Il Giornale di Latina 29/03/2014

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sabato 29 marzo 2014

il quotidiano in tempo reale

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Psicosi biogas: cresce il no Il Comitato No Biogas della Chiesuola polemizza con la Energetica srl e intanto incassa il sostegno del sindaco Giovanni Di Giorgi. Il precedente della Esco Lazio nelle campagne di Borgo Bainsizza.

Il ritorno dei Leoni Prima della gara i tifosi “scortano” la squadra che esce dalla crisi

Turchia amara Il Fenerbahce spazza via i sogni dell’Andreoli Per il secondo anno consecutivo la Top Volley. sconfitta per 3-0 nella finale europea.

Latina criminale Il territorio sotto la morsa dei clan. Tra sequestri, confische e morti il 22 marzo si è celebrata Libera.

Agriturismo felix Approvato il nuovo disciplinare. Sonia Ricci, assessore all’agricoltura, rilancia il turismo rurale con un’App.

EDITORIALE

Quando la notizia è diretta di Gianluca Campagna

Il Latina piega il Carpi con una rete di Paolucci e torna alla vittoria dopo tre sconfitte. I nerazzurri consolidano la posizione in una griglia play off sempre più affollata

Istantaneità e immediatezza. Oggi le nuove tecnologie dettano tempi e modi all’informazione e alla comunicazione. Non considerare le evoluzioni cui siamo tutti soggetti condurrebbe inevitabilmente i notiziari verso il baratro del fallimento o in un limbo dove convogliare in maniera caotica articoli e servizi.


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SABATO 29 MARZO

IN PRIMO PIANO

Allarme a Latina: è pericolo biogas? Alla Chiesuola si progetta una nuova centrale e scatta la psicosi Sorge il Comitato No Biogas di liberi cittadini e il sindaco Di Giorgi interviene in modo ufficiale sulla vicenda della Energetica srl

di Claudio Mascagni claudiomascagni8@libero.it

Pericolo biogas. Serpeggia nel territorio di Latina la paura di questi ipotetici nuovi mostri che producono energia. O meglio ecomostri. Per tutta la settimana si sono rincorse notizie inerenti lo start di nuove imprese dedite alla produzione di energia dal mix di materiale organico e misto cereali e residui vegetali. In particolare, nella zona della Chiesuola, alla periferia del capoluogo, cittadini armati di dubbi e interrogativi si sono riuniti in un comitato No biogas che la dice lunga sulle reali intenzioni dei borghigiani e sulle logiche attese nei confronti degli imprenditori che hanno investito nella zona, nella fattispecie la società Energetica srl, per creare un impianto a biogas della portata di 300 Kilowatt sui terreni di via della Cava.

E, nel rispetto del gioco dei ruoli, gli imprenditori sono coscienti del nuovo business, pronti a scommettere sul nuovo volto dell’agricoltura di fronte a una delle sue crisi cicliche più forti e altrettanto consapevoli della continua ricerca di fonti alternative di energia rispetto a quella atomica, bocciata in Italia col referendum del dopo Chernobyl. Se nel mese di gennaio a Maenza una combriccola familiare è stata accusata dagli inquirenti di essersi dedicata scientemente al sabotaggio e all’incendio di aziende per la fornitura di materia prima rispetto alle centrali a biogas che dovranno sorgere sul territorio, alla Chiesuola, invece, il Comitato No biogas è passato subito all’offensiva, reclamizzando l’assenza di bandiere politiche, e cercando conforto nei mass media. Il comitato nella sua azione critica non usa fronzoli e accusa la cordata di imprenditori

In attesa di registrazione presso il Tribunale di Latina Direttore Gian Luca Campagna Grafica e impaginazione Roberto Righetti, Giuseppe Cesaro In redazione Alessandro Zaffarano, Alberto Reggiani, Claudia Mastracco, Daniela Novelli, Roberta Colazingari, Patricia Saurini, Gianluca Amodio, Marco Nardi, Marco Fiorito, Lino De Rosa, Riccardo Angelo Colabattista, Silvia Petrianni, Luca Morazzano, Fabrizio Lucidi, Simona Serino, Alessia Bulgarelli, Annalisa Marcello, Giampaolo Proia, Alessandro Vizzino, Marco Bocciati, Claudio Mascagni, Giampaolo Proia Edizioni CNS srl Redazione Via Milazzo, 4 – Latina . redazione@ilgiornaledilatina.it www.ilgiornaledilatina.it Per la pubblicità 3279713164 Stampa Litosud – Roma

Il j’accuse del deputato Pernarella e Libralato Il primo j’accuse sul nuovo impianto a Borgo Bainsizza è pervenuto dal deputato regionale M5S Gaia Pernarella, subito fatto rimbalzare sulla stampa dal solerte ambientalista Giorgio Libralato, convinto della «gestione sbagliata del ciclo dei rifiuti».

che sta finanziando l’attività di voler «distruggere le nostre campagne e le nostre colture, cambiando la qualità della vita dei cittadini». Una controffensiva rispetto all’iter burocratico che sta se-

guendo l’impresa che non ha lasciato indifferente il Palazzo, tant’è che il sindaco Giovanni Di Giorgi è stato costretto a prendere una posizione ufficiale attraverso una nota che chiarisce alcuni passaggi. Innanzitutto che c’è la reale possibilità dell’erezione di una nuova centrale a biogas sul territorio di Latina (l’altra è nella vicina Borgo Bainsizza, a due passi dalla discarica di Montello, nata due anni fa per mano del gruppo Esco Lazio). «L’azienda in questione non ha presentato tutta la documentazione richiesta –ha dichiarato il sindaco-. Manca, in particolare, la polizza fideiussoria necessaria a garantire anche il costo di dismissione dell’impianto, che ha una vita di circa 20 anni. Il progetto presenta inoltre altre criticità legate all’impatto ambientale, tra cui problemi di viabilità, visto che nella zona arriveranno molti tir per trasportare i materiali per

alimentare la centrale». E non è certo un caso che il sindaco ha convocato per martedì 1° aprile (la data già mette i brividi), alle 12, una conferenza dei servizi interna per tutti i necessari approfondimenti, a cui parteciperanno i dirigenti del Comune di Latina. Ma l’azione da parte del Comitato No Biogas è appena cominciata, dato che «diversamente da quanto dichiarato dal rappresentante della centrale a biogas di Borgo Bainsizza, a noi risultano numerose proteste, richieste, comunicazioni dei cittadini residenti nell’adiacenza della stessa centrale di Borgo Bainsizza». È evidente in questo contesto, fanno sapere dal Comitato «che le capacità di biomasse per alimentazioni di centrali a biogas e biomasse in provincia indicate nel piano energetico provinciale è notevolmente inferiore a quelle richieste dai vari progetti e impianti».

Le centrali a biogas L’azione di una centrale a biogas abbraccia una miscela di vari tipi di gas causati dalla fermentazione batterica in anaerobiosi, cioè in assenza d’ossigeno, di un mix di residui organici provenienti da scarti vegetali, liquami zootecnici o fanghi di depurazione. Il gas prodotto attraverso questo processo viene utilizzato per la combustione in caldaie da riscaldamento o per produrre energia elettrica e calore


SABATO 29 MARZO

IN PRIMO PIANO STORIA DI UNA CENTRALE

A Borgo Bainsizza la prima centrale a biogas del Lazio

Come funziona una centrale a biogas?

la regione. E qui siamo a Borgo Bainsizza, che riprende il nome dell’altipiano calcareo boscoso oggi della Slovenia, a due passi da Gorizia, teatro durante la Grande Guerra dell’undicesima battaglia sul fiume Isonzo. È qui, in questa distesa pianeggiante, che la ESCO Lazio ha deciso nel 2007 di puntare a investire nel biogas, nel metodo di ricavare energia da fonti alternative, attraverso un mix di colture cerealicole (mais,

sulla linea dell’alta frequenza, esprimessero il coacervo di esperienze personali collegate alle biografie di chi le produce. Il web ha completamente stravolto il modo di fare informazione e comunicazione, bruciando nel giro di pochi minuti un fatto, una dichiarazione, un evento. Ma ha prodotto anche un danno irreversibile in nome di un consumo feroce della notizia: quello

dell’omologazione e della piattezza della notizia stessa, trattata alla stregua di un chiacchiericcio veloce, vecchia già dopo averla terminata di leggerla, senza un approfondimento reale e senza il sentimento di chi quella notizia la produce. Sarà nelle nostre intenzioni fornire un’informazione scevra da condizionamenti dettati da un gruppo di potere o da un colosso d’editore, bensì

lavorata da un team che crede in un’informazione libera e ‘poliglotta’ e che investe in una comunicazione idonea a veicolare idee e progetti. Leggere su carta stampata le notizie del giorno è solo un primo passo verso la realizzazione completa de Il Giornale di Latina. Domani, statene certi, da noi, sul web, la notizia si farà in quattro.

Nel 2012 la Esco Lazio concretizza il progetto nato cinque anni prima. Per produrre energia si bruciano mix di cereali e deiezioni animali

claudiomascagni8@libero.it

Le strade poderali sono quelle della bonifica. Qui le Paludi Pontine sono un pallido ricordo, sbiadito in qualche bar del centro, dove senti ancora la cantilena friulana o qualche intercalare veneto. È qui, alla periferia sud di Latina, nella terra che durante la redenzione della terra voluta dal regime fascista negli Anni 30, che sorge la prima centrale a biogas del-

Un motore navale che mangia sempre La pancia delle cisterne ha una necessità continua di consumo di insilati, non prevede nella sua personale dieta una pausa. È bandita, se deve produrre energia. Facile immaginare che il suo motore navale (20 cilindri, 1.440 cavalli, 1.500 giri, costo di 1 milione di euro, pausa ogni 7 anni) non si arresti mai, facile credere che le arterie stradali collegate con la centrale si intasino per il traffico di automezzi che trasportano mais e affini.

FILOSOFIE AZIENDALI triticale e sorgo), residui vegetali (derivante da cantine e frantoi come i sottoprodotti sansa e vinacce, più scarti ortofrutticoli) e deiezioni animali (escrementi di mucche e maiali). In questo luogo dove è possibile fotografare di tutto («avete mai sentito parlare di una fattoria che non si può fotografare?» ama ripetere il manager Lamberto Gravina), dove l’odore è più agrozootecnico piuttosto che industriale tout court, somiglia effettivamente in termini numerici a una fattoria con 8mila capi di mucche, «ma qui non si produce né latte nè carne ma energia». Nella filosofia aziendale c’è che la centrale si trasformi presto nella casa di tutti, un palazzo di cristallo e di trasparenza dove quello che avviene è in stretta simbiosi con i residenti. «L’obiettivo è far capire che la centrale è un valore aggiunto per il territorio e se ci sono momenti critici, come un fermo macchina o un periodo intenso di traffico dei camion oggi con un sms e una mail raggiungi chiunque abita nei paraggi per avvisarli» ha sempre precisato Lamberti. Già il traffico. Uno dei fattori controindicativi di una centrale a biomasse (280 in Italia, appena l’1% di aree disponibili occupate) è chiaramente la capacità di alimentazione: più si nutre più necessita di cibo, quindi di misto colture, e inevitabilmente di traffico di mezzi pesanti che intasano le strade e le carreggiate periferiche, forse messe già a dura prova dal traffico degli anni precedenti.

Se rifiata l’agricoltura resta l’incognita dei miasmi e del traffico di mezzi pesanti

di Claudio Mascagni

Diversamente dall’energia eolica e solare la generazione di biogas non dipende da fattori climatici, tant’è che in molti ambiti essa viene definita una fonte di energia affidabile. Ma come funziona una centrale a biogas (e quella di Bainsizza nello specifico)? In poche parole, dalla digestione anaerobica (fermentazione) delle biomasse e delle deiezioni animali si produce un gas ad alta frazione di metano (appunto il biogas), utilizzato poi per produrre energia elettrica, che viene immessa nella rete nazionale; al contempo si produce anche energia termica. Non solo: il prodotto finale della digestione anaerobica delle biomasse agricole e delle deiezioni –chiamato digestato- è un ottimo ammendante agricolo, che verrà successivamente utilizzato per le coltivazioni dei terreni, comportando un’ulteriore riduzione delle emissioni di gas serra per il conseguente mancato utilizzo di fertilizzanti chimici. Quindi i rifiuti del rifiuto diventano, alla fine del ciclo, anche risorsa che si re-immette nel ciclo di produttività. Nella filosofia aziendale – ma del modo di concepire l’energia a biomasse- c’è il recupero di terreni lasciati da tempo incolti, rimettendo in moto un indotto economico e sociale nel modo agricolo, creando nuove opportunità sia per i proprietari terrieri sia per coltivatori, senza escludere tutte le altre attività connesse all’agricoltura.

segue dalla prima pagina

Quando la notizia è diretta Latina ha assistito in un passato nemmeno tanto lontano al fiorire di testate di carta stampata che hanno sfornato notizie come rosette e cercato di influenzare l’opinione pubblica, oggi invece la notizia corre sul web rimbalzando in un universo di copia e incolla senza identità come se ci fosse l’obbligo di inserire qualsiasi vagito di evento. Certo, Il Giornale di Latina è figlio della glo-

balizzazione e, a breve, lo sarà della trasformazione tecnologica, intanto resta figlio del territorio cui appartiene, cui seguirà le vicende dando voce ai protagonisti che le vivono, cercando di essere tra gli organi d’informazione una chiara voce fuori dal coro. Oggi i fatti sono comunicati a suo uso e consumo, in maniera veloce, noi vorremmo invece che le notizie, pur viaggiando

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Gian Luca Campagna


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PROVINCIA CRIMINALE

Una provincia sotto la morsa dei clan della camorra In aumento i sequestri e le confische alle organizzazioni criminali. Non è un caso se Libera ha scelto Latina il 22 marzo e marciato per le sue strade in ricordo delle vittime di Gian Luca Campagna

L’azione dell’ABeCOL

gianlucacampagna@libero.it

Il territorio della provincia si conferma appetibile per il crimine organizzato. Sotto ogni profilo. Lo dicono i numeri, gli arresti, i sequestri, le confische, le latitanze. Se il 22 marzo scorso l’associazione Libera ha scelto Latina per ospitare la XIX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle vittime delle mafie, ci dovrà pur essere stato un motivo. Latina resta territorio sensibile, è terra

In questo contesto non è un caso che l’ABeCOL (Agenzia regionale per i beni confiscati alle organizzazioni criminali del Lazio) ha visto crescere il suo peso e il lavoro nell’indire i bandi per affidare per venti anni gli immobili sequestrati e poi confiscati dallo Stato. L’l’ABECOL si pone quale strumento di assistenza tecnica e partenariato istituzionale per il concreto riutilizzo dei beni confiscati, per garantire pubblicità e trasparenza.

di frontiera, una cerniera naturale tra un hinterland

romano violento e una Campania che esporta un modus operandi chiaro e delineato. Se però davanti alle nuove strategie dei clan criminali si assiste alla longa manus che afferra ogni comparto eco-

nomico, c’è anche il proliferare di una delinquenza spicciola che si rifugia nel mercato della droga e della prostituzione, che sul territorio pontino vede continui interventi da parte delle forze dell’ordine

con azioni spesso congiunte. Nel 2013 l’anno giudiziario si era aperto col presidente della Corte d’Appello, Giorgio Santacroce, che con estrema amarezza aveva illustrato l’incisività delle infiltrazioni camorristiche nel territorio provinciale, cui fanno fronte un numero esiguo di sentinelle della legalità, come i 30 magistrati invece dei 41 previsti. Non è un caso che dai dati diffusi dall’Osservatorio sulla legalità emerge che Latina è uno dei territori in cui si sono registrati più provvedimenti di sequestri e confische nel 2012, col 2013 che snocciola dati inquietanti: 253 sono i beni finiti sotto sequestro, 123 i provvedimenti emessi dai tribunali inerenti le confische, per un complessivo valore di 280 milioni di euro di valore.

