artistica”. Una storia personale, molto particolare, quella di Alessia Ramusino. “Nel 1980 in Iran scoppiò la guerra contro l’Iraq e gli stranieri vennero rimpatriati. La mia famiglia si fermò a Genova – ci racconta l’autrice – il primo impatto fu quasi scioccante, in Iran vivevamo in una zona che era in mezzo alla steppa. Tutte le consuetudini di tutti i giorni come prendere l’autobus sembravano cose strane!”. Il ritorno a Genova coincide con l’esplosione della passione per la musica: “inizialmente fu quasi un rifugio quello nella musica. All’inizio però la mia famiglia non era favorevole ad un percorso in quel mondo – ci confessa Alessia Ramusino – perché si stavano vivendo tempi diversi dagli odierni. Non c’erano ancora i vari talent show che permettono di farti largo e molte famiglie spingevano i figli nel mondo dello spettacolo soprattutto per questioni economiche. Oggi comunque devo dire che spesso è più l’immagine a contare”. Le prime canzoni scritte da Alessia Ramusino nascono proprio all’età di undici anni ma l’autrice le tiene nascoste fino all’età di diciotto anni quando le sorelle la iscrivono ad un concorso musicale. “Vinsi con grande sorpresa quel concorso e ebbi l’occasione di conoscere diversi musicisti. Tuttavia – prosegue l’artista – anche su indicazione della famiglia decisi di iscrivermi all’università, all’epoca c’era ancora il mito della laurea come accesso garantito ad un posto fisso. Oggi abbiamo visto che non è affatto così, la mia è stata la prima generazione che si è scontrata con la fine di questa illusione”.
LO STUDIO DEL MONDO DELLA MODA Università che piacque molto ad Alessia Ramusino. “Mi innamorai letteralmente delle materie sociologiche, nel frattempo comunque continuavi ad occuparmi di musica. All’Università in particolare trovai straordinaria la figura del prof. Giorgio Sola, mi colpì subito la grande partecipazione di studenti alle sue lezioni, ma particolarmente la voce e il modo con cui teneva le lezioni”. Ed è qui che, accanto all’esperienza musicale Alessia Ramusino, trova i suoi contatti con il mondo della moda. “È stato l’argomento della mia tesi, trattando l’argomento sotto diversi punti di vista. Eravamo negli anni Novanta, quando questo mondo era al top assoluto e le indossatrici erano a livello di dive internazionali. Oggi – prosegue la nostra interlocutrice – la moda è cambiata, è diventata una moda sociale dove la tendenza è quella dell’omologazione. Pensiamo ad esempio ai tatuaggi ed i piercing che erano completamente estranei alla civiltà occidentale. Trovo infatti che la moda sia una sorta di riconoscibilità nel voler essere. Nel momento in cui ci si veste in un certo modo si infatti vuole assumere un determinato ruolo sociale”. LA SUA ATTIVITÀ ARTISTICA Tornando alla musica, Alessia Ramusino ci parla del suo lavoro. “Ho uno stile compositivo molto particolare, che si adatta molto bene alle colonne sonore”. Tra le colonne sonore realizzate dall’artista si possono ricordare quella di diverse fiction per esempio “Noi”, “Distretto di Polizia” e “Per amore” e di una fiction internazionale con protagonista Barbara Bullock. Inoltre Alessia Ramusino continua contemporaneamente a incidere album ed ha scritto alcune romanze per la musica lirica. Fabio Mazzari
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Valle Stura e Val d’Orba Una delegazione ufficiale ha visitato il Geoparco
Alla scoperta della Gattazzè
Hong Kong “chiama” il Beigua
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Nelle isole britanniche la delegazione di Hong Kong si è recata al Geoparco di Marble Arch Caves in Scozia e in quello di English Riviera in Cornovaglia, visitando anche il celebre Gian't Causeway. È poi giunta in Italia per visita il Geoparco del Beigua.
l 21 e 22 aprile una delegazione ufficiale del Lions Club di Hong Kong si è recata in visita al Geoparco Unesco del Beigua, trascorrendo due giorni alla scoperta delle bellezze e delle attrattività del territorio.
I GEOPARCHI EUROPEI I rappresentanti della città asiatica hanno intrapreso un viaggio alla scoperta dei geoparchi europei, iniziando dapprima dalla Gran Bretagna, dove hanno visitato il celebre Giant’s Causeway: il “selciato del gigante”, una formazione rocciosa naturale situata nella costa orientale dell’Irlanda non distante da Londonderry che, dal 1986, è inserita nei patrimoni mondiali dell’umanità dell’Unesco. Sempre nelle isole britanniche la delegazione di Hong Kong si è recata al geoparco di Marble Arch Caves in Scozia, famoso per le sue splendide grotte e a quello di English Riviera in Cornovaglia, che si estende tra le città di Plymouth e Torquay. IL GEOPARCO DEL BEIGUA Successivamente si sono appunto recati nel Geoparco del Beigua, visitando dapprima l’intero tratto costiero che comprende i comuni di Arenzano, Cogoleto e Varazze e poi spingendosi nell’entroterra, con l’intero percorso dell’Alta Via dei Monti Liguri, le aree interne della Valle Stura e concludendo la missione ufficiale al Centro visite del Parco a Palazzo Gervino. LA VISITA Il personale del Geoparco del Beigua ha accompagnato gli ambasciatori nel tour del territorio, in particolare i membri del Lions
Scarpinando con Erbaflor
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omenica 22 aprile nella bella cornice dei monti dell’Oltregiogo, l’erborista Peruzzo ha organizzato una bella escursione sui sentieri che portano alla Colma, nel bel mezzo del Parco delle “Capanne di Marcarolo”. Con partenza alle 9,30 da Piazzale Magnoni (Tagliolo Monferrato), gli allegri scarpinatori, in gran numero si sono diretti
verso la vetta, attraversando boschi, superando sterrati e ammirando ad ogni tornante il panorama offerto dal susseguirsi dei profili montuosi a cavallo tra Liguria e Piemonte. E poi di ritorno dalla Colma eccoli alla Cascina Albergo Bianco dove ad attenderli c’era un lauto ristoro con la mitica farinata di Lucio. Una giornata all’insegna del rispetto e dell’amore per la
natura, resa ancor più interessante dalla lezione a cielo aperto dell’erborista Peruzzo che ha illustrato le peculiarità della flora presente in loco, soffermandosi in particolare sulla descrizione delle erbe spontanee che nascono nel parco. Una bella iniziativa organizzata non a caso nella giornata dedicata alla terra. Gian Battista Cassulo
Club asiatico sono rimasti estasiati dalla varietà di paesaggi e di bellezze naturali che offre il Global Unesco Geopark del Beigua. LE ASPETTATIVE Da parte loro i rappresentanti di Hong Kong si sono impegnati a promuovere il comprensorio del Geoparco del Beigua alle diverse organizzazioni turistiche dell’estremo oriente. Per il territorio del Beigua si apre così una possibilità di sviluppo turistico immensa, essendo il mercato asiatico il più numeroso a livello di popolazione e insierito in un’area in pieno sviluppo economico. IL CONGEDO Dopo la visita al Beigua la delegazione di Hong Kong è partita alla volta della Toscana, per visitare altri due geoparchi: il Parco delle Alpi Apuane situato tra La Spezia e Carrara ed il Parco delle Colline Metallifere nella maremma grossetana. Fabio Mazzari
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volte, i boschi nascondono tesori inestimabili. È il caso della cappella di Gattazzè, la frazione “scomparsa” di Urbe, nella valle del Rosto, tra Acquabianca e il Monte Dente. Un’architettura religiosa rurale di valore tanto da essere stata inserita nella lista dei “luoghi del cuore”, il progetto del FAI e di Intesa Sanpaolo che raccoglie monumenti e posti da proteggere. Un luogo, la Gattazzè, dove il tempo si è fermato: un incendio nell’estate del 1968, fu il “punto di non ritorno” della frazione, una volta fiorente e ricca di storia. Da sempre nota come “Gatasca”, la frazione sorge su quella che una volta era una delle principali vie di comunicazione, ossia una delle “vie del sale” che collegavano la costa con la Pianura Padana. Nel XVIII secolo la famiglia Raggi, già proprietaria della Badia di Tiglieto, decise di costruire in questo luogo la propria residenza estiva per la caccia, anche se la tradizione vuole che già in epoca longobarda vi fosse un padiglione destinato alla caccia. Come ricordato da Paolo Diacono, lo storico dei longobardi, il luogo, infatti, fa parte di quella che una volta era conosciuta la Silvam Urbem, la selva dell’orba, il territorio di caccia preferito dal re Liutprando e dalla sua corte. La stessa cappelletta, consacrata nel 1793 e intitolata a Nostra Signora delle Grazie, potrebbe vantare comunque un’origine più antica e sorgere, come molti altri monumenti di culto, su luoghi sacri già ai pa-
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l’inchiostro fresco Maggio 2018
VALLE STURA E VAL D’ORBA - NEWS DAL TERRITORIO A seguito dell'ultima predazione il Comune ha organizzato
Una serata divulgativa sul lupo a Masone
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unedì 14 maggio, presso l’Opera Monsignor Macciò di Masone, si è svolta la serata divulgativa dal titolo “Il lupo: biologia, falsi miti e convivenza”, organizzata dal Comune, nata in seguito alle recenti polemiche a seguito di una predazione da parte di lupo ai danni di allevatori locali, per fare chiarezza sull'argomento e sfatare alcuni miti. Alla serata, che ha visto una massiccia partecipazione di pubblico e un accesso dibattito, hanno partecipato Alberto Pastorino, zoologo ed esperto di lupi, che ha descritto alla platea il lupo in tutti i suoi aspetti, Paolo Rossi, fotografo di lupi, Andrea Marsan, biologo della fauna selvatica, nonché numerosi allevatori, che hanno chiesto a gran voce rispetto per il loro lavoro. “Da quando sono tornati i lupi sul nostro territorio, gli allevatori della zona non sono più tranquilli” afferma Enrico Piccardo, sindaco di Ma-
Grande partecipazione per “Il lupo: biologia, falsi miti e convivenza”
sone, a seguito dell’attacco avvenuto la notte tra il 19 ed il 20 aprile in località Foiè, ai danni di un allevatore locale. “Anche coloro che si sono premuniti con recinzioni o cani da guardiania spesso subiscono comunque degli attacchi al proprio gregge: questi sistemi di tutela non risultano sempre efficienti, ormai la gente rinuncia a tenere degli animali e gli allevato-
ri sono sempre di meno”. A seguito della segnalazione dell’episodio di predazione, si era scatenato un vero e proprio polverone mediatico sulle pagine social della Valle Stura: nei giorni scorsi, infatti, un post sul gruppo Facebook “sei di Masone se…” aveva dato inizio ad un vivace e colorito dibattito e nel giro di poche ore erano stati rilasciati com-
Un esemplare fotografato da Paolo Rossi sul massiccio del Beigua
menti di ogni sorta dagli utenti della pagina. Di conseguenza, si sono formate subito due fazioni: chi favorevole e chi contrario alla presenza di questa specie sul nostro territorio. Alla fine, come purtroppo spesso accade sui social, la discussione è degenerata in espressioni a dir poco colorite e si sono lette le affermazioni più fantasiose come il fatto che il
lupo sarebbe stato reintrodotto in natura grazie a dei “fantomatici paracadutamenti”. “Durante il sopralluogo abbiamo verificato almeno la presenza di 5 capi adulti e 2 agnelli uccisi” afferma Alessandro Vignolo, Maresciallo ordinario dei Carabinieri Forestali presso il Comando della stazione di Campo Ligure “Non possiamo stabilire con certezza
il numero degli agnelli mancanti, in quanto, non essendo ancora registrati per legge all’anagrafe dell’ASL, sarebbero privi di auricolare e quindi non conteggiati sul registro aziendale. Il proprietario ha lamentato la perdita di ben 36 capi tra adulti ed agnelli, quindi all’appello secondo quanto affermato dal pastore mancherebbero ancora 25 agnelli e 4 pecore adulte” afferma Vignolo. “È stato accertato che si tratta di un attacco ad opera di canidi ma per avere la certezza che si tratti di lupi dobbiamo attendere gli accertamenti dell’ASL anche se le modalità di predazione sono risultate compatibili a quelle di un attacco di lupo. Il gregge era lasciato libero in prossimità di una zona boschiva senza nessun tipo di protezione”, come ha confermato Vignolo, e questa grave mancanza è stata sicuramente determinante sull’accaduto. Luca Serlenga
Una giovane ricercatrice di Rossiglione vincitrice di un ambito premio
Prosegue dalla pagina precedente:
Alla scoperta della Gattazzè
“La mia forza? La curiosità”
È
gani e ai primi cristiani. Con la fine dell’economia dei “bassi fuochi” e la nascita di nuove infrastrutture per i collegamenti con l’entroterra, la frazione divenne sempre meno abitata, fino all’incendio della residenza di caccia dei Raggi. La natura infine inglobò la “perduta frazione di Urbe”. Gattazzè e la sua cappelletta, tenute “pulite” grazie ai cacciatori e ai volontari urbaschi, si possono raggiungere tramite la valle del Rosto, partendo da Acquabianca: i resti di un ponte e cascine in rovina accolgono il visitatore in un luogo magico. Matteo Serlenga
di Rossiglione e fa parte della compagnia teatrale “Canta carruggio” Silvia Pesce, assegnista di ricerca presso l’Università di Genova, vincitrice del prestigioso premio “Roche per la ricerca” edizione 2017: con un progetto dal titolo “Espressione dei checkpoint inibitori delle cellule NK umane (PD-1, KIR e NKG2A) e loro ruolo nell’immunoterapia di tumori solidi ed ematologici”, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Journal of Allergy and Clinical Immunology", la dottoressa originaria della Valle Stura ha vinto ben centomila euro, che verranno messi a disposizione per finanziare gli studi e le ricerche dell’Ente per il quale ha partecipato, in questo caso l’Università degli Studi di Genova. Il premio, ritirato a febbraio a Monza, è stato assegnato dalla Fondazione Roche che si dedica alla “ri-
cerca indipendente, per sostenere i ricercatori che ogni giorno hanno il coraggio di seguire nuove strade dando prova di tenacia, dedizione e creatività portando avanti, spesso nel silenzio dei laboratori, qualcosa di grande: il progresso della salute”: nato nel 2016 e giunto alla sua terza edizione, il bando “Roche per la Ricerca” finanzia progetti di ricerca italiani orien-
tati alla medicina di precisione in ambiti quali oncologia, ematologia, reumatologia, malattie respiratorie, disturbi della coagulazione ereditari, neuroscienze. “La mia passione è cominciata alle medie, quando scoprii l’esistenza del DNA.” spiega Silvia, “Quando ho scoperto che in questa piccola molecola vi erano tutte le informazioni che ci descrivevano, decisi di
fare ricerca”. La giovane si iscrive così a Biotecnologie mediche e farmaceutiche e dopo la laurea vince una borsa di studio per il dottorato in immunologia clinica e sperimentale. Da qui il percorso di studi sulle cellule che svolgono le attività anti tumorali. “Fare ricerca è uno stile di vita. La curiosità è dentro di noi ed è la forza che ci spinge nel nostro mestiere. E se sei curioso, ti muovi”. E sul futuro della ricerca, “mi auguro che la figura del ricercatore sia sempre più inserita nel tessuto della società, perché possa esserci più consapevolezza di chi sia e dei sacrifici che debba fare. Solo così si riuscirà a comprendere questo lavoro che può rappresentare un importante motore di cambiamento”, ha affermato la Pesce a febbraio durante il ritiro del riconoscimento. Matteo Serlenga
l’inchiostro fresco Maggio 2018
SPECIALE ELEZIONI SASSELLO
Gli Abba in salsa genovese
Paesaggi, ritratti, figure femminili dagli sguardi sognanti: un artista a tutto tondo
De Vignola, un artista del territorio D e Vignola: al secolo Gian Mauro Merlo, è nato a Rossiglione nel 1952, ha cominciato giovanissimo a dipingere grazie ad un insegnante delle scuole medie che all’epoca lo ha incoraggiato a coltivare questa sua passione. Si è formato poi frequentato gli istituti d’arte di Acqui Terme e di Firenze, dove ha conosciuto artisti del calibro di Primo Conti, titolare della cattedra di pittura dell'accademia del capoluogo toscano. Si è poi spostato all’accademia milanese dove ha continuato il suo percorso di formazione, facendo la conoscenza di artisti di fama mondiale come Pompeo Borra, noto per il suo stile metafisico, e Attilio Rossi, famoso per la sua arte astratta che imprimeva nelle sue opere. Il suo percorso si è poi concluso all’accademia di belle arti di Brera. Completati gli studi, De
Vignola ha cominciato a intraprendere la carriera di pittore professionista. La sua arte attinge dalla tradizione culturale pittorica italiana che, come egli afferma, riconduce alle radici della storia del bel paese; tuttavia ama anche sperimentare tecniche più moderne come le composizioni multiple e l’utilizzo di materiali come la tela di iuta e le foglie d’oro riprese dall’arte bizantina, mantenendo sempre nelle sue opere un riferimento all’italianità. Nel 2013 ha fondato in collaborazione con alcuni allievi l’associazione culturale omonima che organizza eventi culturali sul nostro territorio.
LA SUA ARTE De Vignola predilige un genere raffigurativo neorealista. Si afferma ben presto come ritrattista, ma anche i suoi paesaggi, dai quali trapela gusto e sensibilità,
Abbiamo fatto il pane
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li alunni della Classe 4 di Rossiglione con la loro maestra, Grazia Zunino, impastando farina, lievito, acqua e usando ciotola, panno, hanno fatto il pane. Gli alunni hanno così capito che il lievito attiva delle sostanze nella farina e nell’acqua che lo fanno gonfiare, cioè lo fanno lievitare. “Quando impastavo sentivo un forte odore di lievito”, “il mio impasto si appiccicava tutto alle dita e aveva un colore che assomigliava ad il giallo canarino sbiadito”, questi alcuni commenti che abbiamo raccolto tra gli alunni che poi hanno portato a casa il “pane profumato” tra i complimenti dei genitori e dei parenti. Una bella iniziativa davvero. Marta Calcagno
sono molto seguiti dai collezionisti. Dalle sue opere emerge molto del suo pensiero: l’artista imprime sulla tela il suo punto di vista su svariati temi sociali come la religione, il clero e il ruolo della donna nella storia. Ha lavorato anche come pittore affreschista, principalmente nelle chiese e nei palazzi privati liguri e piemon-
tesi, e, a dimostrazione della sua grande ecletticità, esprime il suo talento anche tramite le decorazioni personalissime e ricercate di opere in ceramica. Numerosi i premi e i riconoscimenti ricevuti durante la sua lunga carriera d’artista: nel 1999 è stato selezionato per la realizzazione di un dipinto per il Giubileo del 2000, esposto successivamente in mo-
stre itineranti che verrà successivamente esposto in pianta stabile al museo di Betlemme. Alla dodicesima edizione internazionale di pittura contemporanea gli è stato donato l’ambito premio Colombo al figurativismo. La sua arte è molto apprezzata anche all’estero, in Brasile, a Recife, la Galleria Van Gogh tratta infatti in esclusiva la vendita delle sue opere per il Sud America, inoltre, sempre in Brasile, De Vignola ha condotto dei corsi d’arte all’università di Recife. Le sue opere si trovano collocate in collezioni pubbliche e private; espone al castello tutti gli anni con gli allievi di campo ligure ad agosto in concomitanza di Campo Festival e recentemente ha esposto con successo a Saint Vincent in Valle d’Aosta. Luca Serlenga
Tramite l’arte un ponte da Arenzano all’Europa
L’Associazione “Kunst & Arte”
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chio continente, una rete di comunicazione sia tra gli artisti che tra personalità del mondo dell’economia, in modo da superare le barriere linguistiche e culturali che esistono tra le varie nazioni.
al novembre 2009 è attiva ad Arenzano l’associazione “Kunst & Arte”, che ha sede a Parco Negrotto-Cambiaso. In questi anni di attività “Kunst & Arte” si è affermata sempre di più come una realtà culturale importante nell’area genovese per quanto riguarda l’arte contemporanea. LE ORIGINI L’associazione nacque per favorire lo scambio artistico e culturale sia a livello locale che internazionale. Lo spirito dell’associazione si rifà all’idea che l’arte rappresenti il linguaggio per agevolare le interazioni tra persone e popoli. Fondatrice di “Kunst & Arte” fu Hilke Kracke. LA FONDATRICE Nativa della regione della Sassonia ma arenzanese di adozio-
ne, Hilke Kracke lavorò in Italia come biologa, affiancando però alla sua professione la passione per l’arte e la pittura. Grazie alla sua attività l’associazione acquisì un carattere internazionale, organizzando mostre alle quali hanno partecipato decine di artisti provenienti da diversi Paesi europei. Purtroppo la fondatrice è scomparsa a luglio dello scorso anno.
