L’On. Safira Bengell si racconta!
All’interno: - Intervista a Padrona Midori - Intervista alla mistrress Kalliope - Il piacere attraverso la storia - Astrologia, Amore e Sesso - Trans Freedom March 2017 - Il pornodivo diventa Prof! 1
Indice Le Interviste Intervista a Jenifer Khamm Intervista alla Mistress Kalliope Intervista a Lady Nitta Alkans Intervista alla padrona Vanessa Midori Intervista alla Mistress Antonella Intervista alla mistress Sharon de Blanch Intervista alla mistress Valentina Diva Intervista a Veronika Havenna A tu per tu con la mistress Gloria Voguel Intervista alla mistress Signora Patrizia Intervista a Valentina la Pantera Intervista a Tamara Carpetine Intervista a Veronica Fischetti Intervista a Renata Fontana L’on. Safira Bengell si racconta A tu per tu con Morgana Gargiulo
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Il piacere attraverso la storia Tra le lenzuola dei Papi In Cina vizi privati e pubbliche virtĂš La storia del preservativo Amplessi sacri, pudicizia, corano 2
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Indice Astrologia, Amore e sesso Com’è l’uomo del Capricorno, a letto, come conquistarlo Com’è l’uomo del Sagittario, a letto, come conquistarlo Com’è l’uomo del Scorpione, a letto come conquistarlo Com’è l’uomo dei Bilancia, a letto, come conquistarlo
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Costume e Società AGEDO: a sostegno dei genitori con i figli LGBTQI Pag. 68 Shibumi: Musica - Cibo - Arte Pag. 69 Safira Bengell partecipa all’incotro nazionale in Brasile dei diritti umani Pag. 71 Una legge profondamente discriminatoria Pag. 72 Cinema e Televisione: essere trans non è più un tabù Pag. 73 Trans Freedom March 2017 Pag. 75 Il primo corso in “Storia dell’Omosessualità” Pag. 77 L’Inferno secondo la Paradiso Pag. 78 Ruggero Freddi, il pornodivo diventa Prof! Pag. 80 Paolo Taixo l’artigiano del BDSM Pag. 84
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Jennifer è un vulcano di idee, una ragazza splendida, entusiasta e piena di voglia di fare. Ballerina peruviana proveniente dalla splendida Lima, dopo aver girato mezzo mondo, qualche anno fa ha deciso di portare l'arte della sua terra d'origine in Italia. Ora, si è lanciata in una nuova impresa: la serata DIVAS: scopriamo insieme a lei di cosa si tratta. Ciao Jenifer, allora, raccontaci un po' di te! Ciao a tutti! Sono arrivata a Milano 6 anni fa da Lima, dove giravo con una compagnia artistica di spettacolo. Sono una ballerina e dopo aver viaggiato in Argentina e Bolivia facendo spettacoli, sono stata ingaggiata dal locale Nuova Idea International di Milano, come ballerina. Ora, mi sto "lanciando" come organizzatrice di eventi. Come mai questa decisione? Grazie al mio lavoro al locale, ho avuto la possibilità di conoscere molte persone della comunità lgbtqi latino-americana, e mi è venuta voglia di organizzare una serata diversa, frizzante e coinvolgente. Sono la prima peruviana ad aver portato l'arte del ballo a Milano, ed ho la competenza per poter offrire una nuova alternativa alla "movida" notturna, con una serata caratterizzata da eleganza e da quel tocco in più che magari manca in altri posti. Dicci di più di questa nuova serata. Si chiamerà DIVAS, si terrà ogni domenica dalle 23 alle 7 del mattino al 747 Club in Piazza Carlo Erba a Milano. Ogni persona che verrà, sarà protagonista e verrà coinvolta attivamente, sentendosi una vera Regina. Si ballerà latino-americano e ci sarà un'animazione favolosa. Come ospite speciale alla serata d'inaugurazione ci sarà Adriano Ferro della Nuova Idea, e Alessandra Guerrero che farà animazione. Che obiettivi si propone la serata? L'intento è quello di unire la comunità lgbtqi e far conoscere gli artisti peruviani sia al pubblico brasiliano sia a quello italiano. A che tipo di pubbico si rivolge? Sarà rivolta a tutta la comunità lgbtqi, ma anche al pubblico eterosessuale. Tutti possono venire a vedere come è il nostro mondo e come sappiamo divertirci, ed offrire divertimento, in modo sano. Con questa serata voglio dimostrare che noi trans latino americane abbiamo lo stesso glamour ed eleganza di chiunque, se non di più: sappiamo comportarci, divertirci e vestirci con stile. Infine, domenica 3 dicembre che artisti ci saranno? Ci sarà un grandioso show di Elenoire Ferruzzi. Inoltre, si esibiranno l'artista cubana Vania Araujo e Luciana dal Perù, oltre alla sexy animazione dei cubisti Fabrizio Gallucci e Matteo Moscato. In occasione dell'inaugurazione, l'ingresso sarà gratis e a tutti sarà offerto un chupito alla fragola da bere. Un'ultima cosa, se posso, ringrazio il mio ragazzo Edoardo perchè è costantemente al mio fianco: mi supporta e...mi sopporta (ride), è davvero insostituibile.
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Intervista alla Mistress Kalliope ““Più il gioco è complicato, più lo trovo stimolante”” Oggi abbiamo avuto l’onore di incontrare Mistress Kalliope, nota mistress di origini russe, a confine con l’Ucraina, ma residente a Modena. In Italia da sei anni, bionda, misure perfette e di grande fascino, è specializzata nella dominazione e nella rieducazione di schiavi e amante dell’eros passionale e coinvolgente. Buongiorno. Lei è una delle mistress più famose in nord-Italia, cosa l’ha portata ad intraprendere questa professione? Buongiorno a voi. Faccio la mistress da 20 anni: è il mio karma: fin da quando ero bambina ho sempre avuto una personalità dominante, un carattere molto duro. Non ho avuto dubbi su che strada percorrere: per farlo, ho viaggiato e studiato molto: tutto quando riguarda il bdsm ma soprattutto la psicologia umana. Che studi in particolare ha fatto? Ho due lauree e ora sto frequentando un corso di “coaching”, ovvero una metodologia di sviluppo personale nella quale una persona (il coach) supporta un cliente nel raggiungere uno specifico obiettivo personale o professionale. Sono portata nel fornire un supporto verso l’acquisizione di un più alto grado di consapevolezza, scelta e fiducia e lo applico anche nelle sessioni con i clienti. In che modo? Sono abile nell’arte della rieducazione corporale e cerebrale e mi è facile guidare la mente altrui plasmandola seconda gli impulsi più nascosti. Agli schiavi, indico la via più idonea per soddisfare i miei desideri. Perchè si rivolgono a Lei, come mistress? In linea di massima, tutti cercano di sbloccare il cervello e certe sensazioni. Nella mia esperienza, ho visto che più una persona è impegnata sul lavoro, più sente il bisogno di una Padrona. Tutti loro cercano qualcosa ed io li aiuto a trovare “cosa” di preciso, a liberarsi dagli ostacoli e dalle inibizioni, per scoprire chi sono, aprendo i loro canali energetici. A lei cosa piace di più del suo lavoro? Diverse cose. In primis, la dominazione piscologica. Unitamente, la disciplina, la tortura, il gioco di ruolo come trasporto ed evasione nella fantasia. Amo obbligare un uomo forte e bello alla sottomissione, sessuale e psicologica. Più l’uomo è bello, più io lo domino, più io mi sento bella; più il gioco è complicato, più lo trovo stimolante. Ogni volta è diverso, i giochi cambiano a seconda del momento, dipende da me e dall’altra persona.
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In pratica, Lei è la medicina che cercano per trovare quello che a loro manca. Esattamente (ride). Gli uomini vogliono soffrire per me. Mi desiderano perchè sono molto curata, in tutti i sensi, sia fisicamente che spiritualmente. Sono trasparente e mi mostro per quello che sono. Mi ritengo una persona di alto livello, che dice sempre la verità in faccia. Da che clientela è contattata, prevalentemente? Io ricevo solo italiani. Preferibilmente, uomini maturi e discreti, ma mi chiamano anche tante donne e coppie. Ultimamente c’è un incremento di uomini giovani, tra i 25 e i 30 anni, feticisti dell’adorazione di scarpe e piedi. Nelle sue pratiche, che strumenti usa principalmente? Ho uno studio attrezzatissimo di ogni cosa. Posso usare vibratori elettrici, per la prostata, fruste...sono abile nello spancking (sculacciare) e mi piace la femminilizzazione, ovvero, vestire gli uomini da donne. Le è mai capitato di rifiutare qualche richiesta? Non so cosa sia successo, ma negli ultimi due anni, spesso le persone chiedono la “colonterapia”, ovvero, di farsi mettere dentro litri di acqua. E’ una pratica che assolutamente non faccio, e a tutti quelli che lo richiedono, dico di andare da un medico, a farsela fare. Crede che è un ruolo che continuerà a vivere ancora per molto tempo o un giorno si dedicherà ad altro? Io non considero essere Mistress un vero e proprio lavoro. A me piace molto esserlo, è nella mia indole, e adoro scandagliare la psiche umana di continuo: quello che faccio, mi permette di farlo, quindi continuerò, fino a quando avrò interesse e stimoli.
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Intervista a Lady Nitta Alkans “Mistress è un motivo di vita” Oggi abbiamo fatto quattro chiacchiere con la famosa mistress milanese Lady Nitta Alkans, ora in tour a Reggio-Emilia. Sensuale, severa e dolce al contempo, ci ha raccontato un po’ di lei. Buongiorno Lady Nitta, una breve presentazione per i nostri lettori? Buongiorno a voi. Ho 25 anni e vengo dal Brasile, da Lontrina. Sono in Italia da un anno, mi piace molto questo Paese, mi ci trovo bene. Sono una persona abbastanza eclettica, ho diversi interessi: ballare, andare al cinema, stare in buona compagnia...dominare le menti altrui (ride). Lei è molto giovane, come mai ha deciso di intraprendere questa professione? E’ vero, ho iniziato solo recentemente, da circa un anno, ovvero da quando sono in Italia. E’ successo perchè ho visto che ci sono molte persone interessate al bdsm, ricevo molte richieste per fare la Padrona. Si sente che sprigiona una forte aura di comando. Ci sono naturalmente portata. Mi piacere avere il controllo della situazione e sono sicura della strada che ho scelto d’intraprendere. Cosa Le piace di più in ciò che fa? Imporre la mia volontà: mi piace avere degli schiavetti ubbidienti, che si mettono subito in ginocchio appena mi vedono e si lasciamo dominare senza tabù. La dominazione psicologica è la base di tutto. Quali sono le pratiche più richieste dai suoi clienti? Le fantasie e le perversioni delle persone sono veramente senza limiti. Mi è capitato, per esempio, di rifiutarmi di fare del male a degli animali. La maggior parte chiedono di adorare i piedi, essere umiliati, cose più soft. E che tipo di clientela la contatta? Ho diversi clienti fidelizzati che mi cercano con costanza: se capita che sono in “tour” in un’altra città che non sia Milano, mi raggiungono. Mi cercano anche molte coppie, però la maggior parte sono uomini soli, che vogliono una persona autoritaria che li domini. E’ selettiva? Estremamente. Sicuramente lavorare un casa è più sicuro che farlo in strada, poi ho la modernità a mio favore: controllo prima chi mi contatta e chi arriva. Mi è capitato di rifiutare clienti, specie se si presentavano poi ubriachi o ad ora troppo tarda. E’ un lavoro che le da soddisfazione? Come si vede da qui a qualche anno? Il lavoro mi piace e sicuramente intendo continuare per qualche anno ancora, mi consente un buon tenore di vita. Però desidero formare una famiglia mia, sposarmi...allora smetterò sicuramente.
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Intervista a Padrona Vanessa Midori “Trasformo le fantasie in realtà” Padrona Vanessa Midori è una trans nippo-brasiliana molto bella: il suo viso dai lineamenti orientali fa subito intuire le sue origini: i genitori infatti sono giapponesi emigrati in Brasile e Vanessa è un felice “mix” delle due culture. Conosciamola meglio. Buongiorno, è un piacere incontarla. Le va di raccontare qualcosa di se? Buongiorno a voi. Sono nata in Brasile da genitori giapponesi, poi, da bambina, sono venuta a vivere in Italia, dove mi sono integrata perfettamente. Vivo a Faenza, una città molto carina dell’Emilia-Romagna, ho i miei clienti affezionati e lavoro bene, sono contenta della mia vita. Sono del segno dello scorpione...quindi “punzecchio”! Quando ha sentito la “vocazione” per questo ruolo? E’ stato con un cliente, diversi anni fa. Lui mi voleva a tutti i costi come Padrona, così ho deciso di farlo. Ho visto subito che mi piaceva comandarlo, farlo mettere in ginocchio, leccarmi i piedi e le scarpe, farlo camminare a 4 zampe. La mia indole è uscita completamente allo scoperto. Lei è una tra le mistress più esperte in Italia, con una formazione specifica. Si. Ho fatto esperienza in Austria e Germania, che sono vere e proprie “Mecche” per gli amanti del bdsm. Li ho prestato molta attenzione, studiando le pratiche eseguite da altre mistress: ho imparato i segreti del mestiere, che non è assolutamente facile o per persone improvvisate, e bisogna esserci comunque portate. C’è differenza tra la clientela tedesca e quella italiana? Si. Per i tedeschi il bdsm fa parte della loro cultura, quindi è normale avere anche clienti più anziani, perchè vivono questa indole della loro sessualità con molta naturalezza. In Italia invece, dove il bdsm è arrivato più tardi, ho un pubblico più giovane, tra i 25 e i 45 anni. Qui da noi sono più tradizionalisti, gli anziani non vengono a chiedere certe cose, non fa proprio parte del loro modo d’essere. Per i giovani invece è diverso, sono più aperti mentalente e stuzzicati da questo gioco. Ed è un gioco che lei sa fare molto bene. Esattamente (ride). Lo so fare molto bene e mi piace tanto. Essere mistress è per me una condizione del tutto naturale. Vista la sua esperienza all’estero, nota differenze nel modo di vivere o interpretare il ruolo di mistress? Io la penso così: per essere una vera Padrona devi per forza avere un carattere dominante e forte, perchè nel ruolo padrona-schiavo, tu devi detenere il comando. In Italia invece vedo che molti non sanno davvero cosa è il sadomaso, ci sono molte mistress improvvisate, o che non sanno bene come indirizzare i giochi. 12
Quindi una vera Mistress per Lei deve...? E’ così Padrona che spesso non ha neanche contatto fisico con gli schiavi, perchè giostra tutto sul fattore psicologico, riuscendo a tirare fuori le fantasie. Ovviamente ci sono diverse pratiche, ora va molto il fetish sui piedi, con l’adorazione anche delle scarpe. Lei che tipo di rapporto ha con i suoi schiavi? Ho anche clienti affezionati, che mi cercano spesso. In generale, lo schiavo deve ubbidirmi e basta, senza discutere. Io trasformerò i suoi sogni in realtà.