La mappa della divisione territoriale La mappa dei clan criminali è chiara in provincia: nel Nord operava il clan Schiavone e Noviello; nella piana di Fondi comandava la ‘ndrina dei Tripodo; il clan dei Mallardo operava nel sud e capoluogo, soprattutto nell’edilizia; il gruppo Licciardi operava al centro orbitando in diversi settori commerciali.

Clan Schiavone

Clan Tripodo

Clan Mallardo e Licciardi

Nel Nord della provincia ha operato il clan Schiavone e Noviello. Oggi l’ex boss Carmine Schiavone rivela segreti sui rifiuti tossici.

Prima dell’operazione Damasco nella piana di Fondi comandava la ‘ndrina dei Tripodo, legata ai traffici e al commercio del Mof.

Il clan Mallardo operava nel sud e capoluogo, soprattutto nell’edilizia; il gruppo Licciardi operava al centro in diversi settori commerciali.


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PROVINCIA CRIMINALE

I crimini ai danni dell’ambiente Sui crimini che abbracciano l’ambiente i dati diffusi da Legambiente nel dossier Mare Monstrum parla di 2,9 infrazioni ogni chilometro di costa laziale, per un totale di 1.050 reati con un incremento del 59,3% nel 2012: la cementificazione è selvaggia lungo le spiagge pontine con conseguente distruzione dell’ambiente, soprattutto nella zona della Riviera d’Ulisse.

Da Arancia Meccanica a Romanzo criminale il passo è diretto Cresce il numero di ragazzi che si uniscono in bande violente. Il caso relativo all’omicidio di Matteo Vaccaro resta l’esempio più clamoroso insieme alle lotte tra gang rivali di Marco Bocciati marcobocciati@libero.it

Latina è una città violenta, specchio delle azioni dei suoi figli. Lo dicono i fatti, tutti ossessivamente uguali e ripetuti. Il territorio pontino si è lasciato alle spalle un 2013 inquietante. E se un processo si è chiuso durante il solleone attraverso la condanna di 6 ragazzi accusati per l’omicidio di Matteo Vaccaro, a febbraio 2014 si è chiuso il processo Caronte (figlio di quello Andromeda), che ha respinto l’accusa che i Di Silvio siano

I reati in provincia Nel rapporto Eures 2013 che monitorizza lo stato della criminalità nei territori, Latina risulta la prima provincia laziale (dopo la Capitale): 17,5 reati ogni 100mila abitanti, totale di 3.028 reati (+22,3% rispetto al 2012); boom di furti nelle abitazioni (1 furto ogni 3 minuti) e delle rapine nei negozi più aumento di scippi (15,2 ogni 10mila abitanti), divenuti presto i nuovi bancomat per ogni genere di balordi, con conseguente calo di rapine a uffici postali e istituti di credito. In crescita costante anche il reato di stalking: una vittima al giorno è il dato impressionante registrato dalla Questura e dalla Cimarrusti, con aumenti vertiginosi nella stagione estiva.

un clan, facendo venire meno diversi capi d’imputazione agli accusati, all’indomani della sintesi della guerra tra bande criminali che è esplosa nel 2010 nel capoluogo per il controllo del mercato del-

la droga e del prestito a strozzo, forse partita con l’assassinio di Fernando il bello. Ma è l’escalation di violenza, per come è perpetrata a suscitare riflessioni. E tutto ruota attorno all’emulazione, come l’ar-

resto del capo di una rete di uno spacciatore a Fondi detto Il Libanese, in onore a uno dei protagonisti indiscussi della banda della Magliana; il processo al gruppo che ha decretato la morte e ucciso Matteo

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Vaccaro, con tutti i suoi strascichi, le polemiche, la latitanza di Paolo Peruzzi e l’Appello fissato a Roma il prossimo 15 maggio proprio davanti al giudice, Giancarlo De Cataldo, che deve il suo successo letterario a ‘Romanzo criminale’, storia legata proprio alla banda della Magliana; la gang di delinquenti, anche loro giovanissimi, che ha imperversato per un anno a Terracina e poi arrestata in toto nell’operazione Lupin. Per ultimo, in ordine cronologico, la violenza inaudita dell’esecuzione di Nicolas Giuroiu, 28enne romeno ucciso a colpi di pistola da due 18enni, Adrian Ginga e Manuel Ranieri, aiutati dal fratello 15enne, per storie legate al rmondo della prostituzione. Da Arancia Meccanica a Romanzo criminale il collegamento è diretto.

Omicidio Vaccaro

Omicidio Giuroiu

Incendi dolosi a Maenza

Condanne dure ai 6 giovanissimi per il delitto di Matteo Vaccaro. Il prossimo 15 maggio è previsto l’Appello a Roma.

Il 14 marzo è ritrovato il 28enne Nicolas Giuroiu, ucciso a colpi di pistola da due 18enni, Adrian Ginga e Manuel Ranieri più un minore.

A febbraio arrestati i tre Risi, Mauro, Giovanni e Mirko, padre, figlio e nipote, accusati di 4 incendi ai danni di aziende in zona Farneto.


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LATINA CRIMINALE

Latina città libera per un giorno Il 22 in 100mila con Don Ciotti di Simona Serino simoserino@gmail.com

Latina è passata agli onori della cronaca sabato 22 per un evento nobile in ogni suo aspetto, e si è unita, insieme a migliaia di cittadini provenienti da tutta Italia, con Don Ciotti e la sua associazione Libera per gridare un forte e chiaro “NO ALLE MAFIE”. Centomila persone per un grido che è suonato ancora più forte perché partito da un territorio, questo nostro, che in un paio di anni ha registrato ben tre attacchi intimidatori proprio al Villaggio della Legalità di Libera a Borgo Sabotino. Un territorio che

DON BOSCHIN Il coraggio della verità, ricordare l’omicidio di Don Cesare Le dichiarazioni del pentito Schiavone per Don Ciotti non hanno aggiunto novità: “Sono vent’anni che si sapeva. Cesare Boschin, ucciso e incaprettato nella chiesa vicino la discarica di Montello, dalla sua finestra vedeva giorno e notte quei camion che andavano avanti e indietro, e guarda caso che adesso si è scoperto che lì sotto ci sono bidoni di rifiuti altamente tossici”.

ADESSO C’è un mondo giovanile che aspetta Non lesina parole che scuotono l’anima e la politica, Don Ciotti, e incalza: “Abbiamo 9 milioni di persone che vivono alla soglia di povertà relativa, 5 milioni che vivono nella povertà assoluta, 7 milioni che vivono il disagio lavorativo, e il 42% è un mondo giovanile che aspetta. Noi dobbiamo costruire queste politiche: lotta alla violenza criminale e mafiosa vuol dire questo. Vuol dire basta alle forme di evasione fiscale, le forme di illegalità, alla corruzione che è alla base di tutto, abbiamo bisogno di leggi chiare e categoriche. Vuol dire mettere la Magistratura in grado di operare, le forze di Polizia.”

ha sempre vestito l’imbarazzo di quel “no” troppo debole, poco incisivo, e a volte addirittura ambiguo, alle infiltrazioni mafiose. E lo dice chiaramente Don Ciotti, uomo instancabile con il cuore pieno di speranza per il futuro e lo sguardo lucido rivolto al presente, “siamo a Latina per affetto, per chiedere verità per Don Cesare Boschin e tanti altri, e perché questa non è più una terra di confine. Le mafie non sono solo infiltrate, ma sono presenti con forme e modalità diverse “, e allora pesano ancora di più quelle assenze di chi, in passato, era invece in prima linea a urlare all’indirizzo dell’allora Prefetto Frattasi che “a parlare di infiltrazioni mafiose nel territorio, sono pezzi deviati dello Stato”. Don Ciotti denuncia, chiede, sprona, commuove, ma soprattutto unisce e convince, parla alle coscienze con coscienza: “Ci sono nella politica persone pulite, serie, come ci sono ancora oggi tante persone che si girano dall’altra parte, oppure che non fanno nulla. Noi abbiam bisogno di cose concrete, di politiche sociali.”

IL PUNTO

Tante istituzioni nazionali Alla partenza in via Isonzo c’è l’onorevole Rosy Bindi

I GRANDI ASSENTI In testa al corteo il Prefetto D’Acunto, il Questore Intini, i Comandanti De Chiara, Reccia, D’Angelo, il Sindaco Di Giorgi, i senatori locali Amici, Moscardelli, Vacciano, i Consiglieri regionali e comunali. C’erano, e ci dovevano essere tutti. Spicca l’assenza del Presidente f.f. della Provincia di Latina, Salvatore De Monaco. Curiosa quella di Armando Cusani, che proprio in questa occasione ha rispettato la sua sospensione dalle cariche pubbliche, nonostante non disdegni alcuna occasione di visibilità utile alla sua campagna elettorale per le prossime europee. Assente anche il numero uno del suo partito e membro della Commissione parlamentare antimafia, il senatore FI Claudio Fazzone.

La Presidente della Commissione antimafia: “È chiaro che oggi siamo tutti più forti, più responsabili, e devo dire che confidiamo anche nella richiesta di conversione che ha fatto il Papa nei confronti delle donne e degli uomini della mafia e a tutta la società italiana.”

«Bisogna dire di no con forza» Piccole e grandi speranze nella giornata di Libera “I mafiosi sono forti perché c’è sempre qualcuno che si gira dall’altra parte, qualcuno che nega che esistano, c’è qualcuno che pensa che ci può fare affari, che ci possa convivere...si deve dire di no con grande forza, e se da queste giornate c’è una persona in più che vuole lottare contro le mafie, è già un grande risultato.”


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LATINA CRIMINALE

La mafia? Un problema culturale, non soltanto criminale La crisi attuale è economica nei fatti, ma sociale nelle premesse: senza la ricerca della verità non si riuscirà mai a trovare giustizia di Simona Serino simoserino@gmail.com

Camminano in 100mila, tutti insieme, studenti, famigliari delle vittime, cittadini, istituzioni, accorsi con pullman, treni, auto, biciclette per marciare accanto a Libera e all’Associazione Avviso Pubblico presieduta da Roberto Montà e onorare la memoria delle 900 vittime di tutte le mafie e i 351, tra funzionari della PA e rappresentanti politici, bersagli di intimidazioni mafiose nel solo 2013, in questa XIX Giornata Nazionale della Memoria e del Ricordo. Una forza incredibile emerge dai volti dei familiari che sfilano con striscioni, cartelli, magliette con sopra stampati nomi e facce di chi ha pagato con la vita il proprio personale attacco alla mafia, che spesso è stato resistere, non sottostare, non cedere alla paura. «Il 70% di loro, ad oggi ancora non conosce la verità. Chiediamo che la politica decreti per legge che il 21 marzo sia la giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie», questo chiede a gran voce Don Luigi Ciotti, dal palco di Piazza del Popolo ali-

La denuncia di Don Ciotti: le mafie sono un problema sociale e culturale, non soltanto di natura criminale «Libera non ha etichette e colori, Libera sta dalla parte della verità e della legalità. Loro sono bravi, tocca a noi rispondere con più coraggio. Non basta indignarsi, dobbiamo restituire dignità alla democrazia, al lavoro, alla giustizia». Il passaggio più bello è quello conclusivo: «Le mafie sono un problema sociale e culturale, non solo criminale. Manca il coraggio di osare».

mentato dalle gambe dei 100 volontari che pedalano senza sosta. Il Presidente nazionale di Libera, il sacerdote dalla statura normale che sembra un gigante per la sua levatura morale, è il leader carismatico di questo impressionante fiume di persone, c’è un’infinita schiera di studenti di tutte le età che hanno dimostrato, dall’i-

nizio alla fine, di sentire appieno il senso della manifestazione, storie di vite che hanno percorso centinaia di chilometri per testimoniare insieme a lui, per accompagnarlo, e ascoltare in un assordante e questo sì, religioso, silenzio, quel drammatico bollettino di guerra, purtroppo incompleto. 900 vite spezzate dalle mafie,

dal 1893 ad oggi. Sul palco si alternano familiari delle vittime, istituzioni, forze dell’ordine e sindacati, politici e magistrati, mettendo ciascuno una parte di sé, per ricordare, con la sola presenza, alla società e alla politica che la mafia è ancora troppo forte. Lo ricorda Don Ciotti: «Oggi più che mai le mafie sono forti, ma è cresciuta anche la consapevolezza di migliaia di cittadini. Se fosse solo un problema di carattere criminale, basterebbe il lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine. E allora vuol dire che è un problema di lavoro, di casa, è un problema di lotte e di uguaglianze, di povertà, di scuola, di sostegno alle famiglie, un problema di politiche sociali». Un lungo discorso quello di Don Ciotti, che sceglie di aprire con le parole del Papa: «Sono state molto chiare: piangete e convertitevi, dette a voi familiari ma rivolte agli assenti, ai mafiosi. Lo ha detto anche alla Chiesa: basta timidezze, basta deleghe, ci vuole coraggio per saldare la terra con il cielo. E arrivare alla giustizia. Ma non c’è giustizia senza verità». Quindi l’attacco agli ipocriti “Abbiamo parole malate, stanche, retoriche. Tra queste, legalità».

Il prefetto D’Acunto e il presidente Grasso uniti contro la mafia Il presidente del Senato: «Nella riforma della giustizia si ricordi che la lotta urgente è contro l’economia criminale». Profonda commozione tra tutte le istituzioni presenti lungo il percorso di Simona Serino simoserino@gmail.com

Riesce a darci una battuta il Prefetto di Latina: «Roma e Caserta, un corridoio importante e deve diventare sempre di più un corridoio di legalità, rafforzare questo sentimento di legalità soprattutto tra le giovani generazioni, questo è l’obiettivo che con le forze dell’ordine perseguiamo. Appena pochi istanti prima della stretta di mano col Presidente del Senato Piero Grasso. «Se siamo qua ha un significato ben preciso: portare

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Onora la madre, ecco le donne della ‘ndrangheta della Iantosca

«Piangete e convertitevi». Questo il messaggio lanciato qualche giorno prima da Papa Francesco

Solo una donna poteva scrivere un libro così sulle donne di mafia. E solo una giornalista come Angela Iantosca, 36enne di Latina, poteva dare alla stampa il primo testo sulle donne della ‘ndrangheta. Onora la madre è infatti il primo volume che racconta le vere dinamiche e le donne reali che vivono il mondo della criminalità organizzata calabrese. «Qualche anno fa conosco Don Aniello Manganiello, prete di Scampia, con cui intraprendo il primo viaggio in quella terra dei fuochi, nel quartiere Le Vele. Vedere con i miei occhi bambini spacciare la droga, ragazzi che guardano i genitori bucarsi, respirare quell’atmosfera surreale eppure così pregna di vita mi ha aperto un mondo. Ci sono tornata spesso, da sola, per parlare con le persone, con quelle donne, quelle mamme. Finché nel 2012 esce fuori la storia di Giuseppina Pesce di Rosarno, cosiddetta la postina. Lei è stata la prima donna a fare un po’ di luce sulle dinamiche interne alla ‘ndrangheta. Così da lì ho cominciato a intervistare quelle donne calabresi che, seppur in un contesto maschilista, perpetuano una società matriarcale. Loro non sparano, ma condividono la cultura della vendetta, e la richiedono, la cercano».

l’attenzione dello Stato in questo territorio. Abbiamo un Parlamento che ha all’esame alcune iniziative, il voto di scambio sta per essere calendarizzato alla Camera dopo essere stato approvato al Senato. Si parla di giustizia, e le cose più urgenti sono la lotta all’economia criminale, alla corruzione, all’evasione fiscale, al falso in bilancio, al riciclaggio. E accelerare la giustizia civile. Il programma è complesso e richiede interventi urgenti, a medio e lungo termine». Poi per un attimo, il Presidente del Senato esce dal suo ruolo di seconda carica dello Stato, la voce si inclina appena «...scusatemi ma, oggi è una giornata sempre particolare per me, perché ogni volta sento passare l’elenco di tante persone che rinnovano in me una commozione

profonda...» ma subito torna a parlare l’uomo delle Istituzioni, «...però anche la certezza che la commozione deve cedere il passo all’impegno nel continuare a cercare verità e giustizia, perché l’unica cosa per onorare tutti questi morti, è la ricerca della verità e le tante risposte che dobbiamo dare ai loro familiari». Il corteo, mentre prosegue la sua marcia verso piazza del Popolo, si completa di cittadini e di istituzioni: il Presidente della Commissione Europea Antimafia Sonia Alfano, il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, l’ex Procuratore di Torino Giancarlo Caselli, che ha guidato il pool antimafia di Palermo: «L’antimafia si fa anche e soprattutto con la cultura e con interventi di carattere sociale per la tutela dei diritti dei cittadini».