L’ASSOCIAZIONE OGGI Oggi l’associazione è presieduta dal marito, Alessio Zanasi, che porta avanti il grande lavoro iniziato dalla moglie. Kunst & Arte ha creato una solida partnership con l’associazione di artisti “Focus Europa” con sede a Neudrossenfeld in Germania. Focus-Europa è un’associazione che, anch’essa, vuole creare, all’interno del vec-
GLI EVENTI In concomitanza con l’evento FlorArte 2018 Kunst & Arte ha organizzato la mostra di arte contemporanea all’interno della serretta del Parco Negrotto-Cambiaso che ha visto la partecipazione di artisti provenienti soprattutto dalla Germania ma anche da BosniaErzegovina, Croazia, Lituania, Olanda, Serbia, Slovacchia e Spagna. Dal 28 aprile al 6 maggio è stata allestita “Kunst & Hilde”, una mostra monografica delle opere della compianta fondatrice dell’associazione.
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roseguono in Valle Stura le repliche del musical “Oh madre!” la rivisitazione tutta genovese liberamente ispirata da “Mamma mia”, lo spettacolo ispirato dalle musiche degli Abba che ha sbancato i botteghini dei teatri italiani. “Oh madre!” è stato scritto ed è interpretato dagli attori della Compagnia del Cantacaruggio di Rossiglione. Dopo essere andato in scena al Cinema comunale di Rossiglione lo spettacolo si è spostato al teatro Opera Mons. Macciò di Masone, dove sono attualmente in corso le repliche. La Compagnia rossiglionese del Cantacaruggio già da qualche anno rielabora in chiave strettamente locale ed ironica i più famosi musical della tradizione di Broadway. Lo scorso anno è andato in scena “Grease: che fine hanno fatto Danny e Sandy” parodia di Grease mentre prima fu la volta di “… E sette. Sei spose per sette fratelli”, chiara versione ironica di “Sette spose per sette fratelli”. Tutti gli spettacoli della Compagnia del Cantacaruggio sono a ingresso libero ad offerta. Entusiaste sui social le recensioni degli spettatori. f.m.
Fabio Mazzari
Dal lontano 1950 una tradizione dolciaria che si tramanda da più generazioni
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l’inchiostro fresco Maggio 2018
Sicurezza e senso dello Stato
SPECIALE SICUREZZA La Cia di Alessandria indice un convegno dal titolo "Coltiviamo la sicurezza"
Preveniamo gli incidenti sul lavoro
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l 7 maggio, in occasione della Giornata mondiale della Sicurezza sul Lavoro, la Cia di Alessandria ha organizzato un convegno dedicato al comparto agricolo, che si è svolto nel capoluogo provinciale, presso la locale Camera di Commercio. Relatori, Simone Nicola, che si è soffermato sui controlli in ordine alla sicurezza sul lavoro; Paolo Viarenghi, che ha illustrato le novità in materia di Lavoro agricolo; Giorgio Biamino e Carlo Cabella, specializzati nel campo della prevenzione; Giorgio Pagliarino, con una relazione su compiti e responsabilità del datore di lavoro e del lavoratore; il dott. Giancarlo Faragli, che ha illustrato l’importanza della sorveglianza sanitaria in agricoltura. I lavori sono stati conclusi dal
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li incidenti sul lavoro, come quelli che possono accadere anche nel tempo libero, nei momenti di svago o in casa, sono sempre dietro l’angolo. A prevenirli, come ad esempio stanno facendo le ditte e le associazioni in questa pagina richiamate, non bastano però le norme, occorre anche attenzione, buon senso e controlli. È necessario infatti un continuo controllo sul rispetto di tali norme, che è di fondamentale importanza per evitare la strage continua quasi ogni giorno riportata dai giornali e dai vari Tg. E di fronte a tali ecatombe a volte si rimane stupiti e interdetti nell’apprendere che, dopo evitabili tragedie, questi o quei dirigenti restino impuniti perché questa o quella realtà imprenditoriale ha la sede legale in un Paese terzo ove la nostra giurisdizione non può arrivare. E così le contrite sfilate del nostro ceto politico davanti alle bare allineate, rappresentano ancora una volta la sconfitta della nostra società al cospetto di un potere impalpabile (la mafia invisibile?), ma che si fa sentire, al di sopra delle leggi, al di sopra della pietà umana. Accanto alle leggi servirebbe più senso dello Stato, più senso dell’onore.
presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino. Il responsabile Politiche del Lavoro, Fiscali e Sicurezza Alessandria, Paolo Viarenghi, ha così commentato: "L’agricoltura è uno dei settori a maggior rischio per gli incidenti sul lavoro, quindi prevede una particolare attenzio-
ferimenti normativi da conoscere per evitare il rischio e prevenire gli incidenti. Nel convegno forniremo anche report e statistiche provinciali, oltre ad illustrare l'attività svolta dalla Cia". Il convegno è stato aperto dagli interventi dei presidenti Gian Piero Ameglio (Cia Alessandria)
Genny Notarianni
Riccoboni Holding partecipa al Safety Day 2018
Uno slogan per il "lavoro in sicurezza"
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er il quarto anno consecutivo, la “Riccoboni” di Parma, della quale fa parte lo stabilimento “Grassano” di Predosa (Al), ha ricordato, il 28 aprile scorso, la “Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul lavoro” proponendo i risultati dell’iniziativa “La Nostra Safety Vision” con la quale la holding ha coinvolto tutto il personale del suo gruppo per riflettere sui temi legati alla sicurezza sul lavoro. Tramite l’Academy del sito www. riccoboniholding.com, la “Riccoboni” infatti aveva lanciato un bando di concorso aperto a tutti i suoi dipendenti, ai quali, suddivisi in gruppi di studio, veniva chiesto di elaborare uno slogan per tradurre in parole il logo della “Safety Vision”. L’adesione è stata sostenuta e ricca di creatività e tra tutti gli slogan aziendali pervenuti sarà scelto quello che, durante
Gian Batista Cassulo
che verrà esposto in tutti i siti e uffici della Riccoboni, perché, come appunto ci hanno detto allo stabilimento “Grassano” di Pre-
Uno scudo per la vita
L i prossimi mesi, accompagnerà le iniziative legate alla sicurezza aziendale (Ndr.: sia interventi tecnici che informativi, e iniziative di comunicazione interne o verso l’esterno) e che sintetizzerà l’impegno della Riccoboni Holding sul tema, “rappresentando una sorta di chiusura del cerchio – ci hanno detto i dirigenti della Riccoboni - rispetto alle iniziative
Prima di iniziare, sei sicuro di essere sicuro? Rifletti.
to che deve La sicurezza è il vennostro navigare gonfiare le vele delro ad un approdo sicu Come il vento è la princ ipale propulsione della barca a vela, la sicur motore della nostra azie ezza è il nda
Per raggiungere la meta, cogli il vento della sicurezza
dosa:. “La sicurezza è un diritto e una responsabilità di tutti!”. Gian Battista Cassulo
Che cos’è la “Giornata mondiale per la salute e la Sicurezza sul lavoro”
LA NOSTRA VISIONE DELLA SICUREZZA... On the shields
ne e un coinvolgimento degli Enti e delle Istituzioni che si occupano di elaborare le misure protettive e preventive per tutelare la salute e la sicurezza degli operatori agricoli. Tra gli obblighi previsti c'è l'utilizzo di macchine e attrezzature a norma e i dispositivi di protezione individuale, ma ci sono molti ri-
e Gabriele Carenini (Cia Piemonte), si è concluso con quello di Dino Scanavino, presidente nazionale Cia. Secondo Scanavino, "Il quadro illustrato durante il convegno dimostra quanto sia complesso condurre le Imprese agricole mettendo in sicurezza i lavoratori e l'attività stessa, ma diversi indicatori fanno intuire un futuro migliore: la ricerca scientifica va verso soluzioni meno invasive dei trattamenti in campo, cresce l'attenzione verso il biologico, le pratiche di prevenzione sono protettive. Ci sono ancora aspetti da affinare legati ai comportamenti, alla cultura, alla consapevolezza del rischio, ma si sta diffondendo una migliore cultura del Lavoro e la partecipazione del mondo imprenditoriale è attiva".
Adesso il tuo angelo custo essere distratto, NON sfidade potrebbe re la sorte
stri venti che è uno dei no La sicurezza ci porta verso il futuro te en es dal pr
Insieme lungo la scia sicura
Preservare la salute qui e in strada con prudenza evitando incidenti sul lavoro osservando comportamenti degni di attenzione
Come i tasselli di un puzzle uniti per raggiungere la vetta piu’ alta della sicurezza.
Wind of safety
Il mare è fermo mentre il vento cambia tutto improvvisamente e la vela insegna che non basta “spiegarsi” per mostrare di aver capito la direzione da prendere
che abbiamo messo in atto negli anni passati, con la realizzazione di un messaggio condiviso a tutti i livelli”. In tal senso la Riccoboni dal 28 aprile, “Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro”, ha provveduto a pubblicare tutti gli slogan proposti dai gruppi, oltre che sull’Academy del sito aziendale, anche un “pannello”
a giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro è stata istituita per promuovere a livello planetario la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. Questa giornata dovrebbe servire da stimolo per i lavoratori a fa sì che essi prendano coscienza dei rischi che quotidianamente devono affrontare sul posto di lavoro, ma anche, e diremmo soprattutto, per i datori di lavoro che devono assicurarsi che all’interno delle loro attività produttive tutte le norme antinfortunistiche siano operative e rispettate. Il tutto in ordine anche all’aumento esponenziale delle cosiddette “morti bianche”, che solo in questo primo lasso del 2018 sono salite a 151, con un incremento diremmo esponenziale rispetto al 2017. (G.B.C.)
Rendi sicuro il tuo futuro, la sicurez za è vita
Segui la rotta della sicurezza
Capitani della sicurezza
A volte non serve arrivare in cima per essere i migliori
Il caso non c'entra, il casco sì!
Per la tua salvezza, apri il paracadute della sicurezza
Safety: la vela è spiegata, la svolta è “sicura”
Ovada, ovadese e Rondinaria Ovada: chiusa la tre giorni di Expolandia
Attività promozionali 2018
Iniziativa da ripetere Il calendario I S l 29 aprile, dopo tre giorni di esposizione, ha chiuso i battenti, tra la soddisfazione degli espositori, “Expolandia”, la rassegna delle attività produttive del basso Piemonte e dell'Entroterra Ligure, organizzata ad Ovada (Al) dalla "in Nord" Liguria, con il patrocinio del Comune di Ovada e della Camera di Commercio di Alessandria. Questa manifestazione, che ha riscosso un ampio consenso in città, ha visto al taglio del nastro inaugurale la presenza di numerose autorità. Erano presenti infatti in il sindaco di Ovada, Paolo Lantero e il Console generale della Croazia, dott.ssa Iva Pavić, appositamente giunta da Milano, a dimostrazione del grande interesse, anche fuori confini, che c'è per questa parte del Basso Piemonte, ricca di eccezionali potenzialità. Molto soddisfatti sono stati gli organizzatori di “Expolandia”, Ilija Ostojic, Vice presidente della "In Nord" Liguria, la dott.ssa Roberta Torriglia, e la dott.ssa Valentina Ostojic, che molto si è prodigata per la buona risuscita dell'evento. Una iniziativa questa necessaria a un territorio come quello ovadese, cerniera e porta d'accesso tra Piemonte e Liguria, certamente da ripetere anche per gli anni a venire.
i riducono di anno in anno gli investimenti culturali del Comune di Ovada, nonostante gli sforzi dell’Assessore Roberta Pareto che cerca di garantire un programma di appuntamenti. Il totale di previsione di spesa per il 2018 ammonta a Euro 23.000 e comprende le seguenti iniziative: • Rassegna “Incontri d’Autore” spese prevista - Euro 1.400; • Iniziative in occasione del 73° Anniversario della Liberazione - Euro 5.000; • Falò per la festa di San Gio-
Stand istituzionale T
ra gli stand di “Expolandia” spiccava anche lo stand istituzionale dell’Associazione “Carabinieri in congedo” – sezione di Ovada. Questa associazione svolge infatti un’attività altamente meritoria nel coadiuvare le altre Forze dell’Ordine nel controllo del territorio, presenziando ad esempio gli uffici postali nei giorni di pagamento delle pensioni, o controllando le vie cittadine in concomitanza delle feste patronali o di mercato. (g.b.c.)
Gian Battista Cassulo
Nella foto, da sinistra: Il Coordinatore Provinciale della Protezione Civile e Presidente della Sezione di Acqui Terme, Ing. Gianni Ten. Ravera , il presidente della Sezione di Ovada, S.Ten. Francesco Garrè, il Segretario della Sezione di Ovada, Luogotenente Giuseppe Rapisarda e il Presidente della Sezione di Carpeneto, M.llo Ia pichello.
Trasporti
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a Provincia di Alessandria al fine di poter attivare le procedure necessarie allo studio di fattibilità ed alla conseguente realizzazione di una linea ferroviaria diretta (senza fermate intermedie) tra Alessandria e Milano promuove una raccolta firme che risulterà utile al raggiungimento dello scopo. Data l’importanza dell’argomento, soprattutto in considerazione di possibili benefici futuri per l’intero territorio provinciale, la provincia ricorda che è possibile sottoscrivere la suddetta Consultazione popolare sino al 13 giugno 2018 presso il Comune di Ovada all’Ufficio Segreteria Sindaco e Assessori nei seguenti orari: lunedì, mercoledì e giovedì 08,30 -12,30 e 14.30 -17,30; martedì e venerdì: 08,30 – 12,30. l.r.
vanni del 23 giugno in Piazza Assunta con la collaborazione dell’Ente Parco Capanne di Marcarolo - Euro 1.500; • Concerto della 39° stagione di concerti d’organo organizzata dall’Associazione “Amici dell’organo” di Alessandria il 7 luglio presso l’Oratorio dell’Annunziata dove esiste un organo Serassi del 1825 - Euro 500 • Iniziativa “Di Novella in Novella” organizzata dall’Associazione Arte in scena di Belforte Monferrato nella seconda metà di luglio presso la Loggia di San Sebastiano con la lettura di una novella del Decamerone di Boccaccio con accompagnamento musicale - Euro 1.200 • “Festival Attraverso” circuito di spettacoli programmati nei mesi di agosto – settembre in varie località del Piemonte a cura di “Hiroshima Mon Amour” di Torino e ad Ovada il 24 e 25 agosto in concomitanza con “Ovada in festa” - Euro 7.500 • Rassegna “Teatro per la famiglia”, tre spettacoli teatrali per bambini organizzata dall’Associazione teatrale amatoriale “I ragazzi dello Splendor” - Euro 3.000 • "Insieme a Teatro” con la messa a disposizione della cittadinanza ovadese di un servizio di prenotazione e vendita biglietti per la fruizione di spettacoli teatrali e la realizzazione di un servizio di trasporto “Ovada – Genova” con la partecipazione a sette spettacoli presso il “Teatro Stabile” e il “Teatro Carlo Felice” di Genova Euro 2.900. Luisa Russo
Nomina di prestigio per Molinari
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iccardo Molinari è stato nominato vice capogruppo per il gruppo “Lega” alla Camera dei Deputati. “Un riconoscimento non solo personale, ma per tutta la squadra della Lega piemontese, la componente parlamentare più numerosa della nostra Regione”. Con queste parole Molinari, Segretario Nazionale Lega Nord Piemont, ha accolto la notizia di questa sua nomina, aggiungendo che la ritiene: “Una grande soddisfazione, un punto di partenza per fare ancora meglio, sempre meglio, insieme”. Molinari sin dai suoi primi passi in politica è sempre stato attivo e presente sul territorio e, raccogliendo ora i frutti del suo impegno, dice. “Ringrazio il Capogruppo Giancarlo Giorgetti e il Segretario Federale Matteo Salvini per la fiducia oltre ovviamente ai colleghi deputati. È un ruolo di grande responsabilità e molto impegnativo, considerando che il gruppo della Lega alla Camera oggi è composto di 125 membri. Ci tengo - conclude Molinari - a sottolineare che questo è stato un riconoscimento non solo personale, ma dato alla squadra della Lega piemontese, che si è particolarmente distinta per il lavoro e gli ottimi risultati negli ultimi anni che ci hanno portato ad essere la componente parlamentare più numerosa della nostra Regione". (g.b.c.)
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l’inchiostro fresco Maggio 2018
OVADA E OVADESE
L'Associazione "Vela" festeggia i suoi vent’anni tra progetti e percorso in rete
La voce dei pazienti
Calore umano in oncologia
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ondivisione e conoscenza” sono il binomio della giornata del Volontariato Oncologico organizzato dall’Associazione Vela e dalla Fondazione Cigno tenutosi presso il salone “Padre Giancarlo” con la presenza del Direttore, Oscar Bertetto del Dipartimento Interaziendale di “Rete Oncologica Piemonte e Valle d'Aosta” e del Coordinatore della “Rete Oncologica Ligure”, Paolo Pronzato.
UNA CARRELLATA DI ASSOCIAZIONI L'insieme di tutte le associazioni operanti in Piemonte, Valle d’Aosta e in Liguria ha infatti rafforzato non solo il ruolo del volontariato, ma è stato motivo di consapevolezza del suo valore aggiunto che ai più è sconosciuto, ma che riempie quel vuoto istituzionale che la persona ammalata avverte nel suo percorso. Ovada poi ha rappresentato con l’Associazione Vela, di cui ricorre quest’anno il ventennale di fondazione, un punto di partenza con la creazione nel 1998 dei “Servizi della Rete Oncologica” innovando qualità, cura, attenzione per il malato e i suoi famigliari, continuando ad essere attenta e propositiva. Compito del volontariato è infatti quello di far conoscere ai malati l’esistenza del “Centro Accoglienza e Servizi”, ignorati senza motivo a volte da molti portati a cercare risposte lontano da casa. NUOVI PROGETTI IN CANTIERE In città, grazie ad uno staff di primo piano, il percorso delle Reti tra le Reti ha aggiunto un importante tassello: sono stati avviati il progetto “Protezione Famiglie Fragili” realizzato da Vela e Cigno con le Suore Ospedaliere della Misericordia con il titolo “Non più Soli”, il progetto letture teatrali, nato come progetto pilota in Ovada con Marina Bassani di Teatro Selig, Silvana Appiano e
Foto della manifestazione
Franca Ozzello, ma che si estenderà ad altre sedi della Rete Oncologica, il progetto Prevenill, di informazione e divulgazione dei dodici principi sanciti dal “Codice Europeo Contro il Cancro” sostenuto in provincia di Alessandria da Vela.
LA RETE ONCOLOGICA Come ha affermato Oscar Bertetto il modello della Rete Oncologica prevede tre passi: centro di accoglienza e servizi dove un oncologo, un infermiere e un amministrativo coordinano la prima fase del percorso; dal 2003 una
delibera regionale consente su richiesta gli interventi dello psiconcologo e dove necessario anche dell’assistente sociale qualora si ravvisino delle fragilità; assicurare al malato il miglior trattamento possibile per la riabilitazione nei diversi centri della Regione con un pool di specialisti coordinati. La Rete quindi è un’accezione positiva e offre possibilità di guarigione grazie a tecnologie terapeutiche e ad una sinergia fra gli specialisti. Il Dott. Pronzato ha insistito poi sul lavoro in rete e sulle sinergie tra le Associazioni delle due Regioni, che rappresentano una sfida del futuro.