Cosa Le piace fare di più? Farmi adorare i piedi. I miei sono molto belli e curati, piccoli, porto un 37. Ho poi una collezione molto vasta di scarpe e stivali, la mia passione. Ci sono state richieste strane che si è rifiutata di fare? Assolutamente. Non pratico il sadomaso estremo, aborro le feci e le percosse violente. Molti clienti purtroppo pensano che solo perchè possono pagare allora hanno il diritto di chiedere qualsiasi cosa. Invece, ognuno ha i suoi limiti, siamo tutti persone. Sembra molto convinta e felice della sua scelta di vita. Si (ride). A me piace proprio fare questo lavoro, non mi crea problemi e lo faccio per scelta. 13
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Intervista alla Mistress Antonella “Una vera Mistress non si improvvisa, impara l’arte e si forma con l’esperienza” Abbiamo incontrato Mistress Antonella, bella e severa dominatrice italiana di Milano con origini emiliane. Segno zodiacale acquario, acculturata, di classe e specializzata in diverse discipline, ha un’esperienza ventennale nel mondo bdsm, ed è una delle Padrone più richieste d’Italia. Buongiorno Mistress Antonella, è un onore conoscerla. Buongiorno a voi. Come si dice: “la pubblicità è l’anima del commercio”, quindi vi concedo volentieri questa intervista. Lei è una Mistress “storica”, sempre in tour in giro per l’Italia. Come mai è così ricercata? Una vera mistress deve essere molto intransigente, severa, determinata, professionale e competente: io racchiudo tutte queste caratteristiche ed è per questo che gli schiavi che sanno distinguere la qualità, mi cercano. Ultimamente, c’è stata una “esplosione” di mistress. O sedicenti tali. Io faccio questo mestiere da 20 anni e mi sono fatta esperienza in Germania e in Austria, patrie del bdsm, nei club sadomaso. Questo lavoro è un’arte da apprendere, non ci si improvvisa con un frustino e basta: chi lo fa, rovina il mercato. Oltretutto, le vere Padrone sono fornite di un attrezzatura per i giochi molto costosa, di certo non se la possono permettere tutte. Lei, quando ha sentito la “vocazione” per questo ruolo? Si identifica totalmente? Assolutamente si, io adoro dominare, non potrei mai fare la schiava. La vocazione è venuta da sola, negli anni, perchè appunto per carattere sono dominante, psicologicamente e sessualmente. Mi viene naturale sottomettere la persona che ho di fronte. Tengo a precisare però che non vado mai oltre certi limiti. Quali sono i limiti che non supera? Niente violenze “violente”: quindi, niente tagli, uso della corrente elettrica, punteruoli, strangolamenti. Anche le corde vanno utilizzate con molta attenzione e solo se si ha studiato bene il settore: c’è una tecnica di legatura giapponese, lo Shibari, in cui non ci si può assolutamente improvvisare. Io mi limito alle bruciature di sigaretta ed alla cera di candela . Cosa Le piace di più fare, invece? Umiliazione verbale e psicologica: lo schiavo voglio vederlo zerbino e sottomesso. Quali sono i limiti che non supera? Niente violenze “violente”: quindi, niente tagli, uso della corrente elettrica, punteruoli, strangolamenti. Anche le corde vanno utilizzate con molta attenzione e solo se si ha studiato bene il settore: c’è una tecnica di legatura giapponese, lo Shibari, in cui non ci si può assolutamente improvvisare. Io mi limito alle bruciature di sigaretta ed alla cera di candela . 15
Cosa Le piace di più fare, invece? Umiliazione verbale e psicologica: lo schiavo voglio vederlo zerbino e sottomesso. Cosa cercano le persone in una figura così dominante? Considerando che per la maggior parte si rivolgono a me sempre persone con ruoli molto importanti nella società, abituate ad imporre il loro potere su altri, da me cercano la sottomissione, vogliono provare la stessa sensazione che infliggono ai loro sottoposti. Pensa che continuerà con questa professione a lungo, ancora? Nella vita, non ha senso programare troppo: finche avrò le forze, le energie e la voglia continuerò, anche a 60 anni. Gli schiavi davvero tali, amano le mistress mature, perchè hanno certamente più esperienza rispetto alle ragazzine di 20 anni, diciamo la verità. E sicuramente con Lei, sono ai massimi livelli. Per finire, mi vuole raccontare un episodio curioso della sua attività? Ce ne sono talmente tanti. Beh, ho uno schiavetto a Milano che ama pulirmi il bagno in ginocchio con un dildo nell’ano, un altro invece adora leccarmi le scarpe...c’è veramente di tutto, ognuno ha le sue perversioni.
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Intervista alla Mistress Sharon de Blanch ”La vera Padrona sa trasmettere sicurezza” Abbiamo incontrato la biondissima e conturbante Sharon, severa mistress di Firenze, e ci siamo fatti raccontare da lei qualcosa di più sulla sua professione. Buonasera Mistress Sharon. Vuole presentarsi ai nostri lettori? Buonasera a voi. Sono nata a in Brasile, nella meravigliosa Rio de Janeiro, e vivo da 14 anni in Italia. Mi tengo in forma facendo sport e andando in palestra. Chi è per Lei la Mistress? La mistress è un mistero, deve essere irragiungibile agli occhi degli schiavi e sapere trasmettere sicurezza. Le cose devono essere come dico io: di indole sono decisamente autoritaria e mi piace avere il comando. Lei si identifica a pieno in questo ruolo? Si. Non trovo nessuna difficoltà: sono molto professionale, per niente improvvisata e capisco sempre che gli schiavi non sono tutti uguali, ci sono diverse categorie, ognuno ha i suoi bisogni. Ma con Lei immagino non hanno vita facile. (Ride) gli schiavi non devono volere nulla, decido io cosa devono fare. Parlando con loro capisco cosa vogliono il gioco è in mio comando. Cosa cercano, solitamente, gli schiavi? Vogliono essere dominati, comandati e sottomessi: vogliono una donna autoritaria che li obblihi a fare quello che imponi loro. Sono persone insicure che non sono capaci di realizzare ciò che desiderano da soli, per questo cercano la mistress, ovvero una persona che gli trasmetta sicurezza. Magari poi con la compagna si vergognano a chidere certe cose ed entro in gioco io. Che tipo di clientela La cerca? Uomini normali e tante coppie: solitamente lui vuole vedere lei essere dominata da me, è una cosa voyeristica. Ci sono anche persone che mi chiedono di rigovernarmi casa. C’è qualcosa che Le piace fare particolarmente? Mi piace mettere gli schiavi in ginocchio e ordinargli di toccarsi mentre io li guardo. Poi mi piace l’adorazione dei piedi, le frustate, le sculacciate. C’è qualcosa a cui dice NO categorici? Non faccio dilatazioni anali e giochini clinical, perchè sono cose pericolose e mi da proprio fastidio. Crede che andrà avanti in questo ruolo all’infinito o un giorno si dedicherà ad altro? Penso di andare avanti altri 5 anni, poi vorrei smettere, perchè avrò raggiunto il mio obiettivo. Ma non posso dirvi quale è! (sorride sorniona). 18
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Intervista alla Mistress Valentina Diva “Ogni giorno, sento di fare la differenza” Viso dai lineamenti perfetti, fisico scultoreo e sguardo ammaliante: questa è Valentina Diva, richiestissima Padrona brasiliana di Gallarate (Milano). Buongiorno Valentina, grazie del tempo che ci dedica, si vuole presentare ai nostri lettori? Buongiorno a voi. Vengo dal nord del Brasile e vivo in Italia da tanti anni, ormai è la mia Patria di adozione: mi piace molto vivere qui. Le va di parlarci della sua professione? E’ un mestiere difficile, non per tutte. Io sono molto selettiva e non ricevo mai più di 2-3 clienti per giorno, perchè ad ognuno di loro voglio offrire una esperienza unica, nel massimo comfort. Garantisco privacy, niente fretta ed educazione. Pretendo altrettanto, naturalmente. Chi è per Lei la Mistress? Calandomi nel ruolo, rispondo che sicuramente deve essere autoritaria, cattiva e dolce allo stesso tempo. A prescindere da questo, penso sia importante, nella vita, essere una persona di carattere, sapere i propri limiti e farsi rispettare. Le sono mai capitati clienti estremi? Eccome. Circa il 25% di chi mi contatta cerca esperienze estremamente forti, il resto invece è più orientato per rapporti di sottomissione “normale”: frustate, sculacciate, pissing, bondage, per fare alcuni esempi. Lei accosente a tutte le richieste o...? Assolutamente no. Sono una Padrona e decido io cosa, come e con chi farlo. Una volta un cliente mi chiese di scaldare una forchetta fino a farla diventare rovente, per poi bruciarlo dove preferivo, possibilmente sui genitali. Dissi di no, perchè non sono pratiche sicure e si può incorrere in problemi di salute pesanti. Poi, per carità, i gusti sono gusti, ed io di certo non sono moralista. Da che tipo di clientela è cercata? Tantissime coppie, è la moda del momento (ride). Evidentemente cercano trasgressione alla monotonia sessuale. Donne sole non mi è mai successo. La maggior parte dei clienti sono uomini: tantissimi di loro sono persone laureate, istruite e di successo, con una posizione da rispettare e di un certo livello.
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Quando ha sentito la “vocazione” per questo ruolo? Non ho sentito una vera e propria vocazione. Quando sono arrivata in Italia, anni fa, ero ancora un ragazzo gay, ed ho lavorato 5 anni per una azienda agricola a gestione familiare, ho fatto la vita da “contadina”. Mi piaceva stare all’aria aperta ma sentivo che mi mancava qualcosa. Mi sentivo prigioniera del mio corpo e quindi ho deciso di lasciare quel lavoro, perchè mi sentivo sola e dovevo intraprendere una strada diversa: da li è iniziato il mio percorso di transizione e ciò che sono ora. E’ felice della scelta fatta? Posso dire che ora sono chi ho scelto di essere. Magari domani me ne pentirò ma almeno faccio quello che ho voluto fare, parlo a livello personale ed emotivo. Poi, certamente, la strada da escort/mistress è più difficile di altre. E come è, in realtà? In primo luogo, intanto non si guadagna più come una volta; ora c’è molta concorrenza. Ci sono tantissime ragazze che intraprendono questo lavoro, poi ci sono i centri massaggi cinesi, le discoteche particolari dove si può anche aver rapporti sessuali in ambienti preposti. Tutto questo, oltre alla crisi, ha creato un calo della clientela. Ed in secondo luogo? E’ una vita stancante, logora sul piano psicologico e fisico e si è sempre su e giù in viaggio. Per questi fattori molte ragazze non reggono la pressione e cercano quindi una valvola di sfogo diversa per reggere questa vita. Io invece no, ho sempre avuto la testa molto centrata, preferisco fare altro ed avere una vita tranquilla. Che tipo di vita Le piace condurre, nel privato? Senza svelarmi troppo, mi piace tenere la domenica libera. La dedico alle passeggiate con la mia cagnolina, mi piace andare sul lago Maggiore, in montagna verso Lugano, andare nelle Spa a rilassarmi: mi piace il contatto con la natura. Crede che andrà avanti in questo ruolo all’infinito o un giorno smetterà? Nella vita bisogna avere uno scopo: il mio è quello di fare un corso triennale per diventare estetista e aprire poi il mio centro estetico, magari in società con qualche altra ragazza, perchè è molto costoso. Sicuramente non posso andare avanti per sempre con questo lavoro: è come quello delle modelle, prima o poi non guadagnerò più perchè la bellezza andrà via. Serve il piano B. Ha le idee ben chiare! Si. Tante fanno questo lavoro perchè non hanno potuto fare altro: a me nessuno mi ha costretta, in Brasile ho una famiglia unita e potrei tornare li quando voglio ma qui in Italia mi trovo bene, alla fine faccio quello che mi piace, dico sempre di essere la pecora nera della mia famiglia (sorride). Ora devo pensare ad andare avanti e cambiare la mia vita, già ogni giorno sento di fare la differenza: il resto verrà da se. Se volete seguire Valentina su Instagram cercatela come “diva5581”. 21
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Intervista a Veronika Havenna Dai set hard alla televisione Abbiamo raggiunto telefonicamente la sexy star Veronika Havenna, bellissima 25enne brasiliana originaria di San Paolo, nonchè una delle transessuali più famose d’Italia e ci siamo fatti raccontare da lei a che punto è della sua carriera ed i suoi progetti futuri. Ciao Veronika, allora, come stai? Ciao a tutti! Sono in un bel momento di vita professionale: sono arrivata seconda a Miss Trans Piemonte 2017 ed ho partecipato poche settimane fa al concorso di Miss Trans Italia SudAmerica a Milano. L’anno scorso è finita poi la mia avventura alla trasmissione “Vizi Privati”, presentata da Maurizia Paradiso, che andava in onda ogni lunedì notte su RTB, una tv locale di Brescia. Attualmente, partecipo al programma “A far l’amore comincia tu”, che riparte tra poco sempre su Rtb. A Vizi Privati ti sei decisamente fatta notare! E’ stato un bel trampolino di lancio nel mondo della tv. Ea un talk show dove gli spettatori che guardavano il programa sceglievano in diretta una pornostar per fare lo spogliarello, sullo stile di “Colpo Grosso”, la nota trasmissione anni 80 condotta da Umberto Smaila. Io ero ospite fissa e parlavo di me, del mio lavoro e del mondo lgtb. A far l’amore comincia tu continua invece che tipo di programma è? E’ trasmesso sempre su RTB e anche in streaming su Vimeo ed è presentato da Sonia Heiss e Mattia Pugliardi. In questo programma sono sempre ospite fissa, mi diverte e, pur avendo affinità con Vizi Privati, da più spazio alle sexy star per parlare di eventi e serate a cui è impossibile mancare! E’ un mix esplosivo tra varietà, approfondimento e talk. Insomma, divertimento ed erotismo sono gli ingredienti principali. Si, ma trattati sempre con classe ed eleganza. Sei sicuramente la trans brasiliana con più visibilità nel mondo dell’hard in Italia e non solo. Grazie (ride). Si, sono richiestissima e sono fortunata perchè sono molto bella, ma la bellezza da sola ovviamente non basta. Sono una ragazza che si è sempre data da fare, mi ha cresciuta il produttore hard Ramazzo, che ha creduto in me fin da subito e ho poi avuto la possibilità di girare film con produttori importanti come Andrea Nobili della Pinko e Roby Bianchi di Transbella. E delle tue esperienze televisive che ci dici? Spiccare il volo nel mondo della televisione è sempre stato il mio obiettivo principale, è il mio sogno e pian piano lo sto realizzando...incrocio le dita perchè ancora oggi c’è molta discriminazione sulla presenza delle trans nel piccolo schermo. Altri progetti in vista? Lo scorso week end ho partecipato alla fiera erotica EXSEX 2017 per la 3° edizione all’Exclusive Club di Merano a Lana di Bolzano, in Alto Adige. Il sabato ho fatto un apprezzatissimo spettacolo erotico e ho avuto l’onore di condividere il red carpet con un cast prestigioso di pornostar del calibro di Amandha Fox, Brigitta Bulgari e Vittoria Risi. A marzo-aprile andrò in Brasile a girare un paio di nuove produzioni hard, li il mercato è ancora florido, a differenza dell’Itaia dove sta calando. Ho poi in ballo altre proposte, ma non anticipo nulla per scaramanzia! (ride) 23
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Intervista alla Mistress Gloria Voguel “Adoro i giochi psicologici”
Inflessibile ed autoritaria mistress di Lontrina, città a sud del Brasile, attualmente residente a Parma, la Padrona ideale per chi desidera essere annullato o rieducato, bellissima e senza pietà: questa è Gloria Voguel, intervistata per voi da Piccole Magazine. Buongiorno Mistress Gloria. Da quanto vive in Italia? Da 10 anni. E’ un Paese che mi ha accolta molto bene, sono felice di abitare qui. Quando ha iniziato questa particolare professione? Ho iniziato un paio di anni fa. Inizialmente facevo la escort, ma vista la mia forte personalità, ho iniziato a ricevere molte richieste come mistress da parte di clienti che amano il sadomaso. Sono del segno dell’ariete ed ho sempre avuto una personalità dominante: mi è del tutto naturale rapportarmi con i succubi. La Mistress è “di moda”? Per questo c’è un aumento delle richieste? Come dicevo, io ho seguito la legge della domanda/offerta e mi sono attrezzata a riguardo (sorride). Più in generale, film come “50 sfumature di grigio” si vede che hanno fatto emergere in tantissimi la curiosità verso il mondo bdsm. E dunque “scatta” il bisogno di avere una Mistress. Esatto. Nasce dalla voglia di sperimentare, di giocare con sé e con l’altro, di mettersi alla prova e confrontarsi e superare i propri limiti. A Lei cosa piace di più in quello che fa? Il desiderio di onnipotenza e dominio sull’altro: adoro i giochi psicologici, dominare mentalmente, umiliare. Naturalmente poi ci sono una infinità di pratiche fisiche, come il fisting, lo spanking (sculacciare)...sempre molto richieste. Non mi piace la violenza estrema e il sangue.