Da Peppino Impastato alle vittime d’oggi «900 vittime di tutte le mafie e i 351, tra funzionari della PA e rappresentanti politici».

La forte speranza di Don Ciotti «Oggi più che mai le mafie sono forti, ma è cresciuta anche la consapevolezza di migliaia di cittadini»..

L’anatema che viene da Papa Francesco


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SABATO 29 MARZO

IL CONSIGLIO COMUNALE

Centrodestra, cambiano gli equilibri in vista del voto europeo Periodo interlocutorio per i consiglieri comunali di Latina, non ancora pronti alla tornata elettorale del 25 maggio. C’è aria di cambiamenti e continue sorprese nell’attesa della notte dei lunghi coltelli di Daniela Novelli

Soglia di sbarramento, incontri frenetici tra UDC e NCD

danielanovelli1@libero.it

Nessun “centro di gravità permanente” per i consiglieri comunali pontini, che si apprestano a nuove riflessioni in vista delle consultazioni europee. I conti ovviamente si faranno a urne chiuse, cioè, dopo il 25 maggio, ma qualcuno sta già valutando nuovi posizionamenti centrati sulla sopravvivenza, tesi, manco a dirlo, al mantenimento del proprio status quo. “C’è grossa crisi”, direbbe Quelo (il personaggio nato dal-

la satira di Guzzanti), dall’alto, mutano i partiti all’improvviso, prima FI e AN, poi il PDL, infine di nuovo FI e Fratelli d’Italia- Alleanza Nazionale, cambiando, di fatto, le posizioni degli ignari locali, ritrovatisi, loro malgrado, a indossare troppo spesso una casacca non scelta. Gli ex AN hanno fatto scelte diverse; Palombo,

L’UDC a causa dei sondaggi negativi sempre più vicino al NCD. Per superare la soglia alle europee, le due sigle si preparano all’unione. I consiglieri Tiero e Catani eletti nel PDL ed ora aderenti al progetto di Alfano potrebbero vedere ampliare le loro fila con l’ingresso dell’unico consigliere UDC rimasto, Marco Fuoco, lasciato solo poco tempo fa da Anzalone che, abbandonato Casini, ha scelto di aderire a FI.

candidato nel PDL, è ora indipendente, ma nel tempo, non ha nascosto la sua amicizia con il senatore Augello. Altri, che avevano trovato rifugio nella lista civica “Città Nuove- Alleanza per La-

tina”, delusi dal passaggio della Polverini a FI, hanno preso altre strade. Bracchi, seguendo la scia di Alemanno, ha sposato il percorso FdI-AN; l’indipendente Chiarato, vista la recente delega assesso-

rile ad Agostino Mastrogiacomo, persona a lui vicina, sembra in procinto di entrare a far parte della stessa accogliente cerchia. E Bruni, che sperava di aderire a un progetto di ricostruzione di una “Destra” indipendente guidata da Storace, potrebbe cedere presto alle lusinghe dei “Fratelli”. Lo stesso Storace in vista delle europee, potrebbe abbracciare la causa dei FdI- AN, (in questo caso, al secondo posto, subito dopo la Meloni, sarebbe presente in tutte le circoscrizioni) e la sua eventuale elezione avrebbe delle ricadute locali: in Regione al suo posto, entrerebbe il consigliere comunale Nicola Calandrini, (ex FI, ex PDL, ora FdI-AN), che a sua volta, dimettendosi, garantirebbe l’ingresso nell’aula consiliare all’ex PDL Bruno Creo.

Stabilità forziste Le prossime europee riserveranno meno sorprese all’interno della rinata FI. I consiglieri PDL ritornati forzisti, nel complesso, risultano i più stabili. Dopo l’abbandono di Maietta e Calandrini, la new entry di Tripodi e Anzalone (aderenti alla componente Gramaziana), nulla sembra aver mutato gli equilibri della consolidata leadership fazzoniana. L’unica incognita potrebbe riguardare l’ indomabile Di Matteo.

Giovanni Di Giorgi

Raimondo Tiero

Alessandro Calvi

Il sindaco di Latina, eletto nelle fila di Fi, a gennaio è passato con Fratelli d’Italia, aderendo al movimento della sua mentore Giorgia Meloni.

Il fratello, Enrico, una volta pluriassessore e oggi leader del Nuovo centrodestra, lo ha coinvolto nel passaggio da Fi al nuovo organismo fondato dal ministro Alfano.

Una vita da mediano nelle fila degli azzurri. Oggi, Calvi è capogruppo in consiglio e si prepara a raccogliere l’eredità di Fazzone nella segreteria provinciale.

Le città come i sogni sono costruite di desideri... Italo Calvino


SABATO 29 MARZO

IL CONSIGLIO COMUNALE L’OPPOSIZIONE

Il PD in aula comunale. Il fortino rosso in consiglio A Latina tutta l’opposizione è racchiusa in un solo gruppo politico: il Partito Democratico Eppure la minoranza è lacerata da lotte intestine, derivate dallo scontro tra fan di Matteo Renzi e i contrari. Oltre a vecchie ruggini personali

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IL CAMALEONTE emarginato da chi simpatizza per Renzi e chiedeva, chiaramente, un partito non più Giorgio De Marchis dipendente. Tra coloro che si sono battuti per far decadere De Marchis e segnare un confine preciso tra una fronda e l’altra ci sono: Maurizio Mansutti, Alessandro Cozzolino (poi votato come nuovo capogruppo comunale), Marco Fioravante (rientrato nel partito dopo esser stato eletto con una Lista Civica), Enzo De Amicis e Aristide Carnevale. Tra i “ballerini” rimangono Nicoletta Zuliani (che firma la sfiducia a De Marchis

Da uno schieramento all’altro, il caso Patarini Cos’è la Destra, cos’è la Sinistra? La domanda, dopo Gaber, deve essersela posta anche il consigliere Maurizio Patarini, che, unico eletto nelle scorse amministrative nello schieramento di centrosinistra, all’interno della lista civica “Sì per Latina”, con una prova di funambolismo politico non indifferente, dopo un breve periodo di “indipendenza”, si è avvicinato alla lista di centro-destra che sosteneva il sindaco Di Giorgi, “Città NuoveAlleanza per Latina” (facente capo alla governatrice del Lazio, Renata Polverini) per ritornare, poco dopo, “indipendente” durante le elezioni regionali del 2013 e infine aderire al partito Fratelli d’ItaliaAlleanza Nazionale, diventandone anche un delegato nazionale. Tra le sue virtù non brilla di certo la coerenza ma gli va riconosciuta la capacità di non nascondersi dietro a contorsionismi dialettici.

Maurizio Patarini Eletto con la civica del senatore Moscardelli, è passato tra le fila della Polverini, poi ancora indipendente. Oggi ha sposato la causa dei FdI.

Alessandro Cozzolino di Riccardo Colabattista colabattista.riccardo@gmail.com

Tutta l’opposizione in un solo gruppo politico: il Partito Democratico. Una situazione che raramente si manifesta e che, molto spesso, spaventa la maggioranza. Ebbene sì, avere un’opposizione unica, compatta e con spirito battagliero vuol dire avere i bastoni fra le ruote in molte occasioni (sia in consiglio comunale che nelle commissioni). Quello che all’apparenza

Un ex sindaco all’opposizione Per il centrosinistra (quello vero) di Latina, mai andato al governo, avere tra i propri componenti un ex sindaco è un evento più che raro, unico. La figura di Maurizio Mansutti, oggi, rappresenta proprio questo. Era il 1993 quando, tra le file della Democrazia Cristiana, diviene primo cittadino per pochi mesi in piena Tangentopoli. L’avvocato classe ’55 corona la sua scalata dopo esser stato eletto consigliere comunale nel 1990 e aver preso la carica di assessore all’ambiente nel 1992, con Mario Romagnoli (DC) sindaco. Oggi, all’interno del Pd, rappresenta l’ala centrista (ex Margherita) vicina al senatore Moscardelli.

potrebbe sembrare un fortino “rosso” presente nei banchi dell’opposizione in concreto è un partito diviso, frastagliato e ammorbidito da amicizie e antipatie ataviche. L’ultimo tema di scontro è tra i pro Renzi e chi sta contro il nuovo premier. A farne le spese è stato Giorgio De Marchis, defenestrato da capogruppo al consiglio comunale. Fedele a De Marchis sono rimasti Fabrizio Porcari e Fabrizio Mattioli. Questi tre formano un primo “gruppetto”

ma gli chiede scusa) e Omar Sarubbo (che si dimette da presidente della commissione Trasparenza ma poi accetta un riavvicinamento alla sponda renziana con la sua stessa rielezione all’unanimità).

È lui il nuovo capogruppo del consiglio comunale (nonché il più giovane) dopo che Giorgio De Marchis è stato messo in minoranza.

Marco Fioravante Candidato con la civica de Il Patto, l’ingegner Fioravanti ha voltato le spalle ai suoi sostenitori e abbracciato la causa del centrosinistra.



SABATO 29 MARZO

CRONACA

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Tre rumeni finiscono in A fuoco l’ex bar del mercato del martedì manette per prostituzione Ben radicati nel territorio, si spartivano gli incassi delle loro connazionali e anche le aree per adescare i migliori clienti

Vigili del Fuoco al lavoro alle 2 di notte tra fiamme e odore acre di fumo Il locale, abbandonato da tempo, negli anni è diventato rifugio preferito di sbandati e senza tetto che ci vivevano in condizioni disumane roberta.colazingari@tin.it

Heart hour Anche il Comune di Latina ha spento le luci del Palazzo Comunale aderendo alla manifestazione di mobilitazione globale “Earth Hour” (Ora delle Terra) voluta dal WWF. Un gesto simbolico, quello di spegnere le luci per un’ora, che ha coinvolto l’umanità. Un’azione concreta per un futuro sostenibile e per vincere la sfida dei cambiamenti climatici.

La mente, “Razvan”, della banda criminale Ionut Costantin, che nel giro si faceva chiamare “Razvan” era al vertice del prospero sodalizio criminale in terra pontina.

di Roberta Colazingari

Notte di lavoro per i Vigili del Fuoco di Latina, squadra 1^ A, che sono dovuti intervenire per domare un incendio divampato ai danni dei locali di quello che una volta era il bar del mercato settimanale di via Rossetti. Secondo i primi accertamenti della Polizia le fiamme, nel locale di circa 100 metri, si sono sprigionate intorno alle 2 di sabato mattina. Per spegnere l’incendio i Vigili del Fuoco hanno dovuto lavorare fino all’alba. Ora la struttura è completamente inagibile. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti sembra che l’incendio sia stato appiccato da qualcuno che viveva all’interno. La struttura, infatti, è da tempo in disuso e frequentata da sbandati e senzatetto che la usano come riparo per la notte. Ben visibili sono sia

di Grazia Izzo

La struttura è abbandonata da anni Non è la prima volta. Gli abitanti della zona da tempo hanno segnalato lo stato di abbandono in cui da anni versa la struttura.

all’interno che all’esterno resti di mobili, suppellettili, materassi, abiti usati e altro materiale, che testimoniano la presenza umana. Le indagini da parte degli uomini della Polizia proseguono per accertare le vere cause dell’incendio.

Rapina, estorsione e sfruttamento della prostituzione i reati contestati ad un gruppo criminale sgominato dalla Squadra Mobile di Latina. Le manette sono scattate per Stefan Liviu Nica detto “Libarca”, cittadino rumeno 21enne, per aver costretto alcune sue concittadine a prostituirsi a Latina e ad Aprilia. L’uomo era irreperibile dal 2011 quando il Sostituto Procuratore dott.ssa Daria Monsurrò aveva emesso la misura cautelare nei suoi confronti. La Polizia, con la collaborazione dell’Interpol, lo ha rintracciato nel Regno Unito, ottenendone l’estradizione. Dalla sua cattura è emersa la presenza sul nostro territorio di un gruppo criminale di nazionalità rumena, composto dallo stesso Nica e da Cornel Costantin alias “Aramis” e Ionut Costantin alias “Razvan”. I tre minacciavano con violenze fisiche le connazionali e le avviavano alla prostituzione. L’attività di sfruttamento è venuta fuori grazie alla denuncia di una delle donne ed è stata documentata dai poliziotti attraverso foto e filmati. Tutti i guadagni delle sfortunate finivano per intero nelle tasche dei tre aguzzini ora in carcere.

Gli altri due complici, “Libarca” e “Aramis” Stefan Liviu Nica e Cornel Constantin completano il gruppo, che si spartiva anche le aree per adescare i migliori clienti.

L’ipotesi tragica della bravata per la morte dei due ragazzi dopo il MakP100 Spunta la testimonianza di una signora che avrebbe confidato di aver assistito a una gara tra il Doblò e una Peugeot. Se l’ipotesi dovesse essere confermata l’accusa è di omicidio colposo. Indaga la Procura di Luca Morazzano lucamorazzano@tiscali.it

Al danno pare aggiungersi la beffa per il tragico epilogo delle vite di Gabriele e Kumar, i due ragazzi morti in un incidente stradale il giorno del loro MakP 100. Tra le varie testimonianze raccolte dalla Procura, che ancora non ha archiviato l’indagine, spicca quella di una signora del luogo che racconta di aver assistito all’accaduto narrando di una gara. Oltre al Doblò su cui viaggiano i due ragazzi che hanno perso la vita

Gabriele Montefalco

Kumar Rakesh

L’11 marzo nei pressi di Borgo Carso, quando Gabriele Montefalco e Kumar Rakesh uscirono fuoristrada in un incidente che ha messo fine alle loro vite.

infatti, ci sarebbe stata un’altra auto, una Peugeot, che sfrecciava in quella che poteva sembrare una gara. Il che andrebbe a cambiare non solo gli scenari per gli investigatori, ma anche le fatalità dell’evento che da beffardo destino assume i toni della tragica bravata che ha trasformato per esibizionismo un giorno di festa in un lutto che ha scosso gli animi di un’intera città. Ovvio che, confermata l’ipotesi della gara, diventa fondamentale il ruolo del ragazzo che era alla guida dell’altra vettura.


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CRONACA

SAN FELICE CIRCEO

Calisi: «Posti lavoro ok, nessun licenziamento» Il Vicesindaco rassicura sull’agitazione dei dipendenti pubblici e polemizza con la poca elasticità dei sindacati ma la situazione resta delicata di Daniele Triolo daniele.triolo@live.it

Quando Gianni Petrucci divenne sindaco non immaginava che si sarebbe presto trovato alle prese con il dissesto finanziario. Uno dei problemi più urgenti da risolvere in città riguarda il ridimensionamento del personale in servizio. Il vice sindaco ed assessore al Personale Egidio Calisi ha spiegato: «I problemi del personale nascono dalla situazione di dissesto, ereditato dalla precedente amministrazione e non causato. E’ importante dare al più presto una risposta ai lavoratori. Il Comune ha seguito le norme di legge, che prevedono il rispetto di un certo coefficiente nell’ambito dei Comuni in dissesto –ha sottolineato Calisi-, il quale è fornito

direttamente dal Ministero dell’Interno ogni tre anni, ed è dato dal rapporto tra la popolazione residente in città ed il numero dei dipendenti comunali. Il risultato è che, per rientrare all’interno di tale coefficiente, il Comune può tenere al massimo 61 dipendenti, mentre attualmente in servizio ce ne sono 91». Quindi? Si mandano a casa 30 dipendenti e si risolve in un amen la questione? Non è proprio questa la strada che il Comune ha intrapreso. «In una situazione come questa, che sta facendo scuola in tutta Italia, giacché i Comuni in dissesto aumentano, proponemmo ai sindacati di passare tutto il personale da full time a part time. Loro ci bocciarono la proposta, perché volevano che rimanessero tutti i lavoratori a pieno

Progetto Comenius atto II, gli studenti di Sermoneta ricambiano l’ospitalità Un progetto scolastico, almeno quello, che unisce l’Europa attraverso gemellaggi e scambi di delegazioni di studenti dei vari paesi dell’unione. E’ il progetto Comenius che ha visto protagonista come meta ricettrice Sermoneta e la Scuola Secondaria di primo grado, forte di un finanziamento dall’Agenzia Nazionale Europea per partecipare con i propri studenti al programma di scambio “alla pari” con scuole di altre sette nazioni neocomunitarie. 50 alunni di Sermoneta hanno la possibilità di frequentare per una settimana le scuole di Portogallo, Gran Bretagna e Polonia. La prima delegazione, a novembre 2013 è stata ospite di Braga e Vilaverde in Portogallo. Ora è Sermoneta a ricambiare l’ospitalità. Tra le visite, sono stati ricevuti dal sindaco Giuseppina Giovannoli: «Sosteniamo questa esperienza, per formare i ragazzi a diventare cittadini d’Europa. Le diverse culture sono un arricchimento per i giovani, che devono aprirsi all’esterno, confrontarsi, dato che la diversità è un valore aggiunto». (Luca Mo.)

