Galletto 1169 del 9 agosto by Il Galletto Giornale del Mugello e della Valdisieve

GALLIANO

L’Oratorio ANSPI nuovo centro di aggrega zio RICCARDA MENGONI A PAG. 3

CASE HISTORY

A Firenzuola dove la piuma diventa moda

DIARIO DI VIAGGIO

LETTURE MUGELLANE

Mugellani nel Paese del Sol Levante

SERENA PINZANI A PAG. 4

Da San Godenzo a Scarperia sulle tracce dei letterati A PAG. 6

VIOLA SALOTTI A PAG. 12

BORGO SAN LORENZO

A tu per tu con l’assessore alla cultura e l’assessore alle politiche socio sanitarie

Cristina, prendiamoci Ilaria e il valore a cuore la cultura aggiunto delle donne

Serena Pinzani

Incontro Cristina in libreria, e non poteva essere diversamente. Il nuovo assessore alla cultura e alle politiche scolastiche del comune di Borgo, oltre ad essere una donna dal sorriso dolce e rassicurante, è un “essere” fatto di lettere e parole. Giornalista a 360° gradi, con esperienza in radio, tv e carta stampata, Cristina Becchi è stata scelta dal Sindaco Paolo Omoboni per curare la cultura borghigiana ed occuparsi di scuola, frazioni, comunicazione. Davanti allo scaffale novità di Parigi&Oltre alla mia domanda di scegliere un libro tra i tanti esposti Cristina punta il dito su “Hard choices”, il libro autobiografico di Hilary Clinton. Forse perché hai fatto anche te delle “scelte difficili” ultimamente? Diciamo che ho fatto delle scelte importanti e difficili sulle quali ho riflettuto a lungo e che hanno cambiato la mia vita. Ma è il libro che stai leggendo? No, sto leggendo Splendore della Mazzantini. E questo lo consiglio davvero. Adoro questa autrice mi ritrovo molto nel suo stile di scrittura Bene, partiamo dunque dai titoli e arriviamo al corpo testo... SEGUE A PAG. 2

Ilaria Bonanni non è una ﬁrst lady, è una giovane donna, ginecologa all’Ospedale del Mugello ed è il nuovo assessore alle politiche socio-sanitarie del comune di Borgo San Lorenzo. Nel mio giro di caffè e aperitivi con le “signore delle politica”, la mia intervista con Ilaria si collocava bene all’Ospedale, anche perché, scorrendo l’agenda proprio davanti a lei, mi accorgo di essere in ritardo con la mia consueta visita di controllo. “La prevenzione è importante - mi apostrofa benevolmente Ilaria davanti ad un caffè - lo dico per tutte le donne, mugellane e non. Una visita di controllo all’anno è importante e sufﬁciente per fare prevenzione.” Chi è Ilaria Bonanni? Sono ginecologa e lavoro nel nostro Ospedale, e sottolineo nostro, ci tengo a dirlo. Sull’Ospedale si deve monopolizzare tutto il Mugello perché su di esso gravitano tutti i cittadini del Mugello e solo facendo grupo si riesce a fare qualcosa, ad ottenere una forza maggiore. Quali sono le prospettive future dell’Ospedale? Mi sono interessata subito all’argomento tanto che ho richiesto subito... SEGUE A PAG. 2

ESTATE MUGELLANA CON IL GALLETTO MAGAZINE

E la chiamano estate…

Immagini di un’estate molto anomala, con un luglio che anche il Mugello ha archiviato come il più piovoso degli ultimi dieci anni. Nell’augurarvi un agosto di riposo e tranquillità il galletto vi propone questa versione magazine, ricca di letture, interviste, curiosità. Buone vacanze! (Foto di Laura Borelli, Tommaso Venturini, Daniele Ferri)

Invia le tue foto curiose per la rubrica “LA FOTO DELLA SETTIMANA” a pinzani.galletto@timenet.it

SABATO 9 AGOSTO 2014 - il galletto - IL

GALLETTO MAGAZINE- POLITICA IN ROSA

SEGUE DALLA PRIMA - BORGO SAN LORENZO A tu per tu con l’assessore alla cultura e l’assessore alle politiche socio sanitarie

Cristina, prendiamoci Ilaria e il valore a cuore la cultura aggiunto delle donne

..... Cristina Becchi si sarebbe mai immaginata di diventare assessore alla cultura del Comune di Borgo?

No, assolutamente. Quando mi sono candidata l’ho fatto con la consapevolezza di fare qualcosa di buono e costruttivo per il mio paese ma non mi sarei aspettata di diventare assessore.

La cultura non è materia semplice da affrontare, soprattutto in tempi di vacche magre…

No infatti, ma Borgo merita molto di più. Da quando sono stata nominata ho iniziato un giro di incontri di conoscenza con le varie associazioni presenti sul territorio comunale e ho scoperto che sono tante e tutte con qualcosa di interessante da dire e da proporre. Ci sono tante eccellenze culturali che spesso non ci immaginiamo nemmeno e che, purtroppo, sono costrette anche ad emigrare per potersi esprimere. Cosa manca a Borgo per farne diventare la capitale mugellana della cultura?

Manca un polo culturale, uno spazio ﬁsico polivalente. E penso a Villa Pecori che c’è ed andrebbe valorizzata e sfruttata maggiormente. Stiamo pensando a come questo si possa mettere in pratica, ad una gestione più snella ad un coinvolgimento maggiore delle varie realtà culturali che dovrebbero lavorare insieme per un’offerta comune a 360 gradi. Tra le priorità anche la stagione teatrale, vorrei riuscire ad avere un cartellone più ampio che includa varie forme di fare teatro, che attiri mugellani e non. Perché nonostante tutto, nonostante la crisi in Mugello c’è voglia e bisogno di cultura. Di godere della musica, di spettacoli teatrali, della danza. (Guarda “Tumb” e sorride, ndr). C’è bisogno di programmi che coinvolgano bambini e famiglie. Ad apprezzare le varie forme di arte si impara proprio da piccoli. Questo è uno dei compiti dell’amministrazione: educare alla cultura A proposito, tu hai una bimba piccola. Difﬁcile conciliare lavoro, incarico istituzionale e famiglia?

Difﬁcile ma non impossibile. Ho una bimba piccola, ha soli 14 mesi. Tutte le volte che esco di casa è una sofferenza, è l’amore mio grande. Il distacco è difﬁcile, ma con un po’ di aiuto ce la faccio. Come giornalista so benissimo che c’è bisogno di formazione e attenzione continua e quindi di tempo, ma voglio continuare comunque a fare anche quello oltre che l’assessore e la mamma. Come assessore hai anche la delega alle frazioni.

Le frazioni hanno un posto privilegiato nelle priorità della Giunta Omoboni. E’ partendo dal fuori che si arriva dritti al centro. Abbiamo iniziato questo tour nelle frazioni che io trovo assolutamente necessario e costruttivo. La gente ha modo di portarti a conoscenza di problemi veri, vissuti sulla propria pelle e talvolta cerca anche di suggerirti la soluzione. Non mancano ovviamente anche le polemiche, ma vanno messe in conto. E poi mi diverto tantissimo, sto scoprendo tante cose nuove di Borgo e solo conoscendo si può davvero intervenire e costruire qualcosa di solido. Ma se si costruisce e poi non si fa sapere…

La comunicazione è fondamentale. Stiamo infatti pensando a come rendere la comunicazione tra amministrazione comunale e cittadini ancora più efﬁcace. Abbiamo già alcuni progetti in ponte. Capitolo scuola: la priorità?

Noi abbiamo una scuola che sotto il proﬁlo educativo è un’eccellenza. Ma purtroppo abbiamo anche dei problemi di risorse. Quest’anno il Governo, e la Regione di conseguenza, ha tagliato ulteriormente i fondi. Il nostro obiettivo è quello di riorganizzare i servizi. Al di là delle polemiche spicciole, vogliamo ottimizzare per risparmiare senza andare ad intaccare la qualità. Dare un nuovo assetto alle cose così che questi tagli non peschino nelle tasche dei cittadini. La qualità non si tocca, ma sull’organizzazione si può lavorare. I nostri nidi, le nostre materne e via dicendo sono davvero delle ottime scuole. L’amministrazione vuole preservare e provare a fare ancora un passo in avanti.

.... un incontro con la Direzione sanitaria dell’azienda, con tutti i comuni e tutti i sindaci; faremo una tavola rotonda proprio per mettere nero su bianco il futuro del nostro Ospedale. PRSENTE Quindi non si sta perdendo tempo? No, assolutamente. La salvaguardia e la messa in sicurezza dell’Ospedale sono il mio primo obiettivo. Nel bilancio dell’azienda sanitaria è presente una prima tranche di finanziamenti per il consolidamento della struttura ma dobbiamo anche puntare a mantenere la qualità dei servizi e la quantità, servizi che devono rimanere all’interno dell’ospedale e mantenuti come del resto è stato fatto fino ad ora. A livello locale il nostro ospedale ha diversi fiori all’occhiello, ci sono veramente e vanno tirati fuori. E te lavori in uno di questi fiori all’occhiello... Sì e vorrei che fosse più “propagandato”, ma non si tratta di fare pubblicità si tratta di mettere nero su bianco un servizio che c’è ed è uno dei migliori a livello fiorentino: siamo stati i primi a fare la vera fisiologia in ostetricia e non rimarremo certo fanalino di coda. Il nostro è uno dei migliori reparti a livello dell’azienda con una storia iniziata anni fa;è notizia di questi giorni la riconferma del bollino Unicef per l’allattamento che non è cosa da poco; è una certificazione importante che arriva dopo un grosso lavoro portato avanti, non solo dai medici, ma anche dalle ostetriche e da tutto il personale che gravita intorno alla dona che partorisce A proposito della tua professione, cosa rispondi a chi ha parlato di conflitto di interessi tra la carica di assessore e il tuo lavoro in ospedale? Chiarisco una volta per tutte che per la mia posizione di dirigente medico non esiste conflitto di interesse; conflitto potrebbe riguardare colleghi che hanno una posizione superiore alla mia, primari e direttori sanitari o generali, ma non la mia. Quando hai deciso di candidarti prevedevi un futuro da assessore? No, assolutamente no. E’ stata una bellissima e piacevole sorpresa. Anzi, non l’ho voluto fare in altra sede, ma approfitto di questa occasione per ringraziare ufficialmente tutte le persone che hanno creduto in me. Chi mi ha votato mi conosce bene e sa che quando decido di dedicarmi a qualcosa metto tutta me stessa. Ilaria è anche mamma. Che dicono i tuoi figli di questa avventura? Ho due figli maschi, Niccolò di quasi 10 anni e il più piccolo Alberto di 8 anni. Cerco di condivide con loro anche la maggior parte dei momenti istituzionali come incontri, eventi. E’ impegnativo, ma la mia vita è stata tutta impegnativa quindi non mi spaventa. Loro sentono che la mamma è soddisfatta e sono felici, questo aiuta a crescere figli forti. Con Cristina Becchi, assessore alla cultura, si vede che c’è un gran feeling. Eravate amiche anche prima di entrare in Giunta? Il feeling con Cristina è la prova che l’amicizia con una persona può nascere in breve tempo. Con Cristina condivido la parte istituzionale ma anche la sfera affettiva ed è stata una bellissima sorpresa conoscerla; la stimo come persona e come professionista. Come assessori ci crediamo e mettiamo molta energia in quello che facciamo, il nostro rapporto è bello proprio perché da tutto questo non possiamo scindere le emozioni che invece condividiamo. Oltre all’Ospedale quali sono le priorità che vorresti vedere realizzate al più presto? La situazione delle case popolari prima di tutto. A settembre ci sarà un bando per l’assegnazione e sto lavorando alla revisione della legge che detta i criteri per l’assegnazione. Perché secondo te l’impegno delle donne mugellane in politica continua ad essere scarsino? Credo che le donne debbano rendersi conto ancor di più del loro valore aggiunto. Quel valore aggiunto in più rispetto agli uomini che si traduce in grinta, costanza, volontà. Dobbiamo credere maggiormente in noi stesse e lottare fino in fondo. Siamo divise tra i nostri molteplici ruoli ma nella vita non conta la quantità di tempo che dedichi a qualcuno ma la qualità. Come impieghi il tempo libero? E’ tutto per i figli, poco per me stessa. L’ultimo libro che hai letto? “Lei e lui” di Andrea De Carlo ma lo consiglieri solo a persone selezionate...qualcuno ma La meta delle vacanze di quest’anno? Una settimana in Sardegna, con i miei figli ovviamente. Serena Pinzani