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Che tipo di clienti La cerca? Un buon 80% sono uomini soli, per lo più persone che nella vita hanno potere e occupano posizioni di prestigio: con me, vogliono sentirsi dall’altro lato della moneta. Sono anche molto cercata dalle coppie, alcune lo fanno entrambi con convinzione ed è bello quando li vedi lasciarsi andare l’uno con l’altro al 100%. Come si vede da qui a qualche anno? Per ora sono giovane, ho solo 30 anni...penso andrò avanti con questo lavoro almeno per altri 5 anni, poi smetterò. Molto dipende da come va economicamente, sicuramente è un lavoro che mi ha permesso di stare più tranquilla. Si guadagna bene? (ride). Diciamo che ci si può permettere una bella vita, poi ogni mistress è diversa, c’è chi guadagna di più e chi meno. Per concludere, Le va di raccontarci un episodio bizzarro che le è successo nel Suo lavoro? Volentieri! Una volta è arrivato un cliente con dei palloncini colorati da gonfiare, tipo quelli da compleanno, e mentre lo picchiavo, lui si strusciava i palloncini addosso e godeva. E’ stata una cosa decisamente particolare...e si che io ne vedo di ogni fatta, ogni giorno! (ride).
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Intervista alla Mistress Signora Patrizia “Sono il risultato di ciò che ho visto e ciò che ho fatto, una donna che ha vissuto”
Abbiamo avuto il piacere di intervistare per voi Signora Patrizia, nota Mistress romana, abituée dell’alta società nazionale ed internazionale. Conversiamo col sottofondo delle note di Ella Fitzgerald, amata dalla nostra intervistata, che è grande appasionata di musica jazz, e ci lasciamo avvolgere dall’intrigante voce e portamento di Patrizia, donna bellissima, di classe e di grande cultura. Buongiorno Signora Patrizia, grazie del tempo dedicato. I nostri lettori hanno chiesto a gran voce di conoscerla meglio. Grazie a voi. Allora vi racconto di me: sono di origine veneta, nata qualche anno fa, ma las ciamo un po’ di mistero sul quando (sorride sorniona). Sono una donna felice, soddisfatta di me stessa e del percorso di vita che ho fatto. Tutte le scelte prese sono state consapevoli ed istintive, tutto quello che ho fatto è stato voluto. Sono il risultato di ciò che ho visto e ciò che ho fatto, una donna che ha vissuto. Traspare molta serenità e sicurezza in Lei. Sono del segno dei pesci e ho diverse caratteristiche di questo segno: sono una persona controcorrente, libera; una sognatrice, che si chiude nel proprio mondo e ama le arti. Soprattutto, vado sempre d’istinto, anche sbagliando, ma facendo sempre quello che voglio. Un vero carattere da Mistress. Quando ha sentito la vocazione per questo ruolo? Ho una laurea in scienze della nutrizione: sono stati studi molto belli ma rivenduti poco, perchè avrei voluto lavorare in ospedale, mi piaceva aiutare i malati, ma non c’erano con corsi per trovare un posto fisso. Così, in un periodo difficile della mia vita, trovai lavoro in un centro di telefono erotico. Fu un’avventura nuova, che durò 3 anni e mezzo e la ricordo come una esperienza molto bella: là, mi resi conto che c’era veramente un mondo che mi apparteneva. Quello del sesso, ovviamente. Esatto cara, il sesso appartiene a tutti. Al telefono, quando gli uomini mi chiedevano che gli venisse raccontato quello che gli sarebbe stato fatto come proiettato nella realtà, ho capito che mi piaceva l’idea di dominarli, mi eccitava. Un uomo che dipende completamente da me e da ciò che voglio è per me fatto di eccitazione. Chi è per Lei, la Mistress? Fare la mistress non è strizzarsi in corpetto ed impugnare una frusta. E’ sapere cosa stai facendo e a chi ti rivolgi. Bisogna sempre fare attenzione alle persone con cui si ha a che fare. Detto ciò, mi identific o appieno in questo ruolo: sono una donna dall’immagine e dal carattere forte, ho l’istinto al comando. 28
Perchè ci sono persone che hanno “il bisogno della Mistress”? Per diversi motivi. Dagli studi che ho fatto di psicologia infantile, gli uomini sono attratti dai piedi, perchè quando da bimbi si inizia a camminare carponi, la prima cosa che si vede all’altezza degli occhi sono i piedi della mamma. Questo è un imprinting positivo, una cosa bella. Al contrario, quando scattano forme più violente di masochismo, è perchè la mamma di cui il bimbo tanto si fidava, dava al figlio punizioni molto severe, vissute come traumi potenti e mai superate. Per questo nell’età adulta, queste “punizioni” vengono ricercate nell’ambito del sesso. In ultimo, la componente fetish, legata all’oggettistica: magar i la mamma puniva colpendo con una ciabatta o altro, e quindi queste paure infantili vengono richiamate come brio, come cosa da voler rivivere in qualche forma. E’ davvero interessante questa spiegazione. Sicuramente sono pratiche che mag ari non osano realizzare con la compagna ufficiale. Esattamente e comunque le loro compagne, fidanzate o mogli non sono disposte a farle. Nel bdsm l’uomo vuole essere disprezzato, umiliato e mettere mano al portafoglio, soprattutto. Lei a che tipo di clientela concede la Sua presenza e supremazia? A chiunque sia rispettoso. Ammetto che sono abituata ad ambienti di livello molto alto: viag gio spesso su jet privati: Montecarlo, Miami…sono molto richiesta nel jet-set. Il sesso poi per me è fondamentale, ma scelgo io come e con chi farlo. Non mi concedo facilmente, e rifiuto tantissime proposte, anche di persone famose. Che immagino per riservatezza, non si possono citare… No (ride). Ma posso dirti che gli uomini più interessanti, carini ed educati sono i politici ed i calciatori. Loro hanno necessità di fidarsi e di avere una persona con cui giocare e che tenga la bocca chiusa. Dico sempre loro, magar i quando li prendo a frustate: “non mi importa se siete luminari, politici o chi altro…potete essere chi volete, ma qui con me siete quello che dico io, dei cani, delle bestie, dei sottomessi”. C’è qualcosa che Le piace fare particolarmente? Mi piace l’umiliazione verbale e quella fisica: per me l’uomo deve essere un oggetto e diventare tutto ciò che voglio secondo la mia fantasia. E qualcosa che proprio si rifiuta di fare? Quando mi chiedono di portare animaletti per poi ucciderli: mi rifiuto e lo trovo raccappric ciante. Purtroppo, esistono anche persone di quello stampo, ma non voglio averci nulla a che fare. Si sente che Lei mette proprio passione in quello che fa e che è la Sua strada. Crede che un giorno smetterà, però? Faccio la Mistress quando mi va, non è una occupazione a tempo pieno, riesco a dedicarmi contemporaneamente ad altre attività. Smettere del tutto, dipende, sono molto libera ed indipendente ma sicuramente smetterei se dovessi innamorarmi.
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Intervista a Valentina La Pantera Una escort di successo
Abbiamo avuto un’interessante chiacchierata con la bellissima Valentina La Pantera, tra le escort più desiderate d’Italia. Dolcissima e simpatica, conosciamola meglio. Ciao Valentina, grazie del tuo tempo. I nostri lettori sono curiosi di conoscerti meglio. Ciao e grazie a voi! Mi chiamo Valentina e vengo da una città del nord del Brasile che si chiama Bélem do Para. Ho 38 anni, anche se ne dimostro decisamente di meno (ride felice)... merito del mio sangue meticcio: mia mamma è mulatta, mio padre indiano...ed io sono il risultato! Decisamente un risultato felice. Che passioni hai? Mi piace andare al cinema e ho una vera e propria passione per lo shopping: trovo sia liberatorio. Mi piacciono molto gli animali ma essendo sempre in giro per lavoro non posso tenerli. In generale mi reputo una ragazza che ama la pace e seleziona molto le amicizie, cerco sempre persone simili a me, tranquille. Tu sei una escort piuttosto famosa e richiesta. Si. I clienti mi chiamano spesso fuori per accompagnarli a cene, convegni o semplici passeggiate. Trovano in me una persona rispettosa ed educata e devo dire che anche io vengo sempre trattata bene. Gli italiani hanno modi di fare molto carini. Da quanto fai questo mestiere? Da qualche anno. Ho iniziato in Brasile, però la era più difficile e pericoloso in quanto lo facevo in strada. Qua in Italia invece, dove vivo da due anni, ho il mio appartamento e mi sento più sicura e protetta.
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Che tipo di clienti ti cerca? Mi cercano molte coppie, hanno voglia di trasgressione e vogliono aggiungere pepe alla loro vita sessuale. Sai, mangiare fagioli e riso ogni giorno diventa noioso, a volte si vuole assaggiare un piatto nuovo!(ride). Poi mi cercano molti ragazzi “passivi” che cercano la trans attiva. Donne pochissime. Hai mai avuto brutte esperienze? No, anche perchè mi tutelo. Quando le persone mi chiamano cerco le informazioni su chi mi contatta su google perchè comunque è un mestiere un po’ così e non si sa mai chi incontri. Mi dispiace solo essere soggetta a volte a scherzi telefonici: alcuni, solo perchè faccio questo mestiere, credono di potersi permettere di mancare di rispetto e questa cosa mi fa arrabbiare. Sei diventata escort per vocazione o per necessità? Per necessità. Essendo trans ho sempre avuto molta difficoltà a trovare altri lavori, noi trans non veniamo prese in considerazione per lavori professionali normali, c’è molta discriminazione. La maggior parte di noi fa questo lavoro perchè non ha la possibilità di fare altro. Che cosa ti piacerebbe fare nella vita, di diverso? Il mio sogno è aprire un negozio di parrucchiera e magari diventare anche truccatrice...adoro il make up! Sto cercando di dare una svolta alla mia vita, non intendo fare la escort per sempre.
Qual’è il regalo più bello che ti hanno fatto? Una volta, in Brasile, un cliente mi ha regalato un bel viaggio, a volte ricevo dei gioielli! Il lato bello di questo lavoro!
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Intervista a Tamara Carpetine Terza classificata al concorso di Miss Universo Queen T in Campania 2017
Continuano le interviste del Piccole Magazine alle Miss che hanno partecipato partecipato al concorso di Miss Universo Queen T in Campania. Oggi abbiamo raggiunto telefonicamente la terza classificata sul podio, la dolcissima e bellissima Tamara Carpetine. Ciao Tamara, è un piacere. Una vittoria sfiorata ma hai conquistato comunque un ottimo piazzamento. Grazie. Si, proprio sfiorata...a dire il vero secondo me meritavo un piazzamento più alto, perchè ho partecipato a tanti concorsi e per questo in particolare, che è molto importante, mi ero preaparata tanto, mi sentivo splendida. La giuria non mi è piaciuta tantissimo...pazienza, meglio di niente, alla fine sono sul podio comunque! Hai sfilato molto bene, nessun dubbio. Ti va di raccontarci un po’ di te? Ho 22 anni e vengo da San Paolo, in Brasile. Sono del segno dei gemelli e vivo in Italia da un anno e mezzo nella splendida città di Napoli. Mi piace sfilare, partecipare ai concorsi, andare al cinema e ballare. Mi piacciono molto gli animali, a casa ho dei gatti. E per te, chi è una autentica Miss? Per me una Miss deve essere completa in tutto, quindi non essere solo bella, ma anche umile, elegante, avere portamento, sapere comportarsi e parlare. Tutte qualità di cui una giuria deve tenere conto. Si vede che ti piace molto partecipare ai concorsi, è proprio una tua passione. Si. E ti dirò, il momento che preferisco è quello appena prima che cominci tutto, quando siamo tutte in attesa che ci chiamino, l’eccitazione che si sente nell’aria. Da una carica incredibile. Qual’è il primo concorso a cui hai partecipato? E’ stato nel 2015 ed era Miss Trans Universo organizzato da Caroline D’Lamark; mi accompagnò la mia cara amica Jackeline Boing Boing. Conservo un bel ricordo di quell’esperienza perchè è stato un coronamento di un desiderio che avevo da tempo, quello di partecipare ai concorsi. Una volta arrivata in Italia, mi si è presentata questa opportunità e l’ho colta al volo! La tua famiglia ti sostiene nelle tue scelte? Che rapporto hai con loro? Ho una famiglia unita: loro vivono in Brasile ma riesco a vederli un paio di volte all’anno e poi ci teniamo in contatto su facebook; guardano sempre le mie foto e mi seguono, ho un ottimo rapporto con loro. Si sente che sei una persona felice, è molto bello tutto ciò. Si, ho una bella vita. Mi piacerebbe essere ancora più felice di quello che già sono ma mi sento realizzata, avevo come obiettivo di essere di più di chi ero un tempo e oggi mi sento tale, grazie a Dio. Auguro a tutti di sentirsi felici come me.