Sagra del carciofo fantasma A Sezze parte da oggi l’evento più sentito ma il campagnano resta un miraggio di Luca Morazzano lucamorazzano@tiscali.it

Come successo lo scorso anno, anche per l’edizione 2014 la sagra del carciofo (che si svolge a Sezze il 6 aprile) comincia con una settimana d’anticipo visto a Sezze Scalo. Ma ancora una volta rischia di essere la sagra di quello che non c’è. Dovendo lasciare spazio alla sagra di Cerveteri (cosa impensabile rispetto a qualche anno fa) in programma per il 13, ed essendoci dopo la settimana santa, anche quest’anno la sagra rischia di arrivare prima del carciofo, quello vero setino, conosciuto come campagnano. Purtroppo i vari allarmi lanciati nel corso degli anni dagli agricoltori sono rimasti inascoltati. La Coldiretti ha spesso richiamato l’attenzione su una coltivazione tipica che rischia di collassare (sono in diminuzione i terreni destinati alla

coltivazione del carciofo). Lo stesso presidente Vittorio Del Duca ha sottolineato che «ci vuole rigore. Il futuro della Sagra sta nelle qualità e

Il disciplinare Igp Le norme previste dal disciplinare per l’IGP (Indicazione Geografica Protetta) prevedono che i carciofi immessi sul mercato commercializzati in imballaggi sigillati, senza foglie e con massimo 10 centimetri di gambo.

nella garanzia di originalità del Carciofo di Sezze, che deve essere prodotto nel campo setino secondo la tradizione». Eppure è un proliferare, avvicinandosi a Sezze, di venditori di carciofi non setini, senza che nessuno muova un dito. Per loro le regole non valgono. «Commercialmente, per noi agricoltori il marchio IGP per il Carciofo Romanesco del Lazio è stato più un limite che un’occasione di rilancio, coi clienti alla fine insoddisfatti» riprende Del Duca.

regime, e ci chiesero di portare in Ministero tale controproposta. Ovviamente, respinta, perché illegittima. Nel frattempo, ci siamo dovuti difendere davanti al Giudice del Lavoro per le istanze mosse da qualche dipendente: i sindacati hanno anche provato a smuoverli in massa, ma non sono stati seguiti come speravano. Noi siamo andati avanti, abbiamo stabilito una graduatoria provvisoria per stabilire gli esuberi, con dei criteri di valutazione sui quali avevamo anche chiesto lumi agli stessi sindacati, senza ottenere risposta, eccezion fatta per il ‘sì’ alla nostra prima proposta sul part time». Il Comune ha inviato tutto al Ministero dell’Interno, ed è in attesa di una risposta. «A differenza di quanto si può percepire dall’esterno, nessuno perderà il lavoro. Qualcuno andrà in pensione, altre in pre-pensionamento, altre ancora saranno assorbite nella pianta del personale dei Comuni limitrofi: il peggio che può accadere ai lavoratori è cambiare il luogo di lavoro».

Verso il voto, Maenza pronta Fatte le primarie, si è compiuto solo il primo passo verso le elezioni che dopo due mandati targati Francesco Mastracci, eleggeranno il nuovo primo cittadino di Maenza. Claudio Sperduti si è imposto con largo margine su Paola Cacciotti nelle consultazioni di centrosinistra che hanno stabilito il candidato sostenuto da PD, SeL, PSI, Movimento per Maenza e Maenza per Maenza. Alcune tensioni maturate durante l’ultimo periodo della tornata elettorale però rischiano di rovinare l’idillio scaturito dal dato di affluenza, circa 800 votanti, che rappresenta una spinta non indifferente. L’antagonista Cacciotti infatti, rimasta interdetta davanti all’atteggiamento del PD, non dà per scontato il suo appoggio e con essa potrebbero andare via i suoi 300. Con numeri ridimensionati, riprende quota la parte che fa riferimento all’attuale maggioranza, ancora alla ricerca di un suo candidato.


SABATO 29 MARZO

CRONACA

Cisterna, è totocaos per il nuovo sindaco Se FI non conferma l’uscente Merolla, si assiste a un poutpourri con Paolo Panfili candidato, che proprio oggi ha sciolto le riserve personali di Daniela Del Giovine danieladelgiovine@gmail.com

Prendete il maggior partito di centrosinistra, unitelo a delle liste formate da ex An con un candidato a sindaco dell’Udc. L’inedita ricetta per le prossime amministrative è servita. «Siamo orgogliosi di avere finalmente superato vecchi steccati ideologici –dichiara il consigliere provinciale dell’Udc Paolo Panfili-. A Cisterna è nata una classe dirigente che ha preso coscienza che si può fare politica per la propria città, pur avendo una storia diversa». La particolare coalizione è formata dal Pd del segretario Elisa Giorgi, l’Italia dei Valori del segretario Carlo Buonincontro, la lista l’Altra faccia della politica di Daniela Calcabrini, dell’ex vicesindaco Massimo Rosina e del consigliere comunale Gino Cece,

Un candidato. Paolo Panfili Cresciuto nella Dc, concorre come consigliere provinciale tra le fila di Fi; poi, passa con l’Udc e viene eletto per quattro consiliature in Provincia. Dal 2004 al 2009 è stato assessore al marketing.

L’attuale sindaco. Antonello Merolla Entra in politica nella Dc. Nel 2009 è assessore al commercio nella giunta Carturan. È proprio l’ex sindaco a proporlo nel 2009, quando vince al primo turno. Ma oggi Forza Italia candida Cirilli.

con l’adesione di altre tre liste civiche che fanno capo a Giancarlo Bisogno e Lino Del Prete. Tra i candidati a sindaco c’è anche Paolo Panfili, esponente politico provinciale dell’Udc, che vede però il suo partito impegnato in un’alleanza con Forza Italia e con l’avvocato Antonio Cirilli candidato a sindaco. «Certo, dopo che in provincia hanno cacciato due assessori dell’Udc, trovo disdicevole che il mio partito appoggi Forza Italia» rincara la dose Panfili. Da rilevare che, l’avvocato Cirilli, a sorpresa, ha scalzato il sindaco uscente di Forza Italia, Antonello Merolla. «Non ho mai condiviso nulla con Merolla -chiosa Panfili-, penso però che per prassi dovrebbe essere ricandidato il sindaco uscente. Sigolare che siano stati i suoi consiglieri a esautorarlo».

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Aprilia, polemica per il tavolo Tari

M5S, firme contro l’antenna mobile

Abbiamo appena finito di pagare le temutissime tasse che scadono ad inizio anno che ecco si comincia a parlare delle nuove. Non potrebbe essere altrimenti visto che le continue riforme in materia fiscale impongono di continuo nuove scadenze, nuove metodologie e addirittura nuove tassazioni. È il caso della TARI che prenderà il posto della TARES in materia di rifiuti. Ad Aprilia, per cercare di fare chiarezza i consiglieri di opposizione Vincenzo Giovannini, capogruppo consiliare Partito Democratico, Monica Tomassetti dello stesso gruppo e Carmen Porcelli, consigliere di Sel, FdS e Liste Primavera, chiedono un tavolo di concertazione con le aziende e le associazioni di rappresentanza. Con la proposta di deliberazione presentata, il centrosinistra chiede l’istituzione di un tavolo di concertazione per definire i presupposti della nuova TARI che sia in grado di assicurare riduzione del carico fiscale nel rispetto dei criteri di efficienza, individuazione inequivocabile delle superfici assoggettate a tassazione, casistica specifica di presenza di una formazione prevalente e continuativa di rifiuti speciali, azioni e i documenti necessari per dimostrare il recupero dei rifiuti, semplificazione delle procedure per l’accesso alle agevolazioni ed esenzioni regolamentari, definizione dei presupposti per favorire una maggiore correlazione tra l’entità del tributo dovuto con il quantitativo dei rifiuti prodotti ed avviati a smaltimento.

Quante firme riusciranno a raccogliere i delegati del Movimento 5 Stelle di Aprilia contro la nuova, ennesima, installazione delle Antenne di Radio Telefonia Mobile? Bisognerà attendere l’esito del week end per saperlo visto che proprio in questi giorni gli attivisti di Movimento5StelleAprilia.it saranno presenti al parcheggio di via delle Margherite di fronte al Centro Sada / CRAL con un gazebo informativo per continuare la raccolta popolare di firme finalizzate proprio alla richiesta di rimozione della SRB di telefonia mobile che sta per essere attivata e per divulgare le informazioni che arrivano direttamente dai loro parlamentari e rappresentanti regionali come la proposta di Legge n° 1631 portata avantidall’on. Crippa, che ha come cofirmatari gli onorevoli Liuzzi, Dell’Orco, Catalano, Busto, De Lorenzis, con lo scopo di salvaguardare il principio di tutela della popolazione dall’esposizione ai campi elettromagnetici.



SABATO 29 MARZO

ECONOMIA

300 giorni in assemblea: il caso della Scm Dopo la cassa integrazione 62 lavoratori rivendicano il proprio posto di lavoro. La lotta è iniziata il 31 maggio 2013 nell’azienda di Tor Tre Ponti

Tribunale di Latina di un curatore fallimentare, ha permesso la pubblicazione di alcuni bandi di gara per l’affitto del sito che, tuttavia sino ad oggi, non hanno trovato positive rispondenze. I lavoratori non hanno desistito e

LOTTA OPERAIA

di Claudio Mascagni claudiomascagni8@libero.it

Dura ormai da trecento giorni l’assemblea permanente dei lavoratori della SCM di Latina Scalo all’interno dell’azienda. Una lotta iniziata il 31 maggio del 2013 dopo che la società affittuaria del sito, la Cosmopharma srl, aveva deciso di mettere in cassa integrazione straordinaria tutti e 62 i lavoratori della ex Gambro lasciando al lavoro 12 suoi dipendenti oltre ad alcuni componenti di cooperative. Un gesto considerato estremamente lesivo dai

Rosa Giancola, pasionaria in Regione

vecchi lavoratori che temevano, alla fine della cassa integrazione, il passaggio diretto in mobilità e quindi l’estromissione definitiva dal loro posto di lavoro. Da qui la decisione dei lavoratori di portare avanti

una battaglia che portasse nel sito un imprenditore “vero”, in grado di rilevare lo stabilimento e fare seria occupazione a fronte di un piano industriale concreto e di prospettive per il futuro. La nomina da parte del

Il nuovo disciplinare degli agriturismi in fiera La Regione presenta un nuovo modo di fare turismo con un’APP. Il presidente Zingaretti invita gli imprenditori a non fare i canguri. di Gian Luca Campagna gianlucacampagna@libero.it

L’idea principale, lanciata con schiettezza e fermezza, è quella che i laziali, gli imprenditori dell’agricoltura e del turismo, smettano di fare i canguri. Le parole sono quelle del governatore del Lazio Zingaretti, che invita gli imprenditori a smettere di investire negli agriturismi in terra umbra e toscana e di restare sul suolo regionale per l’inversione di tendenza disposta dalla Regione e, in particolare, dall’assessorato al ramo retto da Sonia Ricci. “E smettiamola anche di essere i fighi del Bigonzo – ha ironizzato il presidente al taglio del nastro della Fiera dell’agriturismo, a Roma-. Cerchiamo di comprendere tutti insieme che la vera ricchezza è quella dell’agricoltura e del suo turismo, che a sua volta devono valorizzare il territorio laziale attraverso la qualità dei suoi prodotti. Il futuro non è certo rappresentato dal settore metalmeccanico, quindi lavoriamo per una buona promozione, che può ottenersi soltanto attraverso una buona qua-

Il boom degli agriturismi Gli agriturismi negli ultimi 15 anni sono aumentati del 150%, in Italia si contano 20mila strutture per un valore che supera il miliardo di euro. Il turismo rurale resta un settore di rilievo dell’agricoltura. lità dell’offerta”. Parole dirette, rivolte soprattutto a chi è intenzionato ad aprire un’attività agrituristica, dato che è stato contestualmente presentato anche il nuovo regolamento in materia. Tra le disposizioni fondamentali è stato

introdotto l’obbligo della costituzione del fascicolo aziendale che traccia le superfici che il produttore ha in conduzione e i tipi di coltura; altra novità è l’introduzione della classificazione attraverso il ‘sole’ (da uno a cinque, proprio

stanno continuando nella loro azione che serve a salvaguardare i beni aziendali con l’idea di mettere lo stabilimento immediatamente operativo nel caso si riapra uno spiraglio di ripresa delle attività produttive. Il pre-

come la graduatoria per le strutture alberghiere), che divide le strutture in base alla qualità, comfort e servizi offerti alla clientela. E proprio guardando alla clientela, la nuova legge strizza l’occhio anche al concetto di attività connesse a quelle agricole, tant’è che vengono abbracciate nelle stesse quelle di tipo ricreativo, sportivo e culturale, con un limite di incidenza non superiore al 10% della superficie agricola totale. Non solo, i titolari delle strutture agrituristiche possono altresì stringere accordi di fornitura con gli imprenditori agricoli delle zone limitrofe, per stimolare e incentivare così la produzione e la valorizzazione dei prodotti tipicamente laziali. Durante l’incontro è stata presentata anche la nuova applicazione ‘Agriturismi del Lazio. Una guida in un’App”, fruibile da dispositivi mobili tramite piattaforme ad alta accessibilità: una guida pratica e semplice per ricercare i migliori agriturismi della regione, uno strumento promozionale per le aziende agrituristiche, ma soprattutto un utile supporto per utenti e clientela. Le aziende agrituristiche laziali possono aderire gratuitamente all’iniziativa, fornendo ad Arsial le informazioni e le immagini relative alla propria struttura. Quindi, un autentico volano per l’economia settoriale.

Il caso più clamoroso di assemblea permanente o occupazione dell’azienda è quello di Rosa Giancola. L’operaia resistette 353 giorni nella sede della ex Tacconi Sud evitandone lo smantellamento col suo presidio. Oggi la Giamcola è deputata regionale.

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sidio ha lo scopo altresì di scongiurare atti vandalici come quelli, capitati nel primo periodo di occupazione, allorquando avvenne il furto di materiali quali cavi di rame. Dal 31 maggio 2013 queste persone, giorno e notte, stanno vigilando sul loro posto di lavoro trascurando affetti e famiglie pur di raggiungere il loro scopo. Uomini e donne ben decisi a non mollare nonostante lo strano silenzio che è sceso sulla vicenda e le tante promesse ascoltate in questi mesi che sono rimaste parole vuote. La lotta della SCM è ormai diventata il simbolo dei lavoratori che non vogliono mollare, perchè credono, attraverso questa azione di poter ancora costruire il loro futuro e nella loro battaglia hanno vicino, fin dal primo giorno, la Femca Cisl di Latina.