Ci ha lasciato Alessandro Laguzzi
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on la scomparsa di Alessandro Laguzzi, Ovada perde non solo uno studioso ma un uomo di cultura, uno storico, un politico e un amico. Il professore ha vissuto importanti momenti e cambiamenti nella vita della città: lo ricordiamo Preside dell’istituto Superiore “Barletti”, prima nella sede di Via Galliera e poi nella nuova sede di Via Voltri dove con lui si unirono gli Istituti Superiori Statali della città, ma la sua figura è legata sicuramente a quella che lui considerava la sua seconda casa: l’Accademia Urbense di Piazza Cereseto dove si collocava nella prima stanza entrando a destra, immerso nei suoi studi e nelle continue ricerche storiche. Era un piacere ascoltarlo perché tutto quello che raccontava lo faceva in modo semplice e dalle sue
parole si capiva quanto fosse un “pozzo di sapienza e di cultura” che non faceva pesare. Grazie all’Ingegnere nacque e si diffuse la rivista URBS e vennero svolti importanti appuntamenti culturali, sotto la sua sapiente regia. Amico fraterno di Paolo Bavazzano e di Giacomino Gastaldo, con i quali si confrontava e sapeva anche incitare e guidare nel loro cammino ed impegno nella ricerca della storia locale. Grande studioso dello scienziato Carlo Barletti di Rocca Grimalda, al quale è stato poi intitolato l’Istituto dei Periti, era anche educatore come testimoniano numerosi studenti con i quali era venuto a contatto. Amava ripetere “Sono piantine che hanno bisogno di crescere e non conoscono la storia”. Lascia un grande vuoto e per chi passa all’Accademia lo si
ricorderà sempre con quella sua camminata un po' particolare. Anche nella vita politica della città lasciò un segno particolare quale Assessore alla Cultura con i Sindaci Caneva e Bottero. Era un socialista riformista e questo ci teneva a sottolinearlo. Attualmente la carica di Presidente viene svolta dai due Vice Paolo Bavazzano e Paolo Tassistro in attesa delle nuove elezioni di settembre. (l.r.)
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IL RUOLO DEL VOLONTARIATO Infine un altro ruolo importante è rappresentato da FAVO, la “Federazione Nazionale di Volontariato in Oncologia” la cui nascita è stata promossa da Vela che ha organizzato il 30 settembre 2000 la prima Conferenza nazionale del volontariato in Oncologia. Oggi Favo raggruppa 400 Associazioni in tutta Italia, molte conquiste e battaglie sono state ottenute a livello nazionale a favore dei diritti dei malati, della riabilitazione oncologica, della nutrizione, della gestione delle problematiche a lungo termine dei pazienti guariti e non guariti dal cancro, della genitorialità e dell’attenzione ai tumori rari.
nche sui social network l’attenzione verso l’oncologia ovadese è molto viva. Sul sito Qsalute molti sono i commenti positivi sul reparto di day Hospital Oncologico dell’Ospedale civile di Ovada. Decine infatti sono i ringraziamenti che vengono rivolti al personale sanitario di tale struttura la cui responsabile è la dott.ssa Paola Varese. “Esiste un reparto oncologico in una piccola realtà di provincia che ogni persona che scopre di essere ammalata dovrebbe avere il diritto di incontrare”. “Un reparto di un piccolo ospedale di provincia dove la persona che affronta la malattia oncologica non si sente abbandonata o al capolinea”. Questi alcuni dei commenti più significativi raccolti. (e.p.)
Luisa Russo
Caro Sandro...
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l Consiglio Direttivo, il Segretario e i Soci dell’Accademia Urbense, della quale sei stato per tanti anni Presidente, esprimono il loro cordoglio ai famigliari e rivolgono un commosso saluto ad un grande amico che ci ha lasciato per il suo ultimo viaggio. A volte, caro Sandro, diventa difficile trovare le parole. Oggi è uno di quei momenti, perché non ci saranno mai parole sufficientemente appropriate per ricordare una persona come Te. Grazie al tuo entusiasmo e alle tue capacità intellettuali e organizzative l’Accademia è rinata a nuova vita; di questo te ne siamo grati ed è una r iconoscenza, ne siamo cer ti, con-
divisa da tutta la Comunità che testimonia ora i tuoi meriti e l’opera che hai profuso nel campo della pubblica istruzione e nella pubblica amministrazione. Sul tuo esempio, che in questa triste circostanza ci aiuta a superare il dolore di averti perduto, proseguiremo nell’attività che tanto hai prediletto e con noi condiviso. Compiangeremo la Tua assenza fisica ma i tuoi preziosi insegnamenti ci aiuteranno a proseguire nel nostro lavoro con lo stesso fervore e con la stessa passione che ti animava e ogni volta, stai certo, lo faremo in ricordo di Te. Non è questo Sandro caro un addio per sempre perché siamo certi che se Dio lo vorrà ci rivedremo ancora”. Gli amici dell’Accademia Con questa lettera l'amico fraterno Paolo Bavazzano, insieme a tutti gli altri amici, ha voluto ricordare il suo Presidente.
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OVADA, OVADESE E RONDINARIA
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Il ripristino di una fontana e una nuova rotonda
Un’area attrezzata per ginnastica nel Parco Pertini
Ovada si fa bella
Palestra a cielo aperto U
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ono partiti alcuni lavori che renderanno certamente più accogliente, con un occhio particolare alla viabilità, la città di Ovada. Ecco qui di seguito una breve sintesi di questi interventi.
LA FONTANA Sono in corso alcuni lavori che cambieranno il volto di Ovada e di cui se ne parlava da tempo. Verrà infatti attivata la fontana delle Scuole Medie, una delle prime in provincia a zampillare durante le estati con luci colorate e a rinfrescare coloro che sostavano nei giardini. L’impianto era rimasto inutilizzato da parecchi anni, e ora ritornerà a funzionare come ai vecchi tempi. I tubi arrugginiti, gli spuntoni oltre alla pompa e il motore erano diventi vecchi e rotti. In un primo tempo da Palazzo Delfino era anche circolata la voce che per risolvere il problema era stato ipotizzato di trasformare la vasca in un’aiuola come in altre città della Provincia. Poi grazie alla tenacia dell’Assessore ai Lavori Pubblici Sergio Capello si è deciso di partire con la ristrutturazione. Il progetto è stato realizzato dall’Ufficio Tecnico del Comune di Ovada mentre i lavori sono stati affidati alla ditta «Verde e Acqua» di Genova per un costo di 38 mila euro, Iva compresa. LA ROTONDA È stato anche aperto il cantiere della rotonda di Piazza XX Settembre con l’obiettivo di concludere i lavori in 75 giorni lavorativi, o comunque entro il 7 di luglio quando Ovada sarà sede della partenza ed arrivo di una tappa del Giro d’Italia di ciclismo femminile. Il progetto esecutivo era stato affidato a uno studio esterno, i torinesi di Piemontecnica, mentre i lavori sono stati affidati alla ditta Sola Marco Bernardo di Trisobbio, per un importo totale di 124.325,15 euro. Con l’occasione verranno anche effettuati alcuni interventi per riordinare la
viabilità e rendere più sicura l’area con un occhio anche all’estetica. Attenzione particolare verrà anche riservata all’ingresso di Corso Saracco soggetto di diversi incidenti per la scarsa visibilità. Verrà allargata l’attuale aiuola in modo che non sia più possibile, con la carreggiata più stretta di un metro, lasciare la macchina in sosta con le quattro frecce. Il
diametro della rotonda rimane di 20 metri e le altre novità sono il potenziamento dell’illuminazione dell’attraversamento pedonale di Corso Saracco. Sul lato opposto un’altra aiuola, a inizio via Cairoli, e un piccolo marciapiede per dare maggiore sicurezza ai pedoni. All’interno della rotonda saranno installati cinque nuovi punti luce, sparirà l’attuale torre faro, il tutto sarà abbellito da piante di Laegerstroemia. Sotto la sede stradale si svolgono i lavori per il canale di irrigazione e i cavi elettrici. “L’area oggetto di intervento – spiega l’Assessore Sergio Capello – non viene chiusa al traffico, ma chiaramente qualche disagio ci sarà. I cittadini dovranno avere pazienza per poi usufruire di una porzione della città più moderna e funzionale”. Luisa Russo
na nuova palestra all’aperto è stata inaugurata nel cuore del centro storico di Ovada, all’interno del Parco “Pertini” uno dei tanti polmoni verdi della città. Sono state infatti installate, su una pavimentazione di circa dieci metri, due parallele per gli esercizi sospesi e una spalliera. L’iniziativa rientra nella manutenzione dei parchi gioco e degli spazi pubblici della città per una spesa di oltre 30.000 Euro di cui circa 25.000 per rimediare alle azioni dei soliti ignoti e 7.000 per la ginnastica nel verde. Con questa iniziativa di ginnastica a corpo libero, Ovada è la prima nel Piemonte a parte Torino e nella Liguria e rientra in un progetto di partecipazione di cui Ovada fa parte. “Il tutto nasce – spiegano il delegato alle Politiche Giovanili Elena Marchelli e il consigliere
Gruppo anziani a teatro
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Nella foto di Ennio Saccà la recita del Centro Anziani
ricerche di un testo valido e che si adatti alla compagnia, il gruppo sta provando a mettere in scena un altro spettacolo, anche se il tempo stringe. Si sono aggiunti altri attori dal momento che il Centro ha accolto nuove persone per cui ci sono tutti i presupposti per sorprendere l’attesa degli spettatori. La coordinatrice del Centro, Marina Ratto alla quale si deve il merito di aver portato questa “nuova ventata” di euforia e simpatia, ricorda che tutti sono
verso i beni pubblici. Numerosi sono infatti i giovani che bevono e lasciano le bottiglie di vetro in terra, coloro che si lasciano andare a schiamazzi notturni senza motivo, quelli che giocano a pallone in aree non autorizzate mettendo a repentaglio l’ incolumità delle cose. L.R.
Porte aperte a Villa Schella
Intanto aumentano i frequentanti al Centro
ipresa alla grande per il Centro Amicizia Anziani di Ovada in questi primi mesi del 2018 Dopo l’apertura il 9 gennaio scorso con la festa della Befana si è proseguito il 13 febbraio con il Carnevale e giovedì 8 marzo si è ricordata la Festa della Donna con gli omaggi degli uomini alle donne presenti oltre alla recita di poesie e canti. Oltre a queste feste e a quelle dei compleanni mensili, con il mese di aprile è stata inaugurata la stagione delle gite con Euroflora a Genova, mentre il 13 giugno visita allo “Zoom” di Torino. Oltre alla normale attività il Centro sta preparando il ritorno sul palco dopo il sorprendente successo con lo spettacolo “Gran Galà” che ha divertito un pubblico numeroso richiedendo anche esibizioni fuori città. Molti infatti hanno sollecitato a riprovare, per cui dopo un anno di frenetiche
delegato allo sport Fabio Poggio - da una richiesta dei ragazzi attraverso le Consulte di Quartiere n. 6 e 7. I giovani hanno già dimostrato grande apprezzamento per l’iniziativa tanto che si sono offerti per portare gli anelli. Lo spazio verrà chiuso alla sera per motivi di sicurezza”. C’è solo da augurarsi nel senso di civiltà e di rispetto delle persone
inviati a frequentare il gruppo e a partecipare alle attività, senza limiti di età, razza e cultura con l’obiettivo solo di trascorrere qualche ora serena. Luisa Russo INFO I due giorni di apertura del Centro situato in Via Buffa presso la Casa della Famiglia Cristiana sono il martedì e il venerdì dalle ore 14.30 alle 18.
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omenica 27 maggio 2018 la Giornata Nazionale ADSI (Associazione Dimore Storiche Italiane) apre le porte di trenta residenze storiche private del Piemonte, tra cui castelli, palazzi, ville e giardini, che saranno visitabili gratuitamente. L’iniziativa, giunta alla sua ottava edizione nasce con l’obiettivo di invitare il pubblico alla conoscenza di un patrimonio storico, artistico e culturale unico, affascinante e spesso poco conosciuto e sensibilizzare sull’importanza della conservazione e della valorizzazione dei beni culturali privati soggetti a vincolo, la cui tutela è affidata ai singoli proprietari. L’evento rientra nell’ambito della Private Heritage Week, in programma tra il 24 e il 27 maggio con una serie di attività proposte da tutte le organizzazioni europee della European Historic Houses Association – a cui l’A.D.S.I. aderisce – per celebrare l’Anno Europeo del Patrimonio Culturale istituito dall’Unione Europea. Quest’anno la “Giornata Nazionale” in Piemonte presenta un’importante collaborazione con il Politecnico di Torino nell’ambito del workshop “Il progetto per la valorizzazione delle dimore storiche del Piemonte”, attivato per i Corsi di Laurea in Architettura e Design. Sono stati infatti selezionati ventotto studenti che hanno approfondito il valore storico-architettonico di alcune dimore del territorio regionale per presentarle direttamente ai partecipanti in occasione dell’apertura straordinaria. Per Ovada è stata data la disponibilità dei titolari di Villa Schella di Via Molare. Sarà possibile visitare gratuitamente il parco ottocentesco di circa 3 ettari con piante secolari di notevole interesse botanico. Seguirà alle ore 16,30 un concerto di chitarra classica a cura del Maestro Roberto Margaritella. (e.p.)
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A PROPOSITO DI SANITÀ, BUROCRAZIA...
Maxi risarcimento per bambino di Novi
Oltre un milione di Euro è stato riconosciuto dall'Asl alla famiglia
I FATTI odici anni sono trascorsi dal giorno del parto avvenuto presso l'ospedale San Giacomo di Novi Ligure. Un tempo abbastanza lungo per perdere le speranze di ottenere il risarcimento spettante per la disabilità occorsa al figlio, affetto da tetraparesi spastica, comportante un'invalidità permanente pari al 100%, a causa della negligente conduzione del parto. La vicenda ha origine nel 2006, quando la madre del piccolo viene ricoverata per l'assistenza al parto: da quando inizia il periodo espulsivo si riscontra una bradicardia fetale, ossia un abbassamento della frequenza cardiaca. Risulta uno stretto giro di cordone ombelicale intorno al collo, finché il neonato va in arresto cardiorespiratorio. Una volta rianimato sopravvive, ma i danni risultano ormai irreversibili.
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LA VICENDA LEGALE I genitori del piccolo, a suo tempo, avevano già esperito un tentativo di far valere i propri diritti nei confronti dell'ASL, senza purtroppo ottenere alcun esito. Decidevano quindi di rivolgersi ai legali Giuseppe Lanzavecchia, Fabiana Rovegno e Antonino Rotondi, i quali, dopo una difficile trattativa, riuscivano a pervenire ad un accordo transattivo con
l'ASL, ratificato dal Giudice Tutelare del Tribunale di Alessandria. Chiave di volta per giungere a tale risultato è stata la consulenza del Prof. Francesco De Stefano, P.O. di Medicina Legale dell'Università di Genova, già noto soprattutto in quanto nominato consulente dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano nel “delitto di Garlasco”, il quale ha rilevato l'inadeguatezza dei trattamenti medico-assistenziali posti in essere. In particolare la bradicardia fetale registrata nel tracciato cardiotocografico, uno stretto giro di funicolo intorno al collo, unitamente alle manovre di Kristeller praticate dal personale ivi operante hanno portato il consulente a ritenere che una diversa conduzione del parto avrebbe evitato l'arresto cardiorespiratorio che ha richiesto l'intervento dei rianimatori. Le difficoltà insorte durante il travaglio, secondo il consulente, avrebbero dovuto indurre il personale medico ad optare per un parto cesareo in luogo del parto vaginale, che invece è stato praticato. L'ingente somma corrisposta alla famiglia del piccolo non potrà mai alleviare le sofferenze e il dolore causati da quanto accaduto, evidenziano i legali, ma potrà certamente assicurargli l'assistenza continua di cui avrà bisogno in futuro. Marta Calcagno
Lo “Sportello amico” al Comune di Molare
Burocrazia semplice P resso il Palazzo Municipale del Comune di Molare è arrivato lo “Sportello Amico” voluto dagli attuali Amministratori Comunali che si mettono a disposizione dell’intera comunità. Per i Comuni dell’Ovadese si tratta di un servizio attuato in una forma nuova ed innovativa che l’Amministrazione Comunale con a capo il Sindaco Andrea Barisone e i suoi Assessori ha inteso rendere disponibile. È situato al piano terreno del Municipio e costituisce un punto di riferimento importante tanto da avere già incontrato il parere favorevole di molti a poche settimane dalla sua inaugurazione. Come sottolinea lo stesso Sindaco lo “Sportello Amico” è stato studiato e organizzato per semplificare i rapporti tra cittadini e
richiesto con risposte e tempi naturalmente adeguati. Il progetto rientra fra gli obiettivi di mandato dello stesso sindaco Barisone e nella riorganizzazione della macchina amministrativa. Un rapporto quello tra Amministrazione e Cittadini che nei Comuni dell’Ovadese è sempre stato prevalente ed ora si intensifica sempre di più per far partecipare, conoscere e discutere e trovare insieme le soluzioni ottimali nell’interesse della collettività Luisa Russo
la pubblica amministrazione. Presso lo sportello è possibile ottenere informazioni di qualsiasi genere inerenti l'attività amministrativa comunale, oltre che effettuare segnalazioni di guasti e disservizi e tutto ciò che viene
Gli orari di apertura Gli orari di apertura sono i seguenti: lunedì dalle 15.30 alle 17.30; Martedì e Mercoledì dalle 10 alle 12.