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Intervista a Veronica Fischietti “mi piace far vivere alle ragazze che partecipano un sogno”
A partire dagli anni 90, il fenomeno della prostituzione esercitata in luoghi chiusi appartamenti e locali di intrattenimento sessuale – si è imposto in Italia come segmento di “mercato” molto redditizio, in grado di favorire lo sviluppo di nuove modalità di sfruttamento, caratterizzate da una “invisibilità” che le rende difficilmente raggiungibili dalle classiche forme di intervento, come nel caso di potenziali vittime di tratta coinvolte nella prostituzione di strada. Per questo motivo, questo fenomeno richiede di essere indagato, conosciuto ed affrontato, anche dal punto di vista dell’intervento sociale. Progetto InVisibile, nato nel 2007 a Modena, esercita azioni di monitoraggio e di contatto nell’ambito della prostituzione esercitata in luoghi chiusi ed ha come obiettivi la prevenzione sanitaria e il contrasto alla criminalità, con il coinvolgimento di diversi Enti locali, in primis con il Comune di Modena. Abbiamo intervistato Veronica Fischietti, transgender 35 enne di Taranto ma residente a Bologna, attivista del MIT (Movimento d’Identità Transessuale) e parte dell’equipe di Progetto InVisibile. Come è arrivata a svolgere questo servizio nel Progetto? Attraverso anni di militanza e attivismo all’interno del MIT (Movimento Identità Trans) di Bologna. Inoltre, comprendendo la descrizione del fenomeno attraverso una serie di incontri formativi tenuti da Porpora Marcasciano, coordinatrice del progetto Unità di Strada e del movimento trans. Allo stesso tempo ho maturato esperienze di vita personale che sono riuscita a trasformare, facendole diventare il mio punto di forza, conseguendo la qualifica di operatrice “peer to peer” (comunicazioni in simultanea di condivisione). Da quanto è attivo il Progetto? E’ nato nel 2007 ed è l’unico in Italia ad avere un coordinamento a livello regionale con un’ampia rete di sostegno di tutte le realtà e soggettività ad esso connesse, per avere una visione più ampia del fenomeno del “sommerso”, della prostituzione in luoghi chiusi. Qual’è il target a cui è indirizzato ? Il nostro progetto è rivolto a tutte le persone “sex workers” (operatori nel settore della sessualità) quindi, donne, uomini, trans e travestiti. Il progetto nasce comprendendo il bisogno di monitorare e salvaguardare la salute delle stesse attraverso una serie di azioni messe in atto dalla nostra equipe, denominate riduzione del danno. Cosa prevede per il futuro ? Sicuramente riuscire ad avere una fotografia sempre più nitida del fenomeno. Esperienze che l’hanno segnata sia positivamente che negativamente ? Sicuramente ho imparato che nella relazione non esisto solo io. Affermare che tutte le persone hanno il potenziale per poter vivere appieno la propria vita dal punto di vista funzionale ed emozionale, abbracciando l’intera gamma delle espressioni, delle presentazioni e delle differenze di genere, aldilà della rappresentazione binaria maschile-femminile. Vuole lanciare un messaggio o ha qualcos’altro da comunicare ai nostri lettori? Volentieri. Ogni giorno tutti transitiamo verso qualcosa; che sia un corpo, un’emozione o semplicemente un vivere ancora da costruirsi, ciò che conta è essere se stessi. http://sociale.regione.emilia-romagna.it/documentazione/pubblicazioni/prodotti-editoriali/201cvisibile-o-invisibile-di-cosa-si-tratta-201d-il-fenomeno-dello-sfruttamento-sessuale-un-confronto-sui-cambiamenti-e-le-azioni-di-contesto 36
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Intervista a Renata Fontana Vincitrice del titolo di Miss Universo Queen T Campania 2017
Abbiamo fatto due chiacchiere con la bellissima Renata Fontana, brasiliana vincitrice del concorso Miss Universo Queen T in Campania, condotto da Pamela Andress e svoltasi a fine ottobre a Napoli nel suggestivo Teatro Troisi. Ciao Renata, congratulazioni per la vincita, ti va di presentarti ai nostri lettori? Ciao a tutti e grazie dello spazio che mi dedicate. Ho 23 anni, vengo dal Brasile, più precisamente da una città che si chiama Manaus in Amazzonia, e sono arrivata a 18 anni in Italia col sogno di vincere il concorso. Sono una ragazza solare e determinata, dolce. Che cosa ti piace fare nel tempo libero? Mi piace andare a ballare, uscire, il cinema e uscire a cena con gli amici...ho la passione per il make-up, mi piace molto truccarmi e farmi bella. Amo gli animali e mi piacerebbe avere un cane, in questi giorni sto pensando di prenderne uno, infatti. Che emozioni ti porti dietro dal concorso di Miss Universo Queen T? Sono stata molto felice quando hanno annunciato che avevo vinto, non credevo sarebbe successo. Sono andata per divertirmi e perchè erano già due anni che non partecipavo a dei concorsi e volevo riprovare l’esperienza di concorrere. Direi che è andata decisamente bene! Si!(ride) ogni concorso per me è un’esperienza per imparare di più, per crescere come persona. Anche in Brasile avevo partecipato a diversi concorsi, alcuni li ho anche vinti. Dacci una dritta, cosa ha colpito la giuria di te? Conquistare una giuria è la cosa più difficile: una vera miss, oltre che bella, deve dimostare di essere educata, elegante e sapere sfilare; serve esperienza. Però per me la cosa più importante è essere umili con la gente, mai montarsi la testa. Qual’è il momento che preferisci quando partecipi ad un concorso? Sicuramente la sfilata dei vestiti da sera, perchè noi concorrenti ci facciamo vedere da tutti nel nostro splendore. Saper indossare e sfilare con quegli abiti è difficile, sono impegnativi da portare, ma bellissimi. E si ha anche la responsabilità di quello che stai rappresentando in quel momento, del proprio Paese di appartenenza. Tu hai vinto il premio per ben due sfilate, quella con costume tipico e quella con abito da sera. Una doppia emozione! Con l’abito tipico ho rappresentato il Brasile, con un delizioso e sexy costume da samba tutto luccicante e piumato e dove evidentemente ha colpito molto anche la mia esibizione di ballo. L’abito da sera era semplicemente un sogno...che finalmente si è realizzato! Grazie per averci dedicato il tuo tempo, e in bocca al lupo per il futuro! Grazie mille a voi, sicuramente ci rivedremo presto! 38
L’On. Safira Bengell si racconta!
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L’On. Safira Bengell si racconta Non sono nata per competere ma per superare me stessa!
Abbiamo intervistato per voi l’On. Safira Bengell, ambasciatrice per i diritti delle persone trans nel mondo, Comendadora e membro del Ministero della Cultura in Brasile. Ci ha raccontato degli ultimi eventi popolari a cui ha partecipato, del suo costante attivismo a favore di politiche più eque per i diritti umani e dei suoi progetti futuri. Buongiorno Safira, recentemente hai partecipato ad eventi molto sentiti in Brasile, di che cosa si tratta? Ciao e un bacio a tutti gli internauti. Allora, il Cirio della Vergine di Nazaré è il secondo più importante evento religioso in Brasile, dopo il Patrono del Brasile N S Aparecida. Queste feste durano circa due settimane, ogni anno nello stesso periodo. La festa Profana Chiquita invece è nata 30 anni fa e da allora si svolge il sabato sera dopo la processione notturna. Questo evento riunisce persone in festa tutta la notte ed è caratterizzata da spettacoli e da una cerimonia di premiazione, creata dal cantante Eloi Iglesias, che attribuisce il premio Golden Violet a chi si è distinto nell’anno per diverse attività. Quest’anno sono stata premiata anche io insieme a Gloria Perez, autrice di documentari a tema lgbt. Un importante riconoscimento per il tuo impegno nella lotta per i diritti delle persone transgender. Si. Sono la prima attrice trans brasiliana ad essere nominata ministro nel Ministero della Cultura, faccio parte di un comitato tecnico. Sono stata anche la prima attrice trans ad avere il nome d’arte sui documenti ufficiali. Il premio mi è stato dato perchè è stato riconosciuto il mio impegno non solo per la lotta per i diritti delle persone transgender, ma anche per le azioni umanitarie. Ho una carriera pluridecennale nell’organizzazione di concorsi di bellezza in Brasile e all’estero. Ma le persone devono sapere che il mondo trans non vive unicamente sul palco, servono politiche che incoraggino e garantiscano la possibilità di lavoro per noi tuti. Purtroppo così non è nella maggior parte del mondo: gli artisti del movimento LGBT vengono riconosciuti a fatica dal Governo come tali, quando si tratta di erogare incentivi finanziari. Sei una icona per il mondo trans ed hai all’attivo anche una intensa carriera nel mondo dello spettacolo, ce ne vuoi parlare? Certo, oltre ad essere stata una delle prime organizzatrici di concorsi per celebrare la bellezza gay e trans, sono stata proprietaria, negli anni 80, di una agenzia di spettacoli a Milano, la America Disaster. Ho partecipato a film importanti con Christian De Sica, Massimo Boldi, Michele Placido, creato eventi di moda con Chiara Buoni, partecipato alle feste degli stilisti Dolce&Gabbana. Ho anche lavorato con Sergio Caminata nella realizzazione del primo calendario trans. Sono stata invitata anche a diverse edizioni della premiazione Telegatto. E come mai hai deciso di lanciarti nell’organizzazione dei concorsi di bellezza? Per motivi di sopravvivenza. Negli anni ’70, in Brasile, c’era la Dittatura Militare Civile e sono andata a Rio de Janeiro, dove ho iniziato a lavorare come giornalista, orientandomi sul sociale. Sono rimasta affascinata dall’universo femminile: ai primi concorsi ho partecipato come madrina e ricordo che si svolgevano nel night Casanova di Elke Maravilha: si trattava di concorsi per donne…è molto divertente da ricordare questo, adesso.
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Cosa ne pensi dei concorsi di oggi, invece? Oggi tutte le candidate sono nate belle, ma la bellezza non basta. Quando si lavora bisogna avere progetti e piani. Anche nell’organizzazione di concorsi, non bisogna improvvisarsi, ed avere professionisti davvero esperti nella direzione artistica è fondamentale. La maggior parte delle persone invece non prende con la dovuta serietà impegni simili, c’è ancora troppa concorrenza ed ego personali in gioco, che indeboliscono l’immagine del mondo trans agli occhi della società. Io dico sempre che non sono nata per competere, ma per superare me stessa. Secondo te, nel 2017, sono stati fatti passi in avanti per l’integrazione delle persone trans nella società? La società non è ancora convinta che le persone transgender possano partecipare intensamente alla politica: per questo dobbiamo organizzarci, essere uniti tra noi per rafforzarci e chiedere ciò che è nostro diritto come cittadini. Da parte mia, dopo 50 anni ho ripreso gli studi ed ho ottenuto la laurea. Questo per far capire che volere è potere, dobbiamo toglierci di dosso lo stigma che trans sia sinonimo di prostituzione ed Aids: è ora di smetterla di vivere segregati nell’ombra. Purtroppo, molte trans stesse non cercano il loro posto nella società ed è un peccato perchè avremmo tantissimo da dare sia nei settori scolastici che nei lavori più formali, ma a tutt’oggi vedere una trans che lavora nel supermercato vicino a casa tua è impossibile o quasi. L’integrazione lavorativa è una delle battaglie che stai portando avanti dunque. Quali altri progetti hai in cantiere come Comendadora? Questo titolo è un riconoscimento molto importante che mi da grande visibilità per poter far politica. Ho un posto privilegiato per far sentire la voce delle persone transgender e chiedere una qualità di vita migliore per tutte noi. Che progetti hai per il futuro? Quest’anno sono stata chiamata come presentatrice al concorso Miss Trans Italia SudAmerica, ma per ragioni personali non ho potuto partecipare e condividere questa gioia con i miei amici italiani. Pensa che sono stata la prima artista a calcare la passerella di quel concorso. Mi piacerebbe molto realizzare un evento come quelli dell’era d’oro di Milano degli anni 80 e 90, magari in collaborazione con Piccole Trasgressioni, che sono stati miei amici fin dal primo giorno in cui sono arrivata in Italia. Poi, continuerò naturalmente a a lottare per dare al mondo un’immagine positiva delle persone transgender, perchè siamo persone laboriose meritevoli di rispetto.
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Intervista a Morgana Gargiulo “Non voglio piacere a tutti, o mi chiamerei Nutella!”
Un’imprenditrice di successo, decisamente bella e sicura di se: questa è Morgana Gargiulo, siciliana nata a Palermo e terza classificata al concorso di Miss Trans Italia SudAmerica 2017. Non solo Miss, dunque, ma una lavoratrice instancabile e fucina di idee. Conosciamola meglio. Ciao Morgana, complimenti per l’ottimo piazzamento al Miss Trans Italia. Grazie. Anche se non sono arrivata prima, mi sento comunque vittoriosa, perchè ho avuto un apprezzamento personale da Regina Satariano, l’organizzatrice. Si può dire che sia stata lei la mia “corona”, perchè è una persona seria e so che mi vede pronta, con la mia maturità e temperamento, per affrontare anche le passarelle più impegnative, come poteva essere quella del concorso in Thailandia. Hai notato una evoluzione in te, negli ultimi anni? Direi di si. Forse non tutti hanno notato il mio crescere come persona nel tempo, ma io comunque non voglio piacere a tutti, o mi chiamerei Nutella (ride). Resta inteso che sono contenta del risultato ottenuto dalle due vincitrici, Valentina Melo per il SudAmerica e Cristina Ambrosio per l’Italia. Cristina poi, che è anche amica mia, è una perfetta rappresentate di bellezza naturale. Come ti sei trovata al concorso? Impressioni, emozioni? Sicuramente ho visto una crescita dal punto di vista organizzativo, grazie soprattutto alla presenza di Regina e di Mary Ferrari, che hanno supportato tantissimo noi concorrenti, anche a livello psicologico. Per quanto riguarda la giuria, posso affermare che finalmente ne è stata scelta una seria e trasparente, non c’era proprio possibilità di pilotare i voti, come invece era accaduto in altre occasioni e dove, indignata, mi ero fatta sentire dicendo ciò che pensavo a riguardo! Che caratteristiche deve avere per te una vera Miss, per vincere? Guarda, io so che tanti giurati apprezzano la bellezza da “ragazza della porta accanto” ma, invece, per me, essere una Miss significa “avere le palle”. Nel senso che bisogna avere carattere, temperamento, carisma e sensualità. Una miss non deve essere solo bella ma deve saper calcare la passerella come una leonessa che corre per la Savana; con la timidezza non si va da nessuna parte. Queste caratteristiche sono innate, o si hanno o non si hanno, al di la del trucco e parrucco. Non le mandi certo a dire! (ride forte) Chi dice Morgana dice realtà! Non ho paura di dire quello che penso: ripeto, per me una miss deve essere una ragazza già da “wow” appena uscita dal letto la mattina. Forse per questo Regina mi vedeva pronta anche per traguardi più alti, perchè riconosce in me una donna sicura e bella e non troppo artefatta. Effettivamente non sei per nulla appesantita da troppi interventi estetici. Si, per fortuna. Ho iniziato a prendere ormoni di nascosto sui 14 anni e a 18 anni ho rifatto il seno. Ma fin da piccola era già molto evidente la mia femminilità, ero efebica. In questo senso sono fortunata.
