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Gli ULTIMI ITALIANI
Questo il titolo di un incontro a Pordenone Legge 2022, tematiche riprese nella recente campagna elettorale regionale.
L’incontro a Palazzo Montereale Mantica lo scorso settembre si era presentato così … “troppo tardi per evitare il tramonto italiano? … perdiamo abitanti a una velocità che ridurrà la popolazione della Penisola. Emerge un vero e proprio mutamento antropologico …”. Questioni che sono state riprese tra i molti temi trattati nella campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, che hanno incluso la sanità, la transizione ecologica, il lavoro, le migrazioni e anche “l’inverno demografico”. Gli appunti di economia di questo mese riflettono sull’andamento della popolazione, la sua distribuzione per età, la natalità. “Italia sempre più vecchia. Popolazione in calo, sempre meno nascite” titola un quotidiano nazionale alla presentazione dell’ultimo Rapporto Istat sulla popolazione (7 aprile 2023).
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Vediamo alcuni dati: oggi in Italia siamo in 58,8 milioni di abitanti, nel 2050 saremo 5 milioni in meno, un italiano su tre avrà più di 65 anni e ci saranno tre anziani per ogni giovane. In Friuli
Venezia Giulia siamo un 1 milione e 192 mila residenti di cui il 27% in età 65 anni e più. Su cento residenti solo 11 hanno meno di 15 anni. Nel 2050 saremo 70mila in meno. È un brutto inverno demografico, che va contro di noi e ci impedisce di crescere. Quali effetti sulla scuola, sul mercato del lavoro, sull’economia, sulla sanità, sulle politiche sociali del nostro Paese? Se la popolazione dovesse segnare il previsto ribasso del 19,7% tra il 2021 e il 2070, il Pil da 1.781 miliardi scenderebbe a 1.430 miliardi di euro, (351 miliardi di euro in meno) è la stima dell’Istat. Le previsioni demografiche prefigurano una “rivoluzione” anche nella scuola e nell’Università. Tra una decina d’anni, sono le stime del Censis, la popolazione tra i 3 e i 18 anni scenderà dagli attuali 8,5 milioni a 7,1 milioni e tra vent’anni, potrebbe ridursi a 6,8 milioni. In dieci anni la popolazione dei bambini e dei ragazzi di primaria e secondaria di primo grado, calerà di quasi 900mila persone; nel decennio successivo, l’inverno demografico investirà anche la scuola secon-