Molare: gita alle grotte di Toirano
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d aprile noi alunni della Scuola Primaria di Molare ci siamo recati alle grotte di Toirano, in provincia di Savona. Le grotte sono note per la varietà di forme di stalattiti e stalagmiti, per la loro estensione, per il ritrovamento di tracce dell’Homo Sapiens Sapiens di oltre 12.000 anni fa e resti di Ursus spelaeus di circa 25.000 anni di età. A tutto ciò sono stati aggiunti i Laboratori Didattici Archeologici, che hanno permesso di cimentarci nelle attività di vita preistorica. Una giornata di avventura nelle viscere della Terra! È stato divertentissimo immergerci in un mondo unico ed avere così modo di scoprire come si sono formate le grotte, chi le ha abitate in tempi antichi. Gli alunni di Molare
Dopo Rocchetta Ligure anche a Mornese una pista per il volo notturno
L’elisoccorso nel campo da calcio
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on l’attivazione di Mornese, sono 98 le aree attrezzate del 118 per il volo notturno in tutto il Piemonte, di cui 15 operative nelle sole province di Asti ed Alessandria. In particolar modo, a Mornese è stato attivato a pista di atterraggio il campo da calcio; l’inaugurazione ha avuto luogo venerdì 27 aprile scorso presso il Centro Sportivo Don Bosco in Via Giovanni XXIII, sito perfettamente adatto alla causa, per la presenza di impianto di illuminazione, recinzione (elementi fondamentali per poter atterrare in sicurezza) e piazzale di sosta antistante. Gli intervenuti hanno potuto assistere ad un atterraggio di prova, effettuato da un velivolo elisoccorso proveniente direttamente da Torino. L’intervento è stato fortemente
Il sindaco di Mornese Simone Pestarino
voluto e realizzato dall’Amministrazione Comunale guidata da Simone Pestarino, che ha sottolineato l’importanza di mettere a disposizione della cittadinanza di Mornese e dei Comuni limitrofi un’area attrezzata per il volo notturno dell’elisoccorso. Questo permetterà di avere una copertura 24/24 H. in caso
di emergenza e di connettere un territorio decentrato con il centro-zona non solo della Provincia di Alessandria, ma di tutta la Regione Piemonte; a mero titolo esemplificativo, in elicottero è possibile raggiungere Torino da
Direttori onorari: Rino Vaccaro e Luisa Russo • Direttore responsabile: Fabio Mazzari • Trattamento dati: Gian Battista Cassulo Presidente: Ass. Club F.lli Rosselli • Comitato di redazione: Luisa Russo (Ovada, Ovadese) Matteo e Luca Serlenga (Valle Stura, Val Leira) Marta Calcagno (Rondinaria, Novi) Fabio Mazzari (Valle Scrivia, Oltreappennino) Marisa Pessino (Nuova Libarna) Samantha Brussolo (Val Borbera, Valle Spinti)
Mornese in soli 20-25 minuti. Pertanto, la rete regionale per elisoccorso notturno è destinata a crescere, grazie alla manifestazione di interesse di molti Comuni che intendono garantire il servizio di elisoccorso notturno alla popolazione. In una prospettiva di completamento della rete regionale di elisoccorso notturno nelle provincie di Asti e Alessandria si ritiene che potranno essere attivati quindici o venti siti che sono già stati oggetto di sopralluogo preventivo da parte della Commissione Tecnica del Servizio Regionale Elisoccorso 118. Luisa Russo
• Rubriche: Chiara Frisone (Passeggiando con Chiara) Ester Matis (Esternando) Fabiana Rovegno (Dalla vostra parte) • Sport: Enzo Prato • Grafica e impaginazione in proprio: grafica2@inchiostrofresco.it • Videomaker: Davide Parodi “l’inchiostro fresco” è registrato presso: Reg. Stampa AL n. 322 del 31/01/1985 R.O.C. n. 11700 del 12/02/1998 Iscr. online: n. 36 del 11/01/2016
Pubblicità raccolta in proprio: geom. Umberto Cecchetto (328-60.87.969) Associazione “Club Fratelli Rosselli” editrice de “l’inchiostro fresco” • Presidente e Legale rappresentante • Collegio dei Probi Viri: Gian Battista Cassulo Domenico Bisio, Federico Cabella, Davide Ferreri (soci fondatori de “l’inchiostro • Consiglio Direttivo: fresco”, voce di Rondinaria - 2005) Marta Calcagno, Massimo Calissano, Arnaldo Liguori, Fabio Mazzari Club Fratelli Rosselli Iscritto alla C.C.I.A.A. di Alessandria • Collegio dei revisori dei Conti: Umberto Cecchetto, Alfonso Gatti, Renato Milano al n° 226160 il 4/10/2005 (soci storici e fondatori dell’Associazione nel 1985) P. IVA e C.F. 02096520065
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l’inchiostro fresco Maggio 2018
...E MUSICA NELL'OLTREGIOGO
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Ai “Venerdì di luglio” a Novi Ligure un pezzo di Capriata
“Cantò antra curte” A T i “Venerdì di luglio” a Novi Ligure, in Largo Valentina, sarà presente un pezzo di Capriata d’Orba che, come dicono i componenti del gruppo folcloristico, “Cantò antra curte” regalerà: “musica presa in prestito e storie di vita regalate”. Sentiremo dunque in piazza brani musicali della tradizione popolare locale e delle 4 provincie nonché canzoni pop anni '60 riproposte in lingua “capriatese”, con testi composti da Gino Griffero e Marietto Tambussa. Le canzoni raccontano il paese di Capriata d'Orba (ma in molti suoi aspetti potrebbe essere un qualsiasi paese), le persone, le cose e i luoghi. Sarà quindi certamente interessante ascoltare questo mix tra testi che parlano di cose vissute e conosciute ai più e melodie popolari per ricordare con serenità in una bella serata di luglio gli anni passati. “È nostra intenzione – ci hanno detto i componenti di questo affiatato gruppo - usare queste canzoni come un allegro racconto rivolto alle nuove generazioni al fine di lasciare a loro testimonianze di pezzi della loro identità”. Un aspetto questo molto curato dai “Cantò antra curte”, che, tramite la musica, è anche impegnato a trasmettere agli studenti la conoscenza del dialetto. In questo senso, nel 2015 il brano “Pansa pîjna e poi surtì”, parole dialettali di Luigi Griffero, eseguito dagli allievi della Scuola Primaria di Capriata d'Orba, alla maniera di “Un bacio a mezzanotte” (Garinei/Cherubini/Kramer) si è aggiudicato il terzo posto nel concorso Award ALP il 3 ottobre 2015. E per mantenere fede alla sua missione culturale i luoghi dove il gruppo “Cantò antra curte” preferisce esibirsi sono quelli semplici dello star insieme di una volta come i cortili delle case, le piccole piazze, gli ambienti che ricordano il lavoro di un tempo quali le cantine, le aie delle cascine, mulini, piccoli borghi. E a Novi Ligure venerdì 20 luglio con
orna “Note di salute” la rubrica curata dal Dott. Enzo De Cicco, medico chirurgo, specialista in Diagnostica per Immagini presso il Policlinico San Martino di Genova, docente presso l’Università dello stesso capoluogo ligure. Note di salute nasce da un’idea del Maestro Luciano Girardengo, dell’Orchestra Classica di Alessandria, del dott. De Cicco e del compianto dott. Piergiacomo Betta, per tanti anni Presidente e punto di riferimento della LILT della nostra provincia e propone la divulgazione di argomenti medici con consigli per la prevenzione la diagnosi e la cura delle patologie, che vengono trattati in serate con accompagnamento musicale e in questa rubrica.
Quel dolore alla base del pollice... potrebbe esser rizoartrosi?
Adriano Cassulo detto “Ir quinze” quinze”:: mandolino, chitarra e percussioni (se proprio ce n'è bisogno); Luigi Griffero detto Gino Gino:: chitarra, basso acustico, ukulele (quando si ricorda di averlo); Niccolò Tambussa: canto, fisarmonica, chitarra, escursionista canoro in territori vari (canzoni popolari, cabaret, De Andrè, fratelli Conte e canti corsi …. nel senso di Corsica); Mario Tambussa detto Marietto Marietto:: bidonbass, presentazioni e interventi narrativi.
inizio alle ore 21,00 in Largo Valentina creeremo un pezzo di paese per trascorrere alcune ore come
se si fosse nell’aia di una cascina. Matteo Serlenga
I
consigli degli specialisti della “Struttura Semplice di Chirurgia della Mano e dell’Arto Superiore” dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova diretta dalla Dott.ssa Stefania Briano. • COS’È LA RIZORATROSI? È la degenerazione della articolazione trapezio metacarpale
Gli Audio 80 in concerto
alla base del pollice, questa articolazione fatta a sella di cavallo è quella che ci permette l’ampio movimento che ha il pollice in tutte le sue direzioni; quando inizia a consumarsi, la mobilità del pollice inizia a diventare limitata e dolorosa soprattutto nel movimento dello svitare o stringere con forza. Col danno progressivo alla cartilagine si formano becchi osteofitosici e corpi liberi articolari detti “corpi rizoidei” ed il pollice può deformarsi alla sua base fino a assumere una deformità a “zeta”. La rizoartrosi è molto comune e colpisce soprattutto le donne sopra i 40 anni e uomini lavoratori manuali. • COME FARE DIAGNOSI? Sono sufficienti l’esame clinico e una radiografia comparativa delle mani. • COME SI MANIFESTA? Il sintomo principale è il dolore a fitta, durante la pinza e le prese, che peggiora fino a limitare le attività quotidiane, l’articolazione si mostra gonfia ed edematosa.
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a “tributo band” degli Audio 80 porterà la sua musica a Novi Ligure, esibendosi sul palco di Largo Valentina il 27 luglio, nel quadro delle feste estive della capitale dell’Oltregiogo. Il concerto vedrà all’opera Matteo Serlenga, che cura le
AI LETTORI
Informiamo che il responsabile della raccolta pubblicitaria per “l'inchiostro fresco” è il geom.Umberto Cecchetto socio dell'Associazione "Club F.lli Rosselli".
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Contattabile al: email: cecchettoumberto@gmail.com
“frequenze basse” e intrattiene il pubblico con la sua disarmante ironia, Gianluigi Mantovani, il “Mozart de nuialtri” alle tastiere, Jessica Stalfieri, la cantante ma anche la front man della formazione, Luca Chiappori, il mago delle sei corde e Attilio
Caminata della serie “non perdo un colpo”, alla batteria. A volerli sul palco lo sponsor TIMA biancheria di Novi Ligure. Uno spettacolo da non perdere sostenuto dall’organizzazione de “l’inchiostro fresco”. Red
• COME SI CURA? Il trattamento iniziale consiste nell’utilizzo di un tutore per limitare il movimento, terapia farmacologica
e terapia fisica. Quando il trattamento incruento non da più beneficio viene indicato il trattamento chirurgico, effettuabile in Day Hospital, che consiste nella sostituzione della articolazione con una interposizione tendinea o nella fusione ossea fino alla sostituzione con miniprotesi. Dopo l’intervento bisogna eseguire una fisioterapia dedicata. L’intervento dà buoni risultati sul dolore e porta miglioramento nella mobilità e nella ripresa funzionale del pollice. INFO: per visite e trattamenti chirurgici previa prenotazione al numero unico regionale 800.098.543 o in intramoenia ospedaliera 010/555.45.80. Nella foto lo staff della S.S. Chirurgia della Mano e dell’Arto superiore dell’Ospedale Policlinico San Martino. Da sinistra: Dott. ssa Emanuela Dapelo, Dott. Giacomo Demontis, Dott.ssa Stefania Briano (responsabile della struttura), Dott.ssa Alessandra Galuppi. enzo.decicco@hsmartino.liguria.it
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OVADA, OVADESE E RONDINARIA Attorno alla ricorrenza per il Patrono del paese
A Silvano si fa festa A
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Silvano d’Orba un ricco carnet di appuntamenti con la cultura, la musica, l’arte e lo spettacolo. Per tutto il mese di maggio, con apertura sabato 12, la tradizionale festa religiosa al santuario di San Pancrazio, la processione sul colle con la statua del Santo e la S.Messa, officiata dal vescovo di Tortona Mons. Vittorio Viola, per una giornata di preghiera, ma anche di svago e collegialità. Domenica 13 maggio si sono mobilitate le numerose associazioni silvanesi e gli esercenti, dopo la processione per le vie del paese alle ore 21 il grande concerto della Banda musicale “A.Rebora” di Ovada diretta dal maestro G.B. Olivieri, presso la chiesa di San Sebastiano. La Festa Patronale di San Pancrazio è proseguita lunedì 14 maggio con la grande fiera patronale e sabato 19 maggio con lo spettacolo teatrale di cabaret con la compagnia “Le Maschere”. Un tributo alla comicità e al divertimento, che è proseguito domenica 20 maggio con un appuntamento tanto atteso: il raduno delle auto e moto storiche per gli appassionati e per gli estimatori dei motori. La 15° edizione 2018, come di consuetudine ha previsto la sfilata delle auto d’epoca a partire da via Roma e il tour lungo le colline limitrofe fino alla tenuta “La Giustiniana “con la premiazione finale. Il ricavato sarà sempre devoluto in beneficienza. La tradizionale passeggiata ecologica alla scoperta delle piante e dei fiori organizzata dal circolo dialettale “Ir Bagiu” in collaborazione con la Biblioteca, “Camminando s’impara” sarà effettuata sabato 26 maggio per una giornata all’inse-
Rondinaria: rombano i motori
I Roberto Ghio presidente del “Gavi”
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uovo presidente per il Consorzio Tutela del Gavi. Si tratta di Roberto Ghio che a Bosio porta avanti una tradizione di viticoltura che va avanti da ben sette generazioni. Ghio è associato di Confagricoltura di Novi Ligure ed ha lanciato il progetto “Vigneti Piemontemare” per il recupero di vigneti storici. Vicepresidenti saranno Massimo Marasso e Dario Bergag l i o . Servizio completo sul nostro sito.
gna della cultura e dello sport. Chiuderà il mese di maggio, domenica 27, “Ambaradan” una spettacolare rievocazione storica organizzata dal gruppo “Silvano è”. “La festa Patronale di San Pancrazio raccoglie un gran numero di iniziative che prevedono la fattiva collaborazione di gruppi associazionistici, religiosi e culturali, con il Patrocinio dell’amministrazione comunale – dice Ivana Maggiolino, sindaco di Silvano d’Orba – ed è diventata nel corso del tempo un’occasione di unione dei silvanesi, i quali al profondo significato religioso della festa uniscono anche momenti di interazione, di intrattenimento culturale e di svago. L’obiettivo - prosegue Ivana Maggiolino - è sempre quello di creare sinergia tra territorio e popolazione, mantenere vive le antiche tradizioni e valorizzare le nuove interessanti idee per far crescere il paese, frutto della creatività e dell’intraprendenza dei cittadini”.
Red Marta Calcagno
l Veteran Car Club “Pietro Bordino” di Alessandria, organizzatore dell’omonimo circuito per auto d’epoca, ha simpaticamente chiamato a raccolta gli appassionati domenica 22 Aprile per un “raduno di Primavera tra Amici” che da Alessandria e dal Lido di Predosa, i due punti di ritrovo, ha portato più di 50 auto e moto d’epoca presso l’azienda di Pier Carlo Bergaglio sulle colline di Capriata d’Orba. In una cornice di verde incontaminato e di strutture all’avanguardia per la vinificazione, il titolare ha illustrato i processi di produzione del vino bianco e rosso e, dopo la visita alla suggestiva barricaia, ha ospitato i partecipanti ad un ricco aperitivo nel parco e nel locale di degustazione circondati dalla magica atmosfera dei quadri del “naturalismo informale” del pittore novese Sergio Fava, che hanno arredato l’ambiente per l’occasione. Gian Paolo Ghelardi
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TRA UN PAESE E L'ALTRO... UN PO' DI POLITICA Ping pong tra Pier Sandro Cassulo e Federico Cabella
Idee diverse ma con cavalleria I
n risposta alla lettera aperta di Pier Sandro Cassulo, “La depressione è comunista” apparsa sul numero di marzo, ecco la risposta di Federico Cabella accusato di essere caduto in tale malattia
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aro Pier Sandro, dal punto di vista politico ho poco da ribadire. Può darsi che davvero Lega e M5S, una volta al potere (da soli? Insieme?), caccino via questa nefasta generazione di extraterrestri provenienti da chissà quale pianeta e che da decenni ormai inquina la vita politica di un’Italia altrimen-
ti florida, rimettendo ogni cosa a posto e riportandola agli antichi splendori. In questo caso gliene sarei davvero grato. Tuttavia da un punto di vista estetico-letterario un’obiezione la avanzo: si abusa della parola
“depressione”, termine medico che evoca patologie da curare e medicinali da assumere per tornare ad essere felici. Ma non è a una faccia sorridente da televisione o social che ambisco. La mia depressione (che da buon
classicista preferisco chiamare “malinconia”) me la tengo stretta: essa è infatti foriera di ottime riflessioni (le migliori che posso permettermi, perlomeno), conferisce maggior colore e profondità ai sentimenti e mi consente di godere con maggior gioia dei rari momenti di felicità. Nella follia razionalistica di questo strano tempo che tutto vuole guarire e ricondurre a normalità, persino il pensiero critico, non mi si sottragga almeno il diritto di esser triste e malinconico. Perché alla fine è proprio il mio inguaribile pessimismo l’ancora di salvezza: ogni volta che lo sconforto mi assale, mi sovviene che il peggio è di là da venire. Allora il deludente tempo che viviamo non mi sembra nemmeno così brutto. Federico Cabella
Domanda: il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è imparziale?
Perché Bersani sì e Salvini no?
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a moltissimi anni viene proposto da numerosi giuristi e da alcune forze politiche l’elezione diretta da parte del popolo del Presidente della Repubblica. Il ruolo di garante che il Presidente della Repubblica assume nel nostro ordinamento costituzionale, che lo pone al di sopra dei tre poteri dello Stato (legislativo, governativo e giudiziario), richiede l’assoluta imparzialità della persona che rivesta tale ruolo. Nel post elezioni del 4 marzo di quest’anno c’è stata la ovvia constatazione che la presenza di tre poli partitici non aveva dato a nessuno la possibilità di governare autonomamente, come del resto era decisamente previsto. Tralasciando di domandarsi come mai, visto che nei Comuni
e nelle Regioni basta prevalere di un voto per essere vincitori e governare, non si possa fare una legge con il premio di maggioranza in ognuna delle due Camere del Parlamento, viene spontanea una semplice riflessione. Era a tutti chiaro che la stragrande maggioranza dei parlamentari eletti mal
avrebbero gradito di ritornare a elezioni anticipate, specie in estate, con il rischio di non essere più rieletti ed allora viene da domandarsi come mai il Presidente Sergio Mattarella non ha acconsentito alla richiesta del Centrodestra di presentarsi in Parlamento per chiedere quella fiducia che
probabilmente avrebbe ottenuto per le ragioni di cui sopra? Cosa che tra l’altro aveva già avuto alcuni precedenti tra cui il più recente del 22 marzo 2013 quando l’allora Presidente Giorgio Napolitano conferì l’incarico di formare un governo a Pier Liugi Bersani pur sapendo che per ottenere la fiducia mancavano 40 voti, più o meno quelli nel dopo elezioni del 4 marzo stanno mancando al Centro Destra. Non traspare forse che il Presidente avrebbe voluto alla fine un Governo di tecnici favorevole all’Europa che, pur rispettando le prerogative presidenziali, avrebbe però ignorato l’aspetto che oltre la metà dei cittadini votanti si sono di fatto espressi contro le regole europee? Pier Sandro Cassulo
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Italia, la difficoltà di essere adulti
Il "Napolisauro"
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uanto sta accedendo in merito alla vicende governative ci porta a rimpiangere il passato. E così i “bei tempi andati in questione” sarebbero quelli della Prima Repubblica quando il Paese “andava avanti”. Certo, non eravamo esenti da fatti gravi ma, in generale, l’Italia dava una sensazione di solidità. Probabilmente questo perché la classe politica post bellica era rappresentata da personaggi di elevata caratura, quali De Gasperi o Togliatti. Ma vi è anche un’altra considerazione da fare. L’Italia esce dalla Seconda Guerra Mondiale con un’economia a pezzi, il territorio devastato, screditata dall’adesione al nazifascismo, dalla fuga di Casa Reale e dal trasformismo post 8 settembre. Ha però un vantaggio: è un territorio di confine, una sentinella sulla linea della “Cortina di ferro”. È appetibile sia all’Est come all’Ovest. Fortunatamente, con i Trattati di Parigi del 1947, l’Italia ricade sotto la sfera d’influenza atlantica, trascinando con sè il più forte Partito Comunista dell’Occidente. Per questo motivo, gli Stati Uniti non potevano lasciare il nostro Paese, una “portaerei nel Mediterraneo”, allo sbando. La Democrazia Cristiana fu il loro più fidato vassallo e gli aiuti statunitensi erogati tramite il Piano Marshall (1.511
Il "Masfinge"
milioni di dollari versati tra il 1948 e il 1952) rappresentarono così, forse, il primo passo di una colonizzazione “dolce”, che portò vantaggi a tutti. Certo, rimane il dubbio sul ruolo di Washington negli Anni di Piombo e ai tempi del compromesso storico che sfociò con l’omicidio di Aldo Moro. Quello che è certo è che gli americani, come detto, si assicurarono, tramite la D.C., un’area geografica chiave per la loro strategia che, alla fine, li portò alla vittoria della Guerra Fredda contro l’Unione Sovietica. Gli Italiani ottennero, dunque, per quanto ingombrante, un sostegno notevole, sia economico che politico. Un puntello che, non senza ombre o ambiguità, aiutò uno Stato semi-agricolo, uscito sfiancato e diviso dal conflitto mondiale e dalla guerra civile, a diventare un membro del G7. Dopo il 1989 (la caduta del Muro di Berlino) però tutto è cambiato, perchè l'U.R.S.S. si è sciolta come neve al sole. Adesso è tempo che l’Italia diventi uno Stato adulto, capace di camminare da solo. Non ci sentiamo più bambini ma, da come stanno andando le cose, l’impressione è quella che non ci lascino crescere, prigionieri come siamo, prima del "Napolisauro" e ora del "Masfinge". Matteo Clerici
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1-2-3 e 8-9-10 Giugno
Speciale di Silvano
Ambaradan2mila18 Domenica 27 maggio a Silvano giornata di festa
Silvano è ….. Ambardan Dal primo pomeriggio all’imbrunire: natura, arte, artigianato in fiera
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edicata a tradizione e gusto, come nelle passate edizioni, ma non solo: la giornata di festa di domenica 27 maggio a Silvano d’Orba sarà arricchita con nuovi espositori per ampliare il ricco e variegato mondo delle attrazioni e delle tipicità locali. ARTIGIANATO, ARTI E MESTIERI Dall’arte all’artigianato alla natura, tra mestieri e saperi all’insegna dell’accoglienza, del folclore
e della qualità. Rassegna di prodotti enogastronomici: elicicoltori, apicoltori, viticoltori, frutticoltori, allevatori, casari. Anche floricoltori, artigiani vetrai, spazzacamino, antiquari, hobbisti, artigiani della filigrana, impagliatori e ancora artisti di strada, musiche occitane e spazi per i piccoli con cortili aperti alla degustazione ed altro ancora. VITALITÀ NELLE VIE DEL CENTRO STORICO Dal primo pomeriggio all’imbru-
nire, a sorpresa, lungo un breve percorso tra vie, contrade, spazi aperti, cortili e angoli nascosti del centro abitato, avrà luogo una esposizione di attività e attrazioni ad indicare fermento, vitalità e creatività presenti su un’area geografica limitata e fortunatamente ancora segnata da una forte propensione ad intraprendere attività artigianali e commerciali di pregio. Uno sguardo alle identità del passato, tra scorci di paese e contrade nascoste ai più, ad operatori custodi delle tradizioni ed aperti
al futuro, attenti a far crescere un territorio che merita le migliori cure per poter sviluppare le molte qualità emergenti. GLI SCOPI Il tutto in allegria, nel colorato contorno di una coreografia rustica e accattivante, con calma e semplicità, nella consapevolezza che l’evento rappresenti un piccolo sasso nello stagno destinato a rafforzare i legami di conoscenza tra gli operatori ed il pubblico. PER SAPERNE DI PIÙ Per chi volesse seguirci ed informarsi sui social vi invitiamo a visitare la pagina fb Ambaradan2mila18. SILVANO VI ASPETTA! Al piacere quindi di vedervi do-
Con il gruppo di divulgazione storica Romano - Ligure Nona Regio: C
Ecco Rondinaria!!!
