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Veronika havenna: ‘Questo è il nostro momento’ Pag

Veronika Havenna

‘Questo è il nostro momento’

‘Questo è il nostro momento’ Il Piccole Magazine, in occaLucrecia Black sione della commemorazione del Gay Pride in Italia, ha voluto intervistare una delle figure più conosciute della comunità transgender. L’ospite è ovviamente Veronika Havenna e siamo davvero curiosi di conoscere la sua opinione.

Veronika Havenna, cosa significa per te il Gay Pride?

Il Gay Pride per me è una manifestazione a cui tante persone serie e importanti assistono giustamente per rivendicare i loro, anzi i nostri diritti. Ci sono ovviamente persone che vanno solo per far festa, ma il Gay Pride è una data specifica nella quale migliaia di persone stanno insieme. Questo non dovrebbe essere solo al Gay Pride, dovrebbe essere tutto l’anno, anche con le associazioni, le ONG, sia in Brasile, sia in Italia e in tutto il mondo.

In quale modo hai celebrato quest’anno?

Quest’anno in particolare ho commemorato la nostra attivista Carla Fratti che purtroppo è venuta a mancare. Anche se io non ho avuto spazio e tempo per parlarne quello che volevo era spazio per mostrare con la mia visibilità quanto è importante per noi transgender avere e mostrare una positività a tutta la società.

Parliamo un po’ della situazione del tuo Paese di origine, il Brasile. Questo è catalogato come il Paese con l’indice più alto di transfemminicidi in tutto il mondo. Secondo te, come si commemora il Gay Pride in Brasile e a cosa porta? Ci sono progressi nella difesa dei diritti LGBT+?

Una cosa che non è mai successa è quella che è successa in Turchia. Purtroppo il Brasile è un Paese omofobico e transfobico, ma la cosa che mi da fastidio è che siamo il Paese in cui si concentra la ricerca di pornografia nel settore trans. Detto ciò si deduce che sia la gente che va a cercare le trans e quindi siamo il Paese che uccide di più le persone transessuali e omosessuali e viene tolta la vita di migliaia di persone che hanno un sogno, che hanno voglia di vivere, di costruire una famiglia, di cambiare il mondo, di lavorare e di essere qualcuno. Siamo un Paese che si impegna zero, per questo sono convinta dell’idea che se avesse una legge più severa, credo che sarebbe diversa la situazione. Sarebbe come una specie di miracolo.

E quindi come ti trovi in Italia? Qual è la principale differenza tra il Brasile e l’Italia sul tema della transfobia e della discriminazione secondo te?

Posso dire che dopo il cambio del sesso e della mia anagrafica, posso dire che praticamente in Brasile ho sofferto tanto pregiudizio. Questo è stato uno dei tanti motivi per cui sono dovuta venire in Italia. Ovviamente non soltanto per svolgere ciò che faccio, ma semplicemente per avere una tranquillità, uno stile di vita più pacifico. Oggi posso direi che ho delle ottime condizioni qui e avrei paura di vivere nel mio Paese. A parte che non ho proprio voglia di tornare in Brasile anche appunto per questa impunità, magari se di essere lì per stare in determinate palestre. Magari potrei andarci solo per partecipare a certi congressi LGBT+, ecco quello lo farei, ma direi che ad oggi ho ancora paura. Quindi, per questo dico che in Italia, dopo che ho cambiato il nome, anche se la gente ti guarda un po’ così, le persone ti portano rispetto. Paragonando la situazione al Brasile, la ti aggrediscono, qua in Italia ti guardano male magari ma ti rispettano. Se entri in un bar ti trattano come una Signora, invece in Brasile vieni aggredita senza alcun motivo.

Se avessi l’opportunità di creare una nuova rivoluzione come quella generata negli anni ’60 con il Gay Pride, come sarebbe?

Allora, se avessi l’opportunità di dar vita a una rivoluzione, che è quello che voglio fare poi con il mio attivismo, cercherei di entrare in tutte quelle associazioni che possono aiutare la comunità LGBT+ più carente e bisognosa, a fargli vedere che sono proprio una persona

rivoluzionaria. Vorrei, e spero di riuscire a generare un cambiamento generale, al 100%. In un mio mondo ideale tutte le persone devono rispettare le differenze e le minoranze, perché in fondo siamo tutti uguali. Penso inoltre che non dovrebbe esistere questa parola LGBT+, perché comunque siamo tutti essere umani uguali e cittadini del mondo. La mia rivoluzione quindi porterebbe alla caduta di questa sigla e a smettere di catalogarci.

Quale potrebbe essere la tua eredità per il mondo e le nuove generazioni di persone transgender.

La mia eredità credo che potrebbe essere la mia esperienza. Da quando avevo 17 anni e ho iniziato il mio percorso, sono stata licenziata della televisione anche se da sempre mi è piaciuto tanto il mondo dello spettacolo. Loro mi hanno tolto i miei sogni e io con la mia immagine e un canale Youtube, ovviamente contando sulla mia esperienza, sono riuscita a passare oltre. Come tante altre persone che hanno pianto lacrime, mi sono rialzata, e aggiungerei a testa alta. Come già detto ad oggi sono orgogliosa della bella strada che ho fatto, e come altri prima di me spero di aver contribuito al cambiamento. L’obiettivo finale è di permette che una transgender possa socializzare, trovare un lavoro, studiare ed essere libera di essere se stessa. I pregiudizi esistono e non ha senso nasconderlo, ma non è come prima. Ai giorni nostri infatti anche passeggiando per strada si possono incrociare persone LGBT+ felici ma la strada è ancora lunga…come dicevamo prima purtroppo non è così in tutti i Paesi. La nostra lotta è di essere sempre e ovunque inclusi nella società, nei diritti umani, civili, per avere anche il diritto di costruire e riconoscere una famiglia…questo è quello che vorrei lasciare come eredità.

A proposito di attivisti, se potessi diventare una figura importante della storia della comunità LGBT+, quale sarebbe e perché?

Se io potessi diventare una figura importante della comunità LGBT+ sarei una figura che trasmette più amore al prossimo. Sarebbe principalmente più amore fra di noi, anche perché ogni

tanto lottiamo insieme ma esiste una rivalità nella nostra comunità che non dovrebbe esistere.

Quindi si, se potessi trasformarmi scegliere questa perché dall’amore nascono tanti altri sentimenti. Compassione, empatia, vittoria, forza e determinazione ad esempio. Anche se abbiamo tanti ostacoli, non dobbiamo mollare mai, assolutamente mai! Siamo nel 2021 e le cose sono cambiate tanto e abbiamo fatto un grandissimo passo avanti.

Un tuo consiglio alla comunità LGBT+ del mondo

Un mio consiglio alla comunità LGBT+ è praticamente un po’ quello che ho detto della risposta precedente. Credo che dovremmo prima di tutto prenderci per mano veramente, unirci seriamente e andare avanti con unghie e denti senza avere paura. Si dice che “l’unione fa la forza” e credo proprio che sia vero! Attualmente abbiamo questa legge che di sicuro sarà approvata perché le cose qui in Italia sono più severe. Praticamente dobbiamo stringerci e andare avanti insieme come hanno fatto le donne tanto tempo fa, che non potevano fare niente e allora si sono ribellate e liberate. Questo è il nostro momento, dobbiamo urlare per i nostri diritti e dire quanto vogliamo che fossero riconosciuti. Dovremmo ricordare e sottolineare tutto quello che ci è stato tolto per anni…BASTA!!! Grazie!!!

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