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E nella vita privata, Morgana, come sei? Sono una ragazza semplice, per nulla diva. Ho un agriturismo-fattoria didattica che si chiama “Morgana’s Factory” che si trova a Giarratana, a circa 20 minuti da Ragusa, in Sicilia. L’agriturismo è già attivo, mentre per la fattoria sto aspettando gli ultimi permessi dal Comune, dovrebbe aprire a breve, comunque. Che bella occupazione! Come mai hai deciso di dedicarti alla vita di campagna? Da piccola volevo fare la veterinaria, poi, per varie vicessitudini non ci sono riuscita. Però, tre anni fa, ho aperto appunto questo posto stupendo, pieno di animali e nel pieno rispetto delle norme vigenti. C’è un allevamento di caprette per la “pet therapy” (terapia “dolce”, basata sull’interazione uomo-animale), pastori tedeschi, una coppia di asini, anatre, oche, polli e tante galline. C’è anche un vitellino e una maialina incinta! Si vede che hai molto amore per gli animali. Tantissimo. Sai, noi ragazze trans facciamo sempre tanto per farci accettare dagli altri e dalla società, è una battaglia continua. In campagna invece mi sento completamente a mio agio, gli animali ti vogliono bene perchè li curi e dai loro affetto ed a loro non interessa se sei nata uomo o donna, interessa solo quello che gli sai trasmettere. In generale mi piace molto la vita da fattoria, mi rilassa avere questo stretto contatto con la natura, mi fa sentire bene. Tu hai fatto diverse cose anche per la televisione e il teatro, però. Sono sempre stata piuttosto attiva, è vero. Quest’anno ho partecipato anche alla Fashion Week (la settimana della moda) a Milano, dove ho sfilato. Poi ho avuto piccole parti nelle serie tv Il Commissario Montalbano, La Squadra…ho fatto anche molto teatro con Veronica Pecorani. L’emozione più grande però è stato sfilare in abito da sposa …vedermi con l’abito bianco mi ha fatto emozionare ed ha fatto piangere di commozione mia mamma, in prima fila ad applaudirmi. Emozionante, si…hai sogni romantici da realizzare? Beh, inizialmente il principe azzurro lo sognamo tutte, poi, specialmente per chi fa un percorso come il mio, arrivano le discriminazioni e gli inevitabili colpi duri della vita, che ti fanno diventare realista. Allora si tende a mettere da parte i sogni e a concentrarsi più sul materialismo del presente. Sia chiaro, non sputo nel piatto dove ho sempre mangiato, mi ha permesso di essere quello che sono diventata ma…a ben pensarci, voglio la favola…come nel film Pretty Woman: sognare non costa nulla (ride). Che obiettivi ti poni per il futuro? Sicuramente un giorno smetterò di partecipare ai concorsi perchè comunque quello che voglio è una vita normale, senza riflettori addosso. Però adesso voglio continuare a gareggiare perchè mi sento Miss dentro e ambisco a vincere il primo posto. Al di là di questo, sono concentrata sul far funzionare al meglio il mio agriturismo-fattoria; come sempre, penso in grande e voglio che diventi il numero uno in Sicilia. Ho dotato la struttura anche di percorso di cromo-terapia e percorso benessere per gli ospiti…come sempre, voglio differenziarmi dalla massa! Mai un attimo ferma, insomma. Prima o poi mi regalerò un po’ di tranquillità, dopo tanti sacrifici fatti…non vedo l’ora di godermela un po’!
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Tra le lenzuola dei Papi Il piacere attraverso la storia
I Papi ed i Cardinali della Roma rinascimentale se la passavano come gli altri re e principi, tra feste, tornei, balli ed avvenenti cortigiane. All’epoca, papi e cardinali di religioso avevano solo l’abito ed i loro vizi erano pagati con le immense ricchezze della Chiesa: c’era chi giocava d’azzardo, chi si ubriacava, chi banchettava a tutte le ore, ma era soprattutto il sesso ad attrarre gli alti prelati, le cui lenzuola ne vedevano di ogni sorta. Roma, alla fine del ‘400 era la città europea con il maggior numero di prostitute, che sarebbero state circa 5mila, pari al 10% della popolazione. L’offerta era fortemente variegata, perché alcune si accontentavano di poco denaro, mentre altre costavano un occhio della testa. Queste ultime, erano le cortigiane: colte, eleganti, belle e salottiere; erano le escort dell’epoca e frequentavano denarosi alti prelati, a cui spillavano ingenti fortune, anche in terre e palazzi, oltre naturalmente a denaro e gioielli. A volte, i cardinali si innamoravano, perché la ricerca del piacere amoroso era una filosofia di vita; tra questi famosi innamorati spiccano il cardinale Bibbiena ed il cardinale Ippolito d’Este, che arrivò a fare cavare gli occhi al fratello, perché preferito dalla donna di cui si era invaghito. Le relazioni non si limitarono ad amori occasionali, ma divennero spesso relazioni durature, come quella del cardinale Rodrigo Borgia (papa col nome di Alessandro VI dal 1492 al 1503) per Vannozza Cattanei e poi, quando si stancò di lei, per Giulia Farnese, che con ironia venne definita “sponsa Christi” (sposa di Cristo). Papa Borgia però, non si accontentava di amanti fisse, ma godeva anche di altre cortigiane, dando il meglio in sontuose feste orgiastiche. Si narra, ad opera di Giovanni Bucardo, cerimoniere di corte, che nell’anno 1501, alla fine di un banchetto organizzato dal papa, 50 cortigiane si misero a ballare denudandosi completamente e tra gli eccessi dell’alcol venne organizzata una gara, la cui vittoria sarebbe andata a chi avesse avuto il maggior numero di rapporti sessuali con le donne.
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Molti apprezzavano anche la bellezza maschile, ma l’ipocrisia dell’epoca non perdonava questo ed i rapporti omosessuali andavano nascosti al meglio. Giulio II, il terribile papa guerriero che indossava spesso l’armatura, amava i bei ragazzi, di cui si circondava abbondantemente, e fece cardinale il suo giovane amante Francesco Aloisi. Pure Giulio III (1550-1555) fece cardinale il suo amante, il giovane Innocenzo del Monte, che divenne porporato a soli 17 anni e senza alcuna vocazione religiosa. In questo contesto, papi e cardinali divennero padri di numerose proli, naturalmente illegittime. Il cardinale Alessandro Farnese, papa Paolo III (1534-1549), ebbe quattro figli; il papa Innocenzo VIII (1484-1492) due; papa Giulio II tre. Per coprire questi figli e le attenzioni per loro, venivano presentati come nipoti o parenti, dal momento che c’era sempre qualcuno disposto ad assumersene la paternità … putativa. Papa Alessandro VI (il Borgia) fu quello che più spudoratamente cercò di creare una vera e propria dinastia con i figli che ebbe da Vannozza Cattanei; furono quattro: Giovanni, Cesare, Lucrezia e Goffredo. Giovanni fu assassinato nel 1497; Cesare fu nominato cardinale e comandante delle armate pontificie; Lucrezia fu una delle dame più dissolute del rinascimento e Goffredo una pedina nello scacchiere del potere temporale del papa. Cesare ebbe una valanga di donne e si vociferava che anche la sorella Lucrezia fosse stata una sua amante incestuosa, ma le trasgressioni del cardinale non finirono qui perché anche la moglie del fratello Goffredo, Sancia d’Aragogna, finì nel suo letto. Cesare Borgia divenne un simbolo di crudeltà e dissolutezza, ma sicuramente fu anche un simbolo di insaziabilità sessuale, potendo vantare tra le sue donne le cortigiane più importanti e la bellissima, nonché ricchissima, moglie Charlotte d’Albret. Lucrezia ebbe tre mariti, imposti da convenienze politiche, ma l’invadente fratello Cesare non esitò a fare assassinare Alfonso Bisceglie, suo secondo marito, ed uno dei suoi tanti amanti, tale Pedro Calderòn. Dopo il matrimonio con il signore di Ferrara, Alfonso D’Este, Lucrezia parve cambiare vita e divenne una delle donne più colte e stimate del periodo. In una lettera sul letto di morte, lei si definì “cristiana benché peccatrice”. E’ possibile credere a questa sua redenzione finale? Sospendiamo il giudizio, anche se è bene ricordare che “il lupo perde il pelo, ma non il vizio”.
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IN CINA, vizi privati e pubbliche virtù Il piacere attraverso la storia
Se la grandezza di Roma durò mille anni, quella dell’impero cinese, denominato anche “Celeste Impero” di anni ne durò duemila e fu la patria dell’eros, ma con uno stile totalmente diverso, perché tutto era avvolto in una gioiosa e silenziosa accettazione. Anche qui il sesso veniva coinvolto nella sfera sacra e divina, perché l’amplesso era considerato l’equivalente del processo creativo cosmico. L’unione tra re e regina, secondo “I-CHING”, simboleggiava l’equilibrio degli elementi positivi e negativi del mondo e se non vi fosse stata armonia poteva scatenare calamità naturali. I rapporti sessuali avevano il compito di onorare gli antenati, a cui si dava continuità generando figli; interrompere una stirpe era inconcepibile, per questo uomini casti e donne nubili generavano repulsione, quasi fossero malati. La poligamia venne abolita in Cina solo nel 1949, perché rispondeva ad una esigenza pratica: quella di generare figli; pensate che ci fu un imperatore che ebbe 1.200 concubine ! Per l’antica medicina cinese, fedeltà e monogamia danneggiavano la salute; infatti, le secrezioni intime femminili avevano la capacità di “ritemprare la forza vitale (Qi) maschile” e di “ricaricare l’uomo”. Un antico maestro sosteneva che “se l’uomo può cavalcare dieci donne in una notte è molto positivo”. Le regole valevano anche per l’imperatore, così per concepire eredi perfetti, re e regina si accoppiavano una volta al mese, quando lei era al massimo della fertilità e lui aveva accumulato energia “cavalcando” più donne possibile. Il numero delle donne non era affidato al caso, ma alla magia dei numeri: il 3 rappresentava la “grande potenza virile” ed il 9 la “sovrabbondanza”; così il numero delle donne a disposizione dell’imperatore era dato da questi numeri e loro moltiplicatori. Una era la regina; 3 le spose primarie; 9 le spose secondarie; 27 le spose di terzo rango; 81 le concubine ufficiali; 243 le concubine non ufficiali, per arrivare a 729 concubine occasionali. Tutto questo organigramma abitava nel palazzo reale più grande del mondo, denominato la “Città Proibita” di 720mila mq nel cuore di Pechino. Le donne erano gestite dagli Eunuchi e venivano presentate all’imperatore con un ordine di frequenza che rispettava quei principi di energia sopra evidenziati, per cui, paradossalmente, prima toccava alle donne di grado inferiore, poi a quelle di rango superiore e per ultima alla consorte. Deboli e dissoluti e sovrani cinesi erano privi di moderazione sessuale e non disdegnavano rapporti con attori e funzionari vestiti da dame. Alcuni imperatori preferivano “un favorito” alle concubine ed il mongolo Kublai Khan era dedito ad orge quotidiane, dove non mancavano mai le vergini. In un clima di ampia promiscuità ed affollamento si arrivò a tenere una contabilità del sesso, per capire chi avesse avuto accesso agli amplessi; così alle concubine veniva dato un anello d’argento da infilare nella mano destra prima del rapporto e nella sinistra subito dopo.
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La dottrina del Tao alimentò l’importanza del rapporto sessuale, perché in esso interagiva il principio attivo maschile dello YANG e quello passivo femminile YIN. Al fine di potere assorbire la massima essenza Yin dalla lubrificazione vaginale, senza perdere la preziosa risorsa vitale concentrata nel suo seme, l’uomo aveva una attività sessuale intensa, ma senza culminare nell’orgasmo ed evitare lo “spreco” di sperma. Quindi, si ricorreva al “coitus reservatus” (senza eiaculazione); le istruzioni, i consigli e le ricette per praticare questo metodo furono descritti ed illustrati in manuali molto espliciti. Purtroppo, molti andarono distrutti, tra cui il capolavoro “Arte della camera da letto”, anche se alcuni segreti ci sono giunti. I Cinesi ritenevano di fondamentale importanza i preliminari e la preparazione, a partire dai massaggi con oli profumati, poi baci profondi e carezze intime. Erano bandite le “sveltine” e le “grossolanità”: per fare sesso occorreva tempo ed arte. Il rapporto orale rappresentava la musicalità ed il vertice del piacere. Solo la consorte poteva passare l’intera notte con l’amato, mentre le concubine dovevano lasciare la camera da letto prima dell’alba. Gli imperatori ed i potenti erano molto generosi con le concubine più abili, che diventando favorite accumulavano privilegi, ricchezze e potere; non dimentichiamo, però, che alcune di loro rovinarono letteralmente e completamente gli uomini che le amarono. Fu una concubina, che per danzare, inaugurò la tradizione dei piedi fasciati delle donne cinesi; alcune di loro scalzarono ogni rivale e divennero imperatrice. Negli appartamenti privati imperiali si scatenarono guerre tra donne, con gelosie, intrighi e congiure; molte concubine furono fatte assassinare da imperatrici gelose ed eunuchi invidiosi. Il sesso fu una delle cause del declino delle fortune imperiali, perché accadde che i sovrani fossero più interessati ai giochi erotici che a vincere una guerra. Fu una contesa per una concubina (!) a provocare la rottura tra due grandi generali Ming che, uniti avrebbero potuto evitare la conquista Manciù della Cina. Un antico detto cinese recita: ”UNA BELLA DONNA PUO’ ABBATTERE UN IMPERO”.
