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VOGHERA: AURELIO TORRIANI Pagina
«La città, dopo 10 anni di amministrazione Barbieri, ha bisogno di tornare a una buona politica di confronto»
Aurelio Torriani, conosciutissimo medico di famiglia della cittadina iriense, a partire dagli anni ‘80 inizia, con passione, un percorso politico che lo porterà dal 2000 al 2010 a ricoprire il ruolo di Primo Cittadino vogherese per due tornate amministrative. Dieci anni di governance della città da molti ricordati come vincenti e innovativi. Avversario “in casa” Forza Italia del successore Barbieri, disfida che culminerà con una quasi scissione partitica alle Amministrative 2015, è tornato a ricoprire importanti incarichi all’interno della Giunta Garlaschelli. È assessore al Bilancio, Tributi, Economato e Osservatorio Sanità e Covid
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Torriani lei è l’attuale assessore al Bilancio del comune di Voghera. come ha trovato “i conti” del comune al momento della sua nomina?
«In equilibrio malgrado le difficoltà».
Quali sono state le maggiori criticità che si è trovato ad affrontare?
«Minori entrate, quindi minori possibilità di distribuire, come avremmo voluto, ristori agli operatori dei settori maggiormente colpiti dalla crisi economica e alle famiglie».
quali sono le azioni e/o soluzioni più significative messe in campo?
«Il contesto finanziario che ha caratterizzato l’inizio del nostro mandato è stato determinato dall’emergenza sanitaria che ha causato effetti negativi sull’economia del Comune e dell’intera comunità vogherese. È stato necessario salvaguardare gli equilibri di bilancio del Comune come strumento per attuare le politiche sociali di sostegno economico alle famiglie e alle piccole e micro-imprese della nostra città. Le risorse trasferite dallo Stato e dalla Regione per fronteggiare l’emergenza sanitaria ed economica sono state gestite con visione sia di breve periodo sia valutando gli scenari che presumibilmente si sarebbero manifestati a più lungo termine. Abbiamo dovuto monitorare le minori entrate per attuare manovre di compensazione con i trasferimenti erariali e sono state razionalizzate le spese indispensabili. Il Bilancio è stato, e continua a essere, gestito con un’attenta e costante monitorizzazione secondo la nostra programmazione e secondo i flussi di entrata e di spesa, garantendo equilibrio finanziario e pagamenti puntuali ai fornitori alle scadenze stabilite come supporto alle attività imprenditoriali in questo momento così difficile per l’economia. Da inizio mandato sono state prese contromisure di sostegno sociale ed economico per la nostra collettività, che si possono così riassumere: da novembre sono stati stanziati fondi per buoni alimentari e distribuzione generi alimentari, attraverso la Caritas, per 211mila euro. Abbiamo ridotto del 50℅ i canoni di concessione impianti alle società sportive ed erogato contributi pari a 30mila euro alle famiglie a basso reddito per l’acquisto di strumenti informatici necessari per la didattica a distanza. Abbiamo istituito un fondo di 100mila euro destinato alle micro-imprese che hanno subito una riduzione del fatturato durante la pandemia».
Tasse. previsti aumenti o diminuzioni?
«Da inizio 2021 abbiamo previsto interventi per agevolazioni della tassa rifiuti del 15℅, 25℅, 45℅ e 60 ℅ della parte variabile per le utenze non domestiche che stanno subendo effetti negativi a seguito dei provvedimenti governativi
Aurelio Torriani, assessore al Bilancio, Tributi, Economato e Osservatorio Sanità e Covid
di chiusura o di limitazioni delle attività produttive per il contenimento diffusioneCovid. Inoltre abbiamo previsto agevolazioni per la tassa rifiuti 2021 riducendo del 40℅ la parte variabile alle famiglie già beneficiarie del bonus sociale per energia elettrica, gas e acqua, e per tutti quelli che acquisiranno i requisiti del bonus per l’anno 2021 (disoccupati e cassa integrati), nonché per i nuclei familiari diversi dai precedenti con ISEE non superiore ai 10mila euro. Abbiamo destinato 263mila euro come buono spesa straordinario per famiglie in difficoltà economica e contributi straordinari, pari a 25mila euro, a sostegno delle società sportive. E un’ulteriore riduzione, sempre a favore delle società sportive, del 75℅ per i canoni di concessione impianti sportivi comunali. Abbiamo istituito un fondo di ulteriori 150mila euro a favore di micro-imprese del territorio che hanno subito riduzioni del fatturato causa pandemia».
il comune di Voghera ha messo in vendita numerosi immobili di proprietà. come sta andando e, soprattutto, quale ritorno economico vi aspettate?
«Con il programma delle alienazioni messo in atto dall’assessore all’urbanistica Tura ci aspettiamo di rimettere in positivo l’aspetto delle entrate. Già a oggi sono state venduti 8 lotti su 10 del PIP di via Nenni».
il comune di Voghera è, dal suo punto di vista, una macchina che funziona bene?
«Il comune di Voghera, anche grazie ai suoi dirigenti e dipendenti, è una macchina che lavora bene. Per quanto riguarda i Servizi Finanziari, sono diretti in modo encomiabile dalla dottoressa Filippi, e ciò mi lascia assolutamente tranquillo».
Lei ha un assessorato “nuovo” figlio della pandemia, definito “Osservatorio Sanità e Covid”. Ci spiega in che cosa consiste esattamente e qual è il suo ruolo?
«La delega all’Osservatorio Sanità e Covid dell’Ottobre 2020 era dai più considerata una grossa rogna. Ma con il mio lavoro di costruzione dei rapporti con ATS - nella figura della Dottoressa Azzi e con ASST, con il Dottor Gozzini, con il mondo del volontariato (Protezione Civile, CRI, MMG, Auser, Rotary e Lyons) e soprattutto con la mia insistenza nell’identificazione dell’hub vaccinale presso il centro Auser, è stato possibile far un buon lavoro, oggi il centro vaccinale di via Cignoli è diventato un centro di riferimento per migliaia di persone di tutto il territorio, un fiore all’occhiello per la città di Voghera e una dimostrazione di grande collaborazione».