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vrà luogo nel pomeriggio, nella centrale Piazza Cesare Battisti, con una significativa presenza, ed un allestimento scenico degno, l’esordio della Nona Regio. La Nona Regio è un’associazione acquese che con serietà e professionalità divulga anche la storia del nostro territorio riportando in luce i fasti dell’antica Roma e in particolare l’epoca remota del suo sopravvento sulla popolazione autoctona dei liguri. Sono ovvie le ragioni per cui si è chiesta la partecipazione di quest’associazione che si presen-
terà con materiali, costumi, strumenti e curiosità che riflettono tanti ormai dimenticati ed assai interessanti materiali d’epoca. L’IMPORTANZA DELLA STORIA PER L’IDENTITÀ DELLA GENTE Ogni manifestazione che tenta di mettere in luce qualità e storia del territorio e della sua gente non può fare a meno di riferirsi a fatti, personaggi ed eventi che in qualche modo hanno contribuito a rendere opinione dei suoi caratteri distintivi. Ambaradan2mila18 vuole essere vetrina
di curiosità ed interesse per gli spettatori aprendo anche le porte alla suggestione e al mistero che nasconde la nascita di Silvano e del circondario, ovvero, come nel caso della Nona Regio, tentando di affondare nelle radici del mito di Rondinaria. RIVIVE IL MITO DI RONDINARIA Forse la mitica Rondinaria ebbe i natali in corrispondenza della nascita di Aquae Statiellae, dopo che i Liguri vennero sconfitti da Roma. Proprio l’alea di mistero che av-
volge quest’alba incerta, di cui forse sono rappresentazione ancora visibili gli antichi Torrazzi, ci offre la dimensione dell’arcano, e sappiamo quanta importanza abbia la conoscenza del passato per alimentare le speranze nel futuro. Benvenuta quindi alla Nona Regio, per svelarci alcune piccole curiosità ed accostarci con interesse verso un tema caro a tutti: la conoscenza. E tanto più saranno fedeli interpreti nella rappresentazione tanto più saremo rapiti e comprenderemo il fascino della storia e dell’erudizione.
menica 27 maggio a Silvano d’Orba, in una bella cornice di festa e colori; in caso di maltempo la manifestazione sarà rinviata alla domenica successiva il 3 giugno. Umberto Cecchetto
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Speciale Silvano
Ambar Venerdì 15 giugno alle ore 21,00 Distilleria Gualco Via XX Settembre, 5-9a - 15060 Silvano d’Orba (AL) 0143 841113 - www.distilleriagualco.it
Piazza Cesare Battisti, 71 15060 Silvano D’Orba (AL) Tel./Fax 0143 841822 La Gramola
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nrico Giannichedda e Walter Siccardii si raccontano. Un doppio incontro a cui non mancare,, con un archeologo di fama ed un divulgatoree impegnato e professionale.
ENRICO GIANNICHEDDA Enrico Giannichedda, ovadese d’adozione, è archeologo indipendente, stimato in Italia ed all’estero; autore di numerosi lavori quali Archeologia della produzione, Appunti di archeologia, Archeologia teorica, si è ora cimentato in un esordio narrativo che ha trovato l’interesse della giuria del Premio Campiello. “Quasi giallo” è stato infatti selezionato alla fase finale della 56ma edizione del premio nazionale segno evidente che la sua narrativa ha trovato felice espressione coniugando sapientemente il bagaglio tecnico culturale al sapiente estro creativo. Un intreccio di situazioni che invita il lettore al fascino e ai misteri del passato.
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Resti dell'antico Castrum
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WALTER W A SICCARDI Walter Wa W a Siccardi, acquese, gestisce il gruppo di divulgaz ga az gazione storica Nona Regio e Aemilia Scauri – Iulia Au A u Augusta: una strada con tante storie. Co C o costante impegno si dedica alla conoCon sce sc ccen della storia antica; vasto conoscitore scenza ddii diverse d epoche storiche è scrupoloso e attte ten e t osservatore oltre che rigoroso storico. tento È SSt t Stuntman da diversi anni, molto apprezzat za atto all'estero per la sua professionalità e zato ll'a altlto to grado di preparazione riscontrato to l'alto aanc nch nei suoi allievi; ha lavorato in divernc anche ssii fil fillm tra cui: “I Cavalieri che fecero l'Imppresa”, pre esa s “King Arthur”, “Rome”, “La Freccia N Ne Ner eerra “Il bene e il male”. era Nera”, Due Du u diverse interpretazioni per concorreree aad uno stesso fine: rendere palpabile rer ed apprezzata app la storia e lo scorrere del ttempo, tem tempo em mpo po raccogliere e divulgare testimo mon nia ia di chi ci ha preceduto. monianze
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Scrivia e Polcevera Da Novi Ligure attaverso gli Appennini, ad oltre i Giovi “I Sovversivi” di Lorenzo Robbiano
Il comune polceverasco ha conferito la cittadinanza onoraria
Per la memoria Salvatore Borsellino a Campomorone
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abato 5 maggio, con una cerimonia ufficiale avvenuta presso la sala del Consiglio Comunale, il Comune di Campomorone ha conferito, con voto unanime, la cittadinanza onoraria a Salvatore Borsellino. Si tratta di un gesto altamente significativo, un riconoscimento a chi da anni combatte attivamente la mafia. Salvatore Borsellino è il fratello di Paolo, il magistrato ucciso da Cosa Nostra il 19 luglio del 1992 insieme agli uomini della scorta nella strage di Via D’Amelio a Palermo. Da moltissimi anni Salvatore Borsellino si dedica alla sensibilizzazione verso la lotta alle
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n importante tributo al ricordo degli antifascisti della provincia di Alessandria, “I Sovversivi”, il nuovo libro di Lorenzo Robbiano, presentato presso la Biblioteca civica di Novi Ligure venerdì 20 aprile alla presenza del Sindaco Rocchino Muliere, del Presidente dell’Isral, Mariano Santaniello e, in qualità di moderatore, Edoardo Traverso, studioso di giornalismo e cultura editoriale, in rappresentanza di Edizioni Epoké. I CONTENUTI Il testo è frutto di un’attenta ricerca dell’autore, che si occupa da anni di storia locale, effettuata presso il Casellario Politico Centrale dell’Archivio di Stato di Roma in cui sono registrati i nomi di coloro che dichiararono la loro avversione al nazifascismo in nome della libertà e della giustizia, per questo vennero bollati come “sovversivi”, puniti con il confino, costretti a fuggire all’estero, o nel peggiore dei casi barbaramente uccisi. Si tratta di 1700 giovani, di varia estrazione politica, che Lorenzo Robbiano cataloga e suddivide per conven-
zione in base al luogo di provenienza, alcuni di questi noti, come Pietro Silla, Sindaco di Tortona, Rossi Cristoforo, Segretario provinciale della Camera del Lavoro e del Partito comunista italiano, Longo Carino di Fubine, Eugenio Calcagno, primo Sindaco novese eletto dopo la liberazione, altri meno conosciuti, ma ugualmente di grande importanza. IL PROFILO DEI SOVVERSIVI I "sovversivi" sono stati uomini come tanti altri, ma che vennero schedati per aver osato opporsi al regime, in un’Italia in cui prevaleva il consenso e l’opposizione veniva punita gravemente. Molti di essi, pur privi di istruzione e cultura erano dotati di grande levatura intellettuale, una dote straordinaria per sostenere la vita politica del tempo, come il coraggio e l’attaccamento alla giustizia.
IL MESSAGGIO Per le nuove generazioni che non hanno conosciuto uomini come questi, il libro dovrebbe essere un’occasione straordinaria per riflettere sulla storia della liberazione e sui personaggi che l’hanno caratterizzata, se si vorrà costruire un futuro in cui prevalga la consapevolezza che le aberrazioni e le atrocità dovranno relegarsi solo alla storia. LA DIVULGAZIONE DEL TESTO La rassegna delle presentazioni del libro di Robbiano ha continuato l’11 maggio presso le cantine del Castello di Pozzolo Formigaro, e successivamente il 12 maggio presso la sala “Quattro stagioni” del Palazzo Comunale di Ovada, ma proseguiranno per tutto il corso dell’anno, poiché nel 2018 si celebra il settantesimo anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione repubblicana, a cui l’autore vuole rendere omaggio. Marta Calcagno
mafie e, nel 2009 ha fondato a Palermo il “Movimento delle Agende Rosse” che si è diffuso in tutta
Italia. In contemporanea è stata inaugurata la sede genovese del Movimento, la prima sul territorio
Pedalando nella storia
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l Comune di Arquata Scrivia, come molti altri della Regione Piemonte, ha recentemente partecipato ad un bando per la realizzazione di piste ciclabili nel suo territorio. Il progetto, oltre ad una riqualificazione dei percorsi urbani, prevede l’esecuzione di una ciclabile che colleghi la stazione ferroviaria agli scavi arecheologici di Libarna. Si denominerà "Pedalando nella storia". Lungo il percorso è infatti prevista la, rappresentazione, in collaborazione con la Soprintendenza, di cartellonistica sui recenti ritrovamenti avvenuti in territorio arquatese. Pensiamo che questo collegamento sia un'opportunità turistica per incentivare ulteriormente la visita
agli scavi ed ai numerosi eventi che vengono organizzati nel sito durante l'anno. Il percorso nell'ultimo tratto sarà in aperta campagna, completamente separato dal traffico veicolare, consentendo di arrivare direttamente all'interno dell'area.
provinciale. Il sindaco Paola Guidi ha introdotto spiegando che: “Si tratta di una giornata particolarmente importante per Campomorone, il nostro Comune, con voto unanime, ha voluto tributare questo riconoscimento ad un uomo che per la sua opera ed il suo impegno va la stima di tutta la comunità”. Piena fino all’inverosimile la sala del Consiglio Comunale, tra cui molti giovani, che hanno ascoltato attenti le parole di Borsellino. Presenti anche il rappresentante della Prefettura di Genova, dott.ssa Ornella Sansalone, i rappresentanti di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, il sindaco di Ceranesi, Emanuela Molinari, l’assessore di Busalla, Laura Repetto ed l’on. Marco Rizzone, eletto alle ultime elzioni politiche. Presenti anche alcune classi delle scuole medie di Campomorone e Ceranesi accompagnate dai loro insegnanti. Salvatore Borsellino ha ringraziato ed ha ricordato che: “Mio fratello Paolo e tutti gli uomini che hanno combattuto le mafie non sono mai morti – ha detto Borsellino – dalle istituzioni dobbiamo sempre pretendere verità e giustizia, cosa che fino ad oggi non abbiamo ottenuto in pieno. Ho accettato con gioia questo riconoscimento, le amministrazioni comunali rappresentano le persone e le famiglie e sono particolarmente contento di vedere in questa sala tanti ragazzi”. Salvatore Borsellino ha puntato l’attenzione sulle giovani generazioni, che devono crescere con la cultura della legalità e della giustizia. Dopo la cerimonia ufficiale si è tenuto il dibattito pubblico presso il Cabannun, dove Salvatore Borsellino ha risposto alle domande del numeroso pubblico presente.
(m.p.) Fabio Mazzari
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NOVI LIGURE
Mi ha lasciato
Un caro amico S
olo e allibito, quasi impotente a scriverne un ricordo, mi ha colto la notizia della scomparsa di Giorgio Deiana, anche se, purtroppo, sapevo vicina. Ugualmente, sono rimasto incredulo e non riuscendo a farne su queste pagine un adeguato ricordo, mi sono affidato ad un altro amico, Domenico Bisio, anche lui fresonarese con Giorgio. Io vorrei solo aggiungere che Giorgio, sin da quando ero alle mie prime esperienze di lavoro, mi ha sempre dato grande fiducia, tanto che a volte avevo timore di non essere all’altezza dei miei compiti. Ma quel suo atteggiamento sere-
no nei miei confronti mi ha fatto comprendere che nella vita una delle cose più importanti non è il guadagno immediato, ma il sapersi meritare la fiducia e la stima che ci vengono concesse, le quali, onorandole, ci fanno sentire a posto con noi stessi e con gli altri. Grazie, Giorgio, per quello che mi hai insegnato. Mi hai aiutato ad affrontare le difficoltà di ogni giorno e ancora oggi, anche se per me sarebbe quasi il tempo di fermarmi, il tuo insegnamento mi accompagna nel non demordere, ad andare avanti. Resterai sempre con me! Gianni
Il 25 Aprile 2018 è mancato lo stimato imprenditore alessandrino
In ricordo di Giorgio Deiana I posti erano prenotati. Il mio in seconda fila sulla sinistra della navata e il suo subito dietro. Anche il nostro saluto dopo il cordiale sorriso era sul copione di tutte le Messe, alle quali lui partecipava con sentimento raro tra gli uomini. La curata mano esprimeva, nello stringere la mia, quel senso di sincera disponibilità che scaldava il mio cuore. Il suo era sempre rivolto agli altri, come quello del samaritano che scendeva da Gerico. Parco di parole, che a essere uomini giusti ne bastano poche e seguite dai fatti, giornale sotto il braccio, tornava a casa accerchiato dai figli e dai nipotini, verso i quali era il nonno ideale
per donare coccole. La malattia l’ha trascinato via così come a Fresonara l’hanno preceduto molte altre persone della cui scomparsa
continuiamo a chiederci il perché. Addio, Presidente Deiana, o forse… ciao Giorgio, come lo saluterebbe chi, al nostro giornale, sta
Consiglio comunale: acqua e sicurezza
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unedì 7 maggio nel Consiglio Comunale di Novi Ligure, sono stati affrontati diversi temi. Il primo punto, sollevato dal “Movimento Civico Popolare” verteva sulla sicurezza in città. Maria Rosa Porta a nome del movimento, ha invocato interventi pianificati che vengano “sentiti” dalla cittadinanza. Il Sindaco, Rocchino Muliere, ha risposto che sono in atto, con successo, controlli sul territorio effettuati congiuntamente tra le Forze dell'Ordine, in particolare per fenomeni quali la que-
stua molesta. Il sindaco ha colto l'occasione per tranquillizzare l'Assemblea, fornendo i dati ottenuti dai Carabinieri di Novi Ligure ove si riscontra che rispetto all'anno precedente i reati in città sono calati dell'11%, mentre gli arresti sono aumentati del 30%. Il secondo punto, sollevato ancora dal M.C.P., riguardava la questione acqua. Da tempo la cittadinanza denuncia problemi di torbidità e scarsa
pressione nelle tubature, soprattutto ai piani alti. Il Sindaco ha risposto che, da un lato, bisogna evitare di sprecare acqua, dall'altro ha informato che Gestione Acqua realizzerà un nuovo pozzo, presso l'alveo del torrente Scrivia. Terzo punto, sempre a nome Porta, ha interessato il Punto Giovani, ritenuto troppo oneroso. L'assessore Stefano Gabriele ed il vicesindaco, Felicia Broda, hanno sostenuto invece
la sua importanza, in particolare per quanto riguarda l'attività che esso svolge con le scuole cittadine. L'ultimo punto ha riguardato la destinazione di un terreno attiguo al centro sportivo “All Season” ad area sgambettamento cani. Il vicesindaco ha anticipato che sono in corso incontri con residenti del rione G3 per creare un gruppo che atto ad occuparsi della gestione dell'area in questione. Il Consiglio Comunale ha votato all'unanimità questa proposta. Fabio Mazzari
cercando la forza di comprendere che anche gli amici più fedeli a volte se ne vanno per strade che non avevamo programmato insieme. In chiesa i banchi non sono come i numeri sulla maglia dei fuoriclasse. Non vengono ritirati e prima o poi qualcuno occuperà quel posto in terza fila. Del resto Dio non ne fa una questione di schieramenti. Rapisce l’uomo ma ci lascia la sua umanità. Ora, però, rimango io il solo custode del nostro segreto. Ma stia tranquillo, anche chi scrive non spreca parole e chi lo conosce nemmeno azzarderà velati ma inutili tentativi. Dom&Nico BISio
La mia strada
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nrica Bosio ha presentato, il 18 maggio alla Biblioteca Civica di Novi Ligure, il suo romanzo dal titolo “La mia strada”, la storia di una donna colpita da cecità in età adulta. Nella sua autobiografia l’autrice racconta di come ha affrontato il dramma e di come esso sia stato la partenza per una nuova vita, affrontando problemi e situazioni di cui una persona normodotata non si rende conto. Il Lions Club di Novi Ligure ha realizzato una card per rendere fruibile il libro ai non vedenti. Alla presentazione del libro, edito da Vallescrivia, sono interventure le autorità cittadine e Roberto Pa-
ravagna ne ha letto alcuni brani. f.m.
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ARQUATA SCRIVIA E VAL BORBERA “Nello Spirito del tempo”, il nuovo libro di racconti di Mario Franchini
I giochi femminili
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atto curioso, ma giustificato, quello che mi ha colto lì per lì impreparato, leggendo i commenti sul primo racconto dei giochi di strada. Una lettrice arquatese, infatti, lamentando il fatto che non avevo riservato la benché minima attenzione alla nutrita gamma dei giochi femminili. Mi accorgo però che la cosa non è cosi semplice come mi era sembrato in un primo tempo. L'unica cosa che doveva esserci nel modo più assoluto era la voglia di giocare. Tuttavia, giusto per mantenere fede all'impegno preso, cercherò di descrivere alcuni dei giochi tipicamente femminili che si praticavano allora. Uno classico era il SALTO della CORDA, antico come le piramidi; . Risultava vincitore chi commetteva il minor numero di errori. Sempre in armonia con gli antichi giochi, con una irrilevante predisposizione al femminile, ricordiamo il GIROTONDO dei/delle più piccole e il NASCONDINO, facili da preparare e soprattutto molto coinvolgenti. Anche la stessa ALTALENA ha svolto un ruolo importante, per arrivare infine alle innumerevoli e variegate interpretazioni dei giochi con la palla, come la PALLAMANO, PALLA AVVELENATA etc. Stefano Quaglia
Il nostro inesorabile declino N “
ello Spirito del tempo” è l’ultima nuova pubblicazione di Mario Franchini, presentata giovedì 3 maggio presso la biblioteca civica di Novi Ligure dal Prof. Mauro Ferrari di edizioni Puntoacapo, con l’autorevole intervento Dino Cofrancesco, professore emerito di “Storia delle dottrine politiche” all’Università di Genova. Un libro di racconti, composti nell’arco di circa 20 anni, un tempo lungo, che permette all’autore di raccogliere un ricco campionario di vicende umane, riflettere con straordinaria acutezza sullo spirito di un’epoca, che si avvia al progressivo degrado dei valori e delle certezze. L’autore disegna seppur con toni ironici la sua velata amarezza per il decadimento antropologico di una generazione, caratterizzata sempre più marcatamente da un sentimento comune: la stupidità. La modernità, di cui Franchini esplora i contorni e indaga ogni aspetto è segnata dunque da una inevitabile malattia che nuoce pesantemente, la stupidità, intesa in senso universale, dalla piccola sciocchezza al grande male, nelle sue infinite variazioni. Le storie di vita che l’autore si sofferma a raccontare raccolgono le vicende del maniaco per le auto sportive al velleitario playboy di provincia, dal politico volgare e arrivista al poetastro di paese, dal fanatico feticista per il football, che ha acquistato una zolla dello stadio, alla straordinaria figura dell’idio-
ta che diventa tuttavia un eroe del nostro tempo. Responsabile è la modernità, il tecnopolio, per usare le parole
di Dino Cofrancesco: “la comunità è stata invasa dalla società tecnocratica, i cui imperativi si impongono a tutti i livelli, come
una cittadella assediata, da un nemico che non resta senza volto, ma emerge nelle azioni quotidiane, e si caratterizza nel decadimento della pienezza della vita”. Una visione pessimistica, quella di Franchini, che si snoda attraverso una critica pungente e allo stesso tempo ironica dello “spirito del nostro tempo”, riscattata parzialmente dall'ironia, dallo snocciolarsi di immagini che fanno sorridere il lettore, ma che rivelano sarcasticamente lo “svuotamento dei valori”, il drammatico agire dei personaggi, metafora dell’ inarrestabile decadenza di un’epoca.