Crisi poco Radiosa

Nicola Zingaretti Il presidente della Regione Lazio ha aperto la Fiera dell’agriturismo a Roma presso l’ex cartiera Latina.

Sonia Ricci È l’assessore all’agricoltura che ha disposto il nuovo regolamento sugli agriturismi.

Antonio Rosati Il commissario Arsial ha presentato e illustrato l’App che comprende tutti gli agriturismi laziali.

La crisi colpisce il settore matrimoni in provincia di Latina. Giuseppe Verardi, della segreteria provinciale Ugl chimici-tessili, denuncia la grave situazione che si è venuta a creare per i lavoratori di uno degli stabilimenti più famosi sul territorio: la Radiosa di Aprilia, che produce abbigliamento per gli sposi. “Siamo alle solite, gli ordini dei clienti alla società nuova, mobilità e debiti dei fornitori e lavoratori restano alla vecchia società” commenta con amarezza Verardi. In pratica il sindacalista denuncia il fatto che ben 19 lavoratori sono stati licenziati nel febbraio scorso, dopo due anni di cassa integrazione per crisi aziendale, con mancata corresponsione del trattamento di fine rapporto. Ad oggi non si hanno notizie su come l’azienda voglia regolarsi. Alle numerose richieste di incontri dell’Ugl, la società ha fatto orecchie da mercante. La Radiosa sta continuando ad operare nella vecchia sede ma con il marchio G.L. Fashion, “una sorta di scatola vuota dove si lasciano nei guai operai e relative famiglie, per non parlare dei debiti con i fornitori” continua il sindacalista. Quindi, una totale assenza di regole e controlli.


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FREEVOLO

Unghie che graffiano Basta gelide manine: ecco le novità dell’ultim’ora vedono in testa la moon manicure e la french manicure colorata. di Roberta Colazingari roberta.colazingari@tin.it

Basta “gelide manine”: con la primavera/ estate arrivano per la bellezza delle mani gli smalti più in del momento. Ogni anno gli stilisti dell’unghia fanno a gara per lanciare l’ultima novità. Per avere una manina trendy in questo inizio di bella stagione basta seguire dei piccoli accorgimenti. Il trend è quello di portarle di un unico colore, forte o sgargiante, delicato o pastello, lucido od opaco, secondo i gusti: dall’arancione satinato o laccato

ultralucido, al rosso in tutte le sue sfumature come cayenne e fragola. Ma anche blu, turchese e bianco. Poi ci sono le decorazioni come gli elementi grafici, le linee geometriche e i pois. Novità di quest’anno è la “moon manicure”, comparsa sulle passerelle di moda. Si tratta di giochi di colore differenti, come ad esempio grigio su nudo; rosso su nudo, blu su verde e bianco su nudo. Poi c’è la “french manicure colorata” in cui al posto del bianco c’è un colore, come giallo, rosa o verde. Se siete esperte in fatto di unghie, provate a dar vita a l’effetto sfumato.

Metallico

Che arcobaleno!

Geometrie

Unghie diversamente colorate per l’estate. Stile da favola “over the rainbow”.

Piccole opere d’arte raffigurate su poco più di un cm d’unghia. Righe, strisce e pois, ma anche fiorellini, fragoline, ghirigori geometrici. La base può essere neutra, bianca o colorata.

Azzurro e glitter in tutte le sfumature. Accattivanti e con aggressività. Laccate con colori metal mettono in risalto la forza dell’essere donna e la grinta che ci contraddistingue.

Manuela Arcuri Con l’eros in cucina ecco fuoco piena di dubbi e fiamme tra le lenzuola di casa sul nome del suo nascituro Formule magiche utili ad esaltare la passione a tavola con alimenti semplici. Dalla frutta alle spezie, dai crostacei al dolce ce n’è per tutti i gusti di Gloria Izzo

Due mesi al parto per la bella attrice di Latina, opinionista al reality del Grande Fratello di Paola Ilari

E’ al settimo mese di gravidanza e al settimo cielo. Chi, vi chiederete? Ma naturalmente la nostra Manuelona Arcuri. Ha il volto splendente e le forme arrotondante, sente un’energia incredibile, è gioiosa e sensibile all’estremo come ogni donna in gravidanza. Tutto questo la rende ancora più sexy agli occhi dei suoi numerosi fan, che sognano di poterla avvicinare almeno una volta nella vita. Fra due mesi sarà mamma di un bel maschietto fortemente voluto insieme al suo compagno Giovanni Di Gianfrancesco. Nell’attesa Manu e il compagno si dedicano al toto-nome: forse Mattia, Jacopo oppure Lorenzo. La decisione certo non è facile. Intanto sono attese con trepidazione le nozze dei due futuri genitori, che sembra debbano arrivare tra un anno. Lei sogna un matrimonio tradizionale, in chiesa, con l’abito bianco e con al dito, oltre che la fede, uno “sberlocco” da tot carati. Certo è che lavorativamente parlando la Arcuri, nonostante la gravidanza, non si è fermata. E’ sotto gli occhi di tutti, il fatto che, dopo il successo della fiction Il peccato e la Vergogna 2, stia facendo l’opinionista per l’ultima edizione del Grande Fratello condotta da Alessia Marcuzzi.

Alcuni cibi se mescolati e sapientemente elaborati danno vita a piatti magici, ricette ricche di profumi capaci di far capitolare anche i cuori più gelidi. Se credete nei poteri delle spezie e nella capacità di trasmettere emozioni attraverso la cucina, siete pronti per dare vita a un menù incantato. Scegliete bene gli ingredienti. La frutta è un’ottima alleata, vedi la mela, emblema del peccato, ma anche cocco e mango si trasformano in un piatto sublime. Non sono da meno pepe e peperoncino, ottimi vasodilatatori che esaltano la passione. Spazio alla cioccolata, stimolante naturale o alla rilassante polenta che sblocca le inibizioni. I chiodi di garofano sono un toccasana per i maschi, meglio del Viagra. L’odore del tartufo e le sue proprietà evocano fantasie inenarrabili e se il coriandolo rende le donne euforiche il ginger stimola maschi e femmine. Il basilico migliora le prestazioni, mentre vaniglia e cumino hanno effetti miracolosi se si aggiungono ai dessert o con miele e peperoncino. Bene anche tutti i crostacei, ma si raggiungono ottimi risultati anche con origano, timo, sedano, senape, curry e zafferano.

Elena Santarelli bionda sposa in terra di Chianti Vip, musica e fuochi d’artificio per le nozze dell’anno tra la bella attrice e Bernardo Corradi di Luisa Brigante

La notizia arriva da Siena. A quanto pare ci siamo, ormai è ufficiale: la show-girl pontina Elena Santarelli e l’ex calciatore Bernardo Corradi si sposano. Dopo essere state annunciate e smentite dalla stessa bocca di Elena, ora ci sono le prove. Le pubblicazioni di matrimonio sono infatti affisse all’albo del Comune toscano dal 19 marzo scorso. La location dell’evento

sarà Borgo San Felice, terra di Chianti e cornice perfetta per il “sì”, a Castelnuovo Berardenga. La data? Il prossimo 2 giugno, con il figlio Giacomo di 4 anni che farà da paggetto e porterà le fedi. Circa 200/250 gli invitati previsti tra persone normali e vip, con tanto di musica e fuochi d’artificio. Si vocifera che i preparativi fervono, nonostante Elena sia ancora impegnata con la tournèe teatrale che la vede protagonista in Quando la moglie è in vacanza.


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TERZA PAGINA

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RICORRENZE

PESCE D’APRILE. UNO SCHERZO COL MARCHIO DEI REALI DI FRANCIA Tutte le bufale, classiche e virtuali Dalla spiegazione del re francese Carlo IX al primo scherzo in terra italiana ad opera dei genovesi sui fiorentini, orchestrato –manco a dirlo- con la complicità di un giornale

di Flavia Capitani capitani.flavia@libero.it

Una storia che ha origine secoli fa quella del pesce d’aprile, il giorno dedicato agli scherzi e alle notizie incredibili. Creduloni di tutto il mondo state attenti perché i pesci d’aprile sono in agguato ovunque. Ci sono molte leggende sulla nascita di questa bizzarra festa ma la più convincente risale al regno di Carlo IX di Francia. Durante il XVI secolo in Francia il 1° aprile terminava la celebrazione del nuovo anno, quando il re adottò il calendario gregoriano facendo diventare il primo giorno dell’anno il 1° gennaio, i francesi, contrariati, continuarono a scambiarsi i regali il 1° aprile e dai più burloni venne l’idea di scambiare regali assurdi e fare scherzi. In Italia l’abitudine di festeggiare questa data è relativamente recente; i primi cenni li troviamo intorno al 1840 nei diari dei marinai e commercianti navali genovesi. Tra gli scherzi più riusciti, fatto ai danni dei fiorentini, ci fu quello del 1878 della “Gazzetta d’Italia” che annunciò la morte di un marajà indiano e la cremazione su un’alta pira costruita nel parco delle Cascine. Una grande folla il 1° aprile si radunò nel luogo stabilito aspettando per ore finché dei giovanotti vestiti da pescatori si misero a gridare tra la folla “Pesci d’Arno fritti!”. Ecco una serie di scherzi clamorosi. 1° Aprile 1938 Sbarco dei marziani Il famoso regista americano Orson Welles progettò

uno speciale programma radiofonico ma a causa di problemi tecnici non andò in onda. Dopo qualche mese la radio trasmise “La Guerra dei Mondi”: radiocronaca dello sbarco dei marziani. Tra la popolazione fu subito panico. 1° Aprile 1957 Le piante di Spaghetti Il canale britannico BBC annuncia la notizia di un raccolto record di spaghetti nel sud della Svizzera grazie alle condizioni climatiche favorevoli. Inutile dire che numerosissime furono le telefonate ricevute dalla BBC di persone che chiedevano come fare crescere gli spaghetti come alberi, tanto che la televisione

britannica precisò che per avere la propria pianta di spaghetti bastava mettere degli spaghetti in un barattolo di salsa di pomodoro e sperare nella buona sorte. 1° Aprile 1965 La Smellovision La BBC manda in onda uno speciale sulla tecnologia, che enfatizza la scoperta della “Smellovision” ovvero la televisione ad odori. In pratica, l’inven-

tore sostiene che l’apparecchio riesce a funzionare come un qualsiasi altro televisore, solo che emana anche gli odori di qualsiasi cosa sia trasmesso. 1° Aprile 2001 Forme di vita su Marte Appare su “La Stampa” la notizia secondo cui il Jet Propellent Laboratoty di Pasadena ha divulgato la notizia della presenza di forme di vita biologica su Marte. Ovvero giganteschi vermi. 1° Aprile 2007 Internet via Wc Google diffonde la notizia di un nuovo tipo di collegamento a internet senza pagare niente. Si tratta di Google tisp, un kit comprensivo di modem e cavo da collegare al WC di casa. A breve ricevere internet a banda larga senza costi aggiuntivi! 1° Aprile 2008 Il balcone di Romeo e Giulietta in vendita Sul celebre balcone della coppia Capuleti/Montecchi venne affisso un cartello con la scritta “balcone in vendita”, per la gioia dei milioni di turisti accorsi a scattare delle foto meno romantiche ma di sicuro più originali.

1° Aprile 2009 La gomma da masticare ricaricabile La notizia compare sul sito How Stuff Works, che mostra in che modo “rigenerare” i chewin-gum dopo averli masticati: il segreto era nascosto nella ReBubble’s ReCHEWvenation Chamber ovvero una macchina ideata per ridare sapore, colore e odore naturale alle gomme da buttare.

ta dal Senato francese per rivendicare i diritti di origine del famoso scrittore inglese.

1° Aprile 2010 Google translate per animali Google promuove Google translate for animals, un’applicazione che permette di comunicare con i nostri cari amici a quattro zampe. Le foto mostrano che basterà avvicinare il telefonino alla bocca del proprio animale per consentire la decifrazione del loro linguaggio in quello umano.

1° Aprile 2013 Google Nose Google presenta l’innovativo sistema Google Nose (Google Olezzo in Italia) che permette di sentire gli odori da ogni parte del mondo avvicinando il naso al display del telefonino.

1° Aprile 2010 Shakespeare era francese L’emittente Radio 4 della BBC lancia una notizia che in breve fa il giro del mondo: William Shakespeare non era inglese, ma nato da madre francese. La shockante notizia era sostenuta anche da un’insolita inchiesta aper-

1° Aprile 2012 La macchina cromoemotiva La filiale inglese di Peugeot annuncia il lancio di una versione speciale della sua RCZ; il primo veicolo in grado di cambiare colore a seconda delle emozioni del guidatore.

Tra gli scherzi di casa nostra A Latina tra gli scherzi più riusciti vi fu quello del 1°aprile 2004 quando ParvapoliS lanciò la notizia delle dimissioni del sindaco Vincenzo Zaccheo per dedicarsi alla passione del canto. Mentre le radio ribattevano la notizia, l’ufficio stampa comunale rilanciò rettificando che le dimissioni di Zaccheo sarebbero avvenute solo per risollevare, come dirigente, le sorti della sua amata Lazio.



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SPETTACOLO

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Carosound e dintorni “Carosound e dintorni...”, concerto al teatro Cafaro - Viaggio nel repertorio di Renato Carosone in chiave moderna e non solo…” al teatro Cafaro di Latina per sabato 29 marzo ore 21.00 sul palco di viale XXI Aprile, organizzato dall’associazione Latina Cuore Onlus e Alfredo Romano events, con il patrocinio del Comune di Latina. Il costo del biglietto è di 15 euro, il ricavato della serata, dedotte le spese, sarà devoluto all’associazione Latina Cuore Onlus

La storia operaia di Happy Goodyear trionfa al Riff Il lavoro delle giornaliste Laura Pesino ed Elena Ganelli vince la palma di miglior documentario italiano del 2014 nel concorso del Riff di Simona Serino simoserino@gmail.com

Dopo la sconfitta operaia, gli ex dipendenti della Goodyear sbarcano vittoriosi al Riff grazie al lavoro delle due giornaliste pontine. Come nasce il documentario? LP: Avevamo seguito il processo dal 2004 per i giornali per cui lavoravamo. 4 anni, durante i quali abbiamo raccolto le testimonianze dei familiari. Un processo duro, in cui a un certo punto, gli imputati sembravano addirittura i malati. Così nel 2012 abbiamo iniziato le riprese. Un primo premio meritato quello del Rome Indipendent Film Festival. Qual è stata la fase più

dura nella realizzazione di Happy Goodyear? EG: La storia di per sé è un pugno allo stomaco, e raccogliere le testimonianze degli operai ammalati e delle loro famiglie non è stato facile. Ma ci hanno aperto i loro cuori, e il nostro più grande grazie, così come questo premio, lo dedichiamo a loro. Forse il passaggio più duro è stata la morte di uno dei protagonisti del film prima che questo venisse concluso. Cosa vi aspettate adesso dalla Goodyear? LP: Dalla Goodyear ci si può aspettare anche il peggio, ma noi speriamo che questo documentario serva a dare un po’ di verità e forza a questa battaglia, e magari arrivare anche ad incidere sul processo rappresentando un elemento in più. Noi abbiamo voluto dar voce a quelli, e sono davvero tantissimi, che hanno deciso di non adire le vie legali. Vorremmo che questo lavoro desse coraggio a quelle famiglie.