Com’è oggi la situazione in città da un punto di vista di contagi?
«La macchina delle vaccinazioni procede al ritmo di circa 900 dosi inoculate al giorno, di conseguenza migliora in città la situazione dei contagi».
che Forza italia ha trovato a un anno dal suo rientro nel partito? la mancanza di figure politiche di un certo peso si è fatta sentire?
«La città, dopo 10 anni di amministrazione Barbieri, sente la necessità di tornare alla governance dei partiti, a una buona politica di confronto tra i partiti stessi e a una dialettica interna che non potrà fare altro che portare buoni frutti. Basta con i governi di gruppi di potere! La città ha bisogno di buona Politica con la P maiuscola».
lei è stato sindaco per due legislature, ha fatto parte della minoranza e oggi della maggioranza. ha visto e vissuto la città in ogni sua sfacettatura. Come e dove è cambiata maggiormente Voghera in questi 20 anni?
«Come è cambiata Voghera in questi 20 anni basta fare un confronto tra i miei 10 anni durante i quali Voghera era veramente capitale dell’Oltrepò con la realizzazione di importanti infrastrutture, per citane alcune: la Centrale Energia Elettrica, l’ASP Pezzani, l’Università di Scienze Motorie con il Centro di Medicina dello Sport, il PalaOltrepo, il Centro culturale attrezzato (Castello, piazza Castello, via Cavour, piazza Duomo, Teatro Sociale con progetto definitivo pronto, Centro Anfass per disabili di Medassino, via Emilia completamente rifatta, ASM trasformata da azienda municipale in società Multiservizi sovra regionale con molti asset, etc. etc. etc. Il confronto con i 10 anni successivi dove è sparita la buona Politica sarebbe impietoso».
da medico in pensione è stato richiamato come volontario per svolgere la mansione di medico di base al Brallo, che ne era sprovvisto. la carenza dei medici di base rimane un grosso problema in oltrepò. cosa si sta facendo in tal senso?
«Quando ho accettato di fare il medico di base al Brallo, su richiesta di ATS, l’ho fatto sì per volontariato, ma anche per sottolineare la drammatica situazione degli ambiti carenti (paesi, ma anche città ormai senza medici) frutto di una politica miope e di un carico di lavoro, soprattutto burocratico, che ha trasformato il gratificante lavoro del medico di famiglia in un impegno gravoso. Abbiamo bisogno di una riforma razionale del lavoro del medico di famiglia, trasformandolo in una piccola equipe, con personale sanitario e amministrativo, lasciando libero il medico di curare il paziente».
Le ultime settimane, a partire dal tragico evento di Piazza Meardi, hanno segnato profondamente la città di Voghera. Il dibattito politico è stato rovente e divisivo: c’è chi ha minimizzato l’accaduto, e chi ha cercato di trarne vantaggio. Alla fine in molti hanno sentito la necessità di proferire la propria opinione. Onestamente, per la maggior parte dei casi se ne sarebbe potuto benissimo fare a meno. Ma nel tempo dei social chiunque, indipendentemente dalla bontà o meno delle proprie idee, si sente un oracolo. È risaputo. Tanto più chi barcolla abitualmente sulla linea sottile dell’analfabetismo funzionale. Purtroppo gli eventi tragici acuiscono – lo abbiamo visto – i deliri di questi soloni. Ma ci sono anche esponenti autorevoli nella politica cittadina, e fra costoro c’è senza dubbio Ilaria Balduzzi, capogruppo del Partito Democratico. La quale, come prevedibile, dal suo punto di vista non le ha certo mandate a dire alla sindaca Garlaschelli durante l’ultimo Consiglio Comunale. Nel gioco delle parti fra maggioranza e minoranza Balduzzi si è anzi collocata su una “direzione ostinata e contraria” (si rilegga al proposito “Smisurata preghiera” di Fabrizio De André) che altre forze politiche hanno soltanto accarezzato o magari pensato addirittura di scavalcare.
nel consiglio comunale andato in scena dopo la sparatoria di piazza meardi lei ha parlato di “totale fallimento” dell’amministrazione garlaschelli. perché?
«Come ho ribadito in Consiglio Comunale, questo fatto tragico di cronaca, che ha anche risvolti amministrativi e politici, ha fatto emergere il totale fallimento di questa amministrazione. Si è detto che l’assessore Adriatici tanto ha fatto per la città... Cosa? Gli immigrati bivaccavano in Piazza San Bovo: sono state tolte le panchine, ma non è stata risolta la situazione. Una singola clochard mendicava sotto i portici del Duomo: le è stato impedito di farlo con un DASPO, e lei si è spostata in via Emilia. Con questi interventi, negli ultimi mesi la sensazione di sicurezza percepita in città non è affatto migliorata. Anzi: è peggiorata, anche per via della crisi che ha portato con sé la pandemia».
non solo a Voghera.
«Questo ha colpito tutte le città in tutto il mondo, certo; ma forse ci si doveva e ci si deve interrogare su quale sia il reale grado di pericolosità di Voghera rispetto ad altre città dotate delle stesse dimensioni e caratteristiche. Scopriremmo che magari qui non è quel Bronx che appare oggi, e che se fossero seguiti e protetti adeguatamente quei dieci - facciamo venti - casi di persone in difficoltà (magari anche malate, come in questo caso), la situazione perce-
Ilaria Balduzzi
pita potrebbe migliorare notevolmente. Allora arriviamo al punto: il fallimento non è solo quello dell’assessore alla sicurezza, ma riguarda certamente anche altre componenti.»
mi faccia qualche esempio.