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La stanza, i libri e l’anima
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na stanza senza libri è come un corpo senza l’anima”. Seppur vecchie di migliaia di anni, le parole di Cicerone ci ricordano l’importanza della lettura. Tramite i libri, noi arricchiamo noi stessi. Gli autori di provincia fanno di più. Le loro opere tengono viva l’anima di una collettività: a volte sbagliando ma sempre in maniera fondamentale. Se una stanza senza libri è come un corpo senza l’anima, una società senza autori locali è un corpo senza sangue: magari soffre meno, di certo non può funzionare e vivere. (m.cl.)
Marta Calcagno
Passeggiando con Chiara... "Novinfiore"
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ell’ultimo fine settimana di aprile Novi Ligure si è colorata e profumata grazie a “Novinfiore”, evento organizzato dal Consorzio “Il Cuore di Novi” Le vie del centro si sono riempite di bancarelle di vivaisti che hanno messo in vendita diverse tipologie di piante verdi, da fiore ed erbe aromatiche, inoltre si potevano trovare anche esposte attrezzature da giardinaggio e prodotti di bellezza e di igiene artigianali. È stato anche aperto al pubblico l’atrio del Comune, che si affaccia su Piazza Delle Piane, che ha
ospitato, durante i due giorni di festa, una mostra sui bonsai, alberi in miniatura di diverse tipologie e grandezze. Il 28 maggio questo evento è stato accompagnato anche dal consueto mercatino dell’antiquariato, che giunge a Novi ogni quarto sabato del mese. Fiori e piante hanno contribuito a dare note di profumo e allegria al centro storico, attirando un grande numero di visitatori, che si sono dimostrati entusiasti dell’iniziativa. Anche quest’anno la “festa dei fiori” mantiene il successo già conquistato negli anni precedenti e che ci au-
guriamo continui inarrestabile. Bisogna però ricordare che, se da un lato le manifestazioni arricchiscono e valorizzano la città, dall’altro nella vita quotidiana sono da affrontare le difficoltà di una ancor scarsa manutenzione delle strade, spesso ricche di buche, oltre che l’ordine e la pulizia delle vie cittadine, non sempre impeccabili. E, rifacendomi al detto di un vecchio saggio, ricordo che “prima si guarda il tetto della casa e poi il resto”!!!
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Chiara Frisone
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VALLE SCRIVIA E OLTREAPPENNINO
Dalla preistoria alla nascita degli antichi borghi medievali
Novità sulla storia antica locale
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olto interessanti i nuovi risultati forniti dalle recenti scoperte archeologiche, in occasione dei lavori di costruzione della linea AV/AC Terzo Valico dei Giovi, resi pubblici dalle conferenze organizzate dalla Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio, in collaborazione con il Comune di Arquata Scrivia e l’Unitre Arquata-Grondona, dal 10 marzo al 12 maggio, presso la sala consiliare del Comune. Dalla preistoria alla nascita degli antichi borghi medievali, lungo il torrente Scrivia, un percorso storico attraverso le ultime ricerche archeologiche, che hanno prodotto nuove e importanti scoperte. Le sei conferenze sono andate alle origini della storia antica del nostro territorio L’appuntamento del 5 maggio, l’unico interamente dedicato a Libarna, è stato ospitato all’interno della sala conferenze, al quale è seguita da una visita guidata sul sito. Nella seconda conferenza, dedicata all’età romana, a cura di Alessandro Quercia, sono state illustrate le scoperte riguardanti la presenza di alcuni insediamenti rurali nella zona di Radimero (Arquata S.), che nell’antichità rappresentava la prima campagna appena fuori dal centro cittadino, oltre al ritrovamento di un tratto dell’acquedotto di Libarna. Tra i macroresti vegetali, residui carbonizzati, vinaccioli e tracce di olmo, che testimoniano la coltivazione della vite e la conseguente vinificazione già a quell’epoca.
Il terzo appuntamento ha visto l’intervento dell’archeologo Alberto Crosetto sul tema della Via Postumia in epoca medievale e sulla presenza di alcune fornaci rinvenute a Radimero e a Libarna, che sottolineano la grande tradizione della Valle Scrivia in questo settore economico - produttivo, rimasto attivo attraverso le varie trasformazioni fino agli anni ’60 del secolo scorso. La conferenza si è occupata della straordinaria scoperta dei re-
Lorenzo Mazza
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al termine della sua prova, dove ha usato poche formule: “giusto quelle essenziali che permettono di risparmiare tempo”. (m.pr.) Nella fotografia lo studente del liceo Amaldi di Novi Ligure assieme alla docente di Matematica Rita Ponte, al dirigente scolastico Giampaolo Bovone ed al collaboratore vicario Piero Ponte.
orenzo Robbiano, 19 anni, iscritto alla classe quinta indirizzo liceo classico del liceo “Doria” di Novi, ha vinto il certamen “Giovanni Reale” indetto dal liceo classico “Balbo” di Casale per il miglior commento alla versione. Il testo proposto era tratto da “La Repubblica” di Platone in cui l’autore distingue fra la guerra a suo avviso più naturale e corretta, contro gli stranieri e gli invasori, e la guerra civile, forse più tremenda in quanto coinvolge anche la patria stessa. Gli organizzatori chiedevano di fare un riferimento alla attualità nel commentare la versione con accenno ad eventuali altre ideologie secondo le quali il nemico è tale per natura. Lorenzo Robbiano è partito dalla Germania nazista, è passato ai comunisti con i processi ai “nemici
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Lorenzo Robbiano
L tudente di Scienze applicate al liceo Amaldi di Novi ligure, Lorenzo Mazza è un genio dei numeri e in tale veste ha vinto la medaglia di bronzo alle Olimpiadi della Matematica nella finale italiana svoltasi tra il 3 e il 6 maggio a Cesenatico. “Bisogna fare tanta pratica, ma non necessariamente esercizi mirati proprio a questo scopo, bensì tutto ciò che ha a che vedere con la matematica”, ha detto Lorenzo
sti di un ospizio per pellegrini avvenuta a Fraconalto. La via Postumia tra il Mediterraneo e l’Europa, a cura di Gian Battista Garbarino e Simone Lerma è stato l’argomento sviluppato nella quarta conferenza. I collegamenti fra la Liguria, la Pianura Padana e l’Europa hanno sempre interessato il nostro territorio attraverso tracciati preromani (Via Postumia).
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del popolo” per giungere all’Isis. Lorenzo Robbiano è il secondo studente del liceo “Doria” negli ultimi tre anni che si impone nel Certamen “Giovanni Reale”: due anni fa a vincere il primo premio nella traduzione fu infatti Tommaso Ghiglione Maurizio Priano
Carte d’identità elettroniche
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partire dal mese di maggio il Comune di Ronco Scrivia rilascia, a chi ne farà richiesta, la Carta d’Identità elettronica. Questo nuovo documento di identificazione, che viene rilasciato in via sperimentale in diversi comuni, può essere richiesto da cittadini italiani, cittadini appartenenti ad un Paese della Comunità Europea ed a cittadini stranieri regolarmente residenti sul territorio, al posto della tradizionale carta d’identità cartacea. La Carta d’Identità elettronica è a formato tessera (stesse dimensioni ad esempio di un Bancomat) ed è provvista di un microchip che memorizza i dati del titolare, comprese le impronte digitali e (solo per cittadini maggiorenni) la dichiarazione di volontà di donazione di organi e tessuti. Questo nuovo documento ha un costo di 22 Euro e una durata di dieci anni, ridotta a cinque per i minori di diciotto anni. La Carta d’Identità Elettronica consente l’autenticazione in rete per usufruire dei vari servizi erogati dalle Pubbliche Amministrazioni, nonché l’abilitazione al Sistema Pubblico d’Identità Digitale. Fabio Mazzari
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VALLE SCRIVIA E OLTREAPPENNINO A Busalla è rinata un’antica tradizione popolare
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Il fascino dell’astronomia spiegato ai più giovani
Il “calendimaggio” Festival dello spazio A I Busalla è ritornata un’antichissima tradizione, tipica dei paesi dell’Appennino che, per molti secoli, ha celebrato l’arrivo della bella stagione, stiamo parlando del “Calendimaggio”. La tradizione, il cui nome significa “cantar di maggio”, è tipica della fascia appenninica che comprende Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche e Abruzzo-Molise. Lo stile, seppure con qualche variazione, è pressochè identico in tutte le zone: un gruppo di canterini, chiamati “maggianti”, girano nelle case dei centri storici dei paesi, cantando versi benauguranti agli abitanti, in cambio di doni (tradizionalmente uova, vino e dolci). L’origine di questa festa si perde realmente nella notte dei tempi e, secondo gli storici, risale all’epoca degli Etruschi, che festeggiavano Beltane il 1° maggio. Nella serata di lunedì 30 aprile la Pro Loco Busalla con la collaborazione del circolo Endas di Sarissola hanno organizzato la “Cantaela di Maggio”. I canterini guidati da Laura Parodi dalle ore 19 in avanti si sono recati, con chitarre, fisarmoniche e altri strumenti
nei rioni del centro storico di Busalla (Cazen e Prele), nella centrale Piazza Macciò ed hanno concluso lo spettacolo a Sarissola. Il “Calendimaggio” in Valle Scrivia anticamente era una manifestazione molto sentita dagli abitanti del luogo. Nei primi del Novecento ogni notte del 30 aprile numerosi gruppi di giovani e meno giovani partivano da ogni frazione della vallata cantando canzoni benauguranti e portando immagini della Madonna coperte da un drappo che, dopo la benedizione del parroco, veniva tolto. Il “Calendimaggio” di maggio andava avanti fino alle prime
l 19 e 20 aprile l’amministrazione comunale di Busalla ha organizzato la prima edizione del “Festival dello Spazio Junior”, con la collaborazione ed il sostegno dell’Agenzia Spaziale Italiana. La manifestazione, che come dice il nome è rivolta al pubblico dei giovanissimi, nasce dal grande successo che ha avuto lo scorso anno il Festival dello Spazio a Villa Borzino, che si ripeterà, con ancora più eventi e conferenze, quest’anno a luglio. In attesa quindi della seconda edizione (che vedrà ospite una personalità di livello mondiale del mondo dell’astronautica, di cui per adesso non anticipiamo il nome) ecco quindi un “antipasto” dedicato ai ragazzi. Il Festival dello Spazio Junior ha visto gli studenti delle scuole della Valle Scrivia e dell’alta Val Polcevera incontrare Paolo D’Angelo, giornalista dell’A.S.I. (Agenzia Spaziale Italiana), il chief scientist della stessa Enrico Flamini e con il busallese Franco Malerba che, come è noto, nel 1992 entrò nei libri di storia come primo astronauta italiano. Oltre agli incontri divulgativi gli studenti hanno potuto partecipare in prima persona ad un
luci dell’alba, con le visite alle case e alle cantine, dove i canterini si esibivano in cambio solitamente di uova e vino e auguravano agli abitanti un raccolto abbondante per l’estate. Il “Calendimaggio” della Valle Scrivia, seppur molto partecipato, non riuscì mai a raggiungere le dimensioni di quello dell’Appennino Piacentino o di quello Umbro-Marchigiano. Tuttavia, dopo un lungo abbandono dalla metà degli anni Venti fino alla fine degli anni Settanta, a partire dai primi anni ‘80 la “Cantaela di Maggio” si celebra nuovamente in Valle Scrivia ogni anno. Fabio Mazzari
viaggio tra la terra e il cielo. Con il percorso “Missione cosmica a Villa Borzino” i ragazzi hanno sperimentato le esperienze di un viaggio spaziale grazie al videogioco simulatore messo a disposizione dal Festival del Planetario di Pino Torinese. Tramite questo simulatore gli studenti hanno potuto scoprire le leggi fondamentali che regolano la vita su Kerbin, un pianeta
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immaginario sorta di gemello della Terra. Al Festival dello Spazio Junior hanno partecipato ben duecentocinquanta ragazzi delle scuole medie di Busalla e dei comuni limitrofi, che sono stati divisi in due gruppi (uno per giornata). L’Agenzia Spaziale Italiana da alcuni anni sta dedicando molta attenzione al mondo della scuola, in particolare alla scuola media, considerata la fascia di età in cui si iniziano a formare le predilizioni personali che determineranno le scelte future della vita. Insieme agli eventi dedicati allo spazio il Festival ha visto una serie di percorsi collaterali a cui hanno partecipato gli studenti locali, ovvero quello dedicato al “Franco Malerba busallese” che ha ripercorso la vita dell’astronauta, “Le bellezze di Villa Borzino” con l’assessore Fabrizio Fazzari che ha spiegato ai ragazzi la storia e le bellezze della villa busallese e infine “La rosa della Valle Scrivia” con l’associazione omonima che ha raccontanto ai ragazzi l’importanza e i molteplici utilizzi di questo prodotto locale. Fabio Mazzari
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TERRITORIO
Novi Ligure: Su e giù su per i crinali dell'Appennino sfiorando le nuvole e volando con lo sguardo
Con il CAI dalla Val Borbera al mare I l tratto della Via del sale da Capanne di Cosola a Sori fa parte della “via del sale lombarda” il cui percorso parte da Pavia passa per Voghera procede su per la val Staffora, passa per Varzi raggiunge il crinale del Monte Chiappo al confine tra la Val Curone e la Val Borbera prosegue per il Monte Carmo e il Monte Antola discende a Torriglia in Val Trebbia punto di incontro con i tracciati delle vie del sale piemontesi ed emiliani, da qui attraversando il Passo della Scoffera si giunge al mare, Genova Portofino. Sentieri e antiche mulattiere percorse dalla notte dei tempi a piedi o con muli per trasportare verso il mare principalmente lana e armi, e recuperare ciò che era più prezioso dell'oro e difficile da reperire nei luoghi dell'entroterra: il sale. Elemento prezioso, necessario per la conservazione delle carni e del pesce, per la produzione dei formaggi e degli insaccati, ma anche per la concia delle pelli e la tintura.
GLI ESCURSIONISTI Il gruppo composto da quindici persone tra cui un ragazzino di undici anni e due di dodici, e gli accompagnatori della sezione Cai, Antonio Repetto e Gianni Brocca è partito il 30 aprile da Capanne di Cosola, luogo simbolo della Val Borbera, dove si incontrano tre regioni: Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte, ed è arrivato a Genova Sori martedì primo maggio verso le 17. LA MARCIA SUI CRINALI Due giorni di marcia per circa nove ore al giorno, 60 i km percorsi, con una tappa in rifugio a Torriglia. Un trekking che non presenta particolari difficoltà se non per la lunghezza del percorso che richiede una marcia costante e sostenuta; non vi sono dislivelli troppo impegnativi, si resta quasi sempre in quota con una vista bellissima, alla fine la discesa al mare, lunghi tratti di pietraia
rendono difficoltoso e scivoloso il percorso. Nell'itinerario si alternano diversi segnavia: quello della via del sale con le doppie frecce sostituito poi dalla la sigla VM (via del mare), da non confondersi con il segnavia AV che indica l'Alta via dei Monti Liguri e che si intercetta in diversi punti.
TEMPO BRUTTO MA CIME BELLE Grazie all'organizzazione degli accompagnatori il gruppo è riuscito malgrado le condizioni atmosferiche a tratti particolarmente avverse: vento, grandine e pioggia a percorre l'intero itinerario. Un bel cammino di soli due giorni sulle cime tra le più
suggestive del nostro Appennino, attraverso boschi di faggi e di castagni, prati e fioriture di narcisi, mucche e cavalli al pascolo: in un periodo dell'anno in cui assiste allo spettacolare risveglio della natura. Immersi in un paesaggio incantato dove lo sguardo non ha confini, spazia tra il verde brillante dei prati, l'azzurro del cielo e il blu de mare che si intravvede all'orizzonte. Tutto intorno ai piedi delle creste gruppetti di case qua e là, piccoli paesini, borgate che malgrado lo spopolamento sopravvivono tenacemente, sonnecchiando in un precario tepore di abbandono durante l'inverno e ripopolandosi durante l'estate. LIBERTÀ E SPERANZA Questi sentieri raccontano anche un'altra storia fatta di speranza e ricerca di libertà, sono i luoghi della storia partigiana, di lotte
e battaglie cruciali, dove i segni sono ancora visibili e vivi non solo nel ricordo: vengono chiamati “I sentieri della Libertà”. LE INIZIATIVE DEL CAI DI NOVI LIGURE Tanti sono gli appuntamenti della sezione CAI di Novi Ligure per il 2018 a cui è sempre possibile partecipare pur non essendo soci, pagando una piccola quota ai fini assicurativi per l'escursione giornaliera. Mela Cocozza INFO La sede del Cai è in via Verdi, 37 all'interno della Caserma Giorgi a Novi Ligure, e aperta il mercoledì dalle 18.00 alle 19.30 e il venerdì sera dalle 21, per tutte le informazioni: www.cainoviligure.it, cell: 324 989 8748.
Da Cogoleto a Varazze
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li alunni della 5 A della scuola di Rossiglione sono andati a “scarpinare” nel Parco del Beigua con la loro maestra, Grazia Zunino, dove, con la guida Greta Pastorino, hanno conosciuto le rocce “serpentinite”, il fiore rosa “Barba di Giove”, le gallerie scavate nella montagna. Dopo uno spuntino sono capitati in un luogo dove si sentiva odore di miele: erano capitati in mezzo ai fiori di acacia. Hanno camminato con da un lato i monti e dall’altro il mare. E poi giù sulla spiaggia dove hanno raccolto le pietre arrotondate dalle acque. Una bella passeggiata lungo quella che una volta era la sede di una vecchia ferrovia tra Cogoleto e Varazze. (m.cal.)
Produttori associati per recuperare e promuovere i prodotti locali
La Cooperativa delle Valli Genovesi
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a Cooperativa delle Valli Genovesi è una nata nel novembre 2017 per unire aziende agricole, produttori ed altre competenze dell’area dell’entroterra genovese, il presidente è Enrico Rovida. La nascita della Cooperativa, ci spiega Maria Giulia Scolaro – socia e titolare dell’azienda omonima che produce sciroppo di rose e di altri fiori e frutti, confetture, succhi e conserve biologiche a Savignone – per cercare di recuperare quanti più terreni inutilizzati possibili e, contemporaneamente, ad avvicinare sempre più giovani alle attività agricole. “Nella mia azienda ho avuto studenti dell’istituto agrario che hanno fatto qui degli stage – fa presente Maria Giulia Scolaro – ed una ragazza ha fatto la tesi di diploma proprio sulle rose”.