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Storia del preservativo Il piacere attraverso la storia
Le donne egizie creavano “tappi” con escrementi di coccodrillo e miele, per impedire allo sperma di penetrare nell’utero. In India le donne usavano lo sterco di elefante, considerato più efficace come contraccettivo. Nell’antica Grecia le donne usavano pozioni da bere o versare nella vagina, a base di olio di cedro o unguenti di piombo; oppure tamponi di garza imbevuti di miele, punte di acacia e carbonato di sodio. Il padre dei medici, il grande Ippocrate consigliava di saltare ripetutamente dopo l’amplesso. Le matrone romane talvolta preferivano i “rimedi magici”, come mettere un ragno sotto l’ascella. Nel Medioevo si credeva che il tè di semi, fermentati, di alberi senza frutto, avesse capacità contraccettive. Si usava molto anche la tisana di corteccia di salice, che realmente poteva provocare la sterilità. Nel Rinascimento andarono in voga i talismani, ma erano assolutamente inefficaci, come il cuore di salamandra o un foglio di carta contenente una formula magica. Poi arrivarono “lettera francese”, “impermeabile inglese”, “cappello notturno”, “guanto di dama”, “gomma”, “vescica”, “pelle divina”, “palloncino”, “goldone” e tanti altri ancora, perché tutti i nomi dati al preservativo sono davvero innumerabili. Il creatore del moderno preservativo, fabbricato su scala industriale, fu l’inventore dei pneumatici per auto, Charles Goodyear, che nel 1844 realizzò i primi “rubbers” di caucciù. Gli anni ’50 videro l’esplosione dell’uso del preservativo in plastica fabbricato dalla DUREX, acronimo inglese di durability (resistenza), reliability (affidabilità), excellence (eccellenza). Il termine inglese CONDOM deriva dal latino Condus, “colui che allontana”, o “ricettacolo”. Secondo un’altra versione, il nome deriverebbe dal dottor Condum, medico personale del re Carlo II d’inghilterra: l’assonanza nominale ci sta, ma il principio dell’invenzione è molto più antico. Altri ancora, si richiamano al geografo e fisico francese Charles de la Condamine, che nel ‘700 portò dall’Amazzonia il caucciù, con il quale un secolo dopo sarebbero stati fabbricati i Condom. Quindi, con l’avvento del Condom si realizzano due grandi aspettative: allontanare le gravidanze indesiderate e le malattie sessuali a trasmissione epidermica, realizzando così un desiderio che l’umanità inseguiva dalla preistoria. Nel 1562, il medico anatomista italiano Gabriele Falloppio descrisse per la prima volta il preservativo e l’uso che era necessario farne per evitare le malattie; questo antenato del Condom era costituito da una guaina di lino lavabile. Nel 1790, l’avvocato francese Mederic Moreau De St. Mery, diffuse da Philadelphia il preservativo nel Nuovo Mondo. Tutto questo i nostri avi non potevano neppure immaginarlo, ma è certo che i Faraoni adoperavano un piccolissimo cappuccio di vesciche di animali, che oleate venivano sistemate sul glande, prima di amplessi con donne “estranee” alla famiglia. Il concetto di “una difesa globale” delle parti intime aveva già visto gli egizi usare una sorta di “sacchetto per il pene” sotto il gonnellino che indossavano; qui l’uso anticipa anche la mutandina. 52
L’abitudine di questo sacchetto protettivo diverrà molto esteso dal medioevo col nome di scroto. Comunque, furono le vesciche degli animali (per l’indubbia elasticità) a dominare le parti intime, sia per protezione, sia per contraccezione, anche se spesso erano scomodissime e veramente poco soddisfacenti. L’uomo è capace delle invenzioni più raccapriccianti: così nacque il “preservativo della vittoria”, fabbricato con la pelle dei nemici caduti in battaglia ed adoperato con le loro donne. Questi strumenti avrebbero dovuto tenere lontana la gonorrea, che il medico Areteo di Cappadocia, nel I secolo d.C., così descrive:”senza dubbio non mortale, ma di cui è sgradevole e disgustoso anche solo sentir parlare”. La terribile sifilide non era presente in Europa e giunse da Haiti con i marinai di Cristoforo Colombo. Prima che la grande industria iniziasse la produzione in serie dei preservativi erano i guantai a fabbricarli, con stoffa e pelle e su misura. Pare che John Shakespeare, padre del famosissimo William, producesse i migliori di Stratford. Naturalmente, i guanti ad un dito erano roba per ricchi come quelli a cinque dita. Nel settecento, il principe dei libertini, Giacomo Casanova, in una delle sue vanterie disse:”Non mi agghinderei mai con una pelle di morto per dimostrare di essere vivo”; salvo poi ritrattare ed ammettere:”che funziona da prevenzione e che libera il gentil sesso da ogni ansia”. Infatti, il “sacchetto di pelle veneziana” era tra i migliori preservativi sul mercato e su questo concordava anche il marchese francese De Sade. L’ipocrisia generale cercò in ogni modo di ostacolare la diffusione del preservativo, ma la battaglia contro di lui fu una guerra persa, anzi, alle vecchie produzioni si aggiunsero nuove forme e varianti dai nomi eloquenti e curiosi, come tickler (solleticatore), porc-epic (porcospino), innusable (inconsumabile), conquerant (conquistatore), cocorico (“chicchirichì). Nel preservativo gli inglesi misero Humor, i tedeschi resistenza ed i francesi eleganza, creandone infinite varietà. Durante la seconda guerra mondiale i soldati europei furono equipaggiati con un “kit di profilassi”. Il resto è cronaca ed oggi ci sono i condom vegani, ma qui usciamo dalla storia. 53
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Amplessi sacri, Pudicizia, Corano. Il piacere attraverso la storia Si chiamava “ierogamia”, ovvero “matrimonio sacro”; era una cerimonia rituale praticata da Sumeri, Egizi, Babilonesi, Celti e Fenici che simboleggiava l’unione fra un dio ed una dea. Consisteva in un rapporto sessuale tra un re-sacerdote e la sacerdotessa del tempio, perché il potere della dea si trasferisse al sovrano ed, attraverso di lui, ai sudditi su cui regnava. Nell’antico Egitto l’amplesso tra faraone e sacerdotessa ripercorreva le nozze del Cielo (Nut) e della Terra (Geb). I Celti gestivano l’usanza per cui la dea della terra trasmetteva il potere ad un re da lei prescelto con cui si accoppiava. Presso i Sumeri, nelle città stato di Uruk ed Ur, la cerimonia era ritualmente celebrata il giorno di Capodanno, sulla cima della torre sacra denominata “Ziqqurat”. La sacerdotessa-dea dell’amore e della fertilità “Inanna” saliva i sette livelli rituali dell’edificio ed attendeva nella stanza nuziale l’amplesso con il re-dio “Dumuzi”; questo accoppiamento avrebbe garantito pace e prosperità per tutto l’anno. In alcune tavolette in scrittura cuneiforme sono descritti gli anni d’amore preliminari: “Il pastore Dumizi m’ha empito il grembo di latte e panna, mi ha accarezzato il pube, mi ha innaffiato il grembo”, invocava la sacerdotessa al re che rispondeva: “il tuo arrivo è la vita, il tuo ingresso nella casa è l’abbondanza, giacere insieme a te è il mio maggior piacere, mia dolce, dilettiamoci nel letto”. La cultura Vedica, da cui deriva l’induismo, prevedeva la prostituzione sacra, praticata dalle “Apsara”, che veniva consumata in appositi locali all’ingresso del tempio. Il provento dell’amplesso veniva devoluto al mantenimento della struttura sacra e dei suoi sacerdoti (Bramani) ed inoltre contribuiva a sfamare le folle di mendicanti che stazionavano abitualmente attorno al tempio. Va detto che il concetto di pudore fu molto diverso nel corso dei secoli e si diversificò notevolmente da popolo a popolo.
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Com’è l’uomo del Capricorno, a letto, come conquistarlo Astrologia, Amore e sesso Per conquistare un uomo del Capricorno occorre avere la giusta attrezzatura, che è costituita da tenacia e resistenza, dove speranza e disperazione saranno sentimenti quotidiani. All’inizio il rapporto sarà facile perché quest’uomo apparirà ai vostri occhi docile e remissivo ed il suo sguardo triste lo farà apparire romantico. Sarete voi che dovrete corteggialo e lui si lascerà corteggiare incoraggiandovi con le sue “disgrazie”, che apriranno nel vostro cuore gli ampi spazi del senso materno. Crederete che sia un uomo totalmente disinteressato alle donne, dedito al solo lavoro, fino a quando vi accorgerete, con una brutta sorpresa che non è così. Di fronte all’evidenza del tradimento, prima negherà spudoratamente, poi rilancerà con un bluff sostenendo che è meglio che vi lasciate, perché lui non vi vuole fare soffrire. Ricordatevi che il Capricorno è bugiardo, anche se sembra l’uomo più sincero del mondo; non vuole mai affrontare la verità perché detesta le discussioni e poiché non vuole vedere soffrire, preferisce sempre una bella bugia alla cruda realtà. Lui detesta farsi riconoscere e non vuole fare sapere come è dentro, quindi evitate di fare domande e cercate di capire dai fatti, perché le parole non possono aiutare. Dovete armarvi di pazienza e dotarvi di corazza, se siete sentibili, emotive e bisognose d’affetto state lontane da lui: non è l’uomo per voi.
Con lui dovete accontentarvi delle briciole, non vi darà mai tutto di se stesso: fa economia anche nei sentimenti. Dovete rinunciare in partenza alle piccole attenzioni che fanno dolce un rapporto amoroso. Se saprete sostenere questa iniziazione sarete ricompensate dalla praticità che un giorno esprimerà, quando sarete la sua compagna, ma dovrete accettare questa concezione un po’ arida dell’amore. Essere la compagna, o la moglie, di un Capricorno ha dei lati molto positivi: lui ha un alto senso del dovere; è un lavoratore; ha senso dell’economia, anche se un po’ noiosa. Con lui la buona vecchiaia è assicurata, anche se è vero che bisogna arrivarci senza avere rinunciato alla giovinezza anzi tempo.
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Il Capricorno ama i lunghi fidanzamenti; le sue decisioni hanno radici profonde e tempi assurdi, per questo dovete forzare la mano specialmente per definire la vostra posizione. Se concluderete con una unione istituzionalizzata, sarà il primo lui a ringraziarvi, perché ama l’ordine e le regole della società, che tiene a rispettare come buon cittadino. Certamente questa è la faccia esterna del Capricorno, ma la sorpresa la avrete quando scoprirete quella interna, intima, legata alle espressioni sessuali. Dopo anni di unione, scoprirete un uomo che non è indifferente ai richiami del sesso e che in questo tempo ha saputo celarvi tanti relazioni, nelle quali esprimeva ciò che non faceva con voi. Lui non si separerà mai da voi, perché la sua è una fedeltà istituzionale, ma nel contempo è gestita con una enorme infedeltà sessuale ed emozionale. Quindi, siete voi che avreste dovuto scavare nel suo intimo e saper leggere nella sua libido. Lui non vi chiederà mai di fare questo o quello: dovrete essere voi a proporlo ed attuarlo. Vi accorgerete che l’amante banale, gestito con sapienza, può diventare l’esecutore perfetto. Il Capricorno non vi chiederà mai di essere la sua padrona nella camera da letto e lui di essere il vostro schiavo, ma se metterete in atto le procedure della dominatrice, lui si sottometterà.
Tutto nella solidarietà della famiglia ed in assoluta fedeltà. IL quadro diventa perfetto, ma non andate oltre; è meglio accontentarvi della facciata, senza scavare troppo in profondità, perché diversamente lui si difende e non vuole essere scoperto. Accettatelo così come è, non ve ne pentirete: “occhio non vede, cuore non duole”.
CAPRICORNI FAMOSI Federico Fellini, Giulio Andreotti (in copertina), Adriano Celentano, Mao Tse Tung, Paolo Villaggio, Domenico Modugno, Al Capone, Elvis Presley, Cassius Clay, Paul Cezane, Renato Carosone, Giovanni Keplero. 58
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Come è l’uomo del Sagittario, A LETTO, come conquistarlo
Astrologia, Amore e sesso L’uomo del Sagittario è inconquistabile, sembra impossibile, ma è proprio così. Il Sagittario è divertente, simpatico, sempre in movimento e mai noioso. Quando lo incontrerete lui scoppierà di entusiasmo per voi e non riuscirete a contenerlo. Poi, un giorno tutto questo slancio verrà meno e lui scomparirà … per una semplice dimenticanza. Queste amnesie si ripeteranno e quando lo rimprovererete, lui evocherà la sua libertà come bene supremo e ricorderà la propria indipendenza come valore irrinunciabile. Sarete voi a sentirvi noiosa, petulante ed asfissiante, anche se vi sarà impossibile tacere. Con lui vale il detto: “in amor vince chi fugge”, quindi dovrete far finta di niente ed anzi anticipare i suoi discorsi sulla libertà, sostenendo che odiate le unioni ed i rapporti intensi, che cozzano con il vostro spirito ribelle. Così facendo, può darsi che riusciate ad impressionarlo, ma ricordate che la pazienza è l’unica arma che può dare risultati. Con pazienza sopportate le sue lunghe assenze; con pazienza accettate le sue infedeltà; con pazienza accogliete i suoi sermoni sulla vera, o finta, ancor che presunta libertà. Se siete una donna che ha bisogno di protezione fuggite da lui; è un finto protettivo, perché la protezione è una delle sue tante invenzioni per conquistarvi. Lui è un grande conquistatore; è un “ammazza femmine” e sa dare il meglio nelle emergenze.
La sua specialità è “il pronto soccorso”, quindi se siete abile lo potete intrigare con fatti straordinari; evitate di essere banale e proporgli situazioni scontate. Nel sesso, coinvolgetelo in momenti inaspettati; prendetelo di sorpresa, stupite la sua libido con proposte choc: così avrete tutta la sua attenzione e non si tirerà mai indietro. Vi frequenterà volentieri se sarete una donna attiva e mondana, che lo convincerà della vostra insaziabile sessualità. Il Sagittario è un bluffatore, ma voi non siatelo mai con lui, perché lui viene a vedere le giocate più impensabili. Lui ricerca la verità e la insegue, perché ha un forte senso per la giustizia, per cui se avete subito delle ingiustizie ne sarà attratto. 60
Non è un passionale, ma un “fisico”; l’atto sessuale per lui non ha nulla di cervellotico, ma è assolutamente atletico: la forza è il motore dell’amplesso. Gli piace parlare e vi accorgerete che è un curioso e non un possessivo, perché la curiosità è l’anticamera del divertimento, mentre la possessività è il preludio di ogni tragedia. E’ un uomo “lieve”; non è faticoso vivergli accanto, perché cerca allegria e ripudia la monotonia.
Il Sagittario è un idealista e per lui vale il concetto che “non si vive di solo pane”, per questo vuole guidato e se ci riuscirete, lui avrà per voi eterna gratitudine. La gratitudine è un qualità certa del Sagittario che non dimentica mai chi gli ha fatto del bene. L’unica maniera per conquistare un Sagittario è quella di sposarlo; infatti, solo con il matrimonio possiederete almeno in parte questo personaggio sempre in movimento, che agli altri mostra mille volti ma che ha un cuore solo. In tutta questa impresa non scordate mai che “la pazienza è la virtù dei forti !”.
SAGITTARI FAMOSI Kirk Douglas, Gianni Versace (in copertina), Bruce Lee, Raffaele Cutolo, Gianni Morandi, Henri Toulouse Lautrec, Gustave Flaubert, Enzo Tortora, Willy Brandt, Piero Angela, Pasquale Squittieri, Uri Geller, Guido Gozzano. 61
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Come è l’uomo del Scorpione, A LETTO, come conquistarlo
Astrologia, Amore e sesso Lo Scorpione è l’uomo più sessuale dello zodiaco, appassionato, possessivo e geloso. E’ molto impegnativo, scomodo e pretenzioso: vuole l’amore assoluto e totale. E’ difficile incontrare uno Scorpione libero, perché fin da giovanissimo è impegnato ad amare qualcuno ed i suoi amori durano a lungo. Se avrete la sorte di conoscere uno Scorpione vedovo o appena uscito da una storia disastrosa, potrebbe essere la vostra occasione, perché è in questo periodo che attende con ansia un nuovo incontro. Lo Scorpione è forse l’ultimo esemplare della specie umana che dedica tempo e denaro alla donna amata. Con lui bisogna fare molta attenzione e partire con il piede giusto perché possiede un eccezionale senso critico. Lui vi sorprenderà con le sue attenzioni, spesso asfissianti, che altro non sono che l’anticamera di incredibili gelosie.
Vi controllerà e vorrà sapere di ogni momento della vostra vita, ma quando vi sentirete soffocare arriverà un immancabile regalo che vi ridarà il sorriso. Lo Scorpione ha bisogno della gelosia per ricaricarsi e se voi sarete abili al punto da stimolarlo, facendolo correre a vuoto, sarà sempre ai vostri piedi. Ricordate che dovete dimostrargli che i suoi sospetti sulla vostra fedeltà sono infondati, perché i pianti e le scenate fanno parte del suo quadro affettivo. Se la gelosia non si dimostra infondata sono dolori; lui non ha mezze misure neppure nelle razioni, che possono arrivare ad atti inconsulti. Nella sessualità queste caratteristiche sono sempre presenti e l’eros è vissuto con il piacere della tragedia; in fondo il dolore è una componente dell’orgasmo e se durante un atto sessuale manifestate dolore per una pratica, questo lo ecciterà maggiormente. La morte ed il suicidio sono protagoniste delle sue scenate, ma tenete presente che per lui il cimitero non è un luogo macabro, ma semplicemente l’ultima dimora.