TURISMO IN VALDISIEVE

Una guida e nuovi strumenti per conoscere il territorio Conoscere e promuove il territorio Valdarno-Valdisieve con strumenti tradizionali ed innovativi per accontentare ogni tipo di visitatore. L’Unione di Comuni Valdarno e Valdisieve ha deciso di lavorare sul fronte promozione turistica, realizzando una guida cartacea in tre lingue ed una multimediale per dispositivi mobili. L’obiettivo è quello di riuscire ad informare varie categorie di turisti e non lasciare nes-

suno senza informazioni. Per chi non ama computer, smarphone e tablet l’Unione Comuni ha realizzato “Itinerari in Valdarno e Valdisieve” un opuscolo turistico tascabile, semplice da consultare ed utile per orientarsi nel territorio sia dal punto di vista culturale che ambientale. La guida è disponibile in italiano, inglese e tedesco e la si può richiedere negli ufﬁci dell’Unione, dei Comuni che ne fanno parte o

trovare nelle varie strutture turistiche. Oltre a questo nel mese di giugno in ognuno dei 7 comuni del territorio sono stati istallati 3 pannelli info-turistici e nello speciﬁco guide multimediali personalizzate per dispositivi mobili come cellulari, smartphone e lettori multimediali, grazie al sistema “Qultour”. Questa soluzione permette di ascoltare e leggere informazioni e visualizzare foto relati-

ve ad un punto di interesse, dal proprio dispositivo mobile semplicemente inquadrando il codice QR, inserito sul pannello, con l’obbiettivo della fotocamera. Oltre a questo mediante la georeferenziazione è possibile visualizzare la propria posizione su di una mappa e quelle di altri punti di interesse. Sarà così possibile visualizzare la presenza nelle vicinanze di altri monumenti, luoghi di rilevanza storico-ar-

tistica, o anche semplicemente di servizi di utilità generale. Due importanti strumenti di promozione del territorio, che sono stati realizzati con gli introiti provenienti dalla riscossione dell’imposta di soggiorno. “Come concordato con le rappresentanze delle strutture ricettive della zona, afferma Aleandro Murras Presidente dell’Unione di Comuni Valdarno-Valdisieve, i proventi dell’impo-

sta di soggiorno sono stati impiegati per promuovere il settore del turismo del nostro territorio. Per fare questo, per riuscire ad informare tutti i turisti - conclude Murras - abbiamo realizzato un opuscolo turistico tascabile e abbiamo utilizzato le nuove tecnologie multimediali. L’accoglienza, l’informazione sono e devono essere il tratto distintivo del nostro territorio e delle nostre strutture ricettive.”

IL GALLETTO MAGAZINE - CRONACHE MUGELLANE - SABATO 9 AGOSTO 2014 - il galletto

BARBERINO

A Galliano tra tempi moderni e sguardi al passato

L’Oratorio ANSPI nuovo centro di aggregazione Riccarda Mengoni

Ieri dovevo essere in vena di ricordi e dopo una breve sequenza cronologica legata all’infanzia, forse perché già avevo in mente l’articolo sull’oratorio di Galliano, ho ripensato alla grande sala nella casa parrocchiale di S.Agata, dove andavo con gli amici a giocare a ping pong, avrò avuto 12 anni, con la maglietta fluo corta alla vita e l’emozione segreta del mio primo reggiseno a quadretti bianchi e rosa di adolescente di allora. Mi piaceva quando ci riunivamo intorno a quel tavolo. Non c’era un vero oratorio allora a S.Agata, ora vivace del suo Centro Polivalente. Così il mio desiderio era venire, la Domenica, a Galliano, dove avevo, fra l’altro, anche alcune amiche: c’era il giardino dell’asilo, dove poter giocare a pallavolo; c’era la sala parrocchiale, con cinema, biliardino e gelati; c’era an-

che la Casa del Popolo con il juke-box e la pista da ballo, che qualche anno dopo sarebbero stati interessanti anche per me. In seguito, nel paese, si sono succeduti gruppi, associazioni culturali, un vivace Consiglio di Frazione. Negli anni, poi, hanno chiuso i due cinema, la pista, i gruppi si sono sciolti, la Casa del Popolo è finita nel peggiore dei modi. Per ora anche il progettato Centro Sociale è svanito nel nulla, mentre il bell’edificio del vecchio asilo sta andando in rovina. Un primo accenno di risveglio l’ha dato il piccolo bar dell’Associazione sportiva A.S.GALLIANESE, accanto al campo sportivo, gestito con lodevole impegno da giovani volontari. Dal 2010 c’è una nuova realtà che si è posta l’obiettivo di creare un punto di aggregazione, un posto dove

trovarsi, fare delle cose insieme e possibilmente divertirsi: l’Oratorio A.N.S.P.I. Con qualche difficoltà economica, come sempre in questi casi, le iniziative sono andate avanti ed il risultato più bello è stato raggiunto quest’anno: mentre gli anni precedenti partecipavano solo “quelli di Don Camillo”, questa estate si sono viste anche altre persone, insomma, si è affacciato anche “Peppone”. Scherzi a parte, i partecipanti sono stati più numerosi e più vari e questa è proprio l’aspirazione e la speranza dell’Oratorio, che non

per questo dimentica lo spirito e i principi che lo animano. Lo scorso inverno sono stati organizzati due corsi: uno di canto, molto ben fatto, posso testimoniare personalmente, ed uno di fotografia, che si è concluso con la bella mostra “Dal Rosso al Blu”. Poi proiezioni di ﬁlm e la festa di Carnevale per i bambini. Sia d’estate che d’inverno la tombola, letta da Orazio Lascialfari, già una garanzia di divertimento, con la sua simpatia ed il suo buonumore: il Martedì sera con il caldo, la Domenica pomeriggio nella stagione

fredda, se la sala parrocchiale non è occupata da altri eventi. Cinema anche in estate, in più è aperto un piccolo bar, il “BarHacca”, ma il pezzo forte sono i gonﬁabili per i bambini. Già in due occasioni bomboloni e pizza hanno avuto un grande successo. Dispiace, agli organizzatori, dover far pagare una tessera annuale di 8 euro, ma il tesseramento è doveroso per motivi assicurativi. Dal trentuno Agosto al-

l’otto Settembre grande festa per il patrono del paese, San Bartolomeo. Così io mi ricorderò quando venni ad abitare a Galliano, nell’estate del 1969, la prima sera che uscii dopo cena perché c’era la processione e come mi sentivo bene con il mio vestito leggero bianco e nero. Poi penserò a come torno volentieri ora a S.Agata, alla festa della fragola o al bar nella piccola piazza, a salutare gli amici di tanti anni fa.

SABATO 9 AGOSTO 2014 - il galletto - IL

GALLETTO MAGAZINE - INGEGNI MUGELLANI

ECCELLENZE MUGELLANE

A Firenzuola una delle poche aziende al mondo che lavora piume per l’abbigliamento ed il teatro

GALEOTTIPIUME, piume perfette anche nell’imperfezione Serena Pinzani Avendo la danza nel cuore mi capita spesso di incantarmi davanti a costumi di scena, body e tutù. Mi son sempre chiesta come era possibile inserire piume e piumette in certi anfratti delle cuciture e, soprattutto, da dove venissero tutte queste belle e variegate piume. La risposta ce l’avevo non lontano da casa, per la precisione a Firenzuola. E’ qui che, sul finire degli anni sessanta, nasce un’azienda molto particolare: la GALEOTTIPIUME. Un complesso aziendale che assomiglia ad un labirinto, aperto in parte al sole e in parte al vento nel cuore dell’Appennino. Fin dall’inizio questo piccolo puntino tra Firenze e Bologna diventa polo d’attrazione per artisti e stilisti, cresce e si allarga in una continua ricerca espressiva ed emozionale. Sì perché trattare ed usare piume di uccelli per ricavarne piccoli capolavori di stile è una roba che passa anche dal cuore, che evoca grandi personaggi del passato che hanno fatto la moda e hanno dettato stile. Fine coperta di qualsiasi uccello, la piuma è una delle fibre naturali

più morbide, più calde e più lussuose che si possano trovare in natura. Alla GALEOTTIPIUME viene manipolata, tratta, decontestualizzata. Le tecniche di lavorazione si sono talmente affinate che permettono di eliminare la parte rigida lasciando solo la parte piumosa; il che rende la piuma ancora più leggera morbidissima, garantendo quindi massima vestibilità, comfort e un’eccentricità che si traduce in rarità, in elementi preziosi per intenditori, creati senza vincoli di budget ma con la ferma visione e volontà di trasmettere la magia del mestiere. Una produzione molto particolare, dunque, nel cuore dell’Alto Mugello e, considerando che, nel panorama mondiale, le aziende che producono piume ornamentali si contano sulle dita di una mano, siamo difronte ad una vera e propria eccellenza. I tecnici della GALEOTTIPIUME hanno sviluppato tecniche e soluzioni produttive riadattando macchinari nati per altre produzioni o, molto spesso, inventando sistemi e macchinari nuovi e molto complessi. Macchinari grazie ai quali si sono creati, proprio a Firenzuola, filati tessibili

estremamente leggeri, con effetti morbidi o particolarmente secchi, tinture tie & dye, effetti bagnati, laccati, che hanno fatto diventare la piuma un elemento dell’abbigliamento da giorno e non solo da sera o teatrale. Ma da dove arrivano le piume trattate alla GALEOTTIPIUME? “Usiamo piume vere di uccelli allevati in cattività per scopi alimentari – ci spiegano dalla direzione- raccolte e selezionate in ogni parte del mondo su nostre indicazioni specifiche, sottolineando l’assoluto rispetto per la natura e gli animali” Ma spesso sarà difﬁcile reperire la materia prima? Il nostro credo ci impone di ricercare produttori che allevino in condizioni di eco-sostenibilità gli animali per più motivi. Il primo la questione etica aziendale ed il secondo poiché la piuma, come del resto anche tutti le altre materie naturali, necessitano di un tempo di crescita e maturazione. Spesso questi tempi non si allineano con le tempistiche imposte da cicli di produzione fortemente esasperati degli allevamenti industrializzati il cui unico interesse è all’ insegna della massima

resa e del minimo costo delle carni. La selezione eseguita dai mercati di animali sempre più performanti dal punto di vista delle rese di produzione sta favorendo la scomparsa di talune varietà di uccelli una volta comuni nelle fattorie e oggi sempre più rari. Da questo la necessità di ricercare, ove possibile, tutte queste tipologie ancora disponibili. Parallelamente , con l’aiuto di processi tintoriali , la ricerca per ricreare, colori e pezzature naturali degli animali rari. Resta inteso che rarità per noi ha un signiﬁcato molto distante da animali in via di estinzione, che sono già vincolati alla Convenzione di Washington. Da sempre non ricerchiamo e anzi cerchiamo di disincentivare le richieste, talvolta bizzarre da parte degli ufﬁci stile, di piume provenienti da uccelli protetti (molto spesso in totale ingenuità ). In totale rispetto della natura, che è da sempre la nostra fonte di ispirazione, nascono le nostre creazioni prodotte interamente in Italia. Dunque la piuma come materiale perfetto anche nelle imperfezioni, espressione del lusso e dell’eleganza… Un’eleganza fata di ma-

gnetismo, movimento e tattilità: qualità mantenute solo grazie all’intelligenza della mano di chi sa interpretare il significato culturale della materia, di chi sa acquisire il colore di un luogo e delle sue memorie, per esplorare le infinite potenzialità di un materiale già così ricco di fascino che il design, se eccessivo, rischia solo di soffocarne la magia e l’identità. La politica aziendale si fonda sulle più pure e preziose lavorazioni artigianali, sull’impegno costante per legare sempre di più un artigianato ispirato con una tecnologia rispettosa delle qualità genuine, arrivando alla creazione di modelli che non temono il tempo, e finiture perfette. Difficile stare al passo con la moda rimanendo a Firenzuola? La moda, intesa come rifugio del meraviglioso, può ricostruire l’autenticità, rimettendo al mondo il mondo, oggi che di

naturalezza non c’è nemmeno l’ombra. I trends di oggi non sono più passeggeri, ma continuamente riesumati e trapiantati su ritmi aggiornati: il panorama sembra composto da una specie di mitologia popolare, in cui ciò che è nuovo trova posto accanto al precedente e si somma con i molti altri, in un affollamento di temi e idee che sembra cannibalizzare ogni vera catalogazione o evoluzione. La moda viene continuamente esaltata, ma in pochi hanno una vera responsabilità creativa. Per cavalcare la moda dobbiamo adattare continuamente la produzione in armonia con i mutamenti più sottili dello spirito del tempo. Le nostre piume rivelano le qualità più autentiche e profonde di una moda fatta di intensità, lavoro, gusto e sﬁde creative, dove la conoscenza del mestiere viene esaltata dalla continua attenzione alle necessità del tempo.