In accordo con la Curia, la Cooperativa ha trovato dei terreni nella zona di Mignanego, che verranno utilizzati per impiantare nuove coltivazioni di frutta e ortaggi, in particolare per ampliare la coltivazione delle rose, non più limitata solamente alla Valle Scrivia ma estesa anche alla Val Polcevera ed alla Val Trebbia, zone previste dal disciplinare del Presidio Slow Food di cui lo sciroppo fa parte. Rose che sono il vero e proprio fiore all’occhiello dell’agricoltura dell’entroterra genovese e della Valle Scrivia nello specifico. “Una quindicina di anni fa l’allora Provincia di Genova ideò un censimento delle rose da sciroppo, per cercare di rilanciare questa coltivazione al fine di fornire petali a pasticcerie rinomate di Genova – ci racconta Maria Giulia Scolaro – la prima Festa delle Rose nacque
quasi per caso ed eravamo pochissimi, ma ebbe un grande successo la vendita di petali freschi, da qui decidemmo di iniziare a produrre noi stessi lo sciroppo e gli altri derivati dalla rosa”. Non solo rose però, ci fa presente Maria Giulia Scolaro “il prodotto per eccellenza dell’Appennino Genovese era il castagno – spiega la nostra interlocutrice – il GAL Genovese, per iniziativa della presidente Marisa Bacigalupo, ha lanciato lo scorso anno il progetto della ‘Strada del Castagno’ di cui fa parte anche
la mia azienda ma, purtroppo, ho constatato che ormai più nessuno porta avanti la coltivazione di questi alberi”. Per lunghi secoli le castagne nell’Appennino Genovese sono state coltivate per essere essiccate, al fine soprattutto di ricavarne farina di castagne e non è difficile, nell’immediato entroterra di Genova, trovare seccherecci nei boschi, che, piano piano, stanno crollando tutti. “Oggi abbiamo un importante pastificio, che ha sede qui in Valle Scrivia, che produce pasta e, tra le altre, anche quella a base di farina di Castagne ma è costretto a comprarla da fuori perché qui non la produce più nessuno” denuncia Maria Giulia Scolaro. La Cooperativa delle Valli Genovesi ha preso contatto con l’azienda agricola Monte Bano di Sanguineto, in zona Val Noci, nel comune di
Montoggio. Questa azienda, a conduzione famigliare, ha comprato casa e terreni in una zona dove si trova un antico castagneto ed ha lanciato un progetto di recupero della coltivazione di questi alberi da frutto, riutilizzando anche un grande secchereccio che si trova in buono stato. Uno dei soci della Cooperativa, inoltre, ha curato la rivalorizzazione di un castagneto con secchereccio in Toscana, nella zona della Lunigiana (tra le province di La Spezia e Carrara) e porterà quindi la sua esperienza per questo progetto. Successo. Il piano di lavoro sui castagni prevede inoltre il taglio degli alberi più vecchi e malati, riutilizzando però il legname in architettura, recuperando così materiale naturale. Fabio Mazzari
l’inchiostro fresco Maggio 2018
La Valle Scrivia è in fiore
L’evento che ha unito la storia e la natura
Tricolori sull’Antola
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n grandissimo successo per l’evento “Porta un tricolore e sali in Antola” organizzato da Alessio Schiavi e dal Parco dell’Antola che si è tenuto il 25 Aprile. La partecipazione è stata la più numerosa di sempre con più di trecento persone che sono salite sulla cima della montagna per eccellenza dei genovesi, con tantissime famiglie, bambini e ragazzi che, grazie anche alla splendida giornata di sole hanno partecipato a questo evento che unisce la passione per la natura con l’importanza della storia, nel giorno che ricorda la fine della II guerra mondiale in Europa e la sconfitta del nazifascismo. “È stata una commemorazione della Liberazione giovane e di grande speranza – spiega Alessio Schiavi – abbiamo visto associazioni, gruppi e soprattut-
da Sinistra Mario Salvitti, storico, al centro il Vicesidaco Arditi, a destra il Presidente della società Militare di Mutuo soccorso Gotta Franco Giovanni
to tante famiglie che sono salite sulla cima dell’Antola da tutte le località della Valle Scrivia, della Val Trebbia e della Val Borbera”. All’evento erano presenti il Sin-
Lassù, sul Reopasso
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nizia la stagione delle escursioni e il Parco dell’Antola diventa il protagonista di queste camminate. Una delle prime da fare è quella che da Bastia (Busalla) porta alla sella del Bric delle Ciappe, alla base delle Rocche del Reopasso. Lì è possibile scoprire una ricca biodiversità con affioramenti rupestri e siti di nidificazione di diversi rapaci. Questa escursione che copre un dislivello di 150 metri, dura due ore e mezzo di buon cammino, durante le quali si potranno ammirare scorci di paesaggi da un punto prospettico dove il mondo reale apparirà piccolo e lontano, e dalle creste del Reopasso sarà possibile vedere la val Vobbia e la Valle Scrivia. (m. cal.)
daco di Carrega Ligure, Marco Guerrini, che ha deposto la corona ai caduti sul monumento e Don Giuseppe, parroco di Torriglia che ha impartito la benedi-
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zione solenne ai presenti ed alla nuova targa installata nel 2015 a commemorazione del 70° anniversario della Liberazione. I partecipanti sono stati rifocillati con una polentata presso il rifugio del Parco Antola. Nel pomeriggio è stato proiettato il film “Bisagno” dedicato alla vita di Aldo Gastaldi detto “Bisagno” definito dagli storici come “il primo partigiano d’Italia” che combatté nell’alta Val Trebbia e che ebbe a Fascia il suo quartier generale. Toccante la testimonianza del nipote Aldo e di Marco Gandolfo, regista del film. “Abbiamo assistito ad una splendida giornata di festa – ci dice Alessio Schiavi – che, ancora una volta, riafferma quanto il Monte Antola sia nel cuore dei genovesi e non solo”.
itorna, il 9 e 10 giugno, per la sedicesima edizione, la Festa delle Rose di Busalla, la due giorni dedicata a questo fiore che, proprio in Valle Scrivia ha avuto una grande importanza per generazioni, grazie ai suoi molteplici utilizzi. L’evento è organizzato come ogni anno dall’Amministrazione Comunale di Busalla insieme alla Pro Loco. La Festa delle Rose di Busalla nacque quasi per caso nel 2003. All’epoca il nome di Busalla veniva associato, dai giornali e televisioni locali, alle vicende che riguardavano l’inquinamento provocato dalla presenza della grossa raffineria (in quegli anni non erano ancora presenti le normative attuali). L’amministrazione comunale dell’epoca decise quindi di lanciare una festa che rilanciasse il nome di Busalla nel Genovesato. La scelta cadde sulle rose, sia
come fiore ornamentale che come prodotto edibile, che si presta a molteplici utilizzi, dallo sciroppo alle confetture fino alle essenze. La prima edizione si chiamò “Busalla è un fiore” e venne allestita quasi artigianalmente, portando sciroppi e dolci fatti in casa, il successo fu tale che in poco più di due ore gli (allora pochi) espositori presenti vendettero tutto! Da allora la festa delle rose di Busalla è diventata un appuntamento sempre più importante, sia come visitatori che come espositori, e rappresenta l’evento che da il via alla stagione estiva valligiana. Al momento della stesura dell’articolo non abbiamo ancora il programma della XVI edizione, che sarà pubblicato con cura e dettaglio sul nostro sito ufficiale. f.m.
Fabio Mazzari
Dopo il grande successo della prima edizione
Il Mangiaforte fa il bis
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opo l’enorme successo della prima edizione ritorna, organizzato nuovamente dalla Consulta Giovanile di Sant’Olcese con la collaborazione del Comune, il Mangiaforte, l’evento che unisce la passione per la natura ed il trekking con le eccellenze dell’enogastronomia locale. L’evento si svolgerà a tappe domenica 20 maggio e offrirà, rispetto allo scorso anno, una serie di novità che faranno apprezzare ancora di più ai partecipanti il valore storico, paesaggistico ed enogastronomico di quest’angolo del Genovesato. La partenza della seconda edizione del Mangiaforte sarà in località Campi, davanti alla fermata omonima sulla linea ferroviaria Genova-Casella. Il percorso sarà lungo com-
plessivamente 10 chilometri e toccherà Forte Puin, area che offre una vista impareggiabile sull’intera costa che circonda Genova. In ognuna delle sei tappe del Mangiaforte ai partecipanti saranno servite specialità eno-
gastronomiche e prodotti locali. La tappa finale sarà presso il campo sportivo di Casanova, dove ci sarà una festa con tappa culinaria finale. Specialità tutte a “chilometri zero”: dall’immancabile salame di Sant’Olcese, ai formag-
gi dell’azienda agricola di Forte Diamante fino alla focaccia della cooperativa It a lfor no della casa circondariale di Marassi. Numerosi saranno gli eventi coll ate rali, per i più piccoli l’animazione di Mbam’baye con i suoi asinelli ed i trucchi e travestmenti de La Band degli Orsi. Nella
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tappa finale di Casanova verrà allestito un palco con musica e spettacolo e vi saranno il mercatino agricolo a chilometri zero e diversi stand di hobbyisti. Ritorna anche la “mascotte”, l’orso Buggy (il cui nome è stato scelto tramite un concorso online) quest’anno sarà in dolce compagnia, è stata infatti aggiunta un’orsa il cui nome deve essere scelto anch’esso tramite un concorso online e che sarà svelato il 20 maggio. Contemporaneamente è stato lanciato un concorso fotografico su Instagram dove i partecipanti scattano immagini di luoghi di Sant’Olcese con l’hashtag #mangiaforte2018 che si concluderà il 18 maggio. Fabio Mazzari
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ď‚– Le rubriche de LITI CON GESTORI TELEFONICI
p Dall vostra parte Dalla
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l’inchiostro l’i i nchiostrr o fresco Maggio Ma aaggio o 2018 20 201 018 18
La psicologia, in una società complessa come la nostra, è materia indispensabile
La rubrica per conoscerci meglioo d o t t . s s a Alberta Ponte
Avv. Fabiana Rovegno
stima. La scienza dimostra che noi “siamo quel che pensiamo e allo stesso modo, noi diventiamo quello che diciamo ogni giorno�. Noi ci creiamo attraverso le nostre convinzioni e maggiormente quelle che riguardano noi stessi. Le parole che ci diciamo influiscono direttamente sui pensieri che formuliamo e da questo processo dipende la nostra sicurezza e la nostra autostima.
S
oovente vente t gl gglili ut utenti tenti ti si tro trovan trovano vano a dover affrontare spiacevoli contrasti con gli operatori delle comunicazioni. Si pensi, a titolo esemplificativo, a quando insorga discussione circa la corretta rendicontazione o in relazione a contratti erroneamente imputati all'utente, oppure ancora ad indebite interruzioni del servizio di telefonia. Gli esempi potrebbero andare avanti all'infinito, ma per districarsi la legge prevede un utile strumento gratuito che può evitare il contenzioso in sede giudiziale. LA CONCILIAZIONE Qualora insorga una controversia con un operatore delle telecomunicazioni (si pensi quindi ai servizi di telefonia mobile o fissa, agli operatori internet o ai servizi tv a pagamento) l'utente può esperire un tentativo di conciliazione rivolgendosi al CORECOM, ossia un organo regionale con funzioni di consulenza, gestione e controllo in materia di comunicazioni. Tale tentativo è anzi obbligatorio qualora si intenda adire l'Autorità Giudiziaria, cui non ci si può rivolgere prima di avere presentato un'istanza di conciliazione, instaurando cosÏ una procedura che deve ultimarsi entro 30 giorni. COME SI PROPONE L'ISTANZA DI CONCILIAZIONE Può essere inoltrata anche a mezzo di posta elettronica, compilando un modulo reperibile su internet e trasmettendolo al CORECOM, che in Piemonte ha sede a Torino e in Liguria a Genova. Per chi avesse difficoltà con l'invio telematico, in Piemonte ci si può altresÏ rivolgere agli uffici URP della Regione Piemonte: ad esempio per gli utenti della Provincia di Alessandria è possibile contattare telefonicamente i numeri 0131/285071 e 0131/285072, che offrono assistenza per la presentazione dell'istanza di conciliazione, trasmettendola
Aumentare l’Autosima. Inizia dal linguaggio che usi
al CORECOM di Torino. COME SI SVOLGE IL PROCEDIMENTO Viene fissato un incontro tra l'utente e il rappresentante dell'operatore dinnanzi ad un conciliatore presso la sede del CORECOM. Tuttavia, per venire incontro alle esigenze degli utenti, è attivo un servizio di video udienze presso l'URP di Alessandria, ove l'utente viene posto in collegamento con il rappresentante dell'operatore e con il conciliatore: è cosÏ possibile evitare di recarsi personalmente presso la sede del CORECOM di Torino. In tal caso è però necessario specificare nell'istanza di conciliazione la richiesta di avvalersi di tale servizio. GLI ESITI DEL TENTATIVO DI CONCILIAZIONE Si segnala che qualora il primo incontro non sortisca un buon esito è possibile fissare un secondo incontro. Decorso il termine di 30 giorni dalla proposizione dell'istanza ci si può rivolgere al Giudice anche se la procedura non si è ancora conclusa. Qualora l'esito sia positivo, invece, il verbale di accordo costituisce titolo esecutivo, sicchÊ in caso di inadempimento a quanto statuito è possibile tramite un legale far eseguire coattivamente gli impegni assunti dalla controparte.
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’autostima può migliorare in modo naturale se prestiamo attenzione al nostro modo di parlare e alle frasi che usiamo con noi stessi e con gli altri. Secondo recenti studi scientifici condotti dall’Apa il numero di persone con scarsa autostima cresce sempre di piÚ e da questo ne deriva una maggiore tendenza alle malattie psicosomatiche e alla depressione. Inoltre la medicina contemporanea ha ormai dimostrato ampiamente che la mancanza di amore e apprezzamento per se stessi è all’origine anche di molte malattie organiche. Migliorare l’autostima favorisce il rinforzarsi del sistema immunitario e per questo il rischio di ammalarsi è molto minore. Per farla breve, alcune malattie come l’ipertensione arteriosa, l’infarto, l’obesità , la cefalea, la colite spastica e ulcerosa, l’asma e le malattie allergiche sono strettamente collegate con l’ incapacità di entrare in un rapporto positivo con noi stessi e quindi alla bassa autostima. Intervieni sul tuo modo di parlare e potrai recuperare la tua auto-
Avv. Fabiana Rovegno
Alcune frasi depotenzianti che limitano l’autostima Ăˆ tutta colpa mia, non riesco a farne una giusta! Sono un debole. Non riesco mai a dire di no e tutti ne approfittano. Quando gli altri mi criticano mi sento una nullitĂ . Sono sempre il solito inetto, ecc.. Il modo corretto di parlarti per aumentare l’autostima Certo è una cosa importante, ma la risolverò. Posso fare delle mosse vincenti e dare una svolta alla mia vita. Posso esprimermi liberamente con gli altri e dire ciò che penso. Posso dire di NO, basta non ferire. PerchĂŠ questo modo di parlarti alimenta la tua autostima? PerchĂŠ esprimi liberamente le tue emozioni e impari ad amarti cosĂŹ come sei. Per questo inizia a modificare il modo in cui parli a te stesso e inizia a compiere azioni per cui ti stimi. Impara ad apprezzarti e ad amarti Dr.ssa Alberta Ponte Psicologa Clinica, Consulente in neuropsicologia Ordine degli Psicologi della Regione Piemonte N° 7740/sez. A cell. 3470390020 Genova - Masone (GE) - Tagliolo Monferrato (AL)
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l’inchiostro l’inchios ios oss tro o ffresc fresco r ssc re co Maggio Mag aggggioo 20 22018 018
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Gelsomino: per unn profumato separe' e' nel tuo balcone
uoi creare una zona d'ombra che dia un po' di riparo al balcone o al giardino giardino, bella e che sia in armonia con il resto dell'ambiente? Il gelsomino è la scelta giusta per te! Profumatissimo rampicante dai deliziosi fiori bianchi, è una splendida pianta ornamentale che può essere coltivata molto facilmente sia in vaso che in giardino. Esistono diverse varietà, che si differenziano per periodo di fioritura (invernale o primaverile) e per la caducità delle foglie; ti consiglio il Trachelospermum Jasminoides: è un sempreverde e ben si adatta al nostro clima. Ama un' illuminazione abbondante e terreni ricchi di sostanze nutritive, ma ben drenati: innaffia regolarmente, ma aspetta che il terreno sia asciutto prima di dare altra acqua. Necessita di un supporto per poter crescere: posiziona una rete per sostenerlo e non preoccuparti, la sua crescita è davvero molto rapida. Con questi accorgimenti otterrai la parete decorativa perfetta per il tuo balcone in pochissimo tempo!
l'Orto di Marisa
Ingredienti (per 4 persone): 2 zucchine, chine 400 gr. gr di salmone fresco in tranci, tranci 250 gr gr. di merluzzo in tranci, 200 gr. di robiola senza lattosio, ½ bicchiere di vino bianco, 5 cucchiai di latte di riso, 1 confezione di lasagna fresca all’uovo, olio extravergine di oliva, 1 mazzetto di timo, pangrattato, sale, pepe Preparazione: Lavare e spuntare le zucchine, tagliarle a rondelle sottili e saltarle in padella con
un po’ d’olio. In un’altra padella rosolare i tranci di merluzzo e di salmone per un minuto con il timo. Sfumare con il vino bianco, aggiustare sale e pepe e cuocere per qualche minuto. Riporli in un piatto e ridurli a pezzetti. Preparare le “finta besciamella” amalgamando la robiola con il latte, aggiunto poco per volta. Darle consistenza abbastanza fluida perché in forno tenderà ad asciugarsi. Versare sul fondo di una teglia un po’ di besciamella e comporre la lasagna, alternando una sfoglia di pasta alla besciamella, alle zucchine e al pesce. Ripetere sino ad esaurimento degli ingredienti, terminando con una sfoglia di lasagna, un po’ di besciamella e spargendo del pangrattato in superficie. Cuocere in forno a 200° C. Buon appetito! per 20 minuti. Lasciare riposare per 10 minuti prima di servire.
Il Mondo visto da lla Il mare più bello de
Ester… nando…!!! Riflessioni a ruota libera di Ester Matis
Grecia
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uest mese vogliamo parlarvi di uesto Koufonissi, cercate il mare più bello della Grecia? Allora dovete fare rotta su questa meravigliosa isola delle Piccole Cicladi dove l'azzurro del cielo si fonde con il blu del mare con spiagge di sabbia finissima. Questa isoletta greca è un paradiso incontaminato, un angolo di Egeo da assaporare lentamente per un'estate indimenticabile. A Koufonissi il tempo sembra davvero essersi fermato, e l'unico mezzo di trasporto saranno le vostre gambe oppure le barche dei pescatori che fanno la spola tra le varie spiagge. Sull'isola ci si arriva con una traversata in aliscafo di circa un'ora da Mykonos, appena arrivati vi aspetta la “Chora” con le sue viuzze strette e le tipiche casette bianche e azzurre che si specchiano nella baia sabbiosa di Megali Ammos, degna di un atollo caraibico per il suo fondale limpido e trasparente. La sera, per rinfocillarsi dopo una nuotata in paradiso, vi sono piccole taverne dove poter assaggiare le specialità della cucina locale dal Gyros alle specialità di pesce. Quest'estate partite per il paradiso, partite per Koufonissi!!!
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L’Austria non è lontana
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oglio accontentare un vecchio amico e lettore. Fare una piccola riflessione sul panorama che si sta delineando nel nord Italia. Avete notato come, a dispetto del teatrino romano dove chi vince non riesce mai a governare, a livello locale si marcia in una direzione chiara? Le regioni, che forse qualcuno sogna di abolire, specie se conquistate da una certa parte politica, sono mica robe astratte! Sono formate da persone, persone che votano, e votando esprimono un pensiero. Il candidato che si dimostra più vicino a quel pensiero vince. Ebbene, confortato dai risultati eclatanti delle regionali in Friuli, l’amico di cui sopra ironicamente dice che si riconfigurerebbe una sorta di “lombardo veneto” se solo l’Austria ci volesse (già in quel secolo lontano la parte produttiva della penisola rese fior di quattrini agli austriaci). In questo caso l’Austria però non c’entra. Io vedo di più il formarsi spontaneo di una macroregione del nord o chiamatela come volete, di un
sentire comune. E sarebbe un miracolo se prima o poi anche il Piemonte aprisse le ali, per non dire gli occhi, e completasse il puzzle. Fantapolitica? Chi può dirlo. La storia è tutto un divenire e un saliscendi di consensi, di giochi. Chi apprezzava la monarchia avrebbe mai pensato che un giorno l’Italia sarebbe diventata una repubblica? A tale proposito mi viene in mente la scena di quel film con Alberto Sordi che a tavola, nello sconvolgimento generale dei nobili commensali afflitti dal
risultato del fatale referendum, pensa che la cosa migliore da fare sia guardare all’immediato e mangiare a sazietà. Come dire: Francia o Spagna purché se magna. Fortuna che le coscienze col tempo maturano, nonostante tutto, nonostante nei palazzi romani si giochi a volerci stufare, a volerci far dire “basta, io non vado più a votare, tanto non cambia niente!”. Nossignori. Non si molla. E il tempo ci darà ragione. Ester Matis
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È tornata la classica di primavera del ciclismo
Il 79° Giro dell’Appennino
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omenica 22 aprile si è svolta la 79° edizione del Giro dell’Appennino, la classica per eccellenza del ciclismo di primavera, organizzata come sempre dall’U.S. Pontedecimo Ciclismo e dall’UCI – Federazione Ciclistica Italiana.