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Non dovete vedere ciò come stranezze, ma accoglierle come l’essenza di un’anima che non è frivola; per lui tutto è terribilmente serie ed è per questo che dovete interessarlo con argomenti corposi. Con lui non fingete, perché ha capacità quasi medianiche per cogliere la verità. Detesta le donne che bamboleggiano e raccontano bugie, per cui, se siete costretta a nascondere la verità, fatelo con grandissima abilità: diversamente rinunciate ! Lo Scorpione è un entusiasta e quando ama è sincero; chiude i rapporti ai massimi livelli e poiché non è un calcolatore è pronto a sposarvi.
Se farete il grande passo, matrimonio o unione che sia, vi attendono anni non facili perché lui pretende devozione assoluta e vuole una passionalità non conciliabile con la quotidianità. Se riuscirete a creare e gestire questo clima, avrete un compagno fedele ed un amante attento al vostro benessere; il tempo non allenterà la passione, ma semplicemente la renderà più gestibile. Ricordate l’importanza dell’impostazione che avete dato al vostro rapporto, fin dai primi tempi, e se non siete riuscita a fargli sentire il calore che si aspettava, proteste avere generato un uomo dedito all’autodistruzione attraverso il sesso e l’alcol. Lui è un combattente formidabile anche contro se stesso! Se sarete riuscita nell’impresa di cogliere le sue aspettative, accanto ad uno Scorpione vi sentirete sempre difesa e nessuno è più abile di lui nei momenti di emergenza. Lo spirito di combattente lo trasferisce anche nel lavoro e sa arrivare lontano. Lo Scorpione è un grande altruista ed ha delle qualità che superano i suoi difetti, che altro non sono che gli eccessi di un animo generoso e troppo passionale. SCORPIONI FAMOSI Alain Delon (in copertina), Rock Hudson, Erwin Rommel, Carlo d’Inghilterra, Charles Bronson, Richard Burton, Albert Camus, Hussein di Giordania, Robert Kennedy, Alberto Lattuada, George Patton, Gigi Proietti.
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Com’è l’uomo della Bilancia, a letto, come conquistarlo Astrologia, Amore e sesso La bilancia non è fatta per vivere sola; l’uomo di questo segno ha assolutamente bisogno di una donna per sviluppare la propria personalità. Per questo, diventa una facile conquista, ma bisogna avere alcuni accorgimenti. Prima regola. La donna che lo vuole conquistare deve apparire elegante e non deve essere assolutamente volgare, trascurata o avere atteggiamenti senza garbo. L’uomo della Bilancia è estremamente discreto, anche se non ha avuto una educazione in tale senso, ma sa annullarsi fino a scomparire se sentirà un ambiente a lui ostile. Lui non farà mai scenate; non ama i litigi e se voi alzerete la voce vi sembrerà di urlare ad un fantasma. Seconda regola: Quest’uomo va divertito; non è difficile, perché basta anche una conversazione piacevole. Odia i nevrotici, i luoghi affollati, la confusione ed è perennemente indeciso, quindi sarete voi a decidere per lui, ma fatelo secondo le sue inclinazioni. Ricordate che il suo senso estetico è sviluppatissimo e bastano alcuni dettagli spiacevoli per renderlo di cattivo umore. Lui ama le donne che sanno fare le difficili e le raffinate, aborrendo il qualunquismo popolare.
State attente, però, che la sua modestia è solo apparente, mentre in realtà è veramente vanitoso e vuole essere preso molto sul serio. Il desiderio di primeggiare in società lo rende geloso, ma la sua gelosia non è passionale bensì competitiva, perché non accetta che altri richiamino le vostre attenzioni. Lui è un uomo comprensivo, ma anche narcisista e nulla lo ferisce di più che una offesa al suo amor proprio. Quando siete a letto con lui, non stancatevi di esaltare le sue qualità e le sue prestazioni, anche se a volte vi paino troppo composte, conformiste e poco passionali. La Bilancia è incostante e può succederei che qualche vostro dettaglio gli venga a noia, allora per un po’ di tempo sparirà, ma quando tornerà sarà più affettuoso di prima. 66
Purtroppo questo gioco si può ripetere incessantemente e dare luogo in voi a pene infinite, perché durante questi intervalli non vi sarà fedele: la bellezza femminile e l’estetica sono un richiamo troppo forte per lui. Agirà sempre con stile, senza mettersi smaccatamente dalla parte del torto e senza creare per voi situazioni di cui vergognarvi. Solo con l’intelligenza, il tatto e tanto stile potrete convincerlo definitivamente ad optare per voi. Non fate l’errore di adoperare il sesso come arma o spingere sui suoi gusti erotici per ottenere vantaggi di posizione: questo per lui è da zoccola e lo allontanerebbe da voi. Dovete convincerlo con l’arte dell’estetica e con la raffinatezza; la forma per lui è più importante dei contenuti. Fategli trovare una bella casa; un bell’ambiente in generale; un bel pranzo, ben confezionato ed apparecchiato; fatevi trovare sempre impeccabile; fategli trovare un bel letto con lenzuola eleganti e quando sarete nell’intimità con lui fate di tutto ma con classe. Se siete una donna debole, che ha sempre bisogno di un uomo e non è capace di prendere una decisione da sola, state lontana da lui, perché il rapporto sarebbe un disastro.
BILANCE FAMOSE Marcello Mastroianni (in copertina), Luciano Pavarotti, Michelangelo Antonioni, Silvio Berlusconi, Dino Buzzati, George Peppard, Yves Montandd, Giuseppe Verdi, Oscar Wilde, Friedrich Niesche, Riccardo Fogli.
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AGEDO: a sostegno dei genitori con figli LGBTQI A Firenze ha aperto il punto di ascolto, con il sostegno ed il supporto del Comune di Firenze e di Arci Firenze
Da settembre, è attivo a Firenze un punto di ascolto che vuole essere di aiuto e sostegno a quei genitori che hanno saputo dell’omosessualità, bisessualità, transessualità della propria figlia o figlio e ne soffrono perché per loro è difficile comprendere e accettare. Il punto di ascolto è stato creato dall’associazione A.GE.D.O., costituita da volontari: genitori, parenti e amici di uomini e donne omosessuali, bisessuali e transessuali che si impegnano per l’affermazione dei loro diritti civili e per l’affermazione del diritto alla identità personale. Ma di che cosa si occupa esattamente l’Associazione? Ha come obiettivi l’ascolto e l’aiuto a genitori di persone LGBTQI con problemi ad accettare l’identità sessuale del figlio/a; svolge attività d’informazione nelle scuole verso gli studenti; tiene rapporti con altre associazioni del mondo LGBTQI che si occupano di diritti in senso lato ed è attiva nell’organizzazione di eventi e attività di vario genere. Tra queste, nel 2008 ha prodotto il docufilm “Due volte genitori” (www.duevoltegenitori.com), film che ogni anno é proiettato nelle scuole e non solo, ed in genere è accompagnato da un dibattito con i volontari A.GE.D.O. Inoltre, l’Associazione è presente spesso in televisione, con la partecipazione a programmi sia su reti nazionali (Rai /Mediaset ) che locali. A Firenze, gli incontri si svolgono il secondo ed il quarto martedì di ogni mese dalle ore 18:00 alle ore 20:00 in via Casini 11 presso il Centro Culturale EXFILA: in essi, si parla delle esperienze vissute e di come affrontare con serenità il coming out dei propri figli. Per contatti e informazioni telefonare a Daniela 320/1162042 venerdì, sabato e domenica dalle 18:00 alle 20:00.
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SHIBUMI Musica - Cibo - Arte SHIBUMI, musica, cibo e arte Un evento esclusivo tra musica e raffinata trasgressione Nella splendida cornice di Palazzo Roverella, a Ferrara, si è svolto, mercoledì 15 novembre scorso, l’evento “SHIBUMI – musica, cibo e arte”, organizzato da Andrea Bertelli in collaborazione con la sexy boutique “I Trasgressivi” di Cento (FE). Shibumi è un termine giapponese entrato in uso durante il Periodo Edo (1603-1867) per indicare il concetto estetico di bellezza che siamo soliti associare alla semplicità di un giardino Zen o alle forme armoniose di un manufatto particolarmente essenziale ed elegante. L’evento ha voluto ricreare proprio il perfetto equilibrio tra diversi elementi: musica, cibo e arte, appunto. Dalle sette di sera in poi, le grandi sale affrescate dell’edificio si sono riempite di persone, attirate da una serata che prometteva faville e che non ha certamente deluso le aspettative degli invitati. La festa privata, rigorosamente su invito, prevedeva un ricchissimo aperitivo a buffet, ottimi cockatails, dj set di musica electro-house di Luca Bernascone e l’esposizione di quadri dell’artista Andrea Amaducci in arte Human Alien. Human Alien è nato a Forlì ma da molti anni vive e lavora a Ferrara. E’ artista di strada, attore e performer, ed i suoi lavori si possono trovare in molti spazi ferraresi ma non solo. E’ solito raffiugare nelle sue opere un piccolo alieno, che, spiega l’artista: “rappresenta l’alter ego di ognuno di noi, il buffo personaggio che ci ricorda la parte più segreta di noi stessi, a volte incompatibile con gli altri, ma che ci rende unici”. Dulcis in fundo, l’evento ha visto la presenza di alcune modelle che indossavano i vestiti fetish ma al contempo eleganti della boutique “I Trasgressivi” e che hanno animato, con grazia ed un pizzico di pepe, l’evento. Il prossimo appuntamento SHIBUMI si terrà al Castello Estense di Ferrara il prossimo 1 dicembre e si prospetta davvero imperdibile. Di seguito, alcune foto della serata di mercoledì, a cura di TMS Photographer (gli abiti indossati dalle modelle sono tutti disponibili presso la boutique “I Trasgressivi”).
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Safira Bengell partecipa all’incontro nazionale in Brasile dei diritti umani L’Ambasciatrice della Diversità Culturale Brasiliana nel mondo L’Ambasciatrice della Diversità Culturale Brasiliana nel mondo l’attrice Safira Bengell, è stata recentemente applauditissima presso l’Auditorium della Camera dei Deputati al Congresso nazionale di Brasilia, nell’incontro nazionale dei diritti umani.
La Bengell, ha partecipato alle attività politiche in una delle sale della Commissione che ha messo in discussione le principali sfide e l’agenda comune delle attività dei difensori dei diritti umani in Brasile nei prossimi mesi. All’incontro erano presenti leader come Jose Antonio Rufino e Horacio Neto dello stato di Pernambuco, uno dei più grandi centri culturali in Brasile. Infine, Safira Bengell, sarà la presentatrice di Miss Brasil Transex organizzato da Rosana Star.
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Una legge profondamente discriminatoria Il Parlamento egiziano dichiara per la prima volta le relazioni e gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso come “atti criminali. Non c’è fine al calpestamento dei diritti umani che si sta perpetrando in Egitto. Nella merav igliosa terra del Nilo e delle piramidi, da una quindicin a di anni, prima sotto il regime di Mubarack e dal 2014 di Abd al-Fattah al-Sisi, si è instaurato un vero e proprio clima di terrore. Nello specifico, la proposta di legge di questi giorni, voluta da oltre 60 membri del Parlamen to egiziano, definisce per la prima volta l’omosessualità come reato e predispone pene più severe, da 5 a 15 anni di reclusione, per tutte le persone che si riconoscono nel movimento LGBT. Addirittura, il conduttore tv Ahmed Moussa ha definito l’omosessualità come un crim ine pari al terrorismo.
Non se la passano certo meglio le persone transessuali, che, secondo quanto scritto in un articolo della nuova proposta di legge “sono libere di camminare per la strada solo se il loro aspetto è assolutamente conforme a quello scelto, ma qualora i loro tratti fisici dovessero solamente indurre sospetti sulla loro sessualità alla nascita verrebbero immediatamente fer mate ed arrestate con l’accusa di prostituzione”. Nella proposta, si vieta anche la promozione pubblicitaria, le associazioni ed i partiti lgbt, qualsiasi simbolo e la diffusione di materiale audio e video sui social media, pena tre anni di reclusione. Nel frattempo, Amnesty International, l’organizzazione per i diritti umani, ha iniziato una campagna mediatic a per denunciare quanto sta accadendo in Egitto ed è in contatto con altri governi, tra cui l’Italia, affinchè facciano pressione sulle auorità egiziane per porre fine a questa situazione. Il popolo egiziano intanto non reagisce: essendo a maggioranza di religione musulmana, preferisce chiudersi in un assordante silenzio e preferisce assistere in silenzio alle perse 72
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Cinema e televisione: essere trans non è più un tabù Dagli anni 70 ai giorni nostri
Fino a poco tempo fa, temi come il cambio di sesso, la transessualità e il travestitismo erano argomenti evitati dal grande schermo. Già il raccontare storie con protagoniste persone omosessuali è una barriera che si è esplicitamente infranta solo a partire dagli anni ‘70, con film come Cabaret o Punto Zero. Da fine anni 90, primi anni 2000, invece, finalmente Hollywood ha alzato il sipario sulla diversità di genere, con il film “Boys Don’t Cry”, basato su un reale fatto di cronaca, che narra le vicessitudini del giovane Brandon Teena, nato biologicamente femmina. Grazie a questo film Hilary Swank si aggiudicò il Golden Globe come migliore attrice in un film drammatico e l’Oscar come migliore attrice, e, soprattutto, il pubblico iniziò ad interessarsi e ad empatizzare con i difficili percorsi di vita ed i pregiudizi che le persone trans affrontano ogni giorno. Se la condizione transgender, da molti registi è stata prevalentemente affrontata con toni piuttosto cupi e negativi, come nel caso del regista spagnolo Pedro Almodovar con “Tutto su mia madre”, negli ultimi anni si sta registrando un’inversione di tendenza: film come Breakfast on Pluto e Transamerica hanno uno stile narrativo che rispecchia una nuova visione sui protagonisti all’interno della società, più leggera e scanzonata, ma non per questo ridotta a macchietta. Molto apprezzato è per esempio il film del 2015 “3 generations - Una famiglia quasi perfetta”, dove una perfetta Elle Fanning, interpreta una sedicenne che non si ritrova nel suo corpo ed è quindi determinata a diventare maschio. Poi ci sono pellicole come “Una Donna Fantastica” e il pluripremiato “The Danish Girl”, dove si racconta del primo transgender della storia, che pur narrando di eventi drammatici, riescono ad emozionare gli spettatori facendoli empatizzare con i protagonisti in modo particolare. Per quanto riguarda l’Italia, pian piano qualcosa inizia a smuoversi anche da noi: “Arianna”, del regista Carlo Lavagna, racconta la storia di un ermafrodita, ed è stato ben accolto dalla critica quando è stato proiettato alla Festival del Cinema di Venezia. Anche il canale televisivo Real Time si è occupato di dare voce alle persone trans, con la mini serie-documentario ““Vite Divergenti: storie di un altro genere” che offre uno sguardo sincero e lucido sulla realtà trans italiana. Capitolo a parte meritano infine le serie tv, che sono il fenomeno del momento e sanno come attirare l’attenzione degli spettatori, tenendola viva fino alla fine. Non dovendo sottostare agli “incassi di botteghino”, a differenza del cinema, hanno una offerta vastissima di contenuti e non lasciano scontenti proprio nessuno. Tra le più note che affrontano tematiche transgender e di travestitismo, citiamo la notissima e premiatissima “Transparent” e la amatissima “Orange is the new black?”, dove una delle protagoniste che interpreta la detenuta Sophia, l’attrice trans Laverne Cox, ha conquistato due anni fa la copertina del Time, segno che davvero i tempi, stanno cambiando ed essere trans non è più visto come uno spauracchio dalla società. Riguardo la copertina conquistata, la Cox ha affermato di essere una grande sostenitrice dei diritti Lgbt in America e che “mi batto da anni affinché le grandi testate si occupino di noi trans, e non lo facciano mostrandoci come animali da circo”.