MUGELLO CHIAMA CANTON TICINO

“Ira del bosco” was here

Breve cronaca di una due giorni all’insegna del fai-da-te e del legname locale Quante volte succede che cada un albero nel nostro terreno o che si debba abbatterlo perché dà noia? Che ci si fa quando è a terra? Poco o nulla, a parte farne legna da ardere. Eppure se si potesse farne assi per costruire tavoli, mobili e porte, o travetti per piccoli lavori di carpenteria leggera… Portarlo in segheria, però, costerebbe troppo e non è neanche detto che la segheria accetterebbe di fare un lavoro così per magari solo uno o due tronchi. C’è qualcuno invece che pensa che anche questo legno “snobbato” abbia ancora tanto da dare all’uomo. Questo qualcuno si chiama Carlo Petrolo, vive nel Canton Ticino e da qualche anno ha afﬁancato alla sua attività manageriale nel ramo delle telecomunicazioni quella di

operatore forestale e treeclimber (www.boratt.ch). E ha una fantastica segheria mobile chiamata “Ira del bosco”! Si tratta di una grande sega a nastro (il nastro è lungo più di 4 metri) azionata da un motore a 4 tempi molto silenzioso, il tutto montato su una struttura in acciaio che scivola elegantemente su due rotaie anch’esse in acciaio lunghe 6 metri. Può segare con facilità tronchi di diametro fino a 85 cm e lunghi fino a 5,80 metri dovunque essi si trovino: in foresta, in un campo, sul bordo di una strada. Carlo è stato perfino contattato dal gestore di un rifugio per elitrasportare la sua segheria e segare dei tronchi caduti nei dintorni di un rifugio alpino… In primavera Carlo ha incontrato l’associazione

Ofﬁcina Lieve, che sta lavorando per aprire il primo coworking del Mugello in autunno a Borgo. “Avevamo deciso di utilizzare il legno per alcuni lavori interni” spiega Alessia De Ninno, presidente di Ofﬁcina Lieve “il nostro punto di forza non erano i soldi a disposizione, come non lo sono oggi, ma solo tanta voglia di fare e di collaborare”. Così è nata l’idea di uno scambio: un lavoro di comunicazione in cambio di una visita in Mugello a segare tronchi per il coworking. Perfetto, torniamo al baratto, perché no? Mancavano “solo” gli alberi. La Provvidenza si è allora materializzata in alcune persone. Innanzitutto Stefano Manni, responsabile del patrimonio agricolo e forestale dell’Unione dei Comuni del Mugello,

il quale ha da subito accolto con entusiasmo il progetto di far venire Carlo in Mugello e la possibilità di offrire alcuni tronchi per una dimostrazione pubblica della segheria mobile. I tronchi in questione erano alcuni pini douglas caduti da tempo in aree poco accessibili nei dintorni del Passo della Sambuca. Ofﬁcina Lieve è stata felice di poter dare qualcosa indietro alla comunità ripulendo un po’ di sottobosco di difﬁcile accesso. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza un amico, Andrea Castagna, e il suo mezzo, un inarrestabile Unimog del 1965. Ai primi di luglio i tronchi erano stati recuperati, sramati e trasportati nell’area antistante il bivacco di Capanna Marcone, a un tiro di

schioppo dal passo della Colla. Il 15 e 16 luglio è arrivato Carlo Petrolo con la sua “Ira del bosco” (e il cagnolino Bingo) e, con l’aiuto di volontari di Ofﬁcina Lieve e amici, ha segato qualcosa come quattro metri cubi di legname facendone assi e travetti. “È stato molto suggestivo lavorare il legno nel mezzo del bosco” ci dice Marco, uno dei partecipanti, e aggiunge “Carlo ha il dono dell’insegnamento: ci ha raccontato tanti segreti dei tronchi, dei nodi, e di come può un uomo solo spostare in sicurezza un tronco dal peso di diversi quintali. Con gli strumenti giusti e un po’ di sforzo ci sono riuscito anch’io!”. Insomma, un’esperienza da ripetere e far fare anche ad altri. In Mugello gli alberi davvero non manca-

no… Una breve nota ﬁnale è d’obbligo. Questa esperienza è stata possibile perché il legname serviva per lavori di carpenteria leggera e arredamento. Nel caso di lavori strutturali la procedura potrebbe non essere così semplice. È bene sapere, però, che ci sono professionisti che da tempo lavorano alla creazione di una ﬁliera del legname locale in Mugello. Si tratta, ad esempio, dello studio tecnico Lavacchini e Manzani di Borgo. Dunque se pensate di usare il legno per costruire (una buona idea) non dovete per forza usare legname d’importazione: quello mugellano va più che bene! E se avete dei tronchi ai quali siete affezionati o che non possono essere trasportati, beh chiamate Carlo Petrolo.

IL GALLETTO MAGAZINE - INGEGNI MUGELLANI - SABATO 9 AGOSTO 2014 - il galletto

PALAZZUOLO SUL SENIO

Piazza del Crocifisso tutta nuova, addio pietra serena Palazzuolo abbandona la pietra serena e dopo un anno dalla decisione arriva la prima inaugurazione in granito. Il nuovo materiale ha raccolto il consenso di tutti ed è riuscito a soddisfare anche i più tradizionalisti che dubitavano riguardo l’abbandono della pietra Serena. I residenti, entusiasti della nuova opera,

hanno organizzato una festa a base di musica e piadine per inaugurare la piazza del Crocifisso. Per il sindaco Cristian Menghetti “la scelta che abbiamo preso con buonsenso e lungimiranza stanno dando i risultati attesi. Le pavimentazioni in pietra - spiega il Sindaco - caratterizzano il nostro paese ma essendo interventi molto costosi (circa 150 euro al metro quadrato) non possiamo certo permetterci di rifarle ogni 10 anni. Per questo abbiamo deciso di fare un cambio radicale del materiale. Il granito è sinonimo di durata nel tempo, bellezza, massima stabilità, tutte doti che un’amministrazione comunale non può certo non considerare quando si trova di fronte a una spesa di questo tipo”. L’intervento effettuato nella piazza del Corcifisso ha avuto un costo di circa 100.000 euro, interamente fi-

nanziati dai contributi europei gestiti dal Gal Start. Oltre alla pavimentazione in pietra si è provveduto a dotare l’area di allacciamenti elettrici per l’utilizzo commerciale dell’area oltre all’abbattimento

di tutte le barriere architettoniche del piccolo borgo. In accordo con Hera inoltre si è provveduto al rifacimento di tutti i servizi incrementando anche la portata delle fognature.

SABATO 9 AGOSTO 2014 - il galletto - IL

GALLETTO MAGAZINE - VIAGGI

DIARIO DI VIAGGIO

Mugellani nel Paese del Sol Levante Reportage di un viaggio molto particolare a Hiroshima Mi sono appena svegliato, fuori c’è un bel vento, un tempo che mi aiuta a riflettere sul viaggio che ho appena concluso; un viaggio lungo che mi ha portato insieme a mia moglie e ai miei cari amici Paolo, Sandra e Matteo in una terra lontana: il Giappone, un viaggio che desideravo e sognavo da tanti anni, che per fortuna, si è realizzato con successo e senza incidenti. La nostra esperienza ci ha portato a scoprire Tokyo, megalopoli piena di tecnologia con un ritmo di vita esagerato, una città con oltre 13 milioni di abitanti che, nonostante questo, si vive bene; la trovo piacevole per i servizi efficienti e perfetti, organizzata bene e per la grande educazione e rispetto che i loro abitanti emanano. Dopo qualche giorno prendiamo il treno (il famoso Shinkansen il treno ad alta velocità) che ci porta nella regione del Kansai, con precisione a Kyoto, città magnifica con oltre 1,5 milioni di abitanti, qui i ritmi sono più accettabili rispetto a Tokyo. Kyoto è una città piena di verde, con ville antiche, piena di monumenti e persone sorridenti. E’ una delizia per la nostra vita, il cibo è meraviglioso, l’ospitalità magnifica, le donne bellissime. Kyoto, città gemellata con Firenze (non a caso ), ha anche la squadra di calcio con i colori Viola. Prendiamo il treno locale, e dopo un’ora circa di viaggio siamo a Nara, l’antica Capitale, visitiamo questa città con una cara amica giapponese che ci fa scoprire tutti i suoi angoli più belli, dai suoi monumenti, ai gentili abitanti che sempre con un bel sorriso ci accolgono. Siamo felici e sorpresi nel prendere visione che in città vive una comunità vasta di cerbiatti perfettamente integrata con l’uomo che non teme questo, anzi, si fa accarezzare e gli sta vicino in maniera incantevole come una delizia, una carezza e ne rimaniamo affascinati. Siamo arrivati all’atto conclusivo del nostro viaggio, partiamo per Hiroshima, città del sud posizionata a km 1000 circa da Tokyo, è anche la nostra meta principale, una meta, che i miei 49 anni di vita, di ricerca, di cambiamento, di miglioramento, come essere umano, mi portano ad incontrare dopo quasi

69 anni da quel 6 Agosto 1945 ore 8,15, dove Enola Gay sganciò la bomba atomica e cancellò questa città e tutte le sue forme di vita in un istante. Appena arrivo sono invaso da una emozione esagerata, sto calpestando un terreno dove migliaia di esseri umani hanno perso la vita, non posso che inchinarmi e pregare per la vita di questa povera gente, è la mia coscienza che me lo impone, provo un grande dispiacere via via che visito il sito Atomic Bomb e visito il museo della pace dove sono presenti le testimonianze vive della follia umana. Provo sempre più commozione, la storia dei bambini portati via da una vita che dovevano vivere, tutti gli oggetti presenti che testimoniano la follia, le sofferenze lasciate ai posteri degli effetti di un’esplosione atomica. Non mi controllo, mi metto a piangere, guardare quel ﬁume e materializzare l’esplosione, vedere le acque che bollono, che cambiano di colore, le persone e tutto quello che vive che vengono vaporizzate. Ma chi da il diritto a qualcuno di fare tutto questo? Faccio parte di una organizzazione Buddista laica, denominata SGI, dal 1988 proponiamo nel mondo delle mostre sugli effetti e la distruzione degli ordigni nucleari per aiutare tutti gli esseri umani in una riﬂessione sull’importanza di eliminare da dentro di noi questo sentimento folle di distruzione, e dal 2011 proponiamo una mostra in italia denominata senzatomica (www.Senzatomica. It) trasformare lo spirito umano per un mondo libero dalle armi nucleari. Dedicherò tutta la mia vita a questo. Gabriele Sargenti

Grazie ad un meraviglioso viaggio in Giappone insieme a mio marito e tre amici cari, ho potuto visitare la città di Hiroshima, che è stata teatro di grande sofferenza durante la 2° guerra mondiale. Visitando il Museo mondiale della pace mi sono resa conto, ancora più profondamente, di quello che è accaduto quel famoso 6 Agosto 1945 alle h 8,15 a.m. Lì è descritta e raccontata la pura follia umana, la distruzione, la sofferenza di un popolo e ne sono rimasta molto colpita. Ancora di più, si è radicato in me il desiderio

di cambiare questo tipo di pensiero e modo di agire bellico insito nell’uomo, che appoggia i conﬂitti. Per fortuna in Italia abbiamo iniziative dove si parla di abolire armamenti nucleari; per questo la SGI ha creato SENZATOMICA, una mostra perfettamente esaustiva sull’argomento portatrice anche di un messaggio di pace. Maria Graciele Belli

Visitare Hiroshima e il museo della pace. Il messaggio percepito dalla storia sui libri racconta di un conﬂitto in cui ci sono vinti e vincitori con ognuno le proprie responsabilità. Tramite la Soka Gakkai ho avuto la possibilità di approfondire questo evento così devastante per il popolo giapponese e il popolo di tutto il mondo, tramite la mostra Senza Atomica che ho visitato più volte insieme alla mia famiglia e alcuni amici , durante la quale ho avuto la possibilità di sentir narrare le storie delle vittime e dei pochi sopravvissuti, addirittura la simulazione del rumore della bomba. Questa esperienza a Hiroshima ha risvegliato in me la voglia di lottare per costruire un mondo di pace e dare la possibilità a tante più persone di visitare e rivisitare la mostra Senza Atomica tanto vicina alla mia esperienza a Hiroshima e al museo della pace. Sandra Flori

Il viaggio in Giappone comprendeva come tappa anche Hiroshima sito sfortunatamente storico. Senza entrare nel merito del giusto e dello sbagliato quello che colpisce profondamente è che la bomba atomica è stato un reato contro l’umanità indipendentemente da come la si pensi. Si è colpito degli innocenti solo per far terminare prima un conﬂitto senza pensare alle conseguenze che purtroppo come abbiamo visto sono state molto più gravi negli anni a seguire che nell’immediato dell’esplosione. L’arroganza dell’essere umano va contro il rispetto di se stessi e dei suoi simili molte volte direi sempre con l’utiliz-

zo di mezzi meschini che segnano le persone per generazioni. Questa è la profonda riﬂessione che mi ha regalato questa esperienza e che mi incoraggia ancora di più a portare rispetto per la vita di ogni esse-

re umano.