«Pensiamo alle politiche sociali e sanitarie. L’assessore ai servizi sociali Federico Taverna conosceva Youns? Cosa ha fatto in questi mesi affinché non accadesse tutto ciò che è accaduto, togliendo dall’impaccio il proprio collega di giunta che si è sentito investito direttamente della responsabilità di assicurare la giustizia in città? Cosa ha fatto per rendere efficaci i TSO a cui Youns è stato sottoposto e perché le cure potessero costituire per lui una via d’uscita? E soprattutto: in generale cosa ha fatto per sostenere, anche economicamente, le forze del volontariato, essenziali nel loro operare sociale? E per assicurare “alloggio” a chi oggi, suo malgrado, vive o dorme per strada? E per implementare i servizi sociali così da far fronte a situazioni di malattia, disagio e povertà ma anche alle nuove difficoltà emergenti, createsi a seguito della crisi economica, psicologica e sociale post pandemia? Veniamo poi all’assessora indagata per voto di scambio, Francesca Miracca.»
qual è il suo punto di vista in merito alla vicenda giudiziaria che la vede coinvolta?
«Siamo tutti garantisti e fiduciosi nell’operato della giustizia, però due assessori indagati per reati gravi riguardanti la persona e la Pubblica Amministrazione nel giro di nove mesi (e magari non è finita qui) mi sembrano oggettivamente un po’ troppo. Si può pensare che sia sfortuna, ma dietro ci sono decisioni precise: l’appartenenza, sarà casuale, allo stesso partito politico, la Lega; oppure l’incapacità di alzare la testa verso decisioni prese da altri ed altrove. Dalla sindaca, in risposta a tutto quanto accaduto, soltanto il silenzio. Nessun ritiro delle deleghe. Nessuna dimissione, nemmeno fino al chiarimento dei fatti. Non è tranquillizzante che chi sia indagato per voto di scambio gestisca i bandi e l’assegnazione di contributi economici alle attività produttive e commerciali post-Covid. Soprattutto ci si aspetterebbe che se, nonostante tutto, si continui ad esercitare il proprio ruolo pubblico, lo si faccia con onorabilità e dignità e magari un pochino sottotono finché non si chiariscano i fatti. E invece cosa succede? Che, sebbene nell’esercizio della propria attività professionale di locandiera, l’assessora venga colta nel proferire parole che inneggiano alla violenza armata e alla guerra civile, alla vigilia di una giornata dove di tutto c’era bisogno fuorché di agitare animi e folle. Parole smentite dalla diretta interessata. Tuttavia, ad oggi, mi risulta che il giornalista non sia querelato. E la sindaca? Si dissocia non dalle parole fuori luogo pronunciate dalla sua assessora ma da quanto riportato su “Il Foglio”.»
Torniamo al merito della sua affermazione circa il “fallimento” di questa amministrazione...
«Se a tutto quanto detto finora si aggiungono fatti senz’altro minori ma comunque indicativi di un certo modo arrogante e autoritario ma non autorevole di fare politica (penso alla manifestazione non autorizzata di FDI all’interno del Comune, alla modifica della viabilità in Piazza Duomo non comunicata, alla mobilità volontaria del Comandante dopo 20 anni di onorata carriera, agli incidenti istituzionali nella convocazione del Tavolo per l’Ordine e la Sicurezza, alla dichiarazione parziale dei redditi della Sindaca ai fini della trasparenza, allo spegnimento di microfoni della minoranza durante lo svolgimento a distanza del Consiglio, alla mancata adesione alla Task Force della Questura sulla parità di genere, alle dichiarazioni dell’assessore ai Lavori Pubblici irrispettose dei cittadini - per carità, bazzecole al confronto di quanto successo poi) si comprende il totale fallimento di questa amministrazione.»
cosa dovrebbe fare secondo lei paola garlaschelli?
«Il mio punto di vista e quello del PD è che la sindaca, seppur supportata da esponenti politici anche di alto livello che minimizzano la situazione e la rincuorano, dovrebbe prendere atto del totale fallimento personale e politico e dimettersi unitamente alla sua Giunta. Meglio tornare alle urne, sebbene non sia trascorso nemmeno un anno dalle elezioni: i fatti accaduti sono gravissimi, tali da giustificare altrettanto gravi decisioni e provvedimenti, se si ha cuore il bene della città.»
Fra le minoranze in consiglio comunale si fatica spesso a registrare unità di vedute. non ha fatto eccezione la gestione del caso adriatici. c’è chi ha richiesto le dimissioni della giunta, chi ha proposto di allargare la compagine di governo, chi si è mostrato un po’ più cauto. insomma, un caos. se davvero la sindaca in un attimo di sconforto avesse deciso di dimettersi, dall’altra parte non ci sarebbe stata un’alternativa. cosa si sente di dire al proposito?
«Questa è un’amministrazione che, al di là di considerazioni molto personalistiche e anche egoiste delle varie parti politiche sull’essere pronti o meno ad affrontare nuove elezioni, è un’amministrazione che ha fallito. Quindi, deve andare a casa. Gli altri ex sindaci (che peraltro io e la mia parte politica abbiamo sempre criticato, essendone stati all’opposizione) non erano mai arrivati così in basso. Mi verrebbe da dire che chiunque saprebbe fare meglio di ora. Ostinatamente si cerca di difendere questa amministrazione che ormai di difese non ne ha più. Lo dico anche con un pochino di dispiacere, perché dalla prima donna sindaca di Voghera mi sarei aspettata molto di più. Soprattutto dal punto di vista delle relazioni con la città, in termini di trasparenza e in termini di umanità, nel campo del sociale. Probabilmente perché il vero sindaco di Voghera è un’altra donna, e non Paola Garlaschelli. Non dico queste cose per interesse personale (visto che questa vicenda mi ha così profondamente segnato tanto da spingermi a fare attente valutazioni circa il ruolo di amministratore pubblico), né per interesse del PD di cui faccio parte e che non è certo la forza politica di maggioranza in città.