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Trans Freedom March 2017 Grande successo per la Marcia in commemorazione delle vittime di violenza transfobica nel mondo
Sabato 18 novembre scorso, con partenza da Piazza Dante, si è svolta, per la prima volta nella città di Napoli, la Trans Freedom March Nazionale — TDoR 2017, ideata dalla trans Veet Sandeh, organizzata da Associazione Transessuali Napoli (ATN) e promossa dall’Ass. Sunder am Onlus Identità Transgender Torino per commemorare le vittime di violenza transfobica nel mondo e, al contempo, sensibilizzare sulle questioni della persone trans.
Napoli non è stata scelta a caso: nel 2016 il capoluogo campano si è infatti tristemente dis tinto come città italiana con il maggior numero di omicidi e atti di transfobia (tra i casi più noti, ricordiamo l’uccisione di piccola Catty, uccisa da un cliente in macchina). Quest’anno i morti per transfobia (dal 18 novembre 2016 al 17 novembre 2017) sono stati 326 nel mondo, un aumento del 30% rispetto lo scorso anno. Il primato di questa mattanza ce l’ha il Brasile, a causa della mancaza di una legislatura forte che rende l’economia fragile e la povertà sempre più presente: a pagarne le conseguenze sono quindi sempre i più poveri e gli emarginati, anche per futili motivi di sopravvivenza. In Italia invece, oltre al caso di Napoli, anche il mese scorso a La Spezia hanno ucciso una trans: non è da sottovalu tare che queste mattanze accadono in luoghi anche non lontani da casa nostra, un fenomeno cres cente preoccupante che deve finire. Regina Sataria no, responsabile del Con sultorio Transgenere di Torre del Lago Puccini, che ha partecipato alla marcia, ha così commentato: “l’evento, che ha riunito le Associazioni più importanti del territo rio nazionale, MIT, ATN e ACT, ci ha dato modo di riflettere su quanto sia utile essere uniti e fare fronte comune, per trovare punti di convergenza e lottare insieme per raggiungere obiettivi fondamentali come il lavoro, la casa e fare informazione per le persone trans”. 75
Ed ancora: “Napoli ha risposto in modo molto civile a questa manifestazione, abbiamo avuto un riscontro positivo, tanti applausi. Tutto questo ci ha galvanizzato. Questi eventi servono a far riflettere sul futuro del movimento ed aiutano le persone a vederci semplicemente come persone che lottano per vedere riconosciuti i loro diritti, pertanto le trovo molto positive”. Tra le proposte emerse grazie alla Marcia, di rilevanza quella dell’avvocato del MIT Cathy La Torre che ha parlato di creare una Federazione di Associazioni per dare consistenza al movi mento, fermo restando che ognuna delle Associazioni seguirà comunque il proprio territorio, ma, unita alle altre, potrà diventare una forza tale da smuovere le montagne ed ottenere risultati importanti. Alla marcia ha partecipato anche il Sindaco Luigi De Magistris, che ha voluto portare la testi monianza di Napoli come città di accoglienza ed integrazione.
Regina Satariano, ha rilasciato una dichiarazione video in merito alla Trans Freedom March 2017 potete vederlo qui
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Il primo corso in “Storia dell’omosessualità” Si svolgerà presso l’Università di Torino a partire da aprile
Da quest’anno, gli studenti del Dams dell’Università di Torino, potranno frequentare una nuova serie di lezioni, estremamente attuali, considerando i mutamenti che la nostra società sta vivendo negli ultimi anni e la sempre più ampia apertura mentale ed accettazione che si ha riguardo i diversi modi di vivere la sessualità. Per l’esattezza, si tratta di un corso, articolato in 18 lezioni, in “Storia dell’omosessualità”, che partirà a fine aprile e proseguirà fino a inizio giugno, raccontando come le tematiche che riguardano il mondo Lgbt siano state trattate dalla fine del Settecento in poi. Come si legge sul sito dell’università, il corso “propone una storia culturale dell’omosessualità che ne ricostruisce le trasformazioni in età contemporanea (dalla fine del XVIII secolo al tempo presente) tra Europa e Stati Uniti, restituendo esperienze, narrazioni e rappresentazioni collocate in diversi contesti sociali”. E’ sicuramente un’ottima occasione per apprendere, per esempio, come veniva raffigurato l’essere omosessuale tra il Settecento e l’Ottocento, i primi tentativi di emancipazione e sapere quando sono nate le prime comunità Lgbtqi. Oltretutto, una parte delle lezioni saranno dedicate anche ad una interessante analisi di come il tema “omo” venga trattato oggi anche nei film e nelle serie tv, seguitissime soprattutto dal pubblico giovane. Il corso sarà tenuto dalla docente Maya De Leo, varrà sei crediti formativi e sarà facoltativo.
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L’INFERNO secondo la PARADISO! Mi sono tagliata il pisello, non il cervello!
“Io mi sono tagliata il pisello, non il cervello”, questa dichiarazione di Maurizia Paradiso è alla base di una intervista che l’attrice ha rilasciato ad un importante quotidiano nazionale e ben presto ripresa anche da altri giornali. Ci sono nelle sue dichiarazioni forti critiche ad alcune modalità di presentare il mondo gay, al solo fine di fare spettacolo. In sostanza, dice la Paradiso non si può trasformare la diversità in una caricatura e pretendere che venga eguagliata alla normalità. Il concetto è giusto, perchè l’azione di caricare, quindi deformare a scopo satirico le caratteristiche ed i difetti di un soggetto, ottiene solo l’effetto del ridicolo, mentre i diritti sono una cosa seria. Sono Malgioglio ed il Gay Pride a scatenare le ire infernali della Paradiso, che riprende le modalità espressive dei due soggetti. Critiano Malgiolio è colpevole, secondo Maurizia Paradiso, di avere indossato, durante uno spettacolo, a sproposito la mascherina dei malati oncologici. Maurizia ricorda il suo percorso di sofferenza per una leucemia e quella mascherina l’ha dovuta indossare non per scherzo, ma per una triste necessità, quindi ad essa sono collegati odori e circostanze veramente sgradevoli. Il Gay Pride, sempre secondo Maurizia, è degenerato in esibizioni caricaturiali, troppo folcloristiche ed invadenti, come quella di due uomini coi baffi, mutandine e reggiseno che si baciano sulla pubblica via. “Bisogna avere dignità” dice la Paradiso, perché l’orgoglio non può prescindere dalla dignità e “Se si chiedono pari diritti e dignità non si può sfilare nudi in pieno giorno e far ridere i polli”. Maurizia Paradiso ha localizzato nella caratteristica del ridicolo un allontanamento dalla serietà del problema; questa focalizzazione è giustissima, ma ora occorre comprendere quali siano gli autentici motivi di tali esternazioni. Chi si manifesta in questi termini vuole risolvere dei problemi o semplicemente fare spettacolo e cassetta? Noi crediamo che in realtà ci sia il dominio dello spettacolo sopra ogni altra ragione ed allora facciamo attenzione, perché su questa strada si arriverà a ridere anche delle peggiori atrocità. Quando di una cosa si ride, quella cosa non ha importanza: fa sorridere, ergo, è piacevole, aprendo le porte all’accettazione. Possiamo accettare la discriminazione su base sessuale o la sofferenza determinata da malattie terribili ? Crediamo di no ed allora a questo giro stiamo con Maurizia Paradiso, “Partigiana dei diritti Gay”, come lei stessa si definisce, e reduce da una terribile malattia. Ci sono tante altre cose su cui fare satira e ridere ed a cui la nostra fantasia si può rivolgere con maggiore buon gusto.
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Il pornodivo diventa Prof! Dai set hard ad una cattedra prestigiosa
Carlo Masi, nome d’arte di Ruggero Freddi, classe 1976, è un ex attore pornografico italiano, di Roma, che ha lavorato, fino a pochi anni fa, negli Stati Uniti come modello esclusivo dei Colt Studios. Oltre alla sua nota carriera come attore hard, Carlo si è distinto l’anno scor so per aver conseguito, per la seconda volta, la laurea, questa volta in matematic a, con il massimo dei voti. Ora, è stato chiamato per tenere un ciclo di lezioni di Analisi I alla facoltà di Ingegneria Clinic a all’Università La Sapienza di Roma. Si aprono dunque per lui le porte di una carriera da docente universitario: ma vediamo insieme il suo percorso professionale, decisamente atipico. Dopo la laurea con lode in Ingegneria informatica, ha fatto i lavori più disparati fino alla vera vocazione: nel 2004 decide di diventare porno attore gay e da quel momento, per il mondo, Ruggero diventa Carlo Masi. Da allora, è tutta una ascesa nel mondo dell’hard, dove riesce ad affermarsi come uno degli attori più celebri e richiesti della categoria. Carlo però non si dedica solo al mondo del porno; nel 2009 infatti debutta a teatro con lo spettacolo “Senza parole”, portato in scena a Bologna con la compagnia Teatri di Vita e che gli fa ottenere il riconoscimento da parte della stampa nazionale, con interviste sui più prestigiosi quotidia ni italiani. Nel 2010 partecipa poi come ospite alla trasmissione Chiambretti Night e su Rai 4 a Sugo. Nel 2013, però, qualcosa scatta in Carlo: decide di smettere i panni di principe dell’hard e torna sui banchi di scuola: conseguisce quindi una seconda laurea in Matematica, vince una borsa di studio e un dottorato in analisi matematica gli fanno ottenere la cattedra presso l’Università. Un traguardo decisamente alto che conferma, una volta di più, che bellezza ed intelligenza possono andare tranquillamente a braccetto assieme. Noi, siamo sicuri che le sue lezioni saranno probabilmente le più frequentate di tutto l’Ateneo…e chi se lo fa scap pare, un professore così?
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Paolo Taixo, l’artigiano del BDSM Ricerca estetica e alta qualità i suoi marchi distintivi
Gli attrezzi costruti da Paolo Taixo, artigiano resid ente a Vicenza, sono il frutto della sua ventennale esperienza nel mondo del BDSM, vissuta nel ruolo di “Master”, nonché della capacità costruttiva e nell’ attenta ricerca estetica che traspare in ogni attrezzo. A queste qualità si vanno a sommare anche i consigli ed esperienze di tanti suoi amici, col laboratori e collaboratrici attivi con vari ruoli nel mondo del BDSM. Nello specifico, progetta, produce, vende e noleggia attrezzatura per BDSM, adatti sia per amatori, che per professionisti del settore, tutti realizzati in Italia. Si tratta di attrezzi molto robusti, versatili, importanti, sia per il materiale usato, che per la cura dei particolari. E’ stata posta grande attenzione in fase progettuale nel trovare nuove soluzioni tecniche strutturali, che risultano spesso originali e concettualmente nuove. Ne risulta così un linguaggio e modo nuovo nel costruire attrezzi per il BDSM, non più banali e impersonali, ma molto curati, studiati nei particolari. Ricerca estetica, funzionalità, robustezza, colori mai banali ma ricercati e spesso anticati e valorizzati sono i dettagli che contraddistinguono il suo lavoro. Grande attenzione infatti, è stata posta anche nella metodologia della “verniciatura” o “finitura” dell’attrezzo, usando, per molti di essi, il sistema di finitura invecchiante per legno e ferro con la tecnica “N.S.D” che rende ogni attrezzo “unico”, mai esteticamente uguale a nessun altro, spesso con una targhetta ed un numero seriale che ne confermano l’unicità. Inserti di corda rossa o nera, borchie grandi in legno e piccole in ferro, rivestimenti in similpelle di altissima qualità e di colore contrastante, intarsi stilizzati, disegni ricercati e originali sono il motivo per cui molti attrezzi Taixo sono sempre piu’ spesso inseriti come “complementi d’arredo” da architetti o arredatori d’interni, che vedono in quelle opere dei veri “oggetti d’arte”, con cui arricchire o completare le loro proposte d’arredo. Negli Attrezzi Taixo si possono intuire due linee di produzione ben definite: “Storica” e “Tecnica”. La prima propone una serie di attrezzi spesso ricostruiti dopo una ricerca storica sui principali metodi costrittivi e per tortura, usati in Europa e nel Medio Oriente, nel Medioevo, rivisti ora in un contesto ludico e di sicurezza (tipico esempio gli attrezzi “Ruvida”, “Tabulato”, “Suplitio”, “Manus Fixa”). La seconda linea (Tecnica ) propone invece sia una serie di attrezzi tradizionali, ma ora rivisti con ottica e materiale moderno, che una serie di nuovi attrezzi, molto definiti e mirati nella struttura , che permettono applicazioni o giochi specific i, spesso di “settore” (vedi la pagin a “Clinical”: tipico esempio, gli attrezzi “Tania” e “Scarabeo”). A riguardo delle sue linee di attrezzi, Taixo ci ha così spie gato:
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Qual’è l’attrezzo migliore? “Il vostro! Ovvero, quello che speravate di trovare, quello che la vostra fantasia ha creato, quello giusto per il vostro gioco, quello “su misura” per voi”.
Ma come fare ad avere esattamente il proprio attrezzo “su misura”? Contattateci al riguardo, possiamo ralizzare i disegni e i progetti del cliente. Abbiamo a nos tra disposizione un labor atorio di falegnameria, uno di carpenteria metallica e una sartoria, con artigiani molto capaci. Realizziamo con loro qualsiasi idea, nella maggiore riservatezza, in tempi brevi e a costi molto contenuti. Gli attrezzi si possono personalizzare? Certamente. Ogni attrezzo Taixo può essere personalizzato scegliendo i vari colori di finitu ra, o scegliendo il tipo e colore della similpelle di rivestimento, ma anche inserendo il nome voluto sulla struttura dell’attrezzo. Il nome può venire scritto sia ad incisione, su legno, o applicando lettere in metallo, legno o plastica, di diverso formato e misura, su parti a vista dell’attrezzo. Per contatti, informazioni ed ordini: Trovate le attrezzature Taixo in vendita anche presso il fornitissimo Sexy Shop http://shop.itrasgressivi.it/ https://www.facebook.com/Taixo-BDSM-Shop-105657402950665/ www.taixo.com 84