Paolo Buti

Questa esperienza per me è stata bellissima, poiché ho potuto vivere molte emozioni. Sono un ragazzo molto giovane e per questo ho vissuto questo evento storico da studente e quindi come una semplice strategia militare, ma visitando il museo della pace a Hiroshima ho capito la sofferenza che i poveri abitanti della città hanno dovuto subire, anche a distanza di anni. È stata un’esperienza molto toccante, poiché vedere bambini nati senza vita a distanza di anni dalla caduta della bomba, è molto toccante, però mi ha fatto riﬂettere e mi ha fatto capire come sia importante trasmettere nel mondo l’idea di pace, l’idea che la guerra non serve a cambiare le cose e si può cominciare a fare questo in Italia grazie alla mostra Senzatomica, nata per combattere la guerra da armi nucleari. Matteo Buti

IL GALLETTO MAGAZINE - PENNE MUGELLANE - SABATO 9 AGOSTO 2014 - il galletto

PENNE E MUGELLANE

“Nel libro, figlio, tu vivrai”, il nuovo libro del giornalista Paolo Ciampi

Storia di una storia fatta di storia

Serena Pinzani Con Paolo Ciampi ho in comune la professione (é giornalista e scrittore), la passione per la scrittura ed una modalità che ultimamente mi capita spesso di inserire, quella del pilota automatico. L’ho scoperto leggendo un suo bellissimo libro che prima ancora mi ha

permesso di “scoprire” Tania Maffei. Tania è un raro esempio di donna mugellana di cultura, con lei ho sicuramente in comune il piacere della parola scritta e il dovere della memoria. In questa estate così anomala ci siamo trovati sulla stessa strada e per questo dobbiamo ringraziare Ugo. “Un nome buono per i re dell’antica Francia e per gli abati benedettini” scrive Paolo nella genesi di questo volume molto particolare, storia di una storia fatta di storia. Mi spiego meglio. La storia é quella di Ugo Marcangeli nato il 1 dicembre 1899, partito per la guerra e ucciso poco dopo aver compiuto 18 anni. E’ Tania ad averla ricostruita con una passione ed un amore incondizionato per questo familiare che va ben oltre i legami biologici. Con un registro sospeso tra narrativa diaristica e romanzo, Paolo Ciampi ricostruisce a sua volta la storia di Ugo e quella di Tania che, con la sua opera, rende la vita ad Ugo. Il tutto reso possibile grazie ad un preziosissimo strumento: il libro dei ricordi di Ugo.

Non un taccuino, non un semplice diario ma un libro sulle cui pagine ha faticato un babbo, il babbo di Ugo, che ha ordinato, tagliato, trascritto, incollato dcoumenti, foto, ritagli di giornale, lettere, cartoline. Sotto una pesante e importante veste di cuoio, commissionata appositamente ad un artigiano, c’è raccolta la vita di questo ragazzo classe ‘99 vista con gli occhi di un padre. “Il padre di Ugo, Domenico - ci spiega Tania al fine di dare un senso a quella morte, avvenuta quasi al termine della guerra, si dedicò per molti anni a commemmorare il figlio. A tale scopo realizzò un libro nel quale ricostruì non solo la vita del figlio ma anche la storia di una famiglia medio borghese dal 1900 al 1918.” Il titolo del libro di Ciampi non è casuale, “Nel libro, figlio, tu vivrai”, e alla fine è davvero così. Lo studio minuzioso di questo libro di ricordi, la ricostruzione dei luoghi, dei fatti, la nuova vita della foto, gli studi calligrafici e tutto il lavoro accurato e certosino di Tania, ci

restituiscono, attraverso la penna di Paolo, pagine struggenti, dense di significato, di emozioni, di sentimento. Ed è emblematica la parabola di Paolo che all’inzio di questa storia di vita, che lo ha portato sui luoghi della guerra e degli affetti di Ugo, da Ameglia a Caporetto, dal Mote Grappa a Sezze, si sente quasi un intruso per poi arrivare ad essere un’unica cosa con Ugo. “Le storie scrive Paolo - in fondo sono questo, acqua di mare che si tira su con un cucchiaio e poi si restituisce al mare. Come la vita, del resto, perché ogni vita prima o poi si restituisce. Ma con Ugo non è così.” Una biografia, sì, ma non solo: un libro di viaggio, il racconto della Grande Guerra e di una grande passione che restituisce vita ad un giovane cresciuto leggendo il libro “Cuore”, sognando eroi e grandi imprese. Il libro dei ricordi di Ugo, “monumento di carta” per dirla con Olivier Janz, che per una serie di corsi e ricorsi della vita è arrivato nel 2000 a casa di Tania, prenderà presto la via

DOPO VENT’ANNI DI RICERCHE STORICHE

Libri: “Dalla Futa al Falterona” per non dimenticare Giuseppe Marrani “Dalla Futa al Falterona. Per non dimenticare. Firenze e la linea gotica 1943/1944” è il libro, fresco di stampa, che i fratelli Angiolo e Pier Luigi Paoli hanno dedicato assieme a Valentina Gensini a un drammatico e cruciale biennio di guerra che coinvolse direttamente e con particolare violenza il Mugello e la vicina Firenze (edizioni “Il Filo”, Borgo San Lorenzo, pp. 128). Il libro è frutto di vent’anni di paziente interesse e di minuziose ricerche storiche che gli autori hanno condotto personalmente in zona, perlustrando l’arco degli insediamenti tedeschi e i terreni di scontro, frequentando archivi e biblioteche e prestando ascolto ad esperti e so-

prattutto ai racconti di chi di quegli eventi è stato testimone. Si tratta di pagine toccanti che lasciano il ruolo di protagonisti alle tante testimonianze dei mugellani e dei ﬁorentini che hanno vissuto in prima persona i terribili frangenti di guerra che seguirono l’estate del 1943. La parola passa insomma di fatto ad una popolazione che ha subito il passaggio di un fronte durissimo trovandosi in prima linea. Ricordi di valore storico e assieme anche umano, che al lettore rendono viva e attuale la durezza di una quotidianità trascorsa fra le necessità di sopravvivenza, gli scontri, i bombardamenti e i continui pericoli di cattura, deportazione e uccisione via via che il conflitto si inaspriva. L’ar-

co di tempo compreso dal volume, dall’inizio della costruzione della linea gotica (si parte da eventi subito successivi all’armistizio dell’8 settembre) fino alla guerra partigiana e agli orribili eccidi nazisti del 1944 è dunque narrato senza concessioni a fredde o scontate ricostruzioni saggistiche, e si compone di numerosi episodi narrati in prima persona con il necessario supporto di una minuziosa documentazione con cui gli autori accompagnano ciascuna testimonianza: documenti originali editi e inediti, manoscritti, immagini di reperti del tempo, foto d’epoca, memorie personali, graﬁci e cartine che aiutano a collocare ciascun accadimento nella frastaglia-

ta geograﬁa del Mugello e delle zone vicine. Un passato vissuto dunque e narrato ‘dal basso’, ricostruito senza concessioni ideologiche e con la consapevolezza viva del lento consumarsi di una pesante e crudele tragedia che ha costituito nel bene e nel male una svolta ineludibile della recente storia nazionale e mondiale. Un libro interessante, facilmente leggibile e anche direi necessario alle generazioni dei più giovani, coloro ai quali fortunatamente del ‘tempo di guerra’ è giunta solo una debole eco e che potrebbero guardare a quanti li hanno preceduti e alla loro terra mugellana con occhi più consapevoli. Il volume sarà presentato pubblicamente il prossimo 30 agosto in Palazzo dei Vicari a Scarperia.

di Rovereto dove verrà esposto nel Museo della Guerra al quale Tania lo ha donato. Per conoscere da vicino la storia di Ugo e di questo libro così prezioso, il 13 settembre, alle ore 17, si svolgerà presso il Palazzo dei Vicari di Scarperia una serata dedicata al “Memoriale di Ugo Marcangeli”, un momento per ricordare i tanti caduti della I Guerra Mondiale e parlare, nel contempo,

del libro di Paolo Ciampi “Nel libro, figlio, tu vivrai”. Parteciperanno il Dott. Camillo Zadra, Provveditore del Museo Storico Italiano della Guerra, Paolo Ciampi, l’Assessore alla Cultura del Comune di Scarperia e San Piero Marco Casati e io ovviamente. Coordinatore della serata sarà Paolo Nardini. “Nel libro, figlio, tu vivrai” Paolo Ciampi, Ed. Sarnus - Diari e memorie

BARBERINO Riccardo Rombi presenta il Corsini-Digitale

Quattro chiacchiere con Riccardo Rombi direttore di Catalyst, che, appena terminata la stagione 20132014 sta già organizzando un grande cartellone ed una novità interessantissima. Tirando le somme è stata un’annata vincente… La stagione al Corsini è andata molto bene, 22.000 spettatori. E per il 2014 2015 faremo anche meglio. Sono dieci anni di direzione artistica, in cui la qualità ha sposato il numero degli spettatori, che è andato via via aumentando. Grazie ad un pubblico sempre più attento e partecipe. Il Corsini però funziona anche come sala cinematografica… Il cinema ha sofferto come tutte le sale, ma abbiamo una carta in serbo, una briscola. Si dice così? Sarebbe a dire? Il digitale! A ottobre si diventa digitali. Ci digitalizziamo con tanto di parabola. E’ un progetto co-finanziato dalla regione e appoggiato dal Comune che con Catalyst si lancia nel futuro. Un bel salto… Cambia tutto! Grazie alla parabola potremo ricevere tutto quello che vogliamo (pagando ovviamente) come quando uno si abbona a Sky o giù di lì. Quindi non solo cinema ma eventi speciali, mega concerti, opere e balletti. Italiani e stranieri. Tipo la notte degli Oscar, mettiamo anche noi in teatro il tappeto rosso e chiediamo al pubblico di venire in smoking. Per i Grammy Awards invece solo vestiti da rokkettari o da Hip Hop. Sembra un gran cambiamento… Perché il cinema cambia. La visione di un film non è più concepita come momento di condivisione, ognuno si guarda il suo filmino sul telefonino. Per far tornare il pubblico nella stessa sala bisogna offrire visioni multiple e differenziate. In Italia abbiamo bisogno di sale intelligenti non di multisale. Poi le pellicole ormai… Le case distributrici non producono quasi più su pellicola e quelle poche che stampano le fanno costare un occhio della testa. Se fossimo rimasti con la pellicola i costi ci avrebbero obbligato a chiudere bottega. Quindi una riapertura alla grande? Faremo una bella inaugurazione con tanto di banda e autorità e lei caro Miniati sarà il gran cerimoniere. In fondo dieci anni vanno festeggiati per bene. Massimiliano Miniati

SABATO 9 AGOSTO 2014 - il galletto - PUBBLICITA’

STUDIO AD.ES TEL. 0558456391

27-31 agosto 2014 Vicchio - Mugello mercoledì 27/08 - ore 21.30

Bud Spencer Blues Explosion in concerto

giovedì 28/08 ore 18.00 “Peter Pan”

a cura della scuola di danza A.S.D. OPPLA’

ore 21.30 Fun Key

rassegna della scuola di danza

ore 22.15 Vicchio Folk Band concerto del gruppo bandistico

& Fiera Calda www.mazemugello.it facebook.com/mazemugello Info: 055/8439225��055/8448720 ��

ore 23.00 tradizionale tombola a cura della Confraternita della Misericordia di Vicchio

o s s e r g In tuito gra

venerdì 29/08 - ore 21.30

Orchestrina di Molto Agevole sabato 30/08 - ore 21.30

Marina Rei in concerto

el d ra ame e i F sti sto Be agoVicchio

domenica 31/08 ore 21.30 Ray Heffernan in concerto ore 23.45 Spettacolo pirotecnico sul Lago di Montelleri

27 te a n

Organizzazione tecnica

Unione Montana dei Comuni del Mugello

IL GALLETTO MAGAZINE - PENNE MUGELLANE - SABATO 9 AGOSTO 2014 - il galletto

DAL MUGELLO ALL’AMERICA

Una mugellana doc, una carriera brillante, un amore oltre oceano

Vanna Paoli e quel caffè che ci fa bene

Una chiacchierata con la regista allieva di Umberto Eco a pochi giorni dall’uscita del suo primo romanzo