Lo dico perché è giusto che i vogheresi giudichino l’originale anziché la copia, perché la copia mal consigliata ha fallito e perché dopo questa gestione fallimentare serve un rilancio economico, sociale, solidale e sicuro della città.»
e gli altri membri della giunta? mi sintetizzi il suo punto di vista generale.
«In linea generale manca a questa amministrazione – ma in particolare alla giunta, che ne è il braccio esecutivo – la capacità di condivisione. Ho sentito spesso parlare assessori di provvedimenti attribuendone la responsabilità ad altri assessori. Per esempio, a proposito della chiusura di piazza Duomo, qualcuno ha affermato: “È stata un’iniziativa di Adriatici”. Ma tutti i provvedimenti che escono dalla Giunta dovrebbero essere ampiamente condivisi da tutti i membri. Quello che secondo me emerge a neanche un anno di distanza dall’insediamento è che non si è riusciti a creare questo carattere di condivisione. Ecco perché la richiesta di dimissioni della sindaca. Non ha saputo gestire questi assessori che in molti casi non si sono dimostrati all’altezza e sembrano agire in maniera scoordinata e anche un po’ personale.»
lei non è mai stata tenera nei confronti della giunta iriense; attaccandola - dobbiamo dirlo - su temi concreti e non per partito preso. per esempio: la chiusura del ponte rosso. so che lei ha seguito quasi quotidianamente i lavori...
«È vero, ho seguito quotidianamente già prima dell’inizio dei lavori la vicenda, grazie allo strumento dell’interpellanza e stimolando l’amministrazione sul tema, anche se è servito a poco. A maggior ragione ho continuato ad occuparmi di questo intervento soprattutto con l’evolversi della situazione. Peraltro è stato annunciato che i lavori finiranno con alcuni giorni di anticipo; questa mattina (giovedì per chi legge) tuttavia sono passata lì davanti ed erano ancora in corso di esecuzione. In ogni caso, l’anticipo sulla fine dei lavori sembrerebbe essere stata resa possibile non da un merito dell’assessore ai lavori pubblici, ma di altri assessori diversi da quello alla partita. Sta di fatto che anche in questo caso la gestione della sicurezza, che inizialmente era ancora in carico all’assessore Adriatici, non è stata all’altezza della situazione. Ancora stamattina sono rimasta imbottigliata in una fila di persone che doveva girare da Strada Grippina verso Voghera e io sono stata l’unica a seguire il percorso obbligato verso la rotonda, mentre tutti hanno aspettato (magari anche molto tempo) per poter girare a sinistra, in barba ai divieti e causando code. I divieti, comunque, non sono molto chiari: dovevano essere forse installate indicazioni migliori, oltre a delle barriere che impedissero di intraprendere percorsi diversi da quello previsto verso la rotatoria. Al di là del fatto che questo percorso obbligato verso la rotonda è stato un palliativo: sarebbe stato più opportuno pensare ad una mini-rotatoria provvisoria all’uscita della Strada Grippina. Anche in questo caso, comunque, la gestione della vicenda è stata veramente scoordinata. Penso anche ai tempi dell’appalto (dall’aggiudicazione allo svolgimento dei lavori). Non è pensabile che un nodo così importante della viabilità cittadina rimanga prima limitato e poi bloccato per mesi. Anche se si tratta di mesi estivi, stiamo parlando comunque di un periodo molto lungo. Un’altra considerazione riguarda i risarcimenti che erano stati promessi alle attività economiche situate oltre il Ponte Rosso in considerazione del disagio subito; ad oggi ancora nulla è stato non solo fatto, ma nemmeno comunicato circa le modalità di attuazione di questo intervento, che quindi non sappiamo se rimarrà soltanto una promessa o se verrà realizzato.» Fra gli altri temi che lei ha messo sul tavolo di recente c’è la mancata partecipazione del Comune di Voghera ai Progetti Emblematici Maggiori di Fondazione Cariplo, che in passato erano stati forieri di finanziamenti importanti per la città (ricordiamo il Teatro Sociale, in corso di ultimazione). Un treno perso? «Sicuramente un treno perso. Questa amministrazione, e in particolare la sindaca, si va tanto vantando di una certa capacità di progettazione che però al momento non è supportata da prove tangibili. Alla prova dei fatti mi sembra che non si stiano gettando grandi speranze nel futuro. Penso anche a tutti i finanziamenti che il PNRR potrebbe portare (seppure in maniera minore) anche ai comuni: il fatto di non aver saputo consolidare una capacità di progettazione sugli “emblematici”, che ormai sono progetti conosciuti da tempo (soprattutto nella nostra area), non fa ben sperare per le opportunità che potrebbe portare il futuro. Bisognerebbe vedere se manca la capacità di progettazione o se, ancor più grave, mancano le idee.»
la carica di assessore alla sicurezza al momento è vacante, avendo la sindaca avocato a sé le funzioni in precedenza assolte da Adriatici. A quale identikit dovrebbe rispondere la figura del suo erede?
«Probabilmente anche su questo abbiamo idee e – oserei dire, in questo caso – ideali ben diversi. L’assessore precedente era stato scelto per le sue qualità, ed era stato anche “pubblicizzato” per la sua fama di “sceriffo”, che poi si è tristemente realizzata. Quello che pensiamo io e la forza politica cui appartengo è che sia necessaria un’integrazione fra la sicurezza e il sociale: un giusto amalgama fra il dovuto rispetto delle regole (e ci mancherebbe: siamo in uno Stato di Diritto, e le leggi esistono perché siano rispettate), e nel contempo un’attenzione alle situazioni di disagio. Non si deve arrivare all’uso della coercizione per garantire il rispetto delle regole: ci devono essere operazioni preventive che evitino l’insorgenza di situazioni estreme. Se si arriva alla necessità coercitiva, significa che è fallito il progetto sociale.»
sempre a proposito di sicurezza, quali sono le sue proposte per la città?