The morning is for sleeping sbarcano in terra di Russia La band pontina post-hard rock convince impresari e pubblico: gioie per Marco Pesino, Alessio Alessandro, Jacopo Peruzzi, Marco Bergo e Ilian Martellucci di Simona Serino simoserino@gmail.com

Sarà che se dormono di giorno devono essere svegli la sera, ma certo è che hanno dimostrato grande presenza nel cogliere al volo l’opportunità più promettente per la loro carriera. I The morning is for sleeping, Marco Pesino, Alessio Alessandro, Jacopo Peruzzi, Marco Bergo e Ilian Martellucci, insieme dal 2011 creando canzoni originali che hanno destato l’attenzione di molti nel settore, il colpo da maestri l’hanno messo a segno a marzo, quando,

già ingaggiati dall’organizzatore russo del tour delle due band americane We came as Romans e The color morale per le date di Mosca e Sanpietroburgo in qualità di gruppo spalla, si ritrovano dalla sera alla mattina, nel vero senso della parola, ad essere gli headliner. Perché? Per la guerra di Crimea. E già, proprio a causa del conflitto ucraino, le band statunitensi vengono richiamate in patria d’urgenza, e a quel punto i nostri trentenni pontini, duri e coraggiosi come si conviene alle rock stars, affrontano il pubblico

(due sould out) con la sicurezza degli artisti navigati. Risultato? Ingaggiati già per l’anno prossimo per un tour da soli e molto più strutturato. Nel frattempo, si è accorta di loro l’etichetta indipendente This is core records, che a giugno sosterrà il primo video clip della band che lancerà il nuovo singolo (l’ep è già scaricabile gratuitamente su www. themorningisforsleeping. com) e a fine anno l’album. “Un sogno che si avvicina – dicono Marco e Alessio – ma continuiamo a mantenere i piedi ben saldi a terra. Abbiamo

30 anni e sappiamo che è un po’ tardi per sfondare. Però è la nostra passione e la affrontiamo con serietà e impegno.” Forse perché il genere è un po’ underground? “Non solo, e comunque noi abbiamo innovato il post hard rock inserendo delle linee melodiche molto nette, abbiamo delle ballate che piacciono anche ai non amanti del genere. E comunque, non potremmo suonare diversamente, non abbiamo mai considerato le cover ad esempio, perché a noi piace proprio il processo creativo, oltre al live”.

La sinossi

ELENA GANELLI 50 anni, giornalista professionista da oltre 15, è laureata in Scienze politiche. Per anni caposervizio di Latina Oggi, adesso collabora con Libera Informazione.

LAURA PESINO 35 anni, giornalista pubblicista ha collaborato con Il Messaggero di Latina, emittenti radiofoniche e testate on-line. Dal 2007 collabora con l’Ansa.

Le giornaliste Elena Ganelli e Laura Pesino hanno portato il primo premio del Riff, concorso nazionale per documentari, firmando la regia del film Happy Goodyear, prodotto dalla Soulcrime e giudicato Miglior documentario italiano 2014. Una serie di storie umane dalla forza dirompente, propria di quel dolore che solo la verità inascoltata sa avere. Uomini e donne che hanno pagato e continuano a pagare a centinaia, sulla propria pelle, le scelte di solo profitto che la multinazionale della gomma di Cisterna ha imposto, negando e tacendo la tossicità delle sostanze e delle polveri con cui gli operai entravano quotidianamente in contatto. Agostino Campagna, operaio e rappresentante sindacale, comincia ad annotare su un’agenda rossa i nomi dei colleghi e amici che si ammalano, e a raccogliere le cartelle cliniche. Nel 2000, il Comitato familiari e vittime della Goodyear deposita una denuncia contro la multinazionale, proprio mentre la fabbrica chiude i battenti...


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CULTURA

I tigrotti di Mompracem invadono Sabaudia Felli resuscita il ‘suo’ Barabba, Sandokan, Yanez e nostalgici fascisti in un risiko locale di Gian Luca Campagna gianlucacampagnai@libero.it

Istrionico e scanzonato, anche se con alcuni giri a vuoto, l’ultimo romanzo di Pierluigi Felli (e sono 34) strizza l’occhio (o tutt’e due) a uno dei suoi autori di riferimento, quell’Emilio Salgari che ha battuto ogni tipologia di record in merito alla stesura di romanzi. E forse non è nemmeno un caso se a Felli nel 2009 la Enap gli ha conferito il premio produttività per la sua industriale -e professionale- propensione a sfornare romanzi. Sta di fatto che Il ritorno del camerata (ed. DrawUp, pp 100 euro 10) potrebbe essere il classico canto del cigno di Felli romanziere che per un ironico gioco del fato ha riesumato dal coma il suo personaggio d’esordio, il fascista Sante Corbara detto Barabba, per un finale circolare degno di una trama di un’altra produzione letteraria. Ma veniamo al presente: Felli gioca con i personaggi oltre che con le parole, s’inventa un pastiche letterario e territoriale che per l’idea di partenza avrebbe meritato maggiore lavorazione, catapultando in una Sabaudia nemmeno tanto lontana nel tempo (siamo nel 2021) l’indiscusso capo della comunità indiana Sandokan coadiuvato dal fratellino Yanez e da Tremal-Naik (che ha una causa con la casa sporti-

Emilio Salgari Emilio Salgari (Verona 1862 – Torino 1911) è uno scrittore prolifico, noto per aver dato alla vita un ciclo di romanzi avventurosi (Sandokan e il Corsaro Nero). È considerato anche il padre della fantascienza italiana.

Pierluigi Felli Pierluigi Felli (Roma 1965) è lo scrittore pontino più prolifico di sempre. Autore di romanzi d’avventura e gialli, ha esordito con l’investigatore Andrea Doria nella prima edizione de I racconti di Sabaudia.

va americana per via del nome…). Sulle sponde del lago di Paola (ribattezzato non casualmente di Marianna) la popolosa e invasiva comunità indiana si è resa autonoma e si prepara a rigettare i rigurgiti di rivalsa di un gruppo di leghisti padani e di (sfigati) fascisti, cui il rigenerato Barabba non si riconosce più. Insomma, gli amici di Barabba hanno un bell’illustrare e spiegare al vecchio camerata che l’Italia (e Latina) sono molto mutate negli ultimi quarant’anni. Se Felli come al solito si dimostra un abile paroliere e un uomo dotato di un background culturale da far invidia a un esaminando da Nobel, si registra una fase di stasi nella parte centrale dell’architettura narrativa, seppure i trascorsi di Felli ci avevano abituato a un’ironia corrosiva e incisiva che si riscontra in talune considerazioni nazionali («provo disgusto per il minuto di silenzio imposto dal Coni per la morte di Andreotti, responsabile del delitto di associazione a delinquere con Cosa Nostra fino al 1980, come recita la Cassazione») e locali («a Latina c’è un sindaco zingaro eletto coi voti dei fascisti di Latina») che l’alter ego Barabba si lascia uscire tra i denti, sempre più uomo scevro da steccati e influenze ideologiche e politiche. Il finale è a sorpresa e contribuisce a irrobustire il rammarico per un romanzo che forse poteva essere un’evasione letteraria di più ampio respiro.

A TUTTO VOLUME La storia dei Gattola di Gaeta L’orto urbano visto dall’arte “Scordatevi Villa Borghese e Central Park. I nuovi ritrovi verdi delle città sono gli Orti Urbani, difesi con la vita da giardinieri in erba, tra i 4 e i 95 anni, armati di zappa, innaffiatoio e rastrello”. La diplomazia non è proprio il forte di Silvia Frecola Romani, curatrice della seconda edizione della Biennale di arte contemporanea di Latina, ideata dall’artista Giuliana Bocconcello, ma ha il pregio di far recapitare il messaggio diretto all’artista –e allo spettatore- senza fronzoli e voli. Sotto l’egida di Solidarte ,la terza edizione della Biennale vede coinvolgere 82 artisti per gli 82 anni di una ‘città nuova’ come Latina, con il tema geometrico e colorato degli orti urbani in ogni sua accezione, da quella creata ad hoc per sfamarsi seguendo i propri gusti personali (Michelle Obama vi dice qualcosa?) a quella più aulica che per svariati movimenti artistici ha rappresentato nei secoli dei secoli lo sfondo ideale. Per gli artisti pronti a misurarsi con gli Orti passaggio obbligato su www.latinasolidarte.it per una preselezione inerenti il cv da artista. C’è tempo fino al 31 marzo 2014. Se avete velleità affrettatevi.

Daniele Iadicicco, presidente dell’associazione Terraurunca, ripercorre in La storia documentale Dei Gattola di Gaeta le vicende di questa famiglia di origine gaetana che ha attraversato i secoli, accompagnando la storia della città borbonica, rendendosi sempre protagonista della vita politica nazionale e non solo del Sud Italia. Il testo è anche una vivida testimonianza del sistema religioso, aristocratico e politico di Gaeta, aprendosi a uno spaccato della società del tempo.

Fernàndez, l’isola del sorriso In una notte tempestosa il geologo Milander Dean sbarca sull’isola Yulkukany, misteriosa terra di balenieri, per studiarne le affascinanti rocce, accolto con entusiasmo da Elianor, una bambina vitale e briosa. Da qui ha inizio il suggestivo racconto de L’isola senza sorriso (ed. Tunuè), la nuova avventura per ragazzi di Enrique Fernàndez, tra avventura, folklore e magia, disegnata con tocchi leggeri.

Edu, menzioni d’onore a Rende La Calabria rende onore alla Edizioni Draw Up, attiva realtà editrice di Latina. L’associazione culturale Gueci di Rende, in occasione del Premio Un libro amico per l’inverno, ha insignito la casa editrice diretta da Alessandro Vizzino del Premio alla Cultura. Merito delle produzioni Ledand Zeppelin di Leopoldo Chiummo, Il problema di Ivana di Ciro Pinto e La carta strappata di Marco Bresciani, un trittico di spessore culturale e di buon livello qualitativo.


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ANTEPRIMA


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L’INTERVISTA

Vicaro, una donna con tuta e pantaloni di Gian Luca Campagna

Preparato e pacato, due ottime qualità per saper gestire le persone.

gianlucacampagna@libero.it

Uno per descrivere Rosa Giancola, la pasionaria della ex Tacconi Sud oggi deputata regionale. Credo che stia cercando la sua dimensione.

Maria Antonietta Vicaro, 48 anni, dalla segreteria generale provinciale Ugl alla segreteria generale della federazione nazionale Metalmeccanici, prima donna a ricoprire questo ruolo.

Un aggettivo per Susanna Camusso, leader Cgil. Troppa seriosa. È una donna cupa.

Quanto non ne può più delle quote rosa? Non le ho mai prese in considerazione.

Uno per Nilde Jotti. Una donna dura.

Si sente più uomo o donna? Vivendo in un mondo di uomini, ragiono da uomo.

Una donna della politica nazionale con cui andrebbe a cena? Il sottosegretario alla cultura Francesca Barracciu: la trovo una donna diretta.

Ha sempre preferito i pantaloni alla gonna? No. Li uso entrambi. Quanto è maschilista questo mondo? Ci sono situazioni in cui il maschilismo è consolidato. Le pari opportunità hanno necessità di esistere e operare. Il maschilismo va inteso nel concetto della prevaricazione, ma di contro assistiamo al fascino che alcune donne possono esercitare nei confronti degli uomini per raggiungere i loro obiettivi. Se è vero che ognuno ha la propria autodeterminazione e cerca di valorizzare le sue caratteristiche, è anche vero che non si possono raggiungere obiettivi attraverso la prevaricazione e lo sfruttamento altrui. Lei, oltre che donna, è anche moglie di Luigi Ulgiati: quanto ha dovuto convincere i Vicaroscettici delle sue qualità? È un problema che mi sono posta. Ma al contrario: infatti, qualcuno ha detto che ‘lui è marito di sua moglie’.

E una della politica locale? L’assessore all’agricoltura regionale Sonia Ricci. Sono figlia di contadini… Il libro che non abbandonerebbe mai. ‘Siddharta’ di Hermann Hesse. L’ultima volta che ha pianto. Lunedì 24, quando c’è stata in Ugl provinciale la successione. Instaurare un buon rapporto con le persone dell’ufficio. Poi, magari metterò la foto dei miei figli sulla scrivania. Cosa le hanno suggerito a Roma per questo nuovo incarico? Di aprire un profilo twitter e una pagina facebook. Questa è stata la seconda cosa che mi hanno chiesto. E la prima? Di avere sempre il trolley pronto.

Il sindacato oggi è… Libertà d’agire, opportunità di scelte, affermazione di dignità. E mi affascina anche il potere di cambiare le cose affrontando le crisi.

Lascia un sindacato in provincia di Latina con quali aspettative? Spero che ci sia continuità di lavoro, risolvendo quelle vertenze che ancora sono in essere.

Dopo la nomina cosa ha provato? Misto di felicità e preoccupazione. E un maggiore senso di responsabilità rispetto a oggi.

Esiste una soluzione per risollevare l’impresa pontina? Si dovrebbe misurare con la green economy e con i temi territoriali. Chiaro che senza investimenti non potrà esserci il cambiamento. Da qui nasce, poi, il passo per puntare sul turismo.

La prima cosa che farà una volta raggiunta la scrivania a Roma?

Siamo figli della CasMez e dell’assistenzialismo? Lo siamo stati. Ora ci dobbiamo rimettere in discussione. Col senno di poi, oggi assistiamo alla desertificazione dell’industria su quei terreni che oggi di nuovo sono ad appannaggio dell’agricoltura. Necessitiamo di aiuti, ma non può esserci una nuova CasMez, magari sì una nuova finanza per idee di una nuova impresa sul territorio. Un giudizio sull’ex governatrice del Lazio Renata Polverini. Una donna forte che ha fatto più esperienze: felice quella sindacale, dalla politica ha però maturato una grande delusione. Su Ewa Blasik, segretario generale Cisl Latina? Una donna che fa del suo impegno la sua ragione di vita. Un aggettivo per descrivere Eliseo Fiorin, il suo successore a Latina.

Cosa non sopporta degli uomini? La presunzione. E delle donne? Il vittimismo. Esiste il grande obiettivo sindacale di Maria Antonietta Vicaro? Sì. È quello di riuscire a dare speranze e trovare soluzioni ai problemi dell’economia. La soddisfazione maggiore resta quella di trovare la giusta mediazione nei casi impossibili.

Chi è Maria Antonietta Vicaro è nata a Latina il 20 ottobre 1965. Sposata, ha tre figli. Nel giugno 2010 viene nominata segretario generale Ugl Latina. Il 4 aprile s’insedierà a Roma nella segreteria generale della federazione nazionale Ugl Metalmeccanici.



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sabato 29 marzo

latina-carpi

è bastato un guizzo dell’ex senese per riportare i nerazzurri nella momentanea griglia dei play-off

Paolucci dà un calcio alla crisi

Tre punti che fanno morale e classifica ma la squadra sembra in debito di ossigeno di Alberto Reggiani alberto-reggiani@libero.it

Per chi non lo avesse ancora capito, quest’anno, la serie B è questa. Puoi anche attraversare a piedi la crisi, perdere tre partite di seguito (addirittura due volte nella stessa stagione) ma se hai carattere e forza di reazione e ritrovi a tempo debito gamba buona e regolarità, l’obiettivo per un piazzamento importante rimane a portata di mano. Il gol del redivivo (almeno sul tabellino dei marcatori) Paolucci serve anche a questo, oltre che a far rientrare i nerazzurri nuovamente nella momentanea griglia dei play off. Ad esorcizzare la paura di un crollo psicologico della squadra dopo la mazzata di Trapani e le due nette atterrate con Modena e Pescara e a lanciare un monito importante a chi aveva già considerato il Latina tra le bollite del campionato.

marcato stretto Michele Paolucci in azione. Contro il Carpi è arrivato il primo gol stagionale allo Stadio Domenico Francioni

Invece è bastato un guizzo, dopo tre turni di quaresima anche in zona gol, per riproiettare il Latina addirittura ad un punto

dal terzo posto sebbene il grande condominio dei pretendenti al trono sia sempre più affollato e la classifica per logica con-

seguenza da considerare ancora poco attendibile. Contro il Carpi la squadra di Breda non aveva un compito facile, soprattutto

dal punto di vista mentale, perché sotto il profilo tecnico gli emiliani sono sembrati relativamente abbordabili: la tensione

accumulata dopo gli uppercut rimediati con l’arrivo della primavera, mitigata dalla vicinanza di un pubblico caloroso come non mai, si è fatta sentire durante tutta la gara, specialmente nel finale quando gran parte dei nerazzurri è sembrata in debito di ossigeno, a riprova di una condizione fisica in questo momento non certo invidiabile. E’ un po’ presto per dire se la rete di Paolucci abbia rimesso la famosa chiesa al centro del villaggio. Di sicuro ha dato una sferzata al morale di una squadra rintronata dal brusco risveglio dal mondo dei sogni. E per lo stesso ex senese, stavolta pronto e lucido in zona gol, la zampata anti Carpi può servire da sostegno per alzare le proprie quotazioni nei giudizi di una piazza che cominciava a considerarlo una sorta di corpo estraneo. Basta un gol per battere una doppia crisi.