Serena Pinzani

Vanna Paoli, un cognome molto mugellano ed una storia che parte proprio dal Mugello. Ci parli un po’ delle sue origini e della sua famiglia… Sono una mugellana doc. Mio padre e mia madre erano ambedue nati in Mugello. Mio padre in una casa a Mattagnano e mia madre proprio a Borgo, sulla riva della Sieve, in una colonica vicino alla vecchia Casa di cura, per la strada che va a Vicchio. Questa casa è stata per molto tempo completamente in rovina. Non so se lo è ancora. I miei genitori, figli ambedue di famiglie numerose di contadini, avevano lo stesso nome: Paoli. Diciamo che erano parenti molto alla lontana, alla quarta generazione. Neanche a farlo apposta, la camera dove sono nata era proprio sopra il cinema Martinelli…. Me ne stavo sempre alla finestra della cucina che dava su una corte… sentivo la vita che scorreva intorno a me e il rumore del cinema. Mio padre, dopo la guerra fondò, con il fratello Giuseppe, un’impresa edile. Ho vissuto a Borgo soltanto fino alla prima elementare. La mia famiglia si trasferì a Firenze che non avevo ancora compiuto sette anni. Ricordo ancora il grande dolore di lasciare la mia classe. Ricordo che fecero una festa di addio per me e ognuno dei miei compagni di classe mi portò un regalino. Sono comunque cresciuta a Firenze in una grande casa costruita per gli invalidi della prima guerra mondiale. Ho avuto un’infanzia molto felice. I miei genitori erano molto affiatati, non erano oppressivi e avevano un forte senso della giustizia e della verità. Nonostante il trasferimento a Firenze la mia famiglia continuò ad avere legami strettissimi con Borgo e il Mugello dove ancora risiedevano quasi tutti i nostri parenti e amici. Mio padre è stato un grande giocatore delle “forme”, come le chiamava lui. Andava a giocare con gli amici ogni fine settimana, alla domenica e a volte anche il sabato e nella nostra casa a Firenze c’erano sempre enormi quantità di formaggio sia pecorino che parmigiano. Meno male che mi piaceva. Lo mangiavo sempre. Da Bologna a Roma fino al debutto come regista a Palermo nel 1981. Cosa ricorda con piacere di quegli anni? Cosa invece non ricorda molto volen-

tieri? Mi sono iscritta al Dams di Bologna perchè ero appassionata di fotografia e avevo scoperto che il docente di quella materia era Italo Zannier. Ho studiato con passione. Il Dams allora era appena stato fondato da un gruppo di docenti pieni di energia e di belle intenzioni tra cui Umberto Eco, di cui sono diventata allieva. Frequentando il DAMS seguivo anche i corsi di Polidori, un noto scenografo. Ha firmato molti films degli anni ’50 e ’60, ma forse l’esperienza più formativa per me è stata il seminario tenuto da Nanni Loi. Ho imparato molto da lui. Andavamo con lui in giro per Bologna a fare interviste su un tema che aveva precedentemente stabilito. Nanni Loi ha scritto e diretto diversi film di valore, ne voglio ricordare qualcuno: “Un giorno da leoni”, “Detenuto in attesa di giudizio”, “Mi manda Picone”. Fu però Polidori a parlarmi del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. La mia massima aspirazione allora era diventare Direttore della Fotografia, non pensavo di fare la regista. Comunque mi informai telefonicamente. Mi fu detto che il Centro, che era diretto da Rossellini, era stato chiuso per contestazioni politiche, ma quell’anno, era il 1976, ci sarebbe stato nuovamente il bando di ammissione. Sapevo che le speranze di entrarvi erano minime. Provenivo da Firenze, non avevo esperienze in materia, e c’erano più di mille domande per 28 posti. Ma ce la misi tutta. Presentai le fotografie che avevo fatto all’Odin Teatret di Eugenio Barba, parlai di una scuola Popolare a Prato in cui insegnavo gratuitamente insieme a un gruppo di persone nell’ambito di un’iniziativa che riguardava le 150 ore. Tentai di spiegare che cosa avrei voluto esprimere con il cinema e tutta la passione che avevo. Incredibile! Arrivai terza nella graduatoria e fui ammessa. Il giorno in cui ebbi la lettera di ammissione ai corsi è stato il più felice della mia vita. Ricordo che camminavo a una spanna dalla terra con questa lettera nelle mani, appena ritirata alla posta. Ero in piazza della Repubblica a Firenze e mi sembrava che tutte le persone intorno a me dovessero sapere che cosa mi stava accadendo, non era possibile che chi mi passava accanto non sentisse il grande rumore e la gioia che c’era dentro di me.

Dopo il centro sperimentale sono andata a lavorare, a volte volontaria, a volte pagata, sempre poco in verità, sul set di molti film. Ho fatto tutti i mestieri del cinema ma sapevo che mi sarebbe stato utile ed infatti lo è stato. Erano anni pieni di difficoltà ma anche di gioia e determinazione. Sapevo che quella era la mia strada, l’avevo profondamente voluta, avevo superato la paura, la solitudine, e le difficoltà economiche e dovevo continuare su quella strada. Non avrei potuto smettere. Mai. Volevo fare dei film. Ci dovevo riuscire. E ci sono riuscita. Non ho nulla che non ricordi con gioia di quegli anni. Sono stati anni difficili ma importanti per me a ogni livello, sia professionale che umano. Il debutto nella regia avvenne nel 1981. Avevo conosciuto al Centro Sperimentale un giornalista siciliano de l’Ora: Vittorio Albano. Fu lui a spingermi a presentare alla Rai di Palermo una proposta per realizzare un documentario. In quel periodo avevo raccolto molto materiale: interviste, fotografie, qualche ripresa, sui vecchi attori dell’avanspettacolo. Feci la proposta insieme a Vittorio Albano che fu accettata dopo molti mesi. Il film si chiamava: “Il gioco, la vita, la risata” e nel 1982 vinse il premio speciale TV. Ho diretto poi altri film, ho partecipato anche a diverse sceneggiature, fra cui “Nuovo cinema Paradiso” di Tornatore ma il film che mi ha cambiato la vita è stato: “La casa rosa”. Si tratta di un film che ho profondamente voluto, un pezzo di vita, anche se ogni mio film e’ stato un pezzo di vita. Non faccio un film se non ne ravvedo una fortissima necessità. Da allora una carriera tutta in crescita fino alla decisione di trasferirsi a Chicago. Solo per amore? “La casa rosa” ha partecipato a 42 festival internazionali compreso Venezia e Cannes e fu invitato, su segnalazione di un ambasciatore italiano, Pasquale Baldocci, al I Festival del Cinema Emergente Europeo di Chicago a rappresentare l’Italia. Il film ebbe successo e fui invitata a tenere un seminario e a presentare i miei film alla University of Chicago. Il seminario ebbe una durata di tre mesi e terminò con la pubblicazione di un libro: “Pagina, Pellicola, Pratica”. Fu in quel periodo che conobbi Jay Pridmore, che è diventato

mio marito. Un incontro casuale? Quando ero libera dalle lezioni andavo all’Istituto Italiano di Cultura che si trova sulla Michigan Ave a Chicago. Il console, che allora era Pasquale Davino, mi pregò di fare delle riprese durante la visita di Prodi alla Casa di Riposo Villa Scalabrini, dove c’erano molti immigrati italiani. Io accettai volentieri e in una delle nostre riunioni per mettere a punto il piano delle riprese conobbi Jay. Fu proprio Pasquale Davino a presentarmelo. Jay aveva scritto un libro: “Chicago Architectur and Design” che voleva regalare a Prodi. Era venuto al Consolato proprio per firmare il libro che il console avrebbe dato a Prodi. Cosa le manca del Mugello? Mi manca molto il Mugello. Mia sorella, suo marito e mia nipote, sono la mia famiglia ed abitano a Borgo. Mia madre, dopo la morte di mio padre, si trasferì nuovamente a Borgo dove avevano comprato una casa. Quando potevo andavo a trovarla. Andavamo a prendere un caffè e a passeggiare per il centro… Spesso andavamo a mangiare i tortelli da Giorgione… che per me sono i più buoni del mondo. Del Mugello mi mancano i giorni spensierati e pieni di affetto passati con la mia famiglia. I panorami, il sole, i campi di grano, i picnic in primavera in mezzo alle margherite. le case coloniche, il mulino di Figliano dove abitava mia zia Luisa con il pesco proibito nell’orto... la Sieve con i ranocchi gracidanti…. le gare che faceva mio padre con le forme di formaggio… comunque sia ci abita mia sorella e la sua famiglia, vi sono i miei ricordi e le mie radici. Verrò sempre a Borgo, finchè avrò vita. Lei è d’accordo con il detto “nessuno è profeta in patria”? Dipende dalle circostanze. Io credo che quando si vuole veramente qualcosa la si ottiene, in patria o meno. Bisogna essere, determinati, motivati e non fermarsi davanti alle difficoltà. Quando torna in terra mugellana qual è la prima cosa che fa? Vado a trovare mia sorella, mio genero e mia nipote, cerco di coinvolgerli per andare a mangiare i tortelli…. Incontro qualche parente, ancora fortunatamente ce ne sono. Faccio la solita giratina, prendo il caffè e anche qualche

pasticcino, mi piace anche andare a mangiare alle sagre. Qualche volta sono andata anche a rivedere il gioco del tiro al formaggio, la casa dove sono nata e quella dove viveva mia madre…. Come nasce il suo ultimo libro “Un buon caffè mi farebbe bene”? “Un buon caffè mi farebbe bene” è il mio primo romanzo. Ho scritto molte sceneggiature, diari di lavorazione di film, interviste, biografie ma mai un romanzo. Questo romanzo nasce prima di tutto perchè volevo cimentarmi con la scrittura senza presupporre un film. E’ ovvio che mi piace scrivere, ne sento il bisogno e l’ho fatto sempre. Ho cercato di trovare una storia che mi permettesse di parlare di alcuni valori e bisogni che sono immancabili in tutto quello che faccio e di cui non posso fare a meno. A lei piace il caffè? Sì, mi piace molto il caffè. Anche quello americano. Mi piace anche perchè costituisce un momento di… come si può dire?.... di stop, di relax, di riflessione….di pausa da quello che stai facendo. Ed anche per chiudere un episodio e riprendere fiato come nel libro… Qual è l’ultimo libro che ha letto? Per me leggere è fondamentale. Leggere libri, giornali, riviste, tutto. Leggo anche in digitale ma continuo a preferire la carta. Sono appassionata di Georges Simenon, ho letto quasi tutto di lui. L’ultimo libro che sto leggendo è l’ultimo di Simenon pubblicato da Adelphi: “I clienti di Avrenos”.

Comunque sono appassionata della letteratura russa e francese dell’800, in particolare di Maupassant e Gogol. Film preferito? Non posso dare il titolo di un film solo. Ce ne sono tanti e in particolare i film italiani dei telefoni bianchi, ma anche quelli americani, mi piacciono anche quelli degli anni quaranta e cinquanta e poi degli anni sessanta e anche quelli di oggi... insomma posso dire che mi piacciono tutti i buoni film! Dall’America cosa vede nel futuro del Mugello? Il futuro del Mugello è il futuro di tutto il nostro paese. Vorrei che la vita migliorasse per tutti, che ci fosse pace e tranquillità, che ci fosse lavoro, salute… e anche vorrei che si cominciasse a vedere le cose in maniera diversa, più positiva e meno negativa, consumistica o di parte. Quando guardo il telegiornale su Rai Italia, il canale della Rai per gli italiani che risiedono all’estero, vorrei sentir parlare delle meraviglie dell’Italia, della nostra cultura, delle prospettive per il futuro, invece sento sempre critiche, invidie, ognuno che tira l’acqua al suo mulino, corruzione. Noi che abitiamo all’estero e che paghiamo un canone particolare per avere Rai Italia, lo facciamo per il bisogno che abbiamo di ritrovare il senso di appartenenza alla comunità originaria, un senso di appartenenza che abolisca la lontananza e ci faccia essere orgogliosi delle nostre origini ma sembra che gli addetti alla programmazione non l’abbiano capito.

SABATO 9 AGOSTO 2014 - il galletto - IL

GALLETTO MAGAZINE

LETTURE MUGELLANE

I quaderni di Sara A scuola la maestra la chiamava sempre alla lavagna, quando c’era da scrivere, in bella grafia, qualche parola o frase per tutta la classe. Scriveva splendidamente, la piccola Sara. Le sue lettere erano come quelle dei libri, che allora si chiamavano sussidiari. Ugualmente perfette, con un di più di elegante e quasi di allegro. Non era bravissima a comporre i temi e neppure nei dettati lo era. Ma quando si trattava di mettere in belle

lettere il testo di qualche suo compagno, per affiggerlo al muro della classe oppure nel corridoio, dove erano esposti i lavori più riusciti, era lei a essere chiamata a farlo, lei a rendere tutto ancor più splendente. I quaderni di Sara erano come giardini pieni di fiori, colorati, eleganti allegri. Lettere o numeri non c’era differenza. Sara rendeva tutto speciale una “a”, un “6”, la parola “casa”, un’addizio-

Quello che ti manca (esplosione)

Quello che ti manca, che ti manca davvero, è il sole di un giorno di primavera, l’abbraccio di un bimbo, l ‘addio della sera. Ti manca fermarti, sederti, aspettare; che passi la pioggia, che si calmi il mare. Quello che ti manca, che ti manca davvero, è un volo, un accento, è la voce leggera del vento. E ti manca lo schianto, il lampo, il frastuono, la vita che esplode, come il rombo di un tuono.