«Come proposte per la sicurezza e il so-
ciale senz’altro bisogna incentivare la sinergia fra le forze dell’ordine, che non va intesa come “qualcuno dà gli ordini e altri li eseguono”. Deve essere realizzata una collaborazione effettiva, ciascuno nei propri ambiti di presidio del territorio. Magari anche approfittando di tutta questa attenzione che Voghera ha avuto in questo periodo dall’opinione pubblica per richiedere (come è stato fatto dal consigliere regionale Villani attraverso un’interrogazione) maggiori risorse per la sicurezza della città. È necessario portare questa richiesta anche a un livello nazionale, cioè in Parlamento. Questo non vuole significare che Voghera abbia problemi di sicurezza peggiori di altre città delle nostre dimensioni o di altre città della provincia di Pavia. Però sicuramente è nelle situazioni di emergenza (e in questo caso di lutto, purtroppo) che a volte nascono soluzioni altrimenti insperabili. Mi riferisco anche a una maggiore collaborazione fra le parti in causa; un messaggio che, poi, è quello lanciato anche dai parroci di Voghera nei giorni successivi ai fatti di Piazza Meardi. Una maggiore collaborazione di tutti, delle forze sociali e volontaristiche presenti numerosissime in città, al fine di non arrivare a soluzioni drastiche o addirittura a tragedie come in questo caso, ma prevenire il disagio e “curarlo”.»
di Pier Luigi Feltri
A Torrazza Coste è periodo di importanti investimenti. Interventi che potremmo definire di portata “storica” per il comune oltrepadano, a cominciare dallo spostamento del municipio nella splendida cornice di Villa Lodi Alessi; oppure dalla sistemazione della “Strada degli Orridi”, da molti anni soggetta a un pericoloso dissesto idrogeologico e interessata da un progetto costato diverse centinaia di migliaia di euro. Nell’incontro che abbiamo avuto con il sindaco Ermanno Pruzzi, tuttavia, il primo argomento all’ordine del giorno è stata la recente svolta relativa al centro di Riccagioia, attesa da tempo da tutto il territorio. La nuova pagina per lo storico centro dell’Oltrepò Pavese racconta di un polo di eccellenza per l’agricoltura 5.0, ossia per la progettazione di quello che sarà il settore primario dei prossimi anni. Il progetto, che prende il nome di “Riccagioia Agri 5.0”, è oggetto di un ampio partenariato pubblico-privato (con l’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste a fare da capofila), e può contare sul sostegno scientifico dell’Università degli Studi di Milano e dell’Istituto Tecnico Agrario Carlo Gallini di Voghera. Entrambe le istituzioni, negli scorsi anni, avevano peraltro utilizzato la struttura di Torrazza Coste per allocare alcuni dei loro corsi. Insomma: Regione Lombardia punta sull’agricoltura per far rifiorire il proprio territorio nel periodo post-pandemico.
quella relativa a riccagioia è una notizia che immagino abbiate accolto con grande soddisfazione a Torrazza coste. sindaco pruzzi, vuole parlarcene?
«Riccagioia dovrebbe diventare un importante centro di ricerca legato al settore agricolo, con il compito di creare e offrire alle aziende agricole modelli innovativi, nuove tecnologie, il tutto legato ai principi dell’ecologia. Il centro sarà gestito da una fondazione costituita da E.R.S.A.F. e da imprese private. Parliamo di aziende di importanza nazionale e anche oltre, grandi marchi come Bayer, Tim, Olivetti e altri. Quindi guardiamo al futuro con ottimismo. Penso sia la volta buona per il rilancio di Riccagioia, o almeno me lo auguro. Diventerà un centro importante non solo a livello locale ma anche regionale e nazionale, da quello che si dice. Ne beneficerà sicuramente tutto il comparto agricolo, ma non solo.»
parliamo dei lavori pubblici che sta mettendo in campo la sua amministrazione. iniziamo dalla strada per gli orridi di sant’antonino, interessata da un grave dissesto idrogeologico. una storia, quella di questo intervento, iniziata diversi anni fa – e che finalmente sta vedendo la conclusione. per chi non lo sapesse, ricordiamo che la strada degli orridi, oltre a rappresentare un punto di pas-
Ermanno Pruzzi, sindaco di Torrazza Coste al suo terzo mandato
saggio importante verso le frazioni collinari, rappresenta anche una grande attrazione sotto il profilo paesaggistico e naturalistico. ma soprattutto è l’esemplificazione palese di un territorio estremamente fragile: la terra che frana e porta con sé una strada che, per molti, è quella di casa.
«Sì, confermo che stanno proseguendo proprio in questo periodo i lavori sulla strada di Marcellino (dal nome del monte sul quale si inerpica il percorso, ndr). Una strada che congiunge il capoluogo a cinque nostre frazioni: Sant’Antonio, Nebbiolo, Trebbio, Colombara e Mogliazza. Sistemare questa strada era fondamentale per coloro che abitano nelle frazioni, ma può servire anche per rendere più attrattive le nostre colline. Non dimentichiamo che in queste frazioni abitano anche diverse famiglie giovani, con bambini. Scegliere di vivere in un piccolo paese è una scelta ammirevole, ma comporta per tutte queste famiglie la necessità di doversi spostare facilmente. Bisogna assicurare loro questa possibilità. Senza una viabilità adeguata, purtroppo, le frazioni muoiono. E noi dobbiamo fare quanto possibile per impedirlo.»
questo lavoro era in progetto da molti anni, ma gli ingenti costi paventati lo avevano finora rimandato. Per un comune delle dimensioni di Torrazza coste è impossibile immaginare di risolvere un problema di questa caratura con risorse interne. dove avete trovato le risorse per questo intervento?