SABATO 29 MARZO

LATINA-CARPI

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Lampo nel buio, Latina risorge La squadra di Breda risponde all’appello del vicepresidente Maietta e batte il Carpi dopo un match sofferto grazie a una rete dell’attaccante ritrovato LATINA

CARPI

1

0

(3-5-2)

(4-4-2)

Iacobucci, Brosco, Cottafava, Bruscagin, Ristovski, Gerbo (8’st Milani), Viviani (44’ st Morrone), Bruno, Alhassan, Jonathas, Paolucci (21’st Laribi).

Colombi, Pesoli, Romagnoli, Legati (32’st Sperotto), Letizia, Bianco, Porcari, Lollo, Di Gaudio (12’st Maxwell), Sgrigna, Mbakogu (17’st Ardemagni).

ALLENATORE Breda

ALLENATORE Pillon

PANCHINA Tozzo, Cisotti, Nunes, Ricciardi, Ghezzal, Figliomeni.

PANCHINA Kovacisc, Bertoni, Gagliolo, De Vitis, Sarzi, Pasciuti.

MARCATORI 11’ Paolucci ARBITRO Chiffi di Padova. Assistenti: Tegoni di Milano e Zivelli di Torre Annunziata. Quarto uomo: Minelli NOTE Ammoniti: Pesoli, Brosco, Gerbo, Romagnoli, Sperotto. Spettatori paganti: 2537 per un incasso di 25143 euro. Abbonati: 1747 per una quota incasso di 14.230 euro di Gianluca Campagna gianlucacampagna@libero.it

L’appello del vicepresidente Maietta, il corteo carnevalesco che scorta il torpedone della squadra e così, con l’affetto, il Latina torna ai tre punti col suo uomo più discusso: Paolucci. Un elegante Breda smette la divisa dopolavorista e riparte ridisegnando il Latina orfano di Esposito in difesa e di Crimi sulla mediana. Il modulo è il consueto, con gli innesti di Bruscagin accanto a Cottafava e Brosco; sugli esterni l’asse Alhassan e Ristovski per sostenere la mediana di Bruno, Viviani e Gerbo, rispolverato dal match di Avellino; confermata in avanti la coppia Paolucci-Jonathas. Il Carpi timbra due assenze di spessore: due alfieri di centrocampo come Memushaj e Concas, così Pillon si affida solo a una punta di ruolo (Mbakogu) e a rimorchio il sempreverde Sgrigna. Ed è proprio l’ex Toro a provare con una staffilata da fuori al 6’ su appoggio del mobile Letizia, riprovandoci all’8 dopo l’appoggio di Mbagoku, scappato a Bruscagin. Poi, all’11 è Paolucci a ricevere i primi convinti applausi del Francioni scavando il pallone davanti a Colombi, approfittando di un rimpallo dopo un fraseggio tra un sontuoso Gerbo e il rifinitore Ristovski: seconda rete, in fotocopia rispetto a quella di Brescia e sorrisi sinceri dopo lo scherno dei giorni scorsi. Nemmeno due dopo, sull’out mancino Alhassan scarica sui pugni

di Colombi. La rete ghiaccia le energie nervose dei modenesi, che faticano a ragionare e imbastire, con Porcari e Bianco, sebbene il ripristino dell’ora solare, privi di un barlume d’idea che fosse una. Tant’è che l’offensiva biancorossa è affidata ai repentini scatti della gazzella Mbagoku e alla classe cristallina di Sgrigna. E il Latina? Attende, attende gli avversari nella propria metà campo intuendo l’altrui trasparente difficoltà nelle vie verticali, così riparte in contropiede, sfiorando al 37’ il raddoppio con una staffilata di Viviani. Al 54’ il Latina passa alla difesa a 4 con Breda che inserisce Milani, ed è proprio il terzino al 60’ a scattare per triangolare con Jonathas, ma sulla botta del brasileiro da distanza ravvicinata Colombi si salva in corner. Il Latina soffre il baricentro spostato in avanti del Carpi soprattutto dopo l’ingresso dell’ex bomber Ardemagni, così Breda piazza Laribi tra Viviani e Jonathas richiamando in panca Paolucci. Cottafava orchestra da vero magister mentre la difesa marca a uomo non lasciando occasioni allo spuntato Carpi. Anzi. Al 67’ Bruscagin si sgancia, pesca Jonathas che assiste Laribi, che litiga con la palla ma serve il brasiliano che fa sponda per la bomba di Viviani che sbatte sulla traversa. Si soffre (all’85 l’onnipresente Sgrigna su punizione soffia sulla traversa), ma l’occasione più clamorosa per la rete è ancora per i nerazzurri con Ristovski al 90’, su assistman Jonathas.

L’iniziativa dei tifosi per far sentire il proprio calore a tecnico e giocatori prima della gara

Squadra “scortata” da via Vespucci Uniti più che mai. Con un solo pensiero in testa, stare vicino alla squadra in questo momento di piccola crisi di risultati. Per questo i gruppi organizzati nerazzurri hanno messo in atto un raduno pacifico che li ha visti protagonisti a due ore dalla partita fondamentale con il Carpi. Appuntamento per tutti alla rotonda di Borgo Pia-

ve, poco prima delle 13 per accompagnare il pullman della squadra allo stadio Francioni. Poi in corso d’opera, quando già avevano risposto presente in circa trecento, il punto di incontro per salutare e caricare Cottafava e compagni e’ stato spostato su via Amerigo Vespucci, nel benzinaio di fronte Autoitalia dove il

problema della logistica e’ stato facilmente risolto. In attesa del pullman cori e canti di incitamento per i nerazzurri, il classico “chi non salta e’ ciociaro” che non passa mai di moda. Il culmine del tifo si è raggiunto all’arrivo dei giocatori che sono stati bloccati alcuni minuti al loro passaggio. In testa c’era la presidentessa Cavicchi,

il grosso del gruppo stava nelle retrovie. Qualche saluto da parte dei giocatori con il solo Brosco attivo ad immortalare il tutto dal suo telefonino. Poi tutti in corteo dietro al pullman direzione Francioni. Un modo diverso per far sentire ai propri beniamini la vicinanza della tifoseria, l’abbraccio ideale verso una sfida fondamentale.


26

sabato 29 marzo

latina-carpi le pagelle di Pasquale De Rosa

laTINa

6,5 Gli esterni, Alhassan e Ristovski, ritrovano la magia e la corsa di un tempo, ne giova tutta la manovra. Il primo gol casalingo di Paolucci fa il resto e vale tre punti pesanti.

6,5

6,5

6,5

Iacobucci

Brosco

Cottafava

In avvio di gara salva su Sgrigna, poi tante uscite in presa alta per un pomeriggio tutto sommato di ordinaria amministrazione. Sempre pronto con i piedi.

Nelle retrovie è quello più presente per interventi, sia di testa che di piede. Quando serve, bada alla sostanza e spazza la sua area senza troppi fronzoli.

Guida la difesa con la consueta intelligenza tattica, poi nel finale di match si immola su una conclusione dalla distanza che lo manda ko, ma vale veramente oro.

6

6,5

6,5

Bruscagin

Ristovski

alhassan

Nel momento del bisogno si fa sempre trovare pronto. Qualche intervento non è proprio stilisticamente perfetto, ma passa sicuramente in secondo piano.

Sul gol il suo movimento ad attaccare lo spazio è propiziatorio per mandare in rete Paolucci, poi tanta corsa sulla destra con inserimenti continui.

Spinge molto nella prima frazione sulla sua corsia di competenza, ci prova anche al tiro senza avere fortuna. Nella ripresa si dedica al lavoro di copertura.

6

s.v.

6,5

Viviani

Morrone

gerbo

Meno preciso del solito in fase d’impostazione, ma quando si propone per andare al tiro da fuori fa sempre paura: un tiro di poco alto ed una traversa al suo attivo.

Dal 44’s.t. - gioca solo i cinque minuti di recupero per far rifiatare Viviani e dare maggiore nerbo sulla linea mediana.

Dopo lo spezzone di Brescia ritrova il posto da titolare mettendo la sua qualità individuale al servizio della squadra. Si inserisce davanti con i tempi giusti.

6

6

6,5

Milani

Bruno

Jonathas

Dal 8’s.t. - entra subito bene in partita e piazza una discesa d’autore sulla destra che manda al tiro Jonathas. In fase difensiva non concede nulla dalla sua parte.

Nella prima frazione si vede poco nel gioco, mentre nella ripresa quando c’è bisogno di maggiore sostanza in mezzo al campo non si tira mai indietro.

Si muove alle spalle di Paolucci, è da un suo spunto personale che nasce il gol. Ingaggia un duello personale con Colombi che gli nega due volte la gioia della rete.

7

6

6,5

paolucci

laribi

all. Breda

Finalmente rompe la maledizione con il primo al Francioni, e questa volta sotto misura di sinistro non può sbagliare. Utilissimo, come sempre, quando si tratta di far salire la squadra.

Dal 13’s.t. - gioca da seconda punta in appoggio a Jonathas ed entra spesso nel vivo dell’azione nerazzurra. Si propone per il futuro come ottima alternativa anche davanti.

Le assenze di Crimi ed Esposito non pesano nell’economia del gioco, si rivede un Latina pimpante, propositivo e concreto per tutto l’arco della gara.


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sabato 29 marzo

latina-carpi

Maietta e Di Giorgi: “Troppo importante tornare a vincere”

RISULTATI Avellino-Cittadella Empoli-Juve Stabia Latina-Carpi Modena-Spezia Padova-Lanciano Pescara-Reggina Siena-Brescia Trapani-Bari Varese-Palermo Cesena – Novara

CLASSIFICA Palermo 63, Empoli 53, Cesena 50, Siena 49, Trapani 49, Crotone 49*, Avellino 48, Latina 48, Lanciano 48, Pescara 45, Spezia 44, Modena 42, Ternana 40*, Bari 40, Brescia 40, Varese 40, Carpi 40, Novara 35, Padova 30, Cittadella 29, Reggina 27, Juve Stabia 16 * Una partita in meno

Il vicepresidente e il Sindaco unanimi nel ringraziare la tifoseria fondamentale per superare la crisi di Alessandro Zaffarano alezaffa@libero.it

C’è anche lui, il cosiddetto tifoso numero uno, ad analizzare con soddisfazione la prestazione ma soprattutto il ritorno ai tre punti dei nerazzurri. Il Sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi nel dopo gara contro il Carpi, allenta la tensione di una gara vissuta in apnea. “Il campionato di serie B è senza dubbio molto difficile - dice Di Giorgi - nel quale ci sono momenti alti e bassi. La squadra ha avuto una striscia negativa di tre sconfitte per cui oggi era importante soprattutto vincere. In più oltre al carattere si è visto anche il bel gioco. E’ stata una dimostrazione di compattezza di tutto l’organico. Questo risultato – continua Di Giorgi - ci permette di ripartire nelle zone alte della classifica. Al di là di come finirà ritengo questa una stagione eccezionale, comunque vada rimarrà nei ricordi di tutti i tifosi.” Serviva vincere, forse per questo la squadra è apparsa un po’ contratta: “Era fondamentale fare punti lo ripeto, la squadra è scesa in campo dopo tre sconfitte, sette gol subiti e zero fatti, giustamente ne ha risentito a livello mentale. Nonostante tutto le

occasioni non sono mancate, se avessimo vinto due o tre zero non avremmo rubato niente.” Ancor più teso a fine di ogni gara il Vice Presidente Pasquale Maietta, il cui appello a squadra e tifoseria ha portato gli effetti sperati. A fine gara abbracciato, come di consueto, i suoi giocatori, stavolta come una liberazione: “Abbiamo passato un momento difficile con queste tre sconfitte di cui almeno due immeritate – dice Maietta - la sofferenza in queste due settimane è stata tanta, non vedevamo l’ora di scrollarci di

dosso questo periodo per tonare a vincere come abbiamo fatto oggi.” La sua lettera pubblicata alla città e ai tifosi in settimana ha sortito l’effetto che desiderato. “La cosa più bella infatti di oggi oltre aver vinto è aver scoperto, qualora ce ne fosse stato bisogno, di avere un pubblico bellissimo, dei tifosi calorosi che ci hanno accolto in quel vialone. Io e la Presidente Paola Cavicchi, anche lei sul pullman, ci siamo emozionati, abbiamo avuto i brividi nel vedere quella marea di bandiere nerazzurre, immaginiamo i giocatori.”

1-0 2-1 1-0 0-0 5-1 2-2 2-1 3-4 1-2 2-0

PROSSIMO TURNO Ternana-Cesena, Novara-Crotone, BariEmpoli, Reggina-Latina, Lanciano-Modena, Spezia-Padova, Brescia – Pescara, Cittadella – Siena, Carpi – Trapani, Juve Stabia – Varese

Breda soddisfatto: “Atteggiamento giusto”

Il tecnico trova il neo: “Troppe occasioni mancate” di Pasquale De Rosa derosalino@inwind.it

In sala stampa si presenta un Roberto Breda sorridente e felice per la vittoria. Ritrovare il suo Latina, pratico e concreto, è motivo di orgoglio e grande soddisfazione: “abbiamo fornito una prestazione importante, era necessario tornare a vincere dopo tre sconfitte”. L’unico neo della giornata è rappresentato dal fatto che la partita non è stata chiusa anzitempo e in questi casi si corre sempre il rischio di compromettere il risultato: “anche oggi abbiamo avuto tante occasioni dopo il gol, una con Alhassan nella prima frazione e due nella ripresa con Jonathas e Viviani creando anche altre situazioni interessanti. Dopo il vantaggio ci siamo abbassati troppo, ma a volte è anche merito degli

avversari. Tutto sommato non abbiamo sofferto tanto, solo qualche mischia finale”. I cambi hanno dato ragione al tecnico, anche quelli iniziali e previsti di Bruscagin e Gerbo per gli assenti Esposito e Crimi, seguiti dagli innesti di Laribi, Milani e Morrone: “l’atteggiamento è stato quello giusto da parte di tutti, anche di Morrone che ha giocato pochissimi minuti. Laribi ci ha permesso di avere superiorità in mezzo al campo, Milani legge meglio le situazioni difensive rispetto a Ristovski quando è stanco. Bruscagin e Gerbo hanno fatto bene sin dall’inizio, segno che il nostro è un gruppo compatto dentro fuori e dal campo”. La corsa per i play-off è sempre agguerrita: “il campionato di B non è mai scontato, avete visto i risultati odierni delle altre. Sarà una

corsa punto a punto da qui fino alla fine”. Nel prossimo turno i nerazzurri faranno visita alla Reggina che rappresenta un pezzo importante della sua carriera da tecnico: “gli devo molto, mi hanno affidato sia le giovanili sia la prima squadra. Ho sempre un bel ricordo del periodo a Reggio. Per quanto riguarda la partita dovremo stare attenti perché possiedono valori importanti, ma allo stesso tempo sono una squadra particolarmente emotiva”. Le emozioni, quelle che il tecnico deve cercare di azzerare per mantenere il massimo dell’obiettività nei momenti di difficoltà: “abbiamo subito tre sconfitte di fila, ma solo a Modena abbiamo sinceramente demeritato, le altre sono stato frutto di episodi”. Si riparte, con più slancio di prima.