Bruno Confortini

ne. Erano quaderni che tutta la scuola avrebbe voluto avere, i quaderni di Sara. Con un unico difetto secondo la maestra: gli enormi punti che la bambina metteva alla fine di ogni frase finale di un componimento, o addirittura alla fine di ogni pagina di operazioni. Quando le domandavano il perché, la bambina non rispondeva. Sorrideva, faceva spallucce, a volte s’incupiva anche. Ma non rispondeva. Erano punti insistiti, spessi, passati e ripassati, che quasi bucavano le pagine. Ora neri, ora rossi, ora blu. Erano macigni, quei punti. Non sapeva la maestra, non sapevano i genitori, non sapevano i compagni e le compagne di classe, nessuno lo sapeva il segreto che nascondevano, messi alla fine di ogni racconto, di ogni dettato, di ogni esercizio di matematica. Nessuno sapeva che ogni notte Sara si alzava e apriva i suoi quaderni per controllare che tutto fosse al proprio posto, ogni notte

Il caffè letterario del Galletto - A cura di Matteo Lucii In collaborazione con l’Associazione “Amici delle Biblioteche” e la Biblioteca di Borgo San Lorenzo. Ogni settimana appuntamento con gli ultimi acquisti della Biblioteca disponibili per il prestito.

scoprendo che sì, era così … tutto lo splendore di parole e numeri era ancora lì, intatto e ancor più luminoso e rassicurante nel buio della sua cameretta. Salvato ancora una volta da quegli enormi punti che impedivano che tutto cadesse giù, o volasse chissà dove, o fosse rubato da qualche demone del buio. Per Sara quegli strani cerchietti in fondo ad ogni pagina erano i Guardiani, i Gendarmi buoni che vigilavano sul prezioso scrigno di cose belle, le cose belle che Sara durante il giorno era riuscita a collezionare, a mettere da parte. Erano troppo grandi? Erano brutti, sgraziati, se confrontati alle lettere, le sciupavano un po’, come diceva la maestra? Forse sì, lo pensava anche Sara, sebbene non lo avrebbe mai ammesso. Ma erano utili, utilissimi. I Suoi Unici Alleati. Erano speciali, quei punti. Nessuno lo avrebbe potuto capire. Ma lei, Sara, sapeva che era così. Quel sabato mattina d’inizio estate, un’estate da cui non si aspettava niente, Sara si era alzata già stanca, agitata da una nottata insonne. Era uscita dal letto, attenta a non far rumore. In cucina si sarebbe preparata con calma la miglior colazione della settimana, fatta senza fretta, senza il pressante assillo del far presto, del far tutto, del far bene. Tè, biscotti e marmellata. Nella notte le era tornata alla mente, viva, la memoria di se bambina, dei suoi quaderni perfetti, del suo speciale dono. Perduto poi con gli anni, non del tutto forse, ma nella sua parte più straordinariamente unica, sì. Li rivide, nitidi, quei “puntoni”, così inspiegabili per tutti, amici solo a lei. Quando li aveva persi? Quando l’avevano lasciata sola a combattere contro i bui delle notti? Quando le parole che lei scriveva, i frutti più preziosi della sua fantasia e delle sue emozioni profonde, erano uscite per sempre da quelle pagine? Quando erano volate via insieme ai suoi pensieri più belli, ai suoi sorrisi, alle sue passioni, ai suoi amori?

Non li aveva più quei quaderni, dispersi chissà dove, come foglie d’autunno. Carta straccia in stanze vuote e fredde, dispersi come le mille storie che aveva cercato di scrivere ancora nella vita, con ciò che rimaneva della sua speciale magia di bambina. Sparite le storie, spariti i volti e le voci, nonostante avesse cercato di fare loro la guardia, nelle nuove notti adulte. Era sola, non c’erano più quei bizzarri punti ad aiutarla a tenere insieme le sue giornate, non c’erano più da un pezzo ormai. Stordita dal quel flusso d’immagini e pensieri fissava il tè e i biscotti sul tavolo, che avrebbe invece voluto ricoperto dai suoi quaderni perfetti. Avrebbe stretto un patto col diavolo per riaverli indietro quei quaderni, quegli anni, la magia perduta. Ma davanti a se, dentro le sue ore, aveva il nulla. O quasi. E fu proprio quel “quasi” che apparve all’improvviso, i riccioli biondi arruffati dalla notte e le grasse manine che si stropicciavano gli occhi. “Ciao, piccolino …. sei già sveglio?Vieni batuffolo, vieni dalla mamma”. Francesco, l’unico regalo del suo ex, l’unica cosa buona rimasta da un rapporto da schifo e da calci in culo, trotterellò fra le braccia di Sara, e si accucciò, come per riprendere sonno. Lei, dondolandolo, gli dava cento baci sulle guance calde. ” Ehi, piccolino, ti va di andare subito subito ai giardinetti … c’è il sole fuori, è una bellissima giornata … eh, ti va, piccolino?” gli sussurrò Sara, improvvisamente presa dalla voglia di uscire da lì e da quei pensieri storti. Francesco spalancò gli occhietti chiari e con la testa disse sì. “E allora andiamo, andiamo mio cavaliere, andiamo a divertirci”, e lo disse quasi cantando Sara, stringendo a se Francesco in buffi giri di valzer intorno al tavolo. Il bambino, ormai del tutto sveglio e felice, rideva e rideva … In fretta si lavarono, in fretta si vestirono, e finalmente uscirono. Erano ai giardinetti da

più di mezz’ora e Francesco non si era staccato un minuto da lei. Era già felice così, non chiedeva altro. Il sole e sua madre. Lui era così, Sara lo sapeva bene. Solo gli amici del cuore, Giacomo e Andrea, che la mattina non c’erano, potevano fargliela dimenticare per un po’. Il giardino si riempì in fretta di bambini, mamme, baby sitters. Un movimento continuo e colorato lo animava, come un’onda allegra. Se qualcuno avesse scattato una foto, gli unici a non venir mossi sarebbero stati loro, Sara e Francesco. Che se ne stavano seduti sulla panchina, immobili, ognuno con una boccetta di acqua minerale in mano e ancora lo zainetto sulle spalle, spettatori di un film dove i protagonisti non erano loro. “Se non ti va di stare qui, torniamo a casa” disse Sara accarezzando Francesco “… o vuoi che andiamo sullo scivolo?” insisté cauta. Il bambino sorrise e le tese la mano. Era un “sì, andiamo” Iniziarono così un gioco che li prese completamente. Francesco saliva svelto sullo scivolo e si buttava sorridente fra le braccia di Sara, che ogni volta lo baciava. E il gioco ricominciava. Era stata una giornata lunga, passata a giocare dappertutto. Dopo i giardinetti, a casa, lanciandosi guanciali da una parte all’altra del letto e rotolandosi sopra in buffe lotte; e poi ancora al supermercato, nascondendosi fra gli scaffali. Ora Sara è in cucina. Versa in un bicchiere due dita di Jack Daniels. Di là Francesco si è appena addormentato. Niente tazza di latte stasera per lei. Concilia il sonno, dicono. E Sara non vuole dormire. Jack Daniels. La notte è ancora lunga. Prende dalla borsa il quaderno comprato al supermercato. Non erano cambiati di molto i quaderni, negli ultimi vent’anni. I quaderni erano quaderni. E la sua vita? Sara prende una penna e inizia a scrivere. Ancora. Bruno Confortini

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SABATO 9 AGOSTO 2014 - il galletto - IL

GALLETTO MAGAZINE - TRA STORIA E CRONACA

LETTURE MUGELLANE

Da San Godenzo a Scarperia sulle tracce dei letterati Scrittori e poeti che sono passati dal Mugello Viola Salotti si tenne all’interno delIl Mugello, terra ricca di paesaggi meravigliosi, di buon cibo e di cultura. Ebbene sì, di cultura, visto che in passato non poche eccelse menti di letterati sono passati dalla nostra terra. Partiamo dal cosiddetto “sommo poeta”, colui che è considerato il padre della lingua italiana: il poeta, scrittore e politico Dante Alighieri. Dante entrò in

scena nel Mugello durante il suo esilio, partecipando, nel 1302, al convegno dei guelﬁ bianchi e dei ghibellini, il quale

l’Abbazia di San Godenzo. La nostra terra colpì positivamente il sommo poeta, tanto che in alcune sue opere egli parlò proprio del territorio di San Godenzo: dalle cascate dell’acqua cheta alla “gorga nera”, la quale sembra che, addirittura, ispirò l’ambiente dell’inferno dantesco. Un altro poeta e scrittore italiano che ebbe a che fare con il nostro territorio è stato Giosuè Carducci. Giosuè iniziò la sua avventura nel Mugello come ospite di una sua cara amica (la poetessa mugellana Marianna Giarrè Billi) a Pilarciano, e ﬁnì col divenire presi-

co teneva con letterati e artisti quali Pico Della Mirandola, Marsilio Ficino... Inﬁne, vogliamo ricordare tre scrittori che hanno legami natali col Mugello: Giovanni Della Casa, Dino Campana

dente del comitato per erigere il monumento a Giotto nella piazza centrale di Vicchio. Il Carducci amava il Mugello, visitò molti paesi all’interno di questo, al fine di ammirarne ogni singolo angolo. Tra i grandi intellettuali che hanno attraversato la nostra valle, come potremmo non ricordare Lorenzo De’ Medici (“il magnifico”)? Lorenzo, politico, mecenate e, ovviamente, scrittore, era solito trascorrere le estati nella sua residenza estiva prediletta: il castello di Cafaggiolo. Tale castello è stato testimone di avvenimenti straordinari, come gli incontri che il Magnifi-

e Nicola Lisi. Monsignor Giovanni Della Casa nacque il 28 luglio 1503 a Borgo San Lorenzo, studiò a Bologna, a Firenze e, successivamente, intraprese la carriera ecclesiastica a Roma. Tra le sue numerose opere spic-

ca il Galateo, considerato la pietra miliare della letteratura italiana ed europea. Paese natale di Dino Campana, la cui data di nascita é il 20 agosto 1885, è invece Marradi, paese verso il quale il poeta nutriva un sentimento misto tra odio e amore: infatti, Dino si sentiva soffocato in questo bor-

go, però, al contempo, ogni qual volta che era vittima delle sue crisi vi faceva ritorno per riprendersi. Infine, l’ultimo grande letterato della nostra lista (ma non l’ultimo che ha avuto a che fare con il nostro territorio) è Nicola Lisi. Nicola, nato l’11 aprile 1893 a Scarperia, subì l’influenza del fascino del Mugello nello scrivere alcuni suoi racconti: gli ambienti descritti traggono spunto dalle meravigliose campagne mugellane, ed inoltre i personaggi di questi libri conducono una vita sociale molto simile a quella mugellana di primo novecento.’

IL GALLETTO MAGAZINE - TRA STORIA E CRONACA - SABATO 9 AGOSTO 2014 - il galletto

PAGINE DI STORIA

Il Mugello nella Grande Guerra 1915-1918 – quinta parte

I Cattolici mugellani nella Prima Guerra Antonio Margheri

“Nelle campagne l’aiuto dei parroci è stato prezioso e ricercato; ogni comunicazione comunale d’interesse pubblico veniva trasmessa ai parroci, e per mezzo di questi, al popolo. Ordini, requisizioni, consigli agricoli, sussidi, notizie di morte, segretariati per esoneri, domande, tutto veniva comunicato con la parola persuasiva ed ascoltata del Sacerdote di Cristo, che parlava dall’altare come padre ai figli”1. Nella Vandea mugellana non si poteva fare a meno dell’influenza spirituale e dell’organizzazione capillare garantita dalle parrocchie. Fin dallo scoppio della guerra nel 1914, i sindaci si rivolsero alla Chiesa per effettuare i primi soccorsi, soprattutto verso disoccupati e rimpatriati. I parroci risposero all’appello, funzionando dapprima come uffici periferici dei Comuni per l’elenco degli emigrati e poi con l’organizzazione nel periodo invernale delle cucine economiche popolari. Il 22 gennaio 1915 “per caritatevole iniziativa del nostro Pievano Don Canuto Cipriani” e dopo una raccolta di offerte, fu inaugurata a Borgo San Lorenzo al pian terreno del Ricreatorio Educativo Cattolico, in Corso Vittorio Emanuele, la prima cucina economica, colla distribuzione di 250 minestre2. L’iniziativa fu seguita a ruota dalle Donne Cattoliche di Barberino per “allontanare il pericolo che la fame batta alle porte degli operai e minacci così la pace e la tranquillità del nostro paese”3. A Borgo San Lorenzo si decise anche la distribuzione ai poveri di 200/250 kg. di pane al giorno al prezzo di 35 cent. invece di 42 cent., ma la richiesta del pane rinviliato fu talmente grande che l’iniziativa fu sospesa a causa del deficit di risorse del Comitato. Identiche iniziative furono prese negli altri comuni del Mugello. Non senza difficoltà. A Borgo San Lorenzo, la cattolica Velox organizzò per la Befana la distribuzione di doni ai figli dei richiamati e il 17 febbraio 1915, in occasione dell’inaugurazione della sede, promosse una fiera di beneficienza per le famiglie. Il pievano don Canuto Cipriani pronunciò un esaltante encomio verso “la gioventù, ecco la forza per cui la patria potrà animosamente gridare in faccia al nemico, all’invasore: rispetta le mie frontiere!”4. E se l’Unione fra le Donne Cattoliche curò la distribu-