LE CARATTERISTICHE DELLA 79° EDIZIONE Per questa edizione si è tornati finalmente all’antico, con il percorso che, dopo tre edizioni in cui l’arrivo si concludeva in quel di Chiavari (con un percorso leggermente modificato), ha visto l’arrivo nella centralissima Piazza De Ferrari a Genova. Ma il ritorno al classico si è avuto sopratutto con il ripristino della “collina delle streghe”, ovverosia il Passo della Bocchetta, la tappa più dura e famosa del Giro dell’Appennino. Ivano Carrozzino, presidente dell’U.S. Pontedecimo Ciclismo, storico “patron” e anima della corsa ciclistica ha spiegato che essa ha il record di longevità tra le classiche italiane di una giornata, svolgendosi ininterrottamente dal lontanissimo 1934. I PREMI E I RICONOSCIMENTI Il Gran Premio della Montagna di quest’anno è stato dedicato alla memoria di Michele Scarponi, lo scalatore di Ancona, vincitore del Giro d’Italia 2011, scomparso esattamente un anno prima dello svolgimento del Giro dell’Appennino in un tragico incidente stradale. Il premio “Appennino d’Oro” è stato conferito a Giovanni Battaglin, storico campione meranese vincitore del Giro dell’Appennino del 1974 e che, nel 1981, realizzò l’accoppiata Giro d’Italia e Vuelta d’España, impresa riuscita solamente al campione più forte di tutti i tempi, ovvero Eddy Merckx. L’Appen-
risorse per la realizzazione della competizione” e il presidente del Municipio Val Polcevera, Federico Romeo ha sottolineato che: “il Giro dell’Appennino è l’orgoglio del nostro territorio. Una grande occasione all’insegna di una tradizione sportiva che da Pontedecimo segna il record di edizioni”.
nino d’Argento è stato assegnato a Paolo Colombo, giornalista sportivo che da oltre trent’anni racconta puntualmente ogni edizione della gara e che ha sempre promosso il Giro dell’Appennino. LE AUTORITÀ Presenti alla gara anche le istituzioni con l’Ass. allo Sport del Comune di Genova, Stefano Anzalone. “La città di Genova ha sempre vissuto con grande partecipazione questa competizione – ha detto Anzalone – l’Amministrazione Comunale credendo nella grande valenza sportiva di questa gara si è impegnata con grandi sforzi e
GLI SPONSOR Anche quest’anno è arrivata l’importante sponsorizzazione del gruppo Elah, con il Cav. Flavio Repetto, presente in prima fila alla partenza e della Tre Colli di Tarcisio Persegona, azienda da sempre impegnata nel mondo
del ciclismo. GLI EVENTI COLLATERALI Insieme al Giro dell’Appennino vi sono stati diversi eventi collaterali, con la mostra fotografica allestita dal Comune di Campomorone dal 14 al 25 aprile negli esercizi commerciali del paese che ha raccontato la storia della gara in trenta tappe, l’esposizione della storica Alfa Romeo Giulietta di Luigin Ghiglione al centro commerciale L’Aquilone di Genova e la mostra pittorica di Angelo Gnecco, ex ciclista diventato pittore di successo. Fabio Mazzari
Lavori al “Moccagatta” e presto un circolo
Il volo delle "Dragonflies"
Boys e Ovadese Silvanese
Pattinaggio
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ontinuano i lavori al campo sportivo Moccagatta di Ovada che intessano il completamento della struttura dei nuovi spogliatoi, la concimazione del manto erboso con l'arrivo della buona stagione ed ora la sistemazione dell'ingresso di Viale Rimembranza con la sostituzione dei pannelli plastificati. che annunciano l'ingresso al campo, gli indirizzi delle pagine facebook delle due società dei Boys e dell'Ovadese Silvanese e lo slogan che accompagna il percorso dei giovani "Cresci, divertiti e gioca con noi". La casa dei Boys e dell'Ovadese Silvanese piano, piano comincia ad avere una sua fisionomia ben precisa grazie soprattutto a Gian Paolo Piana, fondatore dei Boy ed attuale Presidente dell'Ovadese Silvanese e ai suoi più stretti collaboratori
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che hanno creduto in questo progetto per i giovani e per la città. C’è la volontà di terminare al più presto i lavori anche per avviare un Circolo con bar e ritrovo per gli iscritti come ai vecchi tempi quando il Moccagatta disponeva di un punto ristoro ricavato nella palazzina a fianco del Centro
di Formazione Professionale. Il Moccagatta rappresenta non solo la storia del calcio locale, ma si ripercorrono i maggiori ricordi e successi per cui un ritorno al passato diventa importante per le giovani generazioni. Enzo Prato
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abato 05 Maggio, al Palazzetto dello Sport di Castelletto d'Orba, in località Castelvero, si è svolto il "3° Trofeo dei Colori" al quale hanno partecipato oltre sessanta alteti di tutte le età. Le competizioni si sono svolte in parte nella mattinata e in parte nel pomeriggio. Gli atelti sono stati suddivisi in diverse categorie in base alle loro capacità e all'anno di nascita. A conclusione della giornata si sono esibite le ragazze del Gruppo Spettacolo della Polisportiva Castellettese "Dragonflies". La manifestazione, come gli scorsi anni, ha riscosso un grande successo sia di partecipazione che di pubblico. Inoltre domenica 06 maggio l'atleta Sara Repetto ha conquistato il titolo di Campionessa Regiona-
le FISR nella competizione svoltasi a Novara. Sul nostro sito e sulla nostra pagina Facebook è possibile visionare il filmato realizzato da Davide Parodi sul "Trofeo dei Colori" con allegata galleria fotografica. Marta Calcagno
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l’inchiostro fresco Maggio 2018
SPORT
Ecco le affermazioni nelle “classiche” del podismo
Si avvicina il 7 luglio per il
Grande Atletica Novese
Giro Rosa
Dall’ufficio stampa della soc. Atletica Novese riceviamo e ben felicemente pubblichiamo: I COLLI IN BIANCOCELESTE 66 volte grazie ai nostri atleti che hanno deciso di correre la prova principe del calendario podistico di Atletica Novese. Un grande numero, un vero record di presenze, per la gara forse più amata sul percorso che per molti di noi è il teatro degli allenamenti quotidiani. E prestazioni di valore assoluto: tre ragazzi nei primi 15 della classifica generale sono un bel segno e altrettanto dicasi per le 4 ragazze nelle prime 12 posizioni femminili. Il più veloce è stato Diego Scabbio, decimo assoluto in 53’ davanti a Livio Denegri e Hicham Dhimi con vittorie di categoria che sono andate allo stesso Scabbio e a Giovannino Mocci mentre i piazzamenti da podio sono stati per Carlo Mazzarello e Franco Dossena, Gianni Tomaghelli, Gianfranco Poggi, Massimo Cuzzolin e i sopracitati Denegri e Dhimi. In campo femminile la più veloce è stata Ilaria Bergaglio, quinta assoluta con il crono di 59’25’’. Grandissima ottava posizione per Angela Giribaldi (mai vista così in forma) che ha preceduto Teresa Repetto con Maria Luisa Marchese classificatasi dodicesima dopo lunghissima sosta agonistica. Per Ilaria e Angela è arrivata la vittoria nella categoria di appartenenza cosi,come per Maria Montanarella. Seconda posizione di categoria per Teresa Repetto.
I “COLLI 2018”: CHE SPETTACOLO 25 Aprile. Un’edizione super quella de “I Colli 2018”. Grande partecipazione e grande qualità, il percorso che non fa sconti, il clima quasi perfetto hanno messo insieme gli ingredienti giusti perchè si possa parlare di evento sportivo di grande spessore. La lista dei preiscritti induceva ad un certo ottimismo e le adesioni dell’ultimo momento hanno ancora innalzato il tasso tecnico della sfida. Vincitore assoluto con il terzo crono di sempre è stato Michele Belluschi (Atl. Recanati) che ha chiuso in 47’51’’ precedendo Carlo Pogliani (Cambiaso Risso) di una quarantina di secondi con poco più indietro Mohamed Rity (Delta) che, non più tardi di 10 giorni fa, si era imposto nella Mezza di Genova. E in campo femminile è arrivato l’assolo di Emma Quaglia: la campionessa della Cambiaso Risso (anche lei vincitrice a Genova) ha imposto il suo passo fallendo per un inezia il record della corsa da lei stessa detenuto. Crono finale di 53’22’’ e dodicesimo posto tra i 320 classificati.
Una grande Elisa Stefani (Brancaleone Asti) ha chiuso in 56’12’’ conquistando il secondo posto e ha preceduto Isabella Morlini (Atl Reggio) di poco più di un minuto. Livello tecnico davvero straordinario anche per le posizioni di rincalzo e la citazione dei vincitori di categoria ne è la prova: Enrico Ponta, Matteo Volpi, Michele Bruzzone, Diego Scabbio, Giorgio Grella,
Andrea Banchieri, Dario Amateis, Mauro Bianchi e Giovannino Mocci i vincitori delle nove categorie maschili. In campo femminile si sono imposte Giovanna Caviglia, Ilaria Bergaglio, Angela Giribaldi, Elehanna Silvani, Liliana Pagliero, Maria Montanarella e Silvia Bolognesi. Raramente capita di vedere tanti “bei” nomi nello stesso ordine di arrivo! Il trofeo intitolato alla famiglia Multedo che premiava il gruppo più numeroso è andato ai Maratoneti Genovesi: 31 i loro atleti in gara. Gli stessi della Biocorrendo Avis a cui non è rimasto cha accontentarsi del secondo posto visto che, a termini di regolamento, si privilegia in caso di parità la compagine che viene da più lontano. Terzo posto per il GP Solvay.
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L’Ufficio Stampa della soc. Atletica Novese
i intensificano gli incontri per il Comitato di Tappa in vista di sabato 7 luglio giorno in cui Ovada ospiterà la seconda frazione del Giro Rosa di ciclismo femminile. In due incontri specifici sono state convocate le Pro Loco e Associazioni operanti nei territori attraversati dall’evento al fine di programmare una comunicazione univoca attraverso appositi striscioni. Gli esiti degli incontri sono stati particolarmente positivi in quanto tutti si sono detti disponibili a collaborare. Molto proficuo anche l’incontro avvenuto a Torino presso l’Assessorato allo Sport della Regione Piemonte tra l’Assessore Giovanni Maria Ferraris e la delegazione ovadese composta dal Vicesindaco Giacomo Pastorino, dal Presidente della Servizi Sportivi Mirco Bottero e dal Presidente del Comitato di Tappa Diego Sciutto. Nell’occasione l’Assessore Ferraris
ha offerto la massima collaborazione per un evento di carattere internazionale che vede il Piemonte in prima linea nei confronti del ciclismo dal momento in cui sia il Giro d’Italia sia il Giro Rosa attraverseranno le strade piemontesi. “La tappa ovadese - ha affermato l’Assessore Ferraris - sarà una importante vetrina per tutto il territorio, non solo sotto il profilo sportivo, ma anche per la valorizzazione delle sue bellezze. La Regione Piemonte crede molto in questo tipo di iniziative ed è per questo motivo che siamo al fianco del Comitato ovadese per la buona riuscita dell’evento. Inoltre, dal momento in cui il tracciato tocca aree che vanno oltre l’ovadese questo costituisce un valore aggiunto. È chiaro che più ampio è il territorio attraversato e maggiori saranno i Comuni che ne beneficeranno”. Enzo Prato
Le giovani speranze del pedale
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omenica 13 maggio per Novi Ligure è stata una grande giornata. Davanti ai busti di Costante Girardengo e Fausto Coppi, la società ciclistica “Pietro Fossatti” presieduta dall’Ing. Gian Paolo Ghelardi ha dato una gran prova di sé. Si è svolta infatti la prima prova regionale del “Trofeo primavera”, quarto memorial Rino Olivieri, tra un entusiasmo di folla e un vero agonismo tra i giovanissimi corridori, che sono stati trattati dal Comune di Novi Ligure, che li ha accolti, come veri e propri professionisti. Impeccabile l’organizzazione supervisionata dall’infaticabile Giuseppe De Carli ed anche il tempo, per il quale era prevista pioggia,
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è stato clemente permettendo il regolare svolgimento delle gare. Le premiazioni, presenti il sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere e l’Ass. allo Sport, Stefano Gabriele, si sono poi svolte all’interno del “Museo dei Campionissimi”, nel salone dedicato alle esposizioni di “Dolci Terre di Novi”. Una bella giornata che ha visto come speaker ufficiale della manifestazione il nostro direttore responsabile, Fabio Mazzari accompagnato, per le riprese video, dal nostro Davide Parodi che poi ha montato il filmato visionabile sul nostro sito. E dunque un appuntamento al prossimo anno!!! Gia Gian Battista Cassulo
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Riconoscimento a Vanda e Marco per la “12 ore di tamburello”
Lo sport e la beneficienza U n prestigioso riconoscimento è stato assegnato alle “12ore di tamburello”, la prestigiosa manifestazione organizzata allo Sferisterio Comunale di Ovada a fondo benefico ideata e coordinata da Vanda Vignolo e Marco Barisione. Nel Salone delle Manifestazioni del Castello Conti di Viale, in Provincia di Asti, Vanda Vignolo e Marco Barisione sono stati insigniti del Premio “L'Alegra - Il Tambass 2017” con la motivazione: “Quando lo sport incontra la solidarietà”. Il Premio, giunto alla sua nona edizione, è stato ideato nel 2009 da Luigi Musso giornalista e fotografo, grande appassionato del tamburello con lo scopo di assegnare un importante riconoscimento a quei giocatori che ogni anno salgono alla ribalta per grande tecnica, successi e particolare determinazione in
anni di attività: Tamburello Ceresara; per la Pallapugno: Federico Raviola e Lorenzo Bolla.
Ecco le cifre
Q campo e fuori campo. Dal 2013 il premio è cointitolato a Secondo Grassi, storica figura di dirigente del tamburello e papà di Alessandro, titolare dell’Azienda Agricola L’Alegra e a Piero Musso, fratello dell’ideatore del premio. Per la 12 ore di tamburello un riconoscimento che arriva dall’Astigiano e che richiama l’attenzione e la generosità di tante persone che
donano un contributo per grandi ideali essendo essi stessi spettacolo nello spettacolo. Oltre a Vanda Vignolo e Marco Barisione i vincitori 2017 sono stati per l’Open: Riccardo Dellavalle e Andrea Petroselli; per il Muro: Alessio Monzeglio; per il femminile: Beatrice Zeni; per la combattività: Simone Antonioli; per la carriera: Massimiliano Sala; per oltre 50
ueste le cifre raccolte dalla 12 ore: anno 2010 Euro 2.200 all’IST Genova; anno 2011 Euro 5.170; anno 2012 Euro 7.000; anno 2013 Euro 6.500; anno 2014 Euro 10.500; anno 2015 Euro 7.200; anno 2016 Euro 5.056; anno 2017 Euro 5.400, interamente devoluti all’Associazione Vela Ovada. E.P.
L’Estate ragazzi di Santa Rita
Corriamo con Andrea
I rganizzata dalla "Atletica Novese", venerdì 18 maggio 2018, "37a Stranovi": quest'anno dedicata ad Andrea Chaves. Ritrovo ed iscrizioni in piazza XX Settembre dalle 17,30 alle 19,50. Partenza ore 20,15 da Piazza XX Settembre. Nel prossimo numero ampio servizio fotografico.
Marco Cavallo
Enzo Prato
37a StraNovi
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CAVALLI E DINTORNI
mpegnare bambini ed animatori in un momento diverso dalla scuola ma anche dalle “vacanze senza sapere cosa fare”. Questo l’obiettivo dell’Estate Ragazzi di Santa Rita che esiste da anni, ma solo in tempi relativamente recenti (2012) si è evoluto, passando da un breve periodo estivo alle 11 settimane attuali (da giugno a settembre). Tutto è finalizzato a una semplice regola, “Un momento di gioco finalizzato all’educazione”. Si cerca di trovare un equilibrio, tra la voglia di giocare dei ragazzi e la necessità di orari e regole. Così, non è consentito l’uso dei telefonini (per i bambini quanto per gli animatori), perché tutti devono comunicare faccia a faccia, alla vecchia maniera. La formazione degli animatori è duplice: devono seguire dei corsi appositi – si sta svolgendo proprio in questo periodo il corso per animatori “VolontariaMente” - ma devono
anche avere un grande cuore, per gestire le problematiche più serie. I responsabili hanno competenze specifiche, come lauree in Psicologia e Scienza dell’educazione. Cosa più importante, tutti agiscono secondo una mentalità di volontariato: non si lavora per uno stipendio, ci si impegna per aiutare il prossimo: come spesso si sente all’oratorio, “l’essere umano deve dare qualcosa ad altri”. E la comunità apprezza. Grazie ad una convenzione con il Comune
di Novi Ligure, la quota di partecipazione al Centro Estivo S. Rita dei bambini provenienti da famiglie meno abbienti viene ridotta, e la convenzione è stata più volte rinnovata. In alcuni casi, gli assistenti sociali hanno scelto l’Estate Ragazzi come sede di percorsi di riabilitazione per adolescenti problematici. Molto significativo, l’aumento dei ragazzi: dai 60 dei primi anni ai 280 dell’estate 2017. Matteo Clerici
Dopo Pegaso, un altro cavallo che cavallo non era. Che cosa era, allora? Un cavallo di cartapesta, “nato” da un cavallo in carne ed ossa. Bon, cosa aveva di speciale, e perché ricordarlo? La risposta principale sta nel perché ricordarlo oggi. Siamo a trent'anni dall'approvazione della “Legge Basaglia” (13 maggio 1978, n. 180), che impose la chiusura dei manicomi. Personalmente, avendo avuto la fortuna di non avere una conoscenza diretta di queste strutture, ero rimasto impressionato da un libro fotografico, Morire di classe, apparso non a caso nel 1969 e frutto di quella rivoluzione culturale che caratterizzò gli anni '60. Questo libro illustrava con crudezza la realtà della vita in manicomio, senza peraltro cercare immagini che oggi diremmo da “cattura link”: una raccolta di foto in bianco e nero, di Cerati e Berengo Gardin. La storia di Marco Cavallo è inserita profondamente in questo humus, di rivoluzione culturale, di messa in discussione di paradigmi, di tentativi di nuove letture del mondo. E inizia con la richiesta di acquisto di un cavallo, di nome appunto Marco, indirizzata alla Provincia di Trieste, per riscattarlo dopo che aveva servito per anni la struttura manicomiale triestina, e che era stato destinato alla macellazione. La Provincia accolse la richiesta, e da allora (era il 1972) il cavallo venne affidato alle cure del personale e dei ricoverati. Da questo cavallo reale, sorge l'idea di costruire un grande cavallo di cartapesta, che potesse contenne al suo interno, nella sua pancia, i sogni e i desideri dei pazienti. Il cavallo venne costruito naturalmente all'interno della struttura, con l'aiuto dei pazienti, che ne scelsero anche il colore, azzurro! Ma il fatto più emblematico doveva ancora accadere: quando si volle far uscire il cavallo dal manicomio, per una esibizione esterna, ci si rese conto che non c'era nessuna apertura grande abbastanza per il suo passaggio. E allora? Il cavallo fu spinto contro una apertura, la cui rottura, effettuata usando una panchina di ghisa, ebbe un significato simbolico che non penso sia il caso di spiegare. Per chi volesse approfondire la storia di Marco Cavallo, la pagina di Wikipedia ad esso dedicata è un buon inizio: Fioravante Patrone
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