SABATO 29 MARZO

REGGINA-LATINA

GEMELLATI I tifosi reggini al Francioni nella gara di andata

TRADIZIONE Lo striscione della Curva Nord durante il match del primo Novembre

Latina a Reggio nel nome di Condò La prossima trasferta dei nerazzurri in casa dei gemellati calabresi di Samuele Bignozzi samuelebignozzi@libero.it

Latina e Reggina sono unite da una amicizia che dura ormai da quasi quarant’anni, sentita e inalterata nel tempo nonostante le due squadre non si fossero mai incontrate prima dell’attuale campionato di Lega Serie B Eurobet. Il sodalizio risale al lontano 1976 e divenne ufficiale agli inizi degli anni Ottanta quando il “Commando Ultrà Curva Nord 1982” (C.U.C.N.) di Reggio Calabria e i ra-

gazzi della “Falange Latina” decisero di dar vita al gemellaggio. L’intesa nacque durante le trasferte che i tifosi pontini sostenevano in terra siciliana: Barcellona Pozzo di Gotto, Ragusa, Modica, Acireale, Gela, Atletico Leonzio, Siracusa e via dicendo erano occasioni di incontro in quel di Reggio Calabria. I tifosi amaranto ospitavano prima dell’imbarco i tifosi pontini e offrivano loro cibo e assistenza dopo il lungo viaggio. Ci fu subito sintonia tra le due tifoserie:

si ricorda uno striscione “Ultras Latina” esposto a Roma in occasione di Lodigiani – Reggina del 1993, uno degli Ultras 1972 al Francioni in Serie D con scritto “Fratelli di Reggio non mollate” e l’ultima rappresentanza reggina a Latina in occasione della finale Play-off 2012/2013 contro il Pisa, che è valsa la storica serie B . La prova del campo non ha fatto altro che rinsaldare questo gemellaggio: le squadre di Reggina e Latina si sono incontrate per la

prima volta nel capoluogo pontino il primo novembre 2013 in occasione della dodicesima di seri B. L’evento molto atteso dagli attuali gruppi trainanti delle rispettive curve, Curva Nord (Latina) e Ultras 1914 (Reggio Calabria), è stata l’occasione per consolidare questa lunga e profonda amicizia. Prima dell’inizio della partita un centinaio di reggini furono ospitati nei pressi dello stadio, omaggiati di cibo e bevande di ogni tipo, il tutto condito da cori calorosi in-

neggianti Latina e Reggio e quelli indirizzati alle rivalità storiche delle due tifoserie. L’apoteosi all’interno dello stadio: davanti a circa seimila spettatori, con il Latina che si impose per uno a zero con una rete di Jefferson al 35’ del secondo tempo, le due tifoserie diedero il meglio tifando per le rispettive squadre e scambiandosi reciproci cori di incoraggiamento. La Curva Nord Latina durante i novanta minuti espose alcuni striscioni con scritto “Benvenuti a Latina” e

29

“Dal 1976 Reggio e Latina”. A fine gara la festa “gemellaggio” continuò fino al tardo pomeriggio, fino a quando i tifosi nerazzurri accompagnarono i calabresi alla stazione dandosi appuntamento al ritorno. Latina e Reggio sono legate anche da un personaggio che ha fatto la storia del Latina Calcio, il Presidente Michele Condò, scomparso a dicembre del 2012. Originario di Polistena in provincia di Reggio Calabria ma pontino di adozione, il nome di Condò è legato al periodo più bello e vincente della storia del calcio nerazzurro. Era stato tra i fondatori della Virtus Latina e in grado di stabilire un vero e proprio record: in cinque anni era riuscito a riportare il grande calcio nel capoluogo pontino. Tifosissimo di entrambe le squadre, Condò portò un po’ di Reggina all’interno del Latina Calcio introducendo la maglia granata alla terza divisa ufficiale dei pontini. Poco prima della sfida del primo novembre 2013 al Francioni vennero apposti dei fiori in tribuna coperta su quello che era il suo seggiolino abituale e dalla Curva Nord Latina fu esposto anche uno striscione in suo ricordo “Presidente Condò…oggi manchi solo te!!!”.


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sabato 29 marzo

juniores provinciali

San Michele detta legge Campo Boario, è resa Con una ripresa d’autore i ragazzi di mister Mariniello si prendono i tre punti. Decidono la supersfida le reti di De Bonis e Perna ammonizione

di Luca Morazzano lumor2001@gmail.com

CAMPO BOARIO 0 SAN MICHELE 2 C. BOARIO: Rabit, Persichino, Simonelli, Novelli, Rizzi (10’st D’Angelo), Sciaudone, Porcelli, Cavola, Russo (33’pt Parisi), De Lucia (24’st Bottoni), Checco (1’st Vavoli). A disp.: -, Balestrieri, Cozzi, All.: Schiavon S. MICHELE: Fargnoli, Viola, Fregnani, Canepari, Trotta, Di Pierro, De Bonis, Ruggiero, Rinaldi (21’st Perna), Collini (25’ st Pietrogiacomi), Osman (40’st Leodato). A disp.: Uscimenti, Passerini, Aba, Milan. All.: Mariniello MARCATORI: 15’st De Bonis (SM), 34’ Perna (SM) ARBITRO: Andrea Ragagnin di Latina NOTE: Ammoniti: Simonelli, Rizzi. Espulso al 19’ Simonelli (CB) per doppia

LATINA - Vittoria forse decisiva in chiave campionato quella del San Michele che viola il terreno del Campo Boario e allunga a sette lunghezze il vantaggio in classifica, un margine che li mette al sicuro pure nel turno di riposo che i ragazzi di mister Mariniello dovranno osservare. Il San Michele parte meglio ma trova il tiro solo al 10’ con Collini che dal limite non imprime potenza. San Michele di nuovo pericoloso al 16’, quando è capitan Di Pierro a tentare la girata di testa. Tegola per il Boario al 19’ quando i nerazzurri rimangono il dieci per il rosso (doppia ammonizione) a Simonelli. Con l’uomo in più il San Michele prova ad affondare e al 23’ una punizione di Collini fa venire i brividi a Rabit. Al 34’ ci prova invece Cane-

pari ma anche lui sfiora solo la segnatura. Reagisce con l’orgoglio il Campo Boario al 39’ con una girata, purtroppo per lui debole, di Sciaudone ma Fargnoli blocca. Altrettanto fa Rabit, ma con qualche affanno, su punizione di Di Pierro prima dell’intervallo. Nella ripresa il copione non cambia con il Campo Boario che soffre ma pare più sistemato. Al 13’ però Collini parte in percussione e arrivato davanti a Rabit si

juniores regionali La capolista perde colpi e continua a non convincere

Il Gaeta non sa più vincere Giornata ancora non troppo convincente per la capolista Gaeta, che non sembra più riuscire a vincere, accorciando nuovamente il distacco dalle più immediate inseguitrici e riaprendo ulteriormente la corsa verso il titolo del campionato Juniores Regionale. Dopo la sconfitta rimediata a Borgo Podgora nel turno precedente, i gaetani hanno pareggiato in casa con il Sermoneta, permettendo alla Vjs Velletri di portarsi a solo quattro punti di distacco in classifica. Lo stesso Podgora di Mariano, invece, non ne ha approfittato, con i borghigiani che hanno impattato nel derby contro un buon Pro Cisterna. Con soli quattro punti di vantaggio per la prima della classe sulla truppa castellana, il campionato ora è realmente riaperto, mentre sono rimasti sei

juniores ProVinCiali gir. a

juniores regionali AGorA FC-FormiA CittA di APriLiA-nuovA itri GAetA-sermonetA LAriAno-sAn donAto P. Priverno LePini-LAnuvio C. Pro CisternA-B. PodGorA uniPomeziA-CALCio sezze v. nettuno - vJs veLLetri

6-0 1-2 1-1 3-2 0-6 2-2 3-3 0-4

ClassiFiCa Gaeta vJs velletri Flora Borgo Podgora Città di Aprilia nuova itri Agora FC Pro Cisterna 1926 Lariano nemi Calcio sezze sermoneta unipomezia virtus nettuno Lanuvio Campoleone san donato Pontino Formia 1905 Priverno Lepini

quelli sul team del patron Giuseppe Mancini, che però non molla la presa. Agora show in questo ventiquattresimo turno, con i latinensi che hanno letteralmente travolto il malcapitato Formia, con un punteggio tennistico che non ha ammesso repliche. Per i biancoazzurri formiani la retrocessione sembra ormai ad un passo. Sconfitta interna, invece, per il Città di Aprilia che in una sfida molto combattuta si è visto sfuggire un risultato positivo di fronte alla Nuova Itri. Bel pareggio in trasferta per il Calcio Sezze a Pomezia, mentre in coda non hanno raccolto punti utili per la permanenza sia il San Donato Pontino, caduto a Lariano in uno scontro diretto, che il Priverno Lepini, sempre più fanalino di coda e quasi spacciato a sei giornate dalla conclusione.

60 56 54 44 38 36 34 33 31 29 29 22 21 20 15 7

juniores ProVinCiali gir. b

ventesimA GiornAtA

ventesimA GiornAtA

A.CisternA-ss Pietro PAoLo CAmPo BoArio-sAn miCheLe Lido dei Pini-nuovo Lt isonzo Cori-r11 LAtinA nettuno-LAtinA sCALo Cos LAtinA-CretArossA

0-4 0-2 0-0 2-2 5-1 0-2

ClassiFiCa san michele nettuno Campo Boario Atletico Cisterna Lido dei Pini Cretarossa Cori ss Pietro e Paolo Campoverde nuovo Latina isonzo Latina scalo Cos Latina r11 Latina

45 40 38 35 28 27 26 25 21 16 12 7 6

don BosCo - minturnomArin. 0-0 7-2 hermAdA-LA roCCA 1-0 P. C. LenoLA - AurorA vodiCe

ClassiFiCa hermada Pontinia Aurora vodice monte san Biagio Pro Calcio Lenola sonnino ss Cosma damiano Penitro minturnomarina La rocca don Bosco Gaeta

30 29 27 27 24 22 20 17 14 11 8

defila cogliendo poi il palo. La situazione si sblocca al 15’ quando Osman crossa dalla sinistra e De Bonis insacca sottomisura. Gli ospiti legittimano il vantaggio al 18’ con Ruggiero che di testa sfiora il raddoppio. A questo punto il match ha contorni delineati. I ragazzi di mister Schiavon non hanno la forza di reagire in 10 contro 11 e il San Michele piazza il colpo del ko al 34’ con Perna.

le pagelle

CaMpO BOaRIO Rabit 6 Reattivo quando si tratta di riflessi ma su posizionamenti e uscite, qualcosa va rivista Persichino 6 Soffre nei minuti iniziali ma riesce poi a prendere le misure per arginare il dirimpettaio Simonelli 5 Ingenua la prima ammonizione e in virtù di essa la seconda che costa il rosso è sconsiderata. Il post cartellino da censura Novelli 5,5 A volte soffre per tenere la marcatura ma prova a non concedere varchi Rizzi 6,5 Si fa apprezzare per alcune chiusure poi si innervosisce (10’st D’Angelo 6 Rileva i compiti del compagno a rischio rosso) Sciaudone 6 Parte faticando in mezzo al campo, poi viene dirottato in copertura Porcelli 6 Deve arretrare il raggio quando la sua squadra resta in dieci Cavola 6 Spende tante energie fare la fase di interdizione Russo sv E’ sacrificato per riequilibrare la squadra in 10 (33’pt Parisi 6 Si posiziona in mediana a faticare) De Lucia 5 Troppo indisciplinato a livello tattico (24’st Bottoni sv.) Checco 5,5 Si danna ma non riesce a creare spazi (1’st Vavoli 5,5 Prova vanamente ad essere incisivo)

san MIChele Fargnoli 6 E’ costretto ad intervenire poco ma quando serve c’è Viola 6 Tiene bene sulla destra rendendo nulli tentativi avversari da quella parte Fregnani 6 Copre sulla sinistra ma potrebbe provare qualche discesa in più Canepari 6 Chiude bene in marcatura riuscendo a non concedere spazi Trotta 6 Fa bene la fase di contenimento ma partecipa poco ad impostare Di Pierro 7 Prestazione di quantità sia in fase difensiva che provando ad impostare De Bonis 6,5 A tratti pare timoroso ma nella ripresa trova un gol decisivo Ruggiero 6 Si dedica tanto alla quantità ma con poca qualità in mezzo al campo Rinaldi 6 Gioca da boa riuscendo a far salire la squadra ma trova poche conclusioni (21’st Perna 6,5 Segna il gol del ko subentrando dalla panchina) Collini 6 Tenta la conclusione ma non riesce a far combaciare potenza e precisione (25’ st Pietrogiacomi sv.) Osman 6 Si lascia rapire da qualche leziosità di troppo ma è suo l’assist per il gol


sabato 29 marzo

volley challenge cup

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Per il secondo anno consecutivo la Top Volley Latina fallisce l’assalto al titolo europeo

Mamma li turchi! L’Andreoli s’inchina

Davanti all’inferno dei 6500 spettatori la squadra di Simoni cede nettamente in tre set fenerbahce

andreoli

3

0

Skrimov 7, Verhees 5, Sottile 1, Noda 7, Candellaro 4, Starovic 16; Rossini (L), Michalovic, Fragkos 2. Ne: Tailli, Paris.

Basaran 2, Miljkovic 19, Felipe 9, Gok 4, Eksi 5, Marshall 12; Kilic (L), Tendar, Gunes, Dogan, Toy 1. Ne: Thiago Alves

ALLENATORE Simoni

ALLENATORE Castellani

pARziALi 25-22, 25-19, 25-17 ARBiTRi Hudik (R.Ceca), Miklosic (Slo) NOTE Spettatori 6500. Durata set: 25‘, 23‘, 26 ‘; totale 2h’ Fenerbahçe Istanbul: battute vincenti 3, battute sbagliate 12, muri 7, errori 8, attacco 56%. Andreoli Latina: bv 3, bs 13, m 5, e 8, a 42%. MVP Ivan Miljkovic di Gabriele Viscomi

Grazie lo stesso ragazzi in campo! Grazie ai 50 tifosi che hanno seguito la squadra in Turchia. L’Andreoli Latina non è riuscita nella grande impresa di conquistare la Challenge Cup ma bisogna ricordare che è stata l’unica squadra italiana a conquistare una finale di Coppa. E’ arrivato un 3-0, parziali 25-22, 25-1925-17, che ha premiato la squadra obiettivamente più forte. Da dimenticare alcuni episodi avvenuti in campo nel terzo set ma soprattutto l’atteggiamento veramente irriguardoso di Felipe che a fine gara vinta, ripetiamo, meritatamente dal Fenerbahce è andato a sbeffeggiare l’Andreoli passando sotto la rete portandosi verso la panchina dell’Andreoli. Un bruttissimo gesto. Possiamo comprendere la soddisfazione di una vittoria

ma non il mancato rispetto verso gli avversari. Giusta la vittoria del Fenerbahce, la squadra indubbiamente più forte, ma l’Andreoli non ha messo qualcosa di suo, in negativo?. Giocare contro una squadra con giocatori come Marshall, Felipe e Miljkovic e sperare di vincere bisogna essere al massimo e nelle migliori

condizioni fisiche. Ripetere, in parole povere, la prestazione di mercoledì scorso quando l’Andreoli ribaltò e i favori del pronostico e l’andamento di una gara che sul 2-0, 2422 per i turchi nel terzo set sembrava conclusa. Ed invece oltre all’assenza di Gitto all’ultimo momento si sono anche aggiunti i problemi fisici di Skrimov il migliore in gara1. Solo il lavoro dell’osteopata Giacinta Milita e del fisioterapista Vincenzo Annarumma ha permesso il suo recupero. Ma in campo le titubanze si sono viste. Poco incisivo al servizio, timoroso, giustamente, in attacco Skrimov non ha ripetuto la bella prestazione di pochi giorni fa. Anche Starovic ha tardato a carburare, alla fine ha, comunque, chiuso con un buon 50% in attacco ma niente rispetto al suo connazionale Ivan Miljkovic, che ha chiuso 19 punti e soprattutto il 60% in attacco. Bisogna, quindi essere contenti?. A denti stretti dobbiamo dire di no pur riconoscendo che il Fenerbahce ha meritato il successo. Purtroppo nel palmares rimangono solo le vittorie e i due secondi posti, in altrettante competizioni europee consecutive, non contano niente. Ma è giusto anche ricordare che l’Andreoli Latina è stata l’unica squadra italiana che è arrivata ad una finale europea. Magra consolazione? Forse, ma questa è la verità.


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