zione di lavoro alle donne, anche le suore stimmatine decisero di tenere aperta la scuola nei mesi di vacanza alle bambine delle famiglie dei richiamati sotto le armi. Pochi giorni dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, la Velox (presidente Antonio Pini) era già in grado di aprire un ufficio notizie per i soldati e le loro famiglie. Tra le attività svolte: funzioni religiose “per ottenere da Dio il trionfo del nostro esercito”, numerosi ritrovi di saluto ai soldati, l’organizzazione il 26 settembre di una conferenza del canonico Emanuele Magri dal titolo “La Patria”, sottoscrizioni e raccolta di lana, fiere di beneficenza e, alla fine dell’anno, la distribuzione di “dolci, giocattoli e molti indumenti” per 250 bambini. La partenza dei soldati fu accompagnata dalla distribuzione e pubblicazione della “Preghiera del soldato” inneggiante al Signore Iddio degli eserciti. Padre Giovacchino Geroni, un francescano mugellano che già era stato missionario durante la guerra alla Libia, pubblicò, proprio alla vigilia del conflitto mondiale, un fortunato “Vangelo al Campo” per “spronare i soldati ad essere buoni come devon essere forti”. L’autore indulgeva in una retorica imperialistica, salutava la “resurrezione” dell’Italia dopo la sconfitta di Adua e celebrava la missione dei combattenti. L’esercito era definito “la scuola del valore, il focolare dei più sacri entusiasmi, la cattedra di quell’educazione civile che in parte ancora ci manca”5. In tutti i comuni mugellani furono le parrocchie di campagna che distribuirono i sussidi, inclusi quelli stanziati dallo Stato. La rete delle Misericordie locali si occupò invece dei soldati feriti e degli ammalati e, come a Borgo San Lorenzo, gruppi di volontari organizzarono servizi d’assistenza alla stazione ferroviaria6. In gran parte furono cattolici i membri dei consigli d’amministrazione delle Congregazioni di Carità che si occupavano dei sussidi ai poveri per i medicinali, dei sussidi per il latte alle madri povere, delle cure marine per i fanciulli affetti da malattie polmonari. Alcuni parroci, come il borghigiano don Canuto Cipriani, mantennero per tutto il periodo una fitta attività di conferenze patriottiche per tenere alto lo spirito di partecipazione della popolazione alle vicende delle battaglie al fronte. Altri, come il sacerdote scarperiese Federi-

go Mannini, non dissimularono il loro incitamento patriottico ai soldati anche con la composizione di versetti poetici7. Tra i cattolici mugellani una posizione particolare fu espressa dall’intransigentismo che nella zona poteva contare sulla presenza di una forte personalità come il conte Filippo Sassoli de’Bianchi, proprietario terriero di Scarperia che durante il ventennio fascista diventerà podestà del Comune. Per gl’intransigenti la guerra non era altro che un flagello che la mano di Dio scaraventa sull’umanità quando questa non riconosce l’autorità del Papa. Assoluto era il rifiuto del nazionalismo, dell’interventismo democratico, della massoneria, dello spirito dell’89 e della Kultur (Francia e Germania). E comunque, quando il Governo italiano decise l’ingresso in guerra, Sassoli scrisse che i cattolici sarebbero stati “pronti a compiere tutto il nostro dovere di cittadini, pronti a dare fin l’ultima stilla del nostro sangue”. Del resto anche a livello di diocesi l’arcivescovo Mistrangelo, dopo aver espresso inizialmente una condanna della guerra come castigo divino per l’apostasia dei popoli e degli Stati dalle norme ecclesiastiche, passò da caldeggiare la neutralità a richiamare il dovere dei cattolici di servire la patria fino al sacrificio della vita, seppure mantenendosi distante da toni nazionalistici e bellicistici. Il soldato cattolico doveva combattere non per odio o per vendetta, ma per la sola salute della patria. Posizione, questa, coerente con il pontificato di BenedettoXV. La lettera pontificia del 1 agosto 1917 sulla guerra inutile strage consentì al clero ed ai cattolici di mantenere una certa autonomia e distanza dagli ambienti più interventisti, certamente più vicina allo spirito pubblico popolare e che preparò il terreno allo sviluppo postbellico dell’organizzazione contadina cattolica. In una relazione del primo semestre del 1916, tra altri casi e condanne emesse a carico di sacerdoti, il procuratore generale della corte d’appello di Firenze segnalò l’esistenza nel mandamento di Scarperia di sospetti circa una “propaganda occulta” del clero contro la guerra. Dubbi ed accuse sul patriottismo del clero mugellano affiorarono spesso sulla stampa locale, fomentate dagli ambienti nazionalisti. La sera del 17 marzo 1917 Sassoli De’Bianchi e la sua consorte furono og-

getto di un misterioso attentato sulla strada tra Scarperia e Sant’Agata. La notizia fu censurata sulla stampa. Dopo il 1916, comunque, non ﬁgurano sacerdoti mugellani condannati per “disfattismo” o altri reati contro la Patria. Né mancarono cappellani militari che si fecero valere sui campi di battaglia e furono insigniti al valor militare, come don Antonio Santoni di Vicchio, meritevole della medaglia di bronzo. O come don Casimiro Liccioli, da Dicomano, cappellano militare reggimento fanteria. Dopo Caporetto, nel corso del 1918, i parroci si impegnarono a rinsaldare la “resistenza interna” e indulsero maggiormente a sacralizzare la guerra, presentando la morte per l’onore e per il prestigio della nazione come fonte di beni spirituali. La doppia fedeltà alla Patria ed al Papa si risolveva ormai sempre più spesso a favore della prima. (Footnotes) 1 D’INCACO, L’opera del clero ﬁorentino durante la guerra 1915’18, in “Bollettino dell’Arcidiocesi di Firenze, 12 luglio 1919, nn. 5-6, p. 83. 2 Cucine economiche, in

“Il Messaggero del Mugello”, 24 gennaio 1915, n. 4. 3 Barberino. Cucine economiche, in “Il Messaggero del Mugello”, 14 febbraio 1915, n. 7. 4 Il trattenimento di beneficenza della Velox al nuovo salone, in “Il Messaggero del Mugello”, 14 febbraio 1915, n. 7 5 G. GERONI, Il Vangelo al Campo, Firenze, Stabilimento tipografico San Giuseppe, 1915. 6 La Misericordia per i feriti, in “Il Messaggero del Mugello”, 8 agosto 1915, n. 32. 7 Scarperia, “Il Messaggero del Mugello”, 5 settembre 1915. La cronaca riporta che “l’inno gira nelle file dei combattenti, accolto con piacere e con entusia-

Filippo Sassoli De’ Bianchi

Giovacchino Geroni

smo, come attestano le lettere di molti soldati scarperiesi, che si trovano al fronte”.

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IL GALLETTO - SABATO 9 AGOSTO 2014 - PAG. 14

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le 17. **** FUMETTI di qualsiasi genere fino anni 80 privato acquista. Tel. 055434096 ore cena328/7685922.

MUSICA **** OFFRO lezioni gratuite di pianoforte per principianti o medio livello. Tel. 339/7167880 Sandra.

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SetteGiorni IL GALLETTO - SABATO 9 AGOSTO 2014 - PAG 16

Recensioni dei film a cura di Simone Guarnieri. Per inserire rubriche o pubblicizzare eventi o manifestazioni in queste pagine telefonare allo 055 8456391o invia una mail a pinzani.galletto@timenet. CINEMA

Non ci resta che piangere Vicchio Circolo 12 Marzo Caselle Sabato 9 Agosto, ore 21.00

G RAVITY

Dicomano Ex macelli 8 Agosto Cinema sotto le stelle ingresso gratuito

ALZA IL VENTO

MAFIA UCCIDE

22 Agosto

SOLO D ’ ESTATE

5 Settembre

MUSICA L IRICA

E TEATRO

SOTTO LA LUNA

Borgo San Lorenzo Piazza Castelvecchio Venerdì 8 Agosto

S UMMER F ESTIVAL

Barberino Designer Outlet 30-31 agosto con una straordinaria festa di fine saldi, animata da tantissime attività promozionali esclusive e da uno straordinario DJ Set.

Eventi e manifestazioni di queste pagine sono curate e selezionate da Serena Pinzani. La redazione non risponde di eventuali modifiche ai programmi pubblicati.

EVENTI D UE MOSTRE S TILUOVO

PER UN ’ IDEA

Palazzuolo sul Senio Biblioteca comunale (in orario di

apertura e sabato e domenica dalle 17 alle9) Museo delle genti di montagna (in orario di apertura) “Stiluovo” un omaggio agli esercizi di stile di Raymond Queneau, fotografie di Andrea Braschi e Luca Mercatali alla biblioteca comunale; “Stiluovo” dietro le quinte al Museo delle genti di montagna.

Dalle ore 18.00 care vecchie cose per risvegliare dolci ricordi

S BARACCO

PRANZO DI FERRAGOSTO IN

F ESTA DI S AN L ORENZO

Borgo San Lorenzo Dal 7 al 17 Agosto Tombola, fuochi d’artificio e animazione per bambini

Dicomano Centro storico Venerdì 8 Agosto Dalle 19 alle 24, bomboloni caldi, zucchero filato, cocomero

CASTELLINA

E STATE

NOTTE

CAVALLINESE

Barberino Cavallina Lunedì 18 Agosto la sera della Fiera: animazione, musica, giochi

CAMMINANDO

NELLA STORIA , VISITANDO LA TORRE

Scarperia (Palazzo dei Vicari) – Tutte le domeniche dalle ore 10.30 Viaggio attraverso Palazzo dei Vicari fra i suoi merli, l’archivio storico e le sale nobili. Percorso guidato per gruppi di un minimo di 4 ad un max di 12 persone, con prenotazione obbligatoria.Info: tel. 055 8468165

MERCANTICO

Palazzuolo sul Senio Ogni martedì di Agosto

Vicchio 15 Agosto Pranzo di Ferragosto in Castellina 30° anniversario. Info GEV Vicchio DELLE STREGHE

Marradi 16 Agosto

MERCATINO

PICCOLO

ANTIQUARIATO , OPERE DEL PROPRIO INGEGNO

Dicomano 17 Agosto, dalle 10 alle 20

41°

MOSTRA DEI F

ERRI TAGLIENTI

Scarperia Palazzo dei Vicari Dal 2 Agosto al 28 Settembre “Belli e terribili. I coltelli a scatto della collezione Di Bon” Inaugurazione sabato 2 agosto ore 10,30. La collezione di Lucio Di Bon, imprenditore del distretto produttivo di Maniago con un’azienda specializzata in immanicature, conta

SETTEGIORNI - SABATO 9 AGOSTO 2014 - il galletto quasi cinquecento esemplari, alcuni dei quali molto rari, con una varietà dei pezzi che testimonia il rilievo internazionale raggiunto dall’arte coltellinaia maniaghese in questo settore. Con la precisione del raccoglitore, i coltelli sono suddivisi per tipologia e per epoca, lasciando spazio a qualche digressione nelle produzioni di altre aree geografiche, europee ed extraeuropee. Nella collezione compaiono alcuni rari esemplari maniaghesi della fine ‘800 e primi ‘900 interamente realizzati a mano e numerati in ogni loro componente e coltelli con marchi rari da trovare, come ‘Coricama’ di cui a Maniago non è rimasta traccia causa la severa politica aziendale che impediva alle officine che lavoravano per la ditta di tenere per sé alcun coltello, neanche quelli imperfetti. Nella collezione troviamo molti stiletti del periodo d’oro degli anni ‘50 e ‘60, quando questi oggetti raggiungono il massimo della perfezione, coltelli più recenti degli anni ‘70 e ‘80, epoca in cui si sperimenta poco a livello di meccanismi, ma ci si diverte a variare forme e materiali. Il costo della mostra è di € 5 Adulti, € 4 Anziani e Studenti Under 25, € 3 Bambini 7-14 Sarà possibile visitare la mostra negli orari di apertura del Palazzo dei Vicari: Da mercoledì domenica e festivi 10-13 15-19

S AGRA

DEL CINGHIALE E TORTELLO

Luco di Mugello Campo sportivo di GRezzano 8, 9, 10, 14, 15, 16, 17 Agosto

L EGGERE CAMPANA

IN PIAZZA

Palazzuolo sul Senio Piazza Strigelli Domenica 17 Agosto, ore 21.00 Massimo Cirri intervista Federica