«L’intervento è stato possibile grazie a un finanziamento di 835mila euro a fondo perduto che ci è giunto dal Ministero dell’Ambiente. I lavori prevedono la sistemazione di un tratto di strada antistante all’orrido; si interverrà con palificazioni profonde circa 8 metri ad un metro di distanza uno dall’altro per circa cento metri. Inoltre su quel tratto sono stati eseguiti anche diversi terrazzamenti per gestire gli smottamenti. Sembra con riferimento al dissesto idrogeologico del territorio, si interverrà a breve anche sulla frana presso la frazione Barisonzo. Inizieranno i lavori a settembre. Anche qui con un contributo della Regione Lombardia e una parte finanziata dal nostro comune.»
proseguiamo con gli interventi su Villa lodi alessi, un immobile storico che è stato prima ottenuto e poi ristrutturato dal comune di Torrazza per farne la propria sede istituzionale.
«Finalmente siamo arrivati alla conclusione. Sarà pronta entro fine anno la villa Lodi Alessi che ospiterà la nuova sede del Comune. Il palazzo è stato completamente ristrutturato. Oltre agli uffici comunali sarà disponibile un ampio salone in cui si potranno svolgere congressi, conferenze ed altro. Il giardino antistante verrà sistemato con una donazione che ci è stata fatta da una famiglia di Torrazza Coste. Quello posteriore verrà sistemato a sua volta con risorse interne e verrà utilizzato per lo svolgimento di iniziative culturali, manifestazioni e si potranno anche celebrare matrimoni civili.»
anche il cimitero non è stato esente da alcuni interventi...
«È stata terminata proprio in questi giorni la costruzione di 40 loculi e di 40 ossari presso il cimitero del capoluogo. Tutto questo grazie a finanziamenti regionali e a risorse comunali.»
e per quanto riguarda le scuole?
«Abbiamo ultimato la realizzazione di un parco giochi inclusivo presso la scuola materna grazie ad un contributo regionale. Ci sono una serie di nuovi giochi che possono essere utilizzati anche da bambini diversamente abili; qualcosa che a Torrazza mancava. In questo modo abbiamo anche valorizzato uno spazio afferente alla nostra scuola precedentemente non utilizzato. Per un ulteriore risparmio energetico verrà inserito un impianto fotovoltaico presso la scuola materna grazie alle risorse della Finanziaria 2020. Entro settembre verrà sistemata anche la facciata della scuola elementare, per la quale dobbiamo seguire le disposizioni della Soprintendenza. Anche qui abbiamo un contributo da parte dello Stato.»
e le scuole medie?
«Di un impianto fotovoltaico verrà dotata anche la scuola media grazie al Bando AXEL di Regione Lombardia. Inoltre abbiamo realizzato una nuova aula nell’edificio della scuola media, in seguito alle direttive conseguenti al Covid per il distanziamento. Abbiamo costruito anche un nuovo bagno antistante l’aula e si è potenziato l’impianto di riscaldamento. In questo caso l’intervento è stato possibile grazie in parte a un finanziamento GAL e in parte a fondi del Comune.»
ma l’attenzione alle scuole non riguarda soltanto gli interventi edilizi...
«Da settembre per il primo anno verrà introdotto il servizio post-scuola, fino alle ore 18. Attualmente hanno aderito al servizio 8 famiglie. Il comune pagherà una parte dei costi. Ma voglio ricordare anche - e mi fa particolarmente piacere - la collaborazione del negozio Toys Center del centro commerciale Voghera Est, con il quale è stato avviato il progetto “Scuola solidale”. I clienti possono offrire del materiale didattico per le nostre scuole, che il negozio raccoglie e ci fa pervenire. Li devo ringraziare.»
È in corso anche un altro lavoro finanziato con risorse del gal...
«È in fase di appalto l’area di promozione turistica che sorgerà davanti alla palestra comunale. Verrà costruita una struttura che servirà per manifestazioni legate alla promozione del territorio. Una struttura dove si ricaverà anche una cucina, grazie a un finanziamento del GAL. Stiamo valutando il modo migliore per procedere.»
investimenti in sicurezza, invece?
«Stanno terminando le procedure per l’inserimento di nuove telecamere su tutto il territorio comunale, che presto verranno concluse. Abbiamo sottoscritto una convenzione con ASM per realizzare questo intervento. Innanzi tutto verranno dotati di una nuova videosorveglianza gli ingressi del paese, via Emilia, via Voghera, via Schizzola, la rotatoria di via Castellaro, il centro di Pragate, l’area davanti alle scuole. Sempre con ASM abbiamo sostituito le vecchie lampade dell’illuminazione pubblica con quelle a led.»
474mila euro di contributi, Torrazza Coste si rifà il look»
Sicurezza fa rima con viabilità... cosa bolle in pentola?
«Entro fine anno verrà sistemato un dosso su un tratto di strada comunale di via Castellaro. Nel giro di qualche mese procederemo anche con il rifacimento della segnaletica verticale e orizzontale su parte del territorio. Poi si è intervenuti sulla pulizia dei fossi su parte del territorio comunale. Un intervento secondo noi importante, relativo al reticolo idrico minore. Siamo intervenuti sul Fosso Saltagatto, sul Rio delle Rose e una parte del Rio Fossone, che scende dagli Orridi. Anche questo grazie a un finanziamento di Regione Lombardia.»
parliamo delle aree ludiche e ricreative.
«Sono stati installati i nuovi giochi nei parchi pubblici, nelle località Cadè, in via Riccagioia e nella frazione Pragate. Inoltre inizieranno quanto prima i lavori per la sistemazione del campetto di calcetto di via Castellaro. Verrà effettuato il rifacimento del fondo in sintetico, verrà potenziata l’illuminazione, ma ci saranno anche altri piccoli interventi di manutenzione straordinaria. coloro che si sono impegnati, 31 persone.»
L’emergenza però non è ancora finita... come prosegue il vostro impegno?
«Manteniamo sempre la dovuta attenzione nei confronti delle famiglie bisognose. Grazie alla collaborazione e all’impegno di Voghera Oltrepò Solidale vengono distribuiti periodicamente pacchi contenenti generi alimentari. Si è avviata recentemente una collaborazione con la Croce Rossa (Comitato di Voghera) per il progetto “Il tempo della gentilezza”, grazie al quel vengono distribuiti buoni pasto, sempre alle famiglie bisognose. Anche noi come Amministrazione Comunale offriamo degli aiuti una tantum a nuclei famigliari che hanno particolarmente bisogno, e su richiesta diamo la possibilità di rateizzare quelle che sono le bollette inevase di competenza comunale.»
Questo grazie a un finanziamento regionale e a un intervento da parte del comune.»
a proposito: la vecchia palestra scolastica?
«Verrà trasformata l’ex palestra comunale in un locale mensa al servizio della scuola materna e della scuola primaria. Questo grazie a un contributo del GAL e a una compartecipazione del Comune di Torrazza Coste.»
sindaco, lei bazzica in comune da 35 anni, più o meno; gli ultimi 12 dei quali con il ruolo di primo cittadino. Avrà, come tutti gli amministratori, vissuto molti anni di “vacche magre”; ma da qualche tempo molti comuni – e il suo ne è un fulgido esempio – sembrano aver ripreso a correre sul tema degli investimenti. è da quando ci siamo seduti qui alla sua scrivania e abbiamo iniziato questa chiacchierata che mi sta facendo l’elenco di tutti i finanziamenti che ha ottenuto, grazie ai quali sono stati avviati numerosi cantieri. sono davvero tanti. come spiega questo vento positivo relativamente alla sua comunità locale?
«Abbiamo dedicato una particolare attenzione al reperimento delle risorse, e abbiamo istituito un’apposita funzione per seguire il tema. È l’assessore Claudia Berutti a seguire in prima persona tutti questi finanziamenti. Devo dire che lei si è impegnata molto su questo fronte e la ringrazio. Del resto ottenere risorse non è facile. Richiede una gran mole di lavoro. Bisogna espedire tutte le procedure, bussare alle porte della regione o di altri enti; solo grazie a questo lavoro noi abbiamo in cantiere 12 interventi oggetto di finanziamenti esterni. Facendo un calcolo sommario e lasciando fuori gli 835mila euro relativi agli Orridi che avevamo richiesto già anni fa, la somma dei contributi ottenuti recentemente ammonta a ben 474mila euro. Un dato che parla da solo.»
chiudiamo con un pensiero sul periodo della pandemia. qualche giorno fa avete organizzato un evento per ringraziare tutti quelli che si sono impegnati per aiutare gli altri in questo anno disgraziato.
«Purtroppo anche nel nostro comune durante il periodo della pandemia si sono verificati diversi decessi, fra i quali quello del nostro parroco, don Giacomo Buscaglia. È stato un anno molto duro, ma devo dire che la solidarietà dimostrata durante questo periodo è stata notevole. Aziende, associazioni, cittadini ed amministratori comunali, ognuno nei rispettivi ruoli, si sono impegnati per aiutare le famiglie torrazzesi, in modo particolare quelle più bisognose. La scorsa settimana, con una cerimonia presso la nostra sala Nerina Bolognesi, come Amministrazione abbiamo consegnato un attestato ed abbiamo offerto un pranzo a tutti
Il sindaco Pruzzi premia le associazioni che si sono impegnate durante il Covid
di Pier Luigi Feltri
Lontani dai riflettori danno il massimo per regalare gioia attraverso un buon piatto e non per ricevere una buona recensione, non per le stelle o per un ritorno economico ma semplicemente per passione e amore altrui. “Si cucina sempre pensando a qualcuno” recita un aforisma ed effettivamente è proprio così perché è questo il segreto di un lavoro che richiede grande professionalità. Cuochi che fanno i cuochi: non scalano montagne per raccogliere un germoglio, non sperimentano le cucine di tutto il mondo per carpirne i segreti, ma regalano attimi di felicità senza aspettarsi nulla in cambio. Uno di questi cuochi - che non ama definirsi chef - è Piero Comerio. Originario di Volpedo è il responsabile di “PRONTO”, il Centro Cottura di Concordia Società Cooperativa Sociale, con sede a Rivanazzano Terme. Da sempre la Cooperativa per la quale lavora, nata nel 1996, persegue l’obiettivo di attivare gestioni di servizi socio - sanitari ed assistenziali integrati, residenziali e territoriali, definendo un modello organizzativo omogeneo per tutte le iniziative gestite, ma, nel contempo, flessibile ed adattabile alle esigenze delle singole realtà operative. Il Centro Cottura si propone di essere presenza attiva e significativa sul territorio, attraverso una risposta mirata inerente a preparazione, confezionamento e veicolazione dei pasti, garantendo al cliente un servizio altamente qualitativo, operando a favore delle realtà socio-sanitario-assistenziali, ma anche di quelle comunitarie, educative, scolastiche, domiciliari e commerciali. Quindi: ristorazione collettiva, pasti da asporto, consegne a domicilio, catering, coffe breaks per eventi formativi, e chi più ne ha più ne metta! Insomma... tanto gusto e qualità... con un’attenzione in più al sociale!
comerio quando ha deciso di fare il cuoco?
«Mi è sempre piaciuto “pasticciare” tra i fornelli! Anche a militare, svolto nell’arma dei Carabinieri, quando era il mio turno di cucina me lo raddoppiavano sempre, rispetto ad altri colleghi... evidentemente me la cavavo già. Poi è stato facile coniugare una passione con l’esigenza di lavorare».
ha alle spalle un percorso formativo?
«No, ho iniziato appunto per l’esigenza di lavorare. Un mio vicino di casa, il Rag. Carcano, che ricordo con affetto ed è mancato un anno fa, gestiva mense a Milano. Ho iniziato allestendo e pulendo linee di self service. Per questo non mi piace l’appellativo “Chef”, cuoco è più che sufficiente».
Piero Comerio cuoco responsabile di “PRONTO”, il Centro Cottura di Concordia Società Cooperativa Sociale
come è giunto a fare il cuoco in una rsa?
«Un conoscente comune ad amici gestiva una RSA, e quando ha avuto bisogno di un cuoco mi ha cercato... ed eccomi qua, lo faccio dal 1993!».
quali esperienze ha fatto prima di approdare al suo attuale impiego?
«Prima del 1993 ho lavorato presso alcune mense aziendali e in un bar a Milano, poi come pizzaiolo in un Centro Commerciale. Dal 1993 cucino per Residenze Sanitarie. Attualmente, oltre alla nostra RSA Villa Serena, il nostro “fiore all’occhiello”, gestita da noi di Cooperativa Concordia, forniamo servizio anche ad altre residenze che ci hanno scelto per la fornitura dei pasti. Dal 2012 in avanti, abbiamo iniziato a servire asili, scuole, privati, aziende, centri estivi... e non ci siamo più fermati!».
Ha definito la struttura di Salice Terme, Villa Serena, “un fiore all’occhiello”
«Assolutamente sì, Villa Serena ha ben 87 posti letto (e a tavola!). Siamo molto attenti a tutte le esigenze dei nostri ospiti, per questo cerchiamo di creare per loro un ambiente familiare, su misura, controllato e sicuro, in cui però non manchino i momenti di socializzazione, svago e divertimento... Ma non solo!!! Anche il palato vuole la sua parte!!!
come si organizza la cucina per una rsa? immagino ci siano tanti tipi di esigenze diverse, come si riesce a conciliarle?
«La base di partenza è quella di seguire le buone norme per una corretta alimentazione, per questo ci affidiamo alle linee guida dei dipartimenti preposti dell’ATS, che sono un ottimo strumento su cui lavorare. Si parte da un menù settimanale che deve essere equilibrato e deve contenere tutti i nutrienti essenziali. Non mi piace lavorare su menù di 4 settimane a rotazione, preferisco confezionare menù settimanali per seguire le opportunità del mercato e soprattutto della stagionalità dei prodotti. Ci sono poi da predisporre e gestire diete speciali. Oltre a cucinare poi ci sono tante altre attività da seguire: le operazioni di sanificazione dei locali ed attrezzature, l’aggiornamento dei colleghi, i turni di lavoro, le normative da rispettare, una su tutte le linee guida del sistema HACCP e negli ultimi anni, le procedure della nostra certificazione di Qualità».
per quante persone cucina in media ogni giorno?
«Ad oggi abbiamo una media di quasi 600 pasti al giorno, con picchi più alti tra lunedì e venerdi per via di scuole, asili e in estate di Centri estivi, che si aggiungono a quelli delle RSA».
“cibo da ospedale” è diventata una frase per indicare un piatto che non ci piace o che è stato fatto con scarsa cura. cosa si sente di rispondere a questo “luogo comune”?
«Anche se per cucina ospedaliera si intende spesso anche quella di RSA o case di cura, non mi piace paragonarla a quella puramente ospedaliera nel senso effettivo del luogo, cioè dell’ospedale. Credo ci siano molte differenze. In un ospedale le esigenze di salute sono prevalenti al 100% o quasi, il soggiorno dei degenti è limitato nel tempo, va da qualche giorno a qualche settimana, quindi l’alimentazione è mirata ad un periodo ed a una patologia specifica del momento, non ci si deve preoccupare fondamentalmente di soddisfare i palati. Nel mio caso, in RSA è vero che la cura dell’ospite passa anche attraverso l’alimentazione, ma spesso alcuni ospiti non hanno problematiche particolari legate all’alimentazione, se non quella di attenersi ad un corretto regime alimentare, quindi hanno sicuramente voglia di una concessione, ma soprattutto vogliono che l’alimentazione di tutti i giorni, oltre che sana, sia gradevole. In RSA il pasto è anche un momento di aggregazione, deve essere quindi un momento piacevole sotto molti aspetti, senza dimenticare che purtroppo quello della RSA è l’ultimo ristorante che frequentano, per questo la responsabilità di farli star bene è enorme. La ristorazione scolastica e quella residenziale sono spesso criticate, a volte a ragione, questo mondo è una giungla, c’è sempre qualcuno che cerca scorciatoie, ma la vivo quotidianamente da ormai 30 anni, ho imparato quali difficoltà si incontrano. Noi, con un singolo pasto prodotto, dobbiamo soddisfare almeno 4 clienti…».
in che senso 4 clienti?
«Eh sì, proprio 4. Il primo è il nostro “economo” o il nostro “datore di lavoro”, quello che ha in mano il sacchetto delle monetine da spendere e non sono mai molte. Con quelle deve pensare a tutti suoi dipendenti, a tutti i suoi clienti, a tutte le infinite spese che ci sono in un’attività e per questo chiede anche a noi attenzione. Non ci chiede di non spendere, ci chiede di spendere bene, il giusto, di non sprecare, ci chiede buon senso. Il secondo è chi si occupa della salute dei nostri clienti, piccoli o grandi che siano, questa persona ci chiede di pensare ad un’alimentazione sana, corretta, equilibrata. Il nostro non è il pasto col quale ci si toglie una voglia o ci si concede l’eccezione, ma deve essere il pasto di tutti i giorni quello di una corretta educazione alimentare. Il terzo cliente è il “parente”, il genitore dei piccoli degli asili e delle scuole o il figlio degli ospiti delle Residenze Sanitarie. Sono i responsabili di queste categorie, vogliono il meglio per loro, dall’istruzione fino alle cure ricevute.