Anichini, sax Nicosia legge Dino Campana e Sibilla Aleramo

R ICCARDO MARASCO L IVE

Ronta Circolo “La Terrazza” Domenica 10 Agosto ore 21.30 Ingresso libero

F ESTIVAL BOSCO

MUSICA

Firenzuola, Palazzuolo sul Senio, Borgo San Lorenzo, Scarperia Domenica 3 agosto, Incanti d’Irlanda, “Theena Shee” duo di arpe celtiche, alle ore 17.30 presso Capanna Marcone, bivacco sempre aperto con un bel prato facilmente raggiungibile a piedi da Prato all’Albero. Venerdì 8 agosto si balla con gli Adanzé - compagnia di musica popolare, un viaggio musicale che va dall’Appennino Tosco-Emiliano al Salento, dai ritmi di Bretagna, Irlanda e Scozia, alle sonorità di Grecia, Macedonia, Romania e Armenia. Alle ore 21.00 presso il Rifugio Casa al Giogo. Dopo il concerto cena condivisa e bar del rifugio aperto. Esercizio al silenzio, sarà un’escursione adatta a tutti dedicata all’esperienza dell’ascolto dei suoni della natura e dei propri passi mercoledì 13 agosto, con partenza alle 18.30 dal Museo del Paesaggio Storico dell’Apennino della Badia di Moscheta. Durata circa un’ora. Al Rifugio I Diacci due eventi. Contaminazioni con Luigi Mattiello ed Elisa Martinuzzi, gioco di mimesi sonora e corporea nel quale il corpo si trasforma in organo di senso e l’espressività muta impregnandosi dell’ambiente in cui vive. Lo spettacolo aprirà scenari di suoni e movimenti in dialogo. Sabato 16 agosto ore 18.00, a seguire cena al Rifugio. Domenica 17 agosto agrifolk popolare: vecchie canzoni anarchiche e popolari, appartenenti alla tradizione toscana e del sud Italia con le Dé soda sister alle ore 18.00, durante e dopo il con-

certo merenda-cena con ficattole, affettati e formaggi. Il rifugio si raggiunge a piedi, con diversi itinerari, alle 16.00 ritrovo presso il Passo della Sambuca- sbarra per il rifugio I Diacci per scendere al Rifugio con una bellissima escursione lungo il Sentiero della Biodiversità accompagnati da una Guida Ambientale Escursionistica. La rassegna si chiude il 30 agosto con un grande evento in collaborazione con il Firenzuola Folk and Jazz Festival: Suoni nel castagneto, tango argentino e jazz con il Duo Javier Girotto (Sax soprano e baritono - Quena) e Luciano Biondini (Fisarmonica), nel suggestivo castagneto secolare moscheta a cui si giungerà con una breve escursione guidata, con partenza dal Museo del Paesaggio Storico dell’Appennino. Anche quest’anno due laboratori dedicati ai bambini: domenica 10 agosto la prima parte del laboratorio di musicoterapia e musicomotricità con Marco Bellini, ore 16.30 Rifugio Casa al Giogo. La seconda parte, con divertenti giochi musicali per educare il bambino ad appropriarsi all’uso cosciente del proprio corpo e per creare un rapporto attivo con la musica attraverso il movimento presso il Museo del Paesaggio Storico dell’Appennino sabato 23 agosto alle ore 16.00. In caso di maltempo gli eventi si svolgeranno all’interno della Badia di Moscheta, del Rifugio CasalGiogo e del Rifugio I Diacci. Gli eventi sono organizzati da Ischetus s.c.r.l., in collaborazione con Agriambiente Mugello e Ristorante-Agriturismo Badia di Moscheta, Rifugio CasalGiogo, Rifugi Mugello e Scuola di Musica Dario Vettori Lituaio, con il contributo dell’Unione Montana dei Comuni del Mugello.

il Galletto

di Radio Mugello DIRETTORE RESPONSABILE Carlo Fusaro REGISTRAZIONE Trib. FI del 11.4.88 N. 3694 galletto@newnet.it STAMPA su carta riciclata Nuova Cesat s.r.l. Firenze DISTRIBUZIONE Ag. Mugello Mattioli REDAZIONE Serena Pinzani (Caporedattore) pinzani.galletto@timenet.it IMPAGINAZIONE E GRAFICA Martina Tonini (Coordinamento) tonini.galletto@timenet.it AMMINISTRAZIONE Francesca Borghetti borghetti.galletto@timenet.it COLLABORAZIONI FOTOGRAFICHE Alessandro Cassigoli, Antonio Barletti, Mario Calzolai, Duccio Berzi, Corrado Perrone, Archivio “Il galletto”, Archivio Comunità

Montana Mugello, Archivio Oste Ghibellina, Studio Fotografico Paolo Menchetti (Barberino M.llo) Massimo Certini Guida Mugello Edizioni Parigi & Oltre, Studio Fotografico Francesco Noferini (B.S.Lorenzo), Studio Fotografico Buccoliero (B.S.Lorenzo), www.sanpiero50037.it, B. Gamberi, R. Mazzoni. EDITORE Studio AD.ES di Elissa Spidalieri, Via Niccolai, 16 Borgo San Lorenzo (FI) Tel.0558456391/8494274 Fax 055 8495010 UFFICIO VENDITA PUBBLICITA’ Elissa Spidalieri (Responsabile) spidalieri.galletto@timenet.it TIRATURA MEDIA: 4970 Questo numero è stato chiuso in redazione alle ore 16.00 di giovedì 31 Luglio e consegnato alle Poste di Firenze CMP di Castello alle ore 15.30 di venerdì 1 Agosto 2014

SABATO 9 AGOSTO 2014 - il galletto - SETTEGIORNI

33 ° M.A.Z.E. M OSTRA MERCATO D ELL ’ ARTIGIANATO E F IERA CALDA

Vicchio - Dal 27 al 31 Agosto 33° M.A.Z.E. mostra mercato dei prodotti dell’artigianato. Fiera Calda mercato ambulante, prodotti artigianali e agro-alimentari, spettacoli, a conclusione grande spettacolo pirotecnico sul lago di Montelleri. Mostra mercato del libro presso Consorzio Socio-culturale San Giovanni; Fiera di beneficenza presso Asilo beato Angelico. 27 Agosto - Fiera del bestiame (Loc. Ponte a Vicchio)

F ESTEGGIAMENTI DEL “D IOTTO ”

Scarperia – dal 31 Agosto al 8 Settembre 31 Agosto - Collezionisti in piazza, Tombolone e eliminatorie Palio Diotto 1 e 2 Settembre – Eliminatorie 4 Settembre – Diottino 5 Settembre – Rificolonata 6 Settembre - Serata rinascimentale 7 Settembre - Giornata rinascimentale 8 Settembre – Palio del Diotto

NOTTE

BIANCA

Dicomano Piazza della Repubblica 13 Settembre, ore 22.00 Concerto rock

CORSI E SEMINARI R EIKI

Borgo San Lorenzo Centro d’Incontro Piazza Dante Reiki – Il sistema Usui. Il gruppo si riunisce ogni Lunedì dalle ore 20.30. Info:

348/3971641

CORSI

TAI CHI CHAUN

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Borgo S. Lorenzo Viale Giovanni XXIII n. 39 Percorsi per la crescita personale. Corsi di pendolino, Tai Chi, Yoga Zen. Meditazione con campane di cristallo.Sessioni di counseling biosistemico e lavaggio energetico emozionale.Trattamenti shiatsu, trattamenti con pietre calde, trattamenti Reiki. Ogni mese eventi speciali. Richiesta tessera socio. Per info rivolgersi all’ Ass. Sguardo d’amore Stefania: 335/6780658

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Sono riaperte le iscrizioni di Ginnastica Artistica e di Ginnastica per adulti. In più ci sono molte novità che ti aspettano. Per saperne di più consulta il nostro sito http://www. artisticascarperia.it oppure vieni a trovarci in palestra a Scarperia nel Viale Giacomo Matteotti n.25. Ci siamo il Lunedì, Martedì ed il Giovedì. Ti aspettiamo

SPORT E TURISMO COPPA

FMI

DI VELOCITA ’

4ª

2014

PROVA MASTER CUP

Scarperia Autodromo del Mugello 24 Agosto

NUMERI UTILI DEL MUGELLO E VALDISIEVE - SABATO 9 AGOSTO 2014 - il galletto

Numeri Utili del Mugello e della Valdisieve AEROPORTI Firenze “A.Vespucci” Tel 055 30615 / 055 3061300 Bologna “G.Marconi” Tel. 0516473615

Pisa “G.Galilei” Tel. 050849404 Tel. 050 849400

CARABINIERI

Carabinieri 112 Barberino V.le della Repubblica 50 Tel. 055841004 Borgo S. Lorenzo Piazza Curtatone e Montanara 4 Tel. 0558453900 Ronta Via Faentina 61 Tel. 0558403004 Dicomano Via V. Veneto Tel. 055838017 Firenzuola Viale Giovanni XXIII 4 Tel. 055819004 Londa Via S. D’Acquisto 3 Tel.0558351512 Marradi Via S. Rocco 2 Tel. 0558045004 Palazzuolo sul Senio Via

Faggiola 8 Tel. e Fax 0558046007 Pontassieve V.Algeri 13 Tel. 0558304500 S. Godenzo Via del Parco 2

Tel. 0558374015 S.Piero a Sieve P.zza Colonna 6 Tel. 055848002 Scarperia Via Buozzi 5

Tel. 055846016 Vaglia V.le della Stazione 2 Tel. 055407915 Vicchio Via della Repubblica 17

Tel. 055844005

Tel. 055848751 Fax 055848432 Scarperia Tel. 055843161 Fax 055846509 Vaglia Tel. 055500311 Vicchio Tel. 055843921

CORPO FORESTALE DELLO STATO 1515 Borgo S. Lorenzo Via degli argini n. 8/6 Tel./Fax 055 8457984 Barberino di M.llo

v. XX Settembre 3 Tel./Fax 055 841290 Ruﬁna P.zza Umberto I 47 Tel./Fax 055 8398304 San Godenzo (Castagno d’Andrea) Via della Rota 8 Tel./Fax 055 8375088

EMERGENZA MEDICA

0558045163 Palazzuolo sul Senio Misericordia Piazza Strigelli 3 Tel. 0558046646 Pontassieve Misericordia Via V. Veneto 2/a Tel 0558316868 Centralino 0558368292 Croce Azzurra Via di Rosano 17 Tel 800001834 Centralino el. 558313765

Ruﬁna Misericordia P.zza Umberto I 42 Tel. 0558397089 San Piero a Sieve Misericordia Via Provinciale 17 Tel. 0558486613 Scarperia Misericordia Via S. Martino 4

COMUNI Borgo San Lorenzo Tel. 055849661 Fax 0558456782 Dicomano Tel. 055838541 Fax 0558385423 Firenzuola Tel. 055819941 Fax 055819366 Londa Tel. 055835251 Fax 0558351163 Marradi Tel. 0558045005 Fax 0558045803 Palazzuolo S. Senio Tel. 0558046008 Fax 0558046461 Pontassieve Tel. 05583601 Fax 0558369314

Ruﬁna Tel. 055839651 Fax 0558397082 S. Godenzo Tel. 055837381 Fax 0558374118 S. Piero

Emergenza sanitaria 118 Barberino Pubb.Ass. M. Bourtulin Via di castello,1 Tel. 055841088 Bivigliano Misericordia Via Roma 202 Tel. 055 406406 San Godenzo Croce Rossa Tel. 0558374330 Borgo S. Lorenzo Misericordia Via Giotto 34 Tel. 0558459030 Centro Radio Soccorso Via Don L. Sturzo 57 Tel. 0558458585 Dicomano Misericordia P.zza Repubblica 31 Tel. 055838084 Firenzuola Misericordia p.zza Misericordia 1 Tel. 055819752 Galliano Pubb.Ass.“M. Bourturlin” Via I maggio 21/B Tel. 0558428289 Marradi Misericordia Via D.Campana 1 Tel. 0558042328/

Tel. 055846055 Vaglia Misericordia Via delle Scuole 3 Tel. 055407777 Vicchio Misericordia C. del Popolo 55 Tel. 0558449980 Ospedale del Mugello V.le della Resistenza 52 Borgo S. Lorenzo Tel. 05584511 CUP Borgo S. Lorenzo aperto da lunedì a venerdì 8.00-18.30 sabato 8.00-12.30 CUP METROPOLITANO FIRENZE Tel. 840003003

GUARDIA DI FINANZA

Guardia di Finanza 117 Tenenza Borgo San Lorenzo Tel. 0558459008 Tenenza Pontassieve Tel. 0558368005

POLIZIA MUNICIPALE Barberino

Via Repubblica 31 Tel. 055841010 Borgo S. Lorenzo Via degli Argini Tel. 0558457086 Londa P.zza Umberto I Tel.0558351518 Marradi P.zza Scalelle 1/a Tel. 0558042585 Palazzuolo sul Senio P.zza E. Alpi 1 Tel. 0558046463 Pelago Via Bettini 9 Tel. 0558345009 Ruﬁna Via Piave 5 Tel. 055839651

Autolinee Toscane Ufﬁci di Borgo Tel. 0558490505 Tel. 0558490493 Servizio Taxi Fiesoli Angiolo Cell. 333 8393380

SOCCORSO Soccorso Pubblico 113 Soccorso Stradale 116

TRENO Stazione di Borgo San

Pontassieve Via Tanzini 31 Tel.0558368888 San Godenzo P.zza Municipio 1 Tel. 055837381 S.Piero P.zza Colonna 16 Tel. 0558487152 Scarperia Viale Matteotti 54 Tel. 0558468324 Vaglia Via Bolognese Tel. 055407585 Vicchio P.zza della

Lorenzo Tel. 0558457408. Ibiglietti si possono trovare anche presso: Bar La Stazione Bar Corallina; Bar Zannoni Edicola Viale della Resistenza Edicola Via L. da Vinci. Uffici di Firenze/ Office Ufficio informazioni nazionale (rispondono gli operatori di Fi) Tel. 147888088. Ufficio assistenza

Vittoria 4 Tel. 055843921

alla clientela (davanti al binario 5 Staz. di S.M.N.) Tel. 0552356120

PULLMAN SERVIZIO PUBBLICO

SITA Informazioni Tel. 800373760 CAP Ufﬁci di Firenze Tel. 055214637 Borgo S.Lorenzo Tel. 0558494420

VIGILI DEL FUOCO

Vigili del Fuoco 115 Borgo S. Lorenzo Via Giovanni XXIII Tel. 0558456666 Marradi Loc. Filetto Tel.0558044407

SABATO 9 AGOSTO 2014 - il galletto - PUBBLICITA’

STUDIO AD.ES TEL